Aldo Grasso: «Che terrore le pulci
di Stefano Lorenzetto!» (Corriere della Sera)
«Io, tutti quelli che amo, li rimprovero
e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti»
Apocalisse (3, 19)
C’è mese e Mese
Nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili parla dell’«ultimo fine settimana di Ottobre» e di «un acquazzone di fine Marzo». Probabilmente crede che siano divinità greche. (Come già insegnava Aldo Gabrielli nel suo Dizionario linguistico moderno, edito nel 1956, i nomi dei mesi vanno «scritti sempre con lettera minuscola considerandoli nomi comuni e non propri». Fanno eccezione i soli nomi dei mesi in eventi particolari, quali il Maggio fiorentino o il Giugno pisano).
[14 febbraio 2022]
Articoli di fondo poco articolati
In un editoriale di prima pagina, il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, scrive: «Questa è la prima di una serie di domande che oggi poniamo sullo scandalo che sta emergendo riguardo la trasmissione Report e il suo conduttore Sigfrido Ranucci». La forma corretta della locuzione prepositiva è riguardo a, la quale, quando si fonde con gli articoli determinativi, diventa riguardo al, allo, ai, agli, alla, alle, e dunque, nel caso specifico «riguardo alla trasmissione». Più avanti, Sallusti s’interroga su Ranucci che «prova a comperare con triangolazioni illecite dossier su la vita privata di un politico». Con tanti saluti alla preposizione articolata sulla.
[13 febbraio 2022]
Ma ci faccia la chiarezza!
Sulla medesima vicenda, Sigfrido Ranucci viene intervistato da Antonella Baccaro del Corriere della Sera. Domanda: «La Lega ha chiesto che la vicenda venga portata a conoscenza dei presidenti delle Camere perché facciano chiarezza». Risposta: «Allora si facesse chiarezza anche sull’uso dei dossier anonimi da parte dei politici contro i giornalisti». A Ranù, ma perché parli come magni?
[10 febbraio 2022]
Accordo separato planetario
Da un’intervista del Manifesto con Francesco Sinopoli, segretario Fic Cgil, scopriamo che «dopo lo sciopero generale del 10 dicembre è accaduto un fatto senza precedenti nella storia sindacale della scuola: è stato firmato un accordo separato sulla mobilità di 1200 milioni di lavoratori con un sindacato (la Cisl, ndr) che rappresenta una minoranza mentre la maggioranza non è stata messa in grado di trattare». A noi sembra più che altro un fatto senza precedenti nella storia dell’umanità, considerato che l’accordo riguarda quasi un settimo della popolazione mondiale.
[11 febbraio 2022]
Nuzzi ci fa piangere senza lacrime
Gianluigi Nuzzi intervista, su Specchio della Stampa, l’ingegner Elvo Zornitta, accusato di essere l’Unabomber che tra il 1994 e il 2006 «terrorizzò il triveneto e l’Italia intera facendo brillare ordigni mimetizzati ovunque». Tralasciando che lo Zingarelli prescrive che Triveneto sia scritto «con iniziale maiuscola», come del resto tutti i nomi geografici, ecco la conclusione di Nuzzi: «Zornitta scoppia a piangere ma trattiene le lacrime, compie una fatica enorme per non farmi sentire il suo dolore, proteggere la sua dignità e tornare a una qualche forma di vita». Possiamo paragonarla alla tredicesima fatica di Ercole, considerato che piangere significa, per il succitato dizionario, «versare lacrime».
[13 febbraio 2022]
Guida spericolata
Simonluca Pini sul Sole 24 Ore: «Tra i primi ad aver creduto nell’importanza del software, da anni al lavoro su C.A.S.E (acronimo di Connected, Autonomous, Shared & Services, Electric) come sottolineato dagli investimenti miliardari». Se vuole dirci qual è il soggetto del periodo, magari ne capiamo di più. E subito dopo: «Per la trasformazione in un futuro guidato dal software e a zero emissioni, il marchio sdi (sic) Stoccarda ha firmato un piano di investimenti di oltre 60 miliardi di euro». A Stoccarda hanno sede sia Mercedes che Porsche. A quale casa automobilistica si riferirà Pini, tenuto conto che il periodo precedente cominciava così: «Passando a Renault»?
[8 febbraio 2022]
Berlusconi dà il «La»
Il Corriere della Sera pubblica un’intervista con Silvio Berlusconi, firmata da Paola Di Caro. «Presidente: si è detto che il suo ultimo ricovero sia stato per lei una prova “durissima”: adesso come sta?». Risponde l’ex premier: «Ora sto bene, La ringrazio». Solo Berlusconi sarebbe in grado di usare i pronomi femminili con la maiuscola mentre parla. Ma, date le circostanze, siamo più propensi a ritenere che siano state pubblicate intonse le risposte date dal Cavaliere per iscritto.
[4 febbraio 2022]
Attualmente al 31 gennaio
Dalla Gazzetta di Mantova: «Al 31 gennaio i mantovani attualmente positivi al Covid sono risultati 26.707, un numero mai registrato prima nei due anni di pandemia». Dato che la notizia è stata pubblicata il 7 febbraio, va’ a capire il significato di attualmente nel lessico mantovano.
[7 febbraio 2022]
Generi e cognati
Dal sito della Repubblica: «Iñaki Urdangarin fotografato mano nella mano con una collega d’ufficio dello studio legale di Vitoria, dove il genero di re Felipe VI sconta in regime di semilibertà la condanna a 5 anni per corruzione». Urdangarin, marito dell’infanta Cristina di Borbone, è nato nel 1968, lo stesso anno in cui venne alla luce Filippo VI di Spagna, per cui, se non altro per ragioni anagrafiche, tenderemmo a escludere che possa esserne il genero. Cognato andrebbe bene? Dopotutto, è il marito della sorella.
[21 gennaio 2022]
E per fortuna che è stato sindaco di Firenze
L’ufficio stampa di Matteo Renzi replica sul Corriere della Sera allo scoop dello stesso giornale, relativo a 1,1 milioni di euro incassati dall’ex premier per «prestazioni fornite in qualità di consulente all’Arabia Saudita»: «Illegale è la pubblicazione di questo materiale – dice la nota – che esce da uffici pubblici e arriva di volta in volta in redazioni diverse con l’unico obiettivo di attaccare il senatore Renzi. La violazione del segreto istruttorio, del segreto bancario, della privacy sono illegali». La violazione sono. Si tenga da conto lo staff, presidente: ci pare di prim’ordine.
[7 febbraio 2022]
Darla via in modo ponderato
«Melinda French Gates non ha più intenzione di finanziare la Fondazione del marito Bill dopo il divorzio», scrive Open, giornale online fondato da Enrico Mentana. E aggiunge: «Melinda ritiene che ci sia “troppa ricchezza concentrata nelle mani di una sola persona” e crede che l’unica cosa responsabile da fare sia “darla via nel modo più ponderato possibile”». È quello che pensano anche le signore abituate a frequentare la via Cristoforo Colombo e la via Salaria a Roma.
[3 febbraio 2022]
Tempo irreale/1
Nella sua rubrica Tuttifrutti sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella affronta la questione dei tempi «biblici» per il completamento del Mose di Venezia. Nel ricostruire la cronologia delle dighe mobili, rileva: «Ben 53 anni dopo la disastrosa alluvione del 1969, è arrivato infatti l’ennesimo rinvio». Ma l’alluvione che sommerse Venezia non fu il 4 novembre 1966? Ergo, gli anni trascorsi sono 55.
[2 febbraio 2022]
Tempo irreale/2
Passata una settimana, Gian Antonio Stella concede il bis nella medesima rubrica, commemorando Alfredo Vinciguerra, compianto direttore della rivista Tuttoscuola, del quale riporta alcuni profetici giudizi. Ecco la conclusione: «A proposito: questo articolo, ripreso nell’ultimo numero della rivista, diretta dal figlio Giovanni, per ricordare a trent’anni dalla morte quel grande giornalista che se ne andò troppo giovane dopo aver dedicato la vita intera alla scuola, agli insegnanti, agli alunni, è del 6 ottobre 1976. Quarantotto anni fa. Pare scritto ieri mattina». In realtà gli anni sono 45, non 48. Ne saranno trascorsi 46 il 6 ottobre 2022. Si direbbe che il tempo sia una categoria estranea a Stella, della qual cosa ci rallegriamo vivamente.
[9 febbraio 2022]
Morire a Udinese
Dal sito della Gazzetta del Sud: «Si è spento a Udinese all’età di 80 l’ex presidente del Venezia e del Palermo, Maurizio Zamparini». Quando la geografia si arrende al tifo.
[1° febbraio 2022]
Un neonato di 80 anni
Titolo dalla pagina Facebook del Fatto Quotidiano: «Intervento record al cuore su neonato di 80 anni al Policlinico San Donato». La notizia puntualizza: «Il cuore di Andrei in alcuni momenti superava i 250 battiti al minuto». Ecco perché appena nato ha già compiuto 80 anni. (Facciamo comunque notare che nei neonati fino a un mese di vita la frequenza cardiaca da 70 a 190 battiti per minuto è considerata normale).
[8 febbraio 2022]
Onorevole compostaggio
Il Corriere della Sera riferisce che Nino Di Matteo, magistrato antimafia e togato indipendente del Consiglio superiore della magistratura, all’ottavo scrutinio per il Quirinale «era stato candidato da Alternativa, gruppo compostato da parlamentari ex M5S». È finalmente cominciato il trattamento ecologico dei rifiuti di Montecitorio?
[30 gennaio 2022]
Dettagli poco Fini
In un commento, peraltro pregevole, dedicato alla drammatica questione della denatalità in Italia, Massimo Fini osserva sul Fatto Quotidiano: «Ma basta risalire solo a due o tre generazioni fa e vediamo che le coppie, anche quelle in male arnese, facevano cinque, sei a volte dieci figli». Verissimo. Tuttavia per la lingua italiana la locuzione corretta è male in arnese, benché Fra Melitone nel quarto atto della Forza del destino di Giuseppe Verdi canti: «Qual boria! è un male arnese», che però nulla ha a che vedere con l’espressione essere male in arnese, cioè «essere in cattive condizioni, in stato non buono» (Lo Zingarelli 2022). Poco più avanti, Fini ricorda che «in un reportage fatto per Pagina (“La Puglia dei miracoli”) che è del 1982 – non siamo quindi nel Plestocene – si considerava una fortuna aver avuto molti figli». Altrettanto verissimo. Però il primo periodo dell’era quaternaria, quello delle glaciazioni, si chiama Pleistocene, con la «i», o Plistocene, non Plestocene.
[5 febbraio 2022]
La Procura Saporito
Sommario da un titolo della Verità: «Secondo la Procura Saporito investiva per le cosche». La famosa magistratura Slow food. (Con una virgola dopo «Procura», l’ordine giudiziario era salvo).
[30 gennaio 2022]
Del Covid ne abbiamo abbastanza
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Paura in casa Johnson: la figlia del premier è stata “abbastanza male” dal Covid. Ora sta guarendo». Abbastanza significa «quanto basta». Quanto virus basterà per stare male? E non ci soffermiamo sul dal, perché non troviamo le parole per farlo.
[20 gennaio 2022]
Plotone d’esecuzione
Dalla Gazzetta di Mantova: «C’è un plotone di 1.300 lavoratori mantovani, per lo più donne». Il plotone comprende da 20 a 30 militari di truppa (Treccani) o da 25 a 50 (Enciclopedia Britannica). Questo semmai è un battaglione (da 500 a 1.000 uomini), quasi un reggimento (da 1.500 a 3.000).
[29 gennaio 2022]
D’altro lato
Francesco Battistini, inviato del Corriere della Sera a Kiev, intervista l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, che si lamenta: «Siamo circondati su tre lati. Le truppe russe, in questi mesi le abbiamo monitorate da vicino». Circondare significa «cingere da ogni parte, chiudere tutt’intorno». Se Poroshenko è circondato, come fa ad avere un lato libero? Se conta i lati dell’assedio, significa che non è circondato.
[1° febbraio 2022]
Terapie
Titolo dalla Repubblica: «Ferrara ha un infarto. “Sta meglio”». Ah, ecco perché se l’è fatto venire.
[29 gennaio 2022]
Sforza, anzi Scalfari
Occupandosi di Maria Elisabetta Alberti Casellati, impallinata dai franchi tiratori nella corsa al Quirinale, Filippo Ceccarelli la accomuna sulla Repubblica a tre personaggi del passato: «Il Conte Sforza, per dire, “che portava la sua testa come il Santissimo in processione”, il superbo e ricco Merzagora, il grintoso e autoritario Fanfani». Stupisce che Ceccarelli sia dovuto risalire così a ritroso nel tempo, visto che il primo degli esempi citati lo aveva in casa. È infatti Eugenio Scalfari, fondatore della Repubblica, a portare in giro la sua testa come se fosse il Santissimo in processione. A dirlo era il suo vecchio amico e socio Carlo Caracciolo, l’editore che con lui diede vita nel 1976 al quotidiano sul quale si esercita Ceccarelli. Lo testimonia il compianto collega Giampaolo Pansa, che riporta quella frase, attribuendola a Caracciolo, in almeno quattro dei suoi saggi: Il Revisionista (2011), La Repubblica di Barbapapà (2013), Tipi sinistri (2013), La destra siamo noi (2016). E lo stesso fa Paolo Guzzanti, altra grande firma della vecchia guardia «repubblicana», in Guzzanti vs Berlusconi (2009). Forse Caracciolo usava per Scalfari un’espressione riferita in passato al conte Carlo Sforza, ministro degli Esteri dal 1920 al 1921 nel governo di Giovanni Giolitti e poi dal 1947 al 1951? È possibile. Ma scarsamente documentato. A rievocare la circostanza è Indro Montanelli in un elzeviro apparso sulla terza pagina del Corriere della Sera il 12 maggio 1949, nel quale il grande giornalista dà conto di un suo incontro con Francesco Saverio Nitti, «uno degli uomini più odiati d’Italia». Del senatore, già presidente del Consiglio dal 1919 al 1920, Montanelli virgoletta questo giudizio: «Una brava persona... ben preparata... che ha letto molto, ha viaggiato... un uomo di mondo... porta in giro la sua testa come un prete porterebbe in processione il Santissimo...». Però non fa il nome del titolare di tanta capoccia. Era il conte Sforza? Di sicuro Ceccarelli, da formidabile topo d’archivio qual è, saprà fornirci la prova.
[29 gennaio 2022]
Il prefetto 2 Novembre
Giulia Cazzaniga intervista sulla Verità l’ex magistrato Augusto Sinagra. Domanda: «Il Covid come la mafia?». Risposta: «La mafia non è invincibile, nessuna associazione a delinquere non può essere sgominata. Il Fascismo – e la prego di scriverlo con la maiuscola – ci riuscì con il prefetto Morti. Con metodi forti e pesanti, certo, ma riuscì». Il cambio di cognome appare eccessivo: nonostante le maniere ruvide, il «prefetto di ferro» Cesare Mori non ammazzava i mafiosi: si limitava a farli arrestare.
[7 febbraio 2022]
Calabria, España
Titolo dal sito della Repubblica: «La scossa di terremoto al largo di Vibo Valencia». Testo della notizia: «Il terremoto, spiegano dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), è avvenuto in mare al largo golfo (sic) di Vibo Valencia a una distanza di circa una decina di chilometri da vari centri come la stessa Vibo Valencia». Hola, ecco dimostrata tre volte la valentia del redattore.
[20 gennaio 2022]
Supplementi poco culturali
Su Robinson, nel sommario di un articolo dedicato a Vita del signor de Molière di Bulgakov, si legge: «Nel 1933 Michail Bulgakov scrive la biografia del romanziere francese». Nel supplemento culturale della Repubblica devono avere le idee un po’ confuse: Jean-Baptiste Poquelin detto Molière era un commediografo, non un romanziere.
[15 gennaio 2022]
Non va per il Sottile
Francesca D’Angelo su Libero intervista Salvo Sottile, che conduce I fatti vostri su Rai 2. Questa l’ultima domanda: «Cosa ricorda del Sottile che esordiva, 30 anni fa, al Tg5?». Risposta: «Che correva come un pazzo su e giù per la Sicilia! Facevo così tanti pezzi che alla fine a Mediaset convenì assumermi anziché pagarmi a cottimo». Titolo dell’intervista: «“Il direttore di Rai3? Scorretto”». Allora sono scorretti in due: il passato remoto del verbo convenire alla terza personale singolare è convenne, non convenì.
[22 gennaio 2022]
Interrogatori fuori dal tempo
In un articolo del Corriere della Sera riguardante il processo vaticano che coinvolge il cardinale Angelo Becciu, a firma di Fabrizio Massaro e Mario Gerevini, si legge: «Ma ciò che più conta è che lo stesso Perlasca, nell’interrogatorio del 31 novembre 2020 a un certo punto afferma: “...Comunque tutto questo è nella registrazione, su dello Scarpone”». Trentun giorni ha novembre, con april, giugno e settembre. Deve essersi trattato di un interrogatorio fuori calendario.
[29 gennaio 2022]
Anacoluto partenopeo
Incipit della rubrica quotidiana di Concita De Gregorio sulla Repubblica: «In Il mare non bagna Napoli, che se non avete ancora letto lasciate ora queste righe e vi prego andate a farlo, uno dei racconti di Anna Maria Ortese – la più grande dei grandi – s’intitola La città involontaria». Più che un anacoluto, ci pare un anaconda. Ti stritola.
[29 gennaio 2022]
E vabbè, è morto
Surreale Prima pagina, rassegna stampa di Radio 3, nella conduzione di Daniela Preziosi, la giornalista di Domani che di recente era riuscita a mettere in bocca all’incolpevole Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera, questa frase: «Ho dubbi ma dubito che il centrodestra sarà compatto». In trasmissione Preziosi parla di due gravi incidenti sul lavoro: un operaio stritolato ad Arezzo da una tramoggia (che lei chiama «camoggia, una sorta di imbuto dove vengono smaltiti gli scarti di produzione») e – risatina – «un boscaiolo trovato travolto da un tronco a Bolzano». Conclusione: «E vabbè, insomma, volevo dirlo». Allegria.
