Aldo Grasso: «Che terrore le pulci
di Stefano Lorenzetto!» (Corriere della Sera)



«Io, tutti quelli che amo, li rimprovero
e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti»

Apocalisse (3, 19)


I pazienti non riescono più a lavorare
Titolo da Libero: «I medici sono esauriti dai messaggini a raffica». Sommario: «È iniziato tutto col virus. Anche oggi i pazienti si rivolgono al dottore notte e giorno per chiedere ricette e diagnosi. Ma così non riescono più a lavorare». Quindi i pazienti non riescono più a lavorare perché sono troppo impegnati a scrivere messaggini ai medici?
[23 dicembre 2022]

Misfatto Quotidiano
Dal sito del Fatto Quotidiano: «L’accusa e la parte civile si erano opposti, ma la Corte d’Assise di Busto Arsizio ha disposto la perizia psichiatrica per Davide Fontana, il 42enne milanese a processo per l’omicidio di Carol Maltesi, 26 anni, sgozzata e fatta a pezzi nella sua abitazione di Rescaldina (Milano). I resti furono gettati sul dirupo. I resti della ragazza, mamma di una bimbo piccolo, fu possibile grazie a un passante che aveva notato quattro grande buste neri. L’uomo ne aprì uno e trovo i pezzi del cadavere. Gli investigatori allora avevano deciso allora di pubblicare un comunicato in cui si descrivevano alcuni tatuaggi ancora parzialmente visibili sul corpo della donna, che ne avevaconsentito l’identificazione». Il sommario del titolo non è da meno: «I resti furono gettati sul dirupo dopo che l’uomo aveva tentato di dargli fuoco e messi in un congelatore». Misfatto Quotidiano.
[19 dicembre 2022]

Isabella Rauti diventa un figlio
Dal Corriere della Sera: «Dopo la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti – figlio di Pino, che del partito fu segretario». Il gender dilaga.
[28 dicembre 2022]

Nuzzi alle prese con l’aldilà
Incipit di un’intervista a firma di Gianluigi Nuzzi sulla Stampa: «Incontrai per l’ultima volta prima che morisse Paolo Gabriele, l’aiutante di camera di Benedetto XVI». Incontrarlo dopo che era morto sarebbe stato già più difficile. Al terzo periodo, Nuzzi infila la frase «aldilà di qualche visione revisionista». Ma la locuzione prepositiva è al di là, mentre il sostantivo aldilà indica la vita ultraterrena, l’oltretomba, l’altro mondo.
[7 gennaio 2023]

Nuzzi, i «dubia» e le «fuoriuscite»
In un successivo articolo, sempre sulla Stampa, Gianluigi Nuzzi include il cardinale Gerhard Ludwig Müller fra i porporati «che firmarono i “dubia” su Amoris Laetitia», esortazione apostolica di papa Francesco. Sbagliato. Quel documento fu sottoscritto solo dai cardinali Walter Brandmüller, Raymond Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner. Più avanti, Nuzzi rileva che «l’arcivescovo Timothy Broglio, il conservatore presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti», in un’intervista alla Repubblica «ha criticato le fuoriuscite di Ganswein». Tralasciando la Umlaut mancante nel cognome dell’arcivescovo Georg Gänswein, abbiamo motivo di ritenere che il prefetto della Casa pontificia (dimezzato da papa Bergoglio), nonché ex segretario particolare di Benedetto XVI, non sia affetto da incontinenza urinaria come il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, il quale se l’è fatta addosso in pubblico, ahilui («perdita, fuga» il significato di fuoriuscita secondo Lo Zingarelli 2023). Quindi è più probabile che Broglio abbia criticato le uscite del confratello.
[8 gennaio 2023]

Ratzinger si dimise a 85 anni, non a 82
Didascalia dal Corriere della Sera: «L’11 febbraio 2013 Benedetto XVI annuncia le dimissioni dal pontificato, all’età di 82 anni». Non è così. Papa Ratzinger si dimise a 85 anni.
[29 dicembre 2022]

Mephisto Waltz annega negli oceani
Nella sua rubrica sul Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz ricorda l’editore Mario Spagnol (1930-1999), che «sognava i grandi comandanti dei velieri nativi come lui di Lerici, e di Camogli, sentendosi simile a loro (...) col diritto dell’anello all’orecchio, per aver circumnavigato Capo Horn da Est a Ovest, controvento, il mare più violento del pianeta». Di tale mare il buon diavolo fornisce un’azzardosa descrizione: «Senza contare che, dalle massime profondità di 10mila metri del Pacifico, il fondale si alza di botto ai 100 metri nello stretto di Drake». Si dà il caso che i 10.899 metri (o 11.022, in proposito l’Enciclopedia Treccani fornisce dati contraddittori) appartengano alla Fossa delle Marianne, il punto più profondo del Pacifico. Le quali si trovano grosso modo dalle parti dell’Isola di Guam, quindi a qualche settimana di navigazione da Capo Horn (Cile), all’incirca 14.500 chilometri seguendo la rotta più breve. Difficile, dunque, che il fondale possa alzarsi di botto. Forse l’eclettico satanasso intendeva dire che nello Stretto di Drake esso sale in poche miglia da 4.000 a 100 metri di profondità, ma in tal caso il nostro dovrebbe imparare a scrivere. Che Mephisto sia scarso in geografia lo deduciamo anche da un passaggio finale della rubrica, dove parla degli «“Zingari di mare” visti alle Isole Andamane». Gli zingari del mare (Moken) vivono nel mare delle Andamane, non alle Andamane. Il loro arcipelago si chiama Mergui e dista oltre 500 chilometri dalle Andamane.
[18 dicembre 2022]

Il primo lavoro è per forza principale
Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano intervista Luciana Castellina, tra i fondatori del Manifesto. Questo l’attacco del pezzo: «Il cronista del Fatto la interrompe mentre sta facendo il suo primo e principale lavoro, scrivere». Se è il primo lavoro, improbabile che possa essere secondario, considerato che principale significa «che è primo per importanza, rilievo, valore» (Lo Zingarelli 2023).
[4 gennaio 2023]

Mattioli e la sciarada di Capodanno
«Certo, il Capodanno della Fenice di senso ne ha sempre avuto poco, se non come risposta autarchica e italianissima allo strapotere mediatico del nemico ereditario», scrive Alberto Mattioli sul Foglio. Dopo il concerto, la sciarada di Capodanno.
[3 gennaio 2023]

Magris fa confusione sulla Trinità
«Quando Gesù, avviandosi alla sua Passione, chiede al Padre di risparmiargli quel tragico Calice, accettando che sia fatta non la propria ma la sua volontà, ci si chiede cosa significa questa invocazione». Così comincia un ricordo di Benedetto XVI firmato da Claudio Magris sul Corriere della Sera. Senza offesa per lo scrittore triestino, avremmo preferito il congiuntivo significhi. Subito dopo Magris aggiunge: «O almeno se lo chiede il credente per il quale Gesù è pure la seconda Persona della Trinità, e il Padre stesso». Ci chiediamo a nostra volta perché mai l’illustre critico letterario si sia imbarcato nella difficilissima teologia trinitaria, manco fosse sant’Ilario di Poitiers o sant’Agostino. Scrivendo infatti che «Gesù è pure la seconda Persona della Trinità, e il Padre stesso», tra l’altro con una virgola chiaramente superflua, Magris ottiene l’effetto di confondere il lettore: dimentica infatti lo Spirito, terza Persona della Trinità, e sembra contraddire il Catechismo della Chiesa cattolica quando al numero 266 specifica che nella Trinità non vi è «confusione di Persone né separazione della sostanza».
[2 gennaio 2023]

Flavia Perina sbanda a Cortina
In un editoriale sulla Stampa, Flavia Perina si occupa delle polemiche suscitate dalle foto dell’ex premier Giuseppe Conte e della sua compagna «seduti a fare colazione al sole sotto le Dolomiti»: «È l’attrazione fatale di Cortina, topos massimo del provincialismo italiano in versione Vanzina, icona dei Covelli e dei Braghetti d’Italia (“Arboreto is nothing” dice niente?)». No, non ci dice niente. Anche perché la battuta pronunciata da Donatone Braghetti (Guido Nicheli), cumenda milanese smargiasso, nel film Vacanze di Natale (1983) di Carlo Vanzina, era: «Via della Spiga, hotel Cristallo di Cortina: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi... Alboreto is nothing!». Infatti il pilota di Formula 1 che correva per la Ferrari si chiama Michele Alboreto, non Arboreto.
[3 gennaio 2023]

Anche Gramellini sbanda a Cortina
Sul medesimo tema si produce Massimo Gramellini nella sua rubrica Il caffè, in prima pagina sul Corriere della Sera: «Se poi sei il capo dei cinquestelle e ozieggi a Cortina in un hotel omonimo, vieni costretto a giustificarti neanche ti fossi pagato la vacanza taglieggiando i percettori del reddito di cittadinanza». Ci sfugge in che cosa consista l’omonimia: Giuseppe Conte alloggiava al Grand hotel Savoia. L’albergo Cortina è invece un 4 stelle.
[3 gennaio 2023]

Zelensky contro Zelensky sull’Ansa
Titolo dall’Ansa: «Ucraina, raid e blackout. Esplosioni anche a Kiev. Zelensky dice no alla formula di pace di Zelensky». Adesso è proprio guerra totale.
[29 dicembre 2022]

L’esame delle urine? Al Ces, ovviamente
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Il wc ora fa l’esame delle urine. Riparte il Ces, la fiera tech più innovativa (e folle)». Non si vede in quale altro modo avrebbe potuto chiamarsi l’esposizione.
[7 gennaio 2023]

Personalmente di persona
Ignazio Ingrao, vaticanista del Tg1, nell’edizione delle 13.30 dà conto dell’aggravarsi delle condizioni di salute di Benedetto XVI: «Papa Francesco ha voluto, dopo l’udienza generale, andare a trovarlo personalmente». Nel successivo servizio, Ingrao reitera la tautologia: «Subito dopo Bergoglio va di persona a trovarlo». Si può forse andare a trovare qualcuno per interposta persona?
[28 dicembre 2022]

Di persona personalmente
Nel medesimo grossolano pleonasmo incorre l’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano, nella quale in prima pagina, sotto il titolo «Oggi, sabato 31 dicembre, alle ore 9.34 il Signore ha chiamato a Sé il Papa emerito Benedetto XVI», si legge: «Papa Francesco si era recato personalmente a rendergli visita». Di solito si recava impersonalmente?
[31 dicembre 2022]

Anthony Hopkins diventa papa sulla Repubblica
La Repubblica, in un servizio di Maria Cristina Carratù, dà conto delle visite che papa Ratzinger fece «nel convento di Rosano». Quello delle benedettine della Santissima Annunziata di Rosano, nel Comune di Rignano sull’Arno, è un monastero, non un convento. Convento e monastero non sono sinonimi. Il convento è un edificio in cui vive una comunità di religiosi o, estensivamente, un «insieme di religiosi, frati o suore, soggetti alla medesima regola, che vivono nello stesso edificio» (Lo Zingarelli 2023). Il monastero è invece un edificio comune dove vivono monaci o monache, distaccati dalla vita mondana in quanto dediti totalmente a quella contemplativa. Ma questo sarebbe il meno. Il servizio era corredato da una foto che voleva essere di Benedetto XVI mentre in realtà ritraeva Anthony Hopkins, l’attore che lo interpreta nel film I due papi disponibile su Netflix. Bei tempi quando al cinema trionfava il neorealismo.
[31 dicembre 2022]

Silvia Ronchey ricorda male (e omette)
Silvia Ronchey replica indispettita sulla Repubblica a una lettera di Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano, che la criticava per un suo articolo sul discorso tenuto da Benedetto XVI all’Università di Ratisbona. E tira persino in ballo l’infallibilità papale, che in questo caso non è stata prerogativa di papa Ratzinger né tantomeno lo è della saccente bizantinista. Il 12 settembre 2006, al contrario di quanto scrive Ronchey, i presenti all’incontro nell’aula magna dell’ateneo bavarese non rimasero per nulla agghiacciati: erano piuttosto annoiati perché quella difficile lectio magistralis non finiva mai. Per di più il Papa tedesco, insediatosi l’anno prima, non aveva ancora preso le misure dei giornalisti che lo seguivano, sempre a caccia di sensazionalismo. Quella mattina i cronisti non ci capirono niente: «Non c’è modo di tirar fuori un articolo da queste pagine professorali», disse uno di loro, come racconta il vaticanista Antonio Pelayo nel libro Il filo interrotto. Le difficili relazioni fra il Vaticano e la stampa internazionale (Mondadori). Poi gli inviati italiani ebbero la brillante idea di isolare dal contesto una frase dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo e la trasformarono in uno scoop sull’islam e Maometto. Che però costò la vita a suor Leonella Sgorbati e alla sua guardia del corpo, uccisi a Mogadiscio, in Somalia, e scatenò le feroci ritorsioni dei musulmani contro i cristiani in molti altri Paesi. Benedetto XVI aveva invece solo deplorato che si potesse imporre la fede con la violenza, come hanno fatto i cristiani e, in maggior misura, gli islamici. Sprecò il fiato a spiegarlo il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, appena succeduto a Joaquín Navarro-Valls, mentre in Vaticano gli uomini del segretario di Stato uscente, Angelo Sodano, assistevano impassibili alla grana esplosa nelle mani del cardinale Tarcisio Bertone, appena entrato in carica. Comunque, il dialogo con i musulmani poi riprese, soprattutto grazie a un documento, firmato da 138 saggi seguaci del Profeta, che davano ragione al Pontefice. Ma questo Ronchey non lo ha ricordato. Ha preferito appiattirsi su un falso scoop pur di criticare gratuitamente Benedetto XVI.
[3 gennaio 2023]

La «sede lunga e per nulla formale» di Vian
Giovanni Maria Vian ricorda con questo incipit, sul giornale che diresse dal 2007 al 2018, la visita alla redazione dell’Osservatore Romano compiuta da papa Ratzinger nel 2011: «Benedetto XVI volle celebrare il centocinquantesimo anniversario del quotidiano vaticano con una visita alla sua sede lunga e per nulla formale». Esistono anche sedi corte e informali?
[3 gennaio 2023]

La Stampa fa morire Berlinguer 8 anni prima
Flavia Perina parla sulla Stampa della morte di Enrico Berlinguer: «Era il 13 giugno 1976, davanti a Botteghe Oscure c’erano un milione di persone a pugno chiuso con la prima pagina dell’Unità in mano e quell’enorme “Addio” tinto di rosso». Via delle Botteghe Oscure è lunga 295 metri e larga meno di 15, quindi occupa un’area di 4.425 metri quadrati. In 1 metro quadrato possono starci in piedi, ben pressate, 5 persone al massimo (forse 10 attorno alla Ka‘ba nella Grande Moschea della Mecca). Ergo, via delle Botteghe Oscure contiene all’incirca 22.000 persone, non certo 1 milione. Infatti i lettori con in mano quell’edizione straordinaria dell’Unità erano radunati in tutt’altro luogo per i funerali del segretario comunista, come precisato da una scritta cerchiata di nero nella testata: «Piazza San Giovanni 13 giugno 1984». E qui siamo all’asinata più grande di Perina, prontamente imitata dai redattori della Stampa, i quali nella didascalia di una foto che accompagna l’articolo scrivono: «Il segretario del Msi Almirante nel 1976 andò a rendere omaggio al feretro di Berlinguer, segretario del Pci». Un politico previdente: Enrico Berlinguer morì otto anni dopo.
[29 dicembre 2022]

Rimanere illesi totalmente
A.C. sul Corriere dell’Alto Adige: «Paura ieri alle 11.30 in via Palermo all’altezza di via Visitazione: una donna che stava attraversando la strada assieme spingendo il passeggino con il suo bambino è stata investita da un’auto nera. (...) Fortunatamente non ha riportato ferite gravi e il bimbo ne è uscito totalmente illeso». Per restare parzialmente illesi come si farà?
[13 dicembre 2022]

Il Mondadori che sa poco di Mondadori
Intervistato da Raffaella De Santis sulla Repubblica, Sebastiano Mondadori, nipote di Alberto Mondadori, al quale ha dedicato la biografia Verità di famiglia (La nave di Teseo), racconta del padre di Alberto: «Arnoldo», il leggendario editore originario di Poggio Rusco, «era nato in una famiglia poverissima della Bassa mantovana e con la licenza elementare aveva messo su una tipografia trovando finanziatori». Il giovane Sebastiano Mondadori, classe 1970, non sembra conoscere molto bene la storia di famiglia. Arnoldo Mondadori non «aveva messo su» nessuna tipografia: nel 1907, diciottenne, si era limitato a rilevarne una già esistente, dove lavorava da pochi mesi come garzone, la tipografia Manzoli di Ostiglia, ribattezzata La Sociale nel 1912. In questa avventura non ebbe finanziatori, bensì solo il «supporto di un imprenditore locale», come si legge nell’Album Mondadori 1907/2007.
[27 dicembre 2022]

Andrea Monda sposta Betlemme in Israele
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, scrive nell’editoriale di prima pagina: «Anche oggi, nelle tante Betlemme del mondo, i bambini ci guardano. E ci interrogano. Betlemme oggi è non solo in Israele ma anche in Ucraina». Sfondone da incidente diplomatico: Betlemme si trova in Cisgiordania, non in Israele, e dal 1995 la cittadina è sotto la giurisdizione dell’Autorità nazionale palestinese. Non basta chiamarsi Monda per avere uso di mondo.
[23 dicembre 2022]

Il figlio Teresa che si chiama Pietro
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Francesco Guccini diventa nonno: è nato Pietro, il figlio Teresa». Il gender dilaga.
[16 dicembre 2022]

Saviano parla come scrive: male
Dal Fatto Quotidiano: «“Per diventare un bambino, c’ho messo anni”». Premesso che il titolo riferisce una frase di Roberto Saviano, del quale non abbiamo ancora ben capito se parla come scrive o scrive come parla, il ripugnante costrutto colloquiale c’ho per i linguisti Francesco Sabatini e Luca Serianni non è ammesso nella lingua scritta: il ci si elide solo davanti a parole che cominciano per i e con c’è e c’era. La nota d’uso dello Zingarelli 2023 su elisioni e troncamento conferma: «La particella pronominale o avverbiale ci si elide soltanto davanti a e o i: c’è, c’era, c’eravamo, c’incontrammo, ma non c’andai, c’urlò, bensì ci andai, ci urlò».
[26 novembre 2022]

Michela Murgia straparla di Gesù Bambino
Sotto il titolo «I cattolici amano un Dio Bambino perché rifiutano la complessità», La Stampa ospita alla vigilia di Natale un’articolessa di Michela Murgia che comincia così: «Il cattolicesimo è l’unica tra le confessioni cristiane a infantilizzare il suo Dio». A parte l’uso improprio del verbo, la scrittrice palesa una conoscenza francamente modesta del cristianesimo nella sua complessità. Murgia ignora che la figura del Christkind o Christkindl, il Gesù Bambino, è di origine luterana, non cattolica. A imporla fu lo stesso Martin Lutero (1483-1546). Per tacere della lussureggiante tradizione teologica e liturgica di tutte le Chiese orientali, ortodosse e cattoliche senza distinzione, sulla nascita di Gesù. Prendendosela con il concetto dell’incarnazione finalizzata alla divinizzazione dell’uomo, che sarebbe ancora una volta solo cattolica, Murgia conferma di non sapere proprio nulla dei cristianesimi orientali.
[24 dicembre 2022]

Natalia Aspesi cambia moglie a Renzi
Natalia Aspesi intervista Matteo Renzi sul Venerdì di Repubblica e gli fa dire: «Adele ed io abbiamo trovato un modo nostro di stare insieme. Ed è un modo che funziona». Dovendo escludere che Renzi non sappia che sua moglie si chiama Agnese, sospettiamo che vi sia di mezzo una libagione prenatalizia di Natalia.
[23 dicembre 2022]

La spocchia di Gad Lerner
Una didascalia del Corriere della Sera attribuisce a Giampiero Mughini la seguente affermazione: «Sofri aveva un atteggiamento spocchioso». Ma nel testo di Valerio Cappelli che accompagna la foto è specificato che in un filmato Mughini «si pronuncia sull’“atteggiamento spocchioso” di Gad Lerner», non di Adriano Sofri.
[3 dicembre 2022]

Sarà uscito dalla Scuola Radio Elettra?
Stando a ciò che scrive Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano, Francesco Polidori sarebbe «il fondatore della Scuola Radio Elettra e del Cepu». Difficile che Polidori possa aver fondato qualcosa all’età di 3 anni, considerato che lui è nato nel 1948 e la Scuola Radio Elettra nel 1951. Infatti si è limitato a rilevare da adulto l’istituto torinese che stava per fallire.
[27 dicembre 2022]

Il finto crollo di un ponte finto
Libero dedica un titolo a tutta pagina alla serie tv di Amazon che attribuisce a ipotetiche infiltrazioni mafiose il cedimento di un’opera pubblica immaginaria: «Ira di Salvini per il finto crollo del Ponte». Il titolo avrebbe un senso se il ponte sullo Stretto di Messina fosse vero. Ma il ponte non c’è, non esiste. In altre parole è finto (inventato per la fiction, appunto). Quindi come fa Matteo Salvini ad arrabbiarsi per un crollo finto di un ponte finto? Il titolo corretto doveva essere: «Ira di Salvini per il crollo del Ponte finto».
[13 dicembre 2022]

Bonolis e Bruganelli, separati in camera
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Sonia Bruganelli: “Io e Bonolis? In case separate, è il segreto per stare insieme”». S’incontreranno ai giardinetti? Non proprio, a giudicare dall’occhiello: «L’imprenditrice: “Dormire in camere separate è un segno di civiltà”».
[3 dicembre 2022]

A Messina è già Natale del 2023
Dal sito della Gazzetta del Sud, quotidiano di Messina: «“Feliz Navidad” di José Feliciano tra le canzoni di Natale 2023 più amate in Italia». Si sono portati avanti con il lavoro.
[23 dicembre 2022]

Lucia Annunziata, di tutto, di più
In un editoriale di prima pagina sulla Stampa, Lucia Annunziata sostiene, a proposito dell’Unione europea, che «gli anni ’70 sono forse i migliori, con la prima impennata di adesioni (a Italia, Germania e Francia, si uniscono i Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda, Regno Unito)». Sbagliato. Quando il Consiglio delle Comunità europee il 22 gennaio 1972 decise l’ammissione di Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Irlanda nella Comunità economica europea, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo ne facevano già parte sin dalla firma del Trattato di Roma, avvenuta il 25 marzo 1957. Più avanti, Annunziata scrive che «il 13 giugno del 1987 nasce Ermasmus». Dovrebbe essere l’Erasmus, se non ha cambiato nome nel frattempo. Infine Annunziata conia due neologismi: lobbysti (in italiano si scrive lobbisti, in inglese lobbyists) e sottoboschisti. Per l’ex presidente della Rai vale sempre lo slogan «Di tutto, di più».
[14 dicembre 2022]

Speriamo che ogni giorno sia l’ultimo?
Secondo quanto riferisce Il Fatto Quotidiano, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nell’invocare una tregua di Natale in Ucraina avrebbe detto: «Non ci abituiamo alla guerra e speriamo che ogni giorno sia l’ultimo». Ha fretta di lasciarci, Eminenza?
[22 dicembre 2022]

Sintassi da nevralgia
«Urso, ministro delle politiche industriali, manterrà il controllo delle telecomunicazioni, delega nevralgica per Forza Italia e per Berlusconi, cui dovrà rinunciare», scrive Marcello Sorgi in un editoriale sulla Stampa. Messa così, sembra che Adolfo Urso debba rinunciare a Silvio Berlusconi. Ci pare più plausibile la forma «cui quest’ultimo dovrà rinunciare», cioè Berlusconi dovrà rinunciare alla delega nevralgica. Oppure: «Urso, ministro delle politiche industriali, manterrà il controllo delle telecomunicazioni, delega nevralgica per Forza Italia e per Berlusconi, il quale dovrà invece rinunciarvi».
[26 novembre 2022]

Siamo erosi dall’invidia
Andrea Galli sul Corriere della Sera: «Era stato il passato da sindacalisti a far conoscere Panzeri e Luciano Giorgi che, intravisto l’altro giorno nella villetta ad Abbiategrasso, è eroso dalla vergogna per le malefatte del suo ragazzo». Siamo erosi dall’invidia per questa proprietà di linguaggio.
[16 dicembre 2022]

Il nostro agente all’Avana non c’entra
Tonia Mastrobuoni sul sito della Repubblica si occupa dello scandalo scoppiato a Bruxelles, che ha coinvolto anche la greca Eva Kaili, vicepresidente dell’Europarlamento: «Il leader del Pasok Nikos Androulakis l’ha definita un “cavallo di Troia” del governo, in sostanza un’agente all’Avana dei conservatori di Nea Dimokratia e del premier Mitsotakis». A che serva un cavallo di Troia (che prende il nome da quello di legno con cui i Greci penetrarono nascostamente nella città) è arcinoto: infiltrarsi nelle file avversarie con l’inganno. Ma chi abbia letto Il nostro agente all’Avana di Graham Greene, o anche solo visto il film con Alec Guinness, ricorderà che è l’esatto contrario: un maldestro cittadino britannico viene arruolato dai servizi segreti di Sua Maestà, ma, essendo appunto pasticcione, s’inventa di tutto pur di assecondare il ruolo assegnatogli, e così inganna il proprio Paese. Dunque appare improprio (soprattutto «in sostanza», come scrive Mastrobuoni) accostare questa figura a un cavallo di Troia.
[11 dicembre 2022]

La Champagne è una regione, non una città
Dal sito del Corriere della Sera: «Andy Hackett stava pescando nei Bluewater Lakes a Champagne, in Francia, quando ha catturato il pesce di circa 30 kg». Champagne non è una città, bensì una regione della Francia. I laghi in questione si trovano a Rosnay-l’Hôpital, nel dipartimento della Aube, che fa parte della Champagne.
[22 novembre 2022]

Il Riformista non porta Consiglio
Incipit di un articolo di Aldo Torchiaro sulla prima pagina del Riformista: «Tetto al prezzo del gas, aiuti all’Ucraina, stretta sull’Iran. E migranti: “Su cui servono passi avanti”, ha detto Giorgia Meloni. La scaletta degli interventi al Consiglio d’Europa era densa. Il primo per la neo premier». Resterà anche l’ultimo, visto che Meloni partecipava al suo primo Consiglio europeo, che è tutt’altra cosa rispetto al Consiglio d’Europa. (Il Consiglio d’Europa è l’organismo internazionale consultivo, con sede a Strasburgo, istituito con il Trattato di Londra del 1949, cui appartengono quasi tutti i Paesi europei. Il Consiglio europeo è l’istituzione dell’Ue formata dai capi di Stato o di governo dei Paesi membri e dal presidente della Commissione europea, che si riunisce almeno due volte ogni semestre nel territorio della nazione di provenienza del presidente di turno).
[16 dicembre 2022]

Lorenzetto sbaglia l’articolo
Sul Corriere della Sera, intervistando Daniele Vecchioni, ex manager divenuto runner, Stefano Lorenzetto gli fa dire: «Ho vissuto tra gli San, boscimani della Namibia, che stanno lì da 22.000 anni». Assurdo. L’articolo determinativo maschile plurale si usa davanti a s impura, cioè la lettera s seguita da una consonante. La s di San è seguita da vocale, quindi richiedeva l’articolo determinativo i.
[15 dicembre 2022]

L’ex ministro Costa e l’esponente
«Affrontare la sfida di salvare Venezia nel secolo XXI°», scrive Paolo Costa, ex sindaco della città lagunare, ex ministro ed ex europarlamentare, sul Corriere del Veneto. Stupisce che Costa, il quale è stato anche rettore dell’Università Ca’ Foscari, ancora ignori che i numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. L’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche. Quindi doveva scrivere «secolo XXI» oppure «secolo 21°».
[25 novembre 2022]

Si scrive «tank» non «thank»
«Think thank», si legge in un titolo nelle pagine culturali del Corriere della Sera. Ma in italiano (e in inglese) si scrive think tank, senza la seconda h, cioè serbatoio (tank) di pensatori (il verbo to think significa pensare).
[28 novembre 2022]

A voler essere Gentili
Incipit del primo capitolo della rubrica di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Proscioglimento: nel diritto processuale penale, si definisce così quella di non doversi procedere o di assoluzione». Tutto chiaro. Conclusione del medesimo capitolo, dedicato all’ex senatore leghista Simone Pillon: «Festeggia la decisione, obbligata, della stessa Corte d’Appello contro la quale annuncia di voler ricorrere per averlo condannato, in quel caso liberamente, di costringerlo a risarcire le parti civili. Mah». Chiarissimo, con mah aggiuntivo per la forma condannato di. Infine, al termine del secondo e ultimo capitolo: «Troppi attori che ne compongono le fila». Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023). La rubrica di Gentili s’intitola Facce di casta, ma servono facce di tolla per pubblicarla.
[19 dicembre 2022]

Il chierico extravagante
Fabrizio d’Esposito nella rubrica Il chierico vagante sul medesimo Fatto Quotidiano: «Una scelta quindi lucida e repentina fatta a prescindere di quello che sarebbe avvenuto in seguito». Dev’essere stato compagno di banco di Veronica Gentili.
[19 dicembre 2022]

Un intellettuale femminiello
Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera: «Un’intellettuale come Pietrangelo Buttafuoco». Ma davvero Buttafuoco s’è fatto femminiello?
[18 dicembre 2022]

Mephisto Waltz s’inventa Jacovitti
Nella precedente puntata, ci siamo dimenticati di segnalare l’ennesimo svarione nella rubrica del coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore, che cominciava così: «Uno dei jingle di Jacovitti (1923-97) era “Fuoco di Vesta fuoco di Vesta, che all’egizio incendiata hai la testa”, parodia dell’Inno dei balilla, protagonisti un Faraone e Pippo Pertica». Nel mondo dei fumetti non è mai esistito il personaggio Pippo Pertica. C’erano invece Pippo, Pertica e Palla, gli amici chiamati «i 3 P», che Benito Jacovitti inventò nel 1940 per il periodico Il Vittorioso. Ma, si sa, il diavoletto detesta la trinità sotto qualsiasi forma.
[11 dicembre 2022]

Soumahoro e Panzeri poligami
Editoriale di Alessandro De Angelis, vicedirettore di Huffpost, sulla Stampa: «Soumahoro e Panzeri, mutatis mutandis, ognuno con le sue signore, sono due volti dello stesso cinico modello». Quindi sono due poligami?
[12 dicembre 2022]

Telese affetto da congiuntivite
Su Mowmag.com, Maria Francesca Troisi intervista il collega Luca Telese in morte di Sinisa Mihajlovic, l’allenatore malato che fu sospeso dal Bologna a inizio campionato: «Sostengo il gesto infame, la coltellata alla schiena. Meglio che la dirigenza non fiata e non si fa vedere, fa una miglior figura». Miglior figura assicurata anche se Telese e/o la sua intervistatrice conoscessero il congiuntivo.
[16 dicembre 2022]

Chi era ricoverato in ospedale?
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «Il figlio di Lando Buzzanca ricoverato in ospedale: “Denuncerò il medico per violazione della privacy”». Quindi in ospedale è morto il figlio o il padre?
[25 novembre 2022]

Vetrine a perdere
A che serve la prima pagina di un giornale? A vendere bene la merce che vi è all’interno, si dirà. Ecco un esempio dal Fatto Quotidiano. Pagina 1 (riquadro Le nostre firme): «Salterà la Serbia, non l’Ucraina a pag. 11». Pagina 11: «Né l’Ucraina né la Serbia: sarà la Bosnia a saltare». La firma Massimo Fini si sta ancora chiedendo che cos’ha scritto.
[11 dicembre 2022]

Chiamata di correo
Marco Imarisio sul Corriere della Sera parla di «chiamata in correo dell’intera popolazione». Benché assai diffusa negli atti di magistrati e avvocati, la locuzione non è corretta. L’accusa rivolta a un terzo di aver concorso a commettere un reato, mossa da chi sia già imputato per il medesimo, dicesi chiamata di correo. Su questa forma concordano, senza eccezioni, il dizionario Treccani e Lo Zingarelli 2023.
[4 dicembre 2022]

Due topiche di Lorenzetto
Nel fare le pulci a Emiliano Fittipaldi per il documento sul rapimento di Emanuela Orlandi che il vicedirettore di Domani presenta in Vatican Girl, docufilm di Netflix, Stefano Lorenzetto incorre in due topiche: quel «Roma 14 gennaio 1968» che appare in testa al documento non si riferisce al luogo e al giorno in cui è stato stilato bensì alla data di nascita della ragazza (rimane l’incongruenza dell’annotazione anagrafica in un «resoconto sommario delle spese sostenute dallo Stato Città del Vaticano»); all’epoca in cui il testo fu redatto, Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran non erano ancora cardinali, quindi non avevano diritto al titolo di eminenza. Resta il fatto che nessun cardinale si sarebbe mai rivolto a un vescovo con la locuzione «Sua Riverita Eccellenza», essendo quella d’uso nel gergo ecclesiastico vaticano «Sua Eccellenza Reverendissima».
[8 dicembre 2022]

Gad Lerner poco aggiornato sul Giorno
Sul Fatto Quotidiano, Gad Lerner se la prende con La Repubblica per «una bufala colossale come quella di Enrico Mattei fascista doppiogiochista che si compra per 5 milioni il titolo di partigiano». E, per smentirla, ricorda che «il fondatore dell’Eni era diventato la bestia nera delle compagnie petrolifere statunitensi», fino a «pubblicare Il Giorno, quotidiano progressista diretto dal partigiano Italo Petra con Giorgio Bocca tra le sue firme di punta». Lerner ricorda male: Il Giorno ebbe come primo direttore Gaetano Baldacci, che infatti il 26 aprile 1956 firmò l’editoriale di esordio insieme con l’editore Cino Del Duca, una scelta alquanto insolita. Italo Pietra (non Petra) ne divenne direttore nel 1960, rimanendo in carica fino al 1972, quando gli subentrò Gaetano Afeltra.
[18 dicembre 2022]

La Grande depressione secono Sabadin
In un articolo apparso sul Messaggero e sul Gazzettino, Vittorio Sabadin racconta: «Carol Siegler, 85 anni, è una delle SuperAgers più studiate, perché va in palestra diversi giorni alla settimana, ha una memoria di ferro, fa volontariato, partecipa alle feste con amici e parenti, risolve cruciverba ogni giorno, legge ogni tipo di libro e dice comunque di annoiarsi. (...) Da bambina durante la Grande Depressione, ha imparato da sola a scrivere e suonare il piano». Avendo 85 anni, Carol Siegler dovrebbe essere nata nel 1937. La Grande depressione (per antonomasia) è quella verificatasi negli Stati Uniti dal 1929 al 1933, come specifica l’enciclopedia Treccani. Scriveva e suonava il pianoforte prim’ancora di venire al mondo?
[28 novembre 2022]

Pocket money con la «c»
«Il poket money, invece che ogni giorno, solo ogni tanto», fa dire Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera a Mohammed el Motarajji, uno degli stranieri accolti nella struttura gestita dalla suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. Il denaro per le piccole spese concesso dallo Stato agli immigrati è il pocket (con la c) money, dall’inglese pocket (tasca) e money (moneta). Quello che i francesi chiamano argent de poche, denaro di tasca.
[25 novembre 2022]

Mephisto Waltz sbaglia di 1.600 anni
Il coltissimo Mephisto Waltz discetta sul Sole 24 Ore: «Le stanze funerarie segrete di Tutankhamon (1341-23 a.C.), il faraone della XVIII dinastia, che ebbe inizio nel 3150 a.C.». Sorvolando sulla bizzarra grafia 23 in luogo di 1323, che potrebbe ingenerare qualche equivoco, quello del faraone morto diciottenne sembrerebbe un caso di longevità degno di Matusalemme. Si dà infatti il caso che la XVIII dinastia sia cominciata nel 1550 e finita nel 1292 avanti Cristo (Enciclopedia Treccani) o iniziata all’incirca nel 1539 e terminata nel 1292 (Encyclopædia Britannica). Nella migliore delle ipotesi, dunque, il buon diavolo stavolta ha sbagliato di 1.600 anni. E che sarà mai.
[11 dicembre 2022]

La lingua italiana secondo Landini
Massimo Gramellini, conduttore su Rai 3 del programma Le parole, invita Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a «usare un congiuntivo in una frase con Giorgia Meloni», sottolineando che l’ospite in studio «s’è pure preparato». Landini infatti legge da un foglietto: «Se Giorgia Meloni sostenesse chi per vivere deve lavorare, farebbe un giusto servizio alle lavoratrici, ai lavoratori e al Paese». E subito aggiunge: «Potrei dirgli, cara Giorgia...». Basta così, Landini. Magari una ripassata ai pronomi.
[10 dicembre 2022]

Il tetto al contante del Fatto Quotidiano
Secondo il sito del Fatto Quotidiano, che cita un articolo pubblicato dal quotidiano belga Le Soir, durante la perquisizione nella casa dell’ex europarlamentare Antonio Panzeri «le autorità hanno ritrovato 500 milioni di euro in contanti». Dev’essere il nuovo tetto al contante deciso dall’Unione europea: si moltiplica per 1.000 la somma sequestrata a Panzeri.
[9 dicembre 2022]

Il pestaggio diventa «un incidente»
Luigi Ippolito, corrispondente da Londra, sul Corriere della Sera: «È ricoverato in terapia intensiva, con prognosi riservata, il giovane italiano di 25 anni selvaggiamente picchiato a Londra nella notte fra venerdì e sabato: Marco Pannone è arrivato al King’s College Hospital in condizioni gravissime, tanto che è stata necessaria una operazione d’urgenza per asportare parte della calotta cranica. Ora il ragazzo è in coma farmacologico. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto: Marco è stato trovato in una pozza di sangue sul retro del locale dove lavora come cameriere, vittima evidente di un pestaggio. (...) Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere del pub, ma non è sicuro che abbiano registrato l’incidente». Uno scontro frontale?
[7 dicembre 2022]

Iran e Israele, per Libero pari sono
A corredo di un servizio sull’Iran, Libero pubblica una foto con questa didascalia: «Teheran, ieri: agente spara a un manifestante». Falso. L’immagine proviene da Hawara, a sud di Nablus, in Israele, ed è tratta da un filmato in cui un soldato, dopo una breve colluttazione, spara quattro colpi di arma da fuoco contro un giovane palestinese, Ammar Hamdi Muflih, 22 anni, uccidendolo. La scena è visibile al link https://www.infopal.it/category/video.
[6 dicembre 2022]

La sintassi del direttore di Domani
Rilevando in questa rubrica la scarsa conoscenza degli eventi del passato palesata da Stefano Feltri, direttore di Domani, ci siamo dimenticati di evidenziare l’ambiguità contenuta nell’incipit del suo editoriale, frutto di una sintassi zoppicante: «In nessun paese occidentale, a quanto ci è noto, un capo del governo in carica persegue i giornalisti che raccontano la sua attività in tribunale». Quindi il capo del governo svolge la sua attività in tribunale? L’equivoco era facilmente evitabile: «In nessun paese occidentale, a quanto ci è noto, un capo del governo in carica persegue in tribunale i giornalisti che raccontano la sua attività».
[24 novembre 2022]

Falsi amici e falsi esempi
Stefano Salis nel supplemento culturale del Sole 24 Ore: «C’è un bel “falso amico” nella lingua italiana: l’“albero maestro” (cioè di maestra) delle navi». In senso figurato, falso amico dicesi soltanto di una parola straniera simile a quella di un’altra lingua per grafia o suono, ma con significato diverso. Per esempio, l’inglese lurid (fosco, livido) e l’italiano lurido, come esemplifica Lo Zingarelli 2023.
[13 novembre 2022]

La patacca di Vatican Girl
Intervistato in Vatican Girl, il docufilm di Netflix sul rapimento di Emanuela Orlandi, il giornalista investigativo Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani, esibisce un documento che proverebbe come dal 1983, anno del sequestro, e fino al 1997 il Vaticano abbia finanziato la permanenza in incognita della ragazza presso uno studentato degli scalabriniani a Londra. Il rendiconto sarebbe stato redatto dal cardinale Lorenzo Antonetti, presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), e trasmesso ai confratelli Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran. Appare alquanto improbabile che Antonetti si rivolgesse al porporato francese con un nome di battesimo sbagliato («Jean Luis», si legge nell’intestazione). Ma, più ancora, è del tutto inverosimile che un cardinale gratificasse entrambi del titolo di «Sua Riverita Eccellenza», essendo arcinoto che la formula di rito da usarsi è «Sua Eminenza Reverendissima» (il titolo di eccellenza è riservato ai soli vescovi). Inoltre nell’intestazione si legge «Roma 14 gennaio 1968», quindi la nota risalirebbe a 30 anni prima che Antonetti diventasse presidente dell’Apsa. Certo, potrebbe trattarsi di un errore di battitura. Ma nessun cardinale scriverebbe mai «Roma» anziché «Città del Vaticano». In sintesi, una patacca, e neppure inedita.
[8 dicembre 2022]

Can che «abbia» non morde
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Si inseguono e si puntano, come farebbero due cani qualsiasi. Ma solo uno dei due abbia». Il famoso can che abbaia ma non morde.
[10 dicembre 2022]

Il ministro Giuliano Sangennaro
Incipit della rubrica Il sabato del villaggio di Giovanni Valentini sul Fatto Quotidiano: «Con encomiabile solerzia, il neoministro della Cultura, Giuliano Sangennaro, è accorso recentemente a Sant’Agata per visitare la villa di Giuseppe Verdi». Già che c’era, poteva chiamarlo Mario Rossi, visto che il ministro in realtà si chiama Gennaro Sangiuliano.
[10 dicembre 2022]

Fondi di bottiglia
Titolo di spalla sulla prima pagina del Corriere del Veneto: «Litiga con la moglie e la uccide in casa con una bottiglia di vetro». Con una bottiglia di Pet 100 per cento riciclabile era già più difficile.
[7 dicembre 2022]

Dirige il Domani, ma ignora l’ieri
«In nessun paese occidentale, a quanto ci è noto, un capo del governo in carica persegue i giornalisti che raccontano la sua attività in tribunale. In nessuno tranne l’Italia», scrive in prima pagina Stefano Feltri, direttore di Domani, annunciando che «Meloni querela Domani “da cittadino, giornalista e politico, non da premier”» (così il titolo). Evidentemente il giovane Feltri non è molto ferrato sul recente passato. Nell’agosto 2002 il premier albanese Fatos Nano annunciò una querela contro L’Espresso, che lo aveva accostato a personaggi della malavita italo-albanese. Nel settembre 2003 il premier Silvio Berlusconi querelò Piero Fassino, chiedendo un risarcimento record (15 milioni di euro), dopo che il segretario dei Ds gli aveva dato del «burattinaio» nel caso Telekom Serbia. Nell’agosto 2009 lo stesso premier Berlusconi dichiarò di voler querelare Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori, che lo aveva accusato di favorire le cosche mafiose. Nel novembre 2019 il premier Giuseppe Conte preannunciò una querela per calunnia contro Matteo Salvini, leader della Lega, che gli imputava di aver scavalcato il Parlamento sulla riforma del Mes (Meccanismo europeo di stabilità), attentando alla sovranità nazionale. Per restare in Occidente, lo scorso 17 novembre il premier portoghese António Costa ha querelato Carlos Costa, ex governatore della Banca del Portogallo, per le accuse contenute nel libro O governador del giornalista Luís Rosa.
[24 novembre 2022]

Breda e la Conferenza di Jalta
Marzio Breda, decano dei quirinalisti che sul Corriere della Sera segue i presidenti della Repubblica fin dal 1990, cita «la prova di forza tra grandi potenze andata in scena a Jalta dopo il 1945». Qualcosa non torna dal punto di vista lessicale o storico: la conferenza che vide riuniti nella città sul mar Nero il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt, il cancelliere britannico Winston Churchill e il dittatore sovietico Iosif Stalin, per accordarsi sull’assetto politico da dare all’Europa in vista dell’imminente conclusione della Seconda guerra mondiale, si svolse dal 4 all’11 febbraio 1945.
[4 dicembre 2022]

Il satanasso trasforma Eco in medico
Il coltissimo Mephisto Waltz scrive sul Sole 24 Ore: «“Ben venga maggio e ’l gonfalon selvaggio!”, ne L’aquilone, contrasta il Carducci in pianto: “L’albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno dai bei vermigli fior”, che Eco canticchiava sulle note di I’m in the Mood for Love (1935), mentre sulla mitica Citroën DS 19, detta il “batrace” – anch’essa sparita – correva a Pavia per spiegare la semeiotica». Dubitiamo che il professor Umberto Eco, dal multiforme ingegno, abbia mai tenuto una sola lezione di semeiotica (studio dei segni e dei sintomi delle malattie e dei modi per rilevarli), lui che scrisse invece il Trattato di semiotica generale (dicesi semiotica, nelle scienze umane, la teoria e lo studio di ogni tipo di segno linguistico, visivo, gestuale eccetera, prodotto in base a un codice accettato nell’ambito della vita sociale). Più avanti, il satanasso fa riferimento ai «papiri della goliardia dirty-minded degli anni 70, quella del “Matricola, minus quam merdam”». E qui il supponente rubrichista avrebbe potuto quantomeno osservare che in latino il comparativo di minoranza è minus quam seguito dal secondo termine con lo stesso caso del primo. Se matricola è nominativo, non va bene merdam, che è accusativo: doveva essere «minus quam merda». Con matricula, non matricola.
[4 dicembre 2022]

Scelzo riduce Becciu allo stato laicale
Sul Mattino, Angelo Scelzo, che ha ricoperto in Vaticano vari ruoli di vertice, tra cui quelli di vicedirettore dell’Osservatore Romano e più tardi della Sala stampa della Santa Sede, scrive dell’interminabile processo in corso nel minuscolo Stato e definisce Angelo Becciu «il cardinale già privato dei requisiti del ruolo». Per il giornalista salernitano che si è per decenni prevalentemente occupato di preti e dintorni, l’errore – d’italiano, a voler tacere del resto - è clamoroso. Secondo il diritto canonico vigente, il requisito per essere chiamati dal Papa a far parte del Collegio cardinalizio (fino al 1983 denominato Sacro collegio) è l’ordinazione sacerdotale, e non risulta certo che Francesco abbia mai ridotto Becciu allo stato laicale.
[29 novembre 2022]

La frignata non esiste
Titolo di spalla dalla prima pagina di Libero: «L’ultima frignata di Saviano / “Non vado più in pubblico”». Escludendo il participio passato del verbo frignare (sinonimi: gemuta, lamentata, pianta), del sostantivo frignata non vi è traccia in nessun vocabolario, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. L’unico che gli assomiglia è frignìo, «piagnucolio insistente e continuato».
[24 novembre 2022]

In compenso c’è Frignani
Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera, a proposito delle tre donne assassinate a Roma nel quartiere Prati: «Secondo più di un inquilino, che in una riunione di condominio avevano protestato per il viavai di clienti, alle 10.30 il corpo della 40enne non c’era per le scale». Tutto chiaro.
[18 novembre 2022]

L’Iva sui beni di lusso è stata abolita
«A eccezione del breve governo Conte I, il centrosinistra ha avuto (almeno) un decennio di opportunità per dare un segnale sugli acquisti obbligati di prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile, tassati al 22% di Iva come beni di lusso», ragiona Simone Cosimi su Wired. A parte il fatto che sono tassati con Iva al 22 per cento, l’aliquota sui beni di lusso non esiste più. C’è l’aliquota ordinaria, il 22 per cento appunto, e ci sono molte aliquote ridotte per specifici beni e servizi, in particolare il 4 per cento per alimentari, bevande e prodotti agricoli; il 5 per cento per altri alimenti; il 10 per cento per la fornitura di energia elettrica e gas per usi domestici e per i medicinali.
[22 novembre 2022]

Come saranno gli «occhi inermi»?
Leggo dà conto della tragica fine di Luigi Izzo, 38 anni, padre di due figli, ucciso per sbaglio a Castel Volturno (Caserta), e della confessione dell’assassino, che «ha accoltellato con sei fendenti l’uomo, lasciandolo senza vita sotto agli occhi inermi della moglie». È quel genere di cronache che lascia inermi anche noi.
[7 novembre 2022]

Singolare plurale alla Gentili
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «In Italia morire con dignità, nel calore della propria casa, tra l’affetto delle persone che si ama non è possibile». Però è possibile scrivere in dialetto, anziché in italiano.
[28 novembre 2022]

Il «bivacco» non c’entra con Matteotti
«A Napoli una parte della sinistra si sta opponendo con forza democratica al nuovo regolamento di sicurezza urbana promosso dal sindaco Manfredi. Che è di sinistra», scrive sulla prima pagina del Foglio il vicedirettore Salvatore Merlo. «Ne discutono da sette mesi. Il nuovo regolamento non va bene, spiegano. Il provvedimento vieta infatti il “bivacco”. Il sostantivo va tolto. Non è accettabile. “Evoca il discorso di Mussolini dopo l’assassinio di Matteotti”». E qui il bravo Merlo, nel riferire la notizia tratta dal Mattino, omette di rilevare lo sfondone storico. Il cosiddetto «discorso del bivacco» fu la prima orazione tenuta da Benito Mussolini alla Camera, nella sua veste di presidente del Consiglio dei ministri, il 16 novembre 1922, ed è rimasta famosa per la seguente frase: «Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli». Solo che l’assassinio di Giacomo Matteotti non c’entra nulla: il deputato socialista fu ucciso per ordine del Duce il 10 giugno 1924, cioè 572 giorni dopo.
[17 novembre 2022]

Se questo è uno scrittore
Dichiarazione scritta di Roberto Saviano, riportata con grande evidenza dalla Stampa: «Rinuncio, in queste settimane di attacchi continui, per timore di esporvi, di esporre chi mi ospita responsabilità, questa, che sento gravosissima». Se questo è uno scrittore.
[24 novembre 2022]

Domani scambia Malan con Galan
Titolo da Domani: «L’antisemitismo nascosto nella polemica Calenda-Galan». Che c’entra Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto? Niente. Infatti nell’articolo sottostante il filosofo Davide Assael se la prende con Lucio Malan, senatore di Fratelli d’Italia.
[24 novembre 2022]

Il diavoletto fa naufragare l’Argus
Il coltissimo Mephisto Waltz, occupandosi di cannibalismo, ci ammannisce la sua consueta castroneria domenicale sul Sole 24 Ore: «Géricault (1791-1824), dopo tre anni di studi, dipinse un capolavoro gigantesco (491 x 716 centimetri) Le Radeau de la Méduse, al Louvre, la zattera con i 15 disperati superstiti che dopo l’affondamento della Argus, in nove giorni in mare aperto, si mangiano tra di loro per sopravvivere». Con buona pace del satanasso, l’Argus, per la verità, era il battello che soccorse i marinai alla deriva sulla zattera. E non risulta che sia mai affondato. La vera storia raffigurata nel dipinto La Zattera della Medusa, di cui si trova traccia anche nel romanzo Oceano mare di Alessandro Baricco, è un’altra. Il 2 luglio 1816 la fregata francese Medusa, in navigazione verso il Senegal, si arenò su un banco di sabbia al largo delle coste africane. La Medusa disponeva di poche lance di salvataggio, per cui i marinai costruirono una zattera di fortuna. Dopo 15 giorni, il natante fu avvistato dal brigantino Argus. I macabri racconti dei pochi sventurati tratti in salvo, sopravvissuti cibandosi dei loro compagni morti, impressionò a tal punto il pittore Jean-Louis André Théodore Géricault da dedicarvi il dipinto in questione. Sul letto di morte, Géricault diede sulla sua opera questo giudizio: «Le Radeau de la Méduse? Bah, une vignette».
[27 novembre 2022]

Rosa dei venti? No, del deserto
Didascalia da 7: «Il Museo nazionale del Qatar si trova a Doha. Progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, è ispirato alla rosa dei venti». Sbagliato. L’affascinante edificio è ispirato alla rosa del deserto, descritta da Nouvel come «la prima architettura creata dalla natura stessa». Infatti, è un minerale tipico del territorio qatariota. Il color sabbia della struttura valorizza questo parallelo: il museo sembra nascere dalla terra.
[11 novembre 2022]

Adottata da una vecchia foto
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Scopre di essere stata venduta e poi adottata da una vecchia foto ritrovata in uno scatolone in garage». Già essere venduti da una vecchia foto è un bel mistero. Ma poi venire adottati dalla medesima supera davvero ogni immaginazione.
[11 novembre 2022]

Un boss con problemi mentali
Titolo da Avvenire: «L’autista del boss con problemi mentali / Preso il presunto serial killer di Roma». Quindi non è Giandavide De Pau, presunto assassino di tre prostitute, a essere pazzo, bensì il suo datore di lavoro Michele Senese, capo dell’omonimo clan camorristico.
[20 novembre 2022]

Ma i maiali si fabbricano o si allevano?
Priscilla Di Thiene sul sito della Stampa: «Ventisei piani di morte. Una fabbrica di 600 mila maiali, il più grande allevamento della Cina, è stato inaugurato ad ottobre ad Ezhou, nella provincia di Hubei». La famosa fabbrica dell’appetito.
[16 novembre 2022]

Ventidue docenti «abbottegati»
Da un articolo di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano: «A Firenze 22 docenti furono abbottegati per questo, ma altrove tutto continua come prima». Participio misterioso per un verbo, abbottegare, di cui non si trova traccia in nessun vocabolario, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. L’unico riferimento letterario si rinviene in Benvenuto Cellini, Vita (Libro 1, 7): «Giunto all’età de’ quindici anni, contro al volere di mio padre mi missi abbottega all’orefice con uno che si chiamò Antonio di Sandro orafo». Ma si tratta, con tutta evidenza, di un significato ben diverso.
[6 novembre 2022]

Riccardo si chiama Corrado
Tommaso Montesano c’informa sulla prima pagina di Libero che Roberto Saviano «si è seduto nuovamente nello studio di Piazzapulita, la trasmissione condotta da Riccardo Formigli». Si chiama Corrado Formigli.
[18 novembre 2022]

Che cosa fa via Melchiorre Gioia
Anteprima cita un’intervista di Giuseppe De Santis con Andrea Castoldi, regista del film Il principe di Melchiorre Gioia, uscita su ArteSettima.it: «La storia è ambientata nel 1998 e ruota intorno a via Melchiorre Gioia, una via che taglia la Milano di periferia dalla città». Sia De Santis che Castoldi si dimostrano poco esperti di topografia. La periferia è a tutti gli effetti città, semmai si può distinguere tra periferia e centro. E comunque via Melchiorre Gioia è un raggio che parte dal centro e arriva in periferia, tagliando Milano solo fra Est e Ovest.
[27 ottobre 2022]

A Repubblica non sanno cosa sia il pizzetto
«Pizzetto e occhiali a goccia / il politico della porta accanto che fece piangere Salvini» è un titolo della Repubblica su Stefano Bonaccini, il presidente della Regione Emilia-Romagna che si candida a segretario del Pd. Ma, come documenta anche la foto soprastante, Bonaccini ha una barba folta e i baffi. Solo che in redazione ignorano il significato del sostantivo pizzetto: «Barbetta a punta, sul solo mento» (Lo Zingarelli 2023).
[21 novembre 2022]

Clamoroso: Biden sposa sua nipote
Titolo dall’Ansa: «Biden compie 80 anni e sposa la nipote Naomi alla Casa Bianca». Incesto di Stato?
[20 novembre 2022]

