Cominciata il 20 marzo 2020, questa rubrica
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Aldo Grasso: «Che terrore le pulci
di Stefano Lorenzetto!» (Corriere della Sera)



«Io, tutti quelli che amo, li rimprovero
e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti»

Apocalisse (3, 19)


Lina Palmerini in retromarcia fa dietrofront
Incipit di un editoriale firmato da Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: «Una partenza in retromarcia. Non capita a tutti ma a Schlein è toccato un dietrofront prima ancora di ingranare la marcia». A parte il fatto che una marcia Elly Schlein deve averla giocoforza ingranata per poter andare all’indietro (la marcia indietro, appunto), ci pare che la differenza fra retromarcia e dietrofront consista nel fatto che nella prima si rincula da una posizione raggiunta, nell’altra s’inverte il senso di marcia. Insomma, non sono sinonimi: in una procedi di culo, nell’altra arretri di faccia. Certo, in taluni casi non si nota la differenza.
[23 aprile 2024]

La Repubblica e il calendario di La Palisse
Titolo dal sito della Repubblica: «Putin ha solo due settimane di tempo per affondare in territorio ucraino prima del 9 maggio». E se la notizia uscisse il 2 maggio, ne avrebbe una sola, pensa un po’.
[23 aprile 2024]

Stefano Zurlo introduce l’ora illegale
Gli orari secondo Stefano Zurlo, sul sito del Giornale: «Sono le 1742 del 19 aprile»; «quella mail, delle 1742 del 19 aprile»; «un’altra mail che parte alle 1741». Devono aver introdotto l’ora illegale senza avvisarci.
[27 aprile 2024]

Incredibile: i lavori prorogati «da maggio ad aprile»
«Report ha fatto i conti sull’operazione immigrati in Albania e ha scoperto “una lunga serie di incongruenze”», rivela Antonio Fraschilla sul sito della Repubblica, anticipando i contenuti di uno scoop del programma di Sigfrido Ranucci su Rai 3. «Dalle carte consultate emerge che a fronte dei 36mila migranti prospettati dalla Meloni, i due centri di accoglienza albanesi arriveranno ad ospitare al massimo 2822 migranti, considerato che la capienza massima è di meno di mille persone. E i costi sono già fuori controllo: la costruzione dei due centri è passata da 35 milioni a 65 e rischiano di crescere ulteriormente visto che il termine dei lavori è stato già prorogato da maggio ad aprile». Sorvolando sul fatto che i due centri di accoglienza, la cui capienza massima è inferiore a 1.000 persone ciascuno, riusciranno invece a ospitarne 2.822, di solito in Italia, e anche in Albania a quanto ci risulta, aprile viene prima di maggio, e dunque prorogare i lavori da maggio ad aprile, nel corso del medesimo anno, è qualcosa di sconvolgente. Un vero scoop nello stile di Report.
[21 aprile 2024]

Il «nuovo» film di Scorsese risale al 1997
«Scorsese progetta un film su Frank Sinatra con Di Caprio», titola La Stampa. Sembrerebbe la notizia dell’anno e infatti compare anche su altri giornali (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno). Peccato che risalga al 1997, quando il regista Martin Scorsese, affiancato dallo sceneggiatore Nicholas Pileggi, secondo la stampa mondiale era già al lavoro sulla biografia – allora non si chiamava ancora biopic – negli studi della Warner Bros a Los Angeles. Il cantante di My way sarebbe stato interpretato da John Travolta, o Hugh Grant, o Peter Lawford, mentre veniva dato per certo Tom Hanks nel ruolo di Dean Martin. L’anno seguente Scorsese affidò il ruolo di Sinatra a Travolta, già pronto a perdere almeno 20 chili con una dieta in tre fasi: succo d’arancia diluito con acqua e niente cibo, poi verdure, infine legumi. Parrebbe la riedizione del Viaggio di G. Mastorna, detto Fernet di Federico Fellini, vagheggiato dal 1965 e mai girato.
[19 aprile 2024]

Dopo gli «sghei», Fratus inventa gli «skei»
Un articolo di Tiziano Fratus sulla Verità termina così: «La terra, non il guadagno, il profitto, gli skei. La terra...». Nel corso degli anni ci siamo appuntati i nomi di molti giornalisti che hanno scritto sghei al posto di schei (Gad Lerner, Chiara Beria di Argentine, Nico Orengo, Roberto Cotroneo, Jenner Meletti, Michele Smargiassi, Stefano Marroni, solo per citarne alcuni), tanto da aver costretto persino il Grande dizionario della lingua italiana e la Treccani a registrare un vocabolo che nessun veneto, fin dai tempi del Regno Lombardo-Veneto (1815-1866), ha mai pronunciato: tutti dicono sempre e solo schei, visto che la parola deriva dall’espressione Scheidemünze (moneta divisionale) impressa sugli spiccioli dell’Impero austroungarico. Ma gli skei di Fratus, scrittore e poeta nato a Bergamo e che dunque dovrebbe conoscere le genti della Serenissima, sono una novità assoluta. Avrà pensato a uno sketch.
[21 aprile 2024]

Formigli e i «mìdia» venuti dal latino
Nell’introdurre una puntata di Piazza pulita dedicata all’informazione, Corrado Formigli ripete per tre volte «mìdia» in luogo di «media». La parola mass media è composta dall’inglese mass (massa) e dal plurale latino di medium (mezzo). La prima pronuncia accreditata dallo Zingarelli 2024 è «mass media», non «mass mìdia», e siccome Formigli lavora per La7, non per la Bbc, potrebbe attenersi alla lingua italiana. Già nel 1986, in Siamo tutti latinisti (Rcs), Cesare Marchi avvertiva: «Media è uno dei tanti vocaboli arrivati dal latino attraverso l’inglese, e pronunciato, erroneamente, mìdia». Del resto, non s’è mai sentito qualcuno dire «mìdium» invece di «medium», pur essendo questo vocabolo, derivato dall’aggettivo latino medius, presente tanto nel dizionario inglese quanto in quello francese.
[25 aprile 2024]

Per Lorenzetto c’è Audiffredi e Audifreddi
Nella rubrica Vaccabolario che tiene sul mensile Arbiter, Stefano Lorenzetto censura il direttore di Esquire per la decisione di sostituire la e finale con lo schwa, al fine di «raccontare la contemporaneità in una logica non binaria» (e pensare che fin dagli anni Trenta la rivista si qualificava con la dizione «The magazine for men» nella testata). Solo che lo chiama Giovanni Audiffredi e subito dopo Audifreddi. Corretto il lapsus calami, rimane la censura.
[26 aprile 2024]

Il Corriere scambia i film di Yimou e Song
Il Corriere della Sera, nella pagina degli Spettacoli, pubblica un servizio su Under the Light, il film di Zhang Yimou che ha sfidato la censura cinese. Peccato che la grande foto pubblicata a corredo del pezzo, indicata anche nella didascalia come una scena tratta da Under the Light, si riferisca invece a un’altra pellicola: Past Lives della regista Celine Song.
[24 aprile 2024]

Sul diario del conclave, Panettiere ricorda male
Su Quotidiano Nazionale, testata di Resto del Carlino, Nazione e Giorno, il vaticanista Giovanni Panettiere scrive del conclave da cui il cardinale Joseph Ratzinger uscì Papa: «Nel 2011 “Limes” pubblicò il diario di un anonimo porporato presente sei anni prima in Cappella Sistina». Panettiere ricorda male: il numero della rivista che ospitò stralci del diario uscì nel settembre del 2005, pochi mesi dopo il conclave di quell’anno, non nel 2011.
[2 aprile 2024]

Arrivano anche le «bombe d’acque»
Titolo dal Corriere della Sera: «Bombe d’acque, grandine e rientri a ostacoli in città». Le bombe d’acqua non bastano più.
[2 aprile 2024]

Belpietro «fa andare le mani»
Nel suo editoriale di prima pagina, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, usa per due volte la locuzione «far andare le mani». Sarebbe questa, secondo le accuse della sinistra, la tendenza di Giorgia Meloni, nel senso che la premier non vedrebbe l’ora d’incitare le forze dell’ordine a usare le maniere forti contro i dimostranti nelle piazze. Con riferimento alle percosse, ci erano note le espressioni «alzare le mani», «mettere le mani addosso», «menar le mani», «venire alle mani», ma è la prima volta che c’imbattiamo in estremità degli arti superiori che vengono mandate in trasferta. L’unico esempio è rintracciabile nel brianzolo fà nà i man (far andare le mani), ma trattasi di dialetto, non di lingua italiana, senza contare che ha tutt’altro significato (mettersi al lavoro). Idem il bergamasco fà ’ndà i ma’ che l’te passa (lavora che ti passa). Nel finale del medesimo editoriale, Belpietro si domanda: «Quanti poliziotti sono stati dirottati da servizi necessari per evitare scontri?». Immaginiamo che si tratti degli agenti distolti dalle normali incombenze per essere spediti in piazza a fronteggiare i manifestanti. Se è così, conveniva scrivere: «Quanti poliziotti, per evitare scontri, sono stati dirottati da servizi necessari?». Oppure: «Per evitare scontri, quanti poliziotti sono stati dirottati da servizi necessari?».
[21 aprile 2024]

Libero confonde il Regina coeli con il carcere
Su Libero, in prima pagina, editoriale di Antonio Socci, che commenta le parole di papa Francesco all’incontro domenicale con i fedeli in piazza San Pietro. Occhiello del titolo: «Discorso al carcere di Regina Coeli». Hanno confuso la prigione con la recita della preghiera Regina caeli, e che sarà mai!
[22 aprile 2024]

Per Facci le ingiuste detenzioni valgono 13 volte il Pil
Secondo Filippo Facci, per le ingiuste detenzioni «nel 2023 lo Stato ha speso 27.844.794 milioni di euro», dunque quasi 27.845 miliardi, cioè oltre 13 volte il Pil dell’Italia. L’articolo di Facci è uscito in prima pagina sul Giornale con il titolo «I giudici che sbagliano non pagano e fanno carriera». A volte anche i giornalisti.
[20 aprile 2024]

L’amicizia «inclinata» fra Loredana Bertè e Renato Zero
Il sito del Messaggero scrive di Loredana Bertè e Renato Zero: «Hanno vissuto gli anni d’oro della musica italiana. Sono stati amici, complici e colleghi. Ma da un po’ pare che la loro amicizia si sia inclinata». Non a 90 gradi, si spera.
[3 aprile 2024]

Studenti «al gelo» con una massima di 19 gradi?
Occupandosi di anarchici ed estremisti filopalestinesi che all’Università La Sapienza di Roma hanno inscenato una protesta contro Israele, Fulvio Bufi e Fabrizio Caccia riferiscono sul Corriere della Sera: «Ora aspettano al gelo in una tenda di avere al più presto un incontro con la rettrice Polimeni». Il giorno in cui è stato scritto l’articolo, nella Capitale la temperatura massima ha segnato 19 gradi, quella minima 9, quella media 14, mentre gelo per Lo Zingarelli 2024 rimane la «temperatura pari o inferiore a zero gradi».
[18 aprile 2024]

Enzo Bianchi e il «look down» degli italiani
Commentando su Tuttolibri un’inchiesta sociologica riguardante la partecipazione degli italiani alla messa, Enzo Bianchi scrive di «comportamenti dati dal look down, il quale, in realtà non ha inciso in nulla». Tralasciando la punteggiatura a casaccio, siamo d’accordo: l’orecchiata espressione inglese non riguarda il modo di vestire, come ben sanno tutti gli italiani che durante la pandemia da Covid-19 furono obbligati dai lockdown a rimanere segregati in casa.
[20 aprile 2024]

Un missile abbattuto in fase di atterraggio
Massimo Nava rievoca sul Corriere della Sera il genocidio dei tutsi avvenuto 30 anni fa in Ruanda: «L’orrore cominciò fra il 6 e il 7 aprile del 1994, quando l’aereo del presidente hutu, Habyarimana, fu abbattuto da un missile in fase di atterraggio all’aeroporto di Kigali». Quindi stava atterrando il missile? No? Allora occorreva scrivere: «In fase di atterraggio all’aeroporto di Kigali fu abbattuto da un missile».
[6 aprile 2024]

Editoriale travagliato sul Fatto Quotidiano
Un editoriale firmato dal direttore Marco Travaglio, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, comincia così: «Siccome Bonelli&Fratoianni la candidano, si presume che desiderino l’elezione di Ilaria Salis a eurodeputata». Non si comprende il malvezzo di togliere gli spazi prima e dopo la congiunzione rappresentata dalla e commerciale (&), riscontrabile sempre anche nei titoli di quel giornale, forse per risparmiare due battute. Poco oltre, Travaglio scrive: «Negri fuggì in Francia per 14 anni mentre la Cassazione lo condannava a 12 anni per associazione sovversiva e concorso in rapina col morto». Si potrebbe intendere che fra i rapinatori ci fosse un morto. Per evitare la surreale ipotesi bastava scrivere: «Concorso in rapina finita con un morto». Più avanti: «Intanto non è certo che sia eletta: se Avs non raggiunge il 4% (cosa possibile, visti i sondaggi e la concorrenza di Santoro) o se lei non riceve abbastanza preferenze, rimane trombata». «Honni soit qui mal y pense», ma non ci sembra il participio più confacente a una donna. E subito dopo: «Se invece viene eletta, non è affatto detto che i giudici la liberino: in casi analoghi, alcuni sono usciti e hanno raggiunto l’Europarlamento, altri no». Alcuni giudici sono usciti? No? Allora dopo alcuni la precisazione detenuti non guastava.
[20 aprile 2024]

Il ministro degli Esteri vaticano non sa citare la Bibbia
Sull’Osservatore Romano l’arcivescovo Richard Paul Gallagher, segretario dei Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali (in pratica il ministro degli Esteri della Santa Sede), si cimenta con la formazione dell’Occidente e cita le celeberrime parole di Gesù: «Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura». Ma indica un versetto biblico sbagliato perché non si tratta di Matteo 16, 16, bensì di Marco 16, 15. Il diplomatico inglese, evidentemente poco avvezzo alle Sacre Scritture, aggiunge poi che un’espressione, altrettanto celebre, di san Paolo («Guadagnare tutti a Cristo»), corrisponderebbe a Corinzi 9, 19-22. A parte il fatto che le Lettere ai Corinzi sono due e che il riferimento qui è alla prima, la citazione riportata tra virgolette è una sintesi dell’autore, il quale avrebbe dunque dovuto scrivere «cfr. 1 Corinzi 9, 19-22». Se il monsignore mette nei rapporti con gli Stati lo stesso zelo con cui compulsa la Bibbia, per la Santa Sede la vediamo dura.
[19 aprile 2024]

Gramellini confonde l’assicurazione con il bollo
Nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini si occupa del caso di Nancy Liliano, che ha provocato la morte di due carabinieri mettendosi alla guida di un Suv in uno stato di alterazione determinato da alcol e stupefacenti: «Ha patteggiato una condanna a tre anni per traffico di droga e la vettura le è stata recentemente sequestrata perché senza assicurazione, salvo esserle restituita quando si è infine piegata al rito del pagamento del bollo». Non si capisce il nesso fra polizza assicurativa mancante e tassa di circolazione non pagata. Se invece il secondo sostantivo voleva essere un sinonimo del primo, l’uso è sbagliato: bollo, secondo Lo Zingarelli 2024, in senso ellittico indica solo il bollo di circolazione, contrassegno circolare di carta che, applicato al parabrezza, attestava l’avvenuto pagamento della tassa di possesso di un autoveicolo.
[9 aprile 2024]

Belpietro promuove cardinale l’arcivescovo
«Il vescovo ci querela perchè ai fedeli non piace che lui dia soldi a Casarini», titola La Verità a tutta pagina – la prima – con l’accento grave (sbagliato) sull’ultima vocale di perché. A firmare il testo sottostante è il direttore, Maurizio Belpietro, indignato per la citazione in giudizio pervenutagli dagli avvocati di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena e Nonantola, con relativa richiesta di risarcimento dei danni: 200.000 euro. Nel suo editoriale, Belpietro attribuisce per tre volte a Castellucci il titolo di «Sua Eminenza Reverendissima», spettante soltanto ai cardinali. Un arcivescovo, o un vescovo, al massimo si può definire «sua eccellenza».
[18 aprile 2024]

Cala l’indebitamento o cala Il Sole?
Titolo dal Sole 24 Ore: «Rai, conti in pareggio / Cala l’indebitamento ma resta a 568 milioni». Sì, ma cala o resta?
[18 aprile 2024]

Paola Taverna è diventata una tenutaria
Sommario su Paola Taverna dal sito del Corriere della Sera: «Incarna il dna del Movimento 5 stelle, ha condotto campagne accese contro i dem e ora è la tenutaria delle trattative nei territori proprio con il Pd nella sua nuova veste “diplomatica”». Bei tempi quando le tenutarie si occupavano di altri casini.
[9 aprile 2024]

Beato chi capisce come scrive Sciandivasci
In uno scombiccherato editoriale sulla Stampa, Simonetta Sciandivasci osserva: «Allora, anziché invertire o ribaltare una narrazione, quello che si dovrebbe fare, in questo Paese, sulla demografia come su tutto – ma la demografia è tutto, contiene tutto –, bisogna mettere tutte le narrazioni insieme, riconoscerne il valore, le richieste, le sofferenze». «Quello che si dovrebbe fare» è «bisogna mettere»? Di seguito, compare quest’altra frase: «Non ci sono antinatalisti ai quali destinare rimproveri, ma ci sono persone che stanno dicendoci che su di loro che dobbiamo e possiamo contare per costruire il presente e il futuro». D’accordo, ci arrendiamo.
[13 aprile 2024]

L’eclissi di Sole è un fenomeno «astrologico»
La pagina Facebook del Corriere della Sera dà notizia dell’eclissi totale di Sole dell’8 aprile: «Milioni di persone sono in viaggio per raggiungere la lunga e sottile striscia che attraversa il continente nord americano da cui sarà possibile ammirare quello che è stato definito “il fenomeno astrologico dell’anno”». Secondo l’oroscopo del giorno erano attesi all’appuntamento anche Branko e Paolo Fox.
[7 aprile 2024]

Congiuntivo vo cercando / 1
Sul Corriere della Sera, Fulvio Fiano intervista la giornalista dell’Adnkronos al centro di una vivace polemica con il pornoattore Rocco Siffredi. Domanda: «Perché l’intervista l’ha fatto infuriare?». Risposta: «Voleva che levassi alcune sue frasi su Alessandro Borghi (l’attore che lo interpreta nella serie, ndr) dall’intervista, l’ho accontentato ma non gli andava bene ugualmente nonostante, rileggendo tutto, non c’era niente di impreciso». Considerato che Fiano riporta le parole di una giornalista, ci saremmo aspettati che almeno uno dei due si ricordasse dell’esistenza del congiuntivo: «Non ci fosse niente di impreciso».
[22 marzo 2024]

Congiuntivo vo cercando / 2
Concetto Vecchio intervista sulla Repubblica l’ex socialista Fabrizio Cicchitto. Domanda: «Sappiamo tutto della P2?». Risposta: «Penso di no. Ho sempre sospettato che c’erano altri elenchi fatti sparire in Uruguay». Ma sì, aboliamolo questo congiuntivo! («Che ci fossero», Vecchio, «che ci fossero»).
[2 aprile 2024]

Mina non è sulla ribalta da 38 anni
«Mina compie 84 anni: 38 anni sulla ribalta, 46 “in ritiro”», titola il sito del Corriere della Sera. Se per ribalta s’intende la lunga tavola di legno fissata con cerniere al proscenio, descritta dai dizionari, o, in senso lato, l’esibirsi davanti al pubblico (sul palcoscenico, in tv, nei locali notturni, in concerti), allora va detto che Mina esordì per caso alla Bussola di Marina di Pietrasanta nell’agosto del 1958, spinta dagli amici mentre era in vacanza al mare con la famiglia, venendo subito notata dal titolare del night Sergio Bernardini (ma pochi mesi prima aveva già cantato con gli Happy Boys in un locale di Rivarolo Mantovano), e si ritirò il 23 agosto 1978, con l’ultima esibizione alla Bussoladomani del Lido di Camaiore, sempre in Versilia. Quindi rimase sulla ribalta per 20 anni esatti, non 38. Dopo il ritiro dalle scene, la sua carriera è proseguita in sala di registrazione.
[25 marzo 2024]

Le astrusità (e il «poterismo») di d’Esposito
Editoriale di Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano: «Il punto è che da quando è nato l’Ulivo che il richiamo berlingueriano pende sulla malattia del poterismo che ha contagiato i postcomunisti di governo». Tutto chiaro, checché se ne dica. E in attesa che i dizionari registrino poterismo.
[9 aprile 2024]

Philip Marlowe non è mai stato un poliziotto
Sul settimanale 7, Maria Luisa Agnese parla di Philip Marlowe come di «un poliziotto fuori dagli stereotipi brutali dell’uomo d’ordine». Per la verità, il personaggio letterario protagonista dei romanzi dello scrittore statunitense Raymond Chandler, fin da Il grande sonno, uscito nel 1939, non ha mai fatto il poliziotto, qualifica che per il Grande dizionario della lingua italiana spetta all’«agente o funzionario di polizia» o, in senso generico, sta per «guardia, gendarme». Invece Philip Marlowe è un detective privato. A discolpa di Agnese, va detto che il film Farewell, my lovely, tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1940 da Chandler, apparve nel 1975 in Italia con il titolo Marlowe, il poliziotto privato. L’investigatore era interpretato da Robert Mitchum.
[22 marzo 2024]

Il ciclista evita di schiantarsi: è grave
Titolo dal sito del Giorno: «Robbio, camionista ferma il tir per fare pipì in strada, ciclista non si schianta contro il rimorchio. È grave». Sempre disattenti, questi ciclisti: è davvero grave che evitino di schiantarsi.
[3 aprile 2024]

Scrivere da Piedone lo Sbirro
Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio, dal titolo «Piedone lo Sbirro», sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Conte non ha conosciuto Casaleggio, morto nel 2016, poco prima che Raggi e Appendino conquistassero Roma e Torino, due anni prima che Di Maio sfiorasse il 33% e lui, da professore e avvocato, diventasse premier. Ma dovrebbe deporre un fiore sulla sua tomba per avergli lasciato in eredità tre regole d’oro». Siccome il soggetto della prima frase, così come della seconda, è Giuseppe Conte, dobbiamo dedurne che è l’ex premier ad aver lasciato in eredità a Gianroberto Casaleggio tre regole d’oro. Se così non è, ci pare scritto con i piedoni.
[13 aprile 2024]

Eccezionale: a Pompei ci sono affreschi «nuovi»
Didascalia dalla prima pagina della Repubblica: «Elena e Paride in uno dei nuovi affreschi scoperti a Pompei». Talmente nuovi che hanno solo duemila anni, all’incirca.
[12 aprile 2024]

Ecco spiegata (da Fini) la crisi delle edicole
«Con un documentato articolo sul Fatto, Nicola Borzi ha confermato, dati alla mano, quel fenomeno che per la verità tutti noi sperimentiamo ogni giorno ictu oculi: la crisi delle edicole», così comincia un editoriale di Massimo Fini sul medesimo Fatto Quotidiano. «Nell’ultimo quadriennio le edicole sono scese da 16 mila a 13.500 circa, ma il fenomeno ha radici molto più lontane, nel 2002 i punti vendita in Italia erano 43 mila, ora sono scesi a 23 mila». Bel mistero. Se negli ultimi quattro anni le edicole sono scese a 13.500, come fanno, ora, a essere 23.000? Forse Fini distingue le edicole «pure» dai punti vendita che dispongono di giornali (supermercati, autogrill eccetera). Ma anche qui i conti non tornano. Press-di, la società della Arnoldo Mondadori che consegna sul territorio nazionale le testate di oltre 100 editori, serve da sola 28.000 punti vendita (di cui 1.250 nella grande distribuzione) fra edicole esclusive, edicole promiscue, stazioni, aeroporti, autostrade, negozi stagionali. Più avanti Fini accenna a «Il Diario di Enrico Deaglio (1996-2009)», però gli anni fra parentesi, messi dopo il nome, di solito indicano quelli della nascita e della morte, mentre Deaglio, partorito nel 1947, è ancora vivo e vegeto. Inoltre, Diario (senza l’articolo), settimanale uscito per la prima volta il 23 ottobre 1996 come supplemento dell’Unità, cessò le pubblicazioni nel 2007. Le riprese nel gennaio 2008 ma con periodicità quindicinale e con un altro direttore, Massimo Rebotti. Proseguiamo nella lettura: «Gli influencer hanno preso il posto dei giornalisti, sono loro le star. Chiara Ferragni ha 15 milioni di follower, Marco Travaglio, che è forse il giornalista più noto oggi in Italia, mi pare due o tre». Due o tre follower ci sembrano davvero pochi. E ancora: «Grandi case editrici, come la Mondadori, si sono ridotte a far pagare gli aspiranti autori, cosa che facevano un tempo case editrici infime e spesso truffaldine». Forse, se abbiamo inteso bene la grave accusa lanciata da Fini, bisognava scrivere: «Si sono ridotte a farsi pagare dagli aspiranti autori». Conclusione: «I giornali sono fatti male? Sì, sono fatti male». Poi uno si chiede perché la gente non li compri più e le edicole muoiano.
[23 marzo 2024]

Non si può designare a qualcuno una circoscrizione
Didascalia dal Corriere della Sera: «Lucia Annunziata, 73 anni, è indicata come papabile capolista per il Pd al Sud, ma la giornalista avrebbe espresso perplessità sulla circoscrizione a lei designata». Designare è un verbo transitivo, che significa proporre o destinare qualcuno a un incarico o a un ufficio. Si può designare una persona a una circoscrizione, non viceversa.
[24 marzo 2024]

Veronica Gentili, solita iena dattilografa
Veronica Gentili, attualmente impegnata in tv con Le iene, scrive nella sua rubrica settimanale sul Fatto Quotidiano: «In ciascuno di questi due casi, quel che non è consentito è mancare di rispetto a quelle persone che hanno ricorso o che ipotizzano di ricorrere a questa pratica». Come rappresentante della categoria delle «iene dattilografe» (copyright Massimo D’Alema), ancora una volta Gentili si dimostra assai scarsa: il verbo ricorrere si coniuga come correre e richiede l’ausiliare essere, non avere.
[15 aprile 2024]

Stampa e Fatto gareggiano nello sbagliare le foto
La Stampa pubblica una foto nelle pagine degli spettacoli con questa didascalia: «Marisa Abela nei panni della Winehouse». Peccato che si tratti invece proprio della cantante Amy Winehouse, fotografata da Roger Kisby per l’agenzia Getty images sul palco del festival Lollapalooza a Chicago, il 5 agosto 2007. Nello stesso giorno, Il Fatto Quotidiano ospita un panegirico di Andrea Scanzi in onore del campione di tennis Matteo Berrettini. Peccato che nella foto a corredo dell’articolo compaia però l’avversario Carlos Alcaraz. Un tempo bastava diffidare di quello che si leggeva sui giornali. Ora non c’è da fidarsi neppure di quello che si vede.
[9 aprile 2024]

Robinson ringiovanisce David H. Lawrence
Su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, in una pagina dedicata all’autore di L’amante di Lady Chatterley, compare questa dicitura: «David H. Lawrence nasce nel 1895 a Eastwood in Inghilterra. Romanziere, drammaturgo, poeta e pittore, muore a Vence, in Francia, nel 1930». Lo hanno ringiovanito di 10 anni: nacque nel 1885.
[14 aprile 2024]

Lorenzetto dimentica per strada un Papa veneto
Stefano Lorenzetto intervista sull’Arena don Francesco Ballarini, sacerdote veronese mandato in Argentina nel 1981, amico di Jorge Mario Bergoglio, che conobbe come superiore provinciale dei gesuiti. A un certo punto, si legge questa osservazione di Lorenzetto riferita a papa Francesco: «Rifiuta la porpora all’arcivescovo di Milano. Non crea cardinale il patriarca di Venezia, una città che nel secolo scorso diede due papi alla Chiesa, Pio X e Giovanni XXIII». Per la verità, i pontefici provenienti nel secolo scorso dalla città lagunare furono tre: l’ultimo, Albino Luciani, assunse il nome di Giovanni Paolo I. Errore scandaloso, considerato che Lorenzetto è veneto.
[14 aprile 2024]

Tra Corriere e Giornale ballano i numeri
Titolo d’apertura della cronaca milanese del Corriere della Sera: «Design in città / Al via 1.300 eventi e incontri». Titolo d’apertura della cronaca milanese del Giornale: «Salone e Fuorisalone si parte / Maratona tra 1.067 eventi». Cercansi notizie dei 233 dispersi nella maratona.
[15 aprile 2024]

La Verità cade sul serrare le file
Titolo dalla Verità: «La Lega serra le fila in vista delle urne». Aridaje! Il plurale del sostantivo fila, nel significato di ranghi, è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file, disertare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[24 marzo 2024]

Roncone celebra Speranza ma confonde i fatti
Fabrizio Roncone firma su 7, il settimanale del Corriere della Sera, un appassionato elogio dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, a proposito delle decisioni prese dal politico lucano durante l’emergenza Covid. Dopo averlo individuato confidenzialmente come «uno di noi», Roncone si dedica agli errori altrui e scrive: «A Bergamo lasciano entrare migliaia di tifosi per una partita dell’Atalanta e poi i camion militari porteranno via i feretri». Una sintesi macabra assai poco accurata. Il riferimento di Roncone è infatti ad Atalanta-Valencia, partita di Champions League, che si giocò però allo stadio San Siro di Milano. Un evento sciagurato, definito poi dal sindaco della città orobica, Giorgio Gori, «una bomba biologica». Ma quell’incontro calcistico si svolse il 19 febbraio. Non decisero a Bergamo di lasciare entrare i tifosi a dispetto delle cautele adottate da Speranza. Anche perché il provvedimento «Nuove misure di quarantena obbligatoria e sorveglianza attiva» firmato dal ministro Speranza fu emesso solo il 21 febbraio 2020.
[6 aprile 2024]

Saviano, urge pentimento operoso sulle virgole
Roberto Saviano consegna al Corriere della Sera due articoli sulla decisione di Francesco Schiavone, alias Sandokan, capo della camorra a Casal di Principe, di pentirsi dopo 26 anni di carcere. Saviano ha molti dubbi sulla sincerità della scelta di Sandokan, e noi li rispettiamo. Ci accontentiamo solo di nutrire alcune modeste certezze sullo sconsiderato uso delle virgole da parte dell’autore di Gomorra. Le lancia qua e là come sassolini nel fiume disordinato della sua prosa. Esempio: «Sandokan presenta a Mario Iovine, una lista di persone interne alle forze dell’ordine che giurano che Mimi non ha mai firmato un verbale e non è mai stato confidente». La virgola tra verbo e complemento oggetto, nel caso di specie tra «presenta a Mario Iovine» e «una lista», è un errore da matita blu sin dalle elementari. Quisquilie? Pinzillacchere rispetto alle tragedie della malavita. Ma un piccolo pentimento operoso, tra un punto e virgola e l’altro, non guasterebbe.
[30 marzo 2024]

Marcenaro crede che Cassibile si trovi in Puglia
Nella rubrica Andrea’s Version, sulla prima pagina del Foglio, Andrea Marcenaro finge di scrivere un tema scolastico su situazioni, personaggi e paesaggi che hanno «reso bella e preziosa la storia di Bari e della Puglia». Svolgimento: «Personalità come Aldo Moro resero nobilissime quelle terre, ma in maniera diversa, non inferiore, fecero i dribbling di Cassano, mezzapunta di genio nota in tutto il mondo del calcio per la visione del gioco e i continui capricci. Ricordiamo quindi i trulli, Barivecchia, con la sua caratteristica struttura e la disdicevole nomea che la caratterizza, la gloriosa Basilica dell’XI secolo dedicata a San Nicola. Ma poi Domenico Modugno, e i normanni che la possedettero e la svilupparono, e Gioacchino Murat, e il Petruzzelli con i suoi guai, e la casa editrice Laterza, e l’armistizio di Cassibile». A meno che il tema non sia stato assegnato a un’immaginaria classe prima della scuola primaria, l’ultima citazione ci pare, è il caso di dirlo, fuori luogo: Cassibile è una frazione del Comune di Siracusa, in Sicilia.
[6 aprile 2024]

L’ex giudice Salvini ha problemi con la concordanza
L’ex giudice Guido Salvini indirizza una lettera al Corriere della Sera per lamentarsi di un servizio in cui si svelava che era andato in pensione lasciando in sospeso nell’armadio 300 processi: «Aggiungo che, in termini di numeri, i fascicoli in stand by al Tribunale di Milano sono una quantità enorme, decine di migliaia, se non fosse così non ci sarebbe il Pnrr e gli allarmi continui dei capi ufficio». Complimenti per la concordanza del numero: verbo al singolare per due soggetti che avrebbero richiesto il plurale.
[22 marzo 2024]

Il «chierico vagante» dalla vaga punteggiatura
Nella sua rubrica Il chierico vagante, sul Fatto Quotidiano, Fabrizio d’Esposito scrive: «In realtà, come ha notato lo storico Giovanni Maria Vian, già direttore dell’Osservatore Romano, in un’intervista al Corriere della Sera “la cosa più sorprendente nel racconto di Francesco è l’assenza totale del nome del cardinale Carlo Maria Martini”». Papa Francesco ha rilasciato un’intervista (un’altra) al giornale milanese? No? Allora dopo Corriere della Sera serviva una virgola, sia pure vagante.
[8 aprile 2024]

I «Cdr superstiti» di Gedi affossano la lingua italiana
Dopo la vendita del Secolo XIX decisa dall’editore John Elkann, il «Coordinamento dei Cdr superstiti del gruppo Gedi» (cioè i Comitati di redazione della Repubblica e della Stampa) ha redatto una polemica «cronistoria della dismissione», che è stata riportata da vari organi d’informazione e dal sito della Federazione nazionale stampa italiana (il sindacato dei giornalisti). In essa, i Cdr scrivono fra l’altro: «Nessuno di noi ha mai compreso il senso imprenditoriale dell’acquisto di Gedi, gruppo editoriale che ha avuto un ruolo nella storia di questo Paese, fatto a pezzi uno ad uno». A parte che la locuzione corretta è a uno a uno, cioè uno alla volta, «uno ad uno» che cosa? Era più appropriato scrivere: «Fatto a pezzi testata per testata». Ecco spiegato perché vediamo in pericolo anche i «Cdr superstiti».
[28 marzo 2024]

Ma un «ultra 99enne» quanti anni avrà?
Sul Corriere della Sera, nella rubrica Memoria di Milano, Paola D’Amico pubblica una foto inviata dal lettore Giorgio Tincani, accompagnata da queste parole: «Mamma Gemma con mio fratello Piero una domenica di primavera al Castello. Io e mio fratello Enrico, ultra 99enne li ricordiamo con infinito affetto». Una volta si sarebbe scritto «quasi centenario». Comunque, dal giorno dopo il compleanno, si è «ultra» anche a 9 anni.
[20 marzo 2024]

La grande fuga dai social dei vip o dei vip dai social?
Titolo dalla Verità: «La grande fuga dai social dei personaggi dello spettacolo». Al che uno capisce che il pubblico sta abbandonando in massa i profili che le star rimpinguano sui social, postandovi foto e pensierini. Peccato che il testo di Cesare Lanza si apra con tutt’altra notizia: «Fuga dai social per i vip. La dipendenza dal web ha travolto anche loro. Dopo le star hollywoodiane, ora anche tanti personaggi dello spettacolo italiano stanno abbandonando i social». Quindi il titolo avrebbe dovuto essere il seguente: «La grande fuga dei personaggi dello spettacolo dai social».
[18 marzo 2024]

La peste che uccise persino gli scheletri
Titolo dal Corriere Adriatico: «Norimberga, ritrovata la fossa comune più grande d’Europa con migliaia di scheletri uccisi dalla peste». Doveva essere un’epidemia davvero pestifera per uccidere anche gli scheletri.
[12 marzo 2024]

Massimo Fini cita un san Paolo inesistente
«Comunque nemmeno in Occidente il lavoro è sempre stato un valore. San Paolo lo definisce “uno spiacevole sudore della fronte”», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Non si capisce da dove l’ottantenne editorialista abbia tratto la fantasiosa citazione posta fra virgolette. A prescindere dal fatto che l’aggettivo spiacevole non figura mai nella Bibbia e che il sostantivo sudore compare solo quattro volte (pronunciato da Dio nella Genesi; nel salmo 127; in Ezechiele 44, 18-20; nel Vangelo di Luca 22, 44), in san Paolo gli unici due riferimenti alle tribolazioni quotidiane sono i seguenti: «Ci affatichiamo lavorando con le nostre mani» (1 Corinzi 4, 12) e «Né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi» (2 Tessalonicesi 3, 8). Se ne deduce che il buon Fini ha poca voglia di lavorare: preferisce copiare da Internet proposizioni fasulle.
[31 marzo 2024]

L’ora (legale) di Libero dura 90 minuti
Incipit del servizio di Libero sull’ora legale, firmato da Claudia Osmetti: «Torna l’ora legale e tornano (puntualmente) anche le discussioni attorno all’ora legale. La cattiva notizia è che domattina dormiremo novanta minuti in meno». L’ora legale e mezza.
[30 marzo 2024]

La Ferrari Roma di Fedez non nacque nel 1954
«“Caro Fedez, forse la tua Ferrari Roma non è la prima, forse è la seconda...”. Federico Dotto, padovano, imprenditore nel ramo dei restauri e “foodblogger”, risponde via social al cantante milanese che due giorni fa ha pubblicato su Instagram una storia per mostrare la sua nuova “Ferrari Roma”, una rielaborazione in chiave moderna del bolide del Cavallino uscito nel 1954». Così comincia un servizio di Roberta Polese sul Corriere del Veneto. E comincia male, perché non è mai esistita una Ferrari Roma datata 1954. Il modello della casa di Maranello fu presentato per la prima volta alla stampa internazionale solo dopo 65 anni, nel novembre 2019.
[30 marzo 2024]

I test «piscoattitudinali» della Repubblica
Incipit del pezzo d’apertura sulla prima pagina della Repubblica: «I test piscoattitudinali chiesti per i magistrati dalla Destra scatenano una vasta opposizione, dal Centrosinistra ai giudici stessi». Magistrati retrocessi a pescatori?
[28 marzo 2024]

Il Giornale sposta la capitale d’Israele a Tel Aviv
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «La Normale di Pisa blocca il bando tra Roma e Tel Aviv». Ma il corrispettivo di Roma, capitale d’Italia, è Gerusalemme, capitale di Israele, non Tel Aviv, come peraltro correttamente evidenziato all’interno nel servizio di Andrea Cuomo, il quale specifica che si tratta di una «ritorsione contro l’offensiva di Gerusalemme nella Striscia di Gaza».
[30 marzo 2024]

Gli affari esteri della coppia aperta di The Post
Titolo da The Post Internazionale: «“Mio marito mi ha chiesto una relazione aperta, in due giorni ho avuto 2000 match su Tinder”». La notizia compare nella sezione Esteri. Ci sembra giusto: non si tratta più di affari interni alla coppia, bensì aperti a mezzo mondo.
[17 luglio 2023]

Bobby Solo e le iniezioni di Supradyn effervescente
Sul Corriere della Sera, Giovanna Cavalli intervista Bobby Solo, 79 anni. Il cantante le parla del suo flirt con Olghina di Robilant (la quale, ormai settantenne, ce lo descrisse così in un’intervista: «Io avevo 31 anni, lui 22. Era un sentimentalone tremendo. Non gli andava bene nessuna. Ma se gli scombinavi il ciuffo, diventava carino. Aveva un bel fisico. Una volta ha sfondato l’abbaino e mi è entrato in casa dal tetto. Credeva che fossi chiusa dentro con un altro»). Racconta Bobby Solo: «Che storia, con Olghina di Robilant, la regina della Dolce Vita. Sapeva fare l’amore. Mi ha consumato, ero ridotto a 55 chili, sono svenuto in sala di registrazione, mi fecero iniezioni di Supradyn». Dubitiamo che sia stato possibile. Il Supradyn non è un farmaco, bensì un prodotto da banco che non può essere iniettato, un integratore alimentare venduto sotto forma di compresse, granulato effervescente in bustine e caramelle gommose. Bobby Solo può inventarsi tutte le panzane che vuole, ma una giornalista sarebbe tenuta a non bersele e a non propinarle ai lettori.
[23 marzo 2024]

Per la Cgia di Mestre si va a scuola fino ai 24 anni
L’Ansa riferisce una statistica della Cgia di Mestre: «Nel 2022 i giovani che in Italia hanno abbandonato la scuola prematuramente sono stati 465.0001, pari all’11,5% della popolazione presente nella fascia di età compresa tra i 18-24 anni». A parte l’astrusità del dato numerico, inficiato da un «1» di troppo, a noi pare che si vada a scuola (primaria, secondaria, superiore) dai 6 ai 18 anni mentre dai 19 ai 24 (e più) si va all’università. Quindi se si considera la cifra degli abbandoni scolastici, per calcolare la percentuale sul totale bisogna basarsi sul numero dei giovani tra 6 e 18 anni e non su quello degli ipotetici universitari. Un giorno qualcuno ci spiegherà perché tutti gli organi d’informazione prendano sempre per buona qualsiasi cosa pubblichino la Cgia di Mestre in campo sociale e del lavoro e la Fondazione Gimbe in campo sanitario. Forse perché queste due organizzazioni non istituzionali rilasciano comunicati già bell’e pronti che non richiedono ulteriore lavoro redazionale?
[23 marzo 2024]

I titoli imbrogliati dell’Unità
Titolo dal sito dell’Unità: «Elezioni in Serbia, a Belgrado si torna al voto dopo le proteste per brogli delle opposizioni». Di solito le elezioni vengono truccate da chi già detiene il potere o lo conquista, non dalle opposizioni. Poi leggi il testo e scopri che il voto «era stato fortemente criticato dalle opposizioni: avevano denunciato infatti brogli da parte della maggioranza». Pertanto il titolo giusto doveva essere: «A Belgrado si torna al voto dopo le proteste delle opposizioni per i brogli».
[4 marzo 2024]

Il morto è sconosciuto, però ha 37 anni
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Roma, runner 37enne travolto e ucciso da un’auto davanti all’ingresso di Villa Borghese». Sommario: «Alla guida dell’auto un 26enne, trasportato al policlinico Umberto I per i test su droga e alcol. La polizia al lavoro per identificare la vittima, che non aveva con sé alcun documento». Sarebbe interessante capire come sia stata indovinata l’età del morto senza averlo potuto identificare.
[20 marzo 2024]

Veltroni fa intervistare Giorgio Bocca da Morucci
Walter Veltroni sul Corriere della Sera, parlando delle carte lasciate da Giovanni Leone, defunto capo dello Stato, alcune delle quali relative al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro: «Nei fascicoli che ho consultato Leone ha conservato la fotocopia di un’intervista di Morucci a Bocca». Non sapevamo che Valerio Morucci, uno dei brigatisti rossi che rapirono lo statista dc, avesse intervistato il giornalista Giorgio Bocca.
[28 marzo 2024]

La Repubblica inventa la «cervicale uterina»
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «In Scozia ci sono stati zero casi di tumore alla cervicale uterina grazie al vaccino anti-Hpv». Noi pensiamo che gli «zero casi» siano dovuti al fatto che la cervicale uterina non esiste: la natura è ancora ferma alla cervice uterina.
[3 marzo 2024]

Il «maxi uovo gigante» di papa Francesco
Serena Sartini sul Giornale racconta la lavanda dei piedi praticata da papa Francesco, nel Giovedì santo, alle carcerate di Rebibbia: «Prima di fare ritorno in Vaticano, Bergoglio ha regalato al figlio di una detenuta un maxi uovo gigante». Ma proprio magnum extra-large king size enorme smisurato.
[29 marzo 2024]

Belpietro, pezo el tacón e anca el buso
Nell’editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, esibisce competenze popolaresche scrivendo: «Come si dice in Veneto, peggio il tacon del buso, ovvero peggio il rammendo del buco». Nessun veneto ha mai pronunciato una simile frase nella lingua ibridata di Belpietro, neanche dopo una mezza dozzina di spritz. Ove non bastasse, persino il vocabolario Treccani, alla voce taccone, cita, attribuendolo a Lorenzo Da Ponte, librettista delle opere mozartiane Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte, «il proverbio veneziano pezo el tacón del buso (peggio la pezza del buco), per dire che un rimedio è peggiore del male fatto; anche, ma raro, nella forma italianizzata: non vorrei nel cercare scuse fare, come suol dirsi, peggio il taccone del buco».
[25 marzo 2024]

Mephisto Waltz vaneggia in veneto e pure in inglese
Il coltissimo Mephisto Waltz gareggia in lingua veneta con Maurizio Belpietro e nella rubrica sul Sole 24 Ore, alla quale molto modestamente ha dato il proprio nome, scrive «xe pèso el tacón del buso». Evidentemente ignora che Carlo Goldoni, in Sior Todero brontolon, riporta per otto volte pezo, con la z non con la s. Non che il povero diavolo se la cavi meglio con l’inglese, visto che subito soggiunge: «Da far rigirare nel sacello Elisabetta II, con il suo motto: “Never explain, never complain”». A parte che la frase non fu pronunciata dalla compianta regina, bensì è attribuita da John Morley (in Vita di William Ewart Gladstone, Macmillan & Co., Londra, 1903) a Benjamin Disraeli (1804-1881), primo ministro del Regno Unito, essa è invertita rispetto alla versione riportata dall’ineffabile Mephisto Waltz: «Never complain, never explain». Cioè: «Mai lamentarsi, mai dare spiegazioni». L’esatto contrario di quanto ci costringe puntualmente a fare il satanasso pasticcione del Sole 24 Ore.
[24 marzo 2024]

Sabadin dimentica che la principessa Diana morì
Vittorio Sabadin sul Messaggero: «A causa della malattia che terrà lontana Kate dagli impegni ufficiali, la monarchia britannica si ritrova per la prima volta priva di una giovane principessa». Ci pare che la prima volta si fosse ritrovata nella medesima situazione alla morte della principessa Diana.
[23 marzo 2024]

A Roma c’è la Colonna Troiana. O tempora, o mores!
Titolo dall’edizione romana del Corriere della Sera: «Baltic Adventure, la serie alla Colonna Troiana». L’imperatore Traiano cede il passo alle troie. O tempora, o mores!
[27 marzo 2024]

Il Cdr della Repubblica ignora il congiuntivo
Comunicato del Comitato di redazione della Repubblica, a seguito dell’annuncio che il gruppo Gedi di John Elkann ha ceduto il quotidiano di Genova all’armatore Gianluigi Aponte, patron di Msc crociere: «Il Cdr di Repubblica – nell’esprimere solidarietà ai colleghi de Il Secolo XIX – non può non ricordare come un anno fa i vertici di Gedi si erano affrettati a smentire ulteriori cessioni di testate». Si fossero, si fossero affrettati. Ripartite dal congiuntivo, se non volete anche voi finire in vendita al miglior offerente.
[28 marzo 2024]

La quinta moglie di Murdoch, proprio «di lui», eh!
Didascalia dal Corriere della Sera: «Si sarebbero conosciuti in estate Elena Zhukova e Rupert Murdoch, 67 e 92 anni, quasi 93. Stanno per sposarsi: lei sarà la quinta moglie di lui». Se lo sposa, difficile che possa essere la moglie di un altro.
[9 marzo 2024]

De Tonquédec, il contorsionista della Verità
Incipit di un servizio a firma di François de Tonquédec sulla prima pagina della Verità: «Indagini a luci rosse. Il colonnello dei carabinieri Massimo Giraudo, 59 anni, denunciato per l’invio di video e messaggi osé da Donatella Di Rosa, conosciuta una trentina di anni fa come Lady Golpe». Quindi Giraudo avrebbe inviato ad altre persone video e messaggi osé ricevuti da Di Rosa? No? Allora bisognava prestare attenzione alla preposizione: a non da. Oppure, con maggiore precisione, esprimersi così: «Denunciato da Donatella Di Rosa, conosciuta una trentina di anni fa come Lady Golpe, per averle inviato video e messaggi osé». Più avanti de Tonquédec parla di «record da guiness dei primati». Si scrive Guinness dei primati, con la maiuscola e due n. In seguito attribuisce a un avvocato questa frase: «Una fiction a puntate che dura anni, dove chi viene sentito aggiunge ogni volta un elemento in più per provare a pararsi il collo». Di solito ci si para tutt’altra parte anatomica, come confermato dallo Zingarelli 2024: «Pararsi il culo, (figurato, volgare) premunirsi, tutelarsi».
[23 marzo 2024]

La canzone del Bologna citata a orecchio
«Il Bologna è tornato nell’alta classifica come nel suo fastoso passato, quello degli anni ’30 con la “Squadra che tremare il mondo fa”», scrive Fernando Pellerano sul Corriere della Sera. Citazione a orecchio. Come ricorda Alfio Caruso in Un secolo azzurro (Longanesi) il ritornello suonava così: «Il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa». Dello stesso parere Fabrizio Calzia e Francesco Caremani, autori di Angeli e Diavoli rossoblù (Bradipo libri), che ne spiegano in questo modo la genesi: tra il febbraio 1935 e l’ottobre 1939, l’allenatore Árpád Weisz condusse i rossoblù alla conquista di due scudetti e del torneo di Parigi e «fu proprio con lui in panchina che al Littoriale il pubblico bolognese iniziò a cantare “Il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa”».
[6 marzo 2024]

Il Papa adesso ha la bronchite alle spalle
Titolo dal Messaggero Veneto: «Il Papa è tornato a leggere / La bronchite è alle spalle». Salvi i polmoni, apprensione per le scapole.
[26 marzo 2024]

Sechi e Giannini, insalata russa letteraria
La Russia batte in testa. Incipit dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «La storia ha un’infinità di sceneggiature e combinazioni, quella della Russia, nell’apparente sonnolenza da romanzo di Oblomov, riserva sempre dei colpi di scena». Scritta così, sembra che Oblomov sia un autore, mentre Oblomov è il titolo del romanzo pubblicato nel 1859 da Ivan Aleksandrovič Gončarov. Per non essere da meno sul piano letterario, Massimo Giannini, ex direttore della Stampa, oggi editorialista della Repubblica, gli fa eco: «Come negli anni Venti del Novecento, vale adesso quello che scrisse allora Isaac J. Singer: “Io elimino te e tu elimini me… io ti massacro oggi, tu mi massacri domani: perché tutti questi ammazzamenti? Non siamo tutti uguali, tutti fratelli?” (La nuova Russia, Adelphi)». Peccato che l’autore di quel libro sia invece Israel Joshua Singer, che di Isaac Bashevis Singer era il fratello.
[23 marzo 2024]

Gli 11 milioni «mai dichiarati a Dell’Utri»
Titolo dalla prima pagina della Republica: «Sequestrati 11 milioni mai dichiarati a Dell’Utri, dono di Berlusconi». Quindi Dell’Utri è come l’Agenzia delle entrate, alla quale vanno dichiarati i milioni che si ricevono? No? Allora bisognava scrivere: «Sequestrati a Dell’Utri 11 milioni mai dichiarati».
[22 marzo 2024]

La Stampa cambia la geografia dell’Italia
La sezione economia e finanza della Stampa ospita una cartina geografica dell’Italia che riporta la situazione della banda ultralarga (fibra ottica e wireless) per Internet, nella quale la Basilicata diventa il Molise e la Calabria diventa la Basilicata. Titolo del servizio: «Banda lenta». E redazione allo sbando.
[29 marzo 2024]

Per Guerrera la regina Elisabetta era una reggente
Antonello Guerrera, corrispondente da Londra per La Repubblica, parla della doppia sofferenza capitata all’erede al trono William, angosciato per i tumori che hanno colpito la moglie e il padre, e osserva: «Certo il 41enne principe ereditario e marito di Kate Middleton sembra sottoposto a prove sempre più dure, che mai si erano viste durante la reggenza di Elisabetta II». La reggenza viene esercitata da un reggente, cioè da chi governa sovranamente lo Stato nel caso di minorità, malattia o assenza del re. Essendo Elisabetta II una regina, il suo fu un regno, non una reggenza. Prenda nota, Guerrera.
[23 marzo 2024]

Trapianto su paziente «in vita»: meglio che morto
Titolo dal Corriere della Sera: «Il rene di maiale trapiantato su un paziente ancora in vita». Trapiantarlo su un paziente già morto non avrebbe avuto molto senso.
[23 marzo 2024]

Il Caffè corretto della Verità va di traverso
Sulla Verità, la rubrica Caffè corretto di Gustavo Bialetti comincia così: «Botta e risposta, su X, tra il nostro vicedirettore, Francesco Borgonovo, e l’editorialista kennedyiano di Repubblica, Gianni Riotta». Si scrive kennediano. Poco oltre: «E poi bisognerebbe capire quanto poi sia indipendente uno studio fatto da un ateneo “yankee”». Ricorda la canzone di Mina: «Ricominciare e poi / che senso ha? / Fare l’amore e poi?». Riferendosi (poi) alla Columbia University, Bialetti conclude: «Una forma di delegittimazione che non rientra nei parametri del buon giornalismo, Columbia o meno che tenga». Locuzione assai bizzarra che riecheggia malamente l’unica – «non c’è santo (che tenga)» – contemplata dallo Zingarelli 2024.
[20 marzo 2024]

Montefiori e i figli della principessa Charlotte
Secondo Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della Sera, «Charlotte Casiraghi ha due figli, di 10 e 5 anni, nati dalla relazione con il produttore Dimitri Rassam». Non è così: il primogenito Raphaël è nato nel 2013 dalla relazione della principessa con il comico, attore e regista Gad Elmaleh (la coppia si è separata nel 2015), mentre il secondo, Balthazar, nato nel 2018, è davvero figlio di Rassam.
[15 marzo 2024]

Scaramuzzi trasforma von Balthasar in un tedesco
Iacopo Scaramuzzi, vaticanista della Repubblica, attribuisce a suor Linda Pocher, che presenta come la più potente delle donne «entrate nella stanza dei bottoni» di papa Francesco, l’idea che l’ostacolo al sacerdozio femminile derivi da una «teoria» elaborata dal «teologo tedesco Hans Urs von Balthasar». Nato a Lucerna e morto a Basilea nel 1988 poche ore prima di essere creato cardinale, von Balthasar non era tedesco ma svizzero. Trattandosi di uno dei maggiori teologi del Novecento, è come se un cronista sportivo scrivesse che Pelé era argentino. Non ci sono più i vaticanisti e le suore di una volta, evidentemente. Bisogna poi aggiungere che, non pago dell’errore, il minuzioso Scaramuzzi elenca diversi nomi di donne, incorrendo in imprecisioni su cui sotto Pasqua conviene pietosamente sorvolare. Ma non si può passare sotto silenzio che il vaticanista evochi un inesistente documento dal titolo Ordinario sacerdotalis, che ovviamente è la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis con la quale Giovanni Paolo II nel 1994 ribadiva che l’ordinazione sacerdotale è riservata agli uomini.
[18 marzo 2024]

Simona Agnes ribattezzata Simonetta
Nel titolo di un servizio della Verità relativo alla Rai, si legge: «Simonetta Agnes (Fi) verso la presidenza». Idem nella didascalia: «Simonetta Agnes». Trattasi di Simona Agnes, come peraltro riportato correttamente nel testo. Non sappia la mano sinistra del titolista ciò che scrive la mano destra del redattore.
[23 marzo 2024]

Gergolet fa rinascere Ratzinger a Ratisbona
Mara Gergolet parla sul Corriere della Sera di Gloria Thurn und Taxis, nota «come la “principessa punk” della Germania»: «Da quando fu eletto papa Ratzinger, nato a Ratisbona, è molto ben introdotta nelle cerchie vaticane». Benedetto XVI era nato a Marktl am Inn, non a Ratisbona, città nella quale fu docente. Gergolet dovrebbe saperlo: è la corrispondente da Berlino.
[17 marzo 2024]

I carabinieri tengono gli arrestati in barrique?
Titolo dal sito del Mattino di Padova: «Dal 2016 il padovano Davide Salmaso è l’esperto delle trattative con i barricati dei carabinieri». I carabinieri terranno gli arrestati in barrique? O Salmaso sarà semplicemente l’esperto dei carabinieri nelle trattative con coloro che si barricano in casa?
[27 febbraio 2024]

«I camorristi di don Patriciello»: parroco o boss?
Titolo dalla prima pagina del Corriere della Sera: «La lotta ai camorristi di don Patriciello». Il prete campano è diventato un camorrista a capo di una cosca? No? Allora il titolo avrebbe dovuto essere: «La lotta di don Patriciello ai camorristi». Solo che nello spazio previsto questo titolo non ci stava. L’impaginazione genera mostri. Antico problema dei giornali.
[27 febbraio 2024]

I peperoni e gli «anni di Piombo» di Veronica Gentili
Incipit della rubrica Facce di casta, tenuta da Veronica Gentili solo (per fortuna) il lunedì sul Fatto Quotidiano: «Sarà che la ruota ha finito di girare dal verso giusto». Poiché la frase è riferita al senso di marcia, alla direzione, Gentili avrebbe dovuto scrivere «per il verso giusto», su calco delle locuzioni «procedere per il suo verso, per il giusto verso» e «prendere qualcuno per il suo verso, per il verso giusto» (Lo Zingarelli 2024). Ma non ci si può attendere di queste finezze da una giornalista che poco oltre aggiunge: «La sedicente audacia del Segretario sembra riproporsi a molti come i peperoni», dove alla ridicola iniziale maiuscola che di solito Gentili riserva alle cariche e financo ai mesi dell’anno si aggiunge una misterica comparazione con gli ortaggi. Chiusura in bellezza: «C’è chi a destra sembra talmente affezionato agli anni di Piombo da richiamarli in causa anche nelle situazioni meno plausibili». Saremmo stati disposti a tollerare l’ennesima maiuscola per «anni», seppure incongrua, ma risulta francamente incomprensibile il rispetto reverenziale che Gentili nutre per il vile metallo.
[18 marzo 2024]

Mattarella è a conoscenza di molestie accettabili?
Prima pagina del Corriere della Sera. Occhiello: «8 marzo, il monito di Mattarella». Titolo: «“Contro le donne violenze e molestie inaccettabili”». Restiamo in attesa di ricevere dal Quirinale un elenco di quelle accettabili.
[9 marzo 2024]

Sulla Repubblica tre premier nell’ordine sbagliato
Didascalia dalla prima pagina della Repubblica: «Da sinistra: Yousaf (Scozia), Sunak (Regno Unito), Gething (Galles)». Nelle tre foto dei premier, due sopra e una a sinistra della didascalia, in realtà si vedono Sunak, Gething e Yousaf. Sempreché alla Repubblica sia ancora vigente la consuetudine occidentale di leggere da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. In caso contrario, la didascalia doveva cominciare così: «Da sinistra in basso, in senso orario».
[18 marzo 2024]

Chi è «la colei» che fa battere il cuore di Zenzola?
Da Fanpage.it: «Mattia Zenzola è fidanzato. Chi è la colei che ha fatto battere il cuore al ballerino, e anche partner di ballo conosciuta proprio durante la partecipazione al talent show condotto da Maria De Filippi». Devono aver assunto in redazione Cetto La Qualunque.
[10 marzo 2024]

Siamo finiti su un non binario morto
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Adolescente non binario muore dopo una lite nei bagni della scuola: “Ucciso dalle politiche anti trans”». Siamo finiti su un non binario morto.
[7 marzo 2024]

Server partner: trattasi di sesso informatico?
Titolo dal sito della Repubblica: «Ita e la frenata di Lufthansa: “Solidi anche da soli, ma server partner”». L’informatica trionfa o trattasi di un nuova concordanza del verbo servire con il sostantivo partner?
[4 marzo 2024]

Renzo Rosso «s’impalca» e viene segato
Carlo Cambi sulla Verità: «Renzo Rosso contesta il prezzo, ma non sembra avere tante scelte: o prende questa way out oppure s’impalca in una contesa legale senza possibilità di armistizio». Il verbo impalcare ha due significati: «costruire con assi e travi il palco di una stanza» e «regolare la crescita e la forma di un albero mediante la potatura». Che Rosso volesse essere segato? (In ogni caso, c’è riuscito: l’hanno estromesso dalla Masi, la cantina dell’Amarone quotata in Borsa).
[12 marzo 2024]

La «seconda stories» di Domani
«La seconda stories invece contiene un estratto dell’articolo che Domani ha dedicato a Marcello Minenna, ex direttore dell’agenzia delle Dogane indagato per corruzione, e Donato Ammaturo, editore dell’Espresso da maggio 2023». Devono decidersi: o «story» o «seconda delle stories». Stories non si può usare al singolare, per il semplice fatto che in inglese è plurale.
[7 marzo 2024]

Tutti sbagliati i numeri della Piaggio sul Corriere
Titolo dalle pagine economiche del Corriere della Sera: «Piaggio, utile record a 91 milioni nel 2023. Su il dividendo a quota 20,5 euro». Occhiello: «Balzo del 73%». Il testo conferma: «Verrà suggerito un dividendo di 20,5 euro contro i 18,5 euro dell’anno scorso». A parte che l’utile ha avuto un aumento del 7,3 per cento non del 73 (cioè un decimo del balzo da record), il dividendo è di 0,205 euro (un centesimo di quanto annunciato). Analogo discorso per il dividendo dell’anno scorso: non 18,5 euro, bensì 0,185. Esempi di economia virtuale.
[5 marzo 2024]

La persona «un po’ squilibrato» dell’Unità
Dalla prima pagina dell’Unità: «Il Senato ha dato il via libera al provvedimento che istituisce i test psico-attitudinali per i magistrati. Di che si tratta? Di una misura che prevede un controllo sulle condizioni psichiche di tutti i magistrati, per evitare di avere persone mentalmente non stabili in un ruolo molto delicato e con un enorme potere. L’idea è che se devo dare a una persona la possibilità di rovinarti la vita e magari di mandarti in prigione per molti anni, è meglio essere sicuro che quella persona non sia un po’ squilibrato». Titolo: «Se fanno il test li bocciano tutti...». Anche se fanno l’esame di terza elementare ai redattori dell’Unità.
[29 febbraio 2024]

Chiavi false che però aprono le porte, quindi vere
Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera rievoca la figura di Italo De Witt, il rapinatore che il 3 novembre 1995 prese in ostaggio 15 persone nell’agenzia del Credito italiano in piazza di Spagna a Roma: «Un colpo che fece epoca, se non altro per la location prescelta dalla batteria criminale, che entrò in azione durante la pausa pranzo sorprendendo alle spalle gli impiegati e una guardia giurata e aprendo di nascosto con un mazzo di chiavi false la porta sul retro». Se sono chiavi che aprono le porte, devono senz’altro essere vere.
[18 febbraio 2024]

Si coalizzano contro gli agenti, ma non per Il Gazzettino
Titolo dal sito del Gazzettino: «Follia a Mestre. Madre 54enne e figlio 25enne litigano furiosamente in strada, intervengono gli agenti e si coalizzano contro di loro». Gli agenti coalizzati contro madre e figlio? Non c’è più la polizia di una volta.
[5 febbraio 2024]

Nuzzi, il revisionista della lingua italiana
Gianluigi Nuzzi, sulla Stampa, nell’articolo intitolato «I revisionisti della giustizia», prende duramente posizione contro chi contesta le sentenze di colpevolezza pronunciate nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi nonché di altri assassini condannati in via definitiva. La morale finale è fulminante: «Finché la magistratura non rimetterà tutto in ordine alla delegittimazione sarà derogato l’enorme potere di dettare legge». Se abbiamo capito bene dove vuol andare a parare Nuzzi, per lui la locuzione «derogare a...» significa «consegnare a...», esattamente il contrario di quello che finora stabilivano le sentenze dei dizionari (definizioni di derogare nello Zingarelli 2024: venir meno, rinunciare; contravvenire; non attenersi; discostarsi; porre con un provvedimento legislativo un’eccezione rispetto alla regola contenuta in altra norma giuridica; nuocere a qualcuno o a qualcosa, pregiudicare qualcuno; eludere, trasgredire). Insomma, ci sono «i revisionisti della giustizia» e poi c’è Nuzzi, «il revisionista dell’italiano».
[4 marzo 2024]

Romagnoli e «la prima cosa bella» di un mese fa
La prima cosa bella è il titolo della rubrica che, sulla terz’ultima pagina della Repubblica, lo scrittore Gabriele Romagnoli dedica al giorno appena spuntato: «La prima cosa bella di lunedì 11 febbraio 2024 è negoziare. È un’arte, una tecnica, non è mai una resa, ma l’alternativa (migliore) all’idea di combattere finché ne resti uno solo». Peccato che sia uscita l’11 marzo (e che l’11 febbraio fosse domenica, non lunedì). La prima cosa brutta, con un mese di ritardo.
[11 marzo 2024]

La Repubblica e il lancio di «paracaduti» su Gaza
Titolo dal sito della Repubblica: «Lancio di aiuti su Gaza, alcuni paracaduti non si aprono: i pacchi precipitano sulla folla». I famosi paracaduti di guerra. (Il sostantivo paracadute resta invariato al plurale).
[10 marzo 2024]

Il «più Papa» della Verità
Titolo dalla Verità per marcare la differenza fra Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger: «Francesco rivede il rapporto col predecessore: “Usato contro di me. Ma se fossi costretto a lasciare, non mi farei chiamare più Papa». Esiste anche il meno Papa? No? Allora bisognava scrivere: «Non mi farei più chiamare Papa».
[15 marzo 2024]

Labate fra «sbruffare» il cittadino
Per descrivere la situazione «delle decine e decine di cantieri aperti nella Capitale all’alba del Giubileo», con il sindaco Roberto Gualtieri che li magnifica in una serie di video social, Tommaso Labate sul Corriere della Sera ricorre a queste tre immagini: «Il cittadino sbruffa, il negoziante si inalbera, l’automobilista impazzisce nel traffico». È vero che il Grande dizionario della lingua italiana dà la seguente definizione del verbo sbruffare: «Emettere dalla bocca o dal naso, sbuffando rumorosamente, spruzzi di saliva o di un liquido immesso o penetrato nella bocca stessa (con particolare riferimento ad animali)». Ma qui, trattandosi di uomini, forse bastava il meno repellente sbuffa.
[10 marzo 2024]

Avvenire : «No ai preti imprenditori». E i paolini?
Avvenire dà conto, in un titolo, del verbo bergogliano: «“No a sacerdoti imprenditori o padroni”». Bel problema. Quindi, tanto per cominciare, dovrà dimettersi l’intero management del gruppo editoriale San Paolo, media company che pubblica Famiglia Cristiana, Credere, Il Giornalino, Jesus, Benessere e Gazzetta d’Alba; ha una casa editrice con 3.400 titoli in catalogo; conta 33 librerie in Italia; svolge attività commerciali multimediali, audiovisive, musicali; esercita la vendita diretta di grandi opere con pagamento rateale; controlla l’emittente televisiva Telenova; possiede la San Paolo Digital srl, che coordina e supporta lo sviluppo delle attività Internet e new media del gruppo. Il presidente Gerardo Curto, l’amministratore delegato Antonio Rizzolo, il direttore generale Giuseppe Musardo, il consigliere d’amministrazione Roberto Ponti e il direttore amministrativo e finanziario Franco Soliman sono infatti tutt’e cinque sacerdoti.
[9 febbraio 2024]

La «scherma minorenne» del Corriere della Sera
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Stupro di gruppo a Chianciano, la denuncia di una campionessa di scherma minorenne». Non sapevamo che esistesse anche la scherma maggiorenne.
[3 marzo 2024]

Zoppini, ovvero la sostanza priva di forma
Editoriale di Andrea Zoppini sul Sole 24 Ore: «Come scrive già negli anni 50 Tullio Ascarelli c’è un legame sottile e profondo tra ordinamento degli studi e orientamento della dottrina, atteso che egli ci dice – parafrasando Hegel e Goethe nulla più delle istituzioni rappresentano la forma della sostanza». Ovvero quando la sostanza manca di forma.
[27 febbraio 2024]

«Nel giro di un amen»? Non basta «in un amen»?
Monica Colombo sul Corriere della Sera parla di Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, accusato di evasione fiscale, per il quale la Procura provinciale della capitale spagnola ha chiesto 4 anni e 9 mesi di carcere: «Una notizia che nel giro di un amen ha occupato i siti web di mezzo mondo». La locuzione in un amen significa già «in un attimo», periodo di tempo talmente breve che non abbisogna di ulteriori specificazioni.
[7 marzo 2024]

Il linguaggio futurista di Google News
Google News riporta un titolo del Post: «Lannosa questione delleredità degli Agnelli, spiegata». Spiegata proprio bene. (Sul sito del Post il titolo è corretto, con gli apostrofi).
[12 febbraio 2024]

I tre rottweiler «erno» due, per di più impazziti
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Sbranato da tre rottweiler». Titolo sottostante: «L’assalto, le ferite: “Quei due cani erno impazziti”». Quasi come il redattore di turno.
[13 febbraio 2024]

Giuseppe Conte in carica sulla compagna
Dall’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «L’unico premier ad aver subìto controlli quando era in carica sulla compagna Olivia Paladino e la di lei famiglia (la sorella e il padre), poi sull’amico avvocato Guido Alpa e l’ex collega di studio Luca Di Donna, è Giuseppe Conte». Non dubitiamo che Conte fosse molto in carica quando era sull’avvenente compagna, ma forse Travaglio avrebbe dovuto costruire diversamente la frase. Per esempio così: «L’unico premier, quando era in carica, ad aver subìto controlli sulla compagna», eccetera.
[7 marzo 2024]

Roncone inventa l’aggettivo «sicofante»
In un pezzo sul Corriere della Sera, dedicato alle elezioni in Abruzzo, Fabrizio Roncone parla di «maschere sicofanti». Ma sicofante (nella Grecia antica, accusatore di professione, calunniatore, ricattatore; nella Roma antica, imbroglione; per estensione, delatore, spia, calunniatore) non è un aggettivo, bensì un sostantivo. Tutt’al più avrebbe dovuto scrivere «maschere di sicofanti».
[10 marzo 2024]

Il luogotenente Striano promosso tenente
Prendiamo atto che l’ormai ben noto Pasquale Striano, al centro dello scandalo degli accessi abusivi alle banche dati, inizialmente ispettore della Guardia di finanza, con il grado di luogotenente, è stato promosso ufficiale, con il grado di tenente, da Giovanni Bianconi e Fabrizio Caccia (Corriere della Sera), Grazia Longo (La Stampa), Felice Manti (Il Giornale), Erika Pontini (Quotidiano Nazionale), nonché dall’Ansa e da Rai News. Però non si capisce se lo fosse già fin dal primo giorno o se abbia fatto carriera nel giro di una settimana.
[dal 4 all’11 marzo 2024]

Il «pungiball» di Alessandro Piperno
Alessandro Piperno sulla Lettura: «Aveva un pungiball che pendeva dal soffitto». Trattasi dell’italianizzazione, non infrequente in Rete e anche sui giornali, dell’inglese punching ball (palla di cuoio che il pugile colpisce per allenarsi), ridicolmente evocativa, dato che esistono il pungidito e il pungitopo, della quale non vi è traccia nei dizionari, neppure in quello dei neologismi della Treccani. Essendo uno scrittore, Piperno dovrebbe saperlo.
[10 marzo 2024]

Così scrive De Angelis, «ca va san dire»
Se ti esprimi in una lingua straniera, almeno fallo bene. Sennò la sciccheria si trasforma in scioccheria. Alessandro De Angelis rifila ai lettori della Stampa un «ca va san dire». Espressione misteriosa che, essendo riferita a Daniela Santanchè, originaria di Cuneo, al quotidiano torinese deve essere stata interpretata come un motto locale, comprensibile a chi abbia fatto il militare nella Provincia Granda, al pari di Totò e altri uomini di mondo. Che san dire sia il nemico di san tacere? Più probabile invece che De Angelis volesse usare l’espressione idiomatica francese ça va sans dire (ciò va senza dirlo) nel senso di «va da sé» o di «ovvio». Troppo banale per un De Angelis.
[4 marzo 2024]

L’Ansa e il cibo proibito per l’eredità
Titolo dall’Ansa: «Uccide la zia con cibo proibito per l’eredità, arrestata». Prendete nota: la successione dipende dal menu.
[22 febbraio 2024]

François de Tonquédec conoscerà almeno il francesce?
«Probabilmente sono state due verifiche sul nome del ministro della Difesa Guido Crosetto a porre fine alla proficua collaborazione delle tre firme de Il Domani, Giovanni Tizian, e Stefano Vergine, e Nello Trocchia con il finanziere Pasquale Striano». Inizia così un articolo di François de Tonquédec sulla Verità. Ma la testata si chiama Domani, senza l’articolo determinativo Il. E non si vede la necessità della congiunzione e ripetuta due volte, mentre sarebbe stata necessaria una virgola dopo Trocchia. Più avanti de Tonquédec riporta questa frase: «“Cosi Crosetto ha incassato milioni di euro da Leonardo”». Dovendo escludere che intendesse riferirsi ai due cosi (nel senso di attributi) del ministro Crosetto, al posto suo avremmo messo l’accento: così. Più avanti: «Articoli che hanno spinto il titolare della Difesa a rivolgersi alla Procura di Roma per scoprire chi aveva compulsato le sue dichiarazioni dei redditi». Serviva il congiuntivo: chi avesse. Poco oltre: «E evidenziano». La d eufonica è prescritta quando la congiunzione è posta davanti a parola che comincia con la medesima vocale: ed evidenziano. In seguito si legge: «Il leader della lega». Non trattandosi di lega metallica, ma della Lega di Matteo Salvini, occorreva l’iniziale maiuscola. Ci auguriamo che de Tonquédec se la cavi meglio con il francese.
[3 marzo 2024]

La Stampa trasferisce Vicenza in Piemonte
Titolo dalla pagina Facebook della Stampa: «Nel Torinese. Vicenza, lite in famiglia: accoltellato un 22enne, è grave». Torino caput mundi.
[26 febbraio 2024]

Gli svarioni di Andrea Riccardi su Avvenire
Su Avvenire, lo storico Andrea Riccardi elargisce a piene mani cultura a proposito del libro-intervista di Massimo Franco con il prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, il vescovo barnabita Sergio Pagano, e scrive tra l’altro che il prelato «si riconosce» in papa Montini, aggiungendo subito dopo che «Paolo VI va all’Onu nel 1964, la prima volta di un papa». A differenza dell’archivista vaticano, l’illustre storico dimostra di conoscere poco il pontefice bresciano, che visitò l’assemblea delle Nazioni unite il 4 ottobre 1965, non 1964. E per un esperto di Pio XII, quale indubbiamente è, il fondatore di Sant’Egidio sbaglia il nome di Rolf Hochhuth, il drammaturgo tedesco autore del Vicario che prese di mira papa Pacelli, scrivendo «Hocchut».
[7 marzo 2024]

L’aritmetica del Fatto Quotidiano: 99 + 7 = 100
L’aritmetica secondo Il Fatto Quotidiano, nella rubrica La cattiveria, firmata da Silvio Perfetti: «Il 92% degli studenti italiani è orgoglioso di essere nell’Unione europea. L’altro 7% ha capito la domanda». Ma 92 più 7 fa 99, non 100. (Né si può ipotizzare un 1 per cento di indecisi: l’articolo determinativo – «l’altro 7%» – renderebbe implausibile la stiracchiata giustificazione).
[2 marzo 2024]

Qualcuno accalappi Grazia Sambruna
Grazia Sambruna parla di Nicholas, concorrente del programma tv Amici, sul sito del Corriere della Sera: «Non è stato scelto in qualità di ballerino, ma di pedina accallappia-share e arruffapopoli». E ancora: «Pedina è stato (e pedina rimane) di una pagliacciata accallappia-share». Siamo inclini a condonare i refusi. Questi, ripetuti, hanno l’aria di non essere tali.
[4 marzo 2024]

Troppi colpi per un titolo solo
Titolo dalla Verità: «Colpo basso dell’Ue: “Dobbiamo blindare lo Stato di diritto a colpi di sanzioni”». Che mi venga un colpo.
[23 febbraio 2024]

Più che un titolo parrebbe un indovinello
Titolo dalla Stampa: «Cosa direte ai vostri figli dopo aver picchiato la mia?». Tutto chiaro.
[25 febbraio 2024]

Ultime news dalla Rai: «Il Garda è pieno di acqua»
Titolo da Rai News: «Il lago di Garda è pieno di acqua». Ma no!
[26 febbraio 2024]

È un fatto che Palombi non conosce la grammatica
Incipit della rubrica Rimasugli di Marco Palombi sul Fatto Quotidiano: «Nel pianeta delle Giorgie». Sbagliato. I plurali dei sostantivi femminili che terminano con -cia o con -gia perdono la i quando la sillaba finale è preceduta da una consonante e invece la mantengono quando è preceduta da una vocale. Vale anche per i nomi propri. Quindi Giorgia diventa Giorge, così come forgia diventa forge, mentre Luigia diventa Luigie. Rimasugli di grammatica. A conoscerla.
[2 marzo 2024]

Robinson ha risuscitato Gabriel García Márquez
Robinson, supplemento culturale della Repubblica, commemora il decimo anniversario della morte di Gabriel García Márquez (avvenuta a Città del Messico il 17 aprile 2014), dedicandogli la copertina e il servizio d’apertura. La didascalia di pagina 3 recita: «Lo scrittore (al centro) a Los Angeles nel luglio del 2017 ritratto insieme ai figli adulti: Gonzalo a sinistra e Rodrigo a destra». Non sapevamo che fosse anche risorto.
[3 marzo 2024]

La Verità è che i valichi ora sono diventati «i valici»
Titolo dalla Verità: «Migranti ai valici usati come pusher». Non ci sono più i valichi di Alessandro Manzoni: «Renzo, salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto» (I Promessi Sposi).
[3 marzo 2024]

Libero interferisce con la lingua italiana
Titolo da Libero: «“Non interferisco sui miei cronisti”». Frase di Carlo De Benedetti, editore di Domani, con errore incorporato (ammesso che l’abbia pronunciata in questi termini). Interferire è un verbo intransitivo che prevede due significati, con due diverse costruzioni. La prima – ingerirsi, intromettersi – richiede la preposizione in: «Interferire nelle decisioni». La seconda – sovrapporsi creando ostacoli o difficoltà – richiede la preposizione con: «La nuova inchiesta non interferisce con quella già in corso». La preposizione sui non è contemplata nello Zingarelli 2024. Ma a Libero fanno un liberissimo uso della lingua italiana.
[5 marzo 2024]

La Stampa «sventa» il decesso di un uomo
Occhiello da un titolo della Stampa: «Nei giorni scorsi sventato il decesso di un uomo». Sventare significa far fallire, rendere vano. Di solito si sventano le rapine e le congiure. Per le morti serve un’esperienza che hanno solo a Torino.
[18 febbraio 2024]

Eleonora Barbieri cade sulle Annales
Sul Giornale, un originale articolo di Eleonora Barbieri racconta la vita del grande fisico belga Georges Lemaître, prete cattolico, considerato il «padre del Big Bang», anche se il termine venne coniato nel 1949 dal collega Fred Hoyle. Lo studioso belga, già nel 1927, aveva infatti pubblicato «il suo lavoro in francese e quindi il suo articolo, diciamo così, viene “letto poco”», spiega l’astrofisico Massimo Capaccioli alla collega Barbieri. Che scivola poco dopo proprio sul francese, ricordando che l’articolo del prete scienziato uscì «sugli Annales de la Société Scientifique de Bruxelles»: annales in francese è un sostantivo femminile plurale, e dunque bisognava scrivere «sulle Annales».
[21 febbraio 2024]

Gressi confonde il giorno con il verbo dire (come la Cei)
«E anche quelli che pensano di non essere degni di sedere alla sua mensa, lo stesso la invocano: “ una sola parola e io sarò salvato”», scrive Roberto Gressi sul Corriere della Sera, riferendosi a Emma Bonino. Ma , con l’accento, è la forma letteraria di giorno. L’imperativo presente del verbo dire è di’, con l’apostrofo. È vero che Lo Zingarelli 2024 segnala come forma in disuso, ma il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia non ne fa proprio menzione: per l’imperativo riporta solo di’. Comunque, Gressi è in buona compagnia, giacché, nella Bibbia presente sul sito ufficiale del Vaticano (versione approvata dalla Conferenza episcopale italiana), il versetto dal capitolo 8 del Vangelo di Matteo contiene lo stesso errore: «Ma il centurione riprese: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”».
[13 febbraio 2024]

Ma che ci avrà Veronica Tomassini contro Serianni?
Veronica Tomassini sul Fatto Quotidiano: «La fiammiferaia, c’avrà avuto ’sta poveraccia un nome e un cognome?». Come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, che deragliano fin dai tempi in cui imperversava il pm Antonio Di Pietro con il suo «che c’azzecca?», Tomassini ignora la regola enunciata dal linguista Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (Utet), a proposito della particella pronominale o avverbiale ci: «Con ci e gli l’elisione può essere espressa graficamente solo se la vocale seguente è una “i” (c’insegna, gl’ingiunse) e in c’è, c’era, ecc.». Qualche esempio dalla letteratura italiana, così Tomassini può ripassare la lezione: «Egli ci avrà mille modi da fare» (Giovanni Boccaccio, Decameron); «Ci avrà apportata a gli orecchi la partita del serenissimo signor principe» (Torquato Tasso, Lettere); «Se verrà da me, ci avrà poco gusto» (Carlo Goldoni, La donna volubile); «E non ci avrà forse alcuno dei nostri lettori milanesi» (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi); «Se non ci avrà nociuto» (Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri); «Il mondo non ci avrà perduto nulla» (Ippolito Nievo, Novelliere campagnolo); «Lo zio Crocifisso ve la venderà, se ci avrà il suo guadagno» (Giovanni Verga, I Malavoglia); «Ma lei ci avrà parenti, laggiù, m’immagino!» (Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal).
[18 gennaio 2024]

Scaramuzzi mischia i due Berlinguer
Iacopo Scaramuzzi sulla Repubblica parla di un libro del giornalista Luca Kocci con l’introduzione del vescovo Luigi Bettazzi e afferma che «è l’ultimo scritto del padre conciliare, scomparso di recente, noto per la sua corrispondenza con Luigi Berlinguer». Poco noto a Scaramuzzi, però: si trattava di Enrico Berlinguer, non del cugino.
[10 gennaio 2024]

Persino Tex maltratta la grammatica
Nel numero 749 dell’album mensile Tex, intitolato «I pirati del Borneo», tocca con dolore segnalare il primo errore di grammatica in cui incorrono i mitici eroi del fumetto creato da Sergio Bonelli e Aurelio Galleppini. A Kit Carson, amico di Tex Willer, a pagina 52 viene attribuita questa frase: «Ma il covo della Tigre Nera era un isola, no?». L’apostrofo, manca l’apostrofo! Dove arriveremo, di questo passo?
[marzo 2023]

Flavia Perina a scuola di «latinorum»
Flavia Perina sulla Stampa: «Ma l’elenco degli esempi potrebbe estendersi all’infinito, come conferma in qualche modo la dichiarazione di un senjores, il ministro Adolfo Urso». Deve trattarsi di uno junior cresciutello. (Si scrive senior, con la i non con la j, e il plurale in latino è seniores, ma non si capisce perché Perina usi il plurale).
[25 febbraio 2024]

Lucia Annunziata cambia nome al segretario di Stato
Incipit dell’editoriale di Lucia Annunziata sulla prima pagina della Stampa: «Col solito tono “di lavoro”, il Segretario di Stato Usa Anthony Blinken ha annunciato il ritorno al Memorandum Hansell». Ignoriamo in che cosa consista il «tono “di lavoro”», ma, volendo lavorare accuratamente, Annunziata avrebbe dovuto scrivere Antony Blinken, senza la h nel nome, come risulta dal sito ufficiale del Dipartimento di Stato (www.state.gov/secretary) e come dovrebbe ben sapere una giornalista che ha lavorato dagli Stati Uniti per Manifesto, Repubblica e Corriere della Sera, fondato e diretto un’agenzia di stampa nata dall’Associated press e sposato un collega americano.
[25 febbraio 2024]

La «messa assegno», nuovo rito di Chiara Ferragni
Google News riporta un titolo dal sito RomaIt.it: «Chiara Ferragni, l’ultima strategia messa assegno dalla nuova società di comunicazione». Non vorrà mica lucrare anche sulle elemosine in chiesa?
[17 gennaio 2024]

Sideri poco siderale: non conosce l’astronauta Aldrin
«Peraltro il Made in era già sbarcato sulla Luna nel 1969: la bandiera piantata da Oldrin diede fama al North Carolina: era Made in NC», scrive Massimo Sideri in un corsivo sul Corriere della Sera. L’astronauta dell’Apollo 11 che calpestò per secondo il suolo lunare dopo il comandante Neil Armstrong si chiama in realtà Buzz Aldrin.
[11 febbraio 2024]

Fabrizio d’Esposito, molto vagante, poco chierico
Fabrizio d’Esposito nella rubrica Il chierico vagante sul Fatto Quotidiano si cimenta, a puntate, con la massoneria in Vaticano e, nella seconda, scrive di una visita apostolica affidata da Paolo VI «a un cardinale canadese, Édouard Joseph Gagnon». Ma il prelato, che apparteneva all’ordine dei sulpiziani e si chiamava Édouard, non Édouard Joseph, ricevette la porpora nel concistoro del 25 maggio 1985 da Giovanni Paolo II, quando papa Montini era morto da quasi sette anni. Canadese, e suo quasi omonimo, è Richard Joseph Gagnon, dal 2013 arcivescovo di Winnipeg, in Canada. Nella terza puntata, d’Esposito inciampa ancora nella medesima omonimia scrivendo che «Paolo VI affidò la Visita Apostolica all’arcivescovo canadese Édouard Joseph Gagnon»; sbaglio doppio, perché Édouard Gagnon, vescovo dal 1969, fu nominato arcivescovo titolare di Giustiniana Prima nel 1983, e dunque da Giovanni Paolo II. Non contento, aggiunge altri errori onomastici, ribattezzando il «Segretario di Stato Jean-Maria Villot», che, essendo francese, si chiamava ovviamente Jean-Marie, e poi «l’arcivescovo siriano melchita Hilarian Capucci», il quale, vissuto per sua fortuna in tempi non pervasi dall’ideologia gender, si chiamava invece Hilarion. Insomma, d’Esposito sarà pure vagante ma certo è ben poco chierico.
[19 e 26 febbraio 2024]

Investono la moglie, peccato: gli portava le brioches
Titolo a tutta pagina dalla Stampa: «Il dolore del marito della donna investita. “Ogni giorno usciva a comprare le brioches”». Che tragedia doversi accontentare delle fette biscottate.
[17 gennaio 2024]

Canè, Cagnone e il solito «e no»
Gianmaria Canè recensisce sul Corriere della Sera il libro Il “Cagnone” (Minerva edizioni), che Federico Bini ha dedicato a Giancarlo Mazzuca, giornalista di lungo corso in varie testate (Il Resto del Carlino, Corriere della Sera, Il Giornale, La Voce, Il Giorno, Quotidiano Nazionale), sovente come direttore o vicedirettore: «Tanti anche i libri, scritti spesso assieme al fratello Alberto, su personaggi storici e non come Benito Mussolini, Gianni Agnelli, Raul Gardini». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Canè avrebbe dovuto scrivere «personaggi storici e no».
[10 febbraio 2024]

La Repubblica crea una nuova compagnia aerea
Titolo dal sito della Repubblica: «Rivoluzione Japanese Airlines: l’ex hostess diventa presidente». Non esiste alcuna compagnia aerea con questo nome: c’è solo la Japan airlines, come peraltro documenta la scritta sulla carlinga di un aereo nella foto accanto al titolo.
[4 febbraio 2024]

Montesquieu in discesa libera
Sulla Stampa, l’editorialista che si firma con lo pseudonimo Montesquieu parla di «un governo sperimentale, per guida sia politica che personale, dove brilla una sola stella, attorniata da un firmamento buio, nebuloso, indistinto» e fa un riferimento non esplicito a Silvio Berlusconi: «La “stella” è il prodotto di una tradizione politica estranea al nostro quadro costituzionale, arrivata a governare nella bizzarra, inedita, spregiudicata coalizione dell’imprenditore “sceso” in politica dall’impresa – una singolare scala di valori –, con alleati occultati l’uno all’altro, all’apparenza». In realtà il presidente del Milan, nel suo discorso videoregistrato, il 26 gennaio 1994, usò una metafora sportiva: «Ho scelto di scendere in campo», non in politica. La frase fu già travisata dal premier dimissionario Mario Monti in un tweet scritto la sera di Natale del 2012: «Lamentarsi non serve, spendersi sì. Saliamo in politica».
[9 febbraio 2024]

L’Ansa ha una strana concezione del «rimpasto»
Dall’Ansa: «A soli due mesi dal suo insediamento, il presidente argentino Javier Milei ha effettuato il primo rimpasto di governo chiedendo le dimissioni di due importanti funzionari di aree strategiche. Si tratta del direttore della Previdenza sociale (Anses), Osvaldo Giordano, e della segretaria per le Miniere, Flavia Royon: due funzionari dell’esecutivo in quota all’opposizione cosiddetta “dialoghista”». Trattandosi di semplici funzionari, non si può chiamare rimpasto, che è la «parziale riorganizzazione della composizione politica di un governo mediante la sostituzione di alcuni ministri e senza formale apertura della crisi di governo» (Grande dizionario della lingua italiana), spesso nella locuzione rimpasto ministeriale («sostituzione di uno o più ministri senza aprire una crisi di governo» (Lo Zingarelli 2024).
[9 febbraio 2024]

A Cremona hanno via Dante e anche via Alighieri
Titolo da Rivolta d’Adda sulla Provincia di Cremona: «Potature, stop al traffico / Chiuse via Dante e via Alighieri». Nel dubbio, meglio intitolare a Dante Alighieri due strade, piuttosto che una sola. (Nel testo, però, la prima si chiama via Piave).
[22 gennaio 2024]

Lehner scrive sul Papa con qualche goffaggine
Il giornalista e scrittore Giancarlo Lehner ha dato alle stampe un pamphlet, Bergoglio da Cristo a Castro, edito come supplemento al quotidiano online L’Opinione delle Libertà, che ha per sottotitolo Paolo mi fè, disfecemi Jorge Mario. In copertina c’è anche una frase attribuita a Nostradamus: «Un Papa della compagnia (di Gesù) distruggerà la Chiesa di Cristo». I titoli dei capitoli elettrizzeranno i sedevacantisti (alcuni esempi: Jorge è ateo?; Lutero è apparso alla Madonna; La sagra di san Cazzaro; Benedetta l’invasione islamica; Una scampagnata verso Sodoma; Le sette eresie). Ma nelle 225 pagine, tralasciando gli accenti spagnoli sbagliati e molti refusi, abbondano anche gli svarioni, a cominciare dal più goffo: il Papa regnante viene ripetutamente chiamato Francesco I, quando invece è ufficialmente solo Francesco. Il nome pontificale è di norma seguito dal numerale ordinale per i successori, non per il primo che lo sceglie. Lehner se la prende anche con un prete romano, che Stefano Lorenzetto intervistò nello stesso palazzo in cui abitava il padre di Carlo Verdone: «Maggiore ottimismo salvifico ritrovo nel parroco di San Giovanni dei Fiorentini, tale Mario Canciani, sicuro che gli animali vadano in paradiso, senza dover sostenere esami, neanche per titoli, e passare controlli e test psico-fisici, un po’ come i togati italiani. Come spiega il prete dell’era bergogliana codesto 6 garantito alle bestie?». Non lo può spiegare. È morto nel 2007, cioè sei anni prima che venisse eletto Francesco. L’era bergogliana non la vide proprio.
[23 febbraio 2024]

Attenti ai cani in strada armati di fucile
Attacco di un lancio dell’agenzia Adnkronos, siglato da Silvia Mancinelli: «Hanno sparato più volte a due cani in strada, armati di fucile, sotto agli occhi di alcuni residenti». Il conduttore Milo Infante a Ore 14, su Rai 2, legge la notizia come se nulla fosse: «Hanno sparato più volte a due cani in strada armati di fucile». Cominciamo ad avere paura. Non ci sono più i cani di una volta.
[20 febbraio 2024]

Maxi tamponamento con mezzo camion
Titolo dal sito della Stampa: «Maxi tamponamento sulla A12 tra Rapallo e Chiavari: morto un operaio, diversi veicoli coinvolti e autostrada chiusa». Sottotitolo: «Secondo le prime informazioni sono rimasti coinvolti quattro auto e un mezzo camion e successivamente altri nove veicoli». Pensa che tragedia se fosse stato un camion intero.
[6 febbraio 2024]

Mascheroni confonde l’eskimo con il parka
Nella sua godibile rubrica Giù la maschera (per la verità l’ultima parola è sostituita da un disegno), sulla prima pagina del Giornale, Luigi Mascheroni commenta la contestazione subita da Tomaso Montanari, magnifico rettore dell’Università per Stranieri di Siena, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, a opera di attivisti pro Palestina: «A guidare la protesta uno studente che sembra uscito, con 45 anni di ritardo, dal set di Ecce bombo. Parole d’ordine del miglior collettivismo anni Settanta, parka, jeans, maglione a pelle e il “fuori corso” come prassi politica». Parka? Eh no. Mascheroni, che veste con eleganza, dovrebbe sapere che la divisa d’ordinanza di quell’epoca era il ben più rozzo eskimo, non il giaccone idrorepellente copiato dall’indumento in pelle di foca indossato dagli eschimesi delle Isole Aleutine e reso celebre da Burberry, Aquascutum e Fay.
[21 febbraio 2024]

Elly Schlein non conosce i Paesi fondatori della Cee
La redazione politica della Repubblica riferisce alcune frasi pronunciate da Elly Schlein, segretaria del Pd: «È un grande onore ospitare il congresso del Pse qui a Roma. (...) Noi portiamo i leader dei paesi fondatori dell’Unione che con il Pd si sono battuti per il Next Generation Ue. (...) Per questo sarà un passaggio così importante ospitare qui Sanchez , Scholz, Costa». La segretaria del Pd ignora (e con lei la redazione della Repubblica) che i Paesi considerati come fondatori dell’Unione europea sono i sei – Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi – firmatari dei trattati di Roma entrati in vigore il 1º gennaio 1958, che istituirono la Cee (Comunità economica europea) e l’Euratom (Comunità europea dell’energia atomica). Due dei tre leader citati da Schlein (Sánchez, con l’accento acuto, e Costa) appartengono invece a Paesi (Spagna e Portogallo) che divennero membri solamente nel 1986, dopo che alla Cee avevano già aderito la Danimarca e l’Irlanda (1973) e la Grecia (1981).