[27 gennaio 2022]
Terreno sminato
Apprendiamo da Tommaso Labate (Corriere della Sera) che «il senatore Quagliariello – insieme ad esponenti del mondo centrista come Maurizio Lupi e Giovanni Toti – ha lavorato per sminare il terreno dal possibile blitz del centrodestra sulla candidatura Casellati». Come si farà a sminare un terreno da un blitz? Per definizione, il blitz è caratterizzato dall’imprevedibilità dell’attacco e dalla rapidità dell’esecuzione. In senso giornalistico, un’azione di forza molto rapida, un colpo di mano. Toti si chiama Giovanni, non Enrico. Gli manca la stampella per avventurarsi in un’impresa del genere.
[27 gennaio 2022]
Domani è uguale a ieri
Sommario da un inserto speciale di Domani per l’elezione del capo dello Stato: «Ma il passato insegna che è solo un’escamotage». Ma il passato insegna anche che lo stesso identico sommario con lo stesso identico strafalcione (escamatoge è sostantivo maschile, quindi non richiede l’apostrofo) era comparso anche il 29 dicembre. Devono essere abbonati a Domani.
[23 gennaio 2022]
Giocondità
L’inchiesta di apertura dell’Espresso sull’elezione del nuovo capo dello Stato reca questo titolo: «Di luce e ombra la strategia del candidato». Sommario nella pagina successiva: «Mario Draghi è stato costretto a intervenire. Come se la Gioconda facesse l’occhiolino». Tutto chiaro.
[23 gennaio 2022]
Fico trasloca dalla Camera al Senato
«Quirinale, Fico contro il “voto segnato”: leggerà solo il cognome della persona votata», annuncia La Repubblica via Twitter. «ll presidente del Senato, dopo una verifica dei precedenti, ha scelto un’interpretazione restrittiva». Non bastava rimpiazzare il presidente della Repubblica: è cambiato anche quello della Camera.
[24 gennaio 2022]
Benedetta autrice
La scrittrice e critica letteraria Benedetta Craveri, nipote del filosofo Benedetto Croce, in un titolo del Corriere della Sera diventa Elisabetta. Ma per fortuna vince il premio Bagutta 2022 con La contessa (Adelphi), biografia di Virginia Verasis di Castiglione, e così l’indomani nel titolo torna a essere Benedetta. Il tutto nelle pagine della cultura. Ci pare la vera notizia.
[26 gennaio 2022]
Non spunta il sol dell’Avvenire
Titolo di apertura in prima pagina: «Non si fa l’alba». Letto su Avvenire, è da toccarsi.
[27 gennaio 2022]
Uyuni, non Unuy
Incipit di un articolo di Stefano Cingolani sul Foglio: «Se una notte chiara e senza vento un viaggiatore, lungo la rotta che attraversa le Ande, gettasse lo sguardo dal finestrino dell’aereo mentre sorvola il territorio boliviano del Potosì uno dei più poveri al mondo, sarebbe colpito dal latteo baluginìo dell’immensa distesa di sale chiamata Salar de Unuy a 3.600 metri di altitudine, e avrebbe l’impressione di aver raggiunto la luna». Due capoversi dopo riscrive «Salar de Unuy». Ma il vasto lago salato prosciugato della regione andina si chiama Salar de Uyuni. (E si scrive «Potosí», con l’accento acuto).
[15 gennaio 2022]
Cucina tirolese
Sul Corriere del Trentino e sul Corriere dell’Alto Adige, Francesca Negri dispensa consigli di cucina, citando specialità rintracciabili «nelle antiche stupen», per esempio «le salsicce bianche bavaresi con senape dolce e il tradizionale brezen». Si presume che le prime siano le Stuben e il secondo il Brezel, entrambi con l’iniziale maiuscola, come prescrive la lingua tedesca per i sostantivi. Visto che lavora per due testate del Trentino Alto Adige, la conclusione è che Francesca Negri non parla (e non scrive) come mangia.
[15 gennaio 2022]
Grillo e Moby hanno un blog?
Sopra il titolo di apertura in prima pagina «Grillo indagato, choc nel M5S», il Corriere della Sera pone questo occhiello: «Inchiesta a Milano. L’accusa: contratti pubblicitari per il blog con la Moby in cambio di aiuti politici». Beppe Grillo ha per caso messo in piedi un blog con la Moby dell’armatore Vincenzo Onorato? No? Allora bisogna scrivere: «Per il blog contratti pubblicitari con la Moby in cambio di aiuti politici».
[19 gennaio 2022]
Qualcuno ha mangiato pesante
Sommario dalla Stampa (a parlare è Alessandro Benetton): «Mi rendo conto bene di quanto pesi ora il mio cognome in questo periodo a tanti non piace». Si sentiva male lui o il titolista?
[15 gennaio 2022]
È morto ma recita
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «“Doc”, Gianmarco Saurino è il primo medico a morire di Covid in una serie tv». Occhiello: «L’attore, 29, interpreta Lorenzo Lazzarini ed è morto all’inizio della seconda stagione». Ma se il protagonista è morto, come avrà fatto a girare la fiction?
[14 gennaio 2022]
Numeri alla mantovana
Titolo dalla Gazzetta di Mantova: «Green pass e mascherine. In un mese 36 violazioni». Nel testo della notizia si legge che 39 persone sono state sanzionate «perché si trovavano su mezzi di trasporto o all’interno di locali pubblici dove non potevano trovarsi». Altre 109 che non indossavano la mascherina «hanno dovuto pagare un verbale». Totale delle violazioni: 148. Se ne deduce che nella città dei Gonzaga i conti non tornano e i costi degli stampati sono saliti alle stelle.
[14 gennaio 2022]
Rien ne va plus, monsieur Mephisto
Il coltissimo Mephisto Waltz su Domenica, inserto culturale del Sole 24 Ore, si occupa dell’imprevisto, «quello che, al pari dell’uscita dello zero al tavolo della roulette, fa sbarellare i migliori indici di analisi finanziaria». Non abbiamo mai messo piede in un casinò, ma l’uscita dello zero non ci pare affatto un imprevisto. È piuttosto un evento che capita con regolarità. Secondo il calcolo delle probabilità, esso accade con una frequenza teorica del 2,70 per cento circa, ovvero 1 volta ogni 37, o, nelle roulette americane, 1 volta ogni 38. E si può puntare sullo zero che, per un en plein, paga 36 volte come tutti gli altri numeri. Più avanti Mephisto Waltz cita «una recente controversa scoperta astronomica: quella dell’asteroide “Oumuamua” (nulla a che vedere con l’Aumm Aumm napoletano)» e spiega che «secondo alcuni scienziati potrebbe essere un “oggetto di fattura aliena”, un “messaggero che arriva da lontano”, detto in lingua hawaiana». In realtà il Minor planet center dell’Unione astronomica internazionale ha chiamato il primo asteroide interstellare con il nome ?Oumuamua, senza virgolette inglesi ma preceduto da un apostrofo rovesciato (un segno grafico detto okina nella lingua polinesiana che si parla nelle isole Tonga). L’espressione è stata tradotta dalla Nasa come «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato», e non «messaggero che arriva da lontano», come scrive Mephisto Waltz. Del quale non si può dire che la scienza sia il campo di gioco dove si esprime meglio.
[24 gennaio 2022]
Rasoiate geografiche
Sempre su Domenica del Sole 24 Ore, bella recensione di Paolo Legrenzi a un libro su Guglielmo di Occam, quello del famoso rasoio, cui s’ispira il Guglielmo da Baskerville del Nome della rosa di Umberto Eco. Il docente di psicologia nelle prime tre righe colloca «Ockham a metà strada tra Londra e Oxford». Ma Ockham si trova 41 chilometri a sud ovest di Londra e Oxford 90 chilometri a nord ovest. Non ci siamo.
[23 gennaio 2022]
Il Barbera annebbia la vista
Nell’incipit del suo Buongiorno, sulla prima pagina della Stampa, Mattia Feltri censura «la multa comminata a un pensionato, durante il primo lockdown, per l’incauto acquisto di un paio di bottiglie di Barbera». È un peccato che anche il direttore dell’Huff Post si adegui all’andazzo generale, utilizzando in modo estensivo e improprio il verbo comminare, che nel linguaggio giuridico significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Il verbo corretto da usare quando viene inflitta una pena, una condanna o una multa è irrogare.
[22 gennaio 2022]
La pedofilia di Benedetto XVI?
In un editoriale sulle accuse provenienti dalla Germania contro il Papa emerito, per «aver coperto quattro sacerdoti pedofili quand’era arcivescovo a Monaco tra il 1977 e il 1982», Gianluigi Nuzzi scrive testualmente sulla Stampa: «Il mondo è sconvolto e indignato perché conosciamo le battaglie condotte contro la pedofilia di Benedetto XVI». Immaginando che Nuzzi non volesse dare del deviato sessuale all’anziano pontefice, avrebbe dovuto costruire il periodo in tutt’altro modo: «Il mondo è sconvolto e indignato perché conosciamo le battaglie condotte da Benedetto XVI contro la pedofilia».
[21 gennaio 2022]
Bruxelles o Amsterdam, per me pari sono
Nell’edizione digitale della Repubblica, Daniele Castellani Perelli, inviato a Bruxelles, informa che «il governo dei Paesi Bassi è riuscito ad acquistare Il Portabandiera da un privato, e così lo ha reso per sempre disponibile al pubblico olandese». In conclusione precisa che il dipinto «alla fine troverà posto nella Galleria d’Onore del Rijksmuseum di Amsterdam. Accanto alla Ronda di Notte». Siccome l’articolo è stato dettato dalla capitale del Belgio, il titolista pensa bene (anzi male) di sintetizzare come segue: «Bruxelles, il Rijksmuseum compra il Portabandiera di Rembrandt per 175 milioni di euro. Ma scoppia la polemica». Ma forse lo stesso titolista dovrebbe anche sapere che il Rijksmuseum si trova ad Amsterdam, capitale dei Paesi Bassi, non a Bruxelles.
[20 gennaio 2022]
Lorenzetto inaccettabile
Intervistando sul Corriere della Sera l’ex calciatore Damiano Tommasi, oggi candidato sindaco di Verona, Stefano Lorenzetto nello spazio di appena 13 righe usa per tre volte, fra domande e risposte, il verbo accettare, variamente declinato. Non si può accettare.
[23 gennaio 2022]
Ati, Ita, Uto
Il Foglio annuncia che Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini, presidente e amministratore delegato della neonata compagnia di bandiera nata dalle ceneri di Alitalia, «intendono anticipare i target 2022 all’estate». Titolo: «Conti Ati». Ma si chiama Ita airways.
[17 gennaio 2022]
Cinque giorni un mese
Apprendiamo dal Corriere della Sera che il convegno internazionale su «L’enigma Caravaggio» si terrà online su Zoom «per tutto il mese di gennaio nelle giornate di mercoledì 12, mercoledì 19, venerdì 21, mercoledì 26 e venerdì 28 gennaio». Scrivere tutto il mese per soli 5 giorni ci pare eccessivo, al pari della ripetizione di gennaio. La notizia poi specifica: «Un’iniziativa originale e innovativa che unisce il mondo accademico e universitario a quello della divulgazione». Lodevole proposito, tuttavia eravamo convinti che accademico e universitario definissero il medesimo ambito, tant’è che nei dizionari il primo aggettivo figura come sinonimo del secondo, e viceversa.
[5 gennaio 2022]
Sofocle e il Talmud
Sul Venerdì di Repubblica, Brunella Schisa, di solito molto accurata, intervista Maria Grazia Colombari, autrice del saggio Tutti i peccati mortali sono femmine (Robin Edizioni), e le pone questa domanda: «Pettegole, inaffidabili, chiacchierone, tutti ci vorrebbero zittire. “Ornamento delle donne è il silenzio” diceva Sofocle, e la Bibbia e il Talmud, prima di lui. Cosa fa paura delle donne?». Riferimento insidioso: esatto per la Bibbia, sbagliato per il Talmud. La raccolta di trattati giuridici e religiosi dell’ebraismo ortodosso risale infatti ai secoli dal III al V dopo Cristo, mentre il tragediografo greco nacque nel 497 (data incerta) e morì nel 406, ma avanti Cristo.
[14 gennaio 2022]
Pesce di gennaio
Vito Lops racconta sul Sole 24 Ore la storia di un campione del trading, Lorenzo Misino, pugliese di Bisceglie. E gli fa pronunciare, senza correggerlo, questo sproposito ittico: «Il trading è la branchia più estrema dell’investimento». Branca branca branca, leon leon leon, fiii bum!
[18 gennaio 2022]
Suora della Visitazione
Il sito del Corriere della Sera si occupa di suor Jeannine Gramick, 79 anni, che da 50 si prende cura delle persone Lgbt negli Stati Uniti, presentandola così nel titolo: «La religiosa americana che nel ’99 fu sanzionata dall’ex Sant’Uffizio e Francesco ha “riabitato”». Le virgolette rendono ancora più equivoco quello che sembrerebbe un refuso. Sempreché il Papa non abbia traslocato in lei.
[11 gennaio 2022]
Lavorare con le parole
Commemorando Carlo Fruttero sulla Stampa, nel decimo anniversario della morte di colui che con Franco Lucentini formò una delle coppie più brillanti della narrativa italiana, Marcello Sorgi, già direttore del quotidiano torinese, ci fa sapere: «Da giornalista abituato a lavorare con le parole, ero molto curioso del metodo di scrittura di questi due». Restiamo in attesa di conoscere il nome di qualche giornalista abituato invece a lavorare con le zappe o le saldatrici. Poche righe più avanti, Sorgi ricorda che fu introdotto nello studio di Fruttero mentre costui era impegnato in una telefonata che non poteva interrompere: lo scrittore glielo fece capire «scudandosi a gesti e con un largo sorriso». A proposito del lavorare con le parole.
[15 gennaio 2022]
Primi della classe
«Ma perché non è stato Mario Draghi a spiegare ai giornalisti – e attraverso loro al Paese – come mai l’Italia, prima in Europa, ha deciso il ricorso (seppur limitato agli ultracinquantenni) all’obbligo vaccinale?», si chiede Federico Geremicca sulla Stampa. Risposta semplice: perché l’Italia non è la prima in Europa a introdurre questa misura. È stata infatti preceduta dall’Austria, che ne diede l’annuncio lo scorso 19 novembre, quarta nel mondo dopo Indonesia, Micronesia e Turkmenistan, subito imitata dalla Grecia: era il 30 novembre quando il primo ministro ellenico, Kyriakos Mitsotakis, comunicò la decisione d’introdurre l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini di età superiore ai 60 anni. I greci che rifiutano di sottoporsi all’iniezione pagano, a partire dal 16 gennaio, una multa mensile di 100 euro.
[7 gennaio 2022]
Ho dubbi ma dubito di essere dubbioso
Daniela Preziosi intervista su Domani il decano dei quirinalisti, Marzio Breda del Corriere della Sera, e gli attribuisce la seguente frase circa la possibilità che Silvio Berlusconi possa diventare presidente della Repubblica: «Ho dubbi ma dubito che il centrodestra sarà compatto». Dubitare è verbo latino che deriva da dubiare, essere in dubbio. Siccome Breda ha frequentato il liceo classico Cavanis di Venezia, escludiamo tassativamente che possa aver pronunciato una simile tautologia.
[7 gennaio 2022]
L’indizzziato
Titolo dal sito del Mattino di Napoli: «Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi, aria di crisi fra i due: gli indizzi social (e non solo)». Com’è che diceva Agatha Christie? Ah, sì: «Un indizzio è un indizzio, due indizzi sono una coincidenza, ma tre indizzi fanno una provva».
[13 gennaio 2022]
Addetti al guardaroba
Michele Masneri rievoca sul Foglio la stagione televisiva di Match, il programma che Alberto Arbasino condusse fra il 1977 e il 1978 su Rai 2 (allora Rete 2), e cita uno dei confronti più appassionanti, quello fra Lidia Ravera e Susanna Agnelli. Racconta la prima, all’epoca «giovane scrittrice trasgressiva di Porci con le ali»: «Io andai a comprarmi un tailleur, cercando di fare la sciura, lei si presentò in jeans». Ed ecco il sommario con cui la redazione ha presentato l’episodio: «Lidia Ravera contro Susanna Agnelli: due bestseller, due mondi, entrambi torinesi. Agnelli in tailleur, Ravera in jeans». Chi ha passato il pezzo ha capito tutto.
[15 gennaio 2022]
Confusione di genere
Intervistato da Vera Mantengoli sul sito della Repubblica, Massimo Cacciari afferma: «Decreti e leggi che si sono susseguite in questi due anni – senza tenere alcun conto dello stato generale della salute del Paese – sono, a mio avviso, un clamoroso esempio di occasionalismo giuridico-politico, e continuerò a criticarle – e non c’entra nulla il vaccino». Tralasciando la sovrabbondanza di trattini, si scrive «senza tenere in alcun conto». Quanto ai soggetti di genere diverso (decreti maschile, leggi femminile), i verbi andavano concordati al maschile plurale: susseguiti e criticarli. Avrà sbagliato il filosofo o la giornalista?
[12 gennaio 2022]
Certissimamente certo
«È una seconda svolta nella vicenda di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa a Trieste dal 14 dicembre, perché è sempre più certo che appartenga a lei il cadavere ritrovato in due sacchi neri mercoledì pomeriggio in una zona boschiva del parco dell’ex ospedale psichiatrico», informa Benedetta Moro sul Corriere della Sera. Poiché certo significa «che appare sicuro, indubitabile» (Lo Zingarelli 2022), l’espressione più certo che vorrà dire? O è certo o non è certo.