Mephisto Waltz non ha letto Churchill
Questa settimana il coltissimo Mephisto Waltz comincia così (lui scriverebbe «principia») la sua rubrica sul Sole 24 Ore: «Da una parte le fake news, la temerarietà della propaganda molesta, insolente e disguidante». Gli segnaliamo un parere dell’Accademia della Crusca: «Nessun dizionario riporta a lemma il verbo disguidare o l’aggettivo disguidato». Poi il buon diavolo scrive «Veni, Vidi, Vici», con tre maiuscole. Ma la frase «venni, vidi, vinsi» in latino con la quale Giulio Cesare annunciò al senato la vittoria su Farnace II, re del Ponto, riportata da Plutarco in Vita di Cesare, è sempre apparsa in minuscolo (vedi Il Plutarco della gioventù a cura di Pietro Blanchard, prima edizione italiana, 1816), perché il latino è scritto convenzionalmente con pochissime maiuscole. Poco oltre, Mephisto Waltz eccede di nuovo con le maiuscole, attribuendo a Cesare la pronuncia di «“Alea Iacta Est”, attraversando il Rubicone – che è ed era un “pisciatello”, un rigagnolo». Ora, il Pisciatello è un torrente, affluente di sinistra del Rubicone. Il quale Rubicone, per quanto esiguo (35 chilometri), nel I secolo avanti Cristo giuridicamente aveva la stessa dignità del Danubio: segnava il confine con la Gallia Cisalpina. Il diavoletto conclude in bruttezza con la solita citazione errata: «Stalin (1878-1953), a Yalta (febbraio 1945), per sminuire il potere di Pio XII, sbottò: “Quante divisioni ha il Papa?”». Niente di più inesatto. Come riferisce Stefano Lorenzetto nel suo libro Chi (non) l’ha detto (Marsilio), il 23 aprile 1948 il Corriere della Sera uscì in prima pagina con questo titolo, preceduto dall’occhiello «Le memorie di guerra di Churchill»: «“Il Papa! Quante divisioni ha?” domandò Stalin al ministro Laval». Nell’anticipazione delle Memorie pubblicata dal Corriere, si leggeva la seguente testimonianza di sir Winston Churchill sul viaggio che Pierre Laval, ministro degli Esteri francese, fece a Mosca nel 1935: «Stalin e Molotov erano naturalmente ansiosi di saper qualcosa intorno alla forza dell’esercito francese sul fronte occidentale: “Quante divisioni? E quanto dura la ferma militare?” Finita l’esplorazione di questo campo Laval disse: “Non potete far nulla per incoraggiare la religione e il cattolicismo in Russia? Ci farebbe tanto comodo, per via del Papa”. “Oh il Papa!” disse Stalin. “Quante divisioni ha?”». Lorenzetto aggiunge che il 14 settembre 1948 il New York Times attribuì al presidente statunitense Harry Truman l’aneddoto su Stalin, collocandolo temporalmente nell’ambito della Conferenza di Potsdam del 1945, non di quella svoltasi a Yalta nello stesso anno. Pare che Pio XII, appena informato della morte del dittatore sovietico, abbia esclamato: «Ora Stalin vedrà quante divisioni abbiamo lassù!». Ma satanasso non lo sa.
[20 novembre 2022]

Prima le mine, poi i cadaveri
Titolo a tutta pagina da Avvenire: «Mine e cadaveri abbandonati nelle strade». Gerarchia coerente: le mine costano care e saltano, i morti non valgono niente e stanno immobili.
[20 novembre 2022]

Se lo dice il detto
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «D’altronde lo dice il detto». Ma non ci dica! Più avanti: «Il governo ha deciso di tirare dritto sul reddito di cittadinanza, revocando da Giugno 2023 l’assegno». Torniamo a farle notare che «i nomi dei mesi dell’anno e quelli dei giorni della settimana, considerati come nomi comuni, si scriveranno sempre con lettera minuscola» (Aldo Gabrielli, Dizionario linguistico moderno, Mondadori, 1956). E comunque in diritto si revoca ciò che è già stato fatto. Quindi si revoca il provvedimento a partire da giugno 2023. Oppure non si usa il verbo revocare e si dice che non sarà più erogato l’assegno. Per come ha scritto Gentili, si capisce che a giugno 2023 il governo chiederà ai percettori di restituire i soldi.
[21 novembre 2022]

Di Maio era a Parigi ma non agli Esteri
Ugo Magri sulla Stampa, riferendosi a Sergio Mattarella: «Di certo il presidente non può essere entusiasta del nuovo strappo con la Francia. Definirlo dispiaciuto sarebbe un eufemismo. Tra l’altro per lui è uno sgradevole déjà vu. Gli era toccato ricucire faticosamente i rapporti tre anni fa, dopo che l’allora titolare della Farnesina Luigi Di Maio era andato a sostenere la rivolta violenta dei gilet gialli scatenando l’ira dell’Eliseo». Non è così. Di Maio volò a Parigi per incontrare Christophe Chalençon, uno dei leader dei gilet gialli, il 5 febbraio 2019, quando era vicepremier nel governo Conte I nonché ministro dello Sviluppo economico e ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, perciò prima che maturasse l’aplomb, l’uso delle lingue e la conoscenza degli scenari internazionali che il 5 settembre di quello stesso anno gli valsero la nomina a ministro degli Esteri (e quindi la titolarità della Farnesina, come scritto da Magri).
[11 novembre 2022]

Congiuntivite
Alessandro Sallusti, direttore di Libero, nel suo editoriale in prima pagina: «Detto che il deputato anti Piantedosi non è coinvolto, c’è da chiedersi come c’è da credergli». Un ci sia avrebbe rispettato il congiuntivo ed evitato la cacofonia.
[18 novembre 2022]

Moscow, nell’Idaho, diventa Mosca
Dal sito della Repubblica: «New York – La polizia sta indagando sulla morte di quattro studenti dell’Università dell’Idaho trovati in una casa vicino al campus di Mosca, nell’Idaho». Dovendo tradurre dalla lingua originale, hanno pensato bene di cambiare nome anche alla città, che è Moscow, capoluogo della contea di Latah, nell’Idaho nordoccidentale. E per fortuna che la notizia è preceduta dalla dicitura «a cura della redazione Esteri». Grande cura.
[14 novembre 2022]

Senza virgola, ti condannano ogni giorno
Lucio Musolino sul Fatto Quotidiano si occupa di Giuseppe Scopelliti, ma dimentica una virgola e stravolge così il senso del testo: «Poco importa se nell’aprile 2018 l’ex sindaco di Reggio Calabria, dal 2002 al 2010 è stato condannato in via definitiva per falso a 4 anni e 7 mesi di carcere». Essere condannati definitivamente – ogni giorno, ogni ora – per 8 anni consecutivi è un record giudiziario mondiale. Bastava mettere la virgola dopo «2010».
[15 novembre 2022]

Per La Repubblica l’Adige bagna Vicenza
La Repubblica dedica «al boom economico vicentino del Cinquecento» un’intera pagina a firma di Fiorella Minervino, dal titolo «Splendida Vicenza fra genio e impresa». In apertura, un’enorme immagine con la seguente didascalia: «Mulini galleggianti sull’Adige vicino a Castelvecchio e al Ponte Scaligero in un quadro di Bernardo Bellotto, 1745 circa». Essendo Verona stata occupata soltanto nel 1866, con cinque anni di ritardo sull’Unità d’Italia, a Roma tuttora ignorano che l’Adige non bagna Vicenza e che Castelvecchio si trova nella città scaligera e non in quella berica.
[16 novembre 2022]

Margherita Cagol fu uccisa nel 1975
Concetto Vecchio sulla Repubblica: «Studiano a Trento Renato Curcio e Mara Cagol, i futuri fondatori delle Brigate Rosse, il che nella vulgata fa della facoltà la culla del terrorismo italiano. Ma le Br nasceranno a Milano nel 1970, dove i due studenti innamorati si saranno stabiliti dopo aver abbandonato l’università. Cagol morirà in un conflitto a fuoco nel 1976». Premesso che la studentessa in questione si chiamava Margherita Cagol (Mara era il nome di battaglia che assunse dopo essere entrata in clandestinità), fu uccisa al termine di uno scontro armato con i carabinieri nel 1975, non nel 1976, precisamente il 5 giugno, a Melazzo (Alessandria), dove teneva prigioniero l’industriale Vittorio Vallarino Gancia, rapito dalle Br.
[13 novembre 2022]

Il terremoto di Visso fu nel 2016
«Il patrimonio edilizio a rischio nonostante i miliardi spesi» è il titolo di un editoriale del Corriere della Sera nel quale Gian Antonio Stella chiede: «Ricordate il punto di partenza? Era il 27 ottobre del 2017, il giorno dopo il terremoto di Visso, due giorni prima di quello devastante di Norcia». Lo ricordiamo benissimo: era il 27 ottobre del 2016, un anno prima.
[10 novembre 2022]

Uno strano lancio dell’Ansa
Dall’Ansa: «Mosca, Kiev lancia 4 Himars su Svatovo, in Lugansk». Gli Himars (High mobility artillery rocket system) sono sistemi d’arma costituiti da grandi camion sui quali è installato un complesso multiplo di lanciamissili. Quindi gli Himars lanciano razzi di precisione. Pensiamo che persino per gli Stati Uniti, grande potenza militare, sarebbe troppo costoso e abbastanza inutile sparare in aria i camion con tutti i missili. È più o meno la storia degli obici. Molti pensano che siano dei proiettili, mentre l’obice è un pezzo d’artiglieria con caratteristiche intermedie fra cannone e mortaio. Anche quello difficile da lanciare.
[5 novembre 2022]

Le citazioni a orecchio di Monda
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, non delude mai. In un suo articolo, infarcito di citazioni che manco il cardinale Gianfranco Ravasi, menziona fra gli altri Alessandro Manzoni e Dante Alighieri. Secondo lui, «il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare», avrebbe detto don Abbondio nei Promessi sposi. E Dante: «Nel mezzo del cammino di nostra vita». Ma Monda, come spesso gli accade, arronza, perché Manzoni scrive: «Il coraggio, uno non se lo può dare». E Dante, ovviamente: «Nel mezzo del cammin di nostra vita», con il secondo sostantivo tronco. Certo, Monda è anche professore, però di religione, nelle scuole, e questo spiega tutto. Senza offesa per i docenti, s’intende.
[15 novembre 2022]

Missile precipita in Moldava. O in Moldavia?
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «Missile abbattuto dagli ucraini precipita in Moldava». Caspita, dev’essere stato un missile a lunga gittata: la Moldava è un fiume dell’Europa centrale che scorre per intero nella Repubblica Ceca e confluisce nell’Elba a oltre 1.100 chilometri (in linea d’aria) da Kiev. Più probabile che sia precipitato in Moldavia, nazione confinante con l’Ucraina.
[31 ottobre 2022]

Il Fatto Quotidiano ignora cosa sia un water
Titolo dalla pagina Facebook del Fatto Quotidiano: «Resta incastrato fino all’ascella nel water della discoteca». Il testo soprastante conferma: «Braccio incastrato nel water: lungo intervento per liberarlo. È successo a Torino». La notizia è corredata dalla foto di un gabinetto alla turca, quello costituito da un vaso di ceramica inserito nel pavimento, su cui ci si accoscia. Il water closet è invece il vaso di maiolica del gabinetto all’inglese. Fra Erdogan e Carlo III c’è una certa differenza.
[5 novembre 2022]

Gli acuti del Gianni Brera della Scala
Commentando sul Foglio la richiesta del console ucraino a Milano, Andrii Kartysh, il quale «chiede alla Scala di soprassedere al Boris Godunov di Sant’Ambroeus» in quanto opera russa, Alberto Mattioli parla del «Boris forse più bello visto in vita mia, nel ’94 a Salisburgo con un Abbado piramidale», soffermandosi poi su «Kasper Holten, il regista danese dello spettacolo milanese, già tenutario in patria di uno strepitoso Anello del Nibelungo». Piramidale. Tenutario. È nato il Gianni Brera della lirica.
[12 novembre 2022]

Donne e madri per 3 minuti
Titolo del Fatto Quotidiano, a corredo di un commento di Maddalena Oliva sul discorso in Parlamento del neopremier Giorgia Meloni: «È la prima, ma parla di donne (e madri) 3 min.». Concisione a parte, invero assai poco tacitiana, messa giù così sembra che vi siano donne (e madri) che sono tali soltanto per 3 minuti. Poi che cosa diventano? Bastava scrivere: «Ma parla per 3 minuti di donne (e madri)». Il titolo veniva troppo lungo? Beh, allora potevate cambiarlo.
[26 ottobre 2022]

La citazione di Torno non torna
Armando Torno sul Sole 24 Ore parla di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (ma nessuno dei personaggi citati nell’articolo ha il nome, solo il cognome). A un certo punto riporta una frase del filosofo: «“Die Kunst, ist und bleibt, nach der Seite ihrer höchsten Bestimmung für uns ein Vergangenes” (“L’arte, in conformità alla sua più alta determinazione, è e rimane per noi qualcosa di passato”)». Citazione inesatta. Quella corretta è: «In allen diesen Beziehungen ist und bleibt die Kunst nach der Seite ihrer höchsten Bestimmung für uns ein Vergangenes».
[23 ottobre 2022]

Sfondoni a quattro mani
Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani, assistito per l’occasione da Mattia Ferraresi, dà conto della denuncia di Libero Milone, revisore dei conti vaticano allontanato da papa Francesco: «L’unico giornalista Rai di cui è noto il rapporto con Propaganda Fide è però Bruno Vespa, che vive un un’attico vicono a piazza di Spagna». E che potrebbe insegnare a entrambi la grammatica.
[11 novembre 2022]

Congiuntivite
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, nella rubrica Ma mi faccia il piacere: «“La norma sui rave è un copia-incolla delle leggi di Putin contro il dissenso” (Domani, 5.11). E te pareva che non c’entrava lui». C’entrasse ci parrebbe più corretto. Nella successiva puntata: «“Morto il vicegovernatore russo di Kherson: è giallo” (Giornale, 10.11). Un’epatite?». In realtà, il sottotitolo citato era diverso: «Incidente d’auto, morto il vicegovernatore russo della regione: è giallo». Ma solo omettendo la prima parte che annunciava la causa del decesso (e adattando il testo), Travaglio ha potuto evocare l’epatite in relazione al colore giallo provocato dall’ittero.
[7 e 14 novembre 2022]

Le trivellazioni fanno danni già nella testa
Dalla pagina Twitter del Corriere della Sera: «Terremoto in Adriatico e trivellazioni future sono correlati?». Il famoso futuro anteriore.
[9 novembre 2022]

Farina del diavolo va in Crusca
Nell’incipit della rubrica sul Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz ne infila un’altra delle sue: «La benemerita Accademia della Crusca – non sembra ma è vero – vive e lotta da ben 350 anni». Non sembra ma è falso: fu fondata 440 anni fa, nel 1582. Giri pagina, ed eccone un’altra: «Per il Diavolo, la sequela in tempi recenti di accorate colte disquisizioni tra prescrittivisti e descrittivisti, diventa davvero una fanfallucchera». Il diavoletto fa le pentoline ma non i coperchietti: fanfallucchera non esiste in nessun dizionario, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. E non esiste neppure nella Biblioteca italiana Zanichelli, che contiene i testi integrali di oltre 1.000 opere della letteratura, da Francesco d’Assisi a Gabriele D’Annunzio. Anche ipotizzando un calco da fanfaluca (ciancia, fandonia, invenzione, assurdità), resterebbero da spiegare la doppia l e la doppia c. Più avanti, Mephisto Waltz osserva: «Peccato però averla chiamata banalmente “Dantedì”, scimmiottando il “Blooms Day”». Bloomsday andava scritto tutto attaccato (jamesjoyce.ie/bloomsday/), e così si sarebbe notato di più il collegamento con Dantedì. Infine Satana minor fa riferimento a James Augustine Aloysius Joyce, a Umberto Eco e «al Finnegans wake». Wake richiede la maiuscola. Lo diceva Eco, lo dicono quelli del sito su Joyce, lo dice l’Encyclopaedia Britannica.
[13 novembre 2022]

Non si può copiare «a» qualcuno
Titolo a tutta pagina, sulla Verità, per l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro: «Agli stranieri copiamo solo le cose peggiori». Copiare è un verbo transitivo. Si copia da qualcuno. O si copia agli esami. Non si può copiare qualcosa a qualcuno. Il costrutto giusto era «Dagli stranieri copiamo solo le cose peggiori», mentre quello del titolo, per analogia con rubare, appare più errato che innovativo.
[5 novembre 2022]

È nato il vantaggio negativo
Daniele Sparisci sul Corriere della Sera: «La stessa Mercedes che in avvio di campionato sembrava spacciata ora arriva all’ultimo Gp ad Abu Dhabi con l’obiettivo di soffiare il secondo posto costruttori alla Ferrari (il vantaggio dei rossi è sceso a –19)». Come fa il vantaggio – ciò che mette in condizione più favorevole rispetto ad altri – a essere negativo? A seguire: «Poi la sua furia di Max si sposta su Sergio Perez». Aggettivo possessivo pleonastico, o ridondante, a voler essere generosi. Quanto a Pérez, ha un accento obbligatorio.

Novità: la schiena è dietro
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Sul posto i sanitari del 118 che hanno tentato di rianimare il ragazzo senza riuscirci. Dietro la schiena, segni di coltellate». Ecco perché bisogna guardarsi le spalle.
[26 ottobre 2022]

Cammilleri non è Camilleri
Silvana De Mari sulla Verità: «Il libro di Rino Camilleri, la seconda biografia della collana, riguarda – al secolo Erminio – Pampuri, nato nel 1897, diventato prima medico condotto, poi religioso dei Fatebenefratelli». De Mari fa confusione tra siciliani: Rino Cammilleri (con due m) non è omonimo di Andrea Camilleri.
[31 ottobre 2022]

Non vaccinati in ospedale, né altrove
Titolo a tutta pagina sul Fatto Quotidiano: «Tornano i seimila camici non vaccinati in ospedale». Ce ne sono anche di non vaccinati per strada? in un hub? negli ambulatori dei medici di base? sui camper? (Ovviamente il titolo in italiano doveva essere: «Tornano in ospedale i seimila camici non vaccinati» oppure «I seimila camici non vaccinati tornano in ospedale»).
[1° novembre 2022]

Sine grano Salis
Sul Sole 24 Ore, Stefano Salis elogia il compianto Giorgio Maffei, libraio, collezionista, studioso ed esperto di volumi d’artista: «Il suo libro sui libri di Munari è una vetta non più raggiunta (sotto: la “famosa” sovraccopperta che un editore olandese nel 1953 sovrappose a un illeggibile, a insaputa di Munari, che la sconfessò) e rende ancora più dolorosa la mancanza di una mostra sui libri munariani (e su Munari) definitiva». A parte che non ci si capisce niente, diremmo che ci sia una sovrabbondanza di doppie nella sovraccoperta.
[23 ottobre 2022]

È sempre san Teodoro
Il 9 novembre, in Cronaca di Milano, il Corriere della Sera specifica sotto la testata l’onomastico: san Teodoro. Il 10 novembre, per sicurezza, lo ribadisce: ancora san Teodoro. Ma, secondo la Chiesa cattolica, il 9 novembre si commemorano i vescovi sant’Agrippino e san Vito; e il 10 novembre san Leone I, papa; sant’Oreste, martire; i vescovi san Probo e san Giusto; san Baudolino, eremita; sant’Andrea Avellino, sacerdote. La data del 9 novembre per san Teodoro ricorre solo nei libri liturgici romani e andava dunque suggerita ai colleghi della Cronaca di Roma.
[9 e 10 novembre 2022]

Umberto Cairo non esiste
Luigi Mascheroni sul Giornale: «Curriculum chic di Aboubakar Soumahoro, detto dagli amici “Abou bu-Sette-te” per la frequentazione della rete di Umberto Cairo». Si chiama Urbano.
[7 novembre 2022]

Meglio due ove oggi che una gallina domani
Incipit di un editoriale di Antonio Esposito, ex giudice della Cassazione, sul Fatto Quotidiano: «Il 30 ottobre è stato il giorno delle camicie nere a Predappio, ove circa 3000 persone si sono date appuntamento nel paese ove è nato e sepolto Benito Mussolini». Ove et boves.
[3 novembre 2022]

Bizzarre serate con lo smog
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Da Colò a Branduardi, mai senza gli animali. Luca Bizzarri: “Passo tutte le serate con smog”». Il comico non dovrebbe comunque ammalarsi di cancro: Smog è il nome del suo cane.
[20 ottobre 2022]

Destinatario diventa mittente
La redazione milanese della Repubblica informa che il sindaco Giuseppe Sala pretende chiarimenti su alcune affermazioni fatte dal neosottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, circa il ritorno al Castello Sforzesco della Pietà Rondanini di Michelangelo e la demolizione dello stadio Meazza, «parole a cui lo stesso sindaco aveva già replicato in mattinata annunciando, appunto, la volontà di inviare una lettera formale. Mittente: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni». Ecco spiegati i cronici ritardi delle Poste nella consegna della corrispondenza.
[5 novembre 2022]

Non credo ai miei Mannocchi
«Ho osservato l’Ucraina per settimane nella maestosa luce che ha la città quando la bella stagione staffetta con l’autunno», scrive Francesca Mannocchi sulla Stampa. Una nazione trasformata in località completa degnamente l’uso di un verbo, staffettare, inesistente nei vocabolari, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia.
[5 novembre 2022]

Mephisto Waltz, Jannacci e Musk
Il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica domenicale sul Sole 24 Ore scrive: «Jannacci già ne imputava le colpe alla Tv: “La televisiun la g’ha na forsa de leún, la g’ha paura de nisún, la t’endormenta come un cuiún”». Riproduzione testuale imperfetta: nell’originale – e se citi fra virgolette devi attenerti a quello – «la televisiun» si ripete tre volte. Più avanti, a proposito di Elon Musk e di «Tesla, PayPal, Space X», parla di «monopolio in settori chiave», però molti costruiscono auto elettriche, molti forniscono servizi di pagamento digitale e molti altri sono gli operatori nell’aerospazio. In ogni caso, si tratterebbe di monopolio a due teste, perché PayPal fu ceduta 20 anni fa da Musk a EBay (per 1,5 miliardi di dollari).
[6 novembre 2022]

Una freccia ha centrato il morto
Titolo dalla app del Corriere della Sera: «Genova, morto centrato da una freccia in strada». Se fosse stato vivo, magari sarebbe riuscito a schivarla.
[2 novembre 2022]

Profughi, voi non scendete?
Titolo della Repubblica sulla nave tedesca Humanity 1, impegnata a soccorrere 179 migranti nel Mediterraneo: «L’attesa e la paura / “Arrivati in porto chi dirà ai profughi voi non scendete?”». Il punto interrogativo e le virgolette lasciano intendere che qualcuno si rivolga a persone poco propense a sbarcare. Il titolo doveva essere: «L’attesa e la paura / Arrivati in porto chi dirà ai profughi “voi non scendete”?». Ma chissà se i giornalisti sono in grado di capirlo.
[6 novembre 2022]

Colazione nell’erba ad Arcore
La Verità intervista Fabrizio Cicchitto, ex parlamentare del Popolo della libertà. Nel sottotitolo si legge: «“Nei momenti cruciali si telefonava a Berlusconi, nei casi più complessi ci si vedeva a colazione o a tavola». La colazione si faceva sull’erba?
[24 ottobre 2022]

Lorenzetto dà i numeri
Intervistando sull’Arena il direttore dell’Ulss 9 Scaligera, Stefano Lorenzetto riferisce che il numero dei dipendenti «arriva intorno ai 15.000» e aggiunge che Pietro Girardi «ha a che fare, volendo tentare un confronto, con oltre un settimo dell’intera forza lavoro (70.000 dipendenti) delle quasi 2.000 imprese associate alla Confindustria veronese». Bischerata: è circa un quinto. (Succede quando, corretta al volo la prima cifra, quella dei 15.000 dipendenti, ci si dimentica del paragone successivo).
[6 novembre 2022]

L’Italia resta al centro dell’Italia
Dichiarazione di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, sul sito del Sole 24 Ore: «Dobbiamo parlare della strada che l’Italia continuerà a prendere, io spero che l’Italia continui a essere al centro dell’Italia». Tranquilla, di qui non ci si muove.
[30 ottobre 2022]

Per Conti la Svezia è in Norvegia
Nella rubrica Il buono e il cattivo, su Io Donna, Paolo Conti si sofferma sull’«odio degli svedesi per i “piccoli discorsi”, chiamati “small talks” dai sudditi di re Carlo III» e sottolinea «l’idiosincrasia della gente di Oslo per le chiacchiere superflue». Peccato che Oslo sia la capitale della Norvegia. Quella della Svezia, oggetto dell’appunto di Conti, è Stoccolma.
[29 ottobre 2022]

Dove sarà l’Ara Patris?
Dalla pagina Facebook di Open.online: «Giorgia Meloni all’Ara Patris per l’omaggio al Milite Ignoto». A Roma c’è l’Ara Pacis. La salma del Milite Ignoto è tumulata all’Altare della Patria. Non sappiamo dove sia ubicata l’Ara Patris, anche perché non ci risulta che nella Capitale esista un Altare del Padre.
[29 ottobre 2022]

L’ammazzato è in condizioni critiche
Dal sito del Corriere della Sera: «Milano, sparatoria in strada: morto Vittorio Boiocchi, capo ultrà dell’Inter. Il 69enne è stato ucciso in via Fratelli Zanzottera, al quartiere Figino, nell’estrema periferia Ovest di Milano. Le sue condizioni sono critiche». Quasi disperate.
[29 ottobre 2022]

Per Meloni anche i pronomi al maschile
Il presidente, la presidente... Quante storie! Poi leggi Federico Capurso sulla Stampa, con riferimento a Giorgia Meloni: «Questo gli riconosce la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni». Il gender dilaga.
[26 ottobre 2022]

Io, io, io e il Papa
Incipit di un articolo del direttore Andrea Monda sulla prima pagina dell’Osservatore Romano: «“Abbiamo parlato dei giovani. Meglio: abbiamo parlato delle cose che ci uniscono e ne abbiamo scoperte tante, metà le ho tirate fuori io, metà il Santo Padre” è la prima cosa che dice Renzo Piano appena uscito dall’udienza di oggi, 21 ottobre, con Papa Francesco». «Metà le ha tirate fuori il Santo Padre, metà io» all’archistar dev’essere sembrata una frase irrispettosa.
[21 ottobre 2022]

Concordanza alla trentina
Dal Corriere del Trentino: «Ciliegina sulla torta sono gli itinerari, divisi per zone (da Rovereto e Vallagarina alla Val di Non, passando per Trento e la Valle dell’Adige) che permette di costruire il proprio viaggio alla ricerca della bollicina perfetta». Permette la ciliegina o permettono gli itinerari? Per non parlare della virgola che manca dopo la parentesi.
[6 ottobre 2022]

Minsk? È una cittadina
«La guerra è ormai solo un ricordo per Svetlana, la “figlia adottiva” di Luciana Littizzetto. La 24enne è riuscita a rientrare in Italia da Minsk, dove viveva e lavorava. Con lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia, la giovane era rimasta bloccata nella cittadina bielorussa», scrive Novella Toloni sul sito del Giornale. Cittadina è il diminutivo di città. Minsk è la capitale della Bielorussia, conta oltre 2 milioni di abitanti e occupa una superficie di 409,5 chilometri quadrati, quasi due volte e mezza quella di Milano.
[6 ottobre 2022]

Scontro frontale laterale
Dalla Gazzetta di Mantova: «Si è trattato infatti di uno scontro frontale laterale». Fronte destr!, destr!
[22 ottobre 2022]

Giletti, la prima donna premier
Titolo dal Corriere della Sera: «Giletti, la prima donna premier della storia». Si è fatto spuntare un po’ di tette?
[23 ottobre 2022]

Muore sul colpo e fugge
Titolo dal sito di Leggo: «Lite al semaforo, con l’auto sperona il motociclista che muore sul colpo e fugge: i carabinieri lo arrestano a casa». Che vitalità.
[31 ottobre 2022]

Il calendario secondo Veronica Gentili
Dalla rubrica di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Chiara era una ragazza transgender che si è tolta la vita lo scorso 24 Ottobre. Avrebbe compiuto 19 anni a Dicembre». La telegiornalista ha qualche problema con il calendario: «I nomi dei mesi dell’anno e quelli dei giorni della settimana, considerati come nomi comuni, si scriveranno sempre con lettera minuscola: gennaio, dicembre; lunedì, domenica; salvo che, si capisce, non siano personificati: “Tien Novembre un ramo secco – all’occhiello del gabbano, – e Dicembre nella mano – più non porta che uno stecco” (Diego Valeri)». Aldo Gabrielli, Dizionario linguistico moderno (Mondadori), pubblicato nel 1956, 26 anni prima che Gentili nascesse.
[31 ottobre 2022]

Occhio a non schiacciarti le noci
Titolo dal sito della Repubblica: «Tiziano Cerrato, il Nureyev di Ostia che ha conquistato New York: “Da piccolo mi prendevano in giro. Ma non mi sono arreso”». Sottotitolo: «A soli vent’anni è un ballerino dell’American Repertory Ballet. A fine ottobre si esibirà negli Stati Uniti dove vive con Lo Schiaccianoci di Ciajkovskj». Vive con lo schiaccianoci? Occhio ai testicoli, caro.
[13 ottobre 2022]

Memo Remigi non tornerà a sedere
Claudia Casiraghi si occupa sulla Verità dello scandalo che ha coinvolto il cantante Memo Remigi, estromesso da un programma della Rai con l’accusa d’aver toccato in diretta il fondoschiena di Jessica Morlacchi: «Remigi, “affetto stabile” di Oggi è un altro giorno, non tornerà a sedere nello studio Rai». E tte credo.
[28 ottobre 2022]

Prima si schianta e poi precipita
Notizia Ansa da Catania: «Un Canadair è precipitato dopo essersi schiantato alle pendici dell’Etna, nella zona di Linguaglossa». Alla cloche c’era un pilota o un illusionista?
[27 ottobre 2022]

Giacinto Pinto ha un passato davanti a sé
Giacinto Pinto al Tg1 delle ore 13.30, in diretta dal Carrefour di Assago (Milano), dove Andrea Tombolini ha accoltellato cinque persone, uccidendone una: «Tra i feriti in gravi condizioni anche il difensore del Monza Pablo Marí, colpito alla schiena. È stato operato nell’ospedale Niguarda di Milano. L’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani ha chiesto il rinvio della gara con il Bologna». Pinto ha un passato davanti a sé: Galliani è stato amministratore delegato del Milan fino al 2017; da quattro anni lo è del Monza.
[28 ottobre 2022]

Le «fila» di Maurizio Belpietro
Nel suo editoriale in prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, osserva: «Il nervosismo che serpeggia tra le fila degli azzurri si deduce anche da un’altra risposta». Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto nel significato di filamenti, oppure di trama di un ordito, oppure di intreccio in senso metaforico. Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023). «Serrare le fila» è uso scorretto di una metafora militaresca che prende lo spunto dallo schieramento di marcia. L’errore era già stigmatizzato nel 1855 da Filippo Ugolini nel suo Vocabolario di parole e modi errati. La condanna fu poi ripresa nel brillante volumetto di Luciano Satta, Bada come parli (e come scrivi). Il linguista Luca Serianni, accademico della Crusca, in Grammatica italiana (Utet) è stato categorico al riguardo: «Erroneo l’uso di fila come plurale di fila “serie di persone o cose”, invece di file: “una certa inquietudine serpeggiava all’interno delle fila del partito” (“La Repubblica”, 14.10.1987)».
[25 ottobre 2022]

Una provincia lassativa
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «La farmacia era l’unico posto che per due anni ha frequentato, oltre la palestra e la stanza 204 dell’hotel di Cesano Maderno, in provincia di un lassativo». Il classico paese di merda.
[30 ottobre 2022]

I gay c’entrano sempre
Il Corriere della Sera ospita una pagina su Renée Zellweger, protagonista di The thing about Pam su Top Crime, e ne pubblica un ritratto con questa didascalia: «Ha vinto il suo primo Oscar nel 2004 come miglior attrice non protagonista in “Ritorno a Cold Mountain” che narra la storia di due cowboy gay». Comprendiamo l’ossequio ai dettami Lgbt, tuttavia la foto di scena si riferisce a un film imperniato sulla battaglia di Petersburg (1864), la seconda per numero di morti della guerra civile americana, e su un soldato confederato ferito che riesce a tornare al paese natale per riabbracciare la donna di cui è innamorato. Invece la storia di passione fra i due mandriani maschi fa da sfondo a tutt’altro film, Brokeback Mountain, ambientato nel 1963 e nel cui cast non figura Renée Zellweger.
[6 ottobre 2022]

Pena capitale seguita da ergastolo
Ultima ora delle 17.09 sul sito dell’Ansa: «Condannato a morte l’autore della strage di Parkland». La notizia: «Pena di morte: è il verdetto unanime della giuria per Nikolas Cruz, il giovane accusato della sparatoria nel 2018 nella scuola di Parkland, Florida, in cui morirono 17 persone (14 studenti e 3 insegnanti)». Titolo successivo: «Carcere a vita per l’autore della strage nella scuola di Parkland». Subito risorto.
[13 e 14 ottobre 2022]

Congiuntivite
Titolo da 7: «“Il male è come un virus e non so se c’è un vaccino”». E per fortuna che la frase è dello scrittore Sandrone Dazieri. A un comune mortale sarebbe scappato di dire: «Non so se ci sia un vaccino».
[14 ottobre 2022]

Acqui Terme diventa Aqui
Sottotitolo dalle pagine culturali di Libero: «L’ex direttore del Tg2 premiato a Aqui Terme per il libro sul genero di Mussolini». Aquile.
[15 ottobre 2022]

«Schei» non «sghei»
Titolo dalle pagine culturali del Fatto Quotidiano: «Tiziano “imprenditore del colore”, tra vergini “volanti”, donne e sghei». Benché la deprecabile grafia sghei si sia diffusa fra i non veneti, fin dal 1886 quella canonica è schei, abbreviazione di Scheidemünze, come si leggeva su alcune monete austriache in uso nel Regno Lombardo-Veneto. È l’unica registrata dai linguisti (Manlio Cortelazzo, Parole venete, Neri Pozza, 1994) e dai lessicografi (Walter Basso e Dino Durante, Nuovo dizionario, Ciscra edizioni, 2000). In ogni caso ai tempi di Tiziano Vecellio non esistevano né gli schei né gli sghei.
[5 ottobre 2022]

Scrivere a casaccio
Conclusione (a casaccio) della rubrica di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Si dice che tre indizi facciano una prova: ecco, se non si vuole allarmare i diffidenti, bisognerebbe la prova da fare sarebbe quella di non lasciare indizi a casaccio. Voto: 2». Siamo d’accordo sul voto.
[24 ottobre 2022]

Decidere su scelte decisive
Titolo del servizio di apertura dell’Espresso: «Se decide von der Leyen». Sottotitolo: «La Commissione Ue ha acquisito potere grazie alle emergenze. Ora ha davanti scelte decisive per il futuro dell’Europa. E dell’Italia». Sta’ a vedere che le tocca decidere.
[16 ottobre 2022]

Mephisto scambia il fall-out per il follow-up
Il coltissimo Mephisto Waltz si occupa, sul supplemento culturale del Sole 24 Ore, della guerra fra Russia e Ucraina: «Al Diavolo pare evidente che entrambi i belligeranti ora cerchino il massimo vantaggio di posizione sul terreno per poi, quando tutto sarà bloccato dal rigore invernale, trattare la pace da una posizione di maggior vantaggio. A meno che la strategia dei russi sia, all’opposto, di ritirare le truppe per evitare il follow-up radioattivo». Povero Devil, come altre volte s’impappina con l’inglese. Il follow-up è l’assistenza fornita ai nuovi assunti in un’azienda per aiutarli e indirizzarli nel loro sforzo iniziale di apprendimento oppure la visita, il test di controllo, il richiamo e simili che si effettuano periodicamente per valutare l’evoluzione di una malattia e la validità della terapia adottata. Qualcosa di ben diverso dal fall-out, la ricaduta sulla superficie terrestre di prodotti radioattivi derivanti da un’esplosione nucleare, da materiale rilasciato da un reattore nucleare in avaria o da pulviscolo atmosferico contaminato radioattivamente.
[23 ottobre 2022]

Veneziani e la cappa del congiuntivo
Marcello Veneziani sulla Verità: «Lo so, è molto difficile che l’appello verrà accolto ma ci provo lo stesso». È diventato una cappa anche il congiuntivo?
[19 ottobre 2022]

Gennari un tanto al chilo su Concilio e dintorni
«Gianni Gennari, 82 anni, teologo e giornalista, storica firma di Avvenire»: l’ex prete viene presentato così in un’intervista di Riccardo Maccioni, naturalmente su Avvenire, in cui ricorda i 60 anni del Vaticano II, sotto il titolo: «“Ero accanto a Giovanni XXIII quando annunciò il Concilio”» (il che avvenne il 25 gennaio 1959). Ma Avvenire e Gennari, nonostante la materia di stretta pertinenza del quotidiano cattolico, non sono affidabili. Infatti l’intervistato si descrive impropriamente in azione come chierichetto – benché all’epoca avesse quasi 19 anni e fosse seminarista – e nelle sue risposte Angelo Giuseppe Roncalli diventa una volta Giovanni XXII (il secondo Papa, dal 1316 al 1334, del periodo avignonese, ovviamente un francese) e un’altra Giovanni XXIIII (rara grafia per un Papa futuro). Gennari poi promuove Sergio Guerri segretario dell’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, nonché cardinale già prima del Concilio (1962-1965). Ma Guerri allora era prosegretario dell’Apsa e ne divenne segretario solo nel 1968, mentre fu creato cardinale nel 1969. Nel ricordare poi il famoso «discorso della luna» di Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), Gennari attribuisce al segretario del Pontefice, monsignor Loris Capovilla, questa frase virgolettata: «Santità venga a vedere attraverso le tapparelle» e aggiunge che il Papa «fece tirare su le tapparelle». Che magari saranno esistite solo a casa di Gennari: il Palazzo Apostolico cinquecentesco è dotato invece di enormi persiane, ben visibili anche da piazza San Pietro, non certo delle tapparelle inventate dall’intervistato e citate con meccanica insipienza da Maccioni.
[19 ottobre 2022]

Si lavicchia, bravo chi lo capisce
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, nella rubrica Ma mi faccia il piacere: «Libero docente. “Formigoni lascia i domiciliari: insegnerà alle suore straniere” (Corriere della sera, 12.10). Sorella, si lavicchia!». Urge sondaggio: quanti avranno capito la battuta? Può servire un aiutino. Trattasi di citazione presa dal film I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958). Il sottufficiale dei carabinieri raggiunge sul terrazzo la banda che sta preparando il colpo e che, per sviare i sospetti, finge di stendere i panni. Chiede: «Eeeh, ragazzi, e che si fa?». Totò (Dante Cruciani) risponde: «Buongiorno, brigadiere! Come vede, si lavicchia!». Ermetismo, malattia infantile dell’umorismo.
[17 ottobre 2022]

Per Labate il teleobiettivo è un grandangolo
Parlando sul Corriere della Sera delle annotazioni carpite dai fotografi a Silvio Berlusconi a Palazzo Madama, durante la seduta in cui Ignazio La Russa è stato eletto presidente del Senato, Tommaso Labate scrive: «Gli appunti sui ministri e i ministeri della carpetta aperta in mattinata davanti a Meloni erano già finiti nel grandangolo dei fotografi». A giudicare dai potenti ingrandimenti, semmai erano finiti nel teleobiettivo, come dovrebbe ben sapere un cronista che sta spesso davanti ai grandangolari delle tv.
[14 ottobre 2022]

Il Forrest «Gamp» di Simeoli
Antonio Simeoli sulla Stampa si scioglie per l’impresa compiuta a Parigi dal ciclista Filippo Ganna, detto Pippo, campione mondiale nell’inseguimento su pista: «Pippo, quello “un po’ stanchino”, per dirla alla Gamp, parte piano, poi è da leggenda: un missile, composto, potente». Eccone un altro che parla, e scrive, come magna: quello un po’ stanchino era Forrest Gump, interpretato da Tom Hanks nel film di Robert Zemeckis.
[15 ottobre 2022]

Congiuntivite
Editoriale della sociologa Nadia Urbinati, d’apertura sulla prima pagina di Domani: «Sarebbe al contrario cruciale che, almeno adesso, una comunanza di intenti ci sia». Se poi ci fosse, meglio ancora.
[16 ottobre 2022]

Entrare per la via stretta
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Chiesa e figli gay / Via stretta abbraccio largo». Stretta senz’altro.
[16 ottobre 2022]

Non hanno i giorni contati
Titolo d’apertura sulla prima pagina dell’autorevole Financial Times: «Truss quits after 44 days as PM». Titolo d’apertura sulla prima pagina dell’autorevole Wall Street Journal: «U.K.’s Truss Quits After 45 Stormy Days». La famosa precisione anglosassone.
[21 ottobre 2022]

Forature e testosterone, urgono pompe
Titolo dal sito del Corriere Adriatico: «Raffica di bici forate sul lungomare: colpa della pianta infestante che ha il potere di aumentare il testosterone». Qualsiasi cosa sia accaduta, si confida nelle pompe.
[16 ottobre 2022]

I morti sono stati uccisi
Al Tg3, edizione delle ore 19, Carmela Giglio, corrispondente da Istanbul, parla dell’incendio (con vittime) scoppiato durante una sommossa nel carcere iraniano di Evin, dov’è rinchiusa anche l’italiana Alessia Piperno: «I quattro morti sarebbero stati uccisi dalle inalazioni di fumo». Erano morti, ma respiravano ancora.
[16 ottobre 2022]

Da Repubblica a Ripubblica il passo è breve
«L’unica cura per il Pd è imparare a opporsi», titola La Repubblica. Il testo sottostante è di Carlo Galli e comincia così: «Il Pd è nato nel 2007, l’ultimo anno di relativo buon funzionamento (anche se già con forti allarmi) del paradigma socio-economico liberista e globalista, sui cui principi la neonata compagine ha scommesso». Otto giorni prima lo stesso giornale titolava: «Il Pd a caccia di una missione». Il testo sottostante era di Carlo Galli e cominciava così: «Il Pd è nato nel 2007, l’ultimo anno di relativo buon funzionamento (anche se già con forti allarmi) del paradigma socio-economico liberista e globalista, sui cui principi la neonata compagine ha scommesso». Stesso articolo. Da Repubblica a Ripubblica il passo è breve.
[7 e 15 ottobre 2022]

Titoli spinti
Titolo d’apertura sulla prima pagina di Avvenire: «Spinta di pace». Quello che a letto gli uomini dicono alle donne per celebrare la ritrovata intesa.
[16 ottobre 2022]

Mephisto Waltz straparla dei «moros»
Sul Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz si sofferma sulle «vicende cruciali della Reconquista spagnola, la cacciata degli arabi dalla Spagna nell’anno mille, dopo tre secoli di dominazione musulmana, quella che ha lasciato capolavori urbani, uno per tutti, Granada». Dopo tre secoli di dominazione iniziò la Reconquista, ma ce ne vollero altri quattro, all’incirca, per completare il lavoro. E la cacciata dei moros è della fine del Quattrocento, non del 1000. Quanto alla citata grandezza di Granada, è posteriore alla (presunta) cacciata. L’Alhambra risale ai secoli XIII e XIV.
[9 ottobre 2022]

Auguri al marito di Paola De Micheli
Sommario del Corriere della Sera a corredo di un’intervista con Paola De Micheli, che si è candidata come segretaria del Pd al posto di Enrico Letta: «“Vorrei assomigliare a mia madre: vedova a 44 anni, ha cresciuto tre figli da sola”». Immaginiamo che il marito dell’ex deputata ed ex ministra si stia toccando i penduli bargigli.
[10 ottobre 2022]

Cirielli, Ciriani, qualcosa del genere
«La posizione di FdI si può tradurre con le parole di Edmondo Cirielli, capogruppo uscente al Senato: “A Palazzo Madama i numeri ci sono, anche se non larghissimi”», riferisce Emanuele Lauria sulla Repubblica. Doppio errore: Cirielli è sempre stato eletto alla Camera, mai al Senato; il capogruppo uscente al Senato era Luca Ciriani. Con quale dei due avrà parlato Lauria?
[16 ottobre 2022]

I governi immaginari di Laura Serafini
Laura Serafini sul Sole 24 Ore: «Riflessione che del resto è stata tentata a più riprese, da fine anni Novanta ad oggi, dal governo Maccanico, al governo Tremonti, secondo governo Prodi e poi il governo Letta». Dobbiamo esserci addormentati, perché su 67 governi della Repubblica italiana non ci par di ricordare che Antonio Maccanico e Giulio Tremonti siano mai stati presidenti del Consiglio. Ma forse Laura Serafini, essendo caposervizio nella redazione romana, ne sa più di noi che abitiamo in provincia.
[16 ottobre 2022]

Esauriti da tempo, ma pieni di idee
Dalla Nuova di Venezia e Mestre: «Proseguono gli appuntamenti del “Festival delle Idee”, che da oggi, mercoledì 12 ottobre, porta per quattro sere consecutive al Teatro Toniolo alcuni degli ospiti più attesi: Gio Evan, Umberto Galimberti (entrambi esauriti da tempo)». Chissà come faranno a farsi venire delle idee nonostante l’esaurimento nervoso.
[12 ottobre 2022]

Lessicologa Selvaggia
Dopo aver dato della «troia» a Selvaggia Lucarelli, la cantante Iva Zanicchi si scusa ma recrimina per un articolo in cui la giornalista l’aveva definita «vaiassa». Il sito del Corriere dello Sport puntualizza: «La replica della Lucarelli non si è fatta attendere: “Vaiassa vuol dire popolana – ha precisato la Lucarelli – non fare la furba”». Come lessicologa improvvisata, Lucarelli si dimostra assai scarsa. Infatti al lemma vaiassa il Grande dizionario della lingua italiana riporta: «Donna di infima condizione. Anche: prostituta, sgualdrina». Quindi, l’equivalente di troia. Non a caso trattasi della voce napoletana alterata di bagascia o vagascia. Conferma Lo Zingarelli 2023: dal «napoletano vajassa “serva”, “prostituta”».
[11 ottobre 2022]

Dal pirata al pirato
Titolo dal sito della Repubblica: «Turiste belghe investite e uccise, arrestato il pirato della strada». Il gender dilaga.
[12 ottobre 2022]

Giovanna Melandri confonde i secoli
Sul Sole 24 Ore, Giovanna Melandri, presidente di Social Impact Agenda per l’Italia, cita «il dare e l’avere della partita doppia (inventata da Luca Pacioli, frate matematico italiano a Venezia nel XVI secolo)». In effetti il libro al quale allude Melandri, Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita, fu stampato a Venezia, ma nel 1494, quindi nel XV secolo, non nel XVI. A voler essere pignoli, visto che Pacioli arrivò nella città lagunare in quell’anno, dopo un ventennio trascorso altrove, dire che la inventò a Venezia appare improbabile: ci avrà pensato negli anni precedenti, ma questo non lo sappiamo.
[4 ottobre 2022]

In punta di forchetta
Francesca Chiarano spiega su Mf che, all’esordio in Borsa, «la società madre Volkswagen ha fissato una fascia di prezzo di collocamento per le azioni privilegiate di Porsche di 76,50-82,50» e più avanti specifica che «agli investitori istituzionali è stato detto che gli ordini per le azioni del marchio Porsche superano già il totale disponibile nell’offerta a 82,50 euro ciascuno, quindi nella parte alta della forchetta». Ma se la forchetta di prezzo è 76,50-82,50 euro e il prezzo viene fissato a 82,50, più che «nella parte alta della forchetta» è al massimo.
[29 settembre 2022]

L’imenottero vuola fuori strada
Titolo dalla pagina Facebook della Gazzetta di Parma: «Cacciatore punto da un imenottero caduto poi in una scarpata con l’auto». Quando si dice volare fuori strada.
[9 ottobre 2022]

Le coltellate sono una roba seria
Didascalia dal Quotidiano Nazionale: «Barbara Boscali, 31 anni di Bergamo, attiva sulle chat sexy, è la fidanzata di Simba La Rue (alla sua destra, in basso), il trapper di 20 anni, il cui nome è Lamine Mohamed Saida, accoltellato seriamente il 16 giugno scorso nella Beragamasca (sic)». Già, perché di solito si viene accoltellati scherzosamente.
[8 ottobre 2022]

Chiamalo battello
Titolo dal sito della Repubblica: «Si muove il sottomarino Belgorod: fotografato dai satelliti nel Mare di Barents. (...) Il battello lungo 184 metri si trova non lontano dalla sua base, nel porto di Severodvinsk». Non è una Repubblica marinara. Infatti dicesi battello un’«imbarcazione generalmente a motore adibita a particolari impieghi: battello da pesca, battello pilota» o un’«imbarcazione a remi o a vela che, in passato, era all’ordine di una grande nave a vela» (Lo Zingarelli 2023). Invece il sottomarino è un’unità navale destinata alla navigazione in immersione.
[6 ottobre 2022]

Dugina, non Dughina
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Usa: “Kiev ha eliminato Dughina”». Il cognome di Darya, la figlia del filosofo russo Aleksandr Dugin uccisa in un attentato, si pronuncerà anche «Dughina», ma il suo cognome resta Dugina, e così va scritto.
[6 ottobre 2022]

Tanto attuale che fu soppresso nel 2016
Parlando di Giovanni Battista Scalabrini, appena proclamato santo, il Corriere della Sera annota in una didascalia che nel 1905 egli «propose alla Santa Sede di creare una Commissione centrale per tutti gli emigrati cattolici che può essere considerata il precursore dell’attuale Pontificio consiglio della pastorale per i migranti». Attuale mica tanto: fu soppresso nel 2016 e fatto confluire dal 1° gennaio 2017 nel nuovo Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Senza contare che una commissione è precorritrice, non precursore.
[6 ottobre 2022]

Va ora in onda Sky Tg12
A dispetto della propria testata, Sky Tg24 crede che il giorno abbia 12 ore: «Trenord ha annunciato un nuovo sciopero, dalle 21 di sabato 8 ottobre fino alle 21 di domenica 9. Lo stop di 12 ore è indetto da parte della Rsu del personale mobile di Trenord e del sindacato OrSA». Il sito specifica: «Lo riporta Il Giorno». Forse era Il Mezzogiorno.
[5 ottobre 2022]

Una protesta dall’oltretomba
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Battisti “detenuto comune” / stop al regime speciale / Protestano le vittime e Fdi». Si scopron le tombe, si levano i morti.
[30 settembre 2022]

Reato da Formula 1
Giorgio Terruzzi sul Corriere della Sera avverte che «in F1 c’è un caso Red Bull» (così il titolo). Secondo il giornalista, la Federazione internazionale dell’automobile ha «scoperto che Red Bull avrebbe speso più del consentito nel 2021. Un clamoroso sforamento del budget cap (fissato in 145 milioni di euro per team) relativo allo scorso anno». Ora si starebbe «cercando un compromesso per ridurre ai minimi termini l’entità della violazione, quindi della sanzione, in definitiva dello scandalo. Una impresa quasi impossibile se il reato verrà reso pubblico». Esagerato: il reato è la violazione del codice penale e lo reprime lo Stato. Qui si tratta di una violazione regolamentare, gestita da una federazione.
[30 settembre 2022]

Nessun ministro accolse Ocalan
Salvatore Dama parla su Libero di «un ministro della Giustizia che accoglieva il leader del Pkk Ocalan a Ciampino garantendogli la latitanza in un villone all’Infernetto (Oliviero Diliberto)». La circostanza è del tutto immaginaria: né Diliberto né nessun altro esponente del governo italiano accolse Abdullah Ocalan in Italia, per il semplice fatto che egli fu arrestato dalla polizia nella notte fra il 12 e il 13 novembre 1998, appena sbarcato da un aereo atterrato a Fiumicino (non a Ciampino), e subito rinchiuso in carcere.
[7 ottobre 2022]

I Faraoni censurati
Paginata sulla Stampa: «Il papiro di Champollion. A 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici l’Egizio di Torino espone il reperto più famoso, (...) l’unica lista reale di epoca faraonica scritta su foglio è stata ricostruita da 300 frammenti». Nel testo, Cristina Insalaco racconta: «Si tratta di un registro tributario dei pescatori, che sul retro ha l’elenco scritto in ieratico, senza censure, degli Dei e dei Faraoni d’Egitto». Non essendo al tempo regnante Abdel Fattah Al Sisi, saremmo più propensi a ritenere che si trattasse di cesure, non di censure.
[28 settembre 2022]

Il bianco non è un colore? E il tricolore?
Secondo Diego Longhin, inviato della Repubblica a Maranello, la nuova Ferrari Purosangue «avrà tre colori di lancio differenti, Nero, Grigio, Bianco Italia e Rosso Portofino». Se ne deduce che Longhin aderisce alla teoria secondo cui il bianco non rientra fra i colori, infatti ne elenca quattro ma scrive che sono tre. A parte che, commercialmente parlando, nel configuratore del sito Ferrari esso è contemplato fra i colori in due varianti (Bianco Cervino e Bianco Avus), per il Grande dizionario della lingua italiana la definizione del sostantivo bianco è la seguente: «Il colore bianco». E sull’Enciclopedia Zanichelli: «Colore dei corpi che riflettono tutti i raggi visibili costituenti la luce solare». A meno che Longhin non voglia modificare anche la bandiera italiana da tricolore a bicolore.
[13 settembre 2022]

Il furgone sfonda il muro
Dalla pagina Facebook del Centro: «Furgone Ducato sfonda il muro dei 7 milioni di veicoli prodotti in 41 anni di attività». Salvo il conducente.
[27 settembre 2022]

La Ddr è viva e lotta insieme a noi
Parlando di Giorgia Meloni nel suo editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera, il politologo Angelo Panebianco scrive: «È probabile che la nuova presidente del Consiglio voglia cercare di instaurare un modus vivendi con Bruxelles, Parigi e Bonn che sono rapporti essenziali per l’Italia». Quindi sono tornate la Germania Ovest e la Germania Est? (Bonn fu capitale della Repubblica federale tedesca dal 1949 al 1991. Dall’unificazione delle due Germanie la capitale è Berlino).
[30 settembre 2022]

Toh, Enrico Letta milita fra i «lettiani»
Da un’infografica che La Repubblica dedica alle correnti del Pd e alle loro famiglie di provenienza, scopriamo che fra i «lettiani» figura, al primo posto, un certo Enrico Letta. Che sorpresa.
[27 settembre 2022]

Confermata la condanna, ma era stato assolto
Dal sito della Stampa: «Confermata la condanna in appello per il comico Beppe Grillo. (...) In primo grado Grillo era stato assolto». Ma se in primo grado era stato assolto, com’è stata «confermata» la condanna? Segue scemata standard: «A Grillo è stata comminata la pena del risarcimento economico del danno da definire in sede civile oltre al pagamanto (sic) delle spese processuali». Le condanne si irrogano, non si comminano.
[1° ottobre 2022]

Gli abortisti non vogliono gli abortisti
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «“Fuori gli abortisti dai consultori. Sui nostri corpi decidiamo no”. “Giorgia Meloni non cantar vittoria: ti cacceremo fuori dalla storia”: anche Torino scende in piazza per difendere l’aborto». Per riassumere: le abortiste protestano perché ci sono gli abortisti nei consultori. E no, non vogliono essere loro a decidere sui rispettivi corpi. Grande è la confusione sotto il cielo. (Sempreché lo stagista di turno nella redazione web non intendesse scrivere antiabortisti anziché abortisti e noi anziché no).
[28 settembre 2022]