Berizzi scambia il Natale per la X Mas
«Al collo porta il ciondolo col simbolo della XMas e un fascio littorio con la M del battaglione Mussolini. Con orgoglio li ha mostrati, ospite di una trasmissione radiofonica. “Alla XMas erano eroi, all’epoca mi sarei schierato con la Repubblica sociale italiana”, ha detto Mauro Giannini, sindaco ex leghista e oggi indipendente di Pennabilli, 2.800 anime in provincia di Rimini». Così comincia la rubrica Pietre di Paolo Berizzi sulla Repubblica. Xmas (o X-Mas) è l’abbreviazione informale usata al posto di Christmas, che in inglese significa Natale. La X flottiglia Mas (acronimo del motto dannunziano «Memento audere semper» ma anche di motoscafo armato silurante) fu un’unità speciale della Regia Marina e poi un corpo militare della Repubblica sociale italiana, che sin dalla fondazione venne indicato, anche nei distintivi, come Xª Mas, benché l’ordinale rappresentasse un errore: i numeri romani sono già l’espressione grafica dei numerali ordinali, quindi non vanno mai seguiti da «ª» o da «°» (necessari solo quando, per indicare l’ordinale, si usano le cifre arabiche: 10ª e 10°).
[28 gennaio 2024]

L’ambasciatore israeliano prende ordini da Lula
Giulia Pompili sul Foglio: «Il presidente brasiliano Lula – che ha appena richiamato l’ambasciatore israeliano dopo una crisi diplomatica che va avanti da giorni su Gaza – è del resto il perfetto partner della Russia di Putin». Non sapevamo che gli ambasciatori di Israele prendessero ordini dal presidente del Brasile. (In realtà Luiz Inácio Lula da Silva ha richiamato in patria per consultazioni l’ambasciatore brasiliano a Tel Aviv, Frederico Meyer).
[22 febbraio 2024]

Buffon ha il diploma da ragazzo
Titolo dalla Verità: «Buffon: “Non vado orgoglioso di aver comprato il diploma da ragazzo”». Esiste un diploma che fa diventare ragazzi? No? Allora serviva un inciso: «“Non vado orgoglioso di aver comprato, da ragazzo, il diploma”».
[11 febbraio 2024]

Navalny è morto, il cardinal Parolin deve pensarci su
«Navalny muore in Siberia. Un’altra ombra sullo zar Putin», titola Avvenire in prima pagina. L’ombretta di una salma, niente di che. In seconda pagina il «quotidiano di ispirazione cattolica» riporta le parole del cardinale Pietro Parolin dopo una messa per il 106° anniversario della restaurazione dello Stato lituano: «Alla domanda se questo avvenimento cambi la posizione della Santa Sede nei confronti della Russia, il segretario di Stato vaticano ha ribattuto: “È prematuro dire queste cose. Abbiamo appena saputo”». Aspettiamo fiduciosi, eminenza.
[17 febbraio 2024]

Le tasse per gli agricoltori balzano al 50 per cento
Titolo dal Sole 24 Ore: «Irpef agricola, sconto doppio: tasse al 50% tra 10 e 15mila euro». La bella notizia – un dimezzamento del carico fiscale per i redditi più bassi – viene titolata un po’ frettolosamente e così a prima vista si trasforma in una pessima notizia: le tasse balzano al 50 per cento, ben oltre la media anche dei super redditi.
[13 febbraio 2024]

Laffranchi e i «500 milioni bambini» di Gaza
Andrea Laffranchi, inviato del Corriere della Sera al Festival di Sanremo: «Un appello pacifista arriva anche da Eros Ramazzotti, qui per i 40 anni di “Terra promessa”: “Circa 500 milioni bambini vivono in zone di conflitto e non vedranno mai una terra promessa”». Ma 500 milioni di bambini equivalgono a poco meno di un quarto dei minori viventi sulla faccia della terra (stimati da Unicef Italia in 2,2 miliardi), mentre nella Striscia di Gaza, evocata da Ramazzotti con il riferimento alla biblica Terra promessa, ce ne sono 1 milione (sempre secondo Unicef Italia), più verosimilmente 610.000 (stando a Save the children Italia). Il titolista del Corriere non corregge il testo ma ci mette una pezza con il titolo: «Ramazzotti: pace nella Terra promessa per 500.000 bambini».
[9 febbraio 2024]

Famiglia al singolare, verbo al plurale
Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano: «Il 35% di Saras passa di mano a 1,75 euro per azione e Vitol potrebbe acquistare anche il restante 5%. Solo il 17 aprile 2019 la famiglia avevano giurato che “non intende vendere ulteriori quote”». La famosa famiglia allargata.
[13 febbraio 2024]

L’«eroe popolino» del Messaggero
Andrea Scarpa intervista sul Messaggero l’attore Ricky Memphis (nome d’arte di Riccardo Fortunati), presentato come «una specie di portatore sano di quella romanità dal sapore antico – semplice, buona e disincantata – che l’ha reso molto popolare e apprezzato», e annuncia che «oggi torna – manco a farlo apposta – nei panni di Ciceruacchio, l’eroe popolino del nostro Risorgimento». Eroe popolino? Maddeché?
[4 febbraio 2024]

Allegra Caracciolo scambiata per la moglie di Agnelli
La Verità pubblica una grande foto di una signora, qualificata nella didascalia come «donna Marella Caracciolo», vedova di Gianni Agnelli, deceduta nel 2019. Peccato che si tratti invece di Allegra Caracciolo, cugina di Marella e vedova di Umberto Agnelli, la quale è tuttora viva e vegeta.
[10 febbraio 2024]

Il 51 per cento non è una percentuale bulgara
Attacco del pezzo di Paolo Mastrolilli, inviato a Des Moines (Iowa), sulla prima pagina della Repubblica: «Non solo Donald Trump ha stravinto a valanga i caucus dell’Iowa, con una percentuale bulgara, ma andando a scrutare nei dati elettorali si scopre che ha battuto i presunti rivali anche tra indipendenti, studenti, laureati, evangelici, ossia tutti i gruppi su cui puntavano Haley e DeSantis». Certamente Trump ha vinto e distaccato di parecchio i suoi avversari (perché «presunti rivali»?), però il 51 per cento di voti conquistato nelle primarie è ben lontano da una percentuale bulgara, la quale per consolidata tradizione giornalistica si colloca intorno al 90 per cento, e oltre, fin dal maggio 1989, quando, al 45° congresso del Psi, Bettino Craxi fu rieletto segretario nazionale con il 92,3 per cento dei voti e definì appunto «bulgara» quella maggioranza.
[17 gennaio 2024]

Il prete innamorato con la talare di tela
«“Dopo una lunga amicizia ho scoperto di amare una donna”». Comincia così, sul Corriere della Sera, un servizio di Claudio Mazzone su don Antonio Romano che con un post dal moderno pulpito di Facebook ha annunciato la decisione di abbandonare la vita clericale. Mazzone precisa che il sacerdote, parroco in provincia di Avellino, ha 57 anni, «di cui 32 in abito telare». Indossava la tonaca di tela anche d’inverno?
[1° febbraio 2024]

Mephisto Waltz è caduto riverso al suolo
Dopo aver premesso che «la parabola rappresenta sempre un confronto, un modo diretto per spiegare una scelta giusta e positiva, introdotta sia dai Vangeli cristiani che dalla cultura orientale, indiana in particolare», il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore si rifà «a un’altra nota parabola, quella dell’elefante e dei sei ciechi», certo non evangelica, per concludere che «la parabola dei non vedenti ha dato poi origine a una messe di interpretazioni diverse, pure al riverso, cioè partendo dal punto di vista degli occhi dell’elefante». Ma riverso, per Lo Zingarelli 2024 e per il Grande dizionario della lingua italiana, significa «supino» e «disteso supino». Al massimo esisteva l’espressione alla riversa, al contrario, peraltro contrassegnata dal primo vocabolario con l’obelisco (†), la croce che indica le parole defunte.
[4 febbraio 2024]

Aldo Grasso confonde Quincy Jones con Lionel Richie
Parlando di We are the world, il famoso brano scritto nel 1985 da Michael Jackson e Lionel Richie per soccorrere l’Etiopia colpita da una terribile carestia, il critico televisivo Aldo Grasso sul Corriere della Sera attribuisce a Richie una citazione: «Check your ego at the door», lasciate l’ego fuori della porta. In realtà la frase fu scritta su un cartello da Quincy Jones, produttore del brano.
[6 febbraio 2024]

Una scrittura troppo aperta all’errore
Open informa che l’Agenzia delle entrate ha chiesto alle mamme di cinque bambini, vittime degli abusi del nonno, 4.020 euro di spese legali per la parte civile: «Le madri si erano costituite parte civile nel processo contro il nonno condannato in via definitiva nel 2015 per abusi nei confronti dei bimbi che avevano dai 7 ai 14 anni. Poi, racconta l’edizione milanese del Corriere della Sera, l’uomo è morto. E si è aperta l’eredità con la sorpresa finale della parcella esattoriale. Senza il pagamento avrebbero dovuto rinunciare anche a quella». Cioè rinunciare alla parcella esattoriale? No, all’eredità. È che bisognerebbe rinunciare a leggere le notizie scritte da certi giornalisti.
[25 gennaio 2024]

Sbagliare, l’imperativo categorico nelle redazioni
«E a tutte le donne, alle quali è rivolto il suo brano, dice: “Voletevi più bene”», riferisce l’Ansa dal Festival di Sanremo, dando voce a Loredana Bertè. Ma volete è la seconda persona plurale dell’indicativo presente del verbo volere, quindi è come se Bertè avesse detto: «Vi volete più bene». Una frase priva di senso. L’esortazione avrebbe richiesto un altro tempo del verbo, l’imperativo presente: vogliatevi. Che lo sfondone grammaticale scappi alle ore 20.16 a un trafelato cronista d’agenzia, può starci. Ma che nei giorni seguenti venga riportato pari pari in titoli e testi dei siti della Repubblica, di Sky Tg24, del Quotidiano Nazionale, del Fatto Quotidiano, di Leggo e del settimanale Chi dimostra che il vero spettacolo nazional-popolare, per dirla con Antonio Gramsci, non è il festival canoro, bensì l’analfabetismo di ritorno (e spesso di sola andata) di una categoria che viene pagata per scrivere in italiano.
[8, 9, 10 febbraio 2024]

Il ministro «s’era messo di busso buono»
Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano: «Il libro uscirà senza la prefazione del ministro. Che, pur tra mille impegni, s’era messo di busso buono a scriverla». Merita un liscio e busso per non essersi messo di buzzo buono.
[6 febbraio 2024]

I 30 anni della Voce sono già diventati 40
Paolo Conti sul Corriere della Sera, dopo aver ricordato che Giuseppe Prezzolini fu il maestro di Indro Montanelli, scrive: «E proprio Montanelli, il 22 marzo 1994, fondò la sua Voce richiamandosi a quel retaggio culturale ed ebbe come vicedirettore Giancarlo Mazzuca. Spiega l’interessato: “Abbiamo deciso di ricostruire queste due storie per il quarantesimo anniversario della Voce montanelliana”». Storie belle lunghe: 30 anni sono già diventati 40.
[7 febbraio 2024]

Luporini confonde Testori con Tabucchi
Riccardo Staglianò sul Venerdì di Repubblica intervista Sandro Luporini, che fu il paroliere di Giorgio Gaber, e gli fa dire: «Céline era un’orribile persona, antisemita e bellicoso, ma la sua scrittura teatrale è quella da cui ho preso di più. Un po’ il contrario di Pasolini, brava persona ma quando ho letto “occhi ridarelli” per descrivere un “ragazzo di vita” ho messo giù il libro. Antonio Tabucchi, di cui ho amato moltissimo Il ponte della Ghisolfa, era il suo corrispettivo moderno, con la stessa passione per gli ultimi». L’ha amato talmente tanto che non deve nemmeno averlo letto: Il ponte della Ghisolfa è di Giovanni Testori. Ora Luporini ha 93 anni, per cui qualche smagliatura nella memoria è inevitabile. Ma Staglianò ne ha 55 ed è anche uno scrittore.
[9 febbraio 2024]

«Anche basta». Maddeché?
Incipit di Roberto Gressi sul Corriere della Sera: «Anche basta. Un frullato di vanità, indifferenza e ferocia». Anche basta di che?
[8 febbraio 2024]

Tgcom 24 risuscita Luigi Tenco
Dal sito di Tgcom 24: «Dopo ben 27 anni di assenza. Loredana Bertè con Venerus portano Tenco a Sanremo con “Ragazzo mio” (scritta per lei nel 1984)». Poiché Luigi Tenco si suicidò a Sanremo nel 1967, ci conforta apprendere che dopo 17 anni tornò dall’aldilà a scrivere una canzone per Bertè.
[10 febbraio 2024]

I «capolisti» del Festival di Sanremo
Sul sito del Corriere della Sera, Matteo Cruccu a proposito del Festival di Sanremo: «Ed ecco uno dei due capolisti di quest’anno Geolier». Anche quest’anno il plurale maschile di capolista è capilista.
[10 febbraio 2024]

Il Tempo confonde Maria Fida Moro con la sorella
Il Tempo dà notizia della scomparsa di Maria Fida Moro, a 77 anni, in una clinica romana, pubblicando una foto che raffigura la figlia di Aldo Moro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Peccato che quella nell’immagine sia Agnese, la terzogenita del leader dc assassinato dalle Brigate rosse.
[8 febbraio 2024]

Quietare è un verbo intransitivo
In un articolo sulla Verità si commenta la richiesta di archiviazione, da parte della Procura di Roma, delle denunce presentate dall’ex premier Matteo Renzi e dall’ex agente segreto Marco Mancini per la nota vicenda di foto e video dei due a colloquio in un’area di servizio dell’Autosole. Gaspare Gorresio invita i querelanti, dopo averli congiunti nella simpatica definizione di «permalosa coppia», a non opporsi alla richiesta dei pm di chiudere la faccenda, evitando un «inutile accanimento». Salvo poi prevedere che «i due possano non quietare», nel senso di calmarsi. Non è documentato alcun uso intransitivo del verbo quietare che non sia pronominale. Perciò bisognava scrivere: «I due possano non quietarsi». Ma forse siamo davanti, trattandosi di servizi segreti, a una esibizione incontenibile di occultismo grammaticale.
[8 febbraio 2024]

Pigna ferma, Pignasecca e Pignaverde
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Anche Pigna ferma interrompe il rapporto con Chiara Ferragni: “Violato il codice etico”». Eravamo rimasti fermi a Pignasecca e Pignaverde con Gilberto Govi.
[4 febbraio 2024]

Prodigi all’inglese: 150 agricoltori su un trattore
Tutti i giorni sul sito dell’Ansa alcune delle notizie principali vengono pubblicate anche nella versione in inglese. Ecco un sottotitolo di una delle ultime: «1,500 farmers in 10 tractors expected in Rome». Va bene che alcuni trattori sono giganteschi, ma che ognuno di essi riesca a portare 150 agricoltori ci pare improbabile. (Il testo fa chiarezza: «1,500 farmers with ten tractors expected in Rome», 1.500 agricoltori con dieci trattori attesi a Roma).
[10 febbraio 2024]

Don Di Giacomo toppa su san Tommaso d’Aquino
Don Filippo Di Giacomo dedica una delle sue Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica a Tommaso d’Aquino. L’articolo, molto informato, ricorda anche il pionieristico Index Thomisticus del gesuita Roberto Busa, ma si conclude con uno svarione incredibile quando afferma che il santo «non è mai stato proclamato “dottore della Chiesa”». Il grande filosofo e teologo medievale fu invece equiparato ai quattro santi “dottori” dell’antichità (Ambrogio, Girolamo, Agostino, Gregorio Magno) da papa Pio V con la bolla Mirabilis Deus dell’11 aprile 1567, nella quale fu definito «doctor angelicus», come in modo esaustivo documentò nel 1967 sulla rivista Angelicum il domenicano Angelo Walz in un articolo intitolato «San Tommaso d’Aquino dichiarato dottore della Chiesa nel 1567».
[9 febbraio 2024]

Scene da un funerale
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Morta cadendo nel lago con l’auto: il carro funebre si perde, autista semi assiderato e funerale rinviato». Tutto chiaro.
[6 gennaio 2024]

La Repubblica a Meloni: «Difenda il reato di stupro»
Titolo dalla Repubblica: «Le opposizioni scrivono a Meloni / “Difenda il reato di stupro nell’Ue”». Cioè la premier dovrebbe fare in modo che venga commesso con più frequenza?
[3 febbraio 2024]

Fenomeno Sgarbi: 8,4 milioni di euro in 9 mesi
Riferendosi agli introiti di Vittorio Sgarbi, Il Fatto Quotidiano, che al sottosegretario ora dimissionario ha riservato una martellante campagna di stampa in tandem con il programma tv Report, titola in prima pagina: «In 9 mesi 28 eventi da 300mila euro». Ci sarebbe da complimentarsi con il critico d’arte prestato al governo: pochi suoi colleghi riescono a guadagnare 8,4 milioni di euro in 9 mesi. Poi, però, un sommario di pagina 3 riporta la contabilità alle sue giuste proporzioni: «Affari a gettone. Il “Fatto” aveva conteggiato 28 eventi retribuiti in soli 9 mesi di mandato: in totale 300 mila euro». Come perdere 8,1 milioni nel volgere di due pagine.
[3 febbraio 2024]

La patta dei pantaloni si apre, non si abbassa
Sempre riferendosi a Vittorio Sgarbi, nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini osserva: «Non ci sorprende quando augura la morte all’intervistatore di Report e si giustifica affermando che così fan tutti, sebbene nessuno abbia mai augurato la morte in pubblico a qualcun altro davanti alle telecamere facendo il gesto di abbassarsi la patta dei pantaloni». La patta si può solo aprire. Per abbassarla, occorre calarsi i pantaloni.
[3 febbraio 2024]

Il suo ex ormai sottosegretario
Ancora con riferimento a Vittorio Sgarbi, in un pezzo di Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera si legge: «Di sicuro tra Sangiuliano e il suo ex ormai sottosegretario i rapporti sono stati sempre burrascosi». Non sapevamo che il ministro Gennaro Sangiuliano avesse un compagno, ma che a questo punto abbia dovuto rinunciarvi perché è diventato sottosegretario.
[4 febbraio 2024]

Pera promosso due volte ministro
«Quel Marcello Pera – professore, filosofo e ministro berlusconiano – traslocato nel partito meloniano per dar lustro e prestigio a una classe dirigente altrimenti meno titolata», scrive Giovanna Vitale sulla Repubblica. «Al tempo del governo Berlusconi, ministro un altro professore, Marcello Pera, arrivò così per il Casato il sì al rientro», le fa eco En. Rod. (Enrica Roddolo?) sul Corriere della Sera, parlando dell’eredità di Vittorio Emanuele di Savoia. Sbagliano entrambe: Pera non è mai stato ministro, bensì presidente del Senato.
[3 e 5 febbraio 2024]

Cocteau trasformato in subacqueo
Ancora En. Rod., nel medesimo articolo, aggiunge: «Sub esperto si immerse con Cocteau». Per quanto proteiforme, ci pare improbabile che lo scrittore e drammaturgo francese Jean Cocteau coltivasse la passione per le immersioni subacquee. Più probabile che si trattasse dell’oceanografo Jacques-Yves Cousteau.
[5 febbraio 2024]

A casa Rutelli si mangiava «alle 23 di sera»
Intervistato da Alessandra Paolini sulla Repubblica, Francesco Rutelli, ex europarlamentare, ex senatore, ex deputato, ex ministro, ex sindaco di Roma, ex segretario del Partito radicale, ex presidente della Margherita, e molto altro ancora, si dichiara sollevato dalla decisione della moglie Barbara Palombelli, che ha deciso di lasciare il programma serale su Rete 4: «A casa nostra non si mangiava mai prima delle 23 di sera. Mille giorni così... un incubo». Prima colazione alle 23 di mattina.
[5 febbraio 2024]

Gualtieri ha le superstar, altro che le ragazze pompon
Titolo dal Corriere della Sera: «Ai Golden Globes. La missione tra le superstar di Gualtieri». Sapevamo che negli Stati Uniti i sindaci disponevano in campagna elettorale di ragazze pompon. Roberto Gualtieri ha addirittura le superstar? No? Allora bisognava scrivere: «La missione di Gualtieri tra le superstar».
[14 gennaio 2024]

Tanto honesta pare Flavia Perina
Flavia Perina in un editoriale sulla Stampa: «Una piccola vendetta della cronaca. Ma anche un segnale della storia perché la gara dell’épater le bourgeois è come quella dell’honestà e della purezza: alla fine c’è sempre uno più honesto o volgare di te che ti sorpassa». Quantunque sia rintracciabile nel Canzoniere di Francesco Petrarca («Come s’acquista honor, come Dio s’ama, / come è giunta honestà con leggiadria, / ivi s’impara, et qual è dritta via / di gir al ciel, che lei aspetta et brama»), non si vede la necessità, passati 650 anni, di ricorrere al sostantivo honestà, essendo il vocabolo onestà attestato dai dizionari fin dal 1261 (circa). Idem per honesto, anche questo rintracciabile una decina di volte nelle opere del Petrarca, ma anche in quelle di Pietro Bembo e nel Baldus di Teofilo Folengo, letterati che per loro fortuna non leggevano Perina sulla Stampa.
[24 gennaio 2024]

Virgole in libertà a St. Moritz
Daniele Dallera sul Corriere della Sera: «In caso contrario, si andrà a correre a St. Moritz, in Svizzera, dove vuole portarci il Cio che, qualche ragione, per essere sospettoso ce l’ha». Virgole (le ultime due) in libertà.
[3 febbraio 2024]

Loretta Goggi scambiata per Mina
«L’immensa Mina e il trionfo annunciato», titola il sito della Repubblica. Sotto, una foto spacciata per un ritratto della cantante. Peccato che si tratti invece di Loretta Goggi che imita Mina. Scoprirlo era facile, visto che è riportato il credit «Mondadori Portfolio/Archivio Tv Sorrisi e Canzoni». Infatti nel database Mondadori Portfolio la foto in questione ha questa didascalia: «La showgirl italiana Loretta Goggi imita la cantante italiana naturalizzata svizzera Mina (Mina Anna Mazzini) nel varietà televisivo Canzonissima. Roma, 1972».
[23 gennaio 2024]

Lucia Ocone scambiata per Mina
Il mensile Icon racconta la storia di Abban-dono, un brano di Daniele Magro cantato da Mina, e pubblica una foto dell’autore con questa didascalia: «Mina e Daniele Magro». Invece si tratta di Lucia Ocone che imita Mina.
[gennaio 2024]

La Palisse ha un Avvenire sicuro
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «La Cina senza figli cresce meno». Difficile immaginare il contrario.
[18 gennaio 2024]

Ci sarà un «insidiamento» in Confindustria
Ri. Que. (Rita Querzé?) nelle pagine economiche del Corriere della Sera: «Un consiglio generale (molto partecipato) di Confindustria ha scelto i tre “saggi” che gestiranno il percorso verso l’elezione del nuovo presidente: Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi. Dall’insidiamento ci saranno sette giorni per le candidature». Un incarico insidioso.
[2 febbraio 2024]

Bonolis non ha capito una mazza delle Pulci di notte
Apprendiamo che Paolo Bonolis, nel corso di Avanti un altro, si è irritato per un rilievo apparso in questa rubrica circa una domanda da lui posta durante il quiz di Canale 5. La sua reazione: «Stefano Lorenzetto del meccanismo della trasmissione non ha capito una mazza. Io lo capisco che è complesso, ma alla fine devono rispondere sbagliato». Così riferisce Massimo Falcioni nel sito Tv Blog, aggiungendo: «La testata non è stata volutamente citata dal conduttore “sennò ci rimangono male il direttore e tutti quelli che ci lavorano”». Bonolis avrebbe dovuto precisare che in questa rubrica siamo soliti dare sempre conto dei nostri errori, oltre che di quelli altrui, e infatti avevamo prontamente chiarito l’equivoco, determinato dal cervellotico regolamento di Avanti un altro, tale da trarre in inganno i telespettatori occasionali (come nel nostro caso e come accadde in passato anche ai funzionari del Senato). Comunque, pure Bonolis dimostra di non aver capito una mazza: questa rubrica ha un unico direttore e redattore, cioè colui che la firma. Viene infatti pubblicata nel sito Stefanolorenzetto.it, da cui abitualmente la riprendono Italia Oggi , Anteprima di Giorgio Dell’Arti e Dagospia. Ma forse Bonolis temeva che potesse rimanerci male Roberto D’Agostino, il quale lo ha ribattezzato Banalis. Il 12 aprile 2023, con uno scoop, Dagospia aveva rivelato che il presentatore stava per separarsi dalla moglie Sonia Bruganelli. Stizzita la replica di Bonolis: «Sito de fregnacce. Fateve i ca... vostri». Che anche Dagospia non avesse capito una mazza? Non pare: il successivo 21 giugno, Bonolis e Bruganelli apparvero in una foto posata sulla copertina di Vanity Fair, sormontata da questo titolo: «Per chi si lascia come noi» e da questo sottotitolo: «La fine di un matrimonio non è la fine dell’amore». Avanti un altro e un’altra.
[29 gennaio 2024]

Conferenza stampa peggio del processo
Didascalia dal Corriere della Sera: «Il reverendo Jeff Hood, guida spirituale di Kenneth Smith, abbraccia la moglie del killer condannato durante la conferenza stampa». Da anni sospettavamo che gli incontri con i giornalisti fossero più pericolosi dei processi nei tribunali.
[27 gennaio 2024]

Tristi viaggi: re Carlo «è stato al cancro alla prostata»
Titolo dal sito della Repubblica: «Re Carlo è stato al cancro alla prostata nella stessa clinica dove c’è Kate Middleton». Visita di cortesia al tumore o alla nuora?
[26 gennaio 2024]

Trinchi e Caferri, stesso editore, stesso errore
Orlando Trinchi sulla Stampa intervista lo storico israeliano Benny Morris, docente di storia al dipartimento di studi mediorientali dell’Università Ben Gurion del Negev a Beer Sheva, e gli chiede di commentare questa osservazione: «Analisti israeliani e non sostengono che Netanyahu stia combattendo per la propria sopravvivenza politica». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Trinchi avrebbe dovuto scrivere «analisti israeliani e no». La stessa frase e lo stesso errore – «analisti israeliani e non» – erano apparsi il 14 dicembre scorso in un articolo di Francesca Caferri sulla Repubblica, il medesimo editore della Stampa. Non sarà che fra compagni di banco copiano?
[2 gennaio 2024]

E anche Sallusti cade sull’«e non»
A Trinchi e Caferri dà manforte Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, nel suo editoriale in prima pagina: «Ma allora mi permetto di dire che in questo caso il capo delle Brigate è lo Stato stesso che oltre ad avere spesso atteggiamenti vessatori in quanto a furbizie – non rispettare gli impegni, dilazionare le scelte, intralciare i lavori – non è meno dei suoi amministrati, evasori e non. Ci si potrebbe dichiarare prigionieri politici». Della grammatica di sicuro.
[1° febbraio 2024]

La Repubblica inventa gli influencer dell’Agcom
Titolo dal sito della Repubblica: «Stretta sugli Influencer di Agcom, la ricetta di Alice Venturi: “Etica e un registro per i content creator”». Non sapevamo che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni disponesse di influencer propri, ma, visto che per La Repubblica sono Influencer con la maiuscola, potrebbe arruolare Chiara Ferragni ora che rischia di restare senza lavoro.
[15 gennaio 2024]

I Navy Seals non c’entrano con l’esercito
Scheda dal Corriere della Sera: «I Navy Seals sono le forze speciali dell’esercito americano». Se sono della navy, la marina, non possono essere dell’esercito. Infatti trattasi delle forze speciali della United States Navy, la Marina degli Stati Uniti.
[18 gennaio 2024]

I ricchi hanno bisogno di una forchetta bella larga
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Nel pianeta dei ricchi la forchetta si allarga». Non sono mai sazi, questi crapuloni!
[16 gennaio 2024]

Il senso di Malvaldi per la privacy (della moglie)
Intervistato da Elena Dusi sulla Repubblica, «Marco Malvaldi, chimico e scrittore di successo, sia da solo che a quattro mani con la moglie Samantha», confessa di essere dipendente dal Mac e dagli altri dispositivi prodotti dalla Apple, condivisi con i familiari: «Ora tutti gli apparecchi della casa trattano mia moglie, mio figlio e me come un’unica entità. Il telefono mi avverte dell’arrivo del ciclo o mi fa i complimenti per quante calorie ho bruciato facendo sport». Samantha Bruzzone risulta nata nel 1974. A 50 anni ha ancora il ciclo. Complimenti. Ma la legge sulla privacy non vale per le mogli degli scrittori di successo?
[23 gennaio 2024]

Gli odiatori «da testiera» scrivono stando a letto?
Da In prima pagina di Anteprima: «Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, è morta annegata. Dietro al suicidio non ci sarebbero solo gli odiatori da testiera ma anche qualche compaesano sputasentenze». Odiano stando a letto anziché mettendosi alla tastiera del computer?
[18 gennaio 2024]

Nino La Rocca si manda kappaò da solo
Intervistando l’ex pugile Nino La Rocca sul Corriere della Sera, Marco Bonarrigo ricostruisce: «Nel 1984 la prima sconfitta contro il francese Elbilia per un taglio alla testa causato da una caduta». Risponde La Rocca: «Invece di assegnare un no contest e rimandare l’incontro, l’arbitro mi diede un Ko tecnico. Mi ripresi subito contro Bobby Joe Young: lo misi al tappeto e guadagnai la finale mondiale dei welter contro Don Curry». La Rocca ricorda male (e Bonarrigo, risparmiandosi le necessarie verifiche, non lo aiuta). L’incontro con Bobby Joe Young fu disputato il 10 aprile 1983 a Sanremo, quasi un anno prima di quello con Gilles Elbilia, avvenuto il 18 febbraio 1984 a Capo d’Orlando.
[31 gennaio 2024]

L’ex ministro Speranza ha venduto 41 copie
«Non pervenuto nelle classifiche dei più venduti della Mondadori, al 3.380esimo posto tra i più acquistati (si fa per dire...) su Amazon, staccato da perle del calibro del “Nuovo ricettario per la friggitrice ad aria” o di “Viva il vasino, via il pannolino”. Parliamo dell’ultima fatica letteraria di Roberto Speranza, approdata trionfalmente nelle librerie italiane il 19 gennaio scorso». Così Lorenzo Mottola sulla prima pagina di Libero. La stima ci pare ottimistica. Perché guariremo, il saggio dell’ex ministro della Salute che ha per sottotitolo «Dai giorni più duri a una nuova idea di salute», in realtà figura al 7.180° posto nella classifica dei 10.000 titoli più venduti compilata per la terza settimana del 2024 da Gfk, l’istituto per le ricerche di mercato più accreditato dagli editori. Un risultato negativo che Speranza ha conseguito vendendo appena 41 copie.
[30 gennaio 2024]

Interrogata «prima del suicidio»: dopo era più difficile
Titolo da Open: «La procura di Lodi: “I carabinieri hanno sentito Giovanna Pedretti prima del suicidio. Cercavano l’autore del post discriminatorio”». Ci parrebbe una notizia se l’avessero sentita dopo.
[17 gennaio 2024]

Mephisto Waltz, un mito scapigliato
Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire. Sul Sole 24 Ore, nella rubrica che porta il suo nome, parla di Israele come di «un Paese modello, encomiabile per cultura, usanze e consuetudini di onestà e senso etico, fondato da Ben Gurion (1886-1973) cresciuto al meglio grazie a personaggi mitici come Dayan (1915-81), Sharon (1928-2014), Barak (1942), Shimon Peres (1923-2016) e Rabin (1922-95)». A parte la punteggiatura e l’ordine cronologico, il primo ministro Golda Meir (1898-1978) non fu altrettanto mitica, signor satanasso? Nell’ultimo capoverso, Mephisto Waltz osserva: «Intanto Trump è risorto e Boris Johnson lo segue come fosse il suo profeta: “Let’s party”. Entrambi, con evidenti problemi tricologici di non poco conto, fanno a gara per metterli in mostra». Che Donald Trump sfoggi un vistoso riporto è sotto gli occhi di tutti, ma quali sarebbero gli «evidenti problemi tricologici di non poco conto» di Boris Johnson? A noi pare che l’ex premier britannico abbia in testa più capelli (arruffati) che idee.
[28 gennaio 2024]

Montefiori sposta il Principato di Monaco
Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della Sera, parla del Principato di Monaco come del «piccolo e ricchissimo Stato incastonato tra Italia e Francia». Un esempio di geografia creativa. Monte-Carlo si trova a 31 chilometri dal confine italiano ed è incastonato unicamente tra Francia e Mediterraneo.
[24 gennaio 2024]

«Centra» non c’entra con la lingua italiana
V. Co. (Valentina Conte), in un’intervista sulla Repubblica, chiede a Stefano Fornaro, dipendente di Intesa Sanpaolo e delegato Fisal Cgil nel gruppo bancario: «E cosa centra con voi la norma della manovra Meloni?». E cosa c’entra questa domanda con la lingua italiana?
[24 gennaio 2024]

Senzatetto bersaglio dei senzatetto su Avvenire
Avvenire mette in prima pagina la foto di un senzatetto. Nel testo sottostante si legge: «Senzatetto ancora bersagliati. E il freddo ancora non c’entra. Cinque colpi di pistola hanno spezzato la vita “invisibile” di un polacco 43enne, Margin Wojciechowski, trovato sabato nei boschi di Venaria, vicino a Torino. Ieri le suore benedettine di Boville Ernica, nel Frusinate, hanno diffuso un video che suscita sdegno, con una donna che dorme fuori dal portone del monastero bersagliata da un petardo scagliato da alcuni ragazzi». Il titolo recita: «Il bersaglio vile dei senzatetto». Colleghi, siete sicuri di non aver ecceduto con il vino da messa?
[23 gennaio 2024]

L’interesse pubblico per la f...
Info-Flash, piattaforma digitale francese di informazione, riporta un titolo del Mattino di Napoli: «Salerno, cena a base di pesce a La Pescheria: poi la figa prima del dessert». Basata su algoritmi innovativi, la piattaforma Info-Flash mira «a supportare le autorità locali, i servizi di intervento e le istituzioni di interesse pubblico». Missione compiuta.
[28 gennaio 2024]

Sallusti cita a sproposito il babbo morto
Incipit dell’editoriale del direttore Alessandro Sallusti sulla prima pagina del Giornale: «Solo oggi, a babbo morto, la sinistra ammette che non è giusto far coincidere gli interessi di un imprenditore che è pure editore con la libertà dei suoi giornali». Non si capisce che cosa c’entri, in questo contesto, la locuzione funebre. In toscano, a babbo morto dicesi «di debito che si salderà coi denari dell’eredità paterna» e babbomorto, sempre in toscano, è il «debito fatto dal figlio e pagabile alla morte del padre con l’eredità», spiega Lo Zingarelli 2024. Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia conferma: «Babbo morto (babbo-morto, anche babbomorto): debito contratto dai figli di famiglia con l’impegno di pagarlo alla morte del padre con l’eredità. Più comune nel modo avverbiale a babbo morto».
[25 gennaio 2024]

«Credenti e non» nella Cultura del Corriere
Titolo a tutta pagina dal Corriere della Sera: «“Dialogo tra credenti e non”». Indipendentemente da chi possa aver pronunciato la frase, avvilisce leggerla proprio in apertura della sezione Cultura. Come più volte riportato in questa rubrica, l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no: lo testimonia il titolo del romanzo Uomini e no di Elio Vittorini. Ecco che cosa insegnava in proposito Aldo Gabrielli nel suo Dizionario linguistico moderno (Edizioni Scolastiche Mondadori), pubblicato nel 1956: «Sbagliano perciò quelli (e non son pochi) i quali dicono, per esempio: “Che tu mi creda o non, poco mi interessa”, “Torni a casa o non?”, “Verrai o non a teatro?”, “Usato o non, il libro bisogna pagarlo”, e simili. In tutti questi casi si deve usare la forma tonica o no: “Che tu mi creda o no...”, “Torni a casa o no?”, “Sai dirmi quando si deve usare o no l’articolo determinativo?”, eccetera». Repetita iuvant? Poco, temiamo. Trattasi di uno degli errori più diffusi.
[27 gennaio 2024]

Lorenzetto e il «pugno chiuso»: s’è mai visto aperto?
Commentando una foto di Anders Breivik, che nel 2011 uccise 77 persone tra Oslo e l’isola di Utoya, apparsa sul Venerdì di Repubblica, Stefano Lorenzetto specifica che nell’immagine il terrorista norvegese «protende il braccio destro e mostra il pugno chiuso». Benché questa locuzione ricorra quattro volte nello Zingarelli 2024, s’è mai visto un pugno aperto? Con buona pace dei Ribelli, che nel 1967 cantavano Pugni chiusi.
[5 gennaio 2024]

Suicidio assistito della sintassi con Veronica Gentili
Incipit della rubrica Facce di casta tenuta da Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «L’atteso voto sulla proposta di legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito che ha avuto luogo al consiglio regionale Veneto ha visto bocciare per un soffio la possibilità di stabilire tempi certi d’esecuzione del verdetto». Premesso che veneto qui è aggettivo, perciò andava in minuscolo, ci si chiede: quindi al Consiglio regionale ha avuto luogo un suicidio medicalmente assistito? E il morto chi sarebbe? Non è così? Allora bisognava scrivere: «L’atteso voto che ha avuto luogo al Consiglio regionale del Veneto sulla proposta di legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito». A patto di conoscere le regole che governano i sintagmi e la sintassi.
[23 gennaio 2024]

Il saluto nazista per Il Venerdì si fa col pugno chiuso
Sul Venerdì di Repubblica appare una foto di Anders Breivik, che il 22 luglio 2011 uccise 77 persone tra Oslo e l’isola di Utoya. Vi si vede il terrorista norvegese mentre protende il braccio destro e mostra il pugno chiuso. La didascalia recita: «Il killer fa il saluto nazista in aula». Non ci sono più i compagni di una volta.
[5 gennaio 2024]

Come perdere 10 miliardi fra titolo e testo
Titolo dalle pagine economiche del Corriere della Sera: «Apulia Distribuzione fa l’ingresso in VéGé. Il gruppo verso i 30 miliardi di fatturato entro il 2030». Testo: «“Entro il 2030 puntiamo a 20 miliardi di fatturato”, spiega il presidente del gruppo, Giovanni Arena». È appena cominciato il 2024 e ha già perso 10 miliardi.
[3 gennaio 2024]

Una persona «abituale frequentatore»
Titolo dal sito del Messaggero: «Pensionato colto da malore mentre fa sesso, è grave in coma e rischia la vita: indagini in corso. È certo che avesse consumato poco tempo prima all’interno della sua automobile un rapporto sessuale, probabilmente con una persona abituale frequentatore del luogo». Quindi la persona era un uomo?
[2 gennaio 2024]

Incredibile: le pagnotte sono fatte di pane
Titolo da Cook, «racconti di cucina» sul sito del Corriere della Sera: «Abbinare cracker, gallette o pagnotte di pane». Nel testo, Camilla Sernagiotto insegna: «Tenere sempre a portata di mano dei cracker, delle gallette o delle pagnotte di pane è fondamentale per godersi appieno il fast good food». In italiano la pagnotta è il «pane di forma rotonda e di grandezza varia». Ma ora che abbiamo appreso dell’esistenza dello specialissimo pane di pane, restiamo in attesa di conoscerne gli altri formati.
[8 gennaio 2024]

Vuoi vedere che se ti vesti leggero muori assiderato?
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Alto Adige, 16enne morta assiderata nel bosco. L’ipotesi: indossava vestiti troppo leggeri». Che ipotesi agghiacciante.
[14 gennaio 2024]

Per Bandirali serve la traduzione a fronte
Incipit di un articolo firmato da Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera: «US Weekly è certo che la coppia è stata “subissata da richieste da parte dei media di intrattenimento e opportunità di business” che al momento non sono state accettate. Ma “Harry e Meghan pensano che il 2024 sarà l’anno della rinascita”, ha riferito Schofield, certa che Meghan abbia voglia di un gran riscatto sulla famiglia del marito». Non si sa di che parli né chi sia la fantomatica Schofield, di cui non v’è traccia nel resto del pezzo. Che si tratti della giornalista americana Kinsey Lea Schofield, specializzata in gossip sulla famiglia reale inglese? Ah, saperlo! Nel secondo capoverso, poi, si legge: «Ha affermato Dominic West al Sunday Morning». Parrebbe trattarsi di un giornale. Invece è un programma di Times Radio, l’emittente del Times, e la frase citata è stata pronunciata da Dominic West durante una lunga intervista nel corso del programma Sunday morning. Urge traduzione a fronte per Bandirali.
[30 dicembre 2023]

Il diritto di ignorare le regole di Bonolis
Ci scrive il lettore Paolo Frigato, a proposito dell’appunto che in questa rubrica abbiamo mosso a Paolo Bonolis per la puntata del 13 gennaio del programma Avanti un altro! su Canale 5: «Nel gioco finale, la regola vuole che i concorrenti, posti davanti a 21 domande, ciascuna con due opzioni di risposta, diano sempre la risposta sbagliata. È un meccanismo perverso che richiede concentrazione per evitare di dare, istintivamente, la risposta giusta. Alla domanda da lei citata, quindi, il concorrente avrebbe dovuto rispondere “Roma” visto che, appunto, San Pietro è la cattedrale di Bologna. Avendo risposto “Bologna” ha commesso un errore con conseguente eliminazione e “cazziatone di Bonolis” che rimprovera il giocatore per aver avuto fretta e non aver ragionato. È così da circa 1.200 puntate. Mi sorge una curiosità: com’è possibile che lei abbia notato solo questo presunto errore e non che il concorrente ha “sbagliato” tutte le domande precedenti e successive?». Analoga osservazione ci è pervenuta dal lettore Gianluca Pigini. Rispondiamo a entrambi, partendo dalla curiosità finale del signor Frigato: stavamo facendo zapping e ci siamo imbattuti per caso in quel cervellotico quesito (era dai tempi del Rischiatutto condotto da Mike Bongiorno – 50 anni fa – che non ci capitava). Ed era la prima volta (è stata anche l’ultima) che Avanti un altro! richiamava la nostra attenzione. Che dire? Qui finisce che persino le reti Mediaset danno ragione al generale Roberto Vannacci: come il mondo, anche i quiz televisivi vanno al contrario. Rivendichiamo tuttavia il nostro diritto di telespettatori occasionali a non doverne conoscere le regole e quindi a trarre le conclusioni da ciò che vediamo e sentiamo. Che tutto ciò si veda e si senta «da circa 1.200 puntate» rafforza il noi il fermo proposito di astenerci d’ora in avanti anche dall’uso del telecomando.
[13 gennaio 2024]

Paolo Bonolis? Per le cattedrali avanti un altro
Pulce fuori ordinanza per quei presentatori che s’impancano a porre ai concorrenti domande su argomenti di cui non sanno nulla. Su Canale 5, nella finale del quiz Avanti un altro!, Paolo Bonolis chiede a Rocco: «Roma o Bologna: San Pietro è la cattedrale di?». Il poveretto risponde di getto: «Bologna». Gong di errore, costernazione generale e cazziatone di Bonolis, con eco incorporata, per l’impulsività del malcapitato: «Perché avete fretta? Perché avete fretta?». Ma l’unico ad aver fretta di chiudere i conti (sbagliati), congedando l’incolpevole gareggiante, è lui: San Pietro è davvero la cattedrale di Bologna. Quella di Roma non è San Pietro, bensì la basilica di San Giovanni in Laterano. Urge aprire scuola serale negli studi Mediaset di Cologno Monzese.
[13 gennaio 2024]

Alessandra Arachi e l’attentato «a fuoco»
Alessandra Arachi intervista sul Corriere della Sera l’ex missino Francesco Storace. Domanda: «Lei c’era il 1978 ad Acca Larenzia?». Risposta: «Era la sezione del Msi che frequentavo. L’anno seguente lì sono scappato ad un attentato a fuoco per un soffio». A fuoco lento? E si scampa a un attentato, non si scappa.
[10 gennaio 2024]

State in campana, evirati cantori
Titolo dal sito dell’Osservatore Romano: «Come smaschilizzare la Chiesa: una esperienza con i giovani seminaristi». Gran brutta esperienza la castrazione.
[5 gennaio 2024]

Togliatti non c’entra con i Patti Lateranensi
Didascalia dalla Stampa: «Palmiro Togliatti, segretario del Pci, fu uno dei padri costituenti, acconsentì alla firma dei Patti Lateranensi tra Stato e Chiesa». Non si vede come sia stato possibile. I Patti Lateranensi tra l’Italia fascista e la Santa Sede furono sottoscritti da Benito Mussolini, a nome di Vittorio Emanuele III, e dal cardinale Pietro Gasparri, plenipotenziario di papa Pio XI, l’11 febbraio 1929, mentre Togliatti da Parigi guidava il Pci dopo l’arresto di Antonio Gramsci. Il Migliore si limitò, nel 1946, a votare a favore di un emendamento alla Costituzione («I rapporti fra lo Stato e la Chiesa sono regolati in termini concordatari»), che però fu bocciato, mentre non partecipò alla votazione del successivo («I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Qualunque modificazione di essi bilateralmente accettata non richiederà un procedimento di revisione costituzionale»), che fu comunque approvato e inserito nella Costituzione all’articolo 7, con i voti anche dei comunisti, peraltro non decisivi.
[27 dicembre 2023]

Titolo cocktail del Giornale in prima pagina
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Le sedi romane del Pd pagate dai cittadini». Occhiello: «Mentre nella capitale un 14enne è stato ammazzato per strada». Non versava l’affitto per la sezione del partito?
[14 gennaio 2024]

Le ombre si allungano su Battistuzzi
«Lontano dai riflettori la situazione è parecchio diversa, le ombre si allungano sulle luci», scrive Giovanni Battistuzzi sul Foglio. Conclusione dell’articolo: «Per non parlare di Aymeric Laporte che preferirebbe tornare in panchina al Manchester City pur di continuare a stare al Al Nassr, che Manchester forse non sarà Parigi, ma è senz’altro più attraente di giocare lì dov’è accanto a Cristiano Ronaldo». Gesù, fate luce, in modo che si allunghi sulle ombre.
[3 gennaio 2024]

Concita De Gregorio scambia Bussola e Capannina
Sulla Repubblica, nella rubrica Invece Concita, Concita De Gregorio rievoca il Sessantotto: «Si pensa a una manifestazione contro i simboli del lusso, come era successo alla Scala, viene scelta la Bussola di Forte dei Marmi, allora il più famoso night club d’Italia: si sarebbero esibiti quel Capodanno Fred Bongusto e Shirley Bassey». La Bussola venne aperta da Sergio Bernardini, lo scopritore di Mina, a Marina di Pietrasanta, sul lungomare in località Focette. E si trova tuttora lì, non a Forte dei Marmi, dove invece c’è l’altro locale storico della Versilia, La Capannina, fondato nel 1929 da Achille Franceschi.
[4 gennaio 2024]

All’Adnkronos serve una calcolatrice
«Online nuova puntata podcast Adnkronos, ogni 2 cannonate di Kiev 5 di Mosca», si legge sul sito dell’agenzia di stampa. Che nel testo precisa: «A sostenerlo i dati forniti dal Wall Street Journal secondo il quale ogni giorno i russi utilizzano un quantitativo di proiettili di artiglieria cinque volte superiore a quello degli ucraini». Quindi ogni 2 cannonate sparate da Kiev, quelle di Mosca saranno 10, e non 5 come scritto nel titolo. Urgono ripetizioni di aritmetica.
[8 gennaio 2024]

La «fuoriserie» di Fedez in 10 milioni di esemplari
L’Ansa annuncia che Fedez è ricomparso sui social, dopo le disavventure giudiziarie occorse alla moglie Chiara Ferragni, e ha postato «una scena con il controverso rapper Rondo da Sosa, davanti a un’auto fuoriserie di un colore blu intenso». Dalla foto che accompagna la notizia, a noi pare una Ford Mustang, che è stata prodotta dal 1964 e venduta in più di 10 milioni di esemplari, quindi tutt’altro che fuoriserie, cara ma non carissima: si porta a casa con meno di 70.000 euro.
[25 dicembre 2023]

Jacopo Giliberto più wikipedico che filologico
Il «climattivismo tossico» viene giustamente deplorato da Jacopo Giliberto su ben tre pagine del Foglio, aperte da una «premessa filologica» che prende in giro le desinenze politicamente corrette sempre più diffuse. Ma l’autore usa malissimo Wikipedia, che può rivelarsi talvolta utile purché la si maneggi con un minimo di senso critico, visto che sovrabbonda di errori. Infatti Giliberto afferma senza esitare che il celeberrimo tempio efesino di Artemide «fu raso al suolo in via definitiva su ordine del vescovo di Efeso, Giovanni Crisostomo, santo e padre della Chiesa». Il grande predicatore antiocheno, per questo soprannominato Bocca d’oro, fu invece arcivescovo di Costantinopoli dal 398 al 404, e mai vescovo di Efeso, notizia che Giliberto ha appunto erroneamente tratto da una scorsa molto frettolosa (e poco filologica) alla voce che Wikipedia dedica al tempio di Artemide.
[8 gennaio 2024]

Un fendente che squarcia dalla spalla alla gamba
Milano Today informa che una quarantacinquenne irregolare «è stata accoltellata al torace, alla spalla e alla gamba» e che l’aggressore, di origine sudamericana, «avrebbe colpito la donna con almeno due fendenti». Facciamo pure tre, sempreché il secondo fendente non le abbia squarciato il corpo dalla spalla alla gamba.
[30 dicembre 2023]

Espirate forte, così aumenta l’ossigeno
«In Alabama un uomo sarà giustiziato per la prima volta con la “maschera della morte”», titola il sito della Repubblica. Nel testo, Massimo Basile spiega che Kenneth Smith, 58 anni, condannato per omicidio, a ogni respiro «rilascerà ossigeno e riempirà polmoni e cervello di nitrogeno». Eravamo rimasti fermi ai tempi in cui la respirazione degli esseri viventi, e pure morenti, avveniva introducendo nei polmoni ossigeno e rilasciando la venefica anidride carbonica. L’aggiornamento della fisiologia umana venutoci da Basile ci fa trarre un sospiro di sollievo.
[6 gennaio 2024]

Gigliola «Cinguetti»: i giornalisti non hanno l’età
Nella pagina degli spettacoli della Stampa, la cantante Gigliola Cinquetti viene ribattezzata Gigliola Cinguetti, sia in un sommario che in una didascalia. Sono distratti dai troppi cinguettii di Twitter (oggi X) oppure non hanno l’età per fare i giornalisti?
[8 gennaio 2024]

I «motu propri» di Gagliarducci
«Sappiamo che il Papa predilige i motu propri, ovvero i documenti che nascono dalla sua volontà, per cambiare una legge», osserva Andrea Gagliarducci su Acistampa, agenzia in lingua italiana che fa capo al gruppo statunitense Ewtn (Eternal word television network). Gagliarducci ripete l’espressione motu propri una dozzina di volte. Lo stesso errore compare nel sottotitolo. Informiamo l’addetto ai lavori che il sostantivo di origine latina motuproprio (una sola parola, per Lo Zingarelli 2024) al plurale rimane invariato: i motuproprio.
[4 gennaio 2024]

Fratelli d’Italia, nato nel 2012, ha già 30 anni?
Marco Galluzzo riporta sul Corriere della Sera una frase pronunciata da Giorgia Meloni nella conferenza stampa d’inizio anno: «Mia sorella sono trent’anni che lavora in FdI. L’ho messa a capo del partito. Certo, potevo metterla a capo di una partecipata, ma non l’ho fatto». Forse era il caso di obiettare alla premier che Fratelli d’Italia fu fondato solo poco più di 11 anni fa, nel dicembre 2012.
[5 gennaio 2024]

Vabbè, Roncone, sarà per la prossima volta
Sempre sul Corriere della Sera, Fabrizio Roncone parla di Giorgia Meloni nella medesima conferenza stampa: «S’accorge di aver detto forse qualcosa di troppo e allora di colpo glissa, va via in dribbling, mentre il sito Dagospia, in tempo reale, insinua subito, con prontezza: “Ma con chi ce l’ha? Fiuta aria di ‘gomblotto’? E da parte di chi?”». Difficile insinuare subito però in differita. «Poi sospira: e ci spiega che, su questa vicenda le sono state attribuite frasi – in cui risultava molto preoccupata – che non ha mai detto, né pensato (vabbé)». Superflua la virgola dopo il primo che. E si scrive vabbè, con l’accento grave. Oppure va be’, con l’apostrofo.
[5 gennaio 2024]

Il don (Marco) Attilio Regoli della Verità
Sulla prima pagina della Verità un riassunto dell’intervista di Martina Pastorelli con don Roberto Regoli su Benedetto XVI cambia il nome del reverendo, che diventa Attilio. Il lapsus palesa comunque una discreta cultura, perché può spiegarsi solo con l’attrazione per il nome del ben più celebre comandante romano Marco Attilio Regolo, secondo diversi autori antichi barbaramente ucciso dai cartaginesi nel 246 avanti Cristo.
[3 gennaio 2024]

Studia alla Sorbona ma il suo Limes è il latino
In un articolo su Limes intitolato parzialmente in latino «Defensores libertatis ecclesiae. Le guardie svizzere fra passato e presente», il collaboratore Guglielmo Gallone dimostra di non avere la benché minima consuetudine con l’antica lingua, peraltro sempre meno conosciuta anche Oltretevere. Scrive infatti senza batter ciglio «Capitala capitanorum castodiae helveticoarum» invece di «Capitula capitanorum custodiae Helveticorum», che sono poi gli accordi firmati nel 1561 da Pio IV con i comandanti della «guardia degli svizzeri». Anche un liceale non avrebbe faticato molto a correggere le tre (su quattro) parole reperite in Rete. Ma Gallone, come si legge su Limes, è «laureando magistrale in Relazioni internazionali all’Università La Sapienza di Roma» e «studia in Francia a Paris 1 – Panthéon Sorbonne». Che cosa studi alla Sorbona, la rivista non lo specifica. Di sicuro non il latino.
[dicembre 2023]

I ricordi ballerini di Niola su Robinson
Su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, Marino Niola accenna alla «celebre Panther dance di Michael Jackson, che chiude il film Black or White, diretto da Spike Lee nel 1991». Peccato che la pellicola in questione sia uscita nel 2014 e l’abbia firmata il regista Mike Binder. Con quel titolo Spike Lee girò soltanto uno spot per gli orologi Swatch, nel quale fra l’altro compariva anche lui, ma ciò avvenne nel 1993, non nel 1991. Quanto alla Pantera dance di Michael Jackson, era nel videoclip Black and White girato dal regista John Landis. Ci pare che Niola abbia ricordi un po’ ballerini.
[31 dicembre 2023]

Che cosa sarà un «ungenm-gnere-influencer»?
Incipit di Anna Gandolfi sul Corriere della Sera: «Roberto Parodi, l’ungenm-gnere-influencer, alla prova dello sci». Augh!
[14 dicembre 2023]

Le «coppie come le coppie» no, parola di cardinale
Matteo Matzuzzi sul Foglio riporta il passo di un’intervista che il cardinale Daniel Sturla, arcivescovo di Montevideo, ha concesso al quotidiano spagnolo El País sulla dichiarazione Fiducia supplicans, firmata dal cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, e approvata da papa Francesco, che contempla «la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso»: «Quello che credo è che le persone possono essere benedette, ma coppie come le coppie non possono». Accettansi solo single.
[4 gennaio 2024]

Agli Oscar il miglior film straniero non è mai in inglese
Michele Farina sul sito del Corriere della Sera: «L’hanno trovato morto nella sua auto, in uno dei grandi parchi di Seul, a pochi giorni dall’interrogatorio di sabato scorso durato 19 ore filate: Lee Sun-kyun aveva 48 anni e il suo viso aveva fatto il giro del mondo tre-quattro anni fa, quando il film “Parasite” aveva vinto tutto il possibile (compreso l’Oscar 2020 per il miglior film straniero, cosa mai accaduta prima a una pellicola che non fosse in inglese)». Credevamo che l’Oscar al miglior film straniero fosse assegnato proprio a una pellicola che non sia in lingua inglese.
[27 dicembre 2023]

I rapinatori si traggono in inganno da soli
Marianna Gulli su Milano Today parla della «banda dei Rolex», formata da tre napoletani in trasferta a Milano, per i quali il Gip ha ordinato la custodia cautelare in carcere: «A trarre in inganno il gruppo è stata una rapina risalente il 20 gennaio 2021». A parte il al posto di al, essendo l’inganno un atto fraudolento pare difficile che i banditi abbiano potuto ingannare sé stessi. Al massimo saranno caduti in trappola o li avranno smascherati.
[9 dicembre 2023]

Elena Stancanelli non schiocca le dita: le schiaccia
Elena Stancanelli, astro (nascente?) della cultura italiana in quota molto rosa e destinata prima o poi a un premio Strega, scrittrice, editorialista della Repubblica, attivista della letteratura femminile postfemminista sulla scia di Michela Murgia e Chiara Valerio, verga sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari un editoriale sull’intelligenza artificiale, che finisce con questa domanda: «Quando hai il frigorifero pieno di champagne e tartufi, quando hai più auto di Batman, quando puoi avere qualsiasi donna reale soltanto schiacciando le dita, qual è l’unica cosa che brami ancora?». Forse schioccando? No, no, schiacciando...
[5 gennaio 2024]

Andrea Monda scambia i ciechi per cechi
«Gesù dice di venire con lui perché se andiamo vediamo, se resistiamo rimaniamo cechi», avverte sull’Osservatore Romano il direttore Andrea Monda nella sua rubrica La domanda del Vangelo, pudicamente siglata A.M. dall’ex docente di religione che non sa distinguere i cechi dai ciechi. Se invece non resistiamo diventiamo slovacchi? [4 gennaio 2024]

Chiara Ferragni chiude la chiusura, cioè riapre
Titolo dall’Ansa: «Chiara Ferragni chiude definitivamente lo stop sui social». Da stropicciarsi gli occhi. Solo leggendo la notizia sottostante la sciarada trova spiegazione: «Dopo il messaggio in cui ringraziava tutti coloro che le sono stati vicino nei giorni scorsi, Chiara Ferragni sembra chiudere definitivamente il periodo di assenza dai social dopo il caso Balocco». L’influencer ha chiuso la chiusura, cioè ha riaperto. Vedremo di far colazione con alcuni fiammiferi per aumentare l’apporto di fosforo nel nostro cervello.
[4 gennaio 2024]

Che cosa non fa Bonaccini pur di riposarsi
Titolo dalla Verità: «Bonaccini paga i contadini per non lavorare». Lavorare stanca: è giusto pagare chi può evitarti la fastidiosa incombenza. (In alternativa, si sarebbe potuto scrivere, in un italiano non anfibologico: «Bonaccini paga i contadini perché non lavorino»).
[2 gennaio 2024]

Gianni Vernetti rieccheggia «le fila»
Editoriale di Gianni Vernetti sulla Repubblica: «Il fantasma di Chamberlain riecheggia fra le fila del Partito Repubblicano». A parte che ha già riecheggiato all’inizio del capoverso precedente («Il fantasma di Chamberlain riecheggia nelle parole di quanti in queste ore chiedono all’Ucraina di fermare la propria guerra di liberazione»), ci chiediamo se sia un fantasma o una voce. E comunque il plurale del sostantivo fila nel significato di ranghi è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file, disertare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[12 dicembre 2023]

Scivoloso quel titolo del Figaro
Titolo dal Figaro: «Bénédiction des couples homosexuels: le pape amorce un recul». Giusto per restare in tema.
[5 gennaio 2024]

La basilica di San Marco s’incunea nel proprio atrio
Fotonotizia dal Corriere della Sera: «Nonostante le paratie in vetro che dovrebbero proteggerla la Basilica di San Marco, a Venezia, venerdì sera si è parzialmente allagata incuneandosi nell’atrio con i suoi preziosi mosaici». Come faccia una basilica a incunearsi nel proprio atrio è un bel mistero.
[7 gennaio 2024]

Retrodato di 100 anni l’arresto di Wesolowski
Sul Venerdì di Repubblica, nella sua imperdibile rubrica di cose vaticane intitolata Cronache celesti, Filippo Di Giacomo informa che il Papa ha il problema di dove incarcerare gli eventuali condannati a titolo definitivo per l’affaire del famoso palazzo di Londra. Troppo esiguo il numero delle celle. Un’annotazione che incuriosisce e rivela come, Oltretevere, ben pochi credano alla serietà del processo di primo grado che ha visto il cardinale Angelo Becciu condannato a 5 anni e mezzo di reclusione. Scrive il sacerdote-giornalista, nonché canonista sopraffino, dotato di humour scorticante: «Con la sentenza del 16 dicembre 2023, il Tribunale dello Stato del Vaticano ha “regalato” a diversi imputati 37 anni di carcere. Dopo questa letteraria sentenza, sospettata di essere stata fabbricata in anticipo per alzare una cortina fumogena sulle vere “menti” del vecchio e nuovo mondo, con o senza tonaca, autori del pastrocchio londinese, la domanda è: dove sconteranno la pena?». In Italia pare. Ma la domanda più inquietante è un’altra: chi sono le «vere menti»? E c’è qualcuno che le sta cercando? Detto questo, la prospettiva di scoperte sconvolgenti travolge anche la memoria dell’esperto vaticanista, quando riferisce che «l’ex nunzio pedofilo Jozef Wesolowski fu arrestato (1914), fu ospitato nel conventino (dove risiedono i padri francescani penitenzieri di San Pietro, ai piani soprastanti alle celle di detenzione vaticane, ndr), libero di girare e di risolvere (si dice) la sua vertenza prima del processo, con un mix di superalcolici e farmaci». Nel 1914, regnante Benedetto XV? In realtà l’arresto del prelato avvenne il 23 settembre 2014 e la morte liberatoria il 27 agosto 2015. Regnante Francesco.
[5 gennaio 2024]

Il gioielliere li ha uccisi fuori dal negozio, non dentro
Alberto Cantoni, che su Virgilio Notizie si fregia del titolo di «giornalista professionista», scrive: «Dopo la condanna a 17 anni di carcere per l’omicidio dei rapinatori Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli (uccisi nel suo negozio nella frazione Gallo di Grinzane Cavour), il gioielliere Mario Roggero ha invocato il generale Roberto Vannacci». Non è così. I rapinatori, come si vede anche dal filmato, sono stati uccisi fuori dal negozio. Una differenza di non poco conto: infatti la severa pena inflitta al rapinato – compreso il porto illegale dell’arma all’esterno del negozio – si basa appunto sul fatto che ha sparato fuori dall’esercizio commerciale, e non dentro.
[6 dicembre 2023]

Gli Houti, chi saranno mai costoro?
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Raid e alleanze anti Houti: dagli Usa una coalizione internazionale l’Italia partecipata con una fregata». Cioè? (Gli Houti sarebbero gli Houthi oppure Huthi, dipende dalle grafie, che però hanno sempre una h fra la t e la i: fazione politica e militare islamista sciita operante nello Yemen dagli anni Novanta).
[19 dicembre 2023]

La Stampa sbaglia gli accenti spagnoli e ungheresi
Sulla Stampa, un’intervista con Santiago Abascal, leader di Vox, contiene nella titolazione le seguenti frasi: «Sanchez tradisce la Spagna» e «Mi piacerebbe Orban nei Conservatori». Da parte loro i redattori del quotidiano tradiscono lo spagnolo e l’ungherese perché avrebbero dovuto scrivere Sánchez (come nel testo dell’intervista) e Orbán. Ah, gli accenti!
[18 dicembre 2023]

Nuova parentela sulla Stampa: il genero della scorta
Titolo a tutta pagina dalla Stampa: «Deputato di FdI spara e ferisce il genero della scorta di Delmastro e poi rifiuta di sottoporsi al test». La famosa famiglia allargata.
[2 gennaio 2024]

Già che c’erano gli hanno amputato i genitali
Dal sito della Repubblica: «Petardo gli esplode tra le gambe, medici costretti ad amputare i genitali per salvare un 22enne». Nel testo, Francesco Oliva scrive: «Aspetto ancora più grave, il giovane ha riportato un trauma cranico, uno facciale e, per via delle conseguenze causate dallo scoppio di un petardo, i medici sono stati costretti a tagliare i genitali». En passant.
[1° gennaio 2024]

Enrica Roddolo cita a sproposito il «royal wedding»
Sul sito del Corriere della Sera, Enrica Roddolo parla della «nuova coppia reale di Danimarca, Frederik (che regnerà come Frederik X) e la moglie Mary», avendo la regina Margrethe, nella notte di Capodanno, annunciato l’abdicazione a favore del figlio. Roddolo sottolinea che «due giorni fa il tabloid britannico “Daily Mail” ha interpretato la decisione dell’abdicazione come una mossa per salvare il Royal wedding». Peccato che wedding in inglese sia solo la cerimonia nuziale, non il matrimonio (che si chiama marriage). Visto che nemmeno si tratta di reali inglesi, bensì danesi, perché non chiamarlo matrimonio reale nel nostro povero e bistrattato italiano?
[2 gennaio 2024]

I due nuovi popoli della Repubblica: pugliesi e italiani
Titolo dal sito della Repubblica: «A Tirana per il Capodanno viene ferita da un proiettile vagante, appello per Agata Carbonara: “Serve un volo speciale per l’intervento salvavita in Italia”». Sommario: «Il quadro clinico è stabile ma la 52enne di Bari resta bloccata in ospedale: i medici albanesi hanno rifiutato di operare demandando l’intervento agli specialisti pugliesi o italiani». Qui si rifà l’Italia o si muore.
[3 gennaio 2024]

Che cosa sia accaduto a De Luca non si sa
Fotonotizia dalla Verità: «Disavventura al brindisi di fine anno della Regione Campania. Un addetto al cerimoniale ha spostato la sedia al governatore, Vincenzo De Luca, che si era alzato momentaneamente, senza che lui se ne accorgesse». Tutto chiaro.
[29 dicembre 2023]

Cronaca lunare dal sito di Libero
Sul sito di Libero, Roberto Tortora indaga sui follower che in occasione del black friday hanno acquistato i prodotti della discussa influencer Chiara Ferragni: «Francesca Galici, giornalista de Il Giornale, ha contattato l’autrice del video per saperne di più, questo il racconto di Irene: “Il 16 dicembre è arrivato un pacco con 3 prodotti, ma solo uno era stato ordinato”. Il resto è sparito e l’assistenza clienti è stata di scarsa qualità: contattabile solo online, nessun telefono, e la richiesta è stata respinta, adducendo anche delle scuse. Prima è stato dichiarato, infatti, che i prodotti erano in partenza, poi che quelli mancanti sarebbero stati inviati solo dopo l’effettuazione del reso di quelli sbagliati. Poi si è scoperto che i prodotti scelti non erano presenti in magazzino che sarebbe dovuta avvenire una sostituzione. A quel punto le ragazze hanno mollato il colpo e sono state ricontattate solo il 27 dicembre: dovranno restituire gli articoli sbagliati e poi avranno il rimborso». Strappategli la penna di mano.
[29 dicembre 2023]

Sotis e Proietti, attenti a quelle due
Dalla rubrica che Lina Sotis e Michela Proietti tengono sul Corriere della Sera: «Idea, quantomai riuscita, di Dalia Palladino. Riunisce venti amiche nella veranda del Giaimaica. Nasce una confusione molto femminile. C’era Roberta Alemagna, Giuliana Caprotti, Marva Griffin, Olivia e Michela Valli, Lorella Comi». La rubrica s’intitola Attente a noi due. Siamo assolutamente d’accordo. (Ma state attente anche voi: c’erano, non c’era. E il Giaimaica pensiamo che sia il bar Jamaica inaugurato nel 1911 in zona Brera, frequentato anche da Benito Mussolini. Se non è quello, fateci sapere dov’è il Giaimaica).
[24 dicembre 2023]

Huff, ma che post è mai questo?
Sommario di un articolo su Billie Eilish a firma di Silvia Renda su Huffpost: «La cantante ha fatto involontariamente dice di amare le ragazze sulla rivista Variety, senza dare peso al gesto: “Pensavo fosse ovvio”. Una percepita ambiguità le era costata la perdita di migliaia di follower, che ora se ne vanno apparentemente per il motivo opposto». Prego?
[4 dicembre 2023]

Ferimenti differenziati secondo papa Francesco
Titolo dal Sole 24 Ore: «Il Papa: chi ferisce una donna profana Dio». Se invece ferisce un uomo, un vecchio o un bambino, tutto sarà perdonato.
[2 gennaio 2024]

Chiara Ferragni è passata al tono «dismesso»
Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera: «Quello che per tutti è “il video delle scuse” di Chiara Ferragni (sulla questione dei pandori benefici) è finito nell’occhio del ciclone anche per il look dell’imprenditrice digitale. Uno stile definito “dismesso” e “sottotono”». Ne deduciamo che: 1) i pandori, benché abbiano come primi ingredienti zucchero e burro, non fanno alzare glicemia e colesterolo, anzi sono proprio benefici; 2) Chiara Ferragni ha finalmente dismesso il proprio stile insopportabile, anche se ancora non è ben chiaro quale abbia adottato.
[18 dicembre 2023]

Scelzo barcollante smentisce persino Bergoglio
In un editoriale sul Mattino, Angelo Scelzo, già vicedirettore dell’Osservatore Romano e poi della Sala stampa della Santa Sede, dispiega grande zelo nell’esaltare «la benedizione con la mano incerottata», impartita da papa Francesco. Ma l’esaltazione del pontefice indisposto è accompagnata da una prosa trascurata e barcollante, là dove il giornalista scrive che l’estensore dei discorsi papali, monsignor Paolo Braida, «leggeva le sua parole», smentendo fra l’altro il Papa, il quale nell’occasione ha testualmente e inusualmente rivelato che l’autore delle riflessioni svolte all’Angelus è il suo collaboratore: infatti «le conosce bene perché è lui che le fa e le fa sempre così bene». Poco più avanti, Scelzo menziona «le nuova indisposizione» e le «polemiche che, sul fronte dei rapporti con l’ebraismo, si ritenevano definitivamente superati» (lapsus freudiano: superati i rapporti?). A proposito poi del viaggio papale a Dubai per il vertice sul clima, Scelzo racconta come «queste modalità di intervento di Francesco siano considerate fuori ordinanze, se non proprio eccentriche rispetto a un pontificato “ordinario”». Presumiamo che il collega intendesse scrivere semplicemente «fuori dall’ordinario».
[27 novembre 2023]

Morti nel canale tre «giovani ventenni»
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Portogruaro, auto finisce in un canale nella notte: morti tre giovani ventenni». I vecchi ventenni guidano con maggiore prudenza?
[8 dicembre 2023]

C’è una valle che domina Firenze
Sul Corriere della Sera, Claudio Bozza spiega che Tommaso Verdini, il figlio di Denis Verdini (ex senatore di Forza Italia) agli arresti domiciliari per una vicenda di appalti, è cresciuto nella Firenze bene, «in una splendida villa al Pian dei Giullari, accanto a quella del Gioiello, dove Galileo spirò, al confino, con gli occhi rivolti su questa splendida valle che domina Firenze». Eccesso di splendore a parte, non s’era finora mai vista una valle che domina una città. Infatti il Pian dei Giullari è una collina, 175 metri sul livello del mare. Sempreché i cambiamenti climatici non abbiano trasferito Firenze in alto e il Pian dei Giullari in basso a nostra insaputa.
[31 dicembre 2023]

Francesco accusato di falso in atto pubblico
Titolo dalla Stampa: «Indagato il chirurgo del Papa». Sommario: «Il prof Alfieri del Gemelli che operò Francesco accusato di falso in atto pubblico». Prendiamo atto che, per La Stampa, anche il Papa va processato. (Per evitare il rinvio a giudizio, bastava capovolgere la frase, evitando magari anche quel gergale prof: «Accusato di falso in atto pubblico il professor Alfieri che al Gemelli operò Francesco).
[14 dicembre 2023]

Ma chi diavolo è il Tucho della Verità?
«In Vaticano dovevano tenerci davvero tanto ad autorizzare le benedizioni delle coppie gay. Al punto che, per redigere la Dichiarazione Fiducia supplicans, il cardinale Víctor Manuel Fernández ha forzato le regole. Procedure che, negli usi della Santa Sede, non sono superflui orpelli barocchi, vezzi da sacerdoti vestiti di pizzi e abiti talari. No: nella Chiesa, la forma è sostanza. Invece, il prefetto dell’ex Sant’Uffizio ha compiuto un blitz. O meglio, un “golpe”, come da consolidata tradizione argentina. Tucho, infatti, si è rifiutato di convocare la commissione di esperti che avrebbe dovuto esaminare il documento». Così comincia, sulla prima pagina della Verità, un articolo di Alessandro Rico. All’interno il nomignolo finisce addirittura nel titolo: «Il “golpe” di Tucho per dare il via libera alla benedizione delle coppie omosex». Ed è ripetuto altre due volte nel testo, senza alcuna spiegazione. Chi è Tucho? Evidentemente trattasi di un soprannome. Ma di chi? Per intuizione, si deve dedurre che lo abbiano affibbiato al cardinale Fernández. Quanti lo sanno? Non pare che il porporato Tucho sia noto come Caligola, Barbarossa, Cecco Beppe, Baffone e Charlot. Solo che i giornalisti si rivolgono al loro ombelico anziché ai lettori.
[29 dicembre 2023]

Silvia Fumarola anticipa i 70 anni della tv
«“È stato difficile scegliere” dice Renzo Arbore “perché tante cose che ho fatto non me le ricordavo quasi più”. Per i 70 anni della tv (3 gennaio 1953) e poi i 100 anni della radio (il 7 ottobre 2024) l’inventore di quelli che definisce ridacchiando “21 format” torna in pista», scrive Silvia Fumarola sulla Repubblica. Segnaliamo alla collega che le trasmissioni televisive della Rai iniziarono il 3 gennaio 1954, non 1953.
[30 dicembre 2023]

Le correnti possono essere solo interne
Giovanna Cavalli sul Corriere della Sera parla del «risoluto Rampelli, 63 anni, massiccio ex campione di nuoto (mondiali del 1978) e storico leader dei Gabbiani di Colle Oppio, corrente interna a FdI». Una corrente non può che essere interna. Se fosse esterna, farebbe sbattere le porte.
[10 dicembre 2023]

Il quasi Cln di Marcello Sorgi sarà il Cnel?
«Per l’ennesima volta il dibattito sul salario minimo alla Camera s’è ridotto a uno scontro insanabile», osserva Marcello Sorgi, notista politico della Stampa, di cui in passato fu direttore, «dopo una serie di rinvii e l’intervento del Cnl». Non sapevamo né che alla Camera fosse in vigore il salario minimo (la frase corretta avrebbe dovuto essere: «Per l’ennesima volta alla Camera il dibattito sul salario minimo») né che fosse tuttora operativa una specie di Cln (Comitato di liberazione nazionale), a meno che Sorgi non intendesse riferirsi al Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro).
[6 dicembre 2023]

Un aumento del 47,21 o del 1372,11 per cento?
Nelle pagine economiche del Corriere della Sera, Stefano Ravaschio informa che «la palermitana Lemon Sistemi, che si occupa di impianti fotovoltaici e termoidraulici, ha chiuso l’ultimo contratto del giorno d’esordio a 21,64 euro, in rialzo del 47,21% sul collocamento a 1,47 euro». Da 1,47 a 21,64 euro l’aumento è pari al 1372,11 per cento. Il rialzo del 47,21 per cento diventa corretto solo se si antepone la virgola nell’ultima chiusura: 2,164 euro.
[30 dicembre 2023]

Mattioli fu assunto alla Comit nel 1925 non nel 1933
Box dal Corriere della Sera: «Raffaele Mattioli, di cui si ricordano i 50 anni dalla scomparsa avvenuta nel 1973, entrò alla Comit nel 1933, divenne amministratore delegato e poi presidente dal 1960». In realtà, Mattioli fu assunto alla Comit, cioè la Banca commerciale italiana, nel 1925, venne nominato amministratore delegato nel 1933 e fu poi presidente dal 1960 al 1971. E, se si ricordano i 50 anni dalla sua scomparsa, ci pare pacifico che sia morto nel 1973.
[29 novembre 2023]

Lorenzetto trasforma in nazisti i gerarchi fascisti
Nell’incipit di un’intervista con Antonella Silvestri, nipote e ultima erede del giornalista e scrittore Giuseppe Silvestri, Stefano Lorenzetto sull’Arena presenta il defunto così: «Inviato speciale, e involontario, dentro il carcere in cui furono rinchiusi Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi nazisti del Processo di Verona, fucilati con il genero di Benito Mussolini a Forte Procolo l’11 gennaio 1944». I condannati a morte erano tutti fascisti, non nazisti: con Ciano, vennero fucilati alla schiena altri quattro membri del Gran Consiglio che il 25 luglio 1943 avevano votato l’ordine del giorno Grandi contro il Duce, e cioè Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi. Lapsus calami imperdonabile per Lorenzetto, nato e residente a Verona, che più volte si è occupato della vicenda in passato. «Quandoque bonus dormitat Homerus», il buon Omero talvolta sonnecchia. Figurarsi il dattilografo spulciatore.
[19 novembre 2023]

Le Aliquote di pronto intervento che cosa saranno?
Monica Serra racconta sulla Stampa la vicenda di una donna di Vigonovo, il paese di Giulia Cecchettin, picchiata dal marito e salvata dai ragazzi del paese: «Ci sono volute ore per capire che il settantunenne barricato in casa, impediva alla moglie di uscire. E una lunga trattativa con l’anziano, e le Aliquote di pronto intervento, per convincerlo a cedere». Pensavamo a una misura fiscale contro il manesco. Ma ci siamo documentati: trattasi di reparti dell’Arma dei carabinieri istituiti nel 2016 e incaricati di affrontare le situazioni d’emergenza ad alto rischio. Solo che si chiamano aliquote di primo intervento.
[27 novembre 2023]

Rombolà di tuono fa straparlare il Papa
Giorgia Rombolà, conduttrice a tutto decibel che si distingue regolarmente per il tono sovreccitato con cui annuncia i titoli del Tg3, nell’edizione delle ore 19 riferisce così, telegraficamente, le parole pronunciate da papa Francesco nel giorno di Natale: «Stop a guerre e liberazione degli ostaggi». Ecco perché non vengono rilasciati da Hamas.
[25 dicembre 2023]

Hanno ucciso il Maurizio Costanzo show
Titolo dal sito della Repubblica: «Matteo Messina Denaro, le foto con Giuseppe Graviano in platea al Maurizio Costanzo Show per ucciderlo». Ecco di che cosa è morto lo show.
[23 dicembre 2023]

Per Il Manifesto l’Ucraina confina con la Finlandia
Cristina Piccino sul Manifesto: «Intanto la radio continua parlare della guerra in Ucraina, con la quale la Finlandia confina per migliaia di kilometri». Devono essere i quasi 1.500 chilometri, e i quattro Stati, che separano la prima dalla seconda. (E comunque «continua a parlare», non «continua parlare»).
[21 dicembre 2023]

Le percentuali secondo Il Foglio
Dal Foglio: «La metà degli argentini sono poveri e il restante 10 per cento sono indigenti». Quindi è lecito supporre che in Argentina il 40 per cento non faccia statistica. Dalle parti del Foglio di sicuro.
[18 dicembre 2023]

Pene degli altri, un’invidia freudiana
Titolo della rubrica Il corsivo del giorno di Maria Serena Natale sul Corriere della Sera: «Guerra e pene degli “altri” ci riguardano». La famosa invidia del pene di freudiana memoria.
[24 dicembre 2023]

Andrea Monda fa sfoggio di ignoranza biblica
In un editoriale, Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, si cimenta con la Bibbia, che forse figura nella libreria di casa sua ma che evidentemente apre poco. Scrive infatti che «il “dove sei?” di Dio ad Adamo» è «il primo discorso diretto che troviamo nella Bibbia». In realtà, nei due capitoli che precedono il supposto primo discorso diretto, ce ne sono ben 13, di discorsi diretti di Dio, a cominciare da quello che compare fin dal terzo versetto della Genesi: «Sia la luce!». Chissà che cosa insegnava nell’ora di religione l’ex docente Monda.
[22 dicembre 2023]

Cinelli e De Rosa s’inventano Gianni Origoni
Carlo Cinelli e Federico De Rosa sull’Economia, supplemento del Corriere della Sera, informano che «Gianni Origoni ha vissuto una stagione intensa», beato lui. Solo che non si tratta di una persona, bensì di Gianni & Origoni, studio legale internazionale, con 11 sedi nel mondo, di cui 5 in Italia.
[4 dicembre 2023]

De Romanis dovrebbe fare economia di «si»
Veronica De Romanis smonta sulla Stampa le motivazioni con cui la Camera ha negato la ratifica del Mes (Meccanismo europeo di stabilità): «Chi ha votato contro il Mes, tuttavia, non sembra preoccupato. Del resto, come dicono molti esponenti della maggioranza, “le famiglie italiane hanno molti risparmi”. Questa affermazione è certamente vera, anche se lo stock di risparmi si va via via assottigliandosi». Forte in economia, ma piuttosto debole in grammatica, De Romanis. Avrebbe dovuto scrivere che «lo stock di risparmi si va via via assottigliando» oppure «va via via assottigliandosi». Un pensiero, il suo, esageratamente riflessivo. La prossima volta risparmi un si, così fa economia.
[24 dicembre 2023]

Piccolillo colleziona svarioni vaticani
Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera scrive ogni tanto di Vaticano, ma si vede che non è pane per i suoi denti. Riferendo di una controversa iniziativa papale nel pieno della guerra a Gaza, riporta che il Pontefice ha ricevuto «nell’Auletta Paolo VI» un gruppo di palestinesi. Si tratta in realtà di un ambiente adiacente alla grandiosa Aula Paolo VI progettata e realizzata da Pier Luigi Nervi per le udienze generali e così chiamata dalla fine del 1978, quando Giovanni Paolo II decise d’intitolarla a papa Montini, che l’aveva inaugurata nel 1971. E, sempre a proposito di pontefici, secondo la collega il Papa si chiamerebbe «Jose Maria Bergoglio», e qui gli errori sono ben tre: il nome di Francesco è Jorge Mario, mentre José e María si scrivono con gli accenti acuti.
[23 novembre 2023]

Tamburrino usa «alcuno» a sproposito
Michela Tamburrino sulla Stampa: «A scrivere la missiva pare sia l’avvocato salernitano Silverio Sica, ma alcuno, nello specifico legale e Ministro, ha confermato la notizia». Tralasciando la borbonica iniziale maiuscola riservata al ministro dei Beni culturali, Gennaro Sangiuliano (che, essendo di origini napoletane, avrà di sicuro apprezzato), alcuno si usa al posto di nessuno solo in frasi negative, sia come aggettivo sia in funzione di pronome indefinito al posto di qualcuno. Esempio: «Non vi fu alcuno che prendesse la parola».
[6 dicembre 2023]

La revoca dei ministri non è appannaggio del Quirinale
In un’infografica del Corriere della Sera si legge che in Germania «il cancelliere federale è eletto dal Bundestag tedesco su proposta del presidente federale» e che egli «ha diritto di nomina e revoca dei ministri (in Italia è appannaggio del Quirinale)». È vero solo per la nomina (articolo 92 della Costituzione). Per la revoca, la faccenda è più complicata. Una sentenza emessa dalla Corte costituzionale il 6 dicembre 1995 stabilisce che «spetta a ciascuna Camera approvare una mozione di sfiducia anche nei confronti di un singolo ministro» e che «spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sostituire il ministro nei cui confronti una Camera abbia approvato una mozione di sfiducia, quando questi non si sia dimesso». Il caso esaminato dalla Consulta riguardava la mozione di sfiducia individuale contro Filippo Mancuso, ministro della Giustizia del governo Dini, approvata il 19 ottobre 1995.
[4 novembre 2023]

«Israeliani e non»: stavolta ci casca Caferri
Francesca Caferri sulla Repubblica: «Ma né le perdite né gli avvertimenti americani hanno fatto cambiare posizione a Netanyahu, che in questa guerra combatte – ed è opinione diffusa fra gli analisti israeliani e non – oltre che per la proclamata sopravvivenza di Israele, anche per la propria». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Caferri avrebbe dovuto scrivere «analisti israeliani e no».
[14 dicembre 2023]

Scaraffia si chiama Lucetta, non Lucilla
Felice Manti sul Giornale: «Una autorevole studiosa come Lucilla Scaraffia sulla Stampa parla di tutti gli errori sul caso Becciu». Eccone un altro, di certo minore: si chiama Lucetta.
[19 dicembre 2023]

Crosetto nominato ministro della Giustizia
Didascalia dal Corriere della Sera: «In una Camera praticamente vuota il ministro della Giustizia Guido Crosetto risponde all’interpellanza urgente di Della Vedova (+Europa)». Ma Crosetto non era ministro della Difesa?
[3 dicembre 2023]

Fiorello mette i canditi nel pandoro
Il pandoro è il dolce del momento. Per una Chiara Ferragni che forse ha ripetuto, a spese dei generosi clienti della Balocco, l’esclamazione uscita nel 1894 dalla bocca del pasticciere veronese Domenico Melegatti appena lo trasse dal forno («Xè propio un pan de oro!»), ecco un Fiorello che su Viva Rai 2! tartassa la disinvolta influencer: «Anche il Codacons ha fatto un pandoro: al posto dei canditi ha tutti gli esposti fatti ai Ferragnez!». Così riportano Rai News, Adnkronos, La Stampa, Fanpage, Il Giornale e molti altri siti. Fiorello, vabbè che sei nato in Sicilia, terra delle arance, ma il pandoro non è il panettone: nell’impasto non ha né canditi né uvette. Non chiedere conferma ai giornalisti: non lo sanno.
[19 dicembre 2023]

Roncone e un «gli tocca» riferito ad Arianna Meloni
Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera parla della sorella di Giorgia Meloni: «Chiamano Arianna. Ha la faccia grigia, e tesa. Ha già dovuto difendere il compagno/ministro Lollobrigida, spiegando che è normale fermare un Frecciarossa. Del resto, chi di noi non l’ha mai fatto? Ora gli tocca la custodia dell’ex simil cognato Giambruno». Il gender dilaga.
[16 dicembre 2023]

Il gay «arrestato a 15 gay»
Titolo dal sito del Mattino: «Il padre lo chiama gay, e lui lo accoltella: arrestato a 15 gay». Così giovani e già così gay.
[17 dicembre 2023]

Sciandivasci «infinitesimalmente» poco scientifica
«E se fosse la natura a spingerci verso la denatalità?», titola La Stampa. Nell’articolo sottostante, Simonetta Sciandivasci argomenta, a proposito dei continui allarmi sul calo demografico: «Quello che ci manca, in questa eziologia ripetuta e ripetitiva, è un salto: una visione. Per esempio questa, che pongo in forma di domanda, così nessuno si scandalizza: e se non fare figli fosse, in questo momento, che è un minuscolo momento della storia umana e infinitesimalmente striminzito momento della storia della Terra, un adattamento evolutivo?». Manca la domanda successiva: come mai l’«adattamento evolutivo» non riguarda l’intero pianeta, bensì investe principalmente il Vecchio Continente? Dove però risparmia la Francia. Secondo i dati di Eurostat, il tasso di fertilità delle francesi è costantemente il più alto di tutta l’Unione europea: 183 figli per 100 donne nel 2021 e 180 nel 2022, contro una media di 153 nell’Ue e di 124 in Italia, che figura al terzultimo posto nella classifica. Che possa dipendere dal fatto che la Francia destina a famiglia e figli il doppio del Pil rispetto all’Italia? Sciandivasci potrebbe confrontarsi in proposito con i suoi colleghi della Verità, quotidiano su cui esordì nel 2017 con un articolo dal titolo oseremmo dire profetico: «Il rimbalzo della gomma ci costerà caro. Schizzano in alto i prezzi di pneumatici, guanti in lattice e persino preservativi». (Segnaliamo che l’avverbio infinitesimalmente nella lingua italiana non esiste: al massimo i dizionari registrano infinitesimamente, da infinitesimo).
[20 dicembre 2023]

Il commando palestinese rapì un Boeing 737
Matteo Sacchi ripercorre sul Giornale gli eventi del 1974, anno che a suo dire «cominciò in anticipo» con l’attacco terroristico palestinese del 17 dicembre 1973 all’aeroporto di Fiumicino (32 morti, 23 feriti): «Il commando composto di 5 terroristi si diede poi a una rocambolesca fuga, terminata in Kuwait, rapendo un Boeing 737 della Lufthansa». Sequestro di fusoliera. Che colpo d’ala.
[20 dicembre 2023]

Nata nel 1940 e morta nel 1922
Marco Cicala sul Venerdì di Repubblica: «In fondo, l’invenzione del presepe “vivente” – anno 1223, proprio otto secoli fa – nello sperduto borgo reatino di Greccio fu una fra le tante genialate di Francesco d’Assisi. La medievista Chiara Frugoni (1940-1922) aveva ripercorso la storia di quella “trovata” in un libro che adesso torna da il Mulino». Frugoni, partorita nel 1940, era già morta nel 1922. Il signore sì che se ne intende, di nascite. (E sorvoliamo sul fatto che nel libro la medievista ribadisce quanto gli storici sanno bene, e cioè che quel presepe non fu il primo).
[1° dicembre 2023]

Spagna e Belgio «sostengono con i terroristi»?
Titolo dal Corriere della Sera: «Israele accusa Spagna e Belgio / “Sostengono con i terroristi”». Cioè?
[25 novembre 2023]

I tartufi per La Stampa si gustano nei dormitori
Dalla Stampa: «Madama Vigna. Un luogo di affascinante semplicità dove la cucina trova una dimensione unica e con le radici ben piantate sul territorio. Dormitori locali garantiscono tartufi al prezzo giusto». Sogni d’oro.
[3 dicembre 2023]

Leclerc «sul sipario»: s’è aggrappato?
Incipit a tutto gas di Giorgio Terruzzi nelle pagine sportive del Corriere della Sera: «Non è stanco Verstappen. Pole numero 32 al pari del Leone, Nigel Mansell, arraffata con un ruggito da predatore indefesso. C’è Leclerc in prima fila a rappresentare sul sipario la coppia più veloce del Mondiale». Sul sipario? Sono acrobati appesi? Forse sul palco.
[26 novembre 2023]

Il latinorum dell’Osservatore Romano
Per L’Osservatore Romano il latino è ormai un problema. In un’intervista con il cardinale Fernando Filoni, riguardante un suo libro dedicato alle conferenze episcopali, l’intervistatore Roberto Cetera fa pronunciare al porporato la seguente incomprensibile definizione ottocentesca: amicalibes conventus episcoporum, cioè «amichevoli riunioni di vescovi». La forma esatta dell’aggettivo è amicabiles, attestata nella prima metà del IV secolo dallo scrittore siciliano Giulio Firmico Materno, un pagano che poi si convertì. E francamente divertente è il cappello dell’intervista dove si legge che il tema è «di stringente attualità in questo tempo sinodale dal titolo: Le Conferenze Episcopali. Un’istituzione moderna di comunione ecclesiale». Il «tempo sinodale» è già astruso di suo, non era certo necessario dargli addirittura un titolo.
[9 dicembre 2023]

Gisella Floreanini promossa di nuovo ministro
Parlando sul Corriere della Sera dell’iscrizione di Silvio Berlusconi nel famedio del Cimitero monumentale di Milano, Chiara Baldi indica fra i 14 milanesi illustri cui il Comune ha concesso questo onore anche «Gisella Floreanini, prima ministra italiana». A parte che scritto così potrebbe sembrare che Floreanini sia stata premier, ricordiamo a Chiara Baldi ciò che già avevamo fatto notare al suo collega Maurizio Giannattasio, il quale il 5 ottobre scrisse: «La prima donna che è stata ministra in Italia». Gisella Floreanini non fu mai ministro della Repubblica italiana, ma soltanto rappresentante del Pci e commissaria di governo durante i 40 giorni della Repubblica dell’Ossola (9 settembre-23 ottobre 1944) e poi deputata per due legislature alla Camera.
[3 novembre 2023]

Platero, l’uomo dei numeri, sbaglia i numeri
Su Affari & Finanza, supplemento della Repubblica, Mario Platero racconta l’ecatombe di giornali locali negli Stati Uniti: «In 20 anni la California ha perso 524 testate, solo a Los Angeles 104. Nell’area metropolitana di New York hanno chiuso 210 testate. In Texas ben 29 contee non hanno neppure un giornale, un record in America, e secondo il New York Times le chiusure complessive in poco meno di vent’anni sono state 2.900. Secondo uno studio della Northwestern University, dal 2005 l’America ha perso i due terzi della forza lavoro giornalistica, con una media di 2,5 giornali a settimana che spariscono dalla circolazione». Preoccupante. Ma ancora più preoccupante è che un giornalista di solida esperienza sbagli a far di conto. Se in 18 anni hanno chiuso 2.900 quotidiani, la media è di 3,1 a settimana, non 2,5. E dire che Platero è stato a lungo responsabile della redazione di New York del Sole 24 Ore, giornale che campa di numeri, e oggi è direttore responsabile dell’edizione internazionale del New York Times che viene distribuita in Italia, cioè la stessa fonte della statistica farlocca.
[4 dicembre 2023]

Michela Proietti non conosce Baldacci e Tebaldi
Michela Proietti intervista sul Corriere della Sera la stilista Raffaella Curiel e le fa dire, a proposito di pranzi con giornalisti, scrittori e artisti al ristorante Bagutta di Milano: «C’erano Luciano Baldacci e Italo Calvino». Baldacci, fondatore del Giorno e poi del settimanale Abc, si chiamava Gaetano. E verso la fine fa indicare a Curiel il salotto più bello: «Quello di mia madre, con Indro Montanelli, Renata Tibaldi, e Mario Soldati». Togliendo l’ultima virgola, del tutto superflua, informiamo Proietti che Tibaldi era Renata Tebaldi, inarrivabile soprano di fama mondiale. Ci pare improbabile che Curiel, avendola frequentata nel salotto materno, ne abbia storpiato il cognome durante l’intervista.
[14 dicembre 2023]

Nuzzi nella basilica di Santa Maria Maggiore
Gianluigi Nuzzi festeggia il compleanno del Papa con un poderoso articolo sulla Stampa, nel quale, sfoggiando una prosa decisamente mistica, immagina Francesco «far riposare la salma a Santa Maria Maggiore». È lì che il Pontefice «prega la madonna, in silenzio», anche se, miracolosamente, «le navate rilanciano le invocazioni». La «madonna» è citata due volte sempre in minuscolo, forse per distinguerla da Madonna Louise Veronica Ciccone. Spiega Nuzzi, a proposito delle visite di Bergoglio in basilica: «Viene qui dai tempi che era arcivescovo a Buenos Aires». La mistica consente questi salti, la grammatica consiglierebbe «dai tempi in cui». Il realismo magico di Nuzzi giunge all’ermetismo immaginifico nel finale: «Il futuro della Chiesa deve imboccare la povertà». Così mette su carne?
[17 dicembre 2023]

Avvenire commina anziché irrogare
Avvenire titola in prima pagina che nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana sono stati «in totale comminati 37 anni di reclusione». Nel linguaggio giuridico, comminare significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Quando una pena viene inflitta dal giudice, il verbo da usare è irrogare.
[17 dicembre 2023]

Toh, esiste pure l’«encefalite cerebrale»
Giovanni Gagliardi su Repubblica.it riferisce che Shane MacGowan, «conosciuto come voce e frontman dei Pogues», è stato stroncato da «una rara encefalite cerebrale». Essendo l’encefalite l’infiammazione del cervello, vediamo difficile che possa esistere quella polmonare o intestinale.
[30 novembre 2023]

Caracciolo ricorda male la missione russa anti Covid
Intervistato da Francesco Rigatelli sulla Stampa, Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, dice la sua sull’universo mondo, passando in rassegna le principali questioni internazionali degli ultimi anni, inclusa la controversa missione russa nel Bergamasco durante la pandemia da coronavirus: «La spedizione sui vaccini fu però curiosa e l’idea che un Paese Nato come l’Italia abbia permesso a militari russi di scorrazzare liberamente meriterebbe un’indagine adeguata». L’operazione «Dalla Russia con amore» (ribattezzata così da Mosca) non c’entrava nulla con le vaccinazioni: autorizzata dal secondo governo Conte, cominciò il 23 marzo 2020, quando il mondo ancora non sapeva come affrontare l’emergenza, mentre i vaccini anti Covid arrivarono nel nostro Paese solo nove mesi dopo, il 27 dicembre. Siamo peraltro d’accordo con Caracciolo sul fatto che quella spedizione del ministero della Difesa russo, concordata da Vladimir Putin con Giuseppe Conte, meriterebbe un’indagine approfondita.
[15 dicembre 2023]

Non esiste un altro decollo dopo essere decollati
«La sua carriera è tuttavia decollata anche sotto Trump», scrive M. Val. (Marco Valsania?) sul Sole 24 Ore. Il decollo è un atto istantaneo, non si può decollare anche sotto Donald Trump se già si era preso il volo con un altro presidente. Sarà proseguita l’ascesa, magari.
[5 dicembre 2023]

Franco aumenta di tre i cardinali elettori
Non di rado Massimo Franco, notista politico del Corriere della Sera, si occupa del Vaticano. In un articolo sul prossimo conclave scrive erroneamente che gli elettori del Papa sono 137 e, non pago dell’errore, per di più cambia il nome di uno di loro. A poter eleggere il nuovo pontefice sono infatti, alla data odierna, 134 cardinali, mentre lo statunitense Burke non si chiama Edmund, come il celebre scrittore e politico settecentesco, bensì Raymond Leo.
[8 dicembre 2023]

Don Marco Pozza scrive male del male
Nella sua rubrica Strada facendo, su Specchio, settimanale della Stampa, don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi a Padova, c’illumina: «Quando rompe gli argini, il male ha un qualcosa di devastante, d’incontenibile, di cinico e di barbarico». Quindi ne deduciamo che quando il male resta negli argini ha un qualcosa di costruttivo, di contenibile, di rispettoso e di civile. Parola del prete che dà del tu a papa Francesco e lo intervista in scarpe da tennis.
[3 dicembre 2023]

Partiti «affianco»? O a fianco o affiancati
Dal Corriere della Sera, incipit del servizio di Paolo Lorenzi sul Gran premio motociclistico del Qatar: «Capolavoro Martin, vince partendo dalla seconda fila e dimezza lo svantaggio da Bagnaia, quinto dopo una corsa in difesa. Partivano affianco in Qatar, Pecco e Jorge, hanno corso due gare all’opposto». Affianco? O a fianco o affiancati. In italiano. In arabo non sapremmo.
[19 novembre 2023]

Per Veltroni si può lavorare «in una confezione»
Walter Veltroni sul Corriere della Sera intervista Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale. Domanda: «Mi parli della tua famiglia?». Risposta: «Mio padre era magazziniere, mia madre lavorava in una confezione». Sottovuoto? (Il sostantivo confezione, inteso come produzione in serie di capi d’abbigliamento, richiede una locuzione lessicale: «lavorare nel settore della confezione», esemplifica Lo Zingarelli 2024).