[7 gennaio 2022]
Evirati cantori
Dalla Gazzetta di Mantova: «La ragazza ha incrociato un uomo che al suo passaggio le avrebbe mostrato i genitali. Preoccupata ha segnalato la vicenda alle forze dell’ordine e messo in guardia le donne sui social. Tante le reazioni, tutte di sostegno: da chi derubrica il fatto all’atto di un mitomane a chi paventa l’evirazione». Se ne deduce che l’esibizionista sopravvaluta le proprie misure, mentre le donne temono che qualcuno attenti alla sua virilità. Donde il sostegno (ai genitali, si presume, affinché non cadano per terra a seguito del taglio).
[9 gennaio 2022]
Specchio delle mie strame
Nella sua rubrica I grandi gialli, su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi si occupa di un delitto nella Milano degli anni Trenta. Innanzitutto scrive che Maria Bonvecchiato, l’assassina, era «nata nel veronese a Noale», ma Noale trovasi in provincia di Venezia (senza contare che i nomi derivati da un luogo geografico richiedono la maiuscola, quindi bisognava scrivere «nel Veronese»). Poi soggiunge che la signora era «sensibile all’arte e alla bellezza ma anche molto pratica e concreta», qualità, la prima, che non pare contrastare con la seconda e la terza al punto da richiedere la congiunzione avversativa ma. Quindi specifica che «Elisa ha 33 anni ed è praticamente coetanea della Bonvecchiato, che rimane solo di qualche anno più giovane», per cui non si comprende in che consista il suo essere «praticamente coetanea», visto che non ha la stessa età dell’altra. Completa l’opera il redattore incaricato d’impaginare l’articolo, che per due volte definisce Maria Bonvecchiato «nobildonna», quando invece Nuzzi descrive così i genitori: «Il padre proprietario di un forno e la mamma casalinga che seguiva i quattro figli». Non che le cose vadano meglio in altre sezioni di Specchio. A pagina 7 c’è una foto tratta da Ieri, oggi, domani: il celebre spogliarello che Mara, squillo d’alto bordo interpretata da Sophia Loren, improvvisa per Augusto Rusconi (Marcello Mastroianni). Il redattore, che probabilmente non ha mai visto il film diretto da Vittorio De Sica, nella didascalia copia pari pari da Wikipedia, la quale a sua volta ha copiato da Cinematografo.it, database della Fondazione dell’Ente dello spettacolo: «La protagonista è una venditrice abusiva di sigarette, che per non essere arrestata ricorre ad una lunga serie di maternità». Solo che questa è la trama del primo dei tre episodi, Adelina, non di Mara, che è il terzo cui invece si riferisce l’immagine. A pagina 27 nel titolo della rubrica di Alain Elkann (intervista con l’artista Anselm Kiefer) si legge: «“Mio padre era nella Whermacht”», anziché Wehrmacht. Un po’ di attenzione almeno per il papà dell’editore, che diamine!
[16 gennaio 2022]
Le sette leghe
Catenaccio nel titolone di prima pagina sulla Repubblica: «Le Lega minaccia lo strappo e ferma il Super Pass». È così detestata che alla Repubblica ne vedono due anche se è una sola.
[6 gennaio 2022]
Fighettismo non verificato
«Se nel 220 a.C. la strategia di Quinto Fabio Massimo detto “il Temporeggiatore” servì a sconfiggere i cartaginesi guidati da Annibale, non è automatico che essa sia efficace anche nel ventunesimo secolo d.C.», osserva Alessandro Graziani nella sezione Finanza & Mercati del Sole 24 Ore, in un articolo intitolato «Tim, Cassa Genova e Civibank nel limbo delle Opa sospese». Spiace per Graziani, ma nel 220 avanti Cristo il generale romano non avrebbe potuto sconfiggere i cartaginesi. Infatti solo sul finire del 219 venne inviato dal Senato romano come ambasciatore a Cartagine, in seguito alla resa di Sagunto, per scoprire se fosse stato Annibale ad aggredire la città spagnola. Nominato dittatore dopo la battaglia del Trasimeno (217), egli si guadagnò il soprannome di Cunctator, il Temporeggiatore, per la tattica adottata contro Annibale nel corso della Seconda guerra punica, combattuta dal 218 al 201 avanti Cristo. Il fighettismo nella scrittura deve poter resistere alle verifiche: nel caso specifico ne sarebbe bastata una sulla Treccani online.
[7 gennaio 2022]
Consigli per gli acquisti
Interpellato dal Corriere della Sera, il simpatico Clemente Mastella, sindaco di Benevento e democristiano di antico pelo, confessa di aver dato qualche consiglio a Silvio Berlusconi, onde agevolarlo nella scalata al Quirinale: «Silvio può tentare alla quarta votazione se ha la saldezza dei suoi e degli alleati. Ed è qui che interviene il mio metodo. Berlusconi deve dire a Forza Italia di scrivere sulla scheda “Silvio Berlusconi”, alla Lega “Berlusconi Silvio”, a Fratelli d’Italia semplicemente “Berlusconi”, a Noi con l’Italia “S. Berlusconi”, a Coraggio Italia “Cavalier Berlusconi”... Solo così potrà capire dove saranno mancati i voti». Ma se poi un grande elettore, nel segreto dell’urna, scrive «Berlusconi S.», o «cavalier S. Berlusconi», o «cavalier Silvio Berlusconi», o «Silvio cavalier Berlusconi», Mastella che cosa consiglia? Il lie detector?
[16 gennaio 2022]
In redazione manca l’aerazione
Sulla Verità, Carlo Tarallo espone le misure di sicurezza antivirus che saranno adottate durante le votazioni per l’elezione del nuovo capo dello Stato: «Addio al cosiddetto “catafalco” all’interno del quale il grande elettore compila la scheda: sarà sostituito da cabine con un sistema di areazione». Gli fa eco Valerio Valentini sul Foglio, informandoci che senatori, deputati e delegati regionali «sfileranno uno per uno dentro una cabina fabbricata alla bisogna, con aperture laterali per garantire l’areazione». Praticamente si prepara una nuova edizione di Areazione a catena condotta da Marco Liorni.
[14 gennaio 2022]
Giubbotti antiproiettile contro il virus
Titolo dal Mattino di Napoli: «Vigili, giubbotti antiproiettile durante i controlli green pass. “Servono a evitare il contagio”». E poi i no vax dicono che il coronavirus non è letale.
[13 gennaio 2022]
Torre di Pietra sepolcrale
Dal Corriere della Sera: «È mancato il conte Pio Teodorani Fabbri, marito di Maria Sole Agnelli, una delle sorelle di Gianni Agnelli. Aveva 97 anni, si è spento ieri mattina nella casa di Torre di Pietra, vicino a Roma, dove viveva con la moglie». Per la verità, la frazione del Comune di Fiumicino si chiama Torre in Pietra (o Torrimpietra), toponimo derivante dal castello del XIII secolo. Il maniero e la tenuta, guarda caso, furono acquistati nel 1926 dal senatore Luigi Albertini con la liquidazione versatagli dal Corriere della Sera dopo che il fascismo lo aveva costretto a lasciare la direzione.
[14 gennaio 2022]
Coincidenze
Didascalia dalla Gazzetta di Mantova: «Gennaio 2021: anche un anno fa in questa stagione Mantova e la Lombardia erano in zona arancione». Vabbè che repetita iuvant, ma se era il gennaio 2021 ci pare pacifico che fosse anche un anno fa e in questa stagione.
[13 gennaio 2022]
Gentili senza riguardo
Niente, non c’è verso che le entri in testa. Veronica Gentili, nella sua rubrica settimanale sul Fatto Quotidiano, scrive: «Le perplessità riguardo l’ultimo decreto vaccinale sono molteplici». Esattamente come le perplessità riguardo al suo reiterato impiego di questa locuzione prepositiva in una forma sbagliata. Quella corretta dev’essere appunto riguardo a, e non riguardo il. Basta controllarla su un qualunque dizionario.
[10 gennaio 2022]
È letale, meno male
Titolo dal sito della Repubblica: «Ieri 220 mila casi, nuovo record per Omicron. “Ma per i vaccinati è letale come l’influenza”». Meno male.
[12 gennaio 2022]
La foto delle Termopili e i decimati
Dal Corriere della Sera, rubrica La parola: «Termopili. Nome della località che dà il nome alla battaglia del 480 a.C.: il re di Sparta, Leonida I (foto) con pochi uomini decimati rallentò l’avanzata dei persiani». A parte che la fotografia fu inventata 23 secoli dopo le Termopili, come sarà un uomo decimato? Senza gambe? Senza braccia? O senza testa, come certi redattori frettolosi?
[8 gennaio 2022]
Che dergola
Sommario da Domani: «Una pattuglia di costituzionalisti invoca una dergola alla “presenza”». Tutto chiaro.
[11 gennaio 2022]
La schizofrenia dà spettacolo
Sotto il titolo «Lo spettacolo della schizofrenia», il supplemento domenicale del Sole 24 Ore pubblica una recensione del saggio Operatori e cose. Confessioni di una schizofrenica (Adelphi) di Barbara O’Brien. La firma lo psichiatra Vittorio Lingiardi, il quale a un certo punto si esprime così: «Ciò che al tempo scriveva la protagonista è ancora in parte vero: a) “nessuno sa che cosa la provochi”; b) “nessuno sa come curarla”; 3) il numero dei ricercatori in questo momento impegnati a scoprirne le cause e la cura è così esiguo “che le possibilità di arrivare a una soluzione nel futuro prossimo sono relativamente scarse”». Divertente la sequenza «a) ... b) … 3) …». Se la schizofrenia è la separazione delle funzioni mentali, qui ne abbiamo avuto una prova.
[9 gennaio 2022]
Veltroni e non
Commemorando David Sassoli sul Corriere della Sera, Walter Veltroni si sofferma sul cattolicesimo democratico del compianto presidente del Parlamento europeo, «quello di Dossetti, di La Pira, di Mazzolari, di Scoppola e di tanti altri, politici e non». È frustrante doversi ripetere, ma l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no, quindi bisognava scrivere «politici e no».
[12 gennaio 2022]
Orario ferroviario Nuzzi
Nella sua serie I grandi gialli, su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi ricostruisce il delitto commesso da Veronica Panarello, «una mamma icona, accudente della casa e soprattutto dei figli, pargoli che mai abbandonerebbe o, ancor meno, toglierebbe loro la vita», frase dove appare evidente come il che non possa reggere anche il verbo toglierebbe (occorreva scrivere: «O, ancor meno, ai quali non toglierebbe la vita»). Senza contare che accudente, essendo participio presente di accudire, richiede la costruzione con a e non con di: «Accudire alle faccende di casa», per stare all’esempio dello Zingarelli 2022, non «accudire delle faccende di casa». Più avanti, cita tre orari come se li copiasse dai tabelloni luminosi di Trenitalia prodotti dall’azienda Solari di Udine: prima «08.47», poi «09.23», quindi nuovamente «09.23», quando la mamma assassina «carica Lorys esamine in auto e lo trasporta sino al muretto del canalone per farlo cadere e quindi tornare a casa», dal che parrebbe che Veronica Panarello abbia usato il figlio come una testa d’ariete per abbattere il manufatto.
[26 dicembre 2022]
Vaccinati a distanza
Nel titolo di apertura, sulla prima pagina della Repubblica, si legge: «Solo gli alunni non vaccinati in Dad». Adesso la vaccinazione viene eseguita con la didattica a distanza? No? Allora bisogna scrivere: «In Dad solo gli alunni non vaccinati».
[2 gennaio 2022]
Che uova!
«Da anni, ormai, sulle uova è necessaria una etichettatura tramite stampa di un apposito codice sul guscio. Si tratta di un sistema di classificazione che serve a indicare diversi fattori», spiega Leggo.it. «Il codice è necessario per la classificazione delle uova in base a diversi fattori (modalità di allevamento, qualità o categoria, dimensioni e tracciabilità). Sulle confezioni viene indicata la taglia dell’uovo (S per le uova fino a 53 grammi; M per le uova da 53 a 63 grammi; L per le uova da 63 a 73 grammi; XL per le uova dal peso superiore ai 73 grammi)». Non occorre essere docenti di statistica per capire che, se calcoli due volte la stessa quantità, il sistema di classificazione risulta sballato. Il cronista scrive correttamente che «S indica le uova fino 53 grammi», però sbaglia quando aggiunge «M per uova da 53 a 63», in quanto i 53 grammi sono già inclusi nel dato precedente. Avrebbe dovuto precisare «da 54 a 63». Idem per «L da 63 a 73 grammi». L’errore trova conferma nell’«XL per quelle superiori ai 73», espressione finalmente corretta.
[30 dicembre 2021]
È arrivata la direttora
Sulla Stampa, un’opinione di Linda Laura Sabbadini esce corredata da questa qualifica: «Direttora centrale dell’Istat». Alla guida del quotidiano torinese hanno per caso sostituito Massimo Giannini con Michela Murgia? Per la lingua italiana, il femminile di direttore resta direttrice.
[31 dicembre 2022]
Manconi e mancanze
Nella medesima pagina, La Stampa pubblica un editoriale in cui Luigi Manconi scrive, fra l’altro: «È una discussione che, in realtà, è iniziata mezzo secolo fa, quando Philip Bobbit e Guido Calabrese scrissero un libro fondamentale Tragic choices». La discussione, per la verità, cominciò semmai 43 anni fa, visto che il saggio uscì nel 1978. E soprattutto il secondo autore (in realtà il primo sulla copertina, a prescindere dall’ordine alfabetico) era Guido Calabresi.
[31 dicembre 2022]
Firme allo s-bando
Nella rubrica che tiene sulla Repubblica, Concita De Gregorio commenta, a proposito del rapimento di Aldo Moro, «il fatto che una casa d’aste metta al bando l’originale del volantino numero uno delle Br». Il verbo corretto doveva essere bandisca. Per Lo Zingarelli 2022 la locuzione mettere al bando significa infatti «condanna, specialmente di esilio, proclamata in pubblico» e per il Devoto-Oli anche, in senso figurato, «allontanamento da una comunità».
[6 gennaio 2022]
Cistite acuta
«È in atto la tenace resistenza di forze, politiche e sociali, ma anche di abitudini, così radicate, così incistite, da non potere essere non dico eliminate (il che sarebbe impossibile) ma nemmeno seriamente ridimensionate», avverte Angelo Panebianco nel suo editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera. Con tutta la considerazione dovuta alla cistite, infiammazione assai dolorosa, il plurale femminile del participio passato di incistare è incistate, non incistite.
[4 gennaio 2022]
Questi sì che capiscono e spiegano bene
Nel Tg1 di massimo ascolto (ore 20), la conduttrice Emma D’Aquino ospita in studio la sua collega Giorgia Cardinaletti per «capire e spiegare bene» l’accordo «importante» con le farmacie sulle mascherine Ffp2. Cardinaletti, agitando trionfante un dispositivo di protezione, annuncia che «il prezzo calmierato sarà di 0,75 centesimi». O la telegiornalista non ha capito oppure non sa spiegarsi bene: 1 euro equivale a 100 monete da 1 centesimo, quindi 0,75 centesimi sono tre quarti di 1 centesimo. Il prezzo delle mascherine calmierate è invece di 75 centesimi, quindi tre quarti di 1 euro. Senza lo zero e senza la virgola. Per capirci meglio, il 10000 per cento in più rispetto a quanto annunciato da Cardinaletti.
[3 gennaio 2022]
Mephisto Waltz? Oh yes!
Il coltissimo Mephisto Waltz nell’omonima rubrica sul Sole 24 Ore riporta, in una forma aggiornata, un vecchio scherzo sugli auguri natalizi degli avvocati (anglosassoni o che se la tirano per apparire di quel tipo). Solo che trascrive senza fare una piega anche l’espressione «celebration of the summer solstice holidays». Summer? Ma vive agli antipodi? Siamo in inverno, mica in estate. Avrebbe potuto (dovuto) sottolinearne l’incongruenza solstiziale, rettificando in «winter solstice holidays».
[9 gennaio 2022]
Latinorum
Pietro Senaldi, condirettore di Libero, intervista Paolo Mieli sull’imminente elezione del nuovo capo dello Stato e gli fa pronunciare la seguente frase: «Diciamo che per la par destruens i calcoli sono giusti, per quella construens invece sono folli». Me par sbaglià, come diciamo invece dalle nostre parti. E la colpa non può essere certo attribuita all’ex direttore del Corriere della Sera, il quale anni fa ebbe a dichiarare: «Una citazione latina sbagliata in un discorso o riportata erroneamente in un articolo dovrà diventare un’onta perenne, un guaio peggiore di un avviso di garanzia». Si scrive pars destruens, come Mieli ben sa (ma Senaldi no).
[8 gennaio 2022]
Qualcuno vota per il Covid?
Nel suo editoriale in prima pagina, Stefano Feltri, direttore di Domani, ricorda: «Nel febbraio 2021 Mattarella ha spiegato che non si poteva votare per il Covid». Il virus era ineleggibile? Spostandosi subito a destra, l’occhio cade su questa didascalia: «Mario Draghi sembra ormai alla fine della sua corsa, con i partiti della maggioranza già rompono le fila mentre lui è ancora a palazzo Chigi». A parte il «che» mancante dopo «maggioranza», di norma si rompono, si serrano o si disertano le file, essendo fila il singolare e file il plurale.
