Cominciata il 20 marzo 2020, questa rubrica
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ALDO GRASSO «Che terrore le pulci
di Stefano Lorenzetto!» (Corriere della Sera)



«Io, tutti quelli che amo, li rimprovero
e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti»

Apocalisse (3, 19)


Belpietro sbaglia i conti delle due guerre mondiali
Secondo Maurizio Belpietro, direttore della Verità, Volodymyr Zelensky avrebbe «perso almeno 80.000 uomini» nella guerra scatenata dalla Russia, mentre Vladimir Putin «avrebbe mandato a morire in Ucraina 200.000 soldati», così afferma nel suo editoriale di prima pagina. «In totale, la guerra iniziata con l’invasione del 24 febbraio del 2022 avrebbe fatto più vittime di quelle delle guerre mondiali». Dunque, stando a Belpietro, nei due conflitti mondiali sarebbero morti in tutto 280.000 soldati. Premesso che in materia mancano le cifre ufficiali, non si comprende come il direttore della Verità possa essere giunto a una conclusione tanto sballata. Infatti, molteplici fonti (Statistical and research branch of the war department e archivio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, enciclopedia Britannica, studi di storici quali Niall Ferguson, John Keegan e Antony Beevor), indicano che nella Prima guerra mondiale perirono dagli 8,5 ai 10 milioni di soldati e nella seconda dai 21 ai 25 milioni, cioè, complessivamente, almeno 105 volte il numero delle vittime accreditato da Belpietro. Nella Seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica perse circa 8,7 milioni di militari, classificandosi al primo posto della tragica statistica.
[9 dicembre 2024]

Per i migranti è meglio galleggiare che affondare
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Immigrati, la paura cresce perché l’Italia “galleggia”». Trattandosi di immigrati che arrivano via mare, sarebbe peggio se affondasse.
[7 dicembre 2024]

Su 7 la figlia di Kim Jong-un diventa la sorella
In apertura del servizio di copertina dedicato al dittatore della Corea del Nord, il settimanale 7 pubblica una grande foto del despota a cavallo fra le nevi con una ragazza. La didascalia recita: «Da sinistra Kim Jong-un, 40 anni, leader supremo della Corea del Nord con la sorella minore Kim Yo-jong, 37 anni, direttrice del dipartimento per l’agitazione e la propaganda». Ma la dicitura originale della foto fornita dal governo nordcoreano e diramata dall’agenzia Associated press racconta tutt’altro: «Kim Jong-un a cavallo con sua figlia Ju-ae durante una visita al monte Paektu, Corea del Nord, nel 2019», come riportato lo scorso 31 agosto dal quotidiano britannico Independent. Lo scambio di persona trova conferma nella pagina seguente di 7, dove compaiono le foto di Ju-ae, la figlia, e di Kim Yo-jong, la sorella del dittatore.
[6 dicembre 2024]

Monda, un osservatore scarso della lingua greca
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, ignora il greco ma ne fa sfoggio, e nonostante mastichi poco di etimologia italiana se ne ammanta, anche se gli basterebbe aprire un vocabolario. Sul giornale che guida, sotto la direzione editoriale di Andrea Tornielli, a suo tempo laureatosi all’Università di Padova in storia della lingua greca, si legge testualmente: «Tutto questo ci permette di non cadere nel cinismo, una parola che viene dal greco kinos, “cane”». Ma è un greco che non esiste: cane in greco si dice kýon, genitivo kynós, per chi non lo sapesse, e cioè lo stesso Monda, che peraltro ha un passato di professore di religione nelle scuole, mica di greco o di italiano.
[27 novembre 2024]

Con Tavares a picco anche i tagli per La Verità
Titolo dalla Verità: «Con Tavares tagli e vendite a picco ma lui si becca premi per 100 milioni». Quindi ha fatto scendere a picco anche i tagli? No? Allora era meglio scrivere: «Con Tavares vendite a picco e tagli».
[3 dicembre 2024]

Sessi e il no olofrastico sui bambini ebrei
In un articolo nella Cultura del Corriere della Sera, lo scrittore Frediano Sessi si occupa del ventunenne polacco Wieslaw Kielar, rinchiuso ad Auschwitz il 14 giugno 1940: «Lottando continuamente per uscire vivo da quell’inferno, registra minuziosamente la vita e la morte degli uomini, delle donne e dei bambini ebrei e non rinchiusi nel Lager». Dimentico (o ignaro) del fatto che l’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, Sessi con il suo errore finisce per confondere le idee al lettore: infatti sembra che stia parlando solo di bambini ebrei, e non rinchiusi nel lager. Equivoco che si sarebbe potuto evitare se avesse usato il corretto avverbio negativo olofrastico: «Bambini ebrei e no rinchiusi nel Lager».
[18 novembre 2024]

Ingegneria genetica: ragazze riprodotte sulla ceramica
Giulio Pinco Caracciolo sul Messaggero: «“Amo le immagini delle donne morte. Adoro ammirare i loro volti, ma devono essere belle e giovani”. Questa l’inquietante confessione di Marco Conocchia, 53enne romano condannato a due anni e quattro mesi per ricettazione. Da oltre dieci anni si aggirava tra le lapidi del cimitero del Verano per soddisfare la sua perversione, ovvero collezionare i visi di ragazze riprodotte su fotoceramica». Si possono clonare i corpi sugli ovali delle lapidi?
[28 novembre 2024]

Belpietro in conflitto permanente con le virgole/1
In conflitto permanente con le virgole, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, scrive nel suo editoriale di prima pagina: «Il primo Mani di forbice a spese della Salute fu senz’altro Mario Monti, che avendo contribuito a far cadere l’ultimo governo di Silvio Berlusconi, a sinistra fu accolto come un salvatore della Patria». La mancanza di una virgola dopo «che», subito prima di «avendo», separa il soggetto dal verbo. Poco oltre, Belpietro aggiunge: «Roberto Speranza, il quale da ministro della Salute ha scoperto la necessità di mettere mano al portafogli per aumentare il personale sanitario e per retribuire meglio gli “eroi” che stanno in corsia solo dopo il Covid». Ci sono «“eroi”» che stanno in corsia solo dopo la fine della pandemia? No? Allora bisognava scrivere: «Per retribuire meglio, solo dopo il Covid, gli “eroi” che stanno in corsia».
[21 novembre 2024]

Belpietro in conflitto permanente con le virgole/2
In un secondo editoriale uscito in prima pagina lo stesso giorno, Maurizio Belpietro osserva: «Infatti, quando in gioco ci sono interessi cari ai cosiddetti progressisti, la legge che legalizza ciò che legale non è, diventa non soltanto possibile, ma addirittura necessaria per premiare gli abusi». Ancora una volta la virgola dopo «non è» separa il soggetto dal verbo.
[21 novembre 2024]

Per Elly Schlein esiste la «pandemia mondiale»
Nel corso del Tg3 delle ore 19, Elly Schlein pronuncia la seguente frase: «Quando tu arrivi ai minimi storici di spesa sanitaria nazionale, dopo che c’è stata una pandemia mondiale, vuol dire non aver imparato niente». Esiste anche la pandemia rionale? (Ripasso per la segretaria del Pd, così impara qualcosa: «Pandemia. Epidemia a larghissima estensione, senza limiti di regione o di continente», Lo Zingarelli 2025).
[6 dicembre 2024]

Pillitteri morto diventa «ex cognato» di Craxi
Sonia Sarno, conduttrice del Tg1 delle ore 13.30: «Paolo Pillitteri, sindaco socialista di Milano dal 1986 al 1992 ed ex cognato del leader del Psi, Bettino Craxi, è morto a Milano. Proprio oggi avrebbe compiuto 84 anni». Non sapevamo che i defunti diventassero degli ex anche come congiunti.
[5 dicembre 2024]

Belpietro «a bordo» di uno scooter: sarà un aereo?
Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «Domenica notte, un’auto dei carabinieri intercetta uno scooter con a bordo due persone, le quali invece di fermarsi all’alt danno gas per sottrarsi ai controlli». Si può stare a bordo di una nave o di un aereo, cioè dello «spazio interno di qualunque mezzo di trasporto», non esterno, come specifica Lo Zingarelli 2025, quindi non di uno scooter. Per la locuzione a bordo, il Nuovo Devoto-Oli conferma: «Lo spazio interno di cui dispone un’imbarcazione o un altro mezzo di trasporto. Esempi: salire, trovarsi, tornare a bordo; a bordo di un aereo, di un treno, di un’auto». Ma già il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia fin dal lontano 1961 risultava molto chiaro in proposito: «Per estensione. Nave, imbarcazione: specialmente nell’espressione a bordo, sull’imbarcazione, sulla nave, dentro la nave (essere a bordo, essere imbarcato su una nave; salire a bordo, imbarcarsi). Per similitudine. A bordo di un’automobile, di un aeroplano: nell’interno».
[27 novembre 2024]

E l’indomani Belpietro risale «a bordo» dello scooter
L’indomani, Maurizio Belpietro reitera l’errore nel suo editoriale di prima pagina sulla Verità: «Due giovani a bordo di uno scooter». E più avanti aggiunge l’ennesima prova del suo conflitto permanente con le virgole: «Ma invece, al posto di riconoscere che in certi quartieri periferici della metropoli lombarda come quello in cui sono avvenuti i fatti, c’è un intreccio di illegalità e di immigrazione, sono cominciate le analisi sociologiche sulle aree degradate». Per rendere meno affannoso il periodo, serviva una virgola dopo «lombarda».
[28 novembre 2024]

Churchill deceduto nel 1965 è morto da 150 anni
In un’inserzione sul Corriere della Sera, che reclamizza il libro L’ora più buia di Anthony McCarten, venduto in abbinamento con il quotidiano, si legge: «In occasione dei 150 anni dalla scomparsa di Churchill, il libro che ha ispirato il film L’ora più buia». Possiamo con certezza garantire che è passato un secolo e mezzo dalla nascita di sir Winston Churchill, non dalla morte, se non altro perché il decesso dello statista inglese avvenne nel 1965.
[29 novembre 2024]

«Alla lontana» nella libera interpretazione di Sallusti
Dall’editoriale di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, in prima pagina: «L’effetto panico e la paralisi amministrativa hanno poi fatto il resto, tenendo alla lontana nuovi possibili investitori». Era sufficiente scrivere «tenendo lontani», visto che la locuzione alla lontana significa «superficialmente, in modo generico, e simili; in modo non diretto, non stretto; a distanza: conoscersi alla lontana; siamo parenti alla lontana; lo vide che pedinava alla lontana la maestra (Edmondo De Amicis)», come riporta Lo Zingarelli 2025.
[21 novembre 2024]

Travaglio inciampa di nuovo nella «piazza Maidan»
«Nel 2001 arriva Bush jr. e Rumsfeld, Cheney e Kagan diventano le sue anime nere, dall’Afghanistan all’Iraq. Obama si muove in scia: nel 2013 il suo vice Biden e il di lui consigliere Jake Sullivan inviano a Kiev la neocon Victoria Nuland, moglie di Kagan, a sobillare e finanziare la rivolta di piazza Maidan contro Yanukovich, presidente regolarmente eletto». Marco Travaglio ricade (gli era già capitato lo scorso 9 agosto) nel medesimo pleonasmo da ignoranza. Così come non si dice «piazza Trafalgar Square» o «piazza Place de la Concorde», non si scrive «piazza Maidan», perché maidan, più precisamente majdan, in ucraino significa appunto piazza. Quella che Travaglio cita è piazza dell’Indipendenza, per gli ucraini Majdan Nezaležnosti.
[20 novembre 2024]

Per La Verità il vescovo è un «alto porporato»
La Verità annuncia che Erio Castellucci, vescovo di Modena e Carpi nonché vicepresidente della Cei per l’Italia settentrionale, andrà «a processo» in quanto il Gip di Modena ha respinto l’archiviazione, chiesta dalla Procura, di una denuncia contro il presule per l’esposizione di un’opera dell’artista Andrea Saltini, giudicata blasfema, nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi. «In pratica, un alto porporato rischia di finire a processo con l’accusa di “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone», annota Valerio Benedetti. A parte che ignoriamo quale sia il criterio per distinguere i porporati fra alti e bassi, se non quello fisico derivante dalla statura, si dà il caso che abbiano diritto alla porpora, e quindi a essere definiti porporati, solo i cardinali, mentre Castellucci è un semplice vescovo. Per chi scrive di argomenti religiosi, roba da far imporporare il viso.
[22 novembre 2024]

Al Corriere della Sera domani è già oggi
Titolo dal Corriere della Sera, 28 novembre: «“Pianeta 2030” domani gratis». Testo: «Esce domani gratis, con il Corriere, il nuovo numero di Pianeta 2030». Sempre il 28 novembre, allegato al Corriere, c’è Pianeta 2030. Siamo già nel futuro.
[28 novembre 2024]

Beppe Grillo deteneva il 63 per cento dei voti?
Occhiello del Fatto Quotidiano all’indomani della cacciata di Beppe Grillo dal Movimento 5 stelle: «L’assemblea manda via l’ex comico con il 63 per cento dei voti». Grillo aveva il 63 per cento dei voti? No? Allora bisognava scrivere: «Con il 63 per cento dei voti, l’assemblea manda via l’ex comico».
[25 novembre 2024]

«Quinta» diventa «5°», il gender dilaga
Sommario dalla Verità: «Per la 5° commissione, anche se “inopportuna”, l’autopromozione non inficia le qualità professionali e organizzative del candidato». Il gender dilaga. (Per non leggere «quinto commissione», si doveva usare l’esponente «ª» e non «°»).
[20 novembre 2024]

Scrittura Selvaggia, senza virgole né congiuntivi
Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano: «Mi sorge il dubbio che oltre a non essere spesso capita, Chiara Valerio inizia a non capirsi da sola». Complimenti per la virgola omessa dopo il «che» e per il congiuntivo mancante («inizi», non «inizia»).
[29 novembre 2024]

Il «balzo» di Fratelli d’Italia e Pd: +0,9 e +1,5
Titolo dal Corriere della Sera: «Cala il gradimento per premier e governo. Balzo di FdI e Pd. Il partito di Meloni al 27,7% (+0,9%), dem al 22,6 (+1,5)». Roba che neanche il Grande balzo in avanti di Mao Zedong.
[1° dicembre 2024]

Belpietro: «Spero di sbagliarmi». Infatti sbaglia
Conclusione dell’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «Tuttavia, so che anche quando le armi tacessero, tutto non sarà finito, perché i danni provocati dalla guerra in Ucraina si sentiranno a lungo. E spero di sbagliarmi». Speranza esaudita: ha sbagliato la consecutio temporum. Dopo il congiuntivo («tacessero») in una proposizione subordinata introdotta da «quando», il tempo verbale nella proposizione principale doveva essere il condizionale, non il futuro. Quindi: «Tuttavia, so che, anche quando le armi tacessero (congiuntivo imperfetto), tutto non sarebbe finito (condizionale passato), perché i danni provocati dalla guerra in Ucraina si sentirebbero (condizionale presente) a lungo».
[1° dicembre 2024]

Flavia Perina resta convinta che si scriva «senjor»
Sulla Stampa, Flavia Perina deplora gli eccessi verbali della politica, definendo Matteo Salvini «protagonista senjor di questa storia» (l’altro è Matteo Lepore, sindaco di Bologna). Non serve sapere che il latino non contempla la lettera j: basta il correttore automatico di Word per scrivere correttamente senior. Perina, fra l’altro, è recidiva in materia, e già lo rilevammo in questa rubrica. Infatti, lo scorso 25 febbraio, sempre sulla Stampa, se ne uscì con la seguente frase: «Ma l’elenco degli esempi potrebbe estendersi all’infinito, come conferma in qualche modo la dichiarazione di un senjores, il ministro Adolfo Urso», essendo per di più totalmente ignara del fatto che andava usato il singolare senior e non il plurale seniores. Ci auguriamo che repetita iuvant (occhio, Perina: con la i, non con la j).
[11 novembre 2024]

«Meloni e Schlein stoccate dall’Umbria»: in magazzino?
Titolo dalla Repubblica: «Meloni e Schlein stoccate dall’Umbria. “Tifi contro gli italiani”. “Copri i tuoi disastri”». Nel senso che l’Umbria le ha sistemate in un magazzino come scorta? È questo, per Lo Zingarelli 2025, il significato del verbo stoccare. Se invece il riferimento era, com’è ragionevole supporre, ai colpi di stocco (arma bianca simile alla spada ma più corta e sottile), allora il sostantivo «stoccate» andava scritto con la maiuscola per rendere meno equivoca la frase.
[15 novembre 2024]

Veronica Gentili con la virgola fra soggetto e verbo
Editoriale di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Gli elettori selezionati dai democratici come base di riferimento secondo alcuni criteri identitari, hanno dimostrato con il loro voto di non essere dei monoliti». Complimenti per la virgola che separa il soggetto dal verbo.
[20 novembre 2024]

Lorenzetto accetta che Paglia sia promosso cardinale
Stefano Lorenzetto intervista sull’Arena l’ex vicedirettore di Rai 2, Roberto Milone, che gli dice: «Frequentavo la Comunità di Sant’Egidio, con Andrea Riccardi e don Vincenzo Paglia, oggi cardinale». Lorenzetto avrebbe dovuto correggere l’intervistato: Paglia non è cardinale, bensì arcivescovo.
[1° dicembre 2024]

Monda cambia il titolo del film di Sidney Lumet
L’Osservatore Romano pubblica l’intervento che il suo direttore, Andrea Monda, ha tenuto a un incontro organizzato ad Assisi dall’Unione cattolica stampa italiana. Prendendo le mosse «dal titolo di uno dei film più belli e famosi della storia del cinema, Quarto potere, di Orson Welles, del 1941», Monda osserva: «Non a caso 35 anni dopo Sidney Lumet dirige Network sulla televisione, che, coerentemente, viene intitolato in Italia, Quinto potere». Tralasciando la virgola sbagliata dopo «Italia», il titolo originale del film di Lumet era Network, né si vede come avrebbe potuto contenere la specificazione «della televisione», essendo in lingua inglese. Il direttore dell’Osservatore Romano potrebbe andare a ripetizione dal fratello Antonio Monda, che si occupa di cinema a New York.
[27 novembre 2024]

Prosegue il contrasto fra Belpietro e le virgole
In contrasto permanente con le virgole, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, scrive nel suo editoriale di prima pagina: «Certo, di forze dell’ordine fresche, capaci di inseguire i delinquenti c’è bisogno». Mancando la virgola dopo «delinquenti», il nucleo nominale che funge da soggetto logico della frase risulta separato dal verbo. Come in questo passaggio successivo: «A Verona, una pattuglia aggredita da un extracomunitario con un coltello, ha reagito sparando e uccidendo il migrante». O si metteva una virgola dopo «pattuglia» o si toglieva quella dopo «coltello».
[11 novembre 2024]

Travaglio scrive «nì» ma sui dizionari è «ni»
Nel suo editoriale di prima pagina, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, usa due volte l’avverbio «nì» («il ai 209 miliardi di fondi» e «arrampicate sugli specchi per trasformare i No e i in Sì»). Ma Lo Zingarelli 2025 registra solo ni, come familiare e scherzoso: «Né sì né no (si usa come risposta incerta, indecisa fra il sì e il no): “sì o no?” “ni!”». Anche il Nuovo Devoto-Oli riporta solo ni, e non (pur ammettendo fra parentesi la variante utilizzata da Travaglio).
[13 novembre 2024]

La Verità e i «miliardi di tagli»: con seghe elettriche?
Sommario dalla Verità: «Mancano 800.000 operai specializzati nei veicoli eco. Vendite ferme a ottobre. Mercedes annuncia “miliardi” di tagli». Per eseguire miliardi di tagli serviranno milioni di seghe elettriche. A meno che non si debbano invece eseguire tagli per miliardi (di euro).
[22 novembre 2024]

«Il furto di Moretti» sul Corriere della Sera
Titolo dal Corriere della Sera: «“Casa svaligiata dai ladri”. Il post sul furto di Moretti». Alessandra Moretti, eurodeputata del Pd, ha compiuto un furto? No? Allora per non farla sembrare una ladra era meglio scrivere: «Post di Moretti derubata».
[1° dicembre 2024]

Domani e le grafie (a casaccio) dei nomi arabi
Titolo da Domani, pagina 9: «“La deportazione in Albania? Mi spaventa meno di al Sisi”». Titolo da Domani, stesso giorno, pagina 11: «Al-Nasser e la sfida saudita alla transizione occidentale». Urge interprete che uniformi le grafie dei nomi arabi.
[9 novembre 2024]

Gli tolgono l’avambraccio invece della prostata?
«Paderno Dugnano, ha un tumore alla prostata ma gli amputano l’avambraccio: “Errore nell’anestesia”. La denuncia di un 69enne», titola il sito della Repubblica. Messa così, fa pensare che i chirurghi abbiano scambiato la ghiandola dell’apparato urogenitale maschile per un arto superiore. Com’è possibile? Il testo chiarisce che le cose sono andate ben diversamente. Secondo l’avvocata che difende lo sfortunato paziente, l’anestesista ha effettuato un accesso venoso al braccio sinistro, un accesso alla vena giugulare destra e uno all’arteria radiale destra e durante quest’ultimo atto preoperatorio «l’inserimento, evidentemente errato, dell’agocannula ha provocato la dissecazione dell’arteria e una conseguente ischemia». Ma la tentazione di evocare un presunto scambio degli organi su cui bisognava intervenire (evento peraltro non infrequente nelle sale operatorie) ha avuto il sopravvento sul titolista della Repubblica. Il sensazionalismo è vivo e lotta insieme a noi.
[31 ottobre 2024]

«Gonfiano i morti»: con le pompe funebri?
Titolo dalla Verità: «Ora gonfiano pure i morti per influenza». Lo faranno con le pompe funebri?
[26 novembre 2024]

I «think thank» di Ferrera sul Corriere
«In alcuni think thank europei di area progressista iniziano a circolare idee nuove e promettenti», fa sapere Maurizio Ferrera nell’editoriale d’apertura sulla prima pagina del Corriere della Sera. Ma la locuzione corretta in inglese è think tank, cioè serbatoio (tank) di pensatori (dal verbo to think, pensare). Thank significa «grazie».
[20 novembre 2024]

Ripasso di grammatica con Belpietro
«La norma dovrebbe consentire a chiunque di poter passeggiare e allenarsi senza essere derubati», scrive Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nell’editoriale di prima pagina. Chiunque è un pronome indefinito solo singolare, quindi andava raccordato nel numero: «derubato». Subito dopo, Belpietro aggiunge: «Si dà il caso che proprio lunedì, a meno di 24 ore dal weekend burrascoso in cui la conduttrice di Otto e mezzo è stata derubata, Lilli è apparsa come sempre su La 7». La locuzione «si dà il caso che» richiede il congiuntivo, in quanto introduce una subordinata che esprime una possibilità, una condizione o un’ipotesi. Quindi: «sia apparsa».
[13 novembre 2024]

La Stampa vittima dei falsi amici
Si chiamano falsi amici (parole o frasi che per grafia e suono sono uguali o sembrano molto simili in due diverse lingue), ma sono veri nemici di chi scrive frettolosamente. Sulla Stampa, Letizia Tortello intervista Donald Sassoon, professore emerito di storia europea comparata alla Queen Mary University di Londra, che critica Donald Trump: «Di certo lui parla senza esaminare fattibilità e risvolti. Anche sui migranti illegali: dice che ne deporterà 11 milioni». «Dove? In Messico, Guatemala?», chiede la giornalista. E lo storico: «Neanche Stalin era riuscito a deportare 11 milioni di persone, nel suo stesso Stato». Nella traduzione di Tortello il verbo inglese (e il corrispondente sostantivo deportation) si allontanano dall’accezione che deportare ha in italiano: «Condannare alla pena della deportazione; più comunemente, trasportare, accompagnare il condannato nel luogo stabilito per la deportazione» (Treccani). Il deportation order è un decreto di espulsione e non ha nulla a che vedere con le deportazioni naziste degli ebrei verso i campi di sterminio, tanto per capirci.
[8 novembre 2024]

Guareschi, Lorenzetto e il cardinale Ratzinger
Sul Corriere della Sera, Stefano Lorenzetto intervista Fausto Taiten Guareschi, l’83° discendente del Buddha, e gli fa dire: «Ero colpito anche da Benedetto XVI, benché avesse definito il buddismo una forma di onanismo spirituale. Già nel 1969, da cardinale, predisse che la Chiesa, per come l’abbiamo conosciuta, sarebbe scomparsa, lasciando il posto a piccole comunità ferventi». Lorenzetto avrebbe dovuto correggere Guareschi: Joseph Ratzinger nel 1969 era solo un prete che insegnava dogmatica e storia dei dogmi all’Università di Ratisbona, non un cardinale (ebbe la porpora da Paolo VI nel 1977). Il futuro Pontefice ne parlò in un ciclo di cinque lezioni radiofoniche, l’ultima delle quali, trasmessa nel giorno di Natale del 1969 dalla Hessischer Rundfunk, riascoltata oggi assume i toni della profezia: «Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. (...) Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti».
[28 novembre 2024]

La giravolta di 360 gradi significa stare fermi
Titolo dal sito del Fatto Quotidiano: «Lite Lucaselli-Pirondini. “Dal M5s giravolta a 360°”. “Voi di Fdi siete maestri, patrioti in ginocchio in Ue per la poltrona di Fitto”. Su La7». Ruotare di 360 gradi il corpo intorno al proprio asse equivale a rimanere nella stessa posizione di partenza. Perciò la giravolta è priva di effetti.
[26 novembre 2024]

Dopo la Copa América, è arrivata la Copa Cabana
Mara Gergolet, corrispondente da Berlino del Corriere della Sera: «Il cancelliere, mostrandosi distaccato come al solito, non ha preso parte alla riunione neppure in videochiamata, preferendo concedersi due passi sulla spiaggia di Copa Cabana». E dopo la Copa América, ecco la Copa Cabana. (Il quartiere di Rio de Janeiro famoso per la sua spiaggia lunga 4 chilometri si chiama Copacabana).
[20 novembre 2024]

Il peone che non vota nessuno o che nessuno vota?
Titolo dalla Verità: «La parabola di Ferruccio Sansa / Da “grande” sfidante di Toti a peone che non vota nessuno». Sansa non vota nessuno, nel senso che si astiene, non si reca alle urne? No? Allora bisognava scrivere: «Da “grande” sfidante di Toti a peone che nessuno vota».
[30 ottobre 2024]

Una tomba agonizzante nel cimitero del Verano
Titolo da Roma Today: «Giallo al Verano, trovata su una tomba agonizzante muore in ospedale». Strano, di solito le tombe del cimitero sono morte, non agonizzanti.
[14 novembre 2024]

Ferrucci sul Fatto Quotidiano brevetta la «sceslong»
Alessandro Ferrucci sul Fatto Quotidiano introduce un’intervista allo scrittore Giampiero Mughini con questo incipit: «Esiste uno stile alla Giampiero Mughini». E cita, a mo’ di esempio, «la sceslong di pelle che permette ogni evoluzione». Da chaise longue a sceslong a noi pare più che altro un’involuzione, non giustificabile da uno stile alla Alessandro Ferrucci.
[17 novembre 2024]

Aldo Moro in spiaggia con il cappotto a luglio
«Si fa tutti un gran parlare della sobrietà di Berlinguer e di Aldo Moro in spiaggia col cappotto», rievoca Michele Masneri sul Foglio, e tre righe dopo reitera l’errore soffermandosi sulla «spiaggia di Terracina celebre per la foto del cappotto». Esiste un intero servizio fotografico, negli archivi dell’Istituto Luce, che documenta come Moro fosse andato su quella spiaggia in giacca e cravatta. Non per nulla: i 32 scatti furono realizzati il 9 luglio 1961, mese poco adatto al cappotto. In proposito, c’è il ricordo di Agnese Moro, la figlioletta che compare con lui nelle immagini: «Quando andavamo in spiaggia papà indossava sempre la giacca e quando gli chiedevo una spiegazione lui mi rispondeva che essendo un rappresentante del popolo italiano doveva essere sempre dignitoso e presentabile».
[23 novembre 2024]

Ceccarelli reinventa la «nouvelle cuisine»
Filippo Ceccarelli sulla Repubblica: «Già nella seconda metà degli anni 80 il craxiano Ugo Intini attaccava la sinistra snob, nel decennio seguente Cossiga se la prese con “gli champagnoni” del Pds, poi Vittorio Feltri con “i girotondini da superattico”, quindi il ministro Rotondi arrivò a scagliare un anatema rafforzato contro il “salottone della nouvelle cousine”». Sarà anche nouvelle, ma si scrive ancora à l’ancienne: «nouvelle cuisine», non «cousine».
[13 novembre 2024]

Vespa ricorda (male) Bernabei presidente della Rai
«Mi ricordo il leggendario presidente della Rai Bernabei», scrive Bruno Vespa sul Foglio. Quale giornalista di lungo corso della tv di Stato se lo ricorda di sicuro, ma non come leggendario presidente, essendo stato Ettore Bernabei soltanto direttore generale della Rai, dal 1961 al 1974.
[22 novembre 2024]

Bisignani vittima del troppo zelo grammaticale
Luigi Bisignani sul Tempo: «La cooperazione tra Roma e Tirana ha radici profonde, basti ricordare l’esodo biblico del 1991 – immortalato nel film di Gianni Amelio “L’America” – con i 20.000 migranti in fuga dall’Albania post-comunista stipati sulla nave Vlora che attraccò a Bari». Il film di Amelio, uscito nel 1994, in realtà s’intitola Lamerica, una parola sola. «Surtout, pas de zèle» (soprattutto, niente zelo), raccomandava Giulio Andreotti, maestro di Bisignani, citando Talleyrand (1754-1838): neppure grammaticale.
[24 novembre 2024]

Titolo d’apertura senza «a» sulla prima della Stampa
Titolo d’apertura sulla prima pagina della Stampa: «Pieni poteri Musk: tratta con Teheran». Esistono dei poteri chiamati Musk? No? Allora nel titolo manca una a.
[15 novembre 2024]

Damascelli sbaglia sull’Avvocato senatore a vita
«Il momento è critico, perché Elkann dovrebbe ricordarsi che il nonno, Gianni detto l’Avvocato, è stato, per nomina di Giovanni Spadolini, senatore a vita della Repubblica», rileva Tony Damascelli sul Giornale. Non è così. Gianni Agnelli fu nominato senatore a vita nel 1991 da Francesco Cossiga, presidente della Repubblica. Soprattutto non può essere così perché le cariche più alte raggiunte da Spadolini furono quelle di presidente del Consiglio (1981-1982) e di presidente del Senato (1987-1994), mentre i senatori a vita vengono nominati soltanto dal capo dello Stato oppure diventano tali dopo aver lasciato il Quirinale alla scadenza del mandato.
[31 ottobre 2024]

Belpietro guida la battaglia con le virgole alla Verità
In ossequio al suo contrasto permanente con le virgole, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, scrive nell’editoriale di prima pagina: «Mattarella aveva tenuto a farci sapere che “siamo tutti un po’ migranti” e salutando gli associati della Confcommercio, il 12 giugno aveva spronato gli esercenti a trasformare i loro negozi “in una palestra d’integrazione”». Complimenti per la virgola che separa il soggetto («Mattarella») dal verbo («aveva spronato»). Errore facilmente evitabile mettendo una virgola prima di «salutando». L’occhiello del titolone di prima pagina si conforma pienamente alle abitudini del direttore: «Re Sergio esterna tutti i mesi: accogliere, accogliere accogliere». Se voleva essere un calco del «Resistere, resistere, resistere» pronunciato alla Camera da Vittorio Emanuele Orlando, chiamato alla guida del governo il 30 ottobre 1917 dopo la disfatta di Caporetto (un motto la cui paternità viene erroneamente attribuita a Francesco Saverio Borrelli, il fu procuratore generale della Repubblica di Milano), manca la virgola dopo il secondo «accogliere».
[31 ottobre 2024]

Questi «attori non statali» sono micidiali: sparano
Titolo dal sito del Giornale: «“Attaccati da attori non statali”. Sparati 40 colpi contro una pattuglia Unifil». Dalla tragedia alla farsa.
[17 novembre 2024]

L’Ansa fa affrontare «la durissima» a Sánchez
Dall’Ansa: «Il premier Pedro Sanchez, all’inizio della durissima a Paiporta, è stato colpito di striscio alle spalle da quello che sembra un bastone di legno lanciato da qualcuno sul posto». Premesso che l’esatta grafia del cognome è Sánchez, «la durissima» che cosa sarà? La salita dell’Angliru, dello Zoncolan o del Mortirolo?
[3 novembre 2024]

Belpietro inciampa di nuovo sul francese
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nel suo editoriale di prima pagina cade di nuovo sul francese: «Certo, la liason dell’ex direttore del Tg2 era una faccenda ghiotta». Per la verità, si scrive «liaison».
[1° novembre 2024]

Ma c’è un antisemitismo che ci vede benissimo?
Titolo da Domani: «L’antisemitismo cieco che fa male anche alla Palestina». Esiste un antisemitismo che ci vede benissimo?
[9 novembre 2024]

Hanno 50 anni, ma ne festeggiano quasi 50
Notizia dal Corriere della Sera: «Ottanta candeline per l’Associazione nazionale partigiani italiani, che ieri ha festeggiato quasi mezzo secolo dalla fondazione con un evento al Piccolo». Premio Pallottoliere 2024.
[13 novembre 2024]

Fini ha qualche problema con i cognomi
Massimo Fini, sul Fatto Quotidiano, palesa qualche problema nelle esatte grafie dei cognomi, soprattutto quando è in ballo la lettera j. In un editoriale scrive infatti «Trotzskii», che però si chiamava Lev Trozkij (senza la seconda t e senza la s e con la j finale) o, in alternativa, Lev Trockij (così sull’enciclopedia Treccani). Aggiunge più avanti: «Mi raccontò Davide Laiolo». Ma il giornalista, scrittore e parlamentare del Pci si chiamava Davide Lajolo.
[8 novembre 2024]

Gli scioperi del «venerdi» finiscono il «sabatò»
Titolo dalla Verità: «Altro sciopero dei mezzi di venerdi senza rispettare le fasce garantite». Finirà nella giornata di sabatò.
[9 novembre 2024]

Per Calabrò quello di Hamas è stato un «attaccamento»
Maria Antonietta Calabrò sul Fatto Quotidiano a proposito del conflitto in Ucraina scrive «del Papa che chiede la fine di quella guerra e di quella in Medioriente seguita dall’attaccamento di Hamas del 7 ottobre 2023». Evidentemente non le bastava di aver fuso in un’unica parola il Medio Oriente (che poi sarebbe più propriamente il Vicino Oriente). È riuscita anche a scambiare un attacco per un attaccamento («legame affettivo, affezione», Lo Zingarelli 2025), come se Hamas si fosse innamorato di Israele.
[21 novembre 2024]

Il Messaggero: più del doppio di 248 fa 404
Riccardo De Palo sul Messaggero: «E poi c’è il record in Italia, assolutamente impensabile, dei nidi di Caretta caretta, la specie di tartaruga marina più diffusa nel mar Mediterraneo: sono ben 404 (più del doppio rispetto all’anno scorso, quando erano 248)». Vince il premio Aritmetica 2024.

La spiritualità fai da te di Enzo Bianchi
Enzo Bianchi, il fondatore della comunità monastica di Bose (dalla quale è stato allontanato dal Vaticano), nella sua rubrica Altrimenti sulla Repubblica si occupa «delle realtà ultime, i novissimi: morte, giudizio, entrata o esclusione dal Regno di Dio». Ma in religioso ossequio al politicamente corretto evita la formulazione tradizionale che recita con maggiore chiarezza «morte, giudizio, inferno, paradiso». E così finisce per contraddire il Vangelo secondo Luca, in cui si legge: «I farisei gli domandarono: “Quando verrà il regno di Dio?”. Egli rispose loro: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: ‘Eccolo qui’, oppure: ‘Eccolo là’. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!”». Aggiungiamo però che il titolo dell’articolo, «La spiritualità fai da te», ci pare perfetto.
[18 novembre 2024]

Secondo Frediano Sessi gli ebrei sono «prominenti»
Nelle pagine culturali del Corriere della Sera, Frediano Sessi recensisce il saggio Primo Levi e i suoi compagni (Donzelli) di Sergio Luzzatto. Nel penultimo capoverso si legge: «Nel corso del libro, Luzzatto si sofferma tra l’altro su quei prominenti ebrei, “esemplari maligni della selezione naturale del campo di sterminio (...) inclini a ogni espediente pur di uscire vivi, tra i quali Henri, di Se questo è un uomo, il cui vero nome è Paul Steinberg che esercitava la sua posizione di privilegio in modo “eminentemente civile e consapevole” ma che come altri detenuti, tra i quali Elias Lindzin, rendendosi capace di nefandezze». Premesso che non si capisce come possano gli ebrei essere persone «prominenti» (tutt’al più, secondo un inveterato e squallido pregiudizio, avranno solo il naso prominente), l’ultima frase risulta priva di senso.
[31 ottobre 2024]

Orlando partorito in Regione, parola di Belpietro
Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «Orlando ha, perciò, pensato che candidarsi nella sua Regione natale per riconquistare la Liguria». Non sapevamo che il candidato (sconfitto) del centrosinistra fosse nato nella sede della Regione Liguria.
[30 ottobre 2024]

Il Dio in cui crede il vescovo Paglia non è unico
Hoara Borselli intervista sul Giornale il vescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita. Domanda: «La prima volta a Roma?». Risposta: «1950, anno santo. Su un camioncino, nel cassone. Si viaggiava in piedi. Diverse ore, mica c’era l’autostrada. E poi in piazza San Pietro, grandissima, infinita, e a un certo momento il prete iniziò a recitare il Credo, con gli altoparlanti. Credo in Deum, patrem omnipotentem...». O il presule ha scarsa memoria o ha pregato poco, perché s’è dimenticato che Dio è unico. Infatti il Credo in latino suona così: «Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem». Altra domanda: «Qual è la cosa della sua vita della quale va più orgoglioso?». Risposta: «La pace che riuscì a far fare a Milosevic e Rugova. Tanti anni fa, nel 1999. Poi fu inutile. Vinse il guerrosimo». Tralasciando il «riuscì» in luogo di «riuscii», che cosa sia il guerrosimo è noto solo a Paglia e all’intervistatrice Borselli.
[28 ottobre 2024]

Per Domani i rischi devono restare uniti
Titolo da Domani: «I rischi esiziali di Europa e Usa / Se si dividono vincerà lo zar». Quindi è bene che i rischi esiziali restino uniti?
[9 novembre 2024]

La chiarezza espositiva di Enrica Roddolo
Enrica Roddolo sul sito del Corriere della Sera: «Proprio l’Australia, nonostante l’incidente con la deputata Lidia Thorpe e nonostante la campagna pro-repubblicana con la quale ha fatto sin qui politica il premier Albanese, l’accoglienza del re è stata molto calda nei giorni scorsi». Tutto chiaro.
[25 ottobre 2024]

Le «vistose sviste» di Veronica Gentili
Veronica Gentili nella rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: «La prima è che ad immettere nel dibattito politico questo fastidioso neologismo secondo il quale i meglio magna magna si fanno in famiglia (anche allargata per carità) è stata proprio Giorgia Meloni». Sintassi a parte, la «famiglia allargata per carità» che cos’è? Una nuova forma di filantropia? E più avanti: «Meglio fare un ripassino veloce dell’argomento, al fine di evitare vistose sviste». Un quasi ossimoro notevole, per restare a ciò che dà nell’occhio. Nonché un consiglio che ci permettiamo di girare alla titolare della rubrica.
[11 novembre 2024]

La Verità trasforma la seconda in prima
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Crollo Volkswagen, chiudono 3 fabbriche su 10». Sommario: «La casa che produce più vetture al mondo in ginocchio per il flop delle auto elettriche e per la concorrenza cinese». Non è la verità. Per il quarto anno consecutivo, nel 2023 è stata Toyota la prima produttrice mondiale, con 11,23 milioni di veicoli venduti. Volkswagen si è classificata seconda, con 9,24 milioni di auto, il 17,72 per cento in meno rispetto alla concorrente giapponese.
[29 ottobre 2024]

La lingua popolare della Repubblica: «benediva»
Titolo della Repubblica sul social X: «Oristano, maestra faceva recitare preghiere e benediva i bambini con l’olio invece di insegnare italiano». La flessione del verbo benedire alla terza persona plurale è benediceva. È vero che Lo Zingarelli 2025 riporta benedivo come «popolare», ma la lingua scritta dovrebbe discostarsi da quell’uso. Il fatto è che, come si evince dal titolo, l’italiano è andato a farsi benedire, nelle redazioni più ancora che nelle scuole.
[29 ottobre 2024]

Merlo converte Ricœur a filosofo cattolico
Sulla Repubblica, l’onnisciente Francesco Merlo nella sua avversione per Giorgia Meloni se la prende con «chi le consiglia pure i filosofi cattolici, da Agostino d’Ippona a Del Noce e a Paul Ricœur». Ma il raffinato collega evidentemente ignora che Ricœur era protestante.
[30 settembre 2024]

Schiavi fra «dépandance» e «un ellisse»
Sulla prima pagina della sezione Cultura del Corriere della Sera, Gian Giacomo Schiavi recensisce La Scala. Architettura e città (Marsilio Arte) di Pierluigi Panza: «Il 29 maggio 1796 alla Scala si suona La Marsigliese: addio all’Ancien Régime. Pochi anni e Milano ritorna dépandance austriaca». Ci pareva che in francese, così come in italiano, si scrivesse dépendance. Più avanti si legge: «La sorpresa è il cilindrone che sovrasta l’edificio, un ellisse». Il gender dilaga.
[17 novembre 2024]

Cercano in due il condizionale ma non lo trovano
Davide Milosa e Paolo Frosina sul Fatto Quotidiano: «Gli inquirenti milanesi – guidati dai pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, coordinati dalla procuratrice aggiunta Alessandra Dolci – sono al lavoro per verificare queste affermazioni che, fossero vere, evidenziano un buco clamoroso nella sicurezza pubblica». Si sono messi in due a cercare il condizionale («evidenzierebbero»), ma non l’hanno trovato.
[28 ottobre 2024]

Sallusti cambia il rettore dell’Università di Siena
«L’altra sera, ospite da Lilli Gruber, il rettore dell’Università di Siena Tomaso Montanari ha definito il nostro come “un governo eversivo” senza che la padrona di casa mostrasse un sussulto almeno del sopracciglio», s’indigna Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, nel suo editoriale di prima pagina. Tralasciando quel «nostro» freudiano che il biografo della premier riserva al governo, semmai Gruber sussulterà nell’apprendere che Montanari è rettore dell’Università di Siena: invece a noi risulta che a guidarla sia il professor Roberto Di Pietra, ordinario di economia aziendale. Nella città toscana, Montanari è rettore dell’Università per Stranieri, tutt’altra istituzione.
[13 novembre 2024]

Belpietro attribuisce ad Andreotti la frase di Missiroli
Nel suo editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, infila questo inciso: «Il motto di Andreotti (“La smentita è una notizia data due volte”)». La verità è che la battuta fu coniata da Mario Missiroli, direttore del Corriere della Sera dal 1952 al 1961, e Giulio Andreotti, come d’abitudine, si limitò a farla propria. Ad attribuirla a Missiroli sono molteplici firme e proprio sul Corriere. In ordine cronologico: Giuliano Ferrara (22 gennaio 1989); Francesco Verderami («Fini si affida a un’antica battuta di Missiroli per sostenere che “la smentita è una notizia data due volte”», 27 gennaio 1995); Enzo Biagi («E intanto si colpiscono reputazioni, e non c’è poi precisazione che tenga: la rettifica, diceva Missiroli, è una notizia data due volte», 21 settembre 1996). Ma sono numerose anche le attestazioni nei libri, per esempio in Comunicazione pubblica: sapere & fare (editrice Il Sole 24 Ore) di Alessandro Rovinetti. Peraltro l’aforisma è perfettamente in linea con un aneddoto raccontato da Eugenio Marcucci in Giornalisti grandi firme. L’età del mito (Rubbettino): «Un giorno un redattore si accorse di aver sbagliato una notizia. Andò di corsa dal redattore capo per concordare una smentita. Il fatto era eccezionale, bisognava informarne il direttore. Con l’aria contrita, caporedattore e redattore si presentarono a Missiroli che non li fece nemmeno finire di parlare, alzò l’indice puntandolo, fra minaccia e ammonizione, sui due malcapitati e sentenziò: “Ricordatevi che si smentiscono soltanto le notizie vere, quelle false mai!”».
[25 ottobre 2024]

Mattarella e/o Vecchio sbagliano il periodo ipotetico
Incipit di Concetto Vecchio nel servizio d’apertura sulla prima pagina della Repubblica: «Un giorno l’ha fermato un signore e gli ha detto: “Presidente, non promulghi questa legge, è a fin di bene”. E ora, qui dal palco del Salone delle Fontane, all’Eur, nel dialogo con mille giovani, Sergio Mattarella rivela di avergli risposto: “Se io violassi le regole a fin di bene poi si abilita chiunque a violarle a fin di male”». O Mattarella o Vecchio, oppure entrambi, ignorano la coerenza dei tempi verbali nel periodo ipotetico di secondo tipo (o della possibilità). Infatti, il congiuntivo imperfetto nella subordinata condizionale («se io violassi») richiedeva l’uso del condizionale presente («si abiliterebbe») nella principale.
[17 novembre 2024]

Al Corriere si allevano «i consigli in gabbia»
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Spazi ristretti, trattamento inadeguato e animali feriti: così si allevano i consigli in gabbia». I famosi consigli di disciplina.
[10 novembre 2024]

Vian su Domani parla del «futuro Angelo Mai»
Su Domani, in un articolo sulla storia della Biblioteca vaticana, Giovanni Maria Vian rievoca la scoperta di parti perdute del De republica di Cicerone e specifica che ne fu protagonista «il futuro Angelo Mai». Supponiamo che il direttore emerito dell’Osservatore Romano intendesse scrivere «il futuro cardinale», giacché siamo sicuri che, al momento della scoperta, «l’italo ardito» cantato per questo da Giacomo Leopardi già fosse Angelo Mai e non qualcun altro.
[17 novembre 2024]

Lancio (con morto) di una bambola gonfiabile
Titolo da Fanpage.it: «Bambola gonfiabile lanciata tra la folla colpisce la sua ragazza: uomo viene ucciso al concerto di Snoop Dogg». Anche le bambole gonfiabili sono diventate lesbiche. (Nel caso vi stiate chiedendo che cosa sia accaduto, ecco la spiegazione nell’attacco del pezzo firmato da Biagio Chiariello: «Le indagini sulla morte di Robert Hart, avvenuta dieci anni fa durante il Parklife Festival di Manchester, si sono riaperte. L’uomo aveva 26 anni quando fu ucciso durante il concerto di Snoop Dogg, dopo che la sua ragazza, Gemma, era stata colpita alla testa da una bambola gonfiabile lanciata tra la folla». Tutto chiaro).
[28 ottobre 2024]

Furlan diventa cavaliere ma non del lavoro
Titolo dal Corriere della Sera: «Furlan, “padre” dei City Angels: da ultrà e anarchico a Cavaliere del lavoro». Ci sembra improbabile. Anche perché nel servizio si precisa che è stato nominato, assai più modestamente, cavaliere al merito della Repubblica.
[25 ottobre 2024]

Doppia negazione: Fittipaldi sgambetta la realtà
Emiliano Fittipaldi, direttore di Domani, in un convulso editoriale si esercita sui carabinieri e sulle dispute circa la nomina del loro comandante generale: «Detto questo, il governo – se nemmeno domani non trovasse la quadra – si assumerebbe la responsabilità di tenere ancora a bagnomaria l’intera Arma dei Carabinieri». Nemmeno + non nella stessa frase equivale alla negazione della negazione, cioè il contrario di quello che pare volesse scongiurare Fittipaldi, e cioè il disgraziato bagnomaria dei carabinieri. A non conoscere i rudimenti della grammatica si finisce per sgambettare la realtà, come fa il direttore del quotidiano di Carlo De Benedetti.
[11 novembre 2024]

Il professor Settis non è un giornalista della Stampa
Nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini cita «il giornalista de La Stampa Salvatore Settis». Ci sentiamo di poter escludere che il professor Settis sia un giornalista, se non altro perché non risulta iscritto all’albo professionale. Diremmo semmai che trattasi di un occasionale opinionista, autore di quelli che al New York Times chiamano «Op-Ed», acronimo di «opposite the editorial page», articoli occasionali ospitati nella sezione del giornale riservata appunto alle opinioni. Settis sarà anche antipatico oltremisura e avrà preso spesso posizioni discutibili, come nella disputa sul papiro di Artemidoro con quell’altro amabile personaggio di Luciano Canfora, ma è stato pur sempre ordinario di storia dell’arte e dell’archeologia classica nonché direttore della Scuola Normale superiore di Pisa, è accademico dei Lincei e professore emerito (non tutti gli ordinari lo diventano dopo la pensione).
[12 novembre 2024]

Giuli come il confetto Falqui: basta la parola
Titolo dall’Ansa: «Lo ha annunciato il ministro della Cultura Giuli». Siamo all’ipse dixit.
[31 ottobre 2024]

Enzo Bianchi reso padre dalla scrittrice Ciabatti
La scrittrice Teresa Ciabatti, sulla Lettura, recensendo Il Dio dei nostri padri (Harper Collins), il best seller di Aldo Cazzullo, fa sfoggio di cultura e cita una frase dall’introduzione di «padre Enzo Bianchi» alla Bibbia della collana I Millenni di Einaudi. Ma il fondatore della Comunità di Bose, che il Vaticano ha allontanato dal monastero piemontese, è un semplice laico, e non risulta che abbia figli.
[29 settembre 2024]

Belpietro, ennesimo inciampo sulla concordanza
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nell’editoriale di prima pagina riferisce: «Le prestazioni nel suo complesso sono quasi 23 milioni». Complimenti per la concordanza fra «prestazioni» (sostantivo plurale) e «suo» (aggettivo possessivo singolare).
[27 ottobre 2024]

Gian Carlo Caselli e la citazione (rubata) di Andreotti
«Io che cito Andreotti è come un seminarista che cita Il Corano. Due mondi diversi. Che però qualche volta possono entrare in contatto. Così è per la frase “a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca”». Questo l’incipit, sul Fatto Quotidiano, di un commento firmato da Gian Carlo Caselli. Ci duole per l’ex magistrato, ma non ha indagato a fondo. Come documentato da Stefano Lorenzetto nel libro Chi (non) l’ha detto (Marsilio), la frase citata non è di Giulio Andreotti, bensì del cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani (1871-1951), vicario generale del Papa per la diocesi di Roma e segretario della Congregazione del Sant’Uffizio. Fu lo stesso Andreotti a confessare di averla sentita pronunciare dal porporato nel 1939 all’Università Lateranense, quando il futuro premier, all’epoca ventenne, era uno studente di giurisprudenza. Peraltro, in quello stesso anno la frase era apparsa sul Corriere della Sera, in apertura di un articolo pruriginoso intitolato «La dolorosa avventura di una donna onesta», pubblicato il 3 agosto nelle pagine della cronaca milanese.
[20 ottobre 2024]

Sempre Caselli: «istituzioni di portata incalcolabile»
Nel medesimo commento, Gian Carlo Caselli censura con il seguente periodo i centri di permanenza e rimpatrio inaugurati dal governo Meloni in Albania: «Dunque spreco di soldi pubblici (tanti!), insieme a un danno reputazionale per le nostre istituzioni di portata incalcolabile». Le nostre istituzioni sono di portata incalcolabile? No? Allora Caselli avrebbe dovuto scrivere: «Insieme a un danno reputazionale di portata incalcolabile per le nostre istituzioni».
[20 ottobre 2024]

Al Corriere della Sera i titolisti non si parlano
Corriere della Sera, titolo a pagina 10: «Il leader Usa boccia Haley e Pompeo», concetto ribadito nel titolino sopra le foto: «Gli esclusi». Corriere Economia, pagina 5, stesso giorno: «Mike Pompeo, indicato Segretario di Stato». Mettersi d’accordo no?
[11 novembre 2024]

Don Di Giacomo e la topica sul Venerdì di Repubblica
Il colto prete giornalista Filippo Di Giacomo, disquisendo del sinodo nella sua rubrica Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica, commette un errore imperdonabile annotando che «Pio IX, nel Vaticano primo, a metà Ottocento, basandosi sull’infallibilità “in credendo” del popolo cristiano promulgò il dogma dell’Immacolata Concezione». Dopo aver consultato l’episcopato mondiale, papa Mastai definì infatti, con la bolla Ineffabilis Deus, il celebre dogma mariano l’8 dicembre 1854, mentre il Concilio Vaticano I si aprì ben 15 anni più tardi, l’8 dicembre 1869, e il 20 ottobre dell’anno successivo, un mese dopo la Presa di Roma, fu sospeso sine die dal Pontefice.
[8 novembre 2024]

The Washington Post secondo La Verità
Sommario dalla Verità: «“Il Washington Post” non si schiera e in Italia si parla di Trump che controlla i media». Per la legge della reciprocità, immaginiamo che nei giornali statunitensi le testate italiane si traducano, secondo i colleghi della Verità, in The Messaggero e The Gazzettino.
[28 ottobre 2024]

Incredibile, su Libero la pagnotta è di pane
Incipit di Serenella Bettin su Libero: «Una volta c’era la pastasciutta con un solo ciuffo di pomodoro che sguazzava col ragù dentro una vaschetta di plastica bianca». In che cosa consista il ciuffo del pomodoro non è noto, soprattutto se sguazza nel ragù. Capoverso successivo: «Il tutto si accompagnava alla pagnotta di pane». In attesa che sia brevettata la pagnotta di vino.
[9 novembre 2024]

Bottura, cominciare per primi e per secondi
Editoriale di Luca Bottura sulla Stampa: «Tra le varie analisi (tutte corrette) sul trionfo di Trump, ce n’è una che ci riporta tutti in curva. Nella mia preistorica esperienza di cronista sportivo, capitò di dialogare con ultrà anche parecchio intelligenti. Ma quando si parlava di botte, la risposta era invariabile: “Abbiamo reagito”. Mai e poi mai avevano cominciato per primi». Avevano tutti cominciato per secondi.
[10 novembre 2024]

Raimo e lo spazio vuoto sulla prima pagina di Domani
Domani pubblica in prima pagina questo titolo: «Professore sospeso / Io, punito da Valditara, spiego le mie parole». Sotto, la firma, Christian Raimo, seguita da uno spazio vuoto. Ci pare che rifletta perfettamente quello che ha in testa l’autore.
[9 novembre 2024]

«Carlo Gardell»: un affronto all’ex tanguero Bergoglio
Riportando un polemico discorso a braccio di papa Francesco sulle donne, Vatican News, il portale d’informazione della Santa Sede diretto da Andrea Tornielli, scrive: «Se questo a quelle signore sembra conservativo, io sono Carlo Gardell». E meno male che i solerti trascrittori aggiungono fra parentesi che è un «noto cantante di tango argentino». A loro del tutto ignoto, però, perché si tratta del peraltro celeberrimo Carlos Gardel, autore dello struggente tango Por una cabeza, che il colonnello cieco Frank Slade (Al Pacino) balla nel film Profumo di donna del regista Martin Brest. Chissà se Bergoglio, che fu un appassionato tanguero in gioventù, ha reagito all’imperdonabile scivolone perdendo le staffe, come di frequente gli capita.
[29 settembre 2024]

Pannella scriveva a poche settimane dalla morte
Filippo Ceccarelli sulla Repubblica: «Nella primavera del 2016, quando Francesco andò tra i profughi sull’isola di Lesbo, a poche settimane dalla morte Pannella volle scrivergli una lettera che terminava, in stampatello: “ti voglio bene”». Marco Pannella che scrive una lettera dopo essere morto da poche settimane ha del miracoloso. Per evitare che sia scambiato per Lazzaro, sarebbe bastato scrivere: «Poche settimane prima di morire».
[6 novembre 2024]

Il Corriere e il «calo del –0,1 per cento»
Occhiello di un titolo sull’andamento del mercato dei libri apparso nella Cultura del Corriere della Sera: «Nei primi sei mesi dell’anno calo del –0,1 per cento». Se è un calo, il segno «–» appare pleonastico, se non errato: era sufficiente scrivere «calo dello 0,1 per cento».
[11 ottobre 2024]

Belpietro e il nullaosta trasformato in verbo
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «E se per raggiungere lo scopo serve esternalizzare le procedure per valutare le richieste d’asilo nullaosta». La frase risulta alquanto nebulosa, per effetto di quel «nullaosta» che sembra un’apposizione di «richieste d’asilo». Qui era necessario far ricorso al verbo ostare e scrivere pertanto «nulla osta», nel senso di «nulla osta a esternalizzare le procedure», come specificato dallo Zingarelli 2025 con tanto di esempio: «Essere d’ostacolo (+a): nulla osta al trasferimento dell’impiegato; nulla osta a che l’impiegato sia trasferito». Invece Belpietro confonde il verbo ostare con il sostantivo nullaosta («atto mediante il quale l’amministrazione rimuove limiti posti dalla legge alla esplicazione di una attività o attesta che nulla si oppone al compimento della stessa»). Nel periodo successivo, il direttore della Verità inciampa ancora una volta nella punteggiatura: «Per Emmanuel Macron, che spesso si è messo di traverso, cercando di stoppare le iniziative italiane è uno smacco». Avrebbe dovuto togliere la virgola dopo «traverso» e metterla dopo «italiane».
[18 ottobre 2024]

La Repubblica e «il torrente murato»
Titolo dal sito della Repubblica: «Su Bologna una valanga d’acqua e il torrente murato si vendica». I corsi d’acqua non sono stanze, quindi non si possono chiudere con un muro. Infatti si tombinano, oppure s’intombano, cioè s’incanalano in un sistema di condotte sotterranee, che li nasconde alla vista facendoli passare sotto edifici e strade.
[21 ottobre 2024]

Lorenzetto usa il pronome le anziché gli
Stefano Lorenzetto intervista sull’Arena il giornalista Francesco Specchia, nuovo portavoce del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. In risposta a una domanda su Luca Telese, Piazzapulita e Maria Rosaria Boccia, fa dire a Specchia: «La verità è che ha perso la brocca per Boccia, crede che le porti ascolti. Pia illusione». Il gender dilaga.
[10 novembre 2024]

Il titolista della Verità è un eretico nestoriano
Titolando sulla Verità un articolo di Alessandro Rico dedicato alla Madonna, un incauto titolista scrive, riferendosi in particolare a Vito Mancuso, che «i cattoprogressisti ora bacchettano pure la Madre di Cristo». Egli però incappa addirittura nell’eresia di Nestorio, il quale definiva in questo modo Maria, rifiutandole invece il titolo, in uso dal III secolo e tuttora carissimo ai fedeli orientali, di Madre di Dio (in greco theotókos). Per questo Nestorio, che era patriarca di Costantinopoli, venne deposto e condannato nel 431 dal Concilio di Efeso. Per i colleghi della Verità, sempre schierati in difesa dell’ortodossia della fede, urge un ripasso teologico.
[21 settembre 2024]

Sgarbi, tanto rumore per una candela rubata
Sul Fatto Quotidiano, Thomas Mackinson fa parlare Pasquale Frongia, pittore specializzato in riproduzioni d’arte, che con gli inquirenti ha ammesso di aver aggiunto, su richiesta di Vittorio Sgarbi, una candela su una tela del Seicento: «Da presidente del Mart di Rovereto, Sgarbi gli ha dedicato due esposizioni mentre per lui Frongia ha realizzato alcune copie, compreso un finto Guercino con cui il critico-collezionista si diverte a stupire gli ospiti, compiacendosi di averlo mostrato ai massimi esperti senza che uno si sia accorto che è solo una copia. “La candela mi chiese lui di metterla, non sapevo fosse rubata”, ha confessato Frongia». Tutto ’sto gran parlare per una candela rubata!
[26 ottobre 2024]

Report e la «giravolta di 360 gradi»
L’Ansa riporta una dichiarazione rilasciata da un anonimo dipendente del Maxxi a Giorgio Mottola di Report: «Francesco Spano era il fedelissimo di Giovanna Melandri. Quando arrivò Giuli fece una giravolta di 360 gradi e diventò l’uomo di fiducia di Giuli, anzi la sua eminenza grigia dentro al Maxxi». Ruotare il corpo intorno al proprio asse di 360 gradi equivale a rimanere nella stessa posizione di partenza. Quindi che giravolta sarebbe?
[27 ottobre 2024]

Che c’entra lo ius soli con Paolo di Tarso?
Gian Guido Vecchi recensisce sul Corriere della Sera, di cui è vaticanista, il volume su Paolo di Tarso scritto dal cardinale Gianfranco Ravasi, uno degli uomini più colti di questo secolo. S’intitola Ero un blasfemo, un persecutore e un violento (Cortina editore). Il titolo è l’autoritratto sintetico fornito dall’apostolo stesso, da taluni studiosi ritenuto il vero fondatore del cristianesimo, che era ebreo eppure rivendicava orgogliosamente la propria cittadinanza romana. Come mai? Un privilegio particolare? O un fatto normale? Vecchi risolve la questione nello spazio di una parentesi: «Un cittadino romano chiamato Paolo (nell’impero, duemila anni fa, valeva lo ius soli)». Sicuro? Paolo ha con il tribuno Claudio Lisia (il comandante romano della guarnigione presente a Gerusalemme che, attorno al 57-58, lo salvò da un tentativo di linciaggio da parte degli ebrei sulla spianata del Tempio) questo dialogo riferito negli Atti degli Apostoli: «Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: “Dimmi, tu sei cittadino romano?”. Rispose: “Sì”. Replicò il tribuno: “Io questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo”. Paolo disse: “Io, invece, lo sono di nascita!”» (At 22, 27-28). Premio ai suoi genitori o avi per un servizio reso all’impero e trasmissibile per linea di sangue, o legato a meriti della città. Di certo lo ius soli non c’entra nulla. Altrimenti anche Gesù, la Madonna e san Giuseppe, nonché tutti gli ebrei di Galilea e Giudea, sarebbero stati cittadini romani. Che ne dice il cardinale Ravasi?
[4 novembre 2024]

Il tallone d’Achille di Concita De Gregorio
Su Instagram, l’editore Feltrinelli reclamizza così la partecipazione della sua autrice Concita De Gregorio al programma Quante storie su Rai 3 con il libro In mezzo a un milione di rane e di farfalle: «Per dirla come il poeta Achille Bertolucci “Assenza, più acuta presenza”. In fondo è sempre vero che chi ci manca è sempre presente nei nostri pensieri, molto più di chi c’è». Il famoso tallone di Achille. (Il poeta, morto nel 2000, si chiamava Attilio Bertolucci).
[4 novembre 2024]

Il Fatto e l’edizione napoletana del Wall Street Journal
Occhiello dal Fatto Quotidiano: «Wall Street Journale». ’O journale ’nnammurato.
[8 novembre 2024]

Merlo trasforma Lorenzo Del Boca in Dal Boca
«Come racconta Lorenzo Dal Boca (“Maledetti Savoia” Piemme) i ribelli e i cafoni “avrebbero trovato il fatto loro in un bel campo di concentramento in Patagonia”», scrive Francesco Merlo, rispondendo a un lettore della Repubblica nella rubrica Posta e risposta. Ma l’autore del saggio si chiama Lorenzo Del Boca ed è stato per un decennio presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti.
[27 ottobre 2024]

Il parking sommerso da 4 metri cubi d’acqua
Dall’Ansa: «“Benvenuti a Bonaire”, recitano i cartelli sul parking del complesso di negozi alle porte di Valencia, il più grande della città, dove solo quattro giorni dopo la catastrofe i militari dell’Unità di emergenza dell’esercito (Ume) sono riusciti a entrare con i vigili del fuoco dopo aver drenato per 24 ore con le pompe idrovore i quattro metri cubici di acqua che hanno sommerso l’intero parcheggio sotterraneo». Impressionante! Infatti 4 metri cubi corrispondono a 4.000 litri, il volume di una piscina gonfiabile per bambini. Il soggiorno di una casa misura mediamente 50-60 metri cubi.
[2 novembre 2024]

Fabrizio De André morì «per monetizzare»
Il sito del Fatto Quotidiano Magazine dà notizia di un’intervista che Francesca De André, figlia di Cristiano e nipote di Fabrizio De André, ha rilasciato a Novella 2000 e lo fa con il seguente titolo: «“Mio padre continua a riarrangiare i brani di mio nonno morto per monetizzare, ha sempre lasciato che le sue miserie prendessero il sopravvento…”: così Francesca De André sul papà Cristiano». Quindi Fabrizio De André morì per monetizzare. Questi genovesi!
[6 novembre 2024]

Belpietro e i verbi riservati a Scalfaro
Riferendosi a Oscar Luigi Scalfaro, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, nell’editoriale di prima pagina scrive: «Dopo il Campanaro, l’uomo del “non ci sto” a farsi processare». Il «non ci sto» (sottinteso «io», prima persona singolare) avrebbe richiesto la stessa categoria grammaticale nel successivo predicato verbale, quindi «a farmi processare», non «farsi». La frase prosegue così: «Venne Carlo Azeglio Ciampi che, in maniera più discreta e meno proterva, ha proseguito l’opera». Il primo verbo al passato remoto («venne») avrebbe richiesto preferibilmente, per coerenza, lo stesso tempo nel secondo verbo: «Proseguì».
[23 ottobre 2024]

«Le» ha portato via (a lui) la figlia
Sommario di un titolo della Repubblica sulla prima udienza del processo che ha visto in aula Gino Cecchettin, padre di Giulia, uccisa dal fidanzato Filippo Turetta: «Quelle quattro ore in silenzio ad ascoltare il giovane che le ha portato via la figlia». Il gender dilaga.
[26 ottobre 2024]

Il regista Veronesi bigiava la scuola di domenica
Il Corriere della Sera intervista il regista Giovanni Veronesi, al quale nel titolo viene attribuita questa affermazione: «Bigiavo scuola tutti i weekend per seguire la Valanga Azzurra». Caspita, riusciva a marinare la scuola anche di domenica?
[10 ottobre 2024]

Cuomo dimentica le tre stelle della Guida Michelin
«Un gran rifiuto scuote il mondo della gastronomia italiana. È quello di Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi, gli chef del ristorante Il Giglio di Lucca. I tre hanno comunicato alla guida Michelin di rinunciare alla loro (meritatissima) stella». Così comincia sul Giornale un articolo di Andrea Cuomo. Che più avanti specifica: «Si tratta di tre giovani entusiasti che nel 2019 avevano ottenuto il massimo riconoscimento». Per la verità, il massimo riconoscimento attribuito dalla Guida Michelin sono le tre stelle, come dovrebbe ben sapere Cuomo, che scrive abitualmente di gastronomia.
[13 ottobre 2024]

Per l’Ansa si è tenuto un sinodo sulle benedizioni gay
Dall’Ansa: «Piccolo pasticcio al Sinodo sulle benedizioni gay». Si è tenuto un sinodo avente per tema le benedizioni ai gay? No? Allora si doveva scrivere: «Sulle benedizioni gay piccolo pasticcio al Sinodo».
[22 ottobre 2024]

La nipote di Moshe Dayan usa le parole come una ruspa
Sulla Stampa, riferendosi a una dichiarazione di Matteo Salvini, l’opinionista Assia Neumann Dayan, di rincalzo al direttore Andrea Malaguti, autore in prima pagina di un indignato editoriale sull’argomento, osserva che «fa sempre un certo effetto il riferimento ai “cani e porci” verso delle persone». Ma perché? C’è anche chi, di norma, con questa espressione si riferisce proprio ai cani e ai porci? Forse la nipote del leggendario generale e ministro israeliano Moshe Dayan (1915-1981) ignora che la locuzione, segnalata dallo Zingarelli 2025 come figurata e spregiativa, ha questo significato: «Chiunque, qualunque tipo di persona: ha invitato cani e porci». L’articolo è intitolato «Le parole usate come una ruspa». Siamo d’accordo. Assia Neumann Dayan ci pare alla guida del mezzo.
[20 ottobre 2024]

Harris s’attacca al Trump, parola di Adnkronos
Titolo dell’agenzia Adnkronos: «Harris attacca a Trump: “Instabile e consumato dal rancore”». Un modo per dire che Harris s’attacca al Trump.
[30 ottobre 2024]

La Repubblica non sa che cosa sia il patrimonio
Andrea Greco sulla Repubblica attribuisce a Blackrock, il più grande gestore di fondi del mondo, questa performance dei conti trimestrali a Wall Street: «Utili operativi saliti a 2 miliardi di dollari tra luglio e settembre (+23%), un netto di 1,63 miliardi, ricavi su del 15% a 5,2 miliardi e un patrimonio cresciuto del 26% a 11.500 miliardi». Come, come? Esemplifichiamo. Il patrimonio dell’anno 1 cresce nell’anno 2 per un importo pari agli utili (immaginando che il soggetto non distribuisca dividendi). Se gli utili sono 2 miliardi, il patrimonio è cresciuto di 2 miliardi. E torniamo a Blackrock. Per arrivare a 11.500 miliardi con una crescita del 26 per cento sarebbero serviti circa 2.500 miliardi, non 2. E infatti gli 11.500 miliardi sono il patrimonio in gestione, cioè i soldi che i clienti affidano a Blackrock affinché li faccia fruttare: non sono il patrimonio, ossia soldi degli azionisti di Blackrock. Stabilire che cosa sia mio e che cosa mi sia stato affidato è importante.
[12 ottobre 2024]

«S’erano divorziati»? Non è un verbo riflessivo
Sul Giornale, Massimo Malpica informa che Maria Rosaria Boccia e il suo legale «hanno scelto di replicare, con 53 giorni di ritardo, all’intervista rilasciata al Corriere della Sera a inizio settembre dall’ex marito dell’influencer, Marco Mignogna, intervista nella quale l’uomo sosteneva che i due non s’erano ancora divorziati». Non ci pare che Boccia voglia separarsi da sé stessa: divorziare è intransitivo, mentre Malpica crede che sia riflessivo, cioè un verbo in cui l’azione compiuta dal soggetto ricade su sé stesso.
[1° novembre 2024]

Belpietro in contrasto permanente con le virgole
Nell’editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, offre un nuovo saggio del suo contrasto permanente con le virgole: «Ma il meglio a proposito di mistificazione lo ha dato Italia viva, che scopiazzando la campagna elettorale di Trump, ha pubblicato via social network alcune tabelle per dimostrare che con Giorgia Meloni al governo, i prezzi di generi di prima necessità sono schizzati alle stelle». Non si capisce il senso della virgola dopo «Trump»: lo avrebbe avuto a patto di metterne un’altra cinque parole prima, dopo il «che». Analogamente, una virgola andava collocata dopo «dimostrare che» per giustificare quella dopo «al governo».
[7 ottobre 2024]

Cremonesi e i colleghi che «sono stati notificati»
«Ma prima di continuare teniamo a specificare che questo reportage è anche motivato dalla necessità di rispondere coi fatti alle minacce della censura di Mosca, dopo che alcuni nostri colleghi sono stati notificati del mandato di arresto per essere a loro volta venuti a fare il loro lavoro», avverte Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Sudzha (Russia). Il verbo transitivo notificare ha due significati: «rendere noto mediante notificazione» e «denunciare, dichiarare, palesare». Quindi il mandato di arresto è stato notificato ad alcuni colleghi di Cremonesi. Era troppo semplice scriverlo così?
[9 ottobre 2024]

La Stampa usa per il water lo spazzolino da denti
La Stampa titola: «La rabbia degli agenti italiani di Gjader. “Manca anche lo spazzolone del water». Scorri il pezzo sottostante, firmato da Eleonora Camilli, e leggi: «Gli agenti della penitenziaria si lamentano anche degli alloggi: prefabbricati a cui si accede con una scala metallica interna, senza elementi di arredo basilari, dalla tv allo spazzolino per il water». Probabilmente alla Stampa sono convinti che le guardie carcerarie si lavino i denti nella tazza del cesso.
[22 ottobre 2024]

«Concordato al rallenti»: francese alla romanesca
Titolo dall’Ansa: «Si lima ancora la manovra economica, salta la conferenza di Meloni. Nodi da sciogliere anche su norma banche. Concordato al rallenti». Vabbè che l’Ansa ha sede a Roma, ma rallenti co’ du elle nun se po’ senti’. Venendo dal verbo francese ralentir («rallentare»), si scrive ralenti («rallentatore»).
[22 ottobre 2024]

Il Corriere storpia il neologismo overtourism
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Overturism a Firenze, la fuga degli universitari: “Questa città non è più per gli studenti ma solo per i turisti”». Anche su altri organi d’informazione compare questa maldestra grafia dall’inglese overtourism («sovraffollamento turistico»), peraltro registrato dalla Treccani fra i neologismi fin dall’anno scorso.
[22 ottobre 2024]

I futili motivi a volte ammazzano
Da Milano Today: «Una lite dopo una partita a carte, futili motivi che hanno avuto la peggio su un uomo di 78 anni». Peggio di così si muore.
[2 ottobre 2024]

Paesi dell’Urss e Paesi dell’Est
Anteprima riporta un articolo da Italia Oggi attribuendolo a Roberto Giardina: «Berlino Est nei paesi dell’Urss era considerata una sorta di Manhattan, un paradiso dello shopping, venivano dalla Russia, dalla Polonia, dalla Cecoslovacchia in bus a comprare generi considerati di lusso, introvabili a casa loro». Diremmo che erano Paesi del Patto di Varsavia, non dell’Urss, della quale Polonia e Cecoslovacchia non hanno mai fatto parte. Comunque, la citazione della fonte è sbagliata: il servizio recava la firma di Andrea Giardina, non di Roberto.
[11 ottobre 2024]

Il nonno di Giuli marciò sul Roma diretto da Sangiuliano
Incipit di Fabio Amendolara sulla prima pagina della Verità: «L’ampio focus che Report, la trasmissione d’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci su Rai3, dedica questa sera ad Alessandro Giuli, parte dal pedigree del ministro della Cultura, con un nonno che ha fatto la marcia sul Roma». Quindi il nonno di Giuli marciò sul quotidiano Roma di Napoli, a suo tempo diretto da Gennaro Sangiuliano, predecessore di Giuli? Più avanti, Amendolara parla dell’«inquietante ferita sul cranio che sarebbe stata procurata dalla pompeiana Maria Rosaria Boccia all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano». Dicesi cranio lo scheletro della testa dell’uomo e degli animali vertebrati: Boccia, semmai, ha procurato a Sangiuliano una ferita alla fronte, tutt’al più alla testa.
[27 ottobre 2024]

Un taglio sul cranio? Ma se è un insieme di ossa
Nel medesimo errore incorre un titolo del Corriere della Sera: «Sangiuliano-Boccia, le foto del taglio sul cranio dell’ex ministro in esclusiva su Report». Essendo il cranio un insieme di ossa, si sarebbe dovuto scrivere frattura, non taglio. Ma dal referto clinico la frattura non risulta.
[27 ottobre 2024]

C’è chi indica con l’indice e chi con il medio
Imperdibile l’attacco di Andrea Marcolongo nelle pagine di cultura della Stampa: «Quanto amiamo noi europei indicare con l’indice sulla mappa». Vuoi mettere i leghisti che indicano con il medio?
[25 ottobre 2024]

Belpietro usa a sproposito il verbo impancarsi...
«Dunque, prepariamoci, perché o sulle sigarette o sulla benzina, il prelievo fiscale probabilmente ci sarà», avverte Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nell’editoriale di prima pagina. «Ciò detto, mi fa specie che a sinistra s’impanchino dando lezioni e accusando l’esecutivo di turlupinare gli italiani». Cioè a sinistra si mettono a sedere su una panca oppure si siedono a tavola? Sono questi i due significati del verbo intransitivo pronominale impancarsi, peraltro contrassegnati nello Zingarelli 2025 con l’obelisco (†), la croce che segnala le parole cadute in disuso, defunte. Poi c’è impancarsi in senso figurato («assumere presuntuosi atteggiamenti da giudice, critico e simili»), ma quello richiede che venga seguito dalla preposizione a: «Impancarsi a maestro di vita e di morale». Nel modo in cui lo ha utilizzato Belpietro, senza il complemento predicativo del soggetto, non ha senso. Più avanti, il direttore della Verità scrive: «Che poi è praticamente ciò che potrebbe accadere se si “rimodulano” le accise». Concordanza sbagliata: il condizionale «potrebbe» doveva essere seguito nella subordinata dal congiuntivo imperfetto «rimodulassero», in armonia con la regola grammaticale delle frasi ipotetiche di secondo tipo (possibilità non certa).
[5 ottobre 2024]

...e persevera nel conflitto d’interessi con le virgole
Il medesimo editoriale di Maurizio Belpietro reca nell’incipit la seguente frase: «Però, siccome in tanti anni, non mi è mai capitato di vedere una manovra senza una fregatura, penso che neppure quella che sta predisponendo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si sottrarrà alla regola». Per l’abituale conflitto d’interessi con le virgole, il direttore della Verità non si è fatto mancare l’occasione d’infilarne una a capoccia dopo «anni», più sbagliata che superflua.
[5 ottobre 2024]

Il «sentore» dell’ex cinque stelle Nicola Morra
Giampiero Timossi sulla Stampa: «Piccole cose di pessimo gusto. “Gli elettori liguri devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che potrebbe non terminare il mandato”. Così (s)parlò in un’intervista a Il Foglio il già sentore dei Cinque Stelle Nicola Morra». Quando i senatori diventano ectoplasmi: ormai se ne conosce solo l’odore.
[4 ottobre 2024]

Libero sbaglia le parentele di Veronica Gentili
Il sito di Libero dà notizia della morte di Giuseppe Gentili, 70 anni, avvocato ed ex dirigente della Rai, padre di Veronica Gentili, conduttrice delle Iene: «Sposatosi in seconde nozze con Netta Vespignani, pittrice e gallerista, Giuseppe ha avuto altri due figli oltre a Veronica. Si tratta di Alessandro e Marta Gentili». Sbagliato. Quest’ultimi sono figli di Netta – madre anche di Veronica e seconda moglie di Giuseppe Gentili – e del pittore Renzo Vespignani, di cui hanno, ovviamente, conservato il cognome. Come se non bastasse, l’anonimo cronista ci tiene a precisare che «Alessandro è più grande della giornalista di ben 17 anni, mentre Marta di 12». Posto che Veronica Gentili ha oggi 42 anni, se ne deduce che Alessandro avrebbe 59 anni e Marta 54. Dunque, Giuseppe Gentili, essendo morto a 70 anni, avrebbe avuto un figlio a 11 anni e una figlia a 16. Non solo non sanno scrivere: non riescono neppure a far di conto.
[8 ottobre 2024]

Lorenzetto ricorda male la frase del film Il verdetto
In questa rubrica, parlando di un’intervista firmata da Alain Elkann sulla Stampa, Stefano Lorenzetto cita una battuta dal film Il verdetto di Sidney Lumet («Mai fare domande di cui si conosce già la risposta»), attribuendola all’avvocato Ed Concannon (James Mason). Ma ricorda male. La frase viene pronunciata da Mickey Morissey (Jack Warden), maestro dell’avvocato Frank Galvin (Paul Newman), esattamente a 1 ora 30 minuti e 23 secondi dall’inizio, quando Morissey dice a Galvin, tenendo le mani sulle spalle dell’allievo: «Hai infranto la prima regola che t’insegnai all’università: non si fa una domanda se si sa la risposta». Tuttavia, la faccenda più sorprendente è che il copione tradisce, nel doppiaggio italiano, il testo di David Mamet, il quale scrisse la sceneggiatura per il film del 1982. Infatti il motto di tutti gli avvocati americani è ben diverso: «Non fare mai una domanda di cui non conosci la risposta».
[6 ottobre 2024]

Anche Mario Monti cade sul congiuntivo
Riferendosi a Mario Monti, il Corriere della Sera informa: «L’ex premier ha sottolineato che Salvini disse che avrebbe cancellato “quella legge innominabile non appena si sarebbe trovato in posizione di governo”». O Monti o l’anonimo cronista, anzi entrambi, dovrebbero ripassarsi il tempo del verbo denominato congiuntivo, che qui avrebbe dovuto essere «si fosse».
[10 ottobre 2024]

Quell’«affatto» è corretto? Nient’affatto
Il titolo sul sito del Corriere della Sera per un articolo di Marianna Peluso recita: «Contiene più grassi il burro o l’olio d’oliva? La risposta (affatto scontata) dell’esperto». Il rasoio di Occam, che dovrebbe tagliare il superfluo, ha combinato un guaio. E l’abitudine ha consacrato nell’uso una potatura sciagurata. Affatto significa «interamente, del tutto». L’incipit del pezzo dimostra che nel titolo affatto è stato capovolto nel suo opposto, e viene inteso come «per nulla». Scrive infatti Peluso: «Se pensate che il burro sia più grasso dell’olio extra vergine di oliva, vi sbagliate». Invano i dizionari protestano all’unisono contro questo abuso. Per evitare fraintendimenti, sarebbe stato molto meglio scrivere «nient’affatto». Una battaglia persa? Affatto, verrebbe da dire pensando ai giornali.
[9 ottobre 2024]

Parla Rocco Siffredi e lo fa alla sua maniera
Su Fanpage.it, Gaia Di Martino parla di Rocco Siffredi, ospite di Verissimo su Canale 5: «“Era meglio se non venivo”, il commento. La star del porno al quale è stata dedicata la serie Supersex, ha poi spiegato, nel dettaglio, cosa non lo rende del tutto sereno oggi: “Sento che per colpa della mia scelta, che è una croce, avessi messo mia moglie e i miei figli a tirare questa croce con me”». Premesso che la prima asserzione («Era meglio se non venivo») è un mea culpa pertinente, al contrario dell’ultima («tirare questa croce»), che denota una pericolosa confusione tra simbolo cristiano e cocaina, dal congiuntivo «avessi messo» ci pare di poter concludere che quest’uomo parla davvero a cazzo.
[6 ottobre 2024]