Il giornale del vescovo non conosce la madre di Maria
Editoriale d’apertura sulla prima pagina dell’Eco di Bergamo, di proprietà della diocesi, uscito l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione. Titolo: «Immacolata un mondo nuovo che inizia». Nel testo si legge: «A livello di teologia spiccia possiamo cavarcela così: oggi si celebra il momento in cui la Vergine Maria ha cominciato a esistere su questa terra, nel pancione di sua mamma, Elisabetta». Tenuto conto che la madre della Madonna si chiamava Anna (sant’Anna), che Elisabetta era invece la sua parente (forse cugina) rimasta incinta sei mesi prima dell’Annunciazione alla Vergine, che il quotidiano bergamasco appartiene al vescovo e che l’articolo di fondo era firmato da don Mattia Magoni, il quale ha una licenza in teologia pastorale e insegna (o insegnava, si spera) catechetica nel seminario di Bergamo, oltre a essere stato direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale delle comunicazioni sociali, diremmo che da quelle parti «a livello di teologia spiccia» siamo rasoterra.
[8 dicembre 2023]

Le mostruosità di Gianluigi Nuzzi
Da un articolo di Gianluigi Nuzzi sulla Stampa, in ordine di apparizione: «mostro», «mostruosità», «mostruosità», «mostri», «mostruosità», «mostruoso», «mostruosità», «mostruosità», «mostruosità», «mostri», «mostro», «mostro», «mostri». I nuovi mostri.
[4 dicembre 2023]

Le facce dei ministri israeliani «si srotolano»
Davide Frattini, inviato del Corriere della Sera a Tel Aviv: «Le sei ore di consiglio, le facce dei ministri che si srotolano nella notte fonda di mercoledì». I famosi ministri tappetini.
[23 novembre 2023]

Belpietro e il pescatore di uomini
Incipit dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro sulla prima pagina della Verità: «Don Mattia Ferrari è un giovane prete, che invece di fare il pastore di anime fa il pescatore di uomini». Se voleva suonare come una critica, la comparazione appare infelice: il sacerdote fa precisamente il suo mestiere, quello che Gesù stesso assegnò ai fratelli Simone, chiamato Pietro, e Andrea, che stavano gettando la rete nel mare di Galilea: «E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”» (Matteo 4, 19).
[5 dicembre 2023]

Nella satira Luca Bottura non fa giurisprudenza
Luca Bottura, distillatore principe dello spirito di patata sulla Stampa, nella sua rubrica Minimum pax celia: «Giusta lamentela del Ministro Sangiuliano, che avrebbe diffidato una trasmissione di Radio 1 dal prenderlo in giro “perché laureato in Giurisprudenza”. Tra l’altro il titolo della sua tesi fa ancora giurisprudenza: “Codice Civile e Penale, come cavarsela in dibattimento avendo letto solo la copertina”». A parte la ridda di maiuscole superflue, a cominciare da quella di ministro, per la battuta segnaliamo a Bottura che avrebbe dovuto scrivere «fa ancora dottrina»: giurisprudenza la fanno le sentenze, non le tesi di laurea o i testi degli studiosi.
[6 dicembre 2023]

Mephisto Waltz non conosce il brumaio
«Napoleone, nel dubbio, pospose al 18 il Colpo di Stato del novembre 1799», ricorda Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore, anche lui ricorrendo a un’inutile maiuscola. Dal coltissimo satanasso ci saremmo aspettati che parlasse non del novembre bensì del brumaio 1799: quello era infatti il nome del secondo mese del calendario rivoluzionario francese, che iniziava il 22 ottobre e terminava il 20 novembre.
[3 dicembre 2023]

Jannik Sinner «quarto al moneto»
Il sito della Repubblica riferisce che Jannik Sinner «oggi è quarto al moneto». Non sappiamo di che si tratti, ma pensiamo che il tennista preferisca la moneta.
[19 novembre 2023]

Quattro morti pazienti con i giornalisti
Titolo da Open.it: «Tivoli, incendio all’ospedale: quattro morti pazienti». Informazione.it riprende pappagallescamente: «Tivoli, incendio all’ospedale: quattro morti pazienti». Nessun rispetto per i morti impazienti.
[9 dicembre 2023]

Lina Palmerini in cerca di Mr. Wolf
La beffa telefonica ai danni del premier Giorgia Meloni nella conclusione della rubrica Politica 2.0 di Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: «Lo scherzo telefonico, insomma, proietta di nuovo l’immagine di una premier circondata da chi i problemi li crea e non da Mr. Wolf, quello che nel film Pulp Fiction i problemi li risolve. Urge trovare un Mr. o una Miss Wolf in più in squadra». Dal testo si deduce che non ce ne sia nessuno a Palazzo Chigi. Quindi ne servirebbe uno, non uno in più.
[2 novembre 2023]

McNamara non fu mai segretario di Stato
A corredo di un articolo firmato da Stefano Cingolani, Il Foglio pubblica una foto con questa didascalia: «L’allora segretario di stato Usa Robert McNamara illustra le mosse dell’esercito americano in Vietnam». Negli Stati Uniti, il segretario di Stato, senza ulteriori specificazioni, è il capo del Dipartimento di Stato, l’equivalente di un ministro degli Esteri (con qualche competenza aggiuntiva). Ma McNamara non ricoprì mai questa carica. Fu sempre e soltanto segretario alla Difesa.
[11 novembre 2023]

Qualche problema con l’aritmetica alla Repubblica
Richiamo del pezzo di Miriam Romano sul nuovo stadio del Milan a San Donato, apparso in prima pagina sull’edizione milanese della Repubblica: «Utilizzando i mezzi pubblici, più della metà dei residenti di Milano, il 54 per cento, raggiungerebbe l’impianto entro i 45 minuti. Solo il tre per cento ci impiegherebbe meno di mezz’ora. Tirando le somme, il 97 per cento di chi viene dalla città riuscirebbe ad arrivare allo stadio entro un’ora». Ecco, tirando le somme, 54 più 3 fa 57. Manca dunque all’appello un bel 40 per cento di cittadini, che impiegherebbero quasi un’ora per arrivare a San Donato.
[5 novembre 2023]

Domani ripristina dopo mezzo secolo la Sacra rota
In un lungo articolo su Domani, Federica Tourn ricostruisce un’intricata causa matrimoniale davanti ai tribunali ecclesiastici tra Libano, Roma e Canada, e più volte nomina la Sacra rota, che finisce così anche nel titolo. Facciamo presente che questa denominazione è ormai solo storica: da oltre mezzo secolo il tribunale si chiama semplicemente Rota romana.
[4 dicembre 2023]

Barletta trasferita in provincia di Foggia
Marta Borghese sul sito della Repubblica: «Era la scuola degli Anni Settanta. A ricordarla è Mario Ruggiero Dimatteo, arrivato a Torino da Barletta, in provincia di Foggia». Eppure mezzo secolo fa la scuola insegnava la geografia: Barletta fino al 2004 faceva parte della provincia di Bari e dal 2009 è uno dei capoluoghi della provincia di Barletta-Andria-Trani.
[31 ottobre 2023]

Cade dal tetto, un volo lungo sei mesi
Dal sito del Gazzettino: «Incidente sul lavoro a Volpago del Montello. Cade dal tetto di un’azienda, fa un volo di sei mesi: è gravissimo». Era un astronauta?
[5 dicembre 2023]

La rescissione del contratto con la lingua italiana
L’agenzia di stampa LaPresse informa che «Giulia Cecchettin è morta per dissanguamento in seguito alla rescissione dell’aorta». Si dà il caso che rescissione sia un termine del diritto il cui significato è «annullamento, risoluzione: rescissione di un contratto» (Lo Zingarelli 2024). Qui andava usato tutt’al più il sostantivo recisione («il recidere; taglio: la recisione di un ramo secco»). Ma l’aspetto più clamoroso della faccenda è che lo sfondone di LaPresse, copiato forse dal referto di qualche anatomopatologo analfabeta, viene preso per oro colato e schiaffato online dai siti dei seguenti mezzi d’informazione: La Repubblica, Il Secolo XIX, Il Gazzettino, Il Tempo, L’Unità, L’Identità, Fanpage, Secolo d’Italia, Corriere dello Sport, segno che i giornali hanno rescisso da tempo il contratto con la lingua italiana.
[1° dicembre 2023]

Il mento fugge dalla finestra
Massimo Delfino sul sito della Stampa si occupa di una sparatoria a Tortona: «Nella ricostruzione della vicenda compiuta dai carabinieri il cinquantaseienne si sarebbe presentato a casa dei due stranieri come appartenente alle forze dell’ordine esibendo la paletta della Polizia di Stato: una volta all’interno dell’appartamento ha sparato con una pistola all’indirizzo del trentunenne al colpendolo al mento, il quale è riuscito a fuggire da una finestra». Il famoso mento sfuggente.
[22 novembre 2023]

Le sgrammaticature di Sallusti
Nel suo editoriale di prima pagina, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, scrive: «Resta incomprensibile il tentativo di buttarla in politica come ha fatto ieri anche la sorella di Giulia, Elena, con un post forse telecomandato da qualcuno o qualcuna a lei vicina». Se lei la butta in politica, lui la butta in sgrammaticatura. Magari sarà più femminista accordare l’aggettivo a qualcuna, ma sarebbe stato più equo e corretto usare il plurale vicini. Oppure, per non scontentare nessuno, acconciarsi a ricorrere all’avverbio unisex vicino. Insomma, avremmo visto bene «qualcuno o qualcuna vicino a lei», oppure «a lei vicini». Poi Sallusti dà un consiglio amorevole però abbastanza suicida: «A Elena, a cui va il nostro abbraccio, vorrei dire due cose e raccomandarle, per quanto possibile in queste ore disperate, di stare attenta a cadere in trappole che amici interessati potrebbero tenderle». Sallusti – se l’italiano ha ancora un senso – la invita cioè a farsi intrappolare. Lapsus freudiano o banale dimenticanza di un salutare non? Elena stia perciò «attenta a non cadere in trappole».
[20 novembre 2023]

È nata una bimba che pesa 3.340 chili
Da Rai News: «Una bimba è nata ieri sera nell’auto dei suoi genitori, in una strada del quartiere borghese di Prati, a quell’ora trafficatissima. Il primo vagito nell’auto con cui il papà stava accompagnando la moglie in clinica. Con loro anche il figlio di tre anni. La bambina è nata verso le 20, pesa 3.340 kg e sta bene». Che stia bene, già grande obesa alla nascita, ci pare improbabile. La strabiliante notizia conquista i titoli anche sui siti del Messaggero, del Mattino e del Corriere Adriatico. In tutto fanno 13.360 chili. Le famose notizie un tanto al chilo.
[25 novembre 2023]

Ma guarda, pare che la pace risolva i conflitti
Titolo del Sole 24 Ore per un editoriale di Alberto Martinelli: «Quando la scienza promuove la pace per risolvere i conflitti». Diremmo che, in generale, la pace serve a risolvere i conflitti, anche se a promuoverla non è la scienza.
[2 novembre 2023]

Andrea Scanzi fa giocare a tennis Bulgarelli
In un’intera paginata sul Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi magnifica «un’apoteosi attesa, sperata e sognata 47 anni: l’Italia torna a vincere la Coppa Davis» e rileva come «questa squadra sia fortissima, forse persino più di quella giustamente epica di Panatta, Barazzutti, Bulgarelli e Zugarelli». Noi ricordavamo che era formata da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, mentre Giacomo Bulgarelli giocava a calcio nel Bologna, se la memoria delle figurine Panini di 60 anni fa non c’inganna.
[27 novembre 2023]

Sommario con mistero incorporato
Sommario dal Corriere della Sera: «Ha sopportato 45 minuti di viaggio, mentre ci avevano detto che ne sarebbe stata in grado». Qualunque cosa le fosse accaduta.
[12 novembre 2023]

L’arcivescovo sbaglia la data della morte di Pio XII
Felice Accrocca sull’Osservatore Romano scrive che Pio XII «morì il 10 ottobre 1958». Il pur erudito arcivescovo di Benevento non ricorda con esattezza una data che invece è rimasta celebre anche per un clamoroso infortunio giornalistico. Infatti papa Pacelli, come racconta il vaticanista Benny Lai (I segreti del Vaticano da Pio XII a papa Wojtyla, Laterza, pagina 12), «si spense all’alba del 9 ottobre. Ma la sua morte fu anticipata di ventiquattro ore da tre quotidiani romani usciti listati a lutto, in edizione speciale, perché il collega che manteneva i contatti con Galeazzi Lisi (l’archiatra pontificio, ndr), sollecitato dalle urgenze della concorrenza giornalistica, aveva stretto un patto suppletivo con il medico: quando una certa finestra si fosse aperta, quando Galeazzi Lisi, stando nel vano spalancato, si fosse soffiato il naso con un fazzoletto bianco, il cronista appostato sulla piazza avrebbe dovuto guardare l’orologio e annunziare la morte del papa. Una tendina bianca mossa casualmente era stata scambiata per un fazzoletto dai due cronisti in attesa del segnale».
[25 novembre 2023]

Per Il Giornale a fondare Sabbioneta fu Vespasiano
Camilla Golzi Saporiti sul Giornale descrive Sabbioneta: «Patrimonio Unesco a mezz’ora da Mantova, gioiello rinascimentale voluto nel 1559 come esempio di città ideale da Vespasiano». Vespasiano, imperatore romano nato 1550 anni prima, ringrazia per il primato di longevità, ma Sabbioneta fu fondata da Vespasiano I Gonzaga, morto nel 1591.
[2 dicembre 2023]

Giulia Bongiorno non difende: assiste
In una scheda sul Corriere della Sera leggiamo che Giulia Bongiorno, avvocata, senatrice della Lega, ministra per la Pubblica amministrazione nel primo governo Conte, «ora difende la ragazza che accusa il figlio di Beppe Grillo e tre amici di stupro». La sventurata è sul banco degli imputati? No? Allora Bongiorno non la difende: la assiste.
[15 novembre 2023]

L’Osservatore Romano trova un cameriere: è Gesù
Dalla rubrica La domanda del Vangelo (tenuta sull’Osservatore Romano dal direttore Andrea Monda in persona, temiamo, visto che è siglata A.M.): «Gesù continua a farci domande e quella di oggi sembra la domanda di un cameriere che chiede cosa desideriamo». Il giornale della Santa Sede è proprio diventato una bettola.
[21 novembre 2023]

Chiara Valerio scrive sui giornali, ma non li legge
Incipit di un articolo della scrittrice Chiara Valerio sulla Repubblica: «Giorgia Meloni ha ragione a dire che non si strumentalizzano le tragedie. L’ultima strumentalizzazione di tragedia che mi viene in mente è tuttavia quella di Indi Gregory, la bambina inglese affetta da una rarissima patologia che ha ricevuto la cittadinanza italiana ed è stata accolta all’Ospedale Bambin Gesù». Valerio scrive bene e legge tanto, ma non i giornali: la piccola Indi non è mai arrivata a Roma, l’hanno ammazzata prima, a Londra. E comunque l’ospedale pediatrico della Capitale si chiama Bambino Gesù, con la o.
[22 novembre 2023]

Il Tg1 inventa l’«epidemia di massa»
Nel Tg1 delle 13.30, in un servizio sulla tragedia umanitaria nella Striscia di Gaza, Monia Venturini fa presente che «con l’arrivo delle piogge, i bambini si trovano ad affrontare una seria minaccia di epidemia di massa». Immaginiamo che si contrapponga alle epidemie individuali.
[21 novembre 2023]

Per Veltroni (e Mancuso?) il vino si coltiva
Walter Veltroni intervista nelle pagine culturali del Corriere della Sera il professor Stefano Mancuso, botanico e saggista, che all’Università di Firenze è docente ordinario di arboricoltura generale e coltivazioni arboree, e gli fa pronunciare la seguente frase: «Pensa che ora il vino lo si coltiva persino in Svezia!». Siamo nati nella provincia dell’Amarone e ci pare che dalle nostre parti si coltivi ancora la vite, che dà l’uva da cui si ottiene il vino. Ma forse Veltroni, Mancuso e la Svezia sono più avanti di noi.
[16 novembre 2023]

Sulla Verità una balena munita di moto d’acqua
Titolo dalla Verità: «Bolsonaro accusato di molestie a una balena con la moto d’acqua». Cazzarola, non ci sono più le balene di una volta: ora solcano gli oceani in Kawasaki.
[21 novembre 2023]

«Ci» auspichiamo un corso d’italiano alla Repubblica
Sami al-Ajrami da Khan Yunis (Striscia di Gaza) sul sito della Repubblica, testo raccolto da Anna Lombardi: «Ma ci auspichiamo che se i patti verranno rispettati da ambo le parti, non ci saranno ulteriori escalation». Noi invece auspichiamo che gli inviati della Repubblica seguano un corso d’italiano.
[23 novembre 2023]

Il «profondo dolo» dei genitori di Filippo Turetta
Dal sito del Messaggero, a proposito di Giulia Cecchettin, assassinata dal fidanzato Filippo Turetta: «I genitori di Filippo esprimono alla famiglia di Giulia “vicinanza e profondo dolo per una tragedia che coinvolge entrambe le famiglie”». Il famoso delitto doloso.
[19 novembre 2023]

Aldo Grasso critica Wikipedia (da cui copia)
Aldo Grasso nella sua rubrica A fil di rete sul Corriere della Sera aveva fulminato, il 13 novembre, Bianca Berlinguer, «burattinaia» del professor Alessandro Orsini, noto per le sue «farneticazioni filoputiniane» – così aveva scritto il critico televisivo – equiparandola a «capocomico (si potrà dire capacomica?), cioè il responsabile della scelta del copione da inscenare, dell’ingaggio degli attori e della messa in scena: il dominus gregis della commedia latina». Ecco che cosa si legge su Wikipedia alla voce capocomico: «Era il responsabile della scelta del copione da inscenare, dell’ingaggio degli attori e della messa in scena. Nella commedia latina, può essere identificato con il dominus gregis». Perbacco, una trascrizione quasi letterale. È mai possibile? Domenica 19, in prima pagina, nella rubrica Padiglione Italia, sotto il titolo «Noi, figli dell’ignoranza wikipedica», Grasso spiega l’accaduto: «La deriva bulimica del web produce un eccesso di informazione che crea solo pressapochismo, presunzione, intolleranza: siamo tutti di un’ignoranza wikipedica». Invece del predicozzo, poteva farla più corta e scrivere: «Confesso che ho copiato da Wikipedia». Quante volte, figliolo? (Per penitenza, d’ora in avanti copiare solo dallo Zingarelli, come facciamo noi, che oltretutto offre il raro pregio della sintesi: «Capocomico. Un tempo, chi era a capo di una compagnia teatrale e scritturava gli attori». Rassicuriamo il professor Grasso: la flessione del sostantivo prevede il singolare femminile capocomica, ma non capacomica).
[13 e 19 novembre 2023]

Analfabetismo anglicizzante dell’Ansa
Significativo esempio di analfabetismo anglicizzante in un lancio dell’Ansa diramato alle 22.13 del 6 novembre. Titolo: «“Le riserve di carburante a ospedale al-Quds esaurite in 48 ore”». Collezione di orrori ed errori. La a non è l’unica preposizione di cui dispone la lingua italiana, benché lo stile sintetico dell’Ansa costringa a condensare i titoli in una sola riga fin dai tempi in cui si utilizzavano le telescriventi. «Esaurite in 48 ore» potrebbe significare che l’ospedale aveva riserve di carburante e queste si sono già esaurite nel giro di 48 ore. Il titolista ha cioè scambiato in per fra (in e within, salvo errori, in inglese in questo caso sono interscambiabili). In italiano in si usa nell’indicare il tempo totale che è stato necessario per compiere una certa azione («L’atleta ha percorso i 200 metri in 19 secondi netti»). Bisognava invece scrivere, come peraltro è correttamente riportato nel testo, «si esauriranno entro 48 ore», con il verbo al futuro. Ignoriamo chi sia il titolista, ma, se cambiasse mestiere, almeno andrebbe a far danni in un altro settore.
[6 novembre 2023]

Cgil e Uil uniti dalla pizza
Titolo dalla Stampa: «Cgil e Uil in pizza». Finalmente combinano qualcosa di buono.
[23 novembre 2023]

Monica Leoffredi investita a Roma e a Milano
Titoli dal sito del Corriere della Sera: «Monica Leofreddi investita da un van a Roma». Titolo dal quotidiano online Milano Today: «Monica Leofreddi investita da un van a Milano». Titolo dal quotidiano online Roma Today: «Monica Leofreddi: “Investita da un Van in retromarcia alla stazione Termini”». Povera conduttrice televisiva, investita due volte da un van in due città diverse.
[23 novembre 2023]

Nuova moda: lanciare l’amo e nascondere la mano
Francesca Galici sul sito del Giornale: «La tradizionale festa di San Nicola del 6 dicembre in Belgio potrebbe diventare “Sidi Nicola”. Il sindaco di Saint-Gilles lancia l’amo e poi tira indietro la mano parlando di boutade». Il sindaco pescava con la mosca o ha solo lanciato il sasso?
[21 novembre 2023]

La concordanza secondo Federica Bandirali
«Veronica Peparini, 52 anni, e il compagno Andreas Muller, 27, hanno annunciato a “Verissimo” che diventeranno genitori di due gemelline», riferisce Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera. «La donna, che si trova al quinto mese di gravidanza, insieme al compagno hanno poi pubblicato su Instagram i primi scatti con il pancione». Ci complimentiamo con l’attempata gestante, ma rileviamo come il secondo periodo dimostri ancora una volta quanto sia stata deleteria l’abolizione dell’esame di seconda elementare.
[6 novembre 2023]

Robinson, la posta di legno e l’androne a mosaico
Luca Valtorta su Robinson, supplemento culturale della Repubblica: «Anche la pioggia ci sta bene se vai a tovare Paolo Jannacci, figlio di Enzo, musicista, compositore, arrangiatore e molto altro ancora. Una bella casa della vecchia Milano, come è giusto che sia, di quelle con le cassette per la posta di legno e il pavimento dell’androne a mosaico». La posta di legno e l’androne a mosaico. Che sorprendenti innovazioni! Proprio vero che chi cerca tova.
[12 novembre 2023]

Già, già, già della segretaria
Daniela Polizzi sul Corriere della Sera: «Generali mantiene però un Combined ratio, cioè la redditività della gestione tecnica nei danni, che migliora di 3,1 punti al 94,3% (sconta già l’impatto da catastrofi pari a 3,7 punti) perché già nel 2022 il gruppo aveva già messo da parte riserve per tamponare l’effetto inflattivo». Eh, già.
[18 novembre 2023]

Sallusti cade sul «piuttosto che»
Dall’editoriale di prima pagina del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti: «La sinistra funziona al contrario: ogni mattina un leader-leone azzanna la premier più o meno a vanvera, come è capitato sulle presunte marachelle del compagno piuttosto che sugli scherzi telefonici dei servizi segreti russi». Rimandiamo Sallusti a un «Nota bene» che compare nel lemma piuttosto sullo Zingarelli 2024: «Il significato corretto di piuttosto che è “anziché”. L’uso di piuttosto che con il significato di “oppure” è da considerarsi improprio, anche per gli equivoci che può creare, per esempio nelle frasi: faremo stampare il libro a Padova piuttosto che a Bologna (con il significato corretto di: “a Padova, non a Bologna”; e non, improprio, di: “a Padova o a Bologna”); oppure: al sabato sera vado al cinema piuttosto che a cena fuori (con il significato corretto di: “al cinema, non a cena fuori”; e non, improprio, di: “al cinema o a cena fuori”)».
[18 novembre 2023]

La salute della storia secondo La Verità
La Verità fa parlare «il grande epidemiologo Kulldorff». Il titolo in prima pagina recita: «Il lockdown è stato il più grande fiasco sulla salute della storia». La storia è in cattiva salute? No? Allora bisognava scrivere: «Il lockdown è stato il più grande fiasco della storia sulla salute».
[1° novembre 2023]

Mario Sechi rompe «le fila»
Nel suo editoriale di prima pagina, Mario Sechi, direttore di Libero, osserva, a proposito del «circo che la vittoria di Meloni ha preso in contropiede»: «I suggeritori di questo network nazionale e estero sono visibili, sono tra le fila dell’élite». Ripetiamo per l’ennesima volta la lezioncina: l’uso di fila come plurale di fila, «serie di persone o cose», è erroneo. Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico. Classici esempi dell’uso figurato di fila come plurale femminile di filo sono «reggere le fila» e «tirare le fila».
[13 novembre 2023]

Lo Jedi nuovo editore della Repubblica
Carmelo Caruso sul Foglio: «In Rai, ogni mattina c’è uno sciopero delle firme come l’Atac. Ultimo quello di Rai News. Solo per dire: sempre ieri, un giornalista di Rai News ha tagliuzzato un video della rassegna stampa e lo ha spedito ai quotidiani del gruppo Jedi. Lavorano in Rai ma collaborano con Repubblica». Ci sfugge quali siano le «firme come l’Atac» e, soprattutto, non ci risulta che Gedi, il gruppo editoriale cui fanno capo La Repubblica e La Stampa, sia entrato a far parte dell’organizzazione monastico-militare di Guerre stellari.
[25 ottobre 2023]

Fra Tuf e Tub non torna il conto degli anni
Antonella Olivieri sul Sole 24 Ore informa che «il Governo sta per mettere mano alla revisione del Tuf, che per oltre trent’anni è stato il punto di riferimento centrale per la finanza e il mercato italiano». A dire il vero, il Tuf (Testo unico della finanza) risale al febbraio 1998, quindi 25 anni fa. Più di 30 anni li ha il Tub (Testo unico bancario), che è del settembre 1993, ma neppure quello ha regolato la materia per «oltre 30 anni», considerato che è entrato in vigore il 1° gennaio 1994.
[10 novembre 2023]

Spray al peperoncino contro l’arrestato
Tweet del Corriere della Sera: «In carcere l’animatore-pedofilo: ha usato lo spray al peperoncino per evitare l’arrestato». Embè? Anche i maniaci sessuali avranno ben diritto di difendersi dai molestatori.
[3 novembre 2023]

Roncalli, Montini e il Concordato
Orazio La Rocca recensisce per La Repubblica un libro di Marco Roncalli su Giovanni XXIII e Paolo VI e, nell’analizzare le «affinità elettive» tra i due, riferisce incredibilmente di un «freddo distacco sul Concordato firmato dalla Santa Sede con Mussolini». Se infatti è vero che il giovane Giovanni Battista Montini espresse perplessità e riserve in una lettera scritta il 19 gennaio 1929, alla vigilia della firma dei Patti lateranensi, di segno ben diverso fu la reazione di Angelo Giuseppe Roncalli, che, rivolgendosi il 24 febbraio ai familiari, commentò testualmente: «Potete ben immaginare come io segua l’esultanza di tutta l’Italia in seguito alla pace fatta fra Vaticano e Quirinale. Pensate che gioia per i nostri vecchi se fossero ancora vivi! Benediciamo il Signore! Tutto ciò che la massoneria cioè il diavolo, aveva fatto in 60 e più anni contro la Chiesa e contro il Papa in Italia, tutto è stato rovesciato». E il futuro Papa buono aggiunge: «Non mancheranno altre pene. Ma intanto bisogna avere il coraggio della lealtà e riconoscere che ciò che è avvenuto ha del prodigio e può portare un bene incalcolabile all’Italia nostra e a tutto il mondo. Ora chi aveva un po’ studiato e non andava in chiesa, e non era praticante in nome del patriottismo, ha perduto ogni scusa».
[3 novembre 2023]

Aumento delle pene per chi picchia i borseggiatori
Dal sito della Repubblica: «È solo una delle tante norme del nuovo decreto sicurezza che il consiglio dei ministri ha approvato questo pomeriggio e che segna l’aumento consistente delle pene anche per chi truffa gli anziani o aggredisce esponenti delle forze dell’ordine o borseggiatori». Giusto! È ora di farla finita con quelli che picchiano i ladri.
[17 novembre 2023]

Il Fatto scambia il padre dei Ferrara per papà Ferilli
Didascalia dal Fatto Quotidiano: «Berlinguer con Giuliano Ferilli, papà di Sabrina». Peccato che nella foto non compaia affatto il padre dell’attrice Sabrina Ferilli, bensì il giornalista Maurizio Ferrara (1921-2000), che fu corrispondente da Mosca e direttore dell’Unità, nonché senatore, e mise al mondo due maschi: Giorgio Ferrara (1947-2023), regista e direttore artistico del Festival dei Due Mondi di Spoleto, e Giuliano Ferrara, giornalista, fondatore del Foglio, ex europarlamentare e ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo governo Berlusconi.
[11 novembre 2023]

Alessandra Ferri in scena a 4 anni
Dal Corriere della Sera: «Alessandra Ferri è nata a Milano il 6 maggio 1963». Didascalia della foto soprastante: «Ferri e Baryshnikov nel film “Giselle” del ’67». Precoce.
[6 novembre 2023]

Pedone investito da mezzo pirata (o forse era intero)
Titolo dal sito del Quotidiano Nazionale: «Ultim’ora. Pedone investito a Milano da mezzo pirata, gravi conseguenze». Fosse stato investito da un pirata intero, non ne sarebbe uscito vivo.
[12 novembre 2023]

Gli «Ani Ottanta» dell’attrice Carol Alt
Da Libero: «No, non sarà pornografia. Ma nudo aristico. Quello che Carol Alt ha deciso di mostrare su Onlyfans dopo una carriera come Top model – e che Top – durata più di 45 anni ma della quale, come lei stessa ha raccontato, non aveva il controllo». Pensiamo che non c’entri l’arista di maiale. La notizia così prosegue: «Per questa nuova pagina della sua vita, uno dei siboli della bellezza degli Ani Ottanta, ha deciso di fare da sola». Che culo!
[15 novembre 2023]

Urge riforma sanitaria (psichiatrica) per Il Riformista
Titolo dal sito del Riformista: «Gli attacchi del 7 ottobre, i piani e gli orrori di Hamas: “Arrivare in Cisgiordania, aperta pancia a donna incinta”». Urge un’altra riforma sanitaria, con particolare riguardo per i nuovi reparti psichiatrici: le redazioni.
[13 novembre 2023]

Toh, Joe Biden è presidente da 20 anni
Sul sito del Corriere della Sera, Marilisa Palumbo descrive così Antony Blinken, il segretario di Stato americano: «Il diplomatico dal volto umano, che però nella più classica tradizione dell’internazionalismo liberale si è spesso schierato a favore di interventi militari: “con” Biden sull’Iraq nel 2003, “contro” Obama e a favore di un maggiore coinvolgimento in Siria». Apprendiamo con sorpresa che Joe Biden, eletto nel 2021, è già da 20 anni presidente degli Stati Uniti.
[5 novembre 2023]

Il bus della Verità si spiega ma non si spezza
Serenella Bettin sulla Verità torna a occuparsi della tragedia del bus precipitato da un cavalcavia a Mestre e, in particolare, delle «immagini di un video ripreso nei momenti dello schianto alla “smart control room”, sistema di monitoraggio integrato, del comune di Venezia». Il pullman si è schiantato nella sala di regia? Bettin aggiunge: «Subito dopo l’autobus si spiega e sprofonda di sotto». Eloquente.
[1° novembre 2023]

Una nuova dipendenza: da disinfestazioni
Il Corriere della Sera informa che è stato identificato il presunto autore delle scritte antisemite apparse a Milano: «Si tratta di un 56enne italiano, residente a Corsico, dipendente di disinfestazioni». Ogni giorno spuntano nuove droghe.
[9 novembre 2023]

L’unità dello Shin Beth si chiama Nili, non Nil
Incipit del servizio di Daniele Raineri, inviato della Repubblica a Tel Aviv: «Lo Shin Beth, l’intelligence israeliana che si occupa dei problemi di sicurezza interni, ha creato un’unità che si chiama Nil – Netzach Ysrael – e ha il compito di uccidere tutti i membri di Hamas che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre nel Sud di Israele». Acronimo sbagliato. Quello corretto è Nili, cioè «Netzah Yisrael Lo Yeshaker», che significa «L’Eterno di Israele non mentirà», versetto (15, 29) tratto dal Primo libro di Samuele. La Nili in origine era una rete di spionaggio filobritannica, che, sotto la guida del famoso agronomo Aaron Aaronsohn, operava nella Palestina dominata dall’Impero ottomano, durante la prima guerra mondiale. Nili è anche il titolo di un romanzo edito da Mursia, in cui Massimo Lomonaco, corrispondente dell’Ansa da Tel Aviv, racconta le avventurose vicende dell’organizzazione spionistica ebraica.
[22 ottobre 2023]

Il «divit ed impera» di Lorenzo Cremonesi
L’inviato del Corriere della Sera in Israele, Lorenzo Cremonesi, intervista lo storico Tom Segev. Gli chiede: «L’errore più grave del premier?». E gli fa pronunciare la seguente frase su Benjamin Netanyahu: «Credere di poter convivere con Hamas, lavorando per indebolire l’Autorità palestinese in Cisgiordania in nome del principio del dividi et impera». La massima di origine ignota, che descrive la strategia dell’Impero romano basata sulla divisione dei sudditi per meglio dominarli, è «divide et impera», dividi e comanda. Poiché da quelle parti duemila anni fa comandavano i Romani, al punto che misero in croce Gesù Cristo, lo storico Segev dovrebbe conoscerla. E il giornalista Cremonesi pure, visto che è nato a Milano, capitale dell’Impero romano d’Occidente dal 286 al 402 dopo Cristo.
[16 ottobre 2023]

Troppi papati per Giuliano Ferrara
Commentando sul Foglio la vacuità di papa Francesco sulla scena internazionale, Giuliano Ferrara afferma con ragione che «si sente la riduzione a agenzia di buone intenzioni ineffettuali di ciò che è stata, con tutti i suoi errori e i caratteri non ripetibili, la funzione per il mondo dei papati giovanpaolini e ratzingeriani». Il fondatore del quotidiano sta forse alludendo ai pontificati dei due Giovanni Paolo? E forse ci sono stati due papi Ratzinger? Naturalmente no, date la brevità di quello del primo, che assunse il doppio nome, e la circostanza che di Joseph Ratzinger ce n’è stato uno solo, purtroppo. Allora era meglio scrivere «dei papati giovanpaolino e ratzingeriano».
[1° novembre 2023]

L’Ansa e l’ausiliare del verbo divampare
Dall’Ansa: «L’intenzione di Hamas il 7 ottobre scorso non era solo uccidere e catturare il maggior numero di israeliani ma innescare un conflitto che avrebbe divamapato in tutta la regione». Dando per scontato che un refuso abbia storpiato il verbo, facciamo tuttavia notare che divampare richiede come ausiliare essere, non avere.
[13 novembre 2023]

Liana Milella e il Coraggio di non sapere le cose
Liana Milella, cronista giudiziaria di lungo corso e – si presumeva – di vasta sapienza, intervista sulla Repubblica il presidente emerito della Consulta, Giancarlo Coraggio, 83 anni, giurista di lunghissimo corso e – si presumeva – di vastissima sapienza. Il tema è la riforma costituzionale, che nelle intenzioni di Giorgia Meloni, secondo Coraggio, prevede un esagerato «potenziamento del ruolo del premier», in obbedienza a una tendenza «sia interna che internazionale che vede emergere sempre di più un ruolo da primo ministro inglese o da cancelliere tedesco (il Consiglio d’Europa è composto dai capi di Stato e di governo)». Tralasciando il fatto che non si capisce come possa un intervistato parlare fra parentesi (traccerà due segni nell’aria con gli indici?), in realtà il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale indipendente dai governi, con il compito di «promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa e non solo». Tutt’altra cosa è il Consiglio europeo, che trimestralmente raduna i 27 premier (o presidenti) dell’Ue. In sintesi, il Consiglio d’Europa è innocente, immune dal premierato, e vigila sui diritti. Fra quest’ultimi, non ci sembra che figuri quello all’ignoranza.
[31 ottobre 2023]

Matteo Renzi direttore con correttore automatico
Dall’editoriale di Matteo Renzi sulla prima pagina del Riformista: «Come del resto abbiamo parlato del niente dal decreto rave party alle norme sul Pos, dalla carne sintetica a tutti i provvedimenti di Adolfo Urss». Se non è stato ripristinato il patto Hitler-Stalin, pensiamo che si tratti di Adolfo Urso. Da un ex presidente del Consiglio improvvisatosi direttore di giornale (e per 2 euro a copia) ci aspettavamo di più. Per esempio, che non ricorresse al correttore di Word quando scrive.
[31 ottobre 2023]

Roncone e Montanari storpiano l’italiano
Sul Corriere della Sera, Fabrizio Roncone, nel ritratto un po’ di sé stesso e un po’ di Tomaso Montanari, forse futuro candidato sindaco a Firenze, fa sapere che usa la Moleskine per prendere appunti (lui, Roncone) e che non può apprezzare (sempre lui, Roncone) «le Binckerstock», le «tremende cioce tedesche», che per la verità si chiamano Birkenstock. Dopo aver suscitato in noi sincera ammirazione per il buongusto, ci delude con il classico analfabetismo residuale degli esteti. Per far dire al rettore dell’Università di Siena per stranieri che non è comunista, gli attribuisce esattamente la confessione del contrario, mettendo in bocca a Montanari un’asineria mica da poco: «Altroché comunista come mi urla addosso quel genio di Salvini». Lo Zingarelli 2024 attesta che altroché significa «certamente, sì, senza dubbio (come risposta energicamente affermativa)». La grammatica italiana (Treccani) aggiunge: «La grafia separata altro che, invece, si usa quando la locuzione indica esclusione o preferenza rispetto a un altro elemento: fatti, altro che chiacchiere». Quindi la forma corretta da usare, nel caso specifico, era: «Altro che comunista». Invece di guardare malevolmente le cioce (o ciocie) tedesche, Roncone avrebbe fatto meglio a consultare il vocabolario. Altroché.
[6 novembre 2023]

Elly Schlein diventa Giuda del Pd
Titolo dalla Verità: «La Schlein si sfoga contro la Meloni ma è costretta a corteggiare Conte». Sommario: «Elly giuda la manifestazione del Pd». Speriamo per lei che almeno abbia riscosso i 30 denari.
[12 novembre 2023]

Un cunicolo «trappolato» a Gaza
Parlando dei tunnel di Gaza, Guido Olimpio sul Corriere della Sera riferisce: «Sabato è stata annunciata la morte di quattro parà per l’esplosione di un ordigno alla “bocca” di un cunicolo, probabilmente era stato trappolato dai miliziani». Ci pare una torsione piuttosto ardita del verbo trappolare, che per Lo Zingarelli 2024 ha il seguente significato (peraltro figurato e caduto in disuso): «Ingannare, truffare, raggirare». Per il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, il participio passato trappolato significa «catturato, imprigionato (una persona)», o, meglio, significava, essendo caduto in disuso. In senso figurato, «ingannato, raggirato» e «ottenuto con l’inganno, con la frode (una somma di denaro)».
[12 novembre 2023]

Per Il Giornale è sempre l’ora, come per i Pavesini
Titoli da un’unica edizione del Giornale. Pagina 1: «E i filo-Hamas ora puntano all’asse rosso con lo sciopero». Pagina 15: «Raisi a bin Salman: “Baciamo le mani, Hamas ora resista». Pagina 16: «Adams ora rischia grosso». È sempre l’ora (ieri dei Pavesini, a Carosello, con Topo Gigio; oggi dei titolisti).
[12 novembre 2023]

Puccini e Osmetti papali papali su Libero
Su Libero, Luca Puccini si occupa di un ragazzo finito in ospedale per la sfida social della patatina piccante, sulla quale indagano i Nas dei carabinieri. La «Hot chip challenge» consiste nel mangiare questo snack e nel postare il video delle conseguenze: il tiktoker Diego Simili si è sentito male, mentre un anno fa un giovane americano era morto. «E dire che dietro, sul retro della confezione, è scritto papale: “Prodotto non destinato ai bambini”». A prescindere dal fatto che, se è scritto dietro, vediamo improbabile che l’avvertenza sia sul davanti della confezione, sono per caso le patatine preferite da papa Francesco? Pensiamo di no. Allora Puccini prenda nota: la locuzione avverbiale papale papale (che vuol dire «con assoluta franchezza, quasi bruscamente») non può essere dimezzata. Già che c’è, Puccini potrebbe avvisare la collega Claudia Osmetti, che lavora nel suo stesso giornale e che dieci giorni prima aveva scritto: «Le virgolette sono una citazione papale della sentenza».
[15 e 24 ottobre 2023]

Paolo Lepri litiga con le parentesi
Paolo Lepri nell’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera: «Quanto è avvenuto nei kibbutz ai confini di Gaza e al rave party di Reim – che è all’origine di quello che sta accadendo in queste ore – è stato accompagnato spesso da un allarmante deficit di solidarietà: un deficit di solidarietà e (di empatia) che...». Non si capisce il senso di quella e fuori dalla parentesi. O andava portata dentro o, meglio ancora, bisognava scrivere così: «Un deficit di solidarietà e di empatia che...».
[28 ottobre 2023]

Fazzini e i pontefici bresciani (ma ce ne fu uno solo)
Sull’Osservatore Romano, ricordando il religioso piamartino Pier Giordano Cabra, originario della provincia bresciana, Lorenzo Fazzini scrive che quella terra «ha consegnato alla Chiesa figure di pontefici e di laici santi o beati (Giovanni Battista Montini e Giuseppe Antonio Tovini, per esemplificare)» e accenna all’amicizia di Cabra «con l’allora abate (poi cardinale) Giulio Bevilacqua». Ma c’è poco da esemplificare: di papi bresciani (canonizzati e no) ce n’è stato solo uno, per l’appunto Paolo VI, mentre va precisato che l’oratoriano Bevilacqua non fu mai abate, bensì cappellano militare e poi parroco, prima che nel concistoro del 22 febbraio 1965 papa Montini lo trasformasse appunto nel «cardinale parroco».
[4 novembre 2023]

Sechi prescrive il magnesio ad altri ma serve a lui
Il direttore di Libero, Mario Sechi, nell’editoriale di prima pagina, a proposito dell’«accordo con l’Albania sui migranti irregolari» stipulato dal governo Meloni, critica Peppe Provenzano del Pd, che lo aveva definito così: «Nel migliore dei casi è un pasticcio, nel peggiore una violazione di diritti». In particolare, Sechi rimprovera sarcasticamente a Provenzano di avere «una memoria selettiva prodigiosa» e gli consiglia «po’ di magnesio», perché, a suo dire, «il più importante accordo per il contrasto all’immigrazione lo firmò l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti con la Libia, correva l’anno 2017, governava Matteo Renzi, al potere c’era il Pd». Non è così. Il Memorandum di intesa tra Italia e Libia venne firmato a Roma il 2 febbraio 2017 dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Un cucchiaino di magnesio anche per Sechi.
[7 novembre 2023]

La scrittrice Terranova prima decapita, poi impicca
In un editoriale che comincia sulla prima pagina della Stampa e ne occupa quasi un’altra all’interno, la scrittrice Nadia Terranova ricorda la città di Palmira: «Ancora oggi penso spesso a Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano che ha passato tutta la vita a custodire uno dei siti più belli del mondo e che è stato decapitato e impiccato». Che sequenza inedita! Poche righe più sopra, parla di «case mezze abbandonate». Ma quando mezzo è usato in funzione avverbiale, unito a un aggettivo, resta invariato, quindi doveva scrivere «case mezzo abbandonate». Sempre da Terranova apprendiamo che «non c’è coordinazione nelle macerie»: che abbiano problemi di movimento? Nello stesso articolo, non manca un’annotazione poetica: «Ho sentito, in mezzo a reperti di macerie più antichi per loro che per me, tanta vita da strapparmi il cuore». La lingua l’ha già strappata. Ora basterebbe che alla Stampa le strappassero dalle mani la penna.
[9 ottobre 2023]

Per Kerbaker si compulsano anche gli uomini
Lo scrittore Andrea Kerbaker sul Sole 24 Ore si occupa dell’uscita di un catalogo sul Gruppo 63 e immagina che Umberto Eco, se fosse stato ancora in vita, «si sarebbe subito messo a leggere con la vertigine della lista, compulsando i ben 31 protagonisti di quella stagione». Vertigine della lista a parte, che presumiamo essere una forma di labirintite simile a quella provata dalle macerie di Nadia Terranova, non sapevamo che Eco, oltre che i volumi, compulsasse anche gli uomini. Sempreché il dizionario adottato da Kerbaker non sia più aggiornato dello Zingarelli 2024, il quale al lemma compulsare riporta: «Leggere, sfogliare, consultare con frequenza e accuratamente libri, documenti e simili, specialmente a scopo di studio».
[8 novembre 2023]

L’italiano di Sky Tg24: Khy l’ha visto?
Vittoria Romagnuolo sul sito di Sky Tg24: «Kylie Jenner non è stata una semplice ospite degli Innovator Awards 2023. La ventiseienne imprenditrice californiana a ritirato, nell’ambito della serata, un riconoscimento per il marchio di abbigliamento che harecentemente fondato: Khy». Khy l’ha visto (l’italiano)?
[2 novembre 2023]

Merlo sbaglia le date del secolo breve
Nella sua rubrica Posta e risposta sulla Repubblica, Francesco Merlo replicando a un invito («Faccia attenzione alle date...») del lettore Luca Cardinalini: «Si deve al grande storico marxista inglese Eric Hobsbawm la sfasatura tra il calendario e il tempo storico del Novecento, che sarebbe “il secolo breve” perché, iniziato nel 1915 alla fine della prima guerra mondiale con la caduta dei grandi imperi, si sarebbe chiuso con la caduta di quello sovietico, l’ultimo, nel 1989». Non ci pare che l’invito sia stato recepito da Merlo. La Prima guerra mondiale si concluse nel 1918, non nel 1915. E comunque Hobsbawm faceva cominciare il secolo breve all’inizio di quel conflitto, nel 1914, e lo faceva concludere, effettivamente, con la caduta dell’impero sovietico, decretata però da Mikhail Gorbaciov soltanto il 26 dicembre 1991, due anni dopo. Nel 1989 cadde unicamente il Muro di Berlino.
[8 novembre 2023]

Perbacco, ora si può incidere sui papiri
Nelle pagine culturali del Corriere della Sera si dà notizia del ritrovamento nel sito egiziano di Tuna el-Gebel di una copia del Libro dei Morti risalente a 3.500 anni fa, descritto come un insieme di «testi funerari, destinati a guidare le anime nell’aldilà, incisi su papiri e collocati nelle tombe». Resta da capire come si possa incidere un testo sul fragilissimo supporto scrittorio costituito da un papiro senza sbriciolarlo.
[7 novembre 2023]

Precipitare giù, precipitare su
Incipit di un servizio di Serenella Bettin sulla Verità: «Alberto Rizzotto, l’autista alla guida del bus precipitato giù dal cavalcavia di Mestre il 13 ottobre scorso, aveva avuto problemi cardiaci». Si può anche precipitare su?
[8 novembre 2023]

L’Osservatore Romano storpia il latino del Papa
Pubblicando il motuproprio Ad theologiam promovendam di papa Francesco che, almeno per il momento, di latino ha solo il titolo perché è scritto in italiano, L’Osservatore Romano lo strilla in prima pagina e lo riporta – come si legge anche sul sito – con il titolo «Ad theologiam promovenda», che in latino è un macroscopico errore. A riprova del fatto che la lingua di Cicerone e di san Girolamo non è più praticata dalle parti del giornale vaticano, nessuno in redazione si è accorto che il testo del documento arrivato dai piani alti della Santa Sede aveva il titolo corretto. Fra l’altro, la forma esatta figura all’inizio del documento pubblicato nella stessa pagina: «Lettera apostolica in forma di “motu proprio” del sommo pontefice Francesco Ad theologiam promovendam con la quale vengono approvati nuovi statuti della Pontificia accademia di teologia».
[3 novembre 2023]

Salvini in auge nel 2020? Non ci pare
Claudio Bozza sul Corriere della Sera parla di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, sottolineando che è «quello che nel gennaio del 2020, anche con la spinta delle Sardine, sconfisse Lucia Borgonzoni, la candidata leghista di un Salvini all’apice del potere». Salvini all’apice del potere nel gennaio 2020? A dire il vero, quell’anno il capo della Lega proprio non toccò palla. Nell’agosto 2019 aveva infatti provocato la caduta del primo governo presieduto da Giuseppe Conte, nel quale sedeva come vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, passando all’opposizione del secondo governo Conte, rimasto in carica dal 5 settembre 2019 al 26 gennaio 2021.
[1° novembre 2023]

Alain Elkann scrive a vanvera di Salgari
Alain Elkann ricorda sulla Stampa la figura di Ernesto Ferrero, morto il 31 ottobre, che fu per 18 anni direttore del Salone internazionale del libro di Torino: «Ernesto era affascinato dalla fantasia di Emilio Salgari, a cui ha dedicato il libro “Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del Capitano Salgari”. È la storia degli ultimi giorni di quello scrittore che è sempre rimasto a Torino e ha immaginato il mondo attraverso la sua fantasia». Comprendiamo che Elkann, padre dell’editore del quotidiano torinese, inclini al campanilismo, ma si dà il caso che Salgari fosse nato a Verona il 21 agosto 1862; che avesse trascorso l’infanzia a Tomenighe di Sotto, località del Comune di Negrar, in Valpolicella, dove c’è ancora Ca’ Salgari, abitata da un suo lontano parente; che avesse esordito sulla Nuova Arena di Verona nel 1883 con Tay-See, romanzo a puntate; che fosse stato assunto come cronista dall’Arena nel 1885; che in quello stesso anno avesse sfidato a duello un collega dell’Adige, Giuseppe Biasioli, nelle campagne di Chievo, alle porte di Verona; che dal 1894 in avanti avesse traslocato con la famiglia prima a Ivrea, poi a Cuorgnè, quindi ad Alpette; che dal 1897 avesse abitato a Sampierdarena, in Liguria. Salgari visse a Torino dal 1900 al 1911, quando a 49 anni si suicidò. Le sue spoglie mortali sono sepolte nel Cimitero monumentale di Verona. Come si vede, il sempre nel lessico di Elkann perde il significato dell’avverbio («senza interruzione, senza termine di tempo»).
[1° novembre 2023]

Il Corriere della Sera resuscita Girolomoni
Una pagina pubblicitaria del Corriere della Sera presenta un appuntamento dell’iniziativa «Il bello dell’Italia», promossa dal quotidiano. Nell’inserzione si legge che «Pesaro, la cultura in crescendo» si terrà il 10 novembre nella città marchigiana, con la partecipazione, fra gli altri, di Gino Girolomoni, fondatore di Alce nero. Lo escludiamo, ahinoi. Il visionario profeta dell’agricoltura biologica (avemmo il privilegio d’intervistarlo 23 anni fa e di biografarlo nel libro Italiani per bene, edito da Marsilio), che si era dato il nome dello sciamano degli Oglala, la tribù dei Sioux guidata da Cavallo pazzo, è morto d’infarto a Fossombrone il 16 marzo 2012.
[5 novembre 2023]

Hoara Borselli e la convenzione di «Shengen»
Hoara Borselli su Libero intervista il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Domanda: «La sospensione di Shengen anche ai nostri confini con la Slovenia darà dei risultati?». La convenzione venne firmata in una località del Lussemburgo, non in Cina: si chiama Schengen.
[2 novembre 2023]

Feltri confonde Isacco con Ismaele
Sul Giornale, nella rubrica “La stanza di Feltri”, il direttore editoriale Vittorio Feltri critica la festa islamica del Sacrificio e scrive che la ricorrenza ricorda quello di Abramo, «il quale stava per uccidere il proprio figlio, Ismaele, su ordine di Dio, che lo stava mettendo in tal modo alla prova». Tutto esatto, tranne che per un particolare, peraltro fondamentale: il figlio in questione non era Ismaele, bensì Isacco.
[31 ottobre 2023]

Leonor prima regina dopo Isabella di Castiglia? No
Leonor, la primogenita del re Felipe VI di Spagna, ha compiuto 18 anni ed è diventata l’erede al trono. Il Sole 24 Ore scrive erroneamente: «La principessa Leonor sarà la prima regina di Spagna dopo Isabella di Castiglia». Anche altri giornali prendono la medesima cantonata. L’ultima regina di Spagna fu Isabella II di Borbone (1830-1904). Il suo governo reazionario provocò lo scoppio di tre insurrezioni, l’ultima delle quali la costrinse a riparare in Francia, dove nel 1870 abdicò a favore del figlio Alfonso XII.
[1° novembre 2023]

Per La Repubblica l’inflazione gonfia l’inflazione
Titolo dal sito della Repubblica: «L’inflazione gonfia la povertà assoluta per colpa anche dell’inflazione». Certo che è una faccenda ben strana.
[25 ottobre 2023]

Panebianco cade un’altra volta su «le fila»
Conclusione dell’editoriale di prima pagina firmato da Angelo Panebianco sul Corriere della Sera: «Forse, sotto l’impatto di minacce plurime, l’Europa – quel tanto d’Europa che c’è – si disgregherà. O forse la paura la spingerà a serrare le fila. In ogni caso, il tempo della noia sembra proprio finito». A noi non pare, professore. Perciò, a costo di apparirle noiosi, ripetiamo la lezione che le avevamo impartito appena un mese fa, con l’aiuto del compianto linguista Luca Serianni: l’uso di fila come plurale di fila «serie di persone o cose», invece di file, è erroneo (Grammatica italiana, Utet, 1989). Per vincere la sua noia, ricorriamo oggi ad Aldo Gabrielli, un’autorità indiscussa nella materia: «In questo errore marchiano cadono pezzi grossi e piccoli e anche mezzani: voglio dire un po’ tutti. Non c’è discorso dove l’oratore non inciampi nelle “fila del partito” o non inviti i seguaci a “stringere le proprie fila”. L’italiano è certo una lingua difficile, e anche piena di trabocchetti, ma forse è troppo ignorata anche da chi non dovrebbe ignorarla. Esiste un sostantivo femminile singolare la fila, “serie di persone o cose più o meno allineate una dietro l’altra”, che ha un plurale regolare le file; si dice perciò che davanti ai negozi si formano “lunghe file” di persone per comprare il pane, e che i militari “rompono le file”, cioè rompono il loro allineamento. Esiste poi un secondo sostantivo, ma di genere maschile, il filo, propriamente il prodotto della filatura (un filo di lana, di cotone) che ha, purtroppo, due plurali: uno regolare maschile, i fili, e uno irregolare femminile, le fila. È dunque un altro di quei nomi sovrabbondanti che abbiamo esaminato or ora. Il plurale più comune è quello regolare, i fili: “Le Parche filano e tagliano i fili della vita umana”, “i fili del telegrafo”, “tre fili di perle”. Il plurale femminile le fila è d’uso più limitato: si incontra in senso collettivo, per indicar molti fili presi insieme: abbiamo così “le fila dell’ordito”, e diciamo che il formaggio fuso “fa le fila”; ma più spesso in frasi figurate, come “le fila della congiura”, “il traditore ordisce le sue fila”. Tutto qui. E dunque attenzione, pezzi grossi e piccoli: le fila del cacio e del tradimento; ma le file del partito, dell’associazione e dell’esercito». (Si dice o non si dice, Mondadori, 1976).
[20 ottobre 2023]

I proiettili a rilento della Verità
Titolo dalla Verità: «Col taglio ai fondi e senza munizioni la guerra di Kiev rischia di fallire». Sommario: «La destra americana esige lo stop agli aiuti, Bruxelles spedisce proiettili a rilento». Sono munizioni di nuovo tipo? Pallottole al rallentatore? No? Allora si doveva scrivere: «Bruxelles spedisce a rilento proiettili».
[27 ottobre 2023]

L’invenzione del Catonga, a testate unificate
A testate unificate, la stampa italiana canzona Giorgia Meloni per aver abboccato alla telefonata di due comici russi e si rifà a una celeberrima gag di Totò. Tutti i giornali tirano in ballo il Catonga, immaginario Paese africano. Supera sé stesso il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, il quale, in risposta a una lettera telegrafica dell’ex deputato Giuliano Cazzola («L’Halloween di Giorgia Meloni: dolcetto o scherzetto?»), riesce a distillare la seguente castroneria: «Un film da rivedere per l’occasione, consigliato dall’ex ministro Enzo Amendola: “Totò e l’ambasciatore di Catonga”. Sipario». Fa di più, Cerasa: pubblica in prima pagina il titolo «Meloni nel Catonga» e commissiona al suo redattore Carmelo Caruso un articolo in cui si legge: «Sembra una scena di “Totò ambasciatore di Catonga”». Non esiste alcun titolo di quel genere nella filmografia di Totò e non esiste nessun Catonga. La pellicola in questione è Totòtruffa ’62 (che M. Gal. sul Corriere della Sera cita in modo erroneo, scrivendo «Totòtruffa62») e contiene un siparietto in cui Totò, con il volto dipinto di nero, si finge «sua eccellenza ambasciatore Catongo», come dice Nino Taranto, truccato nello stesso modo e ribattezzato per l’occasione Bubu Zuzu. Impossibile equivocare sul punto, a meno che non si vada un tanto al chilo, come fanno Cerasa e Caruso. Infatti, nella medesima scena, ricorrono queste altre espressioni: «Tuo parente emigrato molto tempo fa in Catongo»; «Devi partire subito per Catongo»; «Ma nel Catongo ce n’è uno solo». Curiosità: in Angola esistono due toponimi identici, il Catongo, monte di 794 metri nella provincia di Namibe, e il Catongo, corso d’acqua nella provincia di Uíge.
[2 novembre 2023]

Carlo Bonini, cura te stesso
Carlo Bonini sulla Repubblica impartisce una sarcastica lezione al premier Giorgia Meloni su come evitare burle a distanza e su come si debba parlare al telefono con capi di Stato africani veri o farlocchi. La rimprovera d’ignoranza perché mostra di non sapere chi fosse Stepan Bandera (1909-1959), controversa figura politica ucraina di estrema destra, e la critica duramente perché «se ne frega di una regola fondamentale del protocollo diplomatico. In base al quale, al di fuori di conversazioni informali con capi di stato e di governo con cui si è stabilito un rapporto personale di conoscenza diretta, è necessario che chi rappresenta un Paese si tenga nelle conversazioni telefoniche e non in un binario lessicale e di contenuti prestabiliti». Una regola fondamentale del protocollo giornalistico imporrebbe persino a Bonini di rispettare la lingua italiana e il lettore. Come insegnò Elio Vittorini sin dal titolo del suo romanzo Uomini e no, imprescindibile forse quanto Bandera, il vicedirettore della Repubblica avrebbe dovuto limare una n per essere grammaticalmente a posto, e – alla malora la tirchieria – sprecare due virgole per non costringere chi legge a una gimcana interpretativa. Il risultato finale poteva essere questo: «È necessario che chi rappresenta un Paese si tenga, nelle conversazioni telefoniche e no, in un binario lessicale e di contenuti prestabiliti». Come suggerisce il Vangelo: Bonini cura te stesso.
[2 novembre 2023]

Il «pessimo tanfo» di Roncone
Incipit del pezzo che Fabrizio Roncone dedica sul Corriere della Sera alla beffa subita da Giorgia Meloni: «Storia complicata da raccontare. Pessimo tanfo». Esiste anche l’ottimo tanfo? O è stato solo un pessimo tonfo? Più avanti, anche Roncone va a orecchio: «Obbligata citazione di “Totòtruffa ’62”, in cui Totò si finge ambasciatore del Catonga». Di obbligate ci sono solo le verifiche sulle citazioni.
[2 novembre 2023]

Natalia Aspesi si vergogna, di che cosa non si sa
Risposta di Natalia Aspesi a una lettrice del Venerdì di Repubblica: «Mi vergogno molto non solo di non sapere se non vagamente cosa sia la celiachia». Di che altro si vergogna?
[13 ottobre 2023]

Benvenuti in Italia Palestina
Incipit del servizio di Camilla Conti sulla prima pagina della Verità: «Un fiume di soldi dall’Italia Palestina». Siamo stati annessi?
[25 ottobre 2023]

La Stampa non distingue i banchieri dai bancari
Titolo dal sito della Stampa: «Banchiere licenziato perché tratta male i clienti, il tribunale lo reintegra: “Ambiente stressante, provvedimento spropositato”». E chi è il licenziato? Carlo Messina? Andrea Orcel? Ah, no: trattasi di bancario, impiegato in una banca, figura assai diversa dal banchiere, proprietario, grande azionista o amministratore di una banca. Solo che a Torino non lo sanno.
[25 ottobre 2023]

Per Sgarbi sono 1.300 anziché «mille e tre»
Vittorio Sgarbi firma sul Giornale un brillante commento a proposito del caso Giambruno ma scivola nel finale, concludendo che «sarà irrappresentabile il Don Giovanni di Mozart, soprattutto l’aria “Madamina il catalogo è questo”, in cui si elencano gli amori del padrone, dalle 640 in Italia alle 1300 in Spagna, tra contadine e baronesse, bionde e brune, grassotte e piccine, “purché porti la gonnella”». Sorvoliamo sulla virgola che manca dopo «Madamina» e anche sul «purché porti la gonnella», singolare, che non si accorda con l’elenco precedente («contadine e baronesse, bionde e brune, grassotte e piccine»), ma «in Ispagna son già mille e tre», cioè 1.003, non 1.300, stando al libretto di Lorenzo Da Ponte.
[22 ottobre 2023]

I premier israeliani in divisa? Solo tre
Secondo il Corriere della Sera, l’israeliano Yair Lapid, 59 anni, leader del partito laico e centrista Yesh Atid, che ha fondato nel 2012, «è uno dei pochi premier del Paese a non aver avuto una carriera militare (ha svolto solo la leva obbligatoria)». Ci pare il contrario. Dei 14 premier che si sono succeduti (alcuni due o tre volte) alla guida dei 20 governi che Israele ha cambiato dal 1948 a oggi, solo tre – Ytzhak Rabin (capo di stato maggiore durante la guerra dei Sei Giorni), Ehud Barak (il generale più decorato) e Ariel Sharon (comandante di unità corazzate nella guerra dei Sei giorni e in quella del Kippur) – avevano alle spalle una carriera nell’esercito. Tutti gli altri no, quindi, incluso Lapid, il 79 per cento. Non proprio pochi.
[20 ottobre 2023]

Sul taccuino di Mario Sechi
Editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Sono un cronista, senza il mio taccuino mi sento a disagio» (17 ottobre). Attacco dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Che succede? Sul mio taccuino sono annotate quattro parole» (18 ottobre). Attacco dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Sul mio taccuino ci sono tre fatti» (27 ottobre). Non farebbe prima a pubblicare il suo taccuino?
[17, 18 e 27 ottobre 2023]

Sallusti cita Machiavelli a sproposito
Incipit dell’editoriale di prima pagina firmato da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale: «Premessa necessaria: so che le strade della politica, soprattutto se parliamo di geopolitica, e quelle della diplomazia prevedono infingimenti, depistaggi e mosse tattiche, cosa che aveva già ben chiara Machiavelli cinquecento e passa anni fa e da lui ben riassunta in quel famoso “il fine giustifica i mezzi”». Non è così. Negli scritti del segretario della seconda cancelleria della repubblica fiorentina non vi è traccia della frase che Sallusti riporta fra virgolette, benché nel capitolo 18 del Principe ve ne sia una che si avvicina al concetto: «Nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine». Più che del machiavellismo, questo parrebbe il cardine del gesuitismo. Infatti, nella settima delle Lettere a un provinciale, note anche come Le provinciali, scritte in difesa dell’amico giansenista Antoine Arnauld cacciato dalla Sorbona, Blaise Pascal fa dire a un padre della Compagnia di Gesù: «Quando non possiamo impedire l’azione, purifichiamo almeno l’intenzione, e così correggiamo il vizio del mezzo con la purezza del fine».
[26 ottobre 2023]

Picchia per due anni la compagna incinta
Titolo da Open: «Arrestato il trapper Gallagher accusato di aver picchiato per due anni la compagna incinta». Gravidanza lunga e a rischio.
[29 ottobre 2023]

Sala diventa Sara, il gender dilaga
Titolo a tutta pagina dalla Repubblica: «Via le bandiere dal Comune / La polemica Sara-Jarach». Il gender dilaga. (Il sindaco si chiama Sala. Sarà per la prossima volta).
[13 ottobre 2023]

Claudia Osmetti c’entra poco con la scuola
Claudia Osmetti su Libero: «Si chiama “Scuola di benessere”, e la scuola centra fino a un certo punto ma il benessere centra fino in fondo. Han fatto loro delle domande, a Bologna. Han voluto vendere come si rapportano col mondo informatico». Noi vorremmo vedere come si rapportano i giornalisti con la lingua italiana.
[14 ottobre 2023]

Altre quattro perle del coltissimo Mephisto
Ci erano sfuggite quattro perle del coltissimo Mephisto Waltz, condensate in un’unica puntata della sua rubrica sul Sole 24 Ore. Rimediamo subito. La prima: «Purtroppo una mela marcia basta per infettare tutte quelle del biroccio». Sapevamo che una mela marcia guasta il cesto: un intero carro ci pare un po’ troppo. La seconda: «Il tribunale ecclesiastico ha comminato la richiesta di 138 milioni di sterline». È la pubblica accusa ad aver chiesto tale risarcimento agli «amici del Cardinale Becciu»: il tribunale vaticano (che tra l’altro non è ecclesiastico, anche se dipende ovviamente dal Papa) non ha deciso alcunché. La terza: è il codice che commina (cioè stabilisce) una sanzione, il tribunale la irroga. La quarta: Mephisto Waltz cita «Antonio da Crevalcore, pittore a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, magico artista surreale, studiato da Zeri e Sgarbi, che lo rilanciò, al solito in questo, geniale». Che ci risulti, Federico Zeri scrisse solo un articolo sul pittore, sia pure su un’accreditata rivista («An addition to A. da Crevalcore», The Burlington Magazine, 1966), mentre Vittorio Sgarbi pubblicò una monografia di 112 pagine, dal titolo Antonio da Crevalcore e la pittura ferrarese dal Quattrocento a Bologna. La cattiveria del satanasso è che sul punto sembra che si sia consumata la rottura tra Zeri e Sgarbi. Il titolo dato dal povero diavolo alla rubrica in questione era «Stupidario». Quello azzeccatissimo.
[8 ottobre 2023]

Un Vecchio errore: la virgola tra soggetto e verbo
Incipit di Concetto Vecchio dal Venerdì di Repubblica: «Mentre passeggiamo lungo i Fori Imperiali con Aldo Cazzullo, 57 anni, il suo Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito, è secondo nella classifica dei libri più venduti di Amazon». Complimenti per la virgola fra il soggetto (il titolo del libro) e il verbo è.
[13 ottobre 2023]

Che maltempo che fa al Messaggero
Tweet del Messaggero: «Risultato storico per “Che Tempo Che ” di Fabio Fazio». Che ribrezzo che fa.
[16 ottobre 2023]

Tonali e Zaniolo, reato di petting
Il sito del Corriere dello Sport sul caso scommesse che vede coinvolti i calciatori Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo: «Sulla vicenda del petting emersa dall’indagine della Procura della Repubblica di Torino ha parlato anche il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini». Petting tra Zaniolo e Tonali? Tanto casino per coccole da adolescenti? Domande esistenziali e languide carezze turbate da un interrogativo: il petting è reato? Ma forse il redattore nostalgico di antiche limonate voleva scrivere betting, che in inglese significa «lo scommettere e (le) scommesse» (Il Ragazzini 2023).
[13 ottobre 2023]

Paganini non ripete 54 anni prima di nascere
Dalla pagina Facebook di Rai Cultura: «Il 27 Ottobre 1872 nasce a Genova Niccolò Paganini, compositore e violinista. Amante dell’improvvisazione, rimane storico il suo rifiuto di ripetere, per il Re di Sardegna Carlo Felice, un brano in occasione di un concerto a Torino, nel 1818». È ben vero che Paganini non ripete, come recita un vecchio adagio, ma che potesse farlo 54 anni prima di nascere ci sentiremmo di escluderlo, sempreché gli uomini di cultura della Rai non trovino nulla da eccepire. (Paganini nacque nel 1782).
[27 ottobre 2023]

De Tonquédec non conosce l’accento francese
La Verità parla di una «maitresse, la trentunenne Jessica N.». Considerato che il servizio è firmato da François De Tonquédec, gli rinfreschiamo la memoria: si scrive maîtresse, con l’accento circonflesso.
[12 ottobre 2023]

In Veneto vento forte sulla cosa
Titolo dal sito del Mattino di Padova: «Meteo in Veneto, allerta arancione per criticità idrogeologica e idraulica. Il centro meteorologico della Regione prevede anche vento forte sulla cosa». Non ci pare una cosa seria.
[29 ottobre 2023]

Sì, la vita è tutta un quiz, anzi un qui
Titoli da un’unica edizione del Corriere del Veneto: «Una vita trascorsa a Gardaland. “Qui ho trovato la mia vocazione”». «Qui ci si addestra alla sicurezza». «Qui c’è tutto l’idrogeno italiano». Sì, la vita è tutta un qui.
[9 ottobre 2023]

Mephisto Waltz s’intesta l’idea di Tom Clancy
Quel demonio del coltissimo Mephisto Waltz stavolta sul Sole 24 Ore decide che nell’eterno conflitto palestinesi-israeliani «una proposta esaustiva deve provare a inventarsela proprio lui». Trattasi, per sua stessa ammissione, di una «pazza idea»: «Se Israele occupasse tutta la striscia di Gaza annettendola al proprio territorio, e per contro, se concedesse completa autonomia e dignità di Stato riconosciuto alla Cisgiordania, che oggi è una sorta di protettorato e comunque ancora parte di Israele, finalmente si perverrebbe a una soluzione logica: due popoli e due Stati». A prescindere dalla Striscia di Gaza, che si scrive con la s maiuscola, il povero diavolo non ha inventato un bel nulla. La «pazza idea» risale al 1991 e su di essa è imperniato il romanzo Paura senza limite di Tom Clancy, in cui Jack Ryan, vicedirettore alle informazioni della Cia, dopo l’ennesimo attentato a Gerusalemme suggerisce un piano internazionale di pace per la Città Santa con la mediazione del Vaticano. Una volta attuato, è il presidente degli Stati Uniti a prendersene il merito. Vuoi vedere che il satanasso si sente pronto ad assidersi nello Studio Ovale della Casa Bianca?
[23 ottobre 2023]

Gorgia di Lentini, nuovo premier italiano
«Ultima ora» dell’agenzia Ansa sulla separazione di Giorgia Meloni dal compagno Andrea Giambruno: «Renzi, comprendiamo mamma Gorgia, ma la premier ha fallito». Nominata premier Gorgia di Lentini, retore e filosofo greco morto intorno al 383 avanti Cristo. Il gender dilaga.
[22 ottobre 2023]

Anche il Tg3 trasforma i versi in versetti
Nel Tg3 delle 19, Claudio Pandolfi dedica un servizio a Salman Rushdie, dalla Fiera del libro di Francoforte, e cita «la fatwa, la condanna a morte, pronunciata contro di lui dall’ayatollah Khomeini per il suo libro Versetti satanici». Pandolfi dovrebbe sapere che il titolo è Versi satanici, come peraltro era intuibile dalla copertina in inglese The Satanic Verses comparsa nelle immagini del suo servizio.
[20 ottobre 2023]

Le braccia delle madri con la dida
In un editoriale che comincia sulla prima pagina del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella scrive: «Basti pensare a una copertina della Domenica del Corriere del 9 gennaio ’44 quando, sotto il tallone della Repubblica di Salò e dei nazisti, c’era l’immagine di soldati americani che strappavano i figli dalle braccia delle madri con la dida: “Sta per partire dal porto di Siracusa il primo scaglione di bimbi italiani prelevati dalle terre italiane invase e destinati ai cosiddetti istituti di educazione della Russia senza Dio”». Per quanto largamente utilizzata nelle redazioni, l’abbreviazione dida, in luogo di didascalia, non è registrata né dal Grande dizionario della lingua italiana né dallo Zingarelli 2024, e neppure da Neologismi. Parole nuove dai giornali 2008-2018 (Il Vocabolario Treccani). In questo caso, poi, rischia di apparire ancora più misteriosa per il lettore, considerato com’è formulata la frase, facendogli supporre che esistano «braccia delle madri con la dida», manco si trattasse di una malattia dermatologica.
[21 ottobre 2023]

L’affidabilità del premier e i guai di casa
Titolo dalla Verità: «Le scelte politiche e non i guai di casa rendono affidabile un primo ministro». Proviamo a capovolgere la frase: «Non i guai di casa ma le scelte politiche rendono affidabile un primo ministro». Il significato del titolo resta identico. Ma fa ridere: a chi mai verrebbe in mente di affermare che i guai di casa rendono affidabile qualcuno per il premierato? Un pleonasmo assurdo.
[22 ottobre 2023]

Tre Di Silvestre diversi sul Corriere della Sera
Il Corriere della Sera pubblica nella sezione economia un’intervista con Massimiliano Di Silvestre, dal 2019 presidente e amministratore delegato di Bmw Italia. Nel titolo diventa «De Silvestre». Nella didascalia si trasforma in «di Silvestre». Nel testo di Bianca Carretto finalmente è Di Silvestre. Anche se l’autrice, pur scrivendo da oltre 35 anni di auto e motori sul primo quotidiano d’Italia, alla fine trasforma lo storico marchio Rolls-Royce, appartenente dal 2002 alla Bmw, in «Roll-Royce». Una Rolls-Royce che rotola, e magari cappotta? Ci pare improbabile.
[21 ottobre 2023]

Rai News trasforma Guterres in spagnolo
Antonella Alba sul sito di Rai News: «Le parole di Antonio Guterres arrivato oggi sul valico di Rafah sono come un coltello che gira in una piaga. Il segretario generale dell’Onu lancia un appello: “Dobbiamo spostare gli aiuti, il prima possibile, tutti quelli necessari”. E per farlo “serve un cessate il fuoco umanitario immediato” ha affermato con forza il funzionario spagnolo dal lato egiziano del valico». «Sul valico»? Lo hanno paracadutato? Inoltre la grafia esatta è António Guterres. Il quale non è spagnolo bensì portoghese. Infine, scritta così sembra che dal lato egiziano del valico vi siano in servizio funzionari inviati dalla Spagna. La forma corretta era: «Ha affermato con forza, dal lato egiziano del valico, il funzionario portoghese».
[20 ottobre 2023]

Mara Gergolet non azzecca la concordanza
«I tagli del Goethe-Institut, chiusure in Francia e Italia per puntare sull’America», titola il Corriere della Sera. Nella corrispondenza da Berlino, Mara Gergolet scrive: «Su tutto questo si è abbattuta la decisione della ministra degli Esteri Annalena Baerbock, che ha tagliato al Goethe il 10% dei fondi: ossia, 24 milioni. Con indicazioni precise: potenziare la presenza tedesca nel Caucaso, nell’Asia meridionale, in America. Nei poli emergenti, dove magari si può osservare da vicino le questioni che le stanno più a cuore, piuttosto che nel “vecchio mondo” di ieri». Benché il Goethe-Institut promuova solo la lingua tedesca, ci pare che in italiano la concordanza con «le questioni» avrebbe richiesto il verbo «si possono osservare».
[19 ottobre 2023]

Perché dovremmo pagare i debiti di Schröder?
Nella sua rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini commenta una surreale vicenda che ha avuto per protagonista l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, il quale ha invitato a cena in un ristorante stellato di Amburgo alcuni amici, tra cui un uomo d’affari iraniano: «Prima di dare inizio alle libagioni, Schröder specifica che pagherà tutto lui, tranne gli extra». L’iraniano «beve alcolici a garganella fino a raggiungere la ragguardevole somma di euro 6.117». Finita la cena, entrambi si rifiutano di pagare le bevande e se ne vanno. Secondo Gramellini, al cameriere non resta che «girare il conto inevaso di 6.117 euro al contribuente tedesco, cioè europeo, cioè occidentale, che pagherà in silenzio e dovrà pure sentirsi un po’ in colpa». Per quale motivo dovrebbe saldare il conto il contribuente tedesco, cioè europeo, cioè occidentale? Schröder, per quanto ne sappiamo, oggi è un privato cittadino. Infatti nell’aprile scorso ha perso la causa che aveva intentato contro la Repubblica federale per mantenere a spese del governo l’ufficio da ex cancelliere, con relativo personale, toltogli nel 2022. Il tribunale amministrativo di Berlino ha respinto il ricorso, affermando che quel privilegio non può sussistere, né in base al diritto consuetudinario né in base al principio generale di uguaglianza, in quanto l’istituzione dell’ufficio è finalizzata allo svolgimento di funzioni pubbliche che Schröder ha smesso di svolgere.
[17 ottobre 2023]

Cercansi giornalisti ferrati in italiano
Titolo dal sito della Repubblica: «Europei 2032, stadi cercasi». Cercansi anche giornalisti che scrivano in italiano.
[11 ottobre 2023]