[8 gennaio 2022]
Cena interrogativa
I titolisti dei giornali spesso lasciano a desiderare, ma quelli che lavorano per il cinema sono anche peggio. In occasione della morte del protagonista di Indovina chi viene a cena?, Sidney Poitier, nessuno dei primi si è chiesto che cosa c’entri quel punto interrogativo che i secondi hanno infilato 55 anni fa nel titolo italiano del film di Stanley Kramer. «Indovina chi viene a cena?» è una domanda che postula la presenza di una terza persona singolare sottintesa («Lei indovina chi viene a cena?»), quindi esclude che la moglie Christina Drayton (Katharine Hepburn) possa averla rivolta al marito Matt (Spencer Tracy). Diverso sarebbe stato il caso di un’esortazione, «Indovina chi viene a cena» (sottinteso «tu»). E, se proprio si voleva scomodare un segno di punteggiatura, serviva un esclamativo: «Indovina chi viene a cena!». Controprova: il titolo originale del capolavoro è Guess who’s coming to dinner, senza punto interrogativo. Segno che gli americani sanno scrivere meglio degli italiani.
[8 gennaio 2022]
Oscar alla precisione
Il Corriere della Sera annuncia in prima pagina la dipartita di Sidney Poitier con una foto in cui egli regge la mitica statuetta assegnata dall’Accademia statunitense delle arti e delle scienze cinematografiche e con un richiamo che lo qualifica quale «primo attore afroamericano a vincere l’Oscar nel 1967». Non è così: ebbe il premio nel 1964, come miglior attore protagonista de I gigli del campo di Ralph Nelson, uscito l’anno prima. C’è anche il rimando a un commento di Valter Veltroni, vero nome che in effetti si rintraccia sia nella biografia che Paola Salvatori gli dedica sull’Enciclopedia Italiana della Treccani sia nell’archivio storico della Camera, ma che il Corriere non usa abitualmente per il suo illustre collaboratore, che infatti a pagina 35 torna a essere Walter Veltroni, con la W.
[8 gennaio 2022]
Mantovanismi
Dalla Gazzetta di Mantova: «Si è svegliata di soprassalto nel cuore della notte e ha visto un’ombra al buio china sui cassetti del comò della sua camera da letto. Si è spaventata all’impossibile, ma non ha perso lucidità». A differenza del cronista, dimentico della locuzione all’inverosimile.
[28 dicembre 2021]
Ma mi faccia il dispiacere
Nella sua rubrica sulla Repubblica, Concita De Gregorio tesse le lodi del presidente della Repubblica con un articolo (peraltro toccante) che contiene la seguente frase: «Non so se Mattarella scriva da solo i suoi discorsi, per quel poco che lo conosco dalla sua vita di prima immagino di sì, ma poi quando diventi presidente ci sono protocolli, staff, consuetudini da rispettare anche per non dispiacere chi è lì ad aiutarti nel compito». Dispiacere è un verbo intransitivo che significa «riuscire sgradito» e va coniugato come piacere: sarebbe stato difficile per De Gregorio scrivere «non piacere chi è lì». Quindi richiede la preposizione a: «Dispiacere all’occhio, all’orecchio, al palato; il tuo comportamento è dispiaciuto a tutti» (Lo Zingarelli 2022). Sulla regola concordano, né potrebbe essere altrimenti, tutti i dizionari, a cominciare dal Devoto-Oli («Non piacere, riuscire sgradevole (+ a): suoni che dispiacciono all’orecchio»). Illustri i precedenti letterari in materia, da Giovanni Boccaccio («Io amo molto meglio di dispiacere a queste mie carni», Decameron) a Giacomo Leopardi («Ha certe idee che forse potrebbero dispiacere a Babbo», Lettere). De Gregorio non pare dunque aver tenuto nel debito conto la frase con cui chiude il suo articolo: «Trovare il tempo del congedo segnala il calibro di ciascuno di noi. E le parole: le parole per dirlo».
[3 gennaio 2022]
Più Passera per tutti
Titolo dal settimanale Tpi, alias The Post Internazionale: «Passera senza limiti». Ci pare di buon auspicio per il 2022.
[29 dicembre 2021]
Dissidi di memoria
Sergio Romano, che è stato ambasciatore italiano a Mosca e dunque si presume sia informatissimo in materia, nelle prime righe della sua rubrica L’ago della bilancia, sul Corriere della Sera, afferma che «Memorial, l’istituzione moscovita di cui un tribunale russo ha decretato la morte negli scorsi giorni», fu creata il 28 gennaio 1989 ed ebbe come primo presidente lo scienziato Andrej Sacharov. Ma poco più avanti scrive che «Memorial fu fondato nel dicembre 1989, quasi un anno dopo la morte di Sacharov». Delle due l’una: o fu creata a gennaio o fu fondata a dicembre. Resta il fatto che il dissidente sovietico si spense a Mosca il 14 dicembre 1989, quindi la nascita di Memorial non può essere certo avvenuta «quasi un anno dopo la morte di Sacharov».
[2 gennaio 2022]
Congiuntivite
Titolo dal Foglio: «L’Iran si comporta come se l’accordo non si farà. Tre fatti». Il quarto fatto è questo: il congiuntivo imperfetto facesse era preferibile, se non obbligatorio.
[28 dicembre 2021]
Come ci sarà entrato?
Titolo dalla pagina Facebook della Gazzetta del Sud di Messina: «Soriano. Il killer è entrato in azione facendo fuoco contro la vittima che stava uscendo dal barbiere». Delitto maturato dopo un esorcismo?
[31 dicembre 2021]
Conti in sospeso
Titolo dalla Stampa: «Crac Tanzi. Morto a 83 anni l’imprenditore che fondò la Parmalat e finì per truffare migliaia di piccoli risparmiatori. Doveva ancora scontare 18 anni». Dunque che fare? Risuscitarlo e rimandarlo in carcere?
[2 gennaio 2022]
Sciarade
Occhiello di una pagina della Stampa su Putin e l’Ucraina: «Al via sanzioni modulate in base alle violazioni e una riserva strategica di gas lo Zar in video conferenza con Xi rafforza l’alleanza con la Cina». Tutto chiaro.
[16 dicembre 2021]
Non un titolo dei migliori
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Draghi è il “migliore”, ma intanto fa crollare chi sostiene il goveno». La prova che i titoli non li fanno i migliori.
[3 gennaio 2022]
Proiettile molto vagante
Titolo dal sito dell’Adige di Trento: «Notte di follia a Napoli: colpito da un proiettile vagante durante i festeggiamenti, grave un ragazzo ad Ascoli». Più che da un proiettile vagante, colpito da un missile balistico a corto raggio.
[1° gennaio 2022]
Senso analogico
«Nico Stumpo si apparta con alcuni deputati tra cui il forzista Andrea Ruggieri, ultras della corsa di Silvio Berlusconi verso il Quirinale, e spiega il pregi dello “Stumpum”, una specie di software analogico con cui fare i “calcoli giusti” in vista del voto per il Colle», riferisce Tommaso Labate sul Corriere della Sera. Un software analogico è un gongorismo o un ossimoro, dal momento che analogico è il contrario di digitale e i software sono per loro natura espressione della digitalizzazione, mentre qui siamo nei paraggi del pallottoliere. Infatti l’onorevole Stumpo, inventore dello «Stumpum», al Mattino di Napoli, che gli chiedeva se si trattasse di un software, ha risposto: «Macché, un ragionamento politico su cui si discute con i colleghi a margine dei lavori in Aula».
[22 dicembre 2021]
Famiglia allargata
Dalla Gazzetta di Mantova: «Sono i membri di una famiglia eritrea, due fratelli di 21 e 23 anni, la sorella e suo figlio, un bimbo di sei anni». Troppo difficile scrivere «tre fratelli, due maschi di 21 e 23 anni, e una femmina con un figlio di 6 anni».
[27 dicembre 2021]
Gli infelici felici
Incipit di un articolo di Irene Soave sul Corriere della Sera: «“Tutti i regimi russi si somigliano”, come le famiglie infelici di Tolstoj». È l’esatto contrario. «Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo», scrive il grande romanziere russo nel primo capoverso di Anna Karenina.
[29 dicembre 2021]
Prove Invalsi alla Repubblica
Su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, il lettore Piero Orrù infila due strafalcioni bellamente ignorati dalla redazione: «André Malreaux» invece di Malraux e «profiqui contatti» invece di proficui. Sorge il sospetto che questo Orrù, firma già notata in passato nella rubrica Mail nella bottiglia, abbia voluto affidare un messaggio al mare magnum repubblicano per saggiare il livello culturale dei giornalisti, come nelle prove Invalsi. Esperimento riuscito.
[4 dicembre 2021]
Imparate da Vittorini
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Quanti sono davvero i decessi e i contagi fra vaccinati e non». L’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no, quindi bisognava scrivere «vaccinati e no». Come fece Elio Vittorini per il titolo del suo romanzo Uomini e no.
[28 dicembre 2021]
Nessun dorma
Titolo a tutta pagina su Libero: «La casa di Pasolini interessa a nessuno». L’occhio si ribella a questa bizzarra costruzione. Infatti, «nessuno ha di per sé forza di negazione solo quando è preposto al verbo di modo finito: nessuno parlava», insegna Aldo Gabrielli nel suo Dizionario linguistico moderno (Edizioni scolastiche Mondadori). «Quando è invece posposto, richiede sempre la negazione: non parlava nessuno. Èrrano quindi coloro che dicono “parlava nessuno”, “voglio nessuno” e simili; si dirà sempre non ho veduto nessuno, non lo crede nessuno, non voglio nessuno eccetera».
[29 dicembre 2021]
Apostrofi assassini/1
Sommario da Domani: «Ma il passato insegna che è solo un’escamotage». Il gender dilaga.
[29 dicembre 2021]
Apostrofi assassini/2
Alessandro Barbera parla di Giancarlo Giorgetti sulla Stampa: «Durante la riunione il ministro dello Sviluppo camuffa il giudizio dietro ad un’apparente no all’allargamento degli obblighi». No in questo caso è sostantivo maschile, quindi l’aggettivo apparente ne segue il genere: un apparente, non una apparente, pertanto senza l’apostrofo. Confermiamo che il gender dilaga.
[30 dicembre 2021]
Parlasse come magnasse
Beppe Scienza scrive sul Fatto Quotidiano, nella rubrica Il risparmio tradito: «Conclusioni operative: chi vuole evitare i rischi peggiori per il proprio risparmio previdenziale, interrompesse ogni versamento in polizze previdenziali, fondi pensione e pip (piani individuali pensionistici). Riscattasse, inoltre, quanto più può». Ci pare tradita anche la sintassi: nelle due frasi non era richiesto il congiuntivo imperfetto, bensì l’imperativo presente: interrompa e riscatti.
[27 dicembre 2021]
Colpi di coda
Titolo dal Corriere della Sera: «Test, lunghe code da Milano fino a Palermo». Quindi code multiple lunghe 1.467 chilometri? Un po’ troppi per un tampone.
[23 dicembre 2021]
Linea editoriale
Corrado Zunino a pagina 31 della Repubblica, sotto il titolo «L’emergenza. Un ragazzo su cinque schiavo del porno web. “Aiutiamoli a dire no”»: «Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, dice: “Troppi colleghi pensano che la pornografia sia liberatoria, invece è un’automobile in mano ai bambini. Vanno fatti scendere, se no si schiantano”». Elena Stancanelli a pagina 40: «La pornografia ha uno scopo ricreativo e non fa male». Vi dispiacerebbe mettervi un attimo d’accordo?
[17 dicembre 2021]
Draghi e uccelli
Salvatore Dama sul Tempo racconta di un attacco informatico ai danni della Gazzetta Ufficiale. «Una manina del ministero dei Trasporti» avrebbe inserito nell’edizione online, in calce al testo della legge 29 luglio 2021 numero 108, questa annotazione in caratteri rossi (poi prontamente rimossa dal sito): «Visto che nessuno dei ministri si è vergognato a firmare una simile legge, noi ci vergogniamo di pubblicare l’Allegato e ci limitiamo a pubblicare il testo coordinato (già più che sufficiente a provocare ulcere gastriche nei lettori)». Commenta Dama: «Per capirci, è come se un writer avesse disegnato un uccello sul portone di Palazzo Chigi». Tordo? Fringuello? Padùlo?
[19 dicembre 2021]
Numeri primi
Dalla Gazzetta di Mantova: «Anche la scelta del titolo, “Cavoli a merenda”, ovvero come qualcosa che non c’entra nel contesto, è dell’autrice. “In realtà me ne aveva proposti due e mi ha detto, scegli tu”, racconta Parenti, la cui casa editrice nel 2022 celebrerà i suoi primi 25 anni». Anche quel primi c’entra come i cavoli a merenda: se fossero i secondi 25, la casa editrice celebrerebbe il cinquantenario.
[28 dicembre 2021]
Nei secoli dei secoli
Incipit di un articolo di Andrea Minoglio sul sito della Repubblica: «2030, 2100... quando pensiamo al futuro, spesso, un secolo ci sembra già un’eternità. Ma se la data da prendere in considerazione fosse addirittura il 22 dicembre del 12.021, cioè esattamente tra 1.000 secoli? Inimmaginabile». Siamo d’accordo sull’inutilità dello sforzo d’immaginazione: i 10.000 anni per arrivare alla data ipotizzata corrispondono a 100 secoli, non a 1.000.
[22 dicembre 2021]
Gli inerti inermi
«Le istituzioni, come i politici e le agenzie di controllo, non possono rimanere ignavi e inerti di fronte a questa “guerra non dichiarata” della sicurezza sul lavoro». Così Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, nell’omelia durante il funerale di Filippo Falotico, giovane operaio deceduto in seguito al crollo di una gru. Non si sa perché, l’aggettivo inerti diventa inermi nel Tg1 delle 13.30. Stesso errore nel testo di Sky Tg24: «L’arcivescovo: “Le istituzioni non restino inermi”». Si associano allo strafalcione Carlotta Rocci sulla Repubblica e i titolisti di Avvenire («“Le istituzioni non siano inermi”»), nonostante Andrea Zaghi nel suo servizio riporti correttamente la frase del prelato: «“Le istituzioni, come i politici e le agenzie di controllo, non possono rimanere ignavi e inerti”». Idem l’anonimo autore della didascalia a corredo di una fotonotizia sul Corriere della Sera.
[23 dicembre 2021]
La conduttrice non pluralista
In apertura del Tg1 delle 20, Laura Chimenti annuncia che nella cabina di regia istituita dal governo per l’emergenza Covid-19 «si valuterà le misure da mettere in atto per il periodo natalizio», anziché «si valuteranno». Eppure l’insopportabile «buonasera, buonasera» iniziale, che invariabilmente Chimenti rivolge ai telespettatori per distinguersi dagli altri conduttori, dovrebbe farne una super esperta di plurali.
[21 dicembre 2021]
Intervista stereofonica
Intervista natalizia in stereofonia alla «Santità di Nostro Signore» (come si scriveva in Vaticano fino agli anni Sessanta del secolo scorso), cioè al Papa, firmata dai vaticanisti del gruppo Gedi. Il ciellino Paolo Rodari sulla Repubblica e il nipote omonimo dello scrittore Domenico Agasso senior, pallido epigono dell’antenato, sulla Stampa firmano un testo uguale fin nei minimi dettagli, addirittura con diacritici identici su alcuni cognomi, e persino per lo stile, come si evince dal seguente scambio di battute con Francesco: «Pochi giorni fa ha compiuto 85 anni... “Vi sbagliate, ne ho compiuti 75! (Scherza e ride, ndr)”». Tuttavia anche a Natale il diavolo fa le pentole ma non i coperchi perché alla velina originaria fanno difetto gli accenti sui nomi spagnoli, che i due si sono ben guardati dall’integrare. Non s’erano mai visti intervistatori diversi che partoriscono un testo uniforme. Quale sarà stato il ruolo degli zelanti incensatori? Uno copia, l’altro incolla?
[24 dicembre 2021]
Chi pianta alberi vecchi?
Titolo dalla Verità: «Banca Ifis pianta oltre 2.200 nuovi alberi». I nullatenenti possono piantare solo vecchi alberi?
[23 dicembre 2021]
Gentilezze
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano riferisce che Sarah Palin «si è espressa così riguardo il vaccino anti Covid». Forma scorretta. Per il Grande dizionario italiano dell’uso di Tullio De Mauro, così come per altri vocabolari (Zingarelli, Devoto-Oli, Treccani, Sabatini-Coletti, Garzanti) e per la Grammatica della Treccani, la locuzione da usare è riguardo a, quindi nel caso specifico «riguardo al vaccino anti Covid».
[27 dicembre 2021]
Re Magi senza Avvenire
Umberto Folena commenta nella sua rubrica Press party, su Avvenire, una «singolare congiunzione astrale-giornalistica», rappresentata dal fatto che prima Stefano Lorenzetto sul Corriere della Sera e poi Dario Cresto-Dina sulla Repubblica (della quale è vicedirettore vicario) si sono avventurati a dare la parola a due astrologi, Marco Celada e Marco Pesatori, mentre tutt’intorno si spargevano – ma guarda che coincidenza – le soavi note di Astro del Ciel e Tu scendi dalle stelle. A parte che durante il press party natalizio l’editorialista deve aver ecceduto con i drink, perché Celada sul quotidiano dei vescovi diventa Massimo anziché Marco, sarebbe interessante sapere da Folena, con tutta evidenza molto esperto in fole, come dobbiamo interpretare il racconto dell’evangelista Matteo, il quale per due volte specifica come i Magi venuti da oriente siano giunti alla grotta di Betlemme guidati da una stella, anziché da Google Maps. Esercizio minimo per un giornalista abituato a esibirsi sulla testata che da oltre mezzo secolo pretende di pronosticare l’avvenire per i suoi lettori.
[23 dicembre 2021]
Vicinanza
Titolo dal Giornale: «Il Pm che indagò Salvini vicino alla procura di Roma». Bastava che il segretario della Lega si fosse allontanato di due passi e l’avrebbe sfangata.