Richiami senza senso
Richiamo dalla prima pagina della Verità: «Giulia Torelli, l’influencer che parla agli armadi e che odia “i vecchi”, si è dovuta arrendere. Dopo tre giorni di silenzio ha chiesto agli anziani, che secondo lei non dovrebbero più votare. Anche perché le polemiche mettono in crisi il business». Tutto chiaro.
[2 ottobre 2022]

Mephisto Waltz e Brigitte Bardot
«L’opposto di Brigitte Bardot che, al momento giusto, 38 anni, lasciò una vita di successi e amori à gogo per la solitudine della campagna, sul mare di Saint Tropez», scrive il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica domenicale sul Sole 24 Ore. In realtà, l’attrice annunciò il ritiro dalle scene a 39 anni, in un’intervista concessa alla stazione radio France Inter il 6 giugno 1973. Dello stesso anno è il suo ultimo film, Colinot l’alzasottane. Waltz conclude rilevando che «oggi tutto è più gorgeus». Se si usa l’inglese, almeno lo si usi bene: si scrive gorgeous. Altrettanto vale per il francese: la grafia esatta è Saint-Tropez.
[2 ottobre 2022]

L’account cambia da una riga all’altra
Sul Fatto Quotidiano, Lorenzo Giarelli si occupa di Matteo Renzi: «L’account Jet per ricchi – quello che per primo, su Instagram, ha scoperto gli spostamenti in jet dell’ex premier da un comizio all’altro – sta aggiornando la lista dei viaggi sospetti». Cerchiamo su Instagram: l’account non si trova. Infatti nel capoverso successivo diventa Jet dei ricchi. Buona la seconda denominazione: lo evinciamo dal logo pubblicato sulla destra. Volare, oh oh.
[24 settembre 2022]

Titoli choc
Titolo d’apertura sulla prima pagina di Avvenire: «Choc elettrico». Sempre meglio dell’elettrochoc.
[30 settembre 2022]

Le stelle sono tante, milioni di milioni
Marco Ventura ricostruisce sul Messaggero l’amena vita di Vladimir Putin nei fine settimana «nella sua dacia preferita in riva al lago sulle colline Valdai, a metà strada fra Mosca e San Pietroburgo» e specifica che lì egli «può rilassarsi con golf e mini-golf, gustare ricette internazionali nel suo privato ristorante a cinque stelle, e giocare a bowling, biliardo, poker e black jack in un mini-casinò». Le uniche stelle assegnate ai ristoranti sono quelle della Guida Michelin e si fermano a tre (anche se c’è chi, come lo chef Massimo Bottura di Modena, è arrivato a quattro: dal 2021 gli ispettori hanno introdotto la stella verde per la sostenibilità e la lotta allo spreco alimentare). Quanto alle cinque stelle, esistono solo per gli alberghi ma la Michelin si limita a riportare quelle di Booking.com, l’agenzia online olandese di prenotazioni. La Guida Michelin Alberghi non esiste più. Ci sono solo una app e un sito che rimandano alle stelle assegnate da Booking.com. Quando si pubblicava La Guida Rossa, essa non accordava stelle agli hotel, bensì le silhouette di edifici a grandezza decrescente, a partire da «Gran lusso e tradizione» fino ad «Abbastanza confortevole» (un tempo «Semplice e conveniente»).
[26 settembre 2022]

Non è Stoltenberg ma Karins
Didascalia dalla Verità: «Norvegese. Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato». Ma il personaggio della foto non è Stoltenberg, bensì Krisjanis Karins, primo ministro della Lettonia. Anche ignorando la fisionomia dell’uno e dell’altro, sarebbe bastato leggere la nota diramata dall’Ansa, che lo scorso 23 giugno corresse l’errata attribuzione dell’immagine scattata da Stephanie Lecocq, fotoreporter dell’Epa (European pressphoto agency).
[1° ottobre 2022]

Come ti sforno un treno
Titolo dal sito della Sicilia: «In Cina nel 2027 il treno a lievitazione magnetica che viaggia a 600 km/h. Riuscirà a coprire la tratta da Pechino a Shangai, circa 1.100 chilometri, in poco più di tre ore». Informiamo i colleghi di Catania che, non trattandosi né di pane né di pizza, il lievito madre non c’entra nulla: chiamasi treno a levitazione magnetica, fenomeno che consiste nel sollevare e mantenere sospeso in aria o nel vuoto un corpo materiale contro la forza di gravità. Inoltre la grafia corretta della metropoli cinese è Shanghai.
[23 settembre 2022]

Non «ce la fatta» o ce l’ha fatta?
Maurizio Crippa nella sua rubrica Contro Mastro Ciliegia, sulla prima pagina del Foglio: «Essere riusciti a non far eleggere il Senatùr, il fondatore della Lega Umberto Bossi, candidandolo capolista alla Camera nel collegio di Varese, è un altro dei disastri simbolici acclusi alla sconfitta di Salvini. A Varese sembrava sicuro, solo un po’ irriguardosa la collocazione proporzionale, e invece nemmeno sotto casa l’ex partito del Senatur ce la fatta». Al netto della differenza di accenti sul Senatùr, stavolta neppure il bravo Crippa ce l’ha fatta. (Bossi invece sì).
[28 settembre 2022]

Una prima pagina fra virgolette
Dai titoli di prima pagina di un’unica edizione della Verità: «La “transizione”». «Ancora “buio”». «Il “nodo” casa». «Passaggio “morbido”». «Bossi “torna”». «Lo “sceriffo” De Luca». «Sarà “inciucino”». Chiuse le virgolette. Punto.
[29 settembre 2022]

Assenteismo? No, astensionismo
Titolo dal sito della Repubblica: «Molinari: “L’assenteismo è un campanello d’allarme sullo scontento nella società italiana”». L’assenteismo? Vero che questo sostantivo in senso figurato può indicare «indifferenza, specialmente verso i problemi politici e sociali», ma la parola corretta da usare, attestata fin dal 1879, è astensionismo, cioè «tendenza a non partecipare alla vita politica; tendenza, atteggiamento di chi si astiene dall’esprimere il proprio voto; l’insieme delle astensioni». Essendo Maurizio Molinari il direttore della Repubblica, converrà con noi che nella redazione web sono assenti capiredattori e capiservizio oppure, se presenti, si astengono dal controllare i titoli degli stagisti.
[26 settembre 2022]

«Una cosa credo di saperla», invece non la sa
Assia Neumann Dayan tratta sulla Stampa la vicenda delle presunte molestie che vede protagonisti il senatore Matteo Richetti e l’attrice Lodovica Rogati detta Mairè: «Una cosa però credo di saperla: le denunce vanno fatte in tribunale». Purtroppo Assia Neumann Dayan invece non la sa. Le denunce vanno presentate alla Procura della Repubblica, direttamente o tramite polizia giudiziaria, oppure a polizia di Stato, carabinieri, Guardia di finanza, polizia locale, polizia penitenziaria, Corpo forestale dello Stato e infine, in alcuni casi, al sindaco nei Comuni dove non ci sia una sede della polizia di Stato, dei carabinieri o della Guardia di finanza. Insomma, quasi ovunque, tranne che in tribunale.
[20 settembre 2022]

Al di là del bene e del male
Titolo dall’Osservatore Romano: «Aldilà dell’autoreferenzialità che può isolare». Nonostante la confidenza con i temi spirituali, i colleghi del foglio vaticano commettono un errore da matita blu, usando a sproposito il sostantivo aldilà, che significa «l’altro mondo, l’oltretomba, la vita ultraterrena» (Lo Zingarelli 2023). In questo caso andava invece adoperata la locuzione prepositiva al di là, ricavata dall’avverbio , che nulla ha a che vedere con l’aldilà, tant’è che si usa solo nell’aldiquà.
[27 settembre 2022]

Mele da un miliardo, che affari
Titolo da Verità & Affari: «Con le regole europee sui fitofarmaci a rischio il mercato delle mele da un miliardo». Ci sono mele che valgono un miliardo?
[28 settembre 2022]

Nei panni di Rocco Siffredi
Annuncio sul sito della Repubblica: «Ardea si blocca per Supersex, la serie Netflix con Alessandro Borghi nel ruolo di Rocco Siffredi. L’attore romano vestirà i panni della pornostar abruzzese per Netflix». Quindi reciterà in mutande?
[27 settembre 2022]

Roma-Londra è una tratta, non uno slot
«Alitalia, per la bancarotta arrivano 14 rinvii a giudizio», titola il Corriere della Sera. Nel servizio, Fulvio Fiano informa: «La contestazione principale è quella di aver volutamente sottostimato il valore attribuito allo slot Roma-Londra Heathrow, ceduto ad Etihad». Premesso che uno dei significati di slot è «spazio di tempo nel quale un aeroplano può atterrare o decollare in un aeroporto», questa finestra temporale è contrattualmente pattuita tra il gestore e la compagnia. Il diritto ha un valore economico. Ma che si atterri arrivando da Roma o da Nairobi, sempre uno slot rimane. Roma-Londra Heatrow è solo una tratta, per cui non si comprende il senso della frase. Fiano cita anche «l’opposizione alle parziali archiviazioni proposte in un primo momento dalla procura da parte degli attuali commissari straordinari di Alitalia». Ci pare un’altra frase contorta, se non sbagliata. Non da parte, bensì nei confronti.
[17 settembre 2022]

Non si solo pane vive L’Osservatore Romano
Titolo dall’Osservatore Romano: «Abbiamo il pane ma ci serve il pane condiviso». Mai contenti.
[19 settembre 2022]

Fiera delle armi? Macché, Sacra Kaaba
Il Fatto Quotidiano pubblica una grande foto di Mohammed bin Salman attorniato da dignitari che indossano il caffettano e hanno il capo coperto dalla kefiah biancorossa, tenuta ferma dall’agal (il cordone nero). La didascalia recita: «Trono di spade. Bin Salman, sauditi ad una fiera delle armi». Italiano rudimentale a parte, viene da esclamare: ohibò, i sauditi devono essere diventati poveri! Infatti gli accompagnatori di sua altezza sono tutti scalzi, tenuta che non sembra fra le più appropriate per una manifestazione fieristica. E infatti si tratta di una foto di repertorio, messa a disposizione dalla Corte reale saudita, che mostra il principe ereditario bin Salman «mentre guida la cerimonia annuale di lavaggio alla Sacra Kaaba», l’edificio cubico di pietra nera collocato al centro della Grande Moschea alla Mecca. Essendo il luogo più sacro dell’islam, naturale che i musulmani vi entrino a piedi nudi, come in tutte le moschee. Con tanti saluti alla «fiera delle armi».
[19 settembre 2022]

Porte controvento, aperture a libro, ante di armadio
Richiamo grafico del Corriere della Sera sulla nuova Ferrari Purosangue: «79 sono i gradi di apertura delle portiere posteriori, che si aprono controvento, “a libro” con un meccanismo completamente servoassistito». Vista la foto, con le portiere posteriori controvento, diremmo che l’apertura sia ad ante di armadio. Le pagine di un libro sono rilegate in tutt’altro modo.
[19 settembre 2022]

Colpi di proiettile al «Tg1»
Esordio della conduttrice Elisa Anzaldo nel Tg1 delle ore 20: «Lei alle mie spalle è Hadis Najafi, la ragazza con la coda bionda, simbolo delle proteste in Iran. È stata uccisa con sei colpi di proiettile». Il dizionario contempla come letali i colpi di pistola, di fucile, di cannone, di pugnale, di bastone, di grazia. Il proiettile che batte un colpo ci mancava.
[25 settembre 2022]

Che cos’è che tira veramente
Incipit di Silvana De Mari sulla prima pagina della Verità: «“Tira più un capello di donna che cento paia di buoi”: è uno dei detti presi di mira come sessisti dalle femministe alla Boldrini». Per la verità, ci pareva che a tirare fosse un’altra cosa, ma siamo troppo vecchi per ricordarcelo.
[26 settembre 2022]

Cala, cala Trinchetto!
Continuando a occuparsi dell’ingarbugliata vicenda che vede protagonisti Matteo Richetti, senatore di Azione, e Lodovica Rogati detta Mairè, attrice, il vicedirettore di Domani, Emiliano Fittipaldi, cita i «movimenti che si battono contro la cultura patriarcale e gli abusi sessuali commessi da uomini in posizione di potere» e chiosa: «Una piaga sociale e di genere che in Italia contribuisce a migliaia di violenze e centinaia di femminicidi ogni anno». Vorremmo tranquillizzarlo. Secondo l’Istat (ultimo dato disponibile), «le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2020 in Italia sono state 116, lo 0,38 per 100.000 donne». Secondo il sito Femminicidioitalia.info, 65 nel 2020 e 61 nel 2021. In ogni caso, un centinaio l’anno, forse meno, non centinaia.
[24 settembre 2022]

Sposarsi per risparmiare
«Una coppia di neosposi ha prenotato un pranzo in un locale sulla via Appia Antica senza però specificare al ristoratore che quello sarebbe stato il loro banchetto di nozze», scrive Valentina Lupia sul sito della Repubblica. I coniugi romani hanno giustificato così il loro silenzio sulla reale natura del convivio: «Ci avreste aumentato il prezzo». Ed ecco come il titolista ha sintetizzato il fatto: «Prenotano pranzo di nozze senza dire che si sono sposati per risparmiare». Prendiamo nota dell’implicito suggerimento della Repubblica: con il caro bollette e l’inflazione galoppante, meglio sposarsi, se si vuole arrivare a fine mese.
[24 settembre 2022]

La Cina non è un continente
L’ex ambasciatore Sergio Romano sul Corriere della Sera: «Vi fu persino un momento, dopo la Seconda guerra mondiale e quando la Cina divenne una Repubblica popolare, in cui Taiwan, per sottrarla ai comunisti di Mao, si spinse sino a rivendicare il possesso dell’intero continente cinese». Sarebbe preferibile parlare di subcontinente cinese, l’intero continente è l’Asia. Poco più avanti: «Si chiama Nancy Pelosi, è nata nel 1940 a Baltimora, nel Maryland, da un immigrato italiano». Stupefacente: di solito si nasceva da una donna.
[18 settembre 2022]

Il mestiere di vivere e quello di citare
Incipit di un elzeviro di Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano: «È il quarto anno che inizia l’anno scolastico e di questa ripartenza non farò parte. Settembre è un po’ il vero capodanno ed è da questo punto di vista il mese più bello perché come cantava Cesare Pavese: “L’unica gioia al mondo / è cominciare ./ È bello vivere / perché vivere / è cominciare, / sempre ad ogni istante”». Si nota che il professor Monda non frequenta i libri da quattro anni. Nel passo riportato, tratto da Il mestiere di vivere, le cinque barre non ci sono (infatti non si tratta di una poesia, per cui risulta anche incongrua l’espressione «cantava Cesare Pavese»). Inoltre non c’è, né poteva esserci, uno spazio fra «cominciare» e il punto fermo che subito segue. Infine, dopo «sempre» Pavese mise una virgola, tolta la quale, come ha fatto Monda, un po’ cambia il senso della frase. Ah, il copia e incolla da Internet!
[16 settembre 2022]

Lo jettatore immaginario
«E non ci sono amuleti o scaramanzie, in un Paese che scaccia come jettatori gli scienziati rei di indicare i pericoli e l’urgenza di svolte radicali, che possano salvarci dal ripetersi di questi lutti», scrive Gian Antonio Stella, in prima pagina sul Corriere della Sera, in un editoriale dedicato alla tragedia causata dal maltempo nelle Marche. Per quanto in passato sia stato utilizzato da Giovanni Verga, Luigi Pirandello e Federico De Roberto, del sostantivo jettatore non si trova traccia né nel Grande dizionario della lingua italiana né nello Zingarelli 2023, che riportano sempre e solo iettatore, propriamente gettatore (sottinteso del malocchio), derivante dal napoletano e attestato fin dal 1788, a sua volta mutuato dal latino eiectare, gettare.
[17 settembre 2022]

Chi ha avvelenato i funghi in Puglia?
Dal sito della Gazzetta del Mezzogiorno: «Bari, mangia dei funghi avvelenati: morta donna di 53 anni». E chi li avrebbe avvelenati? La strega di Biancaneve, stufa delle mele? Segue a ruota il Corriere del Mezzogiorno: «Mangia funghi avvelenati e si sente male: morta una donna di Polignano». Prendere nota: erano funghi velenosi, non avvelenati.
[10 settembre 2022]

Ci risiamo con il «no» olofrastico
Luca De Carolis e Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «Perché in realtà il tentativo in atto da parte di ambienti internazionali (e non) sarebbe quello di rafforzare Meloni». Due teste non bastano a ricordare la più violata delle regole grammaticali: l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no. Infatti Elio Vittorini intitolò il suo romanzo Uomini e no. Pertanto bisognava scrivere «internazionali (e no)».
[17 settembre 2022]

Servirebbe qualche randez...llata in testa
Nel suo scoop sulla presunta vicenda di molestie sessuali che coinvolgerebbe Matteo Richetti, senatore di Azione, e l’attrice Lodovica Rogati detta Mairè (che però nega d’aver tirato in ballo il parlamentare), Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani, al settimo capoverso scrive: «Il secondo randez vous nel suo ufficio è quello cruciale». Sei capoversi prima della fine, Fittipaldi concede il bis: «In più, la donna intervistata parla di una perquisizione subita dopo il randez vous del 16 novembre (quello delle presunti abusi)». Il gender dilaga. In attesa che gli abusi ritornino al maschile e che la testata venga modificata in Demain, astenersi dal francese: si scrive rendez-vous.
[19 settembre 2022]

Le fila di Mephisto Waltz
Nella sua rubrica su Domenica del Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz parla del «primo partito italiano, quello dell’astensione, che da anni ingrossa le proprie fila». Desideriamo ricordargli che il sostantivo femminile fila (singolare) al plurale fa file, e non fila. Nella fattispecie, Lo Zingarelli 2023 conferma con la seguente definizione: «(Al plurale) ranghi: militare nelle file di un partito». Più avanti Mephisto Waltz aggiunge: «Un tempo si sarebbero svuotati delle armi obsolete i magazzini per rinverdire le disponibilità di quelle più recenti ed efferate». Efferato significa «caratterizzato da crudeltà e ferocia inumane»: l’aggettivo pare più prestarsi a un crimine che a uno strumento di offesa o di difesa.
[18 settembre 2022]

Né Pio XII, né Paolo VI: lo disse Pio XI
Di ritorno dal Kazakistan, papa Francesco sull’aereo dice ai giornalisti che «la politica è una delle forme più alte di carità» e dichiara di non ricordare se tale definizione sia da attribuirsi a Pio XII o a san Paolo VI. Vaticanisti e teologi al seguito se la bevono. Invece la frase «La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio» è di Pio XI. Papa Montini si limitò a riprenderla. Fu pronunciata da papa Ratti durante un’udienza concessa ai dirigenti della Federazione universitaria cattolica italiana il 18 dicembre 1927, come si evince da Discorsi di Pio XI (Società editrice internazionale, volume I, pagina 745) e dall’Osservatore Romano (23 dicembre 1927).
[15 settembre 2022]

Francesco Specchia sbaglia culo
Su Libero, Francesco Specchia sbaglia culo. Infatti conclude così un suo articolo: «Da cronisti non possiamo che registrare che una campagna elettorale cosi (sic) amabilmente virulenta (nonché esaltata all’infinito dai social), non si vedeva forse dal 1948. Ossia da quando Togliatti prometteva alle masse di prendere Mario Scelba “a calci nel sedere, ma con gli scarponi chiodati”. Quando si dice la lezione della Storia...». Mica era matto, il Migliore: il ministro dell’Interno gli avrebbe scatenato contro i suoi celerini. Palmiro Togliatti preferiva prendersela con i miti, dunque nel 1948, in un comizio tenuto a Roma (secondo altre testimonianze a Sesto San Giovanni) si accontentò di lanciare questa profezia: «Voi sapete che io amo camminare in montagna attrezzato di tutto ciò che è necessario per scalare i pendii, compresi gli scarponi chiodati. Vi prometto che dopo le elezioni con quegli scarponi prenderò l’austriaco cancelliere a calci nel sedere». Parlava del presidente del Consiglio democristiano, Alcide De Gasperi, già deputato alla Dieta tirolese di Innsbruck. Ma il 18 aprile dello stesso anno anche il segretario del Pci si accorse di aver sbagliato culo: perse le elezioni. Del resto, alla minaccia di Togliatti pare che De Gasperi avesse replicato in romanesco: «Viè qua! Si’ te pijo te sdrumo!».
[18 settembre 2022]

Strage reale su Rai News
Da Rai News: «Le immagini dell’arrivo alla Westminster Abbey, per i funerali di Elisabetta, di Camilla, Kate e dei suoi primi due figli George e Charlotte». Esequie cumulative per cinque morti.
[19 settembre 2022]

Brano Scelzo dal Corano (ma non c’è)
Angelo Scelzo, ricordando papa Luciani sul Mattino, si occupa anche delle sue clamorose parole all’Angelus del 10 settembre 1978 (su Dio che «è madre») e sostiene che «passò inosservata, invece, in quello stesso Angelus, una novità ben più considerevole e importante, la citazione, per la prima volta, dalle finestre del palazzo apostolico, di un passo del Corano, il testo sacro dell’Islam: C’è una notte nera, una pietra nera e sulla pietra una piccola formica; ma Dio la vede e non la dimentica». Al netto delle virgolette mancanti nella citazione, concordiamo con il giornalista vicino alla Comunità di Sant’Egidio, già attivo in diversi ruoli della comunicazione vaticana: la frase passò inosservata. Ma solo perché si tratta di un proverbio arabo, di cui non v’è traccia nel Corano. Nessuna disattenzione allora, a fronte del pressappochismo odierno.
[4 settembre 2022]

Creso vola nell’alto dei cieli
Il Fatto Quotidiano parla di un sondaggio svolto fra 200 imprenditori e manager presenti al Forum Ambrosetti di Cernobbio: «La stragrande maggioranza di loro si è dichiarata contraria alla messa al bando degli aerei privati. Non ce lo saremmo mai creso». Frase surreale, tuttavia rende l’idea.
[6 settembre 2022]

Per la pace devono tacere le armi. Ma va?
Titolo d’apertura in prima pagina sull’Osservatore Romano: «La pace è possibile quando tacciono le armi e comincia il dialogo». Se invece la pace è possibile quando parlano le armi, dicesi miracolo.
[19 settembre 2022]

Latinorum quotidiano
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Francesco: “Creatività per la pace in Ucraina”. Ma intanto i russi fanno morti in un ospedale e Kiev esclude il negoziato. Quella del Papa è vox clamans in deserto». Nel Vangelo di Giovanni (1, 23) il Battista si definisce «ego vox clamantis in deserto», non clamans: voce di uno che grida nel deserto. Versione unanime nel testo greco e nelle traduzioni latine di Isaia (40, 3), che viene citato anche dai Vangeli di Matteo (3, 3), Marco (1, 3) e Luca (3, 4). Meglio astenersi dal latinorum, almeno in prima pagina.
[19 settembre 2022]

Coccia sa vendersi bene
«Oh! Vi devo raccontare una cosa, anzi un paio», cerca d’ingolosire (su Facebook) i suoi lettori Massimiliano Coccia, collaboratore dell’Espresso, controverso autore della campagna mediatica condotta dal settimanale contro il cardinale Giovanni Angelo Becciu. «Come saprete il 14 giugno è uscito “Amen” edito da Edizioni Piemme. Il libro racconta questi due anni di inchieste intorno alle vicende della Segreteria di Stato e del cardinale Becciu. Succede che questo libro fino ad ora abbia venduto bene e che vada in giro a presentarlo evitando di pubblicizzare gli eventi (mi scuso ad esempio con i tanti che non sapevano della presentazione romana) qui sopra su Facebook perché spesso i luoghi/festival dove presento il libro vengono “attenzionati” dalla cricca che ruota intorno ai Becciu». Tralasciando la competenza nell’uso dell’italiano e il fatto che Marco Damilano, l’ex direttore dell’Espresso che gli pubblicò l’inchiesta, al secondo capoverso della prefazione stesa per Amen ribattezzi Becciu con il nome Angelo Maria, anziché Giovanni Angelo, vediamo quanto «abbia venduto bene» il saggio di Coccia. Uscito nel giugno scorso, come detto, secondo la classifica di Gfk, che fa testo per tutti gli editori e che monitora i 10.000 libri più venduti, alla fine di quel mese (settimana dal 27 giugno al 3 luglio) Amen figurava nella posizione 5.593, con appena 193 copie totali. Al termine del mese successivo (settimana dal 25 al 31 luglio), era invece già sparito dai radar editoriali, il che significa, giusto per intenderci, che in quei sette giorni non aveva nemmeno raggiunto le 33 copie vendute dall’ultimo dei 10.000 titoli della classifica. Nella quale da allora non è più riapparso. Per rintracciare un avvistamento da parte di Gfk bisogna risalire al 24 luglio, quando Amen risultava fermo a 355 copie. Se questo è vendere bene, sospettiamo che Coccia abbia un concetto tutto suo del bene e del male.
[15 settembre 2022]

L’ora esatta di Askanews
Notizia dell’agenzia Askanews in vista dei funerali della regina Elisabetta II: «La famosa campana dell’Elizabeth Tower suonerà una volta per segnare l’inizio del minuto di silenzio alle 20:00 ora locale (le 19:00 in Italia), e di nuovo per segnarne la fine, ha confermato il Parlamento britannico in una dichiarazione». Conoscendo la proverbiale puntualità britannica, facciamo notare che quando a Londra battono le ore 20, a Roma sono le 21, non le 19.
[18 settembre 2022]

Una gittata sull’incendio
Sottotitolo dal sito della Repubblica: «Il responsabile dei pompieri racconta i rischi e il lavoro per spegnere il rogo alla Nitrolchimica: “Un mezzo arrivato da Linate con una gittata da duemila litri di acqua e schiume ci ha permesso di contenere le fiamme”». Per fortuna che non è vero: dicesi gittata la distanza coperta dal lancio di un proiettile. I sostantivi corretti da usare erano capacità o portata.
[9 settembre 2022]

Monda cita e ribattezza
Sull’Osservatore Romano, il direttore Andrea Monda, che ama citare molto forse aspirando a emulare il cardinale Gianfranco Ravasi, commenta il viaggio del Pontefice in Asia centrale con un editoriale di 5.373 battute, di cui oltre la metà (per l’esattezza 2.788) è costituita da brani altrui, casualmente quasi tutti di papa Francesco. E quando non copia sbaglia. Ricorda infatti il dibattito, «già alla fine degli anni ’90», di Joseph Ratzinger «con Jurgen Habermas», mentre la celebre discussione del cardinale con il filosofo Jürgen Habermas ebbe luogo il 19 gennaio 2004. In fatto di pressappochismo anagrafico, Monda tocca il vertice con l’evocazione del «piccolo principe di Sant’Exupery», che sarebbe Antoine de Saint-Exupéry. Ora pro nobis.
[15 settembre 2022]

«Migliaia» per La Stampa è maschile
Dal sito della Stampa: «“È morta un’anziana signora. Mi dispiace”. Tra i centinaia di migliaia di messaggi di condoglianze alla famiglia reale per la scomparsa di Elisabetta II, Alessandro Gassmann ricorda su Twitter la regina di Inghilterra, al trono per oltre 70 anni, chiamandola “anziana signora”». Il gender dilaga.
[10 settembre 2022]

Confratelli d’Italia a spanne
Con sprezzo del pericolo, Gianni Gennari su Avvenire torna a occuparsi di storia in una bizzarra rubrica intitolata Confratelli d’Italia e si dedica al più grande papa umanista, Niccolò V, ma con errori. «Tempi duri. Nel 1449 a Basilea spunta persino un antipapa, Felice V», scrive l’ex prete Gennari; arronzando, perché Amedeo VIII, duca di Savoia, venne eletto contro Roma il 5 novembre 1439 dal concilio di Basilea, mentre il 1449 è la data della sua rinuncia al papato e del riconoscimento come cardinale da parte di Niccolò V. Gennari si sofferma poi sul giubileo del 1450 e scrive che «la giornata di Pentecoste fu solenne anche per la canonizzazione di San Bernardino: vennero a Roma 3.500 frati tutti insieme, e persino santa Rita da Cascia”. Sorvolando sull’alternanza di maiuscole e minuscole tra San e santa, l’improbabile pellegrinaggio romano di Rita da Cascia, all’epoca quasi sicuramente morta da qualche anno, è soltanto una pia tradizione.
[17 settembre 2022]

Un paese trasformato in azienda (sbagliata)
«Addio all’ex presidente degli imprenditori veneti. È stato stroncato da un infarto nello stabilimento della società Minerve in provincia di Verona», annuncia la pagina Facebook della Stampa. Ma Andrea Riello è morto prematuramente nella sua azienda, la Riello Sistemi, a Minerbe, località della Bassa veronese.
[13 settembre 2022]

Fatti, disfatte e teste dure
Editoriale di Alessandro De Angelis, vicedirettore dell’Huff Post, sulla Stampa: «Morale: i fatti, con la loro testa dura (diceva il compagno Lenin), raccontano di una disfatta russa nel Donbass proprio nei giorni Putin ne aveva annunciato la conquista (15 settembre)». Tutto chiaro.
[12 settembre 2022]

L’Espresso senza corona
Dalla pagina Facebook dell’Espresso, sommario a corredo del titolo «Elisabetta II, la regina dell’immaginario. Così è stata raccontata dal cinema e dalla tv»: «La serie “The Croun”, il film da Oscar “The Queen”, il documentario “Royal Family”: esperimenti audaci e rappresentazioni tradizionali». Sicuri di non avere The Clown in redazione? (La serie s’intitola The Crown).
[8 settembre 2022]

L’indovinello di Churchill
«Insomma: se dell’affondo di Letta il presidente si è rallegrato o, viceversa, ne avrebbe fatto volentieri a meno è – parafrasando Churchill – un rebus avvolto in un enigma all’interno di un mistero», scrive Ugo Magri sulla Stampa. Parafrasi imprecisa. Secondo la versione offerta dalla Bbc, nel suo primo discorso pronunciato in tempo di guerra, il 1° ottobre 1939, il premier britannico Winston Churchill espresse la sua opinione sulle intenzioni russe come «a riddle wrapped in a mystery inside an enigma», ovvero «un indovinello avvolto in un mistero dentro un enigma». Riddle in inglese significa appunto indovinello, e non rebus, sostantivo di origine latina che in quella lingua si scrive come in italiano.
[9 settembre 2022]

La Repubblica sopravvaluta Raffaella Carrà
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «Raffaella Carrà raffigurata sulle monete da 5 euro dal 2023». Sopravvalutata: la moneta che verrà coniata sarà da 2 euro. Anche perché da 5 euro esistono solo le banconote.
[5 settembre 2022]

Marcegaglia conosce poco il suo paese
Michela Proietti intervista sul Corriere della Sera l’ex presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, che racconta: «Sono cresciuta a Gazoldo degli Ippoliti, 1500 abitanti in provincia di Mantova». Spiace per Marcegaglia, e anche per Proietti che prende per buone le sue parole, ma Gazoldo degli Ippoliti aveva all’incirca quel numero di abitanti nel 1901. Al 31 dicembre 2020 erano esattamente il doppio: 3.000. Ed erano già più di 2.000 mentre lei, nata nel 1965, cresceva.
[3 settembre 2022]

Geografia dell’Avvenire
Paolo Ferrario riporta su Avvenire che «Giampiero Agresti, agricoltore toscano di 50 anni di Santomato, in provincia di Pistoia, è morto schiacciato dal trattore che stava guidando». Santomato più che altro è una frazione del Comune di Pistoia. Nello stesso servizio, Ferrario aggiunge: «A perdere la vita è stato Valerio Beccaro, 55 anni, caduto dal tetto di un centro di distribuzione di Poste italiane a Ponsacco, in provincia di Livorno». No, Ponsacco è in provincia di Pisa.
[7 settembre 2022]

Che c’entrano i Beatles con il Quadraro?
Nel commentare l’accoglienza riservata nella romana piazza dei Consoli a Jean-Luc Mélenchon, politico francese di radici comuniste, Stefano Cappellini osserva sulla Repubblica: «Pare sia arrivato John Lennon». Probabilmente il cronista è un fan dei Beatles o forse voleva ironizzare sul fatto che il francese rappresentasse dei fantasmi (Lennon morì nel 1980). Certo, come peraltro si legge nell’articolo, il rione del Quadraro dove si è svolto il comizio è da sempre noto come uno dei centri della Resistenza («già “nido di vespe” per i nazisti occupanti», annota Cappellini), e magari meritava una citazione meno pop e più storica.
[8 settembre 2022]

Non è un Lupo di mare e neppure di lago
Incipit di un articolo dello scrittore Giuseppe Lupo sul Sole 24 Ore: «Quando si arriva a Sarnico, sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo, capita di imbattersi in una rotonda stradale che contiene, al centro, un motoscafo Riva Ariston 56». Riva Ariston 56 sembrerebbe indicare o una versione o i piedi del natante. Ma le versioni dell’Ariston certamente non sono così numerose e 56 piedi equivalgono a 17 metri, un po’ troppi per un motoscafo degli anni Cinquanta (che infatti è lungo 6,25 metri). Quindi si tratta solo dell’anno in cui fu realizzata la barca vista da Lupo. Il quale più avanti sostiene che gli scafi varati nelle acque di Sarnico vinsero «la sfida con i concorrenti americani, a partire da Chris-Crawft». Quel costruttore era Chris Craft, senza trattino, non l’impronunciabile Crawft. Andrebbe rilevata anche una pirlata di Lupo sulla strada che unisce il Sebino alla Franciacorta, ma è troppo complessa per chi non conosca i luoghi. In conclusione: né Lupo di mare, né Lupo d’acqua dolce.
[20 agosto 2022]

L’aorta non passa dal collo
Titolo dal sito della Repubblica: «Fa pipì in un giardino e il proprietario lo accoltella: “Questo non è un bagno pubblico”». Sommario: «È successo durante la Sagra della Porchetta di Ariccia. Il fendente ha mancato di pochi millimetri l’aorta del collo». Porchetta chiama maiale. Ciò premesso, esiste anche l’aorta del braccio o del piede? C’è una sola aorta, la principale arteria del corpo umano, che si dirama dal ventricolo sinistro verso il basso, terminando nelle arterie iliache. Dall’aorta originano tutti i rami arteriosi diretti ai vari distretti dell’organismo. Le due arterie che passano per il collo e portano il sangue al capo si chiamano carotidi (destra e sinistra).
[3 settembre 2022]

Ditta con la sede seppellita
Si apprende dal Quotidiano del Sud che «l’Asp di Vibo ha richiesto al sindaco Giuseppe Pizzonia l’emanazione di una propria ordinanza inerente la distruzione del cinghiale operato da una ditta, con sede a Francavilla mediante seppellimento, previa denaturazione con calce viva». Primo esempio di azienda che lavora sottoterra.
[1° settembre 2022]

Un fine che giustifica i mezzi?
Titolo dal Corriere del Trentino: «Anche le cure palliative in carcere. “Nessun rispetto per quel detenuto”. Demagri: tutti hanno diritto a un fine dignitoso». Che giustifica i mezzi?
[28 agosto 2022]

A Mephisto Waltz non ritorna in mente
Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire su Domenica del Sole 24 Ore: «Basta aspettare un momento ed ecco il miracolo, tutto torna a galla, tutto “ritorna in mente” (Lucio Battisti, 1970)». Spiace dover contraddire il luciferino maestro, ma nel brano Mi ritorni in mente (testo di Mogol) il verso «ritorna in mente» non figura. Senza contare che la canzone uscì nel 1969, non nel 1970.
[11 settembre 2022]

Per Muccino le persone sono noci
Gabriele Muccino entra a gamba tesa nell’intervista con cui Francesco Totti per la prima volta ha raccontato ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera la rottura con la moglie Ilary Blasi. Il regista se la prende con l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, che difende l’ex calciatore: «Il legale di Totti io l’ho conosciuto bene. L’ho avuta come controparte in un divorzio orribile che ha rovinato un figlio e seminato veleno per 5 anni. (...) Un divorzio portato avanti a forza di denunce penali totalmente pretestuose e inventate: 8 in tutto. (...) Erano la tattica e la strategia che questa nota avvocatessa romana adotta schiacciando vite di persone che si sono amate come fossero noci». Ma quanto si amano le noci!
[11 settembre 2022]

La Repubblica all’amatriciana
Titolino di una didascalia dalla Repubblica: «Con Ronald Regan». Didascalia: «Elisabetta accanto a Regan durante un discorso negli Usa». Dài, riprovateci, che magari alla terza vi esce Ronald Reagan.
[8 settembre 2022]

Del Domani non v’è certezza
Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian su Domani, a proposito di un incontro segreto svoltosi ad Atene fra Matteo Renzi e il principe saudita Mohammed bin Salman: «Di cosa si è parlato durante i pranzi a tavola con il principe accusato di aver dato l’ordine di aver ammazzato giornalisti dissidenti (su tutti Jamal Khashoggi, ucciso dai sauditi su ordine, dice la Cia, di bin Salman), politici e imprenditori nel bel mezzo della crisi energetica e della guerra tra Russia e Ucraina?». Dall’italiano accidentato, rileviamo un eccesso di ordine ma, soprattutto, scopriamo che bin Salman, oltre ai giornalisti dissidenti, avrebbe fatto ammazzare politici e imprenditori. Se ne possono conoscere i nomi?
[8 settembre 2022]

Il cardinale Zuppi fra parentesi
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, intervista il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, facendosi assistere nel compito da Roberto Cetera. Nelle risposte, di una prolissità esasperante (la prima conta 2.708 caratteri, 300 in più dell’«Addio monti» manzoniano), figurano le seguenti espressioni: «La pandemia (e con la pandemia della guerra) ci ha investito»; «La polarizzazione come risposta (falsa) alla complessità»; «Cominciando da se stessi (non dall’altro)»; «Una formazione culturale (non catechetica)». Tralasciando il senso del primo inciso – «(e con la pandemia della guerra)» – piuttosto esoterico, piacerebbe sapere come sia possibile parlare fra parentesi. Sua eminenza strizzava l’occhio agli intervistatori? Tracciava ogni volta nell’aria due semicerchi con gli indici? Dava un colpetto di tosse? Nel dubbio, propendiamo per la seguente spiegazione: Zuppi ha prudentemente fornito le risposte per iscritto. Al suo posto avremmo fatto lo stesso.
[3 settembre 2022]

Il tubo non è mai colpevole
Sul sito della Repubblica, Vera Mantengoli intervista l’agente di polizia Alberto Crispo, che a Venezia ha salvato una ragazza che stava per suicidarsi lanciandosi nel vuoto dall’alto di un’impalcatura della chiesa degli Scalzi (l’ha afferrata all’ultimo istante per una mano): «Non è stato facile capire il percorso, evitare gli attrezzi e salire, ma quando sono arrivato in cima l’ho vista seduta di schiena con le mani appoggiate sul tubo innocente». Premesso che nessun tubo è colpevole, si trattava di un tubo Innocenti, dal cognome di Ferdinando Innocenti, l’ingegnere honoris causa che lo progettò negli anni Trenta, quando ebbe dal Vaticano l’incarico di realizzare gli impianti d’irrigazione dei giardini nella residenza estiva pontificia di Castel Gandolfo. Innocenti nel 1947 riconvertì la sua fabbrica e avviò la produzione della Lambretta.
[3 settembre 2022]

Si scrive Estée Lauder
«Estee Lauder. Su le vendite dei cosmetici già dal 2023», titola in prima pagina Verità & Affari. Il nome senza accento è ripetuto nel richiamo nonché nel titolo e nel testo di Giuliano Longo all’interno, per un totale di ben 9 volte. Segno che chi ha passato l’articolo ignora l’esatta identità dell’imprenditrice statunitense che fondò l’azienda di cosmetici e profumi: Estée Lauder (vero nome: Josephine Esther Mentzer).
[19 agosto 2022]

Michela Tamburrino a tutto gas
Nel presentare sulla Stampa i palinsesti Rai, Michela Tamburrino, forse suggestionata dalla crisi energetica provocata dalla Russia, trasforma Alberto Matano in Alberto Metano. Poi si sofferma su «“un talent di parole usando il vocabolario dell’era digitale” e sfide colte», qualificandolo quale «omaggio dichiarato a Luciano Rispoli e a Gianni Minà». Il riferimento a Rispoli ci è chiaro, non altrettanto quello a Minà.
[31 agosto 2022]

Il grano saraceno non è un cereale
«Grano saraceno, l’impatto su cuore e fegato: ciò che devi sapere sul più antico dei cereali», titola il sito di Libero. Lo svarione è ripetuto da Susanna Barberini nel filmato che accompagna la notizia, riportato anche nel testo sottostante: «Il grano saraceno è un cereale straordinario che fa parte della nostra alimentazione da secoli». In realtà il grano saraceno è il nome comune del Fagopyrum esculentum e del Fagopyrum tataricum, vegetali che appartengono alla famiglia delle Poligonacee, mentre i cereali – come grano, riso, granturco, orzo, avena, segale – sono piante erbacee delle Poacee o Graminacee. Viene associato ai cereali solo per una convenzione commerciale.
[1° agosto 2022]

Viaggiare in «topo down»
Mario Cianflone prova la cabrio Mercedes Amg SL 63 per i lettori del Sole 24 Ore: «Quando è chiusa sembra di stare su una coupé poi basta aprirla e si spalanca il mondo della guida in topo down». Una fognatura d’auto? Divertente anche il refuso nella scheda che accompagna l’articolo: «Peso Odm: 1.970 mm». Da quando il peso in ordine di marcia delle auto viene misurato in metri anziché in chilogrammi?
[7 agosto 2022]

Condizionali a capocchia
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «“Dio, se esistesse, non permetterebbe che accadrebbe quello che è successo a me”. “Non credo più in Dio”: Britney Spears spiega perché è diventata atea». E anche, con l’aiuto della redazione, analfabeta.
[7 settembre 2022]

«Gustosamente ironico» non si sa perché
Enrica Lattanzi redige su Avvenire la cronaca del saluto che la diocesi di Como ha rivolto al proprio vescovo, Oscar Cantoni, elevato alla dignità cardinalizia da papa Francesco, e specifica che l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, «nel suo saluto gustosamente ironico, ha raccomandato al cardinale Cantoni: “stai sempre dalla parte di chi perde, di chi è povero... Non risparmiarti e lavora, lavora per la Chiesa”». Non si comprende che cosa ci sia di ironico in queste parole. A meno che Lattanzi non intendesse riferirsi a ben altre affermazioni fatte nella circostanza da Delpini («Neanche il Padre Eterno sa che cosa pensino i gesuiti... Il Papa deve aver pensato che l’arcivescovo di Milano ha già tanto da fare... Il Papa ha pensato: quei bauscia di Milano non sanno neanche dov’è Roma, è meglio che non li coinvolga troppo nelle cose del governo della Chiesa universale... Il Papa è tifoso del River, che non ha mai vinto niente, quindi forse ha pensato che quelli di Como potrebbero essere un po’ in sintonia, perché si sa che lo scudetto è a Milano»), delle quali però non vi è alcuna traccia su Avvenire. E comunque Jorge Mario Bergoglio tifa per il San Lorenzo (rectius: Club Atlético San Lorenzo de Almagro).
[1° settembre 2022]

Ci risiamo con «le vene e i polsi»
«Il compito che aspetta il nuovo esecutivo è però da far trenare le vene ai polsi», osserva L. Ip. sul Corriere della Sera, parlando della premier britannica Liz Truss. Tralasciando il refuso trenare/tremare, spiace doversi ripetere, ma la citazione dantesca è «ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi». Polsi in questo passo della Divina Commedia sta per arterie, derivando da pulsum, participio passato del verbo latino pello. «Una dittologia sinonimica: le due parole, in sostanza, sono assunte come sinonimi», ci erudisce l’Accademia della Crusca.
[6 settembre 2022]

La peste bubbonica secondo Nuzzi
Nella sua rubrica I grandi gialli, su Specchio della Stampa, Gianluigi Nuzzi rinverdisce la leggenda di Giulia Tofana, cortigiana e fattucchiera alla corte di Filippo IV di Spagna che mise a punto un veleno micidiale, chiamato appunto acqua tofana. Nuzzi parla di «lunghi e acuti dolori di pancia e intestino che accompagnano dal primo all’ultimo giorno». Se sono dolori di pancia, non possono che essere intestinali. Poi cita «la peste bubbonica, diffusasi proprio nel XVII° secolo su scala mondiale». Precisato che i numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali (l’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche), va rilevato che la peste bubbonica, così chiamata perché provoca ingrossamento e suppurazione dei linfonodi, dilagò dall’Oriente in tutta Europa molto prima del 1600. Infatti Giovanni Boccaccio nel 1353 ne riferiva nel suo Decameron, precisando che pervenne «nella egregia città di Fiorenza» e descrivendola così: «Quasi nel principio della primavera dell’anno predetto orribilmente cominciò i suoi dolorosi effetti, e in miracolosa maniera, a dimostrare. E non come in Oriente aveva fatto, dove a chiunque usciva il sangue del naso era manifesto segno di inevitabile morte: ma nascevano nel cominciamento d’essa a’ maschi e alle femine parimente o nella anguinaia o sotto le ditella certe enfiature, delle quali alcune crescevano come una comunal mela, altre come uno uovo, e alcune più e alcun’altre meno, le quali i volgari nominavan gavoccioli. E dalle due parti del corpo predette infra brieve spazio cominciò il già detto gavocciolo mortifero indifferentemente in ogni parte di quello a nascere e a venire: e da questo appresso s’incominciò la qualità della predetta infermità a permutare in macchie nere o livide, le quali nelle braccia e per le cosce e in ciascuna altra parte del corpo apparivano a molti, a cui grandi e rade e a cui minute e spesse». (Giorno 1, Introduzione).
[4 settembre 2022]

Luigi XVI combatteva 62 anni prima di nascere
Dal sito della Repubblica: «Archeologia, ritrovati nella Manica relitti della flotta di Luigi XVI. Risalgono al 1692 quando le imbarcazioni furono annientate nella battaglia di Hogue». Considerando che il re di Francia nacque nel 1754, cioè 62 anni dopo, la scoperta ci pare a dir poco eccezionale. (Comunque la battaglia avvenne presso La Hougue, in Normandia).
[29 agosto 2022]

A ogni morte di papa mica tanto
Sul quotidiano Alto Adige, il vaticanista Luigi Sandri a proposito della beatificazione di Giovanni Paolo I ragiona sulla santità papale e sul brevissimo regno di Albino Luciani, e scrive che il suo «non fu il più breve pontificato degli ultimi secoli. Il primato spetta a Leone XI che nel 1605 morì dopo soli 26 giorni di papato». Ma il giornalista dimentica che nel 1590, cioè solo 15 anni prima, Urbano VII fu papa per 12 giorni, mentre per 21 giorni lo era stato Marcello II nel 1555. Fu per lui che Pierluigi da Palestrina compose la celeberrima Missa papae Marcelli, e sempre a lui l’erudito Onofrio Panvinio applicò il virgiliano Ostensus est nobis non datus («Ci è stato mostrato, non dato»), come ricordò il 6 ottobre 1978 il cardinale Joseph Ratzinger celebrando una messa a Monaco in suffragio del Papa scomparso otto giorni prima. E di Luciani parlò poi il 22 agosto 1979 il suo successore Giovanni Paolo II dicendo che era stato Ostensus magis quam datus («Mostrato più che dato»), come si legge sul sontuoso sepolcro di Leone XI nella basilica vaticana. E ancora in San Pietro, nelle cosiddette Grotte, vi sono anche la tomba di Marcello II, ricavata da un austero sarcofago antico e, proprio di fronte, quella di Giovanni Paolo I, non proprio un capolavoro.
[5 settembre 2022]

Di solito, anzi sempre
Luca Bottura nella sua rubrica Minimum pax sulla Stampa: «Salvini stupito per le parole su un canale Telegram con cui l’ex premier russo Medvedev ha invitato gli elettori a punire il Governo Draghi: “Di solito me le ha sempre scritte in privato”». Bottura, scelga: o si scrive di solito, o si scrive sempre. Più avanti: «Berlusconi ha detto ieri che è intenzionato a riaprire la ricerca sul nucleare: evidente il Viagra ha smesso definitivamente di fare effetto». Semmai evidentemente: mente mancante.
[19 agosto 2022]

Uncinetto finlandese
Sul Corriere della Sera, Greta Privitera si occupa della vivace premier finlandese Sanna Marin, «l’enfant prodige diventata prima ministra nel 2019, a 34 anni, che fino a ieri ha ammagliato l’Europa». Come governare all’uncinetto.
[24 agosto 2022]

Di Cesare, l’Io narrante
Donatella Di Cesare insiste sul Fatto Quotidiano nell’esercizio che meno le si attaglia, la scrittura, notificandoci, in ordine alle prossime elezioni, che «la narrazione è frammentaria, lacunosa, a tratti incomprensibile, certo non condivisa». Dopo appena 75 parole, specifica che «dove non c’è apertura e dialogo, dove non c’è una narrazione condivisa (che non vuol dire accordo) sia nei problemi complessi sia nelle prospettive future, non ci si può aspettare il voto». Chiamate i fratelli Grimm. (Passata una settimana, Di Cesare concede il bis: «E così si può almeno sperare che, nonostante il martellamento propagandistico, questa narrazione alla fine tenga». Tiene tiene. Anche troppo).
[27 agosto e 4 settembre 2022]

Nuova numerazione romana
Dalla pagina Facebook di Vanity Fair: «Johnny Depp, la prima foto nei panni del Re Luigi VX lascia a bocca aperta». E più ancora lascia a bocca spalancata il fatto che l’inesistente numero romano sia stato copiato pari pari da molti altri siti, come Informazione.it e Zazoom.it.
[12 agosto 2022]

Sbagliare le strade di gusto
Pagina di pubblicità sulla Stampa: «Le Strade del Gusto. Viaggio alla scoperta delle eccellenze del Lago di Garda». Peccato che la soprastante cartina dell’Italia posizioni il Benaco grosso modo sotto il lago di Como. Come sbagliare strade di gusto.
[11 agosto 2022]

Dante, chi era costui?
Secondo Francesco Verderami (Corriere della Sera, rubrica Settegiorni), «c’è un motivo se a Meloni “tremano le vene ai polsi”». Non ne dubitiamo, ma, visto che è posta fra virgolette, rileviamo che la citazione dalla Divina Commedia di Dante Alighieri è sbagliata: «Vedi la bestia per cu’ io mi volsi; / aiutami da lei, famoso saggio, / ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi». (Inferno, Canto primo, 88-90).
[3 settembre 2022]

Vaticanista alla vaccinara
Sulla Repubblica, Orazio La Rocca scrive di Giovanni Paolo I ma, chiudendo un occhio su un inedito «Giovanni Paoli I» (nome e cognome?), bisogna rilevare che nella foga agiografica il vaticanista, zelante ma poco accurato, sbaglia scrivendo che il futuro papa fu «semplice parroco a Belluno», e più avanti insiste sul «giovane parroco bellunese». Albino Luciani non fu mai parroco, ma solo vicario cooperatore prima a Forno di Canale, il paese dov’era nato (e che dal 1964 è diventato Canale d’Agordo), e poi ad Agordo. In seguito a Belluno fu vicerettore del Seminario Gregoriano, insegnante di dogmatica, diritto canonico e arte sacra, procancelliere vescovile della diocesi, provicario generale, direttore dell’Ufficio catechistico, assistente della Gioventù femminile di Azione cattolica, vicario generale e canonico. La Rocca si sofferma sui «33 giorni da Pontefice con omelie “rivoluzionarie” come quella con cui parla di Dio padre “ma anche madre”, 4 udienze generali». Anche qui, chiuso l’altro occhio sull’improbabile italiano, bisogna ricordare al giornalista che il 10 settembre 1978 il Papa non tenne un’omelia bensì parlò all’Angelus e disse che Dio «è papà; più ancora è madre». Pensavamo a un problema di memoria. Invece si tratta di ignoranza, della quale il vaticanista La Rocca dà ulteriore prova due giorni dopo, quando nel servizio sulla beatificazione torna a riferirsi a papa Luciani come «uomo della “Chiesa dei poveri”, emerso da parroco a Belluno».
[3 settembre 2022]

Quanti stupidi sul lago di Como
Dal sito di Tgcom 24: «A pochi giorni dal loro secondo matrimonio, Jennifer Lopez e Ben Affleck sono volati in Italia per la luna di miele. I due sono ospiti a Villa Oleandra, la residenza di George Clooney a Laglio, sul lago di Como. Molti abitanti della zona sono rimasti stupidi nel vederli in coda in una gelateria di Menaggio». Stupidi erano e stupidi rimangono.
[26 agosto 2022]

Draghi si è dimesso di tua volontà
«È stato un bene che Draghi abbia fatto il suo discorso al Meeting di Rimini», fa sapere Concita De Gregorio nella sua rubrica sulla Repubblica. «Difatti si sono diffuse parecchie voci la più ridicola delle quali è che se ne sia andato di tua volontà perché era stanco». E io che c’entro?
[25 agosto 2022]

Currite, frates
Dalla Gazzetta dello Sport: «Il posto di Jacobs in seconda frazione è stato preso da Wanderson Polanco, 24enne sardo di origini domenicane». Corre in saio e sandali? Tutt’al più sarà di origini dominicane, cioè nativo della Repubblica Dominicana.
[19 agosto 2022]

Francesco, non Ferruccio
Nel commentare in questa rubrica un titolo dal sito della Repubblica («“Spari in strada a Sasso Pisano, ucciso un morto. Potrebbe trattarsi di un regolamento di conti”. Sì, tra Ferruccio Ferrucci e Fabrizio Maramaldo»), Stefano Lorenzetto incorre in un lapsus calami: il condottiero fiorentino che difese la sua città e fu ucciso nel 1530 a Gavinana si chiamava Francesco Ferrucci, non Ferruccio. Di lui è rimasta la famosa frase rivolta a Maramaldo nell’attimo in cui fu da questi gravemente ferito e poi lasciato nelle mani dei soldati perché lo finissero: «Tu ammazzi un uomo morto».
[2 settembre 2022]

Epitome, non epitoma
Massimo Gandolfini sulla Verità: «In ossequio a quel Publio Flavio Vegezio Renato, scrittore romano del V secolo, passato alla storia per il suo epitoma “si vis pacem para bellum”». Epitoma è la terza persona singolare del verbo epitomare (compendiare, riassumere). Il sostantivo corretto, femminile, è epitome (compendio di un’opera di notevole vastità).
[19 agosto 2022]

Aerazione, non areazione
Sommario dal Fatto Quotidiano, a corredo di un servizio sulla pandemia: «Obiettivi falliti, numeri sballati dalle regioni, 2,6mln a rischio senza richiamo, 9 impianti d’areazione in classe». A parte «2,6mln», formula astrusa persino per i contabili, fin dal 1884 si scrive aerazione o, più raro, aereazione.
[13 agosto 2022]