Il Fatto Quotidiano sempre a corto di accenti
Nella sua cronica disattenzione per gli accenti, Il Fatto Quotidiano titola a tutta pagina: «Lega, il depliant coi trionfi cancella Meloni e migranti». Si scrive dépliant, con l’accento acuto sulla e.
[20 ottobre 2023]

I parenti del Papa buono toppano sul tedesco
Elisa Roncalli e Marco Roncalli su Avvenire si occupano di Pavel Florenskij ed esibiscono una prosa ricercata, ammantata di sussiego. Per esempio, evocando i «brevi testi ispirati» del teologo russo li definiscono «scritti sbalzati da una Weltanschaung cristiana-ortodossa». Sbalzati da un cavallo, sia pure metaforico? Rimossi? Restiamo con il dubbio, ma nel frattempo ricordiamo alla coppia fissa, formata da padre e figlia imparentati con papa Giovanni XXIII, che «visione del mondo» in tedesco si scrive Weltanschauung: con due u, non con una.
[18 ottobre 2023]

Il solista Mascheroni fallisce nell’acuto
Cita la «disinvoltura tipica degli idèologues», sulla prima pagina del Giornale, il quasi sempre esilarante Luigi Mascheroni, nella rubrica Giù la maschera. Ma idéologues vuole l’accento acuto.
[18 ottobre 2023]

Da Ashkelon gli «imprechi» di Cremonesi
«E poi le invocazioni tra mamme e bambini, la folla che ondeggia, le urla, gli imprechi al cielo contro gli “Yahud” che sparano e uccidono dall’aria», si legge sul Corriere della Sera in un servizio di Lorenzo Cremonesi, inviato ad Ashkelon. Sostantivo interessante, quell’imprechi. Fa supporre che sia il plurale di impreco, ma un simile lemma non è rintracciabile né nel vocabolario Treccani né nello Zingarelli 2024. Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia registra solo imprechìo, «insieme confuso di imprecazioni», con citazione da Italo Calvino: «Sotto le tende e le frasche delle capanne ci fu uno sbuffìo, uno scattarrìo, un imprechìo». Ma, in tal caso, il plurale che Cremonesi avrebbe dovuto usare era imprechii, a nostro parere.
[18 ottobre 2023]

L’Ansa confonde il verdetto con la sentenza
Dall’Ansa, sotto il titolo «Cassazione, via libera alla domanda congiunta per il divorzio veloce»: «In particolare, la Suprema Corte con il verdetto 28727 depositato ieri – ha affermato il principio per cui “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio”». Tralasciando il trattino vagante, la punteggiatura e le abbreviazioni da legulei, facciamo notare che è la giuria a esprimere un verdetto. La Cassazione pronuncia una sentenza.
[18 ottobre 2023]

Baccolini sbaglia le battute di Fantozzi
In un’intera paginata della Repubblica, intitolata «Villaggio Fantozzi i seguaci del mito tra “frittatone” e Coppa Cobram», Luca Baccolini tenta di essere il più possibile didascalico, con l’unico risultato d’infilare un paio di errori che avrebbero depresso il vero Villaggio, nel senso di Paolo. Baccolini riporta a orecchio la frase «frittatona, mercoledì di Coppa e rutto libero», ma nel film Il secondo tragico Fantozzi la battuta è diversa: «Frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero!». E cita «Ivan Terribile 32°, un alano di proporzioni umane», però, sempre nello stesso film, Fantozzi dice solo che il gigantesco cane «ha un’espressione proprio umana».
[2 ottobre 2023]

Giordano promosso brigatista rosso
«Ex-brigatista Francesco Giordano nel corteo di Milano: regge striscione anti-Israele», titola il sito della Repubblica. Ma il giornale fondato da Eugenio Scalfari contraddice sé stesso: com’è scritto nel testo sottostante, «Giordano era un membro della Brigata XXVIII Marzo, ritenuta responsabile dell’assassinio del giornalista Walter Tobagi nel 1980» (e anche del ferimento di Guido Passalacqua, cronista della Repubblica). Nello stesso errore incorre il Tg1 delle 13.30, che definisce Giordano brigatista rosso. Incappano nello sfondone anche i siti del Corriere della Sera, del Giornale («Ex br» nel titolo, per subito smentirsi nel sommario: «Ha fatto parte della Brigata XXVIII marzo»), del Sole 24 Ore, del giornalista Nicola Porro e l’agenzia di stampa La Presse.
[15 ottobre 2023]

Che vergogna, torture senza tutela
Titolo a tutta pagina sulla Stampa: «Migranti, nel mirino la stretta sui minori / “Troppe ragazze torturate senza tutela”». Meglio torturarle con opportuna tutela?
[14 ottobre 2023]

Hoara Borselli fa straparlare Feltri
Su Libero, Hoara Borselli intervista Vittorio Feltri, che di quel giornale è stato fondatore e direttore, oggi direttore editoriale del Giornale. E gli mette in bocca la seguente frase riferita a Nino Nutrizio, fondatore e direttore della Notte: «Ancora prima di assumermi mi disse questa cosa: “Tu collabori da due anni con il Corriere di Bergamo e non ti hanno ancora assunto. Mi viene il sospetto che sei cretino”». Feltri non può avere pronunciato una simile scemenza, per il semplice motivo che il giornale al quale collaborava era L’Eco di Bergamo, non l’edizione locale (all’epoca inesistente) del Corriere della Sera. Né Nutrizio poteva concludere la frase nel modo riportato. Conoscendo l’italiano come pochi, disse: «Mi viene il sospetto che tu sia cretino».
[16 ottobre 2023]

Quando un morto si scontra con un camion
Titolo dalla Gazzetta di Reggio: «Scontro tra morto e camion / Ferito un uomo di 60 anni». Illeso il morto.
[13 ottobre 2023]

Perbacco, la Libia sostiene Israele
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Ore 19:50 – Il Parlamento libico: “Sostegno al popolo di Israele”». Perbacco, s’è capovolto il mondo! Ah, no: il testo spiega che «la Camera dei Rappresentanti libica (HOR) con sede a Bengasi “ha riaffermato il suo pieno sostegno al popolo palestinese nella sua lotta per liberare e ripristinare l’indipendenza della propria patria”».
[8 ottobre 2023]

Elena Basile, ambasciatrice (?) con il ricasco
Il Fatto Quotidiano denuncia la cancellazione da Wikipedia della pagina riguardante Elena Basile, opinionista al centro di vivaci polemiche per le sue posizioni su Hamas e sulle stragi compiute in Israele: «Già, perché le tante polemiche contro l’ex ambasciatrice e firma del Fatto, linciata su molti giornali solo per aver osato criticare l’operato del governo di Israele, hanno avuto un ricasco pure nella comunità dell’enciclopedia online». A parte che Basile non è «mai pervenuta al grado apicale della carriera, come un utilizzo improprio del titolo di ambasciatrice farebbe presumere», come si legge in una nota del Sindacato nazionale dipendenti ministero Affari esteri («si è infatti dimessa dalla carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario, e sebbene, dopo aver servito a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona, abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio, non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice», puntualizza il documento), segnaliamo al quotidiano diretto da Marco Travaglio che ricasco ha solo due significati: il primo, in disuso, è «ciò che ricasca, pende» e «panneggio, drappeggio: i ricaschi di una tenda»; il secondo, in romanesco, «stare a ricasco di qualcuno, vivere alle sue spalle» (Lo Zingarelli 2024). Ignoriamo se Basile viva sulle spalle di qualcuno, ma, nel dubbio, chi la fa scrivere avrebbe dovuto usare il sostantivo ricaduta, che ha il significato di «conseguenza indiretta, ripercussione».
[15 ottobre 2023]

Alla Stampa vanno a occhio (il sinistro)
Il sito della Stampa annuncia che Salman Rushdie sta scrivendo «un libro sull’agguato che gli è costato un occhio: “Knife” uscirà nell’aprile 2024». E lo presenta come autore di «Figli della Mezzanotte e Versetti Satanici». Benché quelli del Corano si chiamino versetti, il secondo romanzo s’intitola The Satanic Verses, nella traduzione italiana I Versi Satanici, non Versetti Satanici. E benché a corredo della notizia compaia una foto dello scrittore anglo-indiano accecato, si legge che «ha perso la vista dall’occhio sinistro». No, guardate meglio: è il destro. Si conferma che alla Stampa vanno a occhio.
[11 ottobre 2023]

Gli attivisti fatti salire sulle pattuglie: è la Rai
Dal sito della Rai: «Una ventina di animalisti ha manifestato a Bereguardo, nel pavese, chiedendo che non venisse effettuata la tradizionale corsa degli asini in programma per la sagra di San Zeno». Tralasciando che si doveva scrivere «nel Pavese» (i nomi derivati da un luogo geografico richiedono la maiuscola, e specialmente questo, per distinguerlo dal pavese, grande scudo rettangolare usato dalle milizie medievali, e dal gran pavese, gran gala di bandiere innalzato dalle navi), la notizia si conclude così: «Per evitare che la situazione degenerasse, le forze dell’ordine hanno fatto salire gli attivisti sulle pattuglie. La corsa degli asini a quel punto ha potuto svolgersi regolarmente, seppure in ritardo rispetto al programma». Diremmo che la competenza della Rai in materia di asini è ancora una volta accertata.
[2 ottobre 2023]

Melloni, l’esperto che sbaglia i nomi dei santi
Di Giannino Piana, morto a 84 anni, «protagonista della teologia morale italiana», Alberto Melloni, docente universitario di storia del cristianesimo e delle Chiese, annota sul Corriere della Sera che era «presidente dell’associazione dei teologi morali con Damiano Mongillo, Carlo Molari, Enrico Chiavacci». In realtà il primo si chiamava Dalmazio, nome di origine latina che indica la provenienza dalla Dalmazia.
[13 ottobre 2023]

Foschini sente il rumore del verde
Giuliano Foschini, inviato della Repubblica, da Rimini: «Del mare qui non si sente nemmeno l’odore, piuttosto invece si ascolta il rumore della strada provinciale e il verde di un boschetto che lo costeggia». Deve aver visto troppe volte Non guardarmi: non ti sento con Gene Wilder.
[10 ottobre 2023]

Foschini «per lo più» giornalista
Sempre Giuliano Foschini l’indomani sulla Repubblica si domanda: «Chi ha mandato il video della manifestazione del porto di Catania il 25 maggio del 2018, alla quale ha partecipato la giudice Iolanda Apostolico, al ministro Matteo Salvini?». La faccenda è «cruciale» per Foschini perché documenterebbe «un dossieraggio nei confronti di una cittadina, per lo più magistrata». Ci pare piuttosto cruciale anche l’inciampo grammaticale di Foschini, per lo più giornalista.
[11 ottobre 2023]

«La» Zio Sam di Mario Sechi
Dall’editoriale di Mario Sechi, direttore di Libero: «Un mondo senza la Zio Sam sarà migliore! strillano i professionisti dell’anti-americanismo di ieri e oggi». Il gender dilaga.
[9 ottobre 2023]

Anche Sergio Romano cede al gender
Dalla rubrica L’ago della bilancia di Sergio Romano sul Corriere della Sera: «La prospettiva non piace a Mosca che cercherà di evitarlo, se potrà, inserendolo in un futuro accordo di pace». Il gender tracima.
[8 ottobre 2023]

Negli Usa tassa universitaria da 70-80 milioni l’anno
Sul sito della Repubblica, ripreso pari pari da quello della Stampa (stesso editore), Massimo Basile si occupa di Brianna Coppage, insegnante statunitense che ha lasciato la scuola per dedicarsi ai video hard su Only Fans: dice che solo così potrà pagare i debiti con l’università. «Per studiare nelle università maggiori servono anche 70-80 milioni di dollari l’anno», specifica Basile. Siamo in ansia per l’ex docente: sarà costretta a darsi molto da fare.
[6 ottobre 2023]

I feriti sono «quasi» diverse centinaia
Gianluca Mercuri sul sito del Corriere della Sera: «Tra i palestinesi di Gaza, i morti sono almeno 950 e i feriti quasi diverse centinaia». Quindi quasi migliaia?
[11 ottobre 2023]

Il giorno della Rai dura 48 ore
Rai Storia manda in onda il 9 ottobre la puntata di Il giorno e la storia dell’8 ottobre. Suggeriamo di modificare il titolo del programma: Il giorno infinito e la storia.
[9 ottobre 2023]

Andrea’s version sbagliata su Patrick Zaki
«Fidarsi sempre fino a un certo punto, con questi benedetti arabo-musulmani. Patrick Zaki, per fare un esempio». Comincia così, sul Foglio, la rubrica Andrea’s version di Andrea Marcenaro. Esempio e versione sbagliati. Zaki non è musulmano, bensì cristiano ortodosso copto, tant’è che a settembre si è sposato con Reny Iskander nella cattedrale di San Marco al Cairo, sede della Chiesa ortodossa copta, che è in buoni rapporti con la Chiesa di Roma.
[12 ottobre 2023]

Cappellini promuove Fassina ministro
Stefano Cappellini sulla Repubblica: «Nel retropalco spuntano un altro ex ministro, Stefano Fassina, da tempo impegnato a promuovere una specie di socialismo sovranista, e l’ex leader del sindacato Sergio Cofferati». Fassina ministro? E quando? Noi ce lo ricordiamo soltanto come vice di Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia e delle Finanze, nel governo presieduto da Enrico Letta che rimase in carica dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014.
[8 ottobre 2023]

Scappare con 100 euro a testa
«Migliaia di profughi in fuga dal Nagorno / Bruxelles se la cava mandando due soldi», titola La Verità. Il sommario precisa: «L’Ue liquida il problema dei 13.500 che “scelgono” di scappare con 100 euro a testa». Chi fugge ha in tasca 100 euro? No? Allora bisognava scrivere: «L’Ue liquida con 100 euro a testa il problema dei 13.500 che “scelgono” di scappare».
[28 settembre 2023]

La Benz non si fuse con la Mercedes
«Quindici anni dopo l’invenzione della prima automobile, la fabbrica dell’Ingegner Benz (prima di fondersi con la Mercedes) vendeva circa 4mila automobili», scrivono Francesco Grillo e Paola Bonomo nella pagina dei commenti sul Sole 24 Ore. Per la verità, la fusione avvenne tra la Benz e la Daimler, cioè tra Carl Benz, produttore nel 1886 della vettura Patent-Motorwagen, e Gottlieb Daimler, che aveva battezzato una delle sue auto con il nome Mercedes. È contestabile anche la dizione «prima automobile». Fu infatti l’ingegnere veronese Enrico Bernardi il primo al mondo a sperimentare, il 5 agosto 1882, un motore a scoppio funzionante a benzina, applicato a una vetturetta a tre ruote da lui battezzata Pia, in onore della figlia, e fatta circolare sulle strade di Quinzano, frazione di Verona. Il brevetto di Carl Benz arrivò il 25 ottobre 1882 e quello di Gottlieb Daimler il 16 dicembre 1883.
[29 settembre 2023]

A nord di Lisbona, molto a nord
Occupandosi dei pensionati italiani che sono andati a vivere in Portogallo per usufruire dei vantaggi fiscali, Sara Gandolfi sul Corriere della Sera cita Francesca Imperiali, la quale «sette anni fa si è trasferita nel distretto di Viana do Castelo, che definisce “una Piccola Svizzera”, a nord di Lisbona». Talmente a nord che si trova a 385 chilometri dalla capitale portoghese e a soli 25 chilometri dalla Spagna.
[4 ottobre 2023]

I misteri del bus: 36 chilometri orari o 6?
Post del Mattino di Padova su X, ex Twitter: «Il bus di Mestre poco prima dell’impatto andava a 6 km orari». Testo: «Lo riferisce Massimo Fiorese, ad della società “La Linea”, proprietaria del mezzo. La velocità sarebbe stata di 36 chilometri orari quando il bus ha cominciato a a sbandare». «Non risultano segni di frenata», ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. Quindi il bus viaggiava a 6 chilometri orari o a 36? E come avrà fatto a decelerare da 36 chilometri orari a 6 senza frenare?
[5 ottobre 2023]

Daniela Ranieri fa di ogni erba una Fascina
Sul Fatto Quotidiano, Daniela Ranieri malmena Marta Fascina, «la pseudo-vedova Berlusconi»: «I giornali danno conto dello stato emotivo di Fascina con una certa apprensione, stante anche l’assenza della stessa alla commemorazione del defunto a Pompei detta B-day, una parata kitsch di adoratori del frodatore fiscale». Comprendiamo la fascinazione di Ranieri per le rovine, ma la convention in questione si è svolta a Paestum, che dista da Pompei una settantina di chilometri. Più avanti, Ranieri osserva: «Nostra Signora del Merito si guarda bene dal devolvere lo stipendio da parlamentare in beneficienza». A proposito di merito, si scrive beneficenza, senza la i. In ogni caso, non ci risulta che esista una categoria di «parlamentari in beneficenza» contrapposta a una di «parlamentari in mendicità». Quindi la frase corretta doveva essere: «Si guarda bene dal devolvere in beneficenza lo stipendio da parlamentare». L’articolo si chiude con il seguente periodo, piuttosto esoterico fin dall’ingiustificato verbo al congiuntivo: «Servissero altre prove che la terza Camera non è Porta a Porta, ma Arcore con tutte le sue dépendance, le sue questioni notarili e il capo Marina, capace di indirizzare l’azione del governo dando o togliendo l’amicizia a Giorgia Meloni». L’autrice è stata candidata al premio Strega nel 2022. Ad maiora.
[4 ottobre 2023]

Batterie difficili da spegnere se bruciano, sennò no
Camilla Conti sulla prima pagina della Verità, a proposito della sciagura del pullman precipitato da un cavalcavia a Mestre: «Ma l’incidente ci fa capire che le vetture elettriche hanno batterie problematiche, che possono incendiarsi e sono più difficili da spegnere se bruciano». Spegnerle se non bruciano ci parrebbe inutile.
[6 ottobre 2023]

Una motocicletta per 12
Didascalia dal Corriere della Sera: «Un gruppo di palestinesi in fuga su una motocicletta dopo gli attacchi israeliani». Essendo la motocicletta un veicolo «che può trasportare una o due persone» (Lo Zingarelli 2024), tenderemmo ad escludere che il nome prescelto per il mezzo sia appropriato: era meglio motocarro o motocarrozzella, visto che nella foto abbiamo contato 11 fuggiaschi, 12 con il guidatore.
[9 ottobre 2023]

Cori sessisti dei «manigestanti»
Titolo dal sito della Repubblica: «Meloni posta video dei cori sessisti dei manigestanti». Dopo l’utero, si affittano anche le mani.
[8 ottobre 2023]

L’acqua è potabile ma anche contaminata
Titolo dal sito del Giornale: «“Acqua potabile contaminata”. Ecco i comuni a rischio». O è potabile o è contaminata (e allora non è potabile).
[6 ottobre 2023]

Angelo Panebianco cade sulle «fila»
Nel suo editoriale d’apertura sulla prima pagina del Corriere della Sera, Angelo Panebianco rileva, a proposito della guerra in Ucraina, che «i nemici dell’intervento occidentale, diffusi in molti Paesi, e che in Italia sono assai forti e possono contare non solo su una parte dell’opposizione ma anche su molti amici nelle fila della maggioranza, potrebbero presto rialzare la testa». Eh no, professore, non ci si metta anche lei! Dovrebbe sapere che un suo compianto collega d’università, il linguista Luca Serianni, giudicava «erroneo l’uso di fila come plurale di fila “serie di persone o cose”, invece di file: “una certa inquietudine serpeggiava all’interno delle fila del partito” (“La Repubblica”, 14.10.1987)» (Grammatica italiana, Utet, 1989). Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico. Classici esempi dell’uso figurato di fila come plurale femminile di filo sono «reggere le fila» e «tirare le fila».
[6 ottobre 2023]

L’ucciso si consegna, pentimento tardivo
Titolo dall’Ansa: «Ucciso dopo festa in paese, si consegna giovane sospettato». Pentimento tardivo.
[6 ottobre 2023]

Tuttolibri con l’accento acuto anziché grave
Incipit di un articolo firmato da Sara Ricotta Voza su Tuttolibri: «Cenerentola non abita a Verona. In effetti lì c’é già Giulietta, e con il suo Romeo alla fine non vissero felici e contenti». Già che c’è, provi a scrivere c’è con l’accento grave. Almeno sul supplemento letterario (letterario!) della Stampa.
[7 ottobre 2023]

Gisella Floreanini non fu ministro della Repubblica
Maurizio Giannattasio sul Corriere della Sera annuncia che «ci sarà anche il nome di Silvio Berlusconi nel Pantheon dei grandi milanesi». Infatti «la Commissione per le onoranze di Palazzo Marino ha dato il via libera all’iscrizione dell’ex premier al Famedio». Con lui, altri 13 milanesi illustri, fra cui «Gisella Floreanini, insegnante di musica, partigiana e politica, la prima donna che è stata ministra in Italia». Il sito del Fatto Quotidiano copia pari pari questo dettaglio, nonché altri brani dell’articolo di Giannattasio. Facciamo notare a entrambi i giornali che Gisella Floreanini non fu mai ministro della Repubblica italiana, ma soltanto rappresentante del Pci e commissaria di governo durante i 40 giorni della Repubblica dell’Ossola (9 settembre-23 ottobre 1944) e poi deputata per due legislature alla Camera.
[5 ottobre 2023]

Alla Repubblica non sanno come si scrive débâcle
Titolo dal sito della Repubblica: «Attacco a Israele, Melman: “Débacle dell’intelligence, è il giorno più nero della nostra storia”». Concordiamo sulla sconfitta dell’intelligenza, più che dell’intelligence: si scrive débâcle.
[8 ottobre 2023]

L’«82,07 al cento percentile» che cosa sarà?
Sul Corriere della Sera, Francesco Brun fa parlare Arianna Vicari, diciannovenne di Vicenza, prima classificata nei test di iscrizione alla facoltà di medicina. Ma le fa dire una sciocchezza: «Sono entrata in graduatoria con il punteggio migliore, ottenuto nell’ultima sessione, 82,07 al cento percentile». «Al cento percentile» è orribile in italiano e non ha alcun significato in matematica: semmai sarà il percentile 82,07.
[14 settembre 2023]

Il dittatore fa senza le truppe: gli basta la troupe Rai
Su Rai News va in onda un servizio sugli armeni sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh, regione ora brutalmente occupata, dopo una guerra di due giorni, dall’Azerbaijan, che ne rivendica il possesso. Appare sul teleschermo questo sottopancia: «Marina Lalovic, inviata, Goris Azerbaijan». In realtà Goris è una cittadina della Repubblica di Armenia. Per intestarsela, al dittatore azero Ilham Aliyev non sono state necessarie le truppe: gli è bastata una troupe della Rai.
[28 settembre 2023]

La povera Antonela dalle tre età differenti
«Tra i 21 morti anche Antonela, 20enne croata, in viaggio di nozze con Marko, che si è salvato», si legge in una didascalia sulla prima pagina del Corriere della Sera. Ma nel sommario di pagina 5 c’è scritto: «Vivevano a Spalato, lei ha 25 anni». Nel testo sottostante, l’inviato Alessandro Fulloni scrive: «Lei, la moglie ventiseienne, Antonela Perkovic, incinta di due mesi». Quindi diremmo che la povera vittima non aveva né 20 né 25 né 26 anni, bensì, dovendo fare una media, 23 e mezzo.
[5 ottobre 2023]

Marco Travaglio tifa «juvant»
Titolino della rubrica Ma mi faccia il piacere del direttore Marco Travaglio, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Repetita juvant». Vabbè che è nato a Torino, ma si scrive «Repetita iuvant». La grafia con la «j» di questa locuzione latina («le cose ripetute sono utili») di origine ignota, forse derivata da un passo dell’Arte poetica di Orazio, si trovava fino a circa un secolo fa, ma è stata abbandonata, tant’è che né Il Grande dizionario della lingua italiana né il vocabolario TreccaniLo Zingarelli 2024 la registrano.
[2 ottobre 2023]

La Repubblica sa poco della Repubblica
Dalla prima pagina della Repubblica: «Il Cnel nominato dal centrodestra fa sponda al governo Meloni». Non sono gli schieramenti politici, cioè i partiti, a nominare il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, organo previsto dall’articolo 99 della Costituzione. Esso infatti è composto da 64 consiglieri, così ripartiti: 10 esperti, qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica, di cui 8 nominati dal presidente della Repubblica e 2 proposti dal presidente del Consiglio dei ministri; 48 in rappresentanza delle categorie produttive; 6 designati dal Consiglio nazionale del terzo settore. Tutte le nomine avvengono con decreto del capo dello Stato, non del capo del governo. Parlare pertanto di «Cnel nominato dal centrodestra» è una libera (molto libera) interpretazione della Repubblica, che si dimostra assai poco ferrata nelle leggi della Repubblica.
[5 ottobre 2023]

Sabino Cassese maestro del diritto ma non di scrittura
Incipit di un commento firmato da Sabino Cassese sul Sole 24 Ore: «Nel 2017, la Commissione europea ha comminato a Google una sanzione per abuso di posizione dominante». Spiace che un maestro del diritto si esprima come il più sgangherato dei cronisti di giudiziaria. Nel linguaggio giuridico, comminare significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Quando una sanzione o una pena vengono inflitte, come nel caso di Google, il verbo corretto è irrogare.
[24 settembre 2023]

Titoli extraterrestri
Titolo dal sito Informazione.it: «Enorme Nadia Battocletti ai Mondiali: prima terrestre dopo etiopi e keniane! 5ª al mondo a Riga sui 5 km!». Pensa se gareggiavano gli extraterrestri.
[1° ottobre 2023]

Il Vaticano, continente molto provinciale
Il nono concistoro di Francesco, in cui il Papa ha creato 21 nuovi cardinali, è stato accompagnato dalla Sala stampa della Santa Sede con la pubblicazione in Rete di un «booklet» fitto di statistiche, tutto in italiano (a parte il ricorso al vocabolo britannico – di norma usato per lo stampato inserito nelle custodie dei Cd – in luogo dell’italiano «libretto illustrativo», evidentemente ritenuto poco altisonante), ma con copyright dell’«Holy See press office». Sorvolando sull’uso intermittente dell’inglese, evidentemente nuova lingua della Chiesa con un pontefice che non solo non lo mastica ma nemmeno ama gli anglofoni, l’opuscolo della Sala stampa parla di sette continenti perché divide l’America in tre continenti (settentrionale, centrale e meridionale) in spregio alla geografia. Dal che si deduce che anche il Vaticano è un continente, sia pure molto provinciale.
[30 settembre 2023]

Il figlio di Prigozhin è un domatore di debiti
Sul sito della Stampa, Jacopo Iacoboni si sofferma sul testamento di Evgheny Prigozhin, defunto capo dei mercenari del gruppo Wagner, che vede il figlio Pavel quale erede: «Il totale di proprietà e società (esclusi quindi i conti correnti), dà un patrimonio di 52 miliardi di rubli (circa 510 milioni di euro). Ed esclusi i debiti, che Pavel intende riscuotere immediatamente». Se invece che pagare i debiti dovessimo esigerli e subito incassarli, l’Italia avrebbe un bilancio più florido di quello dell’Arabia Saudita.
[1° ottobre 2023]

I parapetti di Mestre sono «rancidi»
Inizio del servizio di Serenella Bettin (La Verità) sulla tragedia del pullman precipitato dal cavalcavia dopo aver sfondato il guardrail: «Fuori dall’ospedale di Mestre, ieri mattina, c’era un gran viavai di gente. La polizia, piazzata davanti l’entrata, non lasciava entrare nessuno. Nemmeno per andare in bagno». Ma è un ospedale o una latrina? E poco oltre: «Basta guardarli questi parapetti, così arrugginiti, così rancidi». Li avrà assaggiati?
[5 ottobre 2023]

Con quello stile un po’ così
Su Libero torna il caso Mortara in una recensione di Bruna Magi, che si lancia a descrivere il rapimento del bimbo ebreo nella Bologna ancora papalina: «E così che una notte arrivano i gendarmi pontifici a casa Mortara, per portarsi via Edgardo». Raddoppiando poco più avanti: «Ha deciso così così il pontefice». Ma si può scrivere così?
[14 settembre 2023]

Luca Bottura toppa sullo spot Esselunga
Luca Bottura, specialista nella satira un tanto al chilo, scrive nella sua rubrica Minimum pax sulla Stampa: «Giorgia Meloni ha elogiato ieri lo spot dell’Esselunga sulla bambina che riunisce i genitori separati: “Mi sembra così bello che prima o poi potrei sposarmi pure io”. Per sicurezza, Giambruno ha requisito le pesche in tutti i fruttaroli circostanti». Ma nello spot in questione non vi è alcun elemento da cui si possa dedurre che i due protagonisti adulti siano sposati. Benché si eserciti su un giornale di sinistra, Bottura ignora che anche per le coppie non sposate, separate e con figli, e persino per quelle che non hanno mai convissuto, la legge sull’affidamento condiviso stabilisce che siano fissati precisi tempi di presenza della prole presso ciascun genitore.
[28 settembre 2023]

Secolo d’Italia due volte più veloce della luce
Monica Pucci sul Secolo d’Italia: «Duello sui cieli della Polonia tra due F-35 dell’Aeronautica militare italiana, impegnati ad assicurare la sicurezza dello spazio aereo nei Paesi della Nato, e due caccia russi che sono stati intercettati e costretti ad allontanarsi. Un “ingaggio” ad alta quota e alla velocità doppia di quella della luce». Vabbè che i russi sono capaci di tutto, ma non sapevamo di aerei che viaggiano alla velocità di 599.584 chilometri al secondo.
[25 settembre 2023]

Ennesimo naufragio di Mephisto Waltz
Il coltissimo Mephisto Waltz s’impanca, come già in passato, a scrivere di argomenti marinari, e subito naufraga miseramente: «Chichester, 65 anni e un carcinoma, parte da Plymouth con la piccola imbarcazione d’acciaio, un catch di 16 metri». Si scrive ketch. In inglese, catch significa presa (della palla), presa al volo, pesca, retata, pescato, gancio, fermaglio, inghippo e varie altre cose, nessuna delle quali è un’imbarcazione. Quindi il povero diavolo aggiunge: «È fine agosto 1966. A fine agosto 1967 ritorna, dopo la circumnavigazione più pazzesca: 30mila miglia in 226 giorni, una sola sosta a Sydney». Da fine agosto a fine agosto dell’anno dopo saranno suppergiù 340-350 giorni, non 226. In realtà il navigatore solitario sir Francis Charles Chichester partì il 27 agosto 1966 da Plymouth e vi fece ritorno il 28 maggio 1967, appunto dopo 226 giorni. «Due volte più veloce di Joshua Slocum (1844-1909) che ci mise tre anni», completa lo sfondone Mephisto Waltz. Abbia pazienza, satanasso, ma se Chichester ci mise all’incirca meno di un anno e Slocum tre anni secchi, diremmo che il primo sia andato non due bensì, a spanne, tre volte più veloce del secondo. Un vero specialista in buchi nell’acqua, questo demonio.
[1° ottobre 2023]

Franco Branciaroli era un peccato?
Il caso Kaufmann, trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso, debutta a Brescia. Per l’occasione, Emilia Costantini intervista sul Corriere della Sera il protagonista, Franco Branciaroli, che afferma: «Testori considerava l’omosessualità un peccato, anche se lui lo era e lo disse ufficialmente». Che cosa «lo era»? Un peccato?
[30 settembre 2023]

Il Foglio assegna tre mandati al premier slovacco
In un editoriale, privo di firma, sul voto in Slovacchia, Il Foglio sostiene che l’ex premier Robert Fico «è intenzionato a scegliere come alleati delle formazioni di estrema destra, come aveva già fatto nel 2006 e nel 2016, durante le sue tre precedenti premiership». Controsenso implicito nel riferimento temporale: Fico fu premier solo due volte, dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018.
[30 settembre 2023]

Mario Monti non è un «ex Bce»
Sul sito del Giornale, Andrea Indini ricostruisce il «golpe anti Cav» del 2011, quando Silvio Berlusconi dovette cedere la guida del governo a Mario Monti, con il fattivo contributo – così ha sempre sospettato il centrodestra – del presidente della Repubblica in carica all’epoca: «“Le conversazioni tra Napolitano e Monti precedono di quattro o cinque mesi la nomina a Palazzo Chigi”, svela Alan Friedman nel libro Ammazziamo il Gattopardo. È di quell’estate pure la chiacchierata tra l’ex Bce e Carlo De Benedetti». Nei complotti i soldi c’entrano sempre, ma ci spiace dover deludere Indini: l’ex premier Monti non ha mai ricoperto incarichi nella Banca centrale europea, quindi non può essere definito «l’ex Bce».
[27 settembre 2023]

Senza mutande? Per Libero sei nudo dalla vita in su
Riprendendo una notizia apparsa su Dagospia, il sito di Libero dà conto di una signora americana che, allergica ai controlli di sicurezza con il metal detector, è arrivata senza mutande all’aeroporto di Fort Lauderdale-Hollywood, in Florida: «Si è presentata con un vestitino talmente striminzito da lasciarla praticamente nuda dalla vita in su». Nuove frontiere dell’anatomia.
[30 settembre 2023]

Calenda si sbottona: ed ecco a voi il «manico»
Dal Corriere della Sera: «“Cosa ho provato? Beh, la verità è che mi è venuta voglia di farne un altro...”, si sbottona Carlo Calenda. Dove “un altro” sta per un ulteriore figlio, che per il leader di Azione, 50 anni, sarebbe il quinto. Così Calenda racconta l’immagine, pubblicata sui social, nella quale tiene in braccio il piccolo Ulysse, di appena due mesi». Già la scelta del verbo si sbottona non sembra tra le più felici, date le circostanze. Subito dopo, Calenda fa sapere: «Ho ancora un buon “manico” da padre». In che senso, scusi?
[21 settembre 2023]

La Grande Patata dell’Espresso
Titolo dell’editoriale del direttore Alessandro Mauro Rossi sull’Espresso: «Il governo dovrà fare i conti con la Grande Patata». Almeno Vittorio Feltri si accontentava della «patata bollente».
[22 settembre 2023]

Crisi di accenti al Corriere della Sera
Crisi di accenti al Corriere della Sera che titola: «“El Bebè” estradato negli Stati Uniti (nello stesso aereo di papà El Chapo)». Per spiegare nell’occhiello che «Ovidio Guzman Lopez guidava il cartello di Sinaloa». Ma bisognava scrivere «Bebé» e «Guzmán López».
[17 settembre 2023]

Non si può fuggire «alla» bandante
Titolo dal Corriere del Trentino: «Fugge alla badante, trovata morta». I casi sono due: o il verbo fuggire è qui usato al transitivo, nel significato di eludere, e allora non ci voleva la preposizione articolata alla e bisognava scrivere «Fugge la badante», oppure manca una s: «Sfugge alla badante».
[5 settembre 2023]

Napolitano e l’incursione della Finanza alla Camera
Una volta tanto, ecco uno scontro sui fatti e non sulle interpretazioni. Quand’era presidente della Camera, Giorgio Napolitano bloccò o no l’incursione delle forze dell’ordine inviate a Montecitorio dai magistrati di Mani pulite affinché prelevassero i bilanci dei partiti? Comincia Domenico Cacopardo, già capo di gabinetto del Senato e già consigliere giuridico della presidenza del Consiglio dei ministri quando Massimo D’Alema era capo del governo. Cacopardo rievoca così su Italia Oggi la figura di Napolitano: «Tangentopoli lo trova alla presidenza della Camera dei deputati, veste nella quale subì senza reagire l’illegale accesso della polizia giudiziaria incaricata di sequestrare documenti sul finanziamento dei partiti che erano sì negli archivi della Camera, ma anche in pubblicazioni ufficiali di pubblico dominio. Per molti si trattò di un errore voluto da parte del gruppo di Mani pulite proprio per incidere sull’immagine del Parlamento. Sta di fatto che Napolitano non si oppose: anni dopo mi venne spiegato che era stata una scelta prudenziale volta a evitare che una ulteriore campagna di discredito si scatenasse contro la Camera dei deputati». L’indomani, sulla Stampa, Pasquale Cascella, addetto stampa di Napolitano a Montecitorio e poi di D’Alema a Palazzo Chigi, contraddice Cacopardo e offre la sua testimonianza su come Napolitano «difese la dignità dell’istituzione», negando l’accesso «alla forza pubblica». Nello stesso giorno, l’Ansa riferisce le parole di Vittorio Sgarbi, all’uscita dalla camera ardente: «Ricordo quando (Napolitano, ndr) impedì alla Finanza di entrare in Parlamento. Fu un gesto di garantismo forte». A giudicare dal titolo d’apertura sulla prima pagina dell’Unità del 5 febbraio 1993, hanno ragione Cascella e Sgarbi: «La Finanza alla Camera. I magistrati di Milano cercavano le copie dei bilanci del Psi. Napolitano: “Gesto irrituale”. Furiose reazioni in aula. La Procura chiede scusa ma parla di scelta legittima». Più sfumata, però sostanzialmente analoga, la versione data in prima pagina dal Corriere della Sera quel 5 febbraio: «Ma mentre si scoprono nuovi conti dc sulle banche svizzere, è ancora polemica dopo il blitz fallito delle Fiamme gialle, inviate a Montecitorio dai magistrati di Mani pulite, per acquisire documenti sui bilanci del Psi. Il presidente Napolitano torna a smentire “atti o richieste di perquisizione” e difende le prerogative del Parlamento». Dunque, chi raccontò a Cacopardo addirittura il retroscena di un fatto che pare non sia mai avvenuto?
[23 e 24 settembre 2023]

Donatella Versace per Sallusti è un uomo
Nell’editoriale di prima pagina intitolato «La Versace e Saviano utili idioti degli anti italiani», il direttore Alessandro Sallusti se la prende con Donatella Versace: «A furia di vivere fuori dal mondo, solo per merito di ciò che gli ha lasciato il fratello Gianni, non sa cosa accade nel mondo reale e parla per slogan e pregiudizi stupidi quanto lei. Mi chiedo. Perché una italiana che deve tutto a questo Paese odia l’Italia (...)?». Forse Donatella Versace odia l’Italia, ma Sallusti di certo ha qualche problema di relazione con l’italiano, a giudicare dal pronome maschile gli riferito alla sorella del defunto stilista.
[26 settembre 2023]

Fuggire a Capo Verde con un ristorante
Titolo dal sito della Stampa: «Come lasciare una vita scontata, fuggire a Capo Verde con un ristorante e vivere felici». Basta farsi aiutare da Gondrand.
[25 settembre 2023]

Mephisto Waltz, satanasso suonato
Sul Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire nella rubrica che porta il suo stesso nome: «Bei tempi quelli del Morandi che andava a cento all’ora, “per rivedere te, je-je-je”». Per essere un musicofilo, il povero diavolo non ci pare molto preciso. Nella canzone Andavo a 100 all’ora di Gianni Morandi non esiste la frase virgolettata. Il ritornello è questo: «Andavo a cento all’ora / per trovar la bimba mia / ye ye ye ye ye ye ye ye». Un satanasso un po’ suonato.
[24 settembre 2023]

Si può scattare la foto di una persona scomparsa?
Didascalia dal Corriere della Sera: «Emanuela e Sara Pedri sorridenti in una foto scattata prima della scomparsa della giovane ginecologa di Forlì». Scattarla dopo la scomparsa sarebbe stato più complicato.
[17 settembre 2023]

Fabrizio d’Esposito inventa la «synodalità»
Fabrizio d’Esposito nella sua rubrica Il chierico vagante sul Fatto Quotidiano scrive dell’imminente sinodo e per due volte usa l’inesistente grafia «synodalità». Magari D’Esposito si difenderà sostenendo che su synod.va, sito del Vaticano dedicato all’evento, vi è una pagina dal titolo «Nuove date per il Sinodo sulla Synodalità», ma è l’unica. Inoltre in vatican.va, sito ufficiale della Santa Sede, non vi è traccia della synodalità: solo alcuni riferimenti in inglese alla synodality e in francese alla synodalité. Già si stenta a comprendere un sinodo sulla sinodalità. Non era il caso che il chierico extravagante aggravasse la situazione imbastardendo la lingua italiana.
[25 settembre 2023]

Il congelatore comprato per due mesi
Federica Zaniboni sul Messaggero parla di Davide Fontana, condannato per aver ucciso Carol Maltesi «mentre registravano insieme un video hard destinato al profilo Onlyfans della ragazza» e per aver fatto scempio del cadavere, smembrato «in 18 pezzi tenuti in un congelatore comprato online per quasi due mesi». Un acquisto a lungo meditato.
[23 settembre 2023]

Il cadavere è giallo, pensa un po’
Titolo da Libero: «Corpo appeso al cavalcavia / Era lì da giorni: è giallo». Strano, di solito dopo 72 ore il colore del cadavere vira dal verdastro verso il bruno.
[25 settembre 2023]

Addio a Napolitano nell’Emilia di Montecitorio
Dal sito del Corriere della Sera: «Al funerale del presidente emerito Giorgio Napolitano parleranno nell’Emilia di Montecitorio anche i familiari». E perché non nella Romagna o in Campania? (Fino a ieri si chiamava emiciclo).
[24 settembre 2023]

Gombloddo! Travaglio sbianchetta un nome
Il sempre linguisticamente immaginifico Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, intitola «Gombloddo!» il proprio editoriale in prima pagina, ironizzando sul complottismo del Corriere della Sera e della Repubblica. Scrive Travaglio: «Siccome un complotto tira l’altro, ha spopolato quello sui “dossieraggi” della “nuova P2” che avrebbe svelato a un giornale la notizia più pubblica del mondo: i suoi compensi di consulente per Leonardo». I «suoi» di chi? Chi ha sbianchettato il nome? Gombloddo!
[15 settembre 2023]

Murdoch aveva il cancro «alla proposta»
Caterina Soffici sulla Stampa, in un articolo riguardante Rupert Murdoch, il magnate dell’editoria che a 92 anni ha annunciato le dimissioni da presidente di Fox News e News Corp: «Ma per quanto uno si reputi eterno (lo disse esplicitamente nel 1999, dopo aver sconfitto il cancro alla proposta) le leggi della biologia valgono anche per lui». Nuove frontiere dell’oncologia.
[23 settembre 2023]

Gli aeroporti intitolati agli sportivi
In un articolo sui nomi degli aeroporti, Matteo Trevisani sulla Lettura osserva che «a Madeira s’atterra al “Cristiano Ronaldo” e Belfast ha il suo “George Best”, gli unici due sportivi (il primo ancora vivente, peraltro) insieme a Diagora, pugile greco dell’antichità e nume tutelare dell’aeroporto di Rodi». Non è così: Trevisani doveva scrivere che solo due portano i nomi di calciatori. Gli sportivi sono tre: infatti l’aeroporto di Santander, in Spagna, è intitolato a Severiano Ballesteros (1957-2011), grandissimo golfista che aveva iniziato come caddie.
[17 settembre 2023]

Repetita iuvant, anzi Juve
Dalla Repubblica di giovedì, rubrica Posta e risposta di Francesco Merlo: «Caro Merlo, “Mussolini uomo della Provvidenza” (Pio XI). “Putin un dono del Signore” (Silvio Berlusconi). “Orbán un esempio” (Giorgia Meloni). “Ho detto tutto” (Peppino De Filippo)». Firmato: «Leonardo Sestopassi – Napoli». Dalla Repubblica di venerdì, rubrica Posta e risposta di Francesco Merlo: «Caro Merlo, “Mussolini uomo della Provvidenza” (Pio XI). “Putin un dono del Signore” (Silvio Berlusconi). “Orbán un esempio” (Giorgia Meloni). “Ho detto tutto” (Peppino De Filippo)». Firmato: «Leonardo Sestopassi – Napoli». Repetita iuvant. Anzi, considerato chi è l’editore, repetita Juve.
[21 e 22 settembre 2023]

Si scrive «Quanno ce vô, ce vô!»
«Quando ce vo’, ce vo’», conclude Hoara Borselli su Libero, nella sua rubrica Domani è un altro giorno. Se t’impanchi a usare il romanesco, almeno usalo bene. La grafia corretta è quella dell’immortale Trilussa (nome d’arte del poeta Carlo Alberto Salustri): «Quanno ce vô, ce vô!». Così s’intitola uno dei Duecento sonetti, raccolta edita nel 1936 da Arnoldo Mondadori, quello che comincia con la seguente strofa: «Pijà a schiaffi la moje è da villano: / è ’na vijaccheria che fa vergogna! / Ma se vedi la mia, quant’è carogna! / Credi che te li leva da le mano».
[12 settembre 2023]

Lorenzetto si perde nella galassia...
In questa rubrica, Stefano Lorenzetto rileva gli errori in un servizio sugli alieni, a firma di Andrea Cuomo, apparso sul Giornale, e sollecita il nuovo direttore Alessandro Sallusti a buttare un occhio sulle pagine culturali. Lapsus imperdonabile: l’incolpevole (e valente) Alessandro Gnocchi, responsabile del settore, non c’entrava nulla. L’articolo era uscito nelle Cronache italiane. Dura la vita dello spulciatore extraterrestre.
[16 settembre 2023]

...e smarrisce la cognizione del tempo
«Domenica 3 ottobre», scrive Stefano Lorenzetto sulla prima pagina dell’Arena, nell’incipit di un’intervista. Ma domenica prossima sarà il 1° ottobre, non il 3. Dura la vita dello spulciatore ritardato.
[24 settembre 2023]

Il colpo di sonno dell’autista che dormiva
Titolo dalla Verità: «Bus di profughi contro tir: due morti». Sommario: «Il veicolo sul quale viaggiavano i richiedenti asilo dalla Sicilia al Piemonte ha avuto un incidente alle porte di Roma». Quindi erano immigrati che vagavano fra la Sicilia e il Piemonte in cerca di asilo? Nel testo, Serenella Bettin racconta che l’incidente è avvenuto «all’altezza di Fiano Romano, Comune alle porte di Roma». Vediamo difficile che la località potesse trovarsi alle porte di Vercelli. Poi, parlando degli autisti, aggiunge che «Daniel Giudice era alla guida», mentre «Alberto Vella stava dormendo, come previsto in questi casi per darsi il cambio nei lunghi tragitti». Più avanti dettaglia: «Tra le ipotesi parrebbe esserci un errore da parte di uno degli autisti oppure un colpo di sonno». Ma se uno solo guidava e l’altro dormiva, l’errore può essere solo del primo. A meno che il secondo non guidasse mentre dormiva: in quel caso, colpo di sonno prolungato?
[16 settembre 2023]

Refusi stereofonici sul Corriere
Due sommari appaiati in apertura della pagina 3 del Corriere della Sera. Il primo: «Le soluzioni possono essere solo a livello europeo. Penso che non ci siano alte opzioni se non concludere il patto sulla migrazione. Roberta Metsola Presidente Parlamento europeo». Il secondo: «Quando arrivano 120 mezzi non è un episodio spontaneo, è un atto di guerra. Sono convito che ci sia una regia dietro questo esodo. Matteo Salvini vice premier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti». Refusi stereofonici.
[14 settembre 2023]

Gramellini confonde Eraclito con Erodoto
Nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini parla di Carlo Calenda e osserva: «Il carattere è il nostro destino, diceva Erodoto». In realtà lo diceva Eraclito, il filosofo, non Erodoto, lo storico: «Ethos anthropoi daimon» (frammento 119 nella raccolta di Hermann Diels e Walther Kranz), che Giovanni Reale, ne I Presocratici (Bompiani, 2006), traduce come «il demone per l’uomo è il suo carattere morale».
[21 settembre 2023]

E non «ha» caso, ma a casaccio
Tonia Mastrobuoni, corrispondente della Repubblica da Berlino: «E non ha caso la premier italiana Giorgia Meloni». Semmai a casaccio.
[14 settembre 2023]

Una strada da far paura: la «più tremebonda»
Su Associated Medias press agency, Guido Talarico si occupa del gravissimo incidente capitato al fotoreporter Ferdinando Mezzelani, che a Roma ha subìto l’amputazione della gamba destra in un incidente di moto sulla via Cristoforo Colombo e, prima dell’arrivo dei soccorsi, ha avuto il coraggio di fotografarsi l’arto maciullato: «Ferdinando lo scorso 10 luglio è finito sotto un bus di Roma Capitale, sulla strada più tremebonda della medesima. È vivo per miracolo». Un po’ meno la lingua italiana.
[15 settembre 2023]

Multa per chi usa il cellulare in auto: 1,697 euro
Claudia Voltattorni su L’Economia nel sito del Corriere della Sera: «Guidare e contemporaneamente parlare al cellulare (senza viva-voce) costerà fino a 1,697 euro di multa». Meno d’un litro di benzina.
[19 settembre 2023]

Padellaro casca sui nomi dei nobili francesi
Sul Fatto Quotidiano, l’ex direttore Antonio Padellaro parla della «cicala di de La Fontaine». Per i cognomi francesi fa molta differenza che il de sia scritto in minuscolo, come in Jean de La Fontaine, o maiuscolo, come in Charles De Gaulle. Se è minuscolo, indica che quella persona è nobile; se è maiuscolo, indica che il De fa parte del cognome. Ecco perché i francesi colti mai scriverebbero de Vigny, de Musset, o, appunto, de La Fontaine. Il de si mette solo quando è accompagnato dal nome: Alfred de Vigny, Alfred de Musset, Jean de La Fontaine. Ma, parlandone senza nome, Vigny, Musset, La Fontaine. Quindi Padellaro avrebbe dovuto riferirsi alla «cicala di La Fontaine».
[3 settembre 2023]

La Stampa e le sanzioni «alla Mosca»
Titolo dal sito della Stampa: «Guerra Russia-Ucraina, l’Ue prolunga di 6 mesi le sanzioni alla Mosca». Nelle redazioni ormai si gioca a mosca cieca.
[14 settembre 2023]

La Repubblica sbaglia le percentuali
Sotto il titolo «La truffa da record di Mr Miliardo grazie alla bolla del Superbonus», Giuliano Foschini racconta sulla Repubblica la storia dell’imprenditore Maurizio Matteo De Martino, che con la sua Mama international business (Mib) «più di tutti è stato in grado di fare fruttare il grande sogno dei bonus edilizi». La società, spiega Foschini, «nel 2020 presenta bilanci con fatturati di circa 19 milioni di euro». Dopodiché, «la Mama fa probabilmente la migliore performance aziendale nel Paese aumentando il giro d’affari del 91 per cento e passando così a un miliardo e 38 milioni. Com’è stato possibile?». Semplice: non è stato possibile. Se da 19 milioni il fatturato è salito a 1,38 miliardi, significa che l’incremento – straordinario – è stato del 5363 per cento. Se fosse stato del 91 per cento, il giro d’affari nel 2021 avrebbe dovuto essere di 36,3 milioni di euro.
[17 settembre 2023]

Il film di Woody Allen in «franceFiorie»
Didascalia dal Corriere della Sera: «Lou de Laâge e Niels Schneider in una scena di “Coup de Chance”, il nuovo film scritto e diretto da Woody Allen. Si tratta del cinquantesimo film diretto dal regista americano, il primo girato in lingua franceFiorie». Per una migliore comprensione senza sottotitoli, speriamo anche l’ultimo.
[5 settembre 2023]

Innocenti senza prove e ragioni: dunque colpevoli?
«La riforma che manca / Ogni giorno in Italia finiscono in carcere tre persone innocenti senza prove e ragioni», titola Il Giornale. Quindi per essere considerati innocenti bisogna esibire prove e ragioni? No? Allora bisognava scrivere: «Ogni giorno in Italia finiscono in carcere senza prove e ragioni tre persone innocenti».
[8 settembre 2023]

L’Ansa sposta l’epicentro del terremoto
Titolo dell’Ansa: «Terremoto di magnitudo 4.8 in provincia di Firenze. Alcune scuole chiuse, danni a Tredozio». Una cartina mostra l’epicentro del sisma: San Casciano in Val di Pesa. Ma secondo la mappa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, diramata alla stessa ora, e come peraltro si evince dal testo della stessa Ansa, l’epicentro è stato a Marradi, al confine con l’Emilia-Romagna, il che spiega i danni segnalati a Tredozio (provincia di Forlì-Cesena). Che dista un centinaio di chilometri da San Casciano in Val di Pesa.
[18 settembre 2023]

Silvia Ronchey trasforma un secolo in sei mesi
Su Robinson l’illustre bizantinista Silvia Ronchey comincia così un dotto articolo: «Nella prima metà del millequattrocento, alla vigilia della caduta di Costantinopoli». Cioè dal 1° gennaio al 30 giugno dell’anno 1400? Evidentemente no, perché la raffinata studiosa voleva scrivere «nella prima metà del Quattrocento», cioè del XV secolo.
[17 settembre 2023]

Alieni sulle pagine culturali del Giornale
Sul Giornale, in un articolo dedicato agli alieni, Andrea Cuomo si cimenta con lo scioglimento dell’acronimo «Uap, unenditified aerial phenomenon» (invece di «unidentified aerial phenomenon»), e capiamo perché sono fenomeni non identificati. Poi aggiunge: «Troppo verosmili per essere veri», e qui concordiamo. Suggerendo però al nuovo direttore Alessandro Sallusti di buttare un occhio sulle pagine culturali.
[14 settembre 2023]

L’inno di Francesco II d’Asburgo diventa nazista
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Spettatore urla la frase nazista “Deutschland Über Alles”. E Zverev lo fa espellere». Credevamo che fosse un verso del poeta August Heinrich Hoffmann von Fallersleben (1798-1874), adattato nella composizione musicale che Franz Joseph Haydn scrisse come inno per Francesco II d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero. La terza strofa di quel testo è tuttora l’inno ufficiale della Repubblica federale di Germania. E, fra l’altro, si scrive “Deutschland über alles”, con due minuscole.
[5 settembre 2023]

Bottura fa freddura, ma non in Siberia
«Problemi per Kim Jong Un dopo l’arrivo a Mosca: non gli si riescono a staccare i cartelli “trasporto eccezionale” di dosso», fa lo spiritoso Luca Bottura nella sua rubrica Minimum pax che tiene sulla Stampa. Peccato per lui che il dittatore nordcoreano non sia andato a Mosca, bensì abbia incontrato Vladimir Putin nel più vicino cosmodromo di Vostochny, nella regione dell’Amur, in Siberia. Distanza su strada tra questa località e Mosca: 7.405 chilometri. Tempo che avrebbe impiegato Kim Jong Un per il tragitto supplementare, con il suo treno corazzato che marcia alla velocità massima di 60 chilometri orari: 123 ore, cioè oltre 5 giorni di viaggio. Più il ritorno. Problema aggiuntivo: non esistono linee ferroviarie che colleghino Vostochny a Mosca. Bottura prenda nota.
[13 settembre 2023]

«Illesi i piloti». E la bambina morta?
Tweet del Corriere della Sera: «Torino, incidente aereo durante l’esibizione per i cento anni dell’Aeronautica: piloti illesi». Ne sarà sollevata la bambina morta.
[16 settembre 2023]

Caporale e i Quattro Santi «Coronari»
Antonello Caporale dedica due pagine sul Fatto Quotidiano al traffico infernale di Roma e conclude: «Appena sopra in via dei Santi Quattro Coronari, il cantiere del gas, e qui a sinistra verso via Labicana quello dell’acqua. È tanto, è tutto, è troppo». Il traffico romano è infernale ma si tratta dei Santi Quattro Coronati. Ed evitiamo di citare il proverbio «Scherza coi fanti» eccetera.
[15 settembre 2023]

La galleria del Gottardo non è fra Italia e Svizzera
«La galleria autostradale del San Gottardo, che collega l’Italia alla Svizzera, domenica 10 settembre è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni», informa Valeriano Musiu sul sito del Corriere della Sera. No, il tunnel (stradale, non autostradale) in questione collega due località svizzere: Göschenen, nel Canton Uri, e Airolo, nel Canton Ticino. L’Italia non c’entra.
[12 settembre 2023]

Digos multimediale: «acquisisce le telecamere»
Titolo dal sito del Gazzettino: «Chioggia, saluto romano dei tifosi del Treviso all’urlo di “Sieg Heil”: la Digos acquisisce le telecamere». Così potrà fare concorrenza alla Rai.
[12 settembre 2023]

Maria Sorbi trasloca Rieti in Umbria
Stando a Maria Sorbi (Il Giornale), Helga Margarete Grimm, la sola discendente dei signori delle fiabe, morta a 88 anni, «si era rifugiata in una casetta alle porte di Rieti in Umbria». Sul finire dell’articolo, Sorbi reitera lo svarione, precisando che la defunta visse «prima a Tripoli, poi a Roma e poi in Umbria». Urge ripasso di geografia: Rieti è nel Lazio.
[13 settembre 2023]

Ma il Bauer di Libero non è quello vero
A corredo di un articolo di Francesco Specchia nelle pagine culturali, dedicato al nuovo saggio di Paolo Mieli, Il secolo autoritario (Rizzoli), Libero presenta una foto con la seguente didascalia: «Fritz Bauer, il più giovane magistrato ebreo di Weimar». Il riferimento è a quel Bauer che rese possibile nel 1960 la cattura di Adolf Eichmann in Argentina (egli fornì al Mossad, il servizio segreto israeliano, il luogo di residenza del criminale di guerra nazista, rivelatogli da un ex deportato nei lager). Ma l’immagine pubblicata ritrae in realtà l’attore Burghart Klaußner, che nel 2015 impersonò Fritz Bauer nel film Lo Stato contro Fritz Bauer del regista Lars Kraume.
[10 settembre 2023]

Questore invita i manifestanti «dal desistere»
Dal sito della Repubblica, video da Lampedusa: «Acceso scambio di vedute al telefono in viva voce tra Giacomo Sferlazzo, portavoce del movimento politico-culturale “Pelagie Mediterranee”, e il Questore di Agrigento, Emanuele Ricifari. Che invita i manifestanti dal desistere dal proseguire la protesta». Quindi li ha spronati a continuarla. O li ha invitati «a desistere dal proseguire la protesta»?
[16 settembre 2023]

Brullo fa le pulci a Cavalleri e non vede le sue
Discepolo di Cesare Cavalleri, «l’ultimo dei grandi giornalisti culturali», Davide Brullo lo commemora sul Giornale, ma incappa in errori che non sarebbero piaciuti al maestro. Il quale tra l’altro da ragazzo osò criticare un poeta che pure amava. Brullo annota: «Montale replicò, irretito; Cavalleri continuò ad augurargli il Nobel», benché il primo fosse irritato, evidentemente. Più avanti gli scappa «siamo 1989», volendo scrivere «siamo nel 1989». Infine supera sé stesso segnalando un refuso di Cavalleri, morto il 28 dicembre 2022, che in una nota lo aveva invecchiato di un anno. Era meglio se Brullo avesse badato ai suoi, di refusi, e senza escogitare l’incomprensibile chiusa rivolta al maestro («Ci incontreremo quando il tempo non avrà più senso, nulla più che sabbia nelle mani di un insensibile sensale» ), che fa tanto «Trentatré trentini» con quel che segue.
[12 settembre 2023]

La donna che visse 723 anni
Dalla Verità: «La dinamica dell’incidente è stata particolarmente sfortunata: la signora, che pedalava lungo Corso XXII marzo, è stata travolta da un palo abbattuto da un’auto che si è ribaltata e all’interno della quale viaggiavano un uomo e una donna di 78 e 723 anni». Le donne campano più degli uomini, è statistica, si sa.
[31 agosto 2023]

Per Avvenire il vescovo Russo fa il Papa
Clamoroso titolo di Avvenire sull’accorpamento di circoscrizioni ecclesiastiche laziali: «Frascati con Velletri-Segni, Russo unisce le due diocesi». Sembra che la decisione, anziché del Pontefice, sia di Stefano Russo, vescovo di Velletri-Segni, per quasi quattro anni segretario della Conferenza episcopale italiana. Chissà come l’avrà presa papa Bergoglio, puntiglioso (e permalosissimo) perlustratore di giornali.
[13 settembre 2023]

Una minoranza «è povero»: il gender dilaga
Titolo dal sito della Repubblica: «Rapporto Inps: “Solo una minoranza dei lavoratori è povero per salario orario basso”». Il gender dilaga.
[13 settembre 2023]

Yves Montand, non Ives
«La tête à l’ombre, la testa all’ombra, è il titolo di una imperdibile canzone di Ives Montand», rievoca Silvana De Mari sulla Verità, traducendo a orecchio dal francese la vera identità dell’attore Ivo Livi, nato a Monsummano Terme (Pisa) nel 1921 e morto nel 1991. Il nome d’arte era Yves Montand.
[11 settembre 2023]

Otto secoli di scarto sul Manifesto
In un magnifico speciale dedicato ai testi classici greci e latini perduti, apparso su Alias, inserto settimanale del Manifesto, è sfuggito un errore in un informatissimo articolo sulla perdita di tre quarti dell’immensa opera storica di Tito Livio, composta al tempo dell’imperatore Augusto, il quale regnò a lungo e morì nell’anno 14 dell’era cristiana. «In un’epistola del 401 a.C., Quinto Aurelio Simmaco, noto difensore della tradizione pagana, si scusa con l’amico Valeriano se non è ancora riuscito a fornirgli l’edizione completa di Livio che gli ha promesso», scrive Luca Beltramini. Ma ovviamente non può che trattarsi del 401 dopo Cristo.
[27 agosto 2023]

Sulla cuginanza tra Fazzolari e Bellantone
Il grado del cugino è la controversia della settimana. Paolo Russo sulla Stampa intervista il professor Rocco Bellantone, designato a succedere a Silvio Brusaferro alla guida dell’Istituto superiore di sanità. Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, era stato segnalato dal Corriere della Sera quale suo potentissimo parente e protettore, in quanto «sono cugini di primo grado», come assicurato da Margherita De Bac (12 settembre, pagina 11). Sin dal titolo della Stampa la questione del grado di cuginanza affiora potente: «Fazzolari? Un lontanissimo cugino». A domanda il professor Bellantone più precisamente risponde: «Questa cosa della parentela mi fa un po’ ridere visto che è di quinto grado: abbiamo solo un bisnonno in comune». Da professore votato alla scienza, Bellantone è andato a spanne e Russo se l’è bevuta. Se Fazzolari e Bellantone hanno un bisnonno in comune, significa che sono figli di cugini, e in quanto tali sono cugini di terzo grado e parenti collaterali di quinto grado. Lo dice la legge, che non è un’opinione. Come scrisse in francese Lev Tolstoj in Guerra e pace, «le coisinage est un dangereux voisinage», la cuginanza è una pericolosa vicinanza, anche se non precisò fino a quale grado.
[13 settembre 2023]

Foto con uomo e donna, lei è quella «a sinistra»
Titolo dal sito della Repubblica: «Brandizzo, parla la capostazione che disse “no” ai lavori per tre volte: “Ho fatto solo il mio dovere”». Sotto, c’è una foto in cui appaiono solo un uomo e una donna. Ecco la didascalia: «A sinistra, Vincenza Repaci, la funzionaria di Rfi che si è rifiutata di dare il via alla squadra di operai morti a Brandizzo». Senza quell’«a sinistra» chissà come avremmo fatto a distinguerla.
[12 settembre 2023]

L’«areazione» fa la differenza sulla Verità
Sommario di un titolo della Verità: «Remuzzi: “L’areazione fa la differenza”». Che cosa sarà l’areazione? Una mancanza di reazione? Perché, se invece è la ventilazione, si scrive aerazione.
[14 settembre 2023]

Il chirurgo morto a Pavia, «sulle Dolomiti»
Titolo dal sito del Giorno: «Morto a Pavia il chirurgo vascolare Pier Nicola Palmieri: tragedia sulle Dolomiti». Aveva ragione il cronista del Gazzettino che nell’agosto 1954 fu spedito in camicia bianca e farfallino nero a Borgo Valsugana, dov’era morto Alcide De Gasperi. Vi trovò altri due inviati speciali, i famosi Mino Monicelli e Alfredo Todisco, e disse loro: «Tutto tranquillo, tutto regolare. Nessun dramma. Me par che l’unica cosa xé de focalisar el servizio su la salma». Di fronte allo stupore dei colleghi, precisò: «Ero alla Mostra del cinema di Venezia. I me ga catapultà qua par el funeral. El giornalismo xé le montagne russe de l’inteleto».
[28 agosto 2023]

Per La Stampa l’autunno è finito il 1° settembre
Federico Mellano sul sito della Stampa: «L’estate del 2023 non vuole finire. Sebbene l’autunno meteorologico sia terminato il 1° settembre, in questi giorni le temperature mostrano connotati decisamente estivi». Proprio vero: non ci sono più le mezze stagioni, e neppure le stagioni meteorologiche.
[8 settembre 2023]

Liliana Segre è a Milano ma festeggia a Pesaro
Titolo dal sito del Giorno: «Liliana Segre a 93 anni a Milano: “La vita è sempre un’emozione”». Sommario: «Liliana Segre, deportata ad Auschwitz nel 1944, festeggia i suoi 93 anni a Pesaro». Il famoso dono della bilocazione.
[11 settembre 2023]

Le Tavole di Assisi sono di Gotti Tedeschi?
Occhiello di un titolo sulla prima pagina della Verità: «Il contributo alle “Tavole di Assisi” di Ettore Gotti Tedeschi». La due giorni umbra è un’iniziativa del banchiere che ha presieduto lo Ior? No? Allora bisognava scrivere: «Il contributo di Ettore Gotti Tedeschi alle “Tavole di Assisi”».
[14 settembre 2023]

Di Flavio Repetto nessuno ricorda la Marietti 1820
Dal Corriere della Sera alla Repubblica, passando per Il Sole 24 Ore, non vi è stato un solo quotidiano nazionale, fra quelli che hanno dedicato mezze paginate alla scomparsa di Flavio Repetto, che si sia ricordato di una singolare attività collaterale del novantunenne patron di Elah e Dufour e del cioccolato Novi («Svizzero? No, Novi»). Sul finire degli anni Novanta, l’imprenditore dolciario ligure divenne presidente e azionista di maggioranza della Marietti, storica casa editrice d’ispirazione cattolica, al cui nome aggiunse 1820, per ricordarne la data di fondazione. Repetto investì nel suo rilancio oltre 6 miliardi di lire e ingaggiò come amministratore delegato uno dei più esperti manager del settore, Giovanni Ungarelli, ex dirigente della Mondadori e della Rizzoli. Nel 2017 il marchio Marietti 1820 e il relativo catalogo furono rilevati da Edizioni Dehoniane Bologna, che quest’anno li ha ceduti al gruppo Il Portico spa, pure ubicato nella città felsinea (due dettagli sfuggiti al Resto del Carlino, il quotidiano dell’Emilia Romagna). Unica eccezione, nella smemoratezza della stampa nazionale, Il Secolo XIX, e pour cause, visto che si stampa a Genova: 7 righe in tutto.
[10 settembre 2023]

Il Resto del Carlino sposta Isernia in Basilicata
Tra le province in cui il Covid «cresce di più», il sito del Resto del Carlino segnala quelle «della Basilicata (Matera e Isernia)». Ci pareva che Isernia fino a ieri fosse nel Molise, ma ci fidiamo dei colleghi bolognesi, che vivono più a sud di dove abitiamo noi.
[12 settembre 2023]

Per l’editing il generale Vannacci è a posto
Enea Conti sul Corriere della Sera intervista lo psicologo Adolfo Morganti, fondatore della casa editrice Il Cerchio, che ha sede a Rimini, il quale si è aggiudicato i diritti di pubblicazione del libro Il mondo al contrario di Roberto Vannacci: «Io non conoscevo affatto il generale Vannacci. Mi sono incuriosito, ho comprato il libro su Amazon. Un disastro per la grafica da scuola media e l’assenza di editing». «Però lo ha apprezzato», stuzzica Conti. «È immediato, ci sono opinioni condivisibili e non», risponde l’intervistato. Ecco, diremmo che per l’editing Vannacci si è messo nelle mani della persona giusta, se Morganti scrive come parla. (L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Infatti Elio Vittorini , scrittore ma anche imbattibile curatore editoriale, intitolò il suo romanzo Uomini e no. Pertanto Morganti avrebbe dovuto dire: «Ci sono opinioni condivisibili e no»).
[5 settembre 2023]

Quelo di Guzzanti nuovo titolista alla Repubblica
Titolo dal sito della Repubblica: «L’ultimo video diventa una prova. E potrebbe esserci nuovi indagati. Poco prima di essere travolti, Laganà: “Non abbiamo l’interruzione, ancora”». Ma in redazione hanno assunto Quelo, il santone di Corrado Guzzanti?
[6 settembre 2023]

«Linciare» e «linciaggio» usati a sproposito
Titoli. Corriere della Sera, pagina 1: «Cronaca di un linciaggio»; pagina 22: «Scippa un’anziana, linciato dai passanti». La Repubblica: «Lo scippatore linciato in strada / il quartiere filma e sta a guardare». Avvenire, pagina 1: «Tenta scippo, i passanti lo linciano»; pagina 17: «Un linciaggio durato oltre due minuti nei confronti di un cittadino indiano». Il Giornale: «È caccia al branco del linciaggio». La Gazzetta dello Sport: «Tenta di scippare una novantenne / Linciato dai passanti». Il Giorno: «Giustizia fai da te in strada / Scippatore linciato dalla folla». E potremmo continuare a lungo. È appena il caso di ricordare ai colleghi che il verbo linciare significa «uccidere per linciaggio», e sottolineiamo uccidere, adattamento dell’inglese to lynch, dal nome del capitano americano William Lynch (1742-1820), che fece approvare una legge per l’esecuzione sommaria, la Lynch law. Il verbo non pare adattarsi al caso dello scippatore in questione, uscito un po’ malconcio dal pestaggio, ma intenzionato a sporgere denuncia contro i suoi aggressori. Escludiamo che un morto possa rivolgersi alle competenti autorità.
[9 e 10 settembre 2023]

A Tuttolibri non sanno scrivere «sì»
Titolone da Tuttolibri, supplemento culturale (culturale!) della Stampa: «Si, viaggiare...». Lucio Battisti, che cantava il brano scritto da Giulio Rapetti, in arte Mogol, si rivolta nella tomba.
[2 settembre 2023]

Papa Francesco era bambino a 40 anni
Il Corriere della Sera scrive che ricevendo in udienza Sylvester Stallone, interprete di Rocky Balboa, papa Francesco avrebbe detto: «Siamo diventati grandi guardando i suoi film», anche se non si capisce a chi si riferisca la prima persona plurale, perché dubitiamo che il Pontefice sia passato con l’attore al plurale maiestatico. Serena Sartini sul Giornale non solo allarga il pluralis maiestatis – «Noi siamo cresciuti con i vostri film»: vostri di chi? – ma afferma che il Papa avrebbe aggiunto: «È un piacere vederla. Ho tanti ricordi da bambino». Però l’attore è nato nel 1946 e il primo Rocky uscì del 1976, mentre Jorge Mario Bergoglio è del 1936: il gesuita argentino era bambino a 40 anni o gli capita talvolta, con la fattiva collaborazione dei vaticanisti, di parlare solo per ottenere una comparsata sui mass media?
[9 settembre 2023]

La Repubblica maltratta Alessandro Manzoni
Titolo dalla Repubblica: «I giudici insorgono / “Le grida manzoniane non fermeranno la violenza minorile”». Il povero Alessandro Manzoni risciacquò i panni in Arno per nulla. Il plurale di grida è regolare: le gride. Invece le grida è il plurale di grido, specialmente in riferimento a quelle umane. «Perciò dire le grida parlando di “bandi”, “editti” e simili è un errore», sentenzia Lo Zingarelli 2024.
[7 settembre 2023]

Agnese Pini e «l’Aquila»
Incipit dell’editoriale di Agnese Pini, direttore del Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), in prima pagina: «Vedo Marrakech e penso a l’Aquila». Però non vede (o non pensa) che il toponimo esatto è L’Aquila, dunque richiede la maiuscola, e che Sergio Lepri, per quasi 30 anni direttore dell’Ansa, nel suo Breve manuale di giornalismo ricorda che in casi del genere l’articolo determinativo «si lega alla preposizione che precede il nome: “Un cittadino della Spezia”, “recarsi all’Aquila”, “l’isola della Maddalena”».
[10 settembre 2023]

La bandiera cinese secondo Franca Giansoldati
Franca Giansoldati, inviata dal Messaggero al seguito di papa Francesco in Estremo Oriente, spiega che «Pechino ha vietato ai vescovi di varcare il confine con la Mongolia anche se ha concesso il visto turistico a piccoli gruppi di fedeli che erano presenti alla messa nel palasport con la bandiera rossa con la falce e martello». Chissà che cosa ha visto Giansoldati. La bandiera in questione non reca né falce né martello. Essa ha nell’angolo in alto a sinistra una grande stella gialla, che simboleggia la guida del Partito comunista cinese, con accanto quattro stelle più piccole dello stesso colore, che nelle intenzioni dell’autore Zieng Liansong dovevano rappresentare operai, contadini, piccola borghesia e capitalisti.
[3 settembre 2023]

I cateteri del Qn Economia
Titolo dalla sezione Qn Economia sul sito del Quotidiano Nazionale: «Intelligenza artificiale, a rischio un posto su tre secondo Confartigianato. Le professioni più esposte sarebbero quelle maggiormente qualificate, a contenuto intellettuale e amministrativo, tra le cateteri a meno rischio quelle manuali e meccaniche». Forse era da pubblicare nella sezione Qn Medicina.
[24 agosto 2023]

D’Esposito confonde tavole e comandamenti
«Le “nove tavole” di Assisi, una in meno di quello che il Signore diede a Mosè sul Sinai, per elencare i suoi comandamenti», afferma sicuro di sé Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano nella sua rubrica settimanale Il chierico vagante, scrivendo di un incontro della «destra clericale». Senza soffermarci sull’incongruo quello al maschile e al singolare (in luogo di quelle), informiamo il poco chierico molto vagante che secondo la Bibbia le tavole erano due (Esodo, 31, 18 e 32, 15), poi spezzate e rifatte, ma sempre due (Esodo, 34, 1). Dieci sono i comandamenti (o le «parole»), caro d’Esposito. E sorvoliamo su un «non c’azzecca nulla» che fa tanto cazzeggio.
[4 settembre 2023]

Alla Verità gli orologi restano indietro
«La terra ha tremato alle 23.11 (erano le 22.11 in Italia) di venerdì nell’intera regione di Marrakech-Safi», informa Fabio Amendolara sulla Verità. Non sappiamo di quale orologio sia provvisto il cronista, ma, se la terra ha tremato alle 23.11, in Italia erano di sicuro le 00.11, visto che il nostro Paese è un’ora avanti, e non un’ora indietro, rispetto al Marocco.
[10 settembre 2023]

Il barone di «Munchausen» secondo Folli
«Qualcuno ha evocato il paradosso del barone di Munchausen», osserva Stefano Folli nella sua rubrica Il punto sulla Repubblica. Il titolista si adegua: «Conte e il barone di Munchausen». Peccato per entrambi che si scriva Münchhausen, con la Umlaut sulla u e due h.
[5 settembre 2023]

«I zaini» del Corriere della Sera
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Scuola, ritorno in classe con l’incubo rincari: una risma di carta da 4 a 7 euro, i zaini costano 20 euro in più». Invochiamo il ritorno a scuola anche per i titolisti della redazione web. E con gli zaini belli pesanti.
[3 settembre 2023]

L’arcivescovo Accrocca pecca in latino
In un erudito articolo su Celestino V scritto per L’Osservatore Romano, a Felice Accrocca, colto arcivescovo di Benevento, scappa la frizione sul latino quando menziona una fonte pubblicata «nelle Analecta Bollandiana», la più importante rivista scientifica di agiografia. Trattandosi di un plurale neutro, l’autore avrebbe infatti dovuto scrivere «negli Analecta Bollandiana», oppure «in Analecta Bollandiana» o infine, più didascalicamente, «nella rivista Analecta Bollandiana».
[25 agosto 2023]

Quante copie ha venduto davvero Vannacci
«Vannacci è il nuovo Harry Potter», titola La Verità a colonnaggio pieno in prima pagina. Il vicedirettore Francesco Borgonovo si sofferma sull’articolo che Beppe Cottafavi, editor della Mondadori, ha scritto su Domani per dichiararsi «stordito» dal successo editoriale del libro Il mondo al contrario, autopubblicato dal generale della Folgore. «Dopo un avvio fulminante (raccontato su queste pagine), che avrebbe fruttato 20.000 copie, nella seconda settimana avrebbe superato le 70.000, per un totale complessivo appena sotto le 100.000», riferisce Borgonovo. Interpellato dalla Verità, il generale smentisce: «Non voglio strumentalizzazioni, mi risultano cifre diverse ma le darò quando lo riterrò opportuno». Vannacci farebbe bene a fidarsi di Cottafavi, che è del mestiere. Comunque provvediamo noi a dissipare i dubbi. Secondo l’ultima classifica Gfk, la più accreditata nel mondo dell’editoria, relativa alla 34ª settimana dell’anno, Il mondo al contrario fino al 27 agosto aveva venduto complessivamente 93.761 copie, per un fatturato totale di 1.850.763 euro. Nella sola ultima settimana considerata, le copie vendute sono state 73.115, per un fatturato di 1.443.155 euro. Dunque il generale Vannacci ha fatturato 206.165 euro al giorno. Per dare un’ulteriore idea del successo del libro, nel medesimo periodo la celebratissima Michela Murgia, pace all’anima sua, era terza in classifica con Tre ciotole, che ha venduto 6.780 copie, per un fatturato di 119.546 euro: all’incirca la metà di ciò che Il mondo al contrario ha incassato in un solo giorno.
[1° settembre 2023]

Tu quoque, Panebianco
Dall’editoriale di prima pagina di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera: «Sono note le obiezioni di quelli per cui “tutto il mondo è Paese”. Ma forse che l’America non uccise Bin Laden? Certo, ma si trattò di un atto di guerra contro un nemico che aveva dichiarato guerra all’America. Senza finte smentite condoglianze ai parenti». , professore, si scrive . Non ci si metta anche lei con gli accenti gravi al posto di quelli acuti: basta e avanza Marco Travaglio.
[30 agosto 2023]

L’Osservatore Romano fa morire Pio VII due volte
Per l’anniversario della morte di Pio VII, che si spense il 20 agosto 1823, all’Osservatore Romano devono aver pensato che, trattandosi di un bicentenario, era il caso di pubblicare per due volte lo stesso articolo, di oltre 16.000 battute. Con grande fantasia, i redattori lo hanno messo in pagina con il medesimo titolo («Vicario del Dio della pace») una prima volta il 2 giugno con l’occhiello «Ricordando Pio VII nel bicentenario della morte», anticipando così di quasi tre mesi l’anniversario, e poi di nuovo il 19 agosto, scrivendo «Storia di un Pontificato: dalla riforma degli Stati pontifici al confronto con la Francia napoleonica». Tra l’altro i redattori del quotidiano d’Oltretevere hanno cercato maldestramente di camuffare la ripubblicazione in due modi: spezzettando i lunghi capoversi, anche in modo incongruo, e migliorando la traduzione dal francese, comunque pedestre. Due soli clamorosi esempi, ripetuti entrambe le volte. A proposito del conclave che il 14 marzo 1800 a Venezia elesse pontefice il cardinale Gregorio Luigi Barnaba Chiaramonti, si legge: «Le due parti si accordarono alla veglia dell’ultimo scrutinio», che tradisce il francese veille, ovviamente vigilia. Molto tempo dopo, «Napoleone sconfitto, rivolgeva il commiato ai suoi soldati, nella corte del medesimo castello di Fontainebleau», dove l’originale cour è naturalmente cortile. Ma ci ha messo del suo, calcolando male due date, anche l’illustre autore dell’articolo, nientemeno che Bernard Ardura, presidente del Pontificio comitato di scienze storiche. Sempre a proposito del conclave, che si protrasse per oltre tre mesi, egli scrive: «I cardinali si riunirono nell’isola di San Giorgio, il 1° ottobre», «primo ottobre» nell’articolo ripubblicato, mentre la data esatta d’inizio è il 1° dicembre 1799. Il dotto prelato francese fa infine spirare Pio VII «tre settimane dopo» l’incendio di San Paolo, che devastò la basilica paleocristiana fra il 15 e il 16 luglio: quindi papa Chiaramonti morì invece cinque settimane dopo il disastroso rogo. Povero Pio VII, senza pace anche a due secoli dalla morte.
[2 giugno e 19 agosto 2023]

I «ragazzi giovani» di Nunzia De Girolamo
Dal sito di Libero: «Nunzia De Girolamo perde le staffe. Accade nella puntata di martedì 29 agosto di Estate in diretta su Rai 1, dove si è parlato dello stupro di Palermo. “Anche oggi – ha esordito la conduttrice – abbiamo deciso di parlarvi ancora della storia della violenza di gruppo di Palermo e lo facciamo perché la ragazza di 19 anni stuprata da un gruppo di ragazzi giovani è stata costretta a difendersi sui social». Chissà che porcherie combineranno i ragazzi vecchi.
[29 agosto 2023]

Giuliano Ferrara dimentica gli accenti spagnoli
Sul caso Rubiales, il dirigente calcistico spagnolo che avrebbe rubato un bacio sulle labbra alla calciatrice Jenni Hermoso congratulandosi per la vittoria della squadra ai Mondiali, è intervenuto brillantemente Giuliano Ferrara sul Foglio. Ma pur sorvolando sulla mancanza, nell’articolo e nel titolo, del punto esclamativo rovesciato che in spagnolo deve precedere le parole o le frasi seguite dal punto esclamativo normale, bisogna purtroppo osservare che «besame mucho» e «ultima vez» dovevano essere «bésame mucho» e «última vez», con gli accenti acuti.
[31 agosto 2023]

Open inventa i «lavoratori usuranti»
Da Open, giornale online: «Per ora riporta La Stampa verrà prorogata per un anno l’attuale Quota 103, come somma di 41 anni di contributi e 62 anni di età. Una ipotesi è quella di ampliare l’Ape Social, estendendola ad altre categorie come lavoratori usuranti e donne». Bei tempi quando erano usuranti soltanto i lavori. Comunque nella nuova categoria includeremmo i giornalisti.
[29 agosto 2023]

Una vedova non diventa ex moglie
In un articolo di Giuliana Ferraino sul sito del Corriere della Sera, un titolino definisce correttamente Laurene Powell «vedova di Steve Jobs». Ma nel testo viene invece classificata come «ex moglie di Steve Jobs». Non risulta che i due si siano mai lasciati. Anzi, Powell fu vicina a suo marito, il fondatore della Apple che aveva sposato nel 1991, fino agli ultimi istanti di vita, nel 2011. Non è infrequente che le vedove vengano trasformate dai giornali in ex mogli: sarà colpa dell’umana tendenza a scotomizzare la morte? In quel caso, i defunti che cosa diventerebbero? Ex mariti?
[30 agosto 2023]

L’OxyContin viene venduto anche in Italia
Cesare Lanza sulla Verità si occupa di Painkiller, miniserie di 6 episodi trasmessa da Netflix, che racconta «una storia raccapricciante», quella della Purdue, casa farmaceutica produttrice dell’OxyContin: spacciato come «un innocuo toccasana, il farmaco è a tutti gli effetti una droga, ma la Purdue mentì sulla sua pericolosità, riuscendo a farlo prescrivere come antidolorifico da medici di base ammaliati dal marketing aggressivo dell’azienda». Lanza spiega che tra gli effetti collaterali produce «nausea, vertigini e soprattutto forte dipendenza» e che «in dosi eccessive o preso con altri farmaci, può essere fatale». Infine aggiunge: «Una truffa scoperta troppo tardi: tra il 1996 e il 2019 l’OxyContin ha causato negli Stati Uniti la morte di mezzo milione di persone». In realtà, i titoli di coda dell’ultima puntata di Painkiller recitano: «Si stima che più di 300.000 persone siano morte negli ultimi due decenni a causa di overdose di antidolorifici da prescrizione come l’OxyContin». Ma quello che Lanza non scrive (o non sa) è che l’OxyContin, alias ossicodone cloridrato, è tuttora in vendita anche nel nostro Paese in confezioni da 10, 20, 40 e 80 milligrammi. Viene prescritto nella terapia del dolore per i malati terminali. Secondo l’ultima lista dei farmaci equivalenti, stilata dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) lo scorso 17 luglio, il blister da 28 compresse al massimo dosaggio, prodotto da Mundipharma pharmaceutic, costa 51,36 euro, a carico del Servizio sanitario nazionale. Con lo stesso principio attivo e con lo stesso prezzo, ma con nomi commerciali differenti, viene prodotto anche da Aurobindo Pharma Italia, Accord healthcare e Sandoz.
[23 agosto 2023]

Il principe Umberto II di Savoia non è mai esistito
Stefano Lorenzetto intervista su Oggi lo scrittore Maurizio Sessa, autore del saggio Sangue di famiglia, e a proposito di Edda Ciano, figlia di Benito Mussolini, gli fa pronunciare, senza correggerla, la seguente frase: «Si vociferò del possibile matrimonio con il figlio di Vittorio Emanuele III, il principe Umberto II di Savoia, erede al trono. L’ipotesi fu subito stroncata dal re, che non avrebbe mai tollerato di avere il padre a capo del governo e la figlia come nuora». Non è mai esistito un principe Umberto II. C’è stato un principe Umberto di Savoia e poi, sia pure per soli 36 giorni, un re Umberto II.
[24 agosto 2023]

Incredibile: l’eroe di Torino è stato rilasciato
Didascalia della Stampa per l’eroico passante che a Torino ha salvato, prendendola al volo, una bimba caduta dal quinto piano: «Mattia Aguzzi, all’uscita dell’ospedale sabato mattina, con la fidanzata: è stato portato al pronto soccorso per accertamenti e subito rilasciato». Era in stato di fermo?
[28 agosto 2023]

Animali, accenti, calendario: che Travaglio!
Titolo dell’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Il giorno della maromotta». Nell’articolo, Travaglio scrive il nome del primo ministro spagnolo con l’accento sbagliato (Sànchez anziché Sánchez), poi sostiene che «Biden (o chi per lui), persa la speranza di vendersi alle elezioni del ’44 una vittoria militare, inizia a virare sull’unico successo possibile: quello diplomatico, anche per non farsi rubare il tempo e la scena dalla Cina». Sono stati riformati zoologia, spagnolo e calendario?
[28 agosto 2023]

Sui migranti un tavolo, sono proprio sfortunati
Titolo di apertura dalla prima pagina di Avvenire: «Sui migranti un tavolo / basta con l’emergenza». Non gliene va bene una, a questi poveri disgraziati, ora schiacciati anche dai tavoli.
[27 agosto 2023]

La questora, detta anche questora
Roselina Salemi su Io Donna: «Alessandra Simone, oggi questora (o questora, non le importa) di Savona...». Ci sfugge la differenza, ma a quest’ora non importa.
[26 agosto 2023]

Messaggio cifrato dal Messaggero
Titolo dal sito del Messaggero: «Prigozhin morto, chi era su jet lui? Da Utkin ai fedelissimi della Wagner (e lo staff di bordo)». Fine del messaggio in codice, passo e chiudo.
[24 agosto 2023]

Canzone melodica napoletana
Titolo dal sito del Fatto Quotidiano: «Don Patriciello invita la Meloni al parco Verde. L’ipotesi: “Gli stupri andavano avanti da più mesi. Nel brano anche figli di camorristi”». La famosa canzone melodica napoletana.
[26 agosto 2023]

Si chiama New Yorker non Newyorker
Sul sito di GQ, Marco Trabucchi cita per due volte il «Newyorker». Deve trattarsi di una nuova testata: noi conosciamo solo The New Yorker, quindi il New Yorker, e così pensavamo che fosse anche nella redazione di una rivista maschile statunitense che è acronimo di Gentlemen’s Quarterly. Trabucchi parla anche di «un recente studio del prestigioso istituto Max Planck Institute for Human Development di Berlino». Tralasciando la ripetizione della parola istituto in due diverse lingue, si chiama Max Planck Institut, essendo tedesco. Se scrivi in italiano, e non in inglese, devi citare il nome esatto originale.
[21 agosto 2023]

L’uso del congiuntivo è in Calenda
Frase virgolettata di Carlo Calenda in un sommario del Corriere della Sera: «Incontro interlocutorio, ma è positivo che nessuno ha sbattuto la porta». Congiuntivo vo cercando. (Versione corretta: «Abbia sbattuto»).
[12 agosto 2023]

Vira l’ex marito in laguna
Tweet della Stampa: «Venezia: vira l’ex marito che tenta di violentarla e viene arrestata per tentato omicidio». Vabbè che in laguna sulle gondole se la cavano bene anche le donne, ma tra virare di poppa ed evirare di coltello passa una bella differenza.
[14 agosto 2023]

Il Fatto Quotidiano abbonato a «perchè»
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Perchè Francesco mette il guinzaglio all’Opus Dei». Quelli ai quali non c’è modo di mettere il guinzaglio sono il direttore Marco Travaglio e i suoi redattori, che si ostinano a scrivere perchè, con l’accento grave anziché acuto.
[19 agosto 2023]

Saviano dà ragione a Pillitteri
Conclusione di un articolo di Roberto Saviano sul Corriere della Sera: «A Scampia illuminare l’orrore ha innescato una reale trasformazione; certo, c’è molto, moltissimo ancora da fare ma molto è cambiato». Tutto già previsto nel 2000 da Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano, cognato di Bettino Craxi: «Un bravo politico avrebbe detto: molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare». (Stefano Lorenzetto, Dimenticati, Marsilio, pagina 252).
[27 agosto 2023]