[17 dicembre 2021]
L’Osservatore Romano è andato in barca
Sull’Osservatore Romano, don Antonio Pelayo, giornalista di lungo corso nonché consigliere ecclesiastico dell’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, scrive di tre missionari gesuiti nati «nella Spagna del XVI secolo». Di Alonso de Barzana annota tra l’altro che «s’imbarcò per l’America del sud nel 1509» per poi morire «a Cuzco nel 1597 all’età di 67 anni». Ma si era imbarcato 21 anni prima di nascere? «Nel 1903», invece, Pedro Páez «riuscì ad arrivare in Etiopia», dove «il 21 aprile 1618 scoprì le sorgenti del Nilo azzurro». Possedeva la macchina del tempo, perché avrebbe fatto la scoperta 285 anni prima di raggiungere quel luogo dell’Africa. Reverendo, rilegga i suoi testi, visto che redattori e correttori dell’Osservatore Romano fanno più acqua delle sorgenti del Nilo.
[18 dicembre 2021]
Se lo dicono lui
Natascia Ronchetti sul Fatto Quotidiano si occupa di Ugur Sahin, uno dei due cofondatori di Biontech, azienda produttrice di vaccini. Titolo: «Omicron, l’efficacia anche col booster scende fino al 70%». Occhiello: «Lo dicono cofondatore di Biontech e Iss». Sahin non è ancora la Santissima Trinità, ma si sta attrezzando.
[21 dicembre 2021]
Amarcord male
Nonostante il suo articolo sia rubricato come «Il colloquio», e dunque si debba presumere che abbia dialogato con la persona di cui si occupa, Fabrizio Accatino su Specchio della Stampa riesce a prendere la seguente cantonata su Bruno Zanin, che fu protagonista dell’Amarcord di Federico Fellini: «Nel film, Bruno era Titta, l’alter ego adolescente del regista». In redazione allargano la frittata con questo titolo: «Bruno Zanin. “Ero l’alter ego di Fellini ma per poter campare ho fatto il muratore”». L’alter ego? Non sanno di che parlano: Zanin in Amarcord interpreta il personaggio di Titta Biondi, che nella vita reale era Titta Benzi, amico d’infanzia di Fellini a Rimini, divenuto avvocato da adulto.
[18 dicembre 2021]
Un Mephisto Waltz da Oscar
Segnaliamo il gradito ritorno in questa rubrica del coltissimo Mephisto Waltz, che comincia così la sua omonima rubrica su Domenica del Sole 24 Ore: «Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich (1928-2021), per gli amici Lina (ma Arcangelo felice, di nome e di fatto) quando conquistò nel 2020 il Premio Oscar Onorario grazie al successo di Travolti da un insolito destino, Mimì Metallurgico e Pasqualino Settebellezze, al momento di ritirare il premio esclamò: “Ci vorrebbe un Oscar al femminile accanto a quello maschile”». Trascurando la virgola mancante dopo la parentesi, facciamo presente che Lina Wertmüller in quell’occasione non pronunciò affatto la frase inventata da Mephisto Waltz. Ritirando la statuetta alla carriera, a proposito del premio disse invece, con un verbo in romanesco (l’attrice Isabella Rossellini fungeva da traduttrice in inglese): «Si dovrebbe chiamare con un nome femminile. È una cosa gravissima che si chiami Oscar. Si dovrebbe chiama’ Anna, toh».
[19 dicembre 2021]
’O core e’ analfabeta
Nella pubblicità di Sky, a tutta pagina sul Corriere della Sera, il volto truce di Salvatore Esposito, alias Gennaro Savastano, con cicatrice sullo zigomo, apre una patetica lettera di addio per il finale di Gomorra: «Caro Genny, sette anni fa ero solo un ragazzo della periferia che sognava di fare l’attore. (...) Domani realizzeremo che non ritorna mai più niente (sic), ma forse è questa la nostra più grande conquista. Forse ci mancheremo, forse ci rivedremo. Intanto quel ragazzo che inseguiva il suo sogno è divento l’uomo che lo ha realizzato». Cazzarola, scrive davvero come parla.
[17 dicembre 2021]
L’ammiraglio prende il volo
Titolo dalla Verità: «I pm sequestrano tutti i 59 vestiti donati all’ammiraglio Vecciarelli». Alé, il generale dell’Aeronautica militare trasferito in Marina a mezzo stampa.
[16 dicembre 2021]
Mauro Corona come Paolo Ferrari
Su Specchio della Stampa, Maria Corbi dialoga con lo scrittore e scultore Mauro Corona, il quale le racconta che i propri figli «da bambini si sono fatti il presepe di legno, o di dash». Dovevano essere dei veri fenomeni: neppure Paolo Ferrari, quello dei «due fustini in cambio di uno», riusciva a farsi i presepi con il detersivo Dash. Infatti la pasta modellabile si chiama Das.
[19 dicembre 2021]
Accento vo cercando
Stefano Lorenzetto sul Corriere della Sera parla di Mérida, città messicana, ma scrive due volte Merida, dimenticando l’accento acuto sulla e. Subito si ritrova in buona compagnia con la prima pagina del Fatto Quotidiano («“El Pais”, in tre anni di inchiesta, raccoglie e verifica nuove denunce di 251 abusi di preti su minori») e con una pagina interna del Giornale («“El Pais” aveva consegnato un’indagine di tre anni sui presunti abusi di 251 membri del clero»), che citano la testata madrilena El País senza l’accento acuto sulla i.
[18 e 20 dicembre 2021]
Di Masaccio in peggio
Il poeta ciellino Davide Rondoni sulla prima pagina sull’Osservatore Romano fa sfoggio di cultura imparaticcia e, trattando di miniatori medievali, scrive di «quel Franco Bolognese, di cui non sappiamo nulla, e che è pur citato da Dante insieme a Masaccio, Giotto, Odorisi da Gubbio». L’espressione «non sappiamo nulla» appare pertinente. Consigliamo a Rondoni di ripassare almeno un po’ di storia dell’arte: Masaccio nacque nel 1401, ottant’anni dopo la morte di Dante, quindi appare improbabile che il Sommo Poeta abbia citato un pittore non ancora concepito dai suoi genitori. Quanto a «Odorisi da Gubbio», si chiamava in realtà Oderisi.
[17 dicembre 2021]
Giochi pericolosi
Michela Tamburrino sulla Stampa, occupandosi delle nomine in Rai, parla di «gioco del risico». Tenuto conto che nell’ente radiotelevisivo di Stato i dipendenti che rosicano sono molto più numerosi di quelle che risicano, il sostantivo che si doveva usare (entrato nell’uso comune fin dal 1968) è Risiko, voce di origine tedesca derivata da un «gioco da tavolo in cui si simula una guerra fra più eserciti; scopo di ogni giocatore è la conquista del dominio mondiale in battaglie il cui esito dipende da lanci di dadi», estensivamente «situazione di scontro globale, in genere fra soggetti economici» (Lo Zingarelli 2022).
[16 dicembre 2021]
Mi si è rotta la salma
Titolo del Corriere della Sera per il decesso di Lucia Hiriart, vedova di Augusto Pinochet: «Muore la dictadora. Il Cile va al voto all’ombra di Pinochet (più spaccato che mai)». La salma del dittatore cileno si è spezzata a metà? No? Allora bisognava scrivere «Il Cile va al voto (più spaccato che mai) all’ombra di Pinochet».
[18 dicembre 2021]
Veri futuristi
Titolo dalla prima pagina della Verità: «L’horror sexy di Marinetti che festeggio le nozze con una mummia rediviva». All’interno, il testo è firmato «Fillippo T. Marinetti». Futurismo puro.
[19 dicembre 2021]
Apostrofi alla mantovana
Lettera dalla Gazzetta di Mantova: «Al rientro presso la mia abitazione ricevo una telefonata dal medico di famiglia minacciosa ed all’armante». Eh, quante storie per un apostrofo in più, che sarà mai.
[17 dicembre 2021]
Un uomo chiamato camion
Su Specchio, settimanale della Stampa, l’intervista con Maurice Lévy, presidente del gruppo Publicis, firmata da Alain Elkann (che è il padre dell’editore e quindi dovrebbe essere trattato con ogni riguardo), è corredata da due foto con un’unica didascalia, che qui riportiamo alla lettera, strafalcioni inclusi: «Maurice Levy pggi e sopra conMarcel Bleustein Blanchet». Nella foto piccola compare Lévy, in quella grande un camion della Coca-Cola. Può anche darsi che al volante ci fosse Marcel Bleustein-Blanchet, fondatore della società oggi presieduta dall’intervistato, però non si riesce a scorgerlo...
[5 dicembre 2021]
Virtù civiche
Aldo Bonomi sul Sole 24 Ore, sotto il condivisibile titolo «Sono le virtù civiche che generano crescita, non il contrario», scrive cose non altrettanto condivisibili: «A muoverle è il radicamento territoriale tipico del nostro modello di capitalismo famigliare, più che la benevolenza filantropica, che è qualcosa di molto più concreto e “caldo” rispetto agli schemi tiepidi della Corporate social responsibility e anche qualcosa di diverso dal give back anglosassone imperniato sulla scissione tra momento del profitto e della beneficienza». La frase è contorta, familiare sarebbe stato preferibile a famigliare e beneficenza non vuole la i.
[14 dicembre 2021]
Verità olofrastiche
Titolo della Verità per la rubrica La scommessa di Cesare Lanza: «Credenti o non, è indispensabile il rispetto delle sensibilità». L’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no, come insegna il linguista Luca Serianni. Quindi bisognava scrivere «Credenti e no».
[8 dicembre 2021]
Geometria creativa
Carlo Macrì, inviato a Ravanusa dal Corriere della Sera, afferma che l’esplosione di gas ha danneggiato «decine di altri stabili in un raggio di 400 metri quadrati». Difficile che un raggio possa essere espresso in metri quadrati, trattandosi della metà del diametro della circonferenza. Delle due l’una: o il raggio era di 400 metri e la superficie investita dalla deflagrazione di 502.560 metri quadrati, oppure la superficie devastata era di 400 metri quadrati e il raggio di 11,28 metri. Jacopo Strapparava su Anteprima ha ripreso pari pari lo svarione, rendendosene conto solo il giorno dopo. Il che gli fa molto onore.
[13 dicembre 2021]
Siamo noi mica tanto
Su Libero, un toccante articolo dedicato da Renato Farina alla tragedia di Ravanusa è stato intitolato «Il dolore non è così distante: Ravanuso siamo noi». Invece è così distante che in redazione manco sanno come si scrive.
[14 dicembre 2021]
Attimi di momento
Su Domani, un giornalista di lungo corso come Enrico Deaglio parla della Procura di Milano e di «un suo breve momento di integrità». Poiché momento significa «minima frazione di tempo», ci chiediamo come farà una minima frazione di tempo a essere ancora più minima.
[12 dicembre 2021]
Tautologie ebraiche
Sommario dal Fatto Quotidiano: «Battaglia legale. Il nipote dell’aristocratico chiede beni per 10 milioni. Una vittoria gioverebbe ai parenti delle vittime ebree della Shoah». Affermazione tautologica. Non esistono vittime della Shoah che non siano ebree, giacché questo sostantivo femminile designa unicamente «lo sterminio degli Ebrei a opera dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale» (Lo Zingarelli 2022).
[10 dicembre 2021]
Come se le notizie fossero pecore
Sommario dalla Verità: «Ai cittadini vengono nascoste le notizie scomode, come fossero davvero delle pecore». Le notizie ovine costituiscono una novità assoluta.
[8 dicembre 2021]
Essere o avere
In un articolo su Domani, Paolo Morando infila questa perla: «Il nome di Guido Rossa, probabilmente, senza quel delitto sarebbe resistito oggi al più nella cultura alpinistica italiana». Il verbo resistere richiede l’ausiliare avere, come dovrebbe essere ben noto a Morando, autore di quattro corposi saggi per Laterza, nell’ultimo dei quali, Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri, cita l’autore della presente rubrica per un’intervista in cui Michel Thoulouze parlava della tragica fine di Enrico Mattei. Tuttavia, «amicus Plato, sed magis amica veritas».
[9 dicembre 2021]
Omo e umano
Incipit di un articolo di padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, apparso sull’Osservatore Romano nelle due pagine celebrative per i 30 anni dalla morte di Pier Vittorio Tondelli, la cui opera prima, Altri libertini, fu sequestrato nelle librerie per ordine del procuratore generale dell’Aquila, Donato Massimo Bartolomei, con l’accusa di oscenità: «La letteratura è un fatto umano». Ma tu guarda. Pensavamo che fosse un fatto animale.
[11 dicembre 2021]
Varianti inspiegabili
Sommario dal Fatto Quotidiano: «Omicron. La variante è irrilevante tra i malati gravi e morti più non vaccinati». Tutto chiaro.
[8 dicembre 2021]
Scherzare con il fuoco e con l’acqua
Conclusione di un’intervista con Goffredo Bettini, ex senatore del Pd, che Carlo Bertini firma sulla Stampa: «Chi vuole tagliare le ali alla Repubblica rischia di giocare con il fuoco e di aumentare le acque dell’astensionismo». Vorrà dire che le seconde spegneranno il primo.
[5 dicembre 2021]
Prima di trasferirsi, è nata
Da Domani: «Prima di trasferirsi a Roma per lavoro, Gabriella Caramore è nata nel 1945 a Venezia e ha studiato a Padova». Per fortuna che è nata, altrimenti come avrebbe potuto trasferirsi a Roma e studiare a Padova?
[9 dicembre 2021]
Ascensore per il patibolo
Dalla Gazzetta di Mantova: «In questa fase di ristrutturazione verrà anche installata un’ascensore». Il gender dilaga. L’ortografia no.
[13 dicembre 2021]
Parole per ricordare, e da dimenticare
Francesca Nunberg presenta sul Messaggero l’interessante Parole per ricordare. Dizionario della memoria collettiva (Zanichelli) di Massimo Castoldi e Ugo Salvi, che contiene 7.000 voci tratte dalla pubblicità, dalla tv, dalla cronaca, dal gergo politico, dal linguaggio sportivo, dai modi di dire, dai dialetti, per esempio quattro salti in padella, carrambata, Dadaumpa, bimbominkia, Radio Belva, Ginettaccio. A Castoldi, docente di filologia italiana a Pavia, Nunberg fa pronunciare questa frase: «Abbiamo esplorato una zona della lingua non rappresentata dai dizionari di uso e dalle enciclopedie. Normalmente se cerco azzeccagarbugli in un dizionario non lo trovo, e se lo trovo non so cosa rappresenti per la collettività». L’affermazione è sorprendente, tanto più provenendo dal compilatore di un dizionario che è anche studioso della lingua. Si dà infatti il caso che azzeccagarbugli (avvocato da strapazzo), vocabolo derivato dal nome di un celebre personaggio manzoniano dei Promessi sposi, figuri non solo nello storico Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia ma anche in tutti gli altri: Devoto-Oli, Treccani, De Mauro, Hoepli, Garzanti, solo per citarne alcuni, incluso Lo Zingarelli 2022 della Zanichelli, che è la stessa casa editrice di Parole per ricordare. Nunberg, poi, ci mette del suo con questo incipit: «Perché se invece del mitico E che, c’ho scritto Jo Condor? col passare degli anni il nome dell’avvoltoio di Carosello è diventato Giocondo, significa che avete bisogno di un dizionario». Evidentemente non ha letto la nota d’uso dello Zingarelli su elisioni e troncamento: «La particella pronominale o avverbiale ci si elide soltanto davanti a e o i: c’è, c’era, c’eravamo, c’incontrammo, ma non c’andai, c’urlò, bensì ci andai, ci urlò».
[11 dicembre 2021]
Il tempo di Veltroni
«Carmen Consoli è una donna coraggiosa, intelligente, piena di curiosità. Ama il tempo, la musica, i numeri, il sogno, suo figlio che cresce da sola, come fanno tante donne. E anche qualche uomo». Questo l’attacco di un’intervista, stesa su due pagine, firmata da Walter Veltroni sul Corriere della Sera. «Ama il tempo»? Che significa? Ama il tempo reale? il tempo libero? il tempo pieno? il tempo perso? il tempo lungo? il tempo forte? il tempo siderale? il tempo binario? il tempo ternario? il tempo semplice? il tempo composto? il tempo da cani? il tempo da lupi? il tempo delle mele? A tempo debito forse Veltroni ce lo spiegherà.
[10 dicembre 2021]
Opposte tifoserie
Sommario dalla Verità: «I pediatri italiani tifano apertamente per la puntura. I dati indicano l’opposto». Quindi i dati indicano che i pediatri non tifano per la puntura. Qui occorre decidersi.
[8 dicembre 2021]
Indovina chi viene a cena
Serenella Bettin racconta su Libero la rapina compiuta da banditi con accento straniero nella villa di Fernando Renè Caovilla, noto produttore di calzature femminili d’alta moda: «Entrano in casa all’ora di cena, così è più facile farsi dare i soldi». Com’è noto, all’ora di pranzo gli industriali sono tutti spilorci.
[10 dicembre 2021]
La carica di Quagliariello
Il senatore Gaetano Quagliariello, ex Forza Italia oggi confluito nel partito di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, intervistato da Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano dichiara: «Fossi in Berlusconi non imposterei questa partita come l’ultima carica di Bataklava». Deve aver fatto confusione tra la Guerra di Crimea e la strage del Bataclan. Quella combattuta sul mar Nero il 25 ottobre 1854, con la famosa carica della cavalleria britannica contro l’esercito russo (rimasta nella storia come la Carica dei Seicento), fu la battaglia di Balaklava o Balaclava, dal nome della cittadina ucraina.
[10 dicembre 2021]
Tutto chiaro/1
Intervento su Libero della parlamentare bolzanina Michaela Biancofiore: «La notizia della grazia da parte del Presidente Mattarella al terrorista altoatesino Heinrich Oberleitner, lascia sgomenti anche perché più volte oggetto di mie interrogazioni anche in via diretta, alle quali il governo ha negato ipotesi». A parte la virgola fra soggetto e verbo, tutto chiaro.