Belpietro confonde «qualche cosa» con «qualcosa»
Nel suo editoriale di prima pagina, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, se la prende con Giuseppe Sala, sindaco di Milano, per i suoi provvedimenti sul traffico: «Dal punto di vista ambientale non è cambiato nulla, anzi forse qualche cosa è peggiorato». Il gender dilaga, nonostante venga strenuamente combattuto dalla Verità. Infatti bisognava scrivere «qualche cosa è peggiorata», perché, come spiega il linguista Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, qualche cosa richiede l’accordo al femminile («qualche cosa era buona»), mentre qualcosa si è grammaticalizzato come maschile («qualcosa era buono»).
[28 settembre 2024]

Il «nostro signore» di Caruso sul Foglio
Carmelo Caruso sul Foglio: «Si sono alzati i tornado del Pd, Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, e non si può escludere che anche nostro signore abbia fatto una telefonata». Comprendiamo il (discutibile) intento ironico, ma, proprio per questo, Caruso avrebbe dovuto scrivere «Nostro Signore», con entrambe le iniziali maiuscole, come prescritto per questa locuzione dal vocabolario Treccani e dallo Zingarelli 2025.
[4 ottobre 2024]

Per Libertà la Via Francigena ha 30 anni
Dalla prima pagina della Libertà, quotidiano di Piacenza: «Ecco l’intervento di Matteo Corradini al Festival Transitare organizzato a Calendasco. L’ebraista e scrittore ha partecipato al convegno di domenica 29 settembre dedicato ai 30 anni della Via Francigena». Essendo fin dal Medioevo percorsa dai pellegrini che, valicate le Alpi, raggiungono Roma a piedi, si direbbe che sulla Via Francigena sia attiva la macchina per tempo.
[2 ottobre 2024]

Matacena e Canale sposati da morti sulla Repubblica
Notizia sui defunti Amedeo Matacena e Alessandra Canale dal sito della Repubblica: «Il corpo dell’ex parlamentare di Forza Italia, morto il 16 settembre 2022 da latitante a Dubai, nella tomba di famiglia della prima moglie a Minturno». Il matrimonio deve essere stato celebrato nell’aldilà, perché Matacena e Canale non sono mai stati sposati.
[1° ottobre 2024]

Caffé corretto (poco) di Bialetti sulla Verità
«Ed è allora con spirito costruttivo che dissentiamo con il ministro della Cultura», scrive Gustavo Bialetti sulla Verità, a proposito di Alessandro Giuli, nella rubrica Caffè corretto. Il caffè sarà anche corretto, ma la grammatica no: si dissente «da qualcuno» (o «su qualcosa»), non «con» qualcuno. Consultare Lo Zingarelli 2025.
[17 ottobre 2024]

La scrittura regale di Enrica Roddolo
Enrica Roddolo sul sito del Corriere della Sera, in un articolo che parla della principessa Kate: «Liz Hatton, 16 anni affetta da una rara forma tumorale». Manca la virgola dopo anni. «E l’abbraccio che la principessa del Galles ha avuto per la giovane Liz, è stato dunque il primo scatto». Complimenti per la virgola che separa il soggetto dal verbo. «La comunicazione di Kensington Palace della fine del percorso chemioterapico di Kate era stato infatti accompagnato sì da un video ma di settimane prime». Complimenti per la concordanza fra «comunicazione» (femminile) ed «era stato accompagnato» (maschile) e per «prime», che, trattandosi di un filmato, fa pensare ad Amazon Prime.
[3 ottobre 2024]

La Verità scambia Winkelmann per de Meo
La Verità pubblica una foto corredata da questa didascalia: «A sinistra l’accordo firmato nel 2015 dal governo dell’ex premier Renzi con il manager Audi dell’epoca Luca de Meo». Peccato che quello ritratto nell’immagine con l’allora presidente del Consiglio sia invece Stephan Winkelmann, che fu presidente e amministratore delegato della Lamborghini dal 2005 al 2016 e in seguito diventò presidente di Audi Sport. Ugualmente errato il riferimento a de Meo, attuale ceo di Renault, con relative congetture, nel servizio firmato da Camilla Conti.
[2 ottobre 2024]

La concordanza secondo Tgcom24
Dal sito di Tgcom24: «Ma gli scatti e gli auguri social non sono le uniche sorprese per Michael Douglas. Per lui anche un regalo speciale... dal vivo. L’attore ha infatti postato un breve video in cui si vede Bono e Catherine Zeta-Jones cantare “Happy Birthday to you”». Complimenti per la concordanza.
[29 settembre 2024]

Per La Cucina Italiana le Province sono Comuni
«Quando le sorelle Gosetti, Fernanda, Anna e Mina, riprendono nel 1952 le pubblicazioni della rivista La Cucina Italiana dopo la forzata pausa bellica, la loro cultura della cucina ha a che fare col luogo nel quale affondano le loro radici: Viadana, un paese lombardo che confina con i comuni di Parma, Cremona e Reggio Emilia», racconta Marina Migliavacca sul mensile La Cucina Italiana. Andiamo a memoria, ma a noi par di ricordare che Viadana (Mantova) non confini con i predetti Comuni, semmai con le tre Province, dove si trovano Sorbolo Mezzani (Parma), Casalmaggiore (Cremona), Boretto e Brescello (Reggio Emilia), quelli sì Comuni confinanti.
[15 settembre 2024]

Travaglio bisticcia con il nulla: non ha letto Serianni
Nel suo editoriale in prima pagina, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, commenta: «La verità è che la campagna d’Albania, oltre a costare un occhio e servire a nulla, era già nata illegale». Travaglio avrebbe dovuto scrivere: «Non servire a nulla». Infatti, la regola della doppia negazione in presenza di pronomi indefiniti negativi prevede che nessuno, niente, nulla e mai vengano impiegati senza la particella non soltanto nel caso in cui precedano il verbo; qualora siano usati dopo il verbo, richiedono invece un’altra negazione all’interno della frase. Quindi, per esemplificare: «Nulla è accaduto» e «non è accaduto nulla»; «nessuno ha parlato» e «non ha parlato nessuno». «Questa norma va oggi osservata scrupolosamente, almeno nello scritto formale», raccomandava il compianto linguista Luca Serianni (Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, Utet, 2005, pagina 305). Vox clamantis in deserto.
[20 ottobre 2024]

Grasso e la scaletta non «squadernata» da Giletti
Lo ha fatto apposta per vedere se qualcuno se ne sarebbe accorto? Oppure esistono modi di dire e significati non rintracciati nei nostri vocabolari e invece presenti in quelli di Aldo Grasso, critico televisivo ed editorialista del Corriere della Sera? In una stroncatura di Lo stato delle cose, il nuovo programma di Massimo Giletti su Rai 3, Grasso scrive «giornalista di vaglio», anziché di vaglia, negando che il conduttore lo sia. E aggiunge che, caso mai lo fosse stato, «avrebbe squadernato la scaletta», cioè la sintesi cronologica degli argomenti da trattare in trasmissione. Squadernare un foglio, nel senso di ribaltarne i contenuti, pare essere un’invenzione semantica di Grasso, dato che Lo Zingarelli 2025 attribuisce a quel verbo il significato di «aprire un libro, un quaderno, un documento mostrandone con decisione il contenuto a qualcuno». Sembrerebbe il contrario di quanto voleva far intendere, creativamente, il noto critico televisivo. Anche se, nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, il verbo squadernare ha talmente tanti significati che uno di essi, almeno in senso figurato, potrebbe adattarsi all’insolita scelta di Grasso.
[2 ottobre 2024]

Belpietro sbaglia la concordanza fra soggetto e verbo
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Nessuno, nemmeno la sinistra tedesca e tanto meno quella danese, parlano più di favorire l’integrazione, creando nuove strutture per l’accoglienza». Complimenti per la concordanza fra soggetto («nessuno») e predicato verbale («parlano»).
[22 settembre 2024]

L’Osservatore Romano inventa i monaci francescani
La pagina Facebook dell’Osservatore Romano presenta così un articolo di fra Francesco Patton, custode di Terra Santa: «La testimonianza di una vita donata. Otto monaci francescani e tre fratelli maroniti noti come “i martiri di Damasco”». Non esistono i monaci francescani, ma solo i frati. Almeno nella redazione del giornale vaticano dovrebbero saperlo. (Incredibilmente, «monaco francescano» compare tuttavia anche nel lemma francescano dello Zingarelli 2025. Ci hanno già assicurato che sarà corretto nella prossima edizione, per coerenza con la definizione di monaco presente nel medesimo dizionario, che è la seguente: «Chi si consacra a Dio dedicandosi alla preghiera nella solitudine o in una comunità religiosa, praticando l’ascesi e la contemplazione». I monaci vivono nei monasteri. I frati, al contrario, sono impegnati nel servizio pastorale fuori dai conventi).
[19 ottobre 2024]

Claudio Monteverdi per La Repubblica è Monte Verdi
Incipit di Massimo Pisa, inviato della Repubblica, sul delitto di Viadana: «Il manifesto con la foto di Maria Campai è ancora appiccicato a un pilastro di cemento consumato, all’angolo tra via Monte Verdi e via Callas». Trattasi invero di via Monteverdi e Monteverdi è il compositore Claudio, genio del madrigale, come peraltro era facilmente intuibile anche da un inviato speciale giunto all’incrocio con una strada intitolata al soprano Maria Callas.
[28 settembre 2024]

L’italiano di Paola Italiano: bravo chi lo capisce
Frase tratta da un articolo di Paola Italiano nella pagina degli spettacoli della Stampa: «Ora, a parte il fatto che Lazza è musicalmente uno dei più preparati della sua generazione e che imprigionarlo nella definizione di rapper è molto riduttivo (specie ascoltando l’ultimo album)». A parte questo fatto, che cosa? Italiano attribuisce anche a Laura Pausini la seguente frase: «Una volta ero più aggressiva nei testi che non davano scampo a una riconciliazione». Entrambe, Italiano e Pausini, vincono l’Oscar alla chiarezza.
[26 settembre 2024]

Il Corriere promuove Donzelli al posto di Meloni
Sul Corriere della Sera, Paola Di Caro intervista Giovanni Donzelli e lo presenta come «responsabile nazionale di Fratelli d’Italia». Quindi ha preso il posto della segretaria Giorgia Meloni? Non ci risulta. Infatti Donzelli è semplicemente responsabile di uno dei 44 dipartimenti e laboratori tematici del partito, quello dell’organizzazione.
[8 ottobre 2024]

Su Anteprima le auto si tamponano «a vicenda»
Da Anteprima: «Cinque auto si sono tamponate a vicenda, causando la morte di una delle nove persone coinvolte nell’incidente». Posto che tamponare significa «urtare la parte posteriore del veicolo che precede», il tamponamento a vicenda suona così surreale da sembrare una pratica erotica. Esiste il tampinamento non vicendevole, tutt’al più.
[21 ottobre 2024]

La Verità e le foto dei vip (che non c’entrano)
La Verità pubblica un articolo di Mario Giordano con questo titolo: «Crociata degli intellò contro le pale eoliche: il green è molto chic, se non tocca casa loro». Il sommario recita: «Vip in silenzio mentre l’Italia veniva sfregiata dai piloni in nome dell’ecologia. Per Orvieto, meta di raffinati, si scatenano». A corredo, accanto a una foto di Dacia Maraini, che ha aderito a un appello firmato da 100 intellettuali e rivolto al capo dello Stato, La Verità pubblica i ritratti di Tomaso Montanari e Chiara Valerio, che però nel testo di Giordano non sono citati. Dalle pale eoliche alle pale meccaniche con cui si fanno i giornali.
[27 settembre 2024]

Sul Bayesian 18 metri cubi di benzina. O gasolio?
Nel sito della Repubblica, Tullio Filippone torna sul naufragio del veliero Bayesian: «Al momento le analisi sulle acque effettuate dall’Arpa non hanno rilevato la presenza di idrocarburi, ma è certo che nei serbatoi del relitto ci sono 18 metri cubi di benzina». Ma sì, gasolio o benzina, che differenza fa? Una domanda a Filippone: visto che le barche a vela hanno motori ausiliari diesel, la benzina sarà servita per smacchiare i pantaloni o per ricaricare gli accendini?
[28 agosto 2024]

Sbagliare la concordanza a quattro mani
«Enrico Borghi, il senatore di Italia Viva e influente membro del Copasir, insieme con il collega Ivan Scalfarotto hanno presentato un’interrogazione parlamentare», informano Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini sulla Repubblica. In effetti servivano quattro mani per sbagliare la concordanza fra soggetto e verbo.
[28 settembre 2024]

Altro saggio di punteggiatura dello scrittore Saviano
Altro saggio di punteggiatura dello scrittore Roberto Saviano, che in un editoriale sul Corriere della Sera interviene sulle incomprensioni fra Adriano Celentano e Teo Teocoli: «Il telefono rende ciascuno raggiungibile al punto che, il non rispondere si fa foriero di interpretazioni funeste». Complimenti per la virgola sapiente.
[11 ottobre 2024]

Buccini usa «dapprincipio» a sproposito
«Perché la guerra, per Gerusalemme, è stata sin dapprincipio assai più larga dei campi di battaglia», osserva Goffredo Buccini in un editoriale che comincia sulla prima pagina del Corriere della Sera. L’avverbio dapprincipio vuol dire «in principio, in un primo momento» e anche «in origine, inizialmente», quindi non si può farlo precedere da «sin», perché l’espressione risulta priva di senso. Bastava scrivere «sin dal principio», in cui dal principio significa «dall’inizio», come riporta Lo Zingarelli 2025.
[13 ottobre 2024]

Giannini ovvero il signore di La Palisse
Nella sua rubrica Circo Massimo sul Venerdì di Repubblica, Massimo Giannini, già direttore della Stampa, se la prende con «“Noi Moderati” di Lupi (quelli davvero “illuminati”, che votano con Meloni la galera per i bimbi delle detenute-madri e per i giovani studenti che protestano per strada)». Possono esistere detenute-madri che lasciano la prole per strada all’atto di entrare in prigione e studenti che manifestano nel chiuso delle loro camere?
[27 settembre 2024]

Walter Reder non può essere definito gerarca
Sul Corriere della Sera, in un titolo su Walter Reder, l’ufficiale delle Waffen-SS responsabile dell’eccidio di Marzabotto, si legge: «I morti furono 770. Il pentimento rimangiato del gerarca». Definizione di gerarca secondo Lo Zingarelli 2025: «Durante il fascismo, chi occupava le massime cariche del partito». Quindi il sostantivo non può essere attribuito a un nazista.
[30 settembre 2024]

Belpietro annaspa tra virgole e motori elettrici
Nel suo editoriale di prima pagina, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, scrive: «Le vendite delle auto elettriche infatti, restano fiacche in tutta Europa». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo. Nel periodo successivo, Belpietro parla delle «previsioni di sostituzione del parco auto alimentato da combustibili fossili con motori a pila». Esistono combustibili fossili con motori a pila? No? Allora bisognava scrivere: «Previsioni di sostituzione, con motori a pila, del parco auto alimentato da combustibili fossili».
[13 settembre 2024]

Lucia Ocone non pensa alla regia ma vuole dirigere
Fulvia Caprara intervista sulla Stampa l’attrice Lucia Ocone. Domanda: «Mai pensato di passare alla regia?». Risposta: «No, non mi attira più di tanto. In questo momento mi piacerebbe molto, invece, dirigere uno spettacolo teatrale, ma non riesco a farlo, sono una vigliacca, ho paurissima...». Ocone non è attirata dal passare a una regia, però le piacerebbe «dirigere uno spettacolo teatrale». Vale la pena di rammentare a lei (e a Caprara che ne riporta le parole) il significato del sostantivo regia: «Opera di coordinamento generale e di direzione artistica di uno spettacolo teatrale, cinematografico, radiofonico o televisivo».
[23 settembre 2024]

Brian Nelson non è un «funzionario del Tesoro Usa»
Secondo una didascalia apparsa sul Corriere della Sera, Brian Nelson è «il funzionario del Tesoro Usa con delega al terrorismo e all’intelligence finanziaria». Chiamalo funzionario: Nelson è il sottosegretario per il terrorismo e l’intelligence finanziaria del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
[26 settembre 2024]

Il Resto del Carlino e il verbo dissuadere
Dal sito del Resto del Carlino: «Aggredisce carabiniera sul treno: arrestata 24enne. È successo sul regionale da Milano a Rimini. In seguito al furto di un cellulare, la militare e il capotreno hanno cercato di dissuadere la giovane donna a restituirlo, ma questa ha reagito violentemente». Bisognava dissuaderli dal fare i giornalisti.
[9 ottobre 2024]

Sangiuliano graffiato sulla fronte non sul cranio
Stando al decreto della Procura di Roma, del quale La Verità pubblica un estratto, Maria Rosaria Boccia si sarebbe macchiata, il 17 luglio 2024 in Sanremo, del delitto di lesioni aggravate di cui agli articoli 582, 585, 577 comma 1 del codice penale «perché cagionava a Gennaro Sangiuliano, persona alla quale era legata da una relazione affettiva, una lesione personale colpendolo al cranio». È incredibile constatare come i magistrati si siano prontamente adeguati agli standard linguistici dell’ex ministro della Cultura. Dicesi cranio lo scheletro della testa dell’uomo e degli animali vertebrati: difficile immaginare che Boccia abbia potuto graffiare un osso. Infatti ha procurato a Sangiuliano una lesione alla fronte, tutt’al più alla testa.
[23 settembre 2024]

A Firenze pensano che la questua sia l’offertorio
Titolo dal sito della Nazione: «Turista rapinato a messa in chiesa a Pisa, un arrestato. Malvivente gli soffia i soldi al momento dell’offertorio». Notizia: «Arrestato dai carabinieri a Pisa un uomo che in una chiesa del centro ha tentato di rapinare un turista straniero che stava seguendo una messa dentro una chiesa. L’uomo stava assistendo alla funzione religiosa e nel momento di lasciare la sua offerta di fatto veniva strattonato dal malvivente». A Firenze, città ad alto tasso massonico in cui si pubblica La Nazione, credono che la questua si chiami offertorio, che invece è la parte della messa in cui il celebrante presenta in offerta a Dio il pane e il vino.
[15 settembre 2024]

Delon «tumolato» con il gatto: meglio tumulato
Titolo su Alain Delon dalla pagina Facebook della Repubblica: «Secondo Daniel Broussin, suo ex autista e guardia del corpo, l’attore morto il 18 agosto scorso sarebbe stato tumolato in compagnia del suo gatto». Quantunque ammesso come «raro», per il verbo tumolare i dizionari rimandano a tumulare, quale derivazione del latino tumulare (da tumulus, tumulo).
[27 settembre 2024]

Una strategia concordata, non accordata
Flaminia Camilletti sulla Verità: «Non capivano, o facevano finta di non capire, che quel mancato sostegno, ancora una volta, faceva parte di una strategia, chiarita e probabilmente accordata con Von der Leyen». Tralasciando il «von», che si scrive minuscolo, diremmo concordata più che accordata.
[18 settembre 2024]

Francesca Fagnani e l’inchiesta: «una storiaccia»
«L’inchiesta che ha terremotato le curve di Inter e Milan è una storiaccia desolante e marcia che inizia con l’omicidio dello storico capo del tifo neroazzurro Vittorio Boiocchi nel 2022». Così comincia, sulla Stampa, un articolo della scrittrice e conduttrice tv Francesca Fagnani. E adesso chi lo spiega agli inquirenti che la loro inchiesta è «una storiaccia desolante e marcia»? S’incazzeranno come belve.
[2 ottobre 2024]

Bianconi e «il partito della colazione»
Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera: «Quel giorno però l’alleanza di centrodestra siglò l’accordo secondo cui il partito della colazione che avrebbe preso più voti alle elezioni si sarebbe aggiudicato la guida del governo». Il famoso partito dei forchettoni.
[13 ottobre 2024]

Merlo controlla su Google, ma troppo velocemente
Francesco Merlo confessa sulla Repubblica, rispondendo a un lettore: «Spesso mi torna in mente la canzone degli Skiantos “Sono un ribelle mamma” che è del 2006». Invece è un brano del 1987 (album Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti). È vero che, se si cerca su Google, esce subito la data 2006, solo che si tratta della versione unplugged, contenuta appunto nell’album dal vivo Skonnessi Unplugged 1977-2006. Merlo è stato diligente, ha verificato, ma un po’ troppo frettolosamente.
[12 ottobre 2024]

Grignetti non raccorda congiuntivo e condizionale
Sulla Stampa, Francesco Grignetti intervista Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale, e gli fa dire: «La Corte costituzionale è l’unico organo collegiale dove la discussione ha davvero valore. Se un giudice non è all’altezza, non inciderà mai nelle decisioni. Se un partito mandasse un candidato debole, sarà una perdita per le idee di quel partito». Il congiuntivo «mandasse» postulava l’uso del condizionale «sarebbe».
[9 ottobre 2024]

Belpietro sbaglia la concordanza di numero e genere
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «E alla voce dei big boss dei gruppi petroliferi si aggiungono anche quelli di altri operatori». Complimenti per la concordanza di numero e genere.
[8 ottobre 2024]

Avvenire, 54 voti favorevoli e 15 contrari
Da Avvenire: «La commissione legislativa dell’Assemblea nazionale ha respinto a stragrande maggioranza, con 54 voti favorevoli e 15 contrari, la proposta di destituzione del presidente Emmanuel Macron presentata da La France Insoumise, il partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon». A noi pare che una proposta premiata da 54 voti favorevoli, con appena 15 contrari, sia stata approvata con larghissima maggioranza.
[3 ottobre 2024]

Per Orsini l’Iran ha «migliaia di truppe»
Secondo Alessandro Orsini, l’Iran avrebbe quattro fini, ma per raggiungerne anche uno solo dovrebbe «inviare centinaia di migliaia di truppe in Israele attraversando Paesi ostili», come scrive in un editoriale sul Fatto Quotidiano. Il controverso sociologo sarà anche ferrato in strategie militari, ma palesa una scrittura sciatta. Stante il fatto che dicesi truppa l’«insieme delle forze armate di uno Stato» (Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia), non ci pare che gli eserciti dell’Iran siano «centinaia di migliaia».
[10 agosto 2023]

Galli e il «proseguo» del piano criminale
Andrea Galli sul Corriere della Sera: «L’interrogatorio di garanzia del killer, rinchiuso in cella nel carcere minorile del Beccaria, a Milano, servirà a conoscere un ipotetico proseguo di piano criminale». Già è orrendo il burocratico prosieguo, ma proseguo ci sembra anche peggio.
[28 settembre 2024]

Trump appostato con il mitra, secondo La Verità
Titolo della Verità sull’arresto di Ryan Routh, l’imprenditore che nel golf club di West Palm Beach, in Florida, si preparava a un attentato contro Donald Trump: «Il pazzo che voleva uccidere il tycoon appostato al golf col mitra per 12 ore». Quindi Trump è rimasto per 12 ore appostato con il mitra in un campo di golf? No? Allora la frase andava capovolta: «Appostato al golf col mitra per 12 ore il pazzo che voleva uccidere il tycoon».
[17 settembre 2024]

L’incommensurabile Semprini dal Donbass
In una paginata sulla Stampa, Francesco Semprini, inviato a Siversk, nel Donbass, ci regala questo svolazzo: «Tessere di un Domino bellico figlio di un’avanzata, quella russa, che procede giorno dopo giorno, perché la resistenza non ha argini alti abbastanza, perché trincee e denti di drago vengono elusi, e il valore dei combattenti ucraini talvolta non è numericamente sostenibile per quanto incommensurabile di animo e valore». Tralasciando la prosa non impeccabile e l’incongrua maiuscola che Semprini riserva al domino, un gioco da tavolo, se il valore è incommensurabile, cioè impossibile da misurare o da calcolare, l’avverbio numericamente ci pare del tutto fuori luogo.
[25 settembre 2024]

Frignani cade sulle istituzione ebraiche «e non»
In apertura di un servizio sul Corriere della Sera, Rinaldo Frignani riporta, guardandosi bene dal correggerla, una frase del presidente della Comunità ebraica milanese, Walker Meghnagi: «Siamo a un passo dalla caccia all’ebreo e da atti di aperta violenza nei confronti di istituzioni ebraiche religiose e non». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Frignani avrebbe dovuto scrivere «istituzioni ebraiche religiose e no».
[30 settembre 2024]

Lea Pericoli per l’Ansa è morta in «Versiglia»
L’Ansa annuncia la morte di Lea Pericoli, campionessa di tennis, rievocando un episodio avvenuto mentre era «in vacanza in Versiglia». Vuoi vedere che la Versilia si è gemellata con Marsiglia?
[4 ottobre 2024]

Mutti lascia «una moglie»: in Italia vige la poligamia?
Titolo dal sito del Messaggero: «Marcello Mutti morto, lascia una moglie e il figlio: l’imprenditore dell’azienda di conserve di pomodoro aveva 83 anni». Non ci risulta che in Italia viga la poligamia, quindi il defunto ha lasciato «la moglie».
[11 ottobre 2024]

Il Corriere confonde Marcello Lippi con Claudio
Didascalia dal Corriere della Sera, in un doppio paginone dedicato a Julio Velasco, allenatore di pallavolo: «Julio Velasco con Claudio Lippi alla Pinetina come responsabile dell’area fisico-atletica dell’Inter». Ma con lui nella foto c’è l’allenatore di calcio Marcello Lippi, non l’ex conduttore della Prova del cuoco. Vedono troppa televisione.
[20 settembre 2024]

Quando la ripetizione è oggettivamente in agguato
Dalla Repubblica: «Sarà interrogato dal pm di turno Giuseppe Drammis per ricostruire quello che è successo nella serata di ieri e nei drammatici momenti del delitto». Quando la ripetizione è oggettivamente in agguato.
[24 settembre 2024]

Si chiama Camila Giorgi, non Camilla
Titolo dalla Verità: «L’avvocato di Camilla Giorgi: “Non è scappata, adesso si trova a Roma”». L’ex tennista italo-argentina si chiama Camila.
[14 settembre 2024]

Il capo dello Stato non elegge i giudici della Consulta
Riferendosi alla Corte costituzionale nella rubrica Il punto che tiene sulla Repubblica, Stefano Folli, solitamente inappuntabile, prende una cantonata: «I partiti possono eleggere in Parlamento solo un terzo dei giudici (cinque sui quindici del plenum). Un altro terzo è eletto dal presidente della Repubblica». Eletto? Il capo dello Stato non elegge: nomina. È scritto nell’articolo 135 della Costituzione: «La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative». Eleggere significa «nominare qualcuno a un ufficio, una carica o dignità, con votazione palese o segreta» (Lo Zingarelli 2025). Sergio Mattarella non vota i 5 giudici né palesemente né segretamente: li indica e basta, a sua esclusiva discrezione.
[8 ottobre 2024]

Esordio senza concordanza per Orfeo alla Repubblica
Editoriale di esordio del nuovo direttore della Repubblica, Mario Orfeo: «Qual è il nostro campo è chiaro. Un campo aperto (largo al momento non sembra portare bene), progressista, lontano e opposto a chi alza nuovi muri e disegna confini più angusti. Aperto al confronto scevri da pregiudizi». Complimenti per la concordanza.
[8 ottobre 2024]

Belpietro ha un problema con il periodo ipotetico
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «E poi, che cosa faranno questi signori una volta che, malauguratamente, vincessero in Liguria e altrove?». In base alle regole di costruzione del periodo ipotetico, il verbo al futuro («faranno») andava messo al condizionale («farebbero») nella principale, seguito dal congiuntivo («vincessero» o, meglio ancora, «dovessero vincere») nella subordinata. E che cosa farebbero? «La risposta è semplice: ricomincerebbero a litigare», scrive Belpietro nella frase successiva, ricorrendo appunto al condizionale e non al futuro.
[30 settembre 2024]

Per Borzi del Fatto Quotidiano siamo ancora in estate
Incipit di Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano: «L’estate di passione dei treni italiani, con cancellazioni e ritardi per guasti e centinaia di cantieri aperti da luglio a settembre, non è finita». E invece a noi pare che sia finita, considerato che dal 22 settembre siamo in autunno.
[3 ottobre 2024]

Elkann fa le domande dopo aver dato le risposte
Su Specchio della Stampa, nella rubrica Domenica con, Alain Elkann intervista Thomas Persson, direttore creativo, editore e consulente di grandi griffe. Nell’introduzione spiega che è autore di «due libri sul leggendario fotografo Lord Snowdon, con la figlia minore del quale, Frances Armstrong-Jones, ha fondato Luncheon, un biennale di stile e cultura». Ciononostante, gli pone la seguente domanda: «Lei ha lavorato anche con la figlia di Snowdon, Frances Armstrong-Jones?». Giriamo a Elkann la prima regola degli avvocati, enunciata da Ed Concannon (alias James Mason) nel film Il verdetto di Sidney Lumet: «Mai fare domande di cui si conosce già la risposta». Vale anche per i giornalisti.
[6 ottobre 2024]

Soressi sul Sole 24 Ore inventa il «take way»
Manuela Soressi sul Sole 24 Ore rievoca quando Bernardo Caprotti nel 1990 «aggiunse gli scaffali con le vaschette di piatti pronti take way». Conoscendo i frequenti rimandi all’adorata lingua inglese che il fondatore dell’Esselunga disseminava nei propri discorsi, le avrebbe gridato, avvampando in viso: «Go away!».
[5 ottobre 2024]

Trione e il «nouvel philosophe» Vasco Rossi
Nella doppia pagina che apre La Lettura, supplemento culturale del Corriere della Sera, Vincenzo Trione definisce il cantautore Vasco Rossi «un involontario nouvel philosophe». Vabbè che non è La Lecture, ma in francese, per indicare un nuovo filosofo, si scrive «nouveau philosophe». Nouvel si utilizza soltanto davanti a un sostantivo maschile che comincia con una vocale o una h muta: philosophe inizia con una consonante.
[6 ottobre 2024]

Una «fotto» postata da Maria Rosaria Boccia
F. Det. (François De Tonquédec?) sulla Verità riferisce che «Maria Rosaria Boccia, la non consulente dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano», ha pubblicato l’ennesima storia su Instagram, precisando: «Ma non sappiamo se quella postata era una fotto fatta sul momento o una foto d’archivio». Tralasciando il congiuntivo mancante («fosse una foto», bisognava scrivere), «fotto» è un refuso che nel caso in questione sarebbe stato meglio evitare accuratamente.
[13 settembre 2024]

Aggressione violenta ma la vittima non se ne accorge
Caterina Stamin sulla Stampa: «Un’altra rapina nel cuore della città. La vittima è un anziano, avvicinato mercoledì in pieno centro da un diciottenne di origine nordafricana. Senza che la vittima se ne rendesse conto, l’aggressore l’ha derubato della collanina d’oro, strappandogliela violentemente di dosso». Affinché se ne rendesse conto avrebbe dovuto sparargli?
[14 settembre 2024]

Le monache di clausura non vengono ordinate
Titolo dal Messaggero Veneto: «La 41enne molisana suor Maria Angelica ordinata ad Attimis monaca di clausura». L’incauto redattore ha preso il posto di papa Francesco e ha anticipato le ordinazioni sacerdotali femminili. Il sacramento dell’ordine sacro per il momento viene conferito solo ai preti. Le suore, e i religiosi in genere, si limitano a pronunciare la professione, cioè solenne e pubblica promessa con la quale s’impegnano a osservare i voti di castità, povertà e obbedienza e le regole dell’ordine o della congregazione di appartenenza.
[25 agosto 2024]

«Innestò le proteste»? Diremmo innescò
Mara Gergolet, corrispondente del Corriere della Sera, da Berlino: «Fu alla Conferenza di Potsdam (o del Wannsee) che nel novembre scorso estremisti e leader AfD discussero il famigerato piano per deportare 2 milioni di persone “non integrate”, anche di passaporto tedesco. Lo scandalo che innestò le proteste di massa». Innestò? Diremmo innescò.
[21 settembre 2024]

Per La Verità c’è un alcol contro il degrado
Titolo dalla Verità: «Cuneo vieta l’alcol contro il degrado». Esiste un alcol che combatte il degrado? No? Allora bisognava scrivere: «Contro il degrado, Cuneo vieta l’alcol». Oppure: «Cuneo contro il degrado vieta l’alcol».
[1° settembre 2024]

Belpietro sbaglia: Eni non è la prima azienda italiana
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nell’editoriale di prima pagina tesse le lodi di Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, che sulla transizione energetica decisa dall’Ue e sull’auto elettrica ha dichiarato: «Non voglio essere anti europeo, ma neanche stupido, perché di stupidità si può morire». Descalzi si riferiva alle regole comunitarie «dettate da una minoranza sulla base di ideologie ridicole». Il direttore della Verità commenta: «Onore all’amministratore delegato della più grande azienda italiana». Comprendiamo l’entusiasmo di Belpietro, visto che l’Eni è fra gli inserzionisti del quotidiano di cui è anche editore, ma la circostanza non corrisponde a verità. Infatti la più grande azienda italiana è l’Enel, che nel 2023 ha totalizzato ricavi per 95.565 milioni di euro. L’Eni è solo seconda: nello stesso periodo ha avuto ricavi per 94.816 milioni. Belpietro osserva: «Sappiamo tutti che le auto elettriche non possono soddisfare le esigenze di una normale famiglia, perché costituiscono le moderne brioche che la regina Maria Antonietta offrì come soluzione al popolo francese, affamato perché non aveva soldi per comprarsi il pane». A parte l’inelegante doppio «perché», la citazione appare imprecisa. Ammesso che l’episodio attribuito alla regina di Francia sia accaduto, la consorte di Luigi XVI si sarebbe limitata a citare un passo delle Confessioni di Jean-Jacques Rousseau (libro VI), nel quale il filosofo rievoca un episodio occorsogli nel 1740, mentre era istitutore in casa de Mably, allorché stava per entrare in una panetteria con riluttanza, essendo vestito in maniera troppo elegante: «Infine mi ricordai di una grande principessa alla quale avevano detto che i contadini non avevano pane e che rispose: “Che mangino brioche”. Comprai brioche».
[6 ottobre 2024]

Saviano crede che i negozi abbiano «le mura»
Sul Corriere della Sera, lo scrittore Roberto Saviano ci offre uno dei suoi consueti saggi di italiano approssimativo: «Impensabile una dinamica così, Beretta che lavorava al servizio di quello che i magistrati considerano un sodalizio narcocriminale, osa uccidere l’erede di un gruppo dell’aristocrazia ’ndranghetista». Complimenti per la virgola (la seconda) fra soggetto e verbo. E più avanti: «La droga la fornivano i clan, così come le magliette e le sciarpe, le mura dei negozi». Per Lo Zingarelli 2025, ma anche per il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, diconsi mura solo quelle delle cinte di fortificazione intorno a un centro abitato. I negozi, come le case, hanno i muri.
[6 ottobre 2024]

Barbacetto ha fatto l’impossibile: un incubo
Il Fatto Quotidiano festeggia i 15 anni di vita affidandosi alle brevi testimonianze delle proprie firme. Ecco l’incipit di Gianni Barbacetto: «Ho fatto un incubo. Non c’era più il Fatto». Gli incubi si hanno, non si fanno. E i peggiori si avverano sulle pagine dei giornali. Lo Zingarelli 2025 spiega che incubo deriva dal latino incubum, composto di in, «sopra», e un derivato da cubare, «giacere», riferito allo spirito maligno che si posava sul dormiente, così si credeva. Pertanto, è evidente che, dal punto di vista etimologico, lo spirito maligno lo si subisce, non lo si fa.
[23 settembre 2024]

Il passo indietro di Avvenire sulla via della chiarezza
Avvenire pubblica un editoriale di Fabio Carminati con titolo su tre righe: «Quel passo indietro sulla guerra totale che non si vuol fare». Quesito: non si vuol fare la guerra totale o il passo indietro? Il «che» si riferisce, come la grammatica esigerebbe, a «guerra» oppure, obbedendo invece alla linea pacifista del quotidiano della Conferenza episcopale italiana, al «passo indietro»? La lettura consente di sciogliere il dubbio. Ma i titoli non dovrebbero servire a comunicare sintesi e senso di una notizia o di un giudizio? Avrebbe giovato alla chiarezza titolare così: «Nessuno vuol fare un passo indietro sulla guerra totale». Semplice, inequivocabile.
[6 ottobre 2024]

Maria Corbi s’inventa «una stuola» di ammiratori
Incipit di Maria Corbi sul sito della Stampa: «Adesso chi glielo va a dire a Salvini e La Russa che Imane Khelif non solo è donna, non solo è brava, non solo è bella, ma anche con una stuola di ammiratori». Forse Corbi pensava che l’androgina Khelif potesse offendersi a leggere stuolo e pertanto ha inventato l’inesistente femminile stuola.
[23 settembre 2024]

Il «merchansiging» del Corriere della Sera
Titolo dal Corriere della Sera su Facebook: «La macchina degli Oasis potrebbe guadagnare, tra biglietti e merchansiging, 400 milioni di sterline». Bei tempi quando c’era solo il merchandising.
[1° settembre 2024]

L’Ansa scambia Barnier per Attal
«Francia: fumata bianca, c’è l’accordo per il governo Barnier», titola l’Ansa, che pubblica, a corredo della notizia, una foto con questa didascalia: «Michel Barnier». Peccato che nell’immagine compaia invece Gabriel Attal, il primo ministro uscente.
[19 settembre 2024]

Il Giornale promuove a generale il maresciallo Tito
Francesca Galici sul sito del Giornale: «Distrutta la targa intitolata a Norma Cossetto, giovanissima istriana violentata e infoibata dalle truppe del generale Tito nel 1943». L’avevamo lasciato maresciallo. Dev’essere stato promosso dopo morto al grado superiore.
[ 17 settembre 2024]

Il titolo su Vance, un’occasione sprecata
Titolo dal Corriere della Sera: «Vance vince il duello “civile” tra vice». Occasione sprecata. Si poteva titolare: «Vance vince a voce tra i vice».
[3 ottobre 2024]

Contorta cronaca della Verità su Boccia
Incipit di un servizio di Carlo Tarallo sulla Verità: «“Non voglio più avere niente a che fare con questa persona, è stato veramente un periodo terribile della mia vita e non ne voglio sapere nulla”: M.M., l’assessore di un paese della Costiera amalfitana che attraverso il suo legale G.D., nel 2018 ha diffidato Maria Rosaria Boccia a “non assumere comportamenti molesti e persecutori”, ha la voce stanca». A parte il posizionamento incongruo delle virgole, Tarallo ci sta dicendo che l’assessore M.M. non vuole sapere nulla di quel periodo della sua vita? E se l’avvocato diffida «a “non assumere”», è perché vuole che Boccia assuma comportamenti molesti e persecutori?
[13 settembre 2024]

Il Corriere fa morire Del Buono a 20 anni
Didascalia dal Corriere della Sera: «Oreste Del Buono (1983-2003), scrittore, giornalista, traduttore, direttore editoriale, ha trascorso quasi tutta la sua vita a Milano». Molto breve, si direbbe: appena 20 anni. In realtà, Del Buono era nato nel 1923.
[8 settembre 2024]

Feltri presenta il libro sul latino: «contra» lo tradisce
Piero Chiambretti, durante il programma Donne sull’orlo di una crisi di nervi, su Rai 3, intervista Vittorio Feltri, autore del libro Il latino lingua immortale, fresco di stampa. Molti siti, tra cui quelli del Messaggero e di Leggo, riportano una battuta pronunciata in trasmissione dal direttore editoriale del Giornale: «Sono sicuro che i magistrati ormai non hanno più grande dimestichezza con il latino perché, altrimenti, dovrebbero sapere che “in dubio pro reo”, invece per loro “in dubio contra reo”, nel dubbio condannano». In realtà la preposizione latina contra regge esclusivamente l’accusativo e non l’ablativo come pro. Quindi l’espressione corretta doveva essere «in dubio contra reum».
[3 ottobre 2024]

La nipote di Carosio crocifigge Barabba anziché Gesù
Paola Nicoletta Spinelli, nipote di Nicolò Carosio, intervistata sul Corriere della Sera da Massimo A. Veronese, alla domanda «La chiamava con qualche vezzeggiativo?», risponde con la seguente corbelleria: «Vezzeggiativo direi di no. Mi chiamava Barabba come il bandito crocifisso». Quindi il ribelle zelota fu giustiziato sul Golgota e Gesù Cristo non venne messo in croce, di conseguenza la resurrezione non è mai avvenuta. «Quasi gol», avrebbe commentato il nonno telecronista.
[2 ottobre 2024]

Montesquieu sulla Stampa straparla del centrodestra
Montesquieu, misterioso editorialista della Stampa, si dimostra, in fatto di memoria, invecchiato quanto lo scrittore francese morto 269 anni fa, dal quale ha mutuato il nom de plume. Riferendosi ai governi della Repubblica, afferma: «In trent’anni e passa di centrodestra e poi destra». Dal 1994 al 2011 il centrodestra ha governato per circa 9 anni e mezzo sotto la guida di Silvio Berlusconi. Aggiungendo il biennio di Giorgia Meloni, non si arriva a 12. Meno della metà degli anni indicati dallo svagato Montesquieu.
[18 settembre 2024]

La Faz citata da Belpietro è il giornale dei «fazisti»?
Nell’editoriale di prima pagina intitolato «Per mettere in difficoltà esecutivo e maggioranza / Il Pd si mette a far guerra all’Italia», che denota lo sforzo di mettercela tutta, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, parla di una storia che è stata «rivelata dalla Faz, uno dei più importanti quotidiani tedeschi». Sarà il giornale dei faziosi? O dei «fazisti»? O di Fazzolari, nel senso di Giambattista, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri delegato da Giorgia Meloni all’attuazione del programma di governo? Chissà. Più avanti Belpietro insiste: «Tutto ciò è in linea con i desideri dei socialisti europei, in particolare di quelli tedeschi, a cui, secondo la Faz, verrebbe l’orticaria nel caso in cui a Fitto fosse dato un ruolo importante ai vertici dell’Unione». Era il caso di precisare, per i non addetti ai lavori, che la testata Faz in Germania non esiste. Trattasi infatti dell’acronimo sbrigativo di Frankfurter Allgemeine Zeitung, autorevole giornale di Francoforte sul Meno. In un successivo editoriale, Belpietro cita «i recenti risultati dell’Alternative fur Deutschland». Ma in tedesco für («per») si scrive con l’Umlaut.
[8 settembre 2024]

Per La Repubblica i cinghiali sono istrici
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Le strategie adottate per tener lontani i cinghiali non sono bastate, e così hanno studiato uno stratagemma che sta funzionando: tenere la radio accesa di notte. La musica spaventa gli istrici, che se ne stanno ben distanti». Questi o quelli per lor pari sono.
[14 settembre 2024]

Gli «007 inglesi» sono soltanto inglesi
Michaela Valente sul Corriere della Sera parla dei «precursori degli 007 inglesi». Ora, gli 007 sono solo inglesi, tuttavia, a ben vedere, anche questo è sbagliato. 007 nel senso di Bond, James Bond, il personaggio uscito dalla penna del romanziere Ian Fleming, è scozzese. E, nel senso di agente segreto della Corona, è britannico.
[22 agosto 2024]

Pitone lungo 40 metri (è un palazzo di 10-12 piani?)
Titolo dal sito di FQ Magazine, mensile del Fatto Quotidiano: «Pitone le si avvinghia addosso mentre lava i piatti in cucina e la tiene immobilizzata per oltre due ore: “Era molto grosso, l’ha morsa sulla gamba”. Il rettile da 40 metri di lunghezza e 20 kg di peso ha iniziato lentamente ad avvolgere la donna». Cioè era lungo quanto l’altezza di un palazzo di 10-12 piani? Doveva provenire da un altro pianeta, considerato che il pitone più lungo visto finora era un esemplare di Python reticulatus (pitone reticolato), catturato in Malesia nel 2016: misurava circa 8 metri. Questa specie è notoriamente la più lunga tra i rettili e di solito non supera lunghezze medie che variano dai 3 ai 6 metri.
[19 settembre 2024]

Imarisio sposta Palazzo Chigi in piazza Venezia
La memoria gioca un brutto scherzo a Marco Imarisio, firma di sicuro mestiere del Corriere della Sera, in un articolo sui dissidi che lacerano il Movimento 5 stelle: «Così, nel momento del trionfo, mentre Di Maio dichiarava sconfitta la povertà del balcone di piazza Venezia, e al tempo stesso attaccava le Ong che salvavano i migranti nel Mediterraneo, si compie la mutazione definitiva». Benito Mussolini si sarà rivoltato nel sacello di Predappio. (Il poggiolo da cui nel settembre del 2018 l’allora vicepremier Luigi Di Maio si lasciò andare allo sgangherato proclama era quello di Palazzo Chigi).
[19 settembre 2024]

Un orologio dal valore strabiliante: «5.7.000 euro»
Sulla Verità, Paola Bulbarelli intervista Franz Botré, editore e direttore dei periodici Arbiter, Kairós e Spirito di Vino. il quale ha appena pubblicato il libro-magazine Kairós Watches & Collectors, con i prezzi di mercato di 2.024 orologi da polso d’epoca, battuti nelle più importanti aste internazionali nel corso del 2023. E fa dire all’intervistato: «Tudor, che non è un vintage, è andato abbastanza bene: uno modello da 5.7.000 euro è andato venduto a 53.000 euro». Sorvolando sull’incongruo articolo uno, e tenuto conto che l’editore parlava e quindi non poteva dettarle «5.7.000», restiamo in attesa di sapere da Bulbarelli di che cifra si tratti.
[18 agosto 2024]

La brillante sintassi di Giacomo Salvini sul Fatto
Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano: «Ma alla fine il ministro che da giorni è sotto ricatto della sua ex amante, Gennaro Sangiuliano ha dovuto capitolare». Sta parlando di due diversi ricattati? In ogni caso, sintassi davvero brillante.
[7 settembre 2024]

Chi fra 50 anni potrà avere la maestra di Giordano?
Mario Giordano risponde a un lettore della Verità: «E mi spiace davvero tanto che chi entra in questi giorni, per la prima volta, in prima elementare non abbia la fortuna che ebbi io quando trovai maestra Carla, maestra unica, col grembiule nero, lo sguardo severo e il cuore infinito. Molto di quello che ho fatto nella vita lo devo a lei, e non la dimentico. Quanti degli attuali alunni potranno, fra cinquant’anni, dire lo stesso?». Quanti? Diremmo nessuno. Infatti, essendo Giordano nato nel 1966, oggi la maestra Carla, se tutto va bene, dovrebbe avere fra i 70 e gli 80 anni, o magari molti di più, e fra mezzo secolo sarebbero almeno 120-130. Escludiamo che per quell’epoca possa essere ancora in cattedra e, più ancora, che possa tenere lezione a tutti gli alunni d’Italia.
[9 settembre 2024]

Scanzi al confronto con Scanzi è niente al confronto
Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: «Una roba così vomitevole, prim’ancora che volgare, che in confronto una sfida neuronale tra Gasparri e Morgan parrebbe al confronto quasi stimolante». Abbiamo capito: in confronto è al confronto.
[24 settembre 2024]

Belpietro in conflitto d’interessi con la virgola
Consueto conflitto d’interessi con la virgola nell’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Invece di batterlo nell’urna, i 5 stelle spalleggiati dal Pd e dalla sinistra, hanno pensato che a levare di mezzo il leader leghista ci avrebbero pensato i giudici». Per non separare il soggetto dal verbo, sarebbe servita una virgola dopo «i 5 stelle». Oppure andava tolta quella dopo «dalla sinistra». In un altro editoriale Belpietro si ripete: «Le difficoltà che sta incontrando Andrea Orcel nella scalata alla banca tedesca infatti, sono la prova che l’Europa è un’entità sconosciuta». Qui la virgola andava messa dopo «tedesca» oppure tolta dopo «infatti».
[17 e 24 settembre 2024]

Anche Rampini cade su «e non»
Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera: «Gli esperti hanno riesumato dagli archivi molti precedenti, israeliani e non». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, ed è questo il motivo per cui Elio Vittorini intitolò Uomini e no un suo romanzo. Quindi Rampini avrebbe dovuto scrivere «israeliani e no».
[24 settembre 2024]

Il Tg5: Francesco I commissionò La Gioconda a 9 anni
In un servizio del Tg5 sulle opere d’arte trafugate in Italia nei secoli scorsi e finite al Louvre di Parigi, per le quali le nostre autorità hanno chiesto la restituzione al governo francese, Guido Del Turco infila questa frase: «Nell’elenco non è possibile inserire La Gioconda, dipinto che venne commissionato per 400 scudi d’oro a inizi del Cinquecento da Francesco I, re di Francia, a Leonardo da Vinci, che morì ed è sepolto in terra francese». Il ritratto di Lisa Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo, detta La Gioconda o Monna Lisa, fu dipinto fra il 1503 e il 1519. Essendo Francesco I di Valois nato nel 1494, è difficile immaginare che all’età di 9 anni avesse commissionato il dipinto. In realtà, fu lo stesso Leonardo da Vinci, che realizzava i propri capolavori con estrema lentezza, a ricordare al cardinale Luigi d’Aragona di aver lavorato alla Gioconda per conto di Giuliano de’ Medici, mecenate dell’artista, e ciò avvenne fra il 1513 e il 1516. In precedenza, l’abbozzo dell’opera aveva incantato, fra il 1507 e il 1512, Luigi XII. È probabile che il ritratto di Lisa del Giocondo fosse stato commissionato dal marito della nobildonna. Francesco I, salito al trono nel 1515, riuscì semplicemente ad acquistarlo, non a commissionarlo.
[13 settembre 2024]

In Libano scoppia il panico, parola della Repubblica
Titolo dalla Repubblica: «Scoppia il panico tra popolazione e miliziani». Più che il panico ci pare che in Libano siano scoppiati cercapersone e ricetrasmittenti.
[19 settembre 2024]

La Verità e i reattori di «terzo» generazione
Titolo dalla prima pagina della Verità: «I reattori di generazione che possono darci energia nucleare». Il gender dilaga.
[14 settembre 2024]

Fabbrini sul Sole 24 Ore cambia nome alla BSW
In un editoriale intitolato «La Germania dell’Est e i futuri allargamenti», pubblicato sulla prima pagina del Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini si sofferma sul «successo del nuovo partito della sinistra radicale-conservatrice, Sarah Wagenknecht Alliance (BSW), dichiaratamente pro-Russia». Peccato che si chiami Bündnis Sahra Wagenknecht (donde l’acronimo BSW), dal nome della sua fondatrice Sahra Wagenknecht. Più avanti Fabbrini cita «la dominazione sovietica (1949-1990)». Anche se la Costituzione della Rdt (Repubblica democratica tedesca) fu approvata il 30 maggio 1949, l’occupazione sovietica dei territori orientali della Germania cominciò in realtà quattro anni prima, nel 1945.
[8 settembre 2024]

Per il Corriere al cinema si trasmettono i film
Francesco Tortora del Corriere della Sera (notizia datata, ma tuttora presente sul sito del quotidiano): «Sergio Leone amava raccontare la storia di un cinema a Parigi, dove il film è stato trasmesso ininterrottamente per due anni». Hanno visto troppa televisione.
[3 gennaio 2021]

Effetti della coca: La Stampa laurea a 20 anni
«“Quando mi chiedeva di fare certe cose, mi faceva prendere la cocaina. Me ne offriva così tanta che mi faceva fondere con la cocaina. All’inizio non la usavo. Lui me l’ha proposta la prima volta. Da allora l’ho sempre presa, liberamente. Facevamo serata. Lui la tirava fuori e la usavamo finché non finiva. Io facevo cose che non volevo, anche se mi facevano schifo”. Ha poco più di vent’anni. Fa la maestra d’asilo. E la capa scout. Pomeriggi in parrocchia e campi in montagna. Ha vent’anni e una laurea, un lavoro e una vita nel sociale». Così comincia un servizio di Elisa Sola sulla Stampa. Ora, a parte il gran darsi da fare, addirittura fino a fondere, è altrettanto stupefacente che a 20 anni si possa già essere laureati. Poi dicono che la cocaina faccia male.
[11 settembre 2024]

Il medico di base nel 1968 non c’era ancora
A corredo della rubrica di Maurizio Porro, che parla del film Il medico della mutua, il Corriere della Sera pubblica una foto con questa didascalia: «Alberto Sordi, neo medico di base, visita Amelia, la moglie del suo predecessore (Bice Valori)». Il medico di base (o di famiglia) apparve solo nel 1978 con la nascita del Servizio sanitario nazionale, mentre la commedia di Sordi fu girata 10 anni prima. E quella che compare nella foto non è Bice Valori bensì Pupella Maggio.
[30 agosto 2024]

Per Belpietro lo schwa è (un asterisco) femminile
«Del resto, sono le stesse dichiarazioni del professor Fiorucci a confermare i sospetti che avevamo manifestato ieri, a proposito dell’opportunità che nelle aule universitarie si dovesse tenere un delicato e pericoloso esperimento sulla sessualità di quelli che non si ha nemmeno il coraggio di chiamare bambini o bambine, ma solo bambin* con la schwa, trans e gender creative», scrive Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nel suo editoriale di prima pagina. A noi pare che quello di bambin* sia un asterisco. Comunque, il gender dilaga, è proprio il caso di dirlo. Schwa è sostantivo maschile invariato (dal tedesco Schwa, mutuato dall’ebraico sheva, derivato da shaw, che significa «niente») e quindi richiede l’articolo determinativo il, non la.
[26 settembre 2024]

Travaglio casca su «iscritti e non»
Dall’editoriale di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano: «E rimettere tutto in discussione, dando l’ultima parola a iscritti e non». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, come testimonia fin dal lontano 1945 il titolo del romanzo di Elio Vittorini, Uomini e no. Quindi Travaglio avrebbe dovuto scrivere «iscritti e no».
[19 settembre 2024]

Ansa: «Fujimori morto a 86 anni. Aveva 86 anni»
Flash dell’Ansa: «Lima, 11 set – L’ex presidente Alberto Fujimori è morto oggi all’età di 86 anni. Aveva 86 anni ed era malato di cancro». Pare che avesse 86 anni.
[11 settembre 2024]

Il congiuntivo sbagliato di De Luca e Cerasa
Claudio Cerasa, direttore del Foglio, intervista Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che nella prima risposta afferma: «Quello che in altri periodi avrebbe rappresentato motivo di scandalo o di polemica o di manifestazioni di massa, in questi due anni non ha prodotto niente. È come se l’Italia sia stata narcotizzata». Lo avrà detto De Luca o lo avrà scritto Cerasa? In ogni caso, il congiuntivo presente è sbagliato: l’espressione «è come se» richiede il congiuntivo trapassato passivo: «fosse stata narcotizzata».
[16 settembre 2024]

Il «ragazzino» giunto a 40 settimane di gestazione
Su Open, Alessandro D’Amato dà conto delle indagini su Chiara Petrolini e sui due neonati trovati sepolti in giardino a Vignale di Traversetolo (Parma): «L’autopsia non ha rilevato segni di violenza sul corpo del ragazzino. Che era arrivato alla quarantesima settimana di gestazione». Bei tempi quando si diventava ragazzini solo con l’adolescenza.
[18 settembre 2024]

Ferrarella imputato di vilipendio grammaticale
Sul sito del Corriere della Sera, Luigi Ferrarella, storica firma della cronaca giudiziaria, riferisce della condanna inflitta a Irene Pivetti, ex presidente leghista della Camera, per evasione fiscale e autoriciclaggio: «A Pivetti sono state riconosciute le attenuanti generiche, benché il pm Giovanni Tarzia aveva proposto non fossero concedibili». Per fortuna di Ferrarella il vilipendio grammaticale non è reato. Benché, infatti, è una congiunzione subordinante che introduce una proposizione concessiva, la quale richiede il congiuntivo. Il cronista avrebbe dovuto scrivere: «Benché il pm Giovanni Tarzia avesse proposto non fossero concedibili».
[26 settembre 2024]

Il «terzo e ultimo gradino» del podio (che ha tre gradini)
Nella rubrica Chi sale e chi scende, ospitata da Robinson, supplemento culturale della Repubblica, nella pagina delle classifiche librarie, Claudia Morgoglione annota che «Milena Palminteri riesce a mantenere il terzo e ultimo gradino del podio». Grazie per l’informazione, ma, poiché il podio ha solo tre gradini, ci pare indubitabile che il terzo sia anche l’ultimo.
[15 settembre 2024]

Il gender dilaga sulla prima pagina del Giornale
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Hezbollah decapitata». Hezbollah è un nome proprio e un sostantivo maschile invariato. Significa infatti Partito di Dio (Hezb Allah, in arabo). Peraltro, nel servizio firmato da Chiara Clausi non vi è traccia dell’inversione di genere e si legge che «il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha sottolineato in un’intervista alla Cnn che Hezbollah “non può restare da solo” contro Israele». Il gender dilaga nella direzione del quotidiano fondato da Indro Montanelli.
[25 settembre 2024]

Sul Gambero Rosso scivolone da matita blu
Titolo dalla newsletter del Gambero Rosso: «Dopo lo scivolone sui immigrati che mangiano i gatti, la carne coltivata potrebbe far tremare Trump». A proposito di scivoloni.
[13 settembre 2024]

La Nota con virgola fra soggetto e verbo
Incipit della rubrica La Nota di Massimo Franco sul Corriere della Sera: «La cosa sorprendente lasciata in eredità dall’estate e prolungatasi in questo inizio d’autunno, è che i guai della maggioranza di destra nascono quasi tutti dal suo interno». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo.
[4 settembre 2024]

Antonio Segni, «un’insegnante» con l’apostrofo
Il Fatto Quotidiano pubblica un delizioso ricordo di Antonio Padellaro (che del quotidiano oggi guidato da Marco Travaglio è stato direttore e cofondatore) dedicato all’Espresso, nel quale si legge: «In quel primo Espresso che pubblica il “Diario di un’insegnante”, a firma Antonio Segni, ex insegnante ma soprattutto presidente del Consiglio in carica, emerge il profilo di un giornalismo per nulla antisistema». I casi sono due: o Segni era un pessimo insegnante oppure è un pessimo redattore quello che ha messo in pagina il pezzo senza togliere l’apostrofo a «un’insegnante». Apostrofo che per fortuna non c’era quando Il Fatto Quotidiano pubblicò lo stesso identico articolo di Padellaro il 6 ottobre 2015.
[28 agosto 2024]

Vacanze da incubo, non «da un incubo»
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Vacanze in Trentino da un incubo, i turisti contro la sindaca di Rumo: “Ferie rovinate dalle campane del paese, 184 rintocchi al giorno”». Rovinato anche il periodo dal superfluo un: a meno che il racconto delle vacanze non fosse tratto da un incubo, sono state semplicemente vacanze da incubo.
[21 agosto 2024]

Sallusti confonde Commissione e Parlamento europei
Incipit dell’editoriale di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, in prima pagina: «Raffaele Fitto è stato designato vicepresidente esecutivo del Parlamento europeo». Si direbbe che Sallusti ignori la differenza fra Commissione europea e Parlamento europeo, i due principali organi dell’Unione europea. Fitto è vicepresidente della prima.
[18 settembre 2024]

Con Andrea Scanzi del Fatto annamo (più) bene
Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: «Bene hanno fatto Laura Pausini a Samuele Bersani a sollevare il tema. E ancor più bene fa Zucchero, che dal vivo è una bomba». Annamo (più) bene. Bei tempi quando si scriveva «ancor meglio», in cui meglio era (è) comparativo dell’avverbio bene.
[17 settembre 2024]

Maurizio Porro dà i numeri al lotto per Sophia Loren
Nel ricordare i 90 anni di Sophia Loren, in un articolo che occupa quasi un’intera pagina del Corriere della Sera, il critico Maurizio Porro infila questa perla: «Al cinema la Loren ha insegnato come usare le armi femminili anche quando queste erano le sue misure petto-vita-fianchi – 95-58-95 – che alcuni giocavano al lotto». Vabbè che l’attrice era l’incarnazione della prosperosità, ma vediamo difficile giocare per due volte il 95 in un gioco che si basa sui numeri dall’1 al 90.
[19 settembre 2024]

Gnoli fa morire d’ufficio Piero Bassetti
In una pregevole intervista con Emanuela Bassetti, vedova dell’editore Cesare De Michelis, uscita su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, Antonio Gnoli fa dire alla vicepresidente della casa editrice Marsilio: «Piero Bassetti era mio zio, quello che ha fatto il presidente della regione» (senza specificare che trattasi della Regione Lombardia). Escludiamo che Emanuela Bassetti possa aver fatto ricorso all’imperfetto («era») parlando del leggendario zio. Il quale è tuttora vivo e vegeto: compirà 96 anni il 20 dicembre.
[22 settembre 2024]

Veronica Gentili e la «donna a sangue freddo»
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Se una donna a sangue freddo, uccide l’uomo che le ha rubato la borsa». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo e per la donna trasformata in rettile.
[16 settembre 2024]

Belpietro e i «lander» (ma in tedesco si scrive Länder)
«E adesso che Alternative für Deutschland è diventato primo partito nei lander della Germania orientale, sembra che la maggioranza dei tedeschi si sia improvvisamente convertita al nazismo», scrive nel suo editoriale Maurizio Belpietro, direttore della Verità. In italiano, il plurale di Land resta invariato. Se si usa il plurale tedesco, allora bisogna scriverlo con l’iniziale maiuscola (come tutti i sostantivi nella lingua germanica) e con l’Umlaut, quindi Länder. «A condizionare il voto di domenica in Turingia e Sassonia certo ha contribuito anche la guerra in Ucraina e i costi indiretti che la Germania sta sopportando insieme con gli altri Paesi europei», aggiunge Belpietro. I soggetti sono due («la guerra in Ucraina e i costi indiretti»), perciò il verbo andava al plurale: «Hanno contribuito».
[3 settembre 2024]

L’«aurea» sorniona di Alessandra Arachi
Alessandra Arachi sul Corriere della Sera: «Nell’intervista al Tg1 Sangiuliano ha dichiarato che sì quella nomina gliela voleva dare a titolo gratuito, poi ha detto che gliel’aveva data, era stata firmata ma poi non controfirmata. E Boccia che dice? Perché non è stata controfirmata? Il sorriso, sempre immobile, ha adesso un’aurea sorniona». Che vorrà dire? Aurea è il femminile di aureo, moneta d’oro dei Romani coniata a partire dal 49 avanti Cristo. Che Arachi abbia scritto in preda a un’aura, l’allucinazione sensoriale che precede la fase motoria di un attacco epilettico?
[6 settembre 2024]

Alla Repubblica ci si mettono in tre per sbagliare
«Nell’agosto dell’Italia meloniana due scandali hanno arroventato un’estate già calda: il presunto complotto giudiziario ai danni della sorella della premier, denunciato da Il Giornale. E l’affaire Sangiuliano. Due storie che hanno proceduto in parallelo, ma che per cronologia e protagonisti – Arianna Meloni, suo marito Francesco Lollobrigida, Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia – appaiono invero legate da un filo rosso». Ci si sono messi in tre – Fabio Tonacci, Giuliano Foschini e Tommaso Ciriaco – per far diventare la sorella della premier e Lollobrigida, mai sposati, marito e moglie.
[9 settembre 2024]

Per La Stampa una carica esplosiva «denota»
Sugli attacchi di Israele contro i terroristi di Hezbollah in Libano, Nello Del Gatto sulla Stampa intervista Orna Mizrachi, ricercatrice senior presso l’Institute for national security studies di Tel Aviv: «“L’invio di un messaggio su tutti i cercapersone, ha denotato la carica”». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo e per il fantasioso participio passato di detonare.
[18 settembre 2024]

La Coppa delle Cento Ghinee diventa «delle Guinee»
Valerio Vecchiarelli sul sito del Corriere della Sera: «Sono solo regate preliminari, la classifica di questi primi match-race della vela non inciderà su cosa succederà quando, dal 29 agosto, si farà sul serio nella Louis Vitton Cup che designerà chi nella finale dell’America’s Cup contenderà a Team New Zealand la Coppa delle Cento Guinee, la Brocca più ambita da chi va per mare spinto dal vento». La griffe è Louis Vuitton. Ma la coppa? Sarà assegnata dalla Guinea Equatoriale? O dalla Guinea Bissau? O dalla Papua Nuova Guinea? A meno che non si tratti della Coppa delle Cento Ghinee, così chiamata perché la brocca d’argento fusa nel 1848 era costata 100 ghinee, l’equivalente di 105 sterline dell’epoca.
[23 agosto 2024]

1.975.929 di ettari da Domani sono 1 milione
Titolo da Domani: «Bolivia / Bruciati un milione di ettari di boschi». Testo: «I giganteschi incendi che vanno avanti dal 16 agosto hanno interessato un’area di 1.975.929 di ettari di boschi nel dipartimento boliviano di Santa Cruz». Ci pare che i milioni di ettari andati in fumo siano più 2 che 1.
[24 agosto 2024]

Il Corriere del Veneto è «atterratto»
Dalla pagina Facebook del Corriere del Veneto: «La vittima, trentenne, era attivata alla pista di Malcesine assieme ad un connazionale. Quest’ultimo, una volta atterratto, stava riprendendo l’amico in volo». Uomini e topi (molto attivi i primi).
[23 luglio 2024]

Tornielli sposta la Vergine Salus Populi Romani
Sulla pagina Facebook di Vatican News appare un post di Andrea Tornielli, direttore del portale d’informazione della Santa Sede, relativo al viaggio di ritorno del Papa da Singapore: «L’aero è atterrato a Fiumicino alle 18.46. Poi, il grazie di Francesco alla Vergine Salus Populi Romani nella Basilica di San Giovanni in Laterano». Avevamo lasciato la venerata immagine nella basilica di Santa Maria Maggiore, ma, si sa, la Madonna va dove vuole.
[14 settembre 2024]

Una sintassi leggermente travagliata
Dall’editoriale di prima pagina del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio: «Una domenica d’agosto l’autorevole Sallusti annuncia che misteriose entità politiche, mediatiche e giudiziarie tramano per indagare Arianna Meloni per traffico di influenze illecite nelle nomine negli enti pubblici da lei fatte (poche) o a lei attribuite (molte) e rovesciare il governo». Quindi Arianna Meloni ha fatto nomine negli enti pubblici? No? Allora bisognava scrivere: «Tramano per indagare Arianna Meloni per traffico di influenze illecite, da lei fatte (poche) o a lei attribuite (molte) nelle nomine negli enti pubblici, e rovesciare il governo».
[20 agosto 2024]

Abbiamo un nuovo presidente: Sergio Napolitano
Dal Corriere della Sera, cronaca di Roma: «I festeggiamenti hanno fatto registra un parterre delle grandi occasioni ed un ospite davvero d’eccezione: il presidente della Repubblica Sergio Napolitano». Nei panni di Mattarella, ci scapperebbe una toccatina ai pendagli.
[18 settembre 2024]

Per Belpietro «hanno cercato»: che cosa, non si sa
Incipit dell’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità, in prima pagina: «Chissà se proveranno fino all’ultimo a far saltare la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della commissione Ue, come hanno cercato nelle scorse settimane, mettendo i bastoni fra le ruote a Ursula von der Leyen». Cercato chi? Cercato cosa? Il verbo transitivo cercare ha vari significati – «impegnarsi, adoperarsi per trovare qualcuno o qualcosa, desiderare, sforzarsi di ottenere, percorrere attentamente, perlustrare, frugare, perquisire» – ma nessuno di questi pare adattarsi alla frase di Belpietro. Nel significato di «tentare», il verbo cercare, intransitivo, richiede la preposizione di seguita da un verbo all’infinito. Nel caso specifico, bisognava scrivere: «Come hanno cercato di fare nelle scorse settimane».
[18 settembre 2024]

La concordanza secondo Francesca Pascale
Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi poi sposata con Paola Turci, dalla quale si è di recente separata, parla di Giorgia Meloni con l’Ansa: «Di lei mi deludono i suoi tre valori fondamentali dio, patria e famiglia che puntualmente disonorano». Complimenti per la concordanza.
[13 settembre 2024]

Madonna «ormai ha 66 anni»: deve chiudersi in casa?
Dalla rubrica In prima pagina su Anteprima: «Madonna ha rischiato di spaccarsi la faccia durante la New York Fashion Week. Ha perso l’equilibrio e si è salvata solo aggrappandosi alla giacca della sua guardia del corpo. Ormai ha 66 anni». Quindi se l’è cercata? O dovrebbe usare il bastone? Oppure è meglio che si chiuda in casa?
[12 settembre 2024]

Battista fa produrre la Bianchina alla Fiat
Pierluigi Battista dedica un’intera pagina del Foglio ai «tempi eroici della Bianchina sulle statali a 70 all’ora, da Roma al Trentino» (così il sottotitolo). Nel quarto periodo si legge: «Stipati in una Fiat Bianchina (“Panoramica”, leggermente più spaziosa di quella di Fantozzi)». Però la Bianchina, nata per ridare smalto alla Fabbrica automobili e velocipedi Edoardo Bianchi e presentata nel 1957, veniva prodotta dall’Autobianchi nello stabilimento di Desio, in Lombardia, non dalla Fiat a Torino. Pur essendo frutto di una joint venture tra Bianchi, Fiat e Pirelli, la Bianchina era un modello specifico dell’Autobianchi. Il marchio passò alla Fiat solo nel 1968. Poco dopo cessò la produzione della Bianchina Panoramica, sostituita nel frattempo della Giardiniera.
[24 agosto 2024]

Per La Verità quattro esami in realtà sono tre
F. Det. (François De Tonquédec?), dopo aver visionato la documentazione relativa al percorso di studi affrontato da Maria Rosaria Boccia nel corso di laurea dell’Università Parthenope, scrive sulla Verità: «Quattro esami risultano superati con 18, ovvero il voto minimo: istituzioni di diritto pubblico, diritto privato, macroeconomia». Noi ne contiamo tre. Ma non siamo laureati in matematica.
[12 settembre 2024]

L’inglese approssimativo di Franceschini
Enrico Franceschini sulla Repubblica si occupa di un libro che Craig Brown, columnist di Private Eye, settimanale specializzato in scoop e gossip, ha scritto sulla regina Elisabetta II. Ma, nel riportare qualche estratto dell’anteprima apparsa sul Daily Mail, traduce in modo alquanto approssimativo: «“Qualche tempo dopo l’incontro con Trump”, scrive Brown, “la regina confidò a uno dei suoi ospiti che lo aveva trovato molto rude e che le dava particolarmente fastidio il modo in cui il presidente guardava continuamente alle sue spalle, come se cercasse qualcosa di più interessante”». Il primo significato dell’inglese rude è «scortese, maleducato, sgarbato»: uno dei tre aggettivi nella fattispecie sarebbe apparso più appropriato di «rude». Franceschini riferisce anche che «durante una delle due visite, nel 2018, quando andò a prendere un tè al castello di Windsor, Trump commise una serie di gaffes, facendo aspettare la regina per dieci minuti, camminando di fronte a lei mentre passavano in rivista il picchetto d’onore». Più che di fronte, Donald Trump camminava davanti alla sovrana, la precedeva. Nella lingua inglese in front of vuol dire anche «davanti», non solo «di fronte».
[20 agosto 2024]

Goldman Sachs resta una banca, al femminile
Sottotitolo dalla Verità: «Goldman Sachs è uscito dalla rete internazionale che punta sulle aziende “pulite”». Il gender dilaga. (Goldman Sachs si qualifica come «la banca d’investimento più importante al mondo» e banca, per il momento, resta un sostantivo di genere femminile).
[15 agosto 2024]

Auspichiamo che il Corriere non «si auspichi»
Dal sito del Corriere della Sera: «Filippo Sensi del Partito democratico ha chiesto al governo di “condannare le minacce russe”, mentre Enrico Borghi di Italia Viva, nel sottolineare la propria vicinanza ai due cronisti, si auspica che...». La forma transitiva auspicare significa già «augurarsi», quindi la forma pronominale auspicarsi è scorretta.
[16 agosto 2024]

Un Rolex da «312 milioni» sequestrato a Ponte Chiasso
Post del Corriere della Sera su X: «Ponte Chiasso, sequestrato Rolex da 312 milioni: nascosto in un fazzoletto di carta nel taschino». Perbacco. E pensare che nel 2024 il ministero dell’Interno ne ha investiti meno (300 milioni di euro) per contributi agli enti locali contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e strade. Sarebbe bastato stanziare un orologio.
[11 settembre 2024]

Luca Fazzo scrive peggio «di quanto si avesse capito»
Sul Giornale, Luca Fazzo c’intrattiene sulla fabbrica dei dossier. Scrive: «Non tutto torna, non tutto è chiaro. La mossa a sorpresa della Procura di Perugia di chiedere l’arresto di Antonio Laudati, ex sostituto procuratore nazionale Antimafia, e del finanziere Pasquale Striano aiuta a capire una cosa: che la gravità delle prove a carico dei due è ancora maggiore di quanto si avesse capito finora». Bisognava scrivere: «Si fosse capito finora». Non tutto torna, non tutto è chiaro, anche nella pratica grammaticale di Fazzo, ma dicono che non sia reato.
[2 settembre 2024]

È morta la vedova, non la moglie, di Napolitano
Titolo dalla Verità: «È morta Clio, la moglie dell’ex presidente Napolitano». Giorgio Napolitano è ancora vivo? No? Allora è morta la vedova, non la moglie.
[11 settembre 2024]

Giusi Fasano naufraga tra congiuntivo e chiarezza
Giusi Fasano, inviata dal Corriere della Sera a Palermo per seguire le indagini sul naufragio del Bayesian: «Probabile che proprio a questo punto il veliero comincia a imbarcare così tanta acqua da diventare ingovernabile». Congiuntivo vo cercando. E più avanti: «È l’ipotesi di chi indaga che parte dalle cabine in cui avrebbero dovuto trovarsi stando ai resoconti dei parenti sopravvissuti». Tutto chiaro.
[23 agosto 2024]

Belpietro semina virgole fra soggetti e verbi
Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «I rappresentanti dei lavoratori infatti, paiono preoccupati dalla nebbia che sovrasta le strategie del gruppo automobilistico». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo. Altro editoriale di Belpietro, sempre in prima pagina: «Insomma, qualche anno di detenzione in una struttura per pazzi e poi la “risorsa” italiana, sarà di nuovo libera». Ri-complimenti per la virgola fra soggetto e verbo. Successivo editoriale di Belpietro: «Le domande sono legittime di fronte alla requisitoria dei pm di Palermo, che nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, hanno invocato una sentenza contro un ministro». Ri-ri-complimenti per la seconda virgola che separa il soggetto dal verbo.
[21, 31 agosto e 15 settembre 2024]

Ma sugli aerei «vanno a dormire» fra le nuvole?
Sul sito del Corriere della Sera, Leonard Berberi parla dei passeggeri ladri che fanno aumentare i furti in aereo, approfittando di voli lunghi, buio, sonno e distrazioni: «Hostess e steward sottolineano anche l’alto tasso di disattenzione a bordo tra i viaggiatori, per non parlare dei tanti che vanno a dormire nei voli di lungo raggio per risvegliarsi 6-8 ore dopo». Vanno a dormire dove? Fra le nuvole? Parrebbe una bizzarra traduzione (da qualche fonte giornalistica straniera) dell’espressione to go to sleep, che in effetti letteralmente sta per «andare a dormire», ma che nella lingua inglese significa invece «addormentarsi, prendere sonno».
[13 agosto 2024]

Lorenzetto fa diventare calabrese il siciliano Scilipoti
Nella sua rubrica Vaccabolario sul mensile Arbiter, Stefano Lorenzetto afferma che Domenico Scilipoti è calabrese. Non è così. L’ex parlamentare è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), quindi è siciliano. In Calabria fu solo candidato per il Senato nel 2013 con il Popolo della libertà. Come primo dei non eletti, entrò a Palazzo Madama quando Silvio Berlusconi, capolista risultato vincitore in più regioni, decise di optare per il seggio del Molise.
[15 settembre 2024]

Eh sì, proprio così, c’è in linea Maria Gianniti
Qualcuno di Saxa Rubra può dire a Maria Gianniti, corrispondente della Rai da Gerusalemme, che non dovrebbe cominciare tutti i suoi collegamenti con «Sì», «Eh sì» oppure «Proprio così», quando il Tg3 delle ore 19 le passa la linea dallo studio? Mica per altro: diamo per scontato che i suoi colleghi conduttori non siano così idioti da introdurla con informazioni bisognose di smentite del tipo «Eh no» oppure «Non è affatto così».