Si muore (ammazzati) sempre meno
Incipit di un editoriale della filosofa Michela Marzano sulla Stampa: «Oggi, in Italia, una donna muore ammazzata ogni settanta ore». Vediamo. In Italia nel 2021 sono stati commessi 295 omicidi volontari. Lo ha detto il primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022: «Nel 1991 gli omicidi in Italia furono quasi 2.000. In seguito sono lentamente ma progressivamente diminuiti riducendosi a 359 nel 2018, 317 nel 2019, 287 nel 2020». Una donna uccisa ogni 70 ore significa che ne morirebbero circa 125 l’anno, ben meno della metà delle persone che complessivamente perdono la vita in modo violento. Invece, secondo l’Istat, «le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2020 in Italia sono state 116, lo 0,38 per 100.000 donne». Andrebbe semmai segnalato che la serie storica degli omicidi per genere mostra come siano soprattutto le uccisioni di uomini a essere calate in 26 anni (da 4 per 100.000 maschi nel 1992 a 0,7 nel 2018). Anche le donne vittime di omicidio sono in leggera flessione (da 0,6 a 0,4 per 100.000 femmine). Ma questa è più difficile da dire.
[20 agosto 2022]

Un gatto al volante
Sulla Repubblica, Daniele Raineri si occupa dell’uccisione di Daria Dugina, figlia di Aleksandr Dugin, ideologo e propagandista di stretta osservanza putiniana: «L’attentatrice sarebbe una donna ucraina di 43 anni, Natalia Pavlovna Vovk, che lavorerebbe per conto dei servizi segreti ucraini e che sarebbe entrata in Russia il 23 luglio assieme alla figlia di dodici anni, Sofia, e a un gatto alla guida di una Mini Cooper». Strano. Negli ultimi tempi ci pareva di vedere soprattutto cani al volante.
[23 agosto 2022]

Campionato ungherese
La Gazzetta dello Sport dedica la copertina all’avvio del campionato di calcio italiano, con un fotomontaggio di Osimhen, Di Maria, Leao, Lukaku e Dybala in spiaggia e il titolo «Un mare di gol». Però Leao regge una tavola da surf con i colori dell’Ungheria a bande verticali: rosso, bianco, verde. Invece il nostro tricolore è, partendo da sinistra, verde, bianco, rosso. Ma forse i calciatori stranieri non lo sanno.
[13 agosto 2022]

«Ucciso un morto», che sia Ferruccio Ferrucci?
Titolo dal sito della Repubblica: «Spari in strada a Sasso Pisano, ucciso un morto. Potrebbe trattarsi di un regolamento di conti». Sì, tra Ferruccio Ferrucci e Fabrizio Maramaldo.
[19 agosto 2022]

Travaglio ad accento variabile
Nel suo editoriale in prima pagina, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, scrive per quattro volte perchè, con l’accento grave anziché acuto. Nel medesimo articolo, cita i politici Gianfranco Miccichè e Daniela Santanchè, però con l’accento acuto anziché grave sulla e dei rispettivi cognomi (l’esatta grafia compare nell’Enciclopedia Treccani). Ne deduciamo che per Travaglio ciò che è grave non è acuto e ciò che è acuto non è grave. Per fortuna non ha fatto il medico.
[29 agosto 2022]

Mais oui, je suis Mambertì
Rimanendo agli accenti sparsi a casaccio, François De Tonquédec sulla Verità ha l’abitudine di scrivere «cardinale Mambertì», con l’accento sulla lettera finale del cognome. In realtà, il porporato, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, si chiama Dominique Mamberti. Benché nato a Marrakech, in Marocco, proviene dal clero della diocesi di Ajaccio, ma questo non autorizza a trasformargli l’identità sulla base di un’improbabile pronuncia alla francese, tanto più se ti chiami De Tonquédec. Il quale come cronista di giudiziaria pare alquanto impreciso anche su altre e ben più rilevanti questioni. Secondo lui, il processo che in Vaticano vede fra gli imputati il cardinale Angelo Becciu «riprenderà nelle prossime settimane con oltre 2.000 testimoni». La cifra è gonfiata, all’incirca di un 1.000 per cento in più: sono 180, secondo quanto ebbe a dichiarare in aula Giuseppe Pignatone, presidente del tribunale dello Stato della Città del Vaticano.
[28 agosto 2022]

Io sono me, cioè Calenda
Incipit dell’intervista che Carlo Calenda, leader di Azione, ha concesso a Paola Di Caro del Corriere della Sera: «In campo “non ci sono solo due poli, non si sta giocando una partita tra destra e sinistra. Ce ne sono quattro, guidati da Meloni, Letta, Conte ed io”». Su due monosillabi, uno è sbagliato: doveva dire «e me».
[15 agosto 2022]

Repetita iuvant
Conclusione di un servizio di Caterina Maniaci su Libero, in cui cita il romanzo thriller La stazione di Jacopo De Michelis: «Una discesa agli inferi che è diventato un best seller e una guida nella Milano che non ti aspetti. Una discesa agli inferi che è diventato un best seller e una guida nella Milano che non ti aspetti». Abbiamo capito.
[13 agosto 2022]

È Veio, non Vejo
Sul Corriere della Sera, in un’intervista con il professor Luigi Boitani, massimo studioso di lupi in Europa, Stefano Lorenzetto fa elencare allo studioso le località in cui sono stati avvistati. Fra queste si legge «Vejo». Benché il toponimo sia spesso citato con questa grafia, l’antica città etrusca a nord di Roma si chiama Veio.
[13 agosto 2022]

Il Giusto della nazione non esiste
Giorgio Dell’Arti riferisce sul Fatto Quotidiano che il padre di Piero Angela, Carlo, nella sua veste di direttore della Villa Turina Amione di San Maurizio Canavese (Torino) «salvò decine di ebrei ricoverandoli in clinica», facendoli «passare per matti». E aggiunge: «Israele lo ringraziò con il titolo di Giusto della nazione». In realtà i non ebrei come Carlo Angela che hanno corso grandi rischi per salvare vite umane durante l’Olocausto, e ora sono onorati nello Yad Vashem di Gerusalemme, si chiamano «Giusti tra le nazioni».
[14 agosto 2022]

Un giornale un po’ così
Titoli da un’unica edizione di Domani: «Così la sinistra e il Pd si sono illusi di poter attrarre il ceto medio». «Così Berlusconi ha rinunciato al ruolo di federatore di centro». «Così sta arrivando l’autunno più caldo». Un giornale un po’ così.
[14 agosto 2022]

Specializzati in testate
Titolo da Prima Comunicazione: «Design, viaggi e tanta cura arriva ‘L’inkiesta eccetera’». Ma la testata online, come peraltro precisato nel testo, si chiama Linkiesta, senza apostrofo. Per un mensile specializzato in notizie sui mass media, l’insufficienza è d’obbligo: 5.
[luglio-agosto 2022]

Il nigeriano ha un connazionale libico
E.F. sulla Stampa riferisce dell’«accoltellamento di un trentenne nigeriano da parte di un connazionale libico». Effetti della globalizzazione.
[10 agosto 2022]

Le elezioni in autunno e in inverno
Sulla Stampa, Ugo Magri scrive che per via della crisi di governo «rotoleremo disordinatamente al voto in autunno, quando ci sarebbero mille altre questioni più urgenti da affrontare: circostanza mai accaduta nella storia d’Italia». Avrebbe dovuto scrivere «mai accaduta nella storia della Repubblica». Infatti, durante il Regno d’Italia, che le elezioni politiche si svolgessero in pieno autunno e talvolta in inverno era quasi la norma. Ecco l’elenco delle consultazioni nelle stagioni fredde: 27 gennaio e 3 febbraio 1861; 22 ottobre 1865; 25 novembre 1866 (in Veneto e a Mantova, dopo l’annessione al Regno d’Italia); 10 marzo 1867; 20 e 27 novembre 1870; 8 e 15 novembre 1874; 5 e 12 novembre 1876; 29 ottobre e 5 novembre 1882; 23 e 30 novembre 1890; 6 e 13 novembre 1892; 6 e 13 novembre 1904; 7 marzo 1909; 26 ottobre e 2 novembre 1913; 16 novembre 1919.
[15 luglio 2022]

Incendio sprinter
Il Giornale riferisce di un incendio nell’hotel Bulgari di Milano: «Sul posto sono arrivati sei mezzi dei vigili del fuoco. Saranno loro stessi che più tardi spiegheranno, infatti, come sia stato l’efficace sistema di sprinter dell’impianto antincendio» a impedire che le fiamme si propagassero. Ne deduciamo che a Milano i mezzi dei vigili del fuoco parlano. Quanto allo sprinter, sostantivo che significa scattista, tenderemmo a escludere che si trattasse di un pompiere velocista. La valvola che spruzza automaticamente l’acqua quando la temperatura dell’ambiente dove è installata supera una determinata temperatura, azionando simultaneamente l’allarme, si chiama sprinkler (spruzzatore in inglese).
[26 luglio 2022]

I mariti immaginari di Jane Fonda
«Jane Fonda: “Io single da tanti anni. Adesso so cosa voglio sotto le lenzuola”», titola il sito del Fatto Quotidiano. Nel testo, Luca Guarneri spiega che l’attrice, sposata tre volte, «nel 1965 decise di convolare a nozze con Roger Adim» e precisa: «Ultimo matrimonio, durato fino al 2001, quello con Ted Tarner». Tenuto conto che i due ex mariti di cognome fanno Vadim e Turner, diremmo che da tanti anni, grazie a Guarneri, la signora ignora con chi ha avuto a che fare sotto le lenzuola.
[24 luglio 2022]

Modignani non è Modigliani
Marco Gasperetti sul Corriere.it intervista Clementina Spinelli, ragazza calabrese che studia a Siena, alla quale due vandali hanno rubato la carrozzina elettrica, distruggendola. Ultima domanda: «Qualche desiderio?». Risposta: «Mi piacerebbe conoscere gli autori che leggo continuamente. Come Casati Modigliani». Ma la scrittrice in questione si chiama Sveva Casati Modignani, per l’anagrafe Bice Cairati.
[26 luglio 2022]

Attenti al cane
Titolo da Leggo: «Pitbull azzanna il padre, prende il fucile e uccide il cane della vicina». Nervoso e intraprendente, il botolo.
[25 luglio 2022]

La bomba Halle di Robinson
Didascalia dalla copertina di Robinson, inserto culturale della Repubblica: «1952: Il “fungo” creato dal test sulla bomba Halle isole Marshall. Tra il 1946 e il ’62 gli Usa vi testarono 105 ordigni nucleari». Temevamo che si trattasse di una bomba atomica mai apparsa finora nei libri di storia. Poi ci siamo resi conto che era solo un test alle isole Marshall.
[16 luglio 2022]

Corbellerie
Editoriale di Maria Corbi sulla Stampa: «Lo stereo suona il singolo M’Manc del disc jockey italiano Shablo e dei rapper italiani Geolier e Sfera Ebbasta, loro la cantano mentre il tachimetro fino a toccare i 293 chilometri all’ora». Diremmo che nella subordinata manchi il verbo: s’impenna potrebbe andare bene? Poco più avanti: «I consigli dei genitori, “mi raccomando non bere”, accolti spesso con una sufficiente alzata di spalle». Sufficiente significa «che basta a soddisfare un bisogno, una necessità» (Lo Zingarelli 2023). Qui, semmai, è l’alzata di spalle ad avere un’aria di sufficienza, cioè di boria, presunzione, sussiego.
[23 luglio 2022]

L’hanno fatta partorire senza il suo consenso
Charlie, pseudonimo dietro il quale si cela un misterioso (ed eccellente) esperto di mass media, produce ogni domenica per Il Post «una newsletter sul dannato futuro dei giornali». In una delle ultime puntate, parla «della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna al risarcimento danni per diffamazione di un quotidiano locale che aveva usato informazioni mediche riservate e dati sensibili per dare la notizia di una donna che aveva partorito a 55 anni “senza il consenso della diretta interessata”». Forse un taglio cesareo mentre dormiva?
[10 luglio 2022]

Caprioli e cervi per me pari sono
Che differenza c’è fra caprioli e cervi? Nessuna, tant'è vero che sul Corriere del Trentino, in prima pagina, appare il titolo «Troppi caprioli, via libera alla caccia», ma poi nel pezzo si parla di un piano di abbattimento dei cervi.
[20 luglio 2022]

Lo sai che i papaveri sono alti, alti, alti
Didascalia dal Corriere della Sera: «Alti graduati dell’esercito iraniano ispezionano un deposito di droni sotterraneo, in una località non precisata dell’Iran». I graduati non possono essere alti: questa denominazione indica infatti i militari di grado inferiore a sergente, per esempio, nell’esercito italiano, caporal maggiore e caporale.
[13 luglio 2022]

«J’accuse» non era un libro
Incipit di un editoriale di Paolo Guzzanti sul Giornale: «Lo cacciarono usando una legge con valore retroattivo non riuscendo ad estrometterlo dalla politica con le armi della democrazia e il risultato fu che Silvio Berlusconi fu messo in un angolo. Trattato come il capitano Dreyfus il quale, benché fosse innocente, fu portato nel mezzo del quadrato militare e spogliato delle mostrine, le decorazioni e gli spezzarono anche la sciabola. Dovettero passare anni prima che la scatenata campagna di Emile Zola con il suo famoso libro J’accuse (io accuso) facesse ripetere il processo che riconosceva il capitano, la cui unica colpa era di essere ebreo, totalmente innocente dall’accusa di essere una spia tedesca». Ci permettiamo di ricordare allo stimato collega che «J’accuse» (per la precisione «J’Accuse...!») non era un libro, bensì il titolo di una lunga lettera aperta indirizzata da Émile Zola (accento acuto sulla prima e) al presidente della Repubblica francese Félix Faure, pubblicata in prima pagina dal quotidiano L’Aurore il 13 gennaio 1898.
[23 luglio 2022]

Attenti al Lupo (e agli accenti)
L’imprenditore Lupo Rattazzi, figlio della compianta Susanna Agnelli, pubblica sulla Stampa un’inserzione a pagamento di un’intera pagina, intitolata «Grazie prof. Draghi». L’unica che non ringrazia è la lingua italiana: i cinque periodi sottostanti si aprono tutti con l’avverbio Perchè, scritto con l’accento grave anziché acuto.
[22 luglio 2022]

Le terze controparti
Francesco Minnetti parla sul Sole 24 Ore di «confronto con terze controparti». O sei terzo (estraneo al rapporto) o sei controparte. «Terze controparti» ci pare una contradictio in adiecto, o contraddizione in termini che dir si voglia.
[16 luglio 2022]

Gramellini soffre il caldo
Nella sua rubrica Il Caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini scrive, a proposito della crisi di governo: «Quanto è successo in questi giorni conferma i sospetti che alcuni climatologi avanzarono già allora: Conte si è sfilato dalla maggioranza d’emergenza non certo perché fosse finita l’emergenza, ma appena il barometro ha raggiunto i 38 gradi». Il barometro misura la pressione atmosferica. È il termometro che indica la temperatura. Ci tocca perdonare Gramellini: sono gli effetti del caldo.
[21 luglio 2022]

Anche La Repubblica soffre il caldo (sui monti)
Restando in tema. La pagina Facebook della Repubblica lancia l’allarme sul «mare scaldato dal caldo che addirittura fa esplodere vecchi residuati bellici sui monti». Non preoccupatevi: ora che il mare è arrivato in montagna, sarà raffreddato dal freddo.
[15 luglio 2022]

Talmente morto che era leggermente ferito
Parlando dell’attentato mortale a Shinzo Abe, ex premier giapponese, Renato Farina su Libero ci ruba il mestiere. Becca su Corriere.it una topica poi ereditata sul Corriere della Sera, a firma Paolo Salom. Scrive Farina: «Corriere.it arriva a inventarsi un omicidio con tanto di citazione del New York Times (...): “Nel Sol Levante l’assassinio politico per secoli è stato considerato una forma ‘estrema ma accettabile’ di protesta politica. Così scrive il New York Times il 26 febbraio 1936, all’indomani dell’uccisione di Tatsukichi Minobe, docente all’Università Imperiale di Tokyo”. Una notizia forse esagerata, molto utile a confermare la teoria. Piccolo controllo. Pag. 10 del NYT del 21 febbraio 1936: “Il liberale giapponese, dr. Minobe, (...) è stato leggermente ferito”. Secondo la Treccani, in realtà Minobe morì placidamente dodici anni dopo». Tranquilli, anche il giornalismo è solo leggermente ferito. O no?
[9 luglio 2022]

L’inno di Nancy Brilli
Dal sito del Messaggero: «Nancy Brilly, contro la “prova” costume: “Fregatevene. Basta stupidi problemi”. Il messaggio di body positive è un’inno alla libertà». A parte la virgola dopo il soggetto, il sostantivo maschile con l’articolo apostrofato è un inno alla grammatica.
[13 luglio 2022]

Toponomastica newyorchese
Matteo Persivale sul Corriere della Sera indica l’indirizzo dello Studio 54 di New York: «254 West 54esima strada». Letto così, sembra che la 54esima strada abbia numeri West ed East. Intanto l’indirizzo andrebbe scritto o in italiano o in inglese, non a mezzadria. Poi il significato di 254 West 54th è «54esima strada ovest, 254». Le Avenue vanno da sud a nord, le Street da est a ovest e sono n-esima est o ovest rispetto a 5th Avenue.
[15 luglio 2022]

Panarari, né carico da 90 né da 11
Editoriale di Massimo Panarari sulla Stampa: «Non stiamo parlando di cinghiali (di quelli ce ne stanno anche troppi in carne e ossa)». Professore, lei risulta nato a Reggio Emilia: anche se insegna alla Luiss, lasci perdere questi orribili romanismi. Più avanti: «E su Youtube cala il carico da novanta». Ne deduciamo che lei fu militesente e che non gioca a briscola: si cala il carico da undici (l’asso, che vale 11 punti), non da novanta. Da novanta è il pezzo di chi nella mafia gode di grande autorità o, tutt’al più, il pezzo di artiglieria del cannone contraereo utilizzato dall’Italia durante la Seconda guerra mondiale (90 ovviamente era il calibro).
[20 luglio 2022]
(La precisazione di Panarari)
(La replica di Lorenzetto)

Il Regno d’Italia secondo La Repubblica
Eva Grippa parla di «Marina Rocolfi Doria, moglie dell’ultimo re d’Italia Vittorio Emanuele di Savoia». Vabbè che scrive sulla Repubblica, ma fatele un corso accelerato di monarchia. O di storia: l’ultimo re d’Italia fu Umberto II di Savoia, del quale Vittorio Emanuele di Savoia si limita a essere il figlio. Già che ci siete, impartitele anche una lezione di accuratezza anagrafica: la consorte di questi si chiama Marina Ricolfi Doria.
[21 luglio 2022]

Le invenzioni di Panorama
Didascalia da Panorama: «Guglielmo Marconi, l’inventore del telefono». La relativa foto apre un servizio che s’intitola «Quando la scienza è una buffonata» e parla di «invenzioni fasulle». Il riferimento ci pare pertinente: il telefono fu brevettato dallo statunitense Alexander Graham Bell nel 1876, nonostante le rimostranze dell’italiano Antonio Meucci, che la Treccani qualifica come l’inventore dell’apparecchio.
[6 luglio 2022]

Varie ed eventuali
Dalla pagina Facebook della Gazzetta del Mezzogiorno: «Sono sempre di più i coniugi che ricorrono agli “007” per trovare le prove di un eventuale sveltina del partner». Il famoso apostrofo rosa fra le parole «t’amo».
[17 luglio 2022]

Hanno fatto morire il Fondatore 12 anni prima
Dal sito della Repubblica: «Walter Veltroni ha ricordato così Eugenio Scalfari, morto il 14 luglio scorso a 86 anni». Che fretta di liberarsi del Fondatore: è morto a 98 anni.
[16 luglio 2022]

Se Bergoglio sopravvivesse alla rinuncia
Riprendendo l’ennesima intervista in ginocchio, concessa da papa Francesco alle giornaliste messicane Maria Antonieta Collins e Valentina Alazraki per il canale streaming Vix di Televisa Univision, L’Osservatore Romano scrive che a Jorge Mario Bergoglio piacerebbe confessare e visitare i malati «anche ora se sopravvivesse a una eventuale rinuncia». Confermando con il verbo ipotetico la frase cinica ma vera che il potere logora chi non ce l’ha e che il pontefice argentino probabilmente morirebbe subito dopo l’improbabilissima rinuncia.
[12 luglio 2022]

Novelli ignora come morì Besozzi
Massimo Novelli rievoca sul Fatto Quotidiano la figura di Tommaso Besozzi, l’inviato dell’Europeo che ebbe il merito di svelare le circostanze in cui morì il bandito Salvatore Giuliano: «I dubbi del l’Unità e del l’Avanti! trovarono eco a Milano, nella redazione del settimanale L’Europeo». Non ci eravamo mai imbattuti in un uso così creativo delle preposizioni articolate. Novelli aggiunge che Besozzi «si suicidò facendosi esplodere addosso una bomba a mano». Il lettore è indotto a pensare che si trattasse del classico ordigno dotato di spoletta. Benché la citi nel proprio articolo, il giornalista dimostra di non aver letto bene I giornali non sono scarpe, la biografia che Enrico Mannucci ha dedicato a Besozzi, nella quale la fine dell’inviato dell’Europeo è descritta così: «A un certo momento si mette a cercare del piombo: vecchi tubi dell’acqua, residui di lastre, frammenti d’ogni tipo. Con del gesso costruisce un rudimentale stampo e vi fa colare dentro il metallo fuso per ricavarne una grossa palla di quasi ottocento grammi. Poi prende un tubo di ferro, lo trasforma in una specie di bossolo, vi pigia polvere da sparo da lui stesso mescolata, sistema il tutto, lo collega all’impianto elettrico, rivolge contro di sé quel cannone casalingo e stabilisce il contatto».
[11 luglio 2022]

Hanno chiuso il rubinetto dell’italiano
La Repubblica esce con una pagina, firmata da Luca Pagni, in cui vengono illustrate le possibili misure del governo nel caso in cui la Russia chiuda all’Italia i rubinetti del gas. A corredo, compaiono quattro schede. Nella prima si legge: «Si tratta di sei impianti: due si trovano in Sardegna e servono di fatto solo l’isola, mentre le altre sono situate a Venezia, Monfalcone, Civitavecchia e Brindisi». Nella seconda: «In parte l’austerity è già scattato». Nella terza: «Questo prevede misure come l’interruzione delle forniture, per un periodo limitato di tempo, delle forniture alle industrie più energivore» e «scatterà la possibilità di ricorrere alle riserve strategiche che si trova negli stoccaggi». Nella quarta: «Nell’ultimo mese, le quotazioni del gas sui mercati finanziari è raddoppiato». Diremmo che l’autore delle schede ha seri problemi con singolari, plurali, numeri e persone di sostantivi e verbi, per non parlare delle ripetizioni. Insomma, è stato chiuso da quel dì il rubinetto della lingua italiana sia a lui sia ai capi che dovrebbero rileggerlo.
[11 luglio 2022]

Il Donbass non fa parte del Regno Unito
Andrea Sceresini, giornalista e scrittore, invia al Fatto Quotidiano un reportage dal Donbass che comincia così: «A Seversk l’unico rumore è quello delle bombe. Dai palazzi di Yuvileyna Street, sul cucuzzolo più alto della città, si scorgono con nitidezza le ciminiere della grande raffineria di Lyshichansk». Premesso che il Donbass non si trova nel Regno Unito, Sceresini aveva due possibilità: o scrivere Vulytsya Yuvileyna, in ucraino, oppure via Yuvileyna, in italiano, che è la lingua del giornale su cui si esercita.
[8 luglio 2022]

Tra sì e no il Quotidiano Nazionale sbaglia il ni
Titolo dal Quotidiano Nazionale: «Conte e la strategia del ». Per quanto la fusione fra e no possa suggestionare i giornalisti, quell’avverbio non esiste nella lingua italiana: si scrive ni, senza accento.
[8 luglio 2022]

Gli imbecilli non sono i lettori
Il Fatto Quotidiano pubblica brani scelti di Indro Montanelli tratti dal libro Se non mi capite, l’imbecille sono io (Rizzoli). Alla voce Churchill riporta questo brano: «Quando morì non lasciò un soldo e sua moglie Clementine dovette arrangiarsi a venderli per sopravvivere». Che cosa la vedova abbia venduto lo sa solo Il Fatto Quotidiano. È pertanto confermato che gli imbecilli non sono i lettori.
[5 luglio 2022]

«A» Nicaragua cacciano le suore
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «A Nicaragua il dittatore Ortega caccia le suore di Santa Teresa di Calcutta». Per fortuna, restano a India.
[8 luglio 2022]

Da Capitol Hill a Capital Hill
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Chi è Charles Bausman, l’uomo che dopo l’assalto a Capital Hill è ora a Mosca come “rifugiato politico”». Anche se pare il nome di un cinema, il Parlamento statunitense resta ubicato a Capitol Hill, il Colle del Campidoglio.
[4 luglio 2022]

Montanelli e Scalfari convertiti da morti
Marcello Veneziani sulla Verità mette a confronto due giganti del giornalismo, Eugenio Scalfari, appena deceduto, e Indro Montanelli: «Entrambi si dissero liberali, anche se Scalfari fu radicale, progressista e di sinistra e Montanelli fu anarchico, conservatore, e di destra. Entrambi furono fascisti fino a quando il fascismo imperò, furono monarchici fino a quando c’era il re, furono laici e non credenti, salvo ricredersi post mortem». Beh, se sono diventati credenti dopo la morte, vuol proprio dire che la vita eterna esiste.
[17 luglio 2022]

L’economia secondo Stefano Feltri
Stefano Feltri, direttore di Domani, in un editoriale spiega che l’inflazione può rimanere confinata in un’area del mondo economico o divenire un fenomeno generale. Per esemplificare, parte dai prezzi relativi di due beni: «un chilo di verdura costa un euro» e «uno di carne due euro». Tre righe più avanti ricapitola: «Una famiglia che all’inizio consumava un chilo di verdura e uno di carne spendeva due euro». Quindi, secondo Feltri, 1+2 = 2. Si può invocare l’aristotelico principio di non contraddizione, si possono invocare gli assiomi di Peano, si può invocare la maestra di prima elementare. Comunque, mica male per uno che si è laureato in economia alla Bocconi e ha lavorato alla Booth school of business della University of Chicago.
[11 luglio 2022]

Salto in alto con l’asta
Dal sito della Repubblica: «Saltando 2,28 metri all’ultimo tentativo, Gianmarco Tamberi si è qualificato per la finale mondiale del salto con l’asta». È nata una nuova specialità: il salto in alto con l’asta.
[15 luglio 2022]

Chi saranno i cittadini locali?
Nell’incipit della sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili c’intrattiene sulla «protesta dei tassisti romani che ha tenuto in ostaggio la città per 48 ore, lasciando a piedi cittadini locali e turisti». Si attende di sapere chi siano, a parte i turisti, i cittadini forestieri.
[18 luglio 2022]

Andrea Monda riscrive I Promessi sposi
Andrea Monda non delude mai. Cimentandosi con la fuga dai matrimoni celebrati in chiesa e in municipio, il direttore dell’Osservatore Romano paragona infatti sé stesso e la consorte ai protagonisti dei Promessi sposi e scrive: «Anch’io e mia moglie, proprio come Renzo e Lucia, il bacio ce lo siamo dati due volte davanti a un pubblico ufficiale». Ma nel romanzo, al capitolo XXXVIII, il Manzoni accenna appena che i due nella chiesa di don Abbondio «furono sposi» mentre nel «palazzotto» del marchese benefattore della coppia «fu steso il contratto per mano d’un dottore». I baci e gli anacronistici pubblici ufficiali sono frutto dell’instancabile immaginazione di Monda.
[15 luglio 2022]

Arringare «ai» gruppi
Pietro Salvatori sull’Huff Post: «Ieri una manciata di parlamentari a sentire Giuseppe Conte che arringava ai gruppi dopo l’incontro con Mario Draghi si sono dati di gomito. Chissà se poi sono andati a consultare la Treccani». Nel frattempo Salvatori potrebbe consultare una buona grammatica.
[7 luglio 2022]

Variazioni dantesche
Intervistato da Riccardo Bruno sul Corriere della Sera, Federico Sboarina, che nel frattempo non è più il sindaco di Verona, afferma: «Io vado avanti per la mia strada e poi sinceramente, come si dice, non ti curar di lor...». Come dice Dante Alighieri, più che altro. Ma la citazione è sbagliata. La frase corretta della Divina Commedia, pronunciata da Virgilio (Inferno, canto III), è «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
[19 giugno 2022]

Grandi novità automobilistiche
Simonluca Pini prova per i lettori del Sole 24 Ore la nuova Peugeot 408: «Salendo a bordo, si viene accolti dal nuovo quadro strumenti digitale, appena sopra il volante». Già, una vera novità: di solito lo mettono sotto il volante.
[26 giugno 2022]

Effetti dell’estate
La Stampa pubblica una foto di nuvole, con il titolo «La danza del Solstizio». La sottostante didascalia recita: «Siamo a Malta, nel complesso megalitico di Mnajdra, che risale a 5000 anni fa. Per celebrare il solstizio d’estate ecco una suggestiva performance dei danzatori di ZfinMalta sulle note di “Sunrise Mass” del norvegese Ola Gjeilo per coro e orchestra d’archi». Cado dalle nubi, per dirla con Checco Zalone.
[19 giugno 2022]

Figo con lo sconto
Da Corriere.it: «La cassapanca difficile da montare, il figo in sconto dell’1%: cosa non comprare durante i Prime Day». Anche se un po’ frigido, le signore non dovrebbero sottovalutare il figo scontato.
[13 luglio 2022]

Leclerc recupera su Leclerc
«Il pilota monegasco ha recuperato 5 punti su Leclerc», scrive Stefano Mancini sulla Stampa. Il monegasco Leclerc ha recuperato su Leclerc? Mancini ci pare in testacoda.
[12 luglio 2022]

Raddoppio romano
Dalla prima pagina dell’Osservatore Romano: «Il primo campanello d’allarme era suonato il mese scorso quando, sul versante svizzero del Massiccio del Grand Combin si era verificato un episodio analogo con il crollo di alcuni serracchi». Abbuonando ai colleghi del foglio vaticano la virgola mancante dopo «Combin», segnaliamo che seracchi si scrive con una sola r.
[4 luglio 2022]

Pezzi spezzati che si spezzano
Alessandro Farruggia intervista sul Quotidiano Nazionale l’alpinista Reinhold Messner, al quale fa dire, a proposito della tragedia sul ghiacciaio della Marmolada: «Possono venire più dei pezzi come dei palazzi, che scendono con pezzi che si spezzano». Ma cos’è, uno scioglilingua provocato dal riscaldamento globale?
[4 luglio 2022]

Cirio dal Piemonte alla Liguria
Dall’Ansa: «Sulla transizione all’auto elettrica con lo stop ai motori a combustione per il 2035 “ci sono una serie di interrogativi che crediamo possano essere messi sul tavolo, salvaguardando l’obiettivo, anche le date, ma individuando un percorso di sostegno che ad oggi non vediamo ancora”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Alberto Cirio». Il quale però è il presidente della Regione Piemonte.
[29 giugno 2022]

La Jaguar E-Type del principe Harry
Didascalia dal Corriere della Sera: «Il principe Harry, duca del Sussex, con la moglie Megan su una Jaguar E-Type. I nuovi modelli saranno solo elettrici». Tenuto conto che la foto reca il titolino «Automotive, la transizione», la rilevanza dell’immagine consiste nel fatto che quella vecchia E-Type usata dai duchi di Sussex è stata riconvertita ad auto elettrica da un reparto speciale della Jaguar. La didascalia senza questa informazione è priva di senso. Nel Regno Unito sono parecchi gli specialisti che montano gruppi elettrici al posto dei motori termici.
[28 giugno 2022]

Modi Gentili
Incipit della rubrica Facce di casta di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Che se non si trovano lavoratori, stagionali e non, la responsabilità sia da attribuire al reddito di cittadinanza o alla pigrizia di giovani schifiltosi e smodatamente esigenti è una teoria che fatica a tenersi in piedi ogni settimana di più». L’avverbio negativo olofrastico (così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no, quindi si scrive «stagionali e no». Ma sul come si scrive in generale, il discorso, nel caso di Gentili, sarebbe lungo.
[11 luglio 2022]

Scuola Guida
Titolino dal Corriere della Sera: «L’incontro nel ’79. Lei aveva 22 anni». Testo: «Gloria Guida è nata a Merano nel 1955». Ah, l’aritmetica!
[11 luglio 2022]

Uccisero. Applausi
Titolo dal sito dell’Ansa. Prima riga: «Ergastolo per i fratelli Bianchi». Seconda riga: «Uccisero Willy, applausi in aula». Fecero bene ad ammazzarlo?
[5 luglio 2022]

Un marito morto in eredità
Titolo dal Giornale: «Password del marito morto in eredità». Spesso una moglie non sa che farsene di un marito vivo, figuriamoci di un marito morto in eredità.
[8 luglio 2022]

Quozienti intellettivi
Nella sua serie I grandi gialli su Specchio, settimanale della Stampa, Gianluigi Nuzzi esordisce così: «Solo lo 0,2% della popolazione presenta un quoziente d’intelligenza tra 40 e 57 punti, livello considerato “gravemente inferiore alla media”. Infatti, in genere, il punteggio è di 100-102; tra 92 e 109, si raccoglie ben il 43,2% degli esaminati». E specifica che, al momento dell’arresto, «Simone Cassandra, classe 1974, fabbro nativo di Bad Windsheim, piccola città di 12mila abitanti in Baviera (Germania), presentava un Q.I. di 4», il che lascia francamente increduli. Ma 158 righe più avanti, ecco il miracolo: Nuzzi parla di «Simone Cassandra, il ragazzo con il quoziente d’intelligenza fermo a 45». Quindi, più che decuplicato. Nel mezzo, trova spazio la seguente informazione: «Il Tribunale stabilì per Cassandra la seminfermità mentale con una condanna a dieci di ospedale psichiatrico-giudiziario e poi il carcere». Dopo il bob a quattro, il tiro a sei, il calcio a otto, ecco la condanna a dieci.
[26 giugno 2022]

Tornare su di lei
Gianluca Roselli si occupa sul Fatto Quotidiano del valzer dei corrispondenti nelle sedi Rai: «Sergio Paini, diretto a Istanbul, al posto di Lucia Goracci, ma su di lei torneremo più avanti». Roba da Me too.
[5 luglio 2022]

Il Po non passa per Parma
Didascalia del Corriere della Sera a corredo di una foto del Po in secca: «Il fiume vicino Parma». Premesso che la locuzione preposizionale corretta è vicino a, vicino mica tanto: dal centro storico alla foce del torrente Parma, il punto più prossimo al Po, sono 30 minuti di auto, più di 20 chilometri.
[28 giugno 2022]

Cirinà non è Cirinnà
Titolo da Verità & Affari: «Generali. Sironi cerca un nome condiviso ma Caltagirone al suo posto vuole Cirinnà». Nel testo, G.P. cita per ben sei volte un tale Cirinnà. Ma il manager indicato da Francesco Gaetano Caltagirone è Luciano Cirinà, con una sola n.
[22 giugno 2022]

Sillabe sprecate
Sulla Stampa, Francesco Grignetti intervista Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. Prima domanda: «Di quella stagione gli è rimasta appiccicata essenzialmente la frase “Giuseppe Conte è il punto di riferimento dei progressisti”». Gli significa a lui, ma, se lo sta intervistando, si presume che Grignetti si rivolga a Zingaretti dandogli del lei, quindi «le è rimasta appiccicata». L’ex segretario del Pd afferma fra l’altro: «Ci vuole una proposta politica che ri-sol-ve i problemi degli italiani». Se la divisione sillabica aveva lo scopo di rendere stentorea la risposta, l’obiettivo non è stato centrato. Infatti serviva il congiuntivo ri-sol-va. L’indicativo non esprime il desiderio: non esiste l’ottativo in italiano.
[9 luglio 2022]

Lavoratore Romano
Memorabile editoriale del direttore Andrea Monda sulla prima pagina dell’Osservatore Romano. Occupa 84 righe. Le prime 30 sono di Monda, le restanti 54, pari al 64 per cento dell’articolo, sono tratte dal romanzo Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy. Si suda anche in Vaticano.
[9 luglio 2022]

Scarpate in vacanza
Titolo dalla prima pagina dell’Eco di Bergamo: «Cade in una scarpata in vacanza alle Egadi». Anche le scarpate hanno diritto alle ferie.
[4 luglio 2022]

Dai Les
Titolo a tutta pagina sul Fatto Quotidiano: «Macron, una porta in faccia anche dai Les Républicains». Tradotto dal francese, si legge «dai I Repubblicani». Bastava un semplice da.
[22 giugno 2022]

Amalfi, l’isola che non c’è
Da Rai News: «Amalfi al buio: il santo portato in processione alla luce degli smartphone. A causa del black out la statua di Sant’Andrea è stata accompagnata dai telefonini di residenti e turisti. Disagi in tutta l’isola rimasta l’intera notte senza luce». Tutto già previsto da Edoardo Bennato: «Forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è».
[28 giugno 2022]

Ma Calvi non era Bernini
Secondo Carlo Marroni, che lo scrive sul Sole 24 Ore, il banchiere Roberto Calvi «muore appeso ad un traliccio per lavori attaccato alla banchina sotto il Blackfriars Bridge, in tasca trovano 7.500 sterline e un passaporto intestato a Gian Lorenzo Calvini». Marroni deve aver fatto confusione con Gian Lorenzo Bernini: era intestato a Gian Roberto Calvini.
[26 giugno 2022]

Aridaje con piazza Maidan
Didascalia dal Corriere della Sera: «Cerimonia funebre per Oleg Kytsyn, ieri in piazza Maidan a Kiev: il militare ucraino è stato ucciso in combattimento il 19 giugno nella regione di Kharkiv». Torniamo a ribadire che nella capitale dell’Ucraina non esiste un luogo così denominato. Majdan in ucraino significa «piazza» e la più nota di Kiev si chiama Majdan Nezaležnosti (piazza Indipendenza).
[23 giugno 2022]

Ci sono erbe non botaniche?
Una pagina pubblicitaria sulla Verità declama la bontà dell’Amaro Anerissimo, ottenuto da «quaranta erbe botaniche selezionate». L’erba è un vegetale e la botanica è la scienza che ha come oggetto lo studio e la classificazione dei vegetali, appunto. Trattasi pertanto di una tautologia, come dire cibi alimentari. Non esistono le erbe animali o minerali.
[6 luglio 2022]

Scrittore senza Corona
In un testo raccolto da Enrico Martinet e pubblicato dalla Stampa, lo scrittore Mauro Corona interviene sulla tragedia della Marmolada con il seguente pensiero: «Per salvarci dobbiamo attenzionarci molto di più, altri ghiacciai sono a rischio. Abbiamo bisogno di didattica, di guide nelle scuole, non di divieti». Siamo d’accordo sulla didattica.
[5 luglio 2022]

Periodo stregato
Andrea Scanzi nella sua rubrica Identikit sul Fatto Quotidiano: «La caccia alle streghe lo elettrizzano». Caccia grossa.
[5 luglio 2022]

Carneficina in redazione
Titolo a tutta pagina dal Quotidiano Nazionale: «“Carneficina di corpi smembrati. Ero lì, sepolti da ghiaccio e pietre”». Premesso che carneficina significa «uccisione crudele di molte persone» (Lo Zingarelli 2023), per cui pare difficile che si possano uccidere crudelmente dei corpi smembrati, anche per effetto della seconda frase si candida a pieno titolo – è il caso di dirlo – per un ipotetico premio Dada.
[4 luglio 2022]

È morto ma pedala
Titolo dalla pagina Facebook della Stampa: «La storia di Maurizio, l’ex calciatore che ha perso la vita e ora viaggia in tandem». Poveretto, sarà stanco morto. (Da una successiva correzione, abbiamo appreso che l’atleta in questione ha perso solo la vista, ma non pare il caso di rallegrarsi).
[14 giugno 2022]

Titoli schiodati
Titolo da Verità & Affari: «M5s non schioda e gioca al penultimatum». Il verbo transitivo schiodare significa «privare dei chiodi», quindi riferito a Giuseppe Conte, che non è un falegname, non ha senso. Qui si doveva usare l’intransitivo pronominale schiodarsi, nel significato (figurato) di «staccarsi, spostarsi», cioè separarsi dal governo. Quindi «M5s non si schioda».
[7 luglio 2022]

L’Osservatore Anglicano
Titolo dall’Osservatore Romano: «Shareholders e stakeholders». Nella soprastante testatina si legge «Dizionario di dottrina sociale della Chiesa». Nel frattempo dev’essere diventata anglicana.
[4 luglio 2022]

La Marmolada cambia sesso
Luca De Carolis e Wanda Marra parlano sul Fatto Quotidiano della «tragedia del Marmolada». Il gender dilaga, a quattro mani.
[5 luglio 2022]

Secolo più, secolo meno
Tuttolibri, settimanale culturale della Stampa, dedica un paginone a Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Un titoletto, posto sotto il dipinto che lo raffigura, recita: «Il romantico tedesco morto 100 anni fa». In realtà, come è precisato nella didascalia, lo scrittore e musicista nacque a Königsberg nel 1776 e morì a Berlino nel 1822, quindi 200 anni fa. A Tuttolibri sono troppo impegnati a occuparsi di letteratura per sprecare tempo con l’aritmetica.
[25 giugno 2022]

La fisiognomica di Arcuri
Paolo Bricco sul Sole 24 Ore fa a pezzi Domenico Arcuri, ex amministratore delegato di Invitalia ed ex commissario per l’emergenza Covid-19. Ma anche il suo articolo perde pezzi. Primo punto: «In Tv, con una fisiognomica sfrontata, si è scagliato contro i “liberisti da salotto”». Fisiognomica? Trattasi della disciplina parascientifica, di antica origine, con cui lo psichiatra Cesare Lombroso, agli inizi del secolo scorso, pretendeva di individuare i criminali dai tratti del viso. Se era un modo per parificare Arcuri ai briganti ottocenteschi dell’Aspromonte, l’espressione pare audace, ai limiti della querela. Secondo punto: «In un Paese in cui i liberisti non esistono e, se esistono, sono tosti e vendicativi». Alle corte: esistono o non esistono? Terzo punto: «All’arrivo di Mario Draghi gli è mancata la terra da sotto i piedi». Bricco, faccia mancare ad Arcuri anche il da: non serve e non ci va.
[1° luglio 2022]

Giovanni Pascoli maturo nel 1990
In una scheda a corredo del servizio sulle tracce degli esami di maturità, La Stampa scrive che Giovanni Pascoli «era uscito alla Maturità nel 1990». Un diploma postumo, o forse ad honorem, considerato che il poeta nacque nel 1855 e morì nel 1912.
[23 giugno 2022]

I redattori si fanno le pere
Titolo dal Corriere del Veneto: «Dal Louvre 50 pere per la mostra in Basilica». Siamo alla frutta. (Si tratta di opere in prestito alla Basilica Palladiana di Vicenza per una mostra sull’antico Egitto).
[14 giugno 2022]

Non devi petulare troppo
«C’era da aspettarselo che le persone diventassero stufe di questa petulante insistenza degli ucraini che chiedono armi, armi e altre armi», osserva Adriano Sofri sul Foglio. Tenuto conto che petulante è colui che «usa toni o modi fastidiosi, inopportuni, insistenti» (Lo Zingarelli 2023), è un po’ come parlare di petulante petulanza o insistente insistenza. Anche perché petulante deriva dal participio presente di petulare, cioè «parlare in continuazione in modo fastidiosamente insistente e assillante» (Grande dizionario della lingua italiana).
[16 giugno 2022]

Era minorenne anche Novella Calligaris
Contrariamente a quanto immagina A. Rav. sul Corriere della Sera, Benedetta Pilato non è la «prima campionessa del mondo minorenne che l’Italia abbia mai avuto» e precisare che «Novella Calligaris nel ’73 aveva 18 anni» non significa nulla. Nel 1973 anche Calligaris era minorenne. Infatti la maggiore età fu abbassata da 21 anni a 18 con la legge dell’8 marzo 1975, numero 39.
[21 giugno 2022]

Rispecchia la rubrica di ieri
Titoli della storica rubrica Specchio dei tempi, inventata sulla Stampa da Giulio De Benedetti, il mitico direttore che fu alla guida del quotidiano torinese dal 1948 al 1968: «L’estate dei blackout», «Truffa strappalacrime: attenti anziani!», «I generatori del supermercato tengono sveglio il quartiere», «Gtt è sorda a tutto…». Titoli del giorno seguente: «L’estate dei blackout», «Truffa strappalacrime: attenti anziani!», «I generatori del supermercato tengono sveglio il quartiere», «Gtt è sorda a tutto…». Effetto specchio? No, segno dei tempi: l’intera rubrica è la stessa, parola per parola, del giorno prima.
[25 giugno 2022]

Come sarà un rapporto «di tipo sessuale»?
Secondo quanto riferisce la Gazzetta di Mantova, alcuni clienti sono stati interrogati nel processo che vede sul banco degli imputati due donne e un uomo di nazionalità cinese per favoreggiamento della prostituzione. Il primo, «incalzato dalle domande del pubblico ministero, ha confermato d’aver avuto un rapporto di tipo sessuale», s’ignora se del terzo tipo, come gli incontri ravvicinati di Steven Spielberg. «Un altro testimone a cui è stato chiesto il motivo che l’aveva spinto a frequentare le prostitute cinesi ha risposto: “In quel periodo ero senza donna e così ci sono andato più volte, ma non ho mai speso più di 50 euro, tutto compreso”». La cifra modesta ci pare una validissima attenuante. Resta la curiosità sulla natura del tutto compreso.
[7 giugno 2022]

La Repubblica è ferma a Bush
Didascalia della Repubblica sotto una foto dei leader mondiali al vertice del G7 svoltosi sulle Alpi bavaresi: «Da sinistra, Draghi, von der Leyen, Bush, Scholz, Johnson Trudeau, Kishida, Macron, Michel». Tralasciando l’unificazione dei premier britannico e canadese in una sola persona, provocata dalla mancanza di una virgola fra Johnson e Trudeau, il terzo da sinistra è Joe Biden. Alla Repubblica sono rimasti fermi al 2009, quattro presidenze fa.
[29 giugno 2022]

Fulco Pratesi non fa la donna da anni
Titolo dalla pagina Facebook di Libero: «Fulco Pratesi, la scelta estrema: “Non faccio la donna da anni. E lo sciacquone del water...”». Il gender dilaga. (In realtà, il fondatore del Wwf Italia non fa la doccia e si cambia le mutande solo una volta a settimana per non sprecare l’acqua).
[22 giugno 2022]

Ma il desiderio non è sempre fluido
«Pascale e Turci. L’amore libero delle donne», così La Stampa titola un articolo di Elena Stancanelli. Nel sottotitolo si legge: «Sabato, il matrimonio della cantante con la ex parlamentare la loro relazione dimostra che il desiderio è sempre fluido». A parte infliggerci una sintassi e una punteggiatura assai poco fluide, il titolista si dimostra a digiuno di filosofia. Dedurre un universale da un caso singolo è impossibile, quindi l’utilizzo dell’avverbio sempre («senza interruzione, senza termine di tempo») appare, per la sua definitività, azzardato. Non occorre aver studiato Aristotele e la disputa sugli universali, per arrivarci. C’è un saggio di Carlo Ginzburg dei primi anni Novanta che spiega bene il problema di ciò che è noto attraverso una sola fonte.
[1° luglio 2022]

Ostiglia diventa Ostilia
Didascalia dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Il Po, a Ostilia, nel Mantovano, è ridotto a un rivolo d’acqua». Sarà la moglie di Tullo Ostilio, terzo re di Roma.
[21 giugno 2022]

Aritmetica tennistica
Attacco del servizio Stefano Semeraro, inviato della Stampa a Wimbledon per il torneo internazionale di tennis: «Quando l’uomo con il servizio incontra l’uomo con la risposta, anche sull’erba, l’uomo con il servizio di solito è un uomo sconfitto. Anche se l’uomo con il servizio si chiama John Isner, il golem yankee alto due metri e 11 centimetri, che proprio durante il primo set della partita con Jannik Sinner ha strappato a Ivo Karlovic il record di ace in carriera: 13.729 (che alla fine sono diventati 13.768). Ma nonostante i 24 piazzati solo ieri, Long John ha dovuto tornarsene a casa, liquidato in tre set da un Sinner sempre più erbivoro». Persino noi, che non abbiamo mai bazzicato l’ambiente, ci siamo accorti che la differenza fra 13.729 e 13.768 è 39, non 24.
[2 luglio 2022]

Anagrammi tennistici
Il giorno prima, sempre da Wimbledon, Stefano Semeraro si era esibito in questo colorito concetto: «Di mezzo però c’è l’orco Isner, un anagramma – Sinner/Isner – che rischia di trasformarsi in incubo». All’incubo, e all’anagramma, manca una n.
[1° luglio 2022]

Plurali fantasiosi/1
Dal sito del Corriere della Sera: «Il boom dei rincari energetici e dei beni alimentari spingono la corsa dei prezzi». Che boom sia diventato plurale per via delle due o?
[1° luglio 2022]

Plurali fantasiosi/2
Restando ai plurali, Luigi Mascheroni, di solito molto accurato, nelle pagine culturali del Giornale cade sulla coniugazione del verbo vedere: «Cose che Praz detestava: tutto ciò che sapeva di posa, di artificio, di snobismo; la fama che lo perseguitava e il film Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti, 1974, ispirato a lui e alla sua casa (non gli piacque affatto, anche se il Professore era interpretato da Burt Lancaster, e poi si vedevano che i quadri di scena erano falsi...), l’arte contemporanea, la letteratura dopo Joyce».
[18 giugno 2022]

Galli della Loggia non è un filosofo
A corredo di una recensione del libro Agnus Dei di Lucetta Scaraffia, Anna Foa e Franca Giansoldati, scritta sul Quotidiano Nazionale da Giovanni Panettiere, compare una scheda sull’autrice principale, nella quale si legge che è sposata «con il filosofo Ernesto Galli della Loggia». Ma lo storico e politologo romano, editorialista del Corriere della Sera, filosofo non lo è mai stato.
[30 giugno 2022]

40, forse addirittura 40
Dal sito della Repubblica: «Sarebbero almeno 40, forse addirittura 40, i membri di Montecitorio pronti a passare con Di Maio». Addirittura.
[21 giugno 2022]

Ma Roma si trova nell’emisfero orientale
Nell’editoriale d’apertura del Foglio, il vicedirettore Salvatore Merlo parla di Roma come della «capitale più sfasciata dell’emisfero occidentale». L’indicazione geografica non è corretta. L’emisfero occidentale è quella metà del pianeta terrestre che si trova a ovest di Greenwich, il meridiano (longitudine 0°) che attraversa Londra. Limitandoci all’Europa, comprende parte della Gran Bretagna, della Francia e della Spagna, l’Islanda, l’Irlanda e il Portogallo. La longitudine di Roma sul meridiano di Greenwich è 12° 30’ est.
[30 giugno 2022]

A secco con la grammatica
La Verità titola così un’intervista con l’industriale Paolo Agnelli: «“Draghi mi ha deluso: non decide, tracheggia. E ora l’Italia è a secco». Lo è anche sul fronte grammaticale: si scrive traccheggia, con due c.
[27 giugno 2022]

Donatella Di Cesare abdica di continuo
Recitando a una serata del Fatto Quotidiano un proprio intervento scritto sulla guerra in Ucraina, l’ineffabile Donatella Di Cesare, docente all’Università La Sapienza di Roma, torna a sfoggiare in modo creativo il verbo abdicare: «Se prima la politica aveva abdicato alla economia, e poi, durante la pandemia, alla scienza, oggi abdica alla guerra». Non ci resta che ripeterle il significato di abdicare: «Sottrarsi a una responsabilità, a un dovere» (Lo Zingarelli 2023). La guerra non è un dovere, professoressa.
[28 giugno 2022]

Brugnaro resta sindaco
Didascalia dal Corriere della Sera: «Luigi Brugnaro, 60 anni, imprenditore, ex sindaco di Venezia e dal luglio 2021 a capo di Coraggio Italia». Veramente è ancora sindaco della città lagunare, al suo secondo mandato.
[24 giugno 2022]

Come si sta comodi nel bagagliaio
Simonluca Pini ha provato la ID.5 di Volkswagen per Il Sole 24 Ore: «Salendo a bordo lo spazio non manca e si viaggia comodi anche in cinque, merito anche della capacità di carico a partire da 549 litri». Siamo rimasti fermi al tempo in cui nelle auto i viaggiatori sedevano nell’abitacolo, dopo aver stivato le valigie nel bagagliaio. Come faccia la capacità di carico di quest’ultimo a essere correlata con la comodità dei passeggeri è un bel mistero.
[18 giugno 2022]

Gazzetta di Mantova in ritardo di un secolo
Secondo la Gazzetta di Mantova, Pio X «il 10 novembre del 1984, all’età di 49 anni, venne nominato vescovo di Mantova». Nel 1984 Giuseppe Melchiorre Sarto era già morto e già santo. Era diventato vescovo di Mantova nel 1884, un secolo prima.
[6 giugno 2022]

Di Cesare si ripete
Donatella Di Cesare, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma, prosegue imperterrita a far strame della lingua italiana. In un editoriale sul Fatto Quotidiano scrive: «Questa politica della morte permette che le armi producano la massima distruzione possibile delle persone. Anzi, lo sancisce e lo promuove». Distruzione è femminile. Chissà a chi sono riferiti i due pronomi personali maschili. Il gender dilaga.
[23 giugno 2022]

Fabio Volo è un’islandese ex istruttrice di pilates
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Fabio Volo compie 50 anni, faceva il lavapiatti e la ex islandese istruttrice di pilates». Il gender dilaga.
[23 giugno 2022]

La mamma cameriere
Agostino Gramigna, inviato dal Corriere della Sera sul lago di Como per seguire il concerto di Lady Gaga alla festa di nozze di un magnate, c’informa che Anna, una cuoca, spera di vedere la cantante: «Ha notizie di prima mano. Sua mamma lavora come cameriere a Villa D’Este dove alloggia la star». Il gender dilaga.
[27 giugno 2022]

De Angelis a filosofari spenti
Alessandro De Angelis, editorialista della Stampa: «È l’atteggiamento di chi pensa davvero di essere al riparo dallo tsunami, perché il voto gli ha dato il contentino del primum vivere, il tanto che basta per concedersi il lusso del filosofari in un altro tempo». E scrivere come un pazzo a filosofari spenti nella notte per vedere / se poi è tanto difficile morire. (Primum vivere, deinde philosophari, massima attribuita a Thomas Hobbes, ma di origine aristotelica).
[20 giugno 2022]

Stato di Allarme, capitale Pericolo
Titolo d’apertura sulla prima pagina di Libero: «Stato di Allarme. II gas russo non arriva. Via ai razionamenti». Hanno approvato un allargamento dell’Unione europea a nostra insaputa? Presumiamo che la capitale dello Stato di Allarme sia Pericolo.
[18 giugno 2022]

Ma ’ndo Lagonai?
Sulla Gazzetta di Mantova si legge del «giovane cane Tiago, un pastore della Lessinia e Lagonai». Altra località immaginaria. Si tratta semmai di un pastore del Lagorai, dal nome della catena montuosa trentina che separa la Val di Fiemme dalla Valsugana.
[28 maggio 2022]

Subito, anzi in anticipo
Dal sito della Repubblica, 24 giugno: «Davide Tabarelli: “I razionamenti sono una certezza meglio cominciare subito”». L’articolo di Eugenio Occorsio è datato «27 Giugno 2022 alle 08:03». Quindi alla Repubblica i razionamenti sono cominciati subito, subitissimo, con tre giorni di anticipo.
[24 giugno 2022]