[11 dicembre 2021]
Tutto chiaro/2
Così Federica Bandirali, sulla pagina Facebook del Corriere della Sera, descrive la cartolina di Natale 2021 del duca e della duchessa di Cambridge: «Kate sorride raggiante al fotografo con un vestito color cachi, mentre la principessa Charlotte indossa un delizioso con un vestito a quadretti. Per George una t-shirt mimetica e pantaloncini grigi, mentre il principe Louis siede a gambe incrociate sul davanti a tutti con una stilosa polo a righe sottilissime». A parte il fotografo con un vestito color cachi, tutto chiaro.
[11 dicembre 2021]
Titoli alla cieca
Titolo di Avvenire su Davide Giri, l’italiano assassinato a coltellate a New York: «“Ucciso da male cieco”». Pensa se ci avesse visto.
[5 dicembre 2021]
In tre sul Quirinale
Il Giornale intervista Clemente Mastella, che azzarda le sue previsioni per il Quirinale, riassunte in questo titolo: «“Berlusconi favorito. Possono farcela anche Gentiloni e Casini”». In tre sul Lucky Lady.
[5 dicembre 2021]
A nord del po’
Su Affari & Finanza della Repubblica, parlando dei magnati che si trasferiscono a vivere in Svizzera, Franco Zantonelli ci fa sapere che «sono un pò più che ricchi» e che «non sono grandi numeri, anzi sono piccoli». Al netto del po’ accentato, chissà perché ci ricorda un’espressione cara a Enzo Biagi: «È incinta, ma appena appena».
[6 dicembre 2021]
Mantovani, vil razza dannata
Titolo dalla Gazzetta di Mantova: «A Mantova i non vaccinati sono ancora più di 50 mila». Tenuto conto che al 1° gennaio 2021 Mantova contava 48.755 abitanti, raccomandiamo vivamente di tenersi alla larga dalla città dei Gonzaga.
[5 dicembre 2021]
Tempi repubblicani
Durata dell’ovazione riservata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la prima del Macbeth di Giuseppe Verdi alla Scala di Milano, in ordine decrescente, stando ai resoconti degli organi d’informazione. Corriere della Sera 6 minuti; La Stampa 6 minuti; Il Sole 24 Ore 6 minuti; Avvenire 6 minuti; Il Fatto Quotidiano 6 minuti; Il Giorno 6 minuti; Il Messaggero 6 minuti; Libero 6 minuti; Notizie.it 6 minuti; Il Giornale 5 minuti; Giornale di Sicilia 5 minuti; La Repubblica (edizione nazionale) 5 minuti; La Repubblica (edizione di Milano) 4 minuti; Fanpage.it 4 minuti. Media: 330 secondi, pari a 5 minuti e mezzo. L’orologio ha fatto il suo tempo.
[8 dicembre 2021]
Ogni botte dà il vino che ha
Conclusione di un articolo di Filoreto D’Agostino, già magistrato del Consiglio di Stato, oggi in pensione, sul Fatto Quotidiano, dal titolo «Il Csm à la Cartabia nasce già “storto”»: «Si dimentica che il buon magistrato è come il buon vino: invecchiando migliora». E quando invece sa di tappo, che si fa?
[9 dicembre 2021]
Pane, castità e fantasia
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Castità e fantasia: così l’intimità della coppia». Bei tempi quando a eccitare la fantasia bastavano pane e amore, invece della castità.
[5 dicembre 2021]
Portatevi la transenna
Dalla pagina Facebook della Stampa: «Multe fino a 1000 euro per chi sale sul bus senza Green Pass e transenne, scatta l’operazione sicurezza». Siete avvertiti: per viaggiare in autobus, dovete portare con voi una barriera mobile.
[3 dicembre 2021]
Il giornale di chi ha studiato all’university
Il Sole 24 Ore pubblica un’intervista con Isabella Weber, presentata come «economista della Amherst University del Massachusetts» e «autrice del libro How China escaped shock therapy, molto apprezzato dal Financial Times». La Amherst – basta consultare il sito umass.edu – si chiama in realtà University of Massachusetts Amherst, non il contrario. E il titolo completo del saggio è How China escaped shock therapy. The market reform debate (la parte omessa è rilevantissima).
[1° dicembre 2021]
Che fa, concilia?
Nella rubrica Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica, don Filippo Di Giacomo, incardinato nella diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, guarda già all’anno 2025 e afferma che il giornalista Nikos Tzoitis (qui chiamato Niko, alla ciociara) scrisse nel 2014 della coincidenza del giubileo con i 1700 anni del concilio di Nicea. Il primo concilio ecumenico si tenne infatti nel 325 e viene così sintetizzato da Di Giacomo: «Il “Credo” che tutti i cristiani recitano nelle rispettive liturgie, si deve agli oltre 300 vescovi riuniti, a maggio e a giugno di quell’anno, a Nicea». Sorvolando sull’inutile prima virgola, il reverendo giornalista sbaglia, perché il Credo odierno è quello di Nicea, ma integrato nel 381 dal successivo concilio ecumenico di Costantinopoli e detto per questo «niceno-costantinopolitano». I vescovi poi furono probabilmente circa 250, riuniti forse tra giugno e luglio, mentre ancora più intricata è la questione della Pasqua. Questa fu definita per opporsi alla sua celebrazione nella data ebraica adottata in diversi luoghi dai cristiani, ma certo non venne risolta dal concilio niceno con «decisione univoca fino alla riforma del calendario gregoriano del 1582», come sostiene il chierico. Il quale profonde cultura al popolo, ma inzeppata di inesattezze che anche solo la consultazione di buone fonti in Rete gli avrebbe evitato.
[3 dicembre 2021]
La Svimez è femminile
Titolo sulla prima pagina della Verità: «Così la Corte dei conti fa il contropelo agli sprechi dello Svimez». Preposizione articolata sbagliata: l’acronimo sta per Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, quindi si scrive «la Svimez» e «della Svimez», come peraltro si può leggere sul sito ufficiale.
[6 dicembre 2021]
I lettori sbagliano, i giornali pubblicano
Ismaele Vipera invia una lettera a Robinson, supplemento culturale della Repubblica, che la dà alle stampe senza fare una piega: «Vi chiedo cortesemente un approfondimento delle opere di Riccardo Bacchelli. Ricordando la sua opera famosa Il mulino del Po oggi edita da Mondadori. Tra l’altro è stato autore della legge Bacchelli». Si può dire che i lettori stanno eguagliando, quanto a scemenze, i giornalisti. La legge numero 440 dell’8 agosto 1985, che eroga un assegno straordinario vitalizio a coloro che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport e versino in condizioni d’indigenza, fu ispirata dal professor Maurizio Vitale, docente di storia della lingua italiana alla Statale di Milano, scomparso nell’ottobre scorso all’età di 99 anni. Venne ribattezzata legge Bacchelli in quanto il primo a usufruirne avrebbe dovuto essere lo scrittore bolognese. In realtà egli non riscosse mai l’assegno, perché morì due mesi dopo, l’8 ottobre 1985.
[13 novembre 2021]
Una pacca sotto il girovita
Emanuele Beluffi sul Giornale: «Quando una giornalista viene molestata in diretta tv e le notizie di femminicidio e violenza sulle donne occupano le cronache quasi con la stessa frequenza degli incidenti stradali vuol dire che siamo arrivati al giro di vite». E anche al girovita.
[5 dicembre 2021]
Dormire nell’hotel di Mina
Dalla Gazzetta di Mantova: «Che i Fuggiaschi fossero nel giro importante è un dato di fatto, spesso fianco a fianco con Gianni Morandi, Rita Pavone, Domenico Modugno, persino una volta nello stesso hotel con Mina». È un dato di fatto che una volta dormimmo nello stesso hotel in cui alloggiava Milva, pur senza essere i Fuggiaschi: bastò pagare il conto.
[2 dicembre 2021]
Maggioranze squalificate
In un editoriale dedicato a Generali e Consob, Laura Serafini rileva sul Sole 24 Ore che «servono maggioranze qualificate, almeno quattro voti su cinque». Esistono forse altre maggioranze su una base di 5 voti? Cinque su 5 si chiama unanimità. E 3 su 5 non è una maggioranza qualificata.
[5 dicembre 2021]
Il vaiolo di Zoro
Diego Bianchi, alias Zoro, incontra Simona Saluzzo di fronte all’ospedale centrale di Vienna, dove si occupa di Hiv, nel reparto di infettivologia. E sul Venerdì di Repubblica registra questa sua dichiarazione: «Adesso sembra una cosa nuovissima ma in realtà c’è già l’obbligo vaccinale per la maggior parte dei vaccini. Morbillo, epatite, vaiolo, poliomelite, tetano, insomma, bisogna vaccinarsi». A parte che si scrive poliomielite, dal testo non si capisce dove esistano già questi obblighi vaccinali, se in Austria o in Italia. Sta di fatto che, nel primo Paese, l’unico vaccino obbligatorio al momento è quello contro l’epatite B. Invece in Italia le vaccinazioni obbligatorie sono 10 nella fascia di età da 0 a 16 anni (contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae tipo B, morbillo, rosolia, parotite, varicella). L’obbligatorietà per le ultime quattro è soggetta a revisione ogni tre anni in base ai dati epidemiologici e alle coperture vaccinali raggiunte. Né in Austria né in Italia si vaccina più contro il vaiolo, come asserito da Saluzzo senza che Bianchi trovasse alcunché da obiettare. L’eradicazione mondiale di questo morbo fu ufficialmente dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità l’8 maggio 1980. L’ultimo caso di vaiolo umano fu registrato il 26 ottobre 1977 a Merka, in Somalia. Ci pare grave che la scienziata Simona Saluzzo, nel giorno in cui «una sua pubblicazione è uscita su Immunity (il giornale di immunologia più importante al mondo)», come scrive Bianchi alias Zoro, non ne sia al corrente.
[3 dicembre 2021]
Questo titolo è una bestemmia
Titolo dal Fatto Quotidiano: «La giostra isterica del Dio pallone in Piazza Affari». Trattasi di bestemmia involontaria, dettata da scarsa conoscenza della lingua italiana. Dio con la maiuscola – come si legge sullo Zingarelli 2022 – è l’essere supremo concepito nelle religioni monoteistiche come il creatore dell’universo. Quando ci si riferisce alla divinità nelle religioni politeiste, o a persona dotata di eccellenti qualità o a cosa tenuta in altissima considerazione, come se fosse oggetto di culto, si scrive dio, con la minuscola.
[5 dicembre 2021]
Figli di un podio minore
Flavio Vanetti, parlando sul Corriere della Sera della terza classificata nel SuperG di Lake Louise, Miriam Puchner, scrive che ha «rimediato solo un podio minore». Credevamo che la terza salisse sul gradino più basso, non che avesse un podio, il più piccino, tutto per lei.
[6 dicembre 2021]
Mephisto sta diventando un buon diavolo
Il coltissimo Mephisto Waltz, forse stanco di farsi cogliere in fallo, ha cominciato a prestare più attenzione nel compilare la sua rubrica domenicale sul Sole 24 Ore. Diciamo che sta diventando un buon diavolo: dai peccati mortali è passato a quelli veniali. Nell’ultima puntata, cita il Saggio sui potenti di Piero Melograni, però sbaglia il nome della famosa collana in cui fu pubblicato (Saggi tascabili Laterza), chiamandola «Collana tascabili Laterza». Poi ricorda due biografie scritte dallo stesso Melograni ma, curiosamente, della prima riporta solo il sottotitolo (La vita e il tempo di Amadeus Mozart), per di più in modo errato (manca «Wolfgang»), dimenticando il fulminante titolo, Wam. Mentre della seconda cita il titolo, Toscanini, e omette il sottotitolo. Quando si dice l’uniformità nella scrittura. Più avanti, attribuisce a Wernher von Braun, il fisico che progettò il missile V2 nella Germania nazista e poi divenne capo del programma spaziale della Nasa, il ruolo di Sturmbannführer, anziché di SS Sturmbannführer. Non è un dettaglio irrilevante, visto che il grado venne utilizzato anche da altre organizzazioni, per esempio SA (camicie brune) e NSFK (Corpi di volo nazionalsocialisti).
[6 dicembre 2021]
Addio ai tubi
La Stampa intervista Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, a un anno dalla morte del campione. Titolo: «“Avrei tenuto Paolo anche attaccato ai tubi. Poi ho detto basta”». Da calciatore a idraulico.
[5 dicembre 2021]
Se il carcere non fa il suo, tu fatti i tuoi
Titolo dato da Avvenire a un editoriale di Ferdinando Camon: «Se il carcere non fa il suo. Essere “buoni solo a questo”». E pensare che ci vorrebbe così poco a seguire il consiglio dell’ex senatore Antonio Razzi: «Fatti li cazzi tua!».
[4 dicembre 2021]
Dattiloscrivere a mano
Felice Manti si occupa sul Giornale di una storiaccia «che sta togliendo il sonno a Sigfrido Ranucci, conduttore di Report». In ballo ci sarebbe «un elenco di accuse pesanti: servizi confezionati ad arte, mobbing tra le scrivanie, relazioni sessuali con colleghe». Manti riferisce che «una serie di copie dattiloscritte a mano sarebbero state inviate per lettera sia ai vertici Rai sia al capo del personale». Il che è impossibile: il dattiloscritto è un testo battuto a macchina, quindi non può essere vergato a mano.
[25 novembre 2021]
Scrittura nuova di pacca
Incipit di un servizio a firma Serenella Bettin su Libero: «E però adesso basta, dài. Che una pacca certamente sconveniente diventi però un affare di Stato, anche no». Premio New Dada 2021.
[4 dicembre 2021]
Sconti mantovani
Pubblicità di un jeans per uomo sulla Gazzetta di Mantova: «Listino 19,90. Promo 39,90. 48,72% di sconto». Queste sì che sono promozioni!
[4 dicembre 2021]
I miracoli di Gesù secondo Fini
In uno strampalato articolo sul Fatto Quotidiano, che si apre con l’intera trascrizione di Storia d’amore, canzone di Adriano Celentano datata 1969, Massimo Fini si avventura in una dissertazione volta a dimostrare che «tutto l’empireo giudaico-cristiano è coniugato al maschile»: «Dio, in quanto padre, è maschio. Suo figlio pure. Anche se su Cristo grava l’ombra di omosessualità» (quest’ultima annotazione si riferisce a una tesi contestata dalla stragrande maggioranza degli studiosi e per di più basata su frammenti di un supposto Vangelo apocrifo che molti specialisti ritengono un falso moderno). Dopodiché, per rafforzare la propria tesi, Fini tira in ballo i miracoli, citandone peraltro solo due: «Cristo resuscita Lazzaro e rende la vista a un cieco. La sola volta in cui si occupa di donne è quando lava i piedi alla Maddalena». La sola volta? Se così fosse, nemmeno quella, perché non è Gesù che lava i piedi alla Maddalena ma viceversa. Premesso poi che i miracoli di Gesù sono 37 (incluse tre risurrezioni), e non due, proviamo a consultare i Vangeli, esercizio che Fini dimostra di aver compiuto di rado. Gesù resuscita la figlia di Giàiro (Matteo 9, 18-26; Marco 5, 21-43; Luca 8, 40-56). Gesù guarisce la colonna vertebrale di una donna inferma da 18 anni (Luca 13, 10-17). Gesù guarisce la suocera di Pietro (Matteo 8, 14-15; Marco 1, 29-31; Luca 4, 38-39). Gesù guarisce una donna che da 12 anni soffriva di emorragie (Matteo 9, 20-22; Marco 5, 25-34; Luca 8, 43-48). Gesù libera dai demoni la figlia di una donna cananèa (Matteo 15, 21-28; Marco 7, 24-30). Nota d’uso per Fini: non sono numeri da giocare al lotto.
[1° dicembre 2021]
Vesciche leggendarie
«Stiamo bene», dice alla Repubblica il primo italiano contagiato dalla nuova variante Omicron del coronavirus. L’ingegnere dell’Eni rientrato dal Mozambico è in isolamento con la famiglia. Nel titolo si legge: «Il viaggio in auto Milano-Caserta da positivo: “Ho evitato i contatti”». Ha resistito per oltre ore 8 oppure lungo i 750 chilometri del tragitto ha fatto pipì nell’auto?
[29 novembre 2021]
Gogna senza reato
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Morisi messo alla gogna senza commettere reati». Quindi metterlo alla gogna non costituiva reato? Oppure è stato messo alla gogna nonostante non si fosse macchiato di reati?
[1° dicembre 2021]
Congiuntivite
Dall’intervista con Oscar Farinetti sulla scomparsa di Ennio Doris, pubblicata dal Corriere della Sera: «La notizia della sua morte mi addolora profondamente perché sapevo che non stesse più bene come un tempo». Si sente male anche la coniugazione del verbo.
[25 novembre 2021]
Tutti, anzi no
Domani scrive che «in India l’aria tossica e inquinata uccide circa 7 milioni di persone ogni anno ed è responsabile di circa il 18 per cento di tutti i decessi». Titolo: «India. Tutti i decessi causati dall’inquinamento». Quando si dice avere le idee chiare.
[22 novembre 2021]
Caselle e casette
Sulla Repubblica, Alessia Gallione parla della tassa sui rifiuti e di «671.531 bollettini che sono già arrivati o stanno arrivando nelle caselle postali, in gran parte fisiche, dei milanesi». Evidentemente confonde le caselle con le cassette postali. Infatti due righe dopo scrive che sono 65.423 i cittadini che hanno aderito al servizio «Tari via mail». Per il dizionario, le caselle postali sono compartimenti numerati affittati a privati presso gli uffici postali per ricevere la corrispondenza (così come su Internet vi sono le caselle di posta elettronica). Quelle «fisiche» cui si riferisce Gallione si chiamano cassette postali.