I plurali stranieri di Mario Giro su Domani
Su Domani, il politologo Mario Giro parla di «lampanti défaillance» e «veri underdog», mettendo in corsivo i due sostantivi mutuati dal francese e dall’inglese. Ma défaillance («improvvisa debolezza, crisi, specialmente nel linguaggio sportivo») è attestato nella nostra lingua fin dal 1909 e underdog («persona o squadra che in una competizione parte sfavorita, svantaggiata») dal 1948. Ora, di norma, le parole straniere che figurano nei dizionari d’italiano restano invariabili al plurale (altrimenti dovremmo scrivere bars, films, killers, aibargs, attachées, bijoux, bands, jollies, lobbies, boutiques, cadeaux). Se Giro li mette in corsivo, significa che li identifica come termini stranieri, e allora avrebbe dovuto fletterli nelle rispettive lingue, quindi défaillances e underdogs.
[20 luglio 2024]

Il Corriere e gli «stranieri dell’ultradestra»
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Gran Bretagna, previste 100 manifestazioni contro gli stranieri dell’ultradestra. “Musulmani, restate a casa”». Diremmo che la bizzarra notizia sia spiegabile solo sistemando in modo diverso la sintassi: «Previste 100 manifestazioni dell’ultradestra contro gli stranieri».
[7 agosto 2024]

A Napoli ti truffano con «banconate» false
Titolo dal sito del Mattino: «Tassista truffa consigliere Paipais: “Banconate false come resto”». La fantasia dei falsari napoletani non conosce limiti.
[22 luglio 2024]

Cinque ospedali «diversi» potevano essere uguali?
Titolo da Milano Today, testata web: «Il medico ordina il ricovero urgente, ma la paziente viene rifiutata da cinque ospedali diversi». Cinque respingimenti, ma anche uno, a fronte di una richiesta di ricovero urgente, bastano e avanzano a giustificare il titolo. Del resto, avrebbero potuto essere cinque ospedali uguali?
[3 agosto 2024]

Telese e le merendine di Maria Rosaria Boccia
In un post su X, Luca Telese polemizza con Bruno Vespa, conduttore di Porta a porta, reo di aver espresso perplessità circa l’intervista con Maria Rosaria Boccia, intervista che il collega e Marianna Aprile hanno realizzato per La7: «Che tu stia soffrendo molto lo vedo da me, caro Bruno. Mi sono divertito molto a vedere la tua lezione di servizio pubblico – ieri – a caccia dei compagni delle elementari della Boccia, per capire se rubava merendine all’asilo. In chiudersi da Pulitzer. Il prossimo che osa contraddire un ministro c ha è sotto la tua protezione scorticatelo vivo in masseria, mi raccomando». Tralasciando le ripetizioni ravvicinate («molto», «vedo», «molto», «vedere») e le espressioni futuriste («in chiudersi» e «c ha è»), per capire se Boccia rubasse le merendine all’asilo bisognerebbe rivolgersi ai compagni dell’asilo, non a quelli delle elementari, almeno secondo la logica corrente. Dalla quale Telese pare avulso.
[11 settembre 2024]

Mephisto addossa a Netanyahu stragi in Cirenaica
Il coltissimo Mephisto Waltz, nell’omonima rubrica sul supplemento culturale del Sole 24 Ore, giudica «utile e necessario un “Simul stabunt, simul cadent” governativo per disarcionare il Netanyahu, che ora ha cambiato tattica e, per sopravvivere al potere che lo tiene a galla, allarga la mattanza alla Cirenaica». Che cosa c’entri la Cirenaica (Libia orientale) con Israele, tenuto conto che Bengasi dista 1.958 chilometri da Gerusalemme, è un dettaglio iniziatico noto solo al povero diavolo.
[8 settembre 2024]

«Dio patta e famiglia», Travaglio si ripete
L’editoriale di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, in prima pagina, si conclude così: «Tutto ciò ovviamente non assolve Sangiuliano né tantomeno una destra che s’impiccia nelle vite degli altri al grido di “Dio patta e famiglia” e poi opta per il più pratico “Dio patta e famiglia”». Ci ricorda la rubrica Trova le differenze sulla Settimana Enigmistica.
[9 settembre 2024]

Fubini e la «buona sensazione» (di chi, non si sa)
Federico Fubini, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera: «Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura (la costola di Confindustria per le rinnovabili), è più cauto: “Da un punto di vista della comunicazione, della volontà e degli obiettivi di Meloni, ha avuto una buona sensazione — dice —». Chi ha avuto la buona sensazione? Va’ a saperlo.
[8 settembre 2024]

In francese Belpietro sbaglia à gogo
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, cade nuovamente sul francese, parlando in un suo editoriale di Maria Rosaria Boccia che ha «postato un’immagine in cui prometteva divertimento a gogo». Si scrive (anche in italiano) à gogo, con l’accento grave sulla a.
[12 settembre 2024]

E i redattori della Verità imitano il direttore
Sempre dalla Verità: «La liason dell’ex ministro va alla Corte dei conti». Essendo riferito all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il titolo ci pare commisurato alla statura del personaggio. Si scrive liaison, in francese come in italiano. Con tutta evidenza, sulla lingua d’Oltralpe i redattori prendono lezioni dal loro direttore.
[10 settembre 2024]

Aldo Grasso e gli «sport» girati con Fiorello
Il critico televisivo Aldo Grasso intervista Rosario Fiorello sul settimanale 7, facendogli raccontare della sua amicizia con Mike Bongiorno: «“Stavo facendo degli spot per Infostrada e poi per Wind e mi venne l’idea di coinvolgere Mike”. Fiorello rivive quei momenti, li rende plastici: “Devo dire che lui si divertiva tantissimo, tra l’altro giravamo degli sport veramente belli”». Invernali, acquatici, individuali o a squadre?
[6 settembre 2024]

Repubblica e la «recenzione» del libro di Scurati
Titolo dal sito della Repubblica: «“M. Il figlio del secolo”: la lezione universale della nuova serie tratta dai libri di Scurati». Occhiello: «La recenzione». Speriamo che sia solo un refuso.
[6 settembre 2024]

Ajello del Messaggero non sa dove sia Prati
Mario Ajello, brillante cronista del Messaggero, insiste nell’esibire la sua ignoranza sulla toponomastica dei quartieri della capitale, in particolare quelli a nord del Vaticano, con l’aggravante che lo fa sul quotidiano romano per antonomasia. In un nuovo ironico articolo sullo spostamento temporaneo (ma che durerà anni) della Rai da viale Mazzini in altre tre sedi, continua infatti a scrivere del «potere tivvù alloggiato a Prati». Ricordiamo di nuovo al collega che il quartiere Prati – dal nome dei Prati di Castello, riferiti alla meravigliosa campagna che fino alla Presa di Roma si estendeva a settentrione di Castel Sant’Angelo – venne urbanizzato nei primi decenni della cosiddetta «terza Roma», finalmente italiana dopo quella degli antichi imperatori e dei papi. Solo dopo la Prima guerra mondiale e la vittoria del 1918 iniziò l’estensione di Prati ancora più a nord, e il nuovo grande quartiere, dove spiccano la grande piazza Mazzini e il viale omonimo, fu denominato appunto della Vittoria. Qui si trova anche via Asiago, che Ajello invece colloca a Prati.
[11 agosto 2024]

Crosetti confonde la rescissione con la risoluzione
Incipit di un servizio di Maurizio Crosetti sul sito della Repubblica: «Il portiere (un grande portiere) con il cognome da codice fiscale se ne va. Rescissione, che brutta parola, a volte necessaria come un intervento chirurgico, però sa comunque di taglio netto, di cesura, e un po’ di forzatura. Ma Wojciech Szczesny sapeva che questo momento doveva arrivare». La rescissione è un rimedio eccezionale (esempio: versando in stato di necessità, ho pagato qualcosa più del doppio del suo valore o l’ho venduto per meno della metà). A differenza di Crosetti, che dovrebbe conoscere l’italiano, il giocatore polacco parla di risoluzione: «Se una società che ti ha dato tanto ti chiede di risolvere il contratto, bisogna aiutarla». Normalmente si pone fine a un contratto risolvendolo, cioè sciogliendo il vincolo, non rescindendolo. Ci sono vari tipi di risoluzione e questa con la Juve è stata consensuale.
[15 agosto 2024]

Il postino che percorre 15.400 chilometri al giorno
Dalla pagina Facebook dell’edizione torinese del Corriere della Sera: «Il postino delle Borromee, che ogni giorno prende 480 battelli e percorre 15.400 chilometri». Neanche Superman! Infatti i due dati numerici sono riferiti all’anno, non al giorno.
[1° luglio 2024]

Se questo è un ministro (della Cultura)
Dalla lettera di dimissioni di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, già direttore del Tg2 e del quotidiano Roma di Napoli, nonché vicedirettore del Tg1 e di Libero: «Ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni». Complimenti per la cultura e per il mestiere, peraltro confermati quattro periodi più avanti: «Sono ben avvianti grandi progetti».
[6 settembre 2024]

Sallusti fra «beh» e «bè», ma non è Oriana Fallaci
L’egemonia culturale dell’ortografia e della grammatica è oggi campo di battaglia tra giornalismo di destra e di sinistra. Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, fa egregiamente la sua parte, lottando contro la prepotenza delle virgole e rottamando i vecchi insegnamenti imposti da maestrine dalla penna rossa. Il 2 settembre, nell’editoriale di prima pagina, si cimenta in un esperimento notevole, un periodo di 478 caratteri tra proposizioni principali, consecutive e parentetiche. Eccolo: «Se a questo aggiungiamo che il governatore della Liguria Giovanni Toti, come da noi riportato ieri, è stato addirittura filmato e registrato per ventotto mesi consecutivi (senza peraltro scoprire alcunché di illecito, tanto è vero che l’accusa si basa non su fatti ma su un teorema), beh possiamo dire con ragionevole certezza che siamo una democrazia malata, infettata da un sistema giudiziario-mediatico che si muove nell’illegalità per sovvertire lo stato naturale delle cose». Il lodevole incastro viene alleggerito dall’espressione beh, con l’acca, secondo la corretta ortografia. Passano quattro giorni ed ecco il ribaltamento stilistico e ortografico. Frasi brevi, e soprattutto un intercalare nudo, senza acca: «Perché una donna innamorata dovrebbe fare ciò? , si potrebbe dedurre che forse non era così innamorata». Sovvertendo ortodosse abitudini, la variante fu introdotta da Oriana Fallaci il 29 settembre 2001 nel suo celebre articolo sul Corriere della Sera intitolato «La rabbia e l’orgoglio» e mantenuta poi nel libro omonimo. Sebbene fosse nata a Firenze, la grande giornalista cadde però in errore, perché la voce onomatopeica , con l’accento, «riproduce il belato delle pecore, degli agnelli, delle capre e simili» oppure «esprime derisione verso chi si dimostra pauroso» (Lo Zingarelli 2025), quindi avrebbe dovuto scrivere be’, con l’apostrofo non con l’accento, forma familiare di beh. Idem il direttore del Giornale. Un altro brano di prosa sallustiana, sempre del 2 settembre, è utile per intuire lo sforzo di ribaltamento grammaticale dell’egemonismo gramsciano: «Sappiamo, come diceva Norberto Bobbio maestro della filosofia politica, che il potere è in sé opaco. Ma almeno chi nell’opacità ci sguazza – magistrati e giornalisti in primis – la smettano una buona volta di ergersi a maestri di virtù, la misura è davvero colma». Il soggetto è «chi» che regge correttamente il verbo alla terza persona singolare «ci sguazza». Ma subito dopo la coniugazione al singolare diventa plurale, essendo messa in capo a «magistrati e giornalisti». I quali – pur essendo tenuti a fermarsi fra i trattini – come al solito invadono il campo degli altri, sembra ammonire Sallusti. Futurismo grammaticale, e al diavolo le concordanze.
[2 e 6 settembre 2024]

Il «dagli e dagli» di Ceccarelli: dagli a chi?
Tartassando Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura fresco di dimissioni, Filippo Ceccarelli sulla Repubblica osserva: «Ora sarebbe un peccato inchiodare il personaggio alla filastrocca di spropositi e gaffe che dagli e dagli ne hanno fatto quasi un soggetto d’intrattenimento». Dagli e dagli a chi? Dagli all’untore? Lo Zingarelli 2025 registra, alla voce dai, un’unica interiezione colloquiale, dai e dai, con il significato «a forza di insistere». Ma priva del pronome gli («a lui»). Invece il vocabolario Treccani riporta la locuzione figurata «dàgli oggi, dàgli domani», ma non «dagli e dagli».
[7 settembre 2024]

Mastro Ciliegia sul Foglio perde il conto dei «mila»
Nella rubrica Contro Mastro Ciliegia, sulla prima pagina del Foglio, 36 righe in tutto, Maurizio Crippa parla di Monfalcone, «dove ci sono i cantieri navali e su 20 mila lavoratori stranieri mila sono del Bangladesh». Sì, ma quanti mila?
[7 settembre 2024]

Il «da comunque le si guardi» di Belpietro
«Da comunque le si guardi, cioè da destra o da sinistra, queste dimissioni sono una brutta storia», osserva Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nel suo editoriale in prima pagina. «Da comunque»? Come avverbio, comunque significa «in ogni modo, in ogni caso»; come congiunzione, significa «in qualunque modo, in qualsiasi modo» o, con valore avversativo, «tuttavia». Non si vede come queste definizioni possano adattarsi alla preposizione da, dando origine a una locuzione priva di senso. Diverso sarebbe stato il caso se Belpietro avesse usato l’espressione «da dovunque», che significa «da qualunque luogo dove» e che, come tale, figura nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia.
[7 settembre 2024]

Vannacci uomo senza problemi e senza pantaloni
Dal Corriere della Sera: «“Sono disponibile a slacciare i pantaloni per dimostrare di essere un uomo senza problemi”: a parlare è l’eurodeputato Roberto Vannacci». Vorrà dimostrare di essere un uomo con i genitali conformi agli standard mascolini o sarà pronto a slacciarsi senza problemi i pantaloni? Nel mondo al contrario non si può mai sapere.
[9 agosto 2024]

Mussolini nominato cittadino onorario nel 2014
Bergamo News si occupa del post di una commerciante di Città Alta per il compleanno del Duce, oggetto della rubrica di Paolo Berizzi, giornalista della Repubblica nato nella città orobica: «La puntata di Pietre in salsa bergamasca si conclude ricordando che il Consiglio Comunale, nel 2019, ha revocato la cittadinanza onoraria concessa a Mussolini nel 2014». Interessante. Non sapevamo che Giorgio Gori (Pd), eletto sindaco di Bergamo in quell’anno, avesse conferito una simile onorificenza. (Infatti il Duce fu proclamato cittadino onorario nel 1924).
[13 agosto 2024]

Il Sole 24 Ore in confusione su orso e toro
Didascalia dal Sole 24 Ore: «Orso e toro. Davanti alla Borsa di Francoforte le statue che simboleggiano “acquisti” o “vendite” sui listini». Un po’ imprecisa come dicitura: bull market e bear market (orso e toro) rappresentano le allegorie delle fasi di rialzo e di ribasso dei mercati. Nel giornale politico economico finanziario della Confindustria dovrebbero saperlo.
[8 settembre 2024]

Sechi e la «suspence» (che però si scrive suspense)
Dall’editoriale del direttore Mario Sechi sulla prima pagina di Libero, dedicato al caso Sangiuliano: «Ah, il melodramma. C’è il rovescio della medaglia, non dubito che si possa (e forse si debba) ridere di questa storia, c’è un lato trash irresistibile, il ridicolo è ovunque, c’è un uomo al tappeto, c’è una donna che lo infilza con il tacco a spillo, c’è niente meno che la suspence, preceduta dal sorriso beffardo, premonitore del dileggio, l’attesa per la stoccata social della Boccia con le cartucce nella manica». Le grafie suspence e suspance (talvolta sui giornali s’incontra anche quella, purtroppo) sono inesistenti nei dizionari d’italiano, di francese e d’inglese. L’unica corretta è suspense, vocabolo che la lingua britannica ha mutuato dall’espressione en suspens (in sospeso) dei francesi.
[5 settembre 2024]

Belpietro, occhio alle date del caso Sangiuliano
«Caso Sangiuliano / Per capirci qualcosa, occhio alle date...», è il titolo dell’editoriale firmato in prima pagina da Maurizio Belpietro. Che però, in fatto di date, parte con il piede sbagliato. Scrive infatti il direttore della Verità: «La vicenda fra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia comincia nello scorso maggio». Ma questa non è la verità, bensì la versione del ministro della Cultura. Al contrario, la bionda imprenditrice di Pompei, con cui Sangiuliano intratteneva una relazione sentimentale, ha sempre sostenuto di averlo conosciuto l’anno scorso. Concetto ribadito anche nell’intervista esclusiva concessa a Federico Monga, vicedirettore della Stampa: «Ci siamo conosciuti nell’agosto del 2023 a Pompei alla presentazione della candidatura della cucina italiana patrimonio dell’Unesco, attraverso conoscenze comuni. Da maggio di quest’anno ci siamo frequentati lavorativamente molto più spesso». Evidentemente, Belpietro ha chiuso un occhio sulle date.
[6 settembre 2024]

Per Giannelli c’è un ministro San Giuliano
Nel fumetto della vignetta di Emilio Giannelli, sulla prima pagina del Corriere della Sera, si legge: «Che ne pensa del caso San Giuliano?». Non ci pare che Gennaro Sangiuliano abbia qualcosa da spartire con il martire che, secondo la tradizione agiografica, fu decapitato nel IV secolo durante la persecuzione di Diocleziano.
[5 settembre 2024]

Si è mai visto un annunciatore con le tette?
Nella rubrica Libro in gocce, sul Fatto Quotidiano, Giorgio Dell’Arti riporta una serie di soprannomi e insulti sul conto di Silvio Berlusconi, raccolti da Filippo Ceccarelli in B. Una vita di troppo (Feltrinelli). Incluso il seguente: «Se avesse le tette farebbe l’annunciatore». Il gender dilaga. (Citazione farlocca. La battuta fu coniata da Enzo Biagi, che la ricordò il 4 febbraio 1986 in una celebre intervista televisiva con lo stesso Berlusconi, la prima che il Cavaliere concesse alla Rai. Ed era questa: «Mi scusi se mi cito, ma una volta io ho scritto – con un po’ di malizia – che se lei avesse un puntino di tette farebbe anche l’annunciatrice»).
[3 settembre 2024]

De Caro, gli «omonimi» di Keir Starmer chi sono?
«Per un uomo alla guida di un Paese che ha lasciato l’Ue, Keir Starmer è molto impegnato con i suoi omonimi europei: ieri, al fianco del cancelliere Olaf Scholz a Berlino, ha chiarito il perché», informa Paola De Caro (Corriere della Sera) da Londra. Non sapevamo che in giro per l’Europa vi fossero altri politici che portano lo stesso nome del nuovo premier britannico. A meno che non si tratti di omologhi, cioè di primi ministri.
[29 agosto 2024]

L’Ansa non sa che Pertini nel 1984 era presidente
Titolo dall’Ansa: «In 157mila in pensione di vecchiaia da almeno 40 anni». Sommario: «Dal 1984, prima di Pertini al Colle». Annotazione criptica, e comunque errata: Sandro Pertini fu presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.
[28 agosto 2024]

Il filologo Pontani inventa la «prima feria»
Nella tradizione cristiana la settimana inizia con la domenica. In un eruditissimo articolo sul supplemento domenicale del Sole 24 Ore, il filologo classico Filippomaria Pontani dimostra di esserne al corrente ma incappa in uno svarione imperdonabile. Trattando dei nomi assegnati nell’antichità e in età tardoantica ai giorni della settimana, scrive, peraltro in modo oscuro per il lettore non specialista, che «gli dèi falsi e bugiardi occhieggiano nei calendari di tutta Europa (il solo Portogallo resta fedele a Martino di Braga, che propose invece “prima feria”, “secunda feria”...)». Il monaco della Pannonia, poi vescovo, per la sua opera di evangelizzazione venne chiamato da Isidoro di Siviglia l’«apostolo degli svevi», che dominavano la regione nord-occidentale della penisola iberica. Morto nel 579, il padre della Chiesa è ricordato per aver introdotto la terminologia ecclesiastica latina dei giorni della settimana, però non si sognò di chiamare prima feria il giorno che apre la settimana cristiana. L’espressione non è mai usata in questa accezione, e Martino mantenne per il dies Solis (il «giorno del Sole» rimasto nell’inglese sunday e nel tedesco Sonntag) l’antichissima denominazione cristiana di dies dominica, cioè «giorno del Signore» (dominus), che si ritrova, in greco, già all’inizio dell’ultimo libro biblico, l’Apocalisse (1, 10) di Giovanni, in prevalenza datata alla fine del I secolo. Partendo dalla domenica il vescovo denominò i giorni successivi feria secunda (lunedì) e così via fino alla feria sexta (venerdì), lasciando per il settimo giorno, il dies Saturni dei pagani (da cui l’inglese saturday), il nome sabbatum, il «giorno di riposo» che ricordava il «settimo giorno» benedetto e santificato da Dio dopo la creazione del mondo, come si legge nel libro della Genesi (2, 2-3). E dal latino di Martino di Braga l’uso è passato nel portoghese.
[11 agosto 2024]

C’è qualcosa che stride nel pezzo di Tamburrino
Incipit di Michela Tamburrino su Specchio, supplemento domenicale della Stampa: «Ai palinsesti Rai l’invito non è uguale per tutti. E visto che la presentazione dei programmi della prossima stagione agli investitori e alla stampa dovrebbero tenere tutto insieme, c’è qualcosa che stride». Stride anche il soggetto al singolare con il verbo al plurale.
[21 agosto 2024]

Massimo Fini e le sei iniezioni ogni cinque minuti
Massimo Fini si occupa di morte sul Fatto Quotidiano: «Nel campo della ricerca medica è stata attivata la sperimentazione di uno speciale vaccino contro il cancro ai polmoni, chiamato BNT116 (mai che gli diano un nome umano). Al candidato vengono fatte sei iniezioni ogni cinque minuti. Se sopravvive è già un buon segno». Sei iniezioni ogni cinque minuti per quanto tempo? Fini non lo precisa. In un giorno sarebbero 1.728 punture. L’ipotesi di sopravvivere, avanzata da un Fini insolitamente ottimista, ci pare di un’inutile crudeltà. Probabilmente il noto giornalista intendeva scrivere: «Sei iniezioni, una ogni cinque minuti». Nello stesso articolo, Fini aggiunge: «Il Giappone è uno dei paesi con la popolazione più vecchia del mondo e condivide con l’Italia il sinistro primato della denatalità con un tasso di nati per donna di 1,25, mentre il Giappone è all’1,30». Cioè, secondo la parte iniziale della frase, Giappone e Italia sono primatisti a pari merito in denatalità con un tasso di nati per donna di 1,25, poi però il Giappone con un colpo di reni si risolleva, portandosi a 1,30. Inverno demografico dei correttori di bozze.
[1° settembre 2024]

La concordanza secondo Sacchettoni: «Chi ritengono»
Il. Sa. (Ilaria Sacchettoni) segue sul Corriere della Sera il caso della giornalista che accusa di violenza due colleghi: «Chi come i cronisti indagati, Nello Trocchia (Domani) e Sara Giudice (La7), ritengono che le analisi delle urine della presunta vittima...». Complimenti per la concordanza.
[31 agosto 2024]

Niola scambia santa Maria Egiziaca per la Madonna
Nelle pagine culturali della Repubblica, l’antropologo Marino Niola cita La storia di San Michele del «celebre scrittore e psichiatra svedese Axel Munthe», il quale «assiste basito a una baruffa tra gli uomini di chiesa su quale sia la più potente tra le Madonne. La Vergine del Carmine, dell’Aiuto, del Soccorso, delle Grazie, della Buona Morte, del Colera, dello Spasimo, del Rosario, del Buon Consiglio, del Latte, della Neve, degli Angeli, dell’Altomare, l’Addolorata, l’Assunta, l’Immacolata, l’Avvocata, l’Ausiliatrice, l’Egiziaca». In cauda venenum, è il caso di dirlo: l’Egiziaca è una santa, Maria Egiziaca, fra l’altro veneratissima, non una Madonna. Nacque nel 345 ad Alessandria d’Egitto e, dopo aver fatto la prostituta, si convertì a 29 anni durante un pellegrinaggio a Gerusalemme. Si ritirò in eremitaggio nel deserto, dove morì nel 421. Chi avrà sbagliato, Munthe o Niola? Ha sbagliato in ogni caso il secondo, infilando nel suo articolo uno sfondone non da poco.
[29 agosto 2024]

Belpietro ingrossa le file di chi scrive «le fila»
Secondo Maurizio Belpietro, direttore della Verità, uno Stato non può «accettare che “detenuti poco scolarizzati e stranieri” tornino in libertà, magari proprio per ingrossare le fila di quella piccola criminalità che spaventa tanto l’opinione pubblica», così scrive nel suo editoriale di prima pagina. Aridaje! Il plurale del sostantivo fila, nel significato di ranghi, è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file, disertare le file» (Lo Zingarelli 2025). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, o della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[20 agosto 2024]

La prima esecuzione dell’Ansa (a parte le altre 68)
«Usa: esecuzione in Florida, la prima nello stato dal 1996», titola l’Ansa. Nel lancio d’agenzia si legge: «Il boia colpisce in Florida, dove un’iniezione letale ha messo fine alla vita di Loran Cole, accusato di aver ucciso uno studente diciottenne nel 1994 e di aver stuprato la sorella della vittima. Per la Florida è stata la prima esecuzione dal 1996». Ovviamente molte testate pubblicano la notizia senza battere ciglio. Fra queste, Quotidiano Nazionale, Giornale di Brescia, Gazzetta di Parma. Purtroppo si dà invece il caso che nello Stato americano il boia non sia mai rimasto con le mani in mano: dopo John Mills, l’ultimo giustiziato nel 1996 (finito sulla sedia elettrica il 6 dicembre), la condanna a morte è stata eseguita su altri 68 detenuti, incluso Cole.
[30 agosto 2024]

Niccol «insignito di ripetere il miracolo con Starbucks»
L’Economia del Corriere della Sera parla di Brian Niccol, il nuovo ceo di Starbucks, nominato dopo l’improvviso defenestramento di Laxman Narasimhan: «Niccol, che ha risollevato Chipotle in breve tempo, è stato insignito di ripetere il miracolo con Starbucks». Bei tempi quando si veniva insigniti del titolo di cavaliere della Repubblica italiana.
[22 agosto 2024]

L’ictus di Luciano Salce anticipato di 40 anni
Stefano Della Casa intervista sulla Stampa il figlio del regista e attore Luciano Salce (1922-1989), Emanuele, e gli fa dire: «Si è impegnato per amarmi, se non avesse avuto nel 1943 un ictus che lo ha colpito severamente forse ci sarebbe riuscito». Ci pare improbabile che Emanuele Salce non sappia che il genitore fu colpito da un ictus cerebrale nel 1983, cioè 40 anni dopo, mentre presiedeva la giuria del concorso di Miss Italia a Salsomaggiore Terme.
[15 agosto 2024]

Libero e «san Obama», ma si scrive sant’Obama
Titolo dalla prima pagina di Libero: «Ma ora basta con il culto di San Obama». L’aggettivo santo si tronca in san solo davanti ai nomi che cominciano con una consonante o una semiconsonante (cioè consonante seguita da vocale), come san Francesco e san Jacopo, ma davanti alle vocali si elide. Quindi, su calco di sant’Antonio e sant’Anna, si doveva scrivere «sant’Obama».
[22 agosto 2024]

La sintassi zoppicante di Filippo Facci
Filippo Facci sul Giornale parla della cultura patriarcale «che sicuramente alligna in gran parte dell’Islam, magari in paesi nei quali ai cristiani è vietato l’esercizio del culto e sono costantemente in pericolo per via unicamente della loro fede». Sintassi zoppicante. Era preferibile scrivere: «Paesi nei quali ai cristiani è vietato l’esercizio del culto ed essi sono costantemente in pericolo per via unicamente della loro fede». Oppure, meglio ancora: «Paesi nei quali è vietato l’esercizio del culto ai cristiani, costantemente in pericolo per via unicamente della loro fede».
[20 agosto 2024]

Fratel Bianchi doveva diventare deputato a 15 anni
Sulla Stampa, Enzo Bianchi, 81 anni, fondatore nel 1965 della Comunità monastica di Bose, dalla quale fu allontanato dalla Santa Sede nel 2021, racconta a Paolo Griseri la storia della sua vocazione. Il celebre monaco spiega di essere stato militante della Democrazia cristiana, nella sinistra sociale, corrente di Amintore Fanfani. E rivela: «Se avessi proseguito mi avrebbero candidato alle elezioni politiche del 1958 e probabilmente sarei diventato deputato. Ma ho incontrato l’Abbé Pierre e mi ha cambiato la vita». Essendo nato nel 1943, fratel Enzo sarebbe probabilmente diventato deputato a 15 anni? Un vero fenomeno. Quanto all’Abbé Pierre, icona del cristianesimo progressista, ricordato dal monaco come figura radicalmente evangelica, né Bianchi né Griseri accennano alle numerose testimonianze di ragazze che hanno denunciato «fatti “legati alla violenza o alle molestie sessuali” che il fondatore (della Comunità di Emmaus, ndr), morto a 94 anni nel 2007, avrebbe commesso tra la fine degli anni ’70 e il 2005» (Vatican News, 18 luglio 2024).
[25 agosto 2024]

Belpietro scambia la pragmatica per la prammatica
Secondo Maurizio Belpietro, direttore della Verità, Roberto Gualtieri, di fronte alle emergenze della Capitale culminate con i roghi («le condizioni dei trasporti, il degrado dei campi rom, la devastante situazione delle strade e il disastro dei servizi di nettezza urbana»), «limita la sua azione a qualche commento di pragmatica», così scrive nell’editoriale di prima pagina. Qualcuno spieghi a Belpietro che la pragmatica è la parte della semiotica che studia le relazioni intercorrenti tra il linguaggio e chi lo usa. In questo caso il prolifico direttore avrebbe dovuto usare il sostantivo prammatica, «regola seguita per consuetudini stabili in materia di relazioni civili e sociali, specialmente nella locuzione essere di prammatica» (Lo Zingarelli 2025). Poco oltre, Belpietro scrive di Gualtieri: «Non si sa se sia in ferie o nel suo ufficio al Campidoglio, ma sia che svacanzi su qualche isola, sia che sia chino alla scrivania, mi pare che il risultato sia lo stesso: zero». Cinque sia, e così sia. E più avanti: «Lo dico senza alcuna acrimonia nei suoi confronti. Anzi, se devo dire, Gualtieri, il sindaco con la chitarra, mi sta pure simpatico». Non deve dirlo: lo sta già dicendo.
[23 agosto 2023]

La Repubblica trasforma Turow in un procuratore scotto
Titolo dal sito della Repubblica: «Scott Turow: “Kamala Harris mi piace. Trump fa paura, è un mostro egotico”». Il sommario recita: «L’intervista al celebre scrittore americano che fu procuratore a Chicago». Poi leggi il servizio e scopri che invece «negli anni ’80 fu braccio destro del procuratore Thomas Sullivan». Nella didascalia l’autore di legal thriller diventa «Scotto Turow». Lo preferivamo al dente.
[19 agosto 2024]

Travaglio e la scimmietta con il cappello in bocca
Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Da due giorni stavamo in pensiero: erano già 48 ore che nessun giornalone intervistava Renzi. Ma ieri il Corriere ha colmato la lacuna con l’apposita Meli. La notizia (si fa per dire) dell’intervista (si fa per dire) è che il pover’uomo s’offre al centrosinistra come un mendicante da marciapiede con la scimmietta col cappello in bocca». Immagine figurata stravolta dalla sintassi claudicante: non abbiamo ricordi di scimmiette con il cappello in bocca nell’iconografia della mendicità. Al massimo di scimmiette sulla spalla di un povero che regge il cappello fra i denti.
[28 agosto 2024]

Del Boca tra anfibologia e imprecisione storica
Lorenzo Del Boca scrive su Panorama: «Uno – De Gasperi – aveva preso il posto di don Luigi Sturzo quando, costretto all’esilio, dovette abbandonare la guida del partito cattolico». Trattasi di anfibologia. Non si capisce se quello costretto all’esilio sia stato Alcide De Gasperi (soggetto della frase) o Luigi Sturzo. Anche qui sarebbe stata auspicabile una maggior accuratezza nella sintassi, tanto più che Del Boca è stato per quasi 10 anni presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti. (E sorvoliamo sull’imprecisione storica: don Sturzo non lasciò il partito perché andò in esilio, bensì andò in esilio dopo aver lasciato la guida del partito. Nel 1923 riuscì infatti a ottenere il ritiro dell’appoggio che il Partito popolare aveva dato al governo Mussolini e pochi mesi dopo fu costretto alle dimissioni dalle pressioni della Santa Sede. Nel 1924 riparò all’estero, prima a Londra, quindi a Parigi, infine a New York).
[14 agosto 2024]

Il miracolo dei pani e dei pesci sul Messaggero
Mauro Evangelisti sul Messaggero: «Nel 2011 la svolta: Autonomy viene acquistata dal colosso americano HP per 11 miliardi di dollari, 800 vanno direttamente a Lynch». Dev’essere stata la replica del miracolo evangelico dei pani e dei pesci.
[20 agosto 2024]

Il «ci eravamo arrampicati» di Paolo Valentino
Paolo Valentino, già corrispondente da Berlino, rievoca per il Corriere della Sera la mattina dell’11 febbraio 1986 sul Glienicker Brücke, che collega Berlino a Potsdam: «Eravamo decine e decine di giornalisti venuti da tutto il mondo ad assistere allo scambio sul Ponte delle spie. Ero arrivato la sera precedente da Bruxelles, ero lì da prima dell’alba, battendo i denti. I più giovani ci eravamo arrampicati sugli stralli per vedere meglio». A forza di parlare in tedesco, ha un po’ perso la confidenza con l’italiano.
[2 agosto 2024]

Il Tempo fa dire a Renzi: «Sono in asia»
Sommario dal titolo d’apertura sulla prima pagina del Tempo: «Renzi: sono in asia da complotto». Si vede che dall’Arabia Saudita ha esteso i suoi traffici all’intero continente.
[19 agosto 2024]

Titolo «schock» della Gazzetta dello Sport
Dal sito della Gazzetta dello Sport: «Shapovalov-schock, lancia la racchetta e litiga con un tifoso: squalificato». I famosi titoli choc. O shock.
[3 agosto 2024]

Checco Zalone e Tyson per La Stampa sono intellettuali
È morto a Torino il noto ristoratore Giovanni Chiarenza, 78 anni. Sulla Stampa, Diego Molino lo ricorda così: «Dai suoi tavoli sono passati, nel tempo, tanti personaggi famosi: gli attori Michele Placido, Vincent Cassel e Fanny Ardant, i calciatori Claudio Marchisio e Juan Cuadrado, intellettuali come Umberto Eco e, più di recente, Checco Zalone e Mike Tyson». Oggidì basta girare Cado dalle nubi e Quo vado? o tirare pugni e subito per i giornali diventi come il semiologo del Nome della Rosa.
[13 agosto 2024]

Giannini fa confusione sul sogno di mezza estate
La Repubblica offre in prima pagina un editoriale di Massimo Giannini, già direttore della Stampa, con questo titolo: «I tristi complotti di mezza estate». Nel testo, Giannini cambia aggettivo e scrive: «La cospirazione contro il governo, invece, è il marcio “sogno di mezza estate” del biografo della presidente del Consiglio, direttore de Il Giornale». L’editorialista non ne fa il nome, ma si chiama Alessandro Sallusti. Non fa nemmeno il nome di William Shakespeare, a cui pure deve la citazione (mutilata) del Sogno di una notte di mezza estate. Giannini, in realtà, usa l’espressione «mezza estate» nel senso erroneo di metà estate, quale può essere considerato il mese di agosto con le sue ferie. Mezza estate (Midsummer) invece vuol dire che la stagione calda è appena cominciata. Shakespeare con il titolo della commedia si riferiva infatti alla notte di san Giovanni Battista, festività che cade il 24 giugno, e cioè nel periodo compreso tra il 21 e il 25, quando grossomodo avviene il solstizio d’estate. La ricorrenza era celebrata nei Paesi del Nord Europa già in epoca precristiana.
[25 agosto 2024]

Brunetta crede che alla fine della guerra ci fosse l’Eni
«“Cnel? Anche l’Eni doveva sparire...”», titola il Corriere della Sera. È Renato Brunetta a pronunciare la frase virgolettata. Testo: «Renato Brunetta, ospite del Meeting di Cl a Rimini, parla del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro che presiede dal 2023: “Il Cnel? Anche l’Eni doveva essere cancellata alla fine della Seconda guerra mondiale. Fu incaricato Enrico Mattei come liquidatore: la storia, poi, la conosciamo tutti». Tutti tranne Brunetta (e il titolista del Corriere): l’Eni alla fine dell’ultimo conflitto mondiale non esisteva, essendo stato fondato nel 1953 da Mattei. A essere inglobata nell’Eni fu l’Agip, società petrolifera nata nel 1926. E, in ogni caso, Eni sta per Ente nazionale idrocarburi, quindi richiedeva il verbo al maschile: «doveva essere cancellato».
[25 agosto 2023]

Ma attenzione: si scrive Hannah Arendt, non Anna
Donatella Stasio in un editoriale sulla Stampa: «Ma attenzione: se, come diceva Anna Harendt, la verità non è annoverata tra le virtù politiche, a lungo andare la menzogna si ritorce contro chi la pratica, con conseguenze gravi per tutti». Ma attenzione: la filosofa si chiamava Hannah Arendt.
[23 agosto 2024]

Salvatore Merlo corregge il titolo del film con Totò
«Roberto Gualtieri, che della capitale sarebbe il sindaco anche se sembra Aldo Fabrizi in “Totò guardie e ladri”», osserva Salvatore Merlo, vicedirettore del Foglio, in un editoriale di prima pagina. Il film di Steno e Mario Monicelli, uscito nel 1951, fu sicuramente interpretato da Totò (oltre che da Fabrizi), ma il titolo corretto è Guardie e ladri.
[24 agosto 2024]

Belpietro e i «fondali marini» (ci sono anche terrestri?)
Riferendosi all’attentato contro il gasdotto Nord Stream, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nell’editoriale di prima pagina scrive che «le bombe fecero esplodere le condotte collocate sui fondali marini». Ci pare una tautologia: fondale significa già «profondità delle acque del mare» (Lo Zingarelli 2025).
[17 agosto 2024]

L’aritmetica secondo il direttore del Corriere dello Sport
Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, intervista Giovanni Malagò e gli fa pronunciare una bestialità sulle Olimpiadi, che il presidente del Coni, uomo di numeri (commerciava Ferrari, Maserati e Bmw con la Samocar, concessionaria di Roma), non può aver pronunciato: «Venti, trent’anni fa ad assistere alla cerimonia d’apertura dei Giochi c’erano 300 milioni di persone, oggi 800. Il presidente Bach ha affermato che la metà del mondo ha seguito l’evento, parliamo della metà di 8 miliardi». Ma la metà di 8 miliardi non possono essere 800 milioni di persone.
[13 agosto 2024]

Maurizio Porro e la spaghettata di Miseria e nobiltà
«Poiché la storia finisce con la pastasciutta, divorata senza bon ton, l’orario delle 12.15 sembra perfetto per rivedere uno dei migliori Totò, tratto dalla farsa di Scarpetta Miseria e nobiltà, uno dei sette film del comico interpretati nel ’54». Così comincia la recensione di Maurizio Porro sul Corriere della Sera, nella rubrica I classici dell’estate. Il critico cinematografico ha un doppio vuoto di memoria, visto che più avanti insiste: «Tutto finisce con la famosa spaghettata». Miseria e nobiltà non finisce affatto con la pastasciutta, bensì con Totò che s’inchina verso la platea, insieme con tutti gli altri attori in palcoscenico, e pronuncia la battuta: «Mi basta di sapere che il pubblico è contento». La scena in cui Totò afferra gli spaghetti con le mani, li ingoia avidamente e se li infila persino nelle tasche è alla fine del primo tempo (del primo atto nella commedia di Eduardo Scarpetta).
[24 agosto 2024]

Robinson e il Tadini che diventa Todini
Antonio Gnoli intervista su Robinson, settimanale culturale della Repubblica, il pittore Valerio Adami. «Gli studi a Brera e l’iniziazione alla pittura nella Milano del dopoguerra. L’amicizia con Derrida, Todini, Berio che ha nutrito le sue opere. L’amore per l’India e i viaggi sul Gange con la moglie Camilla. I ricordi di un eclettico». Todini chi? A noi viene in mente solo Luisa Todini, ex europarlamentare ed ex presidente delle Poste. Poi vai a leggere il testo e scopri che Adami in realtà parla di Emilio Tadini, pittore e scultore morto nel 2002.
[25 agosto 2024]

Storace modifica la testata di Domani
Per un articolo rievocativo del crimine di Acca Larentia, Francesco Storace su Libero se la prende con Domani e propone di chiamarlo Torcicollo. Ma sbaglia il nome della testata (priva di articolo) e scrive Il Domani per ben quattro volte.
[24 agosto 2024]

Andrea Scanzi brevetta il «brodo lesso»
Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano redarguisce la sinistra in generale, ed Ezio Mauro, ex direttore della Repubblica, in particolare, per aver esaltato Antonio Tajani quasi fosse un «nuovo Che Guevara». In un favoloso carosello d’immagini, Scanzi ritrae che cosa non è il leader di Forza Italia: «Tajani (…) non è Churchill ma neanche un brodo lesso». Che non sia Churchill non sembra una constatazione molto originale. Invece ci pare strepitosa l’invenzione del «brodo lesso».
[20 agosto 2024]

Aspesi e l’ultimo film di Delon, che ne girò altri 27
«Alain Delon è di quelli troppo belli perché il tempo gli resista. La sua bellezza lo ha trascinato in basso e il suo ultimo film possibile è addirittura del 1976, a 41 anni: Mr. Klein , di Joseph Losey in cui il divo appare con un gran cappello nero durante la cattura degli ebrei a Parigi nella Seconda guerra mondiale». Così Natalia Aspesi commemora sulla Repubblica l’attore francese appena scomparso. Ignoriamo che cosa intenda la giornalista per «possibile», ma Delon dopo il 1976 girò altri 27 film: 6 tra il 1977 e il 1979; 10 negli anni Ottanta; 9 negli anni Novanta; 2 negli anni Duemila. E interpretò sé stesso nel Luchino Visconti di Carlo Lizzani, presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1999. «Impossibile» anche quello?
[19 agosto 2024]

Per Maria Latella i soldati hanno il numero di serie
Maria Latella sul Sole 24 Ore: «Sarah Palin non sapeva cosa facesse la Fed, pensava che dietro l’attacco alle Torri Gemelle ci fosse Saddam Hussein. Ospite in Tv, secondo Borowitz “si comportava come un prigioniero di guerra che rifiuta di dire altro che il nome e il numero di serie”». Non si capisce se il virgolettato si riferisca a Palin (soggetto della prima frase) o a Hussein, visto che nella seconda frase manca il soggetto. In ogni caso escludiamo che i militari abbiano un numero di serie, come le banconote e i tagliandi delle lotterie. Tutt’al più portano al collo una piastrina identificativa con il numero di matricola.
[13 agosto 2024]

Tre errori consecutivi nell’incipit del servizio su Lynch
Incipit di un servizio di Felice Cavallaro nella versione online del Corriere della Sera: «Alla vacanza sul suo gran panfilo che infine lo ha intrappolato a 50 metri di profondità, Mark Lynch, il mega imprenditore inglese di 59 anni, ha cominciato a pensare il 6 giugno. Poco più di due mesi fa. Il giorno dell’assoluzione pronunciata a San Francesco dove era rimasto bloccato ai “domiciliari” per una presunta truffa. Un tormento condiviso a lungo con la moglie, Angela Baccares». Non era facile infilare tre errori consecutivi: il magnate annegato si chiamava Mike Lynch; San Francisco non si traduce in italiano; il cognome esatto della consorte di uno dei naufraghi è Angela Bacares.
[20 agosto 2024]

Sul Fatto Quotidiano i treni parlano
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Treni al collasso: “Salvini ci ignora”». Notiamo con stupore che i treni parlano e protestano.
[21 agosto 2024]

Belpietro sempre alle prese con la sintassi traballante
Sulla Verità, nell’editoriale di prima pagina, il direttore Maurizio Belpietro critica i titoli trionfalistici della Repubblica sul blitz dell’Ucraina in territorio russo: «Ma poi, purtroppo, si deve tornare alla realtà e l’euforia lascia il posto alle analisi che però, guarda caso, vengono pubblicate con minore eccitazione, dando conto della situazione in cui versano le forze di Kiev nella zona del conflitto con toni molto più dimessi». Dunque le forze di Kiev nella zona del conflitto si presentano con toni molto più dimessi? No? Allora bisognava scrivere: «Dando conto con toni molto più dimessi della situazione in cui versano le forze di Kiev nella zona del conflitto». Più avanti Belpietro aggiunge: «E l’idea che aver conquistato alcuni territori russi, costringendo Mosca a sfollare decine di migliaia di persone, non sembra più così buona come appariva». Il che fa a pugni con la sintassi: bastava un di. Poco oltre si legge: «L’entusiasmo e il tifo di Ferragosto, ora è spazzato via dalle parole dello stesso Zelensky». Il verbo andava al plurale («sono») per raccordarlo con «l’entusiasmo e il tifo». Magari togliendo la virgola.
[22 agosto 2024]

La sconcordanza di Lorenzetto sull’orologio a cucù
Chiosando in questa rubrica l’intervista di Stefania Ulivi (Corriere della Sera) con Anthony Hopkins, il quale rinfacciava alla Svizzera di essere una mera produttrice di orologi a cucù, Stefano Lorenzetto adotta una concordanza a senso («Peccato che nessuno dei due, intervistatrice e intervistato, abbiano ricordato che la citata contrapposizione è una famosissima battuta del film Il terzo uomo»), che di fatto si traduce in una sconcordanza grammaticale tra soggetto al singolare e verbo al plurale. E si dimentica di rilevare che l’invenzione dell’orologio a cucù viene tradizionalmente attribuita al tedesco Franz Ketterer, che nel 1737 ne produsse uno a Schönwald, nella Foresta Nera, non in Svizzera. Anche se già nel 1619 un orologio con il grido del cuculo figurava nella collezione di Giovanni Giorgio I, principe elettore di Sassonia.
[20 agosto 2024]

La pubblicità di Oggi con un «sè» al posto di «sé»
Imperdonabile svista nella pubblicità di Oggi uscita sul Corriere della Sera, che riproduce la copertina: nello strillo riguardante Alain Delon si legge «ha detto di », con l’accento grave, anziché acuto. Per fortuna il «sé» risulta corretto sul settimanale arrivato in edicola.
[22 agosto 2024]

Sallusti, Meloni e il «traffico d’influenza»
Nel suo editoriale di prima pagina, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, rivela che Arianna Meloni potrebbe presto essere indagata per «traffico di influenza». Che la sorella della presidente del Consiglio sia sospettata di commerciare in virus? In realtà, il codice penale prevede all’articolo 316 bis una fattispecie di reato, dai profili giuridici alquanto controversi, qualificata come «traffico di influenze illecite» (al plurale), la quale prevede da 1 a 4 anni e 6 mesi di reclusione per chi «sfruttando o vantando relazioni esistenti o asserite con un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio (...) indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione illecita».
[18 agosto 2024]

Gassman aveva una moglie anche da morto
Titolo dal sito della Repubblica: «Morta l’attrice Diletta D’Andrea, moglie di Vittorio Gassman». Non sapevamo che i morti potessero avere una moglie. In casi del genere, fin dal 1261 (circa) in italiano si usa il sostantivo vedova («donna cui è morto il marito»). Conoscendolo, l’italiano.
[18 agosto 2024]

Belpietro, la sintassi sposata alla chiarezza
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Chiunque annunciasse un piano di sviluppo per ridurre le emissioni e vedeva arrivare fiumi di liquidità, perché la grande finanza, considerava gli investimenti in ambiente alla stessa stregua di quelli nella new tech». Quando la sintassi si sposa alla chiarezza.
[15 agosto 2024]

La mitragliatrice s’è fatta un giretto sul suv di Musk
Dalla Stampa: «Il miliardario Elon Musk ha regalato un Cybertruck della Tesla al controverso leader della regione russa della Cecenia, Ramzan Kadyrov, che lo ha invitato a Grozny. L’alleato di Vladimir Putin, che governa tra numerose accuse di violazione dei diritti umani, ha postato su Telegram un video in cui appare al volante del pick-up su cui è stata una mitragliatrice». Prima l’arma da fuoco s’è fatta un giretto da sola.
[18 agosto 2024]

Ceccarelli ricorda male il costume della premier
Sul Venerdì di Repubblica, in un articolo intitolato «Tutti al mare», Filippo Ceccarelli passa in rassegna le estati balneari dei politici, «da Moro in giacca e cravatta al pareo di Craxi, dalle spine di Grillo al Papeete di Salvini. Fino al bikini tricolore di Meloni», così recita il sommario. Nel testo si legge: «Bossi in canotta che disegna schemini sulla sabbia, Di Maio che fa il segno di vittoria in modalità subacquea, Meloni in bikini tricolore». Ceccarelli ricorda male. Sarebbe bastato che sbirciasse (lo stesso vale per chi ha titolato il pezzo) la pagina accanto, dov’è riprodotta la copertina di Novella 2000 che mostrava sì Giorgia Meloni con un costume da bagno avente i colori della bandiera italiana, però intero, non duepezzi.
[15 agosto 2024]

Hopkins ricicla la battuta di un film e Ulivi se la beve
Nell’intervista concessa a Stefania Ulivi del Corriere della Sera, l’attore Anthony Hopkins per cantare le lodi dell’Italia contrappone il nostro Paese alla Svizzera, cui rinfaccia di essere una mera produttrice di orologi a cucù. Peccato che nessuno dei due, intervistatrice e intervistato, abbiano ricordato che la citata contrapposizione è una famosissima battuta del film Il terzo uomo (1949), in cui Harry Lime (Orson Welles) dice a Holly Martins (Joseph Cotten): «Sai quel che diceva quel tale? In Italia per 30 anni, e sotto i Borgia, ci furono guerre, terrore, omicidi, carneficine, ma vennero fuori Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera non ci fu che amore fraterno, ma in 500 anni di quieto vivere e di pace che cosa ne è venuto fuori? L’orologio a cucù». Trascorsi 75 anni, si poteva sperare che un bravissimo attore come Hopkins tirasse fuori qualcosa di più originale dalla sua bisaccia.
[22 luglio 2024]

Pascale veleggia con il «vento spiegato e ben radicato»
Sul sito del Corriere della Sera, Alessandra Bravi tratta del divorzio di Francesca Pascale da Paola Turci: «Così se il futuro amoroso dell’ex first lady berlusconiana appare nebuloso, quello imprenditoriale invece, veleggia col vento spiegato e ben radicato in Toscana». Punteggiatura a parte, bei tempi quando a far procedere a vele spiegate era il vento. Che andava e veniva, anziché radicarsi.
[19 luglio 2024]

Ferragni s’è messa con un «bel» imprenditore
Sul sito del Giornale, Carlo Lanna c’intrattiene circa la telenovela Fedez-Chiara Ferragni, ora che l’influencer decaduta pare aver «già trovato un nuovo interesse amoroso in Silvio Campara». Infatti «il rapper non vede di buon occhio la love story della sua ex con il bel imprenditore». Invece Indro Montanelli non avrebbe visto di buon occhio il bell’insulto all’ortografia.
[11 agosto 2024]

Cinque firme per una traduzione fatta con i piedi
Dal Foglio: «Le votazioni continuerebbero, turno dopo turno, fino a quando un candidato otterrebbe i voti della maggioranza di tutti i delegati e verrebbe nominato candidato del partito». Ora, è ben vero che l’articolo (copyright Washington Post) risulta firmato nientemeno che da Bonnie Berkowitz, Szu Yu Chen e Adrián Blanco, addirittura con la collaborazione di Artur Galocha e Dan Balz, ma Il Foglio si pubblica ancora in Italia e chi in redazione lo ha tradotto dovrebbe sapere che, a parte la mancanza dei due non, questo tipo di subordinate temporali richiede il congiuntivo imperfetto. Quindi: «Fino a quando un candidato non ottenesse i voti della maggioranza di tutti i delegati e non venisse nominato candidato del partito».
[23 luglio 2024]

Montefiori scambia un prima esagonale per un cubo
Secondo Stefano Montefiori, corrispondente del Corriere della Sera, a Parigi, andando verso lo Stade de France, «non si può non notare sulla destra una specie di enorme cubo di cristallo, con la gigantesca insegna “Scientology” sul tetto». Il concetto è ribadito nella didascalia della foto che correda il servizio. Ma il cubo è un poliedro regolare con sei facce quadrate uguali, mentre la sede parigina di Scientology ha la forma di un prisma esagonale.
[8 agosto 2024]

Si commemora «Michele» Murgia, il gender ha vinto
Titolo dal sito della Stampa, sezione Cultura (ça va sans dire): «A un anno dalla morte di Michele Murgia, il ricordo in piazza a Roma: “Ci ha insegnato a non stare zitte”». Il gender dilaga, anzi ha già vinto.
[11 agosto 2024]

Il prete che insegnava al cimitero di Venegono
Il Corriere della Sera ricorda la geologa e paleontologa Maria Bianca Cita Sironi, «morta nella sua Milano, dov’era nata quasi un secolo fa (il 12 settembre avrebbe compiuto cent’anni)». E specifica che durante la Seconda guerra mondiale decise di studiare geologia nella allora neonata facoltà milanese, dove c’erano solo due iscritti: lei e «un prete, don Cosano, che insegnava al cimitero di Venegono». Lingue classiche o lingue morte?
[13 agosto 2024]

Travaglio ha problemi d’anagrafe o di aritmetica
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, nel suo editoriale in prima pagina: «Meloni e Colosimo (che nel 1980 avevano rispettivamente 3 e meno 6 anni)». Qualcosa non torna all’anagrafe o in aritmetica.
[3 agosto 2024]

In Vaticano ignorano il titolo degli abati benedettini
Dalla rubrica Nostre informazioni dell’Osservatore Romano: «Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina (Italia), con il Reverendo Don Mauro Maccarinelli, O.S.B., Abate dell’Abbazia di Santa Maria del Monte in Cesena». «O.S.B.» sta per «Ordine di San Benedetto» e, da quando esso esiste, il titolo di abati e monaci fedeli alla regola «Ora et labora» è quello di dom (da dominus, signore), non di don, come usa per parroci e curati. Che non lo sappiano direttore e redattori dell’Osservatore Romano ci pare già deprimente. Ma che lo ignorino addirittura nella segreteria di Stato vaticana, la quale fornisce al giornale l’austera rubrica Nostre informazioni, è un segno dei tempi.
[12 agosto 2024]

Un esempio di concordanza dalla Repubblica
Sulla Repubblica, Marco Lignana si occupa del ragazzino oggetto di perverse attenzioni da parte del sacerdote pedofilo arrestato a Genova: «Le analisi mediche alle quali è stato subito sottoposto l’allora dodicenne, una volta che Procura e carabinieri hanno scoperto della sieropositività del prete, ha dato esito negativo». Complimenti per la concordanza.
[7 agosto 2024]

C’è una «scorsa» in corso fra Trump e Harris
Titolo dal sito del Tempo: «Elezioni Usa, la media dei sondaggi ribalta tutto: come va la scorsa tra Trump e Harris». Una rapida scorsa. Sperando che non si trasformi in una scossa. In attesa che diventi una corsa.
[10 agosto 2024]

Secondo Libero il crocifisso si indossa
Titolo dalla prima pagina di Libero: «Indossa crocifisso / Ucciso a calci». Non sapevamo che da simbolo cristiano fosse diventato un prêt-à-porter. (Si può «indossare un abito elegante; indossare l’uniforme, la tonaca», dice Lo Zingarelli 2025. Un crocifisso si porta, che significa «avere indosso»).
[1° luglio 2024]

La prova della relazione fra Agnelli ed Ekberg
Matilde Amorosi scrive su Nuovo: «Sullo sfondo c’è l’empatia nata tra Marella e Jackie per il loro comune destino di mogli tradite. Altrettanto chiacchierata è la relazione di Agnelli con Anita Ekberg, simbolo della dolce vita e musa di Federico Fellini. Non ci sono prove fotografiche della storia fra l’attrice e l’Avvocato». Amorosi dimentica la celeberrima foto scattata da un paparazzo il 2 febbraio 1959 che ritrae Gianni Agnelli mentre esce con Anita Ekberg dall’Hostaria dell’Orso di Roma, tuttora disponibile nell’archivio Keystone/Getty images.
[7 luglio 2024]

Il Sole 24 ore inventa il «teologo domenicale»
Gustoso errore, autoreferenziale, nel supplemento culturale Domenica del Sole 24 Ore, fra gli addetti ai lavori chiamato «domenicale». Nel sommario di un articolo del cardinale Gianfranco Ravasi, il frate domenicano autore del libro di cui il colto e facondo prelato discetta, e che si chiama Xavier Loppinet, diventa infatti «teologo domenicale». Ma il porporato ci mette anche del suo quando scrive «all’ombra della Gloria del Bernini». Un’immagine del tutto impropria, perché la Gloria dello straordinario artista, sovrastante la Cattedra di san Pietro, è una grande vetrata, sia pure d’alabastro, che raffigura la colomba dello Spirito Santo e filtra la luce, soprattutto quando il sole tramonta, essendo l’abside della basilica rivolta a occidente. Naturalmente non può, perciò, fare l’ombra immaginata da Ravasi.
[11 agosto 2024]

La Repubblica fra Pier Silvio e Piersilvio
«Pier Silvio scuote la destra», è il titolone di prima pagina della Repubblica. Nel sommario del titolo di pagina 2 si legge: «Alla presentazione dei palinsesti Mediaset, Piersilvio parla di politica». Nella didascalia accanto: «Pier Silvio, 55 anni». Berlusconi junior uno e trino, come suo padre.
[18 luglio 2024]

Il «di cui» che manca a Sideri
Corsivo di Massimo Sideri sul Corriere della Sera: «La Cina nazionalizzerà le terre rare, gli elementi chimici con cui funziona sostanzialmente qualunque tecnologia (da quella per le rinnovabili, ai semiconduttori, i magneti e i motori ibridi) e che Pechino controlla a livello mondiale la maggioranza delle miniere conosciute». La proposizione avrebbe richiesto un di cui, ci pare, non e che.
[15 luglio 2024]

Fracalossi, due parole, due errori
A proposito dell’antisemitismo di Alcide De Gasperi descritto da Augusto Sartorelli in un libro edito di recente, sul Corriere del Trentino interviene Renzo Fracalossi, «autore, regista ed esperto di storia ebraica», il quale evoca l’«affayre Dreyfuss». Record notevole: Fracalossi sbaglia due parole su due, perché doveva scrivere «affaire Dreyfus». E meno male che l’«esperto di storia ebraica» non si dichiara anche francesista, visto che dimostra di ignorare il cognome corretto del protagonista di un caso celeberrimo come quello che sconvolse l’opinione pubblica francese tra il 1894 e il 1906: il capitano Alfred Dreyfus, ebreo alsaziano.
[11 luglio 2024]

La «piazza Piazza» di Marco Travaglio
Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «La guerra in Ucraina iniziò nel 2014 col golpe bianco di piazza Maidan che rovesciò il presidente democraticamente eletto Yanukovich». Tesi discutibile, ma non è costume di questa rubrica contestare il merito, bensì esaminare l’uso delle parole. Travaglio chiama «golpe bianco» gli accadimenti di Kiev che portarono alla fuga in Russia del presidente Viktor Yanukovich. Secondo la Treccani, si definisce così il «colpo di stato svolto senza ricorso alla forza da parte di un governo che eserciti il potere in modo anticostituzionale». In realtà, le manifestazioni popolari iniziate il 21 novembre 2013 e concluse il 22 febbraio 2014, siano esse state rivoluzione arancione contro le ingerenze russe o colpo di Stato americano, videro usare la forza e scorrere il sangue: causarono infatti circa 100 morti civili e 17 tra le forze dell’ordine. Di bianco non ci fu nulla, semmai ci fu abbondanza di rosso. Quanto a «piazza Maidan», siamo a un pleonasmo da ignoranza. Non si dice «piazza Trafalgar Square» e neppure «piazza Place de la Concorde». Maidan, anzi più precisamente majdan, in ucraino vuol dire piazza. Perciò il «golpe bianco di piazza Piazza» fa ridere, se non fosse per le vittime. Semmai bisognava scrivere il «golpe di Majdan». Il luogo delle manifestazioni fu piazza dell’Indipendenza, per gli ucraini Majdan Nezaležnosti.
[9 agosto 2024]

Il gasdotto russo di Cremonesi rifornisce 10 famiglie
Secondo Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhhorod che passa per l’Ucraina «nel 2023 è stato in grado di fornire 14.650 metri cubi, circa la metà dell’export russo per i mercati europei». La famiglia media italiana consuma in un anno 1.400 metri cubi di gas, quindi la fornitura indicata da Cremonesi soddisferebbe i bisogni di 10 famiglie. Prima dell’invasione dell’Ucraina, la Russia esportava in Europa 140 miliardi di metri cubi l’anno, ai quali andavano aggiunti 15 miliardi di metri cubi di Gnl (gas naturale liquefatto) spediti via nave (fonte: Istituto analisi relazioni internazionali).
[8 agosto 2024]

La Repubblica cambia nome alla testa di cavallo
Titolo dal sito della Repubblica: «Il caso della falsa testa di cavallo Medici-Ricciardi». Ricciardi? In realtà, trattasi della Testa di cavallo Medici-Riccardi, proveniente da una scultura greca in bronzo del IV secolo avanti Cristo, dal Quattrocento impiegata come bocca di fontana nel giardino di Palazzo Medici-Riccardi a Firenze, la prima dimora dei Medici, dove vissero Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico e lavorarono Michelangelo e Donatello.
[1° agosto 2024]

Notizia del Giorno: pensionato morto, tragedia sfiorata
Titolo dalla pagina Facebook del Giorno: «Tragedia sfiorata. Lago di Como, viene inghiottito dall’acqua sotto gli occhi della moglie: pensionato morto in ospedale». Ci sfiora il dubbio che sia stata una tragedia vera.
[4 agosto 2024]

Per La Stampa il fotografo «ha scattato» Elodie
«Elodie nuda per il calendario Pirelli», titola La Stampa, che affida la pratica a Maria Corbi: «Ma per sapere come il fotografo Ethan James Green ha scattato Elodie nel Pirelli 2025 dovremo aspettare ancora un po’». Si può scattare una foto, ma non una persona. In base alla lingua italiana, al massimo Green ha ritratto la cantante.
[4 agosto 2024]

Vian pasticcia con concordanza e data di Eminenza
In un intrigante articolo su Domani, intitolato «Da Roma senza papa a Dan Brown / Il realismo dei romanzi “fantavaticani”», lo storico Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano, parla del libro Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson, più volte raccomandato da papa Francesco: «Scritto nel 1907 da un convertito, per di più figlio del primate anglicano, questa visione di tenore apocalittico delinea...». Complimenti per la concordanza. Vian scrive inoltre che il romanzo Eminenza di Morris West è del 1999, invece uscì nel 1998.
[11 agosto 2024]

Sallusti, colpevole grammaticale che non la fa franca
Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, in un editoriale di prima pagina contesta il motto molto giustizialista «chi se ne importa se un innocente passa mesi o anni in carcere, problemi suoi»: «Continua a pensarla così anche Piercamillo Davigo, l’ex pm noto per il teorema “un innocente è solo un colpevole che l’ha fatta franca” e che ieri ha rincarato la dose con un’articolessa su il Fatto Quotidiano nel quale sostiene…». Qualunque cosa sostenga Davigo, articolessa (femminile) vuole la preposizione articolata nella. Per molto meno il nostro maestro delle elementari avrebbe chiesto l’ergastolo. Con lui nessuno la faceva franca.
[9 agosto 2024]

La punteggiatura creativa di Belpietro
Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «E però, se l’argine agli oltraggi e al vituperio, si può capire, comprendere perché la parola di chi critica la partecipazione di Imane Khelif alle Olimpiadi nella categoria donne debba essere vietata è più difficile». Eccellente esempio di punteggiatura creativa. Il nostro amico Cesare Marchi la chiamava «la virgola che uccide».
[11 agosto 2024]

Il Foglio da dimenticare sulle grafie dei nomi
Sul Foglio il cardinale Dominik Duka, domenicano e arcivescovo emerito di Praga, critica dal punto di vista storico, ma con un occhio all’oggi, e in particolare alle relazioni con la Cina, la politica adottata dalla Santa Sede verso la fine del pontificato di Giovanni XXIII e durante quello di Paolo VI nei confronti soprattutto dei regimi comunisti europei «per salvaguardare la vita delle comunità locali e ciò anche sacrificando i desideri e le aspettative delle chiese locali». Ma nell’articolo è sbagliata la grafia dei nomi del cardinale ungherese Jószef Mindszenty e addirittura (anche nel titolo) del presidente Vaclav Havel, «con il quale», scrive Duka, «ho una volta condiviso una cella». Le grafie corrette sono infatti «József» e «Václav».
[9 luglio 2024]

Per Leonardo Coen l’Escherichia coli è nella pioggia
Incipit di un articolo di Leonardo Coen, dedicato alle Olimpiadi di Parigi, sul Fatto Quotidiano: «Le acque della Senna fanno schifo. Dispiace dirlo, in fondo non è colpa del fiume, ma della pioggia. Più cade, più degrada la qualità dell’acqua. Nel senso che i tassi di Escherichia-coli e altri batteri aumentano e superano i livelli consentiti per la balneazione». Credevamo che l’Escherichia coli vivesse nell’intestino degli animali e dell’uomo e che fosse presente negli scarichi fognari a causa degli impianti di depurazione assenti o malfunzionanti. Scoprire da Coen che è la pioggia a portarla, anziché a diluirne la concentrazione, è scientificamente sconvolgente.
[29 luglio 2024]

La Presse: Giuseppe Conte non resterà inerme
Titolo dell’agenzia La Presse: «Autonomia, Conte: “Oltre 200mila firme per referendum, segnale importante”. Il leader del M5S: “L’Italia non si spacca, non resteremo a guardare inermi”». Il proposito dell’ex presidente del Consiglio suona assai bellicoso, quindi mal si concilia con l’aggettivo inerme, cioè «che è senza armi e senza difesa» (sinonimi: «disarmato, indifeso»). Più probabile che i pentastellati non restino a guardare inerti.
[29 luglio 2024]

Per Repubblica dal 30 luglio al 1° agosto sono 6 giorni
Emanuele Lauria sulla Repubblica del 1° agosto dà conto di una manovra a suo dire ordita da Giorgia Meloni: «Nella hall del Regent, l’hotel di lusso fra le vie dello shopping pechinese, la prima ministra ha messo a punto un’offensiva cominciata sei giorni prima, il 30 luglio, giorno in cui Repubblica in anteprima dà conto del contenuto del report sullo Stato di diritto». Il giornale fondato da Eugenio Scalfari deve aver varato a insaputa dell’Italia una riforma del calendario. Oppure Lauria non sa contare.
[1° agosto 2024]

Jerger non è nata sul lago di Cosenza (che non esiste)
Dalla Lettura, settimanale culturale del Corriere della Sera, apprendiamo che Ilona Jerger, autrice del romanzo Konrad (Neri Pozza), «nata nel 1966, è cresciuta sul lago di Cosenza». Essendo Jerger tedesca, ci pare più probabile che sia cresciuta sul lago di Costanza, anche perché il lago di Cosenza non esiste.
[4 agosto 2024]

La vignetta antisemita del Fatto Quotidiano
Il Fatto Quotidiano pubblica una vignetta di Beppe Mora, che raffigura due ebrei in ansia per l’annunciata rappresaglia dell’Iran. Il titolo recita: «Israele col fiato sospeso». Uno dei due, che indossa il cappello a larghe tese dei rabbini, commenta: «Moriremo tutti asfissiati...». Essendo già accaduto in passato ad Auschwitz, ci sembra una battuta d’arresto, e non in senso musicale.
[8 agosto 2024]

Sono gli airbag a uccidere, non gli scandali
Secondo Giusi Fasano (Corriere della Sera), Martina Guzzi, 24 anni, la studentessa rimasta uccisa in un incidente stradale per «un malfunzionamento del sistema di detonazione dell’airbag», così hanno stabilito i consulenti della Procura di Catanzaro, sarebbe «vittima dello scandalo degli airbag mortali». Semmai sarà una vittima degli airbag, e ciò rappresenta senza dubbio uno scandalo.
[23 luglio 2024]

Per La Stampa si chiama Célin Dyon
Angelo Di Marino, inviato della Stampa a Parigi, intervista Marco Balich, regista di grandi eventi, il quale in passato ha firmato 14 cerimonie inaugurali tra Olimpiadi e Paralimpiadi, tra cui quella di Torino 2006, e gli fa dire: «Alcune cose di intrattenimento magari sono state di livello come Céline Dyon piuttosto che Lady Gaga». Dovendo escludere che Balich si esprimesse con l’alfabeto muto, segnaliamo a Di Marino che la cantante canadese si chiama Céline Dion.
[28 luglio 2024]

Ossigeno alle copie? Ma calano le vendite
Titolo da Italia Oggi: «Il voto Ue dà ossigeno alle copie». Occhiello: «Dati Ads a giugno. Fatto +2%. Sole -5%, Corsera -7%, Repubblica -8%, Giornale -9%». Catenaccio: «Stampa -11% , Giorno -13%, Verità -15%, Libero -16%». Il voto Ue dà ossigeno alle copie con otto segni negativi e uno solo positivo (lo striminzito 2 per cento di aumento del Fatto Quotidiano)? Pensa se le avesse private dell’ossigeno…
[7 agosto 2024]

Corriere dell’Adige, record di errori
Daniele Cassaghi, recensendo per il Corriere dell’Alto Adige un libro di Augusto Sartorelli sull’antisemitismo di Alcide De Gasperi, parla di «un’epoca in cui ancora si celebrava il culto Simonino». Una frase che, senza un di, appare incomprensibile. Essa intende rievocare la storia tristemente celebre di Simonino di Trento, un bimbo ritrovato morto nel 1475, falsamente ritenuto vittima di alcuni ebrei e, tra molte controversie nella stessa Chiesa cattolica, oggetto di un culto precoce che fu abrogato formalmente solo nel 1965. Non pago dell’espressione che così risulta oscura ai più, il giornalista accenna a un altrettanto incomprensibile «plurisecolare e mitologico antiguidaismo cristiano» e cita poi «l’avvallo delle gerarchie cattoliche», scadendo in una forma scorretta di avallo. A questo punto, per non essere da meno, il titolista si avventura in una sintesi audace: «Sartorelli, il libro che rivela l’antisemismo De Gasperi». E sì che il Corriere dell’Alto Adige dovrebbe essere scritto in italiano. Meglio che passi al tedesco.
[9 luglio 2024]

Lorenzetto corregge Scaraffia e sbaglia a sua volta
In questa rubrica, Stefano Lorenzetto rileva un curioso lapsus della scrittrice Lucetta Scaraffia, storica femminista, che sul Foglio ha trasformato lo schwa in «la schwa» e «della schwa». Trattandosi di sostantivo maschile, richiede articolo e preposizione articolata dello stesso genere, scrive Lorenzetto. Che però toppa a sua volta, proponendo il anziché lo. Per fortuna il lapsus non coinvolge la preposizione articolata, dello, correttamente indicata.
[6 agosto 2024]

La Repubblica trasforma l’Opus Dei in Opus day
Sul sito della Repubblica, titolo formidabile e innovativo per un’inchiesta di Enrico Franceschini: «Opus day, le accuse degli ex-membri: “Reclutano e manipolano bambini fragili”». Opus day? Un ircocervo linguistico, metà latino e metà inglese. Non sarà che il titolista si è confuso con l’organizzazione Open Dei? Nell’articolo la risposta: ma no, trattasi dell’Opus Dei, tutto latino, che sta per Opera di Dio.
[3 agosto 2024]

Saviano scrive in stato di trance
«Era il 10 novembre del 2015 quando Efraín Campo Flores e Francisco Flores, trentenni, furono arrestati dall’antidroga americana ad Haiti dove erano andati a ritirare una prima trance di un pagamento di 11 milioni di dollari per spedire 800 chili di coca in Honduras». Così comincia un articolo di Roberto Saviano sul Corriere della Sera. Lo scrittore deve averlo vergato in stato di trance: il sostantivo da usare era tranche, cioè «fetta, parte, quota».
[31 luglio 2024]

Belpietro «si» auspica (non consulta lo Zingarelli?)
«Insomma, tra aggiustamenti dell’effettivo fabbisogno finanziario e crescita delle imposte, nelle casse dello Stato si ritrovano 24 miliardi in più, una somma sufficiente a smentire tutte le cassandre che si auspicavano un disastro finanziario che mettesse in croce il governo», afferma Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nel suo editoriale in prima pagina. Bastava scrivere «che auspicavano», come consigliato da un vistoso «Nota bene» in caratteri rossi che compare sullo Zingarelli 2025 al lemma auspicare: «La forma transitiva pronominale auspicarsi (per esempio nella frase “mi auspico un impegno da parte di tutti”) non è consigliabile, dal momento che già la forma transitiva auspicare significa “augurarsi”». A Belpietro tiene compagnia Giulio Silvano sul Foglio: «E anche se non direttamente, il quotidiano newyorkese sembra esser d’accordo con un passaggio fluido verso la vicepresidente, così come si è auspicato Biden».
[25 e 23 luglio 2024]

La femminista Scaraffia femminilizza lo schwa
In un articolo intitolato «Altro che schwa», apparso sul Foglio, Lucetta Scaraffia incorre in un lapsus curioso per una femminista: scrive «la schwa» (due volte) e «della schwa». Ma schwa è sostantivo maschile invariato (dal tedesco Schwa, mutuato dall’ebraico sheva, derivato da shaw, che significa «niente») e quindi richiede l’articolo il e la preposizione articolata dello.
[24 luglio 2024]

Il Giornale nomina Cassese presidente della Consulta
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Cassese: “Toti? Irragionevole continuare con i domiciliari”». Occhiello, tutto maiuscolo: «L’ex presidente della Consulta». Medesimo concetto espresso dal sito del Giornale: «Parola di Cassese: “Irragionevole continuare con la custodia di Toti”. Il parere dell’ex presidente della Consulta nella memoria difensiva». In realtà, il professor Sabino Cassese ha accumulato nella sua vita un numero impressionante di presidenze in commissioni ministeriali di studio o di indagine e ha diretto vari progetti di ricerca e di analisi del Consiglio nazionale delle ricerche (tra cui il progetto finalizzato all’organizzazione e al funzionamento della pubblica amministrazione). È stato altresì presidente della Commissione di indagine del patrimonio immobiliare pubblico (presidenza del Consiglio dei ministri); presidente della Commissione per la riforma delle partecipazioni statali (ministero delle Partecipazioni statali); presidente della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali; presidente della Commissione speciale della Camera per l’esame dei progetti di legge recanti misure per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di corruzione; presidente del Banco di Sicilia; presidente della cooperativa Creditagri Italia; presidente della Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo. Presiede inoltre il Comitato per la determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni). Non sappiamo se abbia anche la presidenza di qualche bocciofila. Di sicuro, contrariamente a quanto asserito dal Giornale, non è stato presidente della Corte costituzionale o Consulta che dir si voglia. Stefano Zurlo, autore dell’intervista con Cassese, non è il colpevole dell’esagerata qualifica: solo la vittima della cultura un tanto al chilo della direzione, che cura o almeno vigila sulla prima pagina. Ma Alessandro Sallusti, come Omero, qualche volta dorme e Zurlo si guarda bene dallo svegliarlo.
[9 luglio 2024]

Le «vittime di don Battaglia», arcivescovo di Napoli
Titolo dal sito del Mattino: «“Scampia sa sempre rialzarsi”, l’addio alle vittime di don Battaglia». Domenico Battaglia è l’arcivescovo di Napoli ma, a giudicare da questo titolo maldestro, sembra un killer camorrista.
[29 luglio 2024]

I gerundi dell’Ansa stravolgono il titolo su Gaza
Titolo dall’Ansa: «Casa Bianca condanna le proteste pro Gaza bruciando le bandiere. E inneggiando a Hamas». Secondo La grammatica italiana della Treccani, «di norma, in quasi tutti i suoi usi, il gerundio ha lo stesso soggetto del verbo di modo finito al quale si collega». Quindi, scritto così, le azioni «bruciando le bandiere» e «inneggiando a Hamas» sono del soggetto «Casa Bianca». Il che non può essere, ovviamente.
[25 luglio 2024]

Per Domani a Venezia c’è «la procura sul sindaco»
Incipit di un servizio firmato da Serenella Bettin su Domani: «L’inchiesta del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza coordinata dalla procura di Venezia sul sindaco Luigi Brugnaro e il suo assessore Renato Boraso è incentrata su due filoni». Non sapevamo che esistesse una Procura sui sindaci e sugli assessori.
[18 luglio 2024]

Feltri si confonde con Pater noster e Ave Maria
Vittorio Feltri racconta sul Tempo il suo amore per la Capitale e osserva: «A Roma c’è il Vaticano, ed il solo fatto di accogliere sul suolo romano il Papa e la madre di tutte le chiese viene percepito come una protezione divina, una assoluzione automatica e dovuta che in qualche modo cancella tutti i peccati dei romani, una religiosità casereccia che li fa tornare santi e vergini con un semplice segno della croce e due Pater Nostrum e Ave Mariae, recitati senza naturalmente andare mai a confessarsi». E anche senza conoscere il latino, considerato che sono Pater noster e Ave Maria.
[26 luglio 2024]

Il morto è un marocchino, non un ragazzo: meno male...
Dal sito della Stampa: «Non sarebbe di un ragazzo ma di un marocchino il cadavere trovato stamattina all’alba in via Ticino a Oleggio, vicino a un fossetto». I marocchini, com’è noto, nascono già con la barba, pronti per la catena di montaggio a Mirafiori.
[26 luglio 2024]

Hoara Borselli, la giornalista del «si»
Sul Giornale, Hoara Borselli intervista il vicepremier Antonio Tajani. Domanda: «Ma lei vede bene la Von der Leyen». Risposta: «Si». Domanda successiva: «È un tema che le sta particolarmente a cuore». Risposta: «Si». Dalla «lingua del sì» siamo passati a quella del «si», con buona pace di Dante Alighieri, che nella Divina Commedia scrive «del bel paese là dove ’l sì suona» (Inferno, XXXIII, 80).
[18 luglio 2024]

Titoli esoterici
Titolo dal Corriere della Sera: «“Io garbato” / La linea del sindaco / Salvini: non c’entro». Catenaccio: «Il ministro: pratica seguita da altri». Tutto chiaro.
[18 luglio 2024]

Matzuzzi sbaglia la data di uscita del Vicario
Nella rubrica Spina di Borgo sul Foglio, il vaticanista Matteo Matzuzzi, pubblicizzando un podcast vaticano sul rapporto tra Chiesa e nazionalsocialismo, scrive che «“Il Vicario” di Rolf Hochhuth arriverà solo nel 1964». Invece il dramma Der Stellvertreter, fortemente critico del comportamento di Pio XII a proposito della persecuzione e dello sterminio degli ebrei, venne rappresentato per la prima volta a Berlino già il 20 febbraio 1963 e giunse in Italia soltanto due anni più tardi, beccandosi una sonora stroncatura storica da Giovanni Spadolini in un articolo apparso sul Resto del Carlino il 18 febbraio 1965.
[11 luglio 2024]

Una violenza che porta il nome di Liliana Segre?
Secondo Rinaldo Frignani (Corriere della Sera), la senatrice a vita Liliana Segre «presiede la Commissione del Senato per lo studio dei fenomeni di intolleranza, razzismo, istigazione all’odio e alla violenza che porta il suo nome». Non bastava che venisse deportata da bambina ad Auschwitz, dove furono gasati il padre Alberto e i nonni Olga e Giuseppe: ci voleva anche un giornalista maldestro che la indicasse come colei che ha dato il nome a un certo tipo di violenza.
[11 luglio 2024]

Ci sono cose defilate che danno nell’occhio?
Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano: «E invece ecco una bella trasmissione nuova di zecca in arrivo per Mario Sechi, ora direttore di Libero. Una cosa defilata, per non dare troppo nell’occhio». Esistono anche le cose defilate che danno nell’occhio?
[20 luglio 2024]

Belpietro si ostina con il francese zoppicante
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, si ostina a ricorrere, nei suoi editoriali, a un francese zoppicante. Riferendosi a Emmanuel Macron, parla di «monsieur le president». La grafia corretta è président, con l’accento acuto sulla prima e.
[27 luglio 2024]

Torno e la capacità giuridica di Ezra Pound
Su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore, Armando Torno parla del poeta Ezra Pound arrestato nel 1945 con l’accusa di propaganda antiamericana: «Si decide di rinchiuderlo nel manicomio criminale di St. Elizabeths, in attesa che possa riprendersi. Qui passerà tredici anni, senza aver subìto un processo, soprattutto senza che gli venga restituita la personalità giuridica». Sbagliato: era in ballo la capacità giuridica. La personalità giuridica designa invece la capacità di un ente di essere soggetto di obblighi e titolare di diritti, quindi trattasi di una creazione del diritto e non di un soggetto reale, come documentato in un interessante saggio di Filippo Ranieri, L’invenzione della persona giuridica (Giuffrè Francis Lefebvre).
[21 luglio 2024]

Lilli Gruber su Meloni insofferente verso l’anniversario
La pagina Facebook del Corriere della Sera riporta una frase di Lilli Gruber tratta dalle risposte date ai lettori su 7, il settimanale del quotidiano milanese: «La scelta del linguaggio di Giorgia Meloni non è neutra: la leader di Fratelli d’Italia ha imparato da Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump. E la sua tecnica è quella della contrapposizione estrema, del “noi opposti a loro”, di gruppi sociali inconciliabili; è un metodo che prospera sulle paure ed esaspera l’insofferenza verso l’anniversario che diventa nemico da odiare, chiunque egli o ella sia». L’anniversario odiato da Meloni sarà il 25 aprile?
[1° luglio 2024]

La Verità e il distributore travestito da Batman
Titolo dalla Verità: «Ruba le sigarette dal distributore vestito da Batman: ladro in manette». Non sapevamo che esistessero i cosplay anche fra i distributori automatici e che avessero una predilezione per il costume del personaggio dei fumetti creato da Bob Kane e Bill Finger. (A parità di battute e di righe, era decisamente preferibile una diversa costruzione del periodo: «Vestito da Batman ruba le sigarette dal distributore: ladro in manette»).
[26 luglio 2024]

Poche ore, pochi giorni, tutto fa brodo
Secondo Milano Today, la petizione per intitolare l’aeroporto di Milano Malpensa a Luca Attanasio, l’ambasciatore ucciso in Congo nel 2021, «lanciata in rete ha raccolto 5mila firme in poche ore», strilla il titolo. Poi vai a leggere il testo e scopri che «in pochi giorni la petizione lanciata on line ha raccolto quasi 5mila firme». Ecco una redazione che tiene il tempo.
[8 luglio 2024]

Il ministro Sangiuliano sbaglia anche nel fare le pulci
Gennaro Sangiuliano, ex direttore di giornali, ministro della Cultura e detentore del poco invidiabile primato di recordman degli sfondoni, ha deciso di superarsi. È lui stesso ad annunciarlo a Simone Canettieri, che ne scrive sulla prima pagina del Foglio: «Sangiuliano però è stanco di essere spernacchiato per gli strafalcioni che gli causano poi fischi in pubblico e – si presume – malessere all’ego. “E allora sto raccogliendo tutti gli errori di giornalisti e politici per poi pubblicare un agile libretto”», che s’intitolerà Le gaffe degli altri. Per i soli cronisti potrà copiare agevolmente da questa rubrica, arrivata in quattro anni a oltre 2 milioni di caratteri, nel qual caso più che «un agile libretto» potrebbero venirne fuori quasi quattro tomi, ognuno dei quali lungo quanto I Promessi Sposi. Ma l’aspetto irresistibile è che il novello spulciatore riesce a sbagliare anche mentre scova le pulci dei suoi ex colleghi: «Tira fuori il cellulare. Fa i nomi: “Luca Bottura ha confuso un ministro croato con quello di un altro paese”». Ecco, Sangiuliano diventa gaffeur persino quando è assistito dal suo smartphone. L’errore che denuncia fu commesso da Bottura – «sfaccendato della facezia» (ipse dixit) che fa ridere solo sé stesso – in un commento apparso sulla Stampa l’11 febbraio 2023, nel quale infilò questa perla: «La mano nella mano del presidente Mattarella con l’omologo croato Pahor, cancellate». Ora, non si comprende in che cosa Boris Pahor, morto a 108 anni nel 2022, fosse omologo di Sergio Mattarella. Ma è certo che egli era di origine slovena, non croata, naturalizzato italiano, e non fu mai né presidente né ministro, bensì solo scrittore e direttore-editore della rivista Zaliv (Golfo) pubblicata a Trieste. Sangiuliano dietro la lavagna. O nel banco degli asini con Bottura, a scelta.
[25 luglio 2024]

Gnoli crede che l’aldilà sia «un al di là»
«Un al di là dove verremo giudicati con un occhio più benevolo di quello che noi stessi in questo viaggio terreno esercitiamo», fa dire a Filippo Ceccarelli su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica, l’intervistatore Antonio Gnoli. Ah, la secolarizzazione! Una volta c’era l’aldilà, sostantivo, sinonimo di altro mondo, oltretomba, vita ultraterrena, da non confondersi con la locuzione prepositiva al di là.
[21 luglio 2024]

Allam attende cortesemente
Il giornalista Magdi Cristiano Allam si ritiene minacciato da Zulfiqar Khan, imam del Centro islamico Iqraa di Bologna, e indirizza una lettera aperta al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per denunciarlo. La missiva, pubblicata dalla Verità, si chiude con la seguente frase: «La ringrazio per l’attenzione e attendo cortesemente un suo riscontro». Esiste anche l’attesa scortese?
[16 luglio 2024]

Un premier progressista da 15 anni
Titolo dal Corriere della Sera: «Il discorso “laburista” del re / Carlo presenta Starmer / (e la sua riforma dei Lord)». Catenaccio: «Primo programma scritto da un premier progressista da 15 anni». Un riformatore stagionato. (Forse era preferibile: «Primo programma da 15 anni scritto da un premier progressista»).
[18 luglio 2024]

Giansoldati cita Dante ma riesce a storpiarlo
«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, chè la dritta via era smarrita». Notevole l’incipit dell’articolo di Franca Giansoldati, vaticanista, nelle pagine culturali del Messaggero. Sono i tre versi più noti della letteratura italiana, e citarli è segno di umiltà. Però la prossima volta che le capitasse di ricorrere alla terzina posta in apertura della Divina Commedia veda di usare l’accento giusto, e cioè acuto: il ché (congiunzione in forma letteraria) rappresenta l’aferesi di perché, quindi non può avere l’accento grave di cioè e ahimè. Anche se le trascrizioni più antiche del capolavoro di Dante Alighieri non usano alcun accento. E comunque il Sommo Poeta scrisse «diritta via», non dritta.
[2 luglio 2024]

Su Maria Rosaria Omassio due errori in quattro parole
Ricordando l’attrice Maria Rosaria Omaggio, scomparsa di recente, Daniele Priori riferisce su Libero che «da ragazza collezionò anche due copertine dell’edizione internazionale di Playboy». Due errori in sole quattro parole: le copertine furono tre (maggio 1976, luglio 1980, novembre 1982), tutte apparse sull’edizione italiana del mensile fondato da Hugh Hefner, non su quella internazionale.
[2 luglio 2024]

Troppo, troppo: i titoli di Domani con eco incorporata
Titolo da Domani: «Toti si dimetta: è già troppo tardi / Meloni? Troppo “fascia” per il Ppe / Il Pd lotti contro le diseguaglianze». Quando è troppo è troppo.
[18 luglio 2024]