Fior da Fiorella
Fiorella Kostoris, già moglie del compianto Tommaso Padoa-Schioppa, che fu economista e ministro, si conferma donna di grande saccenteria e di limitata dottrina. In un editoriale sul Sole 24 Ore parla di «sanzioni comminate» e «comminare sanzioni». Comminare è un verbo improprio nel significato di infliggere una pena: quello corretto è irrogare. Altrettanto impropria pare l’applicazione del motto latino «Si vis pacem para bellum» al conflitto in corso fra Russia e Ucraina: di solito esso precede una guerra, non la accompagna. Indi Kostoris fa riferimento alle «quattro libertà dei Russi». Quali sarebbero? Le uniche che si ricordino sono quelle che apparivano sulle amlire. Peccato che le banconote circolanti in Italia fra il 1943 e il 1950 fossero emesse dal governo militare alleato e le quattro libertà riportate in inglese sul retro provenissero dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America: «freedom of speech» (libertà di parola), «freedom of religion» (libertà di religione), «freedom from want» (libertà dal bisogno), «freedom from fear» (libertà dalla paura). Infine Kostoris discetta su «esperti come Nicolas Mulder», autore del saggio The Economic Weapon, ma il nome esatto è Nicholas Mulder.
[23 giugno 2022]

La santa Caterina sbagliata
Emilia Costantini in un articolo sul Corriere della Sera dedicato a Chiara Francini racconta che l’attrice fiorentina attribuisce l’origine della sua carriera a santa Caterina da Siena. Si tratta di una macroscopica svista della giornalista, che identifica erroneamente con la mistica medievale senese la protagonista di una filastrocca, un tempo popolare, rievocata graziosamente da Francini. La canzoncina narra infatti la vicenda e il martirio di santa Caterina d’Alessandria, i cui precisi contorni storici sfuggono ma che era veneratissima sin dalla tarda antichità. E soprattutto Caterina da Siena non finì «trafitta», come si legge nell’articolo. Ma tutto questo Emilia non lo sa, per parafrasare Alice di Francesco De Gregori.
[10 giugno 2022]

Ma chi t’ha laureato?
Daniele Autieri racconta sulla Repubblica l’incredibile caso di Sergio Barile, accusato di falso ideologico per aver insegnato alla Sapienza di Roma con una laurea in fisica conseguita approfittando di un caso di omonimia. «Il diavolo c’ha messo lo zampino», scrive per due volte Autieri, incurante del fatto (come una moltitudine di suoi colleghi, peraltro) che la particella pronominale o avverbiale ci si elide soltanto davanti a parole che cominciano per e oppure i. «Con quanto si è laureato?», chiede il giornalista a Barile. «Centoquattro, il massimo del punteggio», risponde il «professore». Eravamo rimasti fermi al 110 su 110, magari con lode. Ma erano altri tempi, altri docenti e altri giornalisti.
[26 maggio 2022]

Mi si è ingolfata la Golf
Incipit di un’intervista con Malika Ayane, a firma di Michela Proietti, apparsa sul Corriere della Sera: «“Mio padre caricava di bagagli la Wolkswagen Golf, poi si partiva”». W la Volkswagen!
[1° giugno 2022]

Coniugazioni a quattro mani
In un articolo riguardante Beppe Grillo e le traversie del Movimento 5 stelle, uscito sulla Repubblica, Matteo Macor e Matteo Pucciarelli ricordano che «nel 2017 il comico fece un comizio davanti a Palazzo Ducale, ma soprattutto intervenì direttamente sulla competizione genovese». Servivano quattro mani per sbagliare la coniugazione del verbo? (Rectius: intervenne).
[16 giugno 2022]

Mephisto Waltz è già nel futuro
Su Domenica del Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz c’intrattiene da par suo su Antoine de Saint-Exupéry e sul «magnifico bimotore militare, il velocissimo Lightning P-38», con il quale lo scrittore francese scomparve in mare durante un volo di ricognizione nel 1944: «Nel 1998 un pescatore di Marsiglia ne ritrovò nelle reti il braccialetto d’argento, con inciso il nome e quello della moglie, ora al Musée de l’air et de l’espace di Bourget. Sessant’anni dopo un diver scoprì il relitto a 80 metri di profondità, di fronte a Marsiglia». Quindi, 1998 + 60 = 2058. È il sequel di Ritorno al futuro?
[19 giugno 2022]

Titoli equini
Titolo dalla sezione Cultura del Corriere.it: «Premio Strega, finale con sette libri: è la prima volta nella storia del riconoscimento. Due autori ex equo e il ripescaggio di un piccolo editore». Hihihi! (Rectius: ex aequo).
[8 giugno 2022]

Avvenire fa cilecca sul passato
In un articolo strombazzato su Avvenire in prima pagina, Gianni Gennari racconta l’elezione di Pio IX nel conclave del 1846 sulla base di un documento in suo possesso (che peraltro non è inedito né esclusivo, come spara il quotidiano e come peraltro fa capire lo stesso articolista). Ma evidentemente Gennari non ha consultato la classica opera di Giacomo Martina su papa Mastai, il cui primo volume è del 1974, perché lì avrebbe trovato l’intero andamento del conclave sulla base di ben quattro documenti (quelli sì inediti) e soprattutto avrebbe evitato i seguenti errori: Gregorio XVI morì alle 9.30 e non alle 9.15; non ci fu alcun veto, ma solo ostilità, dell’Austria nei confronti del cardinale Tommaso Bernetti; i cardinali riservati in pectore da Gregorio XVI erano cinque e non sei; i cardinali italiani erano 54 e di questi 50 entrarono in conclave, non 53 di cui 49 presenti in conclave. Gennari aggiunge poi che l’abolizione del veto in conclave risalirebbe al 1914, mentre fu stabilita da Pio X già dieci anni prima, nel 1904 (con due celebri documenti resi pubblici nel 1909), e scrive in un articolo di supporto che papa Mastai è beato dal 2 settembre 2000, quando invece il pontefice venne beatificato il 3 settembre di quell’anno. Possiamo infine rassicurare l’ex prete Gennari che quanto ha scritto non è oggetto di scomunica, nemmeno per il cumulo di errori, presentati per di più come scoop dal quotidiano della Conferenza episcopale italiana.
[19 giugno 2022]

Dopo 22 anni riappare L’Unità (ma solo in foto)
«Dati Nielsen. Nei primi 4 mesi pubblicità in crescita del 2,3%», titola Verità & Affari. Accanto, una foto (in realtà un fotomontaggio) di testate esposte in edicola. Quella di Verità & Affari occupa uno spazio doppio rispetto alle altre. Peccato che la seconda da sinistra sia L’Unità, giornale che fu chiuso nel 2000, mentre il quotidiano economico finanziario è in edicola da neanche tre mesi. Miracoli di Photoshop.
[14 giugno 2022]

Casìn alla veronese
Francesco Specchia su Libero esamina i risultati delle elezioni comunali a Verona, dove Damiano Tommasi, candidato del centrosinistra, «zitto zitto, se ne va, con un considerevole 39% di preferenze al ballottaggio, spinto dalla destra divisa di Sboarina appunto (29%), e del redivivo Flavio Tosi (26%)». A parte la virgola mancante dopo «preferenze», il grafico dei risultati elettorali, pubblicato a fianco, riporta questi risultati: Damiano Tommasi 39,91 per cento (+0,91 rispetto all’articolo); Federico Sboarina 32,48 (+3,48); Flavio Tosi 23,94 (–2,06). Il servizio comincia così: «“Diobòn, che casìn...”». Siamo d’accordo.
[14 giugno 2022]

Ce n’è uno tra Roberto e Valentina
Monica Maggioni, direttrice del Tg1, ha deciso di far sparire dall’edizione delle 20 i conduttori Francesco Giorgino, Laura Chimenti ed Emma D’Aquino, colpevoli di aver rifiutato un suo ordine di servizio che li obbligava, a turno, a presentare la rassegna stampa delle 6.30. I tre sono stati destinati all’edizione delle 13.30 (già pregustiamo la gioia di sentire lo stucchevole saluto di Chimenti: «Buongiorno, buongiorno a tutti voi dal Tg1»). Gianluca Roselli, sul Fatto Quotidiano, dà conto della detronizzazione: «Al posto dei ribelli, nell’edizione delle 20, arriva Giorgia Cardinaletti, già conduttrice della Domenica sportiva e Via delle Storie, e uno tra Roberto Chinzari e Valentina Bisti». Cioè il Tg1 sarà affidato a un trans?
[17 giugno 2022]

Esci la pistola, se hai coraggio
Titolo da Catania Today: «Vicini di casa litigano per un passo carrabile uscendo le pistole, intervengono i carabinieri». Uscita d’emergenza.
[17 giugno 2022]

Kiev, Regno Unito
Didascalia del Corriere della Sera a corredo di una foto proveniente da Kiev: «Folla di persone in piazza Saint Michael’s dove è possibile vedere carri armati e altri mezzi pesanti delle forze russe colpiti dagli ucraini durante l’invasione». Tenderemmo a escludere che in una lingua slava esista il genitivo sassone e ancor più che nella capitale dell’Ucraina ci sia una piazza con un nome in inglese.
[5 giugno 2022]

Più manchevole che Mancuso
In un articolo per La Stampa, l’ex prete Vito Mancuso gira intorno alla questione delle dimissioni del Papa. Il pensoso teologo è però debole in storia e insiste sulla tediosa discussione nominalistica a proposito del titolo di «Papa emerito», a suo avviso improprio. Tornando alla storia e per limitarci agli ultimi decenni, ignora infatti le intenzioni di rinunciare documentate per Pio XII e per Paolo VI, ma soprattutto scivola sulle «dimissioni del 10 febbraio 2013» attribuite a Benedetto XVI. Il quale invece l’11 febbraio di quell’anno dichiarò che avrebbe rinunciato al pontificato alle ore 20 del 28 febbraio successivo.
[9 giugno 2022]

Vicino la, vicino a
Titolo da Domani: «Arrestato uomo armato vicino la casa del giudice». La locuzione preposizionale corretta è vicino a, in questo caso vicino alla casa. La forma colloquiale, senza la preposizione a, va evitata nella lingua scritta.
[9 giugno 2022]

Caduti in trance per la tranche
Dalla rubrica delle lettere del Corriere della Sera: «Liquidazione. Dopo 33 mesi aspetto ancora la prima trance». Forse farebbe meglio ad accontentarsi della prima tranche. In compenso era caduto in trance chi ha fatto il titolo.
[11 giugno 2022]

Per Veronica Gentili il futuro è già passato
Nella sua rubrica Facce di casta, pubblicata il lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili riporta una frase virgolettata della senatrice a vita Liliana Segre e commenta: «Queste parole sono state pronunciate nel giorno della visita al Memoriale della Shoah di Milano insieme a Chiara Ferragni, invitata dalla senatrice pubblicamente qualche settimana fa». Come spesso le accade, Gentili non sa di che parla. Innanzitutto l’invito è stato rivolto da Segre a Ferragni giovedì 9 giugno, non «qualche settimana fa». Ma, quel che più conta, quel giorno non c’è stata alcuna visita al Memoriale della Shoah, come si evince da questa dichiarazione della senatrice a vita: «Ci siamo viste intorno alle 9.30 a casa mia e siamo state insieme un’oretta – racconta nel pomeriggio, al telefono con il Corriere, Liliana Segre –. Insieme abbiamo deciso che andremo a visitare il Memoriale, in forma privata». Quindi Gentili dà per avvenuto un gesto che invece è solo previsto.
[13 giugno 2022]

Tutto in famiglia
Titolo dalla prima pagina della Repubblica: «L’intervista. Parla la figlia Marisa. “La mia vita con Nilde tenera e rivoluzionaria”». Tutto chiaro.
[13 giugno 2022]

Sul conclave i vaticanisti danno i numeri
Marco Grieco, apparentemente informato vaticanista di Domani, continua a discettare sulle candidature italiane di Matteo Maria Zuppi e Pietro Parolin (che sono in realtà piuttosto improbabili) in un ipotetico conclave e scrive che «i cardinali elettori italiani sono 21». Grieco discetti pure, tanto non vota, ma faccia bene i conti: gli elettori del Belpaese sono oggi 19, destinati a scendere per ragioni di età. Nel medesimo errore incorre (copiando da Grieco?) anche Fabrizio d’Esposito («Nel quadro di un’Europa ancora maggioranza relativa, i cardinali italiani restano il gruppo più numeroso: 21»), titolare, sul Fatto Quotidiano, della rubrica Il chierico vagante, diremmo extra vagante.
[9 e 13 giugno 2022]

Che tempi, che modi
Conclusione di un editoriale di Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: «Ammesso che chi vincerà sarà poi in grado di governare la crisi». Su tempi e modi del verbo c’è ampio margine per un miglioramento (ammesso che Palmerini sia poi in grado di governare la scrittura).
[11 giugno 2022]

Il fattore K uccide il singolare
Apprendiamo dalla Stampa che «la bellezza ha smesso di essere un sostantivo plurale». Ad annunciare la rivoluzione copernicana è Nadia Terranova, scrittrice che dirige K, rivista letteraria del quotidiano online Linkiesta. Ah, ecco.
[11 giugno 2022]

Avvallati nelle lacrime
Gianluca Roselli intervista sul Fatto Quotidiano la figlia di Enrico Berlinguer, Bianca. La telegiornalista ricorda che suo fratello Marco impedì a Bettino Craxi di entrare nella sala di rianimazione in cui il segretario del Pci stava morendo, perché «due mesi prima c’erano stati quei fischi, al congresso socialista di Verona così avvallati da Craxi: non mi unisco ai fischi solo perché non so fischiare». Vabbè che camminiamo tutti nella valle di lacrime, ma avvallare è un verbo letterario che significa abbassare verso terra, mentre avallare (con una sola v) significa confermare, legittimare, che è precisamente quanto intendeva dire Bianca Berlinguer. L’intervista si conclude con questa frase: «A mio padre piaceva il mare e la vela, ma anche il cinema, i romanzi e le camminate». Cinque soggetti con verbo al singolare. Chissà se al caro estinto piacerebbero il modo di esprimersi della figlia e/o il modo di scrivere di Roselli.
[29 maggio 2022]

I servizi segreti non esistono
Da Askanews: «“Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence (in realtà inesistente), mi ha convinto a chiedere al Dis di declassificare il tanto evocato ed equivocato Bollettino sulla disinformazione che avrebbe ispirato il noto articolo apparso sul Corriere della Sera”. Così l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli». Ci preoccupa apprendere dall’ex poliziotto ed ex prefetto, già direttore del Sisde e dell’Aisi (i servizi segreti), che la comunità di intelligence del nostro Paese è in realtà inesistente. Per evitare d’essere considerato a capo del nulla, Gabrielli poteva esprimersi così: «Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio (in realtà inesistente) da parte della comunità di intelligence» eccetera.
[10 giugno 2022]

Pugni sotto vuoto
La rubrica Il caffè di Massimo Gramellini, sulla prima pagina del Corriere della Sera, è uscita con questo titolo: «Prendere il vuoto a pugni». Ci pare anfibologico: per un attimo fa pensare che si possa raccogliere il vuoto nei pugni. Equivoco facilmente evitabile: «Prendere a pugni il vuoto».
[10 giugno 2022]

Siccità estrema, anzi acuta
«La siccità ora é estrema», titola in prima Libertà, il quotidiano di Piacenza. Talmente estrema che l’accento sulla forma verbale diventa acuto.
[12 giugno 2022]

Foto allo specchio
Forse per rispettare l’ortodossia, Il Riformista pubblica una foto girata specularmente di Enrico Berlinguer a colloquio con Bettino Craxi, nella quale il primo compare a sinistra e il secondo a destra, mentre nello scatto originale avveniva l’esatto contrario. Notare l’errore era piuttosto facile: nell’immagine fa capolino una copia dell’Unità con testata e titoli che si leggono alla rovescia. A maggior ragione avrebbe dovuto accorgersene il direttore Piero Sansonetti, che fu cronista, notista politico, caporedattore, vicedirettore e infine condirettore dell’organo ufficiale del Pci.
[26 maggio 2022]

Marranate
Sul Fatto Quotidiano, Wanda Marra riferisce circa l’esito delle telefonate fatte da Mario Draghi al presidente russo Vladimir Putin e a quello ucraino Volodymyr Zelensky: «Se il premier ha deciso di intestarsi la mediazione sulla “liberazione” del grano, non si intravede una possibilità di sblocco dei porti, come d’altronde detto dallo stesso Draghi per la mancata volontà di Putin». Cioè Draghi ha parlato per mancanza di volontà da parte di Putin? Più avanti, Marra osserva: «Come nel caso della conversazione con Putin, Palazzo Chigi si è trovato bruciato sul tempo e costretta a inseguire». Il gender dilaga.
[28 maggio 2022]

Conti in sospeso con l’inglese
Nell’incipit del suo editoriale, collocato d’apertura sulla prima pagina della Stampa, Alessandro De Angelis scrive: «Complice questa stravaganza del Parlamento chiuso causa amministrative (in tempo di guerra) per quindici giorni, la nuova presunta Apocalisse – la politica italiana ama tanto la suspence attorno alle date – è stata fissata il 21 giugno». C’è un solo modo per scrivere suspense ed è quello con la sillaba finale se, non ce. Il sostantivo suspense viene infatti dall’omonimo vocabolo inglese (che a sua volta è derivata dal francese en suspens, cioè in sospeso), come peraltro dovrebbe ben sapere De Angelis, visto che è vicedirettore di una testata, l’Huffpost, nata negli Stati Uniti.
[6 giugno 2022]

Attaccati al tram liberamente!
Apprendiamo da Libero che Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la notizia, con la sua bici «sfreccia a velocità folle tra alberi, aiuole, marciapiedi giù giù fino alla strada e lungo i rotai del tram». Il gender dilaga.
[5 giugno 2022]

Ma che cosa si è messo in testa?
Alessandro Fulloni si occupa sul Corriere della Sera della baby sitter che a Modena ha scaraventato un bimbo di 13 mesi giù dal balcone del secondo piano: «Dopo la formalizzazione dell’arresto, Monica Santi – minuta, i capelli raccolti in uno chiffon: così la ritrae un video della Gazzetta di Modena mentre entra nella “gazzella” dei carabinieri che l’ha portata in caserma – si trova in carcere in attesa dell’udienza di convalida». E anche in attesa di una seduta dal parrucchiere che le trasformi lo chiffon (tessuto leggerissimo e trasparente, di seta o di fibre sintetiche) in uno chignon (crocchia di capelli raccolti e variamente annodati sul capo).
[1° giugno 2022]

In moto con il morto
Titolo dal sito della Stampa: «Incidente di Carmagnola, si è risvegliata la bimba di 8 anni che viaggiava sul sellino del motociclista morto». Il vero miracolo ci sembra il secondo.
[27 maggio 2022]

Il monaco di Monzello
Stefano Scacchi su Avvenire canta le lodi del Monza, che ha conquistato la sua prima promozione in serie A, e fa presente che «tra Milanello e Casa Milan non mancano i punti di contatto col passato: Maldini, insieme a Franco Baresi, è stato la bandiera del Milan di Galliani e Berlusconi». Che sussistano punti di contatto fra Milanello e Casa Milan ci pare scontato, considerato che trattasi del centro sportivo dove si allena la squadra rossonera. Forse Scacchi intendeva riferirsi al centro sportivo Monzello dell’Ac Monza. In tal caso avrebbe dovuto scriverlo.
[31 maggio 2022]

Una calcolatrice per Mediaset
Nel riferire la conclusione della causa per diffamazione vinta da Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard, il sito del Tgcom 24 di Mediaset scrive: «Sette persone – cinque uomini e tre donne – hanno lavorato al verdetto». Proponiamo di ribattezzarlo Tgcom 23.
[2 giugno 2022]

Mari immaginari
Didascalia dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Il nuovo missile ipersonico Zircon mentre viene lanciato dalla fregata Gorshkov che naviga nel mare di Barends». Forse ricordiamo male, ma ci pare che non esista sul pianeta alcuna località con questo nome. C’è invece il mare di Barents, porzione del mar Glaciale Artico estesa tra la Terra di Francesco Giuseppe, le Spitzbergen, le coste settentrionali della Norvegia e della Russia e la Nuova Terra, il cui porto principale è Murmansk.
[29 maggio 2022]

Se la Cina invade Taisan
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Biden a Tokyo: “Usa pronti a intervenire militarmente se la Cina invade Taisan”». Sospiro di sollievo a Taiwan.
[23 maggio 2022]

Non si pole scrivere così
Titolo dal sito della Stampa: «F1, Ferrari da urlo: pole e prima fila a Monte-Carlo». Nel testo, Stefano Mancini insiste, facendo pronunciare a Sainz (del quale per ben cinque volte omette il nome, Carlos) la seguente frase: «Ho visto appena la bandiera gialla, ho frenato per evitare Perez. Come l’anno scorso, di nuovo un incidente mi impedisce di tentare la pole». Questo modo di esprimersi – come l’altro, «la Champions» – è un obbrobrio, in inglese. Pole (palo), parola che ne precede un’altra, è aggettivo o complemento di specificazione di quella sottintesa, position. Dunque il titolo è traducibile così: «F1, Ferrari da urlo: del palo e prima fila a Monte-Carlo». Privo di senso. Nello stesso modo non si può parlare di «Dei Campioni» e basta, al posto di «Champions League». Per esempio, sul sito di Sky: «La sfilata del Real a Madrid dopo la Champions» (cioè «La sfilata del Real a Madrid dopo la Dei Campioni»). Conclusione. Primo: di un’espressione unica non si dovrebbe omettere nulla. Non è possibile dire «dei conti», in luogo di «resa dei conti». Secondo: se qualcosa si può omettere, è l’aggettivo del nome, non il nome stesso. Possiamo riferirci al «system», parlando dello «star system», ma se parliamo soltanto di «star» un inglese o un americano ci scruteranno perplessi.
[28 maggio 2022]

Affronto all’editore spagnolo
Di una preghiera inedita di san Francesco, che sarebbe stata scoperta in un manoscritto conservato nell’Archivo Histórico Nacional di Madrid, dà conto monsignor Felice Accrocca sull’Osservatore Romano. L’erudito arcivescovo di Benevento non incappa nel grossolano errore commesso invece dalla redazione culturale del quotidiano vaticano, che per ben due volte, in prima pagina e all’interno, ha trasformato Archivo in Archivio Histórico Nacional. Resta da sapere come abbia reagito il fumantino editore (di lingua spagnola) del giornale.
[30 maggio 2022]

Porti dell’altro mondo
Servizio di Francesca Basso (Corriere della Sera) sulle grandi quantità di grano – 22 milioni di tonnellate – bloccate nei silos ucraini e in attesa di essere esportate: «La Romania ha messo a disposizione il porto di Constanza, ma si tratta solo di 90 mila tonnellate al giorno». Ci pare improbabile: Constanza trovasi dall’altra parte del globo, nella Repubblica Dominicana, e per di più a 1.164 metri sul livello del mare. In Romania, sulla sponda del mar Nero, c’è invece il porto di Costanza, senza la prima n.
[29 maggio 2022]

Lo spogliatorio repubblicano
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Venti euro per una “diretta” da spogliatorio: scoperti hacker che vendevano immagini rubate in case private, palestre e piscine». Non si può dire che fosse un mortorio.
[8 giugno 2022]

Gentili nell’interregno
Nella sua rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili parla dell’Italia come di un Paese che «colloca il disturbo psichico in un interregno tra lo stigma e il capriccio». Dicesi interregno la «situazione politico-amministrativa che si verifica nel periodo di tempo compreso fra la morte, l’abdicazione o la deposizione di un sovrano e la nomina del successore» o il «periodo di tempo in cui si verifica tale situazione» (Lo Zingarelli 2022). Gentili è convinta che esistano re Stigma e re Capriccio.
[6 giugno 2022]

Tedesco alla latina
Sulla Stampa, in una corrispondenza riguardante il processo in cui Amber Heard accusava di violenze l’ex marito Johnny Depp, Simona Siri parla della carriera dei due attori e scrive: «Quella di Heard sembra irrimediabilmente rovinata, finita, caput». New York come Roma: kaputt mundi.
[3 giugno 2022]

Non è confortato dalla grammatica
Massimiliano Coccia rivendica sull’Espresso una sua inchiesta sul Vaticano, affermando d’essere «stato confortato anche dal lavoro investigativo delle magistrature di vari Paesi europei e non». Se prova a rileggersi la sola copertina di Uomini e no, romanzo di Elio Vittorini, scoprirà pure la grammatica.
[5 giugno 2022]

Mephisto Waltz prende il volo e precipita
Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire su Domenica del Sole 24 Ore, parlando «di un breve viaggio con due amici, i fratelli Brod (una zingarata, copyright Mario Monicelli, Amici miei, 1975)». Improbabile che il regista potesse vantare il copyright su un sostantivo, zingarata, che è attestato nei vocabolari sin dal 1886. Indi il diavoletto cita il «primo decollo di un oggetto più pesante dell’aria, grazie all’aerodinamica, assemblato dai fratelli Wilbur e Orville Wright (Huffmann Prairie, 36 metri in 12 secondi)». Tempo e distanza sono esatti, ma la località è sbagliata: il primo aereo decollò il 17 dicembre 1903 da Kitty Hawk, nel North Carolina. Huffman Prairie è il nome del campo presso Dayton, nell’Ohio, dove i Wright fecero alzare in volo il loro secondo aereo a motore, il Wright Flyer II, nel 1904. Infine Mephisto Waltz raffigura George Sand «vestita da uomo, sigaro gin bocca». O Sand fumava avana aromatizzati oppure trattasi di visione ad alto tasso alcolico.
[5 giugno 2022]

Sequel alla Veneziani
La Verità pubblica un editoriale di Marcello Veneziani: «Mattia Feltri su La Stampa sta dedicando un sequel di bastonate alla Meloni». Purtroppo si avverte che a Veneziani è mancato un prequel dello stesso tipo prima di applicarsi nella scrittura.
[3 giugno 2022]

Strage della lingua italiana/1
Su Specchio della Stampa, Gianluigi Nuzzi ricostruisce la strage compiuta a Milano, in via San Gregorio, da Caterina Fort, detta Rina, nel novembre del 1946. Parla di «case a ringhiera», meglio note allo Zingarelli 2022 come «case di ringhiera», tipiche dell’edilizia di fine Ottocento, fornite «di lunghi ballatoi con ringhiera metallica, su cui si aprono le porte delle singole abitazioni, talvolta con servizi igienici in comune». Poi immagina Dino Buzzati, cronista del Corriere della Sera, sulla scena del crimine: «Fa un passo avanti e nota che ogni vittima presenta la bocca colma di bambagia o stracci di cotone, come se l’assassino non avesse voluto udire i loro lamenti prima di morire». Quindi morì anche l’assassino? Più avanti, Nuzzi scrive che gli inquirenti agli ordini di Mario Nardone, capo della squadra mobile di Milano, «impiegano poche ore per scartare ogni persona sospetta e lasciare solo Fort come unica persona sospetta, animato da un movente devastante». Quindi, a parte la ridondanza, non era Rina Fort ad avere un movente ma Nardone? Nuzzi dà conto del fatto che l’assassina a un certo punto «prima si dipinse come innocente poi asserì che aveva solo assistito alla mattanza, poi che si fece aiutare da un complice – rilevatosi inesistenti dopo l’arresto di un povero innocente – e ancora che aveva eliminato Franca ma non i poveri bambini». Chiusura degna di un crescendo rossiniano: «Dopo alcuni decenni, Rina presentò richiesta di grazia nel 1975 che venne accolta dal presidente della repubblica Giovanni Leone. Si trasferisce a Firenze, da solo, dove riprende il cognome del marito impazzito, per morie nel 1988».
[5 giugno 2022]

Strage della lingua italiana/2
Lo scrittore Roberto Saviano sul Corriere della Sera: «E anche in Italia ciarlatani d’ogni tipo diffusero la menzogna, nonostante molte, moltissime prove (ma tutte o quasi del posto), che quei gas non furono mai stati usati o non fossero opera di Assad». Zero zero zero in italiano.
[3 giugno 2022]

La nomina del noninato
Titolo da Verità & Affari: «Nomina. L’ambasciatore Sequi noninato alla vicepresidenza di Sace». Era per non ripetere nomina?
[28 maggio 2022]

Ai confini della realtà
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «Ma in realtà si tratta di un principio, tutto da costruire nella realtà». Ai confini della realtà.
[2 giugno 2022]

Il cerchio con i lati
Marta Serafini sul Corriere della Sera: «Una trappola per le forze ucraine, ormai circondate da tre lati». Avevamo già letto qualcosa di simile in un’intervista di Francesco Battistini con l’ex presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko: «Siamo circondati su tre lati». Si associano prontamente i colleghi Andrea Marinelli e Guido Olimpio: «La città è sotto il fuoco continuo dell’artiglieria e accerchiata su tre lati». Accerchiare deriva da cerchio. Infatti significa «chiudere in cerchio, circondare». Come faccia un cerchio (superficie piana racchiusa da una circonferenza) ad avere i lati (segmento o retta che limita una figura geometrica piana) pare un problema di non facile soluzione.
[26 e 27 maggio 2022]

Plurali senza capo né coda
Sommario da Domani: «I capogruppo bocciati». Il plurale esatto è capigruppo. Per la seguente regola grammaticale: quando il suffisso capo indica una persona a capo di qualcosa, la flessione al plurale riguarda il primo elemento: capistazione, capisettore. Se invece capo indica una persona a capo di qualcuno, la flessione riguarda solo il secondo elemento: capotecnici, capomastri, caporedattori (anche se è ammessa la forma plurale di entrambi gli elementi che costituiscono la parola: capiredattori). Quando il nome composto è di genere femminile, capo rimane invariato in tutt’e due le circostanze: capomacchiniste, caporedattrici.
[28 maggio 2022]

Che pesanti, ’sti russi!
Titolo dal Giornale: «Microfoni, pc, conserve e pure un drone / I saccheggi dei russi da 58 tonnellate». Non sapevamo che i russi fossero obesi fino a questo punto.
[27 maggio 2022]

Un giovane scrittore stregato
Giuseppe Catozzella firma sulla Stampa un editoriale in cui scrive perchè e con gli accenti gravi anziché acuti. E verso la fine si esprime così: «Tiziana Fausti, Briatore, Al Bano, gli chef eccetera, hanno capito che non è in gioco soltanto la loro, di realizzazione del sogno personale, ma anche quella dei ragazzi o degli adulti che si presentano loro con in cv in mano?». Ci pare che il tutto, inclusa la virgola tra i soggetti e il predicato verbale, sia degno di uno scrittore che ha vinto il premio Strega Giovani. Errori di gioventù, appunto.
[1° giugno 2022]

Johnny Depp condannato a risarcirsi
Dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Johnny Depp ha vinto la causa contro l’ex moglie Amber Heard, condannata per diffamazione. E dovrà pagare 10 milioni di dollari all’attore per un editoriale del 2018». Quindi Depp dovrà pagare 10 milioni di dollari a sé stesso? Nella sfortuna, molto fortunato.
[2 giugno 2022]

Tentativi d’imitazione
Leonardo Coen, giornalista di 73 anni che partecipò alla fondazione della Repubblica (non un pivello, dunque), racconta sul Fatto Quotidiano: «Per Flora, La Settimana Enigmistica, “la rivista che vanta innumerevoli imitazioni” (sino a 205, si leggeva sopra la testata, poi il numero fu sostituito da “innumerevoli”), era un rito semantico insostituibile». Sbagliato. La frase storica era «Il giornale che vanta ben 205 tentativi d’imitazione!», con tanto di punto esclamativo, in seguito sostituita da «La rivista che vanta innumerevoli tentativi d’imitazione!», sempre con la parola tentativi, però.
[1° giugno 2022]

Incredibile, Pahor nel 2013 era meno vecchio
Titolo dall’Ansa: «Morto Boris Pahor, nel 2013 aveva compiuto 100 anni». Interessante. Ma a noi pare che la notizia fosse un’altra: è morto a 108 anni.
[30 maggio 2022]

La Repubblica degli svaporati
Onde evitare ai lettori esausti la fatica finale di spremersi le meningi, La Repubblica è uscita con il cruciverba dell’ottimo Stefano Bartezzaghi già compilato, anziché con le caselle in bianco. Al 20 orizzontale compariva la definizione «svaporati». Rende l’idea.
[22 maggio 2022]

Berlusconi diventa Topolino
In prima pagina, a corredo di un articolo di Paolo Guzzanti sul vertice di Pratica di Mare del 2002 («Vent’anni fa quell’occasione che poteva cambiare il mondo»), Il Giornale pubblica una foto in cui l’allora premier Silvio Berlusconi suggella la stretta di mano fra George W. Bush e Vladimir Putin. Per rendere più giovanile l’ex presidente del Consiglio italiano, con Photoshop è stata rinfoltita di capelli la sua calotta cranica, creando un esilarante effetto Topolino al centro della fronte. Il patetico ritocco contrasta con la foto del vertice, tuttora visibile sul web, con cui lo stesso Giornale illustrò un servizio di Gian Maria De Francesco («Così il Cavaliere a Pratica di Mare mise d’accordo Stati Uniti e Russia») il 15 aprile 2018.
[28 maggio 2022]

Desenzano perde l’(a)no
Apprendiamo da Specchio della Stampa che Sonny Colbrelli, ciclista vincitore alla Parigi-Roubaix del 2021, è «nato a Desenza del Garda», località rimasta priva dell’(a)no.
[22 maggio 2022]

La salma di Moro non era fra le sedi di Pci e Dc
«Memento Moro: il “Cristo” risorto da Bellocchio», titola Il Fatto Quotidiano. Parrebbe di capire che il regista ha fatto risorgere una sorta di Cristo. Ma risorgere è un verbo intransitivo, quindi l’azione riguarda solo chi torna in vita, non può essere esercitata su un’altra persona. Nel testo, poi, Federico Pontiggia afferma che il cadavere di Aldo Moro fu «abbandonato in una Renault 4 nel centro di Roma, a metà strada tra la sede della Dc e quella del Pci». Indicazione imprecisa. L’auto su cui venne rinvenuta la salma dello statista era stata parcheggiata all’altezza del civico numero 9 di via Caetani, seconda traversa a destra di via delle Botteghe Oscure, andando da largo Arenula verso piazza Venezia, quindi in una posizione arretrata rispetto alle sedi del Pci e della Dc. Il Bottegone (sede del Pci) distava 110 metri a piedi da Palazzo Cenci Bolognetti (sede della Dc) di piazza del Gesù. E quest’ultima ne distava più del doppio, 270, da via Caetani 9 (350 metri percorrendo via d’Aracoeli). Ergo, non poteva essere «a metà strada».
[21 maggio 2022]

Economia sui pronomi
Titolo da Verità & Affari: «Pnrr. Asili nido, assegnati 2,4 mld senza strategia / Gli ultimi 70 mln vanno dati a chi servono davvero». Il pronome relativo chi significa «colui il quale», non «colui al quale». Pertanto la frase corretta doveva essere «vanno dati a quelli cui servono davvero».
[19 maggio 2022]

Cav. ferito dalla statuetta del capo
Un sommario del Fatto Quotidiano, a corredo di un articolo di Pino Corrias, ricorda che Licia Ronzulli, nota anche come la badante di Silvio Berlusconi, «da fisioterapista massaggiò il volto tumefatto da statuetta del capo». Quindi l’aggressore Massimo Tartaglia nel 2009 avrebbe ferito il leader di Forza Italia non con un souvenir del Duomo di Milano bensì con una statuetta raffigurante lo stesso Berlusconi. Prodigi della sintassi.
[20 maggio 2022]

Pini a rapporto
Simonluca Pini sul Sole 24 Ore decanta la Mercedes Eqe per la sostenibilità della batteria: «Il materiale attivo ottimizzato è composto da nichel, cobalto e manganese in rapporto 8:1:1. In questo modo la quota di cobalto si riduce a meno del 10 per cento». Impossibile. Se il rapporto è 8:1:1, il cobalto rappresenta il 10 per cento esatto, non «meno del 10 per cento». In altro pezzo, siglato Si. Pi., la sede della Mercedes viene spostata da Sindelfingen a Sindelfinger (reminiscenza di Agente 007 - Missione Goldfinger?), che sarebbe come parlare della Ferrari di Maranella. E si annuncia che la casa tedesca «punta a diventare completamente carbon neutral entro il 2039», benché «il passo successivo sarà vendere entro il 2030 una gamma completamente elettrica», al che viene spontaneo interrogarsi su quale sia il significato che Si. Pi. attribuisce all’aggettivo successivo.
[21 maggio 2022]

Pesanti responsabilità
Attacco di un servizio firmato da Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «“La musica unisce”. La spiega così l’iniziativa Stefano Orlando, responsabile pace della Comunità di Sant’Egidio». Ammazza, che responsabilità! (In realtà Orlando è coordinatore del Movimento giovani per la pace).
[22 maggio 2022]

Giarrusso lascia scintille a distanza
Occhiello dalla Stampa: «L’eurodeputato grillino Giarrusso lascia scintille a distanza tra Conte e Di Maio su guerra e rischio di un nuovo Papeete». Tutto molto chiaro. Un unico dubbio: Giarrusso discenderà da Zeus o da Prometeo?
[26 maggio 2022]

Ma che musica, maestra!
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «I due soggetti formalmente più distanti sul pentagramma politico che va da destra a sinistra si sono trovati a condividere l’approccio interventista». Non sapevamo che il pentagramma si leggesse da destra a sinistra. Avviseremo Bach.
[30 maggio 2022]

La verità è che viviamo nel fast west
Sommario dalla prima pagina della Verità: «Ma a pesare è il fast west degli affitti». Un’evoluzione del fast food. (E comunque si scrive Far West, con le iniziali maiuscole).
[30 maggio 2022]

Metrature dall’Est
Dal sito del Corriere della Sera: «La Russia occupa circa il 20% del territorio dell’Ucraina a tre mesi dall’inizio della guerra. Lo scrive Forbes, spiegando che al 23 febbraio, giorno prima dell’invasione, il territorio occupato ammontava a 43.300 metri quadrati, il 7% del totale, ora quest’area è 2,9 volte più grande, pari a 125mila metri quadrati». Non ci sembra un successo militare di cui Vladimir Putin possa vantarsi: 125.000 metri quadrati rappresentano meno di un terzo del territorio della Città del Vaticano, che ne misura 440.000. A meno che a Forbes e al Corriere non abbiano scambiato i chilometri per metri.
[24 maggio 2022]

Salis a bordo dell’Aquarama
Stefano Salis decanta sul Sole 24 Ore «quella icona del mare che risponde al nome di Riva Aquarama (e se non ne sapete il nome vi basta solo vederla per riconoscerla: è l’imbarcazione più bella e nota al mondo)». Salis si sofferma sui dettagli: «La linea inconfondibile, il caldo sensuale del suo legno di mogano (24 passaggi di vernice a mano), quel lunotto di vetro panoramico, le linee perfette della scocca, i morbidi divani». Dicesi scocca l’«insieme dell’ossatura e dei rivestimenti esterni di una carrozzeria d’automobile» (Lo Zingarelli 2022). L’articolo inizia così: «Non ho avuto il piacere di salirci mai». Si vede.
[29 maggio 2022]

Rea contro Rea
Se cade anche il mitico Paolo Mereghetti, è la fine. Nella sua rubrica su Io Donna il critico cinematografico recensisce Nostalgia di Mario Martone, che, precisa, è stato costruito «prendendo spunto dal romanzo omonimo di Domenico Rea (però abbondantemente rielaborato)». Molto abbondantemente, visto che il libro in questione, edito da Feltrinelli nel 2016, è di Ermanno Rea.
[28 maggio 2022]

Il congiuntivo imperfetto
Conclusione di un editoriale del direttore di Libero, Alessandro Sallusti: «Provassero a vincere una elezione invece che tramare per governare da perdenti che la Meloni, immagino, saprà lei cosa fare al momento giusto». Benché l’uso del congiuntivo imperfetto sia molto diffuso nella lingua parlata da Roma in giù (ma Libero si pubblica a Milano), nelle frasi con valore esortativo s’impone – volendo scrivere in buon italiano – l’uso del congiuntivo presente: «Che provino a vincere un’elezione».
[25 maggio 2022]

De Mita, alfiere della Dcr
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «De Mita, alfiere sudista della Dcr che voleva un centro comunista». Qualcosa di simile alla Ddr, insomma.
[27 maggio 2022]

Fini, che cosa ti sei messo in testa?
Sul Fatto Quotidiano, Massimo Fini parla del delitto Calabresi e se la prende con Adriano Sofri, «che rimane comunque il leader carismatico di Lotta Continua, una delle tante lobbie che continuano a imperversare nel nostro Paese». La lobbia (plurale lobbie) è un «cappello maschile di feltro morbido con la calotta segnata da una infossatura sul senso della lunghezza, e la tesa più o meno larga» (Lo Zingarelli 2022). Forse Fini intendeva usare il plurale inglese di lobby, nel qual caso doveva scrivere lobbies (benché il plurale di lobby in italiano resti invariato, come previsto per tutte le parole straniere registrate nel nostro vocabolario).
[19 maggio 2022]

Roteiamo gli occhi
L’Ansa informa che McDonald’s lascia la Russia, che il suo posto sarà preso da Zio Vanja e che il marchio americano non verrà più utilizzato. «La catena, però, non si discosterà un granché dallo stile dei Big Mac», aggiunge l’agenzia. «Un indizio arriva dal marchio: una B gialla, che nell’alfabeto cirillico corrisponde alla V di Vanja, su sfondo rosso, un marchio che roteato di 90 gradi somiglia molto alla “M” del fast food americano». Roteiamo gli occhi: un marchio tutt’al più può essere ruotato.
[16 maggio 2022]

Mestieri residuali
Titolo da Verità & Affari: «Cercasi scavatori a 1.500 euro al mese per la rete del futuro. Ma non si trovano». Per lo stesso stipendio non si trovano più nemmeno giornalisti che sappiano scrivere cercansi.
[25 maggio 2022]

Cloro al clero che abusa
Didascalia da 7, supplemento del Corriere della Sera: «La copertina di Agnus Dei, l’inchiesta firmata da Lucetta Scaraffia con Franca Giansoldati e Anna Foa sugli abusi sessuali del cloro in Italia pubblicata da Solferino». Bentornati anni Settanta. (Per la cronaca, lo slogan «Cloro al clero» comparve per la prima volta sul Corriere il 30 marzo 1977, in un servizio a firma di Antonio Padellaro riguardante i «22 tra attentati e pestaggi» subiti da Comunione e liberazione nei primi tre mesi di quell’anno. L’espressione minacciosa richiamava il disastro ambientale accaduto nel luglio 1976 all’Icmesa di Seveso, da cui si sprigionò una nube tossica di tetracloro-dibenzo-diossina che provocò malattie dermatologiche nella popolazione del circondario, fra le quali la cloracne).
[27 maggio 2022]

Gad, basta copiare (bene)
Sul Fatto Quotidiano, Gad Lerner striglia (senza nominarlo) Aldo Grasso, che sulla prima pagina del Corriere della Sera ha riservato «un trattamento singolarmente astioso» a un gruppo di intellettuali cari al Movimento 5 stelle. «Trattasi», osserva ironico Lerner, «di perdigiorno come Zagrebelsky, Mancuso, Urbinati, Barca, Tridico... e perfino un premio Nobel come l’economista Stieglitz». Si chiama Joseph Stiglitz, come ha scritto correttamente Grasso. Bastava copiare, ma serve talento.
[9 maggio 2022]

Quando il giornalista sonnecchia
Franco Adriano su Italia Oggi: «Sonacchiato ed Eni, con l’ad Descalzi, firmeranno un memorandum d’intesa per sviluppi di campi a gas e idrogeno verde in Algeria». Ah, i correttori ortografici! (Sonatrach è la compagnia energetica statale algerina).
[27 maggio 2022]

Napoli disuguale
Titolo a tutta pagina dal Riformista: «La guerra c’era anche prima: la guerra mondiale delle disuglianze». E sì che avete l’editore e la redazione a Napoli, guaglió!
[26 maggio 2022]

Giri di parole
Conclusione di un editoriale di Francesco Maria Del Vigo, vicedirettore del Giornale, intitolato «Se Blanco palpeggiato non indigna le femministe»: «Posto che questa è una polemica facilmente archiviabile alla zona anatomica esplorata dalla scalmanata fan e che le molestie vere sono ben altra cosa...». Faceva prima a scrivere che è una polemica del cazzo.
[25 maggio 2022]

Altri mondi perduti
Sommario dal Fatto Quotidiano: «Consumiamo due pianeti e mezzo l’anno: buona parte per le guerre». I famosi altri mondi.
[22 aprile 2022]

Concitazione
Incipit della rubrica di Concita De Gregorio sulla Repubblica, dopo la strage nella scuola in Texas: «Sono entrata in un asilo, ieri. Per la precisione in quella che era stata la mensa dell’asilo e che adesso è stata trasformata una da giovane compagnia in una sala prove di spettacoli per ragazzi». Signora, è sicura di sentirsi bene?
[26 maggio 2022]

Nascituri a Roma
Titolo dalla Verità: «Si torna a marciare per i nascituri a Roma». E al diavolo quelli che stanno per nascere altrove.
[17 maggio 2022]

Massimo Fini sposta il Ponente a Levante
Massimo Fini rievoca con accenti elegiaci, sul Fatto Quotidiano, la Liguria d’antan: «Prendiamo la Riviera ligure, sia quella di Ponente che di Levante. Nell’Ottocento e nel Novecento fino agli anni Sessanta era frequentata da un turismo ricchissimo, prevalentemente di inglesi e americani a Ponente, di russi, prima dell’avvento del comunismo, a Levante». Fini ha invertito le due aree geografiche. I russi, infatti, frequentavano la Riviera di Ponente. Come ricorda Stefano Pezzini, giornalista che ha lavorato per una vita alla Stampa, erano molto radicati soprattutto a Sanremo, tant’è che agli inizi del secolo scorso se ne contavano un migliaio. In accordo con il Comune, venne eretta per loro la chiesa ortodossa dedicata a Cristo Salvatore (non a san Salvatore, come scrive Pezzini). La prima pietra fu posata nel 1912 a ridosso dell’allora stazione ferroviaria, all’inizio della Passeggiata Imperatrice, così chiamata in onore di Maria Aleksandrovna, moglie dello zar Alessandro II, «che per prima fece di Sanremo il suo luogo di vacanza e che donò alla città le palme tuttora presenti sul corso», annota Pezzini. Nella cripta furono sepolti i resti mortali di Nicola I del Montenegro e di sua moglie, la regina Milena (morti rispettivamente nel 1921 e nel 1923), genitori della principessa Elena (1873-1952), che divenne sovrana d’Italia sposando Vittorio Emanuele III. Nel 1989 le salme di Nicola I, della regina Milena e di due figlie, le principesse Vjera e Ksenija, furono traslate da Sanremo a Cetinje, in Montenegro.
[22 maggio 2022]

Cappella con camera
F.D.T. sulla Verità segue il processo a carico di Angelo Becciu, in corso presso il tribunale vaticano e riferisce che il cardinale aveva «raccontato dettagliatamente di quando Perlasca gli manifestò l’intenzione di suicidarsi buttandosi dalla camera di una cappella, e di essersi interessato per fermarlo». Oh bella, non sapevamo che esistessero cappelle dotate di camera da letto. Siamo andati perciò a leggere la trascrizione dell’udienza del 5 maggio scorso, dalla quale ha attinto F.D.T., in cui si riporta un messaggio che monsignor Alberto Perlasca inviò al cellulare del suo superiore cardinale Becciu. In esso il prelato manifestava il proposito di suicidarsi e specificava: «Gettandomi dalla mia camera morirei proprio sulla cappella». Poiché Perlasca risiede nella Casa Santa Marta, la stessa dove abita papa Francesco, sarebbe precipitato sulla cappella dell’edificio alberghiero, «forse la cosa migliore», come egli stesso concludeva.
[18 maggio 2022]

Nascita e morte di Freud
Titolo di Robinson, supplemento culturale della Repubblica, su Sigmund Freud: «Non possiamo non dirci freudiani. A 166 anni dalla morte del padre della psicoanalisi esce una nuova biografia a firma Peter-André Alt. Per ricordaci quanto sia imprescindibile la sua lezione». L’altra lezione imprescindibile, per i giornalisti, è quella di scrivere correttamente (almeno i titoli) e di controllare le date: Freud cessò di vivere nel 1939. Dalla sua morte saranno perciò 83 anni il prossimo 23 settembre. Il 6 maggio erano 166 dalla nascita.
[13 maggio 2022]

La direttora si ripete
Sulla Stampa, Linda Laura Sabbadini, qualificata come «direttora del dipartimento Metodi e Tecnologie dell’Istat», scrive: «Si prevede l’offerta di un pasto sano al giorno a scuola come livello essenziale delle prestazioni (Lep)». Per fortuna che è un livello essenziale, altrimenti l’offerta sarebbe stata di un pasto avariato. E precisa: «La refezione scolastica e il tempo pieno devono essere estese nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie», anziché estesi. E nella frase seguente: «Obiettivi del Piano sono infatti la progressiva estensione del servizio di refezione scolastica e del tempo pieno nelle scuole dell’infanzia e primaria». Un po’ ripetitiva, la direttora. Comunque abbiamo capito: il piano prevede la refezione e il tempo pieno.
[20 maggio 2022]

Pace, Stati Uniti e Russia contro Bergoglio
Titolo a tutta pagina sul Fatto Quotidiano: «Pace, Stati Uniti e Russia contro la mediazione di Papa Bergoglio». Non bastavano Biden e Putin, ci si è messa anche la pace contro il pontefice.
[5 maggio 2022]

Questa è difficile da ingerire
M. Cal. sul Corriere della Sera: «Accanto a Binaghi, nella premiazione di Djokovic, c’era la sottosegretaria Valentina Vezzali: “La politica non deve ingerire nello sport”». Non dubitiamo che una campionessa prestata alla politica si esprima in questo modo barbaro. Tuttavia un giornalista, nel riferire il suo discorso, forse avrebbe dovuto sapere che il verbo transitivo ingerire significa mandare giù nello stomaco, ingoiare. Qui andava usato l’intransitivo pronominale ingerirsi (intromettersi, immischiarsi indebitamente in questioni altrui): «La politica non deve ingerirsi nello sport».
[16 maggio 2022]

Titoli anfibologici
Titolo dal sito del Riformista: «Bimba di due anni annega in piscina durante festa in famiglia: lo zio prova a salvarla ma muore in ospedale». Quindi sono morti in due, la nipotina annegata e lo zio in ospedale, magari d’infarto? (In realtà quest’ultimo è morto solo nel titolo anfibologico: è la bimba che è deceduta nonostante le cure mediche).
[16 maggio 2022]

Metti l’Eni sul gas
Titolo a tutta pagina sulla Verità: «Sul gas russo l’Eni rimane tra i due fuochi». Una pentola sul fornello, in pratica.
[19 maggio 2022]

Lingua dispersa nelle retrovie
Nel suo editoriale di prima pagina sulla Repubblica, Ezio Mauro fa riferimento a «quel retrovia temporaneo del conflitto, dove noi viviamo credendoci indenni». Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia attesta che retrovia è «voce del linguaggio militare, usata per lo più al plurale», ma, ciò che più conta, è un sostantivo femminile, mai maschile, come peraltro si desume da tutti i vocabolari. Quindi, anche se il gender dilaga, bisognava scrivere «quella retrovia temporanea» oppure, molto meglio, «quelle retrovie temporanee».
[23 maggio 2022]

Bell’aiuto
Dall’agenzia Ansa: «In conferenza stampa a Tokyo Biden ha inoltre detto che gli Usa aiuterebbero Taiwan da un’invasione cinese». Però per il momento l’unica a chiedere aiuto è la lingua italiana.
[23 maggio 2022]

Ridatemi i tatuaggi
Titolo a tutta pagina sul Fatto Quotidiano: «Azov, la resa e i nazi-tatuaggi / Zelensky: scambio per riaverli». Si accontenterà di riavere i brandelli di pelle dopo che quelli del battaglione Azov saranno stati scorticati?
[22 maggio 2022]

Titoli alla brace
Occhiello disteso a tutta pagina (la prima) sulla Verità: «Per liberarci di Putin si cade dalla padella alla brace». Si cade dalla padella nella brace. Alla brace si fanno le bistecche.
[21 maggio 2022]

Ha perso la bussola e anche il timone
L’ex ministro Giovanni Tria scrive nella sua rubrica Bussola & Timone sul Sole 24 Ore: «Come ci insegna Robert Schiller e l’esperienza passata, i mercati di per sé non sono affatto razionali e previdenti». Gli serve una bussola grammaticale: i soggetti sono due, quindi occorreva il plurale: insegnano. E più avanti: «Certamente, in una prospettiva meno immediata, è necessario, come affermato chiaramente dal nostro presidente del Consiglio, cambiare i trattati per uscire da una governance europea basata sull’unanimità. E sarebbe auspicabile che ciò avvenisse prima di un ulteriore avventato allargamento dell’Unione». Il problema si porrebbe solo se l’allargamento fosse avventato?
[7 maggio 2022]

Travaglio nei secoli dei secoli
Nell’editoriale di prima pagina sul Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio cita il Primo libro di Samuele (Antico Testamento), nel quale Golia viene sconfitto da Davide, e osserva: «Il premier Draghi, che evidentemente ne sa poco anche di Bibbia, come di un sacco di altre cose, l’ha evocato l’altroieri totalmente a sproposito: “Inizialmente nella guerra si pensava ci fosse un Golia e un Davide; oggi il panorama si è capovolto, certamente non c’è più un Golia e quella che sembrava una potenza invincibile s’è dimostrata non invincibile”. Siccome tutti sanno da 210 secoli che Golia non era invincibile, ma una mezza pippa, poteva venire in mente giusto a lui di paragonarlo alla Russia quando pareva invincibile». Parlare di 210 secoli appare un filino esagerato. Il duello fra Davide e Golia è ambientato fra XI e X secolo avanti Cristo (quindi i secoli trascorsi da allora sono 31, non 21 come forse voleva scrivere Travaglio). Tuttavia, secondo i biblisti, la redazione dei due libri di Samuele avvenne solo dopo il 561 avanti Cristo, data della liberazione di Ioiachin, diciannovesimo e penultimo re di Giuda, che era prigioniero a Babilonia. Quindi «che Golia non era invincibile, ma una mezza pippa» si sa (ma non «tutti sanno», a cominciare da Travaglio) da quasi 26 secoli, non da 21. Una cosa è certa: non si sa da 21.000 anni.
[13 maggio 2022]

Fognini, una vecchiaia da record
In una didascalia La Stampa attribuisce a Fabio Fognini 34 anni. Nel testo accanto si magnificano le doti del tennista, che a 35 continua a battersi. Come invecchia in fretta, ’sto campione.
[11 maggio 2022]

Chanel è delle influencer russe?
Sottotitolo da Domani: «La protesta contro il marchio Chanel delle “influencer” russe che hanno imbracciato grandi forbici per fare a pezzi una delle loro borse è meno frivola di quel che si potrebbe pensare». Esiste una casa di moda Chanel di proprietà delle «influencer» russe? No? Allora bisognava scrivere «La protesta delle “influencer” russe contro il marchio Chanel».
[9 aprile 2022]