[22 novembre 2021]
Piano Solo
Titolo di spalla sulla prima pagina nel Fatto Quotidiano: «All’Africa solo briciole: solo il 3% dei vaccini». Il famoso piano Solo.
[1° dicembre 2021]
Fette di Salamone
Titolo dal Sole 24 Ore: «Isole Salamone nel caos per le rivolte anti cinesi». Un caso di prosciutto sugli occhi: si chiamano Salomone.
[26 novembre 2021]
Sotto zero
Titolo dalla Verità: «La scopritrice della variante: “Tra gli infetti, zero ricoveri e vittime”». Quindi nessun ricovero però vari decessi? No? Allora bisognava scrivere: «Né ricoveri né vittime».
[30 novembre 2021]
Esce fuori o esce dentro?
Incipit di un articolo di Simonetta Fiori nelle pagine culturali della Repubblica: «Dopo ottant’anni escono fuori dal silenzio in cui erano stati seppelliti». È vero che l’espressione con valore rafforzativo è contemplata dai dizionari. Ma rimane un dubbio: come si farà a uscire dentro?
[21 novembre 2021]
Come dare i numeri
Didascalia da Libero: «A sinistra, l’albergo di Sarsina (località Casalecchio, Forlì): l’edificio è del XVII° secolo». I numeri romani sono già l’espressione grafica dei numerali ordinali (XVII sta per diciassettesimo), quindi non vanno mai seguiti dall’esponente «°», necessario solo quando, per indicare l’ordinale, si usano le cifre arabiche («17°»).
[24 novembre 2021]
Miraggi natalizi a Mantova
A proposito della pandemia, il lettore Luigi Cavalieri scrive alla Gazzetta di Mantova: «E, siccome il trend pare destinato a continuare, così da prevedere il picco a Natale, il dover tornare in zona gialla non è solo un miraggio». Quale grazia! Tu scendi dalle stelle.
[17 novembre 2021]
Il collega (uomo)
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Giornalista molestata dai tifosi e il collega (uomo) minimizza». Se è il collega, ci pare improbabile che potesse trattarsi di una donna, quindi la precisazione posta fra parentesi è superflua. Anche se, dati i tempi, non si sa mai.
[29 novembre 2021]
Parbleu! «Lui» diventa «elle»
Michele Serra nella sua rubrica L’amaca sulla Repubblica: «In Francia, con le migliori intenzioni, alcuni vorrebbero introdurre un nuovo pronome neutro, “iel” che si aggiunga al femminile “lui” e al maschile “elle”, per indicare chi non accetta di definirsi femmina o maschio». Dovrebbe essere il contrario (al femminile elle e al maschile lui), a onor del vero, ma non osiamo contraddirlo. Il gender dilaga.
[20 novembre 2021]
Sabati Gentili
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Vengono giustificate le manifestazioni “No vax” e “No green pass” che da ormai 18 settimane caratterizzano i nostri sabato pomeriggio». Stando sempre in tv, Gentili ha dimenticato come si scrive in italiano: a differenza degli altri giorni della settimana, che sono invariabili, sabato e domenica hanno regolarmente il plurale, come avverte un «Nota bene» sullo Zingarelli 2022, perciò il plurale di sabato è sabati. Del resto, Gentili è la stessa che domenica sera, nel programma Controcorrente su Rete 4, ha detto «persuàdere» anziché «persuadére».
[29 novembre 2021]
Sconti grammaticali
Maria Berlinguer sulla Stampa intervista Franca Leosini, conduttrice televisiva che si vanta «di essere stata la sola» a far parlare in carcere Rudy Guede, condannato a 16 anni per l’omicidio di Meredith Kercher, e le fa dire: «Il fine pena era già previsto per il 4 gennaio del 2022, l’avvocato a chiesto un ulteriore sconto di 45 giorni». In saldo anche la grammatica.
[24 novembre 2021]
Il secondo dei due non è il terzo
Maurizio Belpietro, direttore della Verità, cita nel suo editoriale Portogallo e Svezia: «I due Paesi hanno una popolazione più o meno equivalente, intorno ai 10 milioni, ma nel secondo dei due hanno vaccinato quasi l’88% dei cittadini». Difficile che potesse trattarsi del secondo dei tre, visto che sono soltanto due.
[23 novembre 2021]
Ruote incrociate
Titolo sullo sciopero dei taxi in prima pagina sul Tempo: «Le auto bianche incrociano le braccia dalle 8 alle 22». Bei tempi quando incrociavano le ruote.
[24 novembre 2021]
Ministero del...
Lorenzo Giarelli sul Fatto Quotidiano: «A invitare Renzi questa volta è il Gmis, acronimo di Global Manufacturing and Industrialisation Summit, una kermesse organizzata da Unido (l’agenzia dell’Onu che si occupa di Sviluppo industriale) e il governo degli Emirati, attraverso il ministero del». Piffero? Cappero? O forse dattero?
[23 novembre 2021]
Incensurati a rischio
Titolo dal Corriere del Mezzogiorno: «Foggia, operaio incensurato ucciso con un colpo alla testa. Il killer è il datore di lavoro che si è costituito». Si voleva evidenziare che è nata una nuova categoria professionale, quella degli incensurati? E sarebbe stato risparmiato, se fosse stato un operaio pregiudicato?
[20 novembre 2021]
Nessun dorma
Il Messaggero riporta una frase di Gina Lollobrigida, 94 anni, «da anni in lotta con la famiglia da quando nella sua vita è entrato Andrea Piazzolla: «La vita è mia ed io decido cosa farne. Fare dei regali ad Andrea e la sua famiglia è una cosa che riguarda me, nessun’altro». Si scrive nessun altro, senza apostrofo. Trattasi infatti di troncamento, non di elisione, e la regola da seguire è la stessa dell’articolo determinativo uno: si scrive un altro, non un’altro.
[21 novembre 2021]
Come ti spiaccico le parole
Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera: «Lei non spiaccica una parola d’italiano». E non solo lei. Le parole si spiccicano (dal verbo spiccicare, ovvero pronunciare chiaramente). Sono le zanzare che si spiaccicano sul muro.
[21 novembre 2021]
Bonomi chiede sgravi alle imprese
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Bonomi non vuol pagare la cassa integrazione e chiede altri sgravi fiscali alle imprese. Più il governo la riempie di soldi, più Confindustria chiagne e fotte». Il presidente di Confindustria chiede soldi alle imprese sotto forma di sgravi fiscali? No? Allora bisognava scrivere «chiede altri sgravi fiscali per le imprese».
[3 novembre 2021]
Occhio al sedere
Didascalia dal sito del Mattino di Padova: «Giulia Schiff, felice a bordo di un aeromobile militare. A destra la foto del suo sedere e delle gambe dopo essere stata presa a bastonate da sette sergenti maschi e una donna». Considerando che nella foto a sinistra si vede Giulia Schiff, ci pare che la specificazione «a destra» sia esornativa: siamo ancora in grado di distinguere una faccia da un posteriore.
[7 novembre 2021]
Elezioni dentro i partiti
Titolo dal Corriere della Sera: «Le parole dei leader non fermano i timori di elezioni anticipate dentro i partiti». Toh, almeno nei partiti si prospettano le elezioni anticipate. Per il Parlamento si vedrà.
[2 novembre 2021]
Pensieri Fini
Massimo Fini parla del Patto atlantico sul Fatto Quotidiano: «L’obiezione era allora comprensibile perché in presenza dell’Urss la Nato, vale a dire gli americani, perché la Nato è stata sempre un’organizzazione totalmente in mano agli Stati Uniti, anche se per pudore o piuttosto per mascherare la realtà vi si nomina a Presidente un danese, o come oggi, un norvegese». Tutto chiaro.
[16 novembre 2021]
Il Mephisto Furioso
Appuntamento settimanale con il coltissimo Mephisto Waltz e l’omonima rubrica su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore: «Fu così che nel palindromo 18-11-18 apparve il primo Mephisto Waltz». Spiace contraddirlo, ma dicesi palindromo «parola, frase, verso, cifra che si possono leggere sia da sinistra che da destra». Oro è un palindromo, o Anna, o anilina, o radar, o inni. Ma 18-11-18 letto da destra verso sinistra diventa 81-11-81. Dopodiché «il satanello dal multiforme ingegno», come si definisce, cita alla carlona il primo canto dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: «Piacciavi... a gradir questo che vuole darvi l’umile servo vostro», inanellando ben cinque errori su dieci parole, visto che i versi esatti sono questi: «Piacciavi, generosa Erculea prole, / ornamento e splendor del secol nostro, / Ippolito, aggradir questo che vuole / e darvi sol può l’umil servo vostro».
[21 novembre 2021]
Direzioni ballerine
Facendo le pulci a Marco Travaglio, in questa rubrica Stefano Lorenzetto indica Alessandro Sallusti come direttore del Giornale, salvo, tre notizie dopo, collocarlo alla direzione di Libero. Non è facile sbagliare e subito correggersi ma senza rendersene conto.
[19 novembre 2021]
Chi inventò il diesel common rail
Sul Corriere della Sera, in una pagina dedicata all’auto elettrica, Milena Gabanelli e Rita Querzè scrivono che alla Bosch di Bari «è stato inventato il diesel common rail». Non è così. Il sistema, ideato negli anni Trenta e già utilizzato sui motori navali e ferroviari durante la Seconda guerra mondiale, venne adattato all’auto grazie alla Fiat, con un gruppo di lavoro che coinvolgeva Magneti Marelli ed Elasis, società di ricerca della casa torinese affidata nel 1988 al fisico Mario Ricco. Il team di Elasis creò il brevetto, poi ceduto, per problemi finanziari, alla Daimler, che a sua volta coinvolse la Bosch.
[22 novembre 2021]
Colpi di sole novembrini
Titolo dal sito della Repubblica: «A Roma il 7 novembre 2021 è stato il giorno più caldo della storia. Raggiunti 26 gradi in città». Aveva ragione Bruno Martino: e la chiamano estate...
[9 novembre 2021]
Svoltare per restare immobili
Tobia De Stefano avverte su Libero (pagine di economia) che «ad Mps serve una svolta a 360 gradi». Tralasciando la d sovrabbondante, diremmo che una svolta a 360 gradi sia un caso di gattopardismo. O una manovra scriteriata che riporterebbe il Monte dei Paschi di Siena al punto di partenza.
[11 novembre 2021]
Grillini per il Tg2
Alessandro Sallusti cita nel suo editoriale in prima pagina su Libero il direttore uscente del Tg1, «lo sconosciuto Giuseppe Carboni, collega che aveva l’unico merito di aver fino ad allora raccontato con malcelata enfasi le gesta dei grillini per il Tg2». I grillini hanno compiuto gesta per il Tg2? No? Allora bisognava scrivere che Carboni aveva «raccontato per il Tg2 con malcelata enfasi le gesta dei grillini».
[18 novembre 2021]
Recovery alla francese
Titolo dalla Verità: «Con il Trattato del Quirinale finiremo per dare i fondi del Recovery a Parigi». C’è un Recovery a Parigi? No? Allora bisognava scrivere: «Finiremo per dare a Parigi i fondi del Recovery».
[19 novembre 2021]
L’Etna trasloca da Catania a Napoli
Titolo dal sito del Sole 24 Ore: «Auto circolanti, Napoli fanalino di coda». Testo: «La città dell’Etna è fanalino di coda anche sul tasso di motorizzazione, con ben 78 automobili circolanti ogni 100 abitanti». Vesuvio, inceneriscili!
[9 novembre 2021]
Giocarsi l’accento
Occhiello dall’Espresso: «Quarantatre parlamentari da giocarsi nella partita per il Colle». Già che ci si siete, giocatevi anche l’accento: si scrive quarantatré.
[7 novembre 2021]
Facci apostrofa Travaglio
Filippo Facci in prima pagina su Libero, nella rubrica L’appunto: «Travaglio, sull’intercettazione, scrisse pure un’editoriale». L’appunto stavolta dobbiamo muoverlo a lui, purtroppo.
[18 novembre 2021]
Il Grillo supposto
Incipit di un servizio in cui Luca De Carolis e Wanda Marra parlano di Giuseppe Conte sul Fatto Quotidiano: «Per restare leader dei 5Stelle l’avvocato deve uscire incolume dalla partita per il Quirinale. E ne dovrà discutere anche con Beppe Grillo, previsto a Roma domani». Significati di previsto, participio passato di prevedere, secondo Lo Zingarelli 2021: supposto, descritto in anticipo, contemplato. Grillo supposto a Roma? Per usare a spanne i participi non bastano due mani sole, proprio quattro ne servono?
[9 novembre 2021]
Gastronomi bolliti
Su Specchio della Stampa un’intera pagina gastronomica dedicata al bollito. Nel testo, e anche in un sommario, viene citata la «paerà», tipica salsa veronese ottenuta dal pane raffermo. L’autrice Sarah Scaparone meriterebbe più che altro uno scapaccione lieve e simbolico: si chiama pearà.
[14 novembre 2021]
A cena con lo zombie
Piero Degli Antoni affronta sul Quotidiano Nazionale il tema, sempre attualissimo, della persona petulante, ed esemplifica: «È lo sconosciuto commensale che ti trovi accanto e che per tutta la durata della cena ti parla: 1) del suo cane; 2) della sua bici; 3) del suo abbonamento a Reader’s Digest». Non sappiamo con chi vada a cena Degli Antoni, ma quasi certamente si tratta di zombie: Selezione dal Reader’s Digest ha cessato le pubblicazioni nel 2007.
[12 novembre 2021]
Scrittura elettrizzante
Alberto Fraja recensisce nelle pagine culturali di Libero il libro Atlante dei paesi che non esistono più di Gideon Defoe e prende in esame alcuni di questi reami o entità statuali. L’attacco è a dir poco folgorante: «Il regno di Baviera (1805-1918) finisce in vacca perché i fili del cervello del suo quarto re, Ludovico II, non sono tutti attaccati». Ha parlato l’elettricista.
[30 ottobre 2021]
Il Travaglio di Sallusti
Nel suo fondo in prima pagina, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, mazzuola Alessandro Sallusti: «Cita “i film di Giovannino Guareschi” (che non ha mai fatto film)». In effetti l’espressione sallustiana è imprecisa, anche se il senso della sineddoche appare chiaro: il direttore del Giornale intendeva riferirsi alla fortunata saga cinematografica di don Camillo, tratta dai libri dello scrittore parmense. Ma anche l’appunto travagliesco è sbagliato. Guareschi, nel 1963, fu regista e sceneggiatore, insieme con Pier Paolo Pasolini, del film La rabbia, ritirato dalle sale dopo poche settimane (Alberto Moravia aveva accusato Pasolini di essersi contaminato con un reazionario). Le sei pizze della pellicola sono tuttora custodite da Alberto Guareschi, figlio di Giovannino, nel Club dei Ventitré, la casa-museo di Roncole Verdi.
[14 novembre 2021]
Lancio nel nulla
Titolo in prima pagina sulla Stampa: «Il neonato lanciato ai soldati che i genitori non trovano più». Se i soldati sono introvabili, che fine avrà fatto il neonato lanciato fra le loro braccia?
[8 novembre 2021]
Il Dante di Veltroni
Walter Veltroni scrive in prima pagina sul Corriere della Sera: «Ci stiamo abituando a dire solo no, No a tutto. Il “bel paese dove il sì suona”, verso di Dante che rischiarava uno dei canti più cupi della Commedia, potrebbe ormai essere volto al suo contrario». Ma l’articolo il non compare nel verso dantesco: «Ahi Pisa, vituperio de le genti / del bel paese là dove ’l sì suona» (Inferno, XXXIII, 79-80). Se usi le virgolette, occorre precisione; se richiami e non citi esattamente, non metti le virgolette. Inoltre ci pare di poter aggiungere che l’imperfetto rischiarava è inappropriato: il verso di Dante rischiara ancora, e continuerà a farlo per sempre.
[11 novembre 2021]
Il tramonto dell’alba
«Heidi Klum, tramonto da urlo: un topless brutale, a 48 anni la foto più spinta», titola il sito di Libero. Il testo spiega che «l’immagine arriva direttamente da Mykonos, l’isola greca in cui si sta godendo un po’ di mare fuori stagione. “Sunrise Mykonos”, scrive la Klum in calce alla foto. Ed eccola su un terrazzo, al tramonto, alle sue spalle il mare». Tenuto conto che sunrise in inglese significa alba, e non tramonto, attendiamo fiduciosi l’urlo del direttore Alessandro Sallusti.
[15 novembre 2021]
Centra o non c’entra?/1
Marcello Radighieri affronta sulla Repubblica la crisi nella produzione di pere, pesche, susine e altra frutta: «Ancora una volta sembra centrare il clima». C’entra anche l’ortografia.
[12 novembre 2021]
Centra o non c’entra?/2
Marianna Aprile, caporedattrice di Oggi, segnala entusiasta un articolo su «Il partito di Fedez» della sua collega Annalisa Cuzzocrea: «Il punto lo c’entra oggi @la_kuzzo (avevamo dubbi?) su La Stampa». Urge farsi venire qualche dubbio almeno sull’ortografia.
[11 novembre 2021]
Prima pagina sottosopra
Nel titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano si legge: «Draghi ci spiegherà il perchè?», con l’accento sbagliato. Titolo sotto la testata: «Inflazione&tassi: perché è sbagliato avere paura». A parte la cervellotica abolizione degli spazi fra i due sostantivi e la e commerciale, chi lavora al piano di sotto non potrebbe dire a quelli del piano di sopra che perché richiede l’accento acuto e non grave?