Correttore automatico: Bandinelli diventa Banditelli
Andrea Arzilli dà conto nella cronaca romana del Corriere della Sera dei ritrovamenti durante i lavori di scavo a piazza Pia, tra Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione, e scrive di un’associazione intitolata al celebre archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, che il correttore automatico non conosce e trasforma perciò in Ranuccio Bianchi Banditelli. Ma rileggere no?
[19 giugno 2024]

Codacons e Ansa credono che esista il reato penale
L’Ansa informa che «il Codacons ha presentato alla Procura della Repubblica di Milano e all’Antitrust un esposto con cui chiede di sanzionare e bloccare le speculazioni legate ai concerti di Taylor Swift» a Milano: secondo l’associazione, alcuni siti vendevano i biglietti a prezzi superiori ai 13.000 euro. Pertanto, specifica la notizia, «si ritiene opportuno segnalare una pratica commerciale che oltre ad essere scorretta potrebbe integrare gli estremi del reato penale». Il significato di reato è «infrazione di una norma penale» (Lo Zingarelli 2025), quindi l’espressione reato penale è giuridicamente incongruente. I reati sono sempre penali, non esistono quelli civili o amministrativi.
[12 luglio 2024]

Scaramuzzi e gli sfondoni sulla storia della Chiesa
Iacopo Scaramuzzi sulla Repubblica scrive da Trieste: «Qui si svolge la cinquantesima settimana sociale dei cattolici, appuntamento che va avanti fin dal 1927, quando era in vigore il non expedit papale alla partecipazione dei fedeli alla vita politica italiana». Scaramuzzi sarà forte in cronaca, ma latita in conoscenza storica: il non expedit fu formalmente tolto da Benedetto XV nel 1919 e le Settimane sociali nacquero nel 1907, non nel 1927, su iniziativa dell’economista e sociologo veneto Giuseppe Toniolo (1845-1918), beatificato da Benedetto XVI nel 2012. Scaramuzzi è vaticanista. «Manco le basi der mestiere, te ricordi» (Mario Brega in Un sacco bello di Carlo Verdone, rivolto al prete che non rammentava il nome del personaggio davanti al quale Ponzio Pilato si lavò le mani).
[5 luglio 2024]

Muore mentre fa il bagno, però in spiaggia
Titolo dal sito di Leggo: «Malore in spiaggia mentre fa il bagno, turista muore davanti ai bagnanti». Avrà avuto il malore in mare, non in spiaggia. A meno che non stesse facendo un bagno di sabbia.
[11 luglio 2024]

«Io la credo, la crediamo tutti»: al Csm parlano così?
Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera fa parlare Rosanna Natoli, componente laica del Consiglio superiore della magistratura, la quale, riferendosi alla giudice catanese Maria Fascetto Sivillo, sotto accusa proprio davanti alla sezione del Csm di cui faceva parte Natoli, afferma: «Io le do tutte le ragioni del mondo, io la credo, la crediamo tutti in Disciplinare». Ignoriamo in che modo parlino i magistrati giunti al vertice della carriera, ma ci è noto il modo con cui i cronisti del Corriere della Sera di solito riportano le loro parole, e non è quello sbalorditivo di Bianconi, che nella circostanza sembra tratto da Io speriamo che me la cavo.
[20 luglio 2024]

Sallusti e il «chi» singolare e plurale
Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, scrive a proposito dell’attentato a Donald Trump: «Ecco, se la sinistra la smettesse una buona volta di fare passare chi non la pensa come lei per pericolosi fascisti, forse, dico forse, eviteremmo di armare mani già di per sé criminali». Altrettanto pericoloso, sia pure solo dal punto di vista grammaticale, è trattare nella stessa frase il pronome chi la prima volta come singolare e la seconda come plurale. Per lasciare quel chi, Sallusti avrebbe dovuto scrivere «pericoloso fascista».
[15 luglio 2024]

Belpietro incespica nella lingua francese
Nel suo editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, si chiede perché il partito di Marine Le Pen non abbia diritto di governare: «E in base a quale criterio? Alla sensibilità di monsieur le président? Oppure di quella cerchia di gran commis d’etat che l’hanno portato all’Eliseo?». Sfoggio di lingua francese zoppicante: mancano una consonante, un articolo e un accento. La locuzione corretta è «grand commis de l’État». In questo caso, grands, plurale.
[2 luglio 2024]

C’è anche la disabilità di solida fede repubblicana
Anna Lombardi, inviata speciale della Repubblica a Milwaukee: «Di buon mattino il ventenne ha chiesto l’arma in prestito al padre Matthew Brian, 53 anni, assistente sociale specializzato in disabilità di solida fede repubblicana». Lavoro interessante.
[18 luglio 2024]

Non nominare lo scudetto invano
Marco Imarisio, inviato dal Corriere della Sera a seguire la vittoria del leader laburista Keir Starmer, raffigura il nuovo premier britannico «come un allenatore di calcio che non nomina la parola scudetto solo dopo la certezza matematica di averlo vinto». Semmai lo nominerà solo dopo averlo vinto, altrimenti che scaramanzia sarebbe?
[5 luglio 2024]

I «due neuroscienziati» di Parente sono un solo
Sul Giornale, lo scrittore Massimiliano Parente recensisce Guardate meglio (Raffaello Cortina editore) di Tali Sharot e Cass Robert Sunstein, definendoli «due neuroscienziati», ma solo la prima lo è: Sunstein è un costituzionalista che insegna presso la Harvard law school, dove ha fondato e dirige il Programma di economia comportamentale e politiche pubbliche.
[14 luglio 2024]

Mephisto rende visitabile il bagno penale della Gorgona
Il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore s’immerge nel Tirreno: «A poche miglia da Livorno, Gorgona (“Gorgon inter Pisanum Cyrnaicumque latus”, la descrive Rutilio nel V secolo d.C.) l’ultima ad essere tutt’oggi bagno penale (fin dal 1869) con un’ottantina di prigionieri, visitabile su appuntamento. Dante nel XXXIII canto dell’Inferno la cita a proposito di Ugolino della Gherardesca: “Ahi, Pisa, vituperio delle genti...”». Innanzitutto, di visitabile su prenotazione c’è solo l’isola, non certo il penitenziario. In secondo luogo, la Gorgona è citata nella terzina successiva. E la frase esatta è «Ahi, Pisa, vituperio de le genti», non delle.
[14 luglio 2024]

«Il chierico vagante» colleziona svarioni
Fabrizio d’Esposito nella sua rubrica Il chierico vagante sul Fatto Quotidiano si sofferma sul caso di Carlo Maria Viganò, che chiama «l’ex arcivescovo». Erroneamente, perché il prelato scismatico, pur scomunicato, resta sempre arcivescovo, come a suo tempo Marcel Lefebvre, che infatti nel 1988 consacrò ben quattro vescovi. Chiudiamo poi un occhio sulla stridente virgola nella frase «Gibson, paragona Viganò», sulla definizione «secevacantisti» invece di sedevacantisti e sull’espressione «Concilio Vaticano II di Giovanni XXIII», che fu anche, se non di più, di Paolo VI, il quale lo guidò dal 1963 e lo concluse nel 1965, mentre papa Roncalli, che pure lo aprì l’11 ottobre 1962, morì appena otto mesi dopo, il 3 giugno 1963. Ma davvero imperdonabile è l’errata traduzione di «It is as it was», commento attribuito a Giovanni Paolo II e riferito al film The Passion of the Christ di Mel Gibson. Secondo d’Esposito, significherebbe infatti «È stato come è stato», ma in questo modo viene resa incomprensibile e depotenziata la frase, che invece bisogna tradurre «È come è stato», cioè il film di Gibson rispecchia quello che è avvenuto.
[15 luglio 2024]

Lorenzetto e i matrimoni del bigamo Mussolini
Intervistando lo scrittore Mario Biasioli per L’Arena, Stefano Lorenzetto osserva che Ida Dalser, fatta morire dal Duce in manicomio (la stessa fine riservata dal dittatore anche al loro figlio Benito Albino), fu «la prima e unica moglie che Mussolini sposò religiosamente». La faccenda è però controversa. Come raccontano Alberto Mazzuca e Luciano Foglietta nel saggio Mussolini e Nenni amici nemici (Minerva edizioni), Benito Mussolini sposò Rachele Guidi con rito civile il 16 dicembre 1915 e poi con rito religioso il 29 dicembre 1925. Il secondo matrimonio venne celebrato in forma privata a Milano, in una casa di via Mario Pagano, con officiante monsignor Giuseppe Magnaghi, parroco della chiesa di San Pietro in Sala. Resta però in ballo un mistero: se aveva già contratto matrimonio religioso con Ida Dalser, come fece il bigamo Mussolini a risposarsi davanti a un prete? Ingannò il celebrante monsignor Magnaghi? Vi fu un sotterfugio sacrilego della Chiesa a favore dell’uomo divenuto nel frattempo capo del Governo? Il matrimonio religioso contratto da Mussolini con Ida Dalser resta in ogni caso, agli effetti canonici, l’unico valido, non essendo mai stato sciolto. Esso fu celebrato nell’autunno del 1914 a Milano e trascritto nella parrocchia di Sopramonte (Trento), paese d’origine della sposa, a margine dell’atto di nascita. Ma la pagina «fu strappata nel 1925 da gente interessata», come confessò negli anni Cinquanta don Luigi Pedrolli ad Antonio Zieger, bibliotecario del Comune di Trento. L’originale non s’è mai ritrovato.
[7 luglio 2024]

Fidanzamento davanti agli amici e alle famiglie
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Francesco Bagnaia e Domizia Castagnini hanno detto sì: il due volte campione di MotoGp e la fidanzata si sono sposati al Duomo di Pesaro dopo otto anni di fidanzamento davanti agli amici e alle loro famiglie». Ignoriamo come sia il fidanzamento dietro.
[21 luglio 2024]

La Verità trasforma i testimoni di Geova in assassini
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Rimini, svolta nel delitto dei Testimoni di Geova». L’occhiello recita: «In carcere il vicino di Pierina, 78 anni: l’avrebbe uccisa per coprire una tresca amorosa». Non risulta che il senegalese indagato e arrestato sia testimone di Geova, quale invece è la vittima. La logica e la memoria dovrebbero aiutare a evitare equivoci. Per cui nessuno si sogna di citare «il delitto Matteotti» come «il delitto di Matteotti». Era preferibile l’errore dell’allievo del maestro Sperelli, che nel tema in classe riportato in Io speriamo che me la cavo di Marcello D’Orta (Mondadori, 1990), li chiamò «testimoni di Genova». Sempre meglio che scambiarli per assassini.
[17 luglio 2024]

Paolo Mieli scrive il contrario di ciò che pensa
Nell’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera, Paolo Mieli dà l’impressione di affermare il contrario di quello che avrebbe voluto dire, ciò che per un maestro di tiro millimetrico al bersaglio della sua levatura (altro che Thomas Matthew Crooks) rappresenta un autogol alla Comunardo Niccolai. Eccolo alle prese con il ginepraio delle interpretazioni sull’attentato a Donald Trump: «Con questo sia chiaro non intendiamo insinuare che quei tre Paesi (Russia, Cina e Iran, ndr) o altre entità a loro collegate abbiano avuto niente a che spartire con l’attentato al Butler in Pennsylvania». La logica porta a ritenere che Mieli intendesse negare risolutamente qualsivoglia manina o manona dei tre Stati, per cui avrebbe dovuto scrivere «qualcosa» invece che «niente». Ma a Sigmund Freud resterebbe largo campo nel decifrare diversamente i pensieri occulti dell’ex bidirettore del Corriere della Sera.
[15 luglio 2024]

Sul Sole 24 Ore il latino «certiorari» diventa «certi orari»
In un commento sul Sole 24 Ore, Gregory Alegi osserva che «giuridicamente l’opinione nel caso 23-939 Trump v. United States non è una “sentenza” ma la risposta a una richiesta di una “interpretazione autentica” (la cosiddetta certi orari) preventiva a un concetto». In latino, è una parola sola: ai tempi di Ulpiano, certiorari volumus (vogliamo essere certi). Ma Word non lo sa e il correttore automatico la trasforma in certi orari. È anche certo che si potrebbero rileggere i pezzi prima di mandarli al giornale della Confindustria.
[4 luglio 2024]

La concordanza secondo Belpietro
Nel suo editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, parla di «possibilità di partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina (vero affare su cui scommetteva Boris Johnson e molti suoi alleati)». Complimenti per la concordanza.
[17 luglio 2024]

Il déjà vu alla vaccinara di Galeazzi
Giacomo Galeazzi intervista Riccardo Di Segni sulla Stampa e fa dire al rabbino capo di Roma, a proposito dell’antisemitismo: «Per alcuni aspetti sembra un deja vu». Non è un’espressione giudaico-romanesca, bensì la versione alla vaccinara di déjà vu.
[4 luglio 2024]

Titolo da capra su Domani
Titolo da Domani: «Pier Silvio resta in panca». La locuzione corretta è «sedere, stare in panchina», non «in panca». Sopra la panca campa la capra, commenterebbe Vittorio Sgarbi.
[18 luglio 2024]

Kamala Harris afroamericana? Lei non lo sa
Sul Corriere della Sera, a corredo di un articolo di Federico Rampini, appare la foto di Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti. La didascalia rileva: «È la prima donna e la prima afroamericana a ricoprire l’incarico». Ma nel pezzo Rampini ricorda che Harris è figlia di un afrogiamaicano e di un’indiana. La stessa Harris ama definirsi semplicemente americana.
[4 luglio 2024]

La Stampa e «l’atteggiamento ad exludèndum»
Giulia Ricci sulla Stampa intervista Marcello Mazzù, segretario del Pd torinese, e gli fa dire, a proposito degli assessori Pompeo e Messina: «Lamentavano con dispiacere un atteggiamento ad exludèndum». Eravamo rimasti fermi alla conventio ad excludendum, non all’atteggiamento. In ogni caso con la c, non con la x, e senza accento, che il latino non conosce.
[25 giugno 2024]

La Repubblica sposta di 22 anni il record di Pedersoli
«21 giugno 1972, Bud Spencer fa il record dei cento metri a stile libero», titola La Repubblica. L’attore, all’anagrafe Carlo Pedersoli, ex grande atleta, primo italiano che abbia nuotato i 100 metri in stile libero sotto il minuto, era nato nel 1929, quindi nel 1972 aveva 43 anni. Un po’ troppi per mettere a segno un simile record. Che infatti realizzò nel 1950.
[21 giugno 2024]

Le Big Four non sono società di consulenza
Emily Capozucca nelle pagine economiche del Corriere della Sera parla delle «“Big Four”, le grandi società di consulenza del mondo». Per la verità, vengono chiamate Big Four le quattro società di revisione contabile che dominano il mercato mondiale (Deloitte Touche Tohmatsu, Pricewaterhouse Coopers, Ey, Kpmg), le quali nella loro rete hanno anche società di consulenza.
[18 giugno 2024]

Mario Ajello deve ripassare la geografia di Roma
Sul Messaggero, Mario Ajello commenta «una rivoluzione geopolitica» che è «l’ennesimo capitolo della guerra civile, più o meno scherzosamente intesa, tra Roma Nord e Roma Sud». Si tratta nientemeno che del futuro temporaneo trasferimento in via Alessandro Severo, nel secondo semestre del 2025, della storica sede Rai di viale Mazzini, «per lavori di ristrutturazione». Ma il brillante cronista dimostra scarsa conoscenza dei quartieri romani a nord del Vaticano. Scrive infatti più volte che la sede è a Prati, e solo una volta accenna alla «zona Mazzini-Delle Vittorie», mentre tutti i romani, e soprattutto i colleghi del più diffuso quotidiano della capitale, dovrebbero sapere che viale Mazzini è nel quartiere detto «della Vittoria» (ovviamente al singolare, perché allude a quella del 1918), sorto subito dopo il 1870, il quale si estende a nord di Prati. E se il collega sa che a poca distanza da viale Mazzini il ristorante Settembrini «ora si chiama Achilli», ignora stranamente il nuovo nome di Antonini, il celeberrimo e frequentatissimo locale in via Sabotino ora divenuto, appunto, Sabotino, sempre nei paraggi. Chiudendo infine un occhio su due neologismi volutamente ruspanti («romanordari» e «romasuddari») e sul refuso «gulten free» (in luogo di gluten), auspichiamo che al Messaggero qualcuno si prenda la briga, prima di metterli in pagina, di rileggere i pezzi, almeno quelli per così dire «romani», che sono la ragion d’essere del quotidiano della Capitale.
[29 giugno 2024]

L’avvocato «XX Muzzi» del Corriere della Sera
Giuseppe Guastella sul Corriere della Sera: «Non era il tema dell’udienza, ma il presidente Govanna Di Rosa ha chiesto se c’è una struttura disposta ad accoglierlo ai legali di Vallanzasca agli avvocati Corrado Limentani e XX Muzzi che si sono riservati da dare una risposta». Congiuntivo mancante, periodo costruito maldestramente, refusi ma soprattutto grande attesa per l’identità del Mister (doppia) X.
[21 giugno 2024]

Tra Corriere e Repubblica il pluralismo è salvo
Questi i titoli principali dalle pagine sportive del Corriere della Sera: «Lorenzo il Magnifico» (dedicato alla vittoria del tennista Lorenzo Musetti contro l’americano Taylor Fritz a Wimbledon); «Elementare Watkins» (dal nome dell’autore del gol decisivo con cui l’Inghilterra ha sconfitto l’Olanda agli Europei di calcio). Ed ecco quelli della Repubblica: «Lorenzo il magnifico» (si noti la m minuscola); «Elementare, Watkins» (rigorosamente con la virgola). Più che la potenza dell’ovvio, ci piace notare l’emergere di due scuole ortografiche di pensiero. Nello specifico riteniamo che il Corriere abbia ragione a scrivere «il Magnifico» e La Repubblica a mettere la virgola. Il pluralismo è salvo.
[11 luglio 2024]

Lorenzetto dimentica che anche il Papa diceva «c...o»
Nella rubrica Vaccabolario, che tiene sul mensile Arbiter, Stefano Lorenzetto prende in esame l’ubiquitario sostantivo cazzo (presente 1.402 volte sulla stampa italiana negli ultimi sei mesi, 15.146 risultati nell’archivio storico del pur compassato Corriere della Sera), con una disamina letteraria che parte dal 1479 con Angelo Poliziano, passando poi per Giordano Bruno, Giorgio Baffo, Giacomo Leopardi e l’impiegato pontificio Giuseppe Gioachino Belli (cazzo compare nei suoi irriverenti sonetti ben 189 volte). Ma dimentica di citare il cardinale Prospero Lambertini, che da buon bolognese non riuscì a liberarsi dell’intercalare «cazzo» neppure dopo essere divenuto papa con il nome di Benedetto XIV, come ricorda Dino Baldi in Vite efferate di papi (Quodlibet). Racconta Baldi: «Siccome da molte parti gli rimproveravano di essere un po’ troppo sboccato per un pontefice, aveva incaricato il suo affezionatissimo maestro di camera monsignor Boccapaduli (che lui chiamava “mostro di camera”, perché era bruttissimo) di stargli sempre accanto durante le udienze e di tirargli la tonaca ogni volta che gli fosse sfuggita quella parola di bocca. Una mattina presto si presentarono i camerieri segreti a riferire come al solito sugli avvenimenti cittadini. C’era stato, dissero, un incendio nel rione Monti. “Cazzo! Ci sono morti?”, chiese il papa. Subito Boccapaduli dette una strattonata alla tonaca, e il papa sottovoce: Avi rason… Continuando il racconto dei fatti di Roma, ogni volta il papa li commentava con un “cazzo!”, e ogni volta il servitore dava uno strappo. Alla fine, stanco di tutto quel tirare, gli urlò contro: “Hai rotto i coglioni Boccapaduli! Cazzo cazzo cazzo! La voglio santificare questa parola! Voglio dare l’indulgenza plenaria a chi la pronunci almeno dieci volte al giorno!”. E da allora, nessuno ebbe più da ridire sul suo modo di parlare». Baldi narra anche che Benedetto XIV fu svegliato in piena notte dal suo cameriere segreto, pallido, sudato ed esitante nel recargli una ferale notizia. «Che è successo?», chiese il pontefice. Silenzio. «Allora? Parlate dunque», si spazientì il papa, preoccupato e arrabbiato allo stesso tempo. Il prete alla fine esalò: «Santità, nel monastero tal dei tali è stata trovata una monaca incinta». «Cazzo!», esclamò Benedetto XIV. «Da come la facevate lunga pensavo fosse incinta un frate! Ma dico, voi mi svegliate per questo? Non se ne può parlare domani? Anche se sono il papa non ho mica la virtù di cambiare lo stato di una donna gravida! Lasciate dormire questo povero vecchio, va là». E riprese sonno.
[12 luglio 2024]

Le scoperte lapalissiane della Stampa
La Stampa intervista lo psicologo Matteo Lancini. Titolo: «Lancini: “Se il successo finisce arriva la delusione”». Grazie per averci avvertito.
[11 luglio 2024]

Una concordanza Selvaggia
Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano: «L’udienza preliminare viene celebrata il 10 ottobre 2023 e da quel momento iniziano una serie di rinvii e di tentativi della difesa di trovare un accordo». Complimenti per la concordanza selvaggia.
[10 luglio 2024]

Il Consiglio del Piemonte dovrà «ricandelizzare»
Giulia Ricci sulla Stampa segue la prima seduta del Consiglio regionale del Piemonte, finita con un rinvio, e specifica che ora si renderà necessario «“ricandelizzare” i lavori del Consiglio piemontese». Le virgolette precauzionali non evitano l’impressione che debba essere rifornita con nuovi ceri l’aula consiliare, manco si trattasse di una camera ardente. Impressione che si sarebbe potuta evitare se Ricci conoscesse l’esistenza dell’orribile verbo burocratico calendarizzare (programmare un’attività o un impegno in base a date o scadenze precise).
[2 luglio 2024]

Bianconi sbaglia a conteggiare gli anni
Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera ricostruisce i misteri della strage di piazza Fontana a Milano: «L’ultima sentenza sulla bomba del 12 dicembre, pronunciata il 2 maggio 2005 ad oltre 45 anni dall’eccidio». Poiché l’attentato avvenne nel 1969, diremmo che di anni ne sono passati 36.
[6 luglio 2024]

Belpietro storpia la grafia del cognome Wojtyla
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, in un suo editoriale parla del cardinale Camillo Ruini, indicandolo come «protagonista di una stagione storica durante il papato di Karol Woytila». Si scrive Wojtyla. Per i puristi aggiungiamo che il cognome polacco ha la l tagliata, che però in Italia quasi nessuno usa.
[17 giugno 2024]

Truzzi riesce a far infiammare una bufera
Silvia Truzzi sul Fatto Quotidiano strapazza Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura: «Dopo la polemica per lo strafalcione ministeriale su Colombo e Galileo, infiamma un’ennesima bufera attorno al festival Taobuk di Taormina». Premesso che avremmo trovato più appropriato il verbo divampa, rileviamo che bufera significa «fortunale, tempesta, burrasca, tormenta». Ora, come faccia a infiammarsi una bufera, durante la quale di norma piove a dirotto e tira un vento impetuoso, è un mistero che solo Truzzi potrebbe dipanare.
[8 luglio 2024]

Di Giacomo trasferisce Lefebvre nel XIX secolo
Nella rubrica Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica, don Filippo Di Giacomo torna sul caso dell’arcivescovo scismatico Carlo Maria Viganò, aspro oppositore di papa Bergoglio, e scrive di un altro prelato che nel 1988 consumò lo scisma con Roma, Marcel Lefebvre. Di Giacomo definisce il presule francese, con una buona dose di esagerazione, «il più grande missionario in Africa del diciannovesimo secolo». Ma l’arcivescovo che fronteggiò Giovanni Paolo II e il cardinale Joseph Ratzinger era nato nel 1905 e morì nel 1991, dunque senza alcun dubbio nel ventesimo secolo, il Novecento.
[12 luglio 2024]

La Verità alza il petrolio senza centrali di pompaggio
Titolo dalla Verità: «Ma quali populisti, l’inflazione è colpa di chi alza il petrolio». Ci pare una sorta di metonimia bisognosa di possenti centrali di pompaggio. Semmai la colpa è di chi alza il prezzo del petrolio.
[14 giugno 2024]

Blair governerà in contemporanea mondiale
Dall’Ansa: «Arriva la Silvio Berlusconi Editore. La nuova casa editrice, che nasce all’interno del Gruppo Mondadori con l’intento di concentrarsi sul pensiero liberale e democratico, debutterà il 5 settembre con un saggio di Tony Blair sull’arte di governare in contemporanea mondiale». I casi sono due: o il libro esce in contemporanea mondiale oppure Blair si appresta a girare il remake del Grande dittatore di Charlie Chaplin.
[25 giugno 2024]

Cruciani e Morvillo si confondono su Guido Barilla
«E poi c’è stato il caso Barilla, finito nei manuali di comunicazione in America. Pietro Barilla disse che non avrebbe mai fatto uno spot con una famiglia gay», rievoca Giuseppe Cruciani, conduttore della Zanzara a Radio 24, intervistato da Candida Morvillo sul Corriere della Sera. Ricordano male entrambi. Quel caso scoppiò nel 2013, quando Pietro Barilla era già morto da 20 anni. Infatti a pronunciare la frase (e subito dopo a pentirsene) fu il figlio, Guido Barilla.
[1° luglio 2024]

L’Unità resuscita Amedeo Matacena
Il sito dell’Unità si occupa di Alessandra Canale, «l’ex “signorina buonasera” che ha vinto la causa contro la Rai» e ha ottenuto di essere «risarcita per danno di immagine»: «Alessandra Pimpinella, questo il suo nome all’anagrafe, è stata a lungo legata all’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, attualmente latitante a Dubai e dal quale nel 1995 ha avuto un figlio». Attualmente Matacena è latitante nell’aldilà: è morto nel 2022. Una prece. Anche per L’Unità.
[18 giugno 2024]

La Ditta dei Windsor filtrata dal whisky
Enrica Roddolo sul sito del Corriere della Sera: «Non a caso, un anno fa all’incoronazione del fratello re, sul punto della Firm, della Ditta dei Windsor, più snella che da sempre era stato un cardine del principe Carlo, aveva detto che per lei la Firm era già fin troppo ridotta ai minimi termini». Quando il whisky scozzese è di pessima qualità.
[24 giugno 2024]

Belpietro coniuga male il verbo del nome collettivo
In un suo editoriale, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, parla di «quel tal Aboubakar Soumahoro che la coppia Bonelli e Fratoianni hanno portato in parlamento con la lista Alleanza Verdi e Sinistra». Il soggetto della frase è la coppia, che, in quanto nome collettivo, richiedeva il verbo coniugato al singolare: «ha portato». In un altro editoriale, Belpietro ricorda che «gli addii dell’ex presidente di Alleanza nazionale e dell’uomo che per primo ha avuto l’intuizione di rappresentare la questione settentrionale datano più di un decennio fa». Come precisa il dizionario Treccani, il verbo datare «con uso intransitivo, poco corretto ma ormai diffuso», nel significato di «avere inizio, decorrere», richiede la preposizione da: «datano da più di un decennio».
[22 giugno 2024]

Essere «onorato a» nel dizionario non esiste
Titolo dal sito del Giornale: «“Se Trump vincerà, sarei onorato a lavorare ancora con lui”. Parla Mike Pompeo». Ci si può sentire onorati di o per qualcosa. Per essere onorato a, bisogna prima modificare il dizionario.
[25 giugno 2024]

L’esemplare chiarezza di Marco Travaglio
Editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Violante al passo di Leonardo e Veltroni invitano al “dialogo”». Tutto chiaro.
[22 giugno 2024]

La Repubblica dedica una pagina all’«Augmetin»
La Repubblica dedica un’intera pagina all’Augmentin, con il titolo «Antibiotico di marca il farmaco introvabile. “Il generico è identico ma nessuno lo vuole”». È talmente di marca e famoso che nel sottotitolo viene chiamato «Augmetin».
[25 giugno 2024]

La moglie accoltellata ha ferite da taglio, strano
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Roma, accoltella la moglie e s’impicca in casa: la donna ricoverata con varie ferite da taglio». Se è stata accoltellata, ci pare difficile che potessero essere ferite d’arma da fuoco.
[26 giugno 2024]

Il computer del Sole 24 Ore venuto dal futuro
In un dotto articolo scientifico sul Sole 24 Ore, Giacomo Falcucci, reduce dall’Università di Harvard, tratta di spugne di vetro, fibre di silice, geometria digitale e di «un particolare metodo numerico, quello dei Lattice Boltzmann: la scrittura e l’ottimizzazione del codice di calcolo hanno richiesto anni di lavoro: una volta pronto il codice, abbiamo condotto simulazioni che hanno impegnato il super computer Marconi100 per milioni di ore di calcolo». Deve trattarsi di un computer venuto dal futuro, visto che un solo milione di ore equivale a più di 114 anni.
[18 giugno 2024]

Romain Bardet ha 33 anni, non 23
Didascalia dal Corriere della Sera: «Romain Bardet, 23 anni, taglia il traguardo di Rimini davanti al belga Van der Broek nella prima tappa del Tour». No, Bardet di anni ne ha 33, è scritto pure nel servizio.
[30 giugno 2024]

Tra Infantino e Altobelli è nato l’amore
«La mia passione azzurra», è il titolo con cui La Stampa richiama un testo scritto da Gianni Infantino. L’occhiello recita: «Presidente Fifa, cittadino svizzero, e l’amore nato con Altobelli». A quando i fiori d’arancio?
[28 giugno 2024]

«Il delitto di Anna», ma Anna è la vittima
Titolo dal Corriere della Sera: «Il delitto di Anna, il gip esclude la premeditazione». Il problema è che Anna Sviridenko è la vittima, a strangolarla a Modena è stato l’ex marito Andrea Paltrinieri. La sbrigativa sintesi fa sembrare invece che sia stata la poveretta a compiere un delitto.
[14 giugno 2024]

Belpietro a corto di punti interrogativi
Conclusione di un editoriale di Maurizio Belpietro sulla Verità: «Se il governo di Giorgia Meloni ha visto confermato il mandato dopo un anno e mezzo, in Europa ci deve essere chi lo rappresenta, non chi vi si oppone. Altrimenti a che serve chiedere il parere degli elettori. E soprattutto a che servono l’Europa e i Consigli europei». A occhio, diremmo che gli ultimi due periodi difettino di punti interrogativi.
[14 giugno 2024]

Kononenko, il primo astronauta che gioca nell’Inter
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Il record di Oleg Kononenko: è il primo astronauta ad aver passato oltre mille giorni nello Spazio». Occhiello: «Il giocatore dell’Inter». Il famoso caos cosmico.
[8 giugno 2024]

La Verità e il rimpasto «dentro» il governo
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Alessandro Campi. “Dopo il voto prevedo il rimpasto dentro il governo”». Esiste anche il rimpasto fuori?
[3 giugno 2024]

Muoiono in due, ma il verbo è coniugato al singolare
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Schianto nella notte sulla Palermo-Sciacca. Muore una donna di 20 anni e un bimbo di appena 16 mesi». I soggetti sono due, quindi il verbo andava coniugato al plurale: «muoiono».
[23 giugno 2024]

Le cappelle? Filiali religiose del Gay pride
«È proprio opportuno aprire i luoghi di culto a gruppi e gruppetti i quali, con la scusa dell’inclusione e della non discriminazione, finiscono poi per manipolare il Vangelo, sostituendolo con la Bibbia queer (pubblicata nel 2023), trasformando di fatto chiese e cappelle in filiali religiose del Gay pride?», si chiede Fabrizio Cannone sulla Verità. Ecco, dato l’argomento, avremmo evitato il secondo sostantivo.
[5 giugno 2024]

Avviso ai lettori. Per qualche puntata le Pulci di notte salteranno (è il loro mestiere). A presto!

Il Papa, Martínez-Brocal e la porpora a Parolin
In un estratto del libro di Javier Martínez-Brocal – la cui traduzione italiana edita da Marsilio è stata anticipata dalla Repubblica – basato su un’intervista con papa Bergoglio incentrata soprattutto sul suo predecessore Benedetto XVI, il corrispondente del quotidiano madrileno Abc interroga il Papa a proposito dello scandalo dei documenti riservati filtrati alla stampa nel 2012. «Tra le vittime ci fu anche l’allora cardinale Pietro Parolin, volevano impedire la sua nomina a segretario di Stato», spiega Francesco. Ma l’ecclesiastico veneto nel 2012 non era cardinale, bensì arcivescovo, nunzio apostolico in Venezuela. Sarebbe stato nominato da Bergoglio suo segretario di Stato soltanto l’anno successivo e avrebbe ricevuto la porpora nel 2014. Che il Pontefice, 88 anni il prossimo dicembre, si sia confuso è del tutto comprensibile, ma sorprende non poco che del lapsus papale non si siano accorti né il vaticanista spagnolo autore del libro, che per di più è membro numerario dell’Opus Dei, né successivamente i redattori delle due case editrici, iberica e italiana, né infine quelli del quotidiano romano.
[17 giugno 2024]

Montesquieu, più spirito di vino che delle leggi
Passi scelti da un editoriale di Montesquieu sulla Stampa: «Difesa accanita di quel di una Costituzione»; «miopia spesso strabica»; «Costituzione dei primo decenni»; «quindi, per, radicale abiura»; «corso salviniano della lega»; «espropriato a partire, nientemeno, delle funzioni». Dallo Spirito delle leggi allo spirito di vino.
[15 giugno 2024]

Il diciannovesimo anno di un mandato quadriennale
Paolo Lepri nella rubrica Facce nuove sul Corriere della Sera: «“Ci saranno implicazioni giuridiche, politiche e pratiche”, ha aggiunto il fedelissimo di Abu Mazen, l’ottantantottenne leader giunto al diciannovesimo anno del suo mandato quadriennale alla presidenza della Anp». La famosa macchina del tempo.
[8 giugno 2024]

Belpietro alla guerra fra congiuntivo e concordanza
Incipit dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro, sulla prima pagina della Verità: «Ci sono molte buone ragioni per ritenere che l’elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe risolvere il trasformismo di cui da sempre il nostro Paese è vittima». O «possa risolvere»? Secondo periodo: «Consentirebbe agli italiani di scegliere da chi farsi governare, senza lasciare che a deciderlo sia il capo dello Stato o i partiti». Per una volta che il congiuntivo è azzeccato, risulta sbagliata la concordanza, considerato il soggetto plurimo: «siano il capo dello Stato o i partiti».
[17 giugno 2024]

Sarcina moltiplica il lago di Lucerna
Incipit di Giuseppe Sarcina, inviato del Corriere della Sera a Burgenstock: «Vladimir Putin non ha inviato nessuno qui, tra le montagne e i laghi di Lucerna». Ci pare che a Lucerna ce ne sia un solo, denominato «lago dei Quattro Cantoni».
[16 giugno 2024]

«Conte non schioda»: è diventato falegname?
Titolo dalla Verità: «Pure i Verdi europei scansano il M5s / Ma Conte non schioda». Il verbo transitivo schiodare significa «privare dei chiodi, aprire togliendo i chiodi». Poiché il leader del Movimento 5 stelle non è un falegname, andava obbligatoriamente usata la forma intransitiva pronominale schiodarsi, che in senso figurato e colloquiale sta per «alzarsi, muoversi; staccarsi, spostarsi». Quindi: «Ma Conte non si schioda».
[13 giugno 2024]

Giusi Fasano e i dolori del periodo ipotetico
Incipit di Giusi Fasano sul Corriere della Sera: «Segnatevi questa data: 19 giugno 2024. Quel giorno la Corte costituzionale riprenderà fra le mani un argomento che aveva trattato nel 2019, dopo il caso del suicidio assistito in Svizzera di Dj Fabo. All’epoca scrisse una sentenza epocale per il nostro Paese. In sostanza i giudici dissero che sì, chi lo avrebbe richiesto avrebbe potuto spegnere il cuore con dolcezza, ma a quattro precise condizioni». Ce ne sarebbe una quinta, imposta dal periodo ipotetico, per non impressionare i docenti d’italiano cardiopatici: «Chi lo avesse richiesto» (congiuntivo trapassato) «avrebbe potuto» (condizionale passato).
[10 giugno 2024]

Vian retrodata la nomina dell’arcivescovo Viganò
Giovanni Maria Vian tratta sul Domani del caso dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò e incorre in un lapsus quando scrive che il diplomatico vaticano avversario di papa Bergoglio venne nominato segretario generale del Governatorato vaticano già nel 1992: la data è invece il 2009. Nel 1992, come si legge nello stesso articolo, il prelato fu ordinato arcivescovo e divenne nunzio apostolico della Santa Sede in Nigeria, passando successivamente in Segreteria di Stato come delegato per le rappresentanze pontificie e solo in seguito al Governatorato, prima di concludere la sua carriera come nunzio apostolico a Washington.
[30 giugno 2024]

Veronica Gentili un tanto al chilo
Veronica Gentili nella rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: «Nel corso di una discussione sull’autonomia differenziata, il deputato del Movimento Cinque Stelle Leonardo Donno, ha optato per una protesta icastica». Complimenti per la virgola tra soggetto e verbo. Più avanti: «La reazione è stata un’esplosione di furia iconoclasta in numerosi deputati della maggioranza (non solo in quelli della Lega, notoriamente in polemica con il tricolore, ma anche in quelli di FdI e di FI, che della nazione sovrana si dichiarano paladini), i quali si sono avventati non solo sulla bandiera ma anche su colui che la portava». Repetita iuvant. E poi: «Un parlamentare del Carroccio che punti a farsi un nome non può che spararla grossissima, puntando ad emulare il nuovo punto di riferimento della Segreteria». Quando si dice tenere il punto. Infine: «Domenico Furgiule, deputato leghista (...) E così ha fatto Furgiuele, vaneggiando». O l’uno o l’altro.
[17 giugno 2024]

Colpi di calore in Arabia e a Libero
Libero parla dei pellegrinaggi a Mecca e Medina, obbligatori per gli islamici: «Le celebrazioni quest’anno, però, si svolgono in piena estate, in una delle regioni più calde del mondo. L’anno scorso sono stati registrati più di 10.000, tra cui il 10% di colpi di calore». Tutto chiaro.
[17 giugno 2024]

Pelati confonde Mura Aurelie e Aureliane
Nella cronaca romana del Corriere della Sera, presentando un «percorso ciclopedonale» tra le stazioni ferroviarie di San Pietro e Valle Aurelia, l’ennesimo cantiere che si apre in vista del giubileo, Manuela Pelati scrive di una «vista panoramica sul quartiere, le Mura Aureliane e la cupola di San Pietro», ma confonde la cinta cinquecentesca delle Mura Aurelie con quella del III secolo, ben più celebre, che appunto prende il nome dall’imperatore Aureliano. «Annamo bene», avrebbe commentato la Sora Lella.
[30 giugno 2024]

Con 190.000 lire nel 1955 non compravi una casa
Mario Bernardini, figlio di Sergio, che fu patron della Bussola, storico locale della Versilia, intervistato da Chiara Maffioletti del Corriere della Sera racconta il modo in cui suo padre arruolò Renato Carosone: «Allora i cantanti prendevano 60 mila lire a serata. Mio padre ne offrì 190 mila. Il costo di un appartamento di allora. Aveva rotto il mercato». Carosone inaugurò la stagione estiva della Bussola nel 1955 e 190.000 lire dell’epoca, rivalutate secondo l’indice Istat, corrispondono a 3.293 euro di oggi, con i quali, più che comprare un appartamento, puoi a malapena far tinteggiare due stanze.
[13 giugno 2024]

Quirico fa indossare la redingote al compagno Breznev
Domenico Quirico sulla Stampa: «Guardavamo, nel Novecento, il corpo e la maschera di Leonid Breznev esposti come un oggetto inerte sulla balaustra della piazza Rossa. Ti veniva voglia di metter la mano nella redingote per sentire se il cuore batteva regolarmente». Tralasciando il tempo imperfetto del verbo (batteva) anziché congiuntivo (battesse), riteniamo altamente improbabile, per non dire impossibile, che il segretario del Pcus si sia mai affacciato al terrazzo del Cremlino vestendo la giacca lunga fino al ginocchio indossata come soprabito nel Settecento e nell’Ottocento, detta anche finanziera perché era la divisa d’ordinanza degli uomini di finanza e dei banchieri, cioè dei capitalisti odiati da Breznev. Aggiunge Quirico: «Se l’America pretende di dettare la linea, di scegliere i buoni e i cattivi, ha il dovere di restare fedele al mito tutto in stampatello». O in maiuscolo? [15 giugno 2024]

Al Sole 24 Ore sbagliano le percentuali
Sergio Fabbrini nell’editoriale di prima pagina sul Sole 24 Ore: «Tuttavia, se nel 2019, le due destre (Conservatori europei e Identità e Democrazia) avevano ottenuto, insieme, 118 seggi, con le elezioni del 2024 ne hanno ottenuti 131. In percentuale, si tratta di un aumento dell’1,5 per cento». Non ci pare proprio: l’incremento è dell’11 per cento.
[16 giugno 2024]

Il «più male» di Panebianco
Angelo Panebianco parla della Cina in un editoriale sul Corriere della Sera: «Più male riescono a fare agli occidentali e meglio è per l’impero celeste». Nell’espressione più male evidentemente male va inteso come sostantivo ma, pur corretta, la frase è brutta e sarebbe stato meglio scrivere: «Maggior male riescono a fare agli occidentali e meglio è per l’impero celeste».
[14 giugno 2024]

Ma quanti sanno che Bechis dirige Open?
Titolo della Verità per un editoriale del direttore Maurizio Belpietro: «D’Alema in affari con Tirana strappa un colloquio al Colle: “Per te sempre volentieri”». Sommario: «Secondo “Open”, Baffino gestisce investimenti in Albania». Ma nel testo Belpietro non parla di Open, si limita a citare Franco Bechis. Quanti sapranno che è l’attuale direttore del giornale online fondato da Enrico Mentana? Traballante anche la punteggiatura del periodo in questione, riferito a D’Alema: «Infatti, mentre sul Colle gli viene steso il tappeto rosso, a Tirana, dove secondo Franco Bechis, avrebbe aperto una società di consulenza per favorire gli investimenti, ha le porte spalancate». Dopo Bechis non serviva la virgola.
[3 giugno 2024]

Gli sfondoni del coltissimo Mephisto Waltz
Il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica sul Sole 24 Ore si occupa del «Premio Nobel Claudia Sheinbaum». La neoletta presidentessa del Messico non ha mai vinto l’ambito riconoscimento: ha solo avuto un ruolo nell’Intergovernmental panel on climate change, al quale è stato conferito il premio Nobel per la pace nel 2007. Più avanti, Waltz ne parla come della «candidata di “Fuerza y Corazón por México”, come dire Dio, padre e famiglia». Semmai sarà Dio, patria e famiglia. Poi cita «due donne, la Giorgia nazionale e Elly Schlein, di colpo sugli scudi, a sorpresa persino dei compagni di viaggio». Abbiamo visto esempi di genitivo meno pedestri. Infine il povero diavolo osserva che «Renzi dovrebbe cambiar modi, togliersi quell’aria beffarda da “toscanaccio” (che Montanelli al contrario magistralmente porgeva) e gli ammiccamenti in telecamera, che a suo tempo affondarono Fanfani». Nelle tre o quattro occasioni in cui ci capitò la fortuna di sedere a tavola con Indro Montanelli, il grande giornalista ci è sempre sembrato garbato e prudente nell’eloquio, quasi timido. Tuttavia temiamo che non si sarebbe trattenuto dal dare del bischero a Mephisto Waltz.
[16 giugno 2024]

La Verità è «in fissa»: avvisate i dizionari
Titolo dalla Verità: «L’Europa è in fissa con le auto elettriche ma non sa nemmeno quanta CO2 emettano». Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia non registra né il sostantivo fissa né tantomeno la locuzione in fissa, ma solo «idea fissa, pensiero fisso: fissazione, monomania, ossessione, allucinazione» e «prendere la fissa: andare soggetto a una fissazione o a un’infatuazione». Fissa è presente come sostantivo nello Zingarelli 2025 quale forma familiare: «Pensiero fisso, idea ossessiva, fissazione: avere una fissa». Per cui essere in fissa pare oggettivamente difficile.
[31 maggio 2024]

Enrica Roddolo s’inventa la «Carta Magna»
Incipit di Enrica Roddolo sul Corriere della Sera: «Ottobre 2023. Leonor di Borbone giurava sulla Costituzione, la Carta Magna della Spagna». Ma non si chiamava Magna Carta (propriamente Magna charta libertatum)?
[15 giugno 2024]

Cauto ottimismo dai tempi lunghi
Sempre Enrica Roddolo a proposito della principessa Kate: «Poiché i tempi di recupero saranno ancora lunghi, ma la lettera induce a un cauto ottimismo». Logica vo cercando.
[9 giugno 2024]

Per Roma Today la battigia è la banchina
Roma Today, testata online, pubblica la foto di un’auto in spiaggia con il muso semiaffondato nell’acqua e titola: «Auto in mare: trovata vettura sulla banchina della spiaggia». A giudicare dalla foto ci sembra che l’auto si trovasse sulla battigia, o sul bagnasciuga, per i nostalgici. Di sicuro non sulla banchina.
[1° giugno 2024]

Quando il doppiopetto «smaltisce» le magre
«Il capo che non bisogna assolutamente avere, per non rischiare di usarlo?», chiede Elvira Serra, intervistando il giornalista Carlo Rossella, pluridirettore emerito, sul Corriere della Sera. Risposta dell’arbiter elegantiarum: «Per l’uomo, gli abiti a quadretti: orrendi. Per le donne, l’abito più difficile da portare è il tailleur, eppure molte si ostinano. Il doppiopetto, poi, smaltisce le magre, ma le altre...». Immaginiamo che Serra intendesse scrivere «smagrisce». Ma non sono già magre? Ok, via, smaltirle in doppiopetto nel cassonetto!
[20 giugno 2024]

Belpietro ha un conflitto d’interessi con il congiuntivo
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, appare in conflitto d’interessi con il congiuntivo. Ecco quattro indizi da un suo editoriale. «Per noi è sempre stato chiaro che le cose stavano così». O stessero? «La propaganda grillina a lungo ha insistito sul fatto che gli incentivi a carico dello Stato avevano fatto ripartire l’economia italiana». O avessero? «Ma il problema non è se l’edilizia è ripartita grazie al 110%». O sia? «Il tema è se i soldi pubblici, perché di questo si tratta, sono stati ripagati dalle tasse». O siano?
[19 giugno 2024]

La concordanza secondo Lina Palmerini
Incipit di Lina Palmerini nella rubrica Politica 2.0 sul Sole 24 Ore: «C’è il recordman di preferenze, l’ex sindaco di Bari Decaro, il Governatore Bonaccini, i sindaci Nardella e Ricci». Essendo quattro, diremmo che ci sono, più che c’è. Sempreché la concordanza abbia ancora un senso.
[12 giugno 2024]

Il Giornale fa entrare la Norvegia nell’Ue
Magari il capo degli esteri del Giornale, o il suo vice, o comunque un caporedattore, un vicedirettore o il direttore, che dà il «visto si stampi» alle pagine, dovrebbero sapere quali sono i 27 Stati che compongono l’Unione europea. Pia illusione. Titolo di pagina 12: «I tank di Israele dentro Rafah. Dall’Ue tre “sì” alla Palestina». Sommario: «Spagna, Irlanda e Norvegia riconoscono lo Stato arabo». Peccato che la Norvegia non si sia mai sognata di aderire all’Ue.
[29 maggio 2024]

La Stampa trasforma Acqui Terme in «Aqui»
Sulla Stampa, Paolo Varetto intervista Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino, che parla del padre Emilio, pilota nella Mille Miglia del 1948, l’ultima disputata da Tazio Nuvolari: «Si era laureato per un pelo prima di andare a militare, ufficiale di cavalleria. E prima di unirsi ai partigiani per un pelo non era finito prigioniero dei tedeschi ad Aqui». Sull’eccesso di pelo non mettiamo becco, ma ci risulta che persino in Piemonte il paese in provincia di Alessandria sia Acqui Terme, con la c.
[10 giugno 2024]

«Non possiamo esserlo», ma non si sa che cosa
Titolo dalla Verità: «“Non mi sono offeso, ho riso tanto”». Sommario: «L’attivista Lgbtq: “Mi stupisce che qualcuno si sia risentito per le parole ai vescovi. Siamo stati per decenni la comunità che scandalizzava, non possiamo esserlo noi”». Esserlo cosa?
[29 maggio 2024]

Open e il concerto della Fisarmonica della Scala
Titolo dalla pagina Facebook di Open: «Milano, cancellato per il nubifragio il concerto della Fisarmonica della Scala in Piazza Duomo». Non ci sono più le orchestre di una volta.
[10 giugno 2024]

Il Giornale va a spanne sulla morte di Rosalina Neri
Sul sito del Giornale, Cristina Balbo annuncia che è morta Rosalina Neri, «la Marylin Monroe italiana». Riferisce Balbo (le segnaliamo che si scrive Marilyn): «Classe ’27, Rosalina Neri nasce ad Arcistate, nel cuore di Milano». L’attrice e cantante nacque ad Arcisate (non Arcistate), che non si trova certo nel cuore di Milano bensì in provincia di Varese. Aggiunge Balbo che Neri «incontrò davvero Marylin, una mattina all’alba e per caso, quando viveva a New York, insieme al suo compagno, l’impresario direttore d’orchestra jazz Jack Hilton». Lo ha confuso con la catena alberghiera: in realtà si chiamava Jack Hylton, pianista e compositore inglese che con Neri ebbe anche una relazione, da cui nel 1965 nacque Angela. Balbo viene comunque superata in sciatteria dalla sua collega Sara Chiappori, che sul sito della Repubblica scrive della defunta: «Nel frattempo perde la testa per Jack Hilton, impresario discendente della dinastia degli alberghi». Ma l’americano Conrad Hilton, magnate dell’hôtellerie, non c’entrava nulla con il britannico Jack Hylton.
[6 giugno 2024]

Merlo promuove il colonnello Buttiglione a generale
Sul Foglio, il vicedirettore Salvatore Merlo cita «il Generale Rambaldo Buttiglione, uscito in vestaglietta dalla fantasia di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni». Lo ha promosso: il personaggio radiofonico interpretato in Alto gradimento da Mario Marenco era colonnello.
[6 giugno 2024]

Il gender dilaga: arriva la «presidente»
Dal sito del Corriere della Sera: «Claudia Sheinbaum ha vinto: è la prima donna a diventare presidenta del Messico». Il gender dilaga. (Benché nella lingua spagnola esista il sostantivo femminile presidenta, in italiano il femminile di presidente rimane presidente o presidentessa, come specifica Lo Zingarelli 2025).
[3 giugno 2024]

Su 7 le posizioni dello yoga diventano asma
Sul settimanale 7, Irene Inzaghi intervista Ludovico Tersigni, attore in Skam Italia, ex conduttore di X-Factor, ora scrittore. Domanda: «Ha approcciato alla meditazione, ma, in India in particolare, si è avvicinato ad una disciplina precisa». Ecco, da uno scrittore ci saremmo aspettati il rifiuto di rispondere a una domanda che ignora il verbo intransitivo pronominale approcciarsi: «Si è approcciato alla meditazione», era la forma corretta. Del resto, a un successivo quesito («Ad oggi, cosa significa per lei stare bene?»), Tersigni replica in modo surreale: «È una domanda che richiede troppo tempo per spiegarlo». Comunque, con la fattiva partecipazione di Inzaghi, l’attore divenuto scrittore ci tiene a farci sapere quanto segue: «Ho iniziato a fare Iyengar Yoga, diverso dallo yoga commerciale portato in Occidente. Si tende a mantenere le Asma (posizioni, ndr) per un periodo di tempo prolungato». Dovendo escludere una condizione morbosa caratterizzata da intensa difficoltà respiratoria, riteniamo che volesse parlare degli āsana, termine sanscrito usato per designare le posizioni dello yoga.
[13 giugno 2024]

Lombardia e Veneto per Salvini sono Nordovest
L’Ansa fa parlare Matteo Salvini: «“Vannacci, contestato e vituperato da mezzo mondo, ha preso da solo mezzo milione di voti col record nel Nord-Ovest”: così il leader della Lega. “Quando ho candidato Vannacci dicevano che ero un fesso e che la base si sarebbe rivoltata. Ma questo mezzo milione di voti, che arrivano in buona parte da Lombardia e Veneto, arrivano dall’elettorato della Lega e non solo” ha aggiunto». Non sarà fesso, ma di sicuro gli servono ripetizioni di geografia: se il record è stato nel Nordovest, i voti sono arrivati in buona parte da là, non dal Nordest (per l’esattezza 186.966 contro 142.704, il 31 per cento in più).
[10 giugno 2024]

Quando in sala parto c’è già la sorella minore
Didascalia dal Corriere della Sera: «Marion Maréchal è nata nel 1989. In sala parto, con mamma Yann, c’è la sorella minore Marine». Di solito la sorella minore è quella che nasce dopo. In questo caso era già in sala parto. Ne deduciamo che è stata brevettata la macchina del tempo. (Chiariamo l’arcano: Yann Le Pen, figlia di Jean-Marie Le Pen, ha una sorella minore di nome Marine).
[14 giugno 2024]

Secondo La Stampa il Kirghizistan è nel Caucaso
«Il G7 in Puglia si apre mentre continuano, a ritmo di record, gli scambi commerciali europei con i Paesi del Caucaso. L’esempio più significativo è quello dell’Italia e della Germania con il Kyrgyzstan», scrive Fabrizio Goria sulla Stampa. Ripasso di geografia: i Paesi della regione del Caucaso, che si trova tra il mar Nero e il mar Caspio, sono Armenia, Azerbaigian, Georgia, Abcasia, Ossezia del Sud e Russia. Il Kyrgyzstan (in italiano Kirghizistan), insieme con Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, si trova invece nell’Asia centrale, fra il mar Caspio e la Cina.
[13 giugno 2024]

Sallusti ricorda Berlusconi a modo suo
Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, ricorda Silvio Berlusconi a un anno dalla morte: «Chi non ha mai frequentato personalmente l’uomo, per chi si è formato un giudizio solo leggendo delle sue gesta amorose e dei suoi eccessi – certamente fatti enfatizzati ma con un fondo di verità – può essere sorpreso che il lascito più consistente del Cavaliere si sia dimostrato essere non la sua ricchezza, ma la sua famiglia». «Chi» e «per chi» non possono reggere lo stesso predicato verbale. E più avanti: «Parliamo di tre mogli, cinque figli e diciassette nipoti (di cui uno pronipote) e un fratello che a vario titolo e livello si sono divisi e hanno preso in mano le redini di un impero variegato nell’assoluta concordia, silenzio e sobrietà». O è nipote (figlio del figlio o della figlia) o è pronipote (figlio o figlia di un nipote o di una nipote, rispetto al nonno). E siamo indotti a pensare che abbiano «preso in mano nell’assoluta concordia un impero variegato», non «un impero variegato nell’assoluta concordia». Inoltre le mogli legittime furono solo due: Carla Dall’Oglio, sposata con rito religioso, e Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, sposata con rito civile dopo il divorzio dalla prima.
[12 giugno 2024]

Giannelli inverte la formula dell’elezione papale
«Magnum gaudium nuntio vobis: habemus Giorgiam», si legge nella vignetta di Emilio Giannelli sulla prima pagina del Corriere della Sera, con protagonisti papa Francesco e Giorgia Meloni. Ma la battuta risulta invertita rispetto alla formula di rito con cui il cardinale protodiacono annuncia l’elezione del Pontefice, che è «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam».
[15 giugno 2024]

Getta la figlia dal terzo piano e sopravvive
Titolo dall’agenzia Adnkronos: «Mamma getta bimba dal terzo piano in un trasportino per gatti: lei miracolosamente sopravvive». Al rimorso per il gesto nefando?
[13 giugno 2024]

I soldi «retrocessi» di Belpietro
«I finanziamenti che prima arrivavano tramite Mosca, con la caduta dell’Unione sovietica giungevano grazie al sistema delle cooperative rosse, spiega l’ex senatore, alle quali erano assegnati appalti pubblici nella misura del 10-15%, soldi che poi in parte venivano retrocessi tramite il sostegno alle iniziative di Botteghe oscure», racconta il direttore Maurizio Belpietro nel suo editoriale sulla Verità. Il verbo intransitivo retrocedere vuol dire «farsi indietro, indietreggiare; desistere, recedere; arretrare; subire la retrocessione»; nella forma transitiva «fare tornare a un grado, una posizione inferiore» (Lo Zingarelli 2025). Nessuno di questi significati sembra adattarsi all’uso che ne fa Belpietro. Bastava scrivere «restituiti» o, volendo usare un termine economico, «ristornati».
[4 giugno 2024]

Si scrive «sneaker», sostantito invariabile
«Adesso impera fortunatamente la moda delle scarpe da ginnastica (che noi anziani chiamiamo ancora così invece che con quel bel nome inglese “sneackers” che però vuol dire esattamente la medesima cosa): a ogni ora e con ogni tenuta», osserva Lucetta Scaraffia in un delizioso quanto dolente articolo sulla vecchiaia, pubblicato dal Foglio con il titolo «La rivoluzione di noi vecchie signore, autonome e illuse d’essere ascoltate». Il bel nome inglese è però sneaker, senza la c, come peraltro si evince dall’occhiello (ah, questi titolisti che non ripassano i testi con cura!). In ogni caso, ricordiamo anche al titolista, il quale scrive sneakers al plurale, come Scaraffia, che tutti i sostantivi stranieri entrati nel dizionario italiano restano di norma invariati. Altrimenti, per coerenza, dovremmo scrivere films, bars, killers, aibargs, assists, bands, jollies, lobbies.
[15 giugno 2024]

Libero e la X Mas con l’esponente che non va
«A proposito di Mas», titola Libero nella pagina delle lettere. Quantunque comparisse scritta così anche sul distintivo della flottiglia ai tempi del fascismo, «Xª Mas» è una dizione sbagliata. L’esponente (ª oppure °) non va mai apposto ai numeri romani, i quali sono già espressioni grafiche dei numerali ordinali. Gli esponenti si usano solo quando gli ordinali sono scritti in cifre arabiche: 10ª e 10°.
[8 giugno 2024]

Un minestrone di nomi e cognomi
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Parla la moglie di Francesco Donato, trovato morto a Palermo nella sua auto. Francesca Donato: “Mio marito Angelo Onorato è stato ucciso. Scopriremo i killer”». Tutto chiaro.
[30 maggio 2024]

Chi finanzia chi? Un’oscura Verità
Titolo dalla Verità: «Gli esperti chiedono più vaccini ma li finanzia l’azienda che li produce». Quindi sono vaccini autofinanziati o l’azienda che li produce finanzia gli esperti? Ai no vax l’ardua sentenza.
[2 giugno 2024]

Brambilla copia da Aldo Moro (senza citarlo)
Nel decimo e ultimo articolo di una serie intitolata «I peggiori anni della nostra vita», dedicata da Michele Brambilla sul Giornale agli anni di piombo, l’autore fa riferimento al «tempo che ciascuno di noi vorrebbe rivivere in una qualche misteriosa dimensione, in chissà quale paradiso» e chiude così: «Se ci fosse luce sarebbe bellissimo». È bellissima anche la frase. Ma, tenuto conto che parlava degli anni di piombo, forse Brambilla avrebbe dovuto precisare di averla copiata da Aldo Moro, che nella sua ultima lettera fatta giungere alla moglie Eleonora il 5 maggio 1978, quattro giorni prima di essere ucciso dai brigatisti rossi, scrisse: «Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo».
[13 giugno 2024]

Incredibile: a Genova si opera in ospedale
Titolo di Libero sul sindaco di Genova: «Bucci operato in ospedale». In banca o dal barbiere sarebbe stato già più difficile.
[5 giugno 2024]

Cercansi specialisti in ortografia
Titolino a spezzare il testo di un servizio sul Corriere della Sera: «Specialisti cercasi». Cercansi anche specialisti in ortografia.
[5 maggio 2024]

Da Borgo Egnazia si arriva al mare con la navetta
L’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro, comincia così: «Quello che si apre oggi a Borgo Egnazia, splendido borgo affacciato sul mare della Puglia, tra ulivi secolari e muretti a secco, è un G7 un po’ particolare». Affacciato sul mare mica tanto. Tra il lussuoso resort e l’Adriatico si frappone il San Domenico golf club. Per raggiungere le spiagge private di Borgo Egnazia, bisogna servirsi dei servizi navetta: una golf car che raggiunge Cala Masciola in 5 minuti o un minivan che arriva a La Fonte in 8 minuti.
[13 giugno 2024]

La Verità va «in contromano» e sbaglia
Titolo dalla prima pagina della Verità: «La fede allegra di Chesterton lo scrittore che andava in contromano con una risata». Per Lo Zingarelli 2025 si può «andare, camminare, circolare contromano». Concorda il vocabolario Treccani: «Essere, trovarsi contromano; l’automobile procedeva contromano; in quel tratto il tram va contromano». Nella lingua italiana non conviene procedere «in contromano»: la corsia di marcia è già troppo affollata.
[28 maggio 2024]

Ma il braccialetto elettronico è una cavigliera
Didascalia dal Corriere della Sera: «In aula Ilaria Salis, 39 anni, indica il braccialetto elettronico alla caviglia». È questa la dizione usata da tutti i giornali, ma sarebbe più corretto parlare di cavigliera elettronica, essendo appunto stretta attorno alla caviglia e non al braccio, o di dispositivo elettronico. Il ministero della Giustizia, peraltro, lo chiama con il nome internazionale del sistema di sorveglianza, electronic monitoring (monitoraggio elettronico), in sigla Em.
[25 maggio 2024]

Il Qn si comporta «come a qualcun altro»
Titolo dal sito del Quotidiano Nazionale: «Libertà vuol dire molte cose. Compreso cercare di isolare qualcuno che dice, pensa o si comporta come a qualcun altro». La famosa libertà di stampa.
[23 maggio 2024]

Le «larghe falcate» non esistono
Incipit di Antonio Rossitto sulla prima pagina della Verità: «La “Costituzione più bella del mondo” si arrenda. La sharia avanza a larghe falcate pure in Italia». Dicesi larghezza la misura della dimensione di un corpo in ampiezza, cioè né in lunghezza né in altezza. Pertanto le larghe falcate al massimo aprirebbero un corpo a metà, anziché farlo avanzare. La locuzione corretta è a grandi falcate, cioè «a passi lunghi e veloci» (Lo Zingarelli 2025), posto che dicesi lunghezza la misura della dimensione di un corpo in estensione, cioè né in altezza né in larghezza.
[23 maggio 2024]

Stessa foto, due didascalie diverse
Corriere della Sera, cronaca di Milano, didascalia a pagina 1: «Un’immagine di Franca Nuti, scomparsa da poco». Didascalia a pagina 7 per la medesima foto: «Wanda Osiris nome d’arte di Anna Menzio, esordì a Milano al teatro Eden negli anni Venti». Buona la seconda.
[20 maggio 2024]

Il «lago Bogensee» non ha senso: basta lago di Bogen
I visitatori «percorrono le sale silenziose e i sentieri poco curati che conducono al lago Bogensee attraverso i fitti alberi circostanti», racconta Clara Valenzani sul Corriere della Sera a proposito della villa del gerarca nazista Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich. Ma poiché See in tedesco significa appunto lago, bisognava scrivere «al lago di Bogen», oppure «al Bogensee, lago nei pressi di Wandlitz».
[5 maggio 2024]

La denuncia di «una membro femminile»
Lancio dell’agenzia Adnkronos: «Paesi Bassi fuori dalla finale dell’Eurovision 2024. “L’artista olandese Joost Klein non parteciperà alla Finale di quest’anno dell’Eurovision Song Contest”, annunciano in una nota gli organizzatori della kermesse. “La polizia svedese ha indagato su una denuncia presentata da una membro femminile della troupe di produzione”». Il gender dilaga.
[11 maggio 2024]

Lo Stato di Israele diventa «la Israele»
Scrive Gianluca Mercuri su Il Punto del Corriere della Sera, inviato per mail agli abbonati: «La previsione della svolta che si sta avvicinando (Netanyahu che indice le elezioni, ndr) la fa il vero capo dell’opposizione israeliana, il giornalista Aluf Benn, direttore di Haaretz, bastione liberal che fa da anni il grillo parlante inascoltato nel suo Paese ma lettissimo all’estero, per la qualità del suo giornalismo – sia sul piano fattuale sia su quello dell’analisi – e perché mostra che un’altra Israele sopravvive e non cede alla maggioranza di destra e di estrema destra che la guida da anni». Il genere dei nomi degli Stati è un’antica vexata quaestio: capita di leggere sia il Costa Rica sia la Costa Rica. Il genere di un Paese dovrebbe essere neutro, però il neutro in italiano non esiste. Qui si sta parlando dello Stato di Israele, maschile, e non ci è mai capitato di leggere «la Israele». Il gender dilaga anche sul mappamondo.
[3 giugno 2024]

«Si era inciampata»? Sì, nella grammatica
Titolo dal Corriere del Veneto: «Cliente cade e si rompe la spalla. Poste condannate a 50 mila euro». Occhiello: «Si era inciampata su un ostacolo nascosto». La bestialità è ripetuta nel testo: «Si era inciampata sul “moncone” di un tubo metallico». Si inciampa nelle redazioni, specialmente sulla grammatica: inciampare non è un verbo riflessivo, bensì intransitivo. Ma anche «condannate a 50 mila euro» ci pare una sintesi tanto sbrigativa quanto infelice.
[26 maggio 2024]

I francobolli? Numismatica, per La Repubblica
Dal sito della Repubblica: «Un francobollo per Italo Foschi, il gerarca fascista che lodò l’assassino di Matteotti». Occhiello: «Numismatica». A occuparsi di monete ora è la filatelia.
[6 giugno 2024]

Taino e la Costituzione «secolare» indiana (del 1950)
Commentando le elezioni in India, Danilo Taino sul Corriere della Sera scrive, a proposito del premier Narendra Modi: «Voleva ottenere una maggioranza di due terzi che gli avrebbe consentito, tra l’altro, di modificare la Costituzione secolare e multiculturale». Secolare mica tanto: promulgata nel 1949, entrò in vigore nel 1950. (Ma forse il collega è stato ingannato da una distratta traduzione dell’inglese secular, che in questo contesto significa «laica»).
[6 giugno 2024]

Belpietro e la frase mai scritta da Montanelli
«Quasi mezzo secolo fa, di fronte al rischio della vittoria del Pci Indro Montanelli scrisse che gli italiani dovevano turarsi il naso e votare Dc. Oggi, in fondo, non serve neanche turarsi il naso», è la conclusione dell’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità. Trattasi di un luogo comune privo di fondamento, come documenta Stefano Lorenzetto in Chi (non) l’ha detto, il «dizionario delle citazioni sbagliate» edito da Marsilio. Prima di Belpietro e di una vasta platea di giornalisti, ci era cascato persino Andrea Spiri (nella sua tesi per un dottorato di ricerca in storia dell’età contemporanea discussa all’Università di Bologna), il quale la riportò facendola seguire da questo rimando a piè di pagina: «I. Montanelli, “Quando la paura è giustificata”, Il Giornale Nuovo, 20 giugno 1976». Benché Spiri sia oggi docente alla Luiss di Roma e membro della Società italiana per lo studio della storia contemporanea, nell’editoriale firmato da Montanelli il 20 giugno 1976 l’invito a turarsi il naso e a votare per la Dc non figura affatto, osserva Lorenzetto, che si è preso la briga di andare a rileggersi tutti gli articoli del fondatore del Giornale, usciti, sul tema elettorale, il 4, 5, 13, 21 maggio e 4, 13, 15, 19 giugno di quell’anno. A svelare l’arcano dell’errata attribuzione è Marcello Staglieno, a pagina 322 di Montanelli. Novant’anni controcorrente (Mondadori): «A Telemontecarlo, dove da fine marzo (1976) venturosamente ogni pomeriggio si precipitava una delle nostre auto con la videocassetta per il notiziario curato dal Giornale, già in maggio Montanelli aveva lanciato l’appello poi diventato celebre: “Turatevi il naso” (“Non è mio”, ci aveva spiegato subito dopo. “Fu Gaetano Salvemini, immediatamente imitato da don Arturo Labriola, a inventarselo nel 1948 come noi, per la Dc, anche se allora il lezzo era minore...”)». Quindi la frase venne pronunciata, non scritta. Ma non è attribuibile né a Salvemini né a Labriola né a Montanelli, come ha scoperto Lorenzetto. Fu nientemeno che Adolf Hitler, nel 1924, mentre era in prigione, ad annunciare così una svolta parlamentare: «Quando io riprenderò la mia attività, invece di sforzarci di conseguire il potere con un’azione armata, dovremo turarci il naso ed entrare nel Reichstag», riporta lo storico William Lawrence Shirer in Storia del Terzo Reich (Einaudi).
[8 giugno 2024]

Marcuzzi e Stokholma in grado di «centrare»
Grazia Sambruna commenta sul sito del Corriere della Sera la terza edizione del Gialappa Show trasmessa da Tv8: «Eccezion fatta per le bravissime Alessia Marcuzzi ed Ema Stokholma, infatti, le altre si sono dimostrate in grado di centrare con la trasmissione quanto un pandoro a Pasqua in casa Ferragnez». Quando il giornalismo non c’entra niente con la grammatica.
[21 maggio 2024]

Per Avvenire l’Arabia è in Africa
Su Avvenire, Ilaria Solaini prende in esame l’aumento delle condanne capitali nel 2023 (+31 per cento) nei Paesi dove vige la pena di morte: «Quasi il 90 per cento delle esecuzioni registrate ha avuto luogo in soli due Paesi del Medio Oriente e dell’Africa del Nord: in Iran (74%) e in Arabia Saudita (14%)». Giustiziata anche la geografia.
[30 maggio 2024]

Secondo Fini nel 1978 c’erano più Papi
Considerazione di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano: «Perché la Dc aveva quel senso dello Stato che sempre gli abbiamo rimproverato, a torto, di non avere, come dimostrò all’epoca del rapimento di Aldo Moro, quando Papi e socialisti, corrotti nell’anima prima ancora che sul piano degli affari sporchi, si schieravano per la trattativa con le Brigate rosse». Non sapevamo che tra il marzo e il maggio del 1978 vi fossero due pontefici regnanti: eravamo rimasti fermi al solo Paolo VI. E chiudiamo un occhio sul pronome maschile gli riferito alla Democrazia cristiana.
[7 giugno 2024]

Roddolo, una prosa british che va a rotoli
Enrica Roddolo sul sito del Corriere della Sera: «E in effetti l’artista Jonathan Yeo, tra i più quotati ritrattisti britannici del momento vide per la prima volta Carlo per una seduta ai fini del ritratto era solo principe, l’ultimo dei quattro sitting necessari per realizzare l’opera svelata il 14 maggio a Buckingham Palace, si è tenuto invece a Clarence House con davanti l’attuale sovrano». Allora: le è rimasto nella tastiera un quando, prima di era, e vabbè, cose che capitano. (Peraltro più avanti si è pure scordata la maiuscola dopo un punto, e vabbè, cose che capitano). Dopo principe ci sarebbe voluto almeno un punto e virgola, ma la punteggiatura è sempre questione di gusti, si sa. Stendiamo un velo anche sulla rozza costruzione con davanti. Ma perché usare la parola inglese sitting al posto dell’italiano sedute? E perché scritta al singolare, nonostante le sedute siano state quattro? E perché volgerla al maschile, considerato che i generi dei nomi comuni in inglese non esistono, e di solito convenzionalmente prevale il genere della traduzione italiana (esempio: la cheesecake)?
[14 maggio 2024]

Secondo La Verità la Jaguar è tedesca
«Schiaffo Usa all’auto tedesca: “Usano gli schiavi cinesi”», titola La Verità. «Il Congresso accusa Bmw, Volkswagen e Jaguar», specifica il sottotitolo. Non si capisce che cosa abbia di tedesco la Jaguar, visto che si tratta di una casa automobilistica che dal 1945 ha sede a Coventry, nel Regno Unito. Rilevata nel 1989 dalla Ford, fu acquistata nel 2008 dal gruppo indiano Tata motors, al quale tuttora appartiene.
[22 maggio 2024]

Andrea Garibaldi ha un problema con i tempi dei verbi
Da Anteprima: «“Scrivere significa riscrivere”. Gustava Flaubert». Che cosa gustasse Gustave Flaubert non è chiaro. Segue testo di Andrea Garibaldi tratto da Professione Reporter, che rievoca le direzioni di Paolo Mieli alla Stampa e al Corriere della Sera: «Mieli era Direttore della Stampa, dove ha già cominciato a ringiovanire e a rendere più brillanti le pagine». A parte la superflua maiuscola reverenziale, ci sfugge come possa aver cominciato un direttore che era.
[24 maggio 2024]

Fubini confonde la Tripolitania con la Cirenaica
Molto interessante e informatissimo il corsivo di Federico Fubini, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, che documenta come Boeing 777 da 400 posti trasferiscano dalla Libia al Nicaragua migranti africani allo scopo di trasformarli in un problema per il presidente americano Joe Biden. Si chiede Fubini: «Chi ha organizzato i charter da Bengasi alla capitale nicaraguense Managua?». La risposta è ovvia: «A Bengasi, il signore della guerra Khalifa Haftar (...) domina la Tripolitania grazie a denaro e armi dei russi; a Managua, il presidente sandinista Daniel Ortega. I due hanno in comune proprio i rapporti strettissimi con la Russia di Putin. Inoltre la Tripolitania di Haftar è luogo di raccolta o transito di migranti». Fubini attribuisce due volte la Tripolitania al dominio di Haftar. Peccato che Tripoli e la vasta regione che da essa dipende siano invece sotto l’autorità del Governo di unità nazionale del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, appoggiato dalla Turchia. Khalifa Haftar, con il governo di Tobruk, controlla la Cirenaica e la sua capitale Bengasi. Sarebbe stato come confondere, al tempo della guerra, Vietnam del Nord e Vietnam del Sud. Fubini è stato senz’altro vittima di un’amnesia. Beato il tempo in cui anonimi redattori, soprannominati «culi di pietra», e valorosi correttori di bozze salvavano in extremis i giornalisti rileggendo con cura i loro articoli.
[29 maggio 2024]

Gentili scrive perché nuora e suocera non intendano
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Uno stratagemma garbato, che figura ma non impegna e soprattutto particolarmente funzionale per le elezioni europee (date le alleanze con i partiti degli altri Paesi, i quali si prestano a fare da parafulmini in contumacia) è l’intramontabile “parlare a nuora perché suocera intenda”». L’importante è che non intendano i lettori.
[27 maggio 2024]

Sechi ha fallito sull’infallibilità del Papa
Nel commentare la notizia su papa Francesco e la «frociaggine nei seminari», lanciata da Dagospia e ripresa dai giornali di tutto il mondo, Mario Sechi, direttore di Libero, osserva nell’editoriale di prima pagina: «Il contesto è fondamentale, va sottolineato che il Papa parlava durante un incontro a porte chiuse di fronte a oltre 200 vescovi, e va ricordato che le sue parole non sono una semplice esortazione, ma un ordine, perché il Papa è pastore e dottore della Chiesa, infallibile quando si esprime “ex cathedra”. Come scriveva Pio IX nella Costituzione Dogmatica “Pastor Aeternus”, il Pontefice “gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa”». Ci duole per Sechi, ma fra i molti titoli del Romano Pontefice non figura quello di dottore della Chiesa, che a partire dal secolo scorso è stato attribuito solo ai santi Efrem il Siro, Pietro Canisio, Giovanni della Croce, Roberto Bellarmino, Alberto Magno, Antonio da Padova, Lorenzo da Brindisi, Teresa d’Avila, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Ildegarda di Bingen, Giovanni d’Avila e Gregorio di Narek. Fra l’altro, Sechi ignora che l’infallibilità papale è assai circoscritta, perché un pontefice deve dichiarare di parlare ex cathedra per usufruirne, tanto che i teologi dicono che ciò sia avvenuto solo nel 1950 con Pio XII per il dogma dell’Assunzione. Il Papa sarebbe infallibile anche quando proclama un santo mediante la formula solenne «con l’autorità di Cristo e degli apostoli Pietro e Paolo», ma questa è un’eventualità dibattuta per secoli, e soprattutto classicamente dal cardinale Prospero Lambertini, il futuro Benedetto XIV (1675-1758).
[28 maggio 2024]

Belpietro impreciso su congiuntivo e scelta del verbo
«Che cosa c’entra il richiamo vaccinale con gli esami da superare non è noto. Soprattutto, non si comprende come si compendi il provvedimento con l’articolo 32 della Costituzione», si legge in un editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità. Sorvolando sull’insulto iniziale del congiuntivo omesso («che cosa c’entri»), compendiare vuol dire «ridurre in compendio, esporre succintamente», mentre l’intransitivo pronominale compendiarsi significa «riassumersi». Non si comprende che c’entri in questo contesto. Bisognava scegliere un verbo diverso: «Non si comprende come si concili il provvedimento con l’articolo 32 della Costituzione».
[31 maggio 2024]

È nato un nuovo politico: Putin Zelensky Netanyahu
Incipit della rubrica Quelli che di Michele Brambilla sul Giornale: «Qualche giorno fa, alla rassegna stampa mattutina di Radio 24, si parlava, con Paolo Mieli, di Ucraina e di Palestina, e quindi di Putin Zelensky Netanyahu e Hamas». Sono morte le virgole o è nato un ircocervo?
[2 giugno 2024]

Su Fanpage è tutto «apposto», anzi no
Su Fanpage, giornale online, Alessio Morra parla del Gran premio di Montecarlo e dei piloti Charles Leclerc e Max Verstappen: «Quando tocca al tre volte campione del mondo è tutto apposto». Gli hanno apposto tutto sulle terga o era tutto a posto?
[26 maggio 2024]

L’inconsistente Fabbrini sul Sole 24 Ore
Editoriale di Sergio Fabbrini sulla prima pagina del Sole 24 Ore: «I leader sono coloro che mantengono una posizione consistente nelle difficoltà». Dieci righe dopo: «Sul versante occidentale, due sono stati i leader che hanno corrisposto alla definizione di “leader che rimane consistente nel pericolo”». Si prosegue a pagina 9: «Entrambi hanno avuto avversari interni più potenti del nemico esterno, ciononostante la loro posizione è rimasta consistente per tutto il corso della guerra». Diciotto righe dopo: «Lo stesso non può dirsi per il presidente francese Emmanuel Macron, che tuttavia difetta di altre inconsistenze». Verso la fine: «Putin appare consistente, perché nessuno lo mette in discussione». Sei righe dopo: «Per Putin la conquista dell’Ucraina è divenuta la priorità assoluta, e tutti debbono seguire la sua consistenza ossessiva». Otto righe dopo: «In apparenza, Putin appare consistente. Ma la sua consistenza è il risultato di un potere che lo protegge, non già dell’esercizio della leadership». Quart’ultima riga: «I due maggiori leader europei si sono dimostrati (ingiustificabilmente) inconsistenti». L’uso del concetto di consistenza è piuttosto ondivago e, soprattutto, sembra un calco dall’inglese. Un filo ripetitivo, Fabbrini. Quasi inconsistente.
[12 maggio 2024]

Didascalie che confondono anziché spiegare
Sul Corriere della Sera foto di scena tratta dalla miniserie Rai su Guglielmo Marconi. Da sinistra si vedono gli attori Accorsi, Michelangeli e Bertozzi. Didascalia: «Stefano Accorsi (Marconi), fra Carolina Michelangeli (Elettra, la figlia) e Cecilia Bertozzi (moglie)». Semmai Accorsi è a sinistra, oppure accanto, non certo fra.
[8 maggio 2024]

L’«out out» di Morvillo (per non parlare delle date)
Sul Corriere della Sera, Candida Morvillo intervista la conduttrice Patrizia Caselli, che fu per sette anni legata sentimentalmente a Walter Chiari, e le fa dire: «I tradimenti erano continui. Lo capivo perché inventava scuse sconclusionate. Seppi di Pamela Prati perché lui disse: devo andare in un posto segreto, meglio che non sai nulla. Andò in Giamaica con lei e, al ritorno, gli diedi un out out». Caselli avrà anche detto così, ma l’alternativa, la scelta a cui non ci si può sottrarre, si scrive ancora aut aut (la congiunzione latina o, ripetuta due volte), nonostante il dilagare della lingua inglese, per la quale la parola out, non ripetuta, significa fuori, all’aperto, o anche assente. A un certo punto dell’intervista, Morvillo osserva: «L’incontro con Chiari: lei 19 anni, lui 36». Risponde Caselli: «Mi vide in teatro e mi fece chiamare per un provino». Walter Chiari era del 1924, Patrizia Caselli è nata nel 1960. Quindi la signora avrebbe dovuto rispondere: «Mi vide in fasce». Quando Chiari aveva 36 anni, lei era appena nata.
[2 giugno 2024]

Feltri al Papa: «Io e lei la pensiamo allo stesso modo»
Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano Antonio Angelucci, editore del Giornale, in occasione del 50° anniversario di fondazione della testata ideata da Indro Montanelli. All’udienza privata hanno partecipato il direttore responsabile Alessandro Sallusti e quello editoriale Vittorio Feltri. Nel darne notizia sulle pagine del quotidiano, un anonimo cronista, evidentemente a digiuno di etichetta, cita «la guerra in Ucraina, sulla quale, ha detto Vittorio Feltri al Pontefice “io e lei la pensiamo allo stesso modo”». Immaginiamo che Sua Santità si sia rallegrato di scoprire che la pensa come Feltri.
[2 giugno 2024]

Belpietro non dice la verità sull’Obolo di San Pietro
In un editoriale molto critico con i recenti pronunciamenti dei vescovi contro le riforme del governo Meloni (autonomia regionale e premierato), Maurizio Belpietro, direttore della Verità, osserva: «Non è un caso se l’obolo di San Pietro e l’8 per mille donato alla Chiesa siano costantemente in calo». Non è la verità, almeno per l’Obolo di San Pietro. Infatti, secondo gli ultimi due bilanci disponibili, le offerte che i fedeli di tutto il mondo inviano direttamente al Santo Padre «per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi» risultano in forte crescita. Nel 2021 sono state pari a 46,9 milioni di euro, mentre nel 2022 le entrate dell’Obolo hanno toccato i 107 milioni di euro, con un aumento del 128 per cento rispetto all’anno precedente.
[1° giugno 2024]