Huffpost è ai minimi
«Oops, il rublo è la miglior valuta del 2022», titola l’Huffpost. «Se ad inizio anno servivano 75 rubli per un dollaro adesso ne bastano 62, il 17% in meno, con la valuta russa ai minimi sul biglietto verde da due anni e mezzo». È l’esatto contrario: il rublo è ai massimi sulla divisa statunitense. Poiché la valuta di riferimento internazionale è il dollaro, le monete che stanno sotto la parità raggiungono il massimo quando, per ottenere un dollaro, devono sborsare la loro più piccola quantità.
[19 maggio 2022]

De Masi gode male
Al secondo capoverso di un editoriale sul Fatto Quotidiano, il sociologo Domenico De Masi se ne esce con la seguente espressione: «Ho potuto godere in prima persona i vantaggi offerti dall’industria». Godere è un verbo intransitivo, che va seguito, a seconda dei casi, dalle preposizioni proprie a, di, in, per o dalle preposizioni articolate del, al, sulle, come in alcuni esempi riportati dallo Zingarelli 2022: godo a vedere tanta generosità, di vedervi in buona salute, nel sentirvi vicini; godere della ricchezza; godere dell’affetto; godere del male altrui; godere di alcuni giorni di ferie; gode di buona salute; godere di un diritto, di una rendita. Quindi De Masi avrebbe dovuto scrivere: «Ho potuto godere in prima persona dei vantaggi». Oppure ricorrere alla forma transitiva godersi: «Ho potuto godermi i vantaggi».
[21 maggio 2022]

Una notte sul Monte Calvo
Dal Corriere della Sera: «Dare del “calvo” a una persona equivale a una “molestia sessuale”, discriminatoria e sessista. Così almeno in Inghilterra, dove una sentenza ha dato ragione a un elettricista che aveva denunciato il suo supervisore che lo aveva chiamato “bald cunt”, che più o meno sta per “str... pelato”». Apprezziamo l’eleganza oxoniana che induce i colleghi di via Solferino a non scendere nei particolari, tuttavia non si comprende il nesso tra calvizie e molestia sessuale. Che diventa invece lampante se si considera che cunt, come registra Il Ragazzini (Zanichelli) significa «fica, figa» o, in senso figurato spregiativo, «testa di cazzo, coglione». Il medesimo dizionario avverte: «Cunt è forse la parola più volgare della lingua inglese».
[15 maggio 2022]

E dove dovrebbe rimanere?
Titolo da Verità & Affari: «Crisi. L’auto rimane a terra in Europa». Buona notizia. Quando vola sono dolori.
[19 maggio 2022]

Professori e no
«Tutti noi, professori e non, collaboratori del Fatto e non, siamo esposti al giudizio degli altri: dei colleghi, degli studenti, dei lettori, dei telespettatori, dei cittadini tutti», puntualizza il professor Alessandro Orsini sul quotidiano diretto da Marco Travaglio. Il signore di La Palisse non avrebbe saputo dirlo meglio. Per dimostrargli che ha ragione, da lettori e da cittadini lo informiamo che l’avverbio negativo olofrastico (così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no. Quindi si scrive «professori e no, collaboratori del Fatto e no», come peraltro è noto fin dai tempi di Dante Alighieri: «Non disceser venti / o visibili o no» (Divina Commedia, Paradiso, VIII, 22-23).
[14 maggio 2022]

Io speriamo che me la cago
Titolo da Domani: «A Kharkiv gli ucraini avanzano. Nell’Azovstal si spera all’evacuazione». Cioè si spera solo al momento di defecare?
[17 maggio 2022]

Navi da guerra navali
Il Messaggero informa che gli Stati Uniti hanno stipulato un contratto da 92,5 milioni di dollari per la produzione di sistemi radar e di difesa aerea Aegis, forniti alla Marina: «Oltre ad essere schierato su navi da guerra navali, il sistema è anche in grado di essere adattato a sistemi terrestri». Per le navi da guerra aeree si stanno attrezzando.
[12 maggio 2022]

Aldo Grasso sbaglia corona
Sul Corriere della Sera, Aldo Grasso commenta le immagini giunte da Londra: «Assente Elisabetta, la corona della regina era posata su un sontuoso tavolino accanto al trono mentre l’erede, il principe Carlo d’Inghilterra, leggeva il suo discorso alla Camera dei Lord di Westminster. Subito torna alla mente il period drama di Netflix, The Crown, creato da Peter Morgan. Per la tradizione britannica, infatti, la corona, simbolo della regalità, è più importante della persona che la indossa. Realizzata in oro, il suo disegno rappresenta quattro croci patenti e gigli, con due archi incrociati superiormente. A sormontare il tutto c’è un globo con una croce patente. La corona include 444 pietre preziose. La corona di Sant’Edoardo è il segno della legittimità del potere». Sbagliato. Quella vista in tv non era la corona di Sant’Edoardo bensì la corona imperiale di Stato, che le assomiglia ma che risale al XIX secolo non al XVII. L’Imperial State crown differisce anche per la dotazione di pietre preziose: 2.868 diamanti, 17 zaffiri, 11 smeraldi, 269 perle e 4 rubini. La prima viene indossata dal sovrano solo all’atto dell’incoronazione in Westminster; la seconda quando egli lascia l’abbazia al termine della cerimonia e nelle occasioni formali, per esempio alla prima seduta del nuovo Parlamento.
[12 maggio 2022]

Più ex di così
Francesco Spini sulla Stampa: «C’è chi, quando ancora era aperta la caccia ai candidati per le Generali, lo aveva evocato per un possibile e clamoroso ritorno a Trieste nell’inedita veste di sfidante. E invece Sergio Balbinot, che del Leone è stato un illustre ex amministratore delegato per le attività estere, oggi rilancia su Allianz». Messo così, con l’ex che è stato, sembra più che altro un coccodrillo («biografia di personaggio vivente, aggiornata di continuo e disponibile nell’archivio di un giornale per una tempestiva pubblicazione in caso di morte», Lo Zingarelli 2022).
[28 aprile 2022]

Penne spuntate
Come già evidenziato in questa rubrica, l’anonimo estensore di Penne armate sul Fatto Quotidiano deve avere qualche conto in sospeso con gli articoli determinativi delle testate. Dopo aver finalmente rimosso Il che anteponeva a Corriere della Sera, adesso cita «Mario Lavia (L’Inkiesta)». Ma il quotidiano online diretto da Christian Rocca si chiama Linkiesta.
[23 aprile 2022]

Recrudescenza della scrittura
«In Lituania team Usa per difendersi da hacker russi», titola Il Sole 24 Ore. A parte che «team Usa» è un’espressione usata di solito per designare la Nazionale negli sport, gli esperti di Washington non sono in Lituania per contrastare in proprio gli hacker russi: sono lì per addestrare i lituani. Nel testo, Biagio Simonetta parla «del Cyber national Mission Force americano», al maschile (mission e force nei vocabolari d’italiano diventano però femminili), e spiega: «Ma le forze atlantiche (gli Stati Uniti, e la Nato più in generale) sanno benissimo che una recrudescenza digitale è dietro l’angolo». Può esservi solo «improvvisa ripresa o aggravamento di qualcosa che sembrava in via di esaurimento o di estinzione» (definizione di recrudescenza sullo Zingarelli 2022), come – stando agli esempi dello stesso dizionario – «una recrudescenza dell’epidemia influenzale, del freddo, della carestia della violenza, della criminalità». Eliminare la preposizione articolata e utilizzare un aggettivo, parlando di recrudescenza digitale, è improprio quanto lo sarebbe parlare di recrudescenza criminale.
[6 maggio 2022]

Specchi pericolosi
«In tv ho una faccia da diavolo ma scappo davanti agli specchi», è il titolo dato dalla Stampa a un’intervista con Alessandro Borghi. Nel pezzo di Raffaella Silipo non v’è traccia di questa frase. L’attore si limita a dire: «Soffro della sindrome di Tourette e ho notato che i tic scattano proprio quando mi guardo allo specchio. Mai quando recito». Poiché la malattia descritta per primo dal medico francese Georges Gilles de la Tourette è un disturbo neurologico che spesso si manifesta con la coprolalia (impulso morboso e incontrollabile a pronunciare espressioni oscene), ne deduciamo che Borghi non scappa davanti agli specchi: si limita a mandarsi cordialmente affanculo mentre si rade, mai sul set.
[3 maggio 2022]

L’insostenibile leggerezza
Occhiello dal Corriere della Sera: «I racconti degli anziani sopravvissuti: “Una granata ha tranciato in due mia moglie. L’ho sepolta in cortile, era leggera: non ho più trovato il resto del corpo”». L’umorismo nero è sempre sconveniente. Tuttavia non possiamo fare a meno di chiederci se la salma fosse leggera perché era mutilata o perché è stata seppellita in due tranche.
[3 maggio 2022]

Generazioni alla mantovana
La Gazzetta di Mantova riferisce di una festa degli studenti dei licei Virgilio e Belfiore «giunta alla dodicesima edizione», precisando che «l’evento è ormai un appuntamento fisso da tre generazioni di studenti». Considerato che per generazione s’intende il periodo di tempo (mediamente 25 anni) che separa due generazioni, l’evento appare improbabile: essendo giunto alla dodicesima edizione, riguarderebbe studenti nati più di 300 anni fa.
[15 aprile 2022]

Giornaliste fuori di seno
Silvana Palazzo sul Sussidiario.net: «L’importante messaggio di inclusività lanciato Adidas è stata bandito in Gran Bretagna, dove lo spot con 43 seni nudi, di tutte le età, forme ed etnie, è stata censurata. La decisione che sta facendo discutere è stata presa dalla Advertising Standards Agency, la commissione nazionale che monitora la pubblicità nel Regno Unito». Sorvolando sull’italiano pedestre, rileviamo che il provvedimento dell’Asa parla di tweet su Twitter e di cartelloni, non di spot. Nel primo caso, più precisamente, di «the bare breasts of 20 women», il seno nudo di 20 donne. Anche Claudia de Lillo, sulla Repubblica, sbaglia citando «43 seni, in primo piano». È vero che Tommaso Antongini, segretario di Gabriele D’Annunzio, sosteneva che secondo la grammatica seno va sempre al singolare, «ma per fortuna sono due». Tuttavia, anche moltiplicando per il predetto numero, si arriverebbe a 40, non a 43. Infatti 43 sono i modelli di reggiseno commercializzati da Adidas, una materia sulla quale le due giornaliste dovrebbero essere più ferrate dei maschi, si presume. Per inciso, i seni raffigurati nel poster risultano 64, come peraltro specificato nella censura dell’Asa.
[13 maggio 2022]

Dizionario Di Cesare/1
Donatella Di Cesare, che insegna alla Sapienza di Roma, ancora una volta si dimostra poco sapiente nella scelta dei vocaboli. Ha definito «annessione» («ampliamento del territorio di uno Stato a spese di parte o tutto il territorio di un altro Stato», Lo Zingarelli 2022) la richiesta di adesione alla Nato presentata da Svezia e Finlandia. Piccata per le critiche che Aldo Grasso le ha mosso dalla prima pagina del Corriere della Sera, la filosofa si è difesa sul Fatto Quotidiano: «Non ho tenuto conto che sono pur sempre una donna in un Paese in cui lo spazio pubblico è quasi ovunque occupato da maschi che, per di più, in questi ultimi tempi si sono messi un elmetto accecante». Sarà della misura sbagliata fino al punto da coprire gli occhi o di metallo troppo lucido?
[16 maggio 2022]

Dizionario Di Cesare/2
Tre giorni prima, Donatella Di Cesare era ricaduta, sempre sul Fatto Quotidiano, nel medesimo errore per cui l’avevamo pizzicata in questa rubrica: «La politica europea ha abdicato alla guerra». Professoressa, torni sui libri, come le ha consigliato Grasso, cominciando dal più importante di tutti: il dizionario. Il verbo abdicare ha solo due significati: «rinunciare all’autorità sovrana o ad altro potere legittimo» e «sottrarsi a una responsabilità, a un dovere». Iniziare una guerra non è un dovere.
[13 maggio 2022]

Il ramo sbagliato
Sotto il titolo «Una “Cernobbio” per il Mezzogiorno. Con Carfagna premier e ministri», Monica Guerzoni, inviata del Corriere della Sera, dà conto della due giorni di Sorrento per rilanciare il Sud. Siccome la manifestazione è organizzata dal Forum Ambrosetti, il titolo fa riferimento a Cernobbio (provincia di Como) dove annualmente, a Villa d’Este, i leader mondiali s’incontrano per discutere di tutto e di più, appunto invitati dallo studio Ambrosetti. Ma nell’attacco del pezzo, giocando sul parallelismo Cernobbio-Ambrosetti, la giornalista richiama a sproposito «quel ramo del lago di Como». Infatti Cernobbio si affaccia sì su uno dei due rami, però quello «di manzoniana memoria» (Guerzoni) «che volge a mezzogiorno» (Alessandro Manzoni) nei Promessi sposi è il ramo di Lecco, che si trova da tutt’altra parte (e provincia).
[13 maggio 2022]

L’inversione a 360 gradi
Fabio Amendolara segnala sulla Verità che la Svezia potrebbe avviare le procedure per chiedere l’ingresso nella Nato, «facendo così una inversione a 360 gradi, visto che, in un primo momento, Stoccolma aveva escluso la possibilità di aderire all’Alleanza atlantica». Non si capisce che cosa sia cambiato: un’inversione a 360 gradi riporta esattamente al punto di partenza.
[13 maggio 2022]

Basta tappeto, ora si nasconde sotto la polvere
Luca Fazzo intervista sul Giornale l’ex presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), Luca Palamara, che afferma: «Solo il sorteggio può spezzare lo strapotere delle correnti». Obietta Fazzo: «L’Anm dice che è incostituzionale». Risposta: «La linea dell’Anm finora è stata di nascondere sotto la polvere quanto è accaduto in questi anni». Bei tempi quando si nascondeva la polvere sotto il tappeto.
[15 maggio 2022]

Tre parole per un solo concetto
Barbara Spinelli si occupa del battaglione Azov sul Fatto Quotidiano. Questo il sommario a corredo del commento: «Torture, soffocamenti e waterboarding compiuti dal battaglione e dai partiti di estrema destra collegati». Tre parole per ripetere sempre la stessa cosa. Il waterboarding è una tortura consistente in un annegamento simulato, durante la quale il prigioniero, immobilizzato, si sente soffocare.
[9 maggio 2022]

Spettabili gravidanze
Nel riferire che Elisabetta II è stata sostituita dall’erede al trono Carlo d’Inghilterra all’inaugurazione dell’anno parlamentare, Paola De Carolis ricorda sul Corriere della Sera che era stato il Lord Chancellor «a subentrare alla regina nel 1959 e nel 1963, quando Elisabetta non aveva potuto essere presente (spettava la prima volta Andrea e la seconda Edoardo)». Spettabili gravidanze.
[10 maggio 2022]

Import export di Domani
«La Russia taglia la corrente ai vicini», titola Domani. «L’elettricità mancante sarà sostituita con maggiori esportazioni dalla Svezia», precisa il testo. Esportazione significa «spedizione di prodotti all’estero». Ma può darsi che un Domani saranno chiamate «importazioni dalla Svezia».
[14 maggio 2022]

Lavorare stanca
Dal sito di GQ: «Superati i 40 anni, lavorare più di 3 giorni a settimana fa male». Ecco perché loro fanno un mensile (che di anni ne ha 91).
[8 maggio 2022]

Veronica Gentili urgentissima
Capitolo tratto dalla rubrica che Veronica Gentili firma il lunedì sul Fatto Quotidiano: «E quanto l’allargamento dell’Ue sia uno dei temi più urgenti da gestire lo dimostrano anche le parole ambiziose e cariche di aspettative del ministro ucraino Kuleba». Seguono fra virgolette le parole ambiziose di Kuleba. Conclusione: «Una riflessione seria è quanto mai urgente». Ma proprio urgente urgente, eh, dall’inizio alla fine.
[16 maggio 2022]

Restauri inservibili
Dalla Gazzetta di Mantova: «Il 28 maggio il restauro sarà inaugurato, a 10 anni esatti da quel terremoto che lo aveva reso inservibile». Vuoi mettere i restauri pronto uso di un tempo?
[8 maggio 2022]

Ma che è morto lo vuoi scrivere o no?
Da un lungo articolo di Silvia Truzzi, uscito sul Fatto Quotidiano, apprendiamo che «a Paul Ginsborg dobbiamo moltissime cose, soprattutto la passione con cui ha animato la protesta civile all’alba del millennio»; che lo stesso Ginsborg «era inglese fino al midollo, però aveva scelto l’Italia come patria d’elezione diventandone voce critica e uno degli intellettuali più in vista»; che il suo accento era «inconfondibilmente british e il tono sempre dolce»; che «aveva dedicato al nostro Paese i suoi studi storici più importanti»; che «il grande pubblico lo ha conosciuto con l’esplosione del movimento dei girotondi»; che «della sua lucida coscienza critica e della passione civile sentiremo molto la mancanza». Ohibò, e per quale motivo? Semplice: perché Paul Ginsborg è morto. L’unica notizia che, in un articolo di oltre 4.000 caratteri, Silvia Truzzi si dimentica di dare.
[12 maggio 2022]

Chiaramente, però chissà
Su Domani, Paolo Morando dedica un’intera pagina a Eugenio Cefis e ricorda come sul defunto presidente dell’Eni e della Montedison sia «stato detto e scritto di tutto: fondatore della P2, sovvenzionatore di eversori (il golpe Borghese), longa manus dietro le morti violente di Enrico Mattei, Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini, in un filone complottista tanto inesauribile quanto sprovvisto di prove fattuali». «Un filone», osserva Morando, «alimentato anche dalle tante voci sul suo leggendario patrimonio personale, chiaramente accumulato chissà come». Così chiaramente che ancora non si sa come.
[4 maggio 2022]

Un cane di presidente
Sommario di un servizio del Manifesto, nel quale si parla del Messico: «Il presidente Lopez Labrador ha nazionalizzato le preziose miniere, anche Cile, Bolivia e Argentina non vogliono cedere alle potenze straniere». In realtà si chiama López Obrador, ma per il quotidiano comunista è un cane di presidente.
[5 maggio 2022]

Wanda Marra stressa il servizio con i ricaschi
Wanda Marra si occupa sul Fatto Quotidiano del colloquio fra il presidente Joe Biden e il nostro premier Mario Draghi a Washington: «Biden, dal canto suo, investe l’ex Bce del ruolo di alleato “tra i più importanti” e stressa un concetto». Subito dopo, Marra informa che «al centro dell’incontro ci sono gli aiuti militari, ma anche le sanzioni, l’energia e i ricaschi economici». Ricasco, sostantivo che Lo Zingarelli 2022 qualifica come «disusato», significa «ciò che ricasca, pende» o «panneggio, drappeggio: i ricaschi di una tenda». Quelle economiche al massimo sono ricadute. Comunque, complimenti per il lessico stressante, eh.
[12 maggio 2022]

Senza confini
«Vladimir Putin ha agito per primo, facendo ricorso al taglio del gas nei confronti di Polonia e Bulgaria, due Stati confinanti e sempre più schierati con l’Occidente», afferma Marco Imarisio sul Corriere della Sera. Ma la Bulgaria non confina con la Russia, bensì con la Romania (a nord), con la Grecia e la Turchia (a sud), con il mar Nero (a est), con la Serbia e la Macedonia del Nord (a ovest). Sulla carta fisica, neppure la Polonia confina con la Russia: l’unico punto di contatto fra le due nazioni è Kaliningrad, città russa capoluogo dell’oblast’ omonima, che Lituania e Bielorussa separano dal resto della Russia.
[28 aprile 2022]

La Russia dei sovranisti
Occhiello dalla Stampa: «Le reazioni dei partiti. Letta attacca i legami con la Russia dei sovranisti». Difficile che esista una Russia dei sovranisti contrapposta a chissà quale altra Russia. Infatti bisognava scrivere «Letta attacca i legami dei sovranisti con la Russia».
[12 aprile 2022]

L’Osservatore Romano di Lucio Dalla
«Te ne sei andato così, dolce amico mai visto, giovane àncora di salvezza, a volte sognato, spesso immaginato. Testimone dell’orrore, vittima innocente dello spirito di Caino. Te ne sei andato così, in punta di piedi, seppellito chissà dove, coperto da una montagna di cenere, chiamato disperatamente per nome dai parenti». Sull’Osservatore Romano, Guglielmo Gallone si rivolge a un non meglio precisato «amico». L’epicedio prosegue: «T’eri seduto dalla parte del silenzio e dell’umiltà, perché gli altri posti erano occupati dal chiacchiericcio e dal rumore». E qui siamo al plagio di una citazione scopiazzata da Internet, comunemente attribuita a Bertolt Brecht e alla sua Opera da tre soldi: «Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati». Frase della quale peraltro non v’è traccia nel libretto di Die Dreigroschenoper. L’articolo finisce così: «Aspettiamo che ritorni la luce, di sentire una voce, aspettiamo senza avere paura, domani» (dal brano «Futura», di Lucio Dalla)». Dal che ci confermiamo nell’opinione che Gallone e L’Osservatore Romano in fatto di citazioni siano davvero imbattibili.
[30 aprile 2022]

Fa’ la cosa giusta, ma falla davvero
Tuttomilano, supplemento della Repubblica, parla di Fa’ la cosa giusta, la più grande fiera italiana del biologico e del chilometro zero. Solo che nel titolo si legge «La sezione alimentare di la cosa giusta» e nella didascalia «Assaggi e degustazioni a la cosa giusta». Tutto fa brodo (senza accento). È appena il caso di ricordare che fa’, imperativo del verbo fare, richiede l’apostrofo, e non l’accento, in quanto troncamento di fai.
[28 aprile 2022]

Date ballerine
Nelle pagine culturali del Corriere della Sera leggiamo che lo scrittore siciliano Roberto Alajmo avrebbe pubblicato nel 2018 il Repertorio dei pazzi della città di Palermo. In realtà, nel 2018 il libro fu ristampato da Sellerio. Ma, avendo intervistato l’autore 20 anni fa proprio su quest’opera, possiamo garantire che essa uscì per Garzanti nel 1994, dopo essere apparsa a Palermo già nel 1993 con le Edizioni della Battaglia, fondate l’anno prima dalla fotografa Letizia Battaglia, morta un mese fa.
[8 aprile 2022]

Motore a copio
Si. Pi., che segue il mondo dei motori sul Sole 24 Ore, è abituato alle alte velocità, quindi ad andare di fretta. Infatti sul quotidiano della Confindustria pubblica un articolo («Huracán GT3 EV02 la supercar da corsa firmata Lamborghini») che, nella seconda parte, è copiato in larga misura dal sito della casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese. Invece in due capoversi della prima parte attinge parola per parola da un servizio uscito quattro giorni prima sulla Gazzetta dello Sport. Vroom!
[7 maggio 2022]

Aut aut in pieno Sole
Editoriale in prima pagina sul Sole 24 Ore, firmato da Marcello Minenna, economista, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli: «Per sostenere il fardello del debito, nei prossimi mesi molti Paesi emergenti probabilmente dovranno fare dei consolidamenti fiscali con ricadute negative sulle loro prospettive di crescita. Alcuni di loro, come è successo allo Sri Lanka, potrebbero persino trovarsi a dover scegliere fra sicurezza alimentare e rimborso dei debiti. Egitto e Tunisia sono già vicini a un simile out-out che rappresenta una seria minaccia per la stabilità politica e sociale». Una grande firma, anche per quanto attiene al latino.
[8 maggio 2022]

E poi Veronica Gentili fa centro
Veronica Gentili nella sua rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: «Poi il giornalista poi centra un altro punto centrale». Ma lo centra proprio al centro, eh, mica ai margini. «E poi e poi e poi sarà come morire» (copyright Giorgia, E poi).
[9 maggio 2022]

Il mare a Campobasso
Dal sito del Tgcom 24 di Mediaset: «Milano, mandano in bancarotta l’azienda per comprarsi una casa al mare a Campobasso: arrestati». Doveva essere bella grande, perché il mare più vicino (l’Adriatico) dista in linea d’aria 55 chilometri dal capoluogo del Molise.
[6 maggio 2022]

Il Mar Rosso in Ucraina
«L’Ucraina, fin dall’inizio del conflitto, gioca una serrata guerra di informazioni per mettere in difficoltà Mosca. I russi dal canto loro non hanno nessun interesse ad ammettere le perdite (che anzi minimizzano costantemente). La battaglia nel Mar Rosso è cruciale per rompere il blocco navale che impedisce all’Ucraina di vendere il grano e le merci ferme nei suoi porti», informa Elena Tebano in Prima Ora, newsletter del Corriere della Sera. Deve trattarsi di un blocco navale molto esteso, perché Odessa dista in linea d’aria più di 1.900 chilometri da Aqaba, la città più vicina sul Mar Rosso.
[7 maggio 2022]

Chi non ha colpe, scagli la prima pietra
Titolo dalla Stampa: «Moldavia blindata nel giorno di festa / si teme un colpe militare, niente parata». I golpe dei padri ricadano sui figli.
[9 maggio 2022]

Il Libia strappato
Titolo a tutta pagina sulla Verità: «Draghi strappi agli Usa il Libia sennò avrà fatto un viaggio a vuoto». Il gender dilaga.
[6 maggio 2022]

Mi frango contro il titolo
Titolo sul Fatto Quotidiano: «A Plinsky tra frango e trincee: il nemico è a soli 200 metri». Tutto previsto da Pietro Aretino nei Sonetti: «Ma s’io vi frango poi, stando a giacere, faròvi mal». (Quanto a Plinsky, la località non esiste nell’International Atlas dell’Encyclopædia Britannica. Infatti trattasi di Pisky, villaggio dell’oblast’ di Donetsk).
[6 maggio 2022]

Che fa, stuzzica?
«Quando staccano nell’ora di riposo dai rispettivi anziani di cui si occupano, Zora e Oleksandra si incontrano ai giardini Donizetti: stuzzicano qualcosa, chiacchierano, si rilassano», scrive Paolo Berizzi nella sua rubrica Pietre, sulla Repubblica, parlando delle badanti. Deve trattarsi di un uso creativo (pessimo) del verbo stuzzicare, che per i dizionari ha tutt’altro significato (frugare leggermente qua e là, specialmente con cosa sottile e appuntita; toccare con insistenza; molestare, irritare; stimolare, eccitare; toccare ripetutamente una parte del proprio corpo, talora causando un’irritazione; infastidirsi, punzecchiarsi a vicenda), ma che per Berizzi equivale con tutta evidenza a consumare spuntini o cibi appetitosi. Temiamo che il neologismo abbia fatto scuola, perché su Io Donna ci siamo imbattuti nel titolo «Stuzzicare» per una notizia su una mostra-mercato al Castello di Belgioioso (Pavia), dove si poteva «trovare il meglio dell’alimentazione biologica e biodinamica».
[16 aprile 2022]

Conflitti con il congiuntivo
Lina Palmerini, notista di politica italiana, sul Sole 24 Ore: «Difficile che questa scelta metterà in discussione i patti ma qualche conflitto sui territori lo crea». Anche con il congiuntivo.
[21 aprile 2022]

L’Espresso Enigmistico
«Siamo venuti a sapere che proprio l’Ucraina, oggi teatro di questa inedita e atroce guerra, è, o perlomeno è stato, uno dei mercati più grandi per quanto riguarda la possibilità di trovare donne disposte a portare avanti una gravidanza per altri. Abbiamo contattato un’agenzia del luogo dato che lì questa pratica è legale e, poco prima dell’invasione di Putin, eravamo pronti a partire per realizzare il nostro sogno. Ma tutto è stato sconvolto dalla guerra», scrive all’Espresso una lettrice. Nel risponderle, Stefania Rossini fra l’altro osserva: «Non possiamo non sapere che madri surrogate e bambini nati su commissione sono ulteriori vittime innocenti di questa guerra scellerata». Titolo: «Che ansia, sotto le bombe poteva». Ma cos’è, La Settimana Enigmistica?
[24 aprile 2022]

Vespe e vespini
Titolo del Corriere della Sera, a corredo di una foto d’epoca che ritrae due donne in sella a una Vespa: «1949. Le amiche in gita sul Vespino». Impossibile: vespino (con la minuscola), «motorscooter con caratteristiche tali da farlo rientrare fra i ciclomotori» (Lo Zingarelli 2022), è il diminutivo con cui fu designata la Vespa 50 N, presentata al Salone del motociclo di Milano nel 1963, cioè 14 anni dopo. Con lo stesso nome furono chiamati i modelli successivi, L, R e Special. Ve li immaginate Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze romane mentre girano per la Capitale sul vespino?
[20 aprile 2022]

Marce trionfali
L’incorreggibile Simonluca Pini sul Sole 24 Ore decanta le qualità della Lamborghini Aventador Ultimae 780-4, in particolare nel «passaggio delle marcie», note ai più come marce, essendo marcie la forma letteraria del plurale femminile di marcio. Comunque Pini segnala che sulle colline emiliane «l’ultima Aventandor ci regala sorrisi a ogni accelerazione con i due mega scarichi posteriori in grado di risvegliare tutta la vallata». E in grado di coprire anche i «vaffa» provenienti dai balconi.
[16 aprile 2022]

Putin non è ancora arrivato a Quistello
Inizio di una notizia sulla Gazzetta di Mantova: «Ladri di biciclette a Quistello. Non è un film, ma la realtà che si accanisce contro chi è già stato duramente colpito dalla sorte. Le vittime sono i tre bambini profughi provenienti dall’Ucraina ospitati con le loro mamme in una casa colonica nelle campagne quistellesi, in località Cortesa. Ieri mattina, quando si sono svegliati, la triste scoperta. Le loro biciclette fiammanti, frutto della generosità dei quistellesi, non c’erano più. Rubate». Conclusione: «Molto probabilmente il furto nulla c’entra con la guerra in Ucraina». Ma dai! Avevamo un sospetto su Putin.
[14 aprile 2022]

Tutto il mondo di Veronica Gentili
Puntata di Controcorrente su Rete 4. Si parla di Vladimir Putin e dell’Ucraina invasa dai russi. Veronica Gentili dà la parola ad Antonio Caprarica, ex corrispondente della Rai da Mosca e poi da Londra, il quale ricorda le modalità a dir poco bizzarre dell’impressionante serie di morti, spacciate per suicidi, nell’entourage di Putin, facendo un parallelo con la soppressione dello zar Pavel I. La conduttrice, visibilmente impaziente, riesce a riprendersi la parola e commenta: «Forse è per questo che vive in quel clima di terrore, mette quei tavoli a quella distanza, non mangia nulla e vive sempre dal medico, Putin. Perché anche lui poi, dal canto suo... no? Omnia munda mundis». Osservazione cervellotica che si può spiegare in un solo modo: per Veronica Gentili la locuzione latina è grosso modo traducibile con «Tutto il mondo è paese». Qualcuno le spieghi che significa «Tutto è puro per chi è puro» (non pare il caso di Putin) e che è tratta dalla Lettera a Tito (1, 15) del Nuovo Testamento, attribuita a Paolo di Tarso.
[27 aprile 2022]

La settecentesima età
Tweet dell’Ansa: «Cinema, è morto a 789 anni l’attore Lino Capolicchio». Di vecchiaia, parrebbe.
[4 maggio 2022]

Bombardamenti sintattici
Sul Fatto Quotidiano, Salvatore Cannavò si occupa della controversa intervista concessa a Rete 4 dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov: «Il primo a pronunciarsi contro è stato il segretario del Pd, Enrico Letta, secondo il quale l’Italia “non può permettersi di avere una grande tv nazionale che trasmette uno spot di propaganda intollerabile, insopportabile contro un Paese bombardato con frasi ignobili su Hitler e gli ebrei”». Prendiamo atto con sollievo che, secondo Letta (o secondo Cannavò?), i russi non lanciano missili, granate, ordigni a grappolo e al fosforo: si limitano a bombardare l’Ucraina con frasi ignobili su Hitler e gli ebrei.
[3 maggio 2022]

Il Segretissimo sbagliato
«Potrebbe essere l’ultimo romanzo della serie “Segretissimo Sas”, i popolari libri di spie e complotti scritti da Gérard De Villiers: titolo perfetto anche per il capitolo più misterioso del conflitto in Ucraina. Le ombre del Sas, il reparto britannico delle missioni impossibili, infatti si stagliano negli episodi chiave della guerra», è l’incipit di un articolo firmato da Gianluca Di Feo sulla Repubblica. La collana Segretissimo Sas di cui parla Di Feo – anche in chiusura del medesimo pezzo – non c’entra nulla con lo Special air service (Sas), corpo speciale dell’esercito britannico. Sas sta per Sua altezza serenissima (titolo attualmente riservato alle sole famiglie regnanti dei principati di Monaco e del Liechtenstein), alias Malko Linge, agente sotto copertura della Cia, eroe dei romanzi di Gérard de Villiers, con la d minuscola. Semmai Di Feo avrebbe dovuto citare i libri di un vero ex Sas: Andy McNab, nom de plume di Steven Billy Mitchell.
[30 aprile 2022]

A battere contro
Nel suo editoriale di prima pagina su Domani, Giorgio Meletti spiega che i 43 Paesi rappresentati al vertice di Ramstein «hanno deciso di moltiplicare la fornitura di armi all’Ucraina per aiutarla a battere contro Putin». O per aiutarla a sbattere contro Putin?
[29 aprile 2022]

Inglese alla milanese
Alessandro Graziani si occupa sul Sole 24 Ore della «temuta fuga da Londra degli operatori finanziari» dopo la Brexit, rivelatasi «inferiore rispetto alle previsioni: solo 7.000 bankers hanno lasciato la city (rispetto ai 12.500 annunciati inizialmente)». Dublino è la meta più gettonata. Le informazioni sono tratte da un rapporto di Ernst & Young, evidentemente in lingua inglese, visto che dal copia e incolla esce fuori questa frase: «Minori gli approdi scelti da società finanziarie inglesi verso Madrid (8), Amsterdam (8), Milano (7) and Bruxelles (6)». Alla fine Graziani osserva che «Milano negli anni passati aveva già beneficiato del rientro da Londra di alcune centinaia di ex bankers londinesi». Era gente che aveva cambiato professione? No? Allora bisognava scrivere «bankers ex londinesi».
[30 marzo 2022]

E se provassimo con la dolce Euchessina?
Dall’Ansa: «I primi fatti uscire dall’acciaieria Azovstal sono iniziati ad arrivare a Zaporizhzhia». A parte l’italiano barbaro, ne deduciamo che arrivare sia una forma di iniziazione. La notizia così prosegue: «Ma ce ne sarebbero ancora duecento da far evacuare». È proprio una guerra di merda.
[3 maggio 2022]

Inglese alla romana
«Ultima ora» dal sito del Messaggero: «Due medici dell’Università della Pennsylvania negli Stati Uniti affermano di aver curato con successo la leucemia linfocitica cronica, un tipo di tumore del sangue». Titolo della notizia: «Tumori, la cura delle Car-T funziona. Lo studio su Nature: “È la droga della vita”». Mai affidarsi ai giornalisti italiani per le traduzioni. In realtà, David Porter, uno dei due medici interpellati, l’ha definita «drug of life», ma drug, in inglese, non significa solo droga bensì anche farmaco, medicinale. Il contesto avrebbe dovuto consigliare per il titolo questo secondo concetto.
[26 aprile 2022]

Russo all’inglese
A proposito di traduzioni. Didascalia dal Corriere della Sera: «San Pietroburgo. Un soldato della guardia d’onore in Palace Square alle prove per la parata del 9 maggio che celebra la vittoria della Seconda guerra mondiale». Non si capisce l’uso del toponimo Palace Square su un giornale pubblicato a Milano, non a Londra. In italiano il luogo in questione si chiama piazza del Palazzo. Oppure, volendo usare il nome originale traslitterato dal russo, Dvorcovaja Plošcad.
[3 maggio 2022]

Sindaci uscenti e mai entranti
Pietro De Leo analizza su Libero le grandi manovre nei partiti in vista delle prossime elezioni amministrative in varie città: «Infine, Verona, altro schema tutto inedito. Il Sindaco uscente Federico Sboarina, di Fratelli d’Italia, può contare sul sostegno della Lega, il suo partito originario da cui uscì». Trascurando l’incongrua s maiuscola riservatagli, il sindaco in questione non è mai stato nella Lega: prima di approdare a Fdi, ha militato nel Popolo della libertà e in Alleanza nazionale, fondando poi un proprio movimento, Battiti per Verona.
[24 aprile 2022]

I nuovi quattro
Titolo dalla Gazzetta di Mantova: «Nuovi quattro assunti negli uffici comunali». Giusto per distinguerli dai vecchi quattro assunti e dai quattro nuovi assunti.
[12 aprile 2022]

Mephisto Waltz ad alto tasso alcolemico
«I numeri parlano chiaro: su sei Premi Nobel Usa per la letteratura, quattro erano alcolisti», rivela il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica su Domenica del Sole 24 Ore. Ci spiace per Satanasso, ma i premi Nobel statunitensi per la letteratura sono più del doppio: 13. Eccoli per anno di assegnazione. 1930: Sinclair Lewis; 1936: Eugene O’Neill; 1938: Pearl Sydenstricker Buck; 1948: Thomas Stearns Eliot (poi cittadino britannico); 1949: William Faulkner; 1954: Ernst Hemingway; 1962: John Steinbeck; 1976: Saul Bellow (nato in Canada); 1978: Isaac Bashevis Singer (nato in Polonia); 1987: Iosif Brodskij (nato nell’Urss); 1993: Toni Morrison; 2016: Bob Dylan; 2020: Louise Glück. Entrando nei dettagli, Mephisto Waltz parla del bevitore Hemingway: «A tavola il suo vino era il Valpolicella, ricordo della guerra in Italia». L’informazione appare lacunosa. Hemingway non beveva il vino veronese a tavola, bensì in camera, essendo per lui una sorta di sostituto dell’assenzio prediletto da scrittori e pittori francesi. A raccontarmelo fu Arrigo Cipriani, che glielo serviva nella Locanda di Torcello, dove Hemingway completò la stesura del romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi: «Aveva un posticino tutto suo in un angolo. La tenemmo aperta per lui anche d’inverno. Alle 10 di sera si ritirava in camera per scrivere. Dovevamo fargli trovare sei bottiglie di Valpolicella. Al mattino erano vuote. Una volta che dovette sbronzarsi in sua compagnia, mio padre si rialzò dal letto solo dopo tre giorni». Poi Mephisto Waltz cita l’agente 007: «“Agitate, non mescolate”, mise in bocca lo scrittore Ian Fleming (1908-64) a James Bond, quando ordinava un wodka-martini». Premesso che si scrive vodka e che Martini è un nome proprio, quindi va con la maiuscola, non si capisce perché metta i due verbi al femminile plurale, quando sin dal primo film, Agente 007 - Licenza di uccidere (1962), James Bond il cocktail (maschile) lo ha sempre chiesto «shaken, not stirred» («agitato, non mescolato», nel doppiaggio italiano). Alla fine della rubrica ad alto tasso alcolemico si legge: «Perciò Mephisto alza il calice a Dioniso e a Bacco, “Nunc est bibendum, gaudeamus”, lasciando perdere l’antico adagio “vinum Opus dei, ebrietas Opus diabuli”». A parte che si scrive diaboli e che non si comprende il senso delle iniziali maiuscole per opus, il primo verso citato è di Orazio (Odi, I, 37, 1): «Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus». Il gaudeamus esiste solo nella fervida fantasia del diavoletto. Rimandato a settembre in latino.
[1° maggio 2022]

Il Manifesto hoffshore
Dalla prima pagina del Manifesto: «Taranto. Inaugurato il parco eolico hoffshore». Sperando che non hoffenda l’ambiente.
[22 aprile 2022]

Braccia sottratte all’agricoltura
Da Tuttolibri, supplemento culturale della Stampa: «Antonio Delfini (Modena 1907-1963), nato in una ricca famiglia di proprietari terrieri ma autodidatta». I proprietari terrieri di solito vengono partoriti nelle università?
[23 aprile 2022]

Cercansi corruttori di bozze
Style, mensile del Corriere della Sera, esce con la foto dell’attore Alessandro Borghi in copertina e il titolo «Supereroi cercasi». Errore da matita blu. La forma grammaticamente corretta è «Supereroi cercansi». Bastava consultare Si dice o non si dice?, guida all’italiano parlato e scritto, di Aldo Gabrielli (Hoepli Editore), presente proprio sul sito del Corriere: «“Affittasi appartamenti”, “comprasi terreni”, “vendesi locali”... Le forme verbali al singolare stridono malamente con il plurale a cui sono collegate e non hanno alcuna giustificazione grammaticale, cioè sono sbagliate. Chi le usa forse pensa che quel -si finale dia luogo ad un verbo impersonale come in “si dice”, “si vede”, “si pensa”. Quel -si invece non è un pronome indefinito ma la particella che i grammatici chiamano passivante e serve a formare le terze persone, singolari e plurali, del passivo dei verbi. Dunque dobbiamo dire, e scrivere, “affittansi appartamenti” che equivale ad “appartamenti sono affittati”, con il verbo naturalmente al plurale perché concordato con un soggetto plurale. Se l’appartamento fosse uno, diremmo “affittasi appartamento”. Lo stesso per compransi, vendonsi, acquistansi eccetera».
[27 aprile 2022]

Il Veronese diventa lo scrittore Veronesi
«Il lobbista, il giudice e il critico. “Hanno rubato la mia Venere”», è il titolo di un articolo di Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani. «Al centro delle accuse un quadro attribuito al Veronesi», specifica il sottotitolo. In realtà si parla di un dipinto di Paolo Caliari, detto il Veronese, come peraltro riportato nel testo e nella didascalia.
[30 aprile 2022]

Evasioni dalla grammatica
Secondo Il Fatto Quotidiano, Fabrizio Corona «ha evaso i domiciliari per recarsi a casa dell’ex partner, la modella Nina Moric». Evadere (fuggire da un luogo di pena, da una prigione) è un verbo intransitivo: al massimo Corona poteva evadere dai domiciliari. Quando è transitivo, significa sbrigare, eseguire (evadere una pratica di ufficio, evadere la corrispondenza) o evitare di pagare (evadere le tasse). Evitare di pagare gli arresti domiciliari è impossibile: si possono solo scontare.
[1° maggio 2022]

Libero scambio
Nel fare le pulci a Michela Marzano, che sulla Stampa aveva usato un verbo inesistente (demunita) traendolo dal francese démunir, Stefano Lorenzetto incappa in un lapsus calami e inverte la traduzione («privare qualcosa di qualcuno» anziché «privare qualcuno di qualcosa»). Né Anteprima, né Italia Oggi, né Dagospia, che riprendono questa rubrica, se ne accorgono. Test interessante.
[26 aprile 2022]

Si fanno ingiustizia da soli
Titolo dall’Ansa: «Polizia, giustiziati i 900 civili trovati in regione Kiev». Testo: «Sarebbero stati quasi tutti giustiziati a colpi di pistola i 900 civili trovati nella regione che circonda Kiev». Il verbo giustiziare significa «punire eseguendo una condanna a morte» (Lo Zingarelli 2022). A Kiev gli invasori russi non hanno emesso alcuna condanna a morte, non avendo celebrato alcun processo. Pertanto il verbo adatto doveva essere uccisi o assassinati. Come avvenne a Katyn, alla Lubjanka, nella prigione di Butyrka e ovunque Mosca trovasse oppositori.
[16 aprile 2022]

La signora uccide tre volte in 10 giorni
Locandina dell’Eco di Bergamo: «Donna spara e uccide il vicino terzo delitto in 10 giorni». Irritabile e recidiva. L’Eco del Far West, più che altro.
[29 aprile 2022]

Italiano (e italiani) à la carte
Michela Marzano polemizza sulla Stampa con Lucetta Scaraffia, difendendo a spada tratta la pratica dell’utero in affitto, che lei chiama Gpa (gestazione per altri): «E quando una donna non è in condizione di scegliere, perché oppressa, demunita e non libera?». Demunita? Il verbo non è registrato in alcun dizionario. Da quando è approdata all’Université Paris Descartes, la signora si ritiene autorizzata a italianizzare il francese démunir (privare qualcosa di qualcuno): le va comunicato che La Stampa si pubblica a Torino. Più avanti scrive: «Sono convinta che nessuna scelta è del tutto libera». Congiuntivo vo cercando. Poco dopo: «È proprio perché ho a troppo lungo pensato di non aver alcun diritto di mettere al mondo una creatura». Quando è troppo, è troppo (a lungo). E per finire, un saggio di limpida sintassi: «Vogliamo dirlo che è talmente difficile che ci sono coppie che, dopo aver adottato, rinunciano». Comunque, Marzano dovrebbe rispondere a una sola domanda: perché con la Gpa in brevissimo tempo il figlio viene strappato per sempre alla madre che lo ha partorito su commissione per essere trasferito all’estero dalla coppia che lo ha comprato, quando l’articolo 12 della legge 20 ottobre 2009, numero 59, della Regione Toscana stabilisce che «non è consentita la vendita di cani al di sotto dei tre mesi di età e di gatti al di sotto dei due mesi di età»?
[26 aprile 2022]

Ultime ce ne
Sempre Michela Marzano sulla Stampa, in un successivo editoriale: «Anche se ognuno di noi, di famiglie alle spalle, ce ne ha molte». Un pochino discorsivo, per una docente universitaria.
[28 aprile 2022]

Siringhe in seno
Titolo dal sito della Repubblica: «Dopo la tragedia di Maranello dove la donna è deceduta in casa con le siringhe nel seno messe da una falsa estetista, la severa critica di Roy de Vita». Bei tempi quando si tenevano in seno solo le serpi.
[24 aprile 2022]

Lo spessore del vuoto
Donatella Di Cesare, sapiente professoressa della Sapienza di Roma ben nota ai lettori della presente rubrica, stavolta scrive: «Nel popolo della sinistra italiana c’è una rottura profonda, che si è aggravata negli anni, e che ora appare in tutto il suo spessore». La rottura comporta una frattura, cioè l’interruzione della continuità di un corpo a struttura solida. Non si capisce come faccia un vuoto ad avere uno spessore. Nello stesso articolo, Di Cesare osserva: «Questa interpretazione guarda oculatamente già al futuro». In effetti, di solito si guarda con gli occhi, non con il culo.
[28 aprile 2022]

La situazione è distrutta
Incipit di un servizio di Claudio Borelli su Rai News: «La situazione a Mariupol, che è sotto assedio da più di 40 giorni da parte dell’esercito russo è in gran parte distrutta». Siamo disposti ad abbuonargli la virgola mancante, se ci spiega in che cosa consista una situazione distrutta.
[12 aprile 2022]

Sfide secolari
Incipit dell’editoriale di Maurizio Ferrera sulla prima pagina del Corriere della Sera: «Il confronto fra democrazie e autoritarismo è la sfida di questo secolo». E ciò che accadde nel secolo scorso tra gli anni Trenta e la fine degli anni Ottanta cosa fu? Non si fronteggiarono le democrazie, Stati Uniti in primis, contro le dittature nazista, fascista e comunista?
[28 aprile 2022]

Transnistria e Transistria
Titolo in primo piano sul sito dell’Ansa, ore 7.13 del 26 aprile: «Transistria, esplosioni vicino al ministero». Dobbiamo preoccuparci: dopo l’Istria, partendo da est, c’è l’Italia.
[26 aprile 2022]

Svevia e Svezia
Titolo da Italia Oggi: «Baden Württemberg ha 70 anni». Sottotitolo: «Qui nacque Corradino di Svezia che fu re della Sicilia». Ci pareva che fosse Corradino di Svevia, regione storica della Germania meridionale, divisa attualmente tra Baviera e Baden-Württemberg, che nulla c’entra con la Svezia.
[26 aprile 2022]

Guterres e Gutteres
«Ma Gutteres ha finito con Mosca? Non va a rimproverare anche Biden e Johnson?», si legge nel fumetto della vignetta di Sergio Staino sulla Stampa. Segnaliamo al disegnatore che il segretario generale delle Nazioni Unite si chiama António Guterres.
[28 aprile 2022]

Congiuntivo quotidiano
Dal Fatto Quotidiano: «Secondo un’analisi del Financial Times, in Russia ci sono ancora 188 mila dipendenti delle grandi aziende occidentali, tra cui McDonald’s e Renault, che continuano a ricevere lo stipendio nonostante le società per cui lavorano hanno sospeso le attività». Sospeso pure il congiuntivo.
[22 aprile 2022]

Vittoria per distacco
Serenella Bettin riporta su Libero la vicenda del capotreno veneziano cacciato da Trenitalia per giusta causa e ora riassunto per ordine del Tar: «E se usi troppo il fischietto rischi di trovarti licenziato per staccare troppe sanzioni». Più avanti: «Severo ma giusto, in un biennio avrebbe staccato cinquemila titoli di viaggio destinati a passeggeri che violavano le regole». Infine: «Quelle 175 infrazioni non sono che il 3,5% di tutti i provvedimenti che ha staccato». Vince per distacco Serenella Bettin.
[24 aprile 2022]

Mascherina: Speranza se la caverà da solo
Paolo Russo sulla Stampa: «Con questo quadro di ancora grande incertezza alla fine l’annunciata cabina di regia con Draghi per decidere se togliere le mascherine al chiuso non si farà. Se la caverà da solo il Ministro Speranza con una Ordinanza che verrà emanata la prossima settimana, dopo aver consultato i ministri interessati». Tralasciando la ressa di maiuscole superflue, significa che Speranza si toglierà la mascherina senza bisogno di aiuto? È una notizia.
[23 aprile 2022]

Misteriose erezioni
Titolo di un articolo firmato da Simona Mazza nella sezione cultura di Inlibertà.it, periodico online fondato e diretto da Enzo Di Stasio: «Obelisco: il fallo di Osiride e la misteriosa erezione di Tutankamon». Il Viagra fu inventato dagli Egizi.
[22 aprile 2022]

Mephisto fa rivoltare Montanelli nella tomba
Su Domenica del Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz prende la sua cantonata settimanale, stavolta citando «un delizioso libretto che lo chiama in causa, Il Diavolo nella bottiglia (a cura di Luigi Mascheroni, De Piante Editore, 2021)», nel quale è riportato un «ampio elzeviro scritto nel 1980 da Anthony Burgess per “Il Giornale”». Satanasso racconta infatti che «nel 1981 Burgess mollò di punto in bianco il “Corriere della Sera” – che lo strapagava a suon di un milione di lire per ogni articolo – senza dir nulla a Montanelli (1909-2001), il dominus di allora». Non v’è chi non veda l’assurdità della circostanza: Burgess nel 1980 scrive per Il Giornale, ma nel 1981 molla di punto in bianco il Corriere? Allora si dovrebbe presumere che fosse passato al quotidiano di via Solferino solo per il gusto di dimettersi anche da quello. Ma ancora più illogico è definire Indro Montanelli «il dominus di allora» al Corriere, visto che il direttore Piero Ottone lo aveva licenziato il 17 ottobre 1973 e che il 25 giugno 1974 era arrivato nelle edicole Il Giornale Nuovo, fondato e diretto dallo stesso Montanelli. Infatti Burgess faceva parte del nutrito gruppo di illustri collaboratori reclutati da Indro, insieme con Paul Samuelson (premio Nobel), Raymond Aron, Kenneth Galbraith, Eugène Ionesco e Jean-François Revel, solo per citare i più noti fra quelli stranieri. Burgess mollò di punto in bianco Il Giornale, non il Corriere. Il tradimento gli valse una sarcastica lettera aperta di Montanelli: «Ti auguro, caro Anthony, tutte le fortune che non meriti». Nel medesimo articolo Mephisto Waltz spezza in due le parole playwright e broadcaster, ma questo è un peccato veniale, considerato che il demonio non ama la lingua del Bardo immortale.
[24 aprile 2022]

Lo scivolone di Salvini
Inviato dalla Gazzetta dello Sport al Gran premio di Formula 1 a Imola, Mario Salvini commenta «gli innumerevoli scivoloni fuori pista, di Michael Schumacher, di Kevin Magnussen, di Carlos Sainz, di Valtteri Bottas, del già citato Norris». Lo scivolone fuori pista di Michael Schumacher avvenne purtroppo la mattina del 29 dicembre 2013, con gli sci ai piedi, sulle nevi di Méribel (Francia). Dalla Formula 1 s’era ritirato l’anno prima.
[23 aprile 2022]

Non è la più cara al mondo
Sull’Arena, Stefano Lorenzetto intervista Valentino Cottini, direttore di Islamochristiana, e afferma che la rivista edita dal Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica «supera il chilo di peso (l’ultimo numero 1.007 grammi, per l’esattezza), esce solo una volta l’anno in appena 500 copie ed è la più cara al mondo: 50 euro, 45 se ti abboni». Non è così. Vi sono periodici scientifici assai più costosi. Un esempio? La tedesca Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik (Rivista di Papirologia ed Epigrafia), pubblicata 4-5 volte l’anno dall’Università di Colonia, ha un prezzo quasi doppio: 98 euro.
[24 aprile 2022]

Questo o quella per me pari sono
Titolo dal sito di Libero: «Ovetto Kinder con salmonella, primo ricovero in Italia: ora è panico, ecco dove ha colpito il virus». È deprimente dover rammentare che la salmonella è un batterio.
[17 aprile 2022]

La Sapienza fatta persona
L’editorialista Donatella Di Cesare, già nota per un «abdicasse alla guerra» e per aver ribattezzato John il presidente Joe Biden, torna a colpire sul Fatto Quotidiano: «Aldilà del piglio liquidatorio e del tono caustico, quel che irrita di più è il giudizio sul popolo che, intanto pensa quel che pensa, intanto devia dal retto cammino, in quanto è ignorante». La locuzione con valore correlativo prospettata dallo Zingarelli 2022 è in tanto..., in quanto: «In tanto l’uomo è superiore alla bestia in quanto controlla i propri istinti». Ma poiché Di Cesare insegna alla Sapienza di Roma, potrebbe saperne più del dizionario.
[16 aprile 2022]

Zeus in francese non è Jupiter, per Giove!
«Lo chiamavano “Zeus”. “Jupiter”, in francese per quell’idea verticale del potere, e per le pose e i toni ieratici». Così Francesca Pierantozzi sul Messaggero, nell’attacco di un pezzo che parla di Emmanuel Macron. Che lo Zeus greco sia identificato nello Jupiter latino, fin dall’antichità, è certo. Ma che Zeus in francese si dica Jupiter pare assai improbabile: infatti Zeus è Zeus anche per i cugini d’Oltralpe, come attesta Il Boch (Zanichelli). Che poi una giornalista del quotidiano di Roma ignori che Jupiter è Giove Ottimo Massimo, ci pare da matita blu.
[9 aprile 2022]

Le ultimissime volontà
Necrologio dal Corriere della Sera: «“Si qua fata sinant”. N.D. Dott.ssa Antonella (Antonietta) Pisa Simonini Tocco delle Onde dei Principi di Montemiletto e Acaia nata ToccoTocco delle Onde il 22 agosto 1931 e deceduta il 23 aprile 2018. Per sua volontà dà l’annuncio il figlio...», seguono i nomi di vari parenti. Dal 2018 sono trascorsi quattro anni. Tocco delle Onde lunghe.
[23 aprile 2022]

Cecchetto bisindaco
Titolo dal sito di Rai News: «Dallo spettacolo alla politica, Claudio Cecchetto oggi compie 70 anni e si candida a sindaco di Rimini». Testo: «Claudio Cecchetto oggi compie 70 anni e si candida a sindaco di Riccione». Sono appena 11 chilometri: può recarsi da un municipio all’altro correndo sulla spiaggia.
[19 aprile 2022]