Quirino Principe e il “Dantino” di Giosuè Borsi
«La maestra mi regalò un’edizione mignon della Divina Commedia, che era appartenuta al fidanzato, il poeta Giosuè Borsi che morì nel novembre 1915 durante la battaglia dell’Isonzo. Ritrovarono nel giubbetto la piccola copia della Commedia che mi arrivò imprevedibilmente come dono», afferma il musicologo Quirino Principe, noto simpatizzante del diavolo, intervistato da Antonio Gnoli su Robinson, supplemento culturale della Repubblica. Detta così, anche se all’epoca Principe frequentava le elementari e oggi ha 87 anni, sembra vera. E invece no, come poteva facilmente sospettare il coltissimo intervistatore. Infatti il celebre “Dantino” – conservato per un periodo nel sacrario di Montughi e poi dall’Associazione culturale Giosuè Borsi – si trova ora presso il Comune di Livorno. Il poeta cadde nel pomeriggio del 10 novembre 1915 a Zagora, non lontano da Gorizia, colpito mortalmente alla tempia sinistra. Il cadavere, rimasto insepolto per qualche giorno, fu poi portato nel piccolo cimitero militare di Plava, finché non scomparve per sempre sotto il fuoco delle artiglierie. Secondo le testimonianze dei commilitoni che rinvennero la salma, Borsi stringeva al petto una copia del Vangelo, il rosario e il “Dantino” intriso di sangue. Dunque il piccolo libro non può appartenere a Principe, checché ne dica l’interessato. Infatti lo si vede spesso esposto nelle mostre, com’è avvenuto dal 12 novembre 2021 al 12 marzo 2022 alla Biblioteca Labronica di Livorno. Molto opportunamente, Principe, alla domanda «Qual è il piacere più grande?», aveva risposto all’intervistatore: «Il sapere, un bene supremo. Ma dobbiamo meritarcelo». Gnoli non sa che il (povero) diavolo fa le pentole ma non i coperchi?
[19 agosto 2023]

Docente di diritto trasforma gli indagati in imputati
Alfonso Celotto, che il sito della Stampa qualifica come docente ordinario di diritto costituzionale, scrive: «La notizia della scarcerazione di uno degli imputati dello stupro di gruppo a Palermo fa discutere». Fa discutere anche un docente universitario che definisce imputati dei semplici indagati, non ancora rinviati a giudizio. Consigliamo al professor Celotto un ripasso di diritto penale.
[21 agosto 2023]

Il Noè cristiano di Andrea Monda
«E qui la questione non è più etica ma spirituale e chiama in causa il cristianesimo, che invece è proprio la religione della seconda possibilità, da Noè e la sua famiglia che ripartono dopo il diluvio fino a Cristo che torna dai suoi “amici”, traditori, rinnegatori e codardi, per dirgli: forza, riproviamoci insieme!», scrive Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano. Quindi, secondo il timoniere del giornale della Santa Sede, Noè e la sua famiglia erano già cristiani chissà quanti millenni prima nella nascita di Cristo. Arca miseria! Che notizia. (Al pari di molti personaggi ed episodi della Bibbia ebraica, anche Noè e l’arca sono interpretati come prefigurazioni, sin dal Nuovo Testamento: così il patriarca è modello dell’uomo giusto, o di Cristo stesso, e non del peccatore a cui viene data una seconda possibilità, come scrive Monda. E a voler essere precisi, il cristianesimo prevede infinite possibilità di riscatto, non solo due).
[24 agosto 2023]

Il rublo è in crisi, ma nella foto si vedono le grivne
«Rublo in crisi, interviene Putin: la strategia punitiva per fermare il crollo della valuta». Così il sito del Corriere della Sera titola un articolo di Federico Fubini. Peccato che la foto prescelta per illustrarlo rappresenti una mazzetta di banconote dell’Ucraina, del valore di 200 grivne, raffiguranti la poetessa ucraina Lesja Ukraïnka (1871-1913), con tanto di scritta «Ucraina» e di tryzub, il tridente bizantino adottato come simbolo nello stemma dell’Ucraina.
[16 agosto 2023]

Circa 500 morti, anzi almeno 340
Titolo d’apertura della Verità, in prima pagina, sul caso del generale Roberto Vannacci e sulle sue pregresse denunce relative all’utilizzo dell’uranio impoverito nei teatri di guerra dei Balcani: «Circa 500 morti e migliaia di malati». Sommario a pagina 2: «Stando alle stime al ribasso, gli italiani morti dopo la contaminazione sono almeno 340». Quindi circa 500 o almeno 340?
[24 agosto 2023]

La Repubblica, un giornale un po’ così
Titoli da un’unica edizione della Repubblica. Pagina 3: «Dalla Sicilia ad Aosta così si prova a resistere». Ancora pagina 3: «Così il mobilificio evita la crisi». Pagina 4: «Così Salvini finanzia le opere al Nord». Pagina 32: «Così nacque una star». Pagina 37: «Così il ciclone Antropova ha tolto il posto a Egonu». Un giornale un po’ così.
[17 agosto 2023]

Invito ai rappresentanti della strage
Sul Corriere della Sera, Maria Egizia Fiaschetti firma un servizio intitolato «Nel Lazio. De Angelis e il cognato nel suo staff. È polemica». A questo proposito, l’autrice cita le «critiche aspre» del consigliere di Azione, Alessio D’Amato, il quale conclude: «Chiedo di invitare al consiglio straordinario richiesto dalle opposizioni i rappresentanti della strage neofascista di Bologna». Escludendo che D’Amato intendesse convocare nel Lazio una selezione delle povere vittime, e neppure una delegazione democraticamente eletta degli autori dell’infame attentato, è verosimile che la frase debba intendersi come un invito per «i rappresentanti dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980», questa la denominazione ufficiale del sodalizio costituitosi a Bologna il 1° giugno 1981. D’accordo, sarebbe stato un po’ lungo riportarla, ma le sintesi dovrebbero avere la delicatezza, dinanzi a tale scempio, di non scivolare nel grottesco o nel macabro. Bastava scrivere: «I rappresentanti dell’Associazione 2 Agosto».
[13 agosto 2023]

A Libero viene male la battuta (anti) acida
Con un titolo, Libero prende in giro Marco Dambrosio, vignettista di Propaganda live su La7: «A Makkox serve subito un Malox». Ma il giochino di parole riesce a metà: il farmaco antiacido si chiama Maalox, con due a.
[14 agosto 2023]

Feriti ma vivi, meglio che feriti ma morti
Titolo dal sito del Corriere del Veneto: «Avaria in volo. Asiago, ultraleggero precipita tentando un atterraggio di fortuna: feriti ma vivi pilota e passeggero». Feriti ma morti sarebbe stata una notizia da prima pagina.
[29 luglio 2023]

La Repubblica in ebollizione quadruplica
«Oceano bollente», aveva titolato nei giorni scorsi a tutta pagina La Repubblica, per segnalare che la temperatura media massima degli oceani era arrivata a 21 gradi. Ne mancavano 79 per portarli al punto di ebollizione, ma fa niente. Il gap è stato ora colmato da questo titolo apparso sul sito del medesimo quotidiano: «La vita nell’habitat oceanico infernale: filmati gli “strani animali” nell’acqua bollente a 371 gradi». Intendiamoci: l’acqua in una pentola continua a barbugliare quando tocca i 100 gradi, ma La Repubblica ha trovato il modo per farla bollire a una temperatura quasi quattro volte più alta. Prodigi del giornalismo applicato alla fisica. (La notizia si riferisce a una ricerca guidata da Monika Bright, dell’Università di Vienna, per conto dello Schmidt ocean institute, che la descrive così: «Il team scientifico ha ribaltato pezzi di crosta vulcanica, scoprendo sistemi di caverne brulicanti di vermi, lumache e batteri chemiosintetici che vivono in acqua a 75 gradi Fahrenheit», cioè 24 gradi Celsius. Non 371).
[9 agosto 2023]

Il virus grammaticale di Saviano si diffonde
Continua la lotta che Roberto Saviano ha ingaggiato da tempo con la grammatica. Su 7 lo scrittore parla di Elena Milašina, «aggredita da uomini incappucciati che le hanno fratturato le dita con un bastone, distrutto telefonini e tablet, rasata, pestata con calci e pugni». Le hanno si accorda con il participio fratturato, ma con rasata e pestata no di certo. Saviano aggiunge: «Infine l’hanno cosparsa di zelyonka, antisettico simile alla tintura di iodio, diffusissimo in Russia e che i gruppi nazionalisti e populisti putiniani usano contro “gli oppositori”». In redazione si uniformano prontamente al lessico savianeo con questa didascalia: «Addosso le è stato buttato del zelyonka». Premesso che in russo zelyonka è femminile, davanti ai sostantivi maschili che cominciano per z si devono usare l’articolo determinativo lo e la preposizione articolata dello. Regola che s’insegna in seconda elementare.
[14 luglio 2023]

Prima pagina con due errori in quattro righe
Titolo di spalla sulla prima pagina della Repubblica: «Spagna, i catalani aprono a Sanchez / una socialista guiderà la Cortes». Due errori in quattro righe rappresentano una media poco invidiabile: si scrive Sánchez (nella lingua iberica gli accenti sono obbligatori) e le Cortes.
[18 agosto 2023]

Crippa fa nascere don Giussani un anno dopo
Maurizio Crippa, vicedirettore del Foglio, cita sul proprio giornale Il senso religioso, libro di Luigi Giussani: «Bur-Rizzoli ne ha da poco pubblicata una nuova edizione, nel centenario della nascita dell’autore (1923)». Tralasciando che la Bur è una collana, e non un editore, Crippa appare in ritardo di un anno, benché sia cresciuto al Sabato, fucina di giornalismo ciellina. Don Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, nacque il 15 ottobre 1922 a Desio.
[18 agosto 2023]

L’Unità è sottosopra
Titolo di spalla sulla prima pagina dell’Unità per un articolo di Mario Capanna: «Intellegenza artificiale e futuro umano». La rubrica si chiama Sottosopra. Scelta appropriata.
[20 agosto 2023]

Muore dissanguato in un lago
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «La ex non lo fa entrare in casa e lui sfonda una vetrata a calci: giovane muore dissanguato. La vittima trovata riversa in un lago nell’atrio del palazzo». Di Garda o di Como?
[20 agosto 2023]

Un due tre, e ancora tre: ecco Veneziani
Marcello Veneziani enumera sulla Verità i motivi per cui, a suo parere, il generale Roberto Vannacci è stato ingiustamente rimosso dall’incarico a seguito della pubblicazione del libro Il mondo al contrario. Ma l’editorialista perde il filo e, giunto al quarto punto, ripete «tre».
[20 agosto 2023]

Libero degrada il generale Magni
Libero intervista Roberto Magni, generale di brigata in congedo della Guardia di finanza, che dà il suo sostegno al generale Roberto Vannacci. Nel titolo Magni viene definito «l’ex graduato della Finanza». Nelle Forze armate italiane, i graduati sono intermedi tra i militari di truppa e i sergenti. Nella Guardia di finanza i graduati rappresentano il penultimo gradino gerarchico e comprendono, in ordine decrescente d’importanza, appuntati scelti qualifica speciale, appuntati scelti, appuntati, finanzieri scelti, finanzieri. Sotto i graduati ci sono solo gli allievi finanzieri. A Magni è andata peggio che a Vannacci: degradato.
[21 agosto 2023]

Le verità di Serenella Bettin
Serenella Bettin alle prese con l’alluvione di Bardonecchia sulla Verità: «Inizialmente gli sfollati erano 120, poi in mattinata si sono dimezzati, riducendosi fortunatamente a una sessantina». Essendo 120, ed essendosi dimezzati, ci pare improbabile che potessero ridursi a una ottantina o a una quarantina. Poi fa parlare Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: «Ho già sentito il vice premier Antonio Tajani che ha fin da ora dato la disponibilità del governo a fare la propria parte per aiutarci ad affrontare questa situazione». Conclusione del pezzo: «Il governo, tramite Tajani, promette aiuti». Già sentita anche questa.
[15 agosto 2023]

Quando i rapporti vanno «sciamando»
Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera annota che il principe Henry e la consorte Meghan Markle hanno depennato George Clooney e la moglie Amal «dalla lista di persone fidate» e aggiunge: «L’attore andava molto d’accordo con i Sussex fino al loro matrimonio nel 2018, poi piano piano i rapporti sono andati sciamando». Sarebbero potuti andare scemando, ma, si sa, i rapporti sciamano dietro la (mancata) regina, come le api.
[31 luglio 2023]

La Stampa parla arabo
Dal sito della Stampa: «Addirittura ciò vorrebbe avvenisse come favore alla Juventus, insolla, puro complottismo. Scenario, tra l’altro, che mal si concilierebbe con quello della trattativa del tecnico con la Nazionale dell’Araba». Quando si dice parlare arabo.
[14 agosto 2023]

Le borse di Ilary Blasi diventano scarpe
Giovanna Cavalli e Ilaria Sacchettoni sul Corriere della Sera, a proposito della causa di separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi: «E infine il collegio ha ritenuto infondata la richiesta di restituzione di altre borse, scarpe della cui sparizione Ilary non si sarebbe accorta prima, benché abbia avuto quasi 7 mesi». Borse o scarpe?
[3 agosto 2023]

Le pinte di sangue trasfuse a Brandon Lee
Secondo Microsoft Start, che copia dal sito Showbizz daily una storia dal titolo «I dettagli (a volte scioccanti) delle autopsie delle star», «i medici hanno passato ore a cercare di salvare la vita di Brandon Lee. Gli hanno persino fatto una trasfusione di oltre 60 litri di sangue, ma i loro sforzi sono stati vani». In realtà, 30 anni fa il figlio dell’attore Bruce Lee rimase vittima di un tragico incidente durante le riprese del film Il corvo e morì dopo che gli furono trasfuse 60 pinte di sangue, come scrisse il Washington Post, quindi 33 litri (la pint negli Stati Uniti, dove Lee spirò, equivale a 0,551 litri).
[2 agosto 2023]

L’italiano funebre di Roberto Saviano
Orazione funebre udita al funerale di Michela Murgia: «Michela ha reso pubblica la sua malattia per mostrare e difendere la dignità. Diceva: “Il tuo valore non si esaurisce in quanto vieni pagato”, così la malattia non ti fa smettere di essere quello che sei. Anzi: la prospettiva della fine intensifica la possibilità di reinventare la vita. Perché l’ha reso pubblico? Per non sentirsi sola e non far stare soli chi vive nella stessa condizione». Quindi la malattia, femminile nel primo periodo, diventa maschile nel quarto (sarà stato un omaggio queer), e il chi, pronome relativo singolare che significa «colui il quale», viene accordato con il plurale «non far stare soli». Siccome la frase è stata pronunciata da Roberto Saviano, scrittore, il quale l’ha pure affidata con la propria firma al Corriere della Sera, temiamo che la defunta, cui non faceva certo difetto la verve polemica, abbia trovato qualcosa da ridire.
[13 agosto 2023]

Le ispezioni a sorpresa della senatrice Cucchi
«Sono ancora qui a dover parlare di morte in carcere», esordisce la senatrice Ilaria Cucchi (Sinistra italiana) in un articolo sulla Stampa. «Nel corso di questi primi mesi di mandato sono state numerose le mie ispezioni negli istituti di pena italiani. Sono avvenute quasi tutte a sorpresa e, cioè, senza preavviso». Esistono anche le ispezioni a sorpresa con preavviso?
[13 agosto 2023]

Arrestato il carabiniere che spara all’auto
Titolo dal sito della Repubblica: «Bolzano, 21enne uccisa a coltellate in casa dell’ex. L’uomo in fuga verso l’Austria, carabiniere spara all’auto: arrestato». Così impara a colpire i veicoli inermi.
[13 agosto 2023]

La campagna vaccinale anti Covid è facoltativa
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Covid, al via in autunno nuova campagna vaccinale (ma non è obbligatoria)». Quindi il ministero della Salute potrà astenersi dall’avviarla. Storica notizia.
[15 agosto 2023]

Paolo VI diventa Paolo IV
Scrivendo sul Sole 24 Ore del rapporto tra Chiesa e artisti, Marco Sammicheli lo definisce un «dialogo che inaugurò Paolo IV cinquant’anni fa e che dopo il suo pontificato si è di nuovo interrotto». Si tratta naturalmente di Paolo VI, perché Gian Piero (o Pietro) Carafa fu papa dal 1555 al 1559.
[23 luglio 2023]

A destra Zukerberg, a sinistra Zuckerberg
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Sangiuliano dice sì a Musk-Zukerberg». Per azzeccare l’esatta grafia del secondo cognome, sarebbe bastato che il titolista leggesse l’inizio della rubrica La cattiveria pubblicata lì accanto: «La serata Zuckerberg contro Musk sarà aperta da Renzi e Calenda».
[12 agosto 2023]

La Stampa vi paga se passate le vacanze in Albania
Titolo dal sito della Stampa: «Vacanze, ecco perché gli italiani scelgono l’Albania: dai lettini alle cene al soggiorno prezzi più bassi anche del 250%». Significa che, se il conto della vacanza ammonta – poniamo – a 3.000 euro, al momento di pagare ti praticano uno sconto di 7.500 e quindi sono gli albergatori a darti 4.500 euro. Hai capito che dritti gli italiani lettori della Stampa!
[12 agosto 2023]

I surreali titoli senza maiuscole
Molti anni fa La Repubblica ha introdotto nei titoli una sciagurata regola tutta propria, assai discutibile, che ha subito attecchito nelle altre redazioni: ogni riga viene considerata a sé stante, come se finisse con un punto fermo, e ciò che si legge accapo (la riga seguente) deve intendersi staccato dal resto nonostante cominci rigorosamente con la lettera minuscola. I risultati sono spesso equivoci, surreali, come testimonia questo titolo a tutta pagina della Stampa, stesso editore della Repubblica: «La “stanza per l’ascolto” delle donne incinte protesta a Torino: “Propaganda anti aborto”». Bisogna ammettere che una stanza che protesta, e che parla, un titolo se lo meritava.
[1° agosto 2023]

Quanti entrano davvero in conclave
Ester Palma sul Corriere della Sera afferma, trattando del prossimo concistoro, che «dal 20 novembre 1970, con il motu proprio Ingravescentem aetatem, Paolo VI decise di escludere dall’elezione quelli che avessero compiuto 80 anni. Una norma ancora in vigore, che terrà fuori i cardinali Maradiaga e Sepe, e anche Comastri, che li compirà a inizio settembre. Sempre Paolo VI indicava come cifra ideale per il conclave 125 partecipanti». Per la precisione, il provvedimento di papa Montini entrò in vigore il 1° gennaio 1971. Sostanzialmente confermata dai successori, la norma prevede un tetto di 120 elettori, non di 125, anche se più volte questo limite è stato superato nelle successive creazioni cardinalizie (ma in nessun conclave gli elettori hanno finora superato il numero di 115).
[10 luglio 2023]

Il duca di Gonzaga non è mai esistito
Dalla Lettura: «Ma è nella raffinata corte del duca di Gonzaga che il Rubens dei record compie i primi passi come artista internazionale, in quella Mantova dove arrivò nell’agosto del 1600». Semmai sarà stata la corte del duca di Mantova, e segnatamente di Vincenzo I Gonzaga, salito al trono nel 1587, che regnò fino al 1612, anno della sua morte.
[13 agosto 2023]

Lorenzetto sbaglia il nome di Marilyn Monroe
Nell’introdurre un’intervista sull’Arena, Stefano Lorenzetto scrive «Marylin Monroe». Sbagliato: era Marilyn Monroe. Attenuante (molto) generica: lo scambio delle due lettere è tutt’altro che infrequente sui giornali e affliggeva la stessa attrice, che per l’anagrafe si chiamava Norma Jeane Mortenson. A darle il nome d’arte Marilyn fu Ben Lyon, dirigente della 20th Century-Fox. Fabio Secchi Frau, collaboratore del Farinotti (Zanichelli), il «dizionario di tutti i film», e di Mymovies.it, ricostruisce così il momento in cui Norma Jean diventa Marilyn: «La ragazza ne è entusiasta, anche se, quando comincerà a firmare i primi autografi farà fatica a ricordare dove mettere la Y e dove la I nel nome Marilyn. Infatti, sarà costretta a chiedere sempre allo staff che la segue».
[13 agosto 2023]

Maria Corbi sbaglia di nome di Russell Crowe
Sulla Stampa, Maria Corbi cambia per due volte il nome all’attore Russell Crowe, chiamandolo «Russel». La redazione prontamente si adegua: anche nel titolo e nel testo della scheda accanto il protagonista del Gladiatore diventa «Russel Crowe».
[13 agosto 2023]

Il direttore del foglio vaticano ignora il Vangelo
«Pensiamo al Papa che cambia il suo nome e diventa Benedetto, Francesco, Giovanni Paolo, Pietro», esorta Andrea Monda sull’Osservatore Romano, con uno scombiccherato volo storico all’indietro (Francesco è venuto dopo Benedetto XVI, non viceversa). Sorprende non poco che il direttore del giornale vaticano ignori il Vangelo di Giovanni: fu il Maestro a cambiare il nome a Pietro (capitolo 1, versetto 42: «Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro»). In ogni caso il primo vescovo di Roma che mutò il proprio nome fu il prete romano Mercurio, papa dal 533 al 535, il quale assunse il nome di Giovanni II.
[8 agosto 2023]

Inaudito, la Polonia ha 2.000 truppe
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «La Polonia invia altre 2.000 truppe al confine con la Bielorussia». Stante il fatto che dicesi truppa l’«insieme delle forze armate di uno Stato» (Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia), 2.000 forze armate ci sembrano un po’ troppe.
[10 agosto 2023]

Il bambino ha perso la vista, anzi no, la vita
Titolo dal sito della Repubblica: «Il bambino morto a Sharm, fatale una gastroenterite acuta. I periti: Poteva essere salvato. Il piccolo Andrea Mirabile ha perso la vista la scorsa estate». Vita, vista, e che sarà mai?
[3 agosto 2023]

Per La Stampa chi fabbrica armi è un armatore
Titolo dal sito della Stampa: «Foto con il presidente Herzog e con le forze armate, polemica sui social per le vacanze in Israele di Giulia De Lellis e il fidanzato. Critiche online per il viaggio dell’influencer con l’armatore Carlo Gussalli Beretta». La definizione armatore è ripetuta nel testo. L’imprenditore in questione appartiene alla più antica dinastia industriale del mondo, risalente al 1576, quella di Gardone Val Trompia (Brescia) che fornì alla Serenissima 60.000 archibugi per sconfiggere gli ottomani di Mehmet Ali Pascià nella battaglia di Lepanto, che equipaggiò gli eserciti del Regno di Napoli, del Duca d’Alba, dei Medici, degli Sforza, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei re di Francia e d’Inghilterra, che servì Napoleone Bonaparte, Giuseppe Garibaldi, gli Asburgo, il Regio esercito italiano, l’imperatore del Giappone, la Repubblica sociale italiana di Benito Mussolini, la Resistenza. Solo che chi fabbrica, vende e ripara armi si chiama armaiolo, mentre l’armatore allestisce navi o esercita un’impresa di navigazione. Non crediamo che alla Stampa abbiano mai definito autocrate il loro editore John Elkann perché produce auto.
[27 luglio 2023]

Adulterio alla torinese
«Senza stare a scomodare i classici della letteratura, la vicenda di cui si parla in queste sere noiose d’agosto nei salotti della “Torino bene”, tra un calice di prosecco, olive e patatine, ricorda più che altro “Adulterio all’italiana”, il film con Alberto Sordi e Rossella Falk, ma a ruoli invertiti», è l’incipit di un articolo che Marco Bardesono dedica su Torino Cronaca a una presunta vicenda di corna, con protagonisti «Cristina Seymandi, un passato politico rampante alla corte di Grillo prima e di Paolo Damilano poi, e Massimo Segre, finanziere, banchiere, erede dello studio fiscalista dell’ingegner De Benedetti». Senza stare a scomodare i classici del cinema, facciamo notare a Bardesono che Adulterio all’italiana, uscito nel 1966, aveva per protagonisti Nino Manfredi e Catherine Spaak, non Sordi e Falk.
[4 agosto 2023]

La Repubblica riscrive la geografia della Puglia
Paginata della Repubblica: «Da Forte a Ravenna prime ferie d’agosto al tempo di Meloni e Schlein. I luoghi di vacanza dei nuovi e vecchi leader». Del tutto inediti anche i luoghi di vacanza: nella grande infografia che accompagna l’articolo, Giorgia Meloni viene data in vacanza a Ceglie Messiapica, anziché Ceglie Messapica.
[1° agosto 2023]

Il Banco Rurale di Rovereto non esiste
Sul Corriere della Sera, Floriana Rullo sostiene che Iris Setti, la donna aggredita e uccisa da un nigeriano a Rovereto, «due anni fa aveva deciso di andare in pensione in anticipo dopo una vita trascorsa dietro la scrivania del Banco Rurale di Rovereto». È un istituto di credito inesistente. A Rovereto ci sono soltanto le agenzie della Cassa rurale Alto Garda, della Cassa rurale Vallagarina e della Cassa rurale Folgaria.
[7 agosto 2023]

A Scelzo manca il «physique du rôle»
«Del diplomatico ha tutto, il lungo corso di studi e di esperienze intorno al mondo, nelle nunziature dei cinque continenti, lo stile, il tono pacato e, quando occorre, solenne, perfino la “phisique du role”, con il filo di barba bianca sul volto ben tornito di un inglese di Liverpool», pennella Angelo Scelzo sul Mattino, introducendo un’intervista con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, «il “ministro degli Esteri” della Santa Sede». Sorvolando sull’immaginifica prosa (e sull’accento circonflesso mancante), informiamo Scelzo che doveva scrivere «il “physique du rôle”», al maschile, perché la fisica qui non c’entra.
[9 agosto 2023]

Travaglio e l’accento circonflesso
A proposito di circonflessi. Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano afflitto da un ben noto problema di grafia degli accenti, nell’editoriale di prima pagina parla di «ammucchiata inventata da Napolitano dopo la débacle del terzo tragico Berlusconi». Si scrive débâcle.
[10 agosto 2023]

Il gender dilaga: ecco «le 100 euro»
Antonio Della Rocca, Enrico Filotico e Luca Pernice sul sito del Corriere del Mezzogiorno: «Ecco una giornata che supera con le 100 euro giornaliere a testa». Il gender dilaga. (Gli euro non sono le lire e inoltre non si capisce la funzione di quel con).
[3 agosto 2023]

La Chiesa non è un edificio
Titolo dalla prima pagina di Libero: «La chiesa del futuro: meno Vangelo e più Greta». Quindi deve trattarsi di una nuova tendenza architettonica importata dalla Svezia. Ah no, nel titolo all’interno la chiesa, edificio, viene corretta in Chiesa, istituzione.
[4 agosto 2023]

Lascia tre figli, però ne aveva due
Sommario dal Messaggero: «Incidente sul lavoro l’altra sera a Frascati: la vittima, 55 anni, lascia la moglie e i tre figli». Didascalia sottostante: «La vittima, Giovanni Criccomoro, 55 anni, era sposato e aveva due figli». Speriamo che non sia diventato un figlio unico al funerale.
[4 agosto 2023]

«Né indagato né oggetto di indagine». C’è differenza?
A proposito del suicidio di Luca Giuseppe Reale Ruffino, presidente di Visibilia Editore, Pierpaolo Lio osserva sul Corriere della Sera che «Ruffino non risulta né indagato, né tantomeno oggetto di indagine degli inquirenti». La differenza quale sarebbe?
[7 agosto 2023]

«Oceani bollenti» a 79 gradi in meno
Titolo dalla Repubblica: «Oceano bollente». Titolo dalla Stampa, stesso giorno: «Oceani bollenti». Vabbè che entrambi i quotidiani sono editi da Gedi, il cui presidente John Elkann di recente ha scritto agli azionisti che ha «iniziato a esplorare opportunità d’investimento nel climate-tech», ma vorremmo sommessamente far notare che a livello del mare una pentola d’acqua continua a bollire, se sotto le accendi il fuoco, a 100 gradi, mentre la temperatura media massima degli oceani è arrivata a 21 gradi. Quindi ne mancano all’appello 79 perché Pacifico, Atlantico e Indiano (tenderemmo a escludere Artico e Antartico) diventino bollenti.
[5 agosto 2023]

Giuliano Amato stravolge il «terrorismo del clima»
Intervistando Giuliano Amato sulla Repubblica, Simonetta Fiori usa per tre volte la locuzione «terrorismo del clima», al quale, spiega il presidente emerito della Consulta, ci si deve opporre con «una voce politica concorde, così come solo nella concordia riuscimmo a sconfiggere il terrorismo politico cinquant’anni fa». Il clima perciò è qui considerato come «concezione e pratica di lotta politica e militare che fa uso della violenza (sotto forma di omicidi, attentati, rapimenti, ecc.) per sconvolgere gli assetti politici e istituzionali esistenti o compiere atti di guerra» (definizione di terrorismo dallo Zingarelli 2024). Peccato che nel dibattito pubblico la locuzione «terroristi del cambiamento climatico» sia stata invece introdotta nelle ultime settimane da chi ritiene che si stia facendo troppo allarmismo intorno agli eventi atmosferici, quindi con un significato diametralmente opposto a quello adesso usato da Fiori e Amato.
[31 luglio 2023]

Per Dacia Maraini a Ferragosto siamo «sotto le feste»
Incipit della scrittrice Dacia Maraini nella sua rubrica Il sale sulla coda sul Corriere della Sera: «Dispiace sotto le feste tornare a parlare di fatti incresciosi». Quali feste, scusi? Con questa locuzione al plurale Lo Zingarelli 2024 contempla solo le feste natalizie e pasquali. E ora manca una settimana a Ferragosto.
[1° agosto 2023]

È un gorilla ma partorisce un orangutan
Dalla pagina X (ex Twitter) della Stampa: «Un evento incredibile ha sconvolto gli assistenti e i dipendenti di uno zoo e poi tutto il mondo: un gorilla, precedentemente identificato come maschio, ha dato alla luce un cucciolo di orangutan». A noi pare più che altro un evento incredibile che un gorilla (Gorilla gorilla, scimmia antropomorfa che vive nell’Africa equatoriale) sia riuscito a partorire un orangutan, detto anche orango (Pongo pygmaeus, scimmia antropomorfa che vive nelle foreste pluviali del Borneo e di Sumatra, cioè in Asia).
[1° agosto 2023]

San Giorgio sul Messaggero diventa re Giorgio
Fabio Isman sul Messaggero descrive «un’opera (forse) di Giotto meno nota», cioè «uno stendardo, che è nella sala del Medioevo dei Musei Capitolini», il quale in precedenza «stava a San Giorgio al Velabro, dove è custodita la testa del Santo omonimo». Isman spiega che «racconta l’episodio più celebre della vita del Santo: la lotta al drago e la liberazione della principessa, evocati pure nella “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varagine, del XIII secolo». L’immagine pubblicata a corredo dell’articolo reca questa didascalia: «Lo stendardo di re Giorgio». I colleghi di Isman dimostrano di aver capito tutto. Ora attendiamo che facciano santo (con la minuscola) re Carlo III del Regno Unito.
[6 agosto 2023]

Urge una «tasck» force per La Repubblica
Titolo dalla Repubblica: «Le indigini sui roghi. Al lavoro la tasck force arrivata da Roma. Arrestato un piromane». Cessate il fuco!
[28 luglio 2023]

Di affitto pagano 1 milione solo di locazione
Simone Dinelli e Jacopo Storni sul Corriere della Sera parlano degli aumenti dell’estate a Firenze: «I due bar di piazza della Repubblica, Gilli e Paszkowski, di affitto pagano un milione di euro all’anno soltanto di locazione». Dinelli deve essersi occupato dell’affitto, Storni della locazione.
[6 agosto 2023]

L’Osservatore non conosce la lingua del suo editore
Titolo a tutta pagina sulla prima dell’Osservatore Romano: «Todos, todos, todos!». Quando si fa sfoggio di una lingua straniera, bisogna rispettarne l’ortografia: in questo tipo di frasi lo spagnolo prevede obbligatoriamente all’inizio il punto esclamativo rovesciato. Quindi la versione corretta doveva essere «¡Todos, todos, todos!».
[4 agosto 2023]

Sorpresa: naturalisti ammessi in spiaggia
La redazione digital del mensile di moda Harper’s Baazar dedica un servizio a Stromboli: «Verso nord, poi, tra calette laviche e fine sabbia nera, si trova la spiaggia di Piscità, dove sono ammessi anche i naturalisti». Ignoravamo che le altre spiagge dell’isola fossero vietate agli studiosi di scienze naturali. Non sarà che a Piscità sono ammessi i naturisti, alias nudisti?
[1° agosto 2023]

Le zanzare bevono sangue e soprattutto birra
Sul sito del Corriere della Sera, Cristina Marrone si occupa delle zanzare: «La birra sembra essere un fattore di attrazione per le zanzare. Uno studio pubblicato nel 2010 ha rilevato che il corpo dei volontari era più attraente per le zanzare dopo che avevano consumato birra». Interessante. Oltre che sangue, la Culex pipiens beve Bud.
[29 giugno 2023]

Dire che cosa scrivere ai giornali
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Cento studiosi pretendono di dire che cosa scrivere ai giornali». Significa che 100 studiosi hanno dato indicazioni ai lettori sui temi da affrontare nella pagina delle lettere? No? Allora era preferibile: «Cento studiosi pretendono di dire ai giornali che cosa scrivere».
[28 luglio 2023]

Un presidente operaio e anche pittore
Sulla Repubblica, Emanuele Lauria dedica il Longform (ben tre pagine, intitolate «Il collezionista») a Silvio Berlusconi e alle «25 mila opere stipate ad Arcore, un patrimonio di modesto valore artistico nato dall’ossessione di Berlusconi per l’accumulo, tra televendite e mercanti». Nel secondo capoverso si legge: «È la pagina meno nota della vita del Cavaliere, ricca quanto contraddittoria: piena di dipinti di Madonne e immagini vivide di donne nude, di scorci delle città amate (Parigi, Napoli, Venezia), di autoritratti su tela». Non sapevamo che Berlusconi, oltre che un «presidente operaio», fosse anche un presidente pittore.
[30 luglio 2023]

La ragazza al trentesimo mese di gravidanza
Dal sito di Sky Tg24: «La ragazza si presenta in ospedale a inizio luglio. Era al trentesimo mese di gravidanza». Sono più veloci le elefantesse: partoriscono dopo 22 mesi.
[26 luglio 2023]

Elkann viaggiava su un treno di Italo
Michel Dessì e Andrea Indini sul sito del Giornale: «Va subito detto che quando lunedì scorso siamo arrivati a pagina 29 di Repubblica e abbiamo letto il “breve racconto estivo” a firma Alain Elkann abbiamo pensato: è uno scherzo. E invece no. Si trattava di una sorta di reportage dai bassifondi delle Ferrovie dello Stato». Dubitiamo che Dessì e Indini, pur dotati di quattro occhi, abbiano letto bene: come precisato da Elkann fin dal primo capoverso del suo articolo, quello «dei lanzichenecchi» diretto da Roma a Foggia non era un convoglio delle Ferrovie dello Stato, bensì un treno di Italo.
[29 luglio 2023]

«Sconosciuto da 30 anni». E prima era noto?
Titolo dal sito della Repubblica: «Un oggetto cosmico sconosciuto da 30 anni continua a inviarci segnali radio da 15mila anni luce». Quindi 31 anni fa, o 310, o 3.100, era invece conosciuto?
[21 luglio 2023]

Una questione minore
«Putin, è arrivato l’inizio della fine», titola L’Espresso. Il sommario recita: «La ribellione di Prigozhin è stata un colpo durissimo. Il consenso negli apparati è sempre minore. Il leader è in declino. Ne è sicuro l’ex premier russo Kasyanov, oggi oppositore in esilio». Minore è aggettivo comparativo di piccolo. Il consenso è minore rispetto a che cosa? Non si sa. Forse bastava scrivere: «Il consenso è sempre più in calo».
[30 luglio 2023]

La legionella sposa la West Nile
Titolo dalla prima pagina del Giorno: «Legionella boom / La West Nile fa una vittima». Non si capisce che cosa c’entri la legionella, infezione prevalentemente polmonare provocata dal batterio Legionella pneumophila, con la febbre West Nile, malattia provocata da un virus isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda (nel distretto West Nile, da cui prende il nome), che viene trasmesso soprattutto dalle zanzare.
[29 luglio 2023]

Feltri ricorda troppe pistole
«I tedeschi ci redarguiscono da decenni con le loro critiche gratuite all’Italia, e basti menzionare la storica prodezza di aver pubblicato sulla copertina di un settimanale teutonico un piatto di spaghetti conditi con due pistole, immagine riferita alle brigate rosse, come se il terrorismo fosse colpa dei cuochi», scrive Vittorio Feltri su Libero. Si tratta di un ricordo approssimativo. Gli spaghetti in questione erano «conditi» con una sola pistola. Sullo sfondo, una vetrina crivellata di proiettili. La copertina in questione fu pubblicata da Der Spiegel nel numero 31 del 24 luglio 1977. Il titolo «Italia, terra di vacanze» era sormontato dallo strillo «Sequestro di persona, estorsione, scippo», posto su un tricolore.
[29 luglio 2023]

Quando est e oriente s’incontrano
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «I tre fronti della guerra: gli ucraini avanzano a sud ed est, i russi guadagnano a oriente». Interessante. Gli ucraini avanzano sullo stesso fronte dove guadagnano i russi. Spereranno entrambi di non incontrarsi.
[28 luglio 2023]

Il tiro alla fune di Serenella Bettin
Incipit di Serenella Bettin sulla Verità: «L’accoglienza in Italia? In tenda. Qui sotto, tra funi e tiranti che le tengono in piedi, si tende e si consuma l’accoglienza italiana. Che tira da una parte, tira dall’altra, si sfibra, di dilata, si tira a tal punto che qui sotto tutti non ci stanno, non ce la fanno, e la tensione è talmente forte che la tensostruttura scoppia, creando la rivolta». Per riassumere: le tende si tendono, i tiranti tirano, le tensostrutture sono in tensione. Chi l’avrebbe mai detto?
[31 luglio 2023]

Alla Stampa hanno dimenticato il francese
La Stampa titola a tutta pagina: «Debacle giustizia». Almeno a Torino, dove fino all’Unità d’Italia il francese era più parlato dell’italiano, dovrebbero ricordarsi che si scrive débâcle, derivato dal verbo débâcler, disgelare, della lingua d’Oltralpe.
[30 luglio 2023]

Serve un missile per uccidere un condomino
Titolo dal sito del Quotidiano Nazionale: «Allarme della Polonia: mercenari Wagner sempre più vicini al confine. Missile su condomino a Dnipro, vendetta russa dopo l’esplosione a Taganrog». Usare un missile per colpire una sola persona è davvero inaudito.
[29 luglio 2023]

Al Messaggero hanno rubato un’acca
«Checco Zalone derubato a Padova. Disavventura per il comico pugliese in tour con il suo spettacolo in Veneto. Ha subito un furto, di cui lui stesso a messo al corrente il pubblico dal palco di Piazzola sul Brenta». Invece al cronista sul sito del Messaggero di Roma hanno rubato un’acca.
[29 luglio 2023]

E l’hanno rubata anche a Rai News 24
Titolo da Rai News 24: «Poco fa a votato a Madrid il premier uscente Sánchez». Dev’essere colpa della scuola romana (quella elementare).
[28 luglio 2023]

Il rettore Montanari corregge il Papa
Sul Fatto Quotidiano, Tomaso Montanari cita «la Laudato sì» di papa Francesco. Il titolista si adegua: «Ma già nel 2015 il papa con l’enciclica “Laudato ” lanciava l’allarme climatico». Il titolo corretto è Laudato si’, forma tronca di sii, imperativo presente del verbo essere. Da Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, non si può pretendere che conosca l’italiano.
[23 luglio 2023]

La Repubblica introduce la poligamia
Marco Carta sul sito della Repubblica: «Lascia una moglie e una figlia adolescente». Non sapevamo che in Italia fosse stata introdotta la poligamia.
[23 luglio 2023]

I morti aumentano, ma sono stabili e in diminuzione
Dal Corriere della Sera: «Nel 2022 sono 3.159 i morti in incidenti stradali in Italia (+9,9% rispetto all’anno precedente), 223.475 i feriti (+9,2%) e 165.889 gli incidenti stradali (+9,2%), valori tutti in crescita rispetto al 2021. Il numero di vittime è invece pressoché stabile, di poco inferiore a quello registrato nel 2019 (-0,4%)». Ricapitolando: i morti sono aumentati del 9,9 per cento, però risultano anche stabili e addirittura diminuiti dello 0,4 per cento.
[27 luglio 2023]

Le parole messe in croce da Bartezzaghi
Simonetta Sciandivasci si rivolge a Stefano Bartezzaghi sulla Stampa: «Approfittiamo per spiegare perché il “Salve” va bandito, per favore». Bartezzaghi: «È una frase innocente, una volta si scriveva sugli zerbini». A noi sembra una parola, al massimo un’olofrase (frase formata da una sola parola, tipica del linguaggio infantile). Poi Bartezzaghi afferma: «Nel silenzio, qualcuno aveva acceso un trapano e perforato la strada». Il trapano è una macchina utensile per bucare legno, metallo, muri, non certo il manto stradale: per quello serve il martello pneumatico. Infine Bartezzaghi distingue: «E c’è differenza tra uso e menzione: uso è quando dico che il cane ha 4 zampe; menzione è quando dico che il cane ha 4 lettere». Semmai è il sostantivo cane ad avere quattro lettere, non l’animale il sé. Avendo in anni lontani intervistato Bartezzaghi, semiologo figlio di quel Piero Bartezzaghi diventato «Il Bartezzaghi» con l’articolo determinativo incorporato, che per decenni occupò con le sue parole crociate a schema libero la pagina 41 della Settimana Enigmistica, fino a diventare anche dopo morto sinonimo di cruciverba irrisolvibile, dubitiamo che si sia espresso con tanta approssimazione semantica. Non resta che chiederne conferma a Simonetta Sciandivasci.
[23 luglio 2023]

L’Ansa trasforma il Ponto Eusino in un ponte
Dall’Ansa: «Mosca non solo si è ritirata dall’intesa sull’export di grano mediata da Nazioni Unite e Turchia bombardando ripetutamente le infrastrutture di stoccaggio dei cereali ucraini, ma ora potrebbe anche causare un incidente ad una delle centinaia di imbarcazioni civili che solcano l’antico Ponte Eusino». Non sapevamo che da quelle parti esistesse il ponte Eusino. Siamo ancora fermi al Ponto Eusino, antica denominazione greca del mar Nero. Proprio vero: per un Ponto Martin perse la cappa.
[26 luglio 2023]

La battaglia (persa) degli accenti al Fatto Quotidiano
Titolo della rubrica Il chierico vagante tenuta da Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano: «Ratzinger, il papa-teologo che si battè contro la modernità nel solco del santo Wojtyla». Si conferma la confusione sugli accenti che regna nella redazione del giornale di Marco Travaglio: batté vuole quello acuto.
[24 luglio 2023]

Il giornalista chiamato «italia»
Dal Corriere della Sera: «Un “disegno criminoso” per diffamare Paolo Borrometi, condirettore dell’Agenzia giornalista italia (Agi)». La qualifica, con tanto di minuscola, è ripetuta in una scheda. Credevamo che l’acronimo Agi significasse Agenzia giornalistica Italia.
[25 luglio 2023]

La «mamma bambina» è solo incinta
Incipit di Serenella Bettin sulla Verità: «Lei è una mamma bambina, incinta a 13 anni». O è mamma oppure è solo incinta. A meno che non sia già madre a 13 anni e sia rimasta di nuovo incinta. Sono ipotesi. L’unica orribile certezza è il sospetto che a Torino una ragazzina di 13 anni sia stata messa incinta dal padre. Ma per Bettin attenersi ai fatti rappresenta un’impresa.
[27 luglio 2023]

Testi uguali, titoli diversi
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Elkann sr. “classista” su Rep, protesta il Cdr». Testo: «Una paziente oncologica veneta è morta lo scorso 23 luglio con il suicidio medicalmente assistito, reso possibile da un sentenza...», eccetera. Titolo accanto: «Eutanasia, in Veneto secondo caso in Italia». Testo: «Una paziente oncologica veneta è morta lo scorso 23 luglio con il suicidio medicalmente assistito, reso possibile da un sentenza...», eccetera. Repetita iuvant. Anzi, Juve, essendoci di mezzo il padre di John Elkann.
[25 luglio 2023]

Donnarumma picchiato in ospedale?
Titolo dal Giornale: «Donnarumma in ospedale / “Picchiato e rapinato”». Quindi è stato picchiato e rapinato da medici e infermieri mentre era ricoverato? No? Allora bisognava scrivere: «“Picchiato e rapinato” / Donnarumma in ospedale».
[22 luglio 2023]

Il morso che colpisce
Tweet di Fanpage su Luciana Littizzetto: «La comica è stata colpita dal morso di un ragno violino». «È stata morsa da un ragno violino» faceva meno colpo?
[14 luglio 2023]

Gli anatroccoli non attraversano sulle strisce
Da Corriere Tv, sul sito del Corriere della Sera: «È diventato virale in poche ore il video della famiglia di anatroccoli che attraversa ordinatamente la strada in fila indiana a Bergamo, e per di più sulle strisce pedonali». In realtà, nel video 19 anatroccoli si limitano ad attraversare una strada e, a un certo punto, incappano in un passaggio pedonale parallelo al loro senso di marcia. I pennuti lo attraversano per il lungo, non per il largo, stando persino bene attenti a non camminare sulle strisce bianche, che per un attimo vengono appena sfiorate solo dal terz’ultimo e dall’ultimo anatroccolo.
[18 luglio 2023]

Precari però assunti
Titolo d’apertura, con ossimoro incorporato, dalla prima pagina della Tribuna di Treviso: «Precari 8 assunti su 10 / venti di crisi sul lavoro». Se sono assunti, non sono più precari.
[15 luglio 2023]

Il dibattito nel Pd è lacerante e macerante
Titolo dalla Repubblica: «La maternità surrogata lacera il Pd». Incipit dell’articolo di Lorenzo De Cicco: «La scappatoia arriva dopo ore di dibattito macerante». Dunque lacera o macera?
[19 luglio 2023]

La «piazza Piazza» di Kiev
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Kiev, in piazza Maidan una bandiera per ogni caduto». Nella capitale dell’Ucraina non esiste un luogo così denominato. Majdan in ucraino significa «piazza» e la più nota di Kiev si chiama Majdan Nezaležnosti (piazza Indipendenza). Perciò titolare «in piazza Maidan» equivale a scrivere «in piazza Piazza».
[15 luglio 2023]

Una pietra miliare dell’industria militare
Titolo dall’Ansa: «Francia, la Cina fornisce equipaggiamento miliare a Mosca». Titolo dal sito della Repubblica: «Francia: “La Cina fornisce equipaggiamento miliare a Mosca”». Titolo da Tgcom24: «Francia: “La Cina fornisce equipaggiamento miliare alla Russia”». Una pietra miliare nella storia dell’industria bellica (e del giornalismo).
[21 luglio 2023]

La famosa riforma «a Nordio», il «guardiasigilli»
Caterina Baldini nell’edizione delle ore 17 di Sky Tg24 parla della riforma targata «a Nordio», indicato come il «guardiasigilli», forse perché trattasi del ministro che gioca a guardie e ladri.
[15 luglio 2023]

Gli idraulici sono diventati liquidi
Titolo dal sito del Giorno: «Merate, beve idraulico liquido pensando sia collutorio: 53enne muore per le gravissime ustioni a bocca e stomaco». Prendiamo atto che, insieme con la società di Zygmunt Bauman, sono diventati liquidi anche gli idraulici.
[15 luglio 2023]

Dacia Maraini cambia nome a Wilhelm Reich
Nella sezione Cultura (Cultura!) della Repubblica, la scrittrice Dacia Maraini (Dacia Maraini!) trasforma Wilhelm Reich in William Reich. Vabbè che era naturalizzato statunitense, ma si dà il caso che lo psichiatra e psicoanalista fosse austriaco e quindi registrato come Wilhelm sia dalla Treccani sia dall’Encyclopædia Britannica.
[21 luglio 2023]

Il «XX° secolo» nella Cultura di Libero
Nelle pagine culturali (culturali!) di Libero, in un titolo che parla di letteratura (letteratura!), si legge questo sommario: «La grande propaganda politica del XX° secolo nasce dal racconto della Guerra Civile spagnola». I numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. L’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche. Quindi bisognava scrivere XX secolo oppure 20° secolo.
[22 luglio 2023]

Rinaldi ricorda Maoloni, che si rivolta nella tomba
Un bellissimo ricordo di Piergiorgio Maoloni, progettista geniale morto nel 2005 che disegnò la grafica di molti quotidiani (conserviamo una copia di prova del Giornale, stampata, nella quale aveva previsto una civetta nella testata), firmato dal suo allievo Angelo Rinaldi, art director della Repubblica, si apre con questa lunga citazione: «Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura. Una tradizione venuta, risalita dal profondo della razza, una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano». Condividiamo in toto. Ma proprio in ossequio a questa regola aurea ci saremmo aspettati che Rinaldi riportasse correttamente il cognome dell’autore, Charles Péguy, con l’accento acuto. Invece abbiamo letto «Charles Peguy». Maoloni avrebbe inarcato il sopracciglio. Così come, più avanti, si sarebbe sorpreso nel leggere «un carattere bastoni», al plurale. La versione corretta è carattere a bastone o carattere bastone (font tipografico privo di grazie, con aste di spessore costante). Sul punto concordano il dizionario Treccani, il Grande dizionario della lingua italiana e Lo Zingarelli 2024. Infine, temiamo che Maoloni avrebbe maldigerito la seguente concordanza dei tempi verbali: «Ha ragione da vendere l’architetto Portoghesi quando una sera tra amici, proprio a Orvieto disse», preferendole l’imperfetto aveva all’inizio.
[17 luglio 2023]

E se qualcuno «avesse uscito» la pistola?
Lara Sirignano sul sito del Corriere della Sera racconta così l’incendio all’aeroporto di Catania: «“Tutti scappavano, spingevano e piangevano – ha raccontato un’altra persona presente all’interno dell’aeroporto contattata dal sito di informazione newsicilia.it –. Il mio primo pensiero è stato che qualcuno avesse uscito una pistola”». Comprendiamo che si tratta di una citazione letterale tratta da un altro sito, ma noi ci saremmo rifiutati di riportarla.
[17 luglio 2023]

I voli atterranno sul povero Cosimo
Titolo sul Sole 24 Ore dopo l’incendio in aeroporto: «Catania, voli su Cosimo per gestire il traffico dopo il rogo allo scalo». Forse Cosimo avrebbe preferito prendersi lo scolo. (A meno che non si trattasse di Comiso).
[18 luglio 2023]

Liana Milella trasforma Tajani in un quasi cantante
Liana Milella, cronista giudiziaria, firma storica della Repubblica: «Perché pare proprio che il Guardasigilli Carlo Nordio, ieri alla Camera per votare la fiducia, e preso da un lungo colloquio con Antonio Tagliani, stia meditando di mandare gli ispettori alla procura di Firenze». E per fortuna che non ha trasformato Antonio Tajani in Achille Togliani, altrimenti «per fatal combinazion» gli toccava cantare Come pioveva.
[18 luglio 2023]

L’ex ex moglie di Jeff Bezos
Niccolò Dainelli su Leggo: «Mackenzie Scott, negli anni, è diventata famosa per essere stata l’ex moglie di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon». Quindi adesso che cos’è? L’ex ex moglie?
[14 luglio 2023]

Sbloccare la guerra in Ucraina? Si era fermata?
Iacopo Scaramuzzi sulla prima pagina della Repubblica: «Sarà la Cina la quarta e ultima tappa del cardinale Matteo Zuppi per tentare di sbloccare la guerra in Ucraina». L’incipit dell’articolo viene ripetuto all’interno con il medesimo verbo. Zuppi va in Cina per «eliminare ostacoli, impedimenti» (significato di sbloccare) che fermano o rallentano la guerra? Non ci pare che il conflitto russo-ucraino abbia subìto un blocco. Quindi, semmai, sarebbe meglio tentare di bloccarlo.
[22 luglio 2023]

Sì alla carne coltivata, però no
Titolo dall’Ansa: «Carne coltivata: via libera dal Senato. Cosa prevede il ddl». Il Senato ha approvato la produzione e la vendita della carne coltivata? No, l’esatto contrario. Nel testo si legge infatti che «il ddl sulla carne coltivata che ha avuto il disco verde in Senato e passa all’esame della Camera, in 7 articoli introduce il divieto di produzione e immissione sul mercato di alimenti, bevande e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati». Beato il lettore che non si ferma al titolo.
[19 luglio 2023]

L’invasione dei Galli
Sul sito del Corriere della Sera, sotto il titolo «Chi è Tommy Gilardoni, il dj del caso La Russa», si esibisce Andrea Galli: «Ebbene il ragazzo, figlio del noto Massimo Gilardoni – per quanto locali, in virtù delle passate apicali cariche al Consorzio agrario e della titolarità di imprese immobiliari, le sue sono assai ammirate coordinate di fatica e sudore, relazioni e soldi, pertanto parimenti, quantomeno in loco, non segue dibattito –, ha incarnato nella giovinezza valligiana il rituale del barbecue all’aperto». Poco oltre: «Ma andiamo avanti. Se sì, anche acquisita dal medesimo genitore, Gilardoni ha un’anima imprenditoriale, che pare salvo smentite di affidabilità, fiuto e risultati, non c’è nulla che contenga l’anima musicale del ragazzo, che ha una sorella residente in Italia e sua grande confidente». Diremmo che manca solo la supercazzola prematurata con scappellamento a destra come se fosse antani.
[20 luglio 2023]

Qui a Washington siamo a New York
Laura Pepe al Tg3 delle ore 19: «Il cardinale Zuppi è atteso qui a Washington». La scritta in sovrimpressione recita: «In diretta da New York». Deve trattarsi di un caso di bilocazione.
[17 luglio 2023]

Chiamata di correo per Bottura
Nella sua rubrica satirica Il buonista risponde, che tiene su Oggi, Luca Bottura inventa questa lettera attribuibile al figlio più giovane di Silvio Berlusconi: «Perché papà non mi ha nominato? Luigi B., Milano». Risposta: «Teme la chiamata a correo». A parte che non si capisce che la nomina è riferita al testamento, la locuzione corretta è chiamata di correo (accusa rivolta a un terzo di aver concorso a commettere un reato, mossa da chi sia già imputato per il medesimo), non a correo.
[20 luglio 2023]

La pornografa sbaglia film
Parlando con Francesco Melchionda sul sito Perfideinterviste.it, la «pornografa scatenata» Barbara Costa, collaboratrice di Dagospia, afferma: «Come dice Gassman ne “Il Sorpasso”: “Con un sì ti impicci, con un no ti spicci”». Quella battuta non viene pronunciata dal Bruno Cortona (Vittorio Gassman) del Sorpasso, bensì dal padre (Ugo Tognazzi), mentre si fa la barba, all’indirizzo del figlio Paoletto (Ricky Tognazzi) nell’episodio L’educazione sentimentale del film I mostri, che ha in comune con Il sorpasso il regista, Dino Risi.
[15 luglio 2023]

Un solo stop, milioni di danni
Serenella Bettin sulla Verità: «Tanto che proprio contro questo stop del trasporto aereo che ha portato a cancellazioni e ritardi in tutta Italia, per centinaia di milioni di danni, è scattato l’esposto del Codacons». Dobbiamo dedurne che non c’è stato un unico danno, bensì centinaia di milioni? Oppure che ci sono stati danni per centinaia di milioni (di euro)?
[16 luglio 2023]

Travaglio continua a spargere accenti a casaccio
Ormai è assodato che al Fatto Quotidiano hanno un rilevante problema con gli accenti gravi e acuti, a cominciare dal direttore Marco Travaglio, che spesso nei suoi editoriali usa perchè al posto del corretto perché (è accaduto anche ieri). Nel giro di un mese (dal 23 giugno al 22 luglio), il cognome del ministro Daniela Santanchè (accento grave) è comparso nei titoli in prima pagina scritto così: 22 volte Santanchè, 6 volte Santanché.
[23 luglio 2023]

Ultima ora: l’Ucraina dichiara guerra all’Ucraina
Titolo da Rai News: «Cremlino: nuove rotte per il grano. Kiev attacca ancora Odessa». Da non credere: l’Ucraina ha dichiarato guerra anche a sé stessa!
[21 luglio 2023]

Lo «spagnolito» della Repubblica
Dal sito della Repubblica: «“El violador eres tu. Gli stupratori siete voi”. È questa la scritta che campeggia su alcuni poster che sono stati affissi la notte scorsa sotto i locali e lo studio legale La Russa, a Milano». In spagnolo «El violador eres tú» (con l’accento acuto) significa «Lo stupratore sei tu», non «Gli stupratori siete voi». Se gli autori del poster avessero voluto esprimersi al plurale, avrebbero scritto «Los violadores sois vosotros».
[14 luglio 2023]

L’appassionato di avventura diventa avventuriero
In una pagina dedicata alla tragedia del Titan, il Corriere della Sera dedica una scheda ad Arthur Loibl, 61 anni, qualificato come «un ex uomo d’affari e oggi avventuriero tedesco». Ma nel testo dell’articolo si legge: «Arthur Loibl, imprenditore tedesco appassionato di avventure estreme che pagò 110 mila dollari per vedere il Titanic». Ex uomo d’affari o imprenditore? Inoltre dicesi avventuriero chi va in giro per il mondo cercando con ogni mezzo di fare fortuna, il che non c’entra con la passione per le avventure estreme.
[23 giugno 2023]

L’«inglish» della Repubblica
Arcangelo Rociola sul sito della Repubblica esamina perché Threads, nuovo social network lanciato da Meta di Mark Zuckerberg, è una minaccia seria per Twitter di Elon Musk e riferisce delle proteste che ha innescato: «Minacce di addio, tweet condivisi con l’hashtag #TwitterDeath (Twitter è morto), nuove richieste di alternative possibili». Ma la traduzione corretta dell’hashtag TwitterDeath è «La morte di Twitter» non «Twitter è morto».
[6 luglio 2023]

Veronica Gentili, un problema del giornalismo
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Maurizio Fugatti dovrà farsene una ragione: la soluzione migliore per risolvere il problema degli orsi problematici non è quella di eliminarli». Più avanti: «La sensazione infatti è che (...) l’ostinazione del presidente della Provincia nel voler eliminare i due orsi cosiddetti problematici dipenda principalmente dai problemi che la convivenza tra specie sta creando a lui». E subito dopo: «Un orso viene definito problematico quando nelle sempre più frequenti interazioni con l’uomo crea problemi economici o sociali». Questa telegiornalista è un vero problema.
[17 luglio 2023]

Michele Serra fuorviato dal gender
Riferendosi al tg di Rai News, Michele Serra sostiene in un editoriale sulla Repubblica che «ultimamente è diventato qualcosa di molto simile a un house-organ governativa». House organ in italiano è una locuzione sostantivale maschile invariabile. Pertanto si doveva scrivere «un house organ governativo».
[12 luglio 2023]

Alcaraz e Rune, 20 anni in due, anzi 40
Gaia Piccardi, inviata del Corriere della Sera a Wimbledon: «Forse l’impresa è più nelle corde di Carlos Alcaraz, che oggi affronta Holger Rune nel quarto baby (20 anni in due)». In due semmai ne fanno 40, considerato che entrambi i tennisti sono nati nel 2003.
[12 luglio 2023]

Preti sposati (fra di loro?) e cardinali immmaginari
Il Quotidiano Nazionale intervista l’arcivescovo Víctor Manuel Fernández, definendolo «neo cardinale», nonostante non abbia ancora ricevuto la porpora. Titolo in prima pagina: «Preti sposati? È possibile». Quindi sposati anche fra di loro? Interrogativo legittimo, visto che nel testo sottostante, a proposito del nuovo prefetto del Dicastero per la dottrina della fede (e non della «Congregazione della fede», come si legge sul Qn), c’è scritto: «Spiega che su gay e preti sposati è possibile attendersi novità». Nella stessa edizione del Quotidiano Nazionale, il defunto Paul Marcinkus viene indicato per due volte come cardinale. Non lo è mai stato.
[12 luglio 2023]

Una nuova figura della malavita: il latitante scovante
Titolo dal sito di Leggo: «Latitante scovante catturato in una villetta per le vacanze al mare: “Ma come avete fatto a trovarmi”». Deve trattarsi di una nuova figura della malavita organizzata (che non si pone interrogativi, fra l’altro).
[9 luglio 2023]

Il golfo di Napoli è contrariato, secondo Il Giornale
Dal Giornale: «Troppo lungo e nelle manovre avrebbe di certo creato numerosi problemi, oltre al fatto che la stazza avrebbe di occupato quattro posti in banchina. Troppi per un porto super pieno già da due mesi. Ecco il motivo che ha spinto il supermiliardario Bernard Arnault a lasciare il golfo di Napoli contrariato con il suo mega yacht Symphoony, lungo 101 metri e del valore di non meno di 300 milioni di euro». Arnault dev’essere un tipo molto solare, infatti non accetta che proprio il porto di Napoli sia contrariato. Il cronista così prosegue: «Seppure in passato la stessa Symphony era già stata ospite del molo partenopeo, questa volta è scattato il regolamento della Capitaneria di Porto». Semmai, «fosse già stata ospite». Infine: «Gli scafi più grandi di 75 metri non possono attraccare». Essendo la grandezza il complesso delle dimensioni di un corpo, come si farà a fissarla in 75 metri? La lunghezza basta e avanza.
[26 giugno 2023]

Microcar, maxi svarioni
M. Mam. del Sole 24 Ore c’intrattiene sul ritorno della Topolino, microcar a ioni di litio: «In pratica, è la gemella-diversa della Citroën Ami, la microcar più venduta in Italia». Poche righe dopo: «La vettura è la gemella diversa di Citroën Ami, leader tra l’altro del mercato». Ok, abbiamo capito, è la gemella diversa della Citroën Ami, la microcar più venduta nel nostro Paese. «Tuttavia, potendo trasportare solo due persone, senza offrire gli stessi livelli di sicurezza delle auto vere e proprie nonché con un confort minore, per l’assenza di sospensioni e di condizionatore». Qui non si capisce a quale conclusione porti la premessa. Verso la fine: «Punto di contatto non visibile la vetturetta francese è il powertrain elettrico posteriore». Chiaro, no?
[8 luglio 2023]

Gli equivoci del briatorese
Un tweet del Corriere della Sera riassume così, nel titolo, il pensiero dell’imprenditore Flavio Briatore sulla mancanza di manodopera giovanile: «“I figli gli fanno fare altre cose. Li mandano a scuola, all’università. Noi ci ritroveremo tra 20 anni senza falegnami, muratori, gente che fa i controsoffitti”». Chi sarà il poveretto, o i poveretti, a cui i figli fanno fare altre cose?
[29 giugno 2023]

Marco Travaglio non è portato per gli acuti
È assodato che Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha un conflitto d’interessi permanente con gli accenti. Nella sua rubrica Ma mi faccia il piacere pone a una citazione il seguente titolino: «Trentatrè trentini». La forma corretta è trentatré, con l’accento acuto, lo stesso di perché, che però Travaglio tramuta spesso e volentieri in grave, persino nei titoli a tutta pagina.
[17 luglio 2023]

Filippo Facci esibisce finalmente le sue prove
Avendo Filippo Facci «accumulato negli anni una documentazione impressionante» (ipse dixit) circa il fatto che Leone XIII e Pio X sarebbero stati assuntori abituali di cocaina, come ha ripetutamente asserito su Libero, gli avevamo chiesto di esibire qualche prova in proposito. Ne è scaturito uno scambio di lettere su Dagospia. Dalla sua ultima replica, notiamo che egli divaga in lungo e in largo, però non riesce ad andare oltre White Mischief: A Cultural History of Cocaine (Lume Books) di Tim Madge. Il quale, in questo saggio di 241 pagine, si limita a citare i due pontefici una sola volta, per un totale di 7 righe, unicamente per il fatto di aver ricevuto in Vaticano l’omaggio non richiesto del Vin Mariani (assimilabile al liquore Coca Buton, tuttora distribuito dal gruppo Montenegro) e di aver conferito al suo produttore Angelo Mariani una medaglia d’oro in segno di gratitudine. E qual è la fonte di Madge, fonte di Facci? Il sito commerciale cocamariani.com. Grande giornalismo.
(Lo scambio di lettere su Dagospia)

Facci, Pio X, Leone XIII e la cocaina
«Nelle università si studia “L’interpretazione dei sogni”, che Freud scrisse con in corpo 5 grammi di cocaina quotidiani, e oggi la prendono atleti, piloti d’aereo, affaristi di Borsa, e la presero scienziati, e papi come Pio X e Leone XIII e molti sovrani europei». Lo scrive Filippo Facci sulla prima pagina di Libero, e tanto basta ad Anteprima per ricavarci il Clamoroso in apertura della «spremuta dei giornali»: «Pio X e Leone XIII fecero uso di cocaina (Facci, Libero)». Ma di clamoroso c’è ben poco, trattandosi di una rimasticatura di ciò che apparve due anni fa, sempre a luglio (precisamente il 23), sempre su Libero, sempre in prima pagina e sempre a firma di Facci. Siamo invece in grado di aggiungere un dettaglio questo sì clamoroso: nella lista dei presunti cocainomani manca Benedetto XV. Sono infatti tre i pontefici citati come involontari testimonial dalla Maison Coca Mariani 1863 per aver attribuito una medaglia d’oro «al Sig. Mariani in riconoscimento dei benefici del Vin Mariani». Altri documenti storici? Alcune inserzioni pubblicitarie apparse sui giornali dell’epoca e una lettera indirizzata a «Monsieur Mariani», peraltro priva di data, su carta intestata della Segreteria di Stato di Sua Santità, in cui il cardinale Pietro Gasparri si limita a riferire asetticamente, a nome di Benedetto XV: «Il Santo Padre augura che le saluti indebolite trovino sempre nelle proprietà del tonico della vostra casa un principio di vigore e forza». E invia al destinatario e alla sua famiglia la consueta benedizione apostolica. In altre parole, Gasparri adottò lo schema formale con cui la Santa Sede ancor oggi risponde a chiunque invii omaggi o messaggi, indirizzandoli al Successore di Pietro. Da questo a dedurre che i papi fossero cocainomani ce ne corre. Facci si ostina a spacciare per droga il famoso Vin Mariani, una bevanda tonica ottenuta da foglie di coca importate dal Perú e lasciate macerare nel Bordeaux, messa a punto nel 1863 dal chimico Angelo Mariani (1838-1914). La quale viene tuttora venduta dal sito cocamariani.com (33 euro la bottiglia), ma anche da molte enoteche (per esempio Galli di Senigallia, a 39 euro). Peraltro, il Vin Mariani fin dal 1866 trovò un corrispettivo italiano nel liquore Coca Buton, anch’esso derivato dalle foglie ricche dell’alcaloide chiamato cocaina, e a tutt’oggi distribuito dal gruppo Montenegro, pur senza la benedizione di papa Francesco. Se questo basta ad assimilare tre pontefici dei secoli scorsi a tossicodipendenti, sempre ammesso che abbiano mai assaggiato la bevanda in questione (per antica prassi gli omaggi alimentari destinati al Papa vengono regalati ad altri), va detto che furono in ottima compagnia. Fra gli estimatori storici del Vin Mariani troviamo infatti, stando al sito ufficiale, i presidenti statunitensi Ulysses Simpson Grant e William McKinley, sei presidenti della Francia, il presidente dell’Argentina, la regina Vittoria del Regno Unito, il re di Spagna, il re di Svezia, la regina del Portogallo, il principe di Monaco, la regina di Romania, la principessa di Grecia, l’imperatore del Brasile, il re di Cambogia, il re di Serbia, Alexander Dumas, Émile Zola, Thomas Edison, i fratelli Lumières, Jules Verne e Sarah Bernhardt. Tutti ospiti in una Comunità di San Patrignano dell’aldilà, presumiamo, dov’è vietata anche la Coca-Cola, pure ottenuta da estratti delle foglie di coca.
[12 luglio 2023]

Insulti «reciprochi» (sì, all’italiano)
C. Giu. sul Corriere della Sera: «Ma l’elenco di mail e sms carichi di insulti (spesso reciprochi) è lungo». Cominciamo accorciando il plurale di reciproco: è reciproci.
[12 luglio 2023]

Non andate in vacanza davanti alle mogli
Titolo dal sito dell’Adige: «Muore mentre è in vacanza davanti alla moglie». Ha chiuso per ferie.
[9 luglio 2023]

L’abbonamento del Fatto Quotidiano al «perchè»
Titolo a tutta pagina dal Fatto Quotidiano: «“Ecco perchè gli Usa devono lasciare Kiev fuori dalla Nato”». Niente, questa regola del perché da scriversi con l’accento acuto, e non grave, non entra in testa né al direttore Marco Travaglio né ai suoi redattori.
[10 luglio 2023]

Due studenti su 3 non sono «il 35-40%»
Dall’Ansa: «In alcune regioni del Mezzogiorno solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e addirittura 2 studenti su 3 (il 35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese». Ecco qui una conferma del dato statistico, non solo per le scuole medie e per l’inglese, ma anche per la matematica della principale agenzia di stampa nazionale. Due su 3 rappresenta il 66,67 per cento, non «il 35-40%».
[12 luglio 2023]

I lavoratori del turismo pagati 8-9 euro l’anno?
P. Gri. (si presume Paolo Griseri) in un pezzo d’appoggio all’interno di una doppia pagina dal titolo «Lavoro pirata», sulla Stampa, riferisce una dichiarazione di Paolo Andreani, segretario dei lavoratori del turismo della Uil, sulle retribuzioni nel settore: «Il dato medio è di 8-9 euro all’anno». Se la cavano meglio nella Repubblica Centrafricana, il Paese più povero del mondo: 663 dollari di reddito pro capite annuo.
[10 luglio 2023]

La Casa per Coniugi diventa repubblicana: per Coppie
Titolo dalla Repubblica: «La tragedia alla Casa per Coppie. Incendio nella Rsa / verso i primi indagati tra dipendenti e vertici». Comprendiamo l’ossessione per il gender, ma quella di Milano andata a fuoco si chiama Casa per Coniugi.
[10 luglio 2023]

Sono 500 abusi o 150?
Titolo dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Pugnalate in cella dopo i 500 abusi sulle ginnaste Usa». Testo: «L’ex medico della nazionale di ginnastica Usa, Larry Nassar, è stato accoltellato nel carcere di Coleman, prigione federale della Florida, dove sconta una condanna per abusi sessuali ai danni di oltre 150 atlete». Sono 500 o 150? O si tratta di 500 abusi compiuti su 150 atlete? Sarebbe una media drammatica: più di tre per ciascuna di loro.
[11 luglio 2023]

Bild a 5 milioni copie? Solo per Panarari
Incipit di un articolo di Massimiliano Panarari sull’Espresso: «L’intelligenza artificiale in redazione. Bild, la testata tedesca simbolo del giornalismo tabloid (una corazzata da 5 milioni di copie giornaliere), ha annunciato nei giorni scorsi una massiccia adozione dell’Ia». Come già accaduto in passato sulla Stampa, Panarari ha la brutta abitudine di irrobustire i suoi editoriali prendendo per oro colato quello che trova in Wikipedia. I 5 milioni di copie si riferiscono in realtà al luglio 2002, come peraltro specificato dalla stessa Wikipedia alla voce «Bild». Il fatto è che da 40 anni a questa parte la tiratura del quotidiano popolare tedesco è calata dell’80,84 per cento: da 5,5 milioni di copie giornaliere nel 1983, record assoluto, a 1.053.897 copie registrate nel bollettino di gennaio 2023 dell’Ivw, l’Informationsgemeinschaft zur Feststellung der Verbreitung von Werbeträgern, un’associazione con sede a Berlino, formata da società di media, inserzionisti e agenzie pubblicitarie, che dal 1949 verifica in modo neutrale i dati diffusionali.
[2 luglio 2023]

Forlani non fu «più volte» presidente del Consiglio
Di Arnaldo Forlani, morto a Roma all’età di 98 anni, Virginia Piccolillo scrive sul Corriere della Sera: «Due volte segretario della Dc, ministro degli Esteri, della Difesa e delle Partecipazioni Statali, più volte presidente del Consiglio arrivò ad essere candidato alla Presidenza della Repubblica». Non è così. Forlani fu presidente del Consiglio una sola volta e per meno di un anno: il suo governo restò in carica dal 18 ottobre 1980 al 27 giugno 1981.
[7 luglio 2023]

Il Fatto Quotidiano mette Mincione sulla bici
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Conad è nei guai: quegli strani patti col rider Mincione». Lo svarione viene ripetuto nell’occhiello a pagina 12: «Terremoto. Il gigante è scosso dalle accuse di alcuni azionisti per l’operazione Auchan in cui era coinvolto il rider imputato in Vaticano: “Danni per centinaia di milioni”». Il finanziere che compie in Borsa operazioni speculative acquistando grosse partite di titoli per poi rivenderli si chiama raider. Raffaele Mincione qui è stato trasformato nel rider, cioè il fattorino che effettua in bicicletta le consegne a domicilio. Testa bassa e pedalare!
[3 luglio 2023]

Rimozione «sforzata» all’aeroporto di Cagliari
Notizia dell’Unione Sarda su Twitter: «Ora è ufficiale: dal 3 luglio area di sosta gratis per due ore all’aeroporto di Cagliari. Rimozione sforzata per chi sfora». Reprimiamo gli sforzi di vomito.
[3 luglio 2023]

Per Berizzi i gay vedono attraverso le porte
Dalla rubrica Pietre di Paolo Berizzi sulla Repubblica: «L’hanno spintonato e insultato con queste parole, “ricchione di merda”. Aggressione omofoba a Torino per Christian Floris, direttore artistico del Festival della Cultura di Alassio. Il noto speaker torinese, reduce dal concerto di Marco Mengoni allo stadio Grande Torino, si trovava in un locale del centro con degli amici. È andato in bagno, ha bussato ad una porta chiedendo di fare in fretta perchè chi si trovava all’interno del servizio lo occupava da un po’ facendo selfie e rispondendo al telefono». A parte il perchè con l’accento grave anziché acuto, significa che Floris vede attraverso le porte chiuse quello che fa la gente dentro le toilette?
[7 luglio 2023]

Chamberlain promosso fra i «grandi leader»
Sergio Romano nella sua rubrica L’ago della bilancia sul Corriere della Sera: «Gli avvenimenti internazionali degli ultimi anni ci avevano indotti a ritenere che l’epoca dei grandi leader (Mussolini, Hitler, Franco, Chamberlain) fosse finita». Un grande leader Arthur Neville Chamberlain, primo ministro del Regno Unito dal 1937 al 1940, il quale cedette alle rivendicazioni della Germania nazista su Sudeti, Austria e Cecoslovacchia, nonché a quelle dell’Italia fascista e della Spagna franchista? Forse Romano intendeva riferirsi a Winston Churchill, che infatti succedette allo screditato Chamberlain.
[9 luglio 2023]

Ti sedo, anzi ti disseziono
Open, giornale online, dà notizia di un uomo morto a 45 anni dopo un intervento dal dentista: «La moglie ha riferito che aveva scelto quella clinica perché praticavano la sedazione al posto dell’autopsia». Il famoso sonno eterno.
[4 luglio 2023]

Annunziata non sa leggere le testate
Editoriale di Lucia Annunziata sulla prima pagina della Stampa: «La lettera cui risponde è contro Il Domani e il suo editore De Benedetti, e in difesa della Santanché». O Annunziata non sa leggere o non ci vede bene: la testata è Domani, senza l’articolo determinativo. Questione di poco conto? Non proprio, se persino Domani ha dovuto pubblicare su Twitter un meme, tratto dal film Harry Potter e la pietra filosofale, con il quale ha rimproverato al ministro Daniela Santanchè d’aver «nominato tante volte» il giornale storpiandone il nome con quell’inesistente Il.
[9 luglio 2023]

E Gentili ha avuto Annunziata per maestra
Veronica Gentili all’inizio della sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano: «Venerdì mattina Il Corriere della Sera riporta che Leonardo Apache La Russa, figlio dell’attuale Presidente del Senato, è indagato per violenza sessuale». Dev’essere andata a scuola da Lucia Annunziata.
[10 luglio 2023]

Chi si toglie la vita per paura?
Titolo dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Perseguita la ex dai domiciliari / Si toglie la vita per la paura». Il soggetto sottinteso della prima parte del titolo è il persecutore che tormentava la sua ex. Si deve presumere che resti il soggetto sottinteso anche della seconda parte. Ma a togliersi la vita per paura non è stato lui, bensì la sua ex. Come uscirne? Bastava scrivere: «Perseguita la ex dai domiciliari / Lei per la paura si toglie la vita».
[5 luglio 2023]

Sciandivasci fa fare lo «streptease» a Galimberti
Simonetta Sciandivasci intervista sulla Stampa il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti e in una risposta gli fa pronunciare la seguente frase: «Lei leggerebbe il mio streptease culturale?». Non che Galimberti sia un cultore della lingua inglese, ma, conoscendolo, escludiamo che possa aver detto streptease (in luogo di striptease, spogliarello): detesta gli strepiti.
[9 luglio 2023]

Villa Margon diventa Villa Marangon
Per la serie In viaggio con le firme, Manuela Croci presenta sul Corriere della Sera un’escursione di tre giorni a Trento e dintorni: «Ci si recherà alle Cantine Ferrari per una visita con degustazione che poi proseguirà a Villa Marangon, residenza signorile del ’500 ora di proprietà della famiglia Lunelli fino a chiudersi con un cena stellata nel bistrot della Locanda Marangon». Peccato che siano la Villa Margon (dove, secondo la tradizione, dormì l’imperatore Carlo V, raffigurato degli affreschi della magione) e la Locanda Margon.
[17 giugno 2023]

Non c’è nessuna lapide per Walter Chiari
Valerio Cappelli sul Corriere della Sera intervista Simone Annichiarico, figlio di Walter Chiari. Terz’ultima domanda: «Suo padre sulla sua tomba fece scrivere, “Amici non piangete: è tutto sonno sprecato”». Non è così. Quella è una battuta, peraltro riportata erroneamente, che il regista Dino Risi attribuì al comico proprio sul Corriere della Sera il 22 dicembre 1991, in occasione della morte di Chiari: «Quando sarò costretto a uscire di scena, vorrei che sulla mia lapide venisse scritto: “Non preoccupatevi: è soltanto sonno arretrato”». Ora, benché su Internet circolino finte fotografie della tomba con un’iscrizione ispirata a quel calembour, la verità è che non esiste alcuna lapide dedicata a Walter Chiari, bensì soltanto una targhetta, identica a quelle sui campanelli delle case, con l’incisione «Walter Annichiarico 20-12-1991». Nient’altro. Essa è posta fra «Cucchi Angelo 21-3-1990» e «Carlo Mariano Colombo 15-3-1993». E ciò perché la salma di Chiari dal 1991 riposa nell’Edicola Palanti, un mausoleo ubicato nel Cimitero monumentale di Milano (per la precisione nel reparto 5, edicola 83, manufatto 21). L’edicola funebre fu realizzata fra il 1928 e il 1930 dall’architetto Mario Palanti (1885-1978), il quale l’aveva progettata per sé e per i propri familiari. In seguito Palanti rinunciò alla concessione del monumento, che da allora accoglie le spoglie di cittadini benemeriti. Oltre a Walter Chiari, vi riposano Giovanni D’Anzi (1906-1974), il musicista che compose O mia bèla Madônina; Fernanda Wittgens (1903-1957), prima donna a ricoprire la carica di direttore della Pinacoteca di Brera; Hermann Einstein (1847-1902), padre di Albert, il fisico che formulò la teoria della relatività; Virgilio Ferrari (1888-1975), secondo sindaco di Milano dopo la Liberazione. Le uniche iscrizioni, tutt’altro che ironiche, sono quelle scolpite in maiuscolo sulle quattro facciate del monolito. Fra le altre: «Offri l’anima tua a Dio redentore»; «Offri il sangue tuo alla patria»; «Sei odiato perché temuto ritemprati»; «Dal dolore attingi nobili ispirazioni»; «Confortati beneficando gli ingrati».
[3 luglio 2023]

La svolta di Giorgia Meloni per stare ferma
Titolo dell’Ansa: «Mes, la Camera approva la sospensiva alla Camera». Testo: «L’Aula della Camera approva la questione sospensiva della maggioranza che sospende per quattro mesi l’esame della ratifica del Mes». La Camera decide alla Camera e approva la questione sospensiva che sospende. Firmato: La Palisse.
[5 luglio 2023]

Ma mi faccia il piacere di correggere le bozze
Ma mi faccia il piacere è la rubrica di Marco Travaglio che ogni lunedì, sul Fatto Quotidiano, occupa il posto dell’editoriale. Nell’ultima puntata il piacere è stato moltiplicato da un caleidoscopio di errori ortografici e/o refusi. Possibile che il direttore e azionista Travaglio non trovi un decente psicoanalista e/o un degno correttore di bozze? Il primo è una leccornia per i seguaci di Sigmund Freud. Travaglio riporta, storpiandolo, un tweet di Marco Taradash: «Le risposte di Kuleba sono state impressionantemente lucide, puntuali e razionali. Era lo scontro fra una persona consapevole del suo ruolo nel corso di una tragedia e del suo compito di fronte al mondo, e due bravacci (Lucio Caracciolo e Marco Travaglio a Ottoemezzo, ndr) che cercano dio fargli perdere la pazienza per indurlo a un movimento sbagliato e farlo ruzzolare a terra». Rubiamo il mestiere al lacaniano Massimo Recalcati. Qui il refuso casca come involontario cacio sui maccheroni, spiegando magnificamente il senso di una rubrica dove tutte le citazioni riguardano il direttore del Fatto Quotidiano: dio, se c’è, è minuscolo rispetto all’ego di Travaglio. Altro errore, routinario financo nei titoli su quel giornale: perchè. L’avverbio non vuole l’accento grave, bensì acuto: perché. È vero che negli anni Sessanta anche il maestro Indro Montanelli lo scriveva come usa l’allievo, ma poi raddrizzò il verso dell’accento. Infine, siccome Travaglio ha il vezzo di ridicolizzare le persone alterandone i cognomi, trasforma Miccichè in Miccichi. Ma avrebbe dovuto mettere l’accento sulla i, come in chicchirichì. Altrimenti si pronuncia Miccìchi, e allora addio spiritosaggine, se mai lo fu.
[3 luglio 2023]

Gli zombie andavano a scuola
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano parla delle aggressioni ai docenti nelle aule scolastiche: «E comunque, qualora dovessero sfuggire alla violenza degli allievi, resterebbero orde di genitori indemoniati pronti a farsi avanti come gli zombie de ‘La notte dei morti viventi’ alla prima nota sul registro». Non ricordavamo che nel film di George Andrew Romero gli zombie frequentassero le scuole e prendessero note sul registro, ma forse dipende dal fatto che il film uscì 55 anni fa e la nostra memoria ci sta abbandonando. O, più verosimilmente, dipende dalla sintassi dell’ineffabile Gentili.
[3 luglio 2023]

Se la svolta è a 360 gradi, stai fermo
Marco Galluzzo parlando di Giorgia Meloni sul Corriere della Sera: «È un esempio di realpolitik, ed è anche l’emblema plastico di una svolta che la presidente del Consiglio compie a 360 gradi nel giro di 24 ore». Quindi la premier ha svoltato per ritrovarsi esattamente al punto di partenza? (Realpolitik, sostantivo tedesco, si scrive con la maiuscola).
[30 giugno 2023]

Scaramuzzi fa scomparire un libro
Iacopo Scaramuzzi, zelante vaticanista della Repubblica, nel riferire le difese dell’arcivescovo argentino Víctor Manuel Fernández, appena nominato da papa Bergoglio alla guida dell’ex Sant’Uffizio, cita «un libello che monsignor Fernandez scrisse nel 1995, “Saname con tu boca. El arte del besar”, guariscimi con la tua bocca, l’arte di baciare». Non proprio un complimento da parte del giornalista a proposito di quello che Fernández definisce «un mio libriccino che non esiste più, che parlava del bacio». In che senso non esiste più? Forse l’autore ha fatto rintracciare e bruciare tutte le copie? In ogni caso ci permettiamo di suggerire a Scaramuzzi di estendere il suo zelo alla lingua, scrivendo le parole «Víctor», «Fernández» e «Sáname» con gli accenti acuti, che in spagnolo sono obbligatori.
[4 luglio 2023]

L’ultima minuzia di Minuz
Ci è rimasta nella penna un’ulteriore minuzia di Andrea Minuz, riscontrabile nella pagina che ha dedicato sul Foglio all’attore Francesco Nuti, morto dopo molti anni d’infermità. Oltre a «Io, Chiara e l’Oscuro» (in realtà il film s’intitola Io, Chiara e lo Scuro), segnalata nella precedente puntata di questa rubrica, Minuz riporta «Il Signor quindici palle». Il titolo corretto è invece Il signor Quindicipalle, come risulta dall’Archivio del cinema italiano dell’Anica.
[17 giugno 2023]

Berizzi ingoiato dalla Pitonessa
Sulla Repubblica, Paolo Berizzi, mosso da intenti nobilissimi, censura gli «schiamazzi cavernicoli» di stampo razzista che la Camera ha riservato ad Aboubakar Soumahoro, deputato di origini ivoriane eletto con Alleanza Verdi-Sinistra e passato poi al Gruppo Misto. Solo che inanella una serie di perle imperdibili: «macchè spalti», «sottofondo beluino», «vocali onomatopeiche» (le vocali sono vocali e basta, ma Berizzi deve aver letto di «espressioni vocali onomatopeiche» e confonde le vocali sostantivo con le vocali aggettivo). Poi passa a Daniela Santanchè, lamentando una discriminazione perché «la stessa maggioranza curvaiola degli ululati» le ha fornito «una difesa pelosa d’ufficio». Berizzi definisce il ministro del Turismo «la bianca “pitonessa” (copyright Dagospia)». In realtà, come ha spiegato Giovanna Cavalli del Corriere della Sera, la storia del soprannome non c’entra nulla con il sito di Roberto D’Agostino: «Resiste negli anni e non a caso il soprannome apocrifo di Pitonessa. Che vanta due diverse genesi. Una più intellettuale, che spiegò lei stessa: “Fu una trovata di Giuliano Ferrara, ma non intendeva la moglie del pitone bensì la Pizia, la sacerdotessa che, nel mondo greco, pronunciava gli oracoli in nome di Apollo”. L’altra, più popolare, la fornì in diretta a La Zanzara su Radio24 il primo marito Paolo, noto chirurgo plastico (“Io e Daniela ci siamo conosciuti quando lei aveva 21 anni. Venne da me per rifarsi il naso”), di cui, previo accordo nero su bianco, Daniela conservò il cognome: “Il soprannome deriva da una vecchia barzelletta del serpente e del coniglietto, che però non si può raccontare perché è sporca”». Perciò Berizzi si becca un 4 in grammatica e un 2 in attendibilità.
[30 giugno 2023]

La Russia di prima mano? Meglio l’usato sicuro
Incipit di un’intervista firmata da Maurizio Stefanini su Libero: «Uno dei più noti esperti militari italiani, il generale Carlo Jean è anche un conoscitore della Russia di prima mano». A parte la virgola mancante, scopriamo che esiste anche una Russia di seconda mano. Meglio andare sull’usato sicuro, allora.
[25 giugno 2023]

L’Oscuro del Foglio avvolge il povero Nuti
«L’epopea di un malincomico. In morte di Francesco Nuti, playboy triste che rinnovò la commedia» è il titolo, azzeccato, di un’intera pagina con cui Il Foglio ricorda l’attore morto dopo anni d’invalidità. Non altrettanto azzeccato il testo di Andrea Minuz, che nell’ultima colonna si esprime così: «Al di là di citazioni e ambientazioni dei film (“Io, Chiara e l’Oscuro”, “Il Signor quindici palle”), per Nuti il biliardo era proprio un doppio del cinema». Immaginiamo che il caro estinto sia oggi ancora più triste: il primo dei film citati da Minuz, uscito nel 1982, s’intitolava infatti Io, Chiara e lo Scuro.
[17 giugno 2023]

I solfeggi di Nuzzi sul caso Orlandi
Incipit della ricostruzione del caso di Emanuela Orlandi, a firma di Gianluigi Nuzzi, su Specchio della Stampa: «Un gigantesco, duraturo e vergognoso gioco dell’oca che va avanti da quarant’anni, senza arrivare mai all’ultima casella, quella della verità». In effetti, durando da 40 anni, effimero non sembra. Poco oltre, Nuzzi aggiunge: «L’indagine sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, volatilizzata nel nulla a Roma il 22 giugno del 1983, è tornata mille volte al punto di partenza, quando questa splendida ragazza solfeggiava con il suo flauto traverso nel plesso di sant’Apollinare a Roma». A noi risulta che il solfeggio possa essere solo parlato o cantato, però magari 40 anni fa poteva anche essere suonato, bisognerebbe chiedere al maestro Riccardo Muti. Più avanti, riferendosi a «Sabrina Minardi, l’ex compagna del presunto cassiere della banda della Magliana, Renato De Pedis», Nuzzi infila questo periodo: «Secondo la donna, la 15enne sarebbe stata tenuta prima prigioniera in un’abitazione vicino a piazza San Giovanni di Dio per poi sapere da De Pedis che era stata uccisa». Essendo «la 15enne», cioè Emanuela Orlandi, il soggetto della frase, ne deduciamo che la prigioniera venne a sapere da De Pedis di essere stata uccisa. Non sapremmo dire se lo straordinario evento riguardi i misteri della vita ultraterrena o della sintassi.
[2 luglio 2023]

Sarebbe interessante sapere dov’è Kataleya
Serenella Bettin sulla Verità si occupa della scomparsa della piccola Kataleya Álvarez (omettendo ovviamente l’accento nel cognome): «Come possa una creatura sparire dal cuore di una città tanto viva come Firenze, con il vocio della gente che si propaga nelle strade, sarebbe interessante saperlo». Gli investigatori sono dello stesso avviso.
[3 luglio 2023]

Manca l’accento su León
In un articolo sulla politica spagnola pubblicato dal Corriere della Sera, Sara Gandolfi, pur collocando bene tutti gli accenti, dimentica quello obbligatorio su León.
[1° luglio 2023]