Facci incompatibile con i valori grammaticali
Filippo Facci firma l’editoriale che apre la prima pagina del Giornale, infilandoci il seguente periodo: «Così come non sbaglia, oggi, chi – tra questi grandi giornali e partiti dell’opposizione – si fossero accorti solo adesso che da almeno 25 anni serpeggia un radicalismo islamico incompatibile coi valori di tutti noi». Incompatibile con i valori grammaticali di tutti noi, persino da più di 25 anni, è anche coniugare il soggetto singolare con il verbo al plurale: «Chi (…) si fossero accorti» non si scrive e non si dice.
[25 maggio 2024]

Pare che gli asparagi cambino il sapore dello...
Su Vivinordest, allegato al Corriere del Veneto, Aldo Fiordelli, menzionando in modo errato il Gewürztraminer, tratta di asparagi: «Il 40% dei consumatori – secondo uno studio inglese – percepiscono l’odore prodotto dall’urina dopo averli mangiati e molti di questi lo trovano sgradevole. Un odore di tioli, simili a quelli che si sentono nei vini da uve Gewurztraminer vendemmia tardiva o da quelle di Sauvignon Blanc vinificate a bassa temperatura. Perfino lo sperma cambierebbe sapore dopo averne mangiati». Ah, però! Prossima degustazione?
[27 maggio 2024]

I ricordi imprecisi di Brambilla sul Giornale
Sul Giornale, Michele Brambilla commenta le polemiche scaturite dal neologismo «frociaggine» pronunciato da papa Bergoglio ma si fa tradire da ricordi, obnubilati dall’immagine che Francesco ha trasmesso con grande efficacia sin dagli inizi del suo pontificato: «Affacciandosi alla loggia di San Pietro, disse “vescovo di Roma”, e già quella fu una prima rottura». Ora, tralasciando il fatto che «vescovo di Roma» è titolo primigenio del Romano Pontefice e l’unico ora conservato (a parte gli otto «titoli storici») nell’Annuario pontificio, ricordiamo al collega che papa Wojtyla appena eletto usò la medesima espressione, come risulta dall’inizio dello storico saluto a braccio la sera del 16 ottobre 1978: «Sia lodato Gesù Cristo! Carissimi fratelli e sorelle, siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato di (sic) un Paese lontano, lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana». Scrive ancora Brambilla a proposito di Francesco: «Si presentò a noi giornalisti, in Sala Nervi, con dei pantaloni grigi da pensionato sotto una veste bianca che poteva essere quella di un infermiere: che differenza con Ratzinger e le sue scarpette rosse». Anche in questo caso si tratta di ricordi imprecisi, e contagiati dal populismo francescano, perché i pantaloni di Jorge Mario Bergoglio sono sempre stati neri, tipici di un ecclesiastico, mentre la veste bianca è quella papale, in uso almeno dalla prima età moderna. Quanto alle calzature rosse, i Pontefici le hanno portate sin dal Medioevo. Sorvoliamo infine sul magnifico «ardore di parlare» (dell’omosessualità clericale) invece di ardire.
[28 maggio 2024]

Al Giro c’è stata una tappa di 1.578 chilometri
Secondo il Corriere della Sera, la tappa Mortegliano-Sappada del Giro d’Italia è stata di 1.578 chilometri. Quindi ben più della metà dell’intera competizione ciclistica, che ne ha coperti 3.400,8, secondo il sito ufficiale del Giro. Ovviamente la Mortegliano-Sappada era di 157 chilometri, per lunghezza la quattordicesima su 21.
[24 maggio 2024]

La scelta poco oculata di Avvenire
«Nel 2018 l’allora cardinale presidente Gualtiero Bassetti fece intendere di non essere favorevole, anche sulla base della sua lunga esperienza di educatore in seminario e riferì le raccomandazioni del Papa per una oculata scelta dei candidati al sacerdozio», scrive Avvenire sul clamoroso incidente della «frociaggine», di cui Francesco ha parlato ai vescovi italiani, come rivelato da Dagospia. Dato l’argomento, forse sarebbe stato meglio scegliere un aggettivo meno assonante di oculata.
[28 maggio 2024]

De Mita morì a 94 anni, non a 84
Didascalia dal settimanale 7: «Pier Ferdinando Casini 29enne nel 1985 tra due “pesi massimi” dc: Arnaldo Forlani (sinistra) morto a 97 anni e Ciriaco De Mita, morto a 84». In realtà De Mita morì a 94 anni compiuti.
[10 maggio 2024]

Belpietro e l’ardita scelta dei verbi
«Non si capisce perché al presidente della Cei dovrebbe riguardare l’assetto istituzionale del nostro Paese», scrive Maurizio Belpietro, direttore della Verità, in un editoriale che critica severamente il cardinale Matteo Maria Zuppi. Scelta del verbo piuttosto ardita: sarebbe bastato interessare. Oppure la costruzione della frase andava capovolta: «Non si capisce perché l’assetto istituzionale del nostro Paese dovrebbe riguardare il presidente della Cei». Più avanti, Belpietro osserva che «le parrocchie non trarrebbero alcun nocumento se domani medici e infermieri fossero inquadrati con un contratto regionale in luogo di uno statale». Avendo il significato di «ottenere, ricavare», il verbo trarre non sembra il più appropriato: si può «trarre guadagno, beneficio, utilità; trarre un esempio significativo; trarre una informazione utile», come esemplifica Lo Zingarelli 2025. Ma trarre «danneggiamento, male, danno» – è questo che vuol dire nocumento – postula una voluttà che può essere riconosciuta solo dai sadomasochisti.
[26 maggio 2024]

Il Neues Rathaus di Monaco non è in stile gotico
In un articolo sul Foglio, Paolo Valentino cita Monaco di Baviera e «il balcone della splendida Rathaus gotica». In realtà il Neues Rathaus, il nuovo municipio del capoluogo bavarese sulla Marienplatz, è in stile neogotico. Fu infatti costruito fra il 1867 e 1906, quindi sette secoli dopo l’apparizione del gotico in Germania.
[11 maggio 2024]

Per Ricci Sargentini la spesa «levita»
Monica Ricci Sargentini affronta sul Corriere della Sera il penoso caso di due gemelline fatte nascere da una coppia di italiani a Tbilisi, in Georgia, ricorrendo alla pratica dell’utero in affitto e che non vengono consegnate se i due non scuciranno altri 24.000 euro: «Sono state trasferite nel Gudushauri National Medical Center, una clinica perinatale, da dove non saranno dimesse se prima non verrà pagata una somma ingente, che levita di giorno in giorno». Levitare significa sollevarsi in aria fisicamente, contro le leggi della gravità, oppure provare un senso di leggerezza. Non ci pare questo il caso: è solo un conto che lievita.
[10 maggio 2024]

Per Repubblica «captatio» si scrive «captazio»
Titolo dal sito della Repubblica: «L’interrogatorio di Toti: “Spinelli mi sostiene dal 2015, a lui non chiedevo soldi in cambio di favori e la mia era una captazio benevolentiae”». L’avrà anche pronunciata così, ma un giornalista dovrebbe sapere che si scrive captatio benevolentiae.
[24 maggio 2024]

Papa Francesco e le donne di servizio
Frase attribuita a papa Francesco in un titolo tratto dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «“Le donne sono di grande servizio, non come ministri all’interno dell’ordine sacro”». Le famose donne di servizio.
[22 maggio 2024]

Il Sole 24 Ore cambia nome a Red Lobster
«Reb Lobster, fallimento dei gamberi a 20 dollari», titola Il Sole 24 Ore. Si potrebbe considerare un refuso se Reb non venisse ripetuto anche all’inizio della notizia. La catena di ristoranti si chiama invece Red Lobster, come peraltro si evince, per una tardiva resipiscenza, dalle ultime sei righe del pezzullo.
[21 maggio 2024]

Foschini crede che la Bmw K75 sia un’auto
Giuliano Foschini recensisce sulla Repubblica il libro Ingordigia (Mondadori) del giornalista Gigi Riva «sull’avventurosa storia di Massimo Bochicchio, “il broker dei vip” che in dieci anni ha truffato per 500 milioni molti volti celebri del Bel Paese, prima di essere arrestato. E di schiantarsi, con la sua Bmw K75, alla vigilia di un’udienza chiave del processo, contro un muro perimetrale dell’aeroporto dell’Urbe. Era il 19 giugno 2022. Per riconoscerne il corpo carbonizzato ci volle il test del Dna. Cosa che ha aperto la porta a mille domande: nell’auto c’era davvero lui?». Siamo in grado di risolvere il mistero. No, non c’era lui, perché la Bmw K75 ha due ruote. Insomma, è una moto, non un’auto.
[10 maggio 2024]

Loro Piana è in Piemonte, non in Umbria
Francesco Bechis sul Messaggero passa in rassegna gli oboli che i privati versano ai partiti: «A ognuno il suo gran donatore. Per Italia Viva c’è il finanziere Davide Serra, 50mila euro lo scorso 19 aprile, Azione e Carlo Calenda si avvolgono del cachemire Loro Piana (25mila euro da Pierluigi, vicepresidente dell’azienda umbra)». Ma Loro Piana, di proprietà della multinazionale francese del lusso Lvmh, ha sede in Piemonte, precisamente a Quarona (Vercelli). In Umbria, nel ramo cachemire, c’è Brunello Cucinelli (ma ci sono anche Lamberto Losani, Maria Contigiani, Panicale, Badiali e altri marchi meno noti).
[7 maggio 2024]

Addetto al montaggio o alle riprese?
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «L’operatore di Franco Di Mare: “L’ultima telefonata: non ce la faccio più. Io e lui tra i proiettili, era il più bravo di tutti”». Sommario: «Everardo Bolletta, per 10 anni montatore di Franco Di Mare». Addetto alle riprese o al montaggio? Per non sapere né leggere né scrivere, il sottotitolo dell’edizione cartacea diventa: «Il collega che lavorò con lui nei Balcani». Amen.
[18 maggio 2024]

Charlie, esperto di editoria talvolta impreciso
Charlie, misterioso e informatissimo esperto di mass media che con periodicità settimanale cura per Il Post «una newsletter sul dannato futuro dei giornali», informa: «Un lungo articolo del Foglio ha raccontato domenica Andrea Marchi, l’imprenditore veneto che guida il gruppo che ha acquistato dall’editore GEDI sei quotidiani locali del Nordest». Due errori in tre righe non sono da Charlie: la paginata del Foglio, firmata da Marianna Rizzini, è uscita per la verità di sabato (anche se Il Foglio vi aggiunge la data della domenica, giorno in cui non va in edicola) e l’editore in questione per l’anagrafe è Enrico Marchi, presidente della Banca Finint e del gruppo Save che gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona, Brescia e di Charleroi, in Belgio. Comunque, grazie alle chicche che ammannisce ogni domenica, al (di solito) meticoloso Charlie si perdona tutto. Ecco una delle più gustose tratta da una sua recente newsletter: «Dal 1980 in Francia c’è un giornale che esce solo il 29 febbraio di ogni anno bisestile, e dunque ogni quattro anni: è unico nel suo genere, si chiama La Bougie du Sapeur, che significa “La candela dello zappatore”, ed è un periodico satirico».
[3 marzo 2024]

Emma Bonino non distingue procuratore da presidente
In un’intervista concessa a Clara Valenzani del Corriere della Sera, riguardante la richiesta per i mandati di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, e tre capi di Hamas, Emma Bonino, già ministro degli Esteri, confonde due volte il ruolo del procuratore della Corte penale internazionale dell’Aia, Karim Ahmad Khan, con quello della presidente, Tomoko Akane. La giornalista ricorda che Bonino «ha contribuito a scrivere lo Statuto di Roma, il trattato che definisce i principi alla base della Corte penale internazionale dell’Aia», ma non la corregge nel clamoroso scambio di ruolo fra procuratore e presidente. «Io dovrei, come tutti peraltro, aspettare i risultati dell’indagine ordinata da Khan, che è un ottimo presidente della Corte penale», dichiara infatti Bonino. E 15 righe più avanti ripete: «Il presidente Khan ha emesso insieme alla Corte le richieste per i mandati». Come se non bastasse, Bonino sbaglia anche a sostenere che la Siria non è uno Stato firmatario dello Statuto di Roma: in realtà la Siria rientra nell’elenco dei 32 Paesi che sottoscrissero lo statuto (il 29 novembre del 2000, per la precisione), anche se poi non lo ratificò. Premio Attendibilità a colei che ispirò lo Statuto di Roma, guidò il ministero degli Esteri e fu persino candidata (nel 1999) al Quirinale.
[22 maggio 2024]

Congiuntivo vo cercando/1
Sulla Repubblica, rispondendo a una lettrice stupita per l’eccessiva soddisfazione manifestata dalla premier Giorgia Meloni dopo l’estradizione di Chicco Forti, condannato per omicidio, concessa dagli Stati Uniti, Francesco Merlo osserva: «E fa sorridere che a difesa dei giudici americani si sono schierati gli antiamericani, quelli che mettono la kappa all’Amerika e le attribuiscono tutte le ingiustizie del mondo, compresa la guerra in Ucraina». Congiuntivo vo cercando: «si siano schierati».
[21 maggio 2024]

Congiuntivo vo cercando/2
Titolo dalla prima pagina del Tirreno: «Flavio Briatore apre il dibattito. “In Italia servono turisti che spendono non col sacco a pelo”». Congiuntivo vo cercando: «che spendano». Ma anche noi auspichiamo che spendano in contanti o con il Bancomat, non con il sacco a pelo.
[12 maggio 2024]

A Buja il terremoto fece 50 morti non un migliaio
«A proposito: anche l’ultima maglia rosa italiana al Giro (2021), Alessandro De Marchi, è di Buja, 6 mila abitanti e un migliaio di morti in un giorno solo, il 6 maggio 1976, la terribile notte del grande Terremoto del Friuli», annota Cosimo Cito, inviato della Repubblica. Per la verità, il sisma provocò 965 vittime in tutta la regione. A Buja perirono 50 persone, non «un migliaio».
[8 maggio 2024]

Omidicio premeditato, senza il morto
Alessandra Muglia, inviata del Corriere della Sera a Bratislava, ci dà una notizia inedita su Juraj Cintula, «ex pacifista convertito alle armi e poeta per passione», che ha gravemente ferito il premier Robert Fico: «Cintula, recluso in una cella dell’Agenzia nazionale criminale di Nitra, a est di Bratislava, ieri è stato formalmente accusato di omicidio premeditato: rischia l’ergastolo». Si vede che in Slovacchia, a differenza che in Italia, sono abituati a portarsi avanti con il lavoro.
[17 maggio 2024]

Lorenzetto e Biondani sbagliano Canestrari
Sull’Arena, Stefano Lorenzetto intervista Paolo Biondani, inviato dell’Espresso, di origini veronesi, autore del saggio La ragazza di Gladio (Fuoriscena). Parlando dell’organizzazione segreta paramilitare e degli iscritti che annoverava in terra scaligera, Lorenzetto afferma: «A capeggiare Gladio nella nostra provincia c’era Alessandro Canestrari, ex deputato dc, ex capo dei Volontari della libertà, i partigiani bianchi». In Gladio militava Giuseppe Canestrari, figlio del parlamentare, ma né l’intervistatore né l’intervistato si rendono conto dell’omonimia, frutto di un falso ricordo di Lorenzetto, che il 17 novembre 1990, sul Corriere della Sera, aveva intervistato Alessandro Canestrari in merito alla vicenda.
[19 maggio 2024]

Il «blach screen» mentale di Cianflone
Mario Cianflone descrive sul Sole 24 Ore la Ferrari 12 Cilindri: «La fiancata con una doppia nervatura parallela si raccorda al muscoloso posteriore contraddistinto da un “blach screen”, un pannello nero integrato in un tema a delta con il tetto». Anche Cianflone dev’essere rimasto vittima di un blackout mentale.
[4 maggio 2024]

Il verbo «giovare» secondo Il Tempo
Dal sito del Tempo: «La prima volta, Fassino avrebbe giovato del fatto che il duty free fosse pieno di clienti e si sarebbe diretto all’uscita con un profumo in tasca». Sbagliare due volte con un solo verbo è un esercizio ragguardevole. Il verbo giovare è seguito dalla preposizione a e significa «essere utile, vantaggioso». Quando, come in questo caso, è seguito dalla preposizione di, sta «per servirsi, valersi di qualcuno o di qualcosa», diventa un verbo intransitivo pronominale e richiede l’ausiliare essere: quindi «si sarebbe giovato del fatto».
[30 aprile 2024]

Perché scrivere casula fra virgolette?
Titolo dal Corriere della Sera: «Il primato del carcere di Massa / Lavoro per tutti (e si fa la «casula» per il Papa)». Non si capisce il senso delle virgolette. La casula (pianeta del sacerdote) è un vocabolo attestato fin dal 1793, secondo Lo Zingarelli. Per carità, poco noto ai più, ma, per stare in ambito ecclesiastico, non meno di rocchetto (la sopravveste liturgica di lino bianco con pizzo), cingolo (il cordiglio con cui il sacerdote si cinge il camice nelle funzioni religiose), patena (il piccolo disco d’oro o di argento con il quale chi celebra messa copre il calice e sul quale deposita l’ostia consacrata), saturno (il tipico cappello di forma circolare indossato da Fernandel nei film di don Camillo).
[30 aprile 2024]

Di Bacco «lascia una moglie»: c’è la poligamia?
Dall’Adnkronos: «È morto nella notte, per una emorragia cerebrale, il fotografo romano Luciano Di Bacco, che con le sue foto ha raccontato gli eventi e la mondanità della Capitale. Di Bacco aveva 68 anni, lascia una moglie». Non sapevamo che in Italia fosse stata introdotta la poligamia.
[11 maggio 2024]

Le «elevate probabilità» dell’uomo evirato
Titolo dal Corriere del Veneto: «Uomo evirato / il pm chiede dieci anni / Nuova perizia». Testo: «Il pm Villan, sulla base di una consulenza medico legale, ha sostenuto che ci siano elevate probabilità che il pene dell’uomo abbia perso funzionalità». Non dovrebbe essere così difficile accertarlo.
[21 marzo 2024]

La livella di Massimiliano Parente
Incipit di un articolo dello scrittore Massimiliano Parente sul Giornale: «Il peggior nemico delle donne? Le femministe di oggi, che una ne pensano e cento ne fanno. L’ultima è questa: due giovani attiviste vanno al Centre Pompidou di Metz e imbrattano cinque opere d’arte, tra cui il famoso L’origine del mondo di Gustave Courbet, dipinto nel 1866 e che rappresenta una donna nuda con i genitali in piano». Sempre meglio che in salita o in discesa.
[9 maggio 2024]

La Repubblica trasforma Papa Hemingway in Papà
La Repubblica ospita un testo in cui Elizabeth Strout racconta com’è diventata scrittrice e rievoca la figura di Ernest Hemingway: «Ricordo il giorno in cui la radio annunciò la morte di Papà Hemingway. Avevo cinque anni, ma ricordo la voce del giornalista che giungeva dalla radio e parlava di quest’uomo, Papà Hemingway». Tralasciando le ripetizioni di ricordo e Papà, non sappiamo se sia colpa di Strout o della traduzione l’aver attribuito a Hemingway un nomignolo, Papà, che non ha mai avuto. Tutti lo chiamavano Papa, senza l’accento, e almeno nella redazione culturale della Repubblica, che ha impaginato l’articolo, qualcuno avrebbe dovuto saperlo. Non è chiaro se il soprannome gli fosse stato dato dall’amico pittore Gerald Murphy o dai pescatori cubani che frequentava a Cojímar, un villaggio a 7 chilometri dall’Avana. Papa Hemingway è anche il titolo del celebre libro, uscito nel 1966 per Random House e più volte ripubblicato in Italia, dedicato allo scrittore americano da Aaron Edward Hotchner. Con «Mister Papa» e «Papa» si rivolgeva a Hemingway anche Adriana Ivancich, la giovane nobildonna veneziana che ispirò Di là dal fiume e tra gli alberi al grande romanziere.
[8 maggio 2024]

L’anno scorso di Belpietro è stato un anno
Nell’editoriale di prima pagina che dovrebbe proseguire a pagina 3 e invece continua a pagina 5, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, osserva, riferendosi ad Angelo Bonelli, leader dei Verdi: «Lo scorso anno, quello in cui lui denunciò il “drammatico problema della siccità”, è stato in Italia l’anno più piovoso dal 1950». Lo scorso anno è stato l’anno. Chi l’avrebbe detto.
[16 maggio 2024]

Labate cambia cognome a Colette Rosselli
Sul Corriere della Sera, Tommaso Labate intervista l’artista Isabella Gherardi, vedova del politologo Giovanni Sartori, e la fa parlare così dei genitori del defunto marito: «Due caratteri opposti: concreto e schivo il padre, mentre Titina, donna bellissima ed elegante, era mondana, amica di Montanelli, Colette Roselli e Lord Acton». Pensiamo che Labate intendesse riferirsi a Donna Letizia, la moglie di Indro, la quale però si chiamava Colette Rosselli, avendo mantenuto il cognome del suo primo marito, Raffaello Rosselli, cugino dei perseguitati antifascisti Carlo e Nello Rosselli, assassinati in Francia nel 1937.
[10 maggio 2024]

Per Avvenire anche i preti sono nonni
«La giornata dei nonni a luglio», titola Avvenire in prima pagina. E per illustrare la notizia pubblica una foto di papa Francesco che stringe le mani a un anziano prete, riconoscibile dal collare bianco inamidato che indossa sulla camicia azzurra. Delle due l’una: o si tratta di un nonno rimasto vedovo e ordinato prete in tarda età oppure Avvenire ha abolito il celibato sacerdotale.
[15 maggio 2024]

Ricolfi inventa un accento per Catherine Deneuve
«Lettera-appello di Cathèrine Deneuve e altre donne illustri», scrive Luca Ricolfi in un editoriale che comincia sulla prima pagina del Messaggero. Non soltanto l’accento nel nome, se esistesse, dovrebbe essere acuto (la sillaba seguente essendo sonora), ma in Catherine non ci vuole proprio, perché la parola si pronuncia /ka’trin/. Il francese, come ortografia, dà già fastidio ai francesi.
[12 aprile 2024]

Franco Amore non può essere tenente di polizia
«“L’ultima notte di Amore” racconta l’indagine, la notte prima del suo pensionamento, del tenente di polizia Franco Amore (impersonato da Pierfrancesco Favino)», recita una didascalia del Corriere della Sera. Si dà il caso che nel film in questione Amore sia un assistente capo, anche perché quello di tenente è un grado che nella Polizia di Stato non esiste. Oltretutto, il corrispettivo del tenente degli altri corpi militari (Esercito, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di finanza) nella Polizia è il commissario.
[27 aprile 2024]

Turetta «mentre moriva» accoltellò Giulia
Titolo dall’Ansa: «Pm, Turetta accoltellò Giulia anche in auto mentre moriva». Quindi Filippo Turetta si è trasformato in assassino mentre stava morendo? Strano: ci risulta che sia in carcere a Verona.
[15 maggio 2024]

Veronica Gentili e l’uso dei pronomi personali
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Mi sa che all’Eurovision Vannacci gli devolverà l’8 per mille». La signora dimostra una concezione personalissima dei casi in cui (non) sono richiesti i pronomi personali.
[13 maggio 2024]

Il volo dei ragazzi di Cuneo fu di 100 metri, non 1.800
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Così morirono i ragazzi delle stelle di Castelmagno: l’auto giù nella scarpata mentre ammiravano il cielo». Sommario: «Cuneo, nell’agosto del 2020 un terribile incidente costò la vita a tutto il gruppo. Il veicolo fu trovato al fondo della valletta dopo un volo di 1800 metri». Se così fosse stato, sarebbe finito nell’acqua: l’Alpe Chastlar, da cui avevano già iniziato la discesa, si trova a 1.850 metri sul livello del mare e il Land Rover Defender delle cinque giovani vittime precipitò per oltre 100 metri da una scarpata a 1.800 metri di quota.
[14 maggio 2024]

La Repubblica confonde De Donatis con Vallini
Sul sito della Repubblica compare la notizia del recente «piccolo terremoto nella diocesi» del Papa, con questo titolo: «Il cardinale De Donatis nominato penitenziere, il Papa a Roma non ha più un vicario». Ma la foto a corredo del testo, pur indicando «il Papa con il cardinale De Donatis», rappresenta invece, accanto a un Pontefice visibilmente più giovane e asciutto, il cardinale Agostino Vallini, che di Angelo De Donatis fu il predecessore. Concordiamo sul fatto che papa Bergoglio non ha più un cardinale vicario.
[6 aprile 2024]

Piovono Patriot su Atene e Madrid?
Titolo (su quattro righe) dal Corriere della Sera: «Aiuti a Kiev, Borrell: ora tocca agli Stati Ue / Pressing per i Patriot su Atene e Madrid». I Patriot colpiranno le capitali greca e spagnola? No? Allora, a parità di righe, nella terza bastava scrivere: «Per i Patriot pressing». O invertire le ultime due: «Su Atene e Madrid pressing per i Patriot».
[23 aprile 2024]

Chiara Valerio cambia sesso allo schwa
In un articolo sulla Repubblica, aperto con virgolette che poi non si chiudono, Chiara Valerio scrive: «Michela Murgia fino a un certo punto avrebbe utilizzato l’asterisco, poi la schwa». Scelta paradossale, trattandosi di una scrittrice allineata con la defunta collega in tema di gender: schwa, sostantivo maschile per Lo Zingarelli 2025, dovrebbe essere il simbolo del genere neutro, ma Valerio riesce a cambiargli sesso e lo fa diventare femminile.
[28 aprile 2024]

Quando la situazione non solo esclude ma parla
Editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Secondo l’alto ufficiale la situazione in Ucraina non è mai stata così difficile e dunque non solo esclude la possibilità di una vittoria contro i russi ma parla proprio di negoziato». Una situazione che non solo esclude ma anche parla ha del prodigioso.
[7 maggio 2024]

L’italiano anglicizzato di Federico Rampini
Dopo molti anni trascorsi negli Stati Uniti, Federico Rampini tende a esprimersi in un italiano anglicizzato, come dimostra la seguente frase tratta da un suo articolo sull’Arabia Saudita: «Nel 2019 un formidabile attacco di droni con regia iraniana colpì alcune infrastrutture petrolifere nevralgiche del Regno, incapacitandole per settimane». Il verbo incapacitare, introvabile nello Zingarelli 2025, è presente nel Grande dizionario della lingua italiana ma con il significato «diventare incapace» e con una duplice avvertenza: è intransitivo e richiede la particella pronominale («m’incapacito, t’incapaciti»). Esempio tratto dal racconto Viaggio di nozze di Cesare Pavese: «Mi sono tanto compiaciuto in solitudine, da atrofizzare ogni mio senso di umana relazione e incapacitarmi a tollerare e corrispondere qualunque tenerezza». Rampini è stato evidentemente fuorviato dall’inglese to incapacitate: inabilitare, rendere inabile, rendere invalido.
[16 aprile 2024]

Mephisto Waltz orecchia la citazione di Voltaire
Incipit della rubrica del coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore: «Formidabile il secolo dei Lumi, quel Settecento che fu l’anno di Voltaire (1694-1778), il filosofo capace di dire a un alto prelato: “Detesto quello che scrivete, ma darei la mia vita perché possiate continuare a scriverlo”». Povero satanasso, abituato ad andare a orecchio. La frase, come documentato da Stefano Lorenzetto in Chi (non) l’ha detto (Marsilio), non fu mai pronunciata dallo scrittore francese. «Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo» si legge soltanto nel libro The friends of Voltaire della scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall (1868-1956), edito da Smith Elder & Co. nel 1906. Spassoso l’infortunio bipartisan che a Montecitorio accomunò Giuseppe Amato (Forza Italia) e Fabio Mussi (Democratici di sinistra) nel dibattito parlamentare del 22 ottobre 1998 sulla nascita del primo governo guidato da Massimo D’Alema. Amato: «Signor presidente, onorevoli colleghi, il breve intervento che pronuncerò vuole anticipare il mio “no” al nuovo governo, non perché abbia qualcosa di personale contro l’onorevole D’Alema, i comunisti o bi-neo comunisti, ma perché approvo le parole di Rousseau: “Anche se non condivido le vostre idee, mi batterò affinché voi le possiate manifestare”». Mussi: «È Voltaire! Non Rousseau!» Luciano Violante, presidente della Camera, salomonico: «La frase è giusta». L’aveva sentita pronunciare dal coltissimo Mephisto Waltz, probabilmente.
[5 maggio 2024]

Francesco Battisti al ballo in maschera
Francesco Battistini sul Corriere della Sera: «Le minacce per il momento si mascherano con le solite mascherate». Un ballo in maschera.
[5 maggio 2024]

Il Giubileo indetto da Paolo VI fu nel 1975
Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano, su Domani si occupa del Giubileo indetto da papa Francesco per il 2025: «“Ci siamo domandati se una simile tradizione meriti d’essere mantenuta nel tempo nostro, tanto diverso dai tempi passati, e tanto condizionato, da un lato, dallo stile religioso impresso dal recente concilio alla vita ecclesiale, e, dall’altro, dal disinteresse pratico di tanta parte del moderno verso espressioni rituali d’altri secoli”. A porsi questa domanda nel 1973 era Paolo VI, che rispondeva di sì: perché “bisogna rifare l’uomo dal di dentro”. E il suo anno santo – un successo inatteso dopo le lacerazioni successive al Vaticano II e consolante per il papa che invecchiava – riuscì, all’insegna della riconciliazione». L’eccesso di confidenza con i testi di papa Montini, del quale è uno dei massimi studiosi, induce Vian a una semplificazione: quel Giubileo fu celebrato nel 1975, e non, come il lettore è indotto a concludere, nel 1973, quando la frase venne pronunciata dal pontefice bresciano durante l’udienza generale del 9 maggio.
[10 maggio 2024]

Non indagato e a piede libero, inaudito
A proposito di «una rissa in discoteca, con conseguente spedizione punitiva contro il personal trainer romano Cristiano Iovino», nella quale sarebbe stato coinvolto Fedez, Valeria Di Corrado riferisce sul Messaggero che «il cantante ancora non è indagato, ma è stato deferito a piede libero all’autorità giudiziaria dai carabinieri». Se non è indagato, non può che essere a piede libero.
[13 maggio 2024]

Precipitare in un tombino, che vertigine
Titolo dal sito del Giorno: «Brugherio, cane precipita in un tombino: salvato dai vigili del fuoco». Meno male che non è annegato in una pozzanghera.
[1° aprile 2024]

Un’ottantenne e per di più anziana
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Treviso, anziana 80enne scopre di avere due sorelle e tre fratelli dopo il test del Dna». La notizia risulterebbe fenomenale se la ottantenne fosse stata giovane o addirittura una ragazzina.
[5 maggio 2024]

Congiuntivo vo cercando (sul Messaggero)
Sul Messaggero, Michela Pagano si occupa del regista Leandro Castellani, «classe 33», e della moglie Maria Grazia Giovannelli, truffati da un consulente finanziario. Premesso che la «classe 1933» designa l’anno di nascita mentre la «classe 33» si usa per pavimenti, moquette e laminati, ecco la conclusione dell’articolo: «Gli incontri però, prima a Roma, poi a Fano, si nel tempo erano diventati sempre più sporadici, fino a interrompersi del tutto nel 2018, facendo finalmente sorgere il dubbio che qualcosa non va». Il si forse è un banale refuso (voleva essere un se? oppure un ?), ma il modo e il tempo del verbo sono da matita blu: «qualcosa non andasse» sarebbe stata la forma corretta, cioè modo congiuntivo e tempo imperfetto.
[4 maggio 2024]

Il ministro Sangiuliano tra singolare e plurale
Il Corriere della Sera ospita un articolo firmato da Gennaro Sangiuliano, ex direttore di Roma e del Tg2, ex vicedirettore di Libero e del Tg1, oggi ministro della Cultura: «Ma ci volle la caduta del Muro di Berlino e la decisione di cambiare nome al Pci per far riconoscere agli esponenti di quel partito le responsabilità materiali e morali della loro storia politica». Nonostante un illustre precedente dantesco («Grandine grossa, acqua tinta e neve / per l’aere tenebroso si riversa», Divina Commedia, Inferno VI, 10-11), ci saremmo aspettati, soprattutto da un giornalista, il verbo al plurale («ma ci vollero»), considerato che i soggetti sono due («la caduta» e «la decisione»).
[28 aprile 2024]

Non si nomina la corda in casa dell’impiccato
«Le bambine ci riguardano», strilla la copertina di Donne Chiesa Mondo, mensile dell’Osservatore Romano. Un titolo più superfluo che maldestro: di un certo interesse per l’infanzia ci sembravano già traboccanti le cronache.
[4 maggio 2024]

Il gender induce in errore anche Gramellini
Sul settimanale 7, nella rubrica 7 di cuori, Massimo Gramellini affronta il disagio della lettrice Barbara, quasi 60 anni, che ha un cruccio: il «nuovo amore» non la ospita, in quanto «non ha una casa sua, abita nell’appartamento che l’ex moglie gli ha dato, ma dove gli ha espressamente chiesto che io non mettessi piede». Gramellini le chiede: «Ma se tu ci andassi, la signora come farebbe a scoprirlo? Ha forse messo delle telecamere nascoste in bagno o ha assoldato un vicino di pianerottolo perché gli faccia da spia?». Il gender dilaga.
[26 aprile 2024]

La guerra che «antepone» Stati Uniti e Cina
Incipit di un servizio firmato da Federico Giuliani sul sito del Giornale: «Prosegue la guerra tecnologica che antepone Stati Uniti e Cina». Sì, ma ora chi lo spiega a Joe Biden e Xi Jinping che anteporre (mettere davanti, mettere prima) è meglio di contrapporre (mettere contro)?
[31 marzo 2024]

«Tremare le vene dei polsi» a sproposito
Marina Terragni scrive sul Foglio: «Il colossale Cass Review ha mandato gambe all’aria tutto il sistema di “cura” destinato a bambine e bambini con incongruenza o disforia di genere, rilevandone la fallacia e l’inconsistenza scientifica e facendo tremare le vene dei polsi a tutti quei medici che nei servizi dedicati hanno trattato migliaia di minori secondo un protocollo che palesemente non stava in piedi e contravveniva clamorosamente all’ippocratico “primum non nocere”». La locuzione corretta, nel significato di impaurire, terrorizzare, è quella mutuata dalla Divina Commedia di Dante Alighieri: «Aiutami da lei, famoso saggio / ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi». (Inferno I, 89-90). Polsi sta per arterie, derivando dal latino pulsum (battito). L’espressione le vene e i polsi non riguarda perciò le vene dei polsi tirate in ballo da Terragni: indica le vene e le arterie in genere, cioè i vasi sanguigni di tutto il corpo.
[1° maggio 2024]

Gnoli su Robinson sposta Corsico in Corsica
Su Robinson, settimanale culturale della Repubblica, Antonio Gnoli intervista Fusako Yusaki, artista giapponese: «Fusako ha compiuto 87 anni e da sessanta vive a Milano. Oggi in realtà nel vicino comune di Corsica». Data la distanza dell’isola francese, supponiamo che si tratti di Corsico, 9 chilometri da piazza del Duomo.
[24 marzo 2024]

I «cinque ani» di Elisabetta Tulliani
Dalla rubrica In prima pagina di Anteprima, apprendiamo che, insieme a Gianfranco Fini, per l’affaire della casa di Montecarlo è stata condannata «anche la compagna Elisabetta Tulliani (cinque ani)». Eppure non ci pare che abbia avuto tanto culo.
[2 maggio 2024]

I «matrimoni etnici» di Maria Teresa Ruta
Titolo dal sito di Tgcom 24: «Maria Teresa Ruta si sposa per la 12esima volta: “Le nozze il 23 ottobre”». Premesso che Ruta si sposò la prima volta nel 1987 con il giornalista Amedeo Goria, dal quale si separò nel 1999 e divorziò nel 2004, e che nel 2015 si risposò con il produttore discografico Roberto Zappulla, attendiamo di conoscere dalla sposa (che ripete l’insensata storiella su Libero) i nomi degli altri 9 mariti periti nell’infinita ecatombe coniugale, posto che i «matrimoni etnici» di cui lei favoleggia non sono matrimoni.
[19 aprile e 6 maggio 2024]

L’«Uno Maggio» esiste solo a Taranto
«Uno Maggio a Taranto», titola La Repubblica. D’accordo, non è colpa del giornale se un evento, che ha per direttori artistici il cantautore Diodato, il trombettista Roy Paci e l’attore Michele Riondino, è stato chiamato «Uno Maggio Taranto libero e pensante». Ma poiché i quotidiani dovrebbero essere scritti in italiano, quell’«Uno Maggio» andava quanto meno messo fra virgolette. Senza, invece, sembra una scelta della redazione. E non vi è alcun dubbio che chiamare «Uno Maggio» la Festa del lavoro è, dal punto di vista linguistico, una scemenza. Infatti sullo Zingarelli 2024 sono menzionati solo il Primo Maggio e il 1° Maggio.
[3 maggio 2024]

Avvenire rivede la teologia
Titolo da Avvenire, quotidiano della Conferenza episcopale italiana: «Siamo amici di Dio, amati senza un perché». Non avevano sempre detto che ci ama perché siamo suoi figli?
[1° maggio 2024]

Per La Stampa i pitbull sono cani maiuscoli
Titolo a tutta pagina sulla Stampa: «Sbranato dai Pit Bull». Chissà perché le due maiuscole. Saranno per non confondere il cane (peraltro comunemente chiamato pitbull) con il pit stop?
[23 aprile 2024]

La volontà adesiva è dolorosa o dolosa?
Il sito del Corriere della Sera riporta testualmente l’ordinanza dei giudici del Riesame nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli: «La frode è stata verosimile oggetto di dolo in capo a tutti i tre fratelli Elkann, i quali si è visto come fossero in ottimi rapporti con la nonna (Marella Caracciolo) e come ne conoscessero abitudini e problematiche di salute che rendevano prevalente la sua permanenza in Italia. Di fronte al decesso della congiunta, è verosimile che abbiano avallato, con dolorosa volontà adesiva, le strategie già suggerite e realizzate con la fattiva consulenza di Gianluca Ferrero (commercialista di famiglia, anche lui indagato)». La «dolorosa volontà adesiva», prima di approdare nella prosa giudiziaria, era conosciuta come un’esclusiva tipicità dei cerotti, specialmente quando si strappano da zone delicate della cute. In realtà, dopo calibrate riflessioni, riteniamo che i magistrati intendessero attribuire ai tre fratelli Elkann una «dolosa volontà adesiva».
[6 aprile 2024]

Al Giorno inventano gli amori «disel»
Post del Giorno su X: «Ilaria e Fabio: un errore di troppo. Matrimonio a prima vista 2024: colpi di scena, amori disel e rotture senza appello». La misteriosa parola è ripetuta anche nel testo, segno che non si tratta di un refuso. Si vede che nella redazione del giornale milanese diesel si pronuncia, e si scrive, disel.
[24 aprile 2024]

Lina Palmerini in retromarcia fa dietrofront
Incipit di un editoriale firmato da Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: «Una partenza in retromarcia. Non capita a tutti ma a Schlein è toccato un dietrofront prima ancora di ingranare la marcia». A parte il fatto che una marcia Elly Schlein deve averla giocoforza ingranata per poter andare all’indietro (la marcia indietro, appunto), ci pare che la differenza fra retromarcia e dietrofront consista nel fatto che nella prima si rincula da una posizione raggiunta, nell’altra s’inverte il senso di marcia. Insomma, non sono sinonimi: in una procedi di culo, nell’altra arretri di faccia. Certo, in taluni casi non si nota la differenza.
[23 aprile 2024]

La Repubblica e il calendario di La Palisse
Titolo dal sito della Repubblica: «Putin ha solo due settimane di tempo per affondare in territorio ucraino prima del 9 maggio». E se la notizia uscisse il 2 maggio, ne avrebbe una sola, pensa un po’.
[23 aprile 2024]

Stefano Zurlo introduce l’ora illegale
Gli orari secondo Stefano Zurlo, sul sito del Giornale: «Sono le 1742 del 19 aprile»; «quella mail, delle 1742 del 19 aprile»; «un’altra mail che parte alle 1741». Devono aver introdotto l’ora illegale senza avvisarci.
[27 aprile 2024]

Incredibile: i lavori prorogati «da maggio ad aprile»
«Report ha fatto i conti sull’operazione immigrati in Albania e ha scoperto “una lunga serie di incongruenze”», rivela Antonio Fraschilla sul sito della Repubblica, anticipando i contenuti di uno scoop del programma di Sigfrido Ranucci su Rai 3. «Dalle carte consultate emerge che a fronte dei 36mila migranti prospettati dalla Meloni, i due centri di accoglienza albanesi arriveranno ad ospitare al massimo 2822 migranti, considerato che la capienza massima è di meno di mille persone. E i costi sono già fuori controllo: la costruzione dei due centri è passata da 35 milioni a 65 e rischiano di crescere ulteriormente visto che il termine dei lavori è stato già prorogato da maggio ad aprile». Sorvolando sul fatto che i due centri di accoglienza, la cui capienza massima è inferiore a 1.000 persone ciascuno, riusciranno invece a ospitarne 2.822, di solito in Italia, e anche in Albania a quanto ci risulta, aprile viene prima di maggio, e dunque prorogare i lavori da maggio ad aprile, nel corso del medesimo anno, è qualcosa di sconvolgente. Un vero scoop nello stile di Report.
[21 aprile 2024]

Il «nuovo» film di Scorsese risale al 1997
«Scorsese progetta un film su Frank Sinatra con Di Caprio», titola La Stampa. Sembrerebbe la notizia dell’anno e infatti compare anche su altri giornali (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno). Peccato che risalga al 1997, quando il regista Martin Scorsese, affiancato dallo sceneggiatore Nicholas Pileggi, secondo la stampa mondiale era già al lavoro sulla biografia – allora non si chiamava ancora biopic – negli studi della Warner Bros a Los Angeles. Il cantante di My way sarebbe stato interpretato da John Travolta, o Hugh Grant, o Peter Lawford, mentre veniva dato per certo Tom Hanks nel ruolo di Dean Martin. L’anno seguente Scorsese affidò il ruolo di Sinatra a Travolta, già pronto a perdere almeno 20 chili con una dieta in tre fasi: succo d’arancia diluito con acqua e niente cibo, poi verdure, infine legumi. Parrebbe la riedizione del Viaggio di G. Mastorna, detto Fernet di Federico Fellini, vagheggiato dal 1965 e mai girato.
[19 aprile 2024]

Dopo gli «sghei», Fratus inventa gli «skei»
Un articolo di Tiziano Fratus sulla Verità termina così: «La terra, non il guadagno, il profitto, gli skei. La terra...». Nel corso degli anni ci siamo appuntati i nomi di molti giornalisti che hanno scritto sghei al posto di schei (Gad Lerner, Chiara Beria di Argentine, Nico Orengo, Roberto Cotroneo, Jenner Meletti, Michele Smargiassi, Stefano Marroni, solo per citarne alcuni), tanto da aver costretto persino il Grande dizionario della lingua italiana e la Treccani a registrare un vocabolo che nessun veneto, fin dai tempi del Regno Lombardo-Veneto (1815-1866), ha mai pronunciato: tutti dicono sempre e solo schei, visto che la parola deriva dall’espressione Scheidemünze (moneta divisionale) impressa sugli spiccioli dell’Impero austroungarico. Ma gli skei di Fratus, scrittore e poeta nato a Bergamo e che dunque dovrebbe conoscere le genti della Serenissima, sono una novità assoluta. Avrà pensato a uno sketch.
[21 aprile 2024]

Formigli e i «mìdia» venuti dal latino
Nell’introdurre una puntata di Piazza pulita dedicata all’informazione, Corrado Formigli ripete per tre volte «mìdia» in luogo di «media». La parola mass media è composta dall’inglese mass (massa) e dal plurale latino di medium (mezzo). La prima pronuncia accreditata dallo Zingarelli 2024 è «mass media», non «mass mìdia», e siccome Formigli lavora per La7, non per la Bbc, potrebbe attenersi alla lingua italiana. Già nel 1986, in Siamo tutti latinisti (Rcs), Cesare Marchi avvertiva: «Media è uno dei tanti vocaboli arrivati dal latino attraverso l’inglese, e pronunciato, erroneamente, mìdia». Del resto, non s’è mai sentito qualcuno dire «mìdium» invece di «medium», pur essendo questo vocabolo, derivato dall’aggettivo latino medius, presente tanto nel dizionario inglese quanto in quello francese.
[25 aprile 2024]

Per Lorenzetto c’è Audiffredi e Audifreddi
Nella rubrica Vaccabolario che tiene sul mensile Arbiter, Stefano Lorenzetto censura il direttore di Esquire per la decisione di sostituire la e finale con lo schwa, al fine di «raccontare la contemporaneità in una logica non binaria» (e pensare che fin dagli anni Trenta la rivista si qualificava con la dizione «The magazine for men» nella testata). Solo che lo chiama Giovanni Audiffredi e subito dopo Audifreddi. Corretto il lapsus calami, rimane la censura.
[26 aprile 2024]

Il Corriere scambia i film di Yimou e Song
Il Corriere della Sera, nella pagina degli Spettacoli, pubblica un servizio su Under the Light, il film di Zhang Yimou che ha sfidato la censura cinese. Peccato che la grande foto pubblicata a corredo del pezzo, indicata anche nella didascalia come una scena tratta da Under the Light, si riferisca invece a un’altra pellicola: Past Lives della regista Celine Song.
[24 aprile 2024]

Sul diario del conclave, Panettiere ricorda male
Su Quotidiano Nazionale, testata di Resto del Carlino, Nazione e Giorno, il vaticanista Giovanni Panettiere scrive del conclave da cui il cardinale Joseph Ratzinger uscì Papa: «Nel 2011 “Limes” pubblicò il diario di un anonimo porporato presente sei anni prima in Cappella Sistina». Panettiere ricorda male: il numero della rivista che ospitò stralci del diario uscì nel settembre del 2005, pochi mesi dopo il conclave di quell’anno, non nel 2011.
[2 aprile 2024]

Arrivano anche le «bombe d’acque»
Titolo dal Corriere della Sera: «Bombe d’acque, grandine e rientri a ostacoli in città». Le bombe d’acqua non bastano più.
[2 aprile 2024]

Belpietro «fa andare le mani»
Nel suo editoriale di prima pagina, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, usa per due volte la locuzione «far andare le mani». Sarebbe questa, secondo le accuse della sinistra, la tendenza di Giorgia Meloni, nel senso che la premier non vedrebbe l’ora d’incitare le forze dell’ordine a usare le maniere forti contro i dimostranti nelle piazze. Con riferimento alle percosse, ci erano note le espressioni «alzare le mani», «mettere le mani addosso», «menar le mani», «venire alle mani», ma è la prima volta che c’imbattiamo in estremità degli arti superiori che vengono mandate in trasferta. L’unico esempio è rintracciabile nel brianzolo fà nà i man (far andare le mani), ma trattasi di dialetto, non di lingua italiana, senza contare che ha tutt’altro significato (mettersi al lavoro). Idem il bergamasco fà ’ndà i ma’ che l’te passa (lavora che ti passa). Nel finale del medesimo editoriale, Belpietro si domanda: «Quanti poliziotti sono stati dirottati da servizi necessari per evitare scontri?». Immaginiamo che si tratti degli agenti distolti dalle normali incombenze per essere spediti in piazza a fronteggiare i manifestanti. Se è così, conveniva scrivere: «Quanti poliziotti, per evitare scontri, sono stati dirottati da servizi necessari?». Oppure: «Per evitare scontri, quanti poliziotti sono stati dirottati da servizi necessari?».
[21 aprile 2024]

Libero confonde il Regina coeli con il carcere
Su Libero, in prima pagina, editoriale di Antonio Socci, che commenta le parole di papa Francesco all’incontro domenicale con i fedeli in piazza San Pietro. Occhiello del titolo: «Discorso al carcere di Regina Coeli». Hanno confuso la prigione con la recita della preghiera Regina caeli, e che sarà mai!
[22 aprile 2024]

Per Facci le ingiuste detenzioni valgono 13 volte il Pil
Secondo Filippo Facci, per le ingiuste detenzioni «nel 2023 lo Stato ha speso 27.844.794 milioni di euro», dunque quasi 27.845 miliardi, cioè oltre 13 volte il Pil dell’Italia. L’articolo di Facci è uscito in prima pagina sul Giornale con il titolo «I giudici che sbagliano non pagano e fanno carriera». A volte anche i giornalisti.
[20 aprile 2024]

L’amicizia «inclinata» fra Loredana Bertè e Renato Zero
Il sito del Messaggero scrive di Loredana Bertè e Renato Zero: «Hanno vissuto gli anni d’oro della musica italiana. Sono stati amici, complici e colleghi. Ma da un po’ pare che la loro amicizia si sia inclinata». Non a 90 gradi, si spera.
[3 aprile 2024]

Studenti «al gelo» con una massima di 19 gradi?
Occupandosi di anarchici ed estremisti filopalestinesi che all’Università La Sapienza di Roma hanno inscenato una protesta contro Israele, Fulvio Bufi e Fabrizio Caccia riferiscono sul Corriere della Sera: «Ora aspettano al gelo in una tenda di avere al più presto un incontro con la rettrice Polimeni». Il giorno in cui è stato scritto l’articolo, nella Capitale la temperatura massima ha segnato 19 gradi, quella minima 9, quella media 14, mentre gelo per Lo Zingarelli 2024 rimane la «temperatura pari o inferiore a zero gradi».
[18 aprile 2024]

Enzo Bianchi e il «look down» degli italiani
Commentando su Tuttolibri un’inchiesta sociologica riguardante la partecipazione degli italiani alla messa, Enzo Bianchi scrive di «comportamenti dati dal look down, il quale, in realtà non ha inciso in nulla». Tralasciando la punteggiatura a casaccio, siamo d’accordo: l’orecchiata espressione inglese non riguarda il modo di vestire, come ben sanno tutti gli italiani che durante la pandemia da Covid-19 furono obbligati dai lockdown a rimanere segregati in casa.
[20 aprile 2024]

Un missile abbattuto in fase di atterraggio
Massimo Nava rievoca sul Corriere della Sera il genocidio dei tutsi avvenuto 30 anni fa in Ruanda: «L’orrore cominciò fra il 6 e il 7 aprile del 1994, quando l’aereo del presidente hutu, Habyarimana, fu abbattuto da un missile in fase di atterraggio all’aeroporto di Kigali». Quindi stava atterrando il missile? No? Allora occorreva scrivere: «In fase di atterraggio all’aeroporto di Kigali fu abbattuto da un missile».
[6 aprile 2024]

Editoriale travagliato sul Fatto Quotidiano
Un editoriale firmato dal direttore Marco Travaglio, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, comincia così: «Siccome Bonelli&Fratoianni la candidano, si presume che desiderino l’elezione di Ilaria Salis a eurodeputata». Non si comprende il malvezzo di togliere gli spazi prima e dopo la congiunzione rappresentata dalla e commerciale (&), riscontrabile sempre anche nei titoli di quel giornale, forse per risparmiare due battute. Poco oltre, Travaglio scrive: «Negri fuggì in Francia per 14 anni mentre la Cassazione lo condannava a 12 anni per associazione sovversiva e concorso in rapina col morto». Si potrebbe intendere che fra i rapinatori ci fosse un morto. Per evitare la surreale ipotesi bastava scrivere: «Concorso in rapina finita con un morto». Più avanti: «Intanto non è certo che sia eletta: se Avs non raggiunge il 4% (cosa possibile, visti i sondaggi e la concorrenza di Santoro) o se lei non riceve abbastanza preferenze, rimane trombata». «Honni soit qui mal y pense», ma non ci sembra il participio più confacente a una donna. E subito dopo: «Se invece viene eletta, non è affatto detto che i giudici la liberino: in casi analoghi, alcuni sono usciti e hanno raggiunto l’Europarlamento, altri no». Alcuni giudici sono usciti? No? Allora dopo alcuni la precisazione detenuti non guastava.
[20 aprile 2024]

Il ministro degli Esteri vaticano non sa citare la Bibbia
Sull’Osservatore Romano l’arcivescovo Richard Paul Gallagher, segretario dei Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali (in pratica il ministro degli Esteri della Santa Sede), si cimenta con la formazione dell’Occidente e cita le celeberrime parole di Gesù: «Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura». Ma indica un versetto biblico sbagliato perché non si tratta di Matteo 16, 16, bensì di Marco 16, 15. Il diplomatico inglese, evidentemente poco avvezzo alle Sacre Scritture, aggiunge poi che un’espressione, altrettanto celebre, di san Paolo («Guadagnare tutti a Cristo»), corrisponderebbe a Corinzi 9, 19-22. A parte il fatto che le Lettere ai Corinzi sono due e che il riferimento qui è alla prima, la citazione riportata tra virgolette è una sintesi dell’autore, il quale avrebbe dunque dovuto scrivere «cfr. 1 Corinzi 9, 19-22». Se il monsignore mette nei rapporti con gli Stati lo stesso zelo con cui compulsa la Bibbia, per la Santa Sede la vediamo dura.
[19 aprile 2024]

Gramellini confonde l’assicurazione con il bollo
Nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini si occupa del caso di Nancy Liliano, che ha provocato la morte di due carabinieri mettendosi alla guida di un Suv in uno stato di alterazione determinato da alcol e stupefacenti: «Ha patteggiato una condanna a tre anni per traffico di droga e la vettura le è stata recentemente sequestrata perché senza assicurazione, salvo esserle restituita quando si è infine piegata al rito del pagamento del bollo». Non si capisce il nesso fra polizza assicurativa mancante e tassa di circolazione non pagata. Se invece il secondo sostantivo voleva essere un sinonimo del primo, l’uso è sbagliato: bollo, secondo Lo Zingarelli 2024, in senso ellittico indica solo il bollo di circolazione, contrassegno circolare di carta che, applicato al parabrezza, attestava l’avvenuto pagamento della tassa di possesso di un autoveicolo.
[9 aprile 2024]

Belpietro promuove cardinale l’arcivescovo
«Il vescovo ci querela perchè ai fedeli non piace che lui dia soldi a Casarini», titola La Verità a tutta pagina – la prima – con l’accento grave (sbagliato) sull’ultima vocale di perché. A firmare il testo sottostante è il direttore, Maurizio Belpietro, indignato per la citazione in giudizio pervenutagli dagli avvocati di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena e Nonantola, con relativa richiesta di risarcimento dei danni: 200.000 euro. Nel suo editoriale, Belpietro attribuisce per tre volte a Castellucci il titolo di «Sua Eminenza Reverendissima», spettante soltanto ai cardinali. Un arcivescovo, o un vescovo, al massimo si può definire «sua eccellenza».
[18 aprile 2024]

Cala l’indebitamento o cala Il Sole?
Titolo dal Sole 24 Ore: «Rai, conti in pareggio / Cala l’indebitamento ma resta a 568 milioni». Sì, ma cala o resta?
[18 aprile 2024]

Paola Taverna è diventata una tenutaria
Sommario su Paola Taverna dal sito del Corriere della Sera: «Incarna il dna del Movimento 5 stelle, ha condotto campagne accese contro i dem e ora è la tenutaria delle trattative nei territori proprio con il Pd nella sua nuova veste “diplomatica”». Bei tempi quando le tenutarie si occupavano di altri casini.
[9 aprile 2024]

Beato chi capisce come scrive Sciandivasci
In uno scombiccherato editoriale sulla Stampa, Simonetta Sciandivasci osserva: «Allora, anziché invertire o ribaltare una narrazione, quello che si dovrebbe fare, in questo Paese, sulla demografia come su tutto – ma la demografia è tutto, contiene tutto –, bisogna mettere tutte le narrazioni insieme, riconoscerne il valore, le richieste, le sofferenze». «Quello che si dovrebbe fare» è «bisogna mettere»? Di seguito, compare quest’altra frase: «Non ci sono antinatalisti ai quali destinare rimproveri, ma ci sono persone che stanno dicendoci che su di loro che dobbiamo e possiamo contare per costruire il presente e il futuro». D’accordo, ci arrendiamo.
[13 aprile 2024]

L’eclissi di Sole è un fenomeno «astrologico»
La pagina Facebook del Corriere della Sera dà notizia dell’eclissi totale di Sole dell’8 aprile: «Milioni di persone sono in viaggio per raggiungere la lunga e sottile striscia che attraversa il continente nord americano da cui sarà possibile ammirare quello che è stato definito “il fenomeno astrologico dell’anno”». Secondo l’oroscopo del giorno erano attesi all’appuntamento anche Branko e Paolo Fox.
[7 aprile 2024]

Congiuntivo vo cercando / 1
Sul Corriere della Sera, Fulvio Fiano intervista la giornalista dell’Adnkronos al centro di una vivace polemica con il pornoattore Rocco Siffredi. Domanda: «Perché l’intervista l’ha fatto infuriare?». Risposta: «Voleva che levassi alcune sue frasi su Alessandro Borghi (l’attore che lo interpreta nella serie, ndr) dall’intervista, l’ho accontentato ma non gli andava bene ugualmente nonostante, rileggendo tutto, non c’era niente di impreciso». Considerato che Fiano riporta le parole di una giornalista, ci saremmo aspettati che almeno uno dei due si ricordasse dell’esistenza del congiuntivo: «Non ci fosse niente di impreciso».
[22 marzo 2024]

Congiuntivo vo cercando / 2
Concetto Vecchio intervista sulla Repubblica l’ex socialista Fabrizio Cicchitto. Domanda: «Sappiamo tutto della P2?». Risposta: «Penso di no. Ho sempre sospettato che c’erano altri elenchi fatti sparire in Uruguay». Ma sì, aboliamolo questo congiuntivo! («Che ci fossero», Vecchio, «che ci fossero»).
[2 aprile 2024]

Mina non è sulla ribalta da 38 anni
«Mina compie 84 anni: 38 anni sulla ribalta, 46 “in ritiro”», titola il sito del Corriere della Sera. Se per ribalta s’intende la lunga tavola di legno fissata con cerniere al proscenio, descritta dai dizionari, o, in senso lato, l’esibirsi davanti al pubblico (sul palcoscenico, in tv, nei locali notturni, in concerti), allora va detto che Mina esordì per caso alla Bussola di Marina di Pietrasanta nell’agosto del 1958, spinta dagli amici mentre era in vacanza al mare con la famiglia, venendo subito notata dal titolare del night Sergio Bernardini (ma pochi mesi prima aveva già cantato con gli Happy Boys in un locale di Rivarolo Mantovano), e si ritirò il 23 agosto 1978, con l’ultima esibizione alla Bussoladomani del Lido di Camaiore, sempre in Versilia. Quindi rimase sulla ribalta per 20 anni esatti, non 38. Dopo il ritiro dalle scene, la sua carriera è proseguita in sala di registrazione.
[25 marzo 2024]

Le astrusità (e il «poterismo») di d’Esposito
Editoriale di Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano: «Il punto è che da quando è nato l’Ulivo che il richiamo berlingueriano pende sulla malattia del poterismo che ha contagiato i postcomunisti di governo». Tutto chiaro, checché se ne dica. E in attesa che i dizionari registrino poterismo.
[9 aprile 2024]

Philip Marlowe non è mai stato un poliziotto
Sul settimanale 7, Maria Luisa Agnese parla di Philip Marlowe come di «un poliziotto fuori dagli stereotipi brutali dell’uomo d’ordine». Per la verità, il personaggio letterario protagonista dei romanzi dello scrittore statunitense Raymond Chandler, fin da Il grande sonno, uscito nel 1939, non ha mai fatto il poliziotto, qualifica che per il Grande dizionario della lingua italiana spetta all’«agente o funzionario di polizia» o, in senso generico, sta per «guardia, gendarme». Invece Philip Marlowe è un detective privato. A discolpa di Agnese, va detto che il film Farewell, my lovely, tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1940 da Chandler, apparve nel 1975 in Italia con il titolo Marlowe, il poliziotto privato. L’investigatore era interpretato da Robert Mitchum.
[22 marzo 2024]

Il ciclista evita di schiantarsi: è grave
Titolo dal sito del Giorno: «Robbio, camionista ferma il tir per fare pipì in strada, ciclista non si schianta contro il rimorchio. È grave». Sempre disattenti, questi ciclisti: è davvero grave che evitino di schiantarsi.
[3 aprile 2024]

Scrivere da Piedone lo Sbirro
Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio, dal titolo «Piedone lo Sbirro», sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Conte non ha conosciuto Casaleggio, morto nel 2016, poco prima che Raggi e Appendino conquistassero Roma e Torino, due anni prima che Di Maio sfiorasse il 33% e lui, da professore e avvocato, diventasse premier. Ma dovrebbe deporre un fiore sulla sua tomba per avergli lasciato in eredità tre regole d’oro». Siccome il soggetto della prima frase, così come della seconda, è Giuseppe Conte, dobbiamo dedurne che è l’ex premier ad aver lasciato in eredità a Gianroberto Casaleggio tre regole d’oro. Se così non è, ci pare scritto con i piedoni.
[13 aprile 2024]

Eccezionale: a Pompei ci sono affreschi «nuovi»
Didascalia dalla prima pagina della Repubblica: «Elena e Paride in uno dei nuovi affreschi scoperti a Pompei». Talmente nuovi che hanno solo duemila anni, all’incirca.
[12 aprile 2024]

Ecco spiegata (da Fini) la crisi delle edicole
«Con un documentato articolo sul Fatto, Nicola Borzi ha confermato, dati alla mano, quel fenomeno che per la verità tutti noi sperimentiamo ogni giorno ictu oculi: la crisi delle edicole», così comincia un editoriale di Massimo Fini sul medesimo Fatto Quotidiano. «Nell’ultimo quadriennio le edicole sono scese da 16 mila a 13.500 circa, ma il fenomeno ha radici molto più lontane, nel 2002 i punti vendita in Italia erano 43 mila, ora sono scesi a 23 mila». Bel mistero. Se negli ultimi quattro anni le edicole sono scese a 13.500, come fanno, ora, a essere 23.000? Forse Fini distingue le edicole «pure» dai punti vendita che dispongono di giornali (supermercati, autogrill eccetera). Ma anche qui i conti non tornano. Press-di, la società della Arnoldo Mondadori che consegna sul territorio nazionale le testate di oltre 100 editori, serve da sola 28.000 punti vendita (di cui 1.250 nella grande distribuzione) fra edicole esclusive, edicole promiscue, stazioni, aeroporti, autostrade, negozi stagionali. Più avanti Fini accenna a «Il Diario di Enrico Deaglio (1996-2009)», però gli anni fra parentesi, messi dopo il nome, di solito indicano quelli della nascita e della morte, mentre Deaglio, partorito nel 1947, è ancora vivo e vegeto. Inoltre, Diario (senza l’articolo), settimanale uscito per la prima volta il 23 ottobre 1996 come supplemento dell’Unità, cessò le pubblicazioni nel 2007. Le riprese nel gennaio 2008 ma con periodicità quindicinale e con un altro direttore, Massimo Rebotti. Proseguiamo nella lettura: «Gli influencer hanno preso il posto dei giornalisti, sono loro le star. Chiara Ferragni ha 15 milioni di follower, Marco Travaglio, che è forse il giornalista più noto oggi in Italia, mi pare due o tre». Due o tre follower ci sembrano davvero pochi. E ancora: «Grandi case editrici, come la Mondadori, si sono ridotte a far pagare gli aspiranti autori, cosa che facevano un tempo case editrici infime e spesso truffaldine». Forse, se abbiamo inteso bene la grave accusa lanciata da Fini, bisognava scrivere: «Si sono ridotte a farsi pagare dagli aspiranti autori». Conclusione: «I giornali sono fatti male? Sì, sono fatti male». Poi uno si chiede perché la gente non li compri più e le edicole muoiano.
[23 marzo 2024]

Non si può designare a qualcuno una circoscrizione
Didascalia dal Corriere della Sera: «Lucia Annunziata, 73 anni, è indicata come papabile capolista per il Pd al Sud, ma la giornalista avrebbe espresso perplessità sulla circoscrizione a lei designata». Designare è un verbo transitivo, che significa proporre o destinare qualcuno a un incarico o a un ufficio. Si può designare una persona a una circoscrizione, non viceversa.
[24 marzo 2024]

Veronica Gentili, solita iena dattilografa
Veronica Gentili, attualmente impegnata in tv con Le iene, scrive nella sua rubrica settimanale sul Fatto Quotidiano: «In ciascuno di questi due casi, quel che non è consentito è mancare di rispetto a quelle persone che hanno ricorso o che ipotizzano di ricorrere a questa pratica». Come rappresentante della categoria delle «iene dattilografe» (copyright Massimo D’Alema), ancora una volta Gentili si dimostra assai scarsa: il verbo ricorrere si coniuga come correre e richiede l’ausiliare essere, non avere.
[15 aprile 2024]

Stampa e Fatto gareggiano nello sbagliare le foto
La Stampa pubblica una foto nelle pagine degli spettacoli con questa didascalia: «Marisa Abela nei panni della Winehouse». Peccato che si tratti invece proprio della cantante Amy Winehouse, fotografata da Roger Kisby per l’agenzia Getty images sul palco del festival Lollapalooza a Chicago, il 5 agosto 2007. Nello stesso giorno, Il Fatto Quotidiano ospita un panegirico di Andrea Scanzi in onore del campione di tennis Matteo Berrettini. Peccato che nella foto a corredo dell’articolo compaia però l’avversario Carlos Alcaraz. Un tempo bastava diffidare di quello che si leggeva sui giornali. Ora non c’è da fidarsi neppure di quello che si vede.
[9 aprile 2024]

Robinson ringiovanisce David H. Lawrence
Su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, in una pagina dedicata all’autore di L’amante di Lady Chatterley, compare questa dicitura: «David H. Lawrence nasce nel 1895 a Eastwood in Inghilterra. Romanziere, drammaturgo, poeta e pittore, muore a Vence, in Francia, nel 1930». Lo hanno ringiovanito di 10 anni: nacque nel 1885.
[14 aprile 2024]

Lorenzetto dimentica per strada un Papa veneto
Stefano Lorenzetto intervista sull’Arena don Francesco Ballarini, sacerdote veronese mandato in Argentina nel 1981, amico di Jorge Mario Bergoglio, che conobbe come superiore provinciale dei gesuiti. A un certo punto, si legge questa osservazione di Lorenzetto riferita a papa Francesco: «Rifiuta la porpora all’arcivescovo di Milano. Non crea cardinale il patriarca di Venezia, una città che nel secolo scorso diede due papi alla Chiesa, Pio X e Giovanni XXIII». Per la verità, i pontefici provenienti nel secolo scorso dalla città lagunare furono tre: l’ultimo, Albino Luciani, assunse il nome di Giovanni Paolo I. Errore scandaloso, considerato che Lorenzetto è veneto.
[14 aprile 2024]

Tra Corriere e Giornale ballano i numeri
Titolo d’apertura della cronaca milanese del Corriere della Sera: «Design in città / Al via 1.300 eventi e incontri». Titolo d’apertura della cronaca milanese del Giornale: «Salone e Fuorisalone si parte / Maratona tra 1.067 eventi». Cercansi notizie dei 233 dispersi nella maratona.
[15 aprile 2024]

La Verità cade sul serrare le file
Titolo dalla Verità: «La Lega serra le fila in vista delle urne». Aridaje! Il plurale del sostantivo fila, nel significato di ranghi, è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file, disertare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[24 marzo 2024]

Roncone celebra Speranza ma confonde i fatti
Fabrizio Roncone firma su 7, il settimanale del Corriere della Sera, un appassionato elogio dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, a proposito delle decisioni prese dal politico lucano durante l’emergenza Covid. Dopo averlo individuato confidenzialmente come «uno di noi», Roncone si dedica agli errori altrui e scrive: «A Bergamo lasciano entrare migliaia di tifosi per una partita dell’Atalanta e poi i camion militari porteranno via i feretri». Una sintesi macabra assai poco accurata. Il riferimento di Roncone è infatti ad Atalanta-Valencia, partita di Champions League, che si giocò però allo stadio San Siro di Milano. Un evento sciagurato, definito poi dal sindaco della città orobica, Giorgio Gori, «una bomba biologica». Ma quell’incontro calcistico si svolse il 19 febbraio. Non decisero a Bergamo di lasciare entrare i tifosi a dispetto delle cautele adottate da Speranza. Anche perché il provvedimento «Nuove misure di quarantena obbligatoria e sorveglianza attiva» firmato dal ministro Speranza fu emesso solo il 21 febbraio 2020.
[6 aprile 2024]

Saviano, urge pentimento operoso sulle virgole
Roberto Saviano consegna al Corriere della Sera due articoli sulla decisione di Francesco Schiavone, alias Sandokan, capo della camorra a Casal di Principe, di pentirsi dopo 26 anni di carcere. Saviano ha molti dubbi sulla sincerità della scelta di Sandokan, e noi li rispettiamo. Ci accontentiamo solo di nutrire alcune modeste certezze sullo sconsiderato uso delle virgole da parte dell’autore di Gomorra. Le lancia qua e là come sassolini nel fiume disordinato della sua prosa. Esempio: «Sandokan presenta a Mario Iovine, una lista di persone interne alle forze dell’ordine che giurano che Mimi non ha mai firmato un verbale e non è mai stato confidente». La virgola tra verbo e complemento oggetto, nel caso di specie tra «presenta a Mario Iovine» e «una lista», è un errore da matita blu sin dalle elementari. Quisquilie? Pinzillacchere rispetto alle tragedie della malavita. Ma un piccolo pentimento operoso, tra un punto e virgola e l’altro, non guasterebbe.
[30 marzo 2024]

Marcenaro crede che Cassibile si trovi in Puglia
Nella rubrica Andrea’s Version, sulla prima pagina del Foglio, Andrea Marcenaro finge di scrivere un tema scolastico su situazioni, personaggi e paesaggi che hanno «reso bella e preziosa la storia di Bari e della Puglia». Svolgimento: «Personalità come Aldo Moro resero nobilissime quelle terre, ma in maniera diversa, non inferiore, fecero i dribbling di Cassano, mezzapunta di genio nota in tutto il mondo del calcio per la visione del gioco e i continui capricci. Ricordiamo quindi i trulli, Barivecchia, con la sua caratteristica struttura e la disdicevole nomea che la caratterizza, la gloriosa Basilica dell’XI secolo dedicata a San Nicola. Ma poi Domenico Modugno, e i normanni che la possedettero e la svilupparono, e Gioacchino Murat, e il Petruzzelli con i suoi guai, e la casa editrice Laterza, e l’armistizio di Cassibile». A meno che il tema non sia stato assegnato a un’immaginaria classe prima della scuola primaria, l’ultima citazione ci pare, è il caso di dirlo, fuori luogo: Cassibile è una frazione del Comune di Siracusa, in Sicilia.
[6 aprile 2024]

L’ex giudice Salvini ha problemi con la concordanza
L’ex giudice Guido Salvini indirizza una lettera al Corriere della Sera per lamentarsi di un servizio in cui si svelava che era andato in pensione lasciando in sospeso nell’armadio 300 processi: «Aggiungo che, in termini di numeri, i fascicoli in stand by al Tribunale di Milano sono una quantità enorme, decine di migliaia, se non fosse così non ci sarebbe il Pnrr e gli allarmi continui dei capi ufficio». Complimenti per la concordanza del numero: verbo al singolare per due soggetti che avrebbero richiesto il plurale.
[22 marzo 2024]

Il «chierico vagante» dalla vaga punteggiatura
Nella sua rubrica Il chierico vagante, sul Fatto Quotidiano, Fabrizio d’Esposito scrive: «In realtà, come ha notato lo storico Giovanni Maria Vian, già direttore dell’Osservatore Romano, in un’intervista al Corriere della Sera “la cosa più sorprendente nel racconto di Francesco è l’assenza totale del nome del cardinale Carlo Maria Martini”». Papa Francesco ha rilasciato un’intervista (un’altra) al giornale milanese? No? Allora dopo Corriere della Sera serviva una virgola, sia pure vagante.
[8 aprile 2024]

I «Cdr superstiti» di Gedi affossano la lingua italiana
Dopo la vendita del Secolo XIX decisa dall’editore John Elkann, il «Coordinamento dei Cdr superstiti del gruppo Gedi» (cioè i Comitati di redazione della Repubblica e della Stampa) ha redatto una polemica «cronistoria della dismissione», che è stata riportata da vari organi d’informazione e dal sito della Federazione nazionale stampa italiana (il sindacato dei giornalisti). In essa, i Cdr scrivono fra l’altro: «Nessuno di noi ha mai compreso il senso imprenditoriale dell’acquisto di Gedi, gruppo editoriale che ha avuto un ruolo nella storia di questo Paese, fatto a pezzi uno ad uno». A parte che la locuzione corretta è a uno a uno, cioè uno alla volta, «uno ad uno» che cosa? Era più appropriato scrivere: «Fatto a pezzi testata per testata». Ecco spiegato perché vediamo in pericolo anche i «Cdr superstiti».
[28 marzo 2024]

Ma un «ultra 99enne» quanti anni avrà?
Sul Corriere della Sera, nella rubrica Memoria di Milano, Paola D’Amico pubblica una foto inviata dal lettore Giorgio Tincani, accompagnata da queste parole: «Mamma Gemma con mio fratello Piero una domenica di primavera al Castello. Io e mio fratello Enrico, ultra 99enne li ricordiamo con infinito affetto». Una volta si sarebbe scritto «quasi centenario». Comunque, dal giorno dopo il compleanno, si è «ultra» anche a 9 anni.
[20 marzo 2024]

La grande fuga dai social dei vip o dei vip dai social?
Titolo dalla Verità: «La grande fuga dai social dei personaggi dello spettacolo». Al che uno capisce che il pubblico sta abbandonando in massa i profili che le star rimpinguano sui social, postandovi foto e pensierini. Peccato che il testo di Cesare Lanza si apra con tutt’altra notizia: «Fuga dai social per i vip. La dipendenza dal web ha travolto anche loro. Dopo le star hollywoodiane, ora anche tanti personaggi dello spettacolo italiano stanno abbandonando i social». Quindi il titolo avrebbe dovuto essere il seguente: «La grande fuga dei personaggi dello spettacolo dai social».
[18 marzo 2024]

La peste che uccise persino gli scheletri
Titolo dal Corriere Adriatico: «Norimberga, ritrovata la fossa comune più grande d’Europa con migliaia di scheletri uccisi dalla peste». Doveva essere un’epidemia davvero pestifera per uccidere anche gli scheletri.
[12 marzo 2024]

Massimo Fini cita un san Paolo inesistente
«Comunque nemmeno in Occidente il lavoro è sempre stato un valore. San Paolo lo definisce “uno spiacevole sudore della fronte”», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Non si capisce da dove l’ottantenne editorialista abbia tratto la fantasiosa citazione posta fra virgolette. A prescindere dal fatto che l’aggettivo spiacevole non figura mai nella Bibbia e che il sostantivo sudore compare solo quattro volte (pronunciato da Dio nella Genesi; nel salmo 127; in Ezechiele 44, 18-20; nel Vangelo di Luca 22, 44), in san Paolo gli unici due riferimenti alle tribolazioni quotidiane sono i seguenti: «Ci affatichiamo lavorando con le nostre mani» (1 Corinzi 4, 12) e «Né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi» (2 Tessalonicesi 3, 8). Se ne deduce che il buon Fini ha poca voglia di lavorare: preferisce copiare da Internet proposizioni fasulle.
[31 marzo 2024]

L’ora (legale) di Libero dura 90 minuti
Incipit del servizio di Libero sull’ora legale, firmato da Claudia Osmetti: «Torna l’ora legale e tornano (puntualmente) anche le discussioni attorno all’ora legale. La cattiva notizia è che domattina dormiremo novanta minuti in meno». L’ora legale e mezza.
[30 marzo 2024]

La Ferrari Roma di Fedez non nacque nel 1954
«“Caro Fedez, forse la tua Ferrari Roma non è la prima, forse è la seconda...”. Federico Dotto, padovano, imprenditore nel ramo dei restauri e “foodblogger”, risponde via social al cantante milanese che due giorni fa ha pubblicato su Instagram una storia per mostrare la sua nuova “Ferrari Roma”, una rielaborazione in chiave moderna del bolide del Cavallino uscito nel 1954». Così comincia un servizio di Roberta Polese sul Corriere del Veneto. E comincia male, perché non è mai esistita una Ferrari Roma datata 1954. Il modello della casa di Maranello fu presentato per la prima volta alla stampa internazionale solo dopo 65 anni, nel novembre 2019.
[30 marzo 2024]

I test «piscoattitudinali» della Repubblica
Incipit del pezzo d’apertura sulla prima pagina della Repubblica: «I test piscoattitudinali chiesti per i magistrati dalla Destra scatenano una vasta opposizione, dal Centrosinistra ai giudici stessi». Magistrati retrocessi a pescatori?
[28 marzo 2024]

Il Giornale sposta la capitale d’Israele a Tel Aviv
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «La Normale di Pisa blocca il bando tra Roma e Tel Aviv». Ma il corrispettivo di Roma, capitale d’Italia, è Gerusalemme, capitale di Israele, non Tel Aviv, come peraltro correttamente evidenziato all’interno nel servizio di Andrea Cuomo, il quale specifica che si tratta di una «ritorsione contro l’offensiva di Gerusalemme nella Striscia di Gaza».
[30 marzo 2024]

Gli affari esteri della coppia aperta di The Post
Titolo da The Post Internazionale: «“Mio marito mi ha chiesto una relazione aperta, in due giorni ho avuto 2000 match su Tinder”». La notizia compare nella sezione Esteri. Ci sembra giusto: non si tratta più di affari interni alla coppia, bensì aperti a mezzo mondo.
[17 luglio 2023]

Bobby Solo e le iniezioni di Supradyn effervescente
Sul Corriere della Sera, Giovanna Cavalli intervista Bobby Solo, 79 anni. Il cantante le parla del suo flirt con Olghina di Robilant (la quale, ormai settantenne, ce lo descrisse così in un’intervista: «Io avevo 31 anni, lui 22. Era un sentimentalone tremendo. Non gli andava bene nessuna. Ma se gli scombinavi il ciuffo, diventava carino. Aveva un bel fisico. Una volta ha sfondato l’abbaino e mi è entrato in casa dal tetto. Credeva che fossi chiusa dentro con un altro»). Racconta Bobby Solo: «Che storia, con Olghina di Robilant, la regina della Dolce Vita. Sapeva fare l’amore. Mi ha consumato, ero ridotto a 55 chili, sono svenuto in sala di registrazione, mi fecero iniezioni di Supradyn». Dubitiamo che sia stato possibile. Il Supradyn non è un farmaco, bensì un prodotto da banco che non può essere iniettato, un integratore alimentare venduto sotto forma di compresse, granulato effervescente in bustine e caramelle gommose. Bobby Solo può inventarsi tutte le panzane che vuole, ma una giornalista sarebbe tenuta a non bersele e a non propinarle ai lettori.
[23 marzo 2024]

Per la Cgia di Mestre si va a scuola fino ai 24 anni
L’Ansa riferisce una statistica della Cgia di Mestre: «Nel 2022 i giovani che in Italia hanno abbandonato la scuola prematuramente sono stati 465.0001, pari all’11,5% della popolazione presente nella fascia di età compresa tra i 18-24 anni». A parte l’astrusità del dato numerico, inficiato da un «1» di troppo, a noi pare che si vada a scuola (primaria, secondaria, superiore) dai 6 ai 18 anni mentre dai 19 ai 24 (e più) si va all’università. Quindi se si considera la cifra degli abbandoni scolastici, per calcolare la percentuale sul totale bisogna basarsi sul numero dei giovani tra 6 e 18 anni e non su quello degli ipotetici universitari. Un giorno qualcuno ci spiegherà perché tutti gli organi d’informazione prendano sempre per buona qualsiasi cosa pubblichino la Cgia di Mestre in campo sociale e del lavoro e la Fondazione Gimbe in campo sanitario. Forse perché queste due organizzazioni non istituzionali rilasciano comunicati già bell’e pronti che non richiedono ulteriore lavoro redazionale?
[23 marzo 2024]

I titoli imbrogliati dell’Unità
Titolo dal sito dell’Unità: «Elezioni in Serbia, a Belgrado si torna al voto dopo le proteste per brogli delle opposizioni». Di solito le elezioni vengono truccate da chi già detiene il potere o lo conquista, non dalle opposizioni. Poi leggi il testo e scopri che il voto «era stato fortemente criticato dalle opposizioni: avevano denunciato infatti brogli da parte della maggioranza». Pertanto il titolo giusto doveva essere: «A Belgrado si torna al voto dopo le proteste delle opposizioni per i brogli».
[4 marzo 2024]

Il morto è sconosciuto, però ha 37 anni
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Roma, runner 37enne travolto e ucciso da un’auto davanti all’ingresso di Villa Borghese». Sommario: «Alla guida dell’auto un 26enne, trasportato al policlinico Umberto I per i test su droga e alcol. La polizia al lavoro per identificare la vittima, che non aveva con sé alcun documento». Sarebbe interessante capire come sia stata indovinata l’età del morto senza averlo potuto identificare.
[20 marzo 2024]

Veltroni fa intervistare Giorgio Bocca da Morucci
Walter Veltroni sul Corriere della Sera, parlando delle carte lasciate da Giovanni Leone, defunto capo dello Stato, alcune delle quali relative al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro: «Nei fascicoli che ho consultato Leone ha conservato la fotocopia di un’intervista di Morucci a Bocca». Non sapevamo che Valerio Morucci, uno dei brigatisti rossi che rapirono lo statista dc, avesse intervistato il giornalista Giorgio Bocca.
[28 marzo 2024]