[8 novembre 2021]
Carabiniere alla pari
Dal Corriere della Sera: «Il luogotenente Marzo Mazzone, in forza al Secondo Nucleo sicurezza di Milano, carabiniere alla pari della moglie». La locuzione alla pari si riferisce a «persona che svolge un lavoro, specialmente di istitutrice, governante e simili, inserita in una famiglia, ricevendo vitto e alloggio e talora una modesta retribuzione». Alla pari, nel senso di «allo stesso livello, allo stesso grado» o nel senso di «classificarsi, competere, considerarsi», richiede il con. In questo caso, la locuzione corretta doveva essere al pari di, che ha il significato di «come»: «Carabiniere al pari della moglie».
[2 novembre 2021]
Quando più te l’aspetti
Dall’Ansa: «Wilbur Smith, uno degli autori più prolifici e famosi al mondo, è morto sabato 13 novembre a Cape Town, in Sudafrica. Aveva 88 anni. A darne notizia è stato il suo sito: “Se n’è andato in modo inaspettato, dopo una mattinata di lettura e scrittura, con al fianco la moglie Niso”». Se c’è una cosa che ci si deve aspettare, soprattutto a 88 anni, è che la vita si concluda con la morte, ci pare.
[13 novembre 2021]
Stipendio in monetine
Filippo Merli nella rubrica Commenti di Italia Oggi: «In Italia stipendi più bassi rispetto al resto dell’Ue. In media un lavoratore guadagna il corrispettivo delle monetine gettate nella fontana di Trevi dai leader del G20». Al mese? Al giorno? All’ora? Ma, soprattutto, come ha fatto Merli a conoscere l’importo delle monetine? Potrebbe dircelo?
[6 novembre 2021]
Linguaggio confindustriale
Alla seconda riga di un suo articolo, Jacopo Giliberto cita «90 miliardi di metri cubi dell’odiosamato metano». Più avanti parla di «media avicola trilussiana». La prosa aulico-creativa, degna del Caffè di Pietro Verri, si legge sul Sole 24 Ore. Solo che nell’ultima colonna Giliberto evidenzia «un contributo alla manodopera nazionale». Forse intendeva scrivere occupazione, ma bisognerebbe chiedere al giornale della Confindustria.
[6 novembre 2021]
Fra nocino e grappa
Daniela Ranieri, penna di solito scintillante, sul Fatto Quotidiano affronta con questo incipit il tema della bocciatura del disegno di legge contro l’omotransfobia presentato da Alessandro Zan: «In questi giorni è diventata mainstream un’opinione che prima viaggiava solo in qualche canale criptato del dark web o in certi consessi alcolici della Garfagnana, dopo il nocino: se una legge approvata alla Camera non passa al Senato, la colpa non azzoppa la legge al Senato, ma di chi l’ha proposta, sostenuta e votata in entrambe le Camere». A giudicare dal periodo dopo i due punti, diremmo che in redazione al nocino preferiscono la grappa.
[30 ottobre 2021]
Gentilezza
Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. E Sergio Mattarella lo sa bene». Tenuto conto che il capo dello Stato è costretto a utilizzare una protesi acustica, non c’è peggior cieco di chi non si avvede delle gaffe.
[15 novembre 2021]
L’inverno di Nuzzi
Con la sua serie I grandi gialli, pubblicata da Specchio, settimanale della Stampa, Gianluigi Nuzzi non cessa mai di stupire. Nell’ultima puntata scrive: «Siamo nell’inverno del 1955, agli inizi di novembre». Segnaliamo al collega che l’inverno astronomico comincia il 21 dicembre e quello meteorologico il 1° dello stesso mese. Conclusione dell’articolo: «Quattro ergastoli inflitti ma Morandini si impiccherà nel 1960 nella sua cella con nove persone uccise in pochi mesi, dal novembre del 1955 al gennaio del 1956». Togliersi la vita in galera insieme con nove persone, l’ultima delle quali morta (ammazzata) quattro anni prima, è un esercizio davvero ragguardevole. Dal riassunto della vicenda che correda l’articolo apprendiamo infine che «tra il 1955 e il 1956, un serial killer colpisce nella Bergamasca». Trattasi di Vitalino Morandini, «nato nel 1961, bambino disciplinato». Talmente disciplinato che cominciò a uccidere addirittura sei anni prima di essere concepito nel ventre materno.
[14 novembre 2021]
Manutenzioni miliardarie
Secondo Carlo Macrì, mandato dal Corriere della Sera a Catanzaro per seguire lo scandalo del viadotto progettato da Riccardo Morandi e restaurato con materiali scadenti, i fratelli Eugenio e Sebastiano Sgromo, titolari della Tank di Lamezia Terme, si erano aggiudicati i lavori di manutenzione «per 25 miliardi di euro». Considerato che per il nuovo ponte Morandi di Genova si sono spesi 202 milioni di euro, quello di Lamezia Terme conveniva ricostruirlo. (Ovviamente, per il risanamento strutturale del cavalcavia calabrese l’Anas in realtà ha speso 1.000 volte di meno: 25 milioni di euro).
[4 novembre 2021]
Alla ricerca del casolare dilapidato
Enrico Franceschini sulla Repubblica si occupa di Terry Kelly, fermato per il sequestro della piccola Cleo Smith, «la bambina di quattro anni scomparsa dal campeggio in cui era andata in vacanza con la famiglia e liberata in un casolare dilapidato dopo diciotto giorni di affannose ricerche». Già il fatto che sia stato dilapidato un casolare pare singolare, ma che ciò sia avvenuto dopo che il medesimo era stato affannosamente cercato per 18 giorni è ancora più straordinario.
[5 novembre 2021]
Pensa che fenomeno
L’inserto culturale del Sole 24 Ore ricorda il traduttore Luigi Reitani, morto lo scorso 31 ottobre. Il sommario dell’epicedio suona lapalissiano: «Intellettuale finissimo, Reitani era capace di dedicare decenni all’edizione di un testo letterario (come le prose di Hölderlin) e di scrivere rapidamente articoli illuminanti sulle pagine della “Domenica”». Viene da pensare che finissimo sarebbe stato se avesse dedicato decenni per scrivere articoli illuminanti e sfornato rapidamente l’edizione di un testo letterario.
[7 novembre 2021]
L’Ora d’italiano
Il Corriere della Sera celebra L’Ora, glorioso quotidiano di Palermo chiuso nel 1992, nel quale lavorava Mauro De Mauro, il coraggioso cronista rapito e ucciso dalla mafia (il suo cadavere non fu mai ritrovato). Per l’occasione, pubblica il ricordo di Antonio Calabrò, che fece parte di quella squadra formidabile. Vi si legge questa frase: «Alcuni di noi redattori e dei commentatori politici avevamo in tasca una tessera del Pci». Poiché redattori (categoria cui apparteneva Calabrò) e commentatori politici erano soggetti ben distinti, l’avevamo appare improprio. Bastava scrivere: «Alcuni di noi – redattori e commentatori politici – avevano in tasca una tessera del Pci». O, volendo mantenere la prima persona plurale dell’imperfetto, ricorrere a una ripetizione: «Alcuni di noi redattori avevamo in tasca una tessera del Pci, così come alcuni dei commentatori politici». L’Ora esatta resta preferibile.
[7 novembre 2021]
Qualcosa non ha funzionato
Vincenzo Bisbiglia si occupa sul Fatto Quotidiano dell’inchiesta della Procura di Roma sulle mascherine anti Covid, una commessa da 1,2 miliardi di euro in cui «avrebbe fatto da mediatore Mario Benotti (giornalista Rai in aspettativa) che ha incassato come provvigione 12 milioni di euro pagate dalle ditte cinesi fornitrici». Non si comprende a chi sia riferito il participio al femminile. Subito dopo si chiede: «Ma come è funzionato il sistema delle certificazioni?». Il verbo intransitivo funzionare richiede l’ausiliare avere e non essere.
[25 ottobre 2021]
Ordine nella scrittura
Didascalia da Domani: «Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, aveva emesso un’ordinanza per chiedere ai No-pass di predisporre un servizio d’ordine». Lo stesso che con una virgola separa anche il soggetto dal verbo?
[7 novembre 2021]
Bollette agli estrogeni
«A Murano hanno chiuso otto fornaci. Non hanno retto all’aumento vertiginoso dei prezzi del gas, cresciuti quasi del 500%. Costi che hanno estrogenato le bollette», informa Laura Berlinghieri sulla Nuova Venezia, parlando dei maestri artigiani del vetro soffiato. Non ci eravamo mai imbattuti nel verbo estrogenare, di cui peraltro non si trova traccia nei dizionari. Trattandosi di una collega, ci procura un qualche imbarazzo dover richiamare il significato dell’aggettivo estrogeno secondo il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia: «Che produce l’estro venereo. — Anche sostantivato: sostanza che promuove le modificazioni periodiche del ciclo femminile culminanti con l’estro (e specialmente agisce in soggetti femminili immaturi o che hanno subìto l’ovariectomia)». Ci pare che gli attuali costi del metano, più che indurre all’accoppiamento, spingano alla depressione.
[27 ottobre 2021]
La calciatrice Lukashenko
«Come Tonya Harding. Psg, la calciatrice sprangata: “È stata la sua compagna”», titola in prima pagina Il Fatto Quotidiano. Accanto, una foto del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, meglio noto come l’«ultimo dittatore d’Europa». E il primo a cambiare sesso?
[11 novembre 2021]
Bocconiani alla resa dei conti
Su Domani (quotidiano diretto da Stefano Feltri, laureato in economia alla Bocconi proveniente dal centro di ricerca guidato dal professor Luigi Zingales presso la Booth school of business della University of Chicago), Mattia Ferraresi scrive che il saggio Io sono Giorgia di Giorgia Meloni ha venduto oltre 130.000 copie «con 4,5 milioni di fatturato». Ciò prova che a Domani l’unico capace di fare i conti è l’editore Carlo De Benedetti. Considerato infatti che il prezzo di copertina del volume è di 18 euro, per incassare 4,5 milioni Meloni avrebbe dovuto vendere 250.000 copie. Invece al 7 novembre erano 128.315, per un fatturato di oltre 2 milioni di euro, non 4,5.
[7 novembre 2021]
Questa Ferrari è un missile
Simonluca Pini presenta sul Sole 24 Ore la Ferrari SF90 Spider e rivela che «a bordo si ritrova il nuovo concetto Ferrari “occhi sulla strada, mani sul volante”». Invece i conducenti della Fiat 500 tengono gli occhi sulla campagna e le mani sul cascaingrembo (copyright Sergio Saviane)? Ma non basta: «La SF90 Spider si dimostra un vero e proprio missile cielo-terra». È notorio, soprattutto fra siriani, israeliani e palestinesi della Striscia di Gaza, che i missili vengono sparati da Marte e piovono sul Medio Oriente quando meno te l’aspetti. Qualcuno informi il recensore della real casa di Maranello che i missili a corta gittata lanciati da mezzi terrestri si chiamano terra-aria non cielo-terra. Vanno velocissimi anche quelli, eh.
[6 novembre 2021]
Repetita iuvant
Sempre sul Sole 24 Ore, in un trafiletto che compare accanto al panegirico della Ferrari SF90 Spider, Si-Pi (sarà mica Simonluca Pini, per caso?) c’informa che in Bugatti Rimac è stata avviata «la nuova era del marchio fondato da Ettore Bugatti». E dettaglia: «Come azionisti, il gruppo Rimac detiene il 55%, mentre Porsche il restante 45%. Il fondatore di Rimac Automobili Mate Rimac detiene il 55% e diventa Ceo di Bugatti Rimac, mentre Porsche possiede il 45%». Ok, abbiamo capito, non si tratta di un dato aritmetico di difficile comprensione.
[6 novembre 2021]
Tornano le accoltellate
Titolo da Libero: «Riaprono le discoteche, tornano le accoltellate». Solo donne? Dopo i femminicidi gli «accoltellicidi»? Poi leggi il testo e scopri che i feriti nelle risse sono maschi. Le accoltellate erano semplicemente le coltellate. Alla lingua italiana.
[8 novembre 2021]
Verso e versus
«Poi c’è l’asse “popolo verso élite”», scrive Maurizio Ferrera nel fondo di prima pagina sul Corriere della Sera. Sembra che il popolo vada verso le élite, mentre l’editorialista intende affermare il contrario. Avrebbe dovuto usare la preposizione versus, che l’inglese ha mutuato dal latino con il significato di «contro, in opposizione».
[8 novembre 2021]
Il vero pensiero di Andreotti
Fabrizio D’Esposito ricorda sul Fatto Quotidiano che la legge numero 194 del 1978 sull’aborto venne firmata da sei democristiani e osserva che, in seguito, «Andreotti rivelò che si era posto il problema della controfirma: con il rifiuto, però, “si sarebbe aperta una crisi e la Dc avrebbe rischiato di perdere Palazzo Chigi”». Non si sa da dove D’Esposito abbia tratto l’affermazione riportata fra virgolette, che lascia intendere un’unica preoccupazione dello statista: salvare la poltrona di premier e impedire che la Democrazia cristiana fosse estromessa dal governo. Ma a Stefano Lorenzetto, che gli aveva ricordato di come nel 1990 re Baldovino si fece sospendere per due giorni dalle proprie funzioni pur di non ratificare la legge sull’introduzione dell’aborto legale in Belgio, Andreotti inviò per iscritto le seguenti osservazioni: «Purtroppo non potei dimettermi perché eravamo sotto lo scacco delle Brigate rosse che avevano ucciso Moro e che incombevano come minaccia terribile sulla Nazione. È il giorno che ricordo con maggiore tristezza. Il fronte abortista (sinistra e destra) era spietato. Non avendo voluto sospendere la discussione in Senato nemmeno nelle settimane atroci del sequestro di Aldo, accettarono di sospendere per qualche ora solo dopo il 9 maggio (data del ritrovamento, nel 1978, del cadavere di Aldo Moro, ndr). Il re del Belgio poteva ritirarsi senza drammi. Da noi sarebbe stata una crisi nel buio profondo. Sono avvilito per quella firma, ma non c’era scelta. Eravamo – ripeto – sotto l’incubo delle Brigate rosse e della inadeguatezza difensiva dello Stato».
[1° novembre 2021]
Merluzzo poco scientifico
Nella sua rubrica sul Sole 24 Ore, il critico gastronomico Davide Paolini cita il merluzzo con il nome scientifico «gadus morthua». Vabbè, che la puntata è uscita nei giorni della Commemorazione dei defunti, ma nella classificazione di Carlo Linneo si chiama Gadus morhua, senza la t.
[31 ottobre 2021]
Fiala e green pass
Titolo dell’Osservatore Romano, sotto una foto che mostra un green pass: «Repubblica Ceca: a Fiala l’incarico per il nuovo esecutivo». E a chi altri, sennò?
[6 novembre 2021]
Fuori serie
Maurizio Porro, critico cinematografico e teatrale del Corriere della Sera, si occupa di Midnight Mass, un horror a sfondo religioso trasmesso da Netflix: «Ci sono in scena anche due musulmani, di cui uno è il sindaco del luogo». Porro deve aver visto un’altra serie: i due islamici sono lo sceriffo Hassan (interpretato da Rahul Kohli) e suo figlio Ali. Il sindaco e la figlia paraplegica sono ferventi cattolici.
[27 ottobre 2021]
Catastrofi giornalistiche
Titolo d’apertura sulla prima pagina di Domani: «Una marea umana per il clima». Non bastavano gli tsunami?
[7 novembre 2021]
Faranno meglio domani
Stefano Feltri, direttore di Domani, critica un editoriale apparso sul Corriere della Sera: «Ernesto Galli della Loggia lamenta quanto è problematico essere conservatori in Italia, soprattutto perché “non è facile per nulla avere una voce conservatore nel dibattito pubblico”». Feltri dimostra di non saper nemmeno copiare: Galli della Loggia aveva scritto «una voce di tipo conservatore». Invece i suoi redattori dimostrano di non saper nemmeno leggere, visto che su Facebook hanno rilanciato così il fondo del loro direttore: «Prendiamo sul serio le lamentazioni di Ernesto Galli della Loggia su Repubblica contro Domani». Massì, che sarà mai? Un giornale vale l’altro. Gente seria, quella di Domani.
[7 novembre 2021]
Ma che?
In un editoriale sul Corriere della Sera, Massimo Gaggi spiega che a New York è prevista l’«elezione a valanga del sindaco democratico afroamericano Eric Adams: un ex poliziotto che vuole riforme anche nella pubblica sicurezza, ma ha centrato la sua campagna sul tema law and order». Non si comprende il senso della congiunzione avversativa. Ci pare che law and order (legge e ordine) siano i presupposti indispensabili della pubblica sicurezza.
[4 novembre 2021]
La bacchetta di von Karajan sulle dita di Mephisto
Consueto appuntamento settimanale con il coltissimo Mephisto Waltz, diabolico tenutario dell’omonima rubrica su Domenica, l’inserto culturale del Sole 24 Ore. Stavolta s’impanca a critico musicale e, surfando tra Giuseppe Verdi, Luciano Pavarotti, Leontyne Price, Fiorenza Cossotto e Nikolaus Ghiaurov (in realtà si chiamava Nicolai, anche sulle copertine dei dischi), ci offre queste notizie circa Herbert von Karajan: «Alla sua morte (1989) oltre alle case di Anif, Saint-Tropez e al Suvretta (Sankt Moritz) lasciò alla moglie Heliette e alle due figlie Isabel e Arabel, l’Helisara VI, una stupenda vela da regata. (...) Il nome ovviamente era composto dalla crasi di quelli di madre e fanciulle». Ovviamente una cippa. Tralasciando il fatto che dicesi crasi la fusione della vocale finale e iniziale di due parole in contatto (e non è questo il caso), Mephisto Waltz dimostra di non aver capito nulla di von Karajan, la cui moglie si chiamava Eliette, non Heliette. E infatti gli yacht Helisara (ne ebbe ben 6) furono varati con l’acronimo di (H)erbert, (El)iette, (Is)abel, (