Tu quoque, Romano!
«Privata della sua ideologia e ferita dalla natura, l’Urss rischiava di perdere prestigio e doveva dare a se stessa nuove energie e nuovi obiettivi. Doveva decidere che cosa avrebbe fatto nel XXI° secolo», scrive Sergio Romano sul Corriere della Sera. Sorprende che anche un ex ambasciatore cada nel malvezzo. Come più volte richiamato in questa rubrica, i numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. L’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche. Quindi si scrive «XXI secolo» oppure «21° secolo».
[4 aprile 2022]

La supremazia aerea va in barca
Rubrica Bollettino di guerra dalla Stampa: «La supremazia aerea russa è sempre più anche navale». Vladimir Putin impiega in Ucraina le astronavi?
[22 marzo 2022]

Di tasca sua, ma a spese degli altri
Dalla Gazzetta di Mantova: «Tanta l’amarezza del direttore sportivo del Saviatesta, Cristiano Rondelli, che racconta del sistema di videosorveglianza interna, installato di tasca propria, a spese della società». Della serie quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio.
[10 aprile 2022]

Davigo nomina Ermini pm. O è stato Facci?
In un articolo intitolato «“Davigo, si ricordi che lei è un imputato”», Filippo Facci riferisce su Libero del processo cominciato a Brescia contro Piercamillo Davigo, ex consigliere del Csm, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara e della presunta loggia Ungheria. Il giornalista si sofferma in particolare su una frase pronunciata all’indirizzo del giudice Roberto Spanò: «“Ho diritto di sapere perché condotte identiche mi vengono contestate come rivelazione di segreti d’ufficio e altre no” ha detto a un certo punto Davigo (come se la stessa domanda non avesse mai riguardato la sua attività da pm) prima di chiedersi anche “perché è lecito se lo dico al presidente Curzio ed è illecito se lo dico al pm Ermini?”». I casi sono due: o l’imputato Davigo era andato in bambola e ha declassato David Ermini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, a pubblico ministero (ruolo che, a nostra memoria, non ha mai esercitato), oppure Facci, a furia di studiare Mani pulite e censurare l’approssimazione di pm e gip, è diventato come loro, nel qual caso Davigo lo rivolterà come un calzino per l’imprecisione. Parrebbe più probabile la seconda ipotesi, almeno a giudicare dai resoconti di altri giornali, come Il Fatto Quotidiano, nei quali si legge soltanto «ed è illecito se lo dico a Ermini?».
[21 aprile 2022]

Venire alla nascita
«Dramma per Cristiano Ronaldo e Georgina, morto il figlio durante il parto», titola Rai News. La notizia specifica: «Georgina Rodriguez era in dolce attesa di due gemelli: una bambina è riuscita a venire alla nascita». Io speriamo che me la cavo in giornalismo, ma per il momento non ne sono sicuro.
[18 aprile 2022]

Stanze private (mica tanto)
«L’ostello: piscina e giardino, dormire con 28 euro a Firenze», è il titolo del sito della Repubblica per un servizio di Valeria Strambi. Il sottotitolo dettaglia: «Camerate fino a 8 posti letto, ma ci sono anche stanze private a 110. Poi sale di coworking, l’area relax per lo yoga». Ce ne vuole di yoga per ritrovare il relax dopo aver dormito in una camera con 110 posti letto.
[7 aprile 2022]

È la pazzia o sono pazzi?
«Papa Francesco scandisce con parole dure questa folle corsa mondiale al riarmo: “Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il 2% del Pil nell’acquisto di armi – come risposta a quanto sta succedendo adesso. La pazzia!”», scrive padre Alex Zanotelli sul Fatto Quotidiano. «È successo che il Papa ha detto parole piuttosto inequivocabili: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!”», scrive Daniela Ranieri nell’articolo sottostante. La pazzia o pazzi? Vedete di mettervi d’accordo, perché altrimenti anche papa Bergoglio si convince che i giornali italiani sono gabbie di matti.
[2 aprile 2022]

L’anagrafe di Putin e Medvedev
Paolo Valentino sul Corriere della Sera parla di Vladimir Putin e Dmitry Medvedev: «Otto anni più grande, Putin è sempre stato la figura dominante». Sbagliato. Il presidente russo è nato il 7 ottobre 1952; il suo predecessore il 14 settembre 1965. Quindi Putin ha quasi 13 anni più di Medvedev.
[14 aprile 2022]

Cacciari non gode di buona Stampa
Massimo Cacciari è uno degli editorialisti più prestigiosi della Stampa, ma nel quotidiano torinese sanno ben poco di lui. A conclusione di un suo articolo vi è infatti un box in cui si accenna al suo ultimo saggio, che, secondo la redazione, sarebbe Il lavoro dello spirito, edito da Adelphi nel 2020. Peccato che da due mesi sia nelle librerie il suo nuovo saggio, Paradiso e naufragio (Einaudi), recensito anche da Tuttolibri, il supplemento della Stampa, lo scorso 5 marzo.
[12 aprile 2022]

Chi scrive ricorda (poco, però)
«Chi scrive ricorda quando nei suoi giovani anni lavorava in Televisione per un programma giornalistico che si chiamava Tv7. Eravamo con Barbato, Furio Colombo, Giuseppe Fiori, Fabiani, Mimmo Scarano e altri grandi giornalisti». Così Raniero La Valle, già direttore dell’Avvenire d’Italia, in un commento sul Fatto Quotidiano. La Valle ricorda, ma non i nomi di Barbato (Andrea) e Fabiani (Fabiano) e controllarli a 91 anni costa troppo fatica, anche ai grandi giornalisti. Più comodo scrivere un tanto al chilo.
[9 aprile 2022]

Europeista ma anche pro
Titolo dal Corriere della Sera: «Serbia. Confermato il populista Vucic. Pro europeista (però putiniano)». Chi è? Un sostenitore dell’Ue al quadrato? O al cubo?
[4 aprile 2022]

Cadaveri e carogne
Dal sito del Mattino di Padova: «Novantenne trovata mummificata in casa dagli addetti dell’Inps. Tragica scoperta a Trieste. Sul tavolo della cucina sono stati rinvenuti anche alimenti scaduti nel 2018. E il cadavere di un gatto, nelle stesse condizioni della donna». Per quasi tutti i dizionari (Vocabolario italiano di Emidio De Felice e Aldo Duro, Dizionario della lingua italiana di Fernando Palazzi e Gianfranco Folena, Il Sabatini-Coletti, Nuovo Devoto-Oli, Treccani), con l’eccezione del Grande dizionario italiano dell’uso di Tullio De Mauro, per cadavere s’intende «il corpo umano dopo la morte». Il «corpo di animale morto, specialmente in decomposizione» chiamasi carogna (Lo Zingarelli 2022).
[30 marzo 2022]

Scrivere sdraiati a letto
«“Zelensky juden” (ebreo) e le “N” che accompagnano i mezzi militari di Mosca nell’invasione ucraina, la lettera simbolo della propaganda russa. Le scritte choc sono comparse sabato in via Cesare da Sesto e alla stazione del metrò di Sesto Rondò», riferisce F. Be. sul Corriere della Sera. Forse scriveva stando sdraiato a letto: sono «Z», e non «N», le lettere bianche tracciate sui blindati di Vladimir Putin. Premesso che la «Z» nell’alfabeto cirillico non esiste, fioriscono le più disparate interpretazioni sul simbolo. Per l’agenzia Adnkronos, che cita il ministero della Difesa di Mosca, è l’iniziale della locuzione traslitterata «Za pobedu», che in russo significa «Per la vittoria». Per altri, che tirano in ballo la Santissima Trinità, la «Z» è un antico simbolo cristiano ortodosso, in cui la linea orizzontale superiore rappresenta il Padre, quella inferiore il Figlio e quella diagonale lo Spirito Santo, fornendo protezione dal Maligno. (Comunque Juden si scrive con la maiuscola).
[28 marzo 2022]

Mephisto Waltz è in «confusion»
Immancabile appuntamento con il coltissimo Mephisto Waltz, che sul Sole 24 Ore anche nella Domenica di Pasqua scodella nuove sorprese, forse indispettito perché il Risorto è uscito dal sepolcro. Dapprima storpia all’italiana «Cambridge Analitica», defunta società di consulenza britannica: si chiamava Cambridge Analytica. Poi passa al povero «Cartesio (1596-1650), che con il “Cogito ergo sum, sive existo” indicava la capacità del pensiero umano di anteporre un metodo», quello del dubbio. Peccato (peculiarità diabolica) che la frase esatta scritta da René Descartes nel Discorso sul metodo sia «Ego cogito, ergo sum, sive existo». Indi passa a Galileo, «il filosofo che intrallazzava con i “Rosa croce”», che sarebbero i Rosacroce o Rosa-Croce, non certo Rosa croce (eventualmente Rosa Croce), come attestato dall’introduzione di Umberto Eco alla Storia dei Rosa-Croce di Paul Arnold, saggio sulla società esoterica pubblicato in Francia nel 1955 e uscito in italiano da Bompiani nel 1989. Infine il diavoletto scrivano cita «“Confusion of confusions”» di Joseph de la Vega, il quale, essendo un ebreo spagnolo, magari antenato di quel don Diego meglio noto come El Zorro, scrisse in realtà Confusión de confusiones.
[17 aprile 2022]

Follow the spirit
Nella sua rubrica Follow the money, sul Venerdì di Repubblica, Loretta Napoleoni annuncia che «la Chernobyl Spirit Company sta preparando due nuove bevande alcoliche per il mercato internazionale» e che «i proventi delle vendite verranno devoluti ai profughi della guerra in Ucraina». La discussa economista scambia la prima riga del conto economico (i proventi) con l’ultima (i profitti). Si possono devolvere i profitti, ma cedere i proventi, cioè il ricavo, significa accollarsi i costi. Esempio: se si incassa 100 e si ha un guadagno di 25 (quindi spese per 75) probabilmente si devolveranno i 25 di utili, perché le spese sono ripagate e quindi la beneficenza non è un costo: solo un mancato guadagno. Ma se la Chernobyl Spirit Company devolvesse 100 (i proventi), rinuncerebbe anche ai 25 di utili e quindi avrebbe una perdita di 75, il che non ci sembra nello spirito né di chi distilla spiriti né di qualsiasi altra impresa. Questo perlomeno è ciò che rammentiamo circa ricavo, costi e guadagno come ci furono spiegati alle elementari, insieme con peso lordo, tara e peso netto. Magari ricordiamo male.
[8 aprile 2022]

Un esempio di solida preparazione
Da qualche giorno su molti quotidiani appare un’intera pagina di pubblicità dell’«Universitas Libertatis, voluta dal presidente Silvio Berlusconi». La quarta riga del papello va a capo con «improvvisazi-» e la quinta inizia con «one». La sillabazione non ci meraviglia, considerato che questo ateneo «è la culla della futura classe politica italiana animata da politici professionisti, preparati e competenti», che «una formazione d’eccellenza è alla base del progetto scientifico» e che l’Universitas Libertatis «offre l’opportunità di una solida preparazione».
[aprile 2022]

Estrazione a sorte
«Gli americani salvano le madri surrogate e tutelano il business dei figli in vendita». Così La Verità titola un articolo che parla del mercato ucraino degli uteri in affitto. Sommario: «Da quando Putin, il 24 febbraio, ha iniziato l’occupazione militare, l’ente ha ricevuto oltre 15.000 richieste di estrazione». Ma sono bambini o denti?
[19 aprile 2022]

Quattro in pagelle
In un articolo dal titolo «Le pagelle. Ecco come si giudica un calciatore», Claudio Savelli così si esprime su Libero: «Il nostro sistema di valutazione deriva da quello scolastico ed è prigioniero delle sue contraddizioni: occupa una scala da uno a dieci ma non usa gli alti né i bassi, riducendo lo scarto a disposizione a quattro voti, dal 4 all’8, e aggiungendo i mezzi voti per ripristinare un numero dignitoso di sfumature». Dal 4 all’8 i voti possibili non sono quattro, bensì cinque. Quattro è il voto che Savelli merita in matematica (a proposito di pagelle).
[13 aprile 2022]

L’in bocca al lupo
Titolo dal Corriere Fiorentino: «Antico Vinaio, aperto il settimo locale: “Fateci l’in bocca al lupo”». Sarà un toscanismo o avranno alzato troppo il gomito?
[15 aprile 2022]

Kyiv è meglio di Kiev?
Forse per solidarietà con il presidente Volodymyr Zelensky, da qualche giorno nei telegiornali si sente parlare di Kyiv (traslitterato dall’ucraino), anziché Kiev (traslitterato dal russo), com’era d’uso in passato. In particolare, si distingue per questa pronuncia il bravo Alessio Zucchini, conduttore del Tg1 delle 20. Comprendiamo le nobili motivazioni della nuova dizione, ma sarebbe come dire che, per arrivare a London, si passa da Paris. Le enciclopedie, a cominciare dalla Treccani, riportano la voce Kiev, non Kyiv. Peraltro, nel Dop (Dizionario italiano multimediale e multilingue d’ortografia e di pronunzia), compilato per la Rai da Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini e Piero Fiorelli e tuttora presentato come «provvisorio e incompleto» (benché la prima edizione risalga al 1969), non compaiono né KievKyiv, il che la dice lunga.
[20 marzo 2022]

Contiguità territoriale
«In realtà per lo Zar prendere Odessa vorrebbe dire garantire la contiguità territoriale con la Crimea», osserva Marta Serafini, inviata del Corriere della Sera nella città portuale del mar Nero. Ci pare che la contiguità territoriale sia già garantita dalla geografia, dal momento che Odessa dista in linea d’aria appena 223 chilometri dal confine dell’autoproclamatasi Repubblica indipendente di Crimea. In casi come questo è in ballo semmai la continuità territoriale.
[23 marzo 2022]

Dal Dalai Lama in funivia
Dal Sole 24 Ore: «Made in Italy. Leitner in Tibet riduce i tempi per raggiungere il Dalai Lama». Testo: «La funivia “Dharamshala Skyway” è l’ultimo impianto realizzato dall’altoatesina Leitner (gruppo Hti), che in 5 minuti unisce il capoluogo del distretto tibetano all’Upper Dharamshala con arrivo a circa 300 metri dalla residenza del Dalai Lama». Toh, il capo supremo del buddismo tibetano è tornato a vivere a casa sua e non l’ha detto a nessuno. A parte Il Sole 24 Ore.
[9 aprile 2022]

A bandiere spiegate
Libero dedica il titolone di prima pagina («La Resistenza alla frutta. Comiche partigiane») e due pagine interne al manifesto stampato dall’Anpi in occasione del 25 aprile: alle finestre di una casa sono appesi due tricolori a bande orizzontali rosse, bianche e verdi (partendo dall’alto). La bandiera dell’Ungheria anziché quella italiana. «Che figuraccia» si legge nel titolo dell’articolo firmato da Giovanni Sallusti. Il commentatore però non si accorge, come molti suoi colleghi di altri giornali, che anche il logo dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia – fondata nel 1945, mica ieri – è da sempre sbagliato. Vi compaiono infatti due tricolori, il primo dei quali è capovolto specularmente: ha le bande orizzontali rossa, bianca e verde (partendo da sinistra), anziché verde, bianca e rossa. Lo sfondone passa inosservato, nonostante il simbolo errato appaia sia sul poster incriminato sia su un altro manifesto del 2019, entrambi riprodotti da Libero.
[12 aprile 2022]

Il petrolio cammina
Titolo dalla Repubblica: «Carbone, stop da settembre / Per il petrolio strada in salita». Bei tempi quando scorreva nelle tubature.
[8 aprile 2022]

La seconda giovinezza di Cacciari
Stando al Corriere della Sera, Massimo Cacciari ha 73 anni (scheda «Il profilo» a corredo di un articolo di Tommaso Labate). Non è così: sta per compierne 78, essendo nato il 5 giugno 1944. Nella stessa scheda si legge: «È stato sindaco di Venezia dal 1993 al 2000». Giusto. Ma lo è stato anche dal 2005 al 2010.
[5 aprile 2022]

Quirico resta indietro
Domenico Quirico sulla Stampa parla del Patto di Monaco: «Da quel settembre 1928 in cui l’inglese Chamberlain...». L’accordo firmato da Neville Chamberlain, Adolf Hitler, Benito Mussolini e Édouard Daladier è sì di settembre, ma del 1938. L’errore apparso nell’edizione cartacea è stato opportunamente corretto in quella digitale. Tre giorni dopo, Quirico concede un bis cronologico: «Nel 1945 i nonni dei soldati russi che hanno assediato Kiev...». Forse erano i bisnonni.
[4 e 7 aprile 2022]

Burro (rancido) e cannoni
Secondo quanto riferisce Giada Oricchio sul sito del Tempo, Giorgio Cremaschi, ex leader della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, intervenendo sulla guerra in Ucraina a L’aria che tira (La7) ha etichettato «le parole in conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Draghi (“preferiamo la pace o i condizionatori accesi?”) come “orribili, riecheggiano il burro e i cannoni di Benito Mussolini”». Ora, è vero che l’espressione fu pronunciata dal Duce durante un discorso tenuto a Belluno il 24 settembre 1938: «Circolarono allora delle alternative assolutamente ridicole: burro o cannoni. Noi abbiamo scelto che cosa? (“Cannoni!” urla la folla)», riferì l’indomani il Corriere della Sera in prima pagina. Ma il capo del fascismo, come spesso gli capitava, l’aveva copiata. A usarla per primo fu William Jennings Bryan, 41º segretario di Stato degli Usa, che già nel 1916 pose il dilemma «cannoni o burro». Vent’anni dopo vi ricorse Hermann Goering, presidente del Reichstag, come documentato da Cristano Ridòmi sullo stesso Corriere: «Goering l’ha detto chiaramente: abbiate pazienza, non c’è da scegliere, o burro o cannoni» (23 novembre 1936, pagina 3). In ogni caso, Cremaschi ignora che burro e cannoni sono associati alla curva di trasformazione che definisce la frontiera delle possibilità produttive, concetto del quale si parla da ben prima dell’avvento di Mussolini e tuttora presente nel primo capitolo di ogni manuale di economia politica. Fra l’altro, sono parole che anche i progressisti hanno spesso usato. Per esempio Luigi Spaventa, economista di sinistra, che fu deputato, ministro e presidente della Consob: «Si insegnava un tempo sui libri di testo che non si può avere più burro senza avere meno cannoni» («Tra burro e cannoni», commento sulla Repubblica, 27 novembre 2004).
[9 aprile 2022]

Guagliò, iamme nel Donbasse
Titolo a tutta pagina sulla Verità: «I russi si ammassano sul Donbasse». Arrivano i nostri, con Totò.
[14 aprile 2022]

Messina troncato
Titolo da Verità & Affari: «Intesa. Per Messin, i risparmi possono aiutare le imprese». Deve trattarsi dell’amministratore delegato di Intes Sanpaol.
[13 aprile 2022]

Più che eredi, antenati
Nella sua rubrica L’ago della bilancia, sul Corriere della Sera, Sergio Romano infila la seguente frase: «Lo sapevano negli anni 50 molti protagonisti e i loro eredi: Alcide De Gasperi, Giuseppe Saragat e Carlo Sforza in Italia, Léon Blum, Jean Monnet e René Pleven in Francia, i due Guglielmi, Bismarck e Konrad Adenauer in Germania, Vittoria e persino Winston Churchill in Gran Bretagna». Dovendo presumere che l’ex ambasciatore Romano stia parlando degli anni Cinquanta del secolo scorso, molti dei personaggi citati non erano eredi, bensì antenati, predecessori.
[11 aprile 2022]

Futurismo
Silvia Pieraccini sul Sole 24 Ore: «La Bologna-Firenze, una dei nodi più trafficati del Paese». Il gender dilaga. Nell’ultimo capoverso: «Quattro milioni di metri cubi serviranno per costruire la (futura) area di servizio Bellosguardo e la (futura) terza corsia sull’A11». Se serviranno (futuro), l’area da costruire non potrà che essere futura, e così pure la corsia.
[19 marzo 2022]

La Sapienza di Leonardo
Travolgente incipit di un articolo dell’Osservatore Romano: «Le cronache di tutti i giorni sono piene di tragedie: da quelle grandi, come le Torri gemelle dell’11 settembre 2001, ad aerei che cadono provocando centinaia di morti, ai ragazzi morti nella calca in una discoteca, ai morti sotto il crollo di un ponte, o sotto un albero caduto... Per non parlare della tragica attualità della guerra in corso in Ucraina». Anziché il signore di La Palisse, lo firma il reggente della Prefettura della Casa pontificia, Leonardo Sapienza. Si comincia a comprendere perché di questo monsignore molti in Vaticano dicano che non sembra all’altezza né del suo nome né del suo cognome.
[10 marzo 2022]

Pronomi di Domani
Sommario di Domani a corredo di un testo della scrittrice Ginevra Lamberti: «La ragazza. “Non ha ricordi del suo ultimo pasto, gli viene fatto segno di entrare”». Premesso che il pronome personale femminile di terza persona singolare resta le, e non gli, il virgolettato non corrisponde a quanto si legge nell’articolo.
[31 marzo 2022]

Tutto distrutto, anzi no
Titolo a tutta pagina sulla prima della Repubblica: «Cosa resta di Mariupol». Sottotitolo: «Le foto documentano la distruzione totale della città». Quindi non resta niente.
[8 aprile 2022]

Mephisto Waltz va in barca
Stando al coltissimo Mephisto Waltz (Domenica del Sole 24 Ore), durante la spedizione «con Niña, Pinta e Santa María al comando di Cristóbal Colón (1492)» fu «buscato il Levante por el Ponente». Le citazioni letterali esigono il rispetto delle lingue d’origine: si scrive «buscado el» e «Poniente». Poco oltre, un’altra citazione maldestra fra virgolette: «Per Guicciardini “del Pontefice aveva solo l’abito e il nome”». La frase esatta è: «Non riteneva di pontefice altro che l’abito e il nome» (Francesco Guicciardini, Storia d’Italia, libro 9, capitolo 13). Insista, diavoletto. Farà meglio la prossima settimana.
[10 aprile 2022]

Carcassia! Chi era costei?
Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera a Lozova (Kharkiv): «Un soldato telefona al padre. Hanno entrambi l’accento delle estreme regioni orientali della Federazione russa. Potrebbero essere di Buriazia e Carcassia confinanti con la Cina». Don Abbondio si chiederebbe: «Carcassia! Chi era costei?». (Infatti trattasi della Circassia, repubblica del Caucaso, che però in linea d’aria dista quasi 2.900 chilometri da Kashgar, la più prossima fra le città della Cina, nazione da cui la separano Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan).
[8 aprile 2022]

Avvenire a tutto gas
Titolo d’apertura a tutta pagina in prima su Avvenire: «Togliamo gas alla guerra». Gas esilarante.
[8 aprile 2022]

Istigazione alla necrofilia
Dalla pagina Facebook di Vanity Fair: «Addio a Patrick Demarchelier, che rese ancora più iconica Lady D. Scopare a 78 anni il fotografo originario della Normandia». Necrofili in agitazione.
[1° aprile 2022]

Tre errori in 20 parole
Didascalia della Stampa sotto la foto dell’ormai celebre sberla rifilata dall’attore Will Smith al presentatore Chris Rock durante la cerimonia per la consegna degli Oscar: «Lo schiaffo di Bruce Willis a Chris Rock è già diventato un murales dello street art di Berlino Eme Freethinker». Era difficile condensare tre errori in 20 parole, ma La Stampa c’è riuscita. Primo: Bruce Willis non è Will Smith e non c’entra nulla con la pappina. Secondo: murales è il plurale di un sostantivo spagnolo, quindi non si può usare per un singolo dipinto, che va chiamato murale (in italiano) o mural (nella lingua iberica). Terzo: street art in inglese significa arte di strada, pertanto non può essere riferito a una persona, che semmai è una street artist.
[31 marzo 2022]

Editoriale inficiato
Editoriale di Paolo Garimberti in prima pagina sulla Repubblica: «Il presidente ucraino ha avuto buon gioco a ricordare qual è la tecnica della disinformazione usata da Mosca: offrire versioni discordanti, citare testimonianze che non possono essere verificate (l’ambasciatore Nebenzya ne ha inficiato il suo discorso al Consiglio di sicurezza) ricorrendo a media complici o compiacenti». Inficiare vuol dire «contestare la validità o l’efficacia di un atto legale, di una dichiarazione, di una firma» o, estensivamente, «compromettere, viziare». Pare difficile che Nebenzya abbia contestato o compromesso il suo stesso discorso. Si parva licet componere magnis, al posto di Garimberti avremmo usato un altro verbo e scritto infarcito.
[6 aprile 2022]

Sotto gli occhi di Calasso
Lo scrittore Giorgio Montefoschi recensisce nelle pagine culturali del Corriere della Sera l’ultimo libro di Roberto Calasso, Sotto gli occhi dell’Agnello (Adelphi). A corredo vi è una scheda che termina con questo periodo: «Il sacrificio ma nella tradizione vedica era invece presente nel saggio L’ardore, uno dei volumi del corpus uscito nel 2010». La frase è priva di senso. Soprattutto la congiunzione avversativa ma pare eccessiva accoppiata con l’avverbio invece. Calasso si sarebbe molto risentito per questo.
[6 aprile 2022]

Richiami della foresta
Verità & Affari, 7 righe in prima pagina: «Il banchiere sarà ascoltato dalla commissione d’inchiesta. Attenzione puntata su eventuali riferimenti a Draghi, governatore ai tempi dell’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps». Quale banchiere? Non si sa. Verità & Affari, altre 9 righe in prima pagina: «Metrika è alla ricerca di alleanze industriali e finanziari (sic) per l’azienda bergamasca acquisita un anno e mezzo fa. Sul tavolo ci sono già i nomi di quattro possibili pretendenti. Al dossier sta lavorando Banca Akros (Banco Bpm)». Quale azienda bergamasca? Non si sa. Il Fatto Quotidiano, 4 righe in prima pagina: «“Putin è un criminale, ma per gli Usa, che hanno violato gli accordi post Guerra fredda, il conflitto sarà fino all’ultimo ucraino”: è l’analisi del famoso filosofo, nel confronto con Bill Fletcher jr. Perché Biden non vuole la pace». Quale famoso filosofo? Non si sa. Ma allora perché si faranno i richiami in prima pagina? Non si sa.
[7 e 9 aprile 2022]

Zhoc Zhok! Chi è?
Titolo dalla Verità, prima pagina: «Andrea Zhoc. “I politici paiono non avere idea di qual è la vera posta in gioco”». Testo: «Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università di Milano, ha da poco pubblicato Lo Stato di emergenza». Zhoc Zhok, c’è qualcuno in casa?
[9 aprile 2022]

Articoli immaginari
Nella rubrica Penne armate sul Fatto Quotidiano viene censurato tutti i giorni, o quasi, «il Corriere della Sera». Ma, sin dal primo numero uscito domenica 5 marzo 1876, il quotidiano milanese non ha mai avuto l’articolo determinativo il nella testata. L’aspetto curioso è che nella medesima rubrica La Repubblica diventa invece Repubblica, perdendo l’articolo.
[2 e 3 aprile 2022]

Partenze all’estero
«Da ormai tre settimane, sono tantissime le donne che stanno abbandonando l’Ucraina. Partono all’estero e lasciano tutto», scrive la filosofa Michela Marzano sulla Stampa. Partire significa «allontanarsi da qualcosa o da qualcuno, mettersi in viaggio o in cammino verso una determinata destinazione» (Lo Zingarelli 2022). Ergo, Marzano riesce a far allontanare le donne che sono già all’estero. Dove andranno?
[19 marzo 2022]

Vivere come palline della roulette
Gianluigi Nuzzi su Specchio della Stampa: «Giugliano va a vivere in una roulette alle porte della città». In attesa di trasferirsi in uno chemin-de-fer nel centro storico.
[10 aprile 2022]

Non ne sa una più del diavolo
Scrive il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica su Domenica del Sole 24 Ore: «Al Diavolo non parrebbe vero che, per coerenza, Francesco decidesse di rispolverare il Codex iuris canonici onde scagliare una tremenda scomunica e “consegnare il peccatore a Satana” (Corinzi, 5:5)». Le Lettere ai Corinzi sono due e questa citazione appartiene alla prima, ma il povero diavolo non lo sa e quindi non precisa di quale si tratti. Subito dopo: «Paolo VI strinse la mano al Patriarca Atenagora I, record chiesastico, dopo ben 900 anni. Più del doppio usato per riabilitare Galilei». Si presume che al diavoletto sia rimasto del tempo nella tastiera. Poi aggiunge: «Federico II, Stupor Mundi, nel 1228 si beccò da Gregorio IX, l’Ugolino da Anagni, ritratto da Giotto nel Sogno ad Assisi (che canonizzò Francesco d’Assisi e Antonio di Padova, inventandosi anche il Breviario per rendere più accessibili le preghiere) l’anatema per ben due volte». In realtà Federico II fu colpito da tre scomuniche: il 10 ottobre 1227, il 26 giugno 1229 (a conferma della prima) e il 20 marzo 1239. Anzi, quattro, con quella inflittagli da papa Innocenzo IV il 17 luglio 1245. Mephisto Waltz sostiene che «ultimo forse tra gli anatemi è quello affibbiato al Vescovo Milingo (2006) un’“amissio status clericalis” per l’aver preso moglie, malgrado l’ammonimento e senza pentirsene». Sorvolando su sintassi e punteggiatura, Emmanuel Milingo fu scomunicato latae sententiae il 26 settembre 2006 e fu colpito dall’amissio status clericalis il 17 dicembre 2009, come spiegava un comunicato stampa della Santa Sede. Amissio ed excommunicatio sono due istituti diversi, non necessariamente collegati. Il sulfureo commentatore conclude: «A Yalta Stalin fulminò chi sosteneva il potere di Pio XII: “Quante divisioni ha il Papa?”». Il coltissimo Mephisto Waltz dovrebbe ripassare la storia. La Conferenza di Yalta (1945) non c’entra nulla. La domanda in questione venne posta da Stalin dieci anni prima a Pierre Laval, ministro degli Esteri della Francia (poi presidente del Consiglio fino al 1936), in visita a Mosca. A riferirla è Winston Churchill nelle sue Memorie. Di qui il titolo su 3 colonne uscito di spalla in prima pagina sul Corriere della Sera il 23 aprile 1948: «“Il Papa! Quante divisioni ha?” domandò Stalin al ministro Laval», come racconta Stefano Lorenzetto nel libro Chi (non) l’ha detto. Dizionario delle citazioni sbagliate (Marsilio).
[3 aprile 2022]

Dibattito vivo con il morto
«Se diamo spazio ai Diego Fusaro e ai Giulietto Chiesa – che esistono solo perché noi li facciamo esistere – ne saremo infine solo i complici: ogni loro voce macchiettistica e di mero colore sarà una voce ragionevole in meno con cui il dibattito – pur vivo, vero – potrebbe confrontarsi», ammonisce Filippo Facci dalle colonne di Libero. È vero che siamo sotto Pasqua, ma far esistere Chiesa e dargli voce pare un’impresa soprannaturale: l’ex corrispondente da Mosca (prima dell’Unità e poi della Stampa) è deceduto il 26 aprile di due anni fa. Quindi il dibattito pur vivo è, almeno in parte, morto.
[5 aprile 2022]

Cerchiamo di capirci
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro sul primo numero del quotidiano economico Verità & Affari: «E Stellantis, cioè il nuovo gruppo nato dalla fusione di Fca con Peugeot, che farà? Dopo il passo indietro degli Agnelli, il suo amministratore ha già fatto capire che gli stabilimenti italiani costano troppo e non si capisce se il discorso serva a preparare la ritirata o a mettere da parte le munizioni per battere cassa e avere altri soldi dallo Stato». Ha già fatto capire, ma non si capisce. Ok, abbiamo capito tutto.
[5 aprile 2022]

Un fratello economico
Manchette sulla prima pagina della Verità per presentare l’uscita di Verità & Affari: «Nasce il fratello economico della Verità». In effetti costa 1 euro (prezzo di lancio) anziché 1,30.
[5 aprile 2022]

Nudo, però in mutande
Gian Giacomo Schiavi rievoca sul Corriere della Sera: «La prima volta che si presentò in mutande fu davanti al fotografo del Corriere, in occasione dell’intervista ufficiale sui cento giorni da sindaco. Gabriele Albertini, in costume adamitico sullo sfondo di un prato alpino, spiazzò la cronaca milanese abituata a vedere i sindaci in giacca e cravatta anche nel mese d’agosto». L’espressione scherzosa in costume adamitico significa «nudo» (Lo Zingarelli 2022). Invece, come specificato nel testo ed evidenziato nel titolo e come documentato dalla foto a corredo dell’articolo, Albertini era in mutande.
[28 marzo 2022]

Cosi dell’altro mondo
Nella sua rubrica Un libro in gocce, sul Fatto Quotidiano, Giorgio Dell’Arti distilla da par suo Alla ricerca di Nino Manfredi. Una biografia (Sagoma editore) di Andrea Ciaffaroni: «Arrivò al giorno in cui, per puro caso, Nino incontrò un suo amico di parrocchia, Franco Giacobini, che stava andando all’Accademia d’Arte Drammatica di Silvio d’Amico per partecipare agli esami di ammissione. Nino era cosi a digiuno del mestiere che neanche sapeva che occorresse studiare, per fare l’attore. Cosi lo accompagnò alla vecchia sede dell’Accademia, in piazza della Croce Rossa, e la segretaria diede i moduli d’iscrizione anche a lui. A volte Manfredi si esercitava portandosi a casa Panelli, e la madre non capiva perché li trovava ammucchiati in terra, cosi Panelli un giorno le disse che stavano imitando una fiamma. Con tenerezza, disse loro “Ok, però allontanatevi dalle tende, sennò prendono fuoco”». Vabbè che così fan tutti, ormai, in fatto di accenti. Ma così non si fa.
[5 aprile 2022]

Cento di questi anni
Titolo dalla Gazzetta di Mantova: «Una festa per quaranta al traguardo del secolo». Pensate che siano stati festeggiati 40 centenari? Sbagliato: sono i 40 ad aver fatto baldoria con la scusa che un vegliardo è giunto al traguardo del secolo.
[11 marzo 2022]

L’appeal ha perso l’appel
Titolo dal Corriere della Sera, edizione bresciana: «Bar, negozi e boutique. In dieci anni Brescia ha perso il suo appel». Probabilmente si tratta di Appel figlio di Appol.
[23 marzo 2022]

Risurrezione manifesta
Sarantis Thanopulos nella rubrica Verità nascoste sul Manifesto parla della notte degli Oscar: «Nel corso della cerimonia, l’attore Wilbur Smith, che di lì a poco sarebbe stato premiato, è salito sul palco e ha schiaffeggiato un comico reo di aver fatto una battuta irrispettosa su sua moglie». Conforta apprendere che lo scrittore sudafricano è risuscitato a poco più di quattro mesi dalla morte. Ma a menare il presentatore e comico Chris Rock è stato l’attore Will Smith.
[2 aprile 2022]

Fabio Fazio senza impegno
Carlo Verdelli è uno straordinario facitore di giornali, fra i migliori in circolazione. Purtroppo come nuovo direttore di Oggi ha deciso di arruolare Fabio Fazio in veste di editorialista. Nell’ultimo numero, il conduttore televisivo parla di papa Francesco riservandogli una maiuscola reverenziale negli aggettivi possessivi («della Sua enciclica»; «la Sua indimenticabile conversazione a Che tempo che fa») che neppure L’Osservatore Romano usa più sin dai tempi di Paolo VI. L’attacco è fulminante: «Papa Francesco ha detto di essersi vergognato per l’intenzione di aumentare le spese militari spendendo il 2 per cento del Pil», quasi che si trattasse di un proposito dello stesso Pontefice, tale da farlo arrossire. Fazio scrive anche «perchè», con l’accento grave. E conclude così: «Si, ha ragione Papa Francesco: una pazzia». Titolo della rubrica: Senza impegno. Ci sembra azzeccato.
[7 aprile 2022]

I grandi gialli geografici
Su Specchio della Stampa, nella sua rubrica I grandi gialli, Gianluigi Nuzzi ricostruisce le tragiche imprese del killer Sergio Curreli. Le indicazioni geografiche sono piuttosto approssimative. Primo svarione: «Arbus in provincia di Cagliari, sulla Costa Verde nella Sardegna centroccidentale». In realtà Arbus è situato nella Sardegna sudoccidentale. Inoltre non è in provincia di Cagliari, bensì nella provincia del Medio Campidano. Né si può dire che sia sulla Costa Verde, anche se le località di quel litorale fanno parte del Comune di Arbus: il capoluogo dista infatti 40 minuti di auto dalla spiaggia di Piscinas, il punto più prossimo al mar di Sardegna. Secondo svarione: «Siamo vicini al mare, tra le dune di sabbia a Marina di Arbus, alle porte di Cagliari». Alle porte mica tanto: Cagliari trovasi a quasi 100 chilometri da Marina di Arbus, più di un’ora e mezza d’auto.
[3 aprile 2022]

Bla bla bla, pe’ mo’
Sul Fatto Quotidiano, Vincenzo Iurillo occupa un’intera pagina per informare i suoi lettori che a Caivano (Napoli) don Maurizio Patriciello, parroco sotto scorta per aver sfidato i camorristi, è stato «oggetto di nuove minacce con un inquietante cartello messo davanti al cancello: “Bla bla bla, pe’ mo’”». Che vorrà dire questa scritta? In 5.200 battute, Iurillo non lo spiega. Per fortuna provvede il redattore che ha impaginato l’articolo, in una scheda pubblicata a lato: è «traducibile in “Solo chiacchiere per ora”». Chissà da chi lo avrà saputo.
[7 aprile 2022]

Patton, generale redivivo
Dal Corriere della Sera: «Un buon soldato, meglio un ufficiale, doveva sapersela cavare molto bene nel pentathlon moderno. Il soldato più famoso che ha partecipato nel pentathlon all’Olimpiade è l’americano George Patton, il “generale d’acciaio”, specializzato nel guidare truppe corazzate. Patton partecipò ai Giochi di Stoccolma, nel 2012. Si piazzò al quinto posto ma, ha sempre sostenuto, dopo aver lotatto per l’oro». Tralasciando il refuso finale, segnaliamo che il generale Patton morì nel 1945. Fu presente alla V Olimpiade a Stoccolma all’età di 26 anni, nel 1912.
[2 aprile 2022]

Che inculcata
«Se l’Ue era nata per addomesticare le sovranità nazionali, gli stati entrati nel 2004-2007 volevano piuttosto rafforzare la loro sovranità nazionale. Dopo tutto, avevano da poco recuperato quest’ultima, a lungo inculcata dall’Unione Sovietica», scrive Sergio Fabbrini in un editoriale sulla prima pagina del Sole 24 Ore. Inculcare significa «imprimere qualcosa nella mente o nell’animo di qualcuno con la persuasione e l’insistenza». Non pare questo il caso. Fabbrini avrebbe dovuto semmai usare il verbo conculcare («calpestare violentemente, opprimere»). Comunque, considerata l’assonanza di inculcata con un altro participio passato, agli Stati entrati nell’Ue fra il 2004 e il 2007 è andata bene.
[3 aprile 2022]

Dipende dalla preposizione
Dal Corriere della Sera: «Lo stesso Biden, ieri, ha affermato di non pensare che i suoi commenti su Putin complicheranno la diplomazia. E, sulla possibilità di un incontro con Putin, ha chiarito: “Dipende di cosa vuole parlare”». Il verbo dipendere regge la preposizione da, mai di.
[29 marzo 2022]

Un direttore poco osservatore
Incipit dell’editoriale di Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano: «Hanno molto colpito le parole pronunciate dal Santo Padre ieri all’incontro promosso dal Centro Femminile Italiano». Monda non è un buon osservatore: dal 1944 il sodalizio si chiama Centro italiano femminile, come testimonia la sigla Cif.
[25 marzo 2022]

Il Parlamento molto criticato
Sul Fatto Quotidiano, Wanda Marra riferisce che «Zelensky veniva da un discorso davanti al Parlamento israeliano molto criticato». Perché il Parlamento israeliano è molto criticato? Non lo è? Allora bisognava scrivere che «Zelensky veniva da un discorso, molto criticato, davanti al Parlamento israeliano».
[22 marzo 2022]

Le strisce pedonali della madre
Dall’Ansa: «Un bimbo di pochi mesi è morto oggi in seguito a un investimento sulle strisce pedonali della madre, avvenuto in via del Plebiscito a Padova». Se la notizia non fosse così tragica, verrebbe da chiedersi quali siano le strisce pedonali del padre.
[28 marzo 2022]

Cadere dall’hotel
Dal Corriere di Bologna: «Tragedia a Trieste, cade da un hotel e muore il giornalista Marco Pivato». Se fosse caduto da una pensione o da un bed and breakfast si sarebbe potuto salvare?
[24 marzo 2022]

Oje vita, oje vita mia
La Repubblica ospita uno stralcio della postfazione scritta da Carlo Feltrinelli per Senior Service, la biografia dedicata al padre Giangiacomo. A un certo punto egli cita «Hermann Langbein da Vienna, un comunista austriaco che aveva combattuto contro Franco ed era sopravvissuto alla vita e agli anni dei lager». Uscire vivo da un campo di concentramento rappresenta di certo un’impresa ragguardevole, ma non quanto uscire vivo dalla vita, considerato che di solito se ne esce morti.
[11 marzo 2022]

Profughi al giorno e alla notte
Sommario dalla Stampa: «70.000. I bambini trasformati in profughi al giorno solo negli ultimi giorni di guerra». Per distinguerli dai profughi alla notte.
[23 marzo 2022]

Faccetta nera
Sul Corriere della Sera, Massimo Sideri parla di una mappatura avviata dalla Nasa per «trovare un pianeta simile alla Terra e potenzialmente abitabile dalla vita organica come la nostra, a base di carbone e acqua». Carbone? Il componente fondamentale della materia vivente è il carbonio, che nei Mammiferi rappresenta mediamente il 22 per cento del peso corporeo. In un uomo di 70 chili, circa 14 sono di carbonio, non certo di carbone (benché la sostanza nera sia costituita principalmente di carbonio).
[23 marzo 2022]

Poco osservatori di numeri romani
«Il viaggio. IIª puntata (continua)», si legge nella testatina che apre Quattro pagine, inserto dell’Osservatore Romano dedicato agli «approfondimenti di cultura società scienze e arte». Oltre che approfondire l’uso delle virgole (qui ne mancano due), in redazione dovrebbero osservare meglio anche i numeri romani, come peraltro impone il nome del giornale. Essi infatti non richiedono mai l’esponente (ª oppure °), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. In questo caso II sta per seconda. L’esponente va utilizzato solo con le cifre arabiche (2ª puntata).
[22 marzo 2022]

Massacro linguistico
Oriana Liso e Massimo Pisa si occupano, sul sito della Repubblica, di Davide Fontana, il bancario e food blogger che ha massacrato la pornostar Carol Maltesi. Ecco alcuni passi salienti della loro surreale ricostruzione. «È nella sua casa di corte, di quelle con i ballatoi da vecchia Milano, che Fontana ha ucciso». Forse ai due cronisti non veniva casa di ringhiera. «Da lì l’uomo ha portato poi il corpo in casa sua, e lì lo ha tenuto in un congelatore comprato apposta fino a quando non ha deciso di disfarsene, chiudendo quei resti nei sacchi della spazzatura e portandoli a Borno, dove poi sono stati trovati. Sempre mantenendo la stessa freddezza». Si è disfatto del corpo o del congelatore? Comunque il riferimento alla freddezza, date le circostanze, sembra appropriato. «Con l’offesa finale di quel tentativo abusato di difesa del “raptus”». L’omicida ha abusato del tentativo, oltre che della poveretta? E perché il suo raptus sarà stato fra virgolette? «Le due case, adesso, sono sotto sequestro: qui i carabinieri cercheranno di ricostruire le ultime ore di Carol Maltesi e i due mesi di convivenza con un cadavere di Fontana». I carabinieri trasformati in muratori: ricostruiscono nelle case. E il cadavere dell’attrice hard diventa quello dell’assassino.
[29 marzo 2022]

Milioni di armi
«Chi ha armato Mosca dal 2014 al 2020» è il titolo di un’infografica pubblicata dal Fatto Quotidiano. La legenda specifica: «L’export dei singoli Paesi. Valori in milioni di armi». Sommando i numeri del grafico, ne deduciamo che l’Europa ha venduto a Vladimir Putin oltre 345 milioni di armi. Siccome i russi sono all’incirca 147 milioni, significa che hanno in casa non meno di due armi a testa. (Presumiamo che Il Fatto Quotidiano intendesse riferirsi al costo: milioni di euro? di dollari? o di rubli? In ogni caso, avrebbe dovuto scrivere: «Valori di armi in milioni»).
[17 marzo 2022]

Fu stato assassinato
Alessandro Ferro sul sito del Giornale: «Senza andare troppo in là con il passato, Alexander Litvinenko (ex agente dei servizi russi) fu stato assassinato nel 2006 da particelle radioattive di polonio-210, un milione di volte più letale del cianuro». Bisognerebbe cercare di non andare troppo in là neppure con il verbo essere.
[18 marzo 2022]

Articolisti e articoli
Lina Palmerini in un editoriale sul Sole 24 Ore: «Contestualmente Draghi si è mosso sul negoziato europeo incontrando il premier spagnolo Sanchez, portoghese Costa e greco Mitsotakis». Avendo messo l’articolo al singolare per il primo, avrebbe dovuto ripeterlo per gli altri due. Se invece avesse usato il plurale «i premier», avrebbe potuto risparmiarselo per il secondo e il terzo. E Sánchez richiede l’accento acuto.
[19 marzo 2022]

Il monte Bianco non divide: collega
Timothy Ormezzano sul Corriere della Sera: «4810 è l’altezza in metri del Monte Bianco, la più alta e maestosa vetta delle Alpi che collega l’Italia alla Francia». Eh già, a separarle resta solo lo Champagne. (Opportuna la precisazione iniziale: è noto che qualcuno si ostina a misurare le montagne in centimetri).
[21 marzo 2022]

Il lavoro non nobilita la sintassi
Giuseppe Pietrobelli sul Fatto Quotidiano: «Visto che non lavorava, nonostante il padre Sergio, 62 anni, gliene avesse trovato più d’uno, ha puntato sul conto in banca e si è sbarazzato anche della mamma Lorena Zanin di 59 anni. Un piano molto approssimativo». Quasi come questa sintassi. «Trovato più d’uno» di che? Di lavoro? Allora bisognava scrivere: «Visto che non aveva un lavoro».
[17 marzo 2022]

Ma non è John Kennedy
Donatella Di Cesare sul Fatto Quotidiano: «Temerarie parole di John Biden, forse uno dei peggiori presidenti americani». Vittorio Macioce sul Giornale: «John Biden parla dalla frontiera dell’Occidente». Nostalgia (canaglia) di Kennedy? Il presidente degli Stati Uniti in carica attualmente continua a chiamarsi Joseph Biden, meglio noto come Joe Biden.
[24 e 27 marzo 2022]

Libretti rossi e pc infernali
Il coltissimo Mephisto Waltz persevera diabolico su Domenica, inserto culturale del Sole 24 Ore. Stavolta parla della «distruzione dei libretti rossi dei tempi di Mao». Non risulta che sia mai avvenuta la rottamazione del manuale contenente le massime del Grande Timoniere. Casomai erano alcuni suoi lettori a distruggere libri, cose e vite altrui. Fra l’altro, l’operazione vagheggiata da Mephisto Waltz si sarebbe rivelata alquanto improba: Citazioni dalle opere del presidente Mao Zedong, meglio noto come Libretto rosso per il colore della copertina e il piccolo formato, fu stampato in 800 milioni di copie, il che – stando al Guinness world records 1995 – ne fa l’opera più diffusa nella storia dell’umanità dopo la Bibbia (5 miliardi di copie) e il Corano (800 milioni). Mephisto Waltz ci offre anche un saggio delle sue stravaganti cognizioni informatiche: «Al pari della memoria di un computer che, quando viene introdotta un’ulteriore informazione, se è già zeppa, ne caccia fuori a caso un’altra». Non è così. Quando lo spazio sul disco fisso si avvicina all’esaurimento, nulla viene cancellato. Semplicemente Windows rallenta sino a far comparire un messaggio di errore, che invita l’utente a liberare spazio, data l’impossibilità di memorizzare nuovi file. Quantomeno accade così nei pc utilizzati dagli umani. Per quelli in dotazione nelle Malebolge non sapremmo.
[27 marzo 2022]

Fatevi una cultura con La Repubblica
Nella pagina che apre la sezione Cultura della Repubblica, Lara Crinò intervista il dissidente cinese Ai Weiwei, «grande nome dell’arte contemporanea». Domanda finale: «Qual’è la lezione che possiamo trarre degli antichi?». Fatevi una cultura.
[25 marzo 2022]

Gravidanze per spostati
Lucetta Scaraffia scrive sulla Stampa: «I poveri bambini dispersi dal mercato degli uteri in Ucraina sono le vittime di una distorta idea dei diritti individuali». Ne nasce un dibattito. «Le madri surrogate ucraine non sono vittime, molte di loro raccontano una storia di libertà. La scrittrice Helena Janeczek interviene sul caso della GPA (gestazione per altri)», titola qualche giorno dopo il quotidiano torinese. Janeczek osserva: «Il dramma nasce dunque tanto dalla legge ucraina che consente agli stranieri spostati e eterosessuali il riconoscimento presso le rispettive ambasciate dei bambini nati con la GPA, quanto dal fatto che sia illegale all’estero». Senza volerlo, con un refuso, spostati anziché sposati, ha dato ragione a Scaraffia.
[24 marzo 2022]

Chi ha convertito chi
Titolo sotto la testata di Domani: «Contestato in Polonia Salvini, ammiratore di Putin “convertito”». Putin si è convertito? No? Si è convertito Salvini? Allora bisognava scrivere «ammiratore “convertito” di Putin».
[9 marzo 2022]

Una Pozza di saliva
Don Marco Pozza, che di mestiere dovrebbe fare il cappellano nel carcere Due Palazzi di Padova ma s’è un fiantìn (un pochino) montato la testa – come dicono in Veneto – da quando ha cominciato a intervistare il Papa su Tv2000 e a dargli del tu, celebra i 9 anni del pontificato bergogliano. Ecco i passi salienti del panegirico su Specchio della Stampa. «Un pontificato, quello di Papa Francesco, che in questi anni ha tessuto assieme la bellezza di una narrazione collettiva con la brutalità di un casting». E poi: «Quel minuto monolocale di Santa Marta nel quale giace una riserva di profezia difficilissima da arginare». E poi: «La verità ama i tempi lunghi per dipanarsi come una matassa». E poi: «Ad ogni starnuto stagionale, gli confezionano il coccodrillo funebre: quanta voglia hanno che muoia! Lui, generale d’armata, rimanda al mittente: “Mai fare i conti senza l’oste, belli miei!”». E poi: «Guaiti, nitriti, ruggiti, muggiti, grugniti: la Chiesa è un gregge variopinto con molte voci». E poi: «Il generale ha semplicemente appeso al Cupolone lo striscione: “Fine dei travestimenti. Viva i lineamenti”». E poi: «Il mare è mosso, agitato, imbroglione: eppure lui si salva. Sarà per il fatto che, se non conosci il mare, non sarà la divisa a salvarti. Soprattutto in giornate in cui il diavolo t’accarezza i capelli». Non lo diciamo a lei, reverendo soldato Pozza, ma alla sua lingua: riposo!
[13 marzo 2022]

Morta di fame due volte
Il Corriere della Sera racconta, da Kharkiv, «seconda città dell’Ucraina e una tra le più martoriate dall’invasione russa», la storia di Alevtina Shernina, 91 anni. «“Provo una rabbia disumana – dice la nuora Natalia – per il fatto che ha iniziato la sua vita a Leningrado sotto l’assedio, morendo di fame, vivendo nel freddo e nella fame, e sta finendo la sua vita in circostanze simili”». Se è morta di fame, ci pare scontato che vivesse nella fame. Meno scontato è che fosse morta nascendo e che ora stia finendo la sua vita di nuovo, segno che era almeno risuscitata.
[11 marzo 2022]

Colpi di testata
Secondo Nicola Borzi, che lo scrive sul Fatto Quotidiano, la holding Exor «tra le altre attività controlla Ferrari, Juventus, Louboutin e Gedi, il gruppo editoriale che pubblica Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e un’altra quarantina di testate». Oltre ai tre giornali citati, in realtà Gedi controlla otto quotidiani locali, un trisettimanale e cinque periodici. Totale: 17 testate (erano 18 fino a qualche giorno fa, quando è stato ceduto ad altro editore L’Espresso). Anche volendo aggiungere le quattro radio, si arriverebbe a 21, grosso modo la metà di quanto scritto da Borzi.
[22 marzo 2022]

Da qui all’eternità
Titolo dall’edizione web della Gazzetta dello Sport: «Se Mancini non continua, Cannavaro in pole. Poi Gattuso o De Zerbi. Il capitano del 20006 potrebbe arrivare con Lippi d.t. di tutte le squadre azzurre». Questi credono proprio di essere eterni.
[26 marzo 2022]

Auguri e figli maschi
«È da più di una generazione che siamo in crisi demografica», lancia l’allarme Massimo Livi Bacci, storico docente di demografia all’Università di Firenze, intervistato sul Fatto Quotidiano da Alessandro Bonetti. Che gli chiede: «Quali sono stati gli errori e le miopie degli ultimi decenni?». Risposta: «È difficile dirlo: nessuno sa con certezza come si possa arrestare un calo delle nascite». Oddio, professore, a dire il vero un sistemino facile facile ci sarebbe, anche se è un po’ sorpassato. Diciamo pure antico come il mondo.
[23 marzo 2022]

Aridaje con piazza Majdan
Già colto in fallo da questa rubrica, Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Kiev, si ripete il giorno dopo: «Putin sarà costretto a utilizzare missili, aviazione e artiglierie a lunga gittata se vorrà danneggiare la capitale. Il suo sogno di vedere i blindati irrompere a piazza Maidan si fa sempre più remoto». Ci ripetiamo anche noi: nella capitale dell’Ucraina non esiste una piazza così denominata. Majdan in ucraino significa «piazza» e la più famosa di Kiev si chiama Majdan Nezaležnosti (piazza Indipendenza). Non è da meno R.S., che l’indomani, sempre sul Corriere, presentando il nuovo numero di 7, comunica: «Il fotografo James Hill racconta l’Ucraina prima della guerra: dalle donne in costume sulle spiagge in Crimea ai cosacchi sulle barricate in piazza Maidan».
[23 e 24 marzo 2022]

Geografia repubblicana
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «I russi hanno ucciso il sindaco di Gostomel nei pressi di Kiev. A renderlo noto le autorità locali. “Il primo cittadino di Gostomel – Yuri Illich Prylypko – è morto mentre distribuiva cibo alla popolazione affamata”, hanno scritto sulla pagina facebook del comune». Titolo: «Ucciso il sindaco di Gomel, vicino a Kiev». Ma Gomel (o Homel) non è Gostomel (o Hostomel): è la seconda città della Bielorussia, dista 266 chilometri da Kiev e non c’entra nulla con l’Ucraina e con l’eroico Prylypko.
[7 marzo 2022]