La Repubblica inventa la «cervicale uterina»
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «In Scozia ci sono stati zero casi di tumore alla cervicale uterina grazie al vaccino anti-Hpv». Noi pensiamo che gli «zero casi» siano dovuti al fatto che la cervicale uterina non esiste: la natura è ancora ferma alla cervice uterina.
[3 marzo 2024]

Il «maxi uovo gigante» di papa Francesco
Serena Sartini sul Giornale racconta la lavanda dei piedi praticata da papa Francesco, nel Giovedì santo, alle carcerate di Rebibbia: «Prima di fare ritorno in Vaticano, Bergoglio ha regalato al figlio di una detenuta un maxi uovo gigante». Ma proprio magnum extra-large king size enorme smisurato.
[29 marzo 2024]

Belpietro, pezo el tacón e anca el buso
Nell’editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, esibisce competenze popolaresche scrivendo: «Come si dice in Veneto, peggio il tacon del buso, ovvero peggio il rammendo del buco». Nessun veneto ha mai pronunciato una simile frase nella lingua ibridata di Belpietro, neanche dopo una mezza dozzina di spritz. Ove non bastasse, persino il vocabolario Treccani, alla voce taccone, cita, attribuendolo a Lorenzo Da Ponte, librettista delle opere mozartiane Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte, «il proverbio veneziano pezo el tacón del buso (peggio la pezza del buco), per dire che un rimedio è peggiore del male fatto; anche, ma raro, nella forma italianizzata: non vorrei nel cercare scuse fare, come suol dirsi, peggio il taccone del buco».
[25 marzo 2024]

Mephisto Waltz vaneggia in veneto e pure in inglese
Il coltissimo Mephisto Waltz gareggia in lingua veneta con Maurizio Belpietro e nella rubrica sul Sole 24 Ore, alla quale molto modestamente ha dato il proprio nome, scrive «xe pèso el tacón del buso». Evidentemente ignora che Carlo Goldoni, in Sior Todero brontolon, riporta per otto volte pezo, con la z non con la s. Non che il povero diavolo se la cavi meglio con l’inglese, visto che subito soggiunge: «Da far rigirare nel sacello Elisabetta II, con il suo motto: “Never explain, never complain”». A parte che la frase non fu pronunciata dalla compianta regina, bensì è attribuita da John Morley (in Vita di William Ewart Gladstone, Macmillan & Co., Londra, 1903) a Benjamin Disraeli (1804-1881), primo ministro del Regno Unito, essa è invertita rispetto alla versione riportata dall’ineffabile Mephisto Waltz: «Never complain, never explain». Cioè: «Mai lamentarsi, mai dare spiegazioni». L’esatto contrario di quanto ci costringe puntualmente a fare il satanasso pasticcione del Sole 24 Ore.
[24 marzo 2024]

Sabadin dimentica che la principessa Diana morì
Vittorio Sabadin sul Messaggero: «A causa della malattia che terrà lontana Kate dagli impegni ufficiali, la monarchia britannica si ritrova per la prima volta priva di una giovane principessa». Ci pare che la prima volta si fosse ritrovata nella medesima situazione alla morte della principessa Diana.
[23 marzo 2024]

A Roma c’è la Colonna Troiana. O tempora, o mores!
Titolo dall’edizione romana del Corriere della Sera: «Baltic Adventure, la serie alla Colonna Troiana». L’imperatore Traiano cede il passo alle troie. O tempora, o mores!
[27 marzo 2024]

Il Cdr della Repubblica ignora il congiuntivo
Comunicato del Comitato di redazione della Repubblica, a seguito dell’annuncio che il gruppo Gedi di John Elkann ha ceduto il quotidiano di Genova all’armatore Gianluigi Aponte, patron di Msc crociere: «Il Cdr di Repubblica – nell’esprimere solidarietà ai colleghi de Il Secolo XIX – non può non ricordare come un anno fa i vertici di Gedi si erano affrettati a smentire ulteriori cessioni di testate». Si fossero, si fossero affrettati. Ripartite dal congiuntivo, se non volete anche voi finire in vendita al miglior offerente.
[28 marzo 2024]

La quinta moglie di Murdoch, proprio «di lui», eh!
Didascalia dal Corriere della Sera: «Si sarebbero conosciuti in estate Elena Zhukova e Rupert Murdoch, 67 e 92 anni, quasi 93. Stanno per sposarsi: lei sarà la quinta moglie di lui». Se lo sposa, difficile che possa essere la moglie di un altro.
[9 marzo 2024]

De Tonquédec, il contorsionista della Verità
Incipit di un servizio a firma di François de Tonquédec sulla prima pagina della Verità: «Indagini a luci rosse. Il colonnello dei carabinieri Massimo Giraudo, 59 anni, denunciato per l’invio di video e messaggi osé da Donatella Di Rosa, conosciuta una trentina di anni fa come Lady Golpe». Quindi Giraudo avrebbe inviato ad altre persone video e messaggi osé ricevuti da Di Rosa? No? Allora bisognava prestare attenzione alla preposizione: a non da. Oppure, con maggiore precisione, esprimersi così: «Denunciato da Donatella Di Rosa, conosciuta una trentina di anni fa come Lady Golpe, per averle inviato video e messaggi osé». Più avanti de Tonquédec parla di «record da guiness dei primati». Si scrive Guinness dei primati, con la maiuscola e due n. In seguito attribuisce a un avvocato questa frase: «Una fiction a puntate che dura anni, dove chi viene sentito aggiunge ogni volta un elemento in più per provare a pararsi il collo». Di solito ci si para tutt’altra parte anatomica, come confermato dallo Zingarelli 2024: «Pararsi il culo, (figurato, volgare) premunirsi, tutelarsi».
[23 marzo 2024]

La canzone del Bologna citata a orecchio
«Il Bologna è tornato nell’alta classifica come nel suo fastoso passato, quello degli anni ’30 con la “Squadra che tremare il mondo fa”», scrive Fernando Pellerano sul Corriere della Sera. Citazione a orecchio. Come ricorda Alfio Caruso in Un secolo azzurro (Longanesi) il ritornello suonava così: «Il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa». Dello stesso parere Fabrizio Calzia e Francesco Caremani, autori di Angeli e Diavoli rossoblù (Bradipo libri), che ne spiegano in questo modo la genesi: tra il febbraio 1935 e l’ottobre 1939, l’allenatore Árpád Weisz condusse i rossoblù alla conquista di due scudetti e del torneo di Parigi e «fu proprio con lui in panchina che al Littoriale il pubblico bolognese iniziò a cantare “Il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa”».
[6 marzo 2024]

Il Papa adesso ha la bronchite alle spalle
Titolo dal Messaggero Veneto: «Il Papa è tornato a leggere / La bronchite è alle spalle». Salvi i polmoni, apprensione per le scapole.
[26 marzo 2024]

Sechi e Giannini, insalata russa letteraria
La Russia batte in testa. Incipit dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «La storia ha un’infinità di sceneggiature e combinazioni, quella della Russia, nell’apparente sonnolenza da romanzo di Oblomov, riserva sempre dei colpi di scena». Scritta così, sembra che Oblomov sia un autore, mentre Oblomov è il titolo del romanzo pubblicato nel 1859 da Ivan Aleksandrovič Gončarov. Per non essere da meno sul piano letterario, Massimo Giannini, ex direttore della Stampa, oggi editorialista della Repubblica, gli fa eco: «Come negli anni Venti del Novecento, vale adesso quello che scrisse allora Isaac J. Singer: “Io elimino te e tu elimini me… io ti massacro oggi, tu mi massacri domani: perché tutti questi ammazzamenti? Non siamo tutti uguali, tutti fratelli?” (La nuova Russia, Adelphi)». Peccato che l’autore di quel libro sia invece Israel Joshua Singer, che di Isaac Bashevis Singer era il fratello.
[23 marzo 2024]

Gli 11 milioni «mai dichiarati a Dell’Utri»
Titolo dalla prima pagina della Republica: «Sequestrati 11 milioni mai dichiarati a Dell’Utri, dono di Berlusconi». Quindi Dell’Utri è come l’Agenzia delle entrate, alla quale vanno dichiarati i milioni che si ricevono? No? Allora bisognava scrivere: «Sequestrati a Dell’Utri 11 milioni mai dichiarati».
[22 marzo 2024]

La Stampa cambia la geografia dell’Italia
La sezione economia e finanza della Stampa ospita una cartina geografica dell’Italia che riporta la situazione della banda ultralarga (fibra ottica e wireless) per Internet, nella quale la Basilicata diventa il Molise e la Calabria diventa la Basilicata. Titolo del servizio: «Banda lenta». E redazione allo sbando.
[29 marzo 2024]

Per Guerrera la regina Elisabetta era una reggente
Antonello Guerrera, corrispondente da Londra per La Repubblica, parla della doppia sofferenza capitata all’erede al trono William, angosciato per i tumori che hanno colpito la moglie e il padre, e osserva: «Certo il 41enne principe ereditario e marito di Kate Middleton sembra sottoposto a prove sempre più dure, che mai si erano viste durante la reggenza di Elisabetta II». La reggenza viene esercitata da un reggente, cioè da chi governa sovranamente lo Stato nel caso di minorità, malattia o assenza del re. Essendo Elisabetta II una regina, il suo fu un regno, non una reggenza. Prenda nota, Guerrera.
[23 marzo 2024]

Trapianto su paziente «in vita»: meglio che morto
Titolo dal Corriere della Sera: «Il rene di maiale trapiantato su un paziente ancora in vita». Trapiantarlo su un paziente già morto non avrebbe avuto molto senso.
[23 marzo 2024]

Il Caffè corretto della Verità va di traverso
Sulla Verità, la rubrica Caffè corretto di Gustavo Bialetti comincia così: «Botta e risposta, su X, tra il nostro vicedirettore, Francesco Borgonovo, e l’editorialista kennedyiano di Repubblica, Gianni Riotta». Si scrive kennediano. Poco oltre: «E poi bisognerebbe capire quanto poi sia indipendente uno studio fatto da un ateneo “yankee”». Ricorda la canzone di Mina: «Ricominciare e poi / che senso ha? / Fare l’amore e poi?». Riferendosi (poi) alla Columbia University, Bialetti conclude: «Una forma di delegittimazione che non rientra nei parametri del buon giornalismo, Columbia o meno che tenga». Locuzione assai bizzarra che riecheggia malamente l’unica – «non c’è santo (che tenga)» – contemplata dallo Zingarelli 2024.
[20 marzo 2024]

Montefiori e i figli della principessa Charlotte
Secondo Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della Sera, «Charlotte Casiraghi ha due figli, di 10 e 5 anni, nati dalla relazione con il produttore Dimitri Rassam». Non è così: il primogenito Raphaël è nato nel 2013 dalla relazione della principessa con il comico, attore e regista Gad Elmaleh (la coppia si è separata nel 2015), mentre il secondo, Balthazar, nato nel 2018, è davvero figlio di Rassam.
[15 marzo 2024]

Scaramuzzi trasforma von Balthasar in un tedesco
Iacopo Scaramuzzi, vaticanista della Repubblica, attribuisce a suor Linda Pocher, che presenta come la più potente delle donne «entrate nella stanza dei bottoni» di papa Francesco, l’idea che l’ostacolo al sacerdozio femminile derivi da una «teoria» elaborata dal «teologo tedesco Hans Urs von Balthasar». Nato a Lucerna e morto a Basilea nel 1988 poche ore prima di essere creato cardinale, von Balthasar non era tedesco ma svizzero. Trattandosi di uno dei maggiori teologi del Novecento, è come se un cronista sportivo scrivesse che Pelé era argentino. Non ci sono più i vaticanisti e le suore di una volta, evidentemente. Bisogna poi aggiungere che, non pago dell’errore, il minuzioso Scaramuzzi elenca diversi nomi di donne, incorrendo in imprecisioni su cui sotto Pasqua conviene pietosamente sorvolare. Ma non si può passare sotto silenzio che il vaticanista evochi un inesistente documento dal titolo Ordinario sacerdotalis, che ovviamente è la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis con la quale Giovanni Paolo II nel 1994 ribadiva che l’ordinazione sacerdotale è riservata agli uomini.
[18 marzo 2024]

Simona Agnes ribattezzata Simonetta
Nel titolo di un servizio della Verità relativo alla Rai, si legge: «Simonetta Agnes (Fi) verso la presidenza». Idem nella didascalia: «Simonetta Agnes». Trattasi di Simona Agnes, come peraltro riportato correttamente nel testo. Non sappia la mano sinistra del titolista ciò che scrive la mano destra del redattore.
[23 marzo 2024]

Gergolet fa rinascere Ratzinger a Ratisbona
Mara Gergolet parla sul Corriere della Sera di Gloria Thurn und Taxis, nota «come la “principessa punk” della Germania»: «Da quando fu eletto papa Ratzinger, nato a Ratisbona, è molto ben introdotta nelle cerchie vaticane». Benedetto XVI era nato a Marktl am Inn, non a Ratisbona, città nella quale fu docente. Gergolet dovrebbe saperlo: è la corrispondente da Berlino.
[17 marzo 2024]

I carabinieri tengono gli arrestati in barrique?
Titolo dal sito del Mattino di Padova: «Dal 2016 il padovano Davide Salmaso è l’esperto delle trattative con i barricati dei carabinieri». I carabinieri terranno gli arrestati in barrique? O Salmaso sarà semplicemente l’esperto dei carabinieri nelle trattative con coloro che si barricano in casa?
[27 febbraio 2024]

«I camorristi di don Patriciello»: parroco o boss?
Titolo dalla prima pagina del Corriere della Sera: «La lotta ai camorristi di don Patriciello». Il prete campano è diventato un camorrista a capo di una cosca? No? Allora il titolo avrebbe dovuto essere: «La lotta di don Patriciello ai camorristi». Solo che nello spazio previsto questo titolo non ci stava. L’impaginazione genera mostri. Antico problema dei giornali.
[27 febbraio 2024]

I peperoni e gli «anni di Piombo» di Veronica Gentili
Incipit della rubrica Facce di casta, tenuta da Veronica Gentili solo (per fortuna) il lunedì sul Fatto Quotidiano: «Sarà che la ruota ha finito di girare dal verso giusto». Poiché la frase è riferita al senso di marcia, alla direzione, Gentili avrebbe dovuto scrivere «per il verso giusto», su calco delle locuzioni «procedere per il suo verso, per il giusto verso» e «prendere qualcuno per il suo verso, per il verso giusto» (Lo Zingarelli 2024). Ma non ci si può attendere di queste finezze da una giornalista che poco oltre aggiunge: «La sedicente audacia del Segretario sembra riproporsi a molti come i peperoni», dove alla ridicola iniziale maiuscola che di solito Gentili riserva alle cariche e financo ai mesi dell’anno si aggiunge una misterica comparazione con gli ortaggi. Chiusura in bellezza: «C’è chi a destra sembra talmente affezionato agli anni di Piombo da richiamarli in causa anche nelle situazioni meno plausibili». Saremmo stati disposti a tollerare l’ennesima maiuscola per «anni», seppure incongrua, ma risulta francamente incomprensibile il rispetto reverenziale che Gentili nutre per il vile metallo.
[18 marzo 2024]

Mattarella è a conoscenza di molestie accettabili?
Prima pagina del Corriere della Sera. Occhiello: «8 marzo, il monito di Mattarella». Titolo: «“Contro le donne violenze e molestie inaccettabili”». Restiamo in attesa di ricevere dal Quirinale un elenco di quelle accettabili.
[9 marzo 2024]

Sulla Repubblica tre premier nell’ordine sbagliato
Didascalia dalla prima pagina della Repubblica: «Da sinistra: Yousaf (Scozia), Sunak (Regno Unito), Gething (Galles)». Nelle tre foto dei premier, due sopra e una a sinistra della didascalia, in realtà si vedono Sunak, Gething e Yousaf. Sempreché alla Repubblica sia ancora vigente la consuetudine occidentale di leggere da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. In caso contrario, la didascalia doveva cominciare così: «Da sinistra in basso, in senso orario».
[18 marzo 2024]

Chi è «la colei» che fa battere il cuore di Zenzola?
Da Fanpage.it: «Mattia Zenzola è fidanzato. Chi è la colei che ha fatto battere il cuore al ballerino, e anche partner di ballo conosciuta proprio durante la partecipazione al talent show condotto da Maria De Filippi». Devono aver assunto in redazione Cetto La Qualunque.
[10 marzo 2024]

Siamo finiti su un non binario morto
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Adolescente non binario muore dopo una lite nei bagni della scuola: “Ucciso dalle politiche anti trans”». Siamo finiti su un non binario morto.
[7 marzo 2024]

Server partner: trattasi di sesso informatico?
Titolo dal sito della Repubblica: «Ita e la frenata di Lufthansa: “Solidi anche da soli, ma server partner”». L’informatica trionfa o trattasi di un nuova concordanza del verbo servire con il sostantivo partner?
[4 marzo 2024]

Renzo Rosso «s’impalca» e viene segato
Carlo Cambi sulla Verità: «Renzo Rosso contesta il prezzo, ma non sembra avere tante scelte: o prende questa way out oppure s’impalca in una contesa legale senza possibilità di armistizio». Il verbo impalcare ha due significati: «costruire con assi e travi il palco di una stanza» e «regolare la crescita e la forma di un albero mediante la potatura». Che Rosso volesse essere segato? (In ogni caso, c’è riuscito: l’hanno estromesso dalla Masi, la cantina dell’Amarone quotata in Borsa).
[12 marzo 2024]

La «seconda stories» di Domani
«La seconda stories invece contiene un estratto dell’articolo che Domani ha dedicato a Marcello Minenna, ex direttore dell’agenzia delle Dogane indagato per corruzione, e Donato Ammaturo, editore dell’Espresso da maggio 2023». Devono decidersi: o «story» o «seconda delle stories». Stories non si può usare al singolare, per il semplice fatto che in inglese è plurale.
[7 marzo 2024]

Tutti sbagliati i numeri della Piaggio sul Corriere
Titolo dalle pagine economiche del Corriere della Sera: «Piaggio, utile record a 91 milioni nel 2023. Su il dividendo a quota 20,5 euro». Occhiello: «Balzo del 73%». Il testo conferma: «Verrà suggerito un dividendo di 20,5 euro contro i 18,5 euro dell’anno scorso». A parte che l’utile ha avuto un aumento del 7,3 per cento non del 73 (cioè un decimo del balzo da record), il dividendo è di 0,205 euro (un centesimo di quanto annunciato). Analogo discorso per il dividendo dell’anno scorso: non 18,5 euro, bensì 0,185. Esempi di economia virtuale.
[5 marzo 2024]

La persona «un po’ squilibrato» dell’Unità
Dalla prima pagina dell’Unità: «Il Senato ha dato il via libera al provvedimento che istituisce i test psico-attitudinali per i magistrati. Di che si tratta? Di una misura che prevede un controllo sulle condizioni psichiche di tutti i magistrati, per evitare di avere persone mentalmente non stabili in un ruolo molto delicato e con un enorme potere. L’idea è che se devo dare a una persona la possibilità di rovinarti la vita e magari di mandarti in prigione per molti anni, è meglio essere sicuro che quella persona non sia un po’ squilibrato». Titolo: «Se fanno il test li bocciano tutti...». Anche se fanno l’esame di terza elementare ai redattori dell’Unità.
[29 febbraio 2024]

Chiavi false che però aprono le porte, quindi vere
Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera rievoca la figura di Italo De Witt, il rapinatore che il 3 novembre 1995 prese in ostaggio 15 persone nell’agenzia del Credito italiano in piazza di Spagna a Roma: «Un colpo che fece epoca, se non altro per la location prescelta dalla batteria criminale, che entrò in azione durante la pausa pranzo sorprendendo alle spalle gli impiegati e una guardia giurata e aprendo di nascosto con un mazzo di chiavi false la porta sul retro». Se sono chiavi che aprono le porte, devono senz’altro essere vere.
[18 febbraio 2024]

Si coalizzano contro gli agenti, ma non per Il Gazzettino
Titolo dal sito del Gazzettino: «Follia a Mestre. Madre 54enne e figlio 25enne litigano furiosamente in strada, intervengono gli agenti e si coalizzano contro di loro». Gli agenti coalizzati contro madre e figlio? Non c’è più la polizia di una volta.
[5 febbraio 2024]

Nuzzi, il revisionista della lingua italiana
Gianluigi Nuzzi, sulla Stampa, nell’articolo intitolato «I revisionisti della giustizia», prende duramente posizione contro chi contesta le sentenze di colpevolezza pronunciate nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi nonché di altri assassini condannati in via definitiva. La morale finale è fulminante: «Finché la magistratura non rimetterà tutto in ordine alla delegittimazione sarà derogato l’enorme potere di dettare legge». Se abbiamo capito bene dove vuol andare a parare Nuzzi, per lui la locuzione «derogare a...» significa «consegnare a...», esattamente il contrario di quello che finora stabilivano le sentenze dei dizionari (definizioni di derogare nello Zingarelli 2024: venir meno, rinunciare; contravvenire; non attenersi; discostarsi; porre con un provvedimento legislativo un’eccezione rispetto alla regola contenuta in altra norma giuridica; nuocere a qualcuno o a qualcosa, pregiudicare qualcuno; eludere, trasgredire). Insomma, ci sono «i revisionisti della giustizia» e poi c’è Nuzzi, «il revisionista dell’italiano».
[4 marzo 2024]

Romagnoli e «la prima cosa bella» di un mese fa
La prima cosa bella è il titolo della rubrica che, sulla terz’ultima pagina della Repubblica, lo scrittore Gabriele Romagnoli dedica al giorno appena spuntato: «La prima cosa bella di lunedì 11 febbraio 2024 è negoziare. È un’arte, una tecnica, non è mai una resa, ma l’alternativa (migliore) all’idea di combattere finché ne resti uno solo». Peccato che sia uscita l’11 marzo (e che l’11 febbraio fosse domenica, non lunedì). La prima cosa brutta, con un mese di ritardo.
[11 marzo 2024]

La Repubblica e il lancio di «paracaduti» su Gaza
Titolo dal sito della Repubblica: «Lancio di aiuti su Gaza, alcuni paracaduti non si aprono: i pacchi precipitano sulla folla». I famosi paracaduti di guerra. (Il sostantivo paracadute resta invariato al plurale).
[10 marzo 2024]

Il «più Papa» della Verità
Titolo dalla Verità per marcare la differenza fra Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger: «Francesco rivede il rapporto col predecessore: “Usato contro di me. Ma se fossi costretto a lasciare, non mi farei chiamare più Papa». Esiste anche il meno Papa? No? Allora bisognava scrivere: «Non mi farei più chiamare Papa».
[15 marzo 2024]

Labate fra «sbruffare» il cittadino
Per descrivere la situazione «delle decine e decine di cantieri aperti nella Capitale all’alba del Giubileo», con il sindaco Roberto Gualtieri che li magnifica in una serie di video social, Tommaso Labate sul Corriere della Sera ricorre a queste tre immagini: «Il cittadino sbruffa, il negoziante si inalbera, l’automobilista impazzisce nel traffico». È vero che il Grande dizionario della lingua italiana dà la seguente definizione del verbo sbruffare: «Emettere dalla bocca o dal naso, sbuffando rumorosamente, spruzzi di saliva o di un liquido immesso o penetrato nella bocca stessa (con particolare riferimento ad animali)». Ma qui, trattandosi di uomini, forse bastava il meno repellente sbuffa.
[10 marzo 2024]

Avvenire : «No ai preti imprenditori». E i paolini?
Avvenire dà conto, in un titolo, del verbo bergogliano: «“No a sacerdoti imprenditori o padroni”». Bel problema. Quindi, tanto per cominciare, dovrà dimettersi l’intero management del gruppo editoriale San Paolo, media company che pubblica Famiglia Cristiana, Credere, Il Giornalino, Jesus, Benessere e Gazzetta d’Alba; ha una casa editrice con 3.400 titoli in catalogo; conta 33 librerie in Italia; svolge attività commerciali multimediali, audiovisive, musicali; esercita la vendita diretta di grandi opere con pagamento rateale; controlla l’emittente televisiva Telenova; possiede la San Paolo Digital srl, che coordina e supporta lo sviluppo delle attività Internet e new media del gruppo. Il presidente Gerardo Curto, l’amministratore delegato Antonio Rizzolo, il direttore generale Giuseppe Musardo, il consigliere d’amministrazione Roberto Ponti e il direttore amministrativo e finanziario Franco Soliman sono infatti tutt’e cinque sacerdoti.
[9 febbraio 2024]

La «scherma minorenne» del Corriere della Sera
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Stupro di gruppo a Chianciano, la denuncia di una campionessa di scherma minorenne». Non sapevamo che esistesse anche la scherma maggiorenne.
[3 marzo 2024]

Zoppini, ovvero la sostanza priva di forma
Editoriale di Andrea Zoppini sul Sole 24 Ore: «Come scrive già negli anni 50 Tullio Ascarelli c’è un legame sottile e profondo tra ordinamento degli studi e orientamento della dottrina, atteso che egli ci dice – parafrasando Hegel e Goethe nulla più delle istituzioni rappresentano la forma della sostanza». Ovvero quando la sostanza manca di forma.
[27 febbraio 2024]

«Nel giro di un amen»? Non basta «in un amen»?
Monica Colombo sul Corriere della Sera parla di Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, accusato di evasione fiscale, per il quale la Procura provinciale della capitale spagnola ha chiesto 4 anni e 9 mesi di carcere: «Una notizia che nel giro di un amen ha occupato i siti web di mezzo mondo». La locuzione in un amen significa già «in un attimo», periodo di tempo talmente breve che non abbisogna di ulteriori specificazioni.
[7 marzo 2024]

Il linguaggio futurista di Google News
Google News riporta un titolo del Post: «Lannosa questione delleredità degli Agnelli, spiegata». Spiegata proprio bene. (Sul sito del Post il titolo è corretto, con gli apostrofi).
[12 febbraio 2024]

I tre rottweiler «erno» due, per di più impazziti
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Sbranato da tre rottweiler». Titolo sottostante: «L’assalto, le ferite: “Quei due cani erno impazziti”». Quasi come il redattore di turno.
[13 febbraio 2024]

Giuseppe Conte in carica sulla compagna
Dall’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «L’unico premier ad aver subìto controlli quando era in carica sulla compagna Olivia Paladino e la di lei famiglia (la sorella e il padre), poi sull’amico avvocato Guido Alpa e l’ex collega di studio Luca Di Donna, è Giuseppe Conte». Non dubitiamo che Conte fosse molto in carica quando era sull’avvenente compagna, ma forse Travaglio avrebbe dovuto costruire diversamente la frase. Per esempio così: «L’unico premier, quando era in carica, ad aver subìto controlli sulla compagna», eccetera.
[7 marzo 2024]

Roncone inventa l’aggettivo «sicofante»
In un pezzo sul Corriere della Sera, dedicato alle elezioni in Abruzzo, Fabrizio Roncone parla di «maschere sicofanti». Ma sicofante (nella Grecia antica, accusatore di professione, calunniatore, ricattatore; nella Roma antica, imbroglione; per estensione, delatore, spia, calunniatore) non è un aggettivo, bensì un sostantivo. Tutt’al più avrebbe dovuto scrivere «maschere di sicofanti».
[10 marzo 2024]

Il luogotenente Striano promosso tenente
Prendiamo atto che l’ormai ben noto Pasquale Striano, al centro dello scandalo degli accessi abusivi alle banche dati, inizialmente ispettore della Guardia di finanza, con il grado di luogotenente, è stato promosso ufficiale, con il grado di tenente, da Giovanni Bianconi e Fabrizio Caccia (Corriere della Sera), Grazia Longo (La Stampa), Felice Manti (Il Giornale), Erika Pontini (Quotidiano Nazionale), nonché dall’Ansa e da Rai News. Però non si capisce se lo fosse già fin dal primo giorno o se abbia fatto carriera nel giro di una settimana.
[dal 4 all’11 marzo 2024]

Il «pungiball» di Alessandro Piperno
Alessandro Piperno sulla Lettura: «Aveva un pungiball che pendeva dal soffitto». Trattasi dell’italianizzazione, non infrequente in Rete e anche sui giornali, dell’inglese punching ball (palla di cuoio che il pugile colpisce per allenarsi), ridicolmente evocativa, dato che esistono il pungidito e il pungitopo, della quale non vi è traccia nei dizionari, neppure in quello dei neologismi della Treccani. Essendo uno scrittore, Piperno dovrebbe saperlo.
[10 marzo 2024]

Così scrive De Angelis, «ca va san dire»
Se ti esprimi in una lingua straniera, almeno fallo bene. Sennò la sciccheria si trasforma in scioccheria. Alessandro De Angelis rifila ai lettori della Stampa un «ca va san dire». Espressione misteriosa che, essendo riferita a Daniela Santanchè, originaria di Cuneo, al quotidiano torinese deve essere stata interpretata come un motto locale, comprensibile a chi abbia fatto il militare nella Provincia Granda, al pari di Totò e altri uomini di mondo. Che san dire sia il nemico di san tacere? Più probabile invece che De Angelis volesse usare l’espressione idiomatica francese ça va sans dire (ciò va senza dirlo) nel senso di «va da sé» o di «ovvio». Troppo banale per un De Angelis.
[4 marzo 2024]

L’Ansa e il cibo proibito per l’eredità
Titolo dall’Ansa: «Uccide la zia con cibo proibito per l’eredità, arrestata». Prendete nota: la successione dipende dal menu.
[22 febbraio 2024]

François de Tonquédec conoscerà almeno il francesce?
«Probabilmente sono state due verifiche sul nome del ministro della Difesa Guido Crosetto a porre fine alla proficua collaborazione delle tre firme de Il Domani, Giovanni Tizian, e Stefano Vergine, e Nello Trocchia con il finanziere Pasquale Striano». Inizia così un articolo di François de Tonquédec sulla Verità. Ma la testata si chiama Domani, senza l’articolo determinativo Il. E non si vede la necessità della congiunzione e ripetuta due volte, mentre sarebbe stata necessaria una virgola dopo Trocchia. Più avanti de Tonquédec riporta questa frase: «“Cosi Crosetto ha incassato milioni di euro da Leonardo”». Dovendo escludere che intendesse riferirsi ai due cosi (nel senso di attributi) del ministro Crosetto, al posto suo avremmo messo l’accento: così. Più avanti: «Articoli che hanno spinto il titolare della Difesa a rivolgersi alla Procura di Roma per scoprire chi aveva compulsato le sue dichiarazioni dei redditi». Serviva il congiuntivo: chi avesse. Poco oltre: «E evidenziano». La d eufonica è prescritta quando la congiunzione è posta davanti a parola che comincia con la medesima vocale: ed evidenziano. In seguito si legge: «Il leader della lega». Non trattandosi di lega metallica, ma della Lega di Matteo Salvini, occorreva l’iniziale maiuscola. Ci auguriamo che de Tonquédec se la cavi meglio con il francese.
[3 marzo 2024]

La Stampa trasferisce Vicenza in Piemonte
Titolo dalla pagina Facebook della Stampa: «Nel Torinese. Vicenza, lite in famiglia: accoltellato un 22enne, è grave». Torino caput mundi.
[26 febbraio 2024]

Gli svarioni di Andrea Riccardi su Avvenire
Su Avvenire, lo storico Andrea Riccardi elargisce a piene mani cultura a proposito del libro-intervista di Massimo Franco con il prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, il vescovo barnabita Sergio Pagano, e scrive tra l’altro che il prelato «si riconosce» in papa Montini, aggiungendo subito dopo che «Paolo VI va all’Onu nel 1964, la prima volta di un papa». A differenza dell’archivista vaticano, l’illustre storico dimostra di conoscere poco il pontefice bresciano, che visitò l’assemblea delle Nazioni unite il 4 ottobre 1965, non 1964. E per un esperto di Pio XII, quale indubbiamente è, il fondatore di Sant’Egidio sbaglia il nome di Rolf Hochhuth, il drammaturgo tedesco autore del Vicario che prese di mira papa Pacelli, scrivendo «Hocchut».
[7 marzo 2024]

L’aritmetica del Fatto Quotidiano: 99 + 7 = 100
L’aritmetica secondo Il Fatto Quotidiano, nella rubrica La cattiveria, firmata da Silvio Perfetti: «Il 92% degli studenti italiani è orgoglioso di essere nell’Unione europea. L’altro 7% ha capito la domanda». Ma 92 più 7 fa 99, non 100. (Né si può ipotizzare un 1 per cento di indecisi: l’articolo determinativo – «l’altro 7%» – renderebbe implausibile la stiracchiata giustificazione).
[2 marzo 2024]

Qualcuno accalappi Grazia Sambruna
Grazia Sambruna parla di Nicholas, concorrente del programma tv Amici, sul sito del Corriere della Sera: «Non è stato scelto in qualità di ballerino, ma di pedina accallappia-share e arruffapopoli». E ancora: «Pedina è stato (e pedina rimane) di una pagliacciata accallappia-share». Siamo inclini a condonare i refusi. Questi, ripetuti, hanno l’aria di non essere tali.
[4 marzo 2024]

Troppi colpi per un titolo solo
Titolo dalla Verità: «Colpo basso dell’Ue: “Dobbiamo blindare lo Stato di diritto a colpi di sanzioni”». Che mi venga un colpo.
[23 febbraio 2024]

Più che un titolo parrebbe un indovinello
Titolo dalla Stampa: «Cosa direte ai vostri figli dopo aver picchiato la mia?». Tutto chiaro.
[25 febbraio 2024]

Ultime news dalla Rai: «Il Garda è pieno di acqua»
Titolo da Rai News: «Il lago di Garda è pieno di acqua». Ma no!
[26 febbraio 2024]

È un fatto che Palombi non conosce la grammatica
Incipit della rubrica Rimasugli di Marco Palombi sul Fatto Quotidiano: «Nel pianeta delle Giorgie». Sbagliato. I plurali dei sostantivi femminili che terminano con -cia o con -gia perdono la i quando la sillaba finale è preceduta da una consonante e invece la mantengono quando è preceduta da una vocale. Vale anche per i nomi propri. Quindi Giorgia diventa Giorge, così come forgia diventa forge, mentre Luigia diventa Luigie. Rimasugli di grammatica. A conoscerla.
[2 marzo 2024]

Robinson ha risuscitato Gabriel García Márquez
Robinson, supplemento culturale della Repubblica, commemora il decimo anniversario della morte di Gabriel García Márquez (avvenuta a Città del Messico il 17 aprile 2014), dedicandogli la copertina e il servizio d’apertura. La didascalia di pagina 3 recita: «Lo scrittore (al centro) a Los Angeles nel luglio del 2017 ritratto insieme ai figli adulti: Gonzalo a sinistra e Rodrigo a destra». Non sapevamo che fosse anche risorto.
[3 marzo 2024]

La Verità è che i valichi ora sono diventati «i valici»
Titolo dalla Verità: «Migranti ai valici usati come pusher». Non ci sono più i valichi di Alessandro Manzoni: «Renzo, salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto» (I Promessi Sposi).
[3 marzo 2024]

Libero interferisce con la lingua italiana
Titolo da Libero: «“Non interferisco sui miei cronisti”». Frase di Carlo De Benedetti, editore di Domani, con errore incorporato (ammesso che l’abbia pronunciata in questi termini). Interferire è un verbo intransitivo che prevede due significati, con due diverse costruzioni. La prima – ingerirsi, intromettersi – richiede la preposizione in: «Interferire nelle decisioni». La seconda – sovrapporsi creando ostacoli o difficoltà – richiede la preposizione con: «La nuova inchiesta non interferisce con quella già in corso». La preposizione sui non è contemplata nello Zingarelli 2024. Ma a Libero fanno un liberissimo uso della lingua italiana.
[5 marzo 2024]

La Stampa «sventa» il decesso di un uomo
Occhiello da un titolo della Stampa: «Nei giorni scorsi sventato il decesso di un uomo». Sventare significa far fallire, rendere vano. Di solito si sventano le rapine e le congiure. Per le morti serve un’esperienza che hanno solo a Torino.
[18 febbraio 2024]

Eleonora Barbieri cade sulle Annales
Sul Giornale, un originale articolo di Eleonora Barbieri racconta la vita del grande fisico belga Georges Lemaître, prete cattolico, considerato il «padre del Big Bang», anche se il termine venne coniato nel 1949 dal collega Fred Hoyle. Lo studioso belga, già nel 1927, aveva infatti pubblicato «il suo lavoro in francese e quindi il suo articolo, diciamo così, viene “letto poco”», spiega l’astrofisico Massimo Capaccioli alla collega Barbieri. Che scivola poco dopo proprio sul francese, ricordando che l’articolo del prete scienziato uscì «sugli Annales de la Société Scientifique de Bruxelles»: annales in francese è un sostantivo femminile plurale, e dunque bisognava scrivere «sulle Annales».
[21 febbraio 2024]

Gressi confonde il giorno con il verbo dire (come la Cei)
«E anche quelli che pensano di non essere degni di sedere alla sua mensa, lo stesso la invocano: “ una sola parola e io sarò salvato”», scrive Roberto Gressi sul Corriere della Sera, riferendosi a Emma Bonino. Ma , con l’accento, è la forma letteraria di giorno. L’imperativo presente del verbo dire è di’, con l’apostrofo. È vero che Lo Zingarelli 2024 segnala come forma in disuso, ma il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia non ne fa proprio menzione: per l’imperativo riporta solo di’. Comunque, Gressi è in buona compagnia, giacché, nella Bibbia presente sul sito ufficiale del Vaticano (versione approvata dalla Conferenza episcopale italiana), il versetto dal capitolo 8 del Vangelo di Matteo contiene lo stesso errore: «Ma il centurione riprese: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”».
[13 febbraio 2024]

Ma che ci avrà Veronica Tomassini contro Serianni?
Veronica Tomassini sul Fatto Quotidiano: «La fiammiferaia, c’avrà avuto ’sta poveraccia un nome e un cognome?». Come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, che deragliano fin dai tempi in cui imperversava il pm Antonio Di Pietro con il suo «che c’azzecca?», Tomassini ignora la regola enunciata dal linguista Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (Utet), a proposito della particella pronominale o avverbiale ci: «Con ci e gli l’elisione può essere espressa graficamente solo se la vocale seguente è una “i” (c’insegna, gl’ingiunse) e in c’è, c’era, ecc.». Qualche esempio dalla letteratura italiana, così Tomassini può ripassare la lezione: «Egli ci avrà mille modi da fare» (Giovanni Boccaccio, Decameron); «Ci avrà apportata a gli orecchi la partita del serenissimo signor principe» (Torquato Tasso, Lettere); «Se verrà da me, ci avrà poco gusto» (Carlo Goldoni, La donna volubile); «E non ci avrà forse alcuno dei nostri lettori milanesi» (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi); «Se non ci avrà nociuto» (Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri); «Il mondo non ci avrà perduto nulla» (Ippolito Nievo, Novelliere campagnolo); «Lo zio Crocifisso ve la venderà, se ci avrà il suo guadagno» (Giovanni Verga, I Malavoglia); «Ma lei ci avrà parenti, laggiù, m’immagino!» (Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal).
[18 gennaio 2024]

Scaramuzzi mischia i due Berlinguer
Iacopo Scaramuzzi sulla Repubblica parla di un libro del giornalista Luca Kocci con l’introduzione del vescovo Luigi Bettazzi e afferma che «è l’ultimo scritto del padre conciliare, scomparso di recente, noto per la sua corrispondenza con Luigi Berlinguer». Poco noto a Scaramuzzi, però: si trattava di Enrico Berlinguer, non del cugino.
[10 gennaio 2024]

Persino Tex maltratta la grammatica
Nel numero 749 dell’album mensile Tex, intitolato «I pirati del Borneo», tocca con dolore segnalare il primo errore di grammatica in cui incorrono i mitici eroi del fumetto creato da Sergio Bonelli e Aurelio Galleppini. A Kit Carson, amico di Tex Willer, a pagina 52 viene attribuita questa frase: «Ma il covo della Tigre Nera era un isola, no?». L’apostrofo, manca l’apostrofo! Dove arriveremo, di questo passo?
[marzo 2023]

Flavia Perina a scuola di «latinorum»
Flavia Perina sulla Stampa: «Ma l’elenco degli esempi potrebbe estendersi all’infinito, come conferma in qualche modo la dichiarazione di un senjores, il ministro Adolfo Urso». Deve trattarsi di uno junior cresciutello. (Si scrive senior, con la i non con la j, e il plurale in latino è seniores, ma non si capisce perché Perina usi il plurale).
[25 febbraio 2024]

Lucia Annunziata cambia nome al segretario di Stato
Incipit dell’editoriale di Lucia Annunziata sulla prima pagina della Stampa: «Col solito tono “di lavoro”, il Segretario di Stato Usa Anthony Blinken ha annunciato il ritorno al Memorandum Hansell». Ignoriamo in che cosa consista il «tono “di lavoro”», ma, volendo lavorare accuratamente, Annunziata avrebbe dovuto scrivere Antony Blinken, senza la h nel nome, come risulta dal sito ufficiale del Dipartimento di Stato (www.state.gov/secretary) e come dovrebbe ben sapere una giornalista che ha lavorato dagli Stati Uniti per Manifesto, Repubblica e Corriere della Sera, fondato e diretto un’agenzia di stampa nata dall’Associated press e sposato un collega americano.
[25 febbraio 2024]

La «messa assegno», nuovo rito di Chiara Ferragni
Google News riporta un titolo dal sito RomaIt.it: «Chiara Ferragni, l’ultima strategia messa assegno dalla nuova società di comunicazione». Non vorrà mica lucrare anche sulle elemosine in chiesa?
[17 gennaio 2024]

Sideri poco siderale: non conosce l’astronauta Aldrin
«Peraltro il Made in era già sbarcato sulla Luna nel 1969: la bandiera piantata da Oldrin diede fama al North Carolina: era Made in NC», scrive Massimo Sideri in un corsivo sul Corriere della Sera. L’astronauta dell’Apollo 11 che calpestò per secondo il suolo lunare dopo il comandante Neil Armstrong si chiama in realtà Buzz Aldrin.
[11 febbraio 2024]

Fabrizio d’Esposito, molto vagante, poco chierico
Fabrizio d’Esposito nella rubrica Il chierico vagante sul Fatto Quotidiano si cimenta, a puntate, con la massoneria in Vaticano e, nella seconda, scrive di una visita apostolica affidata da Paolo VI «a un cardinale canadese, Édouard Joseph Gagnon». Ma il prelato, che apparteneva all’ordine dei sulpiziani e si chiamava Édouard, non Édouard Joseph, ricevette la porpora nel concistoro del 25 maggio 1985 da Giovanni Paolo II, quando papa Montini era morto da quasi sette anni. Canadese, e suo quasi omonimo, è Richard Joseph Gagnon, dal 2013 arcivescovo di Winnipeg, in Canada. Nella terza puntata, d’Esposito inciampa ancora nella medesima omonimia scrivendo che «Paolo VI affidò la Visita Apostolica all’arcivescovo canadese Édouard Joseph Gagnon»; sbaglio doppio, perché Édouard Gagnon, vescovo dal 1969, fu nominato arcivescovo titolare di Giustiniana Prima nel 1983, e dunque da Giovanni Paolo II. Non contento, aggiunge altri errori onomastici, ribattezzando il «Segretario di Stato Jean-Maria Villot», che, essendo francese, si chiamava ovviamente Jean-Marie, e poi «l’arcivescovo siriano melchita Hilarian Capucci», il quale, vissuto per sua fortuna in tempi non pervasi dall’ideologia gender, si chiamava invece Hilarion. Insomma, d’Esposito sarà pure vagante ma certo è ben poco chierico.
[19 e 26 febbraio 2024]

Investono la moglie, peccato: gli portava le brioches
Titolo a tutta pagina dalla Stampa: «Il dolore del marito della donna investita. “Ogni giorno usciva a comprare le brioches”». Che tragedia doversi accontentare delle fette biscottate.
[17 gennaio 2024]

Canè, Cagnone e il solito «e no»
Gianmaria Canè recensisce sul Corriere della Sera il libro Il “Cagnone” (Minerva edizioni), che Federico Bini ha dedicato a Giancarlo Mazzuca, giornalista di lungo corso in varie testate (Il Resto del Carlino, Corriere della Sera, Il Giornale, La Voce, Il Giorno, Quotidiano Nazionale), sovente come direttore o vicedirettore: «Tanti anche i libri, scritti spesso assieme al fratello Alberto, su personaggi storici e non come Benito Mussolini, Gianni Agnelli, Raul Gardini». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Canè avrebbe dovuto scrivere «personaggi storici e no».
[10 febbraio 2024]

La Repubblica crea una nuova compagnia aerea
Titolo dal sito della Repubblica: «Rivoluzione Japanese Airlines: l’ex hostess diventa presidente». Non esiste alcuna compagnia aerea con questo nome: c’è solo la Japan airlines, come peraltro documenta la scritta sulla carlinga di un aereo nella foto accanto al titolo.
[4 febbraio 2024]

Montesquieu in discesa libera
Sulla Stampa, l’editorialista che si firma con lo pseudonimo Montesquieu parla di «un governo sperimentale, per guida sia politica che personale, dove brilla una sola stella, attorniata da un firmamento buio, nebuloso, indistinto» e fa un riferimento non esplicito a Silvio Berlusconi: «La “stella” è il prodotto di una tradizione politica estranea al nostro quadro costituzionale, arrivata a governare nella bizzarra, inedita, spregiudicata coalizione dell’imprenditore “sceso” in politica dall’impresa – una singolare scala di valori –, con alleati occultati l’uno all’altro, all’apparenza». In realtà il presidente del Milan, nel suo discorso videoregistrato, il 26 gennaio 1994, usò una metafora sportiva: «Ho scelto di scendere in campo», non in politica. La frase fu già travisata dal premier dimissionario Mario Monti in un tweet scritto la sera di Natale del 2012: «Lamentarsi non serve, spendersi sì. Saliamo in politica».
[9 febbraio 2024]

L’Ansa ha una strana concezione del «rimpasto»
Dall’Ansa: «A soli due mesi dal suo insediamento, il presidente argentino Javier Milei ha effettuato il primo rimpasto di governo chiedendo le dimissioni di due importanti funzionari di aree strategiche. Si tratta del direttore della Previdenza sociale (Anses), Osvaldo Giordano, e della segretaria per le Miniere, Flavia Royon: due funzionari dell’esecutivo in quota all’opposizione cosiddetta “dialoghista”». Trattandosi di semplici funzionari, non si può chiamare rimpasto, che è la «parziale riorganizzazione della composizione politica di un governo mediante la sostituzione di alcuni ministri e senza formale apertura della crisi di governo» (Grande dizionario della lingua italiana), spesso nella locuzione rimpasto ministeriale («sostituzione di uno o più ministri senza aprire una crisi di governo» (Lo Zingarelli 2024).
[9 febbraio 2024]

A Cremona hanno via Dante e anche via Alighieri
Titolo da Rivolta d’Adda sulla Provincia di Cremona: «Potature, stop al traffico / Chiuse via Dante e via Alighieri». Nel dubbio, meglio intitolare a Dante Alighieri due strade, piuttosto che una sola. (Nel testo, però, la prima si chiama via Piave).
[22 gennaio 2024]

Lehner scrive sul Papa con qualche goffaggine
Il giornalista e scrittore Giancarlo Lehner ha dato alle stampe un pamphlet, Bergoglio da Cristo a Castro, edito come supplemento al quotidiano online L’Opinione delle Libertà, che ha per sottotitolo Paolo mi fè, disfecemi Jorge Mario. In copertina c’è anche una frase attribuita a Nostradamus: «Un Papa della compagnia (di Gesù) distruggerà la Chiesa di Cristo». I titoli dei capitoli elettrizzeranno i sedevacantisti (alcuni esempi: Jorge è ateo?; Lutero è apparso alla Madonna; La sagra di san Cazzaro; Benedetta l’invasione islamica; Una scampagnata verso Sodoma; Le sette eresie). Ma nelle 225 pagine, tralasciando gli accenti spagnoli sbagliati e molti refusi, abbondano anche gli svarioni, a cominciare dal più goffo: il Papa regnante viene ripetutamente chiamato Francesco I, quando invece è ufficialmente solo Francesco. Il nome pontificale è di norma seguito dal numerale ordinale per i successori, non per il primo che lo sceglie. Lehner se la prende anche con un prete romano, che Stefano Lorenzetto intervistò nello stesso palazzo in cui abitava il padre di Carlo Verdone: «Maggiore ottimismo salvifico ritrovo nel parroco di San Giovanni dei Fiorentini, tale Mario Canciani, sicuro che gli animali vadano in paradiso, senza dover sostenere esami, neanche per titoli, e passare controlli e test psico-fisici, un po’ come i togati italiani. Come spiega il prete dell’era bergogliana codesto 6 garantito alle bestie?». Non lo può spiegare. È morto nel 2007, cioè sei anni prima che venisse eletto Francesco. L’era bergogliana non la vide proprio.
[23 febbraio 2024]

Attenti ai cani in strada armati di fucile
Attacco di un lancio dell’agenzia Adnkronos, siglato da Silvia Mancinelli: «Hanno sparato più volte a due cani in strada, armati di fucile, sotto agli occhi di alcuni residenti». Il conduttore Milo Infante a Ore 14, su Rai 2, legge la notizia come se nulla fosse: «Hanno sparato più volte a due cani in strada armati di fucile». Cominciamo ad avere paura. Non ci sono più i cani di una volta.
[20 febbraio 2024]

Maxi tamponamento con mezzo camion
Titolo dal sito della Stampa: «Maxi tamponamento sulla A12 tra Rapallo e Chiavari: morto un operaio, diversi veicoli coinvolti e autostrada chiusa». Sottotitolo: «Secondo le prime informazioni sono rimasti coinvolti quattro auto e un mezzo camion e successivamente altri nove veicoli». Pensa che tragedia se fosse stato un camion intero.
[6 febbraio 2024]

Mascheroni confonde l’eskimo con il parka
Nella sua godibile rubrica Giù la maschera (per la verità l’ultima parola è sostituita da un disegno), sulla prima pagina del Giornale, Luigi Mascheroni commenta la contestazione subita da Tomaso Montanari, magnifico rettore dell’Università per Stranieri di Siena, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, a opera di attivisti pro Palestina: «A guidare la protesta uno studente che sembra uscito, con 45 anni di ritardo, dal set di Ecce bombo. Parole d’ordine del miglior collettivismo anni Settanta, parka, jeans, maglione a pelle e il “fuori corso” come prassi politica». Parka? Eh no. Mascheroni, che veste con eleganza, dovrebbe sapere che la divisa d’ordinanza di quell’epoca era il ben più rozzo eskimo, non il giaccone idrorepellente copiato dall’indumento in pelle di foca indossato dagli eschimesi delle Isole Aleutine e reso celebre da Burberry, Aquascutum e Fay.
[21 febbraio 2024]

Elly Schlein non conosce i Paesi fondatori della Cee
La redazione politica della Repubblica riferisce alcune frasi pronunciate da Elly Schlein, segretaria del Pd: «È un grande onore ospitare il congresso del Pse qui a Roma. (...) Noi portiamo i leader dei paesi fondatori dell’Unione che con il Pd si sono battuti per il Next Generation Ue. (...) Per questo sarà un passaggio così importante ospitare qui Sanchez , Scholz, Costa». La segretaria del Pd ignora (e con lei la redazione della Repubblica) che i Paesi considerati come fondatori dell’Unione europea sono i sei – Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi – firmatari dei trattati di Roma entrati in vigore il 1º gennaio 1958, che istituirono la Cee (Comunità economica europea) e l’Euratom (Comunità europea dell’energia atomica). Due dei tre leader citati da Schlein (Sánchez, con l’accento acuto, e Costa) appartengono invece a Paesi (Spagna e Portogallo) che divennero membri solamente nel 1986, dopo che alla Cee avevano già aderito la Danimarca e l’Irlanda (1973) e la Grecia (1981).

Berizzi scambia il Natale per la X Mas
«Al collo porta il ciondolo col simbolo della XMas e un fascio littorio con la M del battaglione Mussolini. Con orgoglio li ha mostrati, ospite di una trasmissione radiofonica. “Alla XMas erano eroi, all’epoca mi sarei schierato con la Repubblica sociale italiana”, ha detto Mauro Giannini, sindaco ex leghista e oggi indipendente di Pennabilli, 2.800 anime in provincia di Rimini». Così comincia la rubrica Pietre di Paolo Berizzi sulla Repubblica. Xmas (o X-Mas) è l’abbreviazione informale usata al posto di Christmas, che in inglese significa Natale. La X flottiglia Mas (acronimo del motto dannunziano «Memento audere semper» ma anche di motoscafo armato silurante) fu un’unità speciale della Regia Marina e poi un corpo militare della Repubblica sociale italiana, che sin dalla fondazione venne indicato, anche nei distintivi, come Xª Mas, benché l’ordinale rappresentasse un errore: i numeri romani sono già l’espressione grafica dei numerali ordinali, quindi non vanno mai seguiti da «ª» o da «°» (necessari solo quando, per indicare l’ordinale, si usano le cifre arabiche: 10ª e 10°).
[28 gennaio 2024]

L’ambasciatore israeliano prende ordini da Lula
Giulia Pompili sul Foglio: «Il presidente brasiliano Lula – che ha appena richiamato l’ambasciatore israeliano dopo una crisi diplomatica che va avanti da giorni su Gaza – è del resto il perfetto partner della Russia di Putin». Non sapevamo che gli ambasciatori di Israele prendessero ordini dal presidente del Brasile. (In realtà Luiz Inácio Lula da Silva ha richiamato in patria per consultazioni l’ambasciatore brasiliano a Tel Aviv, Frederico Meyer).
[22 febbraio 2024]

Buffon ha il diploma da ragazzo
Titolo dalla Verità: «Buffon: “Non vado orgoglioso di aver comprato il diploma da ragazzo”». Esiste un diploma che fa diventare ragazzi? No? Allora serviva un inciso: «“Non vado orgoglioso di aver comprato, da ragazzo, il diploma”».
[11 febbraio 2024]

Navalny è morto, il cardinal Parolin deve pensarci su
«Navalny muore in Siberia. Un’altra ombra sullo zar Putin», titola Avvenire in prima pagina. L’ombretta di una salma, niente di che. In seconda pagina il «quotidiano di ispirazione cattolica» riporta le parole del cardinale Pietro Parolin dopo una messa per il 106° anniversario della restaurazione dello Stato lituano: «Alla domanda se questo avvenimento cambi la posizione della Santa Sede nei confronti della Russia, il segretario di Stato vaticano ha ribattuto: “È prematuro dire queste cose. Abbiamo appena saputo”». Aspettiamo fiduciosi, eminenza.
[17 febbraio 2024]

Le tasse per gli agricoltori balzano al 50 per cento
Titolo dal Sole 24 Ore: «Irpef agricola, sconto doppio: tasse al 50% tra 10 e 15mila euro». La bella notizia – un dimezzamento del carico fiscale per i redditi più bassi – viene titolata un po’ frettolosamente e così a prima vista si trasforma in una pessima notizia: le tasse balzano al 50 per cento, ben oltre la media anche dei super redditi.
[13 febbraio 2024]

Laffranchi e i «500 milioni bambini» di Gaza
Andrea Laffranchi, inviato del Corriere della Sera al Festival di Sanremo: «Un appello pacifista arriva anche da Eros Ramazzotti, qui per i 40 anni di “Terra promessa”: “Circa 500 milioni bambini vivono in zone di conflitto e non vedranno mai una terra promessa”». Ma 500 milioni di bambini equivalgono a poco meno di un quarto dei minori viventi sulla faccia della terra (stimati da Unicef Italia in 2,2 miliardi), mentre nella Striscia di Gaza, evocata da Ramazzotti con il riferimento alla biblica Terra promessa, ce ne sono 1 milione (sempre secondo Unicef Italia), più verosimilmente 610.000 (stando a Save the children Italia). Il titolista del Corriere non corregge il testo ma ci mette una pezza con il titolo: «Ramazzotti: pace nella Terra promessa per 500.000 bambini».
[9 febbraio 2024]

Famiglia al singolare, verbo al plurale
Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano: «Il 35% di Saras passa di mano a 1,75 euro per azione e Vitol potrebbe acquistare anche il restante 5%. Solo il 17 aprile 2019 la famiglia avevano giurato che “non intende vendere ulteriori quote”». La famosa famiglia allargata.
[13 febbraio 2024]

L’«eroe popolino» del Messaggero
Andrea Scarpa intervista sul Messaggero l’attore Ricky Memphis (nome d’arte di Riccardo Fortunati), presentato come «una specie di portatore sano di quella romanità dal sapore antico – semplice, buona e disincantata – che l’ha reso molto popolare e apprezzato», e annuncia che «oggi torna – manco a farlo apposta – nei panni di Ciceruacchio, l’eroe popolino del nostro Risorgimento». Eroe popolino? Maddeché?
[4 febbraio 2024]

Allegra Caracciolo scambiata per la moglie di Agnelli
La Verità pubblica una grande foto di una signora, qualificata nella didascalia come «donna Marella Caracciolo», vedova di Gianni Agnelli, deceduta nel 2019. Peccato che si tratti invece di Allegra Caracciolo, cugina di Marella e vedova di Umberto Agnelli, la quale è tuttora viva e vegeta.
[10 febbraio 2024]

Il 51 per cento non è una percentuale bulgara
Attacco del pezzo di Paolo Mastrolilli, inviato a Des Moines (Iowa), sulla prima pagina della Repubblica: «Non solo Donald Trump ha stravinto a valanga i caucus dell’Iowa, con una percentuale bulgara, ma andando a scrutare nei dati elettorali si scopre che ha battuto i presunti rivali anche tra indipendenti, studenti, laureati, evangelici, ossia tutti i gruppi su cui puntavano Haley e DeSantis». Certamente Trump ha vinto e distaccato di parecchio i suoi avversari (perché «presunti rivali»?), però il 51 per cento di voti conquistato nelle primarie è ben lontano da una percentuale bulgara, la quale per consolidata tradizione giornalistica si colloca intorno al 90 per cento, e oltre, fin dal maggio 1989, quando, al 45° congresso del Psi, Bettino Craxi fu rieletto segretario nazionale con il 92,3 per cento dei voti e definì appunto «bulgara» quella maggioranza.
[17 gennaio 2024]

Il prete innamorato con la talare di tela
«“Dopo una lunga amicizia ho scoperto di amare una donna”». Comincia così, sul Corriere della Sera, un servizio di Claudio Mazzone su don Antonio Romano che con un post dal moderno pulpito di Facebook ha annunciato la decisione di abbandonare la vita clericale. Mazzone precisa che il sacerdote, parroco in provincia di Avellino, ha 57 anni, «di cui 32 in abito telare». Indossava la tonaca di tela anche d’inverno?
[1° febbraio 2024]

Mephisto Waltz è caduto riverso al suolo
Dopo aver premesso che «la parabola rappresenta sempre un confronto, un modo diretto per spiegare una scelta giusta e positiva, introdotta sia dai Vangeli cristiani che dalla cultura orientale, indiana in particolare», il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore si rifà «a un’altra nota parabola, quella dell’elefante e dei sei ciechi», certo non evangelica, per concludere che «la parabola dei non vedenti ha dato poi origine a una messe di interpretazioni diverse, pure al riverso, cioè partendo dal punto di vista degli occhi dell’elefante». Ma riverso, per Lo Zingarelli 2024 e per il Grande dizionario della lingua italiana, significa «supino» e «disteso supino». Al massimo esisteva l’espressione alla riversa, al contrario, peraltro contrassegnata dal primo vocabolario con l’obelisco (†), la croce che indica le parole defunte.
[4 febbraio 2024]

Aldo Grasso confonde Quincy Jones con Lionel Richie
Parlando di We are the world, il famoso brano scritto nel 1985 da Michael Jackson e Lionel Richie per soccorrere l’Etiopia colpita da una terribile carestia, il critico televisivo Aldo Grasso sul Corriere della Sera attribuisce a Richie una citazione: «Check your ego at the door», lasciate l’ego fuori della porta. In realtà la frase fu scritta su un cartello da Quincy Jones, produttore del brano.
[6 febbraio 2024]

Una scrittura troppo aperta all’errore
Open informa che l’Agenzia delle entrate ha chiesto alle mamme di cinque bambini, vittime degli abusi del nonno, 4.020 euro di spese legali per la parte civile: «Le madri si erano costituite parte civile nel processo contro il nonno condannato in via definitiva nel 2015 per abusi nei confronti dei bimbi che avevano dai 7 ai 14 anni. Poi, racconta l’edizione milanese del Corriere della Sera, l’uomo è morto. E si è aperta l’eredità con la sorpresa finale della parcella esattoriale. Senza il pagamento avrebbero dovuto rinunciare anche a quella». Cioè rinunciare alla parcella esattoriale? No, all’eredità. È che bisognerebbe rinunciare a leggere le notizie scritte da certi giornalisti.
[25 gennaio 2024]

Sbagliare, l’imperativo categorico nelle redazioni
«E a tutte le donne, alle quali è rivolto il suo brano, dice: “Voletevi più bene”», riferisce l’Ansa dal Festival di Sanremo, dando voce a Loredana Bertè. Ma volete è la seconda persona plurale dell’indicativo presente del verbo volere, quindi è come se Bertè avesse detto: «Vi volete più bene». Una frase priva di senso. L’esortazione avrebbe richiesto un altro tempo del verbo, l’imperativo presente: vogliatevi. Che lo sfondone grammaticale scappi alle ore 20.16 a un trafelato cronista d’agenzia, può starci. Ma che nei giorni seguenti venga riportato pari pari in titoli e testi dei siti della Repubblica, di Sky Tg24, del Quotidiano Nazionale, del Fatto Quotidiano, di Leggo e del settimanale Chi dimostra che il vero spettacolo nazional-popolare, per dirla con Antonio Gramsci, non è il festival canoro, bensì l’analfabetismo di ritorno (e spesso di sola andata) di una categoria che viene pagata per scrivere in italiano.
[8, 9, 10 febbraio 2024]

Il ministro «s’era messo di busso buono»
Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano: «Il libro uscirà senza la prefazione del ministro. Che, pur tra mille impegni, s’era messo di busso buono a scriverla». Merita un liscio e busso per non essersi messo di buzzo buono.
[6 febbraio 2024]

I 30 anni della Voce sono già diventati 40
Paolo Conti sul Corriere della Sera, dopo aver ricordato che Giuseppe Prezzolini fu il maestro di Indro Montanelli, scrive: «E proprio Montanelli, il 22 marzo 1994, fondò la sua Voce richiamandosi a quel retaggio culturale ed ebbe come vicedirettore Giancarlo Mazzuca. Spiega l’interessato: “Abbiamo deciso di ricostruire queste due storie per il quarantesimo anniversario della Voce montanelliana”». Storie belle lunghe: 30 anni sono già diventati 40.
[7 febbraio 2024]

Luporini confonde Testori con Tabucchi
Riccardo Staglianò sul Venerdì di Repubblica intervista Sandro Luporini, che fu il paroliere di Giorgio Gaber, e gli fa dire: «Céline era un’orribile persona, antisemita e bellicoso, ma la sua scrittura teatrale è quella da cui ho preso di più. Un po’ il contrario di Pasolini, brava persona ma quando ho letto “occhi ridarelli” per descrivere un “ragazzo di vita” ho messo giù il libro. Antonio Tabucchi, di cui ho amato moltissimo Il ponte della Ghisolfa, era il suo corrispettivo moderno, con la stessa passione per gli ultimi». L’ha amato talmente tanto che non deve nemmeno averlo letto: Il ponte della Ghisolfa è di Giovanni Testori. Ora Luporini ha 93 anni, per cui qualche smagliatura nella memoria è inevitabile. Ma Staglianò ne ha 55 ed è anche uno scrittore.
[9 febbraio 2024]

«Anche basta». Maddeché?
Incipit di Roberto Gressi sul Corriere della Sera: «Anche basta. Un frullato di vanità, indifferenza e ferocia». Anche basta di che?
[8 febbraio 2024]

Tgcom 24 risuscita Luigi Tenco
Dal sito di Tgcom 24: «Dopo ben 27 anni di assenza. Loredana Bertè con Venerus portano Tenco a Sanremo con “Ragazzo mio” (scritta per lei nel 1984)». Poiché Luigi Tenco si suicidò a Sanremo nel 1967, ci conforta apprendere che dopo 17 anni tornò dall’aldilà a scrivere una canzone per Bertè.
[10 febbraio 2024]

I «capolisti» del Festival di Sanremo
Sul sito del Corriere della Sera, Matteo Cruccu a proposito del Festival di Sanremo: «Ed ecco uno dei due capolisti di quest’anno Geolier». Anche quest’anno il plurale maschile di capolista è capilista.
[10 febbraio 2024]

Il Tempo confonde Maria Fida Moro con la sorella
Il Tempo dà notizia della scomparsa di Maria Fida Moro, a 77 anni, in una clinica romana, pubblicando una foto che raffigura la figlia di Aldo Moro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Peccato che quella nell’immagine sia Agnese, la terzogenita del leader dc assassinato dalle Brigate rosse.
[8 febbraio 2024]

Quietare è un verbo intransitivo
In un articolo sulla Verità si commenta la richiesta di archiviazione, da parte della Procura di Roma, delle denunce presentate dall’ex premier Matteo Renzi e dall’ex agente segreto Marco Mancini per la nota vicenda di foto e video dei due a colloquio in un’area di servizio dell’Autosole. Gaspare Gorresio invita i querelanti, dopo averli congiunti nella simpatica definizione di «permalosa coppia», a non opporsi alla richiesta dei pm di chiudere la faccenda, evitando un «inutile accanimento». Salvo poi prevedere che «i due possano non quietare», nel senso di calmarsi. Non è documentato alcun uso intransitivo del verbo quietare che non sia pronominale. Perciò bisognava scrivere: «I due possano non quietarsi». Ma forse siamo davanti, trattandosi di servizi segreti, a una esibizione incontenibile di occultismo grammaticale.
[8 febbraio 2024]

Pigna ferma, Pignasecca e Pignaverde
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Anche Pigna ferma interrompe il rapporto con Chiara Ferragni: “Violato il codice etico”». Eravamo rimasti fermi a Pignasecca e Pignaverde con Gilberto Govi.
[4 febbraio 2024]

Prodigi all’inglese: 150 agricoltori su un trattore
Tutti i giorni sul sito dell’Ansa alcune delle notizie principali vengono pubblicate anche nella versione in inglese. Ecco un sottotitolo di una delle ultime: «1,500 farmers in 10 tractors expected in Rome». Va bene che alcuni trattori sono giganteschi, ma che ognuno di essi riesca a portare 150 agricoltori ci pare improbabile. (Il testo fa chiarezza: «1,500 farmers with ten tractors expected in Rome», 1.500 agricoltori con dieci trattori attesi a Roma).
[10 febbraio 2024]

Don Di Giacomo toppa su san Tommaso d’Aquino
Don Filippo Di Giacomo dedica una delle sue Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica a Tommaso d’Aquino. L’articolo, molto informato, ricorda anche il pionieristico Index Thomisticus del gesuita Roberto Busa, ma si conclude con uno svarione incredibile quando afferma che il santo «non è mai stato proclamato “dottore della Chiesa”». Il grande filosofo e teologo medievale fu invece equiparato ai quattro santi “dottori” dell’antichità (Ambrogio, Girolamo, Agostino, Gregorio Magno) da papa Pio V con la bolla Mirabilis Deus dell’11 aprile 1567, nella quale fu definito «doctor angelicus», come in modo esaustivo documentò nel 1967 sulla rivista Angelicum il domenicano Angelo Walz in un articolo intitolato «San Tommaso d’Aquino dichiarato dottore della Chiesa nel 1567».
[9 febbraio 2024]

Scene da un funerale
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Morta cadendo nel lago con l’auto: il carro funebre si perde, autista semi assiderato e funerale rinviato». Tutto chiaro.
[6 gennaio 2024]

La Repubblica a Meloni: «Difenda il reato di stupro»
Titolo dalla Repubblica: «Le opposizioni scrivono a Meloni / “Difenda il reato di stupro nell’Ue”». Cioè la premier dovrebbe fare in modo che venga commesso con più frequenza?
[3 febbraio 2024]

Fenomeno Sgarbi: 8,4 milioni di euro in 9 mesi
Riferendosi agli introiti di Vittorio Sgarbi, Il Fatto Quotidiano, che al sottosegretario ora dimissionario ha riservato una martellante campagna di stampa in tandem con il programma tv Report, titola in prima pagina: «In 9 mesi 28 eventi da 300mila euro». Ci sarebbe da complimentarsi con il critico d’arte prestato al governo: pochi suoi colleghi riescono a guadagnare 8,4 milioni di euro in 9 mesi. Poi, però, un sommario di pagina 3 riporta la contabilità alle sue giuste proporzioni: «Affari a gettone. Il “Fatto” aveva conteggiato 28 eventi retribuiti in soli 9 mesi di mandato: in totale 300 mila euro». Come perdere 8,1 milioni nel volgere di due pagine.
[3 febbraio 2024]

La patta dei pantaloni si apre, non si abbassa
Sempre riferendosi a Vittorio Sgarbi, nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini osserva: «Non ci sorprende quando augura la morte all’intervistatore di Report e si giustifica affermando che così fan tutti, sebbene nessuno abbia mai augurato la morte in pubblico a qualcun altro davanti alle telecamere facendo il gesto di abbassarsi la patta dei pantaloni». La patta si può solo aprire. Per abbassarla, occorre calarsi i pantaloni.
[3 febbraio 2024]

Il suo ex ormai sottosegretario
Ancora con riferimento a Vittorio Sgarbi, in un pezzo di Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera si legge: «Di sicuro tra Sangiuliano e il suo ex ormai sottosegretario i rapporti sono stati sempre burrascosi». Non sapevamo che il ministro Gennaro Sangiuliano avesse un compagno, ma che a questo punto abbia dovuto rinunciarvi perché è diventato sottosegretario.
[4 febbraio 2024]

Pera promosso due volte ministro
«Quel Marcello Pera – professore, filosofo e ministro berlusconiano – traslocato nel partito meloniano per dar lustro e prestigio a una classe dirigente altrimenti meno titolata», scrive Giovanna Vitale sulla Repubblica. «Al tempo del governo Berlusconi, ministro un altro professore, Marcello Pera, arrivò così per il Casato il sì al rientro», le fa eco En. Rod. (Enrica Roddolo?) sul Corriere della Sera, parlando dell’eredità di Vittorio Emanuele di Savoia. Sbagliano entrambe: Pera non è mai stato ministro, bensì presidente del Senato.
[3 e 5 febbraio 2024]

Cocteau trasformato in subacqueo
Ancora En. Rod., nel medesimo articolo, aggiunge: «Sub esperto si immerse con Cocteau». Per quanto proteiforme, ci pare improbabile che lo scrittore e drammaturgo francese Jean Cocteau coltivasse la passione per le immersioni subacquee. Più probabile che si trattasse dell’oceanografo Jacques-Yves Cousteau.
[5 febbraio 2024]

A casa Rutelli si mangiava «alle 23 di sera»
Intervistato da Alessandra Paolini sulla Repubblica, Francesco Rutelli, ex europarlamentare, ex senatore, ex deputato, ex ministro, ex sindaco di Roma, ex segretario del Partito radicale, ex presidente della Margherita, e molto altro ancora, si dichiara sollevato dalla decisione della moglie Barbara Palombelli, che ha deciso di lasciare il programma serale su Rete 4: «A casa nostra non si mangiava mai prima delle 23 di sera. Mille giorni così... un incubo». Prima colazione alle 23 di mattina.
[5 febbraio 2024]

Gualtieri ha le superstar, altro che le ragazze pompon
Titolo dal Corriere della Sera: «Ai Golden Globes. La missione tra le superstar di Gualtieri». Sapevamo che negli Stati Uniti i sindaci disponevano in campagna elettorale di ragazze pompon. Roberto Gualtieri ha addirittura le superstar? No? Allora bisognava scrivere: «La missione di Gualtieri tra le superstar».
[14 gennaio 2024]

Tanto honesta pare Flavia Perina
Flavia Perina in un editoriale sulla Stampa: «Una piccola vendetta della cronaca. Ma anche un segnale della storia perché la gara dell’épater le bourgeois è come quella dell’honestà e della purezza: alla fine c’è sempre uno più honesto o volgare di te che ti sorpassa». Quantunque sia rintracciabile nel Canzoniere di Francesco Petrarca («Come s’acquista honor, come Dio s’ama, / come è giunta honestà con leggiadria, / ivi s’impara, et qual è dritta via / di gir al ciel, che lei aspetta et brama»), non si vede la necessità, passati 650 anni, di ricorrere al sostantivo honestà, essendo il vocabolo onestà attestato dai dizionari fin dal 1261 (circa). Idem per honesto, anche questo rintracciabile una decina di volte nelle opere del Petrarca, ma anche in quelle di Pietro Bembo e nel Baldus di Teofilo Folengo, letterati che per loro fortuna non leggevano Perina sulla Stampa.
[24 gennaio 2024]

Virgole in libertà a St. Moritz
Daniele Dallera sul Corriere della Sera: «In caso contrario, si andrà a correre a St. Moritz, in Svizzera, dove vuole portarci il Cio che, qualche ragione, per essere sospettoso ce l’ha». Virgole (le ultime due) in libertà.
[3 febbraio 2024]

Loretta Goggi scambiata per Mina
«L’immensa Mina e il trionfo annunciato», titola il sito della Repubblica. Sotto, una foto spacciata per un ritratto della cantante. Peccato che si tratti invece di Loretta Goggi che imita Mina. Scoprirlo era facile, visto che è riportato il credit «Mondadori Portfolio/Archivio Tv Sorrisi e Canzoni». Infatti nel database Mondadori Portfolio la foto in questione ha questa didascalia: «La showgirl italiana Loretta Goggi imita la cantante italiana naturalizzata svizzera Mina (Mina Anna Mazzini) nel varietà televisivo Canzonissima. Roma, 1972».
[23 gennaio 2024]

Lucia Ocone scambiata per Mina
Il mensile Icon racconta la storia di Abban-dono, un brano di Daniele Magro cantato da Mina, e pubblica una foto dell’autore con questa didascalia: «Mina e Daniele Magro». Invece si tratta di Lucia Ocone che imita Mina.
[gennaio 2024]

La Palisse ha un Avvenire sicuro
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «La Cina senza figli cresce meno». Difficile immaginare il contrario.
[18 gennaio 2024]

Ci sarà un «insidiamento» in Confindustria
Ri. Que. (Rita Querzé?) nelle pagine economiche del Corriere della Sera: «Un consiglio generale (molto partecipato) di Confindustria ha scelto i tre “saggi” che gestiranno il percorso verso l’elezione del nuovo presidente: Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi. Dall’insidiamento ci saranno sette giorni per le candidature». Un incarico insidioso.
[2 febbraio 2024]

Bonolis non ha capito una mazza delle Pulci di notte
Apprendiamo che Paolo Bonolis, nel corso di Avanti un altro, si è irritato per un rilievo apparso in questa rubrica circa una domanda da lui posta durante il quiz di Canale 5. La sua reazione: «Stefano Lorenzetto del meccanismo della trasmissione non ha capito una mazza. Io lo capisco che è complesso, ma alla fine devono rispondere sbagliato». Così riferisce Massimo Falcioni nel sito Tv Blog, aggiungendo: «La testata non è stata volutamente citata dal conduttore “sennò ci rimangono male il direttore e tutti quelli che ci lavorano”». Bonolis avrebbe dovuto precisare che in questa rubrica siamo soliti dare sempre conto dei nostri errori, oltre che di quelli altrui, e infatti avevamo prontamente chiarito l’equivoco, determinato dal cervellotico regolamento di Avanti un altro, tale da trarre in inganno i telespettatori occasionali (come nel nostro caso e come accadde in passato anche ai funzionari del Senato). Comunque, pure Bonolis dimostra di non aver capito una mazza: questa rubrica ha un unico direttore e redattore, cioè colui che la firma. Viene infatti pubblicata nel sito Stefanolorenzetto.it, da cui abitualmente la riprendono Italia Oggi , Anteprima di Giorgio Dell’Arti e Dagospia. Ma forse Bonolis temeva che potesse rimanerci male Roberto D’Agostino, il quale lo ha ribattezzato Banalis. Il 12 aprile 2023, con uno scoop, Dagospia aveva rivelato che il presentatore stava per separarsi dalla moglie Sonia Bruganelli. Stizzita la replica di Bonolis: «Sito de fregnacce. Fateve i ca... vostri». Che anche Dagospia non avesse capito una mazza? Non pare: il successivo 21 giugno, Bonolis e Bruganelli apparvero in una foto posata sulla copertina di Vanity Fair, sormontata da questo titolo: «Per chi si lascia come noi» e da questo sottotitolo: «La fine di un matrimonio non è la fine dell’amore». Avanti un altro e un’altra.
[29 gennaio 2024]

Conferenza stampa peggio del processo
Didascalia dal Corriere della Sera: «Il reverendo Jeff Hood, guida spirituale di Kenneth Smith, abbraccia la moglie del killer condannato durante la conferenza stampa». Da anni sospettavamo che gli incontri con i giornalisti fossero più pericolosi dei processi nei tribunali.
[27 gennaio 2024]

Tristi viaggi: re Carlo «è stato al cancro alla prostata»
Titolo dal sito della Repubblica: «Re Carlo è stato al cancro alla prostata nella stessa clinica dove c’è Kate Middleton». Visita di cortesia al tumore o alla nuora?
[26 gennaio 2024]

Trinchi e Caferri, stesso editore, stesso errore
Orlando Trinchi sulla Stampa intervista lo storico israeliano Benny Morris, docente di storia al dipartimento di studi mediorientali dell’Università Ben Gurion del Negev a Beer Sheva, e gli chiede di commentare questa osservazione: «Analisti israeliani e non sostengono che Netanyahu stia combattendo per la propria sopravvivenza politica». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Trinchi avrebbe dovuto scrivere «analisti israeliani e no». La stessa frase e lo stesso errore – «analisti israeliani e non» – erano apparsi il 14 dicembre scorso in un articolo di Francesca Caferri sulla Repubblica, il medesimo editore della Stampa. Non sarà che fra compagni di banco copiano?
[2 gennaio 2024]

E anche Sallusti cade sull’«e non»
A Trinchi e Caferri dà manforte Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, nel suo editoriale in prima pagina: «Ma allora mi permetto di dire che in questo caso il capo delle Brigate è lo Stato stesso che oltre ad avere spesso atteggiamenti vessatori in quanto a furbizie – non rispettare gli impegni, dilazionare le scelte, intralciare i lavori – non è meno dei suoi amministrati, evasori e non. Ci si potrebbe dichiarare prigionieri politici». Della grammatica di sicuro.
[1° febbraio 2024]

La Repubblica inventa gli influencer dell’Agcom
Titolo dal sito della Repubblica: «Stretta sugli Influencer di Agcom, la ricetta di Alice Venturi: “Etica e un registro per i content creator”». Non sapevamo che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni disponesse di influencer propri, ma, visto che per La Repubblica sono Influencer con la maiuscola, potrebbe arruolare Chiara Ferragni ora che rischia di restare senza lavoro.
[15 gennaio 2024]

I Navy Seals non c’entrano con l’esercito
Scheda dal Corriere della Sera: «I Navy Seals sono le forze speciali dell’esercito americano». Se sono della navy, la marina, non possono essere dell’esercito. Infatti trattasi delle forze speciali della United States Navy, la Marina degli Stati Uniti.
[18 gennaio 2024]

I ricchi hanno bisogno di una forchetta bella larga
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Nel pianeta dei ricchi la forchetta si allarga». Non sono mai sazi, questi crapuloni!
[16 gennaio 2024]

Il senso di Malvaldi per la privacy (della moglie)
Intervistato da Elena Dusi sulla Repubblica, «Marco Malvaldi, chimico e scrittore di successo, sia da solo che a quattro mani con la moglie Samantha», confessa di essere dipendente dal Mac e dagli altri dispositivi prodotti dalla Apple, condivisi con i familiari: «Ora tutti gli apparecchi della casa trattano mia moglie, mio figlio e me come un’unica entità. Il telefono mi avverte dell’arrivo del ciclo o mi fa i complimenti per quante calorie ho bruciato facendo sport». Samantha Bruzzone risulta nata nel 1974. A 50 anni ha ancora il ciclo. Complimenti. Ma la legge sulla privacy non vale per le mogli degli scrittori di successo?
[23 gennaio 2024]

Gli odiatori «da testiera» scrivono stando a letto?
Da In prima pagina di Anteprima: «Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, è morta annegata. Dietro al suicidio non ci sarebbero solo gli odiatori da testiera ma anche qualche compaesano sputasentenze». Odiano stando a letto anziché mettendosi alla tastiera del computer?
[18 gennaio 2024]

Nino La Rocca si manda kappaò da solo
Intervistando l’ex pugile Nino La Rocca sul Corriere della Sera, Marco Bonarrigo ricostruisce: «Nel 1984 la prima sconfitta contro il francese Elbilia per un taglio alla testa causato da una caduta». Risponde La Rocca: «Invece di assegnare un no contest e rimandare l’incontro, l’arbitro mi diede un Ko tecnico. Mi ripresi subito contro Bobby Joe Young: lo misi al tappeto e guadagnai la finale mondiale dei welter contro Don Curry». La Rocca ricorda male (e Bonarrigo, risparmiandosi le necessarie verifiche, non lo aiuta). L’incontro con Bobby Joe Young fu disputato il 10 aprile 1983 a Sanremo, quasi un anno prima di quello con Gilles Elbilia, avvenuto il 18 febbraio 1984 a Capo d’Orlando.
[31 gennaio 2024]

L’ex ministro Speranza ha venduto 41 copie
«Non pervenuto nelle classifiche dei più venduti della Mondadori, al 3.380esimo posto tra i più acquistati (si fa per dire...) su Amazon, staccato da perle del calibro del “Nuovo ricettario per la friggitrice ad aria” o di “Viva il vasino, via il pannolino”. Parliamo dell’ultima fatica letteraria di Roberto Speranza, approdata trionfalmente nelle librerie italiane il 19 gennaio scorso». Così Lorenzo Mottola sulla prima pagina di Libero. La stima ci pare ottimistica. Perché guariremo, il saggio dell’ex ministro della Salute che ha per sottotitolo «Dai giorni più duri a una nuova idea di salute», in realtà figura al 7.180° posto nella classifica dei 10.000 titoli più venduti compilata per la terza settimana del 2024 da Gfk, l’istituto per le ricerche di mercato più accreditato dagli editori. Un risultato negativo che Speranza ha conseguito vendendo appena 41 copie.
[30 gennaio 2024]