Alla Repubblica bevono troppa birra
«Riapre il pub più sperduto del Regno Unito: birra gratis a chi riesce a raggiungerlo a piedi», annuncia il sito della Repubblica. Si tratta di The Old Forge, nel villaggio di Inverie, «un luogo sperduto delle Highlands scozzesi che non è collegato alle principali strade del Paese e quindi può essere raggiunto solo a piedi, camminando per 27 km, o in traghetto, attraversando per 11 km il lago Lochaber». La Repubblica specifica che «per attirare i turisti i nuovi proprietari hanno lanciato un’offerta speciale: una pianta di birra a tutti quelli che riusciranno a raggiungere Inverie a piedi». Deve trattarsi di una birra speciale ottenuta dalle piante dei piedi macerate per il lungo cammino. Oppure di una pinta. (In ogni caso, il sito ufficiale di The Old Forge si contraddice: nella home page parla di una distanza a piedi di 15 miglia, in un’altra pagina di 18. Qualunque sia il dato letto dall’estensore della notizia, la conversione è sbagliata: nel primo caso sarebbero 24,1 chilometri, nel secondo 28,9, e non i 27 chilometri di cui parla La Repubblica).
[29 giugno 2023]

C’è anche l’alluce della mano?
Sul sito del Corriere della Sera, Grazia Sambruna c’informa che Fiore Argento, concorrente del reality L’isola dei famosi, «purtroppo ha dovuto ritirarsi dal gioco per via di un infortunio all’alluce del piede». Voleva distinguerlo dal pollice della mano, supponiamo.
[20 giugno 2023]

L’amorone per l’Amarone
Giu. Bal. sulla Stampa: «Si accende lo scontro tra la famiglia Boscaini e Renzo Rosso per il controllo di Masi Agricola, la cantina dell’amorone nel cuore della Valpolicella». Quello per l’Amarone può essere solo un amorone, mai un amorino.
[1° luglio 2023]

La cacca è diventata un’arte di famiglia
Sulla Repubblica, Michele Brambilla intervista Oscar Farinetti, l’imprenditore che ha creato Eataly e Green Pea, e il figlio di questi, Francesco. Il quale afferma: «Molto prima dell’effetto Greta ci siamo concentrati non solo su quello che entra nel nostro corpo, ma anche su quello che esce. Tutto deve essere bello, giusto, pulito e duraturo». La merda è diventata un’arte di famiglia gradevole, etica, igienica ed eterna?
[25 giugno 2023]

Cose Del Turco sul Muro di gomma
Nel Tg5 delle 13, Guido Del Turco rievoca «la sciagura di Ustica», accaduta il 27 giugno 1980, quando un aereo della Itavia, decollato da Bologna e diretto a Palermo, precipitò in mare: morirono tutti gli 81 passeggeri. «Di lì in poi una fitta rete di misteri», dice Del Turco, «che diedero il titolo a un celebre articolo sul Corriere della Sera del giornalista Andrea Purgatori, “Il muro di gomma”, che fu anche il titolo di un film di Dino Risi». Ora, a parte che il Corriere della Sera è sempre stato dei suoi editori, e non del giornalista Purgatori, il film in questione, uscito nel 1991, è del regista Marco Risi, figlio di Dino, l’indimenticabile cineasta che girò Poveri ma belli (1957), Il mattatore e Il vedovo (1959), Una vita difficile (1961), Il sorpasso (1962), I mostri (1963), Straziami, ma di baci saziami (1968), In nome del popolo italiano (1971), Profumo di donna (1974). Dino Risi fu premiato a Venezia nel 2002 con il Leone d’oro alla carriera.
[27 giugno 2023]

A Salina i sindaci sono tre, non uno
Sul sito di Domani, Valeria Costa cita Caro diario di Nanni Moretti, uscito sugli schermi nel 1993, ambientato a Stromboli, e scrive: «Nel film Antonio Neiwiller interpretava un sindaco visionario e megalomane, propositore dei progetti più assurdi, le cui aspirazioni venivano sempre frustrate dagli isolani che “non collaboravano”. Riccardo Gullo, l’attuale sindaco di sei delle sette isole Eolie – Salina ha un sindaco a parte – è invece ostacolato per il motivo opposto». A dire il vero l’isola di Salina, la seconda delle Eolie per estensione, di sindaci ne ha tre, essendo suddivisa in tre Comuni: Leni, Malfa e Santa Marina Salina.
[27 giugno 2023]

Sposati dal 2007 al 2007
Dal Corriere della Sera: «Adriano Pappalardo e la moglie Lisa Giovagnoli, compagna di una vita, si sono conosciuti nei primi anni Settanta e poi si sono sposati nel 2010. Hanno un figlio, Laerte, che dal 2007 al 2007 è stato il marito della giornalista Selvaggia Lucarelli». Matrimonio lampo. Che c’entrasse la personalità della momentanea consorte?
[8 giugno 2023]

Il rincaro usato a sproposito
«Landini dice no anche al rincaro dell’assegno», titola Libero, riferendosi a una presa di posizione del segretario generale della Cgil «proprio quando i pensionati stanno per ricevere gli aumenti previsti dall’ultima manovra». Definire in quel modo un aumento dell’assegno pensionistico è del tutto incongruo: rincaro, per la lingua è italiana, è l’«aumento di prezzo di merci o generi vari: il rincaro della benzina; rincaro della vita, aumento del costo della vita» (Lo Zingarelli 2024).
[27 giugno 2023]

Il Foglio parla di via Rovani ma non sa dov’è
Incipit di un articolo a firma di Manuel Orazi, pubblicato dal Foglio sotto il titolo «La sera andavamo in via Rovani»: «L’autobiografia di una nazione può passare anche per la storia di una via cittadina e del suo contesto che non è solo fisico, ma fantasmatico. Via Rovani è tornata alla ribalta dopo i funerali di Silvio Berlusconi perché negli anni 70 il Cav. decise di fare irruzione nel centro di Milano in grande stile, alla sua maniera. Via Rovani 2, dunque, tra il ponte che porta alla Triennale e al Parco Sempione e via Leopardi, altra via molto signorile, parallela alla ferrovia e quindi alla stazione Cadorna». Ci paiono fantasmatici soprattutto i riferimenti alla toponomastica, a dispetto della loro apparente accuratezza. Berlusconi acquistò in via Rovani la villa un tempo appartenuta alla famiglia Borletti (La Rinascente, Upim, Filature e tessiture riunite, Filatura lombarda, spolette per proiettili, orologi e tachimetri Veglia, macchine per cucire). L’edificio si trova in un quadrilatero delimitato dalle vie Rovani, Leopardi, Venti Settembre e Monti, quindi non ha nulla a che vedere con il cavalcavia ferroviario e la Triennale: a nord di via Leopardi vi sono soltanto binari e prati.
[20 giugno 2023]

Ceccarelli suggeritore occulto di Lauria?
Sulla Repubblica, un articolo di Emanuele Lauria dedicato a Mario Sechi, il capufficio stampa di Palazzo Chigi che ha divorziato dal premier Giorgia Meloni in meno di quattro mesi, termina con il seguente periodo: «Di certo, l’ex direttore dell’Agi va via senza parlare. E non smentendo neppure le notizie sull’attrito con lo staff di Meloni. Una pagina sta per chiudersi. E con clamore inversamente proporzionale al breve tempo di permanenza in carica di colui che avrebbe dovuto essere, e non è stato, l’artefice di una svolta nella comunicazione di Palazzo Chigi. di Filippo Ceccarelli». Che c’entra Ceccarelli? È il suggeritore occulto?
[27 giugno 2023]

Al di là (da venire) del bene e del male
Titolo dal sito del Corriere della Sera, edizione di Torino: «Festival dell’Economia di Torino, Visco (Bankitalia): “Marchionne diceva che l’auto elettrica era al di là da venire. E ora siamo ai margini”». Più che ai margini, diremmo che siamo nell’altro mondo: la locuzione prepositiva corretta è di là da venire (detto di cosa incerta o che deve avvenire in un futuro molto lontano).
[3 giugno 2023]

Il cemento armato ti spara alla nuca
Editoriale del direttore Alessandro Sallusti sulla prima pagina di Libero: «Il ribelle Prigozhin per ora pare essersi fermato, ma Putin ormai è come un topo in trappola che più si divincola più restringe i suoi spazi vitali, più o meno la fine che nella storia hanno fatto tutti i dittatori, c’è da temere cosa farà il giorno che presto o tardi avrà le spalle definitivamente al muro e un fucile puntato alla nuca». La posizione del corpo rende impossibile una simile minaccia. A meno che non si tratti di un muro in cemento armato.
[25 giugno 2023]

Il bambino di 6 anni che toglie i diritti
A Omnibus, su La7, l’avvocata Cathy La Torre commenta la decisione della Procura di Padova di impugnare le trascrizioni di 33 atti di nascita di bambini figli di coppie omogenitoriali: «Ma voi siete consapevoli di che cosa significa all’età di 6 anni togliere a un bambino i diritti acquisiti da due genitori?». Se chi toglie i diritti acquisiti ha 6 anni, il bambino quanti ne avrà? E se i diritti sono acquisiti dai due genitori, e non da lui, come si può toglierglieli?
[21 giugno 2023]

Elly Schlein vi mette a tavola
Dichiarazione di Elly Schlein, segretaria del Pd, riportata dall’Ansa: «Chiediamo a tutte le federazioni di mobilitarsi sulla sanità pubblica, lasciamo ai territori la scelta delle forme, iniziative pubbliche, banchetti». Finalmente si mangia!
[19 giugno 2023]

«Centrava qualcosa» non c’entra con l’italiano
Marco Imarisio sul Corriere della Sera: «Quanto alla Wagner, ma figurarsi se centrava qualcosa lui con la milizia privata titolare per conto dell’esercito russo delle principali azioni “sporche” in Siria, Libia, Repubblica Centroafricana e Ucraina». Di sicuro non c’entrava e non c’entra con l’italiano.
[25 giugno 2023]

La neolingua di Matteo Renzi
Titolo di una doppia pagina del Riformista diretto da Matteo Renzi: «Il goerno deve ratifare il Mes». Prove di neolingua.
[24 giugno 2023]

Un matrimonio così segreto che si sanno i dettagli
Titolo dal sito del Messaggero: «Annalisa si sposa con Francesco Muglia, il matrimonio (segreto) il 1 luglio a Tellaro: tutti i dettagli delle nozze». C’è la data, ci sono i dettagli. Un segreto davvero ben custodito. (E si scrive 1° luglio, con l’esponente).
[24 giugno 2023]

È morta la «povera vedova» di Prodi
Corrado Ocone commenta su Libero un editoriale di Concita De Gregorio, comparso sulla Repubblica in occasione della morte di Flavia Franzoni Prodi: «In tutta questa storia, che vive della menzogna su cui si è costruita la cultura politica italiana dominante prima e l’antiberlusconismo oggi, i cardinali Delpini e Zuppi, subdolamente tirati in ballo dalla De Gregorio, non c’entrano nulla, così come nulla c’entra Prodi e la sua povera vedova». A parte che il verbo c’entrano andava mantenuto anche in quest’ultima proposizione subordinata (i soggetti sono due), Romano Prodi era morto prima di sua moglie?
[19 giugno 2023]

Alcol agli ubriachi recidivi, offre la Polstrada
Dall’Ansa: «In arrivo le nuove regole del codice della strada giovedì in Cdm. “Tolleranza zero”, divieto di bere, e alcol per ubriachi recidivi». Vale la pena di sbronzarsi ripetutamente: al successivo controllo offre la Polstrada.
[22 giugno 2023]

Non «ciò» nemmeno mai pensato
Dal sito della Stampa: «La pizza, il Sushi, la Coca Cola Zero e quella frase ripetuta come un mantra: “non volevo fuggire e non ciò nemmeno mai pensato”». Così parlò Ciò-Ciò-San.
[24 giugno 2023]

Gardini si uccise con la pistola di Tenco
Gian Antonio Stella rievoca sul Corriere della Sera il suicidio dell’imprenditore Raul Gardini, partendo dalla presentazione in pompa magna a Venezia, con regia di Franco Zeffirelli, «del bellissimo “Moro” col quale voleva andare a vincere la coppa America». Osserva Stella: «Sfida perduta. Come troppe altre di una vita conclusa la mattina di venerdì 23 luglio 1993, trent’anni fa, con un colpo alla tempia sparato con una pistola calibro 7,65 Walther Ppk, la stessa usata anni prima da Luigi Tenco». La formula «lo stesso modello usato» avrebbe evitato di dare l’impressione che Gardini fosse entrato in possesso dell’arma già impugnata da Tenco per suicidarsi.
[23 giugno 2023]

Basta un poco di zucchero e «un pillola» va giù
Titolo di prima pagina della Stampa per un editoriale di Antonella Viola: «Se adesso basta un pillola per evitare di ingrassare». Il gender dilaga.
[19 giugno 2023]

I Marchionne non emigrarono negli States
Stefano Cingolani sulla prima pagina del Foglio: «E non è certo da trascurare il passaporto di Marchionne figlio di un carabiniere abruzzese emigrato negli States». Concezio Marchionne (padre di Sergio), maresciallo dell’Arma originario di Cugnoli, in Abruzzo, al momento del pensionamento, nel 1966, emigrò con la moglie Maria Zuccon e i due figli non negli Stati Uniti, bensì in Canada, più precisamente a Toronto.
[17 giugno 2023]

Il professor Calabresi è «made in Italy»
Sabino Cassese, giurista, ex ministro ed ex giudice della Corte costituzionale, sul Sole 24 Ore: «Se ci fosse un premio Nobel per il diritto, questo spetterebbe, per primo, a Guido Calabresi, giurista americano di origine italiana». Il professor Calabresi è nato a Milano e ci ha abitato per un po’ di anni, è italiano e parla un eccellente italiano. Non è di origine italiana, è «made in Italy».
[4 giugno 2023]

Madre o figlia per Repubblica pari sono
Didascalia dal sito della Repubblica: «Gianni Bella, 76 anni, con la moglie Paola davanti al castello medievale di Montechiarugolo, Parma». Peccato che la donna ritratta nella foto insieme al cantante sia in realtà la figlia Chiara.
[8 giugno 2023]

Padre Marinano, chi era costui?
«Passamontagna e reagite». Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera fa il resoconto del discusso show di Beppe Grillo, garante del Movimento 5 stelle, affiancato sul palco dal leader Giuseppe Conte: «L’ultimo passaggio suona quasi come un ritorno alle origini, un vaffa liberatorio: “Io non ho più mandato a fanc... nessuno, sono come padre Marinano “pace e bene”... e ora però andate a fanc... tutti”». Il frate cappuccino della Rai in bianco e nero, noto per il saluto «Pace e bene a tutti» rivolto ai telespettatori, era padre Mariano, per l’esattezza Mariano da Torino, all’anagrafe Paolo Roasenda, proclamato venerabile da papa Benedetto XVI.
[18 giugno 2023]

Il Giornale promuove senatori tutti i Berlusconi
Anna Maria Greco scrive sul Giornale (per il momento ancora di famiglia, in attesa di traslocare definitivamente agli Angelucci, editori di Libero, con un nuovo direttore): «Ci sarà un Berlusconi candidato per il seggio vacante lasciato dal leader azzurro in Senato? E chi? Marina, che l’ha sempre escluso ma rimane in pole position, o il fratello Piersilvio, il più giovane Luigi o ancora lo zio Paolo?». Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, nel medesimo articolo ci tiene a far sapere che non si intromette: «Sul seggio di Berlusconi deciderà la famiglia». Forse magari prima occorrerebbe consultare la Costituzione, oltre che i parenti. Per essere eletti a Palazzo Madama bisogna avere 40 anni (articolo 58, secondo comma: «Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno») e Luigi, ultimogenito del defunto leader, ne ha solo 34, essendo nato il 28 settembre 1988. Urge legge costituzionale ad personam.
[20 giugno 2023]

Il lago Maggiore diventa un mare
Massimo Pisa sul sito della Repubblica: «Un battello turistico, una di queste “house boat” che da qualche tempo popolano le acque del lago, si è capovolto con 24 persone a bordo fra Sesto Calende, nel Varesotto, e Arona nel Novarese all’altezza di Lisanza. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la barca che si è ribaltata probabilmente per via del mare che si è agitato per via del forte vento». A parte il che di troppo, registriamo che il lago Maggiore è talmente maggiore da essere diventato un mare.
[29 maggio 2023]

Dacia Maraini cita il Don Giovanni a orecchio
Sul Corriere della Sera la scrittrice Dacia Maraini cita (a orecchio) il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart: «Il nostro libertino si accompagnava, non a uno ma a tanti Leporello che tenevano orgogliosamente il conto delle sue conquiste: “In Italia seicentoquaranta / in Alemagna duecento e trentuno /, cento in Francia, in Turchia novantuna /... ma in Spagna son già mille tre...». Tralasciando la punteggiatura sparsa a casaccio, il testo esatto del «Madamina, il catalogo è questo» dal libretto di Lorenzo da Ponte (atto I, scena V) è il seguente: «In Italia seicento e quaranta, / in Lamagna duecento e trentuna, / cento in Francia, in Turchia novantuna, / ma in Ispagna son già mille e tre». Variante secondo la Treccani: «In Almagna». Alemagna e Spagna le ha inventate Maraini, al pari delle altre imprecisioni.
[17 giugno 2023]

Open confonde i due Cascella
Dal sito Open: «Oggi la salma di Silvio Berlusconi subirà il procedimento della cremazione. Succederà nel tempio crematorio Panta Rei di Valenza in provincia di Alessandria. Poi le ceneri verranno portate a Villa San Martino ad Arcore. Dove le attende il mausoleo di Pasquale Cascella». Pasquale Cascella, ex giornalista dell’Unità, in seguito addetto stampa di Giorgio Napolitano alla presidenza della Camera e poi suo consigliere per la comunicazione al Quirinale, si starà toccando i pendagli. L’autore del monumento funebre in cui sono state collocate le ceneri di Silvio Berlusconi fu lo scultore Pietro Cascella, morto nel 2008.
[15 giugno 2023]

A Bari si vince «un terno all’otto»
Incipit di Rosanna Volpe sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno: «BARI – C’era un tempo in cui i saldi segnavano la fine della stagione commerciale: a metà agosto quella estiva, a marzo quella invernale. Trovare taglie e modelli desiderati era un terno all’otto». Un po’ come trovare cronisti che conoscano l’italiano.
[17 giugno 2023]

Eh? La Chiesa non può dire che Gesù è buono?
L’Ansa riferisce alcune dichiarazioni del cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, circa le benedizioni delle coppie gay da parte di alcuni sacerdoti: «“Dobbiamo rispettare la Parola di Dio: Gesù ha creato l’uomo e la donna e la Chiesa come tale non può dire questo è buono – ha aggiunto parlando sempre delle coppie omosessuali – nel nome di Dio». O straparla l’Ansa o straparla Müller.
[9 giugno 2023]

Annunziata diventa Annibali
Nella rubrica del lunedì firmata da Veronica Gentili, Il Fatto Quotidiano pubblica una foto di Lucia Annunziata che non c’entra nulla con il testo, nel quale si parla invece di Lucia Annibali. Il redattore ha visto la riga che finiva con «Lucia An-» e s’è guardato bene dal leggere oltre. A riprova del fatto (settimanale) che sorbirsi Veronica Gentili è un sacrificio improbo persino per i giornalisti, figurarsi per i lettori.
[5 giugno 2023]

Re Hussein e re Abdullah si giurano amore
Claudio Bozza sul Corriere della Sera si occupa del «royal wedding in Giordania per il sì del principe Hussein bin Abdullah II, 28 anni, e Rajwa Alseif»: «Il sì è stato celebrato fra i fiori del giardino di palazzo Zahran costruito nel 1957 per la regina Zein Al Sharaf, madre del nonno dello sposo. Qui si erano giurati amore re Hussein e anche re Abdullah». Il gender dilaga: non ci sono più i re di una volta.
[3 giugno 2023]

Il lurido trasformato in lercio
Titolo dalla Gazzetta di Mantova, dedicato ad Alessandro Impagniatiello, che ha ucciso a coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, incinta: «Alessandro era chiamato “il lercio”». Ma nel testo si legge: «Un “lurido” per i colleghi di lavoro». Suggeriamo ai titolisti gonzagheschi qualche variante per le prossime edizioni: sozzo, sudicio, sordido, immondo.
[3 giugno 2023]

Il pianeta e i buchi neri secondo il Post
Dal Post: «Un tempo sul nostro pianeta l’ano non esisteva, almeno per come lo intendiamo oggi. Per milioni di anni gli animali ne fecero a meno, sfruttando un sistema più semplice, ma poco pratico: il loro apparato digerente aveva un solo buco, usato sia per mangiare sia per espellere i resti della digestione». Fanno tuttora eccezione le facce da culo.
[27 maggio 2023]

Gramellini, sant’Ambrogio e Teodosio
Riferendosi all’omelia tenuta dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, durante i funerali di Silvio Berlusconi in Duomo, Massimo Gramellini osserva sul Corriere della Sera che il defunto «sarà stato lusingato dal riferimento finale al personaggio potente che, terminata la sua esistenza terrena, si presenta da semplice uomo davanti a Dio: più o meno le stesse parole rivolte, proprio in Duomo, da Sant’Ambrogio all’imperatore Teodosio». Dubitiamo che la circostanza storica abbia fondamento. Ambrogio morì nell’anno 397, mentre la costruzione dell’attuale Duomo di Milano cominciò quasi mille anni più tardi, nel 1386. Non è nemmeno certo che il santo vescovo si sia rivolto a Teodosio nella cattedrale di Santa Maria Maggiore oppure nella basilica di Santa Tecla, le due chiese che nell’antichità sorgevano nel perimetro oggi delimitato dalla piazza del Duomo. Ci resta invece la lettera (Extra collectionem, 14) che il potente vescovo di Milano scrisse all’imperatore di proprio pugno («manu mea») per condannare una sanguinosa repressione avvenuta a Tessalonica. Da notare infine che Gramellini semplifica, seppure in modo come sempre accattivante, un rapporto, quello fra Ambrogio e Teodosio, sul quale gli storici si erano divisi già nel V secolo.
[15 giugno 2023]

Il Domani in ritardo di 10 anni
Titolo da Domani: «Trent’anni fa l’arresto di Tortora / Oggi è simbolo di malagiustizia». Inizio del testo a firma di Giulia Merlo: «È l’alba del 17 giugno 1983 ed Enzo Tortora dorme nella sua stanza dell’hotel Plaza di Roma». Saranno anche informatissimi sul domani, ma sono in ritardo di 10 anni sull’ieri.
[17 giugno 2023]

Mentana non ha mai diretto il Tg1
Intervistato da Annalisa Cuzzocrea sulla Stampa, Enrico Mentana, direttore del Tg La7, afferma: «A 36 anni avevo diretto il Tg1». Escludiamo che Mentana possa aver pronunciato una simile scemenza, per il semplice motivo che, quando lui aveva 36 anni, il Tg1 era diretto da Bruno Vespa. E in precedenza, andando a ritroso nel tempo, il telegiornale della Rai ebbe come direttori Nuccio Fava, Albino Longhi, Emilio Fede, Franco Colombo ed Emilio Rossi. Né mai, in seguito, fu diretto da Mentana.
[15 giugno 2023]

O sono borderline o vanno oltre il limite
Titolo dalla prima pagina della Repubblica: «Le sfide borderline che vanno oltre il limite della vita». Definizione di borderline: «Detto di chi (o di ciò che) è al limite tra due condizioni» (Lo Zingarelli 2024). Delle due l’una: o sono sfide borderline, quindi al limite, o vanno oltre il limite, e allora non sono borderline. Decidetevi.
[17 giugno 2023]

Chi è il don Perignon di Vittorio Feltri
Vittorio Feltri rievoca su Libero il periodo del servizio militare, in cui ebbe per vicino di branda il calciatore Gianni Rivera, del quale racconta: «Non appena appese le scarpe bullonate al chiodo, il numero uno della pelota si gettò in politica. Don Perignon, un prete fantastico vicino a Rivera e mio conoscente, mi chiese di aiutare Gianni nella campagna elettorale che egli affrontava nelle liste della Dc, e naturalmente, poiché lavoravo al Corriere della Sera, mi prestai con entusiasmo». Tutto farebbe pensare a un sacerdote di origini venete. Feltri si riferisce invece ad Angelo Gelmini, meglio noto come padre Eligio, classe 1931, frate francescano (fratello del defunto don Pierino Gelmini) dalle molteplici frequentazioni mondane, consigliere spirituale del Milan negli anni Settanta, all’epoca soprannominato «don Perignon» perché ritenuto abituale consumatore di Dom Pérignon, un blasonato Champagne. Il religioso ebbe a lamentarsene in un’intervista uscita il 31 dicembre 1976 sul Corriere della Sera: «Voi giornalisti inventate su di me storie atroci. Bevo un po’ di Dom Perignon in aereo per festeggiare la vittoria del Milan e divento Padre Champagne. Un famoso scrittore dice che porto “slip rossi”». Padre Eligio ha fondato le comunità Mondo X per il recupero dei tossicodipendenti e La Frateria di Cetona (Siena).
[19 giugno 2023]

Concita De Gregorio confonde i due Benedetto
Sulla Repubblica, Concita De Gregorio c’informa che Mario Delpini fu «nominato vescovo di Milano da Benedetto XIV». Un bel record di longevità episcopale, considerato che Benedetto XIV (al secolo Prospero Lambertini) fu pontefice dal 1740 al 1758. (E comunque Delpini non venne nominato «vescovo di Milano» bensì vescovo ausiliare. Fu papa Francesco, nel 2017, a promuoverlo arcivescovo della diocesi ambrosiana).
[18 giugno 2023]

L’evirazione può essere solo maschile
In Tuttolibri, supplemento culturale della Stampa, viene recensito Uomini senza (Il Mulino), saggio di Marzio Barbagli dedicato all’«arte di mutilare gli uomini» (così il titolo), cioè alla castrazione. Il sottotitolo recita: «Dall’impero assiro al Novecento, l’evirazione dei genitali maschili è stata legata alle cause più diverse». Il complemento di specificazione appare del tutto pleonastico, per non dire grottesco. Evirazione significa «asportazione dei testicoli». Pertanto in quei tempi bui era impossibile eseguire l’evirazione dei genitali femminili.
[3 giugno 2023]

Chi inventò lo spumante Ferrari
«Aneri, veronese puro (“de soca” si dice dalle nostre parti), è un Berlusconi dal sorriso fermo», scrive Francesco Specchia su Libero. Perdoniamo il simpatico collega per vari motivi, non ultimo quello di essere sì cresciuto a Verona ma nato a Firenze. L’espressione «veronese de soca» designa una persona venuta al mondo nella città di Verona e i cui genitori e antenati (quindi nonni, bisnonni e via risalendo) siano accomunati dalla medesima condizione. Invece Giancarlo Aneri, mago del marketing applicato a vino, caffè, olio e altri prodotti di nicchia, è nato e risiede a Legnago, che da Verona dista 40 chilometri. Soca infatti si traduce in italiano con ceppo, cioè «capostipite di una famiglia, origine di una stirpe», come riporta Lo Zingarelli 2024, che esemplifica: «Nascere dal medesimo ceppo, avere antiche origini comuni». Specchia esagera anche nell’attribuire ad Aneri un merito storicamente impossibile: «Sua l’idea del “Ferrari”, il fuoriclasse degli spumanti». Si dà il caso che la Cantina Ferrari di Trento sia stata fondata nel 1902 da Giulio Ferrari e rilevata 50 anni dopo da Bruno Lunelli, i cui figli, grazie anche alle brillanti intuizioni di Aneri, assunto nel 1974 per promuovere lo spumante di Trento e rimasto in azienda fino al 1992, l’hanno portata al successo mondiale.
[9 giugno 2023]

Il Fatto Quotidiano risolve l’imbarazzo degli accenti
Titolo a tutta pagina dal Fatto Quotidiano: «Perche il (mini) Fondo sovrano della Meloni non serve a nulla». Di solito in quel giornale scrivono perchè, con l’accento grave anziché acuto. Ora hanno superato l’imbarazzo della scelta, eliminandolo del tutto.
[5 giugno 2023]

Il Papa sta bene, che ansia!
Titolone dalla prima pagina del Gazzettino: «Ansia per il Papa: “Sta bene”». Chissà che ansia quando sta male.
[8 giugno 2023]

Il computer non ci pare molto antico
Titolo dal Sole 24 Ore: «La fine del computer desktop per ora può ancora attendere. Riprende inarrestabile la crisi del Pc da tavolo dopo la parentesi del Covid che aveva invertito la tendenza. Ecco la ricetta seguita dai produttori per rilanciare il più antico strumento di produttività». Il primo calcolatore interamente elettronico, chiamato Eniac, fu costruito nel 1946 dagli statunitensi John Mauchly e John Eckert. Il primo computer prodotto in serie fu, quattro anni dopo, l’Univac I, realizzato sempre da Mauchly ed Eckert. Poiché la parola computer apparve su un giornale italiano nel 1953 (la usò Beniamino de Ritis sul Corriere d’Informazione del 2-3 settembre, a pagina 3) ed è datata 1966 dallo Zingarelli 2024, avremmo evitato di scomodare l’aggettivo antico per il pc da tavolo. Altrimenti per lo strumento di produttività noto come ruota (3.500 avanti Cristo) che cosa dovremmo usare?
[4 giugno 2023]

I figli dei gay hanno un’età variabile
«Coppia gay ha un figlio, il padre biologico muore: il tribunale impone la trascrizione dell’atto di nascita con l’altro papà», titola il sito della Repubblica. Il sottotitolo specifica: «La coppia milanese ha avuto un figlio che ora ha 8 anni in California». Non sapevamo che esistessero figli la cui età varia a seconda del Paese di residenza.
[30 maggio 2023]

Le certezze di Sallusti
Alessandro Sallusti, direttore di Libero, nell’editoriale di prima pagina: «Francesco Merlo e Filippo Ceccarelli, due prime firme del giornalismo di sinistra, ieri hanno intrattenuto il pubblico di “La Repubblica delle idee” – festival politico culturale del famoso quotidiano – parlando e sparlando per un ora della famiglia di Giorgia Meloni». Il gender dilaga. Più avanti: «Certo, il presidente Saied non è certo il prototipo del sincero democratico». È certo. Poco oltre: «Funzionerà? Lo vedremo, certo è che sta funzionando il ruolo del nostro governo e di Giorgia Meloni». È proprio certo.
[12 giugno 2023]

L’aritmetica non ha un Avvenire
Francesco Palmas scrive su Avvenire (e Anteprima prende per buono): «I morti ucraini sarebbero 250 e 750-1000 i feriti. Cifre enormi, certamente esagerate, ma che spiegherebbero in parte i silenzi ucraini. Se i dati fossero corretti sarebbe un disastro. Perdite simili, occorse in 24 ore, annienterebbero in due giorni 6mila uomini: un’intera brigata». Anche ipotizzando la perdita peggiore (250 morti e 1.000 feriti), in 24 ore verrebbero messi fuori combattimento 1.250 soldati. Quindi servirebbero quasi cinque giorni, e non due come afferma Palmas, per annientare un’intera brigata.
[8 giugno 2023]

Incidente a Milano, code a Verona
Tweet del Messaggero: «Milano, incidente sull’autostrada A4: due morti e tre feriti. Il sinistro nel tratto tra Rho e la barriera Milano-Ghisolfa, ci sono code di 5 km all’altezza di Verona». Bentornato Lombardo-Veneto.
[8 giugno 2023]

Caracciolo sulla “dottrina Eisenhower” sbaglia anno
Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di Limes (rivista di geopolitica), in un editoriale che comincia sulla prima pagina della Stampa, osserva, a proposito dell’establishment americano: «Ma la maggioranza resta affezionata alla “dottrina Eisenhower” fissata nel 1953, per cui non c’è nulla di peggio della vittoria totale in una guerra totale contro Mosca. Perché implica lo scontro atomico». Il riferimento temporale è sbagliato. La cosiddetta «dottrina Eisenhower» per tentare di contenere l’espansionismo comunista, offrendo aiuto militare ai Paesi del Medio Oriente, fu lanciata dal presidente Dwight David Eisenhower quattro anni dopo. Lo si deduce dal numero del 22 febbraio 1957 di U. S. News & World Report, che riportava il riassunto della relazione pubblicata il 14 febbraio 1957 dal Comitato congiunto degli Esteri e delle Forze armate, operante nel Senato statunitense, dopo le udienze tenute circa tale dottrina. La relazione fu tradotta dalla Rivista di Studi Politici Internazionali ed è rintracciabile nel volume 24 di aprile-giugno 1957.
[9 giugno 2023]

Il «giovane Bellocchio»? Ha 84 anni
Scheda di Rapito, dalla Guida ai film di Maurizio Porro sul Corriere della Sera: «Bologna, 23 giugno 1858: Edgardo Mortara, 7 anni, è rapito da un gendarme pontificio dalla casa della sua famiglia ebrea. Un atto crudele e spietato che porterà il bambino alla corte del Papa Pio IX dove diventerà cattolico: sarà vita devota, nevrosi e incubi. Un altro grande film del giovane Bellocchio che impartisce i sacramenti del dubbio, mistero, potere». Il regista Marco Bellocchio compirà 84 anni il 9 novembre. Più giovane di così.
[29 maggio 2023]

Per Facci sono femmine anche i paralumi
Filippo Facci sulla prima pagina di Libero: «Ora, sabato mattina, quelle urla come tante, in tanti anni: solo che lui, il 60enne Fausto Baldoni, due Tso alle spalle, ha preso una abat jour». Il gender dilaga. (Abat-jour, con il trattino, in italiano è sostantivo maschile invariabile).
[6 giugno 2023]

Di Feo fallisce il Blitzkrieg
Gianluca Di Feo sulla Repubblica: «I nazisti occuparono i ponti con un’incursione dei parà, subito raggiunti da colonne di panzer e grazie alla blitzkrieg misero fine all’inviolabilità dei Paesi sotto il livello del mare». Il gender dilaga. (Si scrive «al Blitzkrieg», con la maiuscola e con la preposizione articolata maschile, anche se in tedesco il sostantivo significa «guerra lampo»).
[7 giugno 2023]

Fare le pulci è un dovere
C. Maf. sul Corriere della Sera: «E sulla scelta di Annunziata, il direttore del Tg di La7 dice: “A differenza di Fazio non ha un’altra tv, è andata via dignitosamente ma perché non è d’accordo con il governo. Chi fa informazione dovrebbero invece fare le pulci a tutti”». Siamo d’accordo. Cominciamo con il fare le pulci a C. Maf. sulla concordanza soggetto-verbo.
[4 giugno 2023]

«Sir Evans» non si può scrivere
Sommario dal Sole 24 Ore: «Oxford. La rassegna all’Ashmolean Museum illustra l’opera di Sir Evans con taccuini e mappe e allarga lo studio dell’area oltre la vita del Palazzo, dal IX millennio a.C. all’VIII secolo d.C.». O sir Arthur oppure sir Arthur Evans. Sir Evans proprio no, come chiaramente specificato alla voce sir dal dizionario di inglese Il Ragazzini 2023 (Zanichelli): «Titolo che spetta a un baronetto o a un cavaliere: non precede mai il solo cognome».
[29 maggio 2023]

Bei resta in mutande e canottiera
Francesco Bei intervista sulla Repubblica il fantino Frankie Dettori, che ha annunciato il suo ritiro dall’ippica. Nel ricordargli il 28 settembre 1996, quando ad Ascot vinse tutte e sette le corse in programma, Bei gli chiede: «Si è sentito un dio quel giorno?». Risposta di Dettori: «Quel giorno no, ero troppo emozionato e confuso… il giorno dopo sì! Quando ho aperto la porta per prendere il giornale c’era una torma di giornalisti fuori con le telecamere. Wow! Io ero in mutande e canottiera e ho subito richiuso la porta». Commento di Bei: «Sembra la scena di Hugh Grant in Notting Hill». Sbagliato. Nel film citato, ad aprire la porta è l’attore Rhys Ifans, che interpreta Spike, lo stralunato coinquilino dell’altrettanto eccentrico libraio William Thacker (impersonato da Grant). Solo che in quella scena non si presenta alla stampa «in mutande e canottiera», come Dettori: indossa solo gli slip.
[29 maggio 2023]

Forse, anzi senz’altro: la logica secondo Marzano
La filosofa Michela Marzano, sulla Stampa, a proposito di sua nonna: «Forse perché era una donna intelligente, anzi, lo era senz’altro». Quando si dice avere le idee chiare.
[29 maggio 2023]

Severgnini sbaglia l’anno della spagnola
Nell’editoriale d’apertura sulla prima pagina del Corriere della Sera, intitolato «Fare figli in tempi difficili», Beppe Severgnini rievoca alcune vicissitudini familiari: «Il suo settimo figlio, mio padre, è nato nel gennaio 1917: in piena prima guerra mondiale, l’Italia flagellata dall’influenza spagnola». Il riferimento temporale alla grande epidemia è ingiustificato. Il 17 settembre 1918, a pagina 2, con il titolo «La malattia spagnuola», Dott. Ry. scriveva infatti sul medesimo Corriere della Sera: «Sotto il nome di malattia spagnuola si designa una malattia epidemica, che è comparsa cinque o sei mesi or sono nell’Europa meridionale ed ha assunto più tardi una diffusione enorme anche nell’Europa centrale. Alcuni paesi ne sono stati maggiormente infestati, fra i quali la Spagna (donde la sua denominazione): e non ne venne risparmiata l’Italia, in alcune regioni della quale la sua frequenza ha assunto delle proporzioni impressionanti (ad esempio nel Piemonte lo scorso maggio): anche oggidì dei nuovi casi ne vengono segnalati ininterrottamente nell’intiera penisola». Se ne deduce che la spagnola flagellò l’Italia soltanto a partire dal 1918, grosso modo da marzo, quindi 14 mesi dopo rispetto al racconto di Severgnini.
[3 giugno 2023]

La Repubblica adesso intervista i morti
Titolo dal sito della Repubblica: «Intervista al 18enne ucciso a Bari da una squadraccia fascista». Un nuovo genere giornalistico: l’intervista con il morto.
[2 giugno 2023]

La genialità geniale di padre Spadaro
Tweet di padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica: «Geniale l’appello di Papa Francesco che – “in questo tempo di crisi dell’ordine mondiale”, “paradigmi rigidi”, e “gravi sfide a livello climatico ed economico” – chiede la “genialità di un linguaggio nuovo, di storie e di immagini potenti, di scrittori poeti artisti”. Come rispondere?». Con un lampo di genio, magari.
[25 maggio 2023]

Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire/1
Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire nella sua rubrica sul Sole 24 Ore: «Tutto raccontato per filo e per segno da due volponi come Luigi Bisignani e Paolo Madron. Trecci e intrecci imperdibili». Ammettiamo qui la nostra ignoranza: avevamo sempre sentito parlare di trecce, di trecciaie, di trecciature, di trecciaiole e financo di trecciere, mai di trecci. Tuttavia, siccome ci piace farci una cultura, siamo riusciti a scovare un’unica citazione nella storia della letteratura italiana, tratta dal De Amore di Andrea Cappellano: «A la qual domandagione, così rispuose la contessa: che l’amante puote dall’altro ricevere ornamento da capo, trecci o ghirlanda d’oro o d’argento, fibiagli da petto, specchio, cintola, borsa; cordella da llato, pettine, bossolo, guanti, anello, spetie, cose da liscio, cose da riporre l’altre cose, insegna per cagione di ricordarsine, e in somma sì tti dico che ogne cosa picciola si può dare e torre ch’apertenga a liscio di corpo o che sia bella a vedere, overo cosa che si dà per ricordanza l’uno amante dall’altro; e quest’è vero, se quello che ssi dà non si riceve per avaritia». Però si era nell’anno 1372. Del resto, il diavolo viene da lontano (anche se non andrà lontano).
[4 giugno 2023]

Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire/2
Lo stesso Mephisto Waltz nella medesima rubrica scrive: «Però il pianista ungherese Sir Andràs Schiff non rientra nella sua Ungheria, finché Orbàn sarà al potere». Segnaliamo al coltissimo satanasso che nella lingua ungherese non esistono vocali con gli accenti gravi, ma solo acuti. Quindi András Schiff e Orbán. Lo sa persino Wikipedia.
[4 giugno 2023]

Gli accenti di Tomaso Montanari
Tomaso Montanari, normalista, professore ordinario di storia dell’arte moderna presso l’Università per stranieri di Siena, dedica a don Lorenzo Milani un articolo sul Fatto Quotidiano, nel quale leggiamo «perche», «non esiste piu una “guerra giusta” ne per la Chiesa ne per la Costituzione», «se un ufficiale dara loro ordini», «cosi non riusciremo a salvare l’umanita», «non e un motivo», «se non potremo salvare l’umanita». Continui a insegnare agli stranieri, professore. Per l’italiano ci arrangiamo da soli.
[29 maggio 2023]

O fallisce o è sull’orlo della bancarotta
Dal sito del Corriere della Sera: «Fallisce l’azienda dei genitori di Kate Middleton: ascesa e declino dei consuoceri del re. Producevano accessori per compleanni ed eventi di Corte: la pandemia ha mandato sull’orlo della bancarotta l’impresa». O fallisce o è sull’orlo della bancarotta, antica locuzione per indicare il fallimento, che sopravvive parlando dei reati fallimentari.
[30 maggio 2023]

Ciò detto, me lo lasci dire
Intervista di Emma Bonino, rilasciata a Giovanna Casadio della Repubblica: «Ciò detto, la premier Meloni fin qui ha lavorato per smontare la governance di Draghi». «Detto questo, prima di fasciarci la testa dobbiamo reagire punto su punto e avere fiducia nella Ue». «In Rai, me lo lasci dire dopo decenni di battaglie su questo, così han sempre fatto tutti». E ho detto tutto.
[29 maggio 2023]

Scommesse con la grammatica
Tweet del Fatto Quotidiano: «Natasha Stefanenko: “Mio marito Luca Sabbioni scommesse che mi avrebbe portato a letto nel giro di 48 ore, ecco come è finita». Si era stufato delle commesse oppure scommise?
[29 maggio 2023]

Uno strafalcione di quelli che fanno male
Attacco dell’articolo di M. T. M. (Maria Teresa Meli, si presume) sul Corriere della Sera: «La sconfitta elettorale del centrosinistra è di quelle che fa male». Ma anche lo sfondone è di quelli che fanno male.
[30 maggio 2023]

È in Guerrera con la lingua italiana
Antonello Guerrera, corrispondente della Repubblica da Londra, si occupa delle voci di un divorzio imminente fra Henry, duca di Sussex, e la moglie Meghan Markle: «Quanto c’è da credere a queste indiscrezioni sulla chiaccheratissima e giovane coppia fuggita in America?». Non lo sappiamo, ma crediamo fermamente che chiacchiere (e quindi chiacchieratissima) si debba ancora scrivere con la i.
[1° giugno 2023]

Mattarella era a Faenza, non a Forlì
Dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Nella foto Mattarella con i volontari, il presidente della Regione e il sindaco di Forlì». In realtà l’immagine, diramata dall’Ufficio per la stampa e la comunicazione della Presidenza della Repubblica, ritrae il capo dello Stato con accanto Massimo Isola, sindaco di Faenza, nella piazza del Popolo della medesima località.
[31 maggio 2023]

Sallusti scambia comminare con irrrogare
«Un sindaco piazza un autovelox dietro una curva di una strada che ha un limite di velocità basso e commina centinaia di multe al minimo sgarro», scrive Alessandro Sallusti, direttore di Libero, nel suo editoriale in prima pagina. Nel linguaggio giuridico, il verbo comminare significa «stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge». Se, come nel caso descritto da Sallusti, scatta una sanzione, allora quel sindaco infligge una multa oppure la irroga. Lo Zingarelli 2024 segnala come improprio l’uso di comminare nel senso di infliggere una pena.
[28 maggio 2023]

Tentati assassinii dell’italiano
Incipit di un editoriale del condirettore Massimo de’ Manzoni sulla prima pagina della Verità: «Ma se i genitori di Luca (rigorosamente “no vax”, come tutti i cattivi degni di tale nome da un paio d’anni a questa parte) sono dei tentati assassini...». Benché si rintracci quattro volte in una sola pagina di Vero all’alba di Ernest Hemingway (Mondadori), per colpa di una traduzione assai poco accurata di Laura Grimaldi – «Allora è solo un tentato assassino. Ma l’ho catturato. (...) Ti prego signore, il tentato assassino sta molto male e vorrebbe che tu gli bendassi le ferite. (...) Il tentato assassino, suo padre e suo zio avevano l’aria molto depressa. (...) Il tentato assassino era un giovane moran» – l’espressione sembra piuttosto distante dal buon italiano. Meglio assassini mancati. Tentati possono essere, al massimo, gli assassinii.
[29 maggio 2023]

La gara diventa un «contesto»
Apprendiamo dal sito del Corriere della Sera che «Kate Middleton si è esibita in apertura del contesto canoro con i vincitori 2022», accompagnando al pianoforte la Kalush Orchestra. «La band ucraina l’anno scorso ha vinto il contesto canoro con la canzone “Stefania”», insiste l’anonimo estensore della notizia. Il quale, con tutta evidenza, ha tradotto pedestremente da qualche testata o sito di lingua inglese: contest significa «gara, concorso, competizione» ed è segnalato tra i «falsi amici», cioè parole straniere simili a quelle di un’altra lingua per grafia o suono.
[14 maggio 2023]

Titolo nonsense per Giuliano Ferrara
Titolo d’apertura del Foglio per l’editoriale di Giuliano Ferrara: «La politica non riesce a fare i conti con Calenda, ad assorbirlo come personaggio e leader. È un suo problema, ma anche un problema della politica». Il soggetto della prima frase è «la politica», quindi il pronome suo con cui comincia la subordinata non può che riferirsi allo stesso soggetto, non a Calenda. Ne consegue un nonsense: è un problema della politica, ma anche un problema della politica.
[17 maggio 2023]

«Scattaranno» i rimborsi fiscali
Tweet della Repubblica: «Precompilata, da oggi possibili le modifiche al 730. Ecco quando scattaranno i rimborsi» (errore ripetuto nel testo sottostante). È già tanto che non ce li scatarrino addosso.
[11 maggio 2023]

La madre di Jessica ferita al funerale
Titolo dal Corriere della Sera: «Jessica, la madre ferita al funerale». Ma così sembra che la mamma di Jessica Malaj, la ragazza pugliese di 16 anni uccisa a coltellate dal padre, sia stata ferita durante le esequie. Equivoco (parzialmente) evitabile: «Jessica, al funerale la madre ferita».
[16 maggio 2023]

Bettin e la «manciata di attimi»
Serenella Bettin sulla Verità: «Tutto è accaduto in una manciata di attimi». Come sia possibile immaginare una piccola quantità (significato di manciata) di una brevissima frazione di tempo (significato di attimo) è un mistero che attiene più alla lingua italiana che alla cronometria.
[23 maggio 2023]

L’Osservatore Romano e Il mulino del Po’
Sull’Osservatore Romano, Edoardo Zaccagnini rievoca con accenti elegiaci I promessi sposi, lo sceneggiato della Rai diretto da Sandro Bolchi nel 1967: «Con la staticità densa e l’essenzialità di allora, sorrette dalle intramontabili virtù della semplicità e della chiarezza, quella traduzione televisiva fu rigorosa e potente gregaria al servizio del testo, figlia robusta, non priva di una sua spiccata personalità, di quel piccolo schermo saggiamente concepito come biblioteca per immagini: riempita da classici stranieri o italiani come Il mulino del Po’ di Riccardo Bacchelli». Ampollosità a parte, tutto bene. Ma l’apostrofo è da matita blu: il fiume più lungo d’Italia non ha nulla a che vedere con la forma tronca di poco.
[22 maggio 2023]

Plebiscito ma con due voti in meno
Dal Corriere dell’Alto Adige, prima pagina: «Michl Ebner è stato eletto per la quarta volta alla guida della Camera di commercio: al patron del gruppo Athesia sono andati 43 voti su un totale di 45, un plebiscito». Diremmo quasi un plebiscito, considerato che questo sostantivo significa «consenso unanime» (quindi, nel caso specifico, richiedeva 45 voti su 45).
[23 maggio 2023]

La benedezione della Repubblica ai coniugi
Tweet della Repubblica: «Secondo una ricerca arrivare alle nozze senza avere avuto molte esperienze erotiche precedenti, aiuti a rendere più intimo e durevole il rapporto tra i coniugi». Tralasciando la punteggiatura, è un auspicio di papa Francesco?
[4 maggio 2023]

Umbraculi agna scor, il redattore è Fatto
Didascalia dal Fatto Quotidiano: «Berecund uiapsid aisod Umbraculi agna scor ruras esas dasd asdas, FOTO CREDIT». Fossimo di Perugia, saremmo molto offesi.
[29 maggio 2023]

L’Ansa ti mette a terra
Dall’Ansa: «Il Festival dell’Economia di Trento parte con la prima giornata». Vediamo difficile che si potesse inaugurare con la seconda. Poco più avanti: «“È difficile stare fermi. Abbiamo fatto una cosa importantissima con il Next Generation Eu. È chiaro che metterli a terra in Italia è fondamentale per questa operazione”. Lo ha detto il commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, nel corso di un incontro al Festival dell’Economia di Trento». Mettere a terra chi o che cosa? Che i politici si rifugino nelle locuzioni stereotipate prive di senso (e questa è una delle più gettonate: da metà novembre 2022 a metà maggio 2023 è apparsa ben 3.608 volte sulla stampa italiana), appare scontato. Meno scontato è che i cronisti le riportino, manco fossero pappagalli, ed evitino di tradurle. Chiusura con il botto: «In mattinata l’intervento della segretaria del partito democratico Elly Schlein. “Una delle prime cose che abbiamo deciso di fare con la segreteria è un ciclo di incontro con le parti datoriali». Se è un ciclo («serie di manifestazioni o attività realizzate intorno a un tema o a uno scopo unitario», Lo Zingarelli 2024), sarà di incontri. Per il resto, tutto chiaro.
[25 maggio 2023]

Due organismi vaticani risuscitati per Preziosi
Secondo Al. Ar., che presumiamo essere Alessandra Arachi (Corriere della Sera), Antonio Preziosi, neodirettore del Tg2 «apprezzato dal centrodestra», è anche «vicino al Vaticano: dal 2012 è consigliere d’amministrazione del Centro televisivo vaticano ed è consultore del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, nominato da papa Benedetto XVI». Premesso che il nominativo del giornalista non figura nell’Annuario pontificio 2023, i due organismi vaticani citati da Al. Ar. sono stati soppressi rispettivamente nel 2017 e nel 2016.
[26 maggio 2023]

La Repubblica alla presa della pastiglia
Chiamasi doodle la versione modificata del logo di Google, utilizzata dal motore di ricerca in occasione di eventi importanti o particolari ricorrenze. Stando al sito della Repubblica, «il secondo Doodle fu realizzato nel 2000 per ricordare il giorno della presa della pastiglia». E oggi la febbre come va? (Celebrava la Presa della Bastiglia, 14 luglio 1789).
[30 aprile 2023]

L’intervista più lunga nella storia del giornalismo
In un’intervista con Antonello Vedovato, presidente della Fondazione Edulife, Stefano Lorenzetto scrive sull’Arena, a proposito di Umberto Paolucci: «Lo intervistai 20 anni, quand’era il vice di Bill Gates e il presidente per Europa, Africa e Medio Oriente. Mi spiegò che il magnate del software nel 1985 gli aveva chiesto di aprire Microsoft in Italia. Ci riuscì in soli 45 giorni». L’intervista più lunga nella storia del giornalismo: è durata 20 anni (senza il fa).
[28 maggio 2023]

Nessuno resti indietro, avanti c’è posto
Titolo di apertura dalla prima pagina di Avvenire: «Nessuno resti indietro». Lo diceva 80 anni fa anche il bigliettaio Cesare (Aldo Fabrizi) nel film di Mario Bonnard: «Avanti c’è posto».
[17 maggio 2023]

Melitopol, città delle ciliegie, anzi del miele
Conclusione di una corrispondenza dal fronte firmata da Marta Serafini, inviata del Corriere della Sera a Prokovs’k (Ucraina): «Nell’attesa che Melitopol, la città delle ciliegie, torni ad essere libera». Può darsi che da quelle parti abbondino anche i frutti rossi, tuttavia Melitopol è, per antonomasia, la città del miele, come attesta Curzio Malaparte in Kaputt (Adelphi): «L’interprete era un Sonderführer piccolo e magro, di non più di trent’anni, dal viso pallido sparso di bollicine rosse, che era nato in Russia, nel Volksdeutsche di Melitopol, e parlava il russo con uno strano accento tedesco. (La prima volta che mi capitò d’incontrarlo, io gli dissi scherzando che Melitopol vuol dire città del miele. “Sì, c’è molto miele nella regione di Melitopol”, mi rispose con voce sgarbata, oscurandosi in viso “ma io non mi occupo di apicoltura: sono maestro di scuola”)».
[9 maggio 2023]

Lirio Abbate è tornato in forze
Alessandro Da Rold sulla Verità si occupa dell’Espresso: «Del resto, a lasciare la direzione era stato, non senza polemiche, Lirio Abbate, ora tornato in forze a Repubblica». Ha preso un ricostituente? (Le espressioni essere in forze e rimettersi in forze attengono alla forma fisica. Far parte dell’organico di un’azienda, di un gruppo e simili richiede il singolare: essere in forza).
[26 maggio 2023]

C’è «chi tenta di uscire un auto»
Alfio Sciacca, inviato del Corriere della Sera a Conselice (Ravenna), una delle località devastate dall’alluvione: «C’è chi si affaccia alla porta con le mani che penzolano nell’acqua putrida e chi tenta di uscire un auto finendo per restare bloccato nella melma». È vero che in letteratura vi sono illustri precedenti («Aveva uscito di tasca un giornale», Italo Calvino; «Il bambino non deve avercela con me perché l’ho uscito con quest’acqua», Beppe Fenoglio), tuttavia l’uso transitivo del verbo uscire è classificato come «raro, colloquiale» dallo Zingarelli 2024. E comunque auto, a dispetto del gender dilagante, resta femminile: un’auto, con l’apostrofo.
[25 maggio 2023]

Santità, per la concordanza dei verbi cerchi uno bravo
«Il caffè che beve il Papa arriva da Palermo. Il grazie di Francesco alla torrefazione Stagnitta», titola La Repubblica. Per dare più importanza a quella che ha tutta l’aria di essere una marchetta espressa, il quotidiano riproduce il biglietto autografo che il Pontefice ha inviato a Rosario Marchese, titolare della storica torrefazione siciliana e, incidentalmente, genero della compianta Letizia Battaglia, famosa fotografa: «Caro fratello, desidero ringraziarti per i prodotti della “Torrefazione G. Stagnitta” che mi hai fatto recentemente pervenire a Casa Santa Marta. Grazie per questo gesto e per le parole di affetto con cui l’ha accompagnato». Santità, deve farsi consigliare da qualche minutante della Segreteria di Stato che conosca la concordanza dei verbi.
[13 maggio 2023]

Veronica Gentili scambia affittuario e locatore
Nella rubrica settimanale che tiene sul Fatto Quotidiano, in cui dà il voto (bella pretesa) a vari personaggi, Veronica Gentili bastona Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, reo di aver punzecchiato gli universitari che vorrebbero l’alloggio garantito: «Se invece ci si aspetta che la soluzione stia nella capacità dello studente di contrattare con l’affittuaria, forse il problema non sono le nuove generazioni». Diremmo che il problema più grosso sia quello di una telegiornalista, iscritta all’Ordine, la quale non conosce la lingua italiana e scambia l’affittuario («chi ha preso qualcosa in affitto», Lo Zingarelli 2024) per il suo esatto contrario, cioè il locatore. Senza contare che non si capisce perché a concedere in affitto le case dovrebbero essere solo persone di sesso femminile, per stare al genere usato da Gentili. Nella stessa rubrica, si rintraccia quest’altra perla: «È davvero necessario ripetere quella stessa formula tanto abusata nel corso della pandemia che spinge a volersi opporre al parere ufficiale della scienza contrapponendole lo sparuto punto di vista di qualche esponente dissenziente, con l’obiettivo di mettere in discussione qualsiasi evidenza acclarata e di promuovere un relativismo assolutorio e pericoloso?». In attesa che l’interessata chiarisca a sé stessa, prim’ancora che ai lettori, ciò che scrive, le segnaliamo che un punto di vista non può essere sparuto, avendo questo aggettivo il seguente significato: «Molto magro, esile, gracile, smunto, macilento (una persona, il corpo o l’aspetto), per lo più per costituzione, per l’età avanzata o giovanile, per la denutrizione e gli stenti o in seguito a sofferenza, malattia o tensione psicologica» (Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana). Nel frattempo, le dimezziamo toto corde il voto (4) da lei assegnato a Brugnaro: 2.
[22 maggio 2023]

Balla sui lupi, se ci riesci
Dal Corriere della Sera: «È morto a Roma, a 84 anni, Filippo Ottoni, regista, sceneggiatore e storico direttore del doppiaggio: nel corso della sua carriera aveva tradotto o adattato oltre 200 film (da lavori di Clint Eastwood a Tim Burton fino a Emir Kusturica). A lui si devono, tra le altre cose, le versioni italiane di titoli importanti come Balla sui lupi». Dovendo escludere un caso di zooerastia (detta anche zoofilia erotica), pensiamo che si trattasse di Balla coi lupi.
[9 maggio 2023]

Arrivano le bambine femmine
Pubblicità dal sito dell’Ansa: «Ecco la classifica dei primi 10 nomi per bambine femmine». Il gender dilaga.
[9 maggio 2023]

Lingue morte, numeri moribondi
«Clamoroso. Ogni quattordici giorni muore una lingua. Di questo passo, delle settemila lingue parlate oggi, ne sarà rimasta, alla fine del secolo, circa la metà», lancia l’allarme Anteprima, citando un articolo di Avvenire. La fonte dell’informazione è il linguista Federico Faloppa. Il quale (sempreché sia stato correttamente riportato il suo pensiero) se la caverà bene con le parole, ma non certo con i numeri. Se morisse una lingua ogni 14 giorni, significherebbe che ne spariscono 26 l’anno. Al 2100 mancano 77 anni. Quindi entro la fine di questo secolo ne saranno morte 2.002. La metà di 7.000 è 3.500, non 2.002.
[24 maggio 2023]

Le case vuote diventano case chiuse
Su www.spreaker.com, il giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi, voce narrante del podcast This is my Milano, nell’episodio 1 (Porta Roma: quinte teatrali), afferma: «Di chi sono le case chiuse è il titolo di un piccolo illuminato e illuminante libro scritto da Ettore Sottsass». Il volumetto, pubblicato nella Piccola Biblioteca Adelphi, s’intitola però Di chi sono le case vuote. Giusto per non fare casino.
[18 maggio 2023]

Un premio Nobel dimenticato
Il sito della Repubblica, parlando del film Io, Caligola, sconfessato da Gore Vidal, rinnegato da Tinto Brass, oggetto di infinite cause giudiziarie, ricorda Peter O’Toole ed Helen Mirren fra i premi Oscar che vi recitarono, ma dimentica l’altrettale sir John Gielgud, ahilui. Da notare comunque che nessuno dei tre attori aveva ancora vinto la prestigiosa statuetta nell’anno (1976) in cui fu girata questa «sagra di kitsch fantapornosadomasolatino» che coniuga «il cinema delle luci rosse e quello della violenza» (Il Morandini 2023, Zanichelli).
[16 maggio 2023]

Il melomane non distingue Puccini da Donizetti
Sul Corriere della Sera, Giovanna Maria Fagnani fa parlare Luciano Pituello, classe 1933, che «ha dedicato la vita alla diffusione della cultura musicale italiana». Pituello, «che ancora oggi ha una bella voce da baritono», si scoprì melomane a 15 anni: «I miei erano appassionati d’opera e mi portavano alla Scala. Un giorno rientrai a casa e accesi una radiolina. Sentii un fruscio e dalle prime note riconobbi la romanza Spirto gentil dalla Favorita di Puccini. Rimasi impietrito da quella voce». Restiamo impietriti anche noi: La Favorita è di Gaetano Donizetti.
[14 maggio 2023]

Coniugi poco interessati a congiungersi
Dall’Ansa: «Le separazioni e i divorzi giudiziali, cioè quelli “litigiosi”, possono arrivare a costare fino a oltre 8-10mila euro. E così sono diverse le coppie, in una congettura economica come quella attuale, che rimandano la chiusura di un matrimonio già estinto». Coniugi non più interessati alla congiuntura.
[16 maggio 2023]

Nigro anticipa di 15 anni la porpora di Montini
Sul supplemento domenicale del Sole 24 Ore, Salvatore Silvano Nigro menziona Giorgio Manganelli, del quale custodisce l’eredità culturale, accreditando un errore dello scrittore, senza notarlo. Giuliana Benzoni, proprietaria della villa di Sorrento in cui Manganelli conobbe l’amante Ebe Flamini, avrà sì avuto «parte essenziale» nella preparazione del 25 luglio 1943, ma non poteva tenere «i contatti con il cardinal Montini per assicurarsi il benevolo atteggiamento del Vaticano», perché il futuro Paolo VI avrebbe ricevuto la porpora solo alla fine del 1958, oltre 15 anni più tardi.
[30 aprile 2023]

Buona sera, buona sera dal Tg1, tra morti e rovine
In apertura del Tg1 delle ore 20, quasi interamente dedicato all’alluvione che ha provocato lutti e rovine in Emilia Romagna, dopo 1 minuto e 42 secondi di immagini catastrofiche, sormontate dal titolo «Come un terremoto», la conduttrice Laura Chimenti esordisce con il suo consueto insopportabile saluto, dotato di eco (ed ego) incorporato: «E buona sera, buona sera a tutti voi dal Tg1». Ottima sera, davvero ottima.
[17 maggio 2023]

Perché piove, governo ladro?
Titolone di prima pagina del Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) per annunciare che sono esondati tutti i fiumi dell’Emilia Romagna: «Perché?». Geniale. Perché il governo è ladro, quindi piove, ovvio.
[18 maggio 2023]

L’Avvenire 10 volte più veloce della luce
Su Avvenire, Luca Miele informa che «Kiev rivendica di aver abbattuto sei missili Kinzhal ipersonici russi in una sola notte» e dettaglia: «I Kinzhal possono trasportare testate convenzionali o nucleari fino a 2mila chilometri di distanza e viaggiano a una velocità fino a 10 volte quella della luce». Deve trattarsi di scienza dell’Avvenire. La velocità della luce nel vuoto (poco meno di 300 milioni di metri al secondo) è quella massima raggiungibile. Non esiste nulla al mondo che possa eguagliarla, figurarsi superarla di 10 volte. Mai sentito parlare di un certo Albert Einstein e della teoria della relatività?
[17 maggio 2023]

Berlusconi, 45 anni di ospedale
Tweet di Fanpage: «Silvio Berlusconi sarà dimesso oggi dopo 45 anni di ricovero al San Raffaele». Torna a casa, Immortale.
[19 maggio 2023]

L’ultimo post di Murgia? Tocchiamo ferro
Tweet del Corriere della Sera: «Michela Murgia: “È caduto il primo ciuffo, mi raso a zero”». Occhiello: «L’ultimo post della scrittrice». Che fretta.
[9 maggio 2023]

Libero rifà l’Asse Roma-Berlino-Tokyo
Titolo dalla prima pagina di Libero: «La sfida di Giorgia tra i 7 grandi. Il premier rinsalda la cooperazione militare con Tokyo». Dopo 83 anni torna l’Asse Roma-Berlino-Tokyo?
[19 maggio 2023]

L’indipendenza secondo l’Ansa
Dall’Ansa: «Secondo l’agenzia turca indipendente Anka vicina all’opposizione...». Più indipendente di così.
[14 maggio 2023]

Per Mereghetti il bestiame si coltiva
Nel recensire Killers of the flower moon, il film di Martin Scorsese presentato fuori gara al Festival di Cannes 2023, il grande critico Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera descrive «William K. Hale, l’unico coltivatore di bestiame in una zona dove tutti cercano petrolio». Povere mucche arate e trebbiate.
[21 maggio 2023]

Pirandello secondo La Repubblica
Secondo il sito della Repubblica, l’attore, musicista, autore e regista Lorenzo Terenzi, che sposerà la scrittrice Michela Murgia, «con Gabriele Lavia ha recitato ne I giganti della montagna, Il sogno di un uomo ridicolo, L’uomo con un fiore in bocca». L’atto unico di Luigi Pirandello s’intitola L’uomo dal fiore in bocca.
[8 maggio 2023]

Garattini e il numero dei morti in Italia
Intervistato da Stefano Lorenzetto sul Corriere della Sera, il farmacologo Silvio Garattini dichiara: «Ogni anno muoiono 180.000 italiani. La prevenzione eviterebbe il 50 per cento delle malattie croniche e dei tumori». In realtà, 180.000 sono, all’incirca, le vittime del cancro. Nel 2020, secondo l’Istat, il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146.
[19 maggio 2023]

D’Esposito riscrive gli ingredienti dell’olio
«A differenza della madre Elisabetta, settant’anni fa, Carlo si è fatto ungere con un olio santo e vegan, senza alcun ingrediente animale. Un olio realizzato con olive raccolte sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, laddove c’è anche il Getsemani, l’orto in cui Gesù pregò e pianse sangue e poi venne baciato da Giuda», scrive Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano. L’olio di oliva è un grasso alimentare vegetale, quindi è vegan per sua stessa natura: non può contenere ingredienti di origine animale. Commercialmente, viene classificato come olio vegan quello ottenuto da olive provenienti da agricoltura biologica certificata, per la cui coltivazione non siano stati utilizzati fertilizzanti chimici, pesticidi, diserbanti e derivati del petrolio e i concimi e gli anticrittogamici naturali eventualmente impiegati siano esclusivamente di provenienza vegetale. Il che nulla ha a che vedere però con i presunti «ingredienti di origine animale» di cui parla d’Esposito.
[8 maggio 2023]

Messa infinita
Avvenire minaccia in prima pagina: «La Messa non è finita». Ecco perché nessuno va più in chiesa.
[10 maggio 2023]

Messa in piega
Titolo dalla rubrica Lifestyle di Vivimilano, supplemento del Corriere della Sera: «Domenica? Messa in piega». Terzo: «Ricordati di santificare le feste».
[10 maggio 2023]

Errori da matità «blù»
A Castellammare di Stabia un operaio regala una tuta blu a Elly Schlein, neosegretaria del Pd. La Repubblica saluta l’evento su Twitter, dando la parola al donatore: «“Il blù è il colore che ti dona di più”». Dopo l’armocromista, urge un linguista esperto in accenti.
[9 maggio 2023]

Gassman generato da suo figlio
Valerio Cappelli ricorda Vittorio Gassman sul Corriere della Sera: «Si era ammorbidito. Jacopo, che lo ebbe a 58 anni, ricorda la dolcezza estrema del padre». Ma così sembra che il figlio abbia procreato il genitore. Bastava omettere il pronome lo.
[8 maggio 2023]

La Repubblica s’inventa lo «stewart»
Tweet della Repubblica: «“Qui l’uomo nero fa paura. Un ministro una volta mi vide e scappò via”: parla lo stewart insultato agli Internazionali di tennis». Lo stewart? Rod Stewart, il cantautore? Dave Stewart, il tastierista che stava con Annie Lennox degli Eurythmics? Jackie Stewart, il pilota tre volte campione del mondo di Formula 1? O forse era lo steward, ma alla Repubblica non lo sanno.
[14 maggio 2023]

Il primo test dopo le politiche, anzi il secondo
Titolo dall’Ansa: «Centrodestra esulta, superato il primo test dopo le politiche». Le elezioni politiche si sono svolte domenica 25 settembre 2022. Il primo test dopo quella tornata sono state le elezioni regionali in Lazio e Lombardia del 12 e 13 febbraio 2023, con un totale di 12,8 milioni di elettori, mentre tutti i Comuni al voto il 14 e 15 maggio ne contavano la metà, 6,3 milioni. Quindi si è trattato del secondo (e minore) test dopo le politiche.
[15 maggio 2023]

Metti una virgola tra soggetto e verbo
Sommario del titolo di apertura dalla prima pagina della Repubblica: «Intervista al segretario Cgil Landini: “L’incentivo fiscale per combattere la denatalità, è una presa in giro dei lavoratori”». Complimenti per la virgola tra soggetto e verbo.
[23 aprile 2023]

Lucio Caracciolo inventa la «mediosfera»
In un articolo stranamente pirotecnico per i canoni della geopolitica di cui è maestro, Lucio Caracciolo si fa scoppiare qualche petardo tra i piedi. Scrive sulla Stampa: «Sragionamenti bellicosi che passano quali banalità nella mediosfera e vi si autoalimentano. Siamo in piena nevrosi da incertezza strategica, che nei riti di passaggio può inclinare all’idiozia del brevissimo termine. La deflazione del potere egemone genera inflazione delle paure collettive. Espressa nella tirannia delle piccole decisioni o tragedia dei beni comuni: cumulo di scelte frenetiche di soggetti singoli, fuori contesto, volte al presunto interesse immediato, che sfocia in esiti non voluti». Nostradamus era più facile da decifrare. Per esempio: dove sta la mediosfera, una terra secondo Caracciolo famosa per gli «sragionamenti»? In mezzo alla sfera? Ma in che punto, precisamente? Caracciolo intendeva forse, ruotando la sua cultura come fa il pavone con le piume della coda, tirare in ballo non la mediosfera bensì la mediasfera. Come insegna la Treccani: «Mediasfèra s. f. – Nella riflessione del teorico francese Régis Debray elaborata a partire dal testo Vie et mort de l’image (1992; trad. it. 1999), concetto (médiasphère) che descrive in generale l’ambiente dei media che caratterizza un’epoca». Sbaglia dunque la vocale di mediasfera, trasformandola in mediosfera. Ma sbaglia pure l’accento quando scrive che «Jefferson ha emendato stesso». O non si mette l’accento, secondo la regola che c’impartivano alle elementari, oppure, se si mette come cominciò a fare contagiosamente Oriana Fallaci, dev’essere acuto: . Peraltro quando il compianto linguista Luca Serianni tenne la sua ultima lezione all’Università La Sapienza di Roma, il giorno in cui lasciò la cattedra per andare in pensione, ribadì «la propria unica, inderogabile pretesa sugli studenti: che scrivano “sé stesso” con l’accento». Quello giusto, però.
[13 maggio 2023]

Renzi, che meraviglia il suo Riformista
Incipit dell’editoriale di prima pagina sul Riformista, a firma del direttore Matteo Renzi: «Anche oggi mi presenterò in Tribunale, a Firenze, nell’ambito Anche oggi mi presenterò in Tribunale, a Firenze, nell’ambito del “processo Open”». Titolo: «Open to meraviglia». Siamo d’accordo.
[12 maggio 2023]

La casa dalle finestre che ridono (libera di muoversi)
Concita De Gregorio sulla Repubblica: «Sulla piazza in cui i bambini cantano affacciano le finestre di quella che fu la casa di Hirschmann a Ventotene nei primi anni Quaranta: era di nazionalità tedesca, non era confinata ed era libera di muoversi». Più che una casa, una roulotte. Targata Berlino o Francoforte?
[26 aprile 2023]

Il senatore Borghi ci lascia a bocca aperta
Il senatore Enrico Borghi spiega le ragioni del suo passaggio dal Pd a Italia viva con un articolo affidato a Linkiesta: «C’è una sinistra che vede il Pd del Lingotto come un errore, un tradimento, una amalgama non riuscita». Restiamo a bocca aperta come dal dentista. Lo Zingarelli 2024, con una «Nota d’uso» che precede il significato del lemma, sottolinea che «amalgama è un sostantivo maschile: si scrive perciò “un amalgama”; sono invece scorretti “una amalgama” o “un’amalgama”».
[2 maggio 2023]

Il Codice Sassoon non è il libro più caro
Su Domani, in un dotto articolo che tratta del Codice Sassoon, presentato dalla casa d’aste Sotheby’s come il più antico manoscritto completo della Bibbia ebraica (risalirebbe agli inizi del X secolo), lo storico Giovanni Maria Vian cita «David Solomon Sassoon, nipote del capo della comunità ebraica di Baghdad (poi di Bombay)» e lo definisce «rampollo della ricchissima dinastia dei “Rotschild d’oriente”». Grafia scorretta: la celebre casata si chiama Rothschild, con una h dopo la t. Inoltre Vian afferma che «la quotazione di questo splendido codice medievale è fra i 30 e i 50 milioni di dollari, una cifra enorme, mai raggiunta da un libro». Non è esatto: in quella fascia di prezzo si situava anche il Codice Leicester di Leonardo da Vinci, messo in vendita dal miliardario Armand Hammer, che Bill Gates si aggiudicò nel 1994 per 30,8 milioni di dollari in un’asta a New York, superando l’offerta dell’italiana Cariplo. Solo che, tenuto conto dell’indice d’inflazione, la somma sborsata dal patron della Microsoft oggi equivarrebbe a oltre 64 milioni di dollari, quindi ben più del Codice Sassoon.
[14 maggio 2023]

Barbareschi straparla della nonna di Polanski
«Io e Polanski siamo stati assaltati dalle femministe, ci siamo guardati: “Tua nonna è morta ad Auschwitz, mia nonna a Treblinka, se ci avessero detto che nel 2020 saremmo finiti chiusi in una camionetta con fuori donne coperte di sangue che gridano ‘riaprite le camere a gas’ non ci avremmo creduto”». Così Luca Barbareschi ad Arianna Finos in un’intervista sulla Repubblica. In realtà, non fu la nonna bensì la madre di Roman Polanski, Bula Katz-Przedborska, cattolica di origini ebraiche, a morire nel campo di sterminio di Auschwitz, dove giunse incinta e fu subito avviata alle camere a gas, come racconta lo stesso regista nella sua autobiografia edita da Bompiani nel 1984. Il padre venne invece deportato a Mauthausen, ma sopravvisse.
[9 maggio 2023]

Lo Champagne non è un vino?
Titolo dal sito del Corriere di Bologna: «Bologna, fallimento Osteria dei Poeti: all’asta tremila bottiglie di vino e champagne, centinaia in fila». Lo Champagne che cosa sarebbe se non un vino, che prende il nome dalla regione francese in cui viene prodotto?
[11 maggio 2023]

Per il Tg1 nel Medioevo si guardava la tv
Nel corso della diretta del Tg1 per l’incoronazione di Carlo III, durata quasi 5 ore, mentre la carrozza reale dall’abbazia di Westminster fa ritorno a Buckingham Palace, la conduttrice Perla Dipoppa a 56 minuti dalla fine se ne esce con questa osservazione sul nuovo re d’Inghilterra e sulla consorte Camilla: «Ecco, i monarchi devono essere visti per essere creduti, questo lo diceva sempre la regina Elisabetta. Per questo la carrozza è così alta e per questo c’è chi come nel Medioevo non s’accontenta di vederli in tv, di seguirli sulla Bbc o alla radio, ma ha bisogno di vederli dal vivo». Bei tempi quando il Tg1 era diretto da re Artù. Il nome Perla non ci sembra usurpato.
[7 maggio 2023]

Carlo III e le 163 citazioni di Dio non udite da Varvello
Nella medesima diretta, Marco Varvello, corrispondente da Londra nonché responsabile dell’ufficio per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi della Rai dal Regno Unito, annuncia che re Carlo «viene unto come quando si pensava che la sovranità provenisse da Dio». L’uso del verbo all’imperfetto appare azzardato. Sarà forse vero che molti sudditi britannici non la pensano più così, tuttavia quello avvenuto nell’abbazia di Westminster è un rituale immutato dal 1066, in cui la parola Lord (Signore) è stata ripetuta 89 volte e la parola God (Dio) 74. Non solo: Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, che lo ha presieduto e che si presume creda ancora nell’Altissimo, ha espressamente chiesto al sovrano: «Volete mantenere, al massimo delle vostre possibilità, le leggi di Dio e la vera professione del Vangelo?». E re Carlo ha solennemente giurato: «Prometto di fare tutto questo. Assolverò e manterrò le promesse che ho fatto oggi. Che Dio mi aiuti». Evidentemente, a dispetto di Varvello, almeno lui pensa ancora di essere stato unto perché la sua sovranità proviene da Dio.
[6 maggio 2023]

Roddolo s’inventa un genero del re
Enrica Roddolo, inviata a Londra dal Corriere della Sera per il giuramento di Carlo III, scrive: «Poi Harry si è accomodato in terza fila sedendosi vicino a un altro genero del re, suo padre: Jack Brooksbank e anche con Brooksbank che lavora nel mondo del beverage con un brand di liquori in società con George Clooney, Harry ha scambiato qualche parola». Essendo padre di due maschi, Carlo III non può avere «un altro genero», non avendone nessuno. Ha solo due nuore. Brooksbank è genero del fratello del re: ha infatti sposato la principessa Eugenie di York, figlia secondogenita di Andrea, duca di York, e di Sarah Ferguson.
[7 maggio 2023]

Mussolini si rifugiò sul Gran Sasso, secondo La Stampa
Speciale della Stampa sul Giro d’Italia. Titolone: «Campo Imperatore / La salita nella storia d’Italia / l’arrivo dove si rifugiò il Duce». Un dettaglio storico davvero speciale. Benito Mussolini non si rifugiò affatto a Campo Imperatore, al contrario vi fu tenuto prigioniero. Venne detenuto nell’albergo sul Gran Sasso d’Italia, a quota 2.130 metri, dopo l’armistizio di Cassibile, dal 28 agosto al 12 settembre 1943, quando fu liberato, con un blitz dal cielo, dai tedeschi agli ordini del maggiore dei paracadutisti Harald-Otto Mors e del capitano delle SS Otto Skorzeny. Come peraltro si legge nella didascalia della Stampa, sotto la foto del Duce scattata quel giorno: «Il 12 settembre 1943 ci fu l’azione militare che portò alla liberazione del Duce, imprigionato sul Gran Sasso». Segno che certi titolisti non leggono neppure il loro giornale.
[5 maggio 2023]

D’Alatri, «una vita senza senso»
Giorgio Gosetti, sul sito dell’Ansa, redazione Cultura, informa: «Per tanti la notizia della scomparsa del regista Alessandro D’Alatri arriva oggi come il fulmine che spezza una vita senza senso». Andrebbe trasferito alla redazione Agricoltura.
[3 maggio 2023]

Ceccarelli in ritardo di un secolo
Sul Venerdì di Repubblica il brillante e di solito documentatissimo Filippo Ceccarelli si occupa delle reliquie tradizionalmente risalenti alla croce di Cristo e incorre in uno scivolone cronologico non da poco, scrivendo che Elena, madre dell’imperatore Costantino e santa veneratissima, recuperò la reliquia «a Gerusalemme nel terzo secolo». Ma l’imperatrice madre si recò in Terrasanta nel 326, quindi nel quarto secolo inoltrato.
[5 maggio 2023]

Ilary Blasi «sbaraglia le carte»
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Ilary Blasi, il suo look divide i social: le foto postate e tutti i segreti del cambiamento. Nuova capigliatura per la conduttrice dell’“Isola dei famosi” che, per la prima puntata, sbaraglia le carte in tavola con uno stile rock». Non sapevamo che la briscola fosse una guerra. (Sbaragliare significa «mettere in rotta il nemico, travolgendolo completamente»).
[18 aprile 2023]

La Palisse alla Repubblica: encefalite cerebrale
Titolo dal sito della Repubblica: «Bruce Springsteen commuove anche giù dal palco: fa visita all’amico e collega Shane MacGowan malato di encefalite cerebrale». L’encefalite è l’infiammazione dell’encefalo, cioè del cervello, quindi l’aggettivo cerebrale è assurdo. Non può esistere l’encefalite cardiaca, o polmonare, o gastrica, o renale.
[4 maggio 2023]

L’Osservatore Romano e il codice Pluteo
In un riassunto di prima pagina, L’Osservatore Romano dà notizia di «una versione inedita della fine del XIII secolo di una preghiera scritta in latino» da Francesco d’Assisi «rinvenuta nel margine esterno della prima carta del codice Pluteo». Un’indicazione criptica e sciatta. Solo gli specialisti capiscono infatti che si tratta di un manoscritto della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, dove esiste il fondo Plutei ovviamente costituito da molti codici, ma nemmeno gli esperti possono indovinare quale sia. E infatti all’interno l’informazione è completa e inequivocabile: «Pluteo 22 dex. 3». Bastava che i giornalisti dell’Osservatore in prima pagina accennassero al codice come fiorentino o, tutt’al più, laurenziano.
[20 aprile 2023]

Concita De Gregorio fra antenna e obelisco
Esordisce sul Web il magazine digitale The Hollywood Reporter Roma, gemello della testata fondata negli Stati Uniti nel 1930, specializzata sul mondo del cinema e dell’intrattenimento. Ne è direttore responsabile Concita De Gregorio, che lo presenta con un editoriale fiume di 11.624 battute, nel quale si legge: «Non occorre che vi dica di cosa sia antenna e indice un obelisco». Che fa, signora, allude? Fra le varie sezioni, ve n’è una che presenta un portfolio di ritratti fotografici realizzati da Leandro Manuel Emede, tra i quali figura quello di tale «Valentina Lodovichi», che sarebbe l’attrice Valentina Lodovini. Un sito di cinema che promette bene.
[20 aprile 2023]

L’incidente di Ciro Immobile in tilt
Titolo dal sito della Repubblica: «“Spento, giallo a intermittenza e poi rosso”. Un video mostra il semaforo dell’incidente di Ciro Immobile in tilt». Quando il calciatore va in tilt, resta Immobile.
[3 maggio 2023]

Qua la mano, Fido
La Stampa su Twitter: «Un cane smarrito ha potuto riabbracciare il suo proprietario». Quindi, se i cani hanno le braccia, bisognerà cambiare nome alla sezione La Zampa nel sito del quotidiano torinese: La Mano.
[27 aprile 2023]

Masneri e Minuz innalzano Lefebvre alla porpora
Michele Masneri e Andrea Minuz, scrivendo sul Foglio dei luoghi di Giorgia Meloni, citano la principessa Elvina Pallavicini e la definiscono «sponsor del cardinal Lefebvre». Ma sbagliano perché l’arcivescovo scismatico francese non è mai stato insignito della porpora romana. E chiudiamo un occhio sul diffusissimo quanto orribile c’ha («tutti gli impegni che c’ha»).
[29 aprile 2023]

Il furgone che fa i panini
Titolo dal sito del Gazzettino: «Esplode un furgone che fa i panini: è giallo sulle cause». Sarà dipeso dal motore a microonde?
[1° maggio 2023]

William e Kate secondo Bandirali
Sul sito del Corriere della Sera, Federica Bandirali c’informa che è in arrivo la sesta stagione di The Crown, serie televisiva di Netflix, con protagonisti Ed McVey e Meg Bellamy, nei panni del principe William e della moglie Kate Middleton. I quali «si sono conosciuti nel 2001 mentre frequentavano la scuola insieme all’Università di St. Andrews». Difficile conoscersi stando separati. Poi Bandirali aggiunge: «Gli attuali studenti della scuola hanno visto il cast girare diverse scene nello stesso campus che un tempo vivevano i reali a St. Andrews. Nella prima foto la giovane coppia si tiene per mano mentre i due camminano insieme». Premesso che la giovane coppia è formata dai due, chissà come si farà a vivere un campus e a tenersi per mano senza camminare insieme. Non basta: in un fotogramma «il principe William è seduto nella fila dietro di lei, fuori fuoco dalla telecamera». Ma è una macchina da presa o un bazooka? Inoltre apprendiamo che il principe William «ora è il prossimo in linea di successione al trono dopo suo padre, re Carlo III». Quindi ne deduciamo che prima di lui nella linea di successione c’è ancora suo padre, pur essendo già diventato re. Dio salvi la sintassi.
[28 aprile 2023]

Per la verità, non si scrive «il 1 maggio»
Titolo dalla Verità: «Cdm il 1 maggio per il decreto Lavoro». Il linguista Luca Serianni nella Grammatica italiana (Utet) stabilisce che «per i giorni del mese si usa l’ordinale per il giorno iniziale» e «il cardinale per i giorni successivi». Quindi, nel caso specifico, si doveva scrivere «il 1° maggio». Concorda la Treccani: «Il giorno del mese è un numerale cardinale (uno, due, tre, eccetera) e va sempre scritto in cifre arabe. Il primo giorno di un mese può anche essere pronunciato e letto come numerale ordinale: primo; ma, nella scrittura, è solitamente seguito dal segno <°>: il 1° aprile».
[22 aprile 2023]

Secondo Open il cardinale Re va per i 100
In un articolo di Alessandro D’Amato su Open a proposito del caso Orlandi si legge che il cardinale Giovanni Battista Re «ha oggi 99 anni». Gli auguriamo volentieri di raggiungerli, ma il decano del collegio cardinalizio di anni ne ha compiuti per il momento 89.
[2 maggio 2023]

Cingolani ricercato dal Fatto Quotidiano
C.D.F., si presume Carlo Di Foggia, riferisce sul Fatto Quotidiano che Roberto Cingolani da chief innovation & technology officer di Leonardo in passato ha percepito uno «stipendio da 600 mila euro e dispari». Quindi si deve presumere che fossero 600.001? Osserva anche che Cingolani all’Istituto italiano di tecnologia di Genova firmò «60 articoli scientifici l’anno, troppi anche per un ricercato a tempo pieno». Dipende. Non se era ricercato per averli rapinati.
[12 aprile 2023]

Dai che ce l’ha fai
Agostino Gramigna (Corriere della Sera) intervista Teresa Donato, contabile milanese licenziata dopo essere rimasta incinta, e le fa pronunciare la seguente frase: «Ed ho solo una figlia. La mia più cara amica ne ha due. Certe volte mi dico: se ce l’ha fa lei... Ma lei ce la fa solo perché non può sbagliare, sa che è vietato non farcela. Solo per questo ce la fa». Dai che ce l’ha fai.
[23 aprile 2023]

La Repubblica corregge Raffaella Carrà
Titolo dalla Repubblica: «Com’è bello fare i figli da Trieste a Genova». Seppure nata a Bologna, Raffaella Carrà era più meridionalista del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: «Com’è bello far l’amore da Trieste in giù».
[23 aprile 2023]

Il capriolo che «viaggiava» in autostrada
Dalla prima pagina della Sentinella del Canavese: «Viaggiava sulla corsia d’emergenza dell’autostrada A5 ed era impaurito. La pattuglia della polizia stradale ha messo in salvo un capriolo che si aggirava tra le uscite di San Giorgio e Scarmagno». Avrebbero dovuto fermarlo per guida senza patente.
[1° maggio 2023]

Senaldi intervista Galli della Loggia ma non lo dice
«“L’Italia non ha mai avuto un partito conservatore perché è una nazione nata da quella autentica rivoluzione che fu il Risorgimento, e perché le forze eterogenee che avevano fatto una tale rivoluzione si convinsero che fosse necessario restare sempre unite per difendere le istituzioni del nuovo Stato, insidiate da destra e da sinistra, e quindi non trovarono mai il modo di dividersi tra conservatori da un lato e socialisti dall’altro”». Con questo discorso diretto, comincia, sulla prima pagina di Libero, una lunghissima intervista firmata dal condirettore Pietro Senaldi. Il testo continua per altre 502 righe. Circa a metà, si legge il seguente passaggio: «“Perché una posizione conservatrice appare in Italia sempre fautrice di un che di retrivo e anche la difesa di valori pur meritevoli, come Dio, Patria e Famiglia, mostra sempre un che di goffo e stantio?” si chiedeva all’indomani del 25 aprile Ernesto Galli della Loggia dalle colonne del Corriere della Sera, del quale è tra gli editorialisti principi». L’intera intervista occupa oltre 14.000 battute. Chi sarà l’intervistato? Senaldi non lo scrive. Lo si capisce solo dalla titolazione, due citazioni nell’occhiello di prima pagina e nel sommario di pagina 6: il medesimo Ernesto Galli della Loggia.
[1° maggio 2023]

Il taglio artigianale del cordone ombelicale
Esordio su Twitter del Riformista diretto da Matteo Renzi: «Neonata trovata morta in un cassonetto per vestiti usati: “Era stata appena partorita”. La piccola era avvolta in una coperta ancora sporca di sangue e placenta. Il cordone ombelicale era stato tagliato in maniera artigianale». Esiste anche una maniera industriale per recidere il cordone ombelicale?
[30 aprile 2023]

Ma è Avvenire o Topolino?
Titolo a tutta pagina su Avvenire: «La spesa militare fa bum: più 127 miliardi». Gasp! Bang bang! Tatatatà! (Semmai farà boom, «rapido incremento», Lo Zingarelli 2023).
[25 aprile 2023]

D’Esposito cambia nome al metropolita Hilarion
Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano parla di un colloquio a Budapest fra papa Francesco «e l’ortodosso Hilarian, già “ministro degli Esteri” del patriarca Kirill». Per la verità, trattasi di Hilarion (con la o) di Volokolamsk, al secolo Grigory Alfeyev, vescovo della Chiesa ortodossa russa e attuale metropolita di Budapest e Ungheria.
[1° maggio 2023]

Secondo Marzano l’inchiostro è solido
La filosofa Michela Marzano in un editoriale sulla Stampa: «Tanto più che, nonostante i chili di inchiostro già versati, c’è ancora chi insiste a parlare di “amore malato”». Da liquido è diventato solido.
[26 aprile 2023]

Per l’ortografia ripassare dopodomani
Titolo su Domani: «Le radici pre-luterane del conflitto eccelsiale fra Roma e la Germania». Occhiello: «Cammini sinodali e scrontri frontali». Per l’ortografia, ripassare dopodomani.
[30 aprile 2023]

Al Giornale la vittima diventa il killer
Titolo dal Giornale: «Uccide un 38enne in centro. La fuga e l’arresto in chiesa. Il killer è Filippo Giribaldi, 43 anni, un camallo No Vax. La vittima Manuel Di Palo, di Casapound». Testo: «Il killer è un militante di Casapound». Il titolista ha capito tutto.
[26 aprile 2023]

La «saputaggine» di Scorranese
«Ecco un primo suggerimento per diventare dei perfetti sapiosexual: discernere l’intelligenza emotiva dalla mediocre saputaggine», raccomanda Roberta Scorranese sul Corriere della Sera. Sostantivo intuitivo, tuttavia inesistente nei vocabolari, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. Attenuante per Scorranese: nei 147 anni di storia del quotidiano di via Solferino saputaggine era già comparso. Una sola volta, in un elzeviro di terza pagina, dal titolo «Cielo stellato», pubblicato l’11 gennaio 1943 a firma dello scrittore e critico letterario Giovanni Titta Rosa: «Qualche altro nominò, non senza una punta di saputaggine, le due stelle dell’Orsa – Dubhe e Merax – la cui congiungente tocca la Stella polare».
[26 aprile 2023]