Un pargolo di 20 anni
«Anni duri comunque, visto che nel 1937 morì a soli 22 anche l’altro figlio, Rodolfo, lasciando solo il terzo e più giovane pargolo, Ruggero nato nel 1917», scrive Gianluigi Nuzzi su Specchio della Stampa, raccontando la vicenda di Barbara Zucchi, che nel 1932 e nel 1955 uccise le compagne dell’ex marito. Se il figlio Ruggero era nato nel 1917, nel 1937 aveva 20 anni, quindi non si può definire pargolo, che significa «bambino, fanciullo», derivando dal latino parvus, «piccolo». Inoltre, Nuzzi rivela che «qualche anno fa per alcuni natali uno stalker decise di tempestare me e la mia famiglia di lettere anonime con velate minacce». Nel significato di solennità liturgica dell’anno cristiano, Natale richiede, anche al plurale, la maiuscola, per distinguerlo da natale inteso come giorno della nascita e da natali come stirpe, discendenza.
[20 marzo 2022]

Didascalie che spiegano
Didascalia di Domani sotto una grande foto che raffigura Vladimir Putin accanto a una donna bionda che regge un mazzo di fiori: «Il ruolo dei social media come amplificatori della disinformazione del Cremlino è tra i punti sul tavolo della Commissione Ue». Il signor Cremlino e la signora Ue.
[9 marzo 2022]

Chi di pulce colpisce
Stefano Lorenzetto fa le pulci a Veronica Gentili per la cattiva abitudine di separare con una virgola il soggetto dal verbo. Ma, nel riportare l’ultimo esempio tratto dal Fatto Quotidiano («Ecco, questa equidistanza speciosa, è il miglior modo per ridicolizzare completamente le ragioni di coloro che sono ritrosi al sostegno militare all’Ucraina»), parla a sproposito di predicato verbale, anziché nominale. Nelle redazioni di Italia Oggi, Anteprima, Dagospia e Libero, che hanno ripreso questa rubrica, nessuno si accorge dell’errore, a differenza dell’occhiuto collega Gianni Pardo (complimenti).
[22 marzo 2022]

Fuori strada con la Ferrari 296 GTB
Simonluca Pini, esperto di auto del Sole 24 Ore, colpisce ancora. Ecco le ultime perle infilate in un articolo dopo aver provato la Ferrari 296 GTB. «A questo ci si aggiunge i grandi dubbi legati al suono emesso dalla novità di Maranello». Soggetto al plurale, verbo al singolare. «Il gruppo motopropulsore è composto (...) dalla elettrica posto tra motore e cambio». Manca il soggetto femminile (unità, plausibilmente), in compenso il verbo è coniugato al maschile. «La 296 GTB, nonostante il numero di cilindri “poco nobile” per una Ferrari, a porta su strada al 100% il concetto di “fun to drive”». Forse la frase la capisce solo Bruno Vespa, in quanto conduttore di Porta a porta. «I pneumatici semislick Michelin Pilot Sport Cup 2R K2». Ma poche righe prima aveva scritto: «Merito anche degli pneumatici». Vroom! Alla prossima.
[12 marzo 2022]

La Rai riscrive la storia
La copertina della trasmissione Il giorno e la storia, in onda su Rai Storia, annuncia: «1943. I fratelli Wright brevettano il primo velivolo a motore». Essendo Wilbur Wright morto nel 1912, avrebbe dovuto rivolgersi all’ufficio brevetti del cimitero. In realtà, lui e il fratello Orville presentarono il primo aeroplano, da loro progettato e costruito, 40 anni prima, nel 1903.
[23 marzo 2022]

Veltroni alle prese con un’interista
Sommario del Corriere.it per un’intervista con Amadeus: «Il conduttore scende dal palco e si svela in un’interista a Walter Veltroni». Considerata la passione dell’intervistatore per la Juventus e le figurine Panini, il refuso è semplicemente delizioso.
[18 marzo 2022]

Il cugino cinese di Sullivan
Wanda Marra con strafalcioni incorporati, parlando di Mario Draghi sul Fatto Quotidiano: «In filigrana, sembra che il premier ci tenga a rimarcare il proprio atlantismo. Non a caso ricorda di aver incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan (a Roma per negoziare con il alto responsabile della diplomazia del partito comunista cinese Yang Jiechi Sullivan)». Deve trattarsi del cugino di Sullivan residente a Pechino.
[18 marzo 2022]

State lontani dalle atomiche
Apprendiamo con sgomento da un articolo di Vera Martinella, apparso nella sezione online del Corriere Salute, che «le conseguenze per la salute di una bomba nucleare sono tanto più drammatiche quanto più si è vicini all’esplosione». Ma va’?
[5 marzo 2022]

Gentili, la regina della virgola
«Ecco, questa equidistanza speciosa, è il miglior modo per ridicolizzare completamente le ragioni di coloro che sono ritrosi al sostegno militare all’Ucraina», conclude Veronica Gentili nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano. Per la seconda settimana consecutiva viene così confermata la ritrosia della telegiornalista al corretto utilizzo della virgola, che lei usa per separare il soggetto dal predicato verbale.
[21 marzo 2022]

Classifica sconcertante
Mario Sconcerti sul Corriere della Sera: «Un anno fa con 63 punti il Milan era a meno undici dall’Inter, adesso con uno in più è in testa da solo». Sconcerti s’intenderà di calcio ma palesa qualche difficoltà con l’aritmetica: nella classifica di serie A il Milan ha 66 punti, non 64, tre in più (non uno) rispetto ai 63 che cita.
[20 marzo 2022]

I cinque padri di Berlusconi
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Marta Fascina dirà sì a Silvio Berlusconi sabato prossimo. Il 19 marzo, giorno della festa del papà. E chissà se i suoi cinque ci saranno alla cerimonia-pranzo all’americana a Villa Gernetto». Non sapevamo che Berlusconi avesse cinque padri.
[17 marzo 2022]

«Cazzo», che «fi*a»
Per solidarizzare con Fedez, che ha confessato in lacrime d’essere seriamente malato, Vittorio Feltri rivela su Libero di essere stato operato per un tumore il 1° marzo e viene subito intervistato da Barbara Visentin del Corriere della Sera, giustamente desiderosa di saperne di più. Le espressioni che ricorrono nel dialogo non si discostano dal lessico al quale il noto giornalista ci ha abituati: «Che mi frega di andare in giro a raccontare i cazzi miei?». «Degli altri non te ne frega un cazzo». «Son cazzi suoi e non miei». «I soldi non sono un fine, ma un mezzo che ti evita qualsiasi rottura di coglioni». «Non mi piace raccontare i cazzi miei, l’ho fatto per Fedez». Rinfrancata da tanta schiettezza, Visentin si sente autorizzata a osservare: «Una volta, nel parlare del papilloma virus, ha anche detto “fa più male la fi*a che le sigarette”...». Il tutto si legge solo sull’edizione digitale, perché nell’edizione cartacea il testo è stato opportunamente purgato. Resta in sospeso una domanda: perché «cazzo», «cazzi» e «coglioni», ma «fi*a»? Si rispetti la parità di genere, eccheca**o!
[20 marzo 2022]

Fuoco di fila repubblicano
Sottotitolo da Repubblica: «Via libera dall’Aula al decreto del governo: 367 voti a favore, 25 contro tra le fila di Alternativa, Si, grillini e FI». Quando al plurale assume il significato di ranghi, serie, successione, insieme di persone, come in questo caso, fila (singolare) diventa le file, non le fila. Inequivocabili gli esempi riportati dallo Zingarelli 2022: «militare nelle file di un partito», «serrare le file», «disertare le file». Ove non bastasse, la pensano nello stesso modo l’Accademia della Crusca e il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, ma anche Carlo Cattaneo («Schifose infermità guastarono l’esercito, diradarono le file»), Giuseppe Mazzini («Tra le file della gioventù illuminata»), Antonio Fogazzaro («Mi si potrà trovare nelle file d’un partito conservatore»), Corrado Alvaro («Lo stesso antifascismo dei giovani rimasti nelle file della democrazia») e Guido Piovene («Dalle sue file uscivano i grandi artisti»).
[18 marzo 2022]

La piazza Maidan di Kiev non esiste
«Ieri le esplosioni sono arrivate a soli venti minuti a piedi da piazza Maidan», informa Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Kiev. Nella capitale dell’Ucraina non esiste nessuna piazza Maidan, parola che nella lingua locale significa appunto «piazza», per cui sarebbe come scrivere piazza Piazza. Esiste invece Majdan Nezaležnosti (piazza Indipendenza), dove storicamente hanno luogo i raduni politici.
[16 marzo 2022]

Padova-Venezia in 58 secondi
Titolo da Libero: «Il progetto di Elon Musk. Il treno più veloce del mondo collegherà Padova e Venezia». Sommario: «Zaia firma l’intesa per sperimentare in Veneto l’Hyperloop: ideato dagli americani, raggiunge 2.223 chilometri all’ora, quattro volte più dei convogli supersonici cinesi». Wow! Essendo la distanza ferroviaria fra Padova e Venezia di appena 36 chilometri, dalla città del Santo alla laguna serviranno soltanto 58 secondi. Tenuto conto che i treni sono sempre in ritardo, 1 minuto, toh. (Peccato però che la velocità massima del convoglio, come correttamente riportato nel testo, sia invece di 1.223 chilometri orari).
[17 marzo 2022]

Vincere un Terna al lotto
Nelle pagine di economia del Corriere della Sera, Andrea Ducci si occupa del bilancio 2021 di Terna: «I dati approvati dal consiglio di amministrazione consentono di fissare un dividendo pari a 29,11 euro per azione». Troppo bello per essere vero. In realtà il dividendo è di 0,2911, cioè 29,11 centesimi di euro per azione.
[18 marzo 2022]

«Sinite parvulos», non «venite»
Editoriale sul Foglio: «Va detto, per inquadrare meglio la faccenda, che questi confronti bilaterali tra il governo e i singoli partiti erano stati promossi dal ministro grillino D’Incà e dal sottosegretario leghista Freni per favorire un dialogo sano, per svelenire il clima in vista del prosieguo dell’analisi della delega fiscale. Venite, parvulos, diteci cosa non va». Prendiamo atto che il compassato quotidiano fondato dall’ateo devoto Giuliano Ferrara ora preferisce ispirarsi a Francesco De Gregori anziché a Gesù Cristo: «Sinite parvulos venire ad me» (Marco 10, 14), lasciate che i fanciulli vengano a me.
[12 marzo 2022]

La Svizzera annessa al Belgio
Alessandro Previati sul sito della Stampa: «I vigili del fuoco e le squadre del soccorso alpino stanno salendo sopra Ceresole Reale nel Torinese dove si è interrotto il segnale radar di velivolo. Si tratta di un aereo ultraleggero monomotore decollato dall’aeroporto Levaldigi di Cuneo e diretto a Ginevra, in Belgio». Fine della secolare indipendenza: la Svizzera è stata annessa.
[11 marzo 2022]

Evviva la guerra
Donatella Di Cesare, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma, viene ospitata dalla Stampa nella sua veste di profetessa del «non riduciamo Putin a Hitler». Ecco il suo pensiero: «Nei decenni passati la politica ha abdicato all’economia, riducendosi sempre più a mera amministrazione. Negli ultimi due anni di pandemia ha abdicato pericolosamente alla scienza. Ma non ci saremmo mai immaginati che, anziché riprendere consapevolmente il proprio indispensabile ruolo, abdicasse alla guerra. Questo è gravissimo». Più che gravissimo, a noi sempre raggelante. Quello che scrive Donatella Di Cesare, però. Infatti, il verbo abdicare in italiano ha solo due significati: «rinunciare all’autorità sovrana o ad altro potere legittimo» e «sottrarsi a una responsabilità, a un dovere» (Lo Zingarelli 2022). Putin massacra gli ucraini per esercitare un potere legittimo? La guerra è diventata un dovere?
[14 marzo 2022]

Domani, ovvero nessuna certezza sull’ieri
Lo storico Bruno Cartosio scrive su Domani che la libreria Feltrinelli di via Manzoni, a Milano, fu «aperta nel 1857». Considerato che Giangiacomo Feltrinelli fondò la sua casa editrice nel 1954, questi di Domani devono avere qualche problema con l’ieri.
[14 marzo 2022]

Hanno sparato Bortuzzo in onda
Il sito del Messaggero parla dell’uscita di Manuel Bortuzzo dal Grande fratello Vip: «Stasera Alfonso Signorini ha voglia di ripercorrere con lui il suo percorso fatto di battaglie e conquiste. (...) Da quell’incidente del 2019 in cui, per uno scambio di persona, è stato sparato, Bortuzzo è su una sedia a rotelle». Titolo: «Gf Vip, Manuel si confessa: “Non potrò avere figli in modo naturale”. Signorini scoppia a piangere in diretta». Anche noi, sia pure in differita, per il fatto che hanno trasformato Bortuzzo nell’uomo cannone.
[11 marzo 2022]

Troppa vitamina H
Incipit dell’editoriale del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «Quasi sessant’anni fa, dopo aver seguito per il New Yorker le fasi del processo ad Adolf Heichmann, Hannah Arendt scrisse La banalità del male». Deve averlo suggestionato l’allitterazione «Heil Hitler», perché si chiamava Karl Adolf Eichmann, senza la h. Come si legge del resto anche nel titolo originale del libro di Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem. A report on the banality of evil.
[16 marzo 2022]
(La precisazione di Belpietro)
(La replica di Lorenzetto)

Per le antiche scale
«Forse la domanda al giornalista del Corriere della Sera è rimasta sulla punta della lingua, o magari gli è venuta in mente una volta chiusa la telefonata: “la pensée des escalier” di cui parlava Proust», scrive Renato Farina su Libero, restando vittima della sua stessa cultura, perché la locuzione corretta, coniata dal filosofo francese Denis Diderot (1713-1784), ideatore dell’Encyclopédie, è «esprit de l’escalier» (al singolare, quindi de, non des), spirito della scala. Essa designa la frustrazione provata quando la risposta giusta a un’offesa o a una provocazione ci viene in mente troppo tardi, mentre siamo già sul pianerottolo e ce ne stiamo andando dal luogo della discussione. Dalla medesima deriva l’espressione «jalousie de l’escalier», gelosia della scala, usata da Marcel Proust in due opere, La Prisonnière e Précaution inutile.
[14 marzo 2022]

La Stampa ringiovanisce Musil
In una didascalia, Tuttolibri della Stampa fa nascere Robert Musil nel 1917. Ha sbagliato solo di 37 anni: lo scrittore austriaco era del 1880. Nel 1917 fumava beato in Valle dei Mocheni, nel Comune di Fierozzo, all’ombra della quercia di Tunegher che il giornalista Guido Vigna, dopo aver letto il cartello «Vendesi pianta», comprò nel 2013 e dedicò alla memoria del suo grande amico Mauro Saviola, imprenditore del legno scomparso nel 2009, fondatore dell’omonimo gruppo di Viadana che salva dalla distruzione milioni di alberi.
[5 marzo 2022]

Lezione di geografia con Nuzzi
Stavolta è funestata da lapsus geografici la rubrica I grandi gialli che Gianluigi Nuzzi tiene su Specchio della Stampa. Occupandosi del serial killer Pierluigi Corio, presentato come «il Fregoli di Bergamo», Nuzzi scrive che «percorreva la dorsale adriatica delle località turistiche tra locali, pensioni, trattorie», ma dorsale significa «rilievo o catena montuosa» (Lo Zingarelli 2022) e, se c’è una zona piatta, questa è la riviera adriatica. Poi cita il catanese Salvatore Zappalà, «un pacifista che fa la spola con Cosimo dove partecipa alle manifestazioni contro la presenza militare degli Usa nel nostro paese», scambiando un nome di battesimo con il toponimo Comiso, all’epoca sede di una base Nato dotata di testate nucleari. Più avanti scrive «il Fregoli di Bergomi», trasformando la città lombarda nell’ex capitano dell’Inter. Infine, riferendosi a Barcellona, racconta che «parte qualche colpo di pistola in un vicolo dietro le ramblas», dimenticando che La Rambla, nome proprio da scriversi con le maiuscole, al plurale fa Les Rambles in catalano e Las Ramblas in castigliano. Battaglia persa, nel caso di Nuzzi, che si ostina a scrivere i nomi geografici («campagne del bergamasco») con la minuscola.
[13 marzo 2022]

Santi fra parentesi
Dall’Osservatore Romano: «Venerdì scorso, 4 marzo, Papa Francesco ha tenuto concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei beati Titus Brandsma, Maria Rivier, e Maria di Gesù (Carolina Santocanale). I tre saranno proclamati santi il 15 maggio insieme con (Lazzaro, detto Devasahayam; César de Bus, Luigi Maria Palazzolo, Giustino Maria Russolillo, Charles de Foucauld, Maria Francesca di Gesù e Maria Domenica Mantovani), la cui canonizzazione era stata rimandata a motivo della pandemia». Inventata dall’organo vaticano una nuova categoria di santi: quelli fra parentesi.
[10 marzo 2022]

Interna corporis
Didascalia dalla Stampa: «Luciana Lamorgese, ministra dell’Interna». Il gender dilaga.
[28 febbraio 2022]

Mephisto Waltz torna a bomba
«Parlare di nucleare ci riporta indietro al dopoguerra, quando l’incubo era la bomba atomica della Terza guerra mondiale, aumentato dai tragici esperimenti americani nell’atollo di Bikini (1958), dalle successive 129 esplosioni francesi a Mururoa e Fangatuafa in Polinesia Francese», scrive il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore. Purtroppo il nostro continua diabolicamente a perseverare negli errori, rivelandosi poco ferrato anche in tema di isole coralline (in passato lo aveva chiamato Bikini Athol, anziché Atoll). Gli esperimenti americani nell’atollo della Micronesia, arcipelago delle Isole Marshall, non avvennero nel 1958, bensì cominciarono nel 1946 e si conclusero nel 1958 dopo 23 test nucleari. Quanto alle «129 esplosioni francesi», il dato non è affatto certo: secondo talune fonti (Corriere della Sera, La Repubblica e Atlante, magazine della Treccani) le testate nucleari fatte esplodere dalla Francia in quell’area furono 193; secondo altre (Lifegate) 181. Infine, Mephisto Waltz sbaglia anche il nome dell’atollo della Polinesia francese, che si chiama Fangataufa e non Fangatuafa.
[13 marzo 2022]

Gentili senza capo né coda
Veronica Gentili nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano: «Attualmente eurodeputato e membro del Ppe, Sikorski ha avanzato una proposta che nel mare magnum d’ipotesi e suggerimenti senza capo né coda, si fa notare per la sua concretezza». Sta a vedere che avrà capo e coda la virgola fra soggetto e verbo.
[14 marzo 2022]

Un Gerasimov per un altro
Sul Corriere della Sera, Paolo Ottolina parla della «morte a Kharkiv del generale russo Vitaly Gerasimov, capo di stato maggiore della 41ª armata». Ma nella scheda «Chi è» che accompagna il servizio la foto è quella di Valerij Gerasimov, capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe, tuttora vivo e vegeto.
[10 marzo 2022]

Imprecisioni a bassa entità
«Nella regione orientale ucraina al confine con la Russia da anni era in corso un conflitto che i media definivano a bassa entità», scrive il direttore della Verità, Maurizio Belpietro. In realtà, i media hanno sempre parlato di conflitto a bassa intensità, quello che nella lingua inglese viene definito con l’acronimo Lic (low intensity conflict, appunto). Il segretario di Stato americano George Shultz fu tra i primi a citare le «guerre a bassa intensità», nel corso di un convegno a Washington il 15 gennaio 1986. Occupandosi della regione del Donbass, Belpietro parla poi di «un territorio con 2,2 milioni di persone, cioè più o meno la popolazione di Bergamo e Brescia messe insieme o, se preferite, di Palermo e Catania». Ma le prime due città contano complessivamente 317.000 abitanti e le altre due quasi 944.000. Forse Belpietro intendeva riferirsi alla popolazione delle province, ma allora occorreva specificarlo. In ogni caso è la sola Repubblica Popolare di Doneck ad avere 2,2 milioni di abitanti, mentre nell’intero Donbass vivono 5 milioni di persone (fonte: Ansa). Erano circa 7 milioni nel 2005.
[14 marzo 2022]

Tre modi per dire soprano
Titolo dall’Huffpost: «Chi è Anna Netrebko, la soprana che salta la Scala: “Costringere a denunciare la terra d’origine non è giusto”». Sommario: «Dopo il caso Gergiev, la sovrano super star decide di cancellare i suoi impegni per i prossimi mesi». Nel testo diventa «la soprano super star Anna Netrebko». Per Lo Zingarelli 2022 si scrive il soprano, al maschile, anche se riferito a una donna. Di sicuro non sovrano, che nella vita fa tutt’altro mestiere.
[1° marzo 2022]

Non è quel Vian
Su tre quotidiani veneti del gruppo Gedi (Corriere delle Alpi, Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Mestre), Nicolò Menniti-Ippolito recensisce il libro Il papa senza corona dedicato a papa Luciani e curato per Carocci da Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano e docente alla Sapienza. Però sbaglia scambiando il curatore per Giovanni Vian, quasi omonimo ma non parente, che insegna a Ca’ Foscari e ha scritto la voce su Giovanni Paolo I per l’Enciclopedia dei papi. Inoltre dà per pubblicato nel 2013 con Marsilio un volume annunciato in Rete ma che non è mai uscito.
[8 marzo 2022]

Il cane che abbaglia
Titolo dai siti del Gazzettino, del Messaggero e del Mattino, le tre testate dell’editore Francesco Gaetano Caltagirone: «Ucraina, coppia (disarmata) di mezza età respinge i soldati russi nel giardino di casa: il video è virale». Ultimo periodo della notizia: «Il video si conclude con “la sconfitta dei soldati” che decidono di andarsene e escono dal cancello inseguiti dal cane che continua ad abbagliare». Di virale ci pare che ci sia solo il botolo accecante.
[9 marzo 2022]

Di cattivo auspicio
Paolo Valentino, sul Corriere della Sera, fa dire a Dmitrij Suslov, che dirige il Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di economia nella capitale russa: «Mosca rifiuta di parlare con il governo ucraino e questo implica che l’operazione militare continuerà e che il risultato che ci auspichiamo è l’emergere di un nuovo Paese». Riportiamo il «Nota bene» presente al lemma auspicare sullo Zingarelli 2022: «La forma transitiva pronominale auspicarsi (per esempio nella frase “mi auspico un impegno da parte di tutti”) non è consigliabile, dal momento che già la forma transitiva auspicare significa “augurarsi”». (Infatti il «ci auspichiamo» è stato corretto nell’edizione cartacea, anche se è rimasto sul sito).
[24 febbraio 2022]

Geografia immaginaria
Sul Sole 24 Ore, Marco Frisone si occupa delle infrastrutture per i Giochi olimpici Milano-Cortina: «Sempre in Lombardia ci sono la messa in sicurezza della tratta Giussano-Civate (45 milioni, già assegnati) e il completamento del percorso ciclabile Abbadia-Lariana (20 milioni, reperiti)». Essendo il suo giornale pubblicato a Milano, Frisone dovrebbe sapere che in Lombardia non esiste alcun paese chiamato Lariana. C’è invece il Comune di Abbadia Lariana, attraversato dalla ciclovia che da Lecco arriva a Colico.
[20 febbraio 2022]

Morte sul binario morto
«Morte assistita, via libera al primo articolo», titola Avvenire. Nel servizio, Marco Iasevoli rileva che «regge alla Camera l’asse Pd-M5s-Leu», avendo superato «svariate votazioni a scrutinio segreto», e conclude: «Non sfondano quindi i tentativi del centrodestra di portare la legge sul binario morto». La famosa proprietà di linguaggio.
[9 marzo 2022]

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più
Il coltissimo Mephisto Waltz sul supplemento culturale del Sole 24 Ore commenta l’astensione dal cibo come forma estrema di resistenza e rileva che «il vero inventore della protesta silente» fu Gandhi «con il record di un digiuno di sei mesi». Poi aggiunge: «Digiuni à gogo si incontrano nella storia: dal sostegno degli indipendentisti irlandesi (Cork MacSwiney morì dopo 7 mesi di astinenza, nel 1920) ai Curdi del Pkk e fino a quelli delle suffragette per il voto alle donne, con parecchi morti prima del più tollerante Cat and Mouse Act». Ne avesse azzeccata una. Mohandas Karamchand Gandhi digiuna per la prima volta nel 1919. Dopo di lui, per 74 giorni e non per 7 mesi, nel 1920 digiuna Terence MacSwiney, sindaco di Cork, non Cork MacSwiney! Ma i digiuni delle suffragette sono precedenti, posto che il Cat and Mouse Act è del 1913. Quindi Gandhi non è l’inventore della protesta silente. Perseverare (negli errori) è diabolico, senza alcun dubbio.
[6 marzo 2022]

Il vasto eco
«Lo scritto di Habermas e Derrida ebbe vasto eco, soprattutto a sinistra», si legge nell’editoriale di Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera. Il gender dilaga.
[7 marzo 2022]

Le voci di dentro
«In vent’anni non ho sentito una sola voce, tranne la mia, bisogna pur dirlo, levarsi contro l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan non dico, com’è ovvio, dai Paesi occidentali occupanti, fra cui c’era anche l’Italia, ma nemmeno da forze neutrali. I vari papi che si sono succeduti dal 2007 non hanno mai pronunciato una parola, una sola, sull’Afghanistan», osserva Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Abbonato alle affermazioni apodittiche e ad ascoltare per lo più sé stesso, bisogna pur dirlo, il commentatore anticonformista, che stimiamo fin dai tempi in cui si esercitava sull’Europeo, non è nuovo a cantonate di questo genere. Gli segnaliamo che il 15 agosto scorso, dopo l’Angelus in piazza San Pietro, papa Francesco pronunciò più di una parola: «Cari fratelli e sorelle, mi unisco all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco». Trascorsa una domenica, Jorge Mario Bergoglio tornò sull’argomento (Angelus del 29 agosto): «Cari fratelli e sorelle, seguo con grande preoccupazione la situazione in Afghanistan, e partecipo alla sofferenza di quanti piangono per le persone che hanno perso la vita negli attacchi suicidi avvenuti giovedì scorso, e di coloro che cercano aiuto e protezione. Affido alla misericordia di Dio Onnipotente i defunti e ringrazio chi si sta adoperando per aiutare quella popolazione così provata, in particolare le donne e i bambini». E chiese di «intensificare la preghiera e praticare il digiuno» a favore degli afghani. Prima di lui, Giovanni Paolo II aveva indetto ad Assisi la Giornata di preghiera per la pace nel mondo (24 gennaio 2002), con l’invito al digiuno e alla preghiera, presentata così dall’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice: «Dopo i gravissimi attentati terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti d’America, il Santo Padre ha più volte deplorato tali violenze ed espresso preoccupazione per le conseguenze dell’azione militare in corso in Afghanistan. La Chiesa prega e invita tutti a far sì che l’amore prevalga sull’odio, la pace sulla guerra, la verità sulla menzogna e il perdono sulla vendetta». Lo stesso Giovanni Paolo II, il 28 ottobre 2001, subito dopo l’occupazione del Paese asiatico, aveva detto: «In questo momento affidiamo in special modo alla materna protezione della Vergine Santissima le popolazioni dell’Afghanistan: possano essere risparmiate vite innocenti e vi sia da parte della comunità internazionale un aiuto tempestivo ed efficace per i tanti profughi, esposti a privazioni di ogni genere mentre ci si sta inoltrando nella stagione inclemente». Papa Wojtyla era intervenuto in precedenza anche contro l’invasione sovietica, in un discorso rivolto ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il 9 gennaio 1989: «La ritirata effettiva delle truppe straniere dall’Afghanistan dovrebbe essere il preludio ad una soluzione onorevole che permetta a ciascuna parte interessata di promuovere una nuova tappa nella ricostruzione e nello sviluppo di questo Paese».
[3 marzo 2022]

Oh bella, le norme vanno rispettate
Dal Sole 24 Ore: «Le analisi organolettiche sull’olio extravergine d’oliva possono anche essere promosse e realizzate da privati, ma devono rispettare le rigide norme e prescrizioni stabilite sia a livello comunitario che nazionale». Ci mancherebbe altro che fosse lecito non rispettare le norme.
[26 febbraio 2022]

Vicino al Rodano
«Tutto quello che desidera Renzi è qui, in questo piccolo centro congressi vicino piazza di Spagna», scrive Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano. La locuzione prepositiva corretta è vicino a. La preposizione a può essere omessa nelle forme colloquiali: «un supermercato vicino casa» (Lo Zingarelli 2021). Ma Rodano non parla: scrive. Male, si direbbe.
[27 febbraio 2022]

Anno più, anno meno
Marco Damilano si dimette polemicamente dall’Espresso con un saluto nel quale ricorda d’essere stato assunto «il primo marzo 2001»: «Lascio la direzione del settimanale dopo quasi quattro anni e mezzo di direzione e esattamente dopo ventidue anni di servizio prestato nella testata più importante del giornalismo italiano, un mito per chi fa il nostro mestiere». A parte il lapalissiano concetto del lasciare la direzione dopo la direzione, vorremmo fargli notare che dal 1° marzo 2001 al 4 marzo 2022 gli anni trascorsi sono 21, non 22. Quanto al fatto che abbia prestato servizio «nella testata più importante del giornalismo italiano», piacerebbe sapere quale sia la suprema autorità che ha conferito all’Espresso questo primato, di certo non riferibile al periodo in cui il direttore era Damilano.
[4 marzo 2022]

Mi Fazzo male da solo
«Qualcuno mente, nello strano affare dei quattro miliardi di aerei, sommergibili e navi da guerra che Leonardo e Fincantieri volevano vendere alla Colombia», scrive Luca Fazzo sul Giornale. Accidempoli, 4 miliardi di aerei, sommergibili e navi da guerra sono davvero tanti, se si considera che la Difesa degli Stati Uniti, la più potente al mondo, dispone di 13.398 aerei e 415 unità navali. Forse Fazzo voleva richiamare il valore economico dello «strano affare» (4 miliardi di euro? di dollari? di pesos colombiani?), nel qual caso dovrebbe però rinfrescare il suo italiano.
[4 marzo 2022]

Scivolate e scivoloni
In un servizio sulla Tim, Francesco Spini segnala sulla Stampa che le azioni risparmio sono scivolate a 22,58 euro. Peccato che siano invece finite a 0,2258. Quotazione aumentata del 9900 per cento. E che sarà mai?
[5 marzo 2022]

Terza classe immaginaria
Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano, in un’intervista concessa a Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera racconta di un viaggio «in terza classe» compiuto da Albino Luciani, all’epoca patriarca di Venezia e poi papa per un mese, al quale egli ha dedicato un libro. Una verifica avrebbe consentito di accertare l’infondatezza del dettaglio, perché la terza classe fu abolita dalle Ferrovie dello Stato nel 1956, mentre Luciani arrivò alla guida della diocesi veneziana nel 1969. A meno che Vian non intendesse riferirsi genericamente a un viaggio disagiato su panche di legno, che nella prima metà degli anni Settanta erano ancora presenti sui treni. Infatti molte vecchie carrozze di terza classe continuarono a essere usate dalle Fs anche dopo il 1956.
[5 marzo 2022]

Aveva solo un testicolo, nient’altro
Nella sua rubrica I grandi gialli su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi ricostruisce la vicenda di Marco Bergamo, serial killer di Bolzano, cinque delitti in sette anni, condannato a quattro ergastoli e deceduto nel 2017: «Anche Marica Zorzi, prostituta tossicodipendente di soli 19 anni, lo aveva respinto o, peggio ancora, deriso per le difficoltà che l’uomo incontrava negli atti sessuali e per aver solo un testicolo». Quindi, se aveva solo un testicolo, oltre all’altro testicolo gli mancava pure il pene? O, più probabilmente, aveva un solo testicolo? Nuzzi scrive anche: «Colpa la psoriasi, colpa l’obesità». E qui ci arrendiamo (anche perché in una precedente puntata ci eravamo già imbattuti in «natale del 1992» con la minuscola e nella frase «infine l’ha coltellata con un coltello da cucina»).
[6 marzo 2022]

Credenti e non, uomini e no
Occhiello dal Corriere della Sera: «Le parole del Pontefice: entriamo in tempo di Quaresima, il nostro è un gesto per la pace in quel Paese. Lo seguono 270 politici. Tra loro credenti e non». Come più volte evidenziato in questa rubrica, l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no, altrimenti Elio Vittorini non avrebbe intitolato Uomini e no il suo romanzo. Quindi bisognava scrivere «credenti e no».
[3 marzo 2022]

La lingua italiana è un optional
Sul Sole 24 Ore, Mario Cianflone ci illustra le ultime novità dell’automotive e in particolare dell’«intelligenza quasi artificiale dei sistemi Adas che abilitano la guida automatizzata». Quindi è un’intelligenza quasi umana? Parla «del sistemo Android Automotive». Sarà gender oriented o gender neutral come la voce che sostituirà Siri sugli iPhone? Cita «spotify». Ma non si chiama Spotify, nome proprio, quindi con la maiuscola? Scrive: «L’automobile è dunque diventato un punto di accesso». Informiamo Cianflone che la discussione sul sesso dell’automobile cessò ai tempi di Gabriele D’Annunzio: nel 1926 il Vate decise che era femmina. E ancora: «Il fuznionamento in sicurezza». E ancora: «La cybersecurity in auto impatto tanto quanto sulla sicurezza fisica della vettura quanto sulle informazioni sensibili in essa contenuta», frase in cui il tanto quanto in prima posizione e il quanto in seconda potrebbero derivare tanto da un maldestro taglia/incolla quanto da una serena ignoranza. E ancora: «Un impianto normativo, che frutto del lavoro di oltre 5 anni», senza il verbo è. E ancora: «È implementata fine dalle prime fase». E ancora: «Il prodotto di un integrazione digitale», anziché un’integrazione. E ancora: «La cosidetta», anziché cosiddetta; «unece», anziché invece; «stabiliscono una dunque una roadmap»; «dalle fase iniaziale»; «fino ali primi prototipo»; «fino alla manuntenzione». Titolo dello sproloquio: «Sulle auto connesse la sicurezza digitale non è più un optional». A differenza della lingua italiana, che si acquista a parte.
[1° marzo 2022]

Titolo out
Titolo dalla prima pagina del Giornale di Vicenza: «Diaw scatenato trascina il Lane. La zona play-aut ora a un passo». Quando la latinità prende il sopravvento.
[7 marzo 2022]

L’Urss e la Nato secondo Mieli
Sul Corriere della Sera, in un editoriale che analizza le cause remote della guerra in Ucraina, l’ex direttore Paolo Mieli scrive a proposito delle ex repubbliche sovietiche: «Se qualcuno avesse fatto una promessa più impegnativa, non si capirebbe come sia potuto accadere che ben quindici di queste repubbliche siano poi entrate nell’Alleanza atlantica senza che Gorbaciov si sia sentito in obbligo di denunciare la violazione del presunto patto». E nel capoverso successivo: «Neanche Putin, al potere da più di vent’anni, ha mai protestato per il fatto che quindici repubbliche ex sovietiche sono state inserite nell’Alleanza atlantica “a dispetto” di quel fantomatico impegno del ’91». Poiché l’Urss era formata da 15 repubbliche federate, se fosse esatto quanto affermato da Mieli significherebbe che avrebbero tutte aderito al Patto atlantico, compresa la stessa Russia, la quale oggi sarebbe dunque in guerra contro sé stessa. In realtà, le ex repubbliche sovietiche entrate nella Nato ci pare che siano soltanto tre: Estonia, Lettonia e Lituania.
[1° marzo 2022]

Dilaga la «truppite»
Dopo aver contagiato Alberto Simoni, corrispondente della Stampa da Washington («80mila truppe statunitensi dislocate in Europa»), e Claudio Pagliara, corrispondente della Rai da New York («190.000 le truppe ammassate al confine»), il morbo marziale colpisce anche Donato Bendicenti, corrispondente del Tg1 da Bruxelles. Il quale, riferendo nell’edizione delle 20 le misure adottate dalla Nato contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, fa sapere che «ci sono molte migliaia di truppe già dispiegate». Ribadiamo che la definizione di truppa è «insieme di più unità di soldati di un esercito» e, al plurale, «insieme delle forze armate di uno Stato» (Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia). Attualmente i Paesi che fanno parte del Patto atlantico sono 30. Non si vede come possano disporre di «molte migliaia» di eserciti.
[25 febbraio 2022]

Lo posso torturare?
Incipit della rubrica I grandi gialli di Gianluigi Nuzzi su Specchio, supplemento della Stampa: «Da sempre la tortura è una delle più efficienti pratiche di potere che si basa sull’obbedienza e sull’accondiscendenza». Cioè il torturato è invitato a non muoversi?
[27 febbraio 2022]

Fare i Conti con il latino e il tedesco
Paolo Conti intervista sul Corriere della Sera la collega Giovanna Chirri, già vaticanista dell’Ansa, autrice dello scoop mondiale sulla rinuncia al papato da parte di Benedetto XVI, ma scivola sul latino, scrivendo Ingravescentem aeatem, invece di aetatem. Non gli va meglio con il tedesco: Hans Küng diventa «Kung», senza la dieresi, e la rivista Romanische Forschungen viene storpiata in «forschunger».
[24 febbraio 2022]

Crisanti sui Colli Iberici
«La villa di Crisanti: era abbandonata, 15 mila metri quadri, 7 bagni e scantinati “segreti”», titola l’Huffpost. «II gioiello del ’600 incastonato sui Colli Iberici è stato acquistato dal microbiologo», specifica il sommario. Non sapevamo che Crisanti avesse preso casa in Spagna. Comunque i Colli Berici restano in provincia di Vicenza.
[20 febbraio 2022]

Cordoni poco sanitari
«Prima donna guarita dall’Hiv grazie a un trapianto di cordone ombelicale», titola il sito della Repubblica. Vorremmo conoscere il chirurgo capace di una simile impresa, per stringergli la mano. Ma purtroppo si tratta solo di una semplificazione giornalistica priva di senso: nessuno trapianta cordoni ombelicali (e come? e in quale parte del corpo?). La procedura è ben altra: il sangue del cordone ombelicale fornisce cellule staminali emopoietiche; prelevate da un donatore sano, esse vengono trapiantate dopo una chemio-radioterapia.
[16 febbraio 2022]

Troppa immaginazione
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «“Quei bravi ragazzi” è 7°, ma non immaginereste mai qual’è il primo, ecco i 10 migliori film degli anni ’90». Non avremmo neppure immaginato di leggere qual è con l’apostrofo.
[1° marzo 2022]

Fenoglio nato e morto lo stesso giorno
Altro titolo dallo stesso sito: «Cento anni fa nasceva Beppe Fenoglio, lo scrittore della Resistenza». Testo: «Il 1° marzo 1922 scompariva l’autore di “Una questione privata”». Un caso di morte in culla?
[1° marzo 2022]

Fare i conti con l’Ansa
Dall’Ansa: «Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha dato il via libera all’adesione dell’Italia alla proposta, su base volontaria, di rilascio coordinato di una quota delle proprie scorte petrolifere promossa dall’Iea, l’Agenzia internazionale dell’Energia, con un contributo di 2,041 milioni di barili - pari a 68,7 barili al giorno per 30 giorni - con l’obiettivo di ridurre il picco di prezzi a cui stiamo assistendo a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina». L’errore è doppio: 68,7 barili al giorno diventano 2.061 in un mese. E anche aggiungendo a 68,7 la parola milioni, il conto finale sarebbe di 2,061 milioni, e non 2,041 milioni.
[2 marzo 2022]

Cui pro quo
Editoriale di Davide Tabarelli sul Sole 24 Ore: «Dopo decenni in qui la raffinazione italiana è stata dimenticata». Dev’essersi trattato di un qui, anzi un cui, pro quo.
[1° marzo 2022]

Agenti segreti
«Dovetti discutere con Erik Lindner, il più duro agente letterario d’Europa», fa sapere Luca Barbareschi, intervistato da Elvira Serra sul Corriere della Sera. Notifichiamo a entrambi che si chiamava Erich Linder.
[16 febbraio 2022]

«Anime morte» a Kiev?
Nel suo editoriale di prima pagina, il direttore della Stampa, Massimo Giannini, parla di Kiev: «Mentre osserviamo la capitale-fantasma, dove gli umani vagano come le “anime morte” di Gogol, ucraino anche lui, i missili Grad devastano i palazzi e i tank travolgono le auto». Non si comprende che cosa c’entri il romanzo di Nikolaj Gogol’, ambientato ai tempi della Russia imperiale, nel quale il protagonista si prefigge di fare fortuna comprando a buon mercato i servi della gleba morti dopo l’ultimo censimento ma ancora vivi ai fini delle tasse – le cosiddette «anime morte», appunto – in modo da trasferirli sulla carta in un governatorato dove vengono concessi ampi latifondi a chi possiede un vasto numero di contadini. Non ci pare d’aver visto servi della gleba che vagano nelle strade di Kiev dopo aver deposto l’aratro per imbracciare il kalashnikov.
[27 febbraio 2022]

Quel mago di Waltz
Su Domenica, inserto del Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz si occupa di favole e dei fratelli Grimm: «Dopo di loro Christian Andersen (1805-75) con La regina sul pisello e La regina delle nevi, Collodi (1826-90), Lewis Carroll con Alice nel Paese delle meraviglie e mettiamoci pure Il mago di Oz, film del 1939». Non c’era alcun bisogno di mischiare la letteratura con il cinema: The Wonderful Wizard of Oz è innanzitutto un romanzo di Lyman Frank Baum edito nel 1900. Senza contare che di pellicole dedicate al Mago di Oz ne uscirono sugli schermi ben cinque, prima di quella del regista Victor Fleming nel 1939: The Wonderful Wizard of Oz nel 1910; The Patchwork Girl of Oz nel 1914; His Majesty, the Scarecrow of Oz e The Magic Cloak of Oz sempre nel 1914; The Wizard of Oz nel 1925, interpretato da un giovane Oliver Hardy. Mephisto Waltz si mostra poco ferrato anche in storia della tv, perché fa risalire l’apparizione della «pubblicità del Cynar contro il logorio della vita moderna» ai «primi televisori in bianco e nero degli anni Cinquanta». Come invece registra Marco Giusti nell’imperdibile Il grande libro di Carosello (Sperling & Kupfer), il claim «Contro il logorio della vita moderna» compare per la prima volta solo nel 1963 e verrà replicato fino al 1967 con testimonial Ernesto Calindri, «l’uomo-Cynar (o l’uomo-carciofo)».
[27 febbraio 2022]

Il postcalendario di Maffettone
Nel medesimo inserto culturale del Sole 24 Ore, il filosofo Sebastiano Maffettone si sofferma su «un buon numero di autori che nel corso degli anni 1990 hanno impiegato il termine postumano». Siamo anche al postcalendario.
[27 febbraio 2022]

Missili vaganti
Dal Corriere della Sera: «Missili intercontinentali saranno lanciati dalla Russia europea verso l’Estremo Oriente e viceversa. Sia da sommergibili che da silos terrestri. Un sub della flotta del Nord dovrebbe lanciare verso il poligono di Kura, situato nella penisola di Kamchatka, di fronte al Giappone». Un palombaro con il lanciamissili? Non ci risulta che sub (accorciativo di subacqueo) sia diventato sinonimo di sottomarino. Tranne che nella lingua inglese per submarine. Solo che il Corriere si pubblica in Italia. Resta poi il mistero di quel viceversa. Chi lancerà missili dall’Estremo Oriente verso la Russia?
[19 febbraio 2022]

Relazioni pericolose
Didascalia lapalissiana dalla Repubblica: «Luca Sacchi e Anastasiya Kylemnyk all’epoca della loro relazione interrotta dall’omicidio di Luca nell’ottobre 2019». Pensa te se fosse proseguita.
[12 febbraio 2022]

Bocche poco cucite
Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano: «Bocche cucite invece filtrano da Arcore». Come facciano a filtrare le bocche cucite, solo lui lo sa.
[27 febbraio 2022]

Latinorum a San Pietro
Sul Tempo, Luigi Bisignani, sempre informatissimo sugli interna corporis vaticani, stavolta scivola sul latino: «Venti di guerra anche a San Pietro, dove la diplomazia vaticana pare non abbia apprezzato la visita sine notitiam di Bergoglio all’Ambasciatore russo nonché ex Ministro della Cultura di Putin, Alexander Avdeev». Sine ira et studio, ci permettiamo, con Tacito, di segnalare che sine regge l’ablativo, non l’accusativo, e che bisognava perciò scrivere sine notitia, non sine notitiam.
[27 febbraio 2022]

Fuso dall’orario
«Alle 4, nel buio della notte invernale di Mosca, ore sei in Italia, Vladimir Putin aveva annunciato l’inizio dell’“operazione speciale per proteggere chi è discriminato, e disarmare e denazificare l’Ucraina”», scrive Renato Farina su Libero. Non sarà un po’ fuso? Alle 4 di notte, ora di Mosca, in Italia sono le 2, non le 6.
[25 febbraio 2022]

Lezioni di guida
Simonluca Pini prova per Il Sole 24 Ore la rinnovata Škoda Kodiak e ci fa sapere che «nel dettaglio spicca il cofano più alto, la calandra rivista e nuovi fascioni paraurti». Tre soggetti con il verbo al singolare. Vroom!
[26 febbraio 2022]

Val di Non, provincia di Bologna
Sul Venerdì di Repubblica, recensendo il libro La cucina di montagna, Micol Passariello suggerisce: «I canederli sono un grande classico, da assaggiare con la mortadella della Val di Non». Sacrilegio! Non esiste la mortadella della Val di Non, territorio che infatti non si trova in provincia di Bologna bensì di Trento. C’è invece la mortandela, anch’essa un salume, ma fatto con carne e fegato di suino macinati, conditi con spezie e vino.
[28 gennaio 2022]

Gentili persevera
«Dopo le infinite polemiche che hanno accompagnato le vicende sportive del campione No vax Novak Djokovic, la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali si è espressa così riguardo la partecipazione del tennista serbo agli Internazionali di Roma», scrive Veronica Gentili nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano. Si dimostra così perseverante nell’errore: poche settimane fa aveva citato «le perplessità riguardo l’ultimo decreto vaccinale». La locuzione prepositiva corretta è riguardo a, e non riguardo il, avendo come significato «in relazione a, per quanto si riferisce a».
[21 febbraio 2022]

Dilaga il «brucculino»
L’italiese inaugurato da Alberto Simoni, corrispondente della Stampa da Washington, che di recente ha scritto «delle 80mila truppe statunitensi dislocate in Europa», dilaga oltreoceano. Claudio Pagliara, corrispondente della Rai, in diretta da New York nel Tg1 delle 20, dice che «sono, secondo le ultime previsioni, 190.000 le truppe ammassate al confine, le truppe russe». È appena il caso di ricordare agli illustri colleghi, traviati dal «mericano brucculino», che la definizione di truppa, nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, è «insieme di più unità di soldati di un esercito» e, al plurale, «insieme delle forze armate di uno Stato». Ci pare piuttosto improbabile che il pur nerboruto Vladimir Putin possa disporre di 190.000 eserciti.
[18 febbraio 2022]

Carenze acute
Analisi di Mario Deaglio sulla Stampa: «Vi è carenza acuta non solo di muratori e di autotrasportatori ma anche di giovani creativi che usino bene le nuove tecnologie, che conoscano contabili e amministrative le tecniche». Anche carenza di redattori che ripassino gli articoli dei collaboratori.
[15 febbraio 2022]

Porta Cicca inglisc
Il coltissimo Mephisto Waltz palesa incertezza, e non è per la prima volta, quando usa la lingua del Bardo su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore. La sua rubrica, che tratta dell’agricoltura biodinamica bocciata dalla Camera, reca il titolo «Rolling in her grave», rivoltarsi nella tomba, frase idiomatica che in inglese ha il medesimo significato dell’italiano. Ma il dettaglio – in cui si annida il diavolo, come Mephisto ben sa – è che si dice «turning in her grave» ovvero «rolling over in her grave». E non lo affermiamo noi, bensì Il Ragazzini 2021 («turn in his grave», far rivoltare qualcuno nella tomba) e anche l’Oxford English Dictionary. Qui siamo di nuovo, con tutta evidenza, al Porta Cicca inglisc.
[20 febbraio 2022]

Regine e talebani
Vittorio Sabadin ricorda sulla Stampa che «al funerale di Giorgio VI parteciparono tre regine inglesi: sua madre Mary, sua moglie Elizabeth e sua figlia Elisabetta» e che costoro «erano tutte vestite di nero, con un velo a coprire il viso, come donne talebane». Non esistono le donne talebane (verrebbe da dire che per i talebani non esistono proprio le donne). Talebano deriva dalla parola talib, che in pashto significa studente. I talebani sono fondamentalisti islamici formatisi nelle scuole coraniche afghane e pakistane. Mai viste femmine accanto ai maschi nelle madrasse. L’espressione «donne talebane» presuppone un’etnia immaginaria. Inoltre Sabadin, che è nato nel 1950, dovrebbe sapere che in tutto il mondo cattolico e anglicano fino agli anni Sessanta le donne portavano il velo in chiesa (per non parlare del mondo ortodosso). Si trattava di un pizzo nero trasparente, non di un burqa. Nel funerale che egli cita, i volti delle tre donne della famiglia reale britannica erano perfettamente riconoscibili, come documentano le foto dell’epoca.
[5 febbraio 2022]

Corteggiamenti
Roberta Scorranese sul Corriere della Sera: «La filigrana di questa mostra, però, rimanda ad altro. Per esempio a Maria Savorgnan ed Elisabetta Querini, corteggiate dagli». Piuttosto evanescenti come spasimanti.
[19 febbraio 2022]

Repubblica da Formula 1
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «Alessandro Nannini, tasse non pagate per oltre un milione: l’ex pilota Ferrari rischia il processo per bancarotta». Nannini non ha mai corso con la Ferrari: nel 1991 la casa di Maranello gli offrì un contratto, ma lui lo rifiutò. Peraltro Olivia Dabbene nel pezzo scrive che il fratello della cantante «fu pilota di successo per la Bennetton della seconda metà degli anni ’80». Una scuderia fantomatica.
[4 febbraio 2022]

Ritirato a sua insaputa
«“Mi ritiro a 73 anni, come Jack Nicholson”: con un post l’addio alle scene di Ivano Marescotti», titola il Corriere di Bologna. Nel testo, Silvia Maria Dubois precisa: «Classe 1946, nato a Bagnacavallo, nella Bassa Romagna». Diremmo pertanto che Marescotti s’è ritirato già tre anni fa, a sua insaputa.
[10 febbraio 2022]

Stona, inquieta, disturba, scuote, disorienta
Dall’editoriale del direttore della Gazzetta di Mantova, Enrico Grazioli, in prima pagina: «E sentirsi giudicati da qualcosa o qualcuno che non ha avuto cura di come durante la pandemia veniva avanzando il processo di formazione che ora verrà processato stona, inquieta, disturba, scuote». Soprattutto disorienta: non ci abbiamo capito una mazza.
[13 febbraio 2022]

I 150 anni della Repubblica
«Il ricordo più bello della sua esperienza in Parlamento?», chiede Elvira Serra all’attore Luca Barbareschi, intervistandolo sul Corriere della Sera. Risposta: «Le celebrazioni per i 150 anni della Repubblica. Sono entrato con al braccio il Tricolore del mio papà, partigiano bianco». Evidentemente intervistato e intervistatrice fanno coincidere la nascita della Repubblica con la proclamazione dell’Unità d’Italia. Comunque Barbareschi potrà rivivere il suo ricordo più bello nel 2096, visto che nel 2011, quando si festeggiò il 150° dell’Unità, la Repubblica, nata nel 1946, aveva solo 65 anni.
[16 febbraio 2022]

Mi appello alla clemenza della morte
Dopo la bocciatura del referendum sull’eutanasia, decisa dalla Corte costituzionale, Caterina Pasolini intervista sulla Repubblica la scrittrice Dacia Maraini e le prospetta questa osservazione: «Lo Stato non punisce il suicida». Vostro onore, mi appello alla clemenza della morte. (Ecco la prova che la morte estingue il reato).
[16 febbraio 2022]

Le 80mila truppe
Alberto Simoni, corrispondente della Stampa da Washington, parla della Germania, che «sul suo territorio ospita il grosso delle 80mila truppe statunitensi dislocate in Europa». In effetti spesso si esprimono così le 10.000 genti nei giornali.
[16 febbraio 2022]

Io lo faccio cambiare idea
Nella sua rubrica A fil di rete, sul Corriere della Sera, Aldo Grasso parla di Alexandre Gustave Eiffel, artefice del celeberrimo monumento parigino: «Che cosa lo fece cambiare idea e disegnare un progetto allora avveniristico come la torre che porta il suo nome?». Avveniristico anche il pronome lo al posto di gli, professore.
[16 febbraio 2022]

Va’ non va
Incipit dell’editoriale di Maurizio Belpietro sulla Verità: «Susanna Tamaro scrisse quasi trent’anni fa un libro di successo che si chiamava Va dove ti porta il cuore». Lo stesso errore è ripetuto nel periodo conclusivo: «Alla fine, l’autrice di Va dove di (sic) porta il cuore ricorda al premier il gioco dell’infanzia». Il romanzo si chiama tuttora Va’ dove ti porta il cuore, con il va’ apostrofato, segno del troncamento (di vai) contemplato dall’imperativo presente del verbo andare.
[17 febbraio 2022]

1.000 è la metà di 500
Da un servizio di Nadja Bartolucci, apparso sul sito di Prima Comunicazione, mensile specializzato sul mondo dei mass media, apprendiamo che secondo Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, la situazione patrimoniale dell’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani) «era oggettivamente troppo stretta per essere recuperata, il disavanzo era insostenibile», in quanto «il numero degli entranti nel mercato del lavoro, circa 1.000 è la metà di coloro che vi escono (500)». A parte il vi al posto del ne, se 1.000 è diventato la metà di 500, ci pare che il giornalismo non abbia futuro, e non ci riferiamo agli aspetti previdenziali.
[2 febbraio 2022]

Le tariffe caleranno nel 20220
Di norma, in questa rubrica vengono condonati i refusi (inevitabili nel nostro mestieraccio), tranne nei casi in cui sortiscono effetti esilaranti. E questo di Fausta Chiesa, apparso su L’Economia, supplemento del Corriere della Sera, a prescindere dal «periodo del boom» e dal «boom di questo periodo», ci pare rimarchevole: «L’accelerazione si registra proprio nel periodo del boom dei prezzi dell’energia e del caro-bollette, per sfruttare la possibilità di avere offerte a un prezzo inferiore rispetto al boom di questo periodo, che gli analisti ritengono calerà a partire dal secondo semestre 20220». Siete avvisati.
[4 febbraio 2022]

Piatire non pietire
«Chi esce parecchio ammaccato da questa tornata è Mario Draghi che abbandonata la sua algida figura è stato visto aggirarsi nelle vie intorno a Palazzo Chigi e a Montecitorio con un piattino in mano per pietire i voti da questo o da quello», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Il verbo corretto è piatire, mentre pietire è da evitare (Lo Zingarelli 2022).
[1° febbraio 2022]

Sul pianto giuridico
Dalla Gazzetta di Mantova: «L’infermiera, sottoposta a cure mediche, ha riportato lesioni personali al capo giudicate guaribili in 21 giorni salvo complicazioni. Per il ragazzo sono inevitabili le conseguenze sul pianto giuridico: per lui è scattata una denuncia a piede libero per il reato di lesioni aggravate». In attesa di capire quali siano le lesioni impersonali, concordiamo sul fatto che la giustizia è un pianto greco.
[18 gennaio 2022]

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