Interrogata «prima del suicidio»: dopo era più difficile
Titolo da Open: «La procura di Lodi: “I carabinieri hanno sentito Giovanna Pedretti prima del suicidio. Cercavano l’autore del post discriminatorio”». Ci parrebbe una notizia se l’avessero sentita dopo.
[17 gennaio 2024]

Mephisto Waltz, un mito scapigliato
Il coltissimo Mephisto Waltz torna a colpire. Sul Sole 24 Ore, nella rubrica che porta il suo nome, parla di Israele come di «un Paese modello, encomiabile per cultura, usanze e consuetudini di onestà e senso etico, fondato da Ben Gurion (1886-1973) cresciuto al meglio grazie a personaggi mitici come Dayan (1915-81), Sharon (1928-2014), Barak (1942), Shimon Peres (1923-2016) e Rabin (1922-95)». A parte la punteggiatura e l’ordine cronologico, il primo ministro Golda Meir (1898-1978) non fu altrettanto mitica, signor satanasso? Nell’ultimo capoverso, Mephisto Waltz osserva: «Intanto Trump è risorto e Boris Johnson lo segue come fosse il suo profeta: “Let’s party”. Entrambi, con evidenti problemi tricologici di non poco conto, fanno a gara per metterli in mostra». Che Donald Trump sfoggi un vistoso riporto è sotto gli occhi di tutti, ma quali sarebbero gli «evidenti problemi tricologici di non poco conto» di Boris Johnson? A noi pare che l’ex premier britannico abbia in testa più capelli (arruffati) che idee.
[28 gennaio 2024]

Montefiori sposta il Principato di Monaco
Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della Sera, parla del Principato di Monaco come del «piccolo e ricchissimo Stato incastonato tra Italia e Francia». Un esempio di geografia creativa. Monte-Carlo si trova a 31 chilometri dal confine italiano ed è incastonato unicamente tra Francia e Mediterraneo.
[24 gennaio 2024]

«Centra» non c’entra con la lingua italiana
V. Co. (Valentina Conte), in un’intervista sulla Repubblica, chiede a Stefano Fornaro, dipendente di Intesa Sanpaolo e delegato Fisal Cgil nel gruppo bancario: «E cosa centra con voi la norma della manovra Meloni?». E cosa c’entra questa domanda con la lingua italiana?
[24 gennaio 2024]

Senzatetto bersaglio dei senzatetto su Avvenire
Avvenire mette in prima pagina la foto di un senzatetto. Nel testo sottostante si legge: «Senzatetto ancora bersagliati. E il freddo ancora non c’entra. Cinque colpi di pistola hanno spezzato la vita “invisibile” di un polacco 43enne, Margin Wojciechowski, trovato sabato nei boschi di Venaria, vicino a Torino. Ieri le suore benedettine di Boville Ernica, nel Frusinate, hanno diffuso un video che suscita sdegno, con una donna che dorme fuori dal portone del monastero bersagliata da un petardo scagliato da alcuni ragazzi». Il titolo recita: «Il bersaglio vile dei senzatetto». Colleghi, siete sicuri di non aver ecceduto con il vino da messa?
[23 gennaio 2024]

L’interesse pubblico per la f...
Info-Flash, piattaforma digitale francese di informazione, riporta un titolo del Mattino di Napoli: «Salerno, cena a base di pesce a La Pescheria: poi la figa prima del dessert». Basata su algoritmi innovativi, la piattaforma Info-Flash mira «a supportare le autorità locali, i servizi di intervento e le istituzioni di interesse pubblico». Missione compiuta.
[28 gennaio 2024]

Sallusti cita a sproposito il babbo morto
Incipit dell’editoriale del direttore Alessandro Sallusti sulla prima pagina del Giornale: «Solo oggi, a babbo morto, la sinistra ammette che non è giusto far coincidere gli interessi di un imprenditore che è pure editore con la libertà dei suoi giornali». Non si capisce che cosa c’entri, in questo contesto, la locuzione funebre. In toscano, a babbo morto dicesi «di debito che si salderà coi denari dell’eredità paterna» e babbomorto, sempre in toscano, è il «debito fatto dal figlio e pagabile alla morte del padre con l’eredità», spiega Lo Zingarelli 2024. Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia conferma: «Babbo morto (babbo-morto, anche babbomorto): debito contratto dai figli di famiglia con l’impegno di pagarlo alla morte del padre con l’eredità. Più comune nel modo avverbiale a babbo morto».
[25 gennaio 2024]

«Credenti e non» nella Cultura del Corriere
Titolo a tutta pagina dal Corriere della Sera: «“Dialogo tra credenti e non”». Indipendentemente da chi possa aver pronunciato la frase, avvilisce leggerla proprio in apertura della sezione Cultura. Come più volte riportato in questa rubrica, l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no: lo testimonia il titolo del romanzo Uomini e no di Elio Vittorini. Ecco che cosa insegnava in proposito Aldo Gabrielli nel suo Dizionario linguistico moderno (Edizioni Scolastiche Mondadori), pubblicato nel 1956: «Sbagliano perciò quelli (e non son pochi) i quali dicono, per esempio: “Che tu mi creda o non, poco mi interessa”, “Torni a casa o non?”, “Verrai o non a teatro?”, “Usato o non, il libro bisogna pagarlo”, e simili. In tutti questi casi si deve usare la forma tonica o no: “Che tu mi creda o no...”, “Torni a casa o no?”, “Sai dirmi quando si deve usare o no l’articolo determinativo?”, eccetera». Repetita iuvant? Poco, temiamo. Trattasi di uno degli errori più diffusi.
[27 gennaio 2024]

Lorenzetto e il «pugno chiuso»: s’è mai visto aperto?
Commentando una foto di Anders Breivik, che nel 2011 uccise 77 persone tra Oslo e l’isola di Utoya, apparsa sul Venerdì di Repubblica, Stefano Lorenzetto specifica che nell’immagine il terrorista norvegese «protende il braccio destro e mostra il pugno chiuso». Benché questa locuzione ricorra quattro volte nello Zingarelli 2024, s’è mai visto un pugno aperto? Con buona pace dei Ribelli, che nel 1967 cantavano Pugni chiusi.
[5 gennaio 2024]

Suicidio assistito della sintassi con Veronica Gentili
Incipit della rubrica Facce di casta tenuta da Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «L’atteso voto sulla proposta di legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito che ha avuto luogo al consiglio regionale Veneto ha visto bocciare per un soffio la possibilità di stabilire tempi certi d’esecuzione del verdetto». Premesso che veneto qui è aggettivo, perciò andava in minuscolo, ci si chiede: quindi al Consiglio regionale ha avuto luogo un suicidio medicalmente assistito? E il morto chi sarebbe? Non è così? Allora bisognava scrivere: «L’atteso voto che ha avuto luogo al Consiglio regionale del Veneto sulla proposta di legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito». A patto di conoscere le regole che governano i sintagmi e la sintassi.
[23 gennaio 2024]

Il saluto nazista per Il Venerdì si fa col pugno chiuso
Sul Venerdì di Repubblica appare una foto di Anders Breivik, che il 22 luglio 2011 uccise 77 persone tra Oslo e l’isola di Utoya. Vi si vede il terrorista norvegese mentre protende il braccio destro e mostra il pugno chiuso. La didascalia recita: «Il killer fa il saluto nazista in aula». Non ci sono più i compagni di una volta.
[5 gennaio 2024]

Come perdere 10 miliardi fra titolo e testo
Titolo dalle pagine economiche del Corriere della Sera: «Apulia Distribuzione fa l’ingresso in VéGé. Il gruppo verso i 30 miliardi di fatturato entro il 2030». Testo: «“Entro il 2030 puntiamo a 20 miliardi di fatturato”, spiega il presidente del gruppo, Giovanni Arena». È appena cominciato il 2024 e ha già perso 10 miliardi.
[3 gennaio 2024]

Una persona «abituale frequentatore»
Titolo dal sito del Messaggero: «Pensionato colto da malore mentre fa sesso, è grave in coma e rischia la vita: indagini in corso. È certo che avesse consumato poco tempo prima all’interno della sua automobile un rapporto sessuale, probabilmente con una persona abituale frequentatore del luogo». Quindi la persona era un uomo?
[2 gennaio 2024]

Incredibile: le pagnotte sono fatte di pane
Titolo da Cook, «racconti di cucina» sul sito del Corriere della Sera: «Abbinare cracker, gallette o pagnotte di pane». Nel testo, Camilla Sernagiotto insegna: «Tenere sempre a portata di mano dei cracker, delle gallette o delle pagnotte di pane è fondamentale per godersi appieno il fast good food». In italiano la pagnotta è il «pane di forma rotonda e di grandezza varia». Ma ora che abbiamo appreso dell’esistenza dello specialissimo pane di pane, restiamo in attesa di conoscerne gli altri formati.
[8 gennaio 2024]

Vuoi vedere che se ti vesti leggero muori assiderato?
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Alto Adige, 16enne morta assiderata nel bosco. L’ipotesi: indossava vestiti troppo leggeri». Che ipotesi agghiacciante.
[14 gennaio 2024]

Per Bandirali serve la traduzione a fronte
Incipit di un articolo firmato da Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera: «US Weekly è certo che la coppia è stata “subissata da richieste da parte dei media di intrattenimento e opportunità di business” che al momento non sono state accettate. Ma “Harry e Meghan pensano che il 2024 sarà l’anno della rinascita”, ha riferito Schofield, certa che Meghan abbia voglia di un gran riscatto sulla famiglia del marito». Non si sa di che parli né chi sia la fantomatica Schofield, di cui non v’è traccia nel resto del pezzo. Che si tratti della giornalista americana Kinsey Lea Schofield, specializzata in gossip sulla famiglia reale inglese? Ah, saperlo! Nel secondo capoverso, poi, si legge: «Ha affermato Dominic West al Sunday Morning». Parrebbe trattarsi di un giornale. Invece è un programma di Times Radio, l’emittente del Times, e la frase citata è stata pronunciata da Dominic West durante una lunga intervista nel corso del programma Sunday morning. Urge traduzione a fronte per Bandirali.
[30 dicembre 2023]

Il diritto di ignorare le regole di Bonolis
Ci scrive il lettore Paolo Frigato, a proposito dell’appunto che in questa rubrica abbiamo mosso a Paolo Bonolis per la puntata del 13 gennaio del programma Avanti un altro! su Canale 5: «Nel gioco finale, la regola vuole che i concorrenti, posti davanti a 21 domande, ciascuna con due opzioni di risposta, diano sempre la risposta sbagliata. È un meccanismo perverso che richiede concentrazione per evitare di dare, istintivamente, la risposta giusta. Alla domanda da lei citata, quindi, il concorrente avrebbe dovuto rispondere “Roma” visto che, appunto, San Pietro è la cattedrale di Bologna. Avendo risposto “Bologna” ha commesso un errore con conseguente eliminazione e “cazziatone di Bonolis” che rimprovera il giocatore per aver avuto fretta e non aver ragionato. È così da circa 1.200 puntate. Mi sorge una curiosità: com’è possibile che lei abbia notato solo questo presunto errore e non che il concorrente ha “sbagliato” tutte le domande precedenti e successive?». Analoga osservazione ci è pervenuta dal lettore Gianluca Pigini. Rispondiamo a entrambi, partendo dalla curiosità finale del signor Frigato: stavamo facendo zapping e ci siamo imbattuti per caso in quel cervellotico quesito (era dai tempi del Rischiatutto condotto da Mike Bongiorno – 50 anni fa – che non ci capitava). Ed era la prima volta (è stata anche l’ultima) che Avanti un altro! richiamava la nostra attenzione. Che dire? Qui finisce che persino le reti Mediaset danno ragione al generale Roberto Vannacci: come il mondo, anche i quiz televisivi vanno al contrario. Rivendichiamo tuttavia il nostro diritto di telespettatori occasionali a non doverne conoscere le regole e quindi a trarre le conclusioni da ciò che vediamo e sentiamo. Che tutto ciò si veda e si senta «da circa 1.200 puntate» rafforza il noi il fermo proposito di astenerci d’ora in avanti anche dall’uso del telecomando.
[13 gennaio 2024]

Paolo Bonolis? Per le cattedrali avanti un altro
Pulce fuori ordinanza per quei presentatori che s’impancano a porre ai concorrenti domande su argomenti di cui non sanno nulla. Su Canale 5, nella finale del quiz Avanti un altro!, Paolo Bonolis chiede a Rocco: «Roma o Bologna: San Pietro è la cattedrale di?». Il poveretto risponde di getto: «Bologna». Gong di errore, costernazione generale e cazziatone di Bonolis, con eco incorporata, per l’impulsività del malcapitato: «Perché avete fretta? Perché avete fretta?». Ma l’unico ad aver fretta di chiudere i conti (sbagliati), congedando l’incolpevole gareggiante, è lui: San Pietro è davvero la cattedrale di Bologna. Quella di Roma non è San Pietro, bensì la basilica di San Giovanni in Laterano. Urge aprire scuola serale negli studi Mediaset di Cologno Monzese.
[13 gennaio 2024]

Alessandra Arachi e l’attentato «a fuoco»
Alessandra Arachi intervista sul Corriere della Sera l’ex missino Francesco Storace. Domanda: «Lei c’era il 1978 ad Acca Larenzia?». Risposta: «Era la sezione del Msi che frequentavo. L’anno seguente lì sono scappato ad un attentato a fuoco per un soffio». A fuoco lento? E si scampa a un attentato, non si scappa.
[10 gennaio 2024]

State in campana, evirati cantori
Titolo dal sito dell’Osservatore Romano: «Come smaschilizzare la Chiesa: una esperienza con i giovani seminaristi». Gran brutta esperienza la castrazione.
[5 gennaio 2024]

Togliatti non c’entra con i Patti Lateranensi
Didascalia dalla Stampa: «Palmiro Togliatti, segretario del Pci, fu uno dei padri costituenti, acconsentì alla firma dei Patti Lateranensi tra Stato e Chiesa». Non si vede come sia stato possibile. I Patti Lateranensi tra l’Italia fascista e la Santa Sede furono sottoscritti da Benito Mussolini, a nome di Vittorio Emanuele III, e dal cardinale Pietro Gasparri, plenipotenziario di papa Pio XI, l’11 febbraio 1929, mentre Togliatti da Parigi guidava il Pci dopo l’arresto di Antonio Gramsci. Il Migliore si limitò, nel 1946, a votare a favore di un emendamento alla Costituzione («I rapporti fra lo Stato e la Chiesa sono regolati in termini concordatari»), che però fu bocciato, mentre non partecipò alla votazione del successivo («I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Qualunque modificazione di essi bilateralmente accettata non richiederà un procedimento di revisione costituzionale»), che fu comunque approvato e inserito nella Costituzione all’articolo 7, con i voti anche dei comunisti, peraltro non decisivi.
[27 dicembre 2023]

Titolo cocktail del Giornale in prima pagina
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Le sedi romane del Pd pagate dai cittadini». Occhiello: «Mentre nella capitale un 14enne è stato ammazzato per strada». Non versava l’affitto per la sezione del partito?
[14 gennaio 2024]

Le ombre si allungano su Battistuzzi
«Lontano dai riflettori la situazione è parecchio diversa, le ombre si allungano sulle luci», scrive Giovanni Battistuzzi sul Foglio. Conclusione dell’articolo: «Per non parlare di Aymeric Laporte che preferirebbe tornare in panchina al Manchester City pur di continuare a stare al Al Nassr, che Manchester forse non sarà Parigi, ma è senz’altro più attraente di giocare lì dov’è accanto a Cristiano Ronaldo». Gesù, fate luce, in modo che si allunghi sulle ombre.
[3 gennaio 2024]

Concita De Gregorio scambia Bussola e Capannina
Sulla Repubblica, nella rubrica Invece Concita, Concita De Gregorio rievoca il Sessantotto: «Si pensa a una manifestazione contro i simboli del lusso, come era successo alla Scala, viene scelta la Bussola di Forte dei Marmi, allora il più famoso night club d’Italia: si sarebbero esibiti quel Capodanno Fred Bongusto e Shirley Bassey». La Bussola venne aperta da Sergio Bernardini, lo scopritore di Mina, a Marina di Pietrasanta, sul lungomare in località Focette. E si trova tuttora lì, non a Forte dei Marmi, dove invece c’è l’altro locale storico della Versilia, La Capannina, fondato nel 1929 da Achille Franceschi.
[4 gennaio 2024]

All’Adnkronos serve una calcolatrice
«Online nuova puntata podcast Adnkronos, ogni 2 cannonate di Kiev 5 di Mosca», si legge sul sito dell’agenzia di stampa. Che nel testo precisa: «A sostenerlo i dati forniti dal Wall Street Journal secondo il quale ogni giorno i russi utilizzano un quantitativo di proiettili di artiglieria cinque volte superiore a quello degli ucraini». Quindi ogni 2 cannonate sparate da Kiev, quelle di Mosca saranno 10, e non 5 come scritto nel titolo. Urgono ripetizioni di aritmetica.
[8 gennaio 2024]

La «fuoriserie» di Fedez in 10 milioni di esemplari
L’Ansa annuncia che Fedez è ricomparso sui social, dopo le disavventure giudiziarie occorse alla moglie Chiara Ferragni, e ha postato «una scena con il controverso rapper Rondo da Sosa, davanti a un’auto fuoriserie di un colore blu intenso». Dalla foto che accompagna la notizia, a noi pare una Ford Mustang, che è stata prodotta dal 1964 e venduta in più di 10 milioni di esemplari, quindi tutt’altro che fuoriserie, cara ma non carissima: si porta a casa con meno di 70.000 euro.
[25 dicembre 2023]

Jacopo Giliberto più wikipedico che filologico
Il «climattivismo tossico» viene giustamente deplorato da Jacopo Giliberto su ben tre pagine del Foglio, aperte da una «premessa filologica» che prende in giro le desinenze politicamente corrette sempre più diffuse. Ma l’autore usa malissimo Wikipedia, che può rivelarsi talvolta utile purché la si maneggi con un minimo di senso critico, visto che sovrabbonda di errori. Infatti Giliberto afferma senza esitare che il celeberrimo tempio efesino di Artemide «fu raso al suolo in via definitiva su ordine del vescovo di Efeso, Giovanni Crisostomo, santo e padre della Chiesa». Il grande predicatore antiocheno, per questo soprannominato Bocca d’oro, fu invece arcivescovo di Costantinopoli dal 398 al 404, e mai vescovo di Efeso, notizia che Giliberto ha appunto erroneamente tratto da una scorsa molto frettolosa (e poco filologica) alla voce che Wikipedia dedica al tempio di Artemide.
[8 gennaio 2024]

Un fendente che squarcia dalla spalla alla gamba
Milano Today informa che una quarantacinquenne irregolare «è stata accoltellata al torace, alla spalla e alla gamba» e che l’aggressore, di origine sudamericana, «avrebbe colpito la donna con almeno due fendenti». Facciamo pure tre, sempreché il secondo fendente non le abbia squarciato il corpo dalla spalla alla gamba.
[30 dicembre 2023]

Espirate forte, così aumenta l’ossigeno
«In Alabama un uomo sarà giustiziato per la prima volta con la “maschera della morte”», titola il sito della Repubblica. Nel testo, Massimo Basile spiega che Kenneth Smith, 58 anni, condannato per omicidio, a ogni respiro «rilascerà ossigeno e riempirà polmoni e cervello di nitrogeno». Eravamo rimasti fermi ai tempi in cui la respirazione degli esseri viventi, e pure morenti, avveniva introducendo nei polmoni ossigeno e rilasciando la venefica anidride carbonica. L’aggiornamento della fisiologia umana venutoci da Basile ci fa trarre un sospiro di sollievo.
[6 gennaio 2024]

Gigliola «Cinguetti»: i giornalisti non hanno l’età
Nella pagina degli spettacoli della Stampa, la cantante Gigliola Cinquetti viene ribattezzata Gigliola Cinguetti, sia in un sommario che in una didascalia. Sono distratti dai troppi cinguettii di Twitter (oggi X) oppure non hanno l’età per fare i giornalisti?
[8 gennaio 2024]

I «motu propri» di Gagliarducci
«Sappiamo che il Papa predilige i motu propri, ovvero i documenti che nascono dalla sua volontà, per cambiare una legge», osserva Andrea Gagliarducci su Acistampa, agenzia in lingua italiana che fa capo al gruppo statunitense Ewtn (Eternal word television network). Gagliarducci ripete l’espressione motu propri una dozzina di volte. Lo stesso errore compare nel sottotitolo. Informiamo l’addetto ai lavori che il sostantivo di origine latina motuproprio (una sola parola, per Lo Zingarelli 2024) al plurale rimane invariato: i motuproprio.
[4 gennaio 2024]

Fratelli d’Italia, nato nel 2012, ha già 30 anni?
Marco Galluzzo riporta sul Corriere della Sera una frase pronunciata da Giorgia Meloni nella conferenza stampa d’inizio anno: «Mia sorella sono trent’anni che lavora in FdI. L’ho messa a capo del partito. Certo, potevo metterla a capo di una partecipata, ma non l’ho fatto». Forse era il caso di obiettare alla premier che Fratelli d’Italia fu fondato solo poco più di 11 anni fa, nel dicembre 2012.
[5 gennaio 2024]

Vabbè, Roncone, sarà per la prossima volta
Sempre sul Corriere della Sera, Fabrizio Roncone parla di Giorgia Meloni nella medesima conferenza stampa: «S’accorge di aver detto forse qualcosa di troppo e allora di colpo glissa, va via in dribbling, mentre il sito Dagospia, in tempo reale, insinua subito, con prontezza: “Ma con chi ce l’ha? Fiuta aria di ‘gomblotto’? E da parte di chi?”». Difficile insinuare subito però in differita. «Poi sospira: e ci spiega che, su questa vicenda le sono state attribuite frasi – in cui risultava molto preoccupata – che non ha mai detto, né pensato (vabbé)». Superflua la virgola dopo il primo che. E si scrive vabbè, con l’accento grave. Oppure va be’, con l’apostrofo.
[5 gennaio 2024]

Il don (Marco) Attilio Regoli della Verità
Sulla prima pagina della Verità un riassunto dell’intervista di Martina Pastorelli con don Roberto Regoli su Benedetto XVI cambia il nome del reverendo, che diventa Attilio. Il lapsus palesa comunque una discreta cultura, perché può spiegarsi solo con l’attrazione per il nome del ben più celebre comandante romano Marco Attilio Regolo, secondo diversi autori antichi barbaramente ucciso dai cartaginesi nel 246 avanti Cristo.
[3 gennaio 2024]

Studia alla Sorbona ma il suo Limes è il latino
In un articolo su Limes intitolato parzialmente in latino «Defensores libertatis ecclesiae. Le guardie svizzere fra passato e presente», il collaboratore Guglielmo Gallone dimostra di non avere la benché minima consuetudine con l’antica lingua, peraltro sempre meno conosciuta anche Oltretevere. Scrive infatti senza batter ciglio «Capitala capitanorum castodiae helveticoarum» invece di «Capitula capitanorum custodiae Helveticorum», che sono poi gli accordi firmati nel 1561 da Pio IV con i comandanti della «guardia degli svizzeri». Anche un liceale non avrebbe faticato molto a correggere le tre (su quattro) parole reperite in Rete. Ma Gallone, come si legge su Limes, è «laureando magistrale in Relazioni internazionali all’Università La Sapienza di Roma» e «studia in Francia a Paris 1 – Panthéon Sorbonne». Che cosa studi alla Sorbona, la rivista non lo specifica. Di sicuro non il latino.
[dicembre 2023]

I ricordi ballerini di Niola su Robinson
Su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, Marino Niola accenna alla «celebre Panther dance di Michael Jackson, che chiude il film Black or White, diretto da Spike Lee nel 1991». Peccato che la pellicola in questione sia uscita nel 2014 e l’abbia firmata il regista Mike Binder. Con quel titolo Spike Lee girò soltanto uno spot per gli orologi Swatch, nel quale fra l’altro compariva anche lui, ma ciò avvenne nel 1993, non nel 1991. Quanto alla Pantera dance di Michael Jackson, era nel videoclip Black and White girato dal regista John Landis. Ci pare che Niola abbia ricordi un po’ ballerini.
[31 dicembre 2023]

Che cosa sarà un «ungenm-gnere-influencer»?
Incipit di Anna Gandolfi sul Corriere della Sera: «Roberto Parodi, l’ungenm-gnere-influencer, alla prova dello sci». Augh!
[14 dicembre 2023]

Le «coppie come le coppie» no, parola di cardinale
Matteo Matzuzzi sul Foglio riporta il passo di un’intervista che il cardinale Daniel Sturla, arcivescovo di Montevideo, ha concesso al quotidiano spagnolo El País sulla dichiarazione Fiducia supplicans, firmata dal cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, e approvata da papa Francesco, che contempla «la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso»: «Quello che credo è che le persone possono essere benedette, ma coppie come le coppie non possono». Accettansi solo single.
[4 gennaio 2024]

Agli Oscar il miglior film straniero non è mai in inglese
Michele Farina sul sito del Corriere della Sera: «L’hanno trovato morto nella sua auto, in uno dei grandi parchi di Seul, a pochi giorni dall’interrogatorio di sabato scorso durato 19 ore filate: Lee Sun-kyun aveva 48 anni e il suo viso aveva fatto il giro del mondo tre-quattro anni fa, quando il film “Parasite” aveva vinto tutto il possibile (compreso l’Oscar 2020 per il miglior film straniero, cosa mai accaduta prima a una pellicola che non fosse in inglese)». Credevamo che l’Oscar al miglior film straniero fosse assegnato proprio a una pellicola che non sia in lingua inglese.
[27 dicembre 2023]

I rapinatori si traggono in inganno da soli
Marianna Gulli su Milano Today parla della «banda dei Rolex», formata da tre napoletani in trasferta a Milano, per i quali il Gip ha ordinato la custodia cautelare in carcere: «A trarre in inganno il gruppo è stata una rapina risalente il 20 gennaio 2021». A parte il al posto di al, essendo l’inganno un atto fraudolento pare difficile che i banditi abbiano potuto ingannare sé stessi. Al massimo saranno caduti in trappola o li avranno smascherati.
[9 dicembre 2023]

Elena Stancanelli non schiocca le dita: le schiaccia
Elena Stancanelli, astro (nascente?) della cultura italiana in quota molto rosa e destinata prima o poi a un premio Strega, scrittrice, editorialista della Repubblica, attivista della letteratura femminile postfemminista sulla scia di Michela Murgia e Chiara Valerio, verga sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari un editoriale sull’intelligenza artificiale, che finisce con questa domanda: «Quando hai il frigorifero pieno di champagne e tartufi, quando hai più auto di Batman, quando puoi avere qualsiasi donna reale soltanto schiacciando le dita, qual è l’unica cosa che brami ancora?». Forse schioccando? No, no, schiacciando...
[5 gennaio 2024]

Andrea Monda scambia i ciechi per cechi
«Gesù dice di venire con lui perché se andiamo vediamo, se resistiamo rimaniamo cechi», avverte sull’Osservatore Romano il direttore Andrea Monda nella sua rubrica La domanda del Vangelo, pudicamente siglata A.M. dall’ex docente di religione che non sa distinguere i cechi dai ciechi. Se invece non resistiamo diventiamo slovacchi? [4 gennaio 2024]

Chiara Ferragni chiude la chiusura, cioè riapre
Titolo dall’Ansa: «Chiara Ferragni chiude definitivamente lo stop sui social». Da stropicciarsi gli occhi. Solo leggendo la notizia sottostante la sciarada trova spiegazione: «Dopo il messaggio in cui ringraziava tutti coloro che le sono stati vicino nei giorni scorsi, Chiara Ferragni sembra chiudere definitivamente il periodo di assenza dai social dopo il caso Balocco». L’influencer ha chiuso la chiusura, cioè ha riaperto. Vedremo di far colazione con alcuni fiammiferi per aumentare l’apporto di fosforo nel nostro cervello.
[4 gennaio 2024]

Che cosa non fa Bonaccini pur di riposarsi
Titolo dalla Verità: «Bonaccini paga i contadini per non lavorare». Lavorare stanca: è giusto pagare chi può evitarti la fastidiosa incombenza. (In alternativa, si sarebbe potuto scrivere, in un italiano non anfibologico: «Bonaccini paga i contadini perché non lavorino»).
[2 gennaio 2024]

Gianni Vernetti rieccheggia «le fila»
Editoriale di Gianni Vernetti sulla Repubblica: «Il fantasma di Chamberlain riecheggia fra le fila del Partito Repubblicano». A parte che ha già riecheggiato all’inizio del capoverso precedente («Il fantasma di Chamberlain riecheggia nelle parole di quanti in queste ore chiedono all’Ucraina di fermare la propria guerra di liberazione»), ci chiediamo se sia un fantasma o una voce. E comunque il plurale del sostantivo fila nel significato di ranghi è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file, disertare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.
[12 dicembre 2023]

Scivoloso quel titolo del Figaro
Titolo dal Figaro: «Bénédiction des couples homosexuels: le pape amorce un recul». Giusto per restare in tema.
[5 gennaio 2024]

La basilica di San Marco s’incunea nel proprio atrio
Fotonotizia dal Corriere della Sera: «Nonostante le paratie in vetro che dovrebbero proteggerla la Basilica di San Marco, a Venezia, venerdì sera si è parzialmente allagata incuneandosi nell’atrio con i suoi preziosi mosaici». Come faccia una basilica a incunearsi nel proprio atrio è un bel mistero.
[7 gennaio 2024]

Retrodato di 100 anni l’arresto di Wesolowski
Sul Venerdì di Repubblica, nella sua imperdibile rubrica di cose vaticane intitolata Cronache celesti, Filippo Di Giacomo informa che il Papa ha il problema di dove incarcerare gli eventuali condannati a titolo definitivo per l’affaire del famoso palazzo di Londra. Troppo esiguo il numero delle celle. Un’annotazione che incuriosisce e rivela come, Oltretevere, ben pochi credano alla serietà del processo di primo grado che ha visto il cardinale Angelo Becciu condannato a 5 anni e mezzo di reclusione. Scrive il sacerdote-giornalista, nonché canonista sopraffino, dotato di humour scorticante: «Con la sentenza del 16 dicembre 2023, il Tribunale dello Stato del Vaticano ha “regalato” a diversi imputati 37 anni di carcere. Dopo questa letteraria sentenza, sospettata di essere stata fabbricata in anticipo per alzare una cortina fumogena sulle vere “menti” del vecchio e nuovo mondo, con o senza tonaca, autori del pastrocchio londinese, la domanda è: dove sconteranno la pena?». In Italia pare. Ma la domanda più inquietante è un’altra: chi sono le «vere menti»? E c’è qualcuno che le sta cercando? Detto questo, la prospettiva di scoperte sconvolgenti travolge anche la memoria dell’esperto vaticanista, quando riferisce che «l’ex nunzio pedofilo Jozef Wesolowski fu arrestato (1914), fu ospitato nel conventino (dove risiedono i padri francescani penitenzieri di San Pietro, ai piani soprastanti alle celle di detenzione vaticane, ndr), libero di girare e di risolvere (si dice) la sua vertenza prima del processo, con un mix di superalcolici e farmaci». Nel 1914, regnante Benedetto XV? In realtà l’arresto del prelato avvenne il 23 settembre 2014 e la morte liberatoria il 27 agosto 2015. Regnante Francesco.
[5 gennaio 2024]

Il gioielliere li ha uccisi fuori dal negozio, non dentro
Alberto Cantoni, che su Virgilio Notizie si fregia del titolo di «giornalista professionista», scrive: «Dopo la condanna a 17 anni di carcere per l’omicidio dei rapinatori Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli (uccisi nel suo negozio nella frazione Gallo di Grinzane Cavour), il gioielliere Mario Roggero ha invocato il generale Roberto Vannacci». Non è così. I rapinatori, come si vede anche dal filmato, sono stati uccisi fuori dal negozio. Una differenza di non poco conto: infatti la severa pena inflitta al rapinato – compreso il porto illegale dell’arma all’esterno del negozio – si basa appunto sul fatto che ha sparato fuori dall’esercizio commerciale, e non dentro.
[6 dicembre 2023]

Gli Houti, chi saranno mai costoro?
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Raid e alleanze anti Houti: dagli Usa una coalizione internazionale l’Italia partecipata con una fregata». Cioè? (Gli Houti sarebbero gli Houthi oppure Huthi, dipende dalle grafie, che però hanno sempre una h fra la t e la i: fazione politica e militare islamista sciita operante nello Yemen dagli anni Novanta).
[19 dicembre 2023]

La Stampa sbaglia gli accenti spagnoli e ungheresi
Sulla Stampa, un’intervista con Santiago Abascal, leader di Vox, contiene nella titolazione le seguenti frasi: «Sanchez tradisce la Spagna» e «Mi piacerebbe Orban nei Conservatori». Da parte loro i redattori del quotidiano tradiscono lo spagnolo e l’ungherese perché avrebbero dovuto scrivere Sánchez (come nel testo dell’intervista) e Orbán. Ah, gli accenti!
[18 dicembre 2023]

Nuova parentela sulla Stampa: il genero della scorta
Titolo a tutta pagina dalla Stampa: «Deputato di FdI spara e ferisce il genero della scorta di Delmastro e poi rifiuta di sottoporsi al test». La famosa famiglia allargata.
[2 gennaio 2024]

Già che c’erano gli hanno amputato i genitali
Dal sito della Repubblica: «Petardo gli esplode tra le gambe, medici costretti ad amputare i genitali per salvare un 22enne». Nel testo, Francesco Oliva scrive: «Aspetto ancora più grave, il giovane ha riportato un trauma cranico, uno facciale e, per via delle conseguenze causate dallo scoppio di un petardo, i medici sono stati costretti a tagliare i genitali». En passant.
[1° gennaio 2024]

Enrica Roddolo cita a sproposito il «royal wedding»
Sul sito del Corriere della Sera, Enrica Roddolo parla della «nuova coppia reale di Danimarca, Frederik (che regnerà come Frederik X) e la moglie Mary», avendo la regina Margrethe, nella notte di Capodanno, annunciato l’abdicazione a favore del figlio. Roddolo sottolinea che «due giorni fa il tabloid britannico “Daily Mail” ha interpretato la decisione dell’abdicazione come una mossa per salvare il Royal wedding». Peccato che wedding in inglese sia solo la cerimonia nuziale, non il matrimonio (che si chiama marriage). Visto che nemmeno si tratta di reali inglesi, bensì danesi, perché non chiamarlo matrimonio reale nel nostro povero e bistrattato italiano?
[2 gennaio 2024]

I due nuovi popoli della Repubblica: pugliesi e italiani
Titolo dal sito della Repubblica: «A Tirana per il Capodanno viene ferita da un proiettile vagante, appello per Agata Carbonara: “Serve un volo speciale per l’intervento salvavita in Italia”». Sommario: «Il quadro clinico è stabile ma la 52enne di Bari resta bloccata in ospedale: i medici albanesi hanno rifiutato di operare demandando l’intervento agli specialisti pugliesi o italiani». Qui si rifà l’Italia o si muore.
[3 gennaio 2024]

Che cosa sia accaduto a De Luca non si sa
Fotonotizia dalla Verità: «Disavventura al brindisi di fine anno della Regione Campania. Un addetto al cerimoniale ha spostato la sedia al governatore, Vincenzo De Luca, che si era alzato momentaneamente, senza che lui se ne accorgesse». Tutto chiaro.
[29 dicembre 2023]

Cronaca lunare dal sito di Libero
Sul sito di Libero, Roberto Tortora indaga sui follower che in occasione del black friday hanno acquistato i prodotti della discussa influencer Chiara Ferragni: «Francesca Galici, giornalista de Il Giornale, ha contattato l’autrice del video per saperne di più, questo il racconto di Irene: “Il 16 dicembre è arrivato un pacco con 3 prodotti, ma solo uno era stato ordinato”. Il resto è sparito e l’assistenza clienti è stata di scarsa qualità: contattabile solo online, nessun telefono, e la richiesta è stata respinta, adducendo anche delle scuse. Prima è stato dichiarato, infatti, che i prodotti erano in partenza, poi che quelli mancanti sarebbero stati inviati solo dopo l’effettuazione del reso di quelli sbagliati. Poi si è scoperto che i prodotti scelti non erano presenti in magazzino che sarebbe dovuta avvenire una sostituzione. A quel punto le ragazze hanno mollato il colpo e sono state ricontattate solo il 27 dicembre: dovranno restituire gli articoli sbagliati e poi avranno il rimborso». Strappategli la penna di mano.
[29 dicembre 2023]

Sotis e Proietti, attenti a quelle due
Dalla rubrica che Lina Sotis e Michela Proietti tengono sul Corriere della Sera: «Idea, quantomai riuscita, di Dalia Palladino. Riunisce venti amiche nella veranda del Giaimaica. Nasce una confusione molto femminile. C’era Roberta Alemagna, Giuliana Caprotti, Marva Griffin, Olivia e Michela Valli, Lorella Comi». La rubrica s’intitola Attente a noi due. Siamo assolutamente d’accordo. (Ma state attente anche voi: c’erano, non c’era. E il Giaimaica pensiamo che sia il bar Jamaica inaugurato nel 1911 in zona Brera, frequentato anche da Benito Mussolini. Se non è quello, fateci sapere dov’è il Giaimaica).
[24 dicembre 2023]

Huff, ma che post è mai questo?
Sommario di un articolo su Billie Eilish a firma di Silvia Renda su Huffpost: «La cantante ha fatto involontariamente dice di amare le ragazze sulla rivista Variety, senza dare peso al gesto: “Pensavo fosse ovvio”. Una percepita ambiguità le era costata la perdita di migliaia di follower, che ora se ne vanno apparentemente per il motivo opposto». Prego?
[4 dicembre 2023]

Ferimenti differenziati secondo papa Francesco
Titolo dal Sole 24 Ore: «Il Papa: chi ferisce una donna profana Dio». Se invece ferisce un uomo, un vecchio o un bambino, tutto sarà perdonato.
[2 gennaio 2024]

Chiara Ferragni è passata al tono «dismesso»
Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera: «Quello che per tutti è “il video delle scuse” di Chiara Ferragni (sulla questione dei pandori benefici) è finito nell’occhio del ciclone anche per il look dell’imprenditrice digitale. Uno stile definito “dismesso” e “sottotono”». Ne deduciamo che: 1) i pandori, benché abbiano come primi ingredienti zucchero e burro, non fanno alzare glicemia e colesterolo, anzi sono proprio benefici; 2) Chiara Ferragni ha finalmente dismesso il proprio stile insopportabile, anche se ancora non è ben chiaro quale abbia adottato.
[18 dicembre 2023]

Scelzo barcollante smentisce persino Bergoglio
In un editoriale sul Mattino, Angelo Scelzo, già vicedirettore dell’Osservatore Romano e poi della Sala stampa della Santa Sede, dispiega grande zelo nell’esaltare «la benedizione con la mano incerottata», impartita da papa Francesco. Ma l’esaltazione del pontefice indisposto è accompagnata da una prosa trascurata e barcollante, là dove il giornalista scrive che l’estensore dei discorsi papali, monsignor Paolo Braida, «leggeva le sua parole», smentendo fra l’altro il Papa, il quale nell’occasione ha testualmente e inusualmente rivelato che l’autore delle riflessioni svolte all’Angelus è il suo collaboratore: infatti «le conosce bene perché è lui che le fa e le fa sempre così bene». Poco più avanti, Scelzo menziona «le nuova indisposizione» e le «polemiche che, sul fronte dei rapporti con l’ebraismo, si ritenevano definitivamente superati» (lapsus freudiano: superati i rapporti?). A proposito poi del viaggio papale a Dubai per il vertice sul clima, Scelzo racconta come «queste modalità di intervento di Francesco siano considerate fuori ordinanze, se non proprio eccentriche rispetto a un pontificato “ordinario”». Presumiamo che il collega intendesse scrivere semplicemente «fuori dall’ordinario».
[27 novembre 2023]

Morti nel canale tre «giovani ventenni»
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Portogruaro, auto finisce in un canale nella notte: morti tre giovani ventenni». I vecchi ventenni guidano con maggiore prudenza?
[8 dicembre 2023]

C’è una valle che domina Firenze
Sul Corriere della Sera, Claudio Bozza spiega che Tommaso Verdini, il figlio di Denis Verdini (ex senatore di Forza Italia) agli arresti domiciliari per una vicenda di appalti, è cresciuto nella Firenze bene, «in una splendida villa al Pian dei Giullari, accanto a quella del Gioiello, dove Galileo spirò, al confino, con gli occhi rivolti su questa splendida valle che domina Firenze». Eccesso di splendore a parte, non s’era finora mai vista una valle che domina una città. Infatti il Pian dei Giullari è una collina, 175 metri sul livello del mare. Sempreché i cambiamenti climatici non abbiano trasferito Firenze in alto e il Pian dei Giullari in basso a nostra insaputa.
[31 dicembre 2023]

Francesco accusato di falso in atto pubblico
Titolo dalla Stampa: «Indagato il chirurgo del Papa». Sommario: «Il prof Alfieri del Gemelli che operò Francesco accusato di falso in atto pubblico». Prendiamo atto che, per La Stampa, anche il Papa va processato. (Per evitare il rinvio a giudizio, bastava capovolgere la frase, evitando magari anche quel gergale prof: «Accusato di falso in atto pubblico il professor Alfieri che al Gemelli operò Francesco).
[14 dicembre 2023]

Ma chi diavolo è il Tucho della Verità?
«In Vaticano dovevano tenerci davvero tanto ad autorizzare le benedizioni delle coppie gay. Al punto che, per redigere la Dichiarazione Fiducia supplicans, il cardinale Víctor Manuel Fernández ha forzato le regole. Procedure che, negli usi della Santa Sede, non sono superflui orpelli barocchi, vezzi da sacerdoti vestiti di pizzi e abiti talari. No: nella Chiesa, la forma è sostanza. Invece, il prefetto dell’ex Sant’Uffizio ha compiuto un blitz. O meglio, un “golpe”, come da consolidata tradizione argentina. Tucho, infatti, si è rifiutato di convocare la commissione di esperti che avrebbe dovuto esaminare il documento». Così comincia, sulla prima pagina della Verità, un articolo di Alessandro Rico. All’interno il nomignolo finisce addirittura nel titolo: «Il “golpe” di Tucho per dare il via libera alla benedizione delle coppie omosex». Ed è ripetuto altre due volte nel testo, senza alcuna spiegazione. Chi è Tucho? Evidentemente trattasi di un soprannome. Ma di chi? Per intuizione, si deve dedurre che lo abbiano affibbiato al cardinale Fernández. Quanti lo sanno? Non pare che il porporato Tucho sia noto come Caligola, Barbarossa, Cecco Beppe, Baffone e Charlot. Solo che i giornalisti si rivolgono al loro ombelico anziché ai lettori.
[29 dicembre 2023]

Silvia Fumarola anticipa i 70 anni della tv
«“È stato difficile scegliere” dice Renzo Arbore “perché tante cose che ho fatto non me le ricordavo quasi più”. Per i 70 anni della tv (3 gennaio 1953) e poi i 100 anni della radio (il 7 ottobre 2024) l’inventore di quelli che definisce ridacchiando “21 format” torna in pista», scrive Silvia Fumarola sulla Repubblica. Segnaliamo alla collega che le trasmissioni televisive della Rai iniziarono il 3 gennaio 1954, non 1953.
[30 dicembre 2023]

Le correnti possono essere solo interne
Giovanna Cavalli sul Corriere della Sera parla del «risoluto Rampelli, 63 anni, massiccio ex campione di nuoto (mondiali del 1978) e storico leader dei Gabbiani di Colle Oppio, corrente interna a FdI». Una corrente non può che essere interna. Se fosse esterna, farebbe sbattere le porte.
[10 dicembre 2023]

Il quasi Cln di Marcello Sorgi sarà il Cnel?
«Per l’ennesima volta il dibattito sul salario minimo alla Camera s’è ridotto a uno scontro insanabile», osserva Marcello Sorgi, notista politico della Stampa, di cui in passato fu direttore, «dopo una serie di rinvii e l’intervento del Cnl». Non sapevamo né che alla Camera fosse in vigore il salario minimo (la frase corretta avrebbe dovuto essere: «Per l’ennesima volta alla Camera il dibattito sul salario minimo») né che fosse tuttora operativa una specie di Cln (Comitato di liberazione nazionale), a meno che Sorgi non intendesse riferirsi al Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro).
[6 dicembre 2023]

Un aumento del 47,21 o del 1372,11 per cento?
Nelle pagine economiche del Corriere della Sera, Stefano Ravaschio informa che «la palermitana Lemon Sistemi, che si occupa di impianti fotovoltaici e termoidraulici, ha chiuso l’ultimo contratto del giorno d’esordio a 21,64 euro, in rialzo del 47,21% sul collocamento a 1,47 euro». Da 1,47 a 21,64 euro l’aumento è pari al 1372,11 per cento. Il rialzo del 47,21 per cento diventa corretto solo se si antepone la virgola nell’ultima chiusura: 2,164 euro.
[30 dicembre 2023]

Mattioli fu assunto alla Comit nel 1925 non nel 1933
Box dal Corriere della Sera: «Raffaele Mattioli, di cui si ricordano i 50 anni dalla scomparsa avvenuta nel 1973, entrò alla Comit nel 1933, divenne amministratore delegato e poi presidente dal 1960». In realtà, Mattioli fu assunto alla Comit, cioè la Banca commerciale italiana, nel 1925, venne nominato amministratore delegato nel 1933 e fu poi presidente dal 1960 al 1971. E, se si ricordano i 50 anni dalla sua scomparsa, ci pare pacifico che sia morto nel 1973.
[29 novembre 2023]

Lorenzetto trasforma in nazisti i gerarchi fascisti
Nell’incipit di un’intervista con Antonella Silvestri, nipote e ultima erede del giornalista e scrittore Giuseppe Silvestri, Stefano Lorenzetto sull’Arena presenta il defunto così: «Inviato speciale, e involontario, dentro il carcere in cui furono rinchiusi Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi nazisti del Processo di Verona, fucilati con il genero di Benito Mussolini a Forte Procolo l’11 gennaio 1944». I condannati a morte erano tutti fascisti, non nazisti: con Ciano, vennero fucilati alla schiena altri quattro membri del Gran Consiglio che il 25 luglio 1943 avevano votato l’ordine del giorno Grandi contro il Duce, e cioè Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi. Lapsus calami imperdonabile per Lorenzetto, nato e residente a Verona, che più volte si è occupato della vicenda in passato. «Quandoque bonus dormitat Homerus», il buon Omero talvolta sonnecchia. Figurarsi il dattilografo spulciatore.
[19 novembre 2023]

Le Aliquote di pronto intervento che cosa saranno?
Monica Serra racconta sulla Stampa la vicenda di una donna di Vigonovo, il paese di Giulia Cecchettin, picchiata dal marito e salvata dai ragazzi del paese: «Ci sono volute ore per capire che il settantunenne barricato in casa, impediva alla moglie di uscire. E una lunga trattativa con l’anziano, e le Aliquote di pronto intervento, per convincerlo a cedere». Pensavamo a una misura fiscale contro il manesco. Ma ci siamo documentati: trattasi di reparti dell’Arma dei carabinieri istituiti nel 2016 e incaricati di affrontare le situazioni d’emergenza ad alto rischio. Solo che si chiamano aliquote di primo intervento.
[27 novembre 2023]

Rombolà di tuono fa straparlare il Papa
Giorgia Rombolà, conduttrice a tutto decibel che si distingue regolarmente per il tono sovreccitato con cui annuncia i titoli del Tg3, nell’edizione delle ore 19 riferisce così, telegraficamente, le parole pronunciate da papa Francesco nel giorno di Natale: «Stop a guerre e liberazione degli ostaggi». Ecco perché non vengono rilasciati da Hamas.
[25 dicembre 2023]

Hanno ucciso il Maurizio Costanzo show
Titolo dal sito della Repubblica: «Matteo Messina Denaro, le foto con Giuseppe Graviano in platea al Maurizio Costanzo Show per ucciderlo». Ecco di che cosa è morto lo show.
[23 dicembre 2023]

Per Il Manifesto l’Ucraina confina con la Finlandia
Cristina Piccino sul Manifesto: «Intanto la radio continua parlare della guerra in Ucraina, con la quale la Finlandia confina per migliaia di kilometri». Devono essere i quasi 1.500 chilometri, e i quattro Stati, che separano la prima dalla seconda. (E comunque «continua a parlare», non «continua parlare»).
[21 dicembre 2023]

Le percentuali secondo Il Foglio
Dal Foglio: «La metà degli argentini sono poveri e il restante 10 per cento sono indigenti». Quindi è lecito supporre che in Argentina il 40 per cento non faccia statistica. Dalle parti del Foglio di sicuro.
[18 dicembre 2023]

Pene degli altri, un’invidia freudiana
Titolo della rubrica Il corsivo del giorno di Maria Serena Natale sul Corriere della Sera: «Guerra e pene degli “altri” ci riguardano». La famosa invidia del pene di freudiana memoria.
[24 dicembre 2023]

Andrea Monda fa sfoggio di ignoranza biblica
In un editoriale, Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, si cimenta con la Bibbia, che forse figura nella libreria di casa sua ma che evidentemente apre poco. Scrive infatti che «il “dove sei?” di Dio ad Adamo» è «il primo discorso diretto che troviamo nella Bibbia». In realtà, nei due capitoli che precedono il supposto primo discorso diretto, ce ne sono ben 13, di discorsi diretti di Dio, a cominciare da quello che compare fin dal terzo versetto della Genesi: «Sia la luce!». Chissà che cosa insegnava nell’ora di religione l’ex docente Monda.
[22 dicembre 2023]

Cinelli e De Rosa s’inventano Gianni Origoni
Carlo Cinelli e Federico De Rosa sull’Economia, supplemento del Corriere della Sera, informano che «Gianni Origoni ha vissuto una stagione intensa», beato lui. Solo che non si tratta di una persona, bensì di Gianni & Origoni, studio legale internazionale, con 11 sedi nel mondo, di cui 5 in Italia.
[4 dicembre 2023]

De Romanis dovrebbe fare economia di «si»
Veronica De Romanis smonta sulla Stampa le motivazioni con cui la Camera ha negato la ratifica del Mes (Meccanismo europeo di stabilità): «Chi ha votato contro il Mes, tuttavia, non sembra preoccupato. Del resto, come dicono molti esponenti della maggioranza, “le famiglie italiane hanno molti risparmi”. Questa affermazione è certamente vera, anche se lo stock di risparmi si va via via assottigliandosi». Forte in economia, ma piuttosto debole in grammatica, De Romanis. Avrebbe dovuto scrivere che «lo stock di risparmi si va via via assottigliando» oppure «va via via assottigliandosi». Un pensiero, il suo, esageratamente riflessivo. La prossima volta risparmi un si, così fa economia.
[24 dicembre 2023]

Piccolillo colleziona svarioni vaticani
Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera scrive ogni tanto di Vaticano, ma si vede che non è pane per i suoi denti. Riferendo di una controversa iniziativa papale nel pieno della guerra a Gaza, riporta che il Pontefice ha ricevuto «nell’Auletta Paolo VI» un gruppo di palestinesi. Si tratta in realtà di un ambiente adiacente alla grandiosa Aula Paolo VI progettata e realizzata da Pier Luigi Nervi per le udienze generali e così chiamata dalla fine del 1978, quando Giovanni Paolo II decise d’intitolarla a papa Montini, che l’aveva inaugurata nel 1971. E, sempre a proposito di pontefici, secondo la collega il Papa si chiamerebbe «Jose Maria Bergoglio», e qui gli errori sono ben tre: il nome di Francesco è Jorge Mario, mentre José e María si scrivono con gli accenti acuti.
[23 novembre 2023]

Tamburrino usa «alcuno» a sproposito
Michela Tamburrino sulla Stampa: «A scrivere la missiva pare sia l’avvocato salernitano Silverio Sica, ma alcuno, nello specifico legale e Ministro, ha confermato la notizia». Tralasciando la borbonica iniziale maiuscola riservata al ministro dei Beni culturali, Gennaro Sangiuliano (che, essendo di origini napoletane, avrà di sicuro apprezzato), alcuno si usa al posto di nessuno solo in frasi negative, sia come aggettivo sia in funzione di pronome indefinito al posto di qualcuno. Esempio: «Non vi fu alcuno che prendesse la parola».
[6 dicembre 2023]

La revoca dei ministri non è appannaggio del Quirinale
In un’infografica del Corriere della Sera si legge che in Germania «il cancelliere federale è eletto dal Bundestag tedesco su proposta del presidente federale» e che egli «ha diritto di nomina e revoca dei ministri (in Italia è appannaggio del Quirinale)». È vero solo per la nomina (articolo 92 della Costituzione). Per la revoca, la faccenda è più complicata. Una sentenza emessa dalla Corte costituzionale il 6 dicembre 1995 stabilisce che «spetta a ciascuna Camera approvare una mozione di sfiducia anche nei confronti di un singolo ministro» e che «spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sostituire il ministro nei cui confronti una Camera abbia approvato una mozione di sfiducia, quando questi non si sia dimesso». Il caso esaminato dalla Consulta riguardava la mozione di sfiducia individuale contro Filippo Mancuso, ministro della Giustizia del governo Dini, approvata il 19 ottobre 1995.
[4 novembre 2023]

«Israeliani e non»: stavolta ci casca Caferri
Francesca Caferri sulla Repubblica: «Ma né le perdite né gli avvertimenti americani hanno fatto cambiare posizione a Netanyahu, che in questa guerra combatte – ed è opinione diffusa fra gli analisti israeliani e non – oltre che per la proclamata sopravvivenza di Israele, anche per la propria». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Quindi Caferri avrebbe dovuto scrivere «analisti israeliani e no».
[14 dicembre 2023]

Scaraffia si chiama Lucetta, non Lucilla
Felice Manti sul Giornale: «Una autorevole studiosa come Lucilla Scaraffia sulla Stampa parla di tutti gli errori sul caso Becciu». Eccone un altro, di certo minore: si chiama Lucetta.
[19 dicembre 2023]

Crosetto nominato ministro della Giustizia
Didascalia dal Corriere della Sera: «In una Camera praticamente vuota il ministro della Giustizia Guido Crosetto risponde all’interpellanza urgente di Della Vedova (+Europa)». Ma Crosetto non era ministro della Difesa?
[3 dicembre 2023]

Fiorello mette i canditi nel pandoro
Il pandoro è il dolce del momento. Per una Chiara Ferragni che forse ha ripetuto, a spese dei generosi clienti della Balocco, l’esclamazione uscita nel 1894 dalla bocca del pasticciere veronese Domenico Melegatti appena lo trasse dal forno («Xè propio un pan de oro!»), ecco un Fiorello che su Viva Rai 2! tartassa la disinvolta influencer: «Anche il Codacons ha fatto un pandoro: al posto dei canditi ha tutti gli esposti fatti ai Ferragnez!». Così riportano Rai News, Adnkronos, La Stampa, Fanpage, Il Giornale e molti altri siti. Fiorello, vabbè che sei nato in Sicilia, terra delle arance, ma il pandoro non è il panettone: nell’impasto non ha né canditi né uvette. Non chiedere conferma ai giornalisti: non lo sanno.
[19 dicembre 2023]

Roncone e un «gli tocca» riferito ad Arianna Meloni
Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera parla della sorella di Giorgia Meloni: «Chiamano Arianna. Ha la faccia grigia, e tesa. Ha già dovuto difendere il compagno/ministro Lollobrigida, spiegando che è normale fermare un Frecciarossa. Del resto, chi di noi non l’ha mai fatto? Ora gli tocca la custodia dell’ex simil cognato Giambruno». Il gender dilaga.
[16 dicembre 2023]

Il gay «arrestato a 15 gay»
Titolo dal sito del Mattino: «Il padre lo chiama gay, e lui lo accoltella: arrestato a 15 gay». Così giovani e già così gay.
[17 dicembre 2023]

Sciandivasci «infinitesimalmente» poco scientifica
«E se fosse la natura a spingerci verso la denatalità?», titola La Stampa. Nell’articolo sottostante, Simonetta Sciandivasci argomenta, a proposito dei continui allarmi sul calo demografico: «Quello che ci manca, in questa eziologia ripetuta e ripetitiva, è un salto: una visione. Per esempio questa, che pongo in forma di domanda, così nessuno si scandalizza: e se non fare figli fosse, in questo momento, che è un minuscolo momento della storia umana e infinitesimalmente striminzito momento della storia della Terra, un adattamento evolutivo?». Manca la domanda successiva: come mai l’«adattamento evolutivo» non riguarda l’intero pianeta, bensì investe principalmente il Vecchio Continente? Dove però risparmia la Francia. Secondo i dati di Eurostat, il tasso di fertilità delle francesi è costantemente il più alto di tutta l’Unione europea: 183 figli per 100 donne nel 2021 e 180 nel 2022, contro una media di 153 nell’Ue e di 124 in Italia, che figura al terzultimo posto nella classifica. Che possa dipendere dal fatto che la Francia destina a famiglia e figli il doppio del Pil rispetto all’Italia? Sciandivasci potrebbe confrontarsi in proposito con i suoi colleghi della Verità, quotidiano su cui esordì nel 2017 con un articolo dal titolo oseremmo dire profetico: «Il rimbalzo della gomma ci costerà caro. Schizzano in alto i prezzi di pneumatici, guanti in lattice e persino preservativi». (Segnaliamo che l’avverbio infinitesimalmente nella lingua italiana non esiste: al massimo i dizionari registrano infinitesimamente, da infinitesimo).
[20 dicembre 2023]

Il commando palestinese rapì un Boeing 737
Matteo Sacchi ripercorre sul Giornale gli eventi del 1974, anno che a suo dire «cominciò in anticipo» con l’attacco terroristico palestinese del 17 dicembre 1973 all’aeroporto di Fiumicino (32 morti, 23 feriti): «Il commando composto di 5 terroristi si diede poi a una rocambolesca fuga, terminata in Kuwait, rapendo un Boeing 737 della Lufthansa». Sequestro di fusoliera. Che colpo d’ala.
[20 dicembre 2023]

Nata nel 1940 e morta nel 1922
Marco Cicala sul Venerdì di Repubblica: «In fondo, l’invenzione del presepe “vivente” – anno 1223, proprio otto secoli fa – nello sperduto borgo reatino di Greccio fu una fra le tante genialate di Francesco d’Assisi. La medievista Chiara Frugoni (1940-1922) aveva ripercorso la storia di quella “trovata” in un libro che adesso torna da il Mulino». Frugoni, partorita nel 1940, era già morta nel 1922. Il signore sì che se ne intende, di nascite. (E sorvoliamo sul fatto che nel libro la medievista ribadisce quanto gli storici sanno bene, e cioè che quel presepe non fu il primo).
[1° dicembre 2023]

Spagna e Belgio «sostengono con i terroristi»?
Titolo dal Corriere della Sera: «Israele accusa Spagna e Belgio / “Sostengono con i terroristi”». Cioè?
[25 novembre 2023]

I tartufi per La Stampa si gustano nei dormitori
Dalla Stampa: «Madama Vigna. Un luogo di affascinante semplicità dove la cucina trova una dimensione unica e con le radici ben piantate sul territorio. Dormitori locali garantiscono tartufi al prezzo giusto». Sogni d’oro.
[3 dicembre 2023]

Leclerc «sul sipario»: s’è aggrappato?
Incipit a tutto gas di Giorgio Terruzzi nelle pagine sportive del Corriere della Sera: «Non è stanco Verstappen. Pole numero 32 al pari del Leone, Nigel Mansell, arraffata con un ruggito da predatore indefesso. C’è Leclerc in prima fila a rappresentare sul sipario la coppia più veloce del Mondiale». Sul sipario? Sono acrobati appesi? Forse sul palco.
[26 novembre 2023]

Il latinorum dell’Osservatore Romano
Per L’Osservatore Romano il latino è ormai un problema. In un’intervista con il cardinale Fernando Filoni, riguardante un suo libro dedicato alle conferenze episcopali, l’intervistatore Roberto Cetera fa pronunciare al porporato la seguente incomprensibile definizione ottocentesca: amicalibes conventus episcoporum, cioè «amichevoli riunioni di vescovi». La forma esatta dell’aggettivo è amicabiles, attestata nella prima metà del IV secolo dallo scrittore siciliano Giulio Firmico Materno, un pagano che poi si convertì. E francamente divertente è il cappello dell’intervista dove si legge che il tema è «di stringente attualità in questo tempo sinodale dal titolo: Le Conferenze Episcopali. Un’istituzione moderna di comunione ecclesiale». Il «tempo sinodale» è già astruso di suo, non era certo necessario dargli addirittura un titolo.
[9 dicembre 2023]

Gisella Floreanini promossa di nuovo ministro
Parlando sul Corriere della Sera dell’iscrizione di Silvio Berlusconi nel famedio del Cimitero monumentale di Milano, Chiara Baldi indica fra i 14 milanesi illustri cui il Comune ha concesso questo onore anche «Gisella Floreanini, prima ministra italiana». A parte che scritto così potrebbe sembrare che Floreanini sia stata premier, ricordiamo a Chiara Baldi ciò che già avevamo fatto notare al suo collega Maurizio Giannattasio, il quale il 5 ottobre scrisse: «La prima donna che è stata ministra in Italia». Gisella Floreanini non fu mai ministro della Repubblica italiana, ma soltanto rappresentante del Pci e commissaria di governo durante i 40 giorni della Repubblica dell’Ossola (9 settembre-23 ottobre 1944) e poi deputata per due legislature alla Camera.
[3 novembre 2023]

Platero, l’uomo dei numeri, sbaglia i numeri
Su Affari & Finanza, supplemento della Repubblica, Mario Platero racconta l’ecatombe di giornali locali negli Stati Uniti: «In 20 anni la California ha perso 524 testate, solo a Los Angeles 104. Nell’area metropolitana di New York hanno chiuso 210 testate. In Texas ben 29 contee non hanno neppure un giornale, un record in America, e secondo il New York Times le chiusure complessive in poco meno di vent’anni sono state 2.900. Secondo uno studio della Northwestern University, dal 2005 l’America ha perso i due terzi della forza lavoro giornalistica, con una media di 2,5 giornali a settimana che spariscono dalla circolazione». Preoccupante. Ma ancora più preoccupante è che un giornalista di solida esperienza sbagli a far di conto. Se in 18 anni hanno chiuso 2.900 quotidiani, la media è di 3,1 a settimana, non 2,5. E dire che Platero è stato a lungo responsabile della redazione di New York del Sole 24 Ore, giornale che campa di numeri, e oggi è direttore responsabile dell’edizione internazionale del New York Times che viene distribuita in Italia, cioè la stessa fonte della statistica farlocca.
[4 dicembre 2023]

Michela Proietti non conosce Baldacci e Tebaldi
Michela Proietti intervista sul Corriere della Sera la stilista Raffaella Curiel e le fa dire, a proposito di pranzi con giornalisti, scrittori e artisti al ristorante Bagutta di Milano: «C’erano Luciano Baldacci e Italo Calvino». Baldacci, fondatore del Giorno e poi del settimanale Abc, si chiamava Gaetano. E verso la fine fa indicare a Curiel il salotto più bello: «Quello di mia madre, con Indro Montanelli, Renata Tibaldi, e Mario Soldati». Togliendo l’ultima virgola, del tutto superflua, informiamo Proietti che Tibaldi era Renata Tebaldi, inarrivabile soprano di fama mondiale. Ci pare improbabile che Curiel, avendola frequentata nel salotto materno, ne abbia storpiato il cognome durante l’intervista.
[14 dicembre 2023]

Nuzzi nella basilica di Santa Maria Maggiore
Gianluigi Nuzzi festeggia il compleanno del Papa con un poderoso articolo sulla Stampa, nel quale, sfoggiando una prosa decisamente mistica, immagina Francesco «far riposare la salma a Santa Maria Maggiore». È lì che il Pontefice «prega la madonna, in silenzio», anche se, miracolosamente, «le navate rilanciano le invocazioni». La «madonna» è citata due volte sempre in minuscolo, forse per distinguerla da Madonna Louise Veronica Ciccone. Spiega Nuzzi, a proposito delle visite di Bergoglio in basilica: «Viene qui dai tempi che era arcivescovo a Buenos Aires». La mistica consente questi salti, la grammatica consiglierebbe «dai tempi in cui». Il realismo magico di Nuzzi giunge all’ermetismo immaginifico nel finale: «Il futuro della Chiesa deve imboccare la povertà». Così mette su carne?
[17 dicembre 2023]

Avvenire commina anziché irrogare
Avvenire titola in prima pagina che nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana sono stati «in totale comminati 37 anni di reclusione». Nel linguaggio giuridico, comminare significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Quando una pena viene inflitta dal giudice, il verbo da usare è irrogare.
[17 dicembre 2023]

Toh, esiste pure l’«encefalite cerebrale»
Giovanni Gagliardi su Repubblica.it riferisce che Shane MacGowan, «conosciuto come voce e frontman dei Pogues», è stato stroncato da «una rara encefalite cerebrale». Essendo l’encefalite l’infiammazione del cervello, vediamo difficile che possa esistere quella polmonare o intestinale.
[30 novembre 2023]

Caracciolo ricorda male la missione russa anti Covid
Intervistato da Francesco Rigatelli sulla Stampa, Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, dice la sua sull’universo mondo, passando in rassegna le principali questioni internazionali degli ultimi anni, inclusa la controversa missione russa nel Bergamasco durante la pandemia da coronavirus: «La spedizione sui vaccini fu però curiosa e l’idea che un Paese Nato come l’Italia abbia permesso a militari russi di scorrazzare liberamente meriterebbe un’indagine adeguata». L’operazione «Dalla Russia con amore» (ribattezzata così da Mosca) non c’entrava nulla con le vaccinazioni: autorizzata dal secondo governo Conte, cominciò il 23 marzo 2020, quando il mondo ancora non sapeva come affrontare l’emergenza, mentre i vaccini anti Covid arrivarono nel nostro Paese solo nove mesi dopo, il 27 dicembre. Siamo peraltro d’accordo con Caracciolo sul fatto che quella spedizione del ministero della Difesa russo, concordata da Vladimir Putin con Giuseppe Conte, meriterebbe un’indagine approfondita.
[15 dicembre 2023]

Non esiste un altro decollo dopo essere decollati
«La sua carriera è tuttavia decollata anche sotto Trump», scrive M. Val. (Marco Valsania?) sul Sole 24 Ore. Il decollo è un atto istantaneo, non si può decollare anche sotto Donald Trump se già si era preso il volo con un altro presidente. Sarà proseguita l’ascesa, magari.
[5 dicembre 2023]

Franco aumenta di tre i cardinali elettori
Non di rado Massimo Franco, notista politico del Corriere della Sera, si occupa del Vaticano. In un articolo sul prossimo conclave scrive erroneamente che gli elettori del Papa sono 137 e, non pago dell’errore, per di più cambia il nome di uno di loro. A poter eleggere il nuovo pontefice sono infatti, alla data odierna, 134 cardinali, mentre lo statunitense Burke non si chiama Edmund, come il celebre scrittore e politico settecentesco, bensì Raymond Leo.
[8 dicembre 2023]

Don Marco Pozza scrive male del male
Nella sua rubrica Strada facendo, su Specchio, settimanale della Stampa, don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi a Padova, c’illumina: «Quando rompe gli argini, il male ha un qualcosa di devastante, d’incontenibile, di cinico e di barbarico». Quindi ne deduciamo che quando il male resta negli argini ha un qualcosa di costruttivo, di contenibile, di rispettoso e di civile. Parola del prete che dà del tu a papa Francesco e lo intervista in scarpe da tennis.
[3 dicembre 2023]

Partiti «affianco»? O a fianco o affiancati
Dal Corriere della Sera, incipit del servizio di Paolo Lorenzi sul Gran premio motociclistico del Qatar: «Capolavoro Martin, vince partendo dalla seconda fila e dimezza lo svantaggio da Bagnaia, quinto dopo una corsa in difesa. Partivano affianco in Qatar, Pecco e Jorge, hanno corso due gare all’opposto». Affianco? O a fianco o affiancati. In italiano. In arabo non sapremmo.
[19 novembre 2023]

Per Veltroni si può lavorare «in una confezione»
Walter Veltroni sul Corriere della Sera intervista Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale. Domanda: «Mi parli della tua famiglia?». Risposta: «Mio padre era magazziniere, mia madre lavorava in una confezione». Sottovuoto? (Il sostantivo confezione, inteso come produzione in serie di capi d’abbigliamento, richiede una locuzione lessicale: «lavorare nel settore della confezione», esemplifica Lo Zingarelli 2024).

Il giornale del vescovo non conosce la madre di Maria
Editoriale d’apertura sulla prima pagina dell’Eco di Bergamo, di proprietà della diocesi, uscito l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione. Titolo: «Immacolata un mondo nuovo che inizia». Nel testo si legge: «A livello di teologia spiccia possiamo cavarcela così: oggi si celebra il momento in cui la Vergine Maria ha cominciato a esistere su questa terra, nel pancione di sua mamma, Elisabetta». Tenuto conto che la madre della Madonna si chiamava Anna (sant’Anna), che Elisabetta era invece la sua parente (forse cugina) rimasta incinta sei mesi prima dell’Annunciazione alla Vergine, che il quotidiano bergamasco appartiene al vescovo e che l’articolo di fondo era firmato da don Mattia Magoni, il quale ha una licenza in teologia pastorale e insegna (o insegnava, si spera) catechetica nel seminario di Bergamo, oltre a essere stato direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale delle comunicazioni sociali, diremmo che da quelle parti «a livello di teologia spiccia» siamo rasoterra.
[8 dicembre 2023]

Le mostruosità di Gianluigi Nuzzi
Da un articolo di Gianluigi Nuzzi sulla Stampa, in ordine di apparizione: «mostro», «mostruosità», «mostruosità», «mostri», «mostruosità», «mostruoso», «mostruosità», «mostruosità», «mostruosità», «mostri», «mostro», «mostro», «mostri». I nuovi mostri.
[4 dicembre 2023]

Le facce dei ministri israeliani «si srotolano»
Davide Frattini, inviato del Corriere della Sera a Tel Aviv: «Le sei ore di consiglio, le facce dei ministri che si srotolano nella notte fonda di mercoledì». I famosi ministri tappetini.
[23 novembre 2023]

Belpietro e il pescatore di uomini
Incipit dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro sulla prima pagina della Verità: «Don Mattia Ferrari è un giovane prete, che invece di fare il pastore di anime fa il pescatore di uomini». Se voleva suonare come una critica, la comparazione appare infelice: il sacerdote fa precisamente il suo mestiere, quello che Gesù stesso assegnò ai fratelli Simone, chiamato Pietro, e Andrea, che stavano gettando la rete nel mare di Galilea: «E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”» (Matteo 4, 19).
[5 dicembre 2023]

Nella satira Luca Bottura non fa giurisprudenza
Luca Bottura, distillatore principe dello spirito di patata sulla Stampa, nella sua rubrica Minimum pax celia: «Giusta lamentela del Ministro Sangiuliano, che avrebbe diffidato una trasmissione di Radio 1 dal prenderlo in giro “perché laureato in Giurisprudenza”. Tra l’altro il titolo della sua tesi fa ancora giurisprudenza: “Codice Civile e Penale, come cavarsela in dibattimento avendo letto solo la copertina”». A parte la ridda di maiuscole superflue, a cominciare da quella di ministro, per la battuta segnaliamo a Bottura che avrebbe dovuto scrivere «fa ancora dottrina»: giurisprudenza la fanno le sentenze, non le tesi di laurea o i testi degli studiosi.
[6 dicembre 2023]

Mephisto Waltz non conosce il brumaio
«Napoleone, nel dubbio, pospose al 18 il Colpo di Stato del novembre 1799», ricorda Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore, anche lui ricorrendo a un’inutile maiuscola. Dal coltissimo satanasso ci saremmo aspettati che parlasse non del novembre bensì del brumaio 1799: quello era infatti il nome del secondo mese del calendario rivoluzionario francese, che iniziava il 22 ottobre e terminava il 20 novembre.
[3 dicembre 2023]

Jannik Sinner «quarto al moneto»
Il sito della Repubblica riferisce che Jannik Sinner «oggi è quarto al moneto». Non sappiamo di che si tratti, ma pensiamo che il tennista preferisca la moneta.
[19 novembre 2023]

Quattro morti pazienti con i giornalisti
Titolo da Open.it: «Tivoli, incendio all’ospedale: quattro morti pazienti». Informazione.it riprende pappagallescamente: «Tivoli, incendio all’ospedale: quattro morti pazienti». Nessun rispetto per i morti impazienti.
[9 dicembre 2023]

Lina Palmerini in cerca di Mr. Wolf
La beffa telefonica ai danni del premier Giorgia Meloni nella conclusione della rubrica Politica 2.0 di Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: «Lo scherzo telefonico, insomma, proietta di nuovo l’immagine di una premier circondata da chi i problemi li crea e non da Mr. Wolf, quello che nel film Pulp Fiction i problemi li risolve. Urge trovare un Mr. o una Miss Wolf in più in squadra». Dal testo si deduce che non ce ne sia nessuno a Palazzo Chigi. Quindi ne servirebbe uno, non uno in più.
[2 novembre 2023]

McNamara non fu mai segretario di Stato
A corredo di un articolo firmato da Stefano Cingolani, Il Foglio pubblica una foto con questa didascalia: «L’allora segretario di stato Usa Robert McNamara illustra le mosse dell’esercito americano in Vietnam». Negli Stati Uniti, il segretario di Stato, senza ulteriori specificazioni, è il capo del Dipartimento di Stato, l’equivalente di un ministro degli Esteri (con qualche competenza aggiuntiva). Ma McNamara non ricoprì mai questa carica. Fu sempre e soltanto segretario alla Difesa.
[11 novembre 2023]

Qualche problema con l’aritmetica alla Repubblica
Richiamo del pezzo di Miriam Romano sul nuovo stadio del Milan a San Donato, apparso in prima pagina sull’edizione milanese della Repubblica: «Utilizzando i mezzi pubblici, più della metà dei residenti di Milano, il 54 per cento, raggiungerebbe l’impianto entro i 45 minuti. Solo il tre per cento ci impiegherebbe meno di mezz’ora. Tirando le somme, il 97 per cento di chi viene dalla città riuscirebbe ad arrivare allo stadio entro un’ora». Ecco, tirando le somme, 54 più 3 fa 57. Manca dunque all’appello un bel 40 per cento di cittadini, che impiegherebbero quasi un’ora per arrivare a San Donato.
[5 novembre 2023]

Domani ripristina dopo mezzo secolo la Sacra rota
In un lungo articolo su Domani, Federica Tourn ricostruisce un’intricata causa matrimoniale davanti ai tribunali ecclesiastici tra Libano, Roma e Canada, e più volte nomina la Sacra rota, che finisce così anche nel titolo. Facciamo presente che questa denominazione è ormai solo storica: da oltre mezzo secolo il tribunale si chiama semplicemente Rota romana.
[4 dicembre 2023]

Barletta trasferita in provincia di Foggia
Marta Borghese sul sito della Repubblica: «Era la scuola degli Anni Settanta. A ricordarla è Mario Ruggiero Dimatteo, arrivato a Torino da Barletta, in provincia di Foggia». Eppure mezzo secolo fa la scuola insegnava la geografia: Barletta fino al 2004 faceva parte della provincia di Bari e dal 2009 è uno dei capoluoghi della provincia di Barletta-Andria-Trani.
[31 ottobre 2023]

Cade dal tetto, un volo lungo sei mesi
Dal sito del Gazzettino: «Incidente sul lavoro a Volpago del Montello. Cade dal tetto di un’azienda, fa un volo di sei mesi: è gravissimo». Era un astronauta?
[5 dicembre 2023]

La rescissione del contratto con la lingua italiana
L’agenzia di stampa LaPresse informa che «Giulia Cecchettin è morta per dissanguamento in seguito alla rescissione dell’aorta». Si dà il caso che rescissione sia un termine del diritto il cui significato è «annullamento, risoluzione: rescissione di un contratto» (Lo Zingarelli 2024). Qui andava usato tutt’al più il sostantivo recisione («il recidere; taglio: la recisione di un ramo secco»). Ma l’aspetto più clamoroso della faccenda è che lo sfondone di LaPresse, copiato forse dal referto di qualche anatomopatologo analfabeta, viene preso per oro colato e schiaffato online dai siti dei seguenti mezzi d’informazione: La Repubblica, Il Secolo XIX, Il Gazzettino, Il Tempo, L’Unità, L’Identità, Fanpage, Secolo d’Italia, Corriere dello Sport, segno che i giornali hanno rescisso da tempo il contratto con la lingua italiana.
[1° dicembre 2023]

Il mento fugge dalla finestra
Massimo Delfino sul sito della Stampa si occupa di una sparatoria a Tortona: «Nella ricostruzione della vicenda compiuta dai carabinieri il cinquantaseienne si sarebbe presentato a casa dei due stranieri come appartenente alle forze dell’ordine esibendo la paletta della Polizia di Stato: una volta all’interno dell’appartamento ha sparato con una pistola all’indirizzo del trentunenne al colpendolo al mento, il quale è riuscito a fuggire da una finestra». Il famoso mento sfuggente.
[22 novembre 2023]

Le sgrammaticature di Sallusti
Nel suo editoriale di prima pagina, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, scrive: «Resta incomprensibile il tentativo di buttarla in politica come ha fatto ieri anche la sorella di Giulia, Elena, con un post forse telecomandato da qualcuno o qualcuna a lei vicina». Se lei la butta in politica, lui la butta in sgrammaticatura. Magari sarà più femminista accordare l’aggettivo a qualcuna, ma sarebbe stato più equo e corretto usare il plurale vicini. Oppure, per non scontentare nessuno, acconciarsi a ricorrere all’avverbio unisex vicino. Insomma, avremmo visto bene «qualcuno o qualcuna vicino a lei», oppure «a lei vicini». Poi Sallusti dà un consiglio amorevole però abbastanza suicida: «A Elena, a cui va il nostro abbraccio, vorrei dire due cose e raccomandarle, per quanto possibile in queste ore disperate, di stare attenta a cadere in trappole che amici interessati potrebbero tenderle». Sallusti – se l’italiano ha ancora un senso – la invita cioè a farsi intrappolare. Lapsus freudiano o banale dimenticanza di un salutare non? Elena stia perciò «attenta a non cadere in trappole».
[20 novembre 2023]

È nata una bimba che pesa 3.340 chili
Da Rai News: «Una bimba è nata ieri sera nell’auto dei suoi genitori, in una strada del quartiere borghese di Prati, a quell’ora trafficatissima. Il primo vagito nell’auto con cui il papà stava accompagnando la moglie in clinica. Con loro anche il figlio di tre anni. La bambina è nata verso le 20, pesa 3.340 kg e sta bene». Che stia bene, già grande obesa alla nascita, ci pare improbabile. La strabiliante notizia conquista i titoli anche sui siti del Messaggero, del Mattino e del Corriere Adriatico. In tutto fanno 13.360 chili. Le famose notizie un tanto al chilo.
[25 novembre 2023]

Ma guarda, pare che la pace risolva i conflitti
Titolo del Sole 24 Ore per un editoriale di Alberto Martinelli: «Quando la scienza promuove la pace per risolvere i conflitti». Diremmo che, in generale, la pace serve a risolvere i conflitti, anche se a promuoverla non è la scienza.
[2 novembre 2023]

Andrea Scanzi fa giocare a tennis Bulgarelli
In un’intera paginata sul Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi magnifica «un’apoteosi attesa, sperata e sognata 47 anni: l’Italia torna a vincere la Coppa Davis» e rileva come «questa squadra sia fortissima, forse persino più di quella giustamente epica di Panatta, Barazzutti, Bulgarelli e Zugarelli». Noi ricordavamo che era formata da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, mentre Giacomo Bulgarelli giocava a calcio nel Bologna, se la memoria delle figurine Panini di 60 anni fa non c’inganna.
[27 novembre 2023]

Sommario con mistero incorporato
Sommario dal Corriere della Sera: «Ha sopportato 45 minuti di viaggio, mentre ci avevano detto che ne sarebbe stata in grado». Qualunque cosa le fosse accaduta.
[12 novembre 2023]

L’arcivescovo sbaglia la data della morte di Pio XII
Felice Accrocca sull’Osservatore Romano scrive che Pio XII «morì il 10 ottobre 1958». Il pur erudito arcivescovo di Benevento non ricorda con esattezza una data che invece è rimasta celebre anche per un clamoroso infortunio giornalistico. Infatti papa Pacelli, come racconta il vaticanista Benny Lai (I segreti del Vaticano da Pio XII a papa Wojtyla, Laterza, pagina 12), «si spense all’alba del 9 ottobre. Ma la sua morte fu anticipata di ventiquattro ore da tre quotidiani romani usciti listati a lutto, in edizione speciale, perché il collega che manteneva i contatti con Galeazzi Lisi (l’archiatra pontificio, ndr), sollecitato dalle urgenze della concorrenza giornalistica, aveva stretto un patto suppletivo con il medico: quando una certa finestra si fosse aperta, quando Galeazzi Lisi, stando nel vano spalancato, si fosse soffiato il naso con un fazzoletto bianco, il cronista appostato sulla piazza avrebbe dovuto guardare l’orologio e annunziare la morte del papa. Una tendina bianca mossa casualmente era stata scambiata per un fazzoletto dai due cronisti in attesa del segnale».
[25 novembre 2023]

Per Il Giornale a fondare Sabbioneta fu Vespasiano
Camilla Golzi Saporiti sul Giornale descrive Sabbioneta: «Patrimonio Unesco a mezz’ora da Mantova, gioiello rinascimentale voluto nel 1559 come esempio di città ideale da Vespasiano». Vespasiano, imperatore romano nato 1550 anni prima, ringrazia per il primato di longevità, ma Sabbioneta fu fondata da Vespasiano I Gonzaga, morto nel 1591.
[2 dicembre 2023]