Furio Colombo e la notte che non passa mai
Incipit di un editoriale firmato da Furio Colombo sulla Repubblica: «È stata una notte lunga, che non passava mai, una specie di giornata gigante che comincia, prima, in un punto impreciso dell’attesa, e sembra che non passi mai». Abbiamo capito: non passava mai.
[25 aprile 2023]

Ninna nanna per Scaramuzzi
Iacopo Scaramuzzi, vaticanista della Repubblica, intervista monsignor Nino Morosini che ricorda «lo zio don Giuseppe Morosini (19 marzo 1913 - 3 aprile 1944), il sacerdote al quale Roberto Rossellini si ispirò in Roma città aperta per la figura di don Pietro, impersonato da Aldo Fabrizi: dava rifugio agli ebrei e aiutava i partigiani, fu arrestato, torturato senza fare nomi, fucilato». Gli aguzzini non declinarono le loro generalità? Più avanti, Scaramuzzi fa pronunciare al suo interlocutore la seguente frase: «Aveva studiato musica. Compose una bella ninna nanna per il suo compagno di cella, il partigiano Epimenio Liberi, perché la moglie aspettava un bambino. Iniziò a comporla il 16 gennaio del 1944, ha fatto in tempo a terminarla e dargliela prima di essere fucilato il 3 aprile. Epimenio Liberi era morto poco prima alle Fosse Ardeatine». Quindi consegnò lo spartito a un morto?
[25 aprile 2023]

Schiaffo al governo o alla sintassi?
Sottotitolo dalla prima pagina della Verità: «Schiaffo al governo dell’Agenzia del farmaco: a un passo dalla scadenza dei vertici rende gratuita la pillola anticoncezionale». È stata schiaffeggiata da qualcuno la dirigenza dell’Aifa? No? Allora bisognava scrivere: «Schiaffo dell’Agenzia del farmaco al governo» oppure «Dall’Agenzia del farmaco schiaffo al governo».
[23 aprile 2023]

Saronio rapito e ucciso due volte
«È la notte tra il 14 e il 15 aprile 1975. Il venticinquenne ingegnere chimico Carlo Saronio, erede di una delle famiglie più ricche di Milano, ricercatore all’Istituto Mario Negri, viene sequestrato da una banda composta da militanti dell’area di Potere Operaio e uomini della criminalità calabrese», scrive Giampiero Rossi sul Corriere della Sera. In un box a corredo dell’articolo, si legge: «Carlo Saronio (nella foto), ingegnere chimico e ricercatore, rapito il 14 aprile del 1975 e successivamente ucciso per mano di Autonomia operaia». Vediamo improbabile che possa essere stato assassinato due volte da due diverse organizzazioni terroristiche.
[14 aprile 2023]

La Repubblica degli accenti sbagliati
Titolo dalla Repubblica: «Diritti Lgbtq+ violati / Europa contro Orbàn / ma l’Italia lo difende». Se usate l’accento, almeno adoperate quello giusto: il premier ungherese si chiama Orbán, con l’accento acuto, come del resto su tutte le vocali accentate della lingua magiara.
[8 aprile 2023]

Giorgia Meloni cade sulle file
Anche i presidenti del Consiglio sbagliano, soprattutto quando si affidano a ghost-writer d’incerto mestiere. Nella sua lettera sul 25 Aprile inviata al Corriere della Sera, Giorgia Meloni scrive, nel secondo periodo: «E lo faccio con la serenità di chi queste riflessioni le ha viste maturare compiutamente tra le fila della propria parte politica ormai 30 anni fa». Più avanti reitera l’errore: «Una famiglia che negli anni ha saputo allargarsi, coinvolgendo tra le proprie fila anche esponenti di culture politiche, come quella cattolica o liberale, che avevano avversato il regime fascista». Informiamo la premier che già il compianto linguista Luca Serianni giudicava «erroneo l’uso di fila come plurale di fila “serie di persone o cose”, invece di file: “una certa inquietudine serpeggiava all’interno delle fila del partito” (“La Repubblica”, 14.10.1987)» (Grammatica italiana, Utet, 1989). Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[25 aprile 2023]

Travaglio usa a sproposito il verbo «dissecare»
«Per cui se fai ammazzare e dissecare con la sega circolare un giornalista dissidente sei un principe del Rinascimento e un impareggiabile finanziatore, se invece fai una vignetta è “odio”», scrive il direttore Marco Travaglio nel suo editoriale di prima pagina sul Fatto Quotidiano. Al suo posto, avremmo preferito usare la locuzione segare in due, meglio ancora squartare. Infatti dissecare significa «sezionare i cadaveri per studiarne l’anatomia e la causa di morte». Non ci pare che sia questa la sorte toccata a Istanbul, in Turchia, al giornalista Jamal Ahmad Khashoggi, entrato sulle sue gambe nel consolato dell’Arabia Saudita e mai più uscitone.
[22 aprile 2023]

Abusi e fori: «Silere non possum»
Titolo dal sito d’informazione Silere non possum: «Istituti Religiosi e abusi spirituali. Foro esterno - Foro interno. Il sacramento della penitenza nelle comunità claustrali. Suggerimenti per evitare l’abuso». Primo suggerimento: evitare i riferimenti al foro.
[26 aprile 2023]

Per La Verità nasce il primo figlio di re
La Verità annuncia che «la famiglia reale danese ricorre all’utero in affitto». Infatti il principe Gustav e la principessa Carina di Sayn-Wittgenstein-Berleburg, 54 anni entrambi, a maggio avranno un bambino da madre surrogata. «Sarà il primo royal baby della storia delle teste coronate», precisa il quotidiano. Chissà come avranno fatto le case regnanti a perpetuarsi se nessuna di esse in precedenza ha mai avuto figli.
[22 aprile 2023]

Ora l’asticella si sposta in avanti
Titolo dalla Repubblica: «Pnrr, l’asticella si sposta a luglio». Una volta si spostava in alto, ora in avanti.
[23 aprile 2023]

I testicoli delle donne iraniane
Greta Privitera (Corriere della Sera) incontra Melika e Aazam, nomi di fantasia, due ragazze di 20 e 21 anni fuggite dall’Iran dopo essere state arrestate e picchiate, e racconta gli abusi e le sevizie inflitti alle donne dagli sgherri della Repubblica islamica: «La pressione, i ricatti, le torture – strappano le unghie, fanno elettroshock sul seno e sui testicoli – sono così tante che spesso le guardie riescono a ottenere false confessioni». Queste ragazze del movimento Donna, vita, libertà, che scendono in piazza per protestare contro il regime degli ayatollah, hanno i coglioni, niente da dire.
[21 aprile 2023]

Zaccuri, prenda nota: Herrenvolk è neutro
Nel Gesù di Carl Theodor Dreyer, sceneggiatura pubblicata da Iperborea, Pilato è «raffigurato come membro di una élite militare assimilabile alla Herrenvolk tedesca», annota Alessandro Zaccuri su Avvenire. Ma il sostantivo, che letteralmente significa «popolo dominatore» e dunque può essere reso con «razza superiore», in tedesco è neutro, perciò bisognava scrivere «allo Herrenvolk tedesco».
[9 aprile 2023]

Osho sbaglia la grafia di «ramadan»
Folgorante, come sempre, la fotovignetta di Federico Palmaroli (Le più belle frasi di Osho) sulla prima pagina del Tempo. Un emiro stringe la mano a Luigi Di Maio, all’epoca ministro degli Esteri, durante la visita all’Expo 2020 di Dubai: «Ma te ’n ce volevi mette l’embargo sulle armi?». Di Maio, oggi fresco di nomina a inviato speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico, replica: «Pe 16 sacchi ar mese faccio pure er ramadam». Peccato che si scriva ramadan, con la n.
[26 aprile 2023]

Tarquinio il Superbo ma non il più longevo
Secondo Tommaso Rodano (Il Fatto Quotidiano), Marco Tarquinio, che dal 5 maggio lascerà dopo quasi 14 anni la direzione di Avvenire, «è il più longevo tra i direttori dei principali quotidiani italiani». Non è così. Benché nell’ambiente editoriale sia stato soprannominato Tarquinio il Superbo, questa è una supremazia che non può essere riconosciuta al giornalista umbro. Infatti Roberto Papetti dirige Il Gazzettino dal luglio 2006, quindi da quasi 17 anni, mentre Pierluigi Magnaschi divenne per la terza volta direttore di Italia Oggi nel novembre 2009, lo stesso mese in cui fu nominato Tarquinio. E lo sarà ancora, a Dio piacendo, dopo il 5 maggio, a dispetto dell’«Ei fu».
[22 aprile 2023]

La «sostituzione etica» della Repubblica
Non sapendo più come attaccare il ministro Francesco Lollobrigida, cognato del premier Giorgia Meloni, per l’infelice uscita sulla «sostituzione etnica», la redazione della Repubblica ha trovato una soluzione innovativa. Sottotitolo a pagina 2: «Il ministro si difende dopo l’uscita shock sulla “sostituzione etica”».
[20 aprile 2023]

Assolto Grasso, condannato Demnig
A proposito di un rilievo apparso in questa rubrica il 21 aprile, seppur non richiesti di farlo diamo ad Aldo Grasso quello che è di Aldo Grasso. La firma di via Solferino aveva parlato di pietra d’inciampo in relazione alla rottura fra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ora, è vero che la pietra d’inciampo per Lo Zingarelli 2023 è solo la «targa commemorativa in ottone incorporata nella pavimentazione stradale» per ricordare le vittime della Shoah e che la medesima fu registrata nel 2006 dall’artista berlinese Gunter Demnig presso l’Ufficio tedesco brevetti e marchi. Tuttavia fin dal XIV secolo esiste nella lingua francese la pierre d’achoppement, presente come locuzione nel dizionario Il Boch (Zanichelli) alla voce achoppement (inciampo), con il significato di «intoppo, scoglio». E, quel che più conta, nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia si legge, a pagina 430: «Pietra di impedimento, d’inciampo, d’intoppo: persona che con i suoi atti o per la sua posizione intralcia o danneggia l’azione o i piani altrui». Battaglia riporta in proposito una citazione dalle Opere del gesuita Carl’Ambrogio Cattaneo (1645-1705): «Chi non contento dei suoi peccati è stato pietra d’inciampo a tanti altri col suo esempio... penserà di dar bastevole soddisfazione a Dio con un rosario, con un digiuno, con una picciola limosina?». Aggiungiamo che l’espressione compare anche nella Storia della letteratura italiana (1870) di Francesco De Sanctis: «Certo, in quel canto de’ simoniaci vive immortale la vendetta dell’uomo ingannato che anticipa a Bonifazio l’inferno, e del ghibellino e del cristiano che vede nel papato temporale una pietra d’inciampo e di scandalo». Infine, numerose pietre d’inciampo s’incontrano nella Sacra Scrittura: «Egli sarà laccio e pietra d’inciampo» (Isaia 8, 14); «Ecco, io porrò per questo popolo pietre di inciampo» (Geremia 6, 21); «Hanno urtato così contro la pietra d’inciampo» (Paolo, Lettera ai Romani 9, 32). Conclusione: assolto Grasso (il quale lo scorso 14 dicembre confessò sul Corriere della Sera: «Che terrore le “pulci” di Stefano Lorenzetto!»), condannato Demnig per aver brevettato l’acqua calda.
[21 aprile 2023]

Ma 200 diviso zero dà zero
Incipit della rubrica Preghiera di Camillo Langone sul Foglio: «Gli sloveni sono 200 volte più intelligenti degli italiani (l’anno scorso in Slovenia sono stati regolarmente abbattuti 200 orsi, in Italia zero)». La frase è divertente, ma in termini matematici non sta insieme. Zero indica l’assenza di quantità: 200 diviso nulla risulta il nulla. Per lo stesso motivo, zero diviso 200 dà zero e zero moltiplicato per 200 dà zero.
[20 aprile 2023]

Smargiassi scambia Gesù per un latino
Michele Smargiassi nelle pagine culturali della Repubblica: «Conviene che gli scandali avvengano, dicevano i latini: mai così vero». Per la verità lo diceva Gesù Cristo: «Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!». (Matteo 18, 7). E si trattava di un ebreo, non di un latino.
[19 aprile 2023]

Matteo diventa sant’Agostino
Restando a Matteo. Sul Corriere della Sera esce, per la morte di Arrigo Vecchioni, figlio del cantautore, il necrologio di tale Arnoldo, preceduto dalla seguente citazione: «“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Sant’Agostino)». Ma il vescovo di Ippona è tirato in ballo a sproposito. Infatti l’indomani il necrologio viene ripubblicato con l’attribuzione corretta della frase: «(Matteo 5, 8)», benché non si tratti delle parole di Matteo: l’evangelista riporta fra virgolette il Discorso della Montagna di Gesù, quello delle 9 beatitudini.
[18 aprile 2023]

Che dittico apotropaico, guaglió
«Ctonie». «Superne». «Climax». «Dittico apotropaico». «Scaramanzia controintuitiva». «Forza pirica». «Autopoiesi». «Eponimo». «Palingenesi». «Messianica». Parole tratte da un articolo di Viola Ardone. Per una partita del Napoli. Nelle pagine sportive della Repubblica. Jamme, jamme, ’ncoppa jamme jà, funiculì, funiculà!
[25 aprile 2023]

Climaticamente parlando
Serenella Bettin sulla Verità: «In effetti ci sono stati giorni molto caldi, climaticamente parlando, col cambiamento climatico poi, sono giorni alquanto instabili». Previsioni per domani? Serenello variabile?
[18 aprile 2023]

Che c’entra L’Unità con Il Riformista?
Il Fatto Quotidiano pubblica la lettera di un abbonato, Franco Novembrini, già dipendente dell’Unità, che si lamenta perché «il quotidiano fondato da Antonio Gramsci dopo tristissime vicende tornerà nelle edicole, si fa per dire, e l’editore sarà un palazzinaro inquisito per non parlare di chi lo dirigerà», il che gli «infonde una tristezza infinita». Accanto, una foto di Piero Sansonetti con Matteo Renzi. Com’è noto, il primo ha ceduto al secondo la direzione del Riformista. La lettera reca questo titolo: «L’Unità con Renzi». Si può sapere che c’entra?
[12 aprile 2023]

Navarro-Valls, quarto direttore, non primo
A corredo di un articolo di Giovanni Maria Vian su Domani, nella didascalia di una foto raffigurante Joaquín Navarro-Valls si legge che il medico e giornalista spagnolo «è stato il primo direttore della sala stampa della Santa sede dal 1984 al 2006». Chiudendo un occhio su sala con la minuscola (essendo la denominazione ufficiale, quindi un nome proprio, bisognava scrivere Sala), l’organismo vaticano che diffonde notizie e testi della Santa Sede ha una storia ben più lunga. I precedenti risalgono infatti al tempo di Leone XIII (1878-1903), poi a un «ufficio informazioni» costituito nel 1939 presso L’Osservatore Romano, e infine all’ufficio stampa creato nel 1961 (per informare sull’imminente concilio) e riorganizzato nel 1963. Concluso nel 1965 il Vaticano II, l’anno seguente venne istituita la Sala stampa della Santa Sede, diretta successivamente da Fausto Vallainc (1966-1970), in seguito divenuto vescovo, dal laico Federico Alessandrini (1970-1976) e da Romeo Panciroli (1976-1984), il comboniano che era anche segretario della Pontificia commissione delle comunicazioni sociali e che poi, come arcivescovo, fu rappresentante diplomatico del Papa in vari Paesi (Liberia, Gambia, Sierra Leone, Iran). Dunque il giornalista spagnolo appartenente all’Opus Dei è stato il quarto direttore, il più longevo.
[23 aprile 2023]

In Vaticano ci sono anche le «illazioni infondate»
Secondo L’Osservatore Romano, papa Francesco «ha rivolto “un pensiero grato alla memoria di Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”». Vabbè che è stipendiato dal Vaticano, ma il direttore Andrea Monda non poteva rispettosamente far notare a Sua Santità, o almeno ai ghost-writer della Segreteria di Stato, che parlare di «illazioni infondate» è una banalità lapalissiana, considerato che illazione significa «supposizione arbitraria, priva di fondamento»?
[17 aprile 2023]

Berlusconi in galera e videoregistrato
Marco Lillo, vicedirettore del Fatto Quotidiano: «Baiardo nel 2017, dopo che Giuseppe Graviano comincia a parlare di Berlusconi in galera mentre è videoregistrato, ritrova la favella». Alla fine sono riusciti a incarcerare Sua Emittenza, seppure davanti a una telecamera, come sempre.
[16 aprile 2023]

Saviano crede che esistano i «guardiaspalle»
Per lo scrittore Roberto Saviano, i boss mafiosi «hanno squadre che girano intorno alle loro case e guardiaspalle» (così sul Corriere della Sera). Il sostantivo guardiaspalle non esiste nei dizionari, che registrano invece guardaspalle. Il motivo è semplice. La lettera i, considerata epentetica (chiamasi epentesi l’inserzione di un suono non etimologico all’interno di una parola), va omessa perché il vocabolo è composto da un verbo (guardare, cioè vigilare) e da un sostantivo, e non da due sostantivi, come guardia e caccia, per esempio. Poiché la terza persona singolare del presente indicativo del verbo guardare è guarda (senza la i), si scrive guardaspalle, guardacaccia, guardamacchine, guardacoste, guardabarriere, guardaboschi e così via. In diversi casi, molto diffusi, alcuni dizionari ammettono entrambe le grafie, ma non per guardaspalle. Fa eccezione guardiamarina, che non ha nulla in comune con il verbo guardare.
[18 aprile 2023]

Il nuovo patto di Cucinelli: quello vecchio qual è?
La Repubblica intervista l’imprenditore Brunello Cucinelli e, in un sommario, riporta questa sua frase: «È urgente stringere un nuovo Patto con la natura». Ci ricorda, per favore, quando fu sottoscritto il vecchio Patto? È forse quello violato nel Giardino dell’Eden?
[8 aprile 2023]

«Il più più vecchio» di Cremonesi
Lorenzo Cremonesi, inviato dal Corriere della Sera a seguire la guerra in Ucraina: «Il più senior tra loro, Olegh, 40 anni di Odessa, ricorda che “terra bruciata” fu fatta dagli ucraini in ritirata da Izyum nel marzo dell’anno scorso». Tralasciando la virgola omessa dopo 40 anni, senior significa già «il più vecchio». Ergo, non può esistere il più più vecchio.
[17 aprile 2023]

Digrignare i denti a metà prezzo
Incipit di Chiara Galeazzi, colpita a 34 anni da un’emorragia cerebrale, che affida al Foglio un articolo sull’uscita del suo libro, «un resoconto senza eroismi né piagnistei»: «Amazon è il paradiso della fisioterapia. Si trovano bite automodellanti per chi digrigna i denti a metà del prezzo da farmacia». Non sapevamo che il bruxismo fosse un esercizio retribuito. (Bastava capovolgere la frase: «A metà del prezzo da farmacia si trovano bite automodellanti per chi digrigna i denti»).
[17 aprile 2023]

Grasso inciampa nella pietra d’inciampo
Aldo Grasso nella rubrica Padiglione Italia, sulla prima pagina del Corriere della Sera: «Nel giro di poche ore Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno bruciato un sogno, quello del Terzo polo, il partito dei liberaldemocratici che avrebbe dovuto essere la pietra d’inciampo del populismo di destra e di sinistra». La pietra d’inciampo (Stolpersteine) è una denominazione registrata dall’artista berlinese Gunter Demnig presso l’Ufficio tedesco brevetti e marchi fin dal 2006, quindi è protetta, dal 2013 anche a livello europeo. Come specifica Lo Zingarelli 2023, è la «targa commemorativa in ottone incorporata nella pavimentazione stradale di una città, posta davanti all’abitazione di una vittima delle deportazioni nei campi di concentramento nazisti per rinnovarne la memoria». Ci pare che non c’entri nulla con Calenda e Renzi, i quali al massimo sono vittime di sé stessi.
[16 aprile 2023]

Il Fatto Quotidiano inventa i «paracaduti» (sul lavoro?)
Titolo dalla pagina Facebook del Fatto Quotidiano: «Vi siete mai chiesti come mai sugli aerei ci siano dei giubbotti di salvataggio e non dei paracaduti?». Per sfregio ai caduti sul lavoro?
[15 aprile 2023]

Maggiani e i numerali ordinali
In una dolentissima testimonianza sui propri guai di salute, apparsa sulla Stampa, lo scrittore Maurizio Maggiani scrive: «Sarebbe bene ricordare che per buona metà del XIX° secolo i medici d’Occidente, credenti e miscredenti, hanno dibattuto sulla liceità e l’opportunità di anestetizzare il paziente durante la chirurgia». A parte quest’ultima semplificazione (era preferibile scrivere «durante gli interventi chirurgici», perché la forma scelta da Maggiani significa, alla lettera, «durante la branca della medicina che utilizza atti operatori»), i numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. L’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche. Quindi si scrive XXI secolo oppure 21° secolo.
[17 aprile 2023]

Il Manifesto allunga la vita a Belting morto
Sul Manifesto, in un’erudita recensione della nuova edizione italiana di Immagine e culto di Hans Belting, edita da Carocci, Antonino Tranchina fa morire l’autore il 10 febbraio scorso, ma il tentativo di allungare la vita al grande storico dell’arte tedesco risulta purtroppo vano perché Belting è morto a Berlino il 10 gennaio 2023.
[19 febbraio 2023]

A Mantova gli animali sono «flora»
Titolo dalla Gazzetta di Mantova: «Sparita un’anatra muta dall’area di Valle». Nel testo si specifica che «la flora di Valle andrà ancor più ad impoverirsi». Doveva trattarsi di un uccello che aveva messo radici.
[4 aprile 2023]

Arresti a domicilio secondo La Repubblica
Titolo dal sito della Repubblica: «Uccide moglie e suocera a coltellate nella notte. Il figlio 16enne chiama la polizia, in casa anche la sorellina: arrestato». Così impara a fare la spia.
[13 aprile 2023]

L’alpinista si schernisce o si schermisce?
Monica Ricci Sargentini sul Corriere della Sera: «Dopo aver trascorso 500 giorni da sola in una caverna buia a 70 metri sotto la superficie terrestre vicino a Motril, Beatriz Flamini avrebbe voluto mangiare il pollo arrosto con patate che aveva tanto sognato, invece si è ritrovata davanti una piccola folla che l’applaudiva e le faceva mille domande: “Mi aspettavo di uscire e fare una doccia, non che ci fosse tutto questo interesse”, si è schernita lei». È vero che il contesto potrebbe giustificare il tentativo, da parte di Beatriz Flamini, di prendersi in giro, tuttavia il verbo schernire vuol dire «deridere, dileggiare, con disprezzo insultante» (Lo Zingarelli 2023). Data l’eccezionalità dell’impresa, escludiamo che l’ardimentosa alpinista e speleologa intendesse disprezzarsi e insultarsi. Quindi non ci resta che evidenziare la scelta inappropriata del verbo, che avrebbe dovuto essere «si è schermita». Infatti uno dei significati di schermirsi («assumere un atteggiamento che manifesta riservatezza, timidezza, ritrosia», ibidem) si adatta perfettamente alla reazione di Beatriz Flamini.
[16 aprile 2023]

Ma guarda, toh, anvedi
Titoli dalla medesima edizione della Verità. Pagina 1: «Ma guarda: a Torino la sinistra sgombra i rom». Pagina 2: «Toh, i dati usati per spaventarci ora son normali». Pagina 5: «Toh, Calenda scopre solo adesso chi è il Bullo». Anvedi, ahó.
[16 aprile 2023]

Le date papali di ieri su Domani
Toccante annotazione del giovane Giovanni Battista Montini riportata da Giovanni Maria Vian in un articolo su Domani, dedicato a Paolo VI: «Ai familiari indirizza lettere lunghe, con riflessioni dalla prosa che a tratti cattura, come il 23 gennaio 1922 quando la scomparsa di Benedetto XV lo induce meditare sulla “umanità che non sa di vivere se non quando muore”». Tralasciando la a mancante («lo induce a meditare»), la data della missiva in diretta relazione con la scomparsa rischia di creare confusione, perché in realtà il pontefice di origine genovese morì il giorno 22. Quindi, per evitare equivoci, era preferibile scrivere: «Come il 23 gennaio 1922 quando la scomparsa di Benedetto XV, avvenuta il giorno prima, lo induce a meditare». Nel medesimo pezzo, lo storico sbaglia scrivendo dell’«apprendistato di pochi mesi nella nunziatura di Varsavia durante il 1925» perché Montini vi soggiornò nel 1923.
[16 aprile 2023]

Più che fumetto, disgustosa vignetta
«Salvini e il fumetto della discordia / “Non è arte, ma solo una schifezza”». Con questo titolo, La Stampa registra l’indignata reazione del leader leghista all’esposizione di un lavoro dello spagnolo Luis Quiles al salone Torino comics. Solo che la definizione di fumetto è la seguente: «Piccolo disegno generalmente a forma di nuvoletta che pare uscire dalla bocca dei personaggi di vignette o di racconti illustrati e ne racchiude le battute». Ma nel disegno in questione esce solo (da un pene in stato di erezione) uno schizzo di sperma, che finisce sulla bocca di Salvini, intento a fare il saluto nazista. Più che un fumetto, una vignetta. Disgustosa.
[16 aprile 2023]

Ma come scrive questo Borzi?
Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano a proposito della sentenza che condanna l’Albania a versare un risarcimento di 120 milioni di euro all’imprenditore italiano Francesco Becchetti, già proprietario di Agon channel, emittente televisiva di Tirana: «Ora il lodo del 2019 diviene definitivo e il governo albanese 120 milioni a Becchetti e agli altri attori della vicenda. Becchetti ha commentato: “(...) Mi aspetto Giorgia Meloni intervenga immediatamente finché Rama e il suo governo non interromperanno immediatamente la persecuzione”». Strappategli la tastiera.
[8 aprile 2023]

La vera storia del padre santo e del Padre Eterno
In un articolo su Libero, Francesco Capozza racconta, sulla base delle confidenze di «un cardinale di primissimo piano», le manovre per il prossimo conclave e scrive «Sacro Collegio», che però, per una prudente decisione adottata da Giovanni Paolo II nei primi anni del pontificato, non è più sacro dal 1983. Poi rievoca «la simpatica battuta che disse un cardinale nel 1958, “se eleggessimo lui non avremmo un Padre Santo ma un Padre Eterno”, riferendosi all’allora 56enne Siri». Ma l’arcivescovo di Genova, considerato il delfino di Pio XII, di anni a quel tempo ne aveva solo 52, e soprattutto la battuta risale a tutt’altra epoca. Come racconta Cesare De Agostini in Segregati da Dio. Tutti i conclavi del ’900 (Piemme) a pronunciarla fu il cardinale decano Luigi Oreglia di Santo Stefano, che l’avrebbe riferita a Leone XIII, morto infatti a 93 anni, nel 1903. De Agostini tira in ballo il cardinale Pietro Ciriaci (1885-1966) e racconta che fu Silvio Negro, vaticanista del Corriere della Sera, «a riferire un’osservazione di Ciriaci: se fosse stato eletto Siri, “avremmo non un padre santo, ma un padre eterno”». Il saggista conferma: «La battuta però era vecchia di almeno cinquantacinque anni. L’aveva detta all’inizio del secolo il decano Luigi Oreglia di Santo Stefano riferendosi all’ultranovantenne Leone». L’aneddoto viene registrato anche dall’autorevole storico Roger Aubert in Storia della Chiesa di Augustin Fliche e Victor Martin (Edizioni San Paolo).
[1° aprile 2023]

Ha nome e cognome, ma s’ignorano le generalità
Dal sito del Gazzettino: «Persona scomparsa nella zona di Imponzo di Tolmezzo, in provincia di Udine. Ancora non si conoscono le generalità della persona sparita, si sa solo che si tratta di una donna di 45 anni, Federica Zarabara». Resta da definire il numero di scarpe.
[4 aprile 2023]

4,5 miliardi «di» vitalizi? No, «in» vitalizi
Si sobbalza sulla sedia leggendo il titolone di prima pagina del Fatto Quotidiano: «4,5 miliardi di vitalizi». Al che uno pensa che gli assegni a vita erogati dallo Stato abbiano raggiunto la stratosferica cifra pari a 75 volte la popolazione italiana. Ma un occhiello a pagina 6 chiarisce l’arcano: «Erogati 4,5 miliardi di euro a fronte di soli 320 milioni riscossi». Evidentemente, nel giornale di Marco Travaglio ignorano che il complemento di specificazione è così chiamato perché specifica il concetto espresso dal sostantivo dal quale è retto e risponde alle domande «di chi?», «di che cosa?». In questo caso, 4,5 miliardi di euro, non di vitalizi. Quindi nel titolo bastava usare una preposizione diversa: «4,5 miliardi in vitalizi».
[12 aprile 2023]

Berlusconi è il leader di Mattarella e Schlein
Sommario della Repubblica per un servizio dedicato a Silvio Berlusconi: «Gli auguri al leader di Mattarella e Schlein». Il presidente della Repubblica e la segretaria del Pd hanno finalmente un capo. Tanti auguri. (Era meglio scrivere: «Gli auguri di Mattarella e Schlein al leader).
[8 aprile 2023]

I morti «tutti giovani». Infatti il quinto aveva 78 anni
Titolo dal sito della Stampa: «Chioggia sotto choc: cinque misteriose morti in casa in poche settimane. È giallo sulla serie di decessi di uomini, tutti giovani, che vivevano da soli». Il testo specifica: «Abitavano tutti da soli e avevano un’età compresa tra i 54 e i 62 anni, ad eccezione di Alfredo Giulio, che ne aveva 78». Tutti adolescenti, praticamente.
[12 aprile 2023]

Casini traccia un avvallamento
Serena Riformato intervista Pier Ferdinando Casini sulla Stampa e gli fa dire: «Il tema dell’eredità berlusconiana l’ha risolto la leader di Fratelli d’Italia con un’opa avvallata dagli elettori». Qualcosa di basso, molto basso.
[8 aprile 2023]

Nei numeri di Torno qualcosa non torna
Armando Torno sul Sole 24 Ore parla di una edizione critica dell’oscuro Favonio Eulogio, commentatore del Somnium Scipionis contenuto nel VI libro del De re publica di Cicerone: «Alcuni passi si potrebbero definire sintesi di filosofia greca. Come questo: Deum te igitur scito esse (sappi che tu sei un essere divino)». A dire il vero, nella traduzione fra parentesi dal latino manca il dunque (igitur). Più avanti, Torno spiega che «l’opera di Favonio sviluppa in ventotto paragrafi una sorta di commento: dapprima si occupa del significato simbolico dei numeri dall’1 al 9 (con riflessioni sul 27, il secondo cubo, e sulla “perfezione del 56”); successivamente si dedica alla cosmica intesa tra le sfere». E qui dobbiamo manifestare qualche perplessità: il 27 e il 56 per un latino non avevano la connessione diretta, che invece hanno per noi, con i numeri dall’1 al 9. Il sistema decimale posizionale, infatti, arrivò molti secoli dopo.
[2 aprile 2023]

La partita non è stata indagata
Marco Grasso sul Fatto Quotidiano parla «di una partita di calcio promossa dal Gruppo Idee (che non è mai stata indagata)». Qualche sospetto solo sul pallone.
[3 aprile 2023]

Sorpreso in tre posti diversi contemporaneamente
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Roma, netturbino Ama in servizio sorpreso in pasticceria, in una sala slot e con una prostituta». Netturbino uno, trino e porcino.
[8 aprile 2023]

L’avvocato ignora che il suo cliente non è un prete
Su Domani, l’avvocato Pietro Longhini replica, «a noma della legge sulla stampa», a un articolo di Marco Grieco nel quale, a suo dire, «viene proposto uno scenario che genera il forte rischio di assimilazione fra abusi sessuali e Bose». Longhini scrive «in nome e per conto del mio assistito padre Enzo Bianchi». Ma il celebre monaco notoriamente non è sacerdote, come il suo avvocato dovrebbe sapere perfettamente.
[1° aprile 2023]

Alla sagra del bigolo si cena e basta
Titolo dalla pagina Facebook del Mattino di Padova: «Abano Terme, basta asporto: alla sagra del bigolo si ritorna a cenare». Chissà che facevano prima.
[31 marzo 2023]

Cha cha cha della segretaria e del cardinale
Il volenteroso vaticanista Iacopo Scaramuzzi in un articolo sul «tramonto di Francesco» scrive tra l’altro sulla Repubblica: «Il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, cha chiese all’arcivescovo di Buenos Aires se fosse veramente malato». Sorvolando sul nome corretto del grande amico di Bergoglio (che è Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga), notiamo l’influsso del cha cha cha. Del resto ci risulta che l’ormai ultraottantenne cardinale salesiano suoni il sassofono.
[31 marzo 2023]

A proposito di neuroni che ricrescono
Incipit di un articolo di Francesco Specchia su Libero: «Vittorino Andreoli, classe 1940, psichiatra insegne, capelli e pensieri elettrici, capace di prendere a braccetto la vecchiaia e di trattarla come un’amica di famiglia, consiglierei la visione delle serie Netflix Il metodo Kominsky. Nello specifico la puntata in cui Eileel Newlander, deceduta di un mare incurabile ma ancora in grado di fare sesso col marito sul letto di morte, lo fa». Più avanti: «Verga, in una missiva intimista diretta ai coetanei senza distinzione di ceto, censo o genere sociale, in gran parte disillusi dalla dimensione residuale in cui la società ha lasciato galleggiare gli anziani». Poco dopo: «E il tutto conferma la teoria assimilata da Andreoli quand’era giovane studente a Padova e, e poi in America: quella neuroni “cellule perenni” che attestano la “ricrescita del cervello attivissima nel vecchio”». Nulla da segnalare sui neuroni caduchi?
[6 aprile 2023]

Max Biaggi è arrivato buon ultimo
Dice Max Biaggi a Daniele Sparisci in un’intervista sul Corriere della Sera: «Io poi venivo da Roma e non c’era mai stato un pilota competitivo nato sotto il Po». Ma va? Parlando solo di campioni del mondo (come lui) partoriti sotto la linea del Po, a noi invece par di ricordare Paolo Pileri di Terni, campione nel 1975; Pier Paolo Bianchi di Rimini (1976, 1977 e 1980); Eugenio Lazzarini di Urbino (tre titoli fra il 1978 e il 1980); Luca Cadalora di Modena, campione nel 1986, e soprattutto nella 250 nel 1991 e nel 1992, cioè subito prima dei titoli di Biaggi nella stessa classe dal 1994 al 1997.
[31 marzo 2023]

Un sito senza suffisso a che serve?
Su Domani, Giovanni Maria Vian si occupa del «regista più grande della storia del cinema, il danese Carl Theodor Dreyer», e cita il sito «carlthdreyer» a lui dedicato. L’indicazione è inservibile, perché manca il suffisso .dk, che sta per Danimarca. Il sito è www.carlthdreyer.dk (ha anche una versione in lingua inglese).
[9 aprile 2023]

Grillicidio aggravato
«Il professore Giorgio Calabrese lo conosciamo un po’ tutti: è il dietologo di Porta a porta, di Medicina 33, è il presidente del Comitato nazionale sulla sicurezza alimentare del ministero della Salute e, soprattutto, è uno che le cose le dice schietto», esordisce Claudia Osmetti su Libero. Che dialoga con Calabrese sullo sdoganamento degli insetti per l’alimentazione umana. Osmetti: «Be’, non è che i grilli non siano esseri viventi se la mettiamo su questo piano...». Calabrese: «Appunto. Però non vengono percepiti come animali. Se proponessero di aumentare la produzione di latte o di uova sarei anche d’accordo. Così non uccidi la mucca o la gallina. Ma se si vira sugli insetti, sempre di omicidio si tratta». Grillicidio aggravato.
[3 aprile 2023]

Qua la zampa, collega
Titolo dalla sezione La Zampa del sito della Repubblica: «Gli scienziati battono il record mondiale per il pesce più profondo mai filmato: oltre 8300 metri sotto il livello del mare». La profondità di pensiero dei pesci supera quella dei giornalisti che fanno i titoli con i piedi, anzi con le zampe.
[5 aprile 2023]

Qua il piè, Veronica Gentili
A proposito di piedi. Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Malgrado le buone intenzioni identitarie incorrono nella tentazione del forestierismo a ogni pié sospinto». Qualunque cosa significhi la frase, la forma tronca di piede ha l’accento grave, non acuto: piè.
[3 aprile 2023]

Madame non c’entra con la lingua italiana
Luca Dondoni sulla Stampa intervista Francesca Calearo, alias Madame, e le fa pronunciare la seguente frase: «Se a uno scappa una bestemmia in un bar in Veneto, giocando a briscola, è in un contesto che capisco. Se uno va sul palco di Sanremo e bestemmia non centra nulla ed è un pazzo». Non sapevamo che esistesse una blasfemia in grado di cogliere il bersaglio.
[31 marzo 2023]

Mephisto Waltz finisce in pesce
Il coltissimo Mephisto Waltz stavolta vorrebbe superare sé stesso, quindi conclude la sua rubrica sul Sole 24 Ore con una sentenza latina: «Sic desinit in piscem». Purtroppo per lui, il sic non c’entra nulla. La frase esatta, tratta dall’Ars Poetica di Quinto Orazio Flacco, è questa: «Ut turpiter atrum desinat in piscem mulier formosa superne» (sicché una donna, bella superiormente, finisca in uno sconcio pesce). Desinit in piscem (finisce in pesce) «si dice a proposito di cosa che risulti comunque inferiore alle intenzioni o a quanto prometteva in principio», come specifica la Treccani. Orazio alludeva, secondo i princìpi dell’estetica classica, all’opera d’arte che pecchi per mancanza d’unità, cioè d’armonia e rispondenza tra le parti.
[2 aprile 2023]

Per La Repubblica essere feriti è peggio che morire
Titolo dalla prima pagina della Repubblica: «Attentato a Tel Aviv / Sei turisti feriti / ucciso un italiano». Il morto è meno grave dei feriti?
[8 aprile 2023]

Il prete che visse due volte
Scheda redazionale a corredo di un’intervista con don Antonio Mazzi, a firma di Stefano Lorenzetto, sul Corriere della Sera: «Nel 1956 è stato ordinato sacerdote a Ferrara». Didascalia nella stessa pagina: «Mazzi venne ordinato sacerdote a Ferrara, nel 1955». Buona la seconda.
[6 aprile 2023]

Shaw era irlandese, non inglese
Nella sua rubrica Buongiorno, sulla prima pagina della Stampa, Mattia Feltri «a proposito di inglesi» ne cita «uno intelligente, George Bernard Shaw». Benché trasferitosi a Londra all’età di 20 anni, nel 1876, lo scrittore era irlandese, essendo nato a Dublino. Tutt’al più, britannico. Definire inglese un irlandese è come dare del pisano a un livornese.
[5 aprile 2023]

«Le fila» fanno altre vittime
«Tra le sue fila ha sempre annoverato qualche personalità di rilievo», osserva Ernesto Galli della Loggia, a proposito della destra, in un editoriale sul Corriere della Sera, incappando così in una delle sviste più ricorrenti segnalate da questa rubrica. La stessa in cui incorre lo scrittore Stefano Massini sulla Stampa, parlando del centurione che, secondo la tradizione, trafisse con la lancia il costato di Gesù crocifisso: «Si percepiva il pericoloso crinale che separa i fatti dalla versione dei fatti, e quindi occorreva un Longino che non da discepolo, ma dalle fila della controparte, ponesse a futura memoria quel sigillo autoptico». Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[4 e 8 aprile 2023]

Sassi, artista ibrido
Luca Crovi sul Giornale: «Jo Squillo passa il microfono ad Eugenio Finardi che chiarisce a tutti chi era l’eclettico Gianni Sassi, anima della Cramps, al quale le definizioni di discografico e pubblicitario andavano sicuramente strette: “Era un’artista situazionista”». Il gender dilaga.
[8 aprile 2023]

La 500 del Papa non è targata SCV 1
Gian Guido Vecchi, vaticanista del Corriere della Sera, racconta: «Alle dieci e mezzo del mattino la Cinquecento bianca targata SCV1 del Papa esce dal Gemelli». Con tutta evidenza, Vecchi non era presente alla scena: la Fiat 500 Sport utilizzata dal Santo Padre è targata SCV 01321, quindi è stata immatricolata dallo Stato della Città del Vaticano 1.320 veicoli dopo la SCV 1.
[2 aprile 2023]

I mutevoli accenti di Vian
In uno dei dotti articoli che Giovanni Maria Vian pubblica la domenica su Domani, nei quali è solito scrivere papa e chiesa – nel senso di istituzione – in minuscolo (il che appare per lo meno strano, trattandosi del direttore emerito dell’Osservatore Romano), si legge: «Ma per livello e tenore la risonanza della lettera ha sùbito superato i confini dell’“ultima Thule”». Scelta bizzarra accentare un avverbio che in questa frase non può essere confuso con subìto, tanto più che Vian non usa mai mettere l’accento sulla i quando invece adopera il participio passato del verbo subire. Nel medesimo pezzo non manca ovviamente chiesa, minuscolo, ripetuto per ben cinque volte.
[2 aprile 2023]

Risorto dopo «oltre 3 giorni»
Fotonotizia dal Corriere della Sera: «Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, appena dimesso dopo oltre 3 giorni in ospedale, festeggia la domenica delle Palme nel giardino della sua villa». Che significa «dopo oltre 3 giorni»? Potrebbero essere 4, 12, 36, 300. Comunque siamo contenti per lui: benché un po’ oltre i 3 giorni canonici, la risurrezione quest’anno è avvenuta con una settimana di anticipo. Anche se poi si è reso necessario un altro ben più drammatico ricovero.
[3 aprile 2023]

Sciandivasci dimentica tre donne di Bloom
Simonetta Sciandivasci intervista Camille Paglia per La Stampa e la presenta così: «Lei, la prima studentessa lesbica di Yale a fare coming out; allieva del grande critico Harold Bloom, che nel canone letterario occidentale aveva incluso una sola donna, Emily Dickinson; atea, di sinistra, amatissima dai conservatori, contestatissima da quasi tutti gli altri». Sciandivasci è fuori strada. Tra i 26 scrittori centrali nel suo The Western Canon, accanto a colossi come Dante Alighieri, William Shakespeare, Miguel de Cervantes, Molière, Johann Wolfgang von Goethe, Lev Tolstoj e Charles Dickens, il critico letterario statunitense morto nel 2019 ha incluso altre tre donne: Jane Austen, Virginia Woolf e George Eliot, pseudonimo di Mary Ann Evans.
[29 marzo 2023]

Assegnazioni di femmine alla nascita
Dal sito della Repubblica: «Si stima che oggi, circa tre milioni di persone assegnate femmine alla nascita siano affette dall’endometriosi». Ieri «donne, è arrivato l’arrotino». Oggi «donne, è arrivato l’assegnatore».
[28 marzo 2023]

Incendio doloso per cause accidentali
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Incendio alla Dhl di Livraga: in fiamme bancali di legno e imballaggi. “Probabile atto doloso”». Testo: «Il rogo, scoppiato per cause accidentali, è stato alimentato dal forte vento». Un caso di dolo accidentale.
[27 marzo 2023]

Francesco malato, infermieri ottimisti
Lancio dell’Ansa sulle condizioni di papa Francesco ricoverato al Policlinico Gemelli: «Gli infermieri sono molto ottimisti, ritengono che per le celebrazioni della prossima domenica delle Palme, ci sarà». Bei tempi quando a curare i pontefici erano i medici.
[30 marzo 2023]

Le dimissioni papali diventano un dogma
Dal sito del Tempo: «Francesco avrebbe preso in considerazione l’ipotesi delle dimissioni, dogma di fatto sdoganato dal suo predecessore, Benedetto XVI». Dogma del Concilio di Nicea?
[29 marzo 2023]

Giovanni Paolo II uscito dalla finestra
La Stampa ricostruisce i precedenti delle malattie papali e, a proposito di Giovanni Paolo II, specifica: «Una delle ultime uscite pubbliche fu dalla finestra del Policlinico Gemelli». Preso al volo?
[30 marzo 2023]

Le donne di Berlusconi emozionano Ceccarelli
Filippo Ceccarelli sulla Repubblica, parlando delle donne di Silvio Berlusconi: «A quel tempo, primavera 2015, anno secondo dell’era Dudù, attorno al sovrano imperava il primo cerchio magico costituito, col favore di Marina Berlusconi es espresso con un un certo numero di selfie, sull’asse Francesca Pascale-Mariarosaria Rossi». Avvertiamo una qualche concitazione. Sarà amore?
[27 marzo 2023]

Morta per incassare la pensione
Dall’Ansa: «Teneva in casa il cadavere mummificato della mamma 90enne morta per incassare la pensione». La tragedia all’ufficio postale.
[23 marzo 2023]

Giurarsi eterno amore, ovvero io ballo da sola
«L’amore non ha età. E lo sapeva bene Ivano Marescotti, scomparso domenica 26 marzo. Proprio il giorno della sua morte avrebbe festeggiato il primo anniversario di nozze con la sua terza moglie, Erika Leonelli. Lei, ventisette anni meno di lui, faceva coppia con l’attore dal 2017 e, lo scorso anno, dopo il ritiro dalle scene di Ivano, ha deciso di giurarsi eterno amore», scrive Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera. Il sottotitolo ribadisce il concetto: «Lei, ventisette anni meno di lui, faceva coppia con l’attore dal 2017 e, lo scorso anno, dopo il ritiro dalle scene di Ivano, ha deciso di giurarsi eterno amore». Giurarsi ha valore reciproco. Bisogna essere in due per giurarsi eterno amore. Erika Leonelli non poteva giurare eterno amore a sé stessa. Al massimo ha deciso di giurarlo a Ivano Marescotti.
[27 marzo 2023]

Il Cnel non c’entra con le Regioni
Libero dà conto della probabile nomina di Renato Brunetta a presidente del Cnel. Nell’illustrarne le funzioni, specifica che «il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è un organo di rilievo costituzionale previsto dall’articolo 99 della Costituzione con funzione consultiva rispetto a governo, Camere e Regioni». In realtà, l’articolo 99 della Carta stabilisce che «è organo di consulenza delle Camere e del Governo», non delle Regioni. E, dettaglio non trascurabile sfuggito a Libero, prevede che possa contribuire «alla elaborazione della legislazione economica e sociale». In altre parole, il Cnel può presentare direttamente al Parlamento proposte di legge.
[27 marzo 2023]

La «secuzione» dei condannati a morte
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «In Idaho torna il plotone d’i secuzione per i condannati a morte (spesso non ci sono farmaci disponibili per l’iniezione letale)». Li taglieranno in due?
[21 marzo 2023]

Gli atei, un po’ regione un po’ religione
Da una tabella della Stampa che riporta una statistica del Pew research center, intitolata «Gli atei discriminati», apprendiamo che cristiani, islamici, induisti, buddisti, ebrei eccetera sono diventati luoghi («Come evolveranno le regioni», recita infatti il grafico) e che gli «atei 1,2 mld» sono diventati una religione. Chiamali senzadio.
[19 marzo 2023]

È quanto che lui stesso deve aver vissuto
Federico Fubini sul Corriere della Sera: «A chi ha parlato con Visco è parso chiaro che a irritarlo non è tanto il suo disaccordo sul merito, che pure c’è. Ciò che il governatore non accetta è quanto che lui stesso deve aver vissuto come un venir meno ai patti conclusi fra banchieri centrali europei». Tutto chiaro.
[9 marzo 2023]

Il decoro è morto, giace al cimitero
Titolo dalla prima pagina di Leggo: «Al cimitero la morte del decoro». Il sostantivo giusto al posto giusto.
[17 marzo 2023]

Grammatica goliardica
Dal sito del Corriere della Sera: «“Alla luce di una serata gogliardica, passata con amici, usciti da un noto ristorante (sottolineo non si tratta del ristorante Il Cambio) ho trovato la macchina rigata”». Molto goliardica.
[9 marzo 2023]

Il tempo rallenta, esce Il Sole 23 Ore
Lina Palmerini in un editoriale sul Sole 24 Ore: «Ecco, il tempo rallenta e comincia ad avvertirsi una certa frustrazione». Il tempo rallentato esiste solo nella musica. In fisica il moto del tempo è uniforme e inarrestabile. Vediamo pertanto difficile la pubblicazione del Sole 23 Ore.
[25 marzo 2023]

«Gli» chiede (a Elly multigender)
Maria Teresa Meli (Corriere della Sera) c’intrattiene sulla nuova segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite di Stasera c’è Cattelan su Rai 2 (e non dello «show E poi c’è Cattelan», come si legge erroneamente nella didascalia della foto che accompagna l’articolo): «Il conduttore gli chiede anche della reazione di Nardella». Il gender dilaga.
[23 marzo 2023]

Un’ora in meno di sonno tutte le notti
Titolo dall’Ansa: «Torna ora legale, una petizione per renderla permanente». Sommario: «Come adattarsi al nuovo orario e non perdere il sonno: dormiremo un’ora in meno fino a domenica 29 ottobre». Quindi dobbiamo spostare avanti di 60 minuti le lancette dell’orologio tutte le notti per 7 mesi?
[25 marzo 2023]

La defunta attualmente vive a Bruxelles
Il sito del Messaggero parla di «Evelina Sgarbi, presentata per la prima volta Live non è la D’Urso (sic) nel 2019 dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, insieme alla sorella maggiore Alba» e spiega che «la giovane ha anche un fratello più grande, Carlo Sgarbi, nato nel 1988 dalla relazione tra Vittorio e la defunta Patrizia Brenner, che attualmente vive a Bruxelles». Pasqua di resurrezione.
[19 marzo 2023]

Talmente «ex» da essere morto
In un articolo siglato «FQ», che si presume stia per Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Marco Travaglio parla di Letizia Moratti e del suo rapporto con la «Comunità di San Patrignano, il centro di recupero per tossicodipendenti fondato nel 1978 da Vincenzo Muccioli e da sempre foraggiato da Letizia e dall’ex marito Gian Marco Moratti». Per come è scritta la notizia, sembrerebbe che i due coniugi abbiano divorziato. In realtà Gian Marco Moratti è morto nel 2018, quindi, più che un ex, è un defunto marito.
[26 marzo 2023]

I «reati penali» non esistono
«Paradossalmente, secondo il “Sentencing Project”, 48 Stati impediscono a cittadini che siano stati condannati per reati penali di votare», riferisce Viviana Mazza sul Corriere della Sera. Tautologia. Il reato è l’infrazione di una norma penale, quindi parlare di reato penale è insensato, dal punto di vista giuridico. I reati sono sempre penali, non esistono quelli civili o amministrativi.
[20 marzo 2023]

Andrea Monda in «liberté», anzi «libertè»
Sull’Osservatore Romano, in un editoriale insolitamente breve e quasi privo delle consuete citazioni, il direttore Andrea Monda riesce a scrivere libertè, invece di liberté. Nella stessa edizione del giornale, George W. Bush diventa, alla francese, Georges. E meno male che la testata della Santa Sede vanta edizioni in più lingue (peraltro ormai disponibili solo in rete).
[20 marzo 2023]

Iniziative per la tutela del culo
Titolo dalla Stampa: «Dal Comune di Imperia oltre 45 mila euro per lavori nelle chiese». Testo (rintracciabile anche sul Secolo XIX, stesso editore, Gedi, che è quello della Repubblica): «La giunta municipale ha appena stanziato oltre 45 mila euro di fondi “a sostegno di iniziative con finalità volte alla tutela del patrimonio artistico e storico, invi compreso qiuelle destinati al culo, e delle tradizioni”». Fondi ci pare la definizione più appropriata.
[10 marzo 2023]

Lorenzetto scambia Gomorra con la camorra
In questa rubrica, Stefano Lorenzetto parla di Roberto Saviano come dell’«autore di Camorra». Lapsus calami: il primo romanzo dello scrittore napoletano s’intitola Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra (Mondadori, 2006). Attenuante marinara: Anteprima, Italia Oggi e Dagospia prendono lo stesso granchio, copiando dal sito di Lorenzetto senza correggere.
[24 marzo 2023]

Il mandato d’arresto non si persegue
Riferendosi a Vladimir Putin in una corrispondenza da Kramatorsk, Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera in Ucraina, sostiene che «il mandato d’arresto del Tribunale Internazionale dell’Aia per crimini di guerra relativi al suo presunto coinvolgimento nella deportazione di bambini ucraini in Russia sarà quasi sicuramente impossibile da perseguire». Semmai impossibile da eseguire. Perseguire significa «cercare di raggiungere, di ottenere»: non è il caso del mandato di arresto, già spiccato. Perseguire può significare anche «applicare la legge contro chi si rende colpevole di un reato o contro il reato stesso», e neppure questo pare il caso.
[18 marzo 2023]

Ma 570 scatole non sono una miriade
Stefano Salis parla sul Sole 24 Ore della biblioteca di Giuseppe Marcenaro, «oggi chiusa nella miriade di 570 tetre scatole». Miriade viene dal greco myriádos, diecimila. Dubitiamo che 570 scatole possano rappresentare una miriade.
[19 marzo 2023]

L’Arcigay non si chiamava Fuori!
Gloria Satta sul Messaggero si occupa di Beppe Fiorello, regista del «film delicato e toccante Stranizza d’amuri». Anteprima lo riassume così: «Racconta un fatto di cronaca: l’omicidio di due adolescenti gay avvenuto a Giarre, Catania, nel 1980 e rimasto impunito. Ma subito dopo quella tragedia nacque l’Arcigay (all’inizio si chiamava Fuori) per proteggere i diritti degli omosessuali». Fuori! (con il punto esclamativo) non è il nome d’origine dell’Arcigay, movimento che nacque a Palermo nel 1980. Invece Fuori!, acronimo di Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, era stato fondato nel 1971 a Torino da Angelo Pezzana, libraio e giornalista. Nel dicembre di quell’anno uscì il numero zero della rivista Fuori!, distribuita nelle edicole a partire dall’aprile 1972.
[23 marzo 2023]

Chi avrà ucciso chi?
Titolo dalla prima pagina del Secolo XIX: «“Delfino mi ucciderà come la mia Antonella”». Sta parlando di un morto che è già stato ucciso dalla sua Antonella e ora rischia di essere ammazzato un’altra volta?
[19 marzo 2023]

La Lancia Stratós diventa una Mercedes
Titolo dall’Ansa: «ICE St Moritz 2023, Lancia Strato’S HF Zero è best in Show». Trascurando l’esoterico lessico redazionale, e anche il fatto che si scrive Stratós, e non Strato’s (dal greco, lingua che non ci pare contempli il genitivo sassone), sotto il titolo compare una foto sbagliata, quella della Mercedes C111, non della Stratós.
[27 febbraio 2023]

Saviano riesce a sversare le balene
Sul Corriere della Sera, lo scrittore Roberto Saviano ricostruisce la tragica fine di Francesco Pio Maimone, il diciottenne ucciso a Napoli con una pistolettata al petto: «L’obiettivo dei proiettili scappa e tre colpi colpiscono Francesco Pio». Come potessero dei colpi sparati a caso avere un obiettivo e come abbia fatto il medesimo a fuggire, è un mistero balistico e semantico ragguardevole. Più avanti l’autore di Gomorra romanzeggia: «Non era nemmeno nato Francesco Pio quando nella discarica della sua zona smaltirono una balena: sì, proprio una balena spiaggiata in Liguria, rifiuto speciale costoso da smaltire, che la camorra sversò lì». Sversare significa «scaricare abusivamente liquami nell’ambiente» (Lo Zingarelli 2023), il che appare oggettivamente difficile da farsi con una balena, considerato lo stato solido della carogna, per quanto putrescente potesse essere.
[22 marzo 2023]

Persequitazione
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «Minacce e intimidazioni: così l’ex calciatore di serie A persequitava la ex». Ci andava a cavallo?
[15 marzo 2023]

L’invasione degli «e non»
Titolone a tutta pagina sul Fatto Quotidiano: «Figli “arcobaleno” e non: il caos tra sentenze e vuoto normativo». Aridaje! Come il suo direttore Marco Travaglio, che era incorso due volte nell’errore (segnalato in questa rubrica) lo scorso 23 febbraio, anche il titolista non sa che l’avverbio negativo olofrastico (così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no. Passi che non abbiano mai letto che cosa insegnavano in proposito i linguisti Aldo Gabrielli e Luca Serianni. Ma non sanno che Elio Vittorini intitolò Uomini e no un suo romanzo?
[20 marzo 2023]

L’altrove e il presente in 24 ore
Titolo del Sole 24 Ore per la rubrica Microcosmi di Aldo Bonomi: «Un Piemonte attivo che cerca l’altrove oltre il presente». E pensare che fino a ieri quelli di Asti consideravano spazio e tempo un continuum.
[21 marzo 2023]

Accenti per l’Accademia della Crusca
Sul Corriere della Sera, in un servizio in cui dà conto di una risposta dell’Accademia della Crusca a un quesito posto dalla Cassazione, Luigi Ferrarella scrive «ma é» e «non é», con l’accento acuto anziché grave. Ma non è possibile!
[20 marzo 2023]

Bruno Pizzul entra nel dibattito politico
Il Giornale pubblica un intervento di Alberto Mattioli, membro della direzione regionale del Pd lombardo, e in una postilla specifica che è tratto «dal blog “Pensieri politici” di Bruno Pizzul». Il quale, però, nella sua vita ha espresso più che altro pensieri calcistici: infatti il blog in questione, ispirato alla figura del gesuita padre Bartolomeo Sorge, ha come coordinatore Fabio Pizzul, che dell’ex telecronista della Rai è il figlio.
[18 marzo 2023]

Alla nascita aveva già 15 anni, pensa un po’
Titolo dal sito Amalfinotizie: «Chi è Sebastiano Bianchi il figlio di Fiordaliso nato quando aveva 15 anni». Sempre meglio che nascere a 80.
[19 marzo 2023]

La messa (a disposizione) del parroco
Titolo dalla pagina Facebook della Repubblica: «Napoli, B&b a luci rosse frequentato da un parroco: 4 misure cautelari». Testo: «È stata proprio la frequentazione da parte del sacerdote che ha diretto le indagini verso la struttura: all’interno, attraverso annunci online e la messa a disposizione delle camere, veniva favorita l’attività di prostituzione». All inclusive. Lo portava lì il suo ministero.
[7 marzo 2023]

Cresce il prezzo al chilo: e al quintale no?
Giampiero Valenza sul Messaggero, a proposito del rincaro della pasta provocato dalla guerra Russia-Ucraina: «A febbraio di quest’anno il prezzo al chilo è cresciuto del 19,7% rispetto ai dodici mesi dell’anno precedente». Probabilmente anche il prezzo all’etto e al quintale.
[7 marzo 2023]

Nuovi strumenti finanziari
Incipit di un servizio di Giuliana Ferraino sul Corriere della Sera: «Per salvare il Credit Suisse, le autorità svizzere hanno violato per due volte le loro stesse regole: la prima volta quando hanno imposto la vendita forzata dello storico istituto di credito alla rivale Ubs senza passare dal voto degli azionisti; la seconda quando hanno scelto di privilegiare il salvataggio degli azionisti a quello degli obbligazionisti, sebbene titolari dei bondi più rischiosi». Con i Buondì Motta sarebbero andati sul sicuro.
[21 marzo 2023]

I coniugi Doris non erano due «spostati»
A proposito dei coniugi Ennio Doris, l’ex fondatore della Banca Mediolanum mancato nel 2021, e Lina Tombolato, la testata online Nordesteconomia del gruppo Gedi scrive che i due «sono stati spostati per 55 anni». Averne di spostati così.
[6 marzo 2023]

Quel Mannelli scrive a pene di segugio
In una vignetta sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, il disegnatore satirico Riccardo Mannelli raffigura un pene in erezione, con un tricolore per sfondo, accompagnato da questa dicitura: «Arte di regime. Alzabandiera. dell’era maschia». Prescindendo dalla volgarità, resta l’offesa alla grammatica rappresentata da quel . I numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. L’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche.
[10 marzo 2023]

I contributi statali al Dolomiten
In un articolo dedicato all’altoatesino Michl Ebner e al suo gruppo editoriale, Athesia, Marco Palombi scrive sul Fatto Quotidiano che il giornale Dolomiten «prende oltre 3 milioni di finanziamento statale, il più alto in Italia». Non è così. Secondo la tabella dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, erogati dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dolomiten nel 2021 ha incassato il doppio, 6.176.996,03 euro (al lordo delle ritenute). Seguito in classifica dall’editrice di Avvenire, cui sono andati 5.573.240,29 euro (sempre al lordo delle ritenute).
[7 marzo 2023]

Nasce un nuovo giornale: Ildomani
«Qualche giorno fa un’inchiesta de Ildomani», inventa Antonio Fraschilla sulla Repubblica. Grafia davvero cervellotica per una testata che, essendo priva dell’articolo determinativo, avrebbe richiesto una ben diversa preposizione: «Un’inchiesta di Domani». Per la stessa regola, si scrive «della Repubblica», non «di Repubblica».
[6 febbraio 2023]

Il francese maccheronico della Stampa
«La chiamavano Debit Suisse». Con questo titolone a tutta pagina sulla vicenda del Credit Suisse, La Stampa crede di fare la spiritosa, contrapponendo debito a credito (crédit, in francese). Ma i giochi di parole bisogna saperli fare. In francese la parola debit si scrive con l’accento: débit. Però non significa debito, come sembra pensare il titolista della Stampa, bensì spaccio, rivendita: débit de boissons, bar, rivendita alcolici; débit de tabacs, tabaccheria, rivendita tabacchi. Non a caso Il Boch (Zanichelli) inserisce il sostantivo tra i falsi amici, cioè parole straniere simili a quelle di un’altra lingua per grafia o suono, ma con funzione diversa: «Débit non significa debito. Deriva da débiter (XIV secolo) composto di e bitte (dallo scandinavo biti, da cui deriva anche bitta). Il senso originario è l’idea del legno o altro materiale fatto a pezzetti e reso così commerciabile». Debito in francese è dette: dette morale, debito morale; dette publique, debito pubblico. Che lo zoppicante giochino verbale si legga proprio sul quotidiano di Torino, nell’Ottocento capoluogo del Département du Po, dove la lingua ufficiale era il francese, tanto da avere un maire al posto del sindaco, fa cadere le braccia.
[16 marzo 2023]

Roncone usa un pronome maschile per Meloni
Fabrizio Roncone segue sul Corriere della Sera il match fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein alla Camera. Della premier scrive: «Con i deputati che l’hanno incalzata poco fa, è stata pacata, con botte di sarcasmo. Ora la voce gli va su». Il gender dilaga.
[16 marzo 2023]

Mephisto Waltz finisce al cesso
Bill Gates «va onorato con il ben meritato titolo di “new Vespasiano”, dal nome dell’imperatore (9-79 d.C.) che istituì l’altrettanto igienico accessorio», sostiene il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica sul Sole 24 Ore. Vespasiano non inventò un bel nulla. Secondo gli storici Gaio Svetonio Tranquillo e Dione Cassio Cocceiano, l’imperatore romano si limitò a rintuzzare con la famosa sentenza «Pecunia non olet» (il denaro non puzza) la protesta del figlio Tito, che lo rimproverava per una tassa imposta sugli orinatoi, già esistenti. Subito dopo, restando in tema, Mephisto Waltz cita «Merda d’artista (Kunstlerscheisse, Merde d’artiste, Artist’s Shit, 1961) di Piero Manzoni». Ma in tedesco Künstler (artista) si scrive con la Umlaut. Ennesima figura di Scheiße per il povero diavolo.
[19 marzo 2023]

Quel faro nel Mediterraneo
Titolo dal Messaggero: «Agli scafisti fino a 30 anni / Un faro sull’accoglienza». Così potranno orientarsi meglio nel Mediterraneo.
[10 marzo 2023]

Minchia, signor tenente
«Favino, tenente a fine carriera vittima di un destino beffardo» è il titolo del Corriere della Sera per la recensione del film L’ultima notte di Amore, firmata da Maurizio Porro. Ma nella pellicola Pierfrancesco Favino interpreta un assistente capo della Polizia di Stato e non un tenente, qualifica non prevista per i poliziotti. E infatti Porro nell’articolo non scrive mai tenente.
[16 marzo 2023]

Le regge «d’orate» della pescheria Repubblica
Sulla Repubblica, Andrea Ossino si occupa dell’«autoproclamatosi “Principe di Tor Bella”», Vincenzo Nastasi, «condannato per aver cercato di entrare abusivamente nel penitenziario di Regina Coeli». Nastasi aveva organizzato a Roma un giro d’affari da 200.000 euro al mese «intorno al civico 64 di via dell’Archeologia, ai piedi del palazzo “L”, tra le “Torri” dove le case popolari vengono trasformate in regge d’orate». Più che principe di Tor Bella Monaca, re dei pesciaroli.
[14 marzo 2023]

Lo «tzunami» travolge Calabrò
«Lo tzunami che ha travolto Credit Suisse». Così comincia un articolo di Maria Antonietta Calabrò sul suo blog Justout.org. Ci dispiace per l’ex portavoce del presidente emerito del Senato, Marcello Pera, ma fin dal 1907 la parola giapponese che indica i maremoti è stata traslitterata in tsunami, con la s, cioè onda (nami) sul porto (tsu).
[16 marzo 2023]

I «reati penali» di Gaggi
Massimo Gaggi, da New York per il Corriere della Sera, a proposito di Donald Trump: «Un ex presidente costretto a rispondere di reati penali». Il significato di reato è «infrazione di una norma penale» (Lo Zingarelli 2023), perciò l’espressione reato penale è giuridicamente incongruente. I reati sono sempre penali, non esistono quelli civili o amministrativi.
[19 marzo 2023]

Oh cielo, quanto sono atea!
Claudia Arletti sul Venerdì di Repubblica intervista Adele Orioli, legale dell’Unione atei agnostici razionalisti, la quale si dilunga sulle battaglie giudiziarie e sulle «sentenze agghiaccianti» scaturite dalla campagna «Viviamo bene senza D» dell’Uaar, apparsa nel 2013 con affissioni su autobus e muri («La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno», lo slogan più gettonato). Orioli si sofferma sulla rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche, sui matrimoni civili che hanno superato quelli religiosi, sulla Chiesa cattolica che «costa ai contribuenti quasi 7 miliardi di euro l’anno», sull’abolizione del Concordato, sui «moduli taroccati» per imporre l’ora di religione nelle scuole, sullo «sbattezzo» che va «sempre fortissimo». Dopo aver chiarito che «la questione dell’esistenza di un dio non mi interessa», all’ultima domanda di Arletti («E i contatti con Casapound?»), Orioli risponde: «Oh cielo!». Notifichiamo all’avvocata dell’Uaar che nello Zingarelli 2023 le esclamazioni cielo!, santo Cielo!, giusto Cielo! e per amor del Cielo! sono contemplate nella quarta delle cinque definizioni del sostantivo cielo, che recita: «In diverse religioni, sede di esseri divini, dimora ultraterrena e paradisiaca di esseri umani che hanno vissuto rettamente». Oltre che a sé stessa, Orioli deve fare causa anche al vocabolario.
[10 marzo 2023]

Che saranno mai 3.000 in meno
Sul Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini parla di «un innalzamento della quota di migranti da far entrare regolarmente per lavoro (da 80 a 100 mila)», sottointeso in Italia. Solo che nello stesso servizio, verso la fine, anticipa «un decreto flussi per aumentare da 83 a 100 mila ingressi regolari». Tremila in più, 3.000 in meno, che saranno mai?
[7 marzo 2023]

Ermetismo riformista
Titolo dalla prima pagina del Riformista: «Aprì le porte della Cgil: Piantedosi sa chi era?». Tutto chiaro.
[18 marzo 2023]

Dividendi ballerini in Alto Adige
Titolo dal Corriere dell’Alto Adige: «Aquafil, anno da record per i ricavi / Dividendi a 2,4 euro per azione». Nel testo si legge che «Aquafil intendere consolidare i propri numeri in certezze, proponendo una distribuzione di dividendo pari a 0,24 euro per azione». Qui di certezze se ne vedono poche.
[17 marzo 2023]

Disfida Davigo-Bisignani sulle gride/grida
Sul Fatto Quotidiano, l’ex magistrato Piercamillo Davigo cita «le grida di manzoniana memoria». Il titolista, pietoso, lo corregge – «le gride» – ma lascia invariato il testo dell’inquisitore emerito di Mani pulite. Nello stesso giorno, Luigi Bisignani sul Tempo evoca una consuetudine legale del Medioevo: «l’affissione delle “grida” alle porte del palazzo vescovile». Davigo s’è dimenticato di rivoltare i Promessi sposi come un calzino per recuperare il sostantivo corretto (che Alessandro Manzoni riporta ben 29 volte). Il plurale di grida è regolare: le gride. Invece le grida è il plurale di grido, specialmente in riferimento a quelle umane. «Perciò dire le grida parlando di “bandi”, “editti” e simili è un errore», sentenzia Lo Zingarelli 2023. Davigo lo sconterà in galera nella stessa cella di Bisignani?
[12 marzo 2023]

Il protestante sul giornale del Papa
In un’intervista concessa a Oggi, Marcello Figueroa, amico presbiteriano del suo compatriota Jorge Mario Bergoglio, viene definito dalla giornalista Maria Giuseppina Buonanno «primo protestante a firmare sul giornale della Santa Sede». Non è così. Vi sono parecchi precedenti: per non risalire troppo indietro nel tempo, basterà ricordare un articolo del pastore luterano Jens-Martin Kruse sul numero del 22 febbraio 2013, quando Figueroa non aveva ancora cominciato a essere più papista del Papa (che allora era Benedetto XVI). Il pio pastore scrive poi che «il termine “amico” l’ha usato per prima Bergoglio», e qui siamo rassegnati: il gender dilaga. Il giornalista protestante afferma infine che l’enciclica Laudato si’ è «introdotta con il contributo del patriarca Bartolomeo», ma qui esagera perché il primo tra i patriarchi ortodossi è soltanto menzionato nell’importante testo papale. Consigliamo alla collega Buonanno di non fidarsi troppo dei pastori presbiteriani presi «quasi alla fine del mondo».
[9 marzo 2023]

Giansoldati storpia la «Laudato si’»
Franca Giansoldati, brava (di solito) vaticanista del Messaggero, intervista il vescovo di Verona, Domenico Pompili, evidentemente impossibilitato a dettarle apostrofi e accenti, cosicché nella penultima riga gli attribuisce «un collegamento con la Laudato Si». Ma dai!
[12 marzo 2023]

Sciandivasci, ritratti ciò che ha scritto!
Simonetta Sciandivasci sulla Stampa: «L’editore Puffin, che detiene i diritti dei suoi libri, ha ritrattato sulla decisione di ripubblicare i libri di Dahl, ripuliti da parole con un potenziale offensivo (grasso, brutto)». Ritrattare è un verso transitivo: si ritratta un’opinione, non su un’opinione.
[6 marzo 2023]

Bettin e i telefonini fancazzisti
Serenella Bettin sulla Verità parla di «masse di disperati con le bottiglie di birra in mano, tutti dotati di telefonini che sostano e bivaccano sulle panchine senza fare niente». Basta con questi smartphone fancazzisti!
[8 marzo 2023]

Che lusso gli zaini di Dior: 3 euro l’uno
Titolo dal Corriere della Sera: «Si fingono fattorini per rubare 148 zaini Dior». Testo: «I due si erano presentati come dipendenti di una ditta di trasporti per ritirare una spedizione. Poi erano riusciti a caricare sul furgone 35 colli con 148 zaini Dior del valore di 3 euro ciascuno». Gli è andata proprio di lusso.
[11 marzo 2023]

Piccino confonde Rourke con Willis
Nel recensire The Whale di Darren Aronofsky, premiato con due Oscar, Cristina Piccino scrive per ben due volte sul Manifesto che Bruce Willis è stato il «magnifico interprete» di The Wrestler, precedente lavoro del regista Aronofsky. Deve aver visto un altro film, perché l’attore protagonista di The Wrestler era Mickey Rourke. (Infatti lo sfondone è stato poi corretto nella versione online).
[9 marzo 2023]

Il dito nella piaga chiamata donna
Tweet di Tgcom24 su Francesco: «Papa: la donna è il primo materiale di scarto, è una piaga». Assolto chi mette il dito nella piaga. [11 marzo 2023]

Mephisto Waltz fa strage di date
«Celebri grottesche dipingeva Giovanni da Udine (1487-1581)», annota il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica sul Sole 24 Ore. Capperi! Campare fino a 94 anni non dev’essere stato facile in un’epoca – il Cinquecento – in cui l’aspettativa media di vita non superava i 35 anni. E infatti Giovanni da Udine morì nel 1564, non nel 1581, dunque a 77 anni. Più avanti: «Dante Alighieri nel grottesco ci sguazzò allegramente (Inferno, canto XXI, 25-36) quando descrisse le più efferate nefandezze poste in essere dagli avi di Mephisto, nella quinta bolgia dell’ottavo cerchio». A noi pare che la scena duri per tutto il canto, non solo nei versi dal 25 al 36. Infine il povero diavolo sbaglia l’ennesima data: «Già se n’era occupato Machiavelli (1569-1527)». L’autore del Principe nacque nel 1469, anche perché gli sarebbe stato difficile venire al mondo 42 anni dopo essere morto.
[12 marzo 2023]

La redattrice (poco) esperta in anatomia
Roberta De Rossi ripercorre sul Mattino di Padova (ma anche sulla Nuova di Venezia, sulla Tribuna di Treviso e sul Corriere delle Alpi) uno storico processo per stupro celebrato a Verona nel 1976: «Le foto dell’epoca immortalano un’aula gremita di donne, braccia alzate e mani levate in aria a disegnare con pollice e indice uniti l’utero», come peraltro testimonia una grande immagine proveniente dall’archivio di Uliano Lucas, pubblicata a corredo dell’articolo, in cui decine di mani sono congiunte a formare altrettante vulve immaginarie. In un suo curriculum online De Rossi si qualifica così: «Sono redattrice esperta dei quotidiani veneti del gruppo Gedi». Esperta mica tanto. Di sicuro non di anatomia femminile.
[5 marzo 2023]

La Gambia o il Gambia?
Titolo dalla Repubblica: «Ibrahima Sawaneh, dalla Gambia a Taranto per diventare uno chef amato da Bottura». Benché nella lingua italiana non esista una regola precisa per il genere grammaticale dei nomi degli Stati, e generalmente quelli che terminano con a siano al femminile, non sono pochi i casi in cui prevale il maschile (il Ghana, il Canada, il Kenya) o s’incontrano entrambi i generi (il Costarica, la Costarica). L’uso, in questi casi, crea la regola. Nello Zingarelli 2023 si rintraccia sempre e solo «il Gambia» (5 volte), mai «la Gambia». Nell’archivio del Corriere della Sera, che parte dal 5 marzo 1876, la ricerca «il Gambia» dà 69 risultati, «la Gambia» 9. Il linguista Paolo D’Achille, vicepresidente dell’Accademia della Crusca, dedica alla questione un capitolo illuminante fin dal titolo – Gambia è (prevalentemente) maschile – nel libro Giusto, sbagliato, dipende (Mondadori).
[8 febbraio 2023]

Su Libero arrivano i «nov-vax»
Claudia Osmetti su Libero: «Il Covid. La polemica infinita. I nov-vax». Che novità è mai questa?
[21 febbraio 2023]

Marinella non morì annegata, fu uccisa
«Il karaoke con la canzone sull’annegata no, c’è un limite, è una trovata veramente di bassa lega», commenta severo Stefano Cappellini in un editoriale sulla Repubblica. Come rievoca Federico Pistone su Rockol.it, premiato nel 2016 come miglior sito musicale italiano, La canzone di Marinella di Fabrizio De André, oggetto della performance canora di Giorgia Meloni e Matteo Salvini alla festa per i 50 anni del vicepremier leghista, non riguarda un’annegata, bensì Maria Boccuzzi, una «prostituta adolescente di origine calabrese» che «nel 1953 venne uccisa con un colpo di pistola e gettata nel fiume Olona». Ma qui sbaglia anche Pistone. Non era adolescente, Maria Boccuzzi, meglio conosciuta con il soprannome Mary Pirimpò (o Mary Pirimpo, secondo il Corriere della Sera dell’epoca), essendo nata nel 1920 a Radicena (Reggio Calabria): aveva dunque 33 anni quando il suo cadavere fu ripescato a Milano, presso il ponte di via Renato Serra (l’Olona fu poi tombato, nel 1955, per far posto alla circonvallazione). E non fu uccisa con un colpo di pistola. All’obitorio si contarono sulla salma i fori di 6 proiettili: due nella regione scapolare, uno nel petto, uno nel collo, due ai polsi. Per il delitto fu arrestato un ex ballerino nella compagnia di Wanda Osiris, Luigi Citti, alias Jimmy, amante e protettore della donna, che però venne condannato a 5 anni e 10 giorni di reclusione per i soli reati di sfruttamento ed estorsione. Trascorsi 19 mesi, Valmiria Pellicciari, che aveva conosciuto Maria Boccuzzi ai tempi in cui entrambe esercitavano la prostituzione a Torino, fu uccisa in una casa chiusa a Firenze. Le indagini sul primo crimine proseguirono fino al 1958, a opera di Mario Nardone, leggendario capo della Squadra mobile milanese, il quale arrivò a interrogare 2.000 persone e riuscì a rintracciare in Sudafrica l’auto su cui Maria Boccuzzi era salita la notte in cui venne ammazzata. Carlo Boccuzzi, il padre della mondana, aveva già perso nel 1945 il primogenito Gaetano, dilaniato dallo scoppio di una granata a Desenzano del Garda.
[12 marzo 2023]

Alla Stampa non pensano ad altro
Sulla Stampa, la notizia della tragica fine di Torpekai Amarkhel, 42 anni, giornalista scappata dall’Afghanistan e morta nel naufragio del barcone in Calabria, finisce con questo periodo, funestato da uno sconcertante refuso: «Costretta a fuggire, imbarcandosi su quel barcone per l’Italia, la sua figa è finita con l’annegamento nella notte terrificante di Cutro, per scampare dall’inferno dei taleban». A che cosa pensano i redattori della Stampa mentre lavorano?
[7 marzo 2023]

E chi non beve con me, peste lo colga
Dal Venerdì di Repubblica: «L’export di vino e birra meritano un brindisi». E il titolista un bel 2 in italiano.
[10 marzo 2023]

Né Cuccia né Sindona erano tycoon, signor diavolo
«Come nelle migliori sfide tra tycoon, Pinault e Arnaud, Berlusconi e De Benedetti, Cuccia (che però mai si è arricchito) e Sindona», scrive il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore. Tycoon, secondo Lo Zingarelli 2023, significa «magnate, grande imprenditore commerciale». Enrico Cuccia e Michele Sindona sono stati banchieri, non imprenditori commerciali. Cuccia, in particolare, non era socio di Mediobanca: solo un amministratore. Più avanti, il povero diavolo sostiene che «quando George W. Bush propose di abolire le tasse di successione alcuni super ricchi – (dal padre di Bill Gates a Warren Buffett, da Soros a Rockefeller (Steven) – una moltitudine si schierò contro la proposta». William Henry Gates II, padre del fondatore della Microsoft, a differenza del figlio non era un super ricco, bensì un avvocato.
[12 febbraio 2023]

Veronica Gentili più stonata che stentorea
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «È dunque verosimilmente da attribuire a questo il nuovo disegno di legge sull’immigrazione che Sunak ha annunciato con fare stentoreo». Stentoreo significa «chiaro e forte, detto della voce umana», non del fare o dell’agire. Del resto, l’aggettivo deriva da Stentore, citato nell’Iliade di Omero, eroe epico greco che gridava con voce possente, pari a quella di 50 uomini messi insieme. Evidentemente, Gentili da piccola non ha mai giocato a Dire fare baciare, e confonde le prime due azioni.
[13 marzo 2023]

Povero Berlusconi, gli resta solo il Monza
Titolo dal Messaggero: «Dopo il Milan, ceduto anche il Giornale / A Berlusconi ormai resta solo il Monza». Mediaset, Mondadori, Publitalia, Publieurope, Banca Mediolanum, Medusa film, Digitalia, Mediamond deve averle vendute la settimana prima, insieme con le ville di Arcore, Roma, Milano, Macherio, Rogoredo di Casatenovo, Porto Rotondo, Lesa, Lampedusa, Antigua.
[10 marzo 2023]

Prossimamente su questo scherno
Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Kramatorsk, parla di Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol: «La regione da Zaporizhzhia verso Melitopol potrebbe essere presto al centro della guerra. Lui nella nostra intervista per telefono da Kiev si schernisce. “Non posso commentare temi che riguardano il nostro esercito”, spiega». Prossimamente su questo scherno. (Schernire significa «deridere, dileggiare, con disprezzo insultante». Schermirsi, verbo riflessivo, «sottrarsi abilmente, cercare di evitare». Quindi, Fedorov semmai si schermisce).
[8 marzo 2023]

Le acrobazie di Scaramuzzi sul conclave
In uno sgangherato e approssimativo articolo sulla composizione del prossimo conclave, Iacopo Scaramuzzi dispensa sulla Repubblica notizie e numeri. Sorvolando sulle sue acrobatiche incongruenze, basta limitarsi agli errori. In un barcollante elenco degli ultimi papi, il volenteroso vaticanista scrive che «33 giorni dopo Giovanni Paolo I arrivò il polacco Giovanni Paolo II». Il quale però fu eletto il 16 ottobre 1978 mentre papa Luciani era morto il 28 settembre precedente: i giorni furono dunque appena 18, non 33. Inoltre, Francesco non può aver ridisegnato «il sacro collegio», per il semplice fatto che dal 1983 non è più definito sacro: il nome corretto è collegio cardinalizio. Infine il cardinale Louis Antonio Tagle si chiama Luis Antonio Gokim Tagle.
[12 marzo 2023]

Rileggere i titoli non è vietato
Titolo dalla Verità: «La linea Speranza per tenerci ai domicliari: “Vietato dare aspettative positive”». Ma non è vietato rileggere i titoli.
[8 marzo 2023]

De Angelis maestro dell’anacoluto
Editoriale di Alessandro De Angelis sulla Stampa: «E questo racconta di un premier in balia degli eventi che, da quando ha iniziato, non c’è un solo atto su cui abbia davvero lasciato il segno». Anacoluto in purezza.
[6 marzo 2023]

Sua beatitudine Geronimo II, augh!
Su Anteprima, nella rubrica Compleanni, viene citato «l’arcivescovo di Atene e primate della chiesa ortodossa greca Geronimo II». Si tratta di sua beatitudine Hieronymos II, da tradursi in Gerolamo II, e non con il nome del capo degli Apache. Augh!
[9 marzo 2023]

Il «Giulio Cesare» di Jérôme Carcopino
Paolo Mieli, nel recensire Catilina. Una rivoluzione mancata (Laterza) di Luciano Canfora, sul Corriere della Sera data al 1936 il Giulio Cesare di Jérôme Carcopino. Ma secondo le più accreditate bibliografie, e anche per la Treccani, Jules César fu pubblicato in Francia nel 1935 e tradotto in italiano da Anna Rosso Cattabiani per l’editore Rusconi nel 1975.
[6 marzo 2023]

Le morti a volte sono fatali
Da Quotidianosanità.it: «Le morti improvvise nello sport sono rare, ma avvengono e a volte sono fatali». Quando non lo sono, si chiamano risurrezioni. (La notizia riguarda uno studio dell’Università di Padova e dell’Ulss 2 Marca Trevigiana condotto su oltre 22.000 giovani atleti dai 7 ai 18 anni, allo scopo di valutare l’impatto dello screening medico sportivo nella prevenzione delle «morti improvvise»: «Ne è emerso che lo 0,3% dei giovani che pratica sport ha una condizione cardiovascolare che lo espone a rischio di grave evento cardiaco, che si traduce in 69 giovani atleti a rischio di evento fatale». Lo 0,3 per cento di 22.000 corrisponde a 66, non 69).
[21 febbraio 2023]

Anche Travaglio cade sul «non»
Editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Ogni leader politico, come ogni cittadino, è libero di esprimere il proprio pensiero su guerra, pace, negoziati e ogni altro argomento a sua scelta anche se nessuno gli ha bombardato la casa, e nessun governo estero, alleato e non (e l’Ucraina è fra i non, visto che fortunatamente non fa ancora parte né dell’Ue né della Nato), ha il diritto di ficcare il naso». Anche Travaglio cade (due volte) in un errore grammaticale assai diffuso e più volte segnalato in questa rubrica. L’avverbio negativo olofrastico (così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no. Infatti Elio Vittorini intitolò il suo romanzo Uomini e no. Pertanto bisognava scrivere «alleato e no» e «l’Ucraina è fra i no».
[23 febbraio 2023]

Se incontri un orso con la tua casa
Dal Messaggero: «Terribile spavento per un uomo che ieri in Trentino si è trovato faccia faccia con un orso mentre percorreva un sentiero della Val di Sole insieme al suo casa». Non si è più sicuri neppure fra le pareti domestiche. (Comunque si scrive faccia a faccia o, più correttamente, a faccia a faccia).
[6 marzo 2023]

Paolini trasferisce la Valconca in Valcamonica
«Recentemente ho assaggiato Strati, Pagadebit dop e Rebola, colli di Rimini (bottiglia unica che unisce 17 produttori) doc (oltre al Sangiovese Caciara) della cantina familiare Ennio Ottaviani di San Clemente di Rimini, nel bel mezzo della Valcamonica», si lecca i baffi il gastronauta Davide Paolini nella sua rubrica A me mi piace sul Sole 24 Ore. San Clemente è uno dei Comuni ricompresi nella Valconca, che dista quasi 400 chilometri dalla valle bresciano-bergamasca del fiume Oglio. Considerato che Paolini è nato a Galeata, in Romagna, meno di 60 chilometri in linea d’aria da San Clemente, forse era meglio che non assaggiasse troppi vini in un colpo solo.
[26 febbraio 2023]

Formiche, Star Wars e dintorni
Su Formiche.net, Alfredo Alberto Tristano intervista Gian Arturo Ferrari, già direttore libri alla Rizzoli e alla Mondadori, autore del saggio Storia confidenziale dell’editoria italiana (Marsilio). E lo presenta così: «Chi finge di essere, è molto più divertente: il Dart Fender della nostra editoria. Guerre stellari, altro che Segrate. Wikipedia ci informa che secondo una classifica Dart Fener (o Darth Vander nell’originale) è il terzo cattivo più cattivo della storia del cinema». La prima citazione (Dart Fender) è sbagliata, la seconda (Dart Fener) è corretta. Fender è una chitarra. Per dire, Jimi Hendrix suonò le Fender Stratocaster, Jazzmaster, Duo-sonic Honey Blonde. E, analogamente, non è Vander ma Vader, che in olandese significa «padre». Nella saga di Star Wars, Darth Vader è il papà di Luke Skywalker. Più avanti, Tristano parla, in una domanda, dell’Einaudi «che finisce in amministrazione controllata». In realtà, dopo un tentativo concordatario la casa editrice finì in amministrazione straordinaria, una storia ben diversa.
[20 febbraio 2023]

Virgole a mano libera
Lina Palmerini, editorialista del Sole 24 Ore: «Il nodo resta Berlusconi perché senza di lui non esisterebbe il partito, quindi, è un fatto che gli “azzurri” stiano lasciando campo libero alla destra». Si direbbe che la signora abbia un problema con le virgole.
[21 febbraio 2023]

Facci inciampa su Greta
Nella sua rubrica L’appunto, sulla prima pagina di Libero, Filippo Facci cita due volte Greta Thumberg. Il cognome esatto è Thunberg.
[1° marzo 2023]

Herzog dichiara guerra al suo esercito
«Il presidente israeliano condanna le violenze dell’esercito a Huwara», titola L’Osservatore Romano a pagina 3. Se la notizia che il presidente israeliano ha condannato il suo esercito fosse vera, sarebbe enorme, da prima pagina (e su tutti giornali del mondo). Invece, come correttamente riportato nel testo sottostante, Isaac Herzog ha duramente commentato la «violenta rappresaglia dei coloni contro i palestinesi», messa in atto a Huwara, nel governatorato di Nablus, «dopo che un attentato palestinese aveva provocato la morte di due fratelli israeliani».
[28 febbraio 2023]

Il Sole 24 Ore ha le batterie scariche
Secondo Simonluca Pini (Il Sole 24 Ore) «la ricarica della batteria di un’auto elettrica non è lineare» e «più è scarica e più tempo ci metterà a ricaricarsi». È un fatto che la carica non sia lineare, ma spiegata così diventa una corbelleria: anche riempire d’acqua un secchio prende più tempo se è vuoto. Pini scrive anche: «I 0.89 euro/kWh». Pur espresso numericamente, si legge zero e l’articolo determinativo davanti a parole che cominciano per vocale o per gn, ps, s impura, x, z è lo. In questo caso, trattandosi di centesimi, al plurale: «gli 0,89 euro».
[26 febbraio 2023]

Uccelli di rovo baby
Titolo dal Fatto Quotidiano: «La bambina mangia soltanto “Uccelli vivi”». Urge intervento del Garante per l’infanzia.
[25 febbraio 2023]

Concita non fa l’amore per avere figli
Editoriale di Concita De Gregorio sulla prima pagina della Stampa: «È vero che un modo sicuro per non rischiare la vita è non partire, come saremmo certissimi di non divorziare se evitassimo di sposarci e di avere figli se non facessimo l’amore». La denatalità risolta con un rimedio doloroso: se non si fa l’amore, si hanno figli. (In caso contrario, serviva un non in più: «Saremmo certissimi di non avere figli se non facessimo l’amore»).
[2 marzo 2023]

La Repubblica e le «12 regioni su 8»
Il sociologo Ilvo Diamanti spiega sulla Repubblica che Elly Schlein, nuova segretaria del Pd, ha «ottenuto il 54%, mentre Stefano Bonaccini si è fermato al 46%. Se rivolgiamo lo sguardo al territorio, ciò significa 12 regioni a 8». Ed ecco, riassunto in un sommario, che cos’hanno capito in redazione: «La deputata dem ha avuto la meglio in 12 regioni su 8», esercizio più difficile per la logica che per l’aritmetica e la statistica. Tenuto conto che le regioni italiane sono 20, semmai avrà avuto la meglio in 12 su 20.
[1° marzo 2023]