Giulia Bongiorno non difende: assiste
In una scheda sul Corriere della Sera leggiamo che Giulia Bongiorno, avvocata, senatrice della Lega, ministra per la Pubblica amministrazione nel primo governo Conte, «ora difende la ragazza che accusa il figlio di Beppe Grillo e tre amici di stupro». La sventurata è sul banco degli imputati? No? Allora Bongiorno non la difende: la assiste.
[15 novembre 2023]

L’Osservatore Romano trova un cameriere: è Gesù
Dalla rubrica La domanda del Vangelo (tenuta sull’Osservatore Romano dal direttore Andrea Monda in persona, temiamo, visto che è siglata A.M.): «Gesù continua a farci domande e quella di oggi sembra la domanda di un cameriere che chiede cosa desideriamo». Il giornale della Santa Sede è proprio diventato una bettola.
[21 novembre 2023]

Chiara Valerio scrive sui giornali, ma non li legge
Incipit di un articolo della scrittrice Chiara Valerio sulla Repubblica: «Giorgia Meloni ha ragione a dire che non si strumentalizzano le tragedie. L’ultima strumentalizzazione di tragedia che mi viene in mente è tuttavia quella di Indi Gregory, la bambina inglese affetta da una rarissima patologia che ha ricevuto la cittadinanza italiana ed è stata accolta all’Ospedale Bambin Gesù». Valerio scrive bene e legge tanto, ma non i giornali: la piccola Indi non è mai arrivata a Roma, l’hanno ammazzata prima, a Londra. E comunque l’ospedale pediatrico della Capitale si chiama Bambino Gesù, con la o.
[22 novembre 2023]

Il Tg1 inventa l’«epidemia di massa»
Nel Tg1 delle 13.30, in un servizio sulla tragedia umanitaria nella Striscia di Gaza, Monia Venturini fa presente che «con l’arrivo delle piogge, i bambini si trovano ad affrontare una seria minaccia di epidemia di massa». Immaginiamo che si contrapponga alle epidemie individuali.
[21 novembre 2023]

Per Veltroni (e Mancuso?) il vino si coltiva
Walter Veltroni intervista nelle pagine culturali del Corriere della Sera il professor Stefano Mancuso, botanico e saggista, che all’Università di Firenze è docente ordinario di arboricoltura generale e coltivazioni arboree, e gli fa pronunciare la seguente frase: «Pensa che ora il vino lo si coltiva persino in Svezia!». Siamo nati nella provincia dell’Amarone e ci pare che dalle nostre parti si coltivi ancora la vite, che dà l’uva da cui si ottiene il vino. Ma forse Veltroni, Mancuso e la Svezia sono più avanti di noi.
[16 novembre 2023]

Sulla Verità una balena munita di moto d’acqua
Titolo dalla Verità: «Bolsonaro accusato di molestie a una balena con la moto d’acqua». Cazzarola, non ci sono più le balene di una volta: ora solcano gli oceani in Kawasaki.
[21 novembre 2023]

«Ci» auspichiamo un corso d’italiano alla Repubblica
Sami al-Ajrami da Khan Yunis (Striscia di Gaza) sul sito della Repubblica, testo raccolto da Anna Lombardi: «Ma ci auspichiamo che se i patti verranno rispettati da ambo le parti, non ci saranno ulteriori escalation». Noi invece auspichiamo che gli inviati della Repubblica seguano un corso d’italiano.
[23 novembre 2023]

Il «profondo dolo» dei genitori di Filippo Turetta
Dal sito del Messaggero, a proposito di Giulia Cecchettin, assassinata dal fidanzato Filippo Turetta: «I genitori di Filippo esprimono alla famiglia di Giulia “vicinanza e profondo dolo per una tragedia che coinvolge entrambe le famiglie”». Il famoso delitto doloso.
[19 novembre 2023]

Aldo Grasso critica Wikipedia (da cui copia)
Aldo Grasso nella sua rubrica A fil di rete sul Corriere della Sera aveva fulminato, il 13 novembre, Bianca Berlinguer, «burattinaia» del professor Alessandro Orsini, noto per le sue «farneticazioni filoputiniane» – così aveva scritto il critico televisivo – equiparandola a «capocomico (si potrà dire capacomica?), cioè il responsabile della scelta del copione da inscenare, dell’ingaggio degli attori e della messa in scena: il dominus gregis della commedia latina». Ecco che cosa si legge su Wikipedia alla voce capocomico: «Era il responsabile della scelta del copione da inscenare, dell’ingaggio degli attori e della messa in scena. Nella commedia latina, può essere identificato con il dominus gregis». Perbacco, una trascrizione quasi letterale. È mai possibile? Domenica 19, in prima pagina, nella rubrica Padiglione Italia, sotto il titolo «Noi, figli dell’ignoranza wikipedica», Grasso spiega l’accaduto: «La deriva bulimica del web produce un eccesso di informazione che crea solo pressapochismo, presunzione, intolleranza: siamo tutti di un’ignoranza wikipedica». Invece del predicozzo, poteva farla più corta e scrivere: «Confesso che ho copiato da Wikipedia». Quante volte, figliolo? (Per penitenza, d’ora in avanti copiare solo dallo Zingarelli, come facciamo noi, che oltretutto offre il raro pregio della sintesi: «Capocomico. Un tempo, chi era a capo di una compagnia teatrale e scritturava gli attori». Rassicuriamo il professor Grasso: la flessione del sostantivo prevede il singolare femminile capocomica, ma non capacomica).
[13 e 19 novembre 2023]

Analfabetismo anglicizzante dell’Ansa
Significativo esempio di analfabetismo anglicizzante in un lancio dell’Ansa diramato alle 22.13 del 6 novembre. Titolo: «“Le riserve di carburante a ospedale al-Quds esaurite in 48 ore”». Collezione di orrori ed errori. La a non è l’unica preposizione di cui dispone la lingua italiana, benché lo stile sintetico dell’Ansa costringa a condensare i titoli in una sola riga fin dai tempi in cui si utilizzavano le telescriventi. «Esaurite in 48 ore» potrebbe significare che l’ospedale aveva riserve di carburante e queste si sono già esaurite nel giro di 48 ore. Il titolista ha cioè scambiato in per fra (in e within, salvo errori, in inglese in questo caso sono interscambiabili). In italiano in si usa nell’indicare il tempo totale che è stato necessario per compiere una certa azione («L’atleta ha percorso i 200 metri in 19 secondi netti»). Bisognava invece scrivere, come peraltro è correttamente riportato nel testo, «si esauriranno entro 48 ore», con il verbo al futuro. Ignoriamo chi sia il titolista, ma, se cambiasse mestiere, almeno andrebbe a far danni in un altro settore.
[6 novembre 2023]

Cgil e Uil uniti dalla pizza
Titolo dalla Stampa: «Cgil e Uil in pizza». Finalmente combinano qualcosa di buono.
[23 novembre 2023]

Monica Leoffredi investita a Roma e a Milano
Titoli dal sito del Corriere della Sera: «Monica Leofreddi investita da un van a Roma». Titolo dal quotidiano online Milano Today: «Monica Leofreddi investita da un van a Milano». Titolo dal quotidiano online Roma Today: «Monica Leofreddi: “Investita da un Van in retromarcia alla stazione Termini”». Povera conduttrice televisiva, investita due volte da un van in due città diverse.
[23 novembre 2023]

Nuova moda: lanciare l’amo e nascondere la mano
Francesca Galici sul sito del Giornale: «La tradizionale festa di San Nicola del 6 dicembre in Belgio potrebbe diventare “Sidi Nicola”. Il sindaco di Saint-Gilles lancia l’amo e poi tira indietro la mano parlando di boutade». Il sindaco pescava con la mosca o ha solo lanciato il sasso?
[21 novembre 2023]

La concordanza secondo Federica Bandirali
«Veronica Peparini, 52 anni, e il compagno Andreas Muller, 27, hanno annunciato a “Verissimo” che diventeranno genitori di due gemelline», riferisce Federica Bandirali sul sito del Corriere della Sera. «La donna, che si trova al quinto mese di gravidanza, insieme al compagno hanno poi pubblicato su Instagram i primi scatti con il pancione». Ci complimentiamo con l’attempata gestante, ma rileviamo come il secondo periodo dimostri ancora una volta quanto sia stata deleteria l’abolizione dell’esame di seconda elementare.
[6 novembre 2023]

Robinson, la posta di legno e l’androne a mosaico
Luca Valtorta su Robinson, supplemento culturale della Repubblica: «Anche la pioggia ci sta bene se vai a tovare Paolo Jannacci, figlio di Enzo, musicista, compositore, arrangiatore e molto altro ancora. Una bella casa della vecchia Milano, come è giusto che sia, di quelle con le cassette per la posta di legno e il pavimento dell’androne a mosaico». La posta di legno e l’androne a mosaico. Che sorprendenti innovazioni! Proprio vero che chi cerca tova.
[12 novembre 2023]

Già, già, già della segretaria
Daniela Polizzi sul Corriere della Sera: «Generali mantiene però un Combined ratio, cioè la redditività della gestione tecnica nei danni, che migliora di 3,1 punti al 94,3% (sconta già l’impatto da catastrofi pari a 3,7 punti) perché già nel 2022 il gruppo aveva già messo da parte riserve per tamponare l’effetto inflattivo». Eh, già.
[18 novembre 2023]

Sallusti cade sul «piuttosto che»
Dall’editoriale di prima pagina del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti: «La sinistra funziona al contrario: ogni mattina un leader-leone azzanna la premier più o meno a vanvera, come è capitato sulle presunte marachelle del compagno piuttosto che sugli scherzi telefonici dei servizi segreti russi». Rimandiamo Sallusti a un «Nota bene» che compare nel lemma piuttosto sullo Zingarelli 2024: «Il significato corretto di piuttosto che è “anziché”. L’uso di piuttosto che con il significato di “oppure” è da considerarsi improprio, anche per gli equivoci che può creare, per esempio nelle frasi: faremo stampare il libro a Padova piuttosto che a Bologna (con il significato corretto di: “a Padova, non a Bologna”; e non, improprio, di: “a Padova o a Bologna”); oppure: al sabato sera vado al cinema piuttosto che a cena fuori (con il significato corretto di: “al cinema, non a cena fuori”; e non, improprio, di: “al cinema o a cena fuori”)».
[18 novembre 2023]

La salute della storia secondo La Verità
La Verità fa parlare «il grande epidemiologo Kulldorff». Il titolo in prima pagina recita: «Il lockdown è stato il più grande fiasco sulla salute della storia». La storia è in cattiva salute? No? Allora bisognava scrivere: «Il lockdown è stato il più grande fiasco della storia sulla salute».
[1° novembre 2023]

Mario Sechi rompe «le fila»
Nel suo editoriale di prima pagina, Mario Sechi, direttore di Libero, osserva, a proposito del «circo che la vittoria di Meloni ha preso in contropiede»: «I suggeritori di questo network nazionale e estero sono visibili, sono tra le fila dell’élite». Ripetiamo per l’ennesima volta la lezioncina: l’uso di fila come plurale di fila, «serie di persone o cose», è erroneo. Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2024). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico. Classici esempi dell’uso figurato di fila come plurale femminile di filo sono «reggere le fila» e «tirare le fila».
[13 novembre 2023]

Lo Jedi nuovo editore della Repubblica
Carmelo Caruso sul Foglio: «In Rai, ogni mattina c’è uno sciopero delle firme come l’Atac. Ultimo quello di Rai News. Solo per dire: sempre ieri, un giornalista di Rai News ha tagliuzzato un video della rassegna stampa e lo ha spedito ai quotidiani del gruppo Jedi. Lavorano in Rai ma collaborano con Repubblica». Ci sfugge quali siano le «firme come l’Atac» e, soprattutto, non ci risulta che Gedi, il gruppo editoriale cui fanno capo La Repubblica e La Stampa, sia entrato a far parte dell’organizzazione monastico-militare di Guerre stellari.
[25 ottobre 2023]

Fra Tuf e Tub non torna il conto degli anni
Antonella Olivieri sul Sole 24 Ore informa che «il Governo sta per mettere mano alla revisione del Tuf, che per oltre trent’anni è stato il punto di riferimento centrale per la finanza e il mercato italiano». A dire il vero, il Tuf (Testo unico della finanza) risale al febbraio 1998, quindi 25 anni fa. Più di 30 anni li ha il Tub (Testo unico bancario), che è del settembre 1993, ma neppure quello ha regolato la materia per «oltre 30 anni», considerato che è entrato in vigore il 1° gennaio 1994.
[10 novembre 2023]

Spray al peperoncino contro l’arrestato
Tweet del Corriere della Sera: «In carcere l’animatore-pedofilo: ha usato lo spray al peperoncino per evitare l’arrestato». Embè? Anche i maniaci sessuali avranno ben diritto di difendersi dai molestatori.
[3 novembre 2023]

Roncalli, Montini e il Concordato
Orazio La Rocca recensisce per La Repubblica un libro di Marco Roncalli su Giovanni XXIII e Paolo VI e, nell’analizzare le «affinità elettive» tra i due, riferisce incredibilmente di un «freddo distacco sul Concordato firmato dalla Santa Sede con Mussolini». Se infatti è vero che il giovane Giovanni Battista Montini espresse perplessità e riserve in una lettera scritta il 19 gennaio 1929, alla vigilia della firma dei Patti lateranensi, di segno ben diverso fu la reazione di Angelo Giuseppe Roncalli, che, rivolgendosi il 24 febbraio ai familiari, commentò testualmente: «Potete ben immaginare come io segua l’esultanza di tutta l’Italia in seguito alla pace fatta fra Vaticano e Quirinale. Pensate che gioia per i nostri vecchi se fossero ancora vivi! Benediciamo il Signore! Tutto ciò che la massoneria cioè il diavolo, aveva fatto in 60 e più anni contro la Chiesa e contro il Papa in Italia, tutto è stato rovesciato». E il futuro Papa buono aggiunge: «Non mancheranno altre pene. Ma intanto bisogna avere il coraggio della lealtà e riconoscere che ciò che è avvenuto ha del prodigio e può portare un bene incalcolabile all’Italia nostra e a tutto il mondo. Ora chi aveva un po’ studiato e non andava in chiesa, e non era praticante in nome del patriottismo, ha perduto ogni scusa».
[3 novembre 2023]

Aumento delle pene per chi picchia i borseggiatori
Dal sito della Repubblica: «È solo una delle tante norme del nuovo decreto sicurezza che il consiglio dei ministri ha approvato questo pomeriggio e che segna l’aumento consistente delle pene anche per chi truffa gli anziani o aggredisce esponenti delle forze dell’ordine o borseggiatori». Giusto! È ora di farla finita con quelli che picchiano i ladri.
[17 novembre 2023]

Il Fatto scambia il padre dei Ferrara per papà Ferilli
Didascalia dal Fatto Quotidiano: «Berlinguer con Giuliano Ferilli, papà di Sabrina». Peccato che nella foto non compaia affatto il padre dell’attrice Sabrina Ferilli, bensì il giornalista Maurizio Ferrara (1921-2000), che fu corrispondente da Mosca e direttore dell’Unità, nonché senatore, e mise al mondo due maschi: Giorgio Ferrara (1947-2023), regista e direttore artistico del Festival dei Due Mondi di Spoleto, e Giuliano Ferrara, giornalista, fondatore del Foglio, ex europarlamentare e ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo governo Berlusconi.
[11 novembre 2023]

Alessandra Ferri in scena a 4 anni
Dal Corriere della Sera: «Alessandra Ferri è nata a Milano il 6 maggio 1963». Didascalia della foto soprastante: «Ferri e Baryshnikov nel film “Giselle” del ’67». Precoce.
[6 novembre 2023]

Pedone investito da mezzo pirata (o forse era intero)
Titolo dal sito del Quotidiano Nazionale: «Ultim’ora. Pedone investito a Milano da mezzo pirata, gravi conseguenze». Fosse stato investito da un pirata intero, non ne sarebbe uscito vivo.
[12 novembre 2023]

Gli «Ani Ottanta» dell’attrice Carol Alt
Da Libero: «No, non sarà pornografia. Ma nudo aristico. Quello che Carol Alt ha deciso di mostrare su Onlyfans dopo una carriera come Top model – e che Top – durata più di 45 anni ma della quale, come lei stessa ha raccontato, non aveva il controllo». Pensiamo che non c’entri l’arista di maiale. La notizia così prosegue: «Per questa nuova pagina della sua vita, uno dei siboli della bellezza degli Ani Ottanta, ha deciso di fare da sola». Che culo!
[15 novembre 2023]

Urge riforma sanitaria (psichiatrica) per Il Riformista
Titolo dal sito del Riformista: «Gli attacchi del 7 ottobre, i piani e gli orrori di Hamas: “Arrivare in Cisgiordania, aperta pancia a donna incinta”». Urge un’altra riforma sanitaria, con particolare riguardo per i nuovi reparti psichiatrici: le redazioni.
[13 novembre 2023]

Toh, Joe Biden è presidente da 20 anni
Sul sito del Corriere della Sera, Marilisa Palumbo descrive così Antony Blinken, il segretario di Stato americano: «Il diplomatico dal volto umano, che però nella più classica tradizione dell’internazionalismo liberale si è spesso schierato a favore di interventi militari: “con” Biden sull’Iraq nel 2003, “contro” Obama e a favore di un maggiore coinvolgimento in Siria». Apprendiamo con sorpresa che Joe Biden, eletto nel 2021, è già da 20 anni presidente degli Stati Uniti.
[5 novembre 2023]

Il bus della Verità si spiega ma non si spezza
Serenella Bettin sulla Verità torna a occuparsi della tragedia del bus precipitato da un cavalcavia a Mestre e, in particolare, delle «immagini di un video ripreso nei momenti dello schianto alla “smart control room”, sistema di monitoraggio integrato, del comune di Venezia». Il pullman si è schiantato nella sala di regia? Bettin aggiunge: «Subito dopo l’autobus si spiega e sprofonda di sotto». Eloquente.
[1° novembre 2023]

Una nuova dipendenza: da disinfestazioni
Il Corriere della Sera informa che è stato identificato il presunto autore delle scritte antisemite apparse a Milano: «Si tratta di un 56enne italiano, residente a Corsico, dipendente di disinfestazioni». Ogni giorno spuntano nuove droghe.
[9 novembre 2023]

L’unità dello Shin Beth si chiama Nili, non Nil
Incipit del servizio di Daniele Raineri, inviato della Repubblica a Tel Aviv: «Lo Shin Beth, l’intelligence israeliana che si occupa dei problemi di sicurezza interni, ha creato un’unità che si chiama Nil – Netzach Ysrael – e ha il compito di uccidere tutti i membri di Hamas che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre nel Sud di Israele». Acronimo sbagliato. Quello corretto è Nili, cioè «Netzah Yisrael Lo Yeshaker», che significa «L’Eterno di Israele non mentirà», versetto (15, 29) tratto dal Primo libro di Samuele. La Nili in origine era una rete di spionaggio filobritannica, che, sotto la guida del famoso agronomo Aaron Aaronsohn, operava nella Palestina dominata dall’Impero ottomano, durante la prima guerra mondiale. Nili è anche il titolo di un romanzo edito da Mursia, in cui Massimo Lomonaco, corrispondente dell’Ansa da Tel Aviv, racconta le avventurose vicende dell’organizzazione spionistica ebraica.
[22 ottobre 2023]

Il «divit ed impera» di Lorenzo Cremonesi
L’inviato del Corriere della Sera in Israele, Lorenzo Cremonesi, intervista lo storico Tom Segev. Gli chiede: «L’errore più grave del premier?». E gli fa pronunciare la seguente frase su Benjamin Netanyahu: «Credere di poter convivere con Hamas, lavorando per indebolire l’Autorità palestinese in Cisgiordania in nome del principio del dividi et impera». La massima di origine ignota, che descrive la strategia dell’Impero romano basata sulla divisione dei sudditi per meglio dominarli, è «divide et impera», dividi e comanda. Poiché da quelle parti duemila anni fa comandavano i Romani, al punto che misero in croce Gesù Cristo, lo storico Segev dovrebbe conoscerla. E il giornalista Cremonesi pure, visto che è nato a Milano, capitale dell’Impero romano d’Occidente dal 286 al 402 dopo Cristo.
[16 ottobre 2023]

Troppi papati per Giuliano Ferrara
Commentando sul Foglio la vacuità di papa Francesco sulla scena internazionale, Giuliano Ferrara afferma con ragione che «si sente la riduzione a agenzia di buone intenzioni ineffettuali di ciò che è stata, con tutti i suoi errori e i caratteri non ripetibili, la funzione per il mondo dei papati giovanpaolini e ratzingeriani». Il fondatore del quotidiano sta forse alludendo ai pontificati dei due Giovanni Paolo? E forse ci sono stati due papi Ratzinger? Naturalmente no, date la brevità di quello del primo, che assunse il doppio nome, e la circostanza che di Joseph Ratzinger ce n’è stato uno solo, purtroppo. Allora era meglio scrivere «dei papati giovanpaolino e ratzingeriano».
[1° novembre 2023]

L’Ansa e l’ausiliare del verbo divampare
Dall’Ansa: «L’intenzione di Hamas il 7 ottobre scorso non era solo uccidere e catturare il maggior numero di israeliani ma innescare un conflitto che avrebbe divamapato in tutta la regione». Dando per scontato che un refuso abbia storpiato il verbo, facciamo tuttavia notare che divampare richiede come ausiliare essere, non avere.
[13 novembre 2023]

Liana Milella e il Coraggio di non sapere le cose
Liana Milella, cronista giudiziaria di lungo corso e – si presumeva – di vasta sapienza, intervista sulla Repubblica il presidente emerito della Consulta, Giancarlo Coraggio, 83 anni, giurista di lunghissimo corso e – si presumeva – di vastissima sapienza. Il tema è la riforma costituzionale, che nelle intenzioni di Giorgia Meloni, secondo Coraggio, prevede un esagerato «potenziamento del ruolo del premier», in obbedienza a una tendenza «sia interna che internazionale che vede emergere sempre di più un ruolo da primo ministro inglese o da cancelliere tedesco (il Consiglio d’Europa è composto dai capi di Stato e di governo)». Tralasciando il fatto che non si capisce come possa un intervistato parlare fra parentesi (traccerà due segni nell’aria con gli indici?), in realtà il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale indipendente dai governi, con il compito di «promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa e non solo». Tutt’altra cosa è il Consiglio europeo, che trimestralmente raduna i 27 premier (o presidenti) dell’Ue. In sintesi, il Consiglio d’Europa è innocente, immune dal premierato, e vigila sui diritti. Fra quest’ultimi, non ci sembra che figuri quello all’ignoranza.
[31 ottobre 2023]

Matteo Renzi direttore con correttore automatico
Dall’editoriale di Matteo Renzi sulla prima pagina del Riformista: «Come del resto abbiamo parlato del niente dal decreto rave party alle norme sul Pos, dalla carne sintetica a tutti i provvedimenti di Adolfo Urss». Se non è stato ripristinato il patto Hitler-Stalin, pensiamo che si tratti di Adolfo Urso. Da un ex presidente del Consiglio improvvisatosi direttore di giornale (e per 2 euro a copia) ci aspettavamo di più. Per esempio, che non ricorresse al correttore di Word quando scrive.
[31 ottobre 2023]

Roncone e Montanari storpiano l’italiano
Sul Corriere della Sera, Fabrizio Roncone, nel ritratto un po’ di sé stesso e un po’ di Tomaso Montanari, forse futuro candidato sindaco a Firenze, fa sapere che usa la Moleskine per prendere appunti (lui, Roncone) e che non può apprezzare (sempre lui, Roncone) «le Binckerstock», le «tremende cioce tedesche», che per la verità si chiamano Birkenstock. Dopo aver suscitato in noi sincera ammirazione per il buongusto, ci delude con il classico analfabetismo residuale degli esteti. Per far dire al rettore dell’Università di Siena per stranieri che non è comunista, gli attribuisce esattamente la confessione del contrario, mettendo in bocca a Montanari un’asineria mica da poco: «Altroché comunista come mi urla addosso quel genio di Salvini». Lo Zingarelli 2024 attesta che altroché significa «certamente, sì, senza dubbio (come risposta energicamente affermativa)». La grammatica italiana (Treccani) aggiunge: «La grafia separata altro che, invece, si usa quando la locuzione indica esclusione o preferenza rispetto a un altro elemento: fatti, altro che chiacchiere». Quindi la forma corretta da usare, nel caso specifico, era: «Altro che comunista». Invece di guardare malevolmente le cioce (o ciocie) tedesche, Roncone avrebbe fatto meglio a consultare il vocabolario. Altroché.
[6 novembre 2023]

Elly Schlein diventa Giuda del Pd
Titolo dalla Verità: «La Schlein si sfoga contro la Meloni ma è costretta a corteggiare Conte». Sommario: «Elly giuda la manifestazione del Pd». Speriamo per lei che almeno abbia riscosso i 30 denari.
[12 novembre 2023]

Un cunicolo «trappolato» a Gaza
Parlando dei tunnel di Gaza, Guido Olimpio sul Corriere della Sera riferisce: «Sabato è stata annunciata la morte di quattro parà per l’esplosione di un ordigno alla “bocca” di un cunicolo, probabilmente era stato trappolato dai miliziani». Ci pare una torsione piuttosto ardita del verbo trappolare, che per Lo Zingarelli 2024 ha il seguente significato (peraltro figurato e caduto in disuso): «Ingannare, truffare, raggirare». Per il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, il participio passato trappolato significa «catturato, imprigionato (una persona)», o, meglio, significava, essendo caduto in disuso. In senso figurato, «ingannato, raggirato» e «ottenuto con l’inganno, con la frode (una somma di denaro)».
[12 novembre 2023]

Per Il Giornale è sempre l’ora, come per i Pavesini
Titoli da un’unica edizione del Giornale. Pagina 1: «E i filo-Hamas ora puntano all’asse rosso con lo sciopero». Pagina 15: «Raisi a bin Salman: “Baciamo le mani, Hamas ora resista». Pagina 16: «Adams ora rischia grosso». È sempre l’ora (ieri dei Pavesini, a Carosello, con Topo Gigio; oggi dei titolisti).
[12 novembre 2023]

Puccini e Osmetti papali papali su Libero
Su Libero, Luca Puccini si occupa di un ragazzo finito in ospedale per la sfida social della patatina piccante, sulla quale indagano i Nas dei carabinieri. La «Hot chip challenge» consiste nel mangiare questo snack e nel postare il video delle conseguenze: il tiktoker Diego Simili si è sentito male, mentre un anno fa un giovane americano era morto. «E dire che dietro, sul retro della confezione, è scritto papale: “Prodotto non destinato ai bambini”». A prescindere dal fatto che, se è scritto dietro, vediamo improbabile che l’avvertenza sia sul davanti della confezione, sono per caso le patatine preferite da papa Francesco? Pensiamo di no. Allora Puccini prenda nota: la locuzione avverbiale papale papale (che vuol dire «con assoluta franchezza, quasi bruscamente») non può essere dimezzata. Già che c’è, Puccini potrebbe avvisare la collega Claudia Osmetti, che lavora nel suo stesso giornale e che dieci giorni prima aveva scritto: «Le virgolette sono una citazione papale della sentenza».
[15 e 24 ottobre 2023]

Paolo Lepri litiga con le parentesi
Paolo Lepri nell’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera: «Quanto è avvenuto nei kibbutz ai confini di Gaza e al rave party di Reim – che è all’origine di quello che sta accadendo in queste ore – è stato accompagnato spesso da un allarmante deficit di solidarietà: un deficit di solidarietà e (di empatia) che...». Non si capisce il senso di quella e fuori dalla parentesi. O andava portata dentro o, meglio ancora, bisognava scrivere così: «Un deficit di solidarietà e di empatia che...».
[28 ottobre 2023]

Fazzini e i pontefici bresciani (ma ce ne fu uno solo)
Sull’Osservatore Romano, ricordando il religioso piamartino Pier Giordano Cabra, originario della provincia bresciana, Lorenzo Fazzini scrive che quella terra «ha consegnato alla Chiesa figure di pontefici e di laici santi o beati (Giovanni Battista Montini e Giuseppe Antonio Tovini, per esemplificare)» e accenna all’amicizia di Cabra «con l’allora abate (poi cardinale) Giulio Bevilacqua». Ma c’è poco da esemplificare: di papi bresciani (canonizzati e no) ce n’è stato solo uno, per l’appunto Paolo VI, mentre va precisato che l’oratoriano Bevilacqua non fu mai abate, bensì cappellano militare e poi parroco, prima che nel concistoro del 22 febbraio 1965 papa Montini lo trasformasse appunto nel «cardinale parroco».
[4 novembre 2023]

Sechi prescrive il magnesio ad altri ma serve a lui
Il direttore di Libero, Mario Sechi, nell’editoriale di prima pagina, a proposito dell’«accordo con l’Albania sui migranti irregolari» stipulato dal governo Meloni, critica Peppe Provenzano del Pd, che lo aveva definito così: «Nel migliore dei casi è un pasticcio, nel peggiore una violazione di diritti». In particolare, Sechi rimprovera sarcasticamente a Provenzano di avere «una memoria selettiva prodigiosa» e gli consiglia «po’ di magnesio», perché, a suo dire, «il più importante accordo per il contrasto all’immigrazione lo firmò l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti con la Libia, correva l’anno 2017, governava Matteo Renzi, al potere c’era il Pd». Non è così. Il Memorandum di intesa tra Italia e Libia venne firmato a Roma il 2 febbraio 2017 dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Un cucchiaino di magnesio anche per Sechi.
[7 novembre 2023]

La scrittrice Terranova prima decapita, poi impicca
In un editoriale che comincia sulla prima pagina della Stampa e ne occupa quasi un’altra all’interno, la scrittrice Nadia Terranova ricorda la città di Palmira: «Ancora oggi penso spesso a Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano che ha passato tutta la vita a custodire uno dei siti più belli del mondo e che è stato decapitato e impiccato». Che sequenza inedita! Poche righe più sopra, parla di «case mezze abbandonate». Ma quando mezzo è usato in funzione avverbiale, unito a un aggettivo, resta invariato, quindi doveva scrivere «case mezzo abbandonate». Sempre da Terranova apprendiamo che «non c’è coordinazione nelle macerie»: che abbiano problemi di movimento? Nello stesso articolo, non manca un’annotazione poetica: «Ho sentito, in mezzo a reperti di macerie più antichi per loro che per me, tanta vita da strapparmi il cuore». La lingua l’ha già strappata. Ora basterebbe che alla Stampa le strappassero dalle mani la penna.
[9 ottobre 2023]

Per Kerbaker si compulsano anche gli uomini
Lo scrittore Andrea Kerbaker sul Sole 24 Ore si occupa dell’uscita di un catalogo sul Gruppo 63 e immagina che Umberto Eco, se fosse stato ancora in vita, «si sarebbe subito messo a leggere con la vertigine della lista, compulsando i ben 31 protagonisti di quella stagione». Vertigine della lista a parte, che presumiamo essere una forma di labirintite simile a quella provata dalle macerie di Nadia Terranova, non sapevamo che Eco, oltre che i volumi, compulsasse anche gli uomini. Sempreché il dizionario adottato da Kerbaker non sia più aggiornato dello Zingarelli 2024, il quale al lemma compulsare riporta: «Leggere, sfogliare, consultare con frequenza e accuratamente libri, documenti e simili, specialmente a scopo di studio».
[8 novembre 2023]

L’italiano di Sky Tg24: Khy l’ha visto?
Vittoria Romagnuolo sul sito di Sky Tg24: «Kylie Jenner non è stata una semplice ospite degli Innovator Awards 2023. La ventiseienne imprenditrice californiana a ritirato, nell’ambito della serata, un riconoscimento per il marchio di abbigliamento che harecentemente fondato: Khy». Khy l’ha visto (l’italiano)?
[2 novembre 2023]

Merlo sbaglia le date del secolo breve
Nella sua rubrica Posta e risposta sulla Repubblica, Francesco Merlo replicando a un invito («Faccia attenzione alle date...») del lettore Luca Cardinalini: «Si deve al grande storico marxista inglese Eric Hobsbawm la sfasatura tra il calendario e il tempo storico del Novecento, che sarebbe “il secolo breve” perché, iniziato nel 1915 alla fine della prima guerra mondiale con la caduta dei grandi imperi, si sarebbe chiuso con la caduta di quello sovietico, l’ultimo, nel 1989». Non ci pare che l’invito sia stato recepito da Merlo. La Prima guerra mondiale si concluse nel 1918, non nel 1915. E comunque Hobsbawm faceva cominciare il secolo breve all’inizio di quel conflitto, nel 1914, e lo faceva concludere, effettivamente, con la caduta dell’impero sovietico, decretata però da Mikhail Gorbaciov soltanto il 26 dicembre 1991, due anni dopo. Nel 1989 cadde unicamente il Muro di Berlino.
[8 novembre 2023]

Perbacco, ora si può incidere sui papiri
Nelle pagine culturali del Corriere della Sera si dà notizia del ritrovamento nel sito egiziano di Tuna el-Gebel di una copia del Libro dei Morti risalente a 3.500 anni fa, descritto come un insieme di «testi funerari, destinati a guidare le anime nell’aldilà, incisi su papiri e collocati nelle tombe». Resta da capire come si possa incidere un testo sul fragilissimo supporto scrittorio costituito da un papiro senza sbriciolarlo.
[7 novembre 2023]

Precipitare giù, precipitare su
Incipit di un servizio di Serenella Bettin sulla Verità: «Alberto Rizzotto, l’autista alla guida del bus precipitato giù dal cavalcavia di Mestre il 13 ottobre scorso, aveva avuto problemi cardiaci». Si può anche precipitare su?
[8 novembre 2023]

L’Osservatore Romano storpia il latino del Papa
Pubblicando il motuproprio Ad theologiam promovendam di papa Francesco che, almeno per il momento, di latino ha solo il titolo perché è scritto in italiano, L’Osservatore Romano lo strilla in prima pagina e lo riporta – come si legge anche sul sito – con il titolo «Ad theologiam promovenda», che in latino è un macroscopico errore. A riprova del fatto che la lingua di Cicerone e di san Girolamo non è più praticata dalle parti del giornale vaticano, nessuno in redazione si è accorto che il testo del documento arrivato dai piani alti della Santa Sede aveva il titolo corretto. Fra l’altro, la forma esatta figura all’inizio del documento pubblicato nella stessa pagina: «Lettera apostolica in forma di “motu proprio” del sommo pontefice Francesco Ad theologiam promovendam con la quale vengono approvati nuovi statuti della Pontificia accademia di teologia».
[3 novembre 2023]

Salvini in auge nel 2020? Non ci pare
Claudio Bozza sul Corriere della Sera parla di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, sottolineando che è «quello che nel gennaio del 2020, anche con la spinta delle Sardine, sconfisse Lucia Borgonzoni, la candidata leghista di un Salvini all’apice del potere». Salvini all’apice del potere nel gennaio 2020? A dire il vero, quell’anno il capo della Lega proprio non toccò palla. Nell’agosto 2019 aveva infatti provocato la caduta del primo governo presieduto da Giuseppe Conte, nel quale sedeva come vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, passando all’opposizione del secondo governo Conte, rimasto in carica dal 5 settembre 2019 al 26 gennaio 2021.
[1° novembre 2023]

Alain Elkann scrive a vanvera di Salgari
Alain Elkann ricorda sulla Stampa la figura di Ernesto Ferrero, morto il 31 ottobre, che fu per 18 anni direttore del Salone internazionale del libro di Torino: «Ernesto era affascinato dalla fantasia di Emilio Salgari, a cui ha dedicato il libro “Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del Capitano Salgari”. È la storia degli ultimi giorni di quello scrittore che è sempre rimasto a Torino e ha immaginato il mondo attraverso la sua fantasia». Comprendiamo che Elkann, padre dell’editore del quotidiano torinese, inclini al campanilismo, ma si dà il caso che Salgari fosse nato a Verona il 21 agosto 1862; che avesse trascorso l’infanzia a Tomenighe di Sotto, località del Comune di Negrar, in Valpolicella, dove c’è ancora Ca’ Salgari, abitata da un suo lontano parente; che avesse esordito sulla Nuova Arena di Verona nel 1883 con Tay-See, romanzo a puntate; che fosse stato assunto come cronista dall’Arena nel 1885; che in quello stesso anno avesse sfidato a duello un collega dell’Adige, Giuseppe Biasioli, nelle campagne di Chievo, alle porte di Verona; che dal 1894 in avanti avesse traslocato con la famiglia prima a Ivrea, poi a Cuorgnè, quindi ad Alpette; che dal 1897 avesse abitato a Sampierdarena, in Liguria. Salgari visse a Torino dal 1900 al 1911, quando a 49 anni si suicidò. Le sue spoglie mortali sono sepolte nel Cimitero monumentale di Verona. Come si vede, il sempre nel lessico di Elkann perde il significato dell’avverbio («senza interruzione, senza termine di tempo»).
[1° novembre 2023]

Il Corriere della Sera resuscita Girolomoni
Una pagina pubblicitaria del Corriere della Sera presenta un appuntamento dell’iniziativa «Il bello dell’Italia», promossa dal quotidiano. Nell’inserzione si legge che «Pesaro, la cultura in crescendo» si terrà il 10 novembre nella città marchigiana, con la partecipazione, fra gli altri, di Gino Girolomoni, fondatore di Alce nero. Lo escludiamo, ahinoi. Il visionario profeta dell’agricoltura biologica (avemmo il privilegio d’intervistarlo 23 anni fa e di biografarlo nel libro Italiani per bene, edito da Marsilio), che si era dato il nome dello sciamano degli Oglala, la tribù dei Sioux guidata da Cavallo pazzo, è morto d’infarto a Fossombrone il 16 marzo 2012.
[5 novembre 2023]

Hoara Borselli e la convenzione di «Shengen»
Hoara Borselli su Libero intervista il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Domanda: «La sospensione di Shengen anche ai nostri confini con la Slovenia darà dei risultati?». La convenzione venne firmata in una località del Lussemburgo, non in Cina: si chiama Schengen.
[2 novembre 2023]

Feltri confonde Isacco con Ismaele
Sul Giornale, nella rubrica “La stanza di Feltri”, il direttore editoriale Vittorio Feltri critica la festa islamica del Sacrificio e scrive che la ricorrenza ricorda quello di Abramo, «il quale stava per uccidere il proprio figlio, Ismaele, su ordine di Dio, che lo stava mettendo in tal modo alla prova». Tutto esatto, tranne che per un particolare, peraltro fondamentale: il figlio in questione non era Ismaele, bensì Isacco.
[31 ottobre 2023]

Leonor prima regina dopo Isabella di Castiglia? No
Leonor, la primogenita del re Felipe VI di Spagna, ha compiuto 18 anni ed è diventata l’erede al trono. Il Sole 24 Ore scrive erroneamente: «La principessa Leonor sarà la prima regina di Spagna dopo Isabella di Castiglia». Anche altri giornali prendono la medesima cantonata. L’ultima regina di Spagna fu Isabella II di Borbone (1830-1904). Il suo governo reazionario provocò lo scoppio di tre insurrezioni, l’ultima delle quali la costrinse a riparare in Francia, dove nel 1870 abdicò a favore del figlio Alfonso XII.
[1° novembre 2023]

Per La Repubblica l’inflazione gonfia l’inflazione
Titolo dal sito della Repubblica: «L’inflazione gonfia la povertà assoluta per colpa anche dell’inflazione». Certo che è una faccenda ben strana.
[25 ottobre 2023]

Panebianco cade un’altra volta su «le fila»
Conclusione dell’editoriale di prima pagina firmato da Angelo Panebianco sul Corriere della Sera: «Forse, sotto l’impatto di minacce plurime, l’Europa – quel tanto d’Europa che c’è – si disgregherà. O forse la paura la spingerà a serrare le fila. In ogni caso, il tempo della noia sembra proprio finito». A noi non pare, professore. Perciò, a costo di apparirle noiosi, ripetiamo la lezione che le avevamo impartito appena un mese fa, con l’aiuto del compianto linguista Luca Serianni: l’uso di fila come plurale di fila «serie di persone o cose», invece di file, è erroneo (Grammatica italiana, Utet, 1989). Per vincere la sua noia, ricorriamo oggi ad Aldo Gabrielli, un’autorità indiscussa nella materia: «In questo errore marchiano cadono pezzi grossi e piccoli e anche mezzani: voglio dire un po’ tutti. Non c’è discorso dove l’oratore non inciampi nelle “fila del partito” o non inviti i seguaci a “stringere le proprie fila”. L’italiano è certo una lingua difficile, e anche piena di trabocchetti, ma forse è troppo ignorata anche da chi non dovrebbe ignorarla. Esiste un sostantivo femminile singolare la fila, “serie di persone o cose più o meno allineate una dietro l’altra”, che ha un plurale regolare le file; si dice perciò che davanti ai negozi si formano “lunghe file” di persone per comprare il pane, e che i militari “rompono le file”, cioè rompono il loro allineamento. Esiste poi un secondo sostantivo, ma di genere maschile, il filo, propriamente il prodotto della filatura (un filo di lana, di cotone) che ha, purtroppo, due plurali: uno regolare maschile, i fili, e uno irregolare femminile, le fila. È dunque un altro di quei nomi sovrabbondanti che abbiamo esaminato or ora. Il plurale più comune è quello regolare, i fili: “Le Parche filano e tagliano i fili della vita umana”, “i fili del telegrafo”, “tre fili di perle”. Il plurale femminile le fila è d’uso più limitato: si incontra in senso collettivo, per indicar molti fili presi insieme: abbiamo così “le fila dell’ordito”, e diciamo che il formaggio fuso “fa le fila”; ma più spesso in frasi figurate, come “le fila della congiura”, “il traditore ordisce le sue fila”. Tutto qui. E dunque attenzione, pezzi grossi e piccoli: le fila del cacio e del tradimento; ma le file del partito, dell’associazione e dell’esercito». (Si dice o non si dice, Mondadori, 1976).
[20 ottobre 2023]

I proiettili a rilento della Verità
Titolo dalla Verità: «Col taglio ai fondi e senza munizioni la guerra di Kiev rischia di fallire». Sommario: «La destra americana esige lo stop agli aiuti, Bruxelles spedisce proiettili a rilento». Sono munizioni di nuovo tipo? Pallottole al rallentatore? No? Allora si doveva scrivere: «Bruxelles spedisce a rilento proiettili».
[27 ottobre 2023]

L’invenzione del Catonga, a testate unificate
A testate unificate, la stampa italiana canzona Giorgia Meloni per aver abboccato alla telefonata di due comici russi e si rifà a una celeberrima gag di Totò. Tutti i giornali tirano in ballo il Catonga, immaginario Paese africano. Supera sé stesso il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, il quale, in risposta a una lettera telegrafica dell’ex deputato Giuliano Cazzola («L’Halloween di Giorgia Meloni: dolcetto o scherzetto?»), riesce a distillare la seguente castroneria: «Un film da rivedere per l’occasione, consigliato dall’ex ministro Enzo Amendola: “Totò e l’ambasciatore di Catonga”. Sipario». Fa di più, Cerasa: pubblica in prima pagina il titolo «Meloni nel Catonga» e commissiona al suo redattore Carmelo Caruso un articolo in cui si legge: «Sembra una scena di “Totò ambasciatore di Catonga”». Non esiste alcun titolo di quel genere nella filmografia di Totò e non esiste nessun Catonga. La pellicola in questione è Totòtruffa ’62 (che M. Gal. sul Corriere della Sera cita in modo erroneo, scrivendo «Totòtruffa62») e contiene un siparietto in cui Totò, con il volto dipinto di nero, si finge «sua eccellenza ambasciatore Catongo», come dice Nino Taranto, truccato nello stesso modo e ribattezzato per l’occasione Bubu Zuzu. Impossibile equivocare sul punto, a meno che non si vada un tanto al chilo, come fanno Cerasa e Caruso. Infatti, nella medesima scena, ricorrono queste altre espressioni: «Tuo parente emigrato molto tempo fa in Catongo»; «Devi partire subito per Catongo»; «Ma nel Catongo ce n’è uno solo». Curiosità: in Angola esistono due toponimi identici, il Catongo, monte di 794 metri nella provincia di Namibe, e il Catongo, corso d’acqua nella provincia di Uíge.
[2 novembre 2023]

Carlo Bonini, cura te stesso
Carlo Bonini sulla Repubblica impartisce una sarcastica lezione al premier Giorgia Meloni su come evitare burle a distanza e su come si debba parlare al telefono con capi di Stato africani veri o farlocchi. La rimprovera d’ignoranza perché mostra di non sapere chi fosse Stepan Bandera (1909-1959), controversa figura politica ucraina di estrema destra, e la critica duramente perché «se ne frega di una regola fondamentale del protocollo diplomatico. In base al quale, al di fuori di conversazioni informali con capi di stato e di governo con cui si è stabilito un rapporto personale di conoscenza diretta, è necessario che chi rappresenta un Paese si tenga nelle conversazioni telefoniche e non in un binario lessicale e di contenuti prestabiliti». Una regola fondamentale del protocollo giornalistico imporrebbe persino a Bonini di rispettare la lingua italiana e il lettore. Come insegnò Elio Vittorini sin dal titolo del suo romanzo Uomini e no, imprescindibile forse quanto Bandera, il vicedirettore della Repubblica avrebbe dovuto limare una n per essere grammaticalmente a posto, e – alla malora la tirchieria – sprecare due virgole per non costringere chi legge a una gimcana interpretativa. Il risultato finale poteva essere questo: «È necessario che chi rappresenta un Paese si tenga, nelle conversazioni telefoniche e no, in un binario lessicale e di contenuti prestabiliti». Come suggerisce il Vangelo: Bonini cura te stesso.
[2 novembre 2023]

Il «pessimo tanfo» di Roncone
Incipit del pezzo che Fabrizio Roncone dedica sul Corriere della Sera alla beffa subita da Giorgia Meloni: «Storia complicata da raccontare. Pessimo tanfo». Esiste anche l’ottimo tanfo? O è stato solo un pessimo tonfo? Più avanti, anche Roncone va a orecchio: «Obbligata citazione di “Totòtruffa ’62”, in cui Totò si finge ambasciatore del Catonga». Di obbligate ci sono solo le verifiche sulle citazioni.
[2 novembre 2023]

Natalia Aspesi si vergogna, di che cosa non si sa
Risposta di Natalia Aspesi a una lettrice del Venerdì di Repubblica: «Mi vergogno molto non solo di non sapere se non vagamente cosa sia la celiachia». Di che altro si vergogna?
[13 ottobre 2023]

Benvenuti in Italia Palestina
Incipit del servizio di Camilla Conti sulla prima pagina della Verità: «Un fiume di soldi dall’Italia Palestina». Siamo stati annessi?
[25 ottobre 2023]

La Stampa non distingue i banchieri dai bancari
Titolo dal sito della Stampa: «Banchiere licenziato perché tratta male i clienti, il tribunale lo reintegra: “Ambiente stressante, provvedimento spropositato”». E chi è il licenziato? Carlo Messina? Andrea Orcel? Ah, no: trattasi di bancario, impiegato in una banca, figura assai diversa dal banchiere, proprietario, grande azionista o amministratore di una banca. Solo che a Torino non lo sanno.
[25 ottobre 2023]

Per Sgarbi sono 1.300 anziché «mille e tre»
Vittorio Sgarbi firma sul Giornale un brillante commento a proposito del caso Giambruno ma scivola nel finale, concludendo che «sarà irrappresentabile il Don Giovanni di Mozart, soprattutto l’aria “Madamina il catalogo è questo”, in cui si elencano gli amori del padrone, dalle 640 in Italia alle 1300 in Spagna, tra contadine e baronesse, bionde e brune, grassotte e piccine, “purché porti la gonnella”». Sorvoliamo sulla virgola che manca dopo «Madamina» e anche sul «purché porti la gonnella», singolare, che non si accorda con l’elenco precedente («contadine e baronesse, bionde e brune, grassotte e piccine»), ma «in Ispagna son già mille e tre», cioè 1.003, non 1.300, stando al libretto di Lorenzo Da Ponte.
[22 ottobre 2023]

I premier israeliani in divisa? Solo tre
Secondo il Corriere della Sera, l’israeliano Yair Lapid, 59 anni, leader del partito laico e centrista Yesh Atid, che ha fondato nel 2012, «è uno dei pochi premier del Paese a non aver avuto una carriera militare (ha svolto solo la leva obbligatoria)». Ci pare il contrario. Dei 14 premier che si sono succeduti (alcuni due o tre volte) alla guida dei 20 governi che Israele ha cambiato dal 1948 a oggi, solo tre – Ytzhak Rabin (capo di stato maggiore durante la guerra dei Sei Giorni), Ehud Barak (il generale più decorato) e Ariel Sharon (comandante di unità corazzate nella guerra dei Sei giorni e in quella del Kippur) – avevano alle spalle una carriera nell’esercito. Tutti gli altri no, quindi, incluso Lapid, il 79 per cento. Non proprio pochi.
[20 ottobre 2023]

Sul taccuino di Mario Sechi
Editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Sono un cronista, senza il mio taccuino mi sento a disagio» (17 ottobre). Attacco dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Che succede? Sul mio taccuino sono annotate quattro parole» (18 ottobre). Attacco dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Sul mio taccuino ci sono tre fatti» (27 ottobre). Non farebbe prima a pubblicare il suo taccuino?
[17, 18 e 27 ottobre 2023]

Sallusti cita Machiavelli a sproposito
Incipit dell’editoriale di prima pagina firmato da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale: «Premessa necessaria: so che le strade della politica, soprattutto se parliamo di geopolitica, e quelle della diplomazia prevedono infingimenti, depistaggi e mosse tattiche, cosa che aveva già ben chiara Machiavelli cinquecento e passa anni fa e da lui ben riassunta in quel famoso “il fine giustifica i mezzi”». Non è così. Negli scritti del segretario della seconda cancelleria della repubblica fiorentina non vi è traccia della frase che Sallusti riporta fra virgolette, benché nel capitolo 18 del Principe ve ne sia una che si avvicina al concetto: «Nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine». Più che del machiavellismo, questo parrebbe il cardine del gesuitismo. Infatti, nella settima delle Lettere a un provinciale, note anche come Le provinciali, scritte in difesa dell’amico giansenista Antoine Arnauld cacciato dalla Sorbona, Blaise Pascal fa dire a un padre della Compagnia di Gesù: «Quando non possiamo impedire l’azione, purifichiamo almeno l’intenzione, e così correggiamo il vizio del mezzo con la purezza del fine».
[26 ottobre 2023]

Picchia per due anni la compagna incinta
Titolo da Open: «Arrestato il trapper Gallagher accusato di aver picchiato per due anni la compagna incinta». Gravidanza lunga e a rischio.
[29 ottobre 2023]

Sala diventa Sara, il gender dilaga
Titolo a tutta pagina dalla Repubblica: «Via le bandiere dal Comune / La polemica Sara-Jarach». Il gender dilaga. (Il sindaco si chiama Sala. Sarà per la prossima volta).
[13 ottobre 2023]

Claudia Osmetti c’entra poco con la scuola
Claudia Osmetti su Libero: «Si chiama “Scuola di benessere”, e la scuola centra fino a un certo punto ma il benessere centra fino in fondo. Han fatto loro delle domande, a Bologna. Han voluto vendere come si rapportano col mondo informatico». Noi vorremmo vedere come si rapportano i giornalisti con la lingua italiana.
[14 ottobre 2023]

Altre quattro perle del coltissimo Mephisto
Ci erano sfuggite quattro perle del coltissimo Mephisto Waltz, condensate in un’unica puntata della sua rubrica sul Sole 24 Ore. Rimediamo subito. La prima: «Purtroppo una mela marcia basta per infettare tutte quelle del biroccio». Sapevamo che una mela marcia guasta il cesto: un intero carro ci pare un po’ troppo. La seconda: «Il tribunale ecclesiastico ha comminato la richiesta di 138 milioni di sterline». È la pubblica accusa ad aver chiesto tale risarcimento agli «amici del Cardinale Becciu»: il tribunale vaticano (che tra l’altro non è ecclesiastico, anche se dipende ovviamente dal Papa) non ha deciso alcunché. La terza: è il codice che commina (cioè stabilisce) una sanzione, il tribunale la irroga. La quarta: Mephisto Waltz cita «Antonio da Crevalcore, pittore a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, magico artista surreale, studiato da Zeri e Sgarbi, che lo rilanciò, al solito in questo, geniale». Che ci risulti, Federico Zeri scrisse solo un articolo sul pittore, sia pure su un’accreditata rivista («An addition to A. da Crevalcore», The Burlington Magazine, 1966), mentre Vittorio Sgarbi pubblicò una monografia di 112 pagine, dal titolo Antonio da Crevalcore e la pittura ferrarese dal Quattrocento a Bologna. La cattiveria del satanasso è che sul punto sembra che si sia consumata la rottura tra Zeri e Sgarbi. Il titolo dato dal povero diavolo alla rubrica in questione era «Stupidario». Quello azzeccatissimo.
[8 ottobre 2023]

Un Vecchio errore: la virgola tra soggetto e verbo
Incipit di Concetto Vecchio dal Venerdì di Repubblica: «Mentre passeggiamo lungo i Fori Imperiali con Aldo Cazzullo, 57 anni, il suo Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito, è secondo nella classifica dei libri più venduti di Amazon». Complimenti per la virgola fra il soggetto (il titolo del libro) e il verbo è.
[13 ottobre 2023]

Che maltempo che fa al Messaggero
Tweet del Messaggero: «Risultato storico per “Che Tempo Che ” di Fabio Fazio». Che ribrezzo che fa.
[16 ottobre 2023]

Tonali e Zaniolo, reato di petting
Il sito del Corriere dello Sport sul caso scommesse che vede coinvolti i calciatori Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo: «Sulla vicenda del petting emersa dall’indagine della Procura della Repubblica di Torino ha parlato anche il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini». Petting tra Zaniolo e Tonali? Tanto casino per coccole da adolescenti? Domande esistenziali e languide carezze turbate da un interrogativo: il petting è reato? Ma forse il redattore nostalgico di antiche limonate voleva scrivere betting, che in inglese significa «lo scommettere e (le) scommesse» (Il Ragazzini 2023).
[13 ottobre 2023]

Paganini non ripete 54 anni prima di nascere
Dalla pagina Facebook di Rai Cultura: «Il 27 Ottobre 1872 nasce a Genova Niccolò Paganini, compositore e violinista. Amante dell’improvvisazione, rimane storico il suo rifiuto di ripetere, per il Re di Sardegna Carlo Felice, un brano in occasione di un concerto a Torino, nel 1818». È ben vero che Paganini non ripete, come recita un vecchio adagio, ma che potesse farlo 54 anni prima di nascere ci sentiremmo di escluderlo, sempreché gli uomini di cultura della Rai non trovino nulla da eccepire. (Paganini nacque nel 1782).
[27 ottobre 2023]

De Tonquédec non conosce l’accento francese
La Verità parla di una «maitresse, la trentunenne Jessica N.». Considerato che il servizio è firmato da François De Tonquédec, gli rinfreschiamo la memoria: si scrive maîtresse, con l’accento circonflesso.
[12 ottobre 2023]

In Veneto vento forte sulla cosa
Titolo dal sito del Mattino di Padova: «Meteo in Veneto, allerta arancione per criticità idrogeologica e idraulica. Il centro meteorologico della Regione prevede anche vento forte sulla cosa». Non ci pare una cosa seria.
[29 ottobre 2023]

Sì, la vita è tutta un quiz, anzi un qui
Titoli da un’unica edizione del Corriere del Veneto: «Una vita trascorsa a Gardaland. “Qui ho trovato la mia vocazione”». «Qui ci si addestra alla sicurezza». «Qui c’è tutto l’idrogeno italiano». Sì, la vita è tutta un qui.
[9 ottobre 2023]

Mephisto Waltz s’intesta l’idea di Tom Clancy
Quel demonio del coltissimo Mephisto Waltz stavolta sul Sole 24 Ore decide che nell’eterno conflitto palestinesi-israeliani «una proposta esaustiva deve provare a inventarsela proprio lui». Trattasi, per sua stessa ammissione, di una «pazza idea»: «Se Israele occupasse tutta la striscia di Gaza annettendola al proprio territorio, e per contro, se concedesse completa autonomia e dignità di Stato riconosciuto alla Cisgiordania, che oggi è una sorta di protettorato e comunque ancora parte di Israele, finalmente si perverrebbe a una soluzione logica: due popoli e due Stati». A prescindere dalla Striscia di Gaza, che si scrive con la s maiuscola, il povero diavolo non ha inventato un bel nulla. La «pazza idea» risale al 1991 e su di essa è imperniato il romanzo Paura senza limite di Tom Clancy, in cui Jack Ryan, vicedirettore alle informazioni della Cia, dopo l’ennesimo attentato a Gerusalemme suggerisce un piano internazionale di pace per la Città Santa con la mediazione del Vaticano. Una volta attuato, è il presidente degli Stati Uniti a prendersene il merito. Vuoi vedere che il satanasso si sente pronto ad assidersi nello Studio Ovale della Casa Bianca?
[23 ottobre 2023]

Gorgia di Lentini, nuovo premier italiano
«Ultima ora» dell’agenzia Ansa sulla separazione di Giorgia Meloni dal compagno Andrea Giambruno: «Renzi, comprendiamo mamma Gorgia, ma la premier ha fallito». Nominata premier Gorgia di Lentini, retore e filosofo greco morto intorno al 383 avanti Cristo. Il gender dilaga.
[22 ottobre 2023]

Anche il Tg3 trasforma i versi in versetti
Nel Tg3 delle 19, Claudio Pandolfi dedica un servizio a Salman Rushdie, dalla Fiera del libro di Francoforte, e cita «la fatwa, la condanna a morte, pronunciata contro di lui dall’ayatollah Khomeini per il suo libro Versetti satanici». Pandolfi dovrebbe sapere che il titolo è Versi satanici, come peraltro era intuibile dalla copertina in inglese The Satanic Verses comparsa nelle immagini del suo servizio.
[20 ottobre 2023]

Le braccia delle madri con la dida
In un editoriale che comincia sulla prima pagina del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella scrive: «Basti pensare a una copertina della Domenica del Corriere del 9 gennaio ’44 quando, sotto il tallone della Repubblica di Salò e dei nazisti, c’era l’immagine di soldati americani che strappavano i figli dalle braccia delle madri con la dida: “Sta per partire dal porto di Siracusa il primo scaglione di bimbi italiani prelevati dalle terre italiane invase e destinati ai cosiddetti istituti di educazione della Russia senza Dio”». Per quanto largamente utilizzata nelle redazioni, l’abbreviazione dida, in luogo di didascalia, non è registrata né dal Grande dizionario della lingua italiana né dallo Zingarelli 2024, e neppure da Neologismi. Parole nuove dai giornali 2008-2018 (Il Vocabolario Treccani). In questo caso, poi, rischia di apparire ancora più misteriosa per il lettore, considerato com’è formulata la frase, facendogli supporre che esistano «braccia delle madri con la dida», manco si trattasse di una malattia dermatologica.
[21 ottobre 2023]

L’affidabilità del premier e i guai di casa
Titolo dalla Verità: «Le scelte politiche e non i guai di casa rendono affidabile un primo ministro». Proviamo a capovolgere la frase: «Non i guai di casa ma le scelte politiche rendono affidabile un primo ministro». Il significato del titolo resta identico. Ma fa ridere: a chi mai verrebbe in mente di affermare che i guai di casa rendono affidabile qualcuno per il premierato? Un pleonasmo assurdo.
[22 ottobre 2023]

Tre Di Silvestre diversi sul Corriere della Sera
Il Corriere della Sera pubblica nella sezione economia un’intervista con Massimiliano Di Silvestre, dal 2019 presidente e amministratore delegato di Bmw Italia. Nel titolo diventa «De Silvestre». Nella didascalia si trasforma in «di Silvestre». Nel testo di Bianca Carretto finalmente è Di Silvestre. Anche se l’autrice, pur scrivendo da oltre 35 anni di auto e motori sul primo quotidiano d’Italia, alla fine trasforma lo storico marchio Rolls-Royce, appartenente dal 2002 alla Bmw, in «Roll-Royce». Una Rolls-Royce che rotola, e magari cappotta? Ci pare improbabile.
[21 ottobre 2023]

Rai News trasforma Guterres in spagnolo
Antonella Alba sul sito di Rai News: «Le parole di Antonio Guterres arrivato oggi sul valico di Rafah sono come un coltello che gira in una piaga. Il segretario generale dell’Onu lancia un appello: “Dobbiamo spostare gli aiuti, il prima possibile, tutti quelli necessari”. E per farlo “serve un cessate il fuoco umanitario immediato” ha affermato con forza il funzionario spagnolo dal lato egiziano del valico». «Sul valico»? Lo hanno paracadutato? Inoltre la grafia esatta è António Guterres. Il quale non è spagnolo bensì portoghese. Infine, scritta così sembra che dal lato egiziano del valico vi siano in servizio funzionari inviati dalla Spagna. La forma corretta era: «Ha affermato con forza, dal lato egiziano del valico, il funzionario portoghese».
[20 ottobre 2023]

Mara Gergolet non azzecca la concordanza
«I tagli del Goethe-Institut, chiusure in Francia e Italia per puntare sull’America», titola il Corriere della Sera. Nella corrispondenza da Berlino, Mara Gergolet scrive: «Su tutto questo si è abbattuta la decisione della ministra degli Esteri Annalena Baerbock, che ha tagliato al Goethe il 10% dei fondi: ossia, 24 milioni. Con indicazioni precise: potenziare la presenza tedesca nel Caucaso, nell’Asia meridionale, in America. Nei poli emergenti, dove magari si può osservare da vicino le questioni che le stanno più a cuore, piuttosto che nel “vecchio mondo” di ieri». Benché il Goethe-Institut promuova solo la lingua tedesca, ci pare che in italiano la concordanza con «le questioni» avrebbe richiesto il verbo «si possono osservare».
[19 ottobre 2023]

Perché dovremmo pagare i debiti di Schröder?
Nella sua rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini commenta una surreale vicenda che ha avuto per protagonista l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, il quale ha invitato a cena in un ristorante stellato di Amburgo alcuni amici, tra cui un uomo d’affari iraniano: «Prima di dare inizio alle libagioni, Schröder specifica che pagherà tutto lui, tranne gli extra». L’iraniano «beve alcolici a garganella fino a raggiungere la ragguardevole somma di euro 6.117». Finita la cena, entrambi si rifiutano di pagare le bevande e se ne vanno. Secondo Gramellini, al cameriere non resta che «girare il conto inevaso di 6.117 euro al contribuente tedesco, cioè europeo, cioè occidentale, che pagherà in silenzio e dovrà pure sentirsi un po’ in colpa». Per quale motivo dovrebbe saldare il conto il contribuente tedesco, cioè europeo, cioè occidentale? Schröder, per quanto ne sappiamo, oggi è un privato cittadino. Infatti nell’aprile scorso ha perso la causa che aveva intentato contro la Repubblica federale per mantenere a spese del governo l’ufficio da ex cancelliere, con relativo personale, toltogli nel 2022. Il tribunale amministrativo di Berlino ha respinto il ricorso, affermando che quel privilegio non può sussistere, né in base al diritto consuetudinario né in base al principio generale di uguaglianza, in quanto l’istituzione dell’ufficio è finalizzata allo svolgimento di funzioni pubbliche che Schröder ha smesso di svolgere.
[17 ottobre 2023]

Cercansi giornalisti ferrati in italiano
Titolo dal sito della Repubblica: «Europei 2032, stadi cercasi». Cercansi anche giornalisti che scrivano in italiano.
[11 ottobre 2023]

Il Fatto Quotidiano sempre a corto di accenti
Nella sua cronica disattenzione per gli accenti, Il Fatto Quotidiano titola a tutta pagina: «Lega, il depliant coi trionfi cancella Meloni e migranti». Si scrive dépliant, con l’accento acuto sulla e.
[20 ottobre 2023]

I parenti del Papa buono toppano sul tedesco
Elisa Roncalli e Marco Roncalli su Avvenire si occupano di Pavel Florenskij ed esibiscono una prosa ricercata, ammantata di sussiego. Per esempio, evocando i «brevi testi ispirati» del teologo russo li definiscono «scritti sbalzati da una Weltanschaung cristiana-ortodossa». Sbalzati da un cavallo, sia pure metaforico? Rimossi? Restiamo con il dubbio, ma nel frattempo ricordiamo alla coppia fissa, formata da padre e figlia imparentati con papa Giovanni XXIII, che «visione del mondo» in tedesco si scrive Weltanschauung: con due u, non con una.
[18 ottobre 2023]

Il solista Mascheroni fallisce nell’acuto
Cita la «disinvoltura tipica degli idèologues», sulla prima pagina del Giornale, il quasi sempre esilarante Luigi Mascheroni, nella rubrica Giù la maschera. Ma idéologues vuole l’accento acuto.
[18 ottobre 2023]

Da Ashkelon gli «imprechi» di Cremonesi
«E poi le invocazioni tra mamme e bambini, la folla che ondeggia, le urla, gli imprechi al cielo contro gli “Yahud” che sparano e uccidono dall’aria», si legge sul Corriere della Sera in un servizio di Lorenzo Cremonesi, inviato ad Ashkelon. Sostantivo interessante, quell’imprechi. Fa supporre che sia il plurale di impreco, ma un simile lemma non è rintracciabile né nel vocabolario Treccani né nello Zingarelli 2024. Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia registra solo imprechìo, «insieme confuso di imprecazioni», con citazione da Italo Calvino: «Sotto le tende e le frasche delle capanne ci fu uno sbuffìo, uno scattarrìo, un imprechìo». Ma, in tal caso, il plurale che Cremonesi avrebbe dovuto usare era imprechii, a nostro parere.
[18 ottobre 2023]

L’Ansa confonde il verdetto con la sentenza
Dall’Ansa, sotto il titolo «Cassazione, via libera alla domanda congiunta per il divorzio veloce»: «In particolare, la Suprema Corte con il verdetto 28727 depositato ieri – ha affermato il principio per cui “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio”». Tralasciando il trattino vagante, la punteggiatura e le abbreviazioni da legulei, facciamo notare che è la giuria a esprimere un verdetto. La Cassazione pronuncia una sentenza.
[18 ottobre 2023]

Baccolini sbaglia le battute di Fantozzi
In un’intera paginata della Repubblica, intitolata «Villaggio Fantozzi i seguaci del mito tra “frittatone” e Coppa Cobram», Luca Baccolini tenta di essere il più possibile didascalico, con l’unico risultato d’infilare un paio di errori che avrebbero depresso il vero Villaggio, nel senso di Paolo. Baccolini riporta a orecchio la frase «frittatona, mercoledì di Coppa e rutto libero», ma nel film Il secondo tragico Fantozzi la battuta è diversa: «Frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero!». E cita «Ivan Terribile 32°, un alano di proporzioni umane», però, sempre nello stesso film, Fantozzi dice solo che il gigantesco cane «ha un’espressione proprio umana».
[2 ottobre 2023]

Giordano promosso brigatista rosso
«Ex-brigatista Francesco Giordano nel corteo di Milano: regge striscione anti-Israele», titola il sito della Repubblica. Ma il giornale fondato da Eugenio Scalfari contraddice sé stesso: com’è scritto nel testo sottostante, «Giordano era un membro della Brigata XXVIII Marzo, ritenuta responsabile dell’assassinio del giornalista Walter Tobagi nel 1980» (e anche del ferimento di Guido Passalacqua, cronista della Repubblica). Nello stesso errore incorre il Tg1 delle 13.30, che definisce Giordano brigatista rosso. Incappano nello sfondone anche i siti del Corriere della Sera, del Giornale («Ex br» nel titolo, per subito smentirsi nel sommario: «Ha fatto parte della Brigata XXVIII marzo»), del Sole 24 Ore, del giornalista Nicola Porro e l’agenzia di stampa La Presse.
[15 ottobre 2023]

Che vergogna, torture senza tutela
Titolo a tutta pagina sulla Stampa: «Migranti, nel mirino la stretta sui minori / “Troppe ragazze torturate senza tutela”». Meglio torturarle con opportuna tutela?
[14 ottobre 2023]

Hoara Borselli fa straparlare Feltri
Su Libero, Hoara Borselli intervista Vittorio Feltri, che di quel giornale è stato fondatore e direttore, oggi direttore editoriale del Giornale. E gli mette in bocca la seguente frase riferita a Nino Nutrizio, fondatore e direttore della Notte: «Ancora prima di assumermi mi disse questa cosa: “Tu collabori da due anni con il Corriere di Bergamo e non ti hanno ancora assunto. Mi viene il sospetto che sei cretino”». Feltri non può avere pronunciato una simile scemenza, per il semplice motivo che il giornale al quale collaborava era L’Eco di Bergamo, non l’edizione locale (all’epoca inesistente) del Corriere della Sera. Né Nutrizio poteva concludere la frase nel modo riportato. Conoscendo l’italiano come pochi, disse: «Mi viene il sospetto che tu sia cretino».
[16 ottobre 2023]

Quando un morto si scontra con un camion
Titolo dalla Gazzetta di Reggio: «Scontro tra morto e camion / Ferito un uomo di 60 anni». Illeso il morto.
[13 ottobre 2023]

Perbacco, la Libia sostiene Israele
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Ore 19:50 – Il Parlamento libico: “Sostegno al popolo di Israele”». Perbacco, s’è capovolto il mondo! Ah, no: il testo spiega che «la Camera dei Rappresentanti libica (HOR) con sede a Bengasi “ha riaffermato il suo pieno sostegno al popolo palestinese nella sua lotta per liberare e ripristinare l’indipendenza della propria patria”».
[8 ottobre 2023]

Elena Basile, ambasciatrice (?) con il ricasco
Il Fatto Quotidiano denuncia la cancellazione da Wikipedia della pagina riguardante Elena Basile, opinionista al centro di vivaci polemiche per le sue posizioni su Hamas e sulle stragi compiute in Israele: «Già, perché le tante polemiche contro l’ex ambasciatrice e firma del Fatto, linciata su molti giornali solo per aver osato criticare l’operato del governo di Israele, hanno avuto un ricasco pure nella comunità dell’enciclopedia online». A parte che Basile non è «mai pervenuta al grado apicale della carriera, come un utilizzo improprio del titolo di ambasciatrice farebbe presumere», come si legge in una nota del Sindacato nazionale dipendenti ministero Affari esteri («si è infatti dimessa dalla carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario, e sebbene, dopo aver servito a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona, abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio, non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice», puntualizza il documento), segnaliamo al quotidiano diretto da Marco Travaglio che ricasco ha solo due significati: il primo, in disuso, è «ciò che ricasca, pende» e «panneggio, drappeggio: i ricaschi di una tenda»; il secondo, in romanesco, «stare a ricasco di qualcuno, vivere alle sue spalle» (Lo Zingarelli 2024). Ignoriamo se Basile viva sulle spalle di qualcuno, ma, nel dubbio, chi la fa scrivere avrebbe dovuto usare il sostantivo ricaduta, che ha il significato di «conseguenza indiretta, ripercussione».
[15 ottobre 2023]

Alla Stampa vanno a occhio (il sinistro)
Il sito della Stampa annuncia che Salman Rushdie sta scrivendo «un libro sull’agguato che gli è costato un occhio: “Knife” uscirà nell’aprile 2024». E lo presenta come autore di «Figli della Mezzanotte e Versetti Satanici». Benché quelli del Corano si chiamino versetti, il secondo romanzo s’intitola The Satanic Verses, nella traduzione italiana I Versi Satanici, non Versetti Satanici. E benché a corredo della notizia compaia una foto dello scrittore anglo-indiano accecato, si legge che «ha perso la vista dall’occhio sinistro». No, guardate meglio: è il destro. Si conferma che alla Stampa vanno a occhio.
[11 ottobre 2023]

Gli attivisti fatti salire sulle pattuglie: è la Rai
Dal sito della Rai: «Una ventina di animalisti ha manifestato a Bereguardo, nel pavese, chiedendo che non venisse effettuata la tradizionale corsa degli asini in programma per la sagra di San Zeno». Tralasciando che si doveva scrivere «nel Pavese» (i nomi derivati da un luogo geografico richiedono la maiuscola, e specialmente questo, per distinguerlo dal pavese, grande scudo rettangolare usato dalle milizie medievali, e dal gran pavese, gran gala di bandiere innalzato dalle navi), la notizia si conclude così: «Per evitare che la situazione degenerasse, le forze dell’ordine hanno fatto salire gli attivisti sulle pattuglie. La corsa degli asini a quel punto ha potuto svolgersi regolarmente, seppure in ritardo rispetto al programma». Diremmo che la competenza della Rai in materia di asini è ancora una volta accertata.
[2 ottobre 2023]

Melloni, l’esperto che sbaglia i nomi dei santi
Di Giannino Piana, morto a 84 anni, «protagonista della teologia morale italiana», Alberto Melloni, docente universitario di storia del cristianesimo e delle Chiese, annota sul Corriere della Sera che era «presidente dell’associazione dei teologi morali con Damiano Mongillo, Carlo Molari, Enrico Chiavacci». In realtà il primo si chiamava Dalmazio, nome di origine latina che indica la provenienza dalla Dalmazia.
[13 ottobre 2023]

Foschini sente il rumore del verde
Giuliano Foschini, inviato della Repubblica, da Rimini: «Del mare qui non si sente nemmeno l’odore, piuttosto invece si ascolta il rumore della strada provinciale e il verde di un boschetto che lo costeggia». Deve aver visto troppe volte Non guardarmi: non ti sento con Gene Wilder.
[10 ottobre 2023]

Foschini «per lo più» giornalista
Sempre Giuliano Foschini l’indomani sulla Repubblica si domanda: «Chi ha mandato il video della manifestazione del porto di Catania il 25 maggio del 2018, alla quale ha partecipato la giudice Iolanda Apostolico, al ministro Matteo Salvini?». La faccenda è «cruciale» per Foschini perché documenterebbe «un dossieraggio nei confronti di una cittadina, per lo più magistrata». Ci pare piuttosto cruciale anche l’inciampo grammaticale di Foschini, per lo più giornalista.
[11 ottobre 2023]

«La» Zio Sam di Mario Sechi
Dall’editoriale di Mario Sechi, direttore di Libero: «Un mondo senza la Zio Sam sarà migliore! strillano i professionisti dell’anti-americanismo di ieri e oggi». Il gender dilaga.
[9 ottobre 2023]

Anche Sergio Romano cede al gender
Dalla rubrica L’ago della bilancia di Sergio Romano sul Corriere della Sera: «La prospettiva non piace a Mosca che cercherà di evitarlo, se potrà, inserendolo in un futuro accordo di pace». Il gender tracima.
[8 ottobre 2023]

Negli Usa tassa universitaria da 70-80 milioni l’anno
Sul sito della Repubblica, ripreso pari pari da quello della Stampa (stesso editore), Massimo Basile si occupa di Brianna Coppage, insegnante statunitense che ha lasciato la scuola per dedicarsi ai video hard su Only Fans: dice che solo così potrà pagare i debiti con l’università. «Per studiare nelle università maggiori servono anche 70-80 milioni di dollari l’anno», specifica Basile. Siamo in ansia per l’ex docente: sarà costretta a darsi molto da fare.
[6 ottobre 2023]

I feriti sono «quasi» diverse centinaia
Gianluca Mercuri sul sito del Corriere della Sera: «Tra i palestinesi di Gaza, i morti sono almeno 950 e i feriti quasi diverse centinaia». Quindi quasi migliaia?
[11 ottobre 2023]

Il giorno della Rai dura 48 ore
Rai Storia manda in onda il 9 ottobre la puntata di Il giorno e la storia dell’8 ottobre. Suggeriamo di modificare il titolo del programma: Il giorno infinito e la storia.
[9 ottobre 2023]

Andrea’s version sbagliata su Patrick Zaki
«Fidarsi sempre fino a un certo punto, con questi benedetti arabo-musulmani. Patrick Zaki, per fare un esempio». Comincia così, sul Foglio, la rubrica Andrea’s version di Andrea Marcenaro. Esempio e versione sbagliati. Zaki non è musulmano, bensì cristiano ortodosso copto, tant’è che a settembre si è sposato con Reny Iskander nella cattedrale di San Marco al Cairo, sede della Chiesa ortodossa copta, che è in buoni rapporti con la Chiesa di Roma.
[12 ottobre 2023]

Cappellini promuove Fassina ministro
Stefano Cappellini sulla Repubblica: «Nel retropalco spuntano un altro ex ministro, Stefano Fassina, da tempo impegnato a promuovere una specie di socialismo sovranista, e l’ex leader del sindacato Sergio Cofferati». Fassina ministro? E quando? Noi ce lo ricordiamo soltanto come vice di Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia e delle Finanze, nel governo presieduto da Enrico Letta che rimase in carica dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014.
[8 ottobre 2023]

Scappare con 100 euro a testa
«Migliaia di profughi in fuga dal Nagorno / Bruxelles se la cava mandando due soldi», titola La Verità. Il sommario precisa: «L’Ue liquida il problema dei 13.500 che “scelgono” di scappare con 100 euro a testa». Chi fugge ha in tasca 100 euro? No? Allora bisognava scrivere: «L’Ue liquida con 100 euro a testa il problema dei 13.500 che “scelgono” di scappare».
[28 settembre 2023]

La Benz non si fuse con la Mercedes
«Quindici anni dopo l’invenzione della prima automobile, la fabbrica dell’Ingegner Benz (prima di fondersi con la Mercedes) vendeva circa 4mila automobili», scrivono Francesco Grillo e Paola Bonomo nella pagina dei commenti sul Sole 24 Ore. Per la verità, la fusione avvenne tra la Benz e la Daimler, cioè tra Carl Benz, produttore nel 1886 della vettura Patent-Motorwagen, e Gottlieb Daimler, che aveva battezzato una delle sue auto con il nome Mercedes. È contestabile anche la dizione «prima automobile». Fu infatti l’ingegnere veronese Enrico Bernardi il primo al mondo a sperimentare, il 5 agosto 1882, un motore a scoppio funzionante a benzina, applicato a una vetturetta a tre ruote da lui battezzata Pia, in onore della figlia, e fatta circolare sulle strade di Quinzano, frazione di Verona. Il brevetto di Carl Benz arrivò il 25 ottobre 1882 e quello di Gottlieb Daimler il 16 dicembre 1883.
[29 settembre 2023]

A nord di Lisbona, molto a nord
Occupandosi dei pensionati italiani che sono andati a vivere in Portogallo per usufruire dei vantaggi fiscali, Sara Gandolfi sul Corriere della Sera cita Francesca Imperiali, la quale «sette anni fa si è trasferita nel distretto di Viana do Castelo, che definisce “una Piccola Svizzera”, a nord di Lisbona». Talmente a nord che si trova a 385 chilometri dalla capitale portoghese e a soli 25 chilometri dalla Spagna.
[4 ottobre 2023]

I misteri del bus: 36 chilometri orari o 6?
Post del Mattino di Padova su X, ex Twitter: «Il bus di Mestre poco prima dell’impatto andava a 6 km orari». Testo: «Lo riferisce Massimo Fiorese, ad della società “La Linea”, proprietaria del mezzo. La velocità sarebbe stata di 36 chilometri orari quando il bus ha cominciato a a sbandare». «Non risultano segni di frenata», ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. Quindi il bus viaggiava a 6 chilometri orari o a 36? E come avrà fatto a decelerare da 36 chilometri orari a 6 senza frenare?
[5 ottobre 2023]

Daniela Ranieri fa di ogni erba una Fascina
Sul Fatto Quotidiano, Daniela Ranieri malmena Marta Fascina, «la pseudo-vedova Berlusconi»: «I giornali danno conto dello stato emotivo di Fascina con una certa apprensione, stante anche l’assenza della stessa alla commemorazione del defunto a Pompei detta B-day, una parata kitsch di adoratori del frodatore fiscale». Comprendiamo la fascinazione di Ranieri per le rovine, ma la convention in questione si è svolta a Paestum, che dista da Pompei una settantina di chilometri. Più avanti, Ranieri osserva: «Nostra Signora del Merito si guarda bene dal devolvere lo stipendio da parlamentare in beneficienza». A proposito di merito, si scrive beneficenza, senza la i. In ogni caso, non ci risulta che esista una categoria di «parlamentari in beneficenza» contrapposta a una di «parlamentari in mendicità». Quindi la frase corretta doveva essere: «Si guarda bene dal devolvere in beneficenza lo stipendio da parlamentare». L’articolo si chiude con il seguente periodo, piuttosto esoterico fin dall’ingiustificato verbo al congiuntivo: «Servissero altre prove che la terza Camera non è Porta a Porta, ma Arcore con tutte le sue dépendance, le sue questioni notarili e il capo Marina, capace di indirizzare l’azione del governo dando o togliendo l’amicizia a Giorgia Meloni». L’autrice è stata candidata al premio Strega nel 2022. Ad maiora.
[4 ottobre 2023]

Batterie difficili da spegnere se bruciano, sennò no
Camilla Conti sulla prima pagina della Verità, a proposito della sciagura del pullman precipitato da un cavalcavia a Mestre: «Ma l’incidente ci fa capire che le vetture elettriche hanno batterie problematiche, che possono incendiarsi e sono più difficili da spegnere se bruciano». Spegnerle se non bruciano ci parrebbe inutile.
[6 ottobre 2023]

Una motocicletta per 12
Didascalia dal Corriere della Sera: «Un gruppo di palestinesi in fuga su una motocicletta dopo gli attacchi israeliani». Essendo la motocicletta un veicolo «che può trasportare una o due persone» (Lo Zingarelli 2024), tenderemmo ad escludere che il nome prescelto per il mezzo sia appropriato: era meglio motocarro o motocarrozzella, visto che nella foto abbiamo contato 11 fuggiaschi, 12 con il guidatore.
[9 ottobre 2023]

Cori sessisti dei «manigestanti»
Titolo dal sito della Repubblica: «Meloni posta video dei cori sessisti dei manigestanti». Dopo l’utero, si affittano anche le mani.
[8 ottobre 2023]

L’acqua è potabile ma anche contaminata
Titolo dal sito del Giornale: «“Acqua potabile contaminata”. Ecco i comuni a rischio». O è potabile o è contaminata (e allora non è potabile).
[6 ottobre 2023]

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