Date sbagliate su Giorgia Meloni
Monica Guerzoni afferma, sul Corriere della Sera, che Giorgia Meloni «ha fondato Fratelli d’Italia a 36 anni nel 2002». Meloni nel 2002 aveva 25 anni, non 36, e il partito Fratelli d’Italia è stato costituito a Roma il 28 dicembre 2012 con atto pubblico del notaio Camillo Ungari Trasatti.
[28 febbraio 2023]

Sallusti va in barca
Commentando nell’editoriale di prima pagina la tragedia dei profughi partiti dalla Turchia e annegati al largo delle coste calabresi, Alessandro Sallusti, direttore di Libero, prima parla di «un barcone carico di immigrati», poi di «un grande caicco, lungo neppure venti metri», quindi di «una barca», infine di «un caiacco». Se la seconda definizione pare appropriata (il caicco, anticamente a remi, oggi è l’imbarcazione tipica delle coste turche), l’ultima è del tutto sballata: il caiacco, o kayak, è la canoa a un solo posto, raramente a due, mossa con la pagaia, tipica degli eschimesi, oppure la canoa da turismo e competizione.
[27 febbraio 2023]

L’Ansa trasforma portamissili in portaerei
Titolo dall’Ansa: «Kiev, nel mar Nero 5 portaerei russe di missili Kalibr». Succede quando si traduce con Google le notizie dei media esteri. Qui missile carrier è diventato «portaerei di missili», mentre in inglese significa «portamissili». E infatti le unità navali della foto sottostante non sono portaerei.
[1° marzo 2023]

Valentini sa tutto (o quasi) dei giornali
Secondo Giovanni Valentini, che ogni sabato pontifica su editoria e televisione dalle pagine del Fatto Quotidiano, «Antonio Angelucci, già proprietario del Tempo di Roma e più recentemente del Giornale», è «in lizza per acquistare anche il quotidiano La Verità». Angelucci non è proprietario del Giornale: di recente è solo apparsa la notizia secondo cui avrebbe comprato la testata fondata da Indro Montanelli ma, ancora più recentemente, Il Foglio l’ha smentita, rivelando che Silvio Berlusconi si terrà la testata, cui pare essere affezionatissimo. Più avanti, Valentini sostiene che «Andrea Riffeser Monti, erede dell’ex “petroliere nero”, controlla a sua volta La Nazione (Firenze), Il Resto del Carlino (Bologna), Il Telegrafo (Livorno) e Il Giorno, fascicolo comune che raggruppa i tre quotidiani sotto il marchio QN Quotidiano Nazionale». Noi di quotidiani ne contiamo quattro, non tre. E forse andava precisato che Il Telegrafo ha cessato di uscire in edicola il 1° luglio 2019 e oggi è solo una testata online.
[25 febbraio 2023]

Il plurale femminile di «capogruppo»
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Schlein si prende il Pd: segreteria senza i big, via le due capigruppo». Il femminile plurale di questo sostantivo rimane invariato: le capogruppo. Infatti, nei nomi femminili composti con capo, la regola è che singolare e plurale restano uguali: la capostazione, le capostazione; la caposala, le caposala; la capoufficio, le capoufficio; il caposquadra, le caposquadra; il caporeparto, le caporeparto.
[28 febbraio 2023]

Fittipaldi scrive un po’ gender
Papa Francesco ha deciso che i cardinali alloggiati in appartamenti di proprietà della Santa Sede debbano d’ora in poi pagare l’affitto, rivela Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani. Il quale dà anche conto delle reazioni vaticane: «I nemici dell’argentino, invece, credono che la mossa sia “solo un dispetto a una curia che Bergoglio disprezza da quando è a Roma”», come gli ha confidato «un importante berretta». Il gender dilaga.
[1° marzo 2023]

Il produttore di Medea non era quel Rossellini
In un’intervista sul Corriere della Sera, Valerio Cappelli fa dire a Dante Ferretti, scenografo che ha vinto tre premi Oscar: «Squillò il telefono, era Renzo Rossellini, produceva Medea». Impossibile. Il produttore di Medea, film di Pier Paolo Pasolini, fu Franco Rossellini, figlio del musicista Renzo Rossellini e nipote del regista Roberto Rossellini.
[27 febbraio 2023]

Il puttaniere Simenon beatificato dall’Osservatore
Con un articolo di Gabriele Nicolò, che occupa più di mezza pagina, L’Osservatore Romano celebra i 120 anni dalla nascita di Georges Simenon, padre del commissario Maigret. Un sommario recita: «Sbarazzandosi della stereotipata divisione fra buoni e cattivi, lo scrittore ha denunciato comuni bassezze e torbide pulsioni». Non ne dubitiamo, tenuto conto che in un dialogo con Federico Fellini, pubblicato nel 1977 dal settimanale L’Express in occasione dell’uscita del film Casanova, lo scrittore confessò di aver posseduto 10.000 donne, 8.000 delle quali prostitute. Del resto, come scrive Nicolò, «il messaggio, di alto valore morale, che Simenon intende comunicare è chiaro: siamo tutti nella stessa condizione». Il giallista belga un po’ di più.
[11 febbraio 2023]

Chiamalo «pessimo segnale»
Titolo dal Fatto Quotidiano: «La lunghezza del pene è cresciuta di 3 cm in 30 anni, ma gli esperti avvertono: “Pessimo segnale”». Tutta invidia.
[20 febbraio 2023]

La guerra anticipata di Sallusti
Incipit dell’editoriale di Alessandro Sallusti, direttore di Libero, in prima pagina: «Un anno di guerra, e chi mai avrebbe pensato il 24 gennaio del 2022, che gli ucraini avrebbero resistito così a lungo, così bene e così eroicamente all’Armata Rossa?». Nessuno, considerato che la guerra è cominciata il 24 febbraio 2022. (Con una virgola dopo pensato, magari).
[24 febbraio 2023]

TokTok, c’è qualcuno in redazione?
Titolo dal sito del Sole 24 Ore: «TokTok, l’Ue chiede ai suoi dipendenti di disinstallare app». Bussate e vi sarà aperto.
[23 febbraio 2023]

Riccardi accorcia il pontificato di Paolo VI
Errore grossolano dello storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, sulla prima pagina del Corriere della Sera, in un articolo in vista del decennale di papa Francesco. Lo storico assegna «tredici anni» al pontificato di Paolo VI, che invece regnò dal 1963 al 1978, dunque per 15 anni. Chiudiamo poi un occhio su «Lopez Trujillo», che è López Trujillo, e sulle discordanti grafie di «Danneels» (corretta) e «Danneells». Infine Riccardi si guarda bene dal menzionare il cardinale Achille Silvestrini, amico della Comunità di Sant’Egidio, che partecipò al gruppo definito proprio da uno dei partecipanti, il citato cardinale Godfried Danneels, «mafia di San Gallo».
[26 febbraio 2023]

Mephisto Waltz resta in mutande
Il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore se la prende con le pubblicità televisive di «un signore di mezza età in mutande, che con aria compiaciuta se ne fa vanto: spiega infatti che queste trattengono le perdite urinarie (sic!) mostrandoci quanto siano catafratte. Per fortuna non scende in dettagli: ci sarà dentro una spugnetta? O un sacchetto di morbida plastica che non fa passare nemmeno l’aria, mettendo in vista tutto assieme un paccozzo non da poco?». Il povero diavolo, pur piuttosto avanti con gli anni, non sa che dove non passa l’aria non passa neppure l’acqua, in questo caso l’urina? Se avesse ragione, gli assorbenti contro l’incontinenza non verrebbero né prodotti né pubblicizzati. Più avanti Mephisto Waltz scrive: «Per non parlare di Vittorio Sgarbi o di Giuliano Ferrara, che in fatto di opinioni non si tengono, com’era d’uso fare Indro Montanelli». Si scrive com’era uso, esimio satanasso, non d’uso.
[26 febbraio 2023]

Il latinorum di Maria Antonietta Calabrò
Incipit di un articolo di Maria Antonietta Calabrò sul suo sito Justout.org: «Una paginetta in tutto. Articolata in quattro punti. Ma a che ben guardare costituisce una vera e propria “norma di chiusura” di tutte le molteplici riforme in materia economica cui ha messo mano Papa Francesco (era uno dei mandati delle Congregazioni generali dei cardinali che lo hanno eletto dieci anni fa). E della stessa riforma della Curia, scritta nella “Predicatae Evangelium”». Tralasciando a che ben, in latino si scrive Praedicate, come potrebbe insegnarle il professor Marcello Pera, del quale è stata portavoce quando egli era il presidente del Senato.
[23 febbraio 2023]

Come ti fucilo Dostoevskij nel 1949
Nel recensire Il demone di Dostoevskij (Donzelli) di Julia Kristeva, «nata a Silven nel 1941 e cresciuta nella Bulgaria comunista tra la fine del periodo staliniano e il successivo “disgelo”», Antonio Buozzi scrive sul Foglio che l’opera, «a cavallo tra saggio, biografia, memoir e riflessioni sul presente, si apre con la finta fucilazione dello scrittore nel 1949». Ci sentiremmo di escluderlo, essendo Fëdor Dostoevskij deceduto nel 1881. Alla fine, Buozzi parla della «risata che insorge irrefrenabile nella Kristeva stessa dodicenne alla parata funebre del Titano russo, Stalin». Ma se la giovane Julia Kristeva viveva in Bulgaria, come avrà visto passare la parata funebre di Baffone? Non certo grazie a una diretta televisiva, considerato che Stalin morì nel 1953 e la tv di Stato bulgara inaugurò le sue trasmissioni solo il 26 dicembre 1959.
[25 febbraio 2023]

Vibrazioni alla romana, senza elettricità
Dal sito del Fatto Quotidiano: «Le donne dell’Impero Romano probabilmente usavano vibratori di legno per il proprio piacere sessuale». In mancanza dell’energia elettrica, li avranno fatti vibrare con le pile Duracell.
[21 febbraio 2023]

Congiuntivite
Guido Santevecchi sul Corriere della Sera: «Finora, la Cina non ha mostrato un reale interesse a fermare subito la guerra (sempre ammettendo che Putin si lascerebbe convincere)». Congiuntivo vo cercando.
[22 febbraio 2023]

Concordanza poco veritiera
Titolo dalla Verità: «L’ex Ilva e il sito di Termini Imerese sono diventate imprese strategiche». L’ex Ilva è femminile, il sito maschile. Con soggetti di genere diverso, nella concordanza del verbo prevale il maschile: sono diventati.
[23 febbraio 2023]

Alegher, le doppie abbondano!
Nel supplemento culturale del Sole 24 Ore, il bravo Lorenzo Tomasin si occupa della Letteratura dialettale milanese, due tomi editi dal Centro Pio Rajna per i tipi di Salerno. Al titolista non pare vero di poter scimmiottare il libro di Delio Tessa, L’è el dì di Mort, alegher! ma, benché il quotidiano confindustriale si pubblichi a Milano, infila uno svarione che poteva venire buono tutt’al più per I misteri di Alleghe di Sergio Saviane: «“Allegher”, ecco i “rimm”!».
[26 febbraio 2023]

Tozzi, anzi tozzetti, di cultura
Sulla Stampa, il geologo e divulgatore scientifico televisivo Mario Tozzi spiega che, in previsione di un catastrofico sisma destinato a colpire Istanbul, il governo turco ha varato nel 2012 una legge che prevede la demolizione e la ricostruzione di centinaia di migliaia di edifici. E chiosa: «Un programma da fare tremare le vene dei polsi». L’espressione corretta, come richiama l’Accademia della Crusca, è le vene e i polsi, «uno dei numerosi modi di dire e proverbi che l’italiano ha attinto dalla lingua della Divina Commedia». Ma, per saperlo, bisogna aver letto il canto I dell’Inferno, in cui Dante si appella a Virgilio giunto in suo aiuto: «Vedi la bestia per cu’io mi volsi; / aiutami da lei, famoso saggio, / ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi».
[9 febbraio 2023]

Giannini e Sorgi devono mettersi d’accordo
Editoriale di Massimo Giannini, direttore della Stampa: «E quasi 19 milioni di famiglie sono proprietarie della casa in cui vivono». Editoriale di Marcello Sorgi, collaboratore della Stampa, stessa edizione: «L’Italia è un Paese di proprietari: l’85 per cento degli italiani possiede una casa». Nel biennio 2020-2021 le famiglie in Italia erano 25 milioni e 600.000 (fonte: Istat). L’85 per cento di questo totale dà 21 milioni e 760.000 famiglie, non 19 milioni. Non potrebbero Giannini e Sorgi mettersi d’accordo fra di loro?
[19 febbraio 2023]

Le statistiche secondo La Stampa
Titolo dalla Stampa: «Il caso Donzelli spacca gli elettori / Due italiani su tre difendono il 41 bis». Due italiani su tre significa il 67 per cento. La tabella del sondaggio condotto da Euromedia research di Alessandra Ghisleri, oggetto dell’articolo, documenta che solo il 6,3 per cento degli intervistati pensa che il 41 bis sia da abolire. Ne deduciamo che il 93,7 per cento (non il 67) lo approva.
[6 febbraio 2023]

C’è poco da capire sul Fatto Quotidiano
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Che c’è di bello / Martone va al Massimo / Pasolini, “Pi” e Pilade / Rossanda eterna Rossa». Che c’è da capire, più che altro.
[19 febbraio 2023]

Gli Stati Uniti addestrano 1.600 eserciti!
Da un titolo della Stampa: «Il Pentagono: al via l’addestramento di altre 1.600 truppe». La definizione di truppa è «insieme di più unità di soldati di un esercito» e, al plurale, «insieme delle forze armate di uno Stato» (Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia). Gli Stati Uniti si apprestano ad addestrare altri 1.600 eserciti?
[19 febbraio 2023]

Che cosa c’è di reciproco fra Putin e Zelensky?
«Questo impone di scartare i reciproci progetti di vittorie totali, di rese senza condizioni, l’idea di asservire l’Ucraina o di dividere in pezzi la Russia», scrive Domenico Quirico sulla Stampa, a proposito di Vladimir Putin e Volodymyr Zelenski. Più che reciproci, diremmo contrapposti, dal momento che non ci pare vi sia nulla di scambievole e vicendevole (significato di reciproco) nella contesa fra i due.
[19 febbraio 2023]

L’Avvenire e il passato degli scacchi
«E se Aristotele dovette ammettere i rischi che caratterizzavano la condizione di chi si trovava in esilio, avvalendosi della metafora del pedone che si trova isolato in mezzo alla scacchiera, gli stoici ed i cinici puntarono sul cosmopolitismo e sulla necessità di vivere senza patria, da cittadini del mondo», è la conclusione di un articolo di Roberto Righetto nelle pagine culturali di Avvenire. Secondo Storica National Geographic, la prima menzione conosciuta circa l’origine degli scacchi si trova nel poema epico persiano Shahnameh (Libro dei Re), per il cui autore, il poeta Firdusi, il gioco nacque nel VI secolo dopo Cristo – la Treccani conferma questa datazione – a seguito di una disputa per il trono dell’India. Essendo Aristotele vissuto nel IV secolo avanti Cristo, ci pare difficile che potesse conoscere con 1.000 anni di anticipo l’esistenza del pedone e della scacchiera.
[9 febbraio 2023]

Accenti collocati a sproposito
Il Fatto Quotidiano si conferma un impareggiabile catalogo di accenti collocati a sproposito. «Santanché è senza delega, ma continua a occuparsi dei lidi», titola in prima pagina, mettendo l’accento acuto, anziché grave, al cognome del ministro Daniela Garnero Santanchè. La quale, essendo l’ex moglie del chirurgo estetico Paolo Santanchè, non può chiamarsi Santanché, come peraltro si evince anche dal sito ufficiale del governo.
[20 febbraio 2023]

Lo share nel 1951 non esisteva in Rai
Anteprima riporta da Dissipatio, «una cellula mediatica fondata e diretta da Sebastiano Caputo», che esamina le varie edizioni del Festival di Sanremo: «Se quindici anni fa si registravano gli ascolti più bassi dal 1951, quella odierna al contrario è stata la più seguita dell’ultimo quarto di secolo». Probabile. Infatti le trasmissioni televisive della Rai cominciarono solo tre anni dopo, il 3 gennaio 1954, e non ci risulta pertanto che nel 1951 si potesse misurare lo share del Festival condotto da Nunzio Filogamo e trasmesso solo per radio.
[10 febbraio 2023]

Slaughter non è mai stata rettrice
Sul Corriere della Sera, Elena Tebano qualifica Anne-Marie Slaughter come «ex rettrice di Princeton». Già direttrice della pianificazione politica al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Slaughter non è mai stata rettrice dell’Università di Princeton, bensì «dean of Princeton University’s school of public and international affairs», cioè quello che da noi tradizionalmente si chiamava preside di facoltà. Incarico sempre prestigioso, ma un po’ meno.
[2 febbraio 2023]

Vite più schiacciate che spezzate
Titolone dell’Osservatore Romano, in prima pagina, sul sisma in Turchia e in Siria: «Vite spezzate in una terra desolata». Più che altro schiacciate. E a pagina 2: «A tutti i costi fuori dalle macerie». Costi elevati.
[10 febbraio 2023]

Povero diavolo! Non esiste
Incipit della rubrica di Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore: «Mephisto si è fatto totalmente stregare dalla ChatGPT – che peraltro impazza nell’intero orbe terracqueo – tanto che ha voluto metterla alla prova: come di solito si fa con Siri, con tono imperioso le ha chiesto: “Chi è Mephisto Waltz, quello che scrive sul 24Ore Cultura?”. In meno di un nanosecondo la risposta: “Non conosco alcuno che con il nome “Mephisto Waltz” scriva regolarmente per la sezione Cultura del quotidiano “Il Sole 24 Ore”. Potrebbe essere che in alcune occasioni il giornale abbia pubblicato articoli o recensioni firmati da questa persona, ma non si trova in merito alcuna informazione». Povero diavolo! Ecco la prova che l’intelligenza artificiale è, contrariamente a ciò che si dice, davvero intelligente.
[20 febbraio 2023]

Virgole e concordanza secondo Lucia Annunziata
Lucia Annunziata nell’editoriale di prima pagina sulla Stampa: «L’aspra aura di questo sentimento decisivo nella vita degli umani, sprigionava dalle rughe profonde». Metti una sera a cena e una virgola fra soggetto e verbo. Poche righe più avanti: «Un viaggio che potrebbe essere stato l’ultimo di un uomo, una stretta di mano per decisioni che dovrebbero essere state urgenti, sono rimaste impigliate nel carosello di questi sorrisi, congratulazioni e promesse». Torna la virgola fra soggetto e verbo ma, soprattutto, viaggio è maschile e stretta (o decisioni) è femminile, quindi, poiché con soggetti di genere diverso prevale la concordanza del verbo al maschile, bisognava scrivere rimasti impigliati.
[11 febbraio 2023]

Marco Bellizi allievo dell’Annunziata
Incipit di Marco Bellizi sull’Osservatore Romano: «La fondazione dell’Ente Nazionale Idrocarburi nel 1953, fu il coronamento di un lungo cammino avviato da Enrico Mattei». In fatto di virgole, deve aver preso lezioni da Lucia Annunziata.
[11 febbraio 2023]

Sallusti crede che nei circhi ci siano i panda
«E loro saranno lì, a esibire Benigni come si fa con i panda al circo», scrive Alessandro Sallusti, direttore di Libero, nel suo editoriale in prima pagina, riferendosi agli esponenti della sinistra. È un’ipotesi che ci sentiamo di escludere. Il panda, sia quello rosso sia quello gigante, fa parte da 50 anni di una specie protetta ed è divenuto l’emblema stesso degli animali in via d’estinzione (è anche il simbolo del Wwf). Come tale, non è mai stato utilizzato nei circhi, essendo severamente tutelato dalla Cites (Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora), il Trattato internazionale siglato a Washington nel 1973 per proteggere la flora e la fauna selvatiche dal sovrasfruttamento a scopo commerciale ed evitare che il traffico internazionale metta le specie in pericolo di estinzione. Senza contare che in Italia la legge 53 del 22 aprile 2021 contempla «uno specifico divieto di importazione, conservazione e commercio di fauna selvatica ed esotica (...) nonché l’introduzione di norme penali volte a punire il commercio di specie protette».
[10 febbraio 2023]

Didascalia alla Carlona
Didascalia dal Corriere della Sera: «Re Carlo III, 74 anni con la regina consorte Camilla, 75, hanno partecipato a un incontro». In mancanza di una virgola dopo «anni», sembra che facciano 74 anni in due. E il verbo è sbagliato: andava al singolare. Didascalia alla carlona, anzi alla Carlona.
[12 febbraio 2023]

Cassese pensa che Cornell sia una città
«Il secondo volume è opera di Richard Franklin Bensel, professore di “Government” all’Università di Cornell», scrive Sabino Cassese sul Sole 24 Ore. Duole dover riprendere per la seconda volta nel giro di appena 15 giorni il giurista, ex ministro ed ex giudice della Corte costituzionale, ma non esiste nessuna Università di Cornell. Esiste invece l’Università Cornell (Cornell University) di Ithaca, New York, ateneo privato attivo dal 1865 e intitolato al cofondatore Ezra Cornell, uomo d’affari che creò la Western Union, promosse la costruzione della prima linea telegrafica degli Stati Uniti e fu senatore dello Stato di New York nel quadriennio 1864-1867.
[12 febbraio 2023]

L’Osservatore Romano risuscita Ratzinger
L’Osservatore Romano presenta così il podcast Il Pastore Benedetto, prodotto dalla Radio Vaticana e da Vatican News: «Raccogliere i fotogrammi dei numerosi incontri e abbracci fra Papa Francesco e il Papa emerito, tra il 2013 e il 2023, aiuta invece a capire come Casa Santa Marta e il monastero Mater Ecclesiae non sono mai stati lontani». Aiuta anche a capire i misteri della risurrezione, visto che Benedetto XVI è morto nel 2022 (per non parlare del congiuntivo mancante: siano, non sono).
[11 febbraio 2023]

Satira al Minimum
Nella rubrica satirica Minimum pax, sulla Stampa, Luca Bottura persevera nelle semplificazioni grossolane, con la speranza di strappare facili sorrisi: «Meloni ha spiegato che l’autonomia differenziata punta a costruire un’Italia unita e coesa. Che è tipo puntare a un’alimentazione sana e bilanciata attraverso impacchi di sugna». La sugna è la massa di grasso formatasi intorno ai rognoni del maiale, che si liquefà per ottenere lo strutto. Nell’Italia contadina gli impacchi con la sugna erano considerati rimedi contro l’artrosi e gli ematomi. Tirarli in ballo in riferimento all’alimentazione, per di più sana e bilanciata, è come ricorrere allo spirito di patata. Nella medesima puntata, Bottura incappa in un’inesattezza: «La curiosità: dopo l’eloquente intervento in parlamento sulla vicenda Cospito, Carlo Nordio lascia la politica e si dà al teatro. Sostituirà Brachetti nel suo prossimo spettacolo di mimo». Improbabile: Arturo Brachetti è un attore trasformista e illusionista con 350 personaggi nel suo repertorio, erede del grande Leopoldo Fregoli. Nessuno dei due artisti si è mai dedicato a spettacoli di mimo.
[3 febbraio 2023]

Fritto misto alla ligure
Secondo il sito del Corriere della Sera, nella quarta serata del Festival di Sanremo vi sarebbe stato il seguente duetto: «Will con Michele Zarrillo – Cinque giorni di te e di me di Michele Zarrillo». Cinque giorni di me e di te mescola Cinque giorni di Zarrillo con Mille giorni di me e di te di Claudio Baglioni. Fritto misto (indigesto) alla ligure.
[10 febbraio 2023]

I mandati si accorciano da pagina 1 a pagina 4
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Calenda incolpa gli elettori / M5S riparla di 3° mandato». Titolo a pagina 4, stessa edizione: «I 5Stelle sconfitti senza big riparlano dei due mandati». Dopo qualche pagina il mandato si accorcia.
[15 febbraio 2023]

Rolex poco esatti
Dalla rubrica Clamoroso di Anteprima: «Ernesto Che Guevara, quando fu ucciso, aveva al polso un Rolex: il Gmt Mayster ref. 1675, con bracciale Oyster e ghiera nera». I «rolexisti» inorridiscono: si chiama Gmt Master, come correttamente riportato sul Corriere della Sera da Fabrizio Roncone. Il quale però sbaglia anche lui parlando di ghiera: trattasi infatti di lunetta girevole bidirezionale graduata sulle 24 ore.
[14 febbraio 2023]

Scrive come mangia: rozzo
Su Panorama, un lungo articolo di Carlo Cambi (giornalista enogastronomico, noto fino al 2017 come autore del Mangiarozzo, guida alle «1000 e più osterie e trattorie d’Italia») descrive l’attualità vaticana, ma il titolista lo azzoppa subito perché fantastica di «manovre per il prossimo concilio», intendendo evidentemente il prossimo conclave. Si può chiudere un occhio sulle molteplici ripetizioni «Padre Georg Gänswein» e «Padre Georg» (che è arcivescovo e dunque monsignore) e anche l’altro occhio sulla «cripta in Vaticano» (che sono evidentemente le Grotte della basilica vaticana), ma non sulla frase «Quando Ratzinger salì al soglio di Pietro al suo posto venne nominato il cardinal Müller». Joseph Ratzinger fu eletto infatti nel 2005, quando Gerhard Müller era vescovo di Ratisbona, e qui rimase fino al 2012, anno in cui venne nominato prefetto della Congregazione (oggi Dicastero) per la dottrina della fede, mentre a crearlo cardinale fu papa Bergoglio nel 2014. Per quanto riguarda poi le statistiche sul collegio cardinalizio con cui Cambi chiude il suo articolo, i porporati che lo compongono oggi non sono 226 bensì 223, e tra loro gli elettori (quelli cioè che non hanno compiuto 80 anni) sono 123 e non 132; inoltre gli elettori europei sono 48 e non 54. Non è vero infine che «America del Sud (38) e Asia (20) da sole possono eleggere il nuovo papa»: a parte infatti i conti che non tornano (tutti gli elettori americani, compresi quelli del Centro e del Nord, sono 35, mentre quelli asiatici sono 21), per eleggere il romano pontefice è necessaria la maggioranza di due terzi, e cioè servono oggi 82 voti. Per fortuna Cambi non è un grande elettore.
[8 febbraio 2023]

La geografia secondo La Stampa...
Forse per conformarsi alle cognizioni geografiche del suo collaboratore Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico televisivo, La Stampa pubblica, a corredo di un articolo del medesimo Tozzi, una cartina in cui la Siria viene spostata a destra e prende il posto dell’Iraq. «La Natura ci mostra la nostra fragilità», si legge nel titolo. Anche la cartografia.
[7 febbraio 2023]

... e secondo Federico Rampini
Federico Rampini nel suo blog Oriente Occidente sul sito del Corriere della Sera: «La Turchia è un Paese importante per tutti noi, la sua posizione è diventata ancora più cruciale durante la guerra. È uno Stato membro della Nato che presidia il fianco sud-orientale dell’Alleanza con un vasto confine con la Russia». Né vasto né ristretto: la Turchia non confina con la Russia, ma solo con la Bulgaria, la Grecia, la Siria, l’Iraq, l’Iran, l’Armenia e la Georgia, oltre che con l’Egeo e il Mediterraneo, ed è bagnata dal mar Nero, così come Bulgaria, Romania, Ucraina, Russia e Georgia.
[8 febbraio 2023]

Un «ne» è di troppo
Massimo Fini sul Fatto Quotidiano: «Le Andamane sono divise in due parti, quelle “civilizzate” e quelle che non ne hanno mai voluto saperne della nostra civiltà». Una delle due particelle pronominali è di troppo. Bisognava scrivere o «quelle “civilizzate” e quelle che non hanno mai voluto saperne» oppure «quelle “civilizzate” e quelle che non ne hanno mai voluto sapere».
[10 febbraio 2023]

Scarsa «igene» redazionale al Venerdì
La lettrice Stefania Morittu si rivolge al Venerdì di Repubblica: «È vero che oggi l’igene orale può contare sugli spazzolini elettrici». È vero che lo strafalcione compare nella rubrica Lettere alla redazione, ma è anche vero che la redazione o non legge o non corregge.
[10 febbraio 2023]

Baroni e «la virgola che uccide»
Accanto a un servizio firmato da Paolo Baroni, sulla Stampa compare anche un’intervista con Davide Tabarelli di Nomisma, siglata P. Bar., in cui si legge questa domanda: «Dopo il –19,5% relativo al primo trimestre già comunicato da Arera ad aprile ci si può aspettare un ulteriore calo delle bollette della luce?». Ricorda la perfida risposta della sibilla al soldato romano che la interrogò prima di partire per il fronte: «Ibis redibis non morieris in bello» (Andrai tornerai non morirai in guerra). Mettendo una virgola dopo redibis, diventa: «Andrai tornerai, non morirai in guerra». Mettendola dopo non, si trasforma: «Andrai non tornerai, morirai in guerra». Il nostro amico Cesare Marchi la chiamava «la virgola che uccide». Forse P. Bar. intendeva affermare che, dopo il –19,5% relativo al primo trimestre già comunicato da Arera, ad aprile ci si può aspettare un ulteriore calo delle bollette della luce? In quel caso serviva una virgola dopo Arera. Ciò non toglie che non si capisce come Arera abbia potuto calcolare già ai primi di febbraio l’entità del calo relativo all’intero trimestre gennaio-marzo.
[3 febbraio 2023]

Serviva un correttore di Bozza
Claudio Bozza sul sito del Corriere della Sera: «“Cambiare i vertici Rai? Giusto, occorre una nuova narrazione del Paese dopo la nostra vittoria elettorale”. Dopo il caso della vecchia foto in divisa nazista del viceministro Bignami strappata da Fedez sul palco, c’è poco da interpretare nell’intervista a Corrieretv di Gianmarco Mazzi (FdI), sottosegretario alla Cultura molto apprezzato dalla premier che ha un’esperienza “tecnica” particolare: per una decina di anni ha lavorato dietro le quinte del Festival di Sanremo». La premier Giorgia Meloni ha lavorato per dieci anni come tecnico al Festival di Sanremo! Scoop poco valorizzato dal Corriere. Ma forse occorreva l’intervento di un correttore di Bozza. Il quale intendeva probabilmente scrivere: «Gianmarco Mazzi (FdI), sottosegretario alla Cultura che ha un’esperienza “tecnica” particolare, e per questo molto apprezzato dalla premier». La famosa virgola che uccide (vedere sopra) o che cambia il corso della vita.
[11 febbraio 2023]

Caracciolo scambia l’Ue per l’Onu
Lucio Caracciolo, direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica, in un editoriale sulla prima pagina della Stampa parla della Francia come dell’«unica potenza nucleare e membro permanente del Consiglio di Sicurezza nell’Ue». Non sapevamo che esistesse un Consiglio di sicurezza dell’Unione europea, ma possiamo garantire a Caracciolo che la Francia è membro permanente solo di quello dell’Onu.
[10 febbraio 2023]

Non possono parlarsi in dialetto?
Dal Bollettino della Sala stampa della Santa Sede, si apprende che «cardinal Pietro Parolin Secretary of State» ha inviato un telegramma a «His Eminence cardinal Mario Zenari Apostolic Nuncio in Syria», in cui scrive: «Deeply saddened by the significant loss of life caused by the earthquake in the area of north-western Syria, his holiness Pope Francis offers heartfelt prayers for...», eccetera eccetera. Parolin è nato a Schiavon (Vicenza), Zenari a Rosegaferro, frazione di Villafranca (Verona). Non potrebbero parlarsi in italiano? Eventualmente anche in veneto. Volendo, resterebbe il latino.
[6 febbraio 2023]

Quando il professor Ruozzi comincia a leggere
Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana all’Università di Bologna, scrive sul Sole 24 Ore: «Questo nuovo libro di saggi di Mughini mi ha interessato e mi è piaciuto per più motivi. Ho cominciato dalla lettura delle trenta pagine dedicate a Gianni Celati, tra le migliori che ho finora letto». Se ha cominciato la lettura, ci pare certo che le abbia lette. Ma come faranno i lettori del Sole 24 Ore a capire se le 30 pagine sono meglio o peggio di quelle che il professor Ruozzi non ha letto? Che sarebbe poi la funzione del recensore.
[7 febbraio 2023]

Ursula von der Leyen, la sposa bambina
Daniel Mosseri sul Giornale: «Parliamo di Ursula von der Leyen, nata nel 1959 come Ursula Albrecht e sposata dal 1968 con Heiko von der Leinen». La famosa sposa bambina, già moglie a 9 anni. (Ha preso marito nel 1986. Senza contare che è nata nel 1958, non nel 1959).
[6 febbraio 2023]

Mephisto Waltz si fa una cultura su Wikipedia
Abbiamo finalmente scoperto a quale fonte si abbevera il coltissimo Mephisto Waltz per l’omonima rubrica sul Sole 24 Ore: Wikipedia, horribile dictu! Egli infatti, riferendosi al 2008, parla dell’«attentato al Taj Mahal Palace di Bombay, quando una pattuglia di kamikaze pachistani lasciò sul terreno 195 morti». È quello che riporta Wikipedia, appunto. In realtà, gli alberghi presi di mira furono due (oltre al Taj Mahal, anche l’Oberoi). E non si trattò di un solo attentato, ma di «molteplici attacchi terroristici avvenuti dal 26 al 29 novembre 2008», scrive la ben più attendibile Encyclopædia Britannica, la quale precisa che in tutto furono «uccise almeno 174 persone, tra cui 20 membri delle forze di sicurezza e 26 cittadini stranieri». Nessun riferimento alle 195 vittime citate da Mephisto Waltz. L’Ansa, invece, il 29 dicembre 2008 parlò di «almeno 183 morti ed oltre 300 feriti» e il giorno seguente di «circa 170 persone». Ma, si sa, il satanasso è contento solo se può portarne all’inferno un numero maggiore.
[5 febbraio 2023]

Il cadavere trovato morto
Dalla pagina Twitter della Repubblica, edizione di Milano: «Lecco, cadavere di una donna trovato morto in auto sulla riva del lago: i rilievi della polizia». Il concetto è reiterato anche nella didascalia. Un cadavere vivo sì che sarebbe una notizia!
[6 febbraio 2023]

A Maffioletti non tornano i conti
Chiara Maffioletti sul Corriere della Sera intervista Massimiliano Ossini, conduttore di Unomattina su Rai 1. La giornalista scrive: «Ha 44 anni e i suoi programmi, senza sgomitare, vanno sempre bene». Tre domande dopo osserva: «Lei è anche papà di tre figli già grandi». Ossini risponde: «Hanno 24, 17 e 14 anni. Ho sempre avuto il desiderio di diventare un papà giovane ed è successo quando avevo 24 anni». Ma se il primogenito ha 24 anni, e Ossini ne ha 44, ne deduciamo che l’intervistato divenne padre a 20 anni, non a 24.
[7 febbraio 2023]

Adieu, Alessandro Gassmann
Beppe Farabegoli nella rubrica Commenti su Italia Oggi: «È bastata la provocazione di sabato scorso di una ex Iena per mandare in tilt i dem (e per fortuna dei pd, almeno Di Maio ha smentito le voci secondo cui stava per iscriversi anche lui). Poi sul caso Giarrusso è arrivato il tweet di Alessandro Gassman (“Non vi voto mai più. Adieux”) che ha gettato nell’ulteriore sconforto i dem». Premesso che il cognome corretto è Gassmann, è vero che l’attore ha scritto la frase in questione, ma trattasi di una castroneria che andava chiosata. Adieux significa addii (s’intitola Les adieux la Sinfonia numero 45 di Joseph Haydn). Addio, in francese, si dice adieu, composto di a e Dieu. Del resto, di Dio ce n’è uno solo.
[4 febbraio 2023]

Congiuntivite
Ilario Lombardo sulla Stampa: «Negare, negare, negare. Questa è la risposta dell’entourage di Draghi. Quasi un dovere, più che un vezzo, per personalità di potere. E dopotutto, non fu così anche quando questo giornale scrisse della telefonata di Sergio Mattarella, due giorni prima che il banchiere fu convocato dal presidente della Repubblica come successore di Giuseppe Conte?». Congiuntivo vo cercando. (Versione corretta: «Fosse convocato»).
[3 febbraio 2023]

Più vigneto che vitigno
Giovanna Maria Fagnani racconta sul Corriere della Sera il caso di Fabio Mazzitello, insegnante giunto dalla Calabria a Milano per occupare un posto da precario: «D’estate, quando torna a casa, aiuta i genitori. “Abbiamo una piccola attività famigliare, un allevamento di suini e bovini e un vitigno”». Vitigno? Questo sostantivo designa ogni varietà coltivata di vite (Cabernet, Barbera, Chardonnay, Pinot eccetera). Al massimo avranno un vigneto.
[28 gennaio 2023]

Questione di «tete»
«Letti matrimoniali, profilattici, viagra: sigilli al night del sesso», titola il Corriere di Verona. Nel testo, La. Ted. spiega che i clienti potevano godere «da vicino dell’avvenenza di seducenti lapdancer e figuranti, 50 euro per dieci minuti di “tete a tete”». Assonanza pertinente, se la corretta grafia del sostantivo francese non fosse tête-à-tête. Nella notizia viene ripetuto per due volte che il bordello mascherato si trovava in «via Manin Faliero». Vabbè che il patriota Daniele Manin nel 1848, dopo l’insurrezione popolare, fu nominato presidente della Repubblica di San Marco, ma il personaggio cui è intitolata la strada si chiama Marin Faliero, il doge vissuto cinque secoli prima, condannato alla decapitazione dal Consiglio dei dieci della Serenissima per aver tentato di instaurare una tirannia.
[4 febbraio 2023]

Plurale e singolare
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Vitalizi, si scherzava: D’Alì e altri condannati continuano a riceverlo». Vitalizi è plurale, come «D’Alì e altri condannati». Perché riceverlo, al singolare?
[29 gennaio 2023]

Delle due l’una
Stefano Salis sul Sole 24 Ore: «Una porta, ci dice l’artista, è sempre una soglia che conduce a qualcosa di noto o di inaspettato, di segreto o di conosciuto». Tertium non datur.
[22 gennaio 2023]

Non è nient’affatto scritto bene
Mara Rodella sul Corriere della Sera parla di Romano Fagoni, un marito violento ucciso dalla moglie in provincia di Brescia, «descritto anche dalla figlia maggiore, 25 anni, che da tempo si è trasferita a Gardone Riviera, come un tipo burbero, autoritario, poco indulgente e affatto incline alla tolleranza». L’avverbio affatto significa interamente, del tutto, in tutto, per tutto. L’esatto contrario di quanto Rodella intendeva dire.
[31 gennaio 2023]

Ezio Mauro inciampa nella pietra d’inciampo
«Il fronte della giustizia, scelto come simbolico da tutte le destre che si sono avvicendate al governo, moderate o radicali, rischia così di diventare la prima vera pietra d’inciampo di Giorgia Meloni», scrive Ezio Mauro sulla Repubblica, quotidiano che ha diretto dal 1996 al 2016. Esemplificazione davvero infelice, oltreché errata. Pietra d’inciampo, secondo Lo Zingarelli 2023, è la «targa commemorativa in ottone incorporata nella pavimentazione stradale di una città, posta davanti all’abitazione di una vittima delle deportazioni nei campi di concentramento nazisti per rinnovarne la memoria». Le pietre d’inciampo, dal tedesco Stolpersteine, sono state inventate nel 1996 dall’artista berlinese Gunter Demnig. Sono piccoli blocchi piantati nel selciato, ricoperti sulla faccia superiore dalla piastra di ottone che reca le generalità delle vittime del Terzo Reich. Sono state collocate finora in una trentina di Paesi. Fra l’altro, la denominazione Stolpersteine è stata registrata da Demnig presso l’Ufficio tedesco brevetti e marchi dal 2006 e a livello europeo dal 2013. Pertanto Mauro ha usato impropriamente un marchio protetto.
[23 gennaio 2023]

Angelo Panebianco «e non»
Angelo Panebianco nell’editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera: «Proprio pensando ai cittadini ucraini, combattenti e non». Tu quoque, professore! No e non sono avverbi di negazione che hanno usi nettamente distinti. L’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no, come si evince anche dal titolo del romanzo Uomini e no di Elio Vittorini. Ecco che cosa scriveva in proposito Aldo Gabrielli nel suo Dizionario linguistico moderno (Edizioni Scolastiche Mondadori), pubblicato nel 1956: «Sbagliano perciò quelli (e non son pochi) i quali dicono, per esempio: “Che tu mi creda o non, poco mi interessa”, “Torni a casa o non?”, “Verrai o non a teatro?”, “Usato o non, il libro bisogna pagarlo”, e simili. In tutti questi casi si deve usare la forma tonica o no: “Che tu mi creda o no...”, “Torni a casa o no?”, “Sai dirmi quando si deve usare o no l’articolo determinativo?”, eccetera».
[30 gennaio 2023]

Maurizio Costanzo non è aggiornato
Riferendosi al boss mafioso Matteo Messina Denaro nella rubrica Parliamone con... sul settimanale Chi, Maurizio Costanzo osserva: «Mi ha stupito non vederlo con le manette ai polsi, sono sincero». L’illustre collega è un po’ in arretrato con l’aggiornamento professionale, obbligatorio per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Infatti le «Regole deontologiche relative al trattamento di dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica» (Gazzetta Ufficiale, 4 gennaio 2019) al comma 3 dell’articolo 8, «Tutela della dignità delle persone», stabiliscono che le persone medesime «non possono essere presentate con ferri o manette ai polsi».
[1° febbraio 2023]

Virgole e aggettivi a piede Libero
Incipit dell’editoriale di Pietro Senaldi, condirettore di Libero, in prima pagina: «Sottosegretario Durigon, domenica e lunedì prossimi si vota in Lazio per eleggere il successore del presidente della Regione, il piddino Zingaretti e lei, in piena campagna elettorale, è finito nel mirino per l’acquisto della sua abitazione». Quindi il presidente della Regione Lazio sono due, Nicola Zingaretti e Claudio Durigon? No? Allora occorreva una virgola dopo «Zingaretti», magari un punto e virgola. Inoltre, messa così, sembra che Durigon abbia acquistato la casa di Zingaretti.
[5 febbraio 2023]

Giustizia e verità secondo Il Messaggero
Il Messaggero pubblica una foto dei familiari di Hasib Omerovic, precipitato il 25 luglio scorso da una finestra a Primavalle, dopo un blitz della polizia. La didascalia recita: «La famiglia del 36enne in Campidoglio il 22 settembre scorso con le t-shirt con scritto “Giustizia per Hasib”». Nell’immagine i quattro congiunti indossano magliette con la scritta «Verità per Hasib!». A che servono le didascalie se al Messaggero non sanno leggere?
[4 febbraio 2023]

Tra «le» e «gli» dilaga il gender
Sul Corriere della Sera, Monica Colombo intervista Martina Colombari e Alessandro Costacurta, insieme da 27 anni. Domanda: «La più bella d’Italia ha un difetto?». Risposta di Costacurta: «Ha la mania di voler avere sotto controllo tutto ciò che gli gravita attorno». Il gender dilaga.
[1° febbraio 2023]

Il presidente Innominato
Dall’Osservatore Romano: «Con l’arrivo, nel pomeriggio di ieri, venerdì 3 febbraio, all’aeroporto di Giuba, ha avuto inizio la seconda tappa del viaggio di Papa Francesco in Africa. Dallo scalo internazionale il Pontefice si è recato in automobile al Palazzo presidenziale nella capitale del Sud Sudan, per la visita di cortesia al capo dello Stato». Il cronista informa che alla visita hanno partecipato «l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e il moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, il pastore Iain Greenshields». E specifica: «Dopo aver incontrato in privato nel suo studio il presidente della Repubblica, il vescovo di Roma ha raggiunto la “Board Room” per salutare i cinque vice presidenti Riek Machar Teny Dhurgo, James Wani Igga, Taban Deng Gai, Rebecca Nyandeng Garang De Mabior e Hussein Abdelbagi». Infine rileva che «il primo appuntamento pubblico nel Paese» è stato «scandito dai discorsi del capo dello Stato, dell’arcivescovo Welby, del pastore Greenshields e di Francesco». Sì, vabbè, ma come si chiamerà il presidente della Repubblica del Sud Sudan? L’Osservatore Romano non lo dice. «Visita di cortesia» mica tanto.
[4 febbraio 2023]

Ingerire un tappo? Impossibile
«Brindisi: bimbo di un anno e mezzo ingerisce un tappo e muore soffocato», titola il sito della Stampa. Impossibile. Ingerire significa mandare giù nello stomaco. Se il tappo fosse finito nello stomaco (altamente improbabile), il piccino non sarebbe morto soffocato. Il testo conferma: «L’oggetto si sarebbe incastrato nella trachea, ostruendo le vie respiratorie».
[18 gennaio 2023]

L’ha ucciso a morte
Dal sito del Fatto Quotidiano: «Ha tirato un pugno sul muso di un cammello e l’animale, che non aveva fatto nulla per meritarselo, ha reagito e l’ha ucciso a morte». Cronista bollato a vita.
[26 gennaio 2023]

Un Suv sulle strisce pedonali
Dalla pagina Facebook della Gazzetta di Parma: «Modena, è morta la ragazza di 17 anni investita da un calciatore alla guida di un Suv sulle strisce pedonali». Quindi il calciatore faceva avanti e indré con l’auto sulle zebrature stradali?
[3 febbraio 2023]

Le parole del «Principe» di Machiavelli
Stando al Clamoroso che apre Anteprima, «Il Principe di Machiavelli è composto di 28.500 parole». Per l’esattezza sono 27.885, cioè 615 in meno.
[6 febbraio 2023]

La Pagina della Sfinge Quotidiana
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Pure quest’anno Mosca crolla il prossimo. Fmi: “Il Pil crescerà”». Più che altro sembra La Settimana Enigmistica.
[2 febbraio 2023]

Scusi, Mario Tozzi, ma non sequitur
«In Italia il particolato (primario e secondario) è generato prima di tutto dal riscaldamento (37%), ma subito dopo dagli allevamenti (17%), e solo successivamente dai trasporti stradali (14%), dall’industria (14%) e poi da agricoltura (4%) e produzione di energia (3%, dati Ispra 2018)», scrive Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico televisivo, sulla Stampa. Più avanti, Tozzi indica il presunto rimedio contro l’inquinamento atmosferico: «Prima di tutto chiudere progressivamente le città al traffico privato, con tantissimi saluti alla presunta libertà dell’auto». Perdoni, maestro, ma non sequitur, non ne consegue, per dirlo nella maniera delle persone erudite. Se il particolato, come lei scrive, è generato prima di tutto dal riscaldamento e dagli allevamenti, bisognerebbe prima di tutto spegnere i termosifoni e smettere di mangiare carne. A proposito: le percentuali da lei riportate danno come somma 89, non 100. Restiamo in attesa di conoscere la causa del restante 11 per cento di inquinamento, da solo quasi pari a quello dell’auto.
[31 gennaio 2023]

La sintassi di Veronica Gentili
Veronica Gentili parla di Carlo Cottarelli nella sua rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: «Il neo senatore, eletto con il Pd ma non iscritto al partito, ha la giusta distanza dalla composita formazione politica cui appartiene per poterne osservare le contraddizioni senza eccessivo trasporto». Quindi Cottarelli appartiene al Pd per poterne osservare le contraddizioni senza eccessivo trasporto? No? Allora la frase andava costruita diversamente: «Ha la giusta distanza per poter osservare senza eccessivo trasporto le contraddizioni della composita formazione politica cui appartiene». Ovviamente a patto di conoscere la sintassi.
[30 gennaio 2023]

Un ritornello ripetuto due volte? Tre ritornelli
Nella rubrica Canzoniere italiano, che Luigi Manconi tiene sulla Stampa con il gruppo musicale Têtes de Bois, viene analizzata la celebre canzone Se telefonando scritta nel 1966 da Ennio Morricone, Maurizio Costanzo e Gaetano De Chiara e cantata da Mina: «Composta da una strofa introduttiva e da un ritornello ripetuto due volte in modo identico, la particolarità sta tutta nel ritornello e nell’uso di una cellula melodica, che Morricone confessa di aver “copiato” dal suono della sirena della Polizia di Marsiglia». Se si ripetesse due volte, sarebbero tre. O si ripete oppure è cantato, non ripetuto, due volte.
[29 gennaio 2023]

Il divario mantiene un divario accettabile
Incipit di una scheda a corredo dell’articolo di Roberto Gressi sul Corriere della Sera, dedicato ai primi 100 giorni del governo: «Gli scossoni non mancano ma all’esordio Giorgia Meloni è riuscita a tenere il timone. Il divario tra le cose promesse e quelle mantenute mantiene per ora un divario accettabile». Ci pare una ripetizione inaccettabile.
[29 gennaio 2023]

Non si accorge nessuno, neppure Martini
«La vera storia del Mattarella bis» (così il titolo) ricostruita da Fabio Martini sulla Stampa a un anno dalla rielezione del capo dello Stato: «Una battuta spensierata, che in quel momento sfugge al circo politico-mediatico». «Quasi nessuno fa caso ai 16 voti per Mattarella». «Per una settimana non se ne accorgerà nessuno». «Ma nell’eccitazione del momento nessuno si accorge di un dato eclatante». Oh, tutti distratti da quelle parti.
[29 gennaio 2023]

Il vero nome di Grimaldi è Vittorio
«Grimaldi Studio Legale cambia nome in Grimaldi Alliance e inaugura un nuovo assetto dando un’ulteriore spinta alla crescita internazionale», annuncia F.D.R. sul Corriere della Sera. «La trasformazione della law firm fondata da Michele Grimaldi è stata costruita negli ultimi tre anni dal managing partner Francesco Sciaudone e oggi può contare su circa 500 professionisti, 14 sedi in Europa, presenza in oltre 50 in Paesi e un network di circa 2000 professionisti nel mondo». Studio legale importante, conveniamo, ma il suo fondatore si chiama Vittorio Grimaldi, non Michele.
[21 gennaio 2023]

Vuole essere lanciata in pace
Post dalla pagina Facebook della Gazzetta del Sud: «Lorenza Alagna è nata nel 1996 quando Messina Denaro era già latitante. I due non si sono mai incontrati: “Sono una ragazza normalissima, voglio essere lanciata in pace”». Al Festival di Sanremo o dalla finestra?
[18 gennaio 2023]

Ma è un cappotto o un costume da bagno?
Dal sito della rivista Elle: «Il cappotto più chic della stagione? Vita stretta e linea sartoriale come quello della nuotatrice». Sotto c’è una foto di Federica Pellegrini con le spalle nude. Brr, che caldo!
[22 dicembre 2022]

Morire nella propria attività
Un parrucchiere di 37 anni «scatta una foto al suo bicchiere di gin tonic, la posta sul suo profilo Instagram e si localizza al ristorante “Antonio Ferrari” di via Umberto I. Questa sarà l’ultima serata in vita di Daniele. Il suo ultimo post», scrive Il Mattino di Padova. È stato «trovato morto all’interno della sua attività». Eccesso di attivismo.
[29 gennaio 2023]

Cassese cassato in storia americana
Sabino Cassese sul Sole 24 Ore: «Nel 1929, ad opera del presidente Roosevelt, in America si afferma il concetto di “social security”». Duole contraddire il giurista, ex ministro ed ex giudice della Corte costituzionale, ma Franklin Delano Roosevelt nel 1929 era semplicemente governatore dello Stato di New York, incarico che mantenne fino al 1° gennaio 1933. Solo il 4 marzo di quello stesso anno cominciò il suo mandato di 32° presidente degli Stati Uniti d’America, interrotto, dopo ben tre rielezioni, dalla morte improvvisa a 63 anni per un’emorragia cerebrale, avvenuta il 12 aprile 1945.
[29 gennaio 2023]

La visita segreta annunciata sul giornale
Roberta Zunini sul Fatto Quotidiano: «Il direttore della Cia, Bill Burns, è a Tel Aviv per una visita in Israele e Cisgiordania organizzata da tempo, ma tenuta segreta». Segretissima.
[28 gennaio 2023]

Due giorni durano solo 24 ore
Assia Neumann Dayan sulla Stampa: «Perché le polemiche sui social scadono dopo al massimo un paio di giorni». Nel titolo si legge: «Quelle solite bufere online, ma l’indignazione di chi commenta dura solo 24 ore». La riforma del calendario.
[25 gennaio 2023]

Il climax ascendente non ha senso
Gustavo Bialetti nella rubrica Caffè corretto sulla Verità: «Il climax ascendente degli armieri di Via Solferino si interrompe bruscamente ieri per mano di Federico Rampini». Sicuramente esiste il climax discendente (o anticlimax). Ma l’espressione climax ascendente non ha linguisticamente molto senso, essendo già di per sé il climax una figura retorica che consiste nella gradazione ascendente per intensità e forza. Tant’è che il suo sinonimo, in medicina, è acme, cioè punto culminante, il quale pertanto non può ascendere oltre.
[28 gennaio 2023]

Mephisto Waltz perde la guerra d’indipendenza
«Ma dove li mettiamo i tremila “Cacciatori delle Alpi” che combatterono accanto a Garibaldi nella Seconda guerra di Indipendenza italiana (1859) a Villafranca, Magenta, Solferino e San Martino?», si chiede il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica sul Sole 24 Ore? Urge un ripasso di storia per il povero diavolo. I Cacciatori delle Alpi, brigata di volontari agli ordini di Giuseppe Garibaldi attiva dal 1859, lottarono nei pressi di Varese e a San Fermo (oggi San Fermo della Battaglia), dalle parti di Como, certamente non a Magenta né a Solferino e San Martino. Quanto a Villafranca Veronese, non vi fu combattuta nessuna battaglia, tantomeno dai Cacciatori delle Alpi, bensì, fra l’8 e l’11 luglio 1859, vi vennero discussi fra Napoleone III e Francesco Giuseppe i preliminari dell’armistizio tra Francia e Austria, controfirmato da Vittorio Emanuele II, che pose fine alla Seconda guerra d’indipendenza (Pace di Villafranca). Nella cittadina veronese si combatté il 24 giugno 1866, quando il 49° Reggimento di fanteria difese eroicamente il principe ereditario Umberto di Savoia dai soldati austriaci, disponendosi in formazione quadrangolare intorno a lui (episodio tuttora ricordato dall’Obelisco del Quadrato). Ma era la Terza guerra d’indipendenza, illustre signor satanasso, non la Seconda.
[22 gennaio 2023]

Volano troppe pietre alla Repubblica
La Repubblica a pagina 31 ospita la rubrica Pietre di Paolo Berizzi con il titolo «Targa». Alla pagina successiva, 32, c’è la rubrica Cucù di Sebastiano Messina con lo stesso testo apparso in Pietre. L’indomani, nelle Lettere, si legge: «Per un errore ieri non è stata pubblicata la rubrica “Cucù” di Sebastiano Messina. Ce ne scusiamo con l’interessato e con i lettori». A noi pare che per un errore sia stata pubblicata due volte, con il nome sbagliato nella replica, la rubrica Pietre di Paolo Berizzi.
[27 e 28 gennaio 2023]

Lorenzetto irretito dal gender
Intervistando sul Corriere della Sera l’«accompagnatore alla morte» Ange Fey, nato a Parigi da padre valdostano e madre monegasca, Stefano Lorenzetto si lascia irretire dal suo italiano stentato e in una risposta riporta: «Era una lettrice di Famiglia Cristiana. L’ho resa felice imitando l’accento tedesco nel leggergli un’intervista con l’allora cardinale Joseph Ratzinger». Il gender dilaga.
[27 gennaio 2023]

Giannini imita Lorenzetto
Massimo Giannini, direttore della Stampa, nel suo editoriale di prima pagina: «E sono anche convinto che la Rai non perderebbe un solo punto di share, vista la collaudata autosufficienza dell’unico “format totale” che, insieme a qualche buona fiction, gli salva ancora il palinsesto». Ci si consola.
[29 gennaio 2023]

Bottura ignora la geografia e Dante
Nella rubrica Il buonista risponde che tiene su Oggi, Luca Bottura, autore satirico, s’inventa una lettera del Santo Padre e la firma «Papa F., Città del Vaticano, Roma». A parte che la Città del Vaticano è uno Stato e quindi nessuno dei suoi abitanti, e men che meno il suo sovrano, la farebbe rientrare nei confini di Roma, la risposta di Bottura è la seguente: «Santità, non si curi di loro ma guardi e passi. Ma passi più lentamente possibile, ché c’è tanto bisogno». Parafrasi da liceale mediocre. La frase originale della Divina Commedia, pronunciata da Virgilio (Inferno, canto III), non contempla il verbo curare: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
[2 febbraio 2023]

Simoni non è degno di Notam
Alberto Simoni, corrispondente da Washington della Stampa, cita «il sistema di trasmissione dati e informazioni per i piloti, il Notam (Notice for Air Missions)». In realtà, Notam vuol dire Notice to air missions (Notams), e non for, come specifica il sito della Federal aviation administration statunitense. In passato significava invece Notice to air men. Secondo Simoni, «il Notam è uno strumento vecchio di quasi un secolo». A dire il vero, esso fu previsto dalla Cica (Convention on international civil aviation), meglio nota come Chicago convention, entrata in vigore il 4 aprile 1947, quindi quasi 76 anni fa, che sono poco più di tre quarti di secolo, non «quasi un secolo».
[12 gennaio 2023]

La Maserati «full» del Sole 24 Ore
Secondo M. Bel. (Il Sole 24 Ore), la Maserati ha in programma «di realizzare da qui al 2030 una gamma di vetture disponibili con una versione full completamente elettrica». Ok, full electric, solo elettrica, abbiamo capito.
[8 gennaio 2023]

Il corpo non costituisce più reato
Scheda dal Corriere della Sera: «Chi compie atti sessuali in luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, non costituisce più reato». Il famoso corpo del reato.
[28 gennaio 2023]

La donna, via della pace (dei sensi)
Titolone dall’Osservatore Romano: «La donna via della pace». Dei sensi?
[12 gennaio 2023]

Una nuova principessa su Vanity Fair: Chiara di Monaco
Dalla pagina Facebook di Vanity Fair: «Chiara Nasti oggi compie 66 anni. Tanti auguri alla principessa e a tutti i nati oggi». Sotto la notizia appare la foto di Carolina di Monaco. Non ci sono più le monarchie di una volta.
[23 gennaio 2023]

Circa, quasi esattamente
Claudio Bozza sul Corriere della Sera: «La coalizione capitanata da Rizzo (Italia sovrana e popolare) aveva conquistato circa 348.074 voti». Quanti esattamente?
[24 gennaio 2023]

Sinergie di gruppo tra Economist e Stampa
Simonetta Sciandivasci intervista sulla Stampa il professor Umberto Galimberti. Domanda: «Nel 2050 i nonni saranno il 22 per cento della popolazione mondiale. Secondo l’Economist, i primi a beneficiarne saranno i bambini». Risposta: «Ottimisti, questi inglesi. Ma sa, una volta il rettore dell’università di Praga mi disse che l’ottimismo è la qualità delle persone poco informate». Replica Sciandivasci: «Vuole diventare il primo al mondo a dire che all’Economist sono poco informati? Ci sto, la aiuto». The Economist è edito da Economist group, controllato dalla holding finanziaria Exor, che detiene anche la maggioranza di Gedi, la quale pubblica fra l’altro La Stampa e ha per presidente John Elkann. Quindi Sciandivasci sul giornale del suo editore dà del disinformato al suo editore. Molto interessante.
[21 gennaio 2023]

Gabriele Albertini nato prima del tempo
Paola D’Amico sul Corriere della Sera, a corredo di un’immagine d’epoca: «Il bimbo nella foto è l’ex sindaco Gabriele Albertini con la mamma Adelina nell’inverno del 1945». Lo escludiamo: è nato cinque anni dopo, il 6 luglio 1950.
[26 gennaio 2023]

La cella 10 metri per 10 di Messina Denaro
Grazia Longo illustra sulla Stampa la situazione del detenuto Matteo Messina Denaro nel carcere dell’Aquila: «Oltre agli esami medici e alle terapie, a scandire la sua giornata è stata soltanto la sua ora d’aria e le dormite all’interno della sua piccola cella 10 metri per 10 sorvegliata a vista». Tenendo conto che le case abitate dagli italiani hanno una dimensione media di 81 metri quadrati (fonte: Rur, Rete urbana delle rappresentanze), 100 metri quadrati non ci sembrano una cella di clausura.
[19 gennaio 2023]

Non guardarmi: non ti sento
«I semafori sotto casa “fanno troppo rumore”, scende e ne spacca sette a martellate: denunciato un 24enne a Milano», titola il sito della Repubblica. Nel testo, Ilaria Carra spiega (si fa per dire): «Ha distrutto sette apparecchi sonori, di quelli verdi che si trovano sui pali dei semafori e che emettono un suono utile ai non udenti per sapere quando possono attraversare la strada». Davvero molto utile, considerato che non possono udirlo.
[9 gennaio 2023]

Gli ascendenti secondo Gad Lerner
Attacco di un editoriale di Gad Lerner sul Fatto Quotidiano: «La campagna ideologica scatenata dal governo di destra contro il Reddito di cittadinanza e contro le “eccessive” tutele dei lavoratori dipendenti, vanta ascendenti storici illustri». Ascendenti? Questo sostantivo maschile indica i parenti in linea ascendente (genitore, nonno, bisnonno, eccetera); in astrologia, il grado del segno zodiacale che si alza all’orizzonte al momento della nascita di una persona; in senso figurato, autorità morale, influsso. Evidentemente Lerner scambia gli ascendenti con i precedenti.
[15 gennaio 2023]

L’Osservatore Romano, un giornale in surplace
Titolo tautologico dall’Osservatore Romano: «Un Paese in “surplace”. In equilibrio ma fermo». Se è in surplace («posizione di equilibrio sulla bicicletta ferma», Lo Zingarelli 2023), ci pare scontato che non sia in movimento.
[14 gennaio 2023]

La prima quattro porte della Ferrari
M. Mam. sul Sole 24 Ore: «La Purosangue è la prima Ferrari quattro porte». In realtà è la prima che viene prodotta. La prima Ferrari quattro porte è la Pinin, prototipo che Sergio Pininfarina dedicò alla memoria del padre Battista, detto Pinin. Fu presentata a Torino, al Salone dell’automobile, nel 1980. Venne realizzata sul telaio della Ferrari 400 GT ed era dotata del motore 12 cilindri a V della 512 BB.
[24 dicembre 2022]

Avesse potuto essere
Marta Serafini sul Corriere della Sera fa dire ad Andrey Medvedev, 26 anni, ex comandante del gruppo mercenario russo Wagner: «Temevo che il mio destino avesse potuto essere lo stesso di Nuzhin». Condizionale vo cercando.
[18 gennaio 2023]

Giù la testa, Cianflone
Mario Cianflone, spedito dal Sole 24 Ore al Ces di Las Vegas, parla della «show car Bmw i Vision Dee (dove Dee significa Digital Emotional Experience)», nella quale «l’intero parabrezza diventa uno schermo, estremizzando il concetto dell’hud-up display (Hud)». Giù la testa, Cianflone: il visore a sovrimpressione è l’head up display (letteralmente, «a testa alta»), come dovrebbe ben sapere un esperto di automobili inviato per di più negli Stati Uniti. Il servizio termina così: «E anche questa sarà forse la strada che altri costruttori seguiranno nel mondo software definendo veliche, dove l’auto non è uno smartphone ma diventa il più complesso oggetto digitale esistente..», con tanto di doppio punto finale. Definendo veliche? Qui pensiamo che Cianflone avesse finalmente sollevato la testa, fino ad averla nelle nuvole.
[14 gennaio 2023]

Dal reato penale alla levata
«I magistrati berlinesi sottolineano che l’indagine preliminare non significa che il ministro sia sospettato di un reato penale, ma serve a stabilire se chiedere la levata dell’immunità parlamentare per poi iscriverlo nel registro degli indagati». Così Paolo Valentino in un corsivo sul Corriere della Sera. Premesso che il significato di reato è «infrazione di una norma penale» (Lo Zingarelli 2023), quindi l’espressione reato penale dal punto di vista giuridico è priva di senso (i reati sono sempre penali, non esistono i reati civili o amministrativi), osserviamo che levato, participio passato del verbo levare, è anche aggettivo. Ma Valentino lo usa come sostantivo, levata, dai molti significati (per esempio il sorgere del sole), non certo applicabili all’immunità parlamentare.
[11 gennaio 2023]

La Repubblica rompe le file in prima pagina
Sommario del titolone d’apertura sulla prima pagina della Repubblica: «Dopo una settimana di fibrillazioni sulle accise, la premier convoca un summit lunedì per serrare le fila della maggioranza». Tocca ripetere per l’ennesima volta agli esimi colleghi che il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto nel significato di filamenti, oppure di trama di un ordito, oppure di intreccio in senso metaforico. Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023).
[14 gennaio 2023]

La moglie di Italo Calvino diventa la banana Chiquita
Elena Stancanelli, scrittrice e sceneggiatrice che dispensa editoriali alla Repubblica e alla Stampa, su Radio 3 conduce Pagina 3, ovvero «La cultura nei giornali, nel Web e nelle riviste», dice lei. Magari. Nel presentare il centenario di Italo Calvino, spiega che gli appuntamenti per celebrarlo «saranno tanti e numerosi»: non si vede come sia possibile che, essendo tanti, non siano anche numerosi, e viceversa. Poi racconta che Calvino nel 1962 incontra la futura moglie Esther Judith Singer, detta Chichita. Solo che Stancanelli nel corso del programma, per ben sette volte, la chiama «Cichita», come Chiquita, la banana 10 e lode. Qualcuno spieghi all’illustre commentatrice che si pronuncia «Cicita». Infine, per non deludere i radioascoltatori anglofoni, Stancanelli si riferisce a Charles Péguy enunciandone il nome come se fosse l’inglese Charles Dickens, anziché un francese.
[9 gennaio 2023]

Adolescenti che contengono nicotina
Margherita De Bac sul Corriere della Sera intervista Orazio Schillaci, ministro della Salute, e gli chiede: «Perché la stretta anche sulle altre sigarette?». Risponde Schillaci: «Perché aumenta in modo esponenziale il consumo di sigarette senza fumo tra gli adolescenti che comunque contengono nicotina e generano dipendenza». Giusto, alla larga dagli adolescenti pregni di nicotina che danno dipendenza.
[22 gennaio 2023]

Il maialino vietnamita aveva due fidanzati
Dal sito di Sky Tg24: «Addio a Pumba, maialino star dei social. L’esemplare di maialino vietnamita viveva in provincia di Vicenza con i fidanzati Charley Rama e Anna Baldato». Più maialone (bisex) che maialino.
[18 gennaio 2023]

I mafiosi applaudono l’arresto di Messina Denaro
Dall’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Alessandro Sallusti, sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro: «Ieri hanno rosicato duro due categorie di persone, i mafiosi e la sinistra che proprio non gliene va bene una neppure a pagarla. Lo si evince dalle loro stringate parole di plauso all’operazione». Cioè le cosche hanno applaudito l’arresto? Non ce n’eravamo accorti.
[17 gennaio 2023]

Giovanna Melandri e la necessità
Giovanna Melandri sul Sole 24 Ore: «Non bastano – anche se largamente necessarie – politiche pubbliche e fiscali e monetarie espansive». Necessario è ciò di cui non si può assolutamente fare a meno. Quindi o sono necessarie o non lo sono.
[18 gennaio 2023]

Canfora mette Dante all’«Indice»
Intervistato da Pierangelo Sapegno sulla Stampa, in merito all’affermazione di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, secondo cui Dante era di destra, lo storico e filologo Luciano Canfora sostiene, a proposito del Sommo Poeta: «Ricordiamo che un suo libro, Monarchia, la Chiesa l’ha messo all’indice fino ai tempi di Paolo VI». Per la verità, il De Monarchia venne inserito dal Sant’Uffizio nell’Index librorum prohibitorum sul finire del pontificato di Paolo IV, quindi più di quattro secoli prima di papa Montini, e vi restò sino al 1881, quando fu riabilitato da Leone XIII.
[16 gennaio 2023]

Occhi poco puntati sul libro di Harry
Scrive Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera: «Dalla pubblicazione di “The Spare”, il libro autobiografico del principe Harry, tutti gli occhi sono puntati su di lui». Tranne gli occhi di Bandirali: il titolo del volume è Spare, senza l’articolo.
[20 gennaio 2023]

Toh, in democrazia ci sono le elezioni
Dall’editoriale di Alessandro Mauro Rossi, direttore dell’Espresso: «Le elezioni del 25 settembre, però, hanno cambiato il quadro. Non solo perché il Pd le ha perse (in democrazia può capitare)». Votare nelle dittature sarebbe già più difficile.
[8 gennaio 2023]

Luca Bottura perde il filo/1
Ogni tanto, nel disperato tentativo di muovere al riso con la sua rubrica satirica Minimun pax sulla Stampa, Luca Bottura perde il filo. Come in questa battuta, dedicata a Matteo Messina Denaro: «Pare che MMD sia stato preso perché non pagava l’IMU: l’imposta sulla mafia». L’acronimo non si presta e ne esce una stupidaggine. Semmai imposta sulla mafia unificata, per stare al lessico dei gabellieri.
[20 gennaio 2023]

Luca Bottura perde il filo/2
Sempre Luca Bottura, nel Giornalone, inserto satirico di sua invenzione che esce la domenica sulla Stampa, pubblica il sondaggio Seciprend sul tema «Della polemica tra Shakira e Piquè...» e ipotizza che il 25 per cento degli interpellati immaginari risponda «Ma che domanda del piffero*». L’asterisco è così motivato: «La parola piffero ne sostituisce un’altra contenente due consonanti per espresso desiderio del direttore di mantenere un livello complessivo non oltre un minimo di decoro». Quindi c.zz. (tre consonanti, non due) conterrebbe una doppia z per espresso desiderio del direttore? E il non oltre che c’entra? Semmai «un livello non inferiore a un minimo di decoro».
[15 gennaio 2023]

«Molto possibile» è impossibile
Nella sua rubrica L’amaca, sulla Repubblica, Michele Serra intercede «in favore della giovane cantante Madame, al secolo Francesca Calearo, che rischia l’esclusione da Sanremo, dunque la cacciata dalla Casa del Padre, per avere fatto pasticci mortificanti con i vaccini». Serra specifica: «Invoca clemenza, spiegando di avere dato retta alle persone sbagliate. Con la dolorosa aggravante (per lei) che tra le persone sbagliate ci sarebbero i suoi genitori, ferventi No Vax. Che lo faccia per riguadagnare la porta di Sanremo (la Sacra Porta!) è molto possibile». L’aggettivo possibile non ha gradazioni, esprime uno stato binario: una cosa o è possibile o non lo è. Per esprimere una gradazione sarebbe stato preferibile usare il concetto di probabilità.
[6 gennaio 2023]

Terruzzi traduce male dall’inglese
Riferendosi a Mario Andretti, campione del mondo di Formula 1 nel 1978, Giorgio Terruzzi scrive sul Corriere della Sera: «Molte firme del motorismo stanno manifestando idee simili, a cominciare dalla Honda». In italiano, firma designa un noto giornalista o un personaggio famoso, per esempio della moda. Firm in inglese e firma in tedesco significano ditta, azienda, e uno bravo come Terruzzi dovrebbe saperlo.
[6 gennaio 2023]

A Open scambiano l’ano per la vulva
Da Open, giornale online: «“I mullah non capiscono decisamente nulla di donne”. Charlie Hebdo, il settimanale satirico francese, non lascia ma raddoppia, e torna alla carica – col suo stile dissacrante – contro il regime iraniano, da mesi sotto pressione per le proteste di piazza dopo la morte della giovane Mahsa Amini. Nel nuovo numero in edicola in Francia da domani, 11 gennaio, Charlie mette di nuovo in prima pagina i mullah iraniani, sotto al titolo irriverente citato, nell’atto di uscire a fatica dalla vulva di una donna dai capelli blu che se la ride di gusto. “C’abbiamo messo una settimana a trovare l’uscita”, sospira nella vignetta l’ultimo dei quattro mini-mullah a rivedere la luce fuori dall’utero femminile». Tralasciando per oggi lo scorrettissimo c’abbiamo, più volte censurato in questa rubrica, diciamo che anche i redattori di Open non capiscono decisamente nulla di donne. Nella dissacrante vignetta, infatti, i mini-mullah escono dall’ano, non dalla vulva. Quanto all’utero femminile, restiamo in attesa di conoscere dove sia posto quello maschile.
[10 gennaio 2023]

Coniugazione sallustiana dei verbi
«Siamo rimaste le stesse persone che coerentemente con la mutata realtà abbiamo preso atto di una situazione nuova e di un nuovo ruolo nella vita», scrive il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, nell’editoriale in prima pagina. Noi diremmo che «le stesse persone hanno preso atto», terza persona plurale del verbo avere, non prima persona plurale.
[14 gennaio 2023]

Le querele non producono condanne
Virginia Piccolillo intervista sul Corriere della Sera il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, il quale a un certo punto afferma: «Penso che per una serie di reati che stiamo valutando non debba essere necessaria la querela per la condanna». La querela non produce una condanna, bensì solo un processo, che può concludersi in vari modi. Saltare il passaggio non è di per sé sbagliato, ma chi parla così assomiglia a un manettaro e sembra ignorare il concetto di condizione necessaria, ma non sufficiente. Trattandosi del sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, la dichiarazione non ci tranquillizza.
[13 gennaio 2023]

Il Battista non era Giovanni evangelista
Citando il richiamo a Giovanni Battista pronunciato da papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro, Franca Giansoldati, vaticanista del Messaggero, spiega che «il pontefice riflette solo sulla forza dell’esempio lasciato dall’evangelista». Ma il Giovanni in questione, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, che visse come eremita nel deserto, spostandosi poi sulle rive del Giordano a predicare la venuta del regno di Dio e a battezzare, fu fatto decapitare a Macheronte, fra il 29 e il 32 dopo Cristo, dal re Erode Antipa, su richiesta di Salomè, figlia di Erodiade, e non c’entra nulla con l’evangelista Giovanni, apostolo di Gesù morto a Efeso probabilmente una sessantina d’anni dopo la crocifissione del Maestro, identificato dalla tradizione cristiana come l’autore del quarto Vangelo.
[15 gennaio 2023]

Un campo assai poco eretto
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Ecco il campo da calcio più bello del mondo (eretto su uno scoglio)». Fra i significati del verbo erigere vi è sicuramente costruire. Ma trattandosi di un rettangolo erboso rasoterra, privo di tribune, di eretto dal suolo – anche a giudicare dalla foto che accompagnava la notizia – non vi è proprio nulla.
[6 gennaio 2023]

Rapinatore sparato dalla guardia giurata
Titolo dalla pagina Facebook della Stampa: «Entra in un hotel di Torino armato di machete: rapinatore sparato dalla guardia giurata». Lui speriamo che se la cava.
[28 dicembre 2022]

Benno uccise i cellulari, non i genitori
Dal Corriere dell’Alto Adige: «Due anni fa, i cellulari di Laura Perselli e Peter Neumair si sono spenti per sempre. Uccisi dal loro primogenito, Benno, che poi ha cercato di nasconderne i corpi, gettandoli nell’Adige, e di sviare le indagini». Beh, se ha ucciso solo i cellulari, ed è figlio dei medesimi, si potrebbe scarcerare.
[4 gennaio 2023]

Famigerato articolo del biblista Bruni
Incipit di un articolo scritto sull’Osservatore Romano dal biblista ed economista Luigino Bruni per l’ottantesimo compleanno di Stefano Zamagni, pure lui economista, molto stimato: «Ho incontrato per la prima volta Stefano Zamagni nel 1989, nel suo famigerato ufficio di Piazza Scaravilli a Bologna». Era un covo di malviventi? Famigerato significa «che gode di cattiva fama: il famigerato ladro è stato finalmente arrestato» (Lo Zingarelli 2023) e l’accezione «ben noto, famoso», qualificata come rara e specialmente ironica dal medesimo dizionario, sembra davvero di cattivo gusto considerando la felice ricorrenza e la levatura del personaggio che occupava l’ufficio in questione.
[13 gennaio 2023]

Congiuntivite
Vincenzo Bisbiglia sul Fatto Quotidiano: «Peccato che Areti ha replicato a una email inviata dal Fatto il 14 dicembre». Congiuntivo vo cercando.
[29 dicembre 2022]

Anche Polito trasforma le file in fila
Antonio Polito sul Corriere della Sera: «Inserirsi nelle contraddizioni dell’avversario per dividerne le fila». Ribadiamo, con il conforto del compianto linguista Luca Serianni, che è «erroneo l’uso di fila come plurale di fila “serie di persone o cose”, invece di file: “una certa inquietudine serpeggiava all’interno delle fila del partito” (“La Repubblica”, 14.10.1987)» (Grammatica italiana, Utet).
[12 gennaio 2023]

Parenti serpenti a Mantova
Dalla Gazzetta di Mantova: «La donna aveva raccontato che, mentre si trovava in camera da letto, il cognato era entrato allo scopo di violentarla. Lei aveva opposto resistenza. Le sue urla avrebbero attirato l’attenzione del marito che, anziché difenderla, secondo l’accusa l’avrebbe picchiata per non aver ceduto al fratello». Titolo: «Violentata dal genero». Parenti serpenti. Ma in redazione non sembrano ferrati sulle specie animali.
[22 dicembre 2022]

Con il 14,7 per cento non controlli niente
Fausta Chiesa sul Corriere della Sera spiega che Ferrovie Nord è «controllata al 100% da Fnm, società quotata in Borsa controllata al 57,6% da Regione Lombardia e al 14,7% dalle Ferrovie dello Stato». Non si controlla con il 14,7% e nemmeno se c’è già chi controlla: salvo casi esoterici, uno solo controlla.
[29 dicembre 2022]

La madre che partorì a 60 anni
Maria Egizia Fiaschetti e Rinaldo Frignani si occupano, sul Corriere della Sera, di Martina Scialdone, avvocata di 34 anni, uccisa a Roma dal compagno. Del quale scrivono: «Il 60enne ancora si esercita al poligono di Tor di Quinto: è proprio quello chiuso a dicembre dai carabinieri dopo che Claudio Campiti, l’autore della strage sempre a Colle Salario, si è appropriato di una Glock per uccidere quattro donne». Ma se il poligono è chiuso, come fa a esercitarsi ancora lì? Più avanti, i due cronisti specificano che l’avvocata era «rimasta a vivere con il fratello e la madre 94enne». Ma se la vittima aveva 34 anni, la madre quando la partorì? A 60 anni?
[15 gennaio 2023]

Maria Laura Rodotà s’inventa le Olimpiadi in Sudafrica
Maria Laura Rodotà sulla Stampa dedica un articolo a Shakira, nel quale si legge: «Lei è colombiana famosa ovunque e ha cantato la canzone delle Olimpiadi in Sudafrica (Waka Waka) e ha fatto due figli con un divo del calcio». Ci spiace per Rodotà, ma i Giochi olimpici non si sono mai tenuti in Sudafrica, dove invece nel 2010, come sappiamo persino noi che non abbiamo mai messo piede in uno stadio, hanno avuto luogo i Mondiali di calcio, celebrati da Shakira con il singolo Waka Waka (This Time for Africa).
[14 gennaio 2023]

Massimo Fini crede che il Salmista sia un biblista
«Del resto il biblista dice “Settanta sono gli anni della vita dell’uomo”», osserva Massimo Fini in un editoriale sul Fatto Quotidiano. Ma il biblista è uno studioso di biblistica, mentre la citazione in questione è del Salmista (per antonomasia, David, re d’Israele vissuto nei primi decenni del X secolo avanti Cristo): «Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via». (Salmi, 90, 10).
[15 gennaio 2023]

«Piuttosto che» (e altro) di Sallusti
Alessandro Sallusti, direttore di Libero, firma in prima pagina un editoriale dal titolo zoppicante: «I consigli ai ladri del magistrato». Una banda ha rubato un magistrato? Oppure il medesimo è capo di una banda di ladri? Equivoco evitabile in questo modo: «I consigli del magistrato ai ladri». Nel testo, poi, si legge: «Non serve una laurea per sapere che i grandi gruppi internazionali che gestiscono grandi hotel o importanti boutique nel nostro paese lo fanno attraverso consociate di diritto italiano (esistono, per esempio Hermes Italy piuttosto che Louis Vuitton Italia)». Tu quoque, Alexander! Come avverte un «Nota bene» dello Zingarelli 2023, che evidentemente non viene notato dai giornalisti, «il significato corretto di piuttosto che è “anziché”. L’uso di piuttosto che con il significato di “oppure” è da considerarsi improprio, anche per gli equivoci che può creare, per esempio nelle frasi: faremo stampare il libro a Padova piuttosto che a Bologna (con il significato corretto di: “a Padova, non a Bologna”; e non, improprio, di: “a Padova o a Bologna”); oppure: al sabato sera vado al cinema piuttosto che a cena fuori (con il significato corretto di: “al cinema, non a cena fuori”; e non, improprio, di: “al cinema o a cena fuori”». Quanto a Hermes, ha l’accento grave sulla seconda e, dal cognome del fondatore Thierry Hermès.
[13 gennaio 2023]

I fescennini non erano orge
Luigi Ippolito, corrispondente da Londra del Corriere della Sera, riferisce dei party negli uffici governativi, svoltisi durante il lockdown, che sono costati il posto al premier Boris Johnson: «Si è scoperto adesso che erano dei fescennini a base di alcol e sesso a gogò». Tralasciando la scorretta grafia (si scrive à gogo), ci pare piuttosto ardito l’utilizzo del sostantivo fescennini, propriamente «carme fescennino», dove l’aggettivo designa il carme popolare degli antichi Latini, eseguito durante feste agresti e avente carattere salace, sfrenato, licenzioso. Nessun dizionario lo definisce festa o festino.
[14 gennaio 2023]

Pagina su Napoli con foto dal Salernitano
Il Foglio pubblica un’intera pagina a firma di Michele Masneri su «Napoli technicolor». Peccato che questo titolo (con riferimento nel sommario al Centro direzionale del capoluogo campano) sia sormontato da una grande foto di scena tratta dal film È stata la mano di Dio del regista Paolo Sorrentino, raffigurante la Torre vicereale di Cetara, centro della Costiera amalfitana che si trova in provincia di Salerno e dista da Napoli quasi 60 chilometri.
[14 gennaio 2023]

Caterina Soffici e il vaccino contro il cancro
Caterina Soffici sulla Stampa: «Non è il vaccino contro il cancro, insomma». Ne siamo più che convinti. Il vaccino combatte una malattia infettiva e il cancro non lo è.
[9 gennaio 2023]

Si chiama Luzzatto Fegiz
L’articolo dal titolo «Enrico Rovelli, l’arte dell’anarchico re del rock: “Vasco? Da due mesi abbiamo riallacciato”» compare sul sito del Corriere della Sera con la firma Mario Luzzato Fegis. Ci pare strano che in redazione non sappiano che uno dei giornalisti storici della testata si chiama Mario Luzzatto Fegiz, con doppia t nel primo cognome e z finale nel secondo.
[24 dicembre 2022]

Il plurale di labbro (della bocca) è labbra
«Una ex parlamentare del Pd, Alessia Morani, posta una foto di capodanno effettivamente un po’ da sito di incontri, ma insomma ordinaria, innocua, da panterona con labbri infiammati», scrive Iuri Maria Prado su Libero. In senso anatomico, il plurale di labbro è solo labbra. Il plurale labbri si usa nel significato di «margine, bordo di una ferita: i labbri sono ancora aperti» oppure di «orlo, bordo con risalto, ciglio: il labbro di un vaso, di un pozzo, di una conca», come attesta Lo Zingarelli 2023.
[6 gennaio 2023]

Chi sarà mai una «ornicotecnica»
Romina Marceca sul sito della Repubblica: «È l’ultimo sfregio a Alessia Sbal, la donna uccisa sul Gra di Roma la sera del 4 dicembre da un tir che l’ha travolta sulla carreggiata di emergenza. Qualcuno ha staccato lo striscione sistemato dalla mamma e dalla sorella subito dopo i funerali della ornicotecnica di 43 anni». C’entrerà la zoologia? La vittima si sarà forse occupata di ornitorinchi? No, era un’onicotecnica, cioè una professionista specializzata nell’applicazione e decorazione di unghie artificiali (dal greco ónyx, unghia).
[27 dicembre 2022]

Morto che cammina (a piedi)
Il sito del Corriere della Sera riporta la notizia di uno chef trovato morto in un fossato a Viadana (Mantova). Nel titolo si legge: «Sul corpo nessun segno di violenza. L’uomo sembra che stesse camminando a piedi». Se avesse camminato sulle mani, sarebbe ancora vivo e con un posto assicurato nel circo Togni.
[25 dicembre 2022]

Se Emanuela è in cielo, su che indaga Diddi?
Su tutti i giornali è uscita la notizia che Alessandro Diddi, promotore di giustizia dello Stato della Città del Vaticano, ha annunciato dopo 40 anni la riapertura delle indagini su Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana sparita il 22 giugno 1983. Ma nessun giornale ha rilevato come questo Diddi debba essere investito di poteri soprannaturali. Infatti il 17 marzo 2013, incontrando Pietro Orlandi, fratello della ragazza scomparsa, papa Francesco gli ripeté per due volte: «Emanuela sta in cielo».
[10 gennaio 2023]

«La famiglia Orlandi ha fretta». Dopo 40 anni...
Titolo dal Giornale: «La famiglia Orlandi adesso ha fretta». Eh beh, dopo 40 anni...
[11 gennaio 2023]

Vittorino Andreoli è vecchio o anche sordo?
Simonetta Sciandivasci intervista sulla Stampa lo psichiatra Vittorino Andreoli, presentandolo erroneamente come «psicanalista», qualifica che prendono pedissequamente per buona anche i redattori del quotidiano torinese, ripetendola nel titolo. Verso la fine, Sciandivasci chiede: «È economicamente sostenibile un mondo di vecchi?». Risposta di Andreoli: «Senta, per piacere, dica vecchi. A me piace la parola vecchio». Scusi, professore, è solo vecchio o è anche un po’ sordo?
[11 gennaio 2023]

Incredibile: Schlein «è donna»
Titolo del servizio di copertina dell’Espresso: «Schlein / Non sono un’aliena». Sommario: «È giovane, è donna». Qualcosa avevamo intuito.
[8 gennaio 2023]

Il principe Harry è di «famiglia sanguigna»
Sul sito del Corriere della Sera, Paola De Carolis riferisce che «non accenna ad assestarsi il polverone sollevato dall’autobiografia del principe Harry» e riporta le parole del colonnello Tim Collins, che guidò il figlio dell’attuale re Carlo III durante la guerra in Iraq. Secondo l’ufficiale, Harry «ha tradito la sua famiglia sanguigna». Di sanguigna conosciamo solo la pressione e l’uva, quindi deve trattarsi di una pessima traduzione di blood family, famiglia di sangue, cioè d’origine.
[7 gennaio 2023]

Salvini su Youtube nel 1919
Dalla rubrica Periscopio di Italia Oggi: «Matteo Salvini, vicepremier italiano, in un video del 1919 (youtube)». Registrato per la fondazione dei Fasci di combattimento?
[11 gennaio 2023]

Gad Lerner scrive un po’ à gogo
«Se anche nella zona vi fossero altre imbarcazioni in difficoltà, la Ong dovrà ignorarle (“non ne attenda altri a gogò”, è il linguaggio del sottosegretario Delmastro)», scrive Gad Lerner sul Fatto Quotidiano. Non si capisce a chi sia riferito quell’altri, al maschile, tenuto conto che imbarcazioni è sostantivo femminile plurale. Dovendo poi escludere che Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario di Stato alla Giustizia, sia in grado di mostrare gli accenti mentre parla, segnaliamo a Lerner che la locuzione corretta reca l’accento sulla a, non sulla o finale: à gogo.
[29 dicembre 2022]

Adorni non correva con i belgi
Francesca Monzone intervista Eddy Merckx sulla scomparsa del suo maestro Vittorio Adorni, che fu come lui campione del mondo di ciclismo. E gli fa pronunciare questa frase riferita al 1968: «Correvamo insieme nella Faema, ma al Mondiale io ero con la Nazionale e lui con quella belga». La bischerata (Adorni correva con la nazionale italiana, non belga) compare su varie testate edite da Gedi: La Gazzetta di Mantova, Corriere delle Alpi, La Provincia Pavese, La Nuova di Venezia e di Mestre, Il Piccolo, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso. Monzone riesce invece a correggersi (o viene corretta) in extremis sulla Stampa.
[27 dicembre 2022]

I pozzi diventano alti anziché profondi
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Vietnam, bambino finisce in un pozzo alto 35 metri: corsa contro il tempo per salvarlo». Non sapevamo che in Vietnam i pozzi si sviluppassero in altezza, anziché in profondità.
[2 gennaio 2023]

Altan rimucina, rimugina o smucina?
«Stiamo orgogliosamente a rimucinare nella monnezza della storia», è la battuta che Francesco Tullio Altan, più noto come Altan, mette in bocca a uno dei suoi personaggi nella vignetta sulla prima pagina della Repubblica. È vero che rimucinare compare (pur senza una voce propria) nel Grande dizionario della lingua italiana, ma già nel 1961 Salvatore Battaglia lo classificava come «antico». Infatti nei dizionari moderni non vi è traccia di questo verbo. E le vignette di Altan si rivolgono ai contemporanei ed eventualmente ai posteri, non agli antenati. Forse il disegnatore trevigiano voleva scrivere smucinare, cioè, a Roma, rimestare.
[31 dicembre 2022]

La siringa sale dalla schiena al collo
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Fermato l’uomo che ha colpito una passante con una siringa nel collo in centro a Roma». Per la verità, la vittima, Livia Cascarano, attrice di cinema e teatro, è stata ferita alla schiena, stando al referto dell’ospedale Spallanzani.
[23 dicembre 2022]

Nel Pd «le primarie per la segretaria»
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «La Procura belga chiede di levare l’immunità all’eurodeputato dem Cozzolino. E il Pd valuta se posticipare le primarie per la segretaria. Il suicidio continua...». Si dà per scontata l’elezione di Elly Schlein o Paola De Micheli oppure la penultima a doveva essere una e?
[3 gennaio 2023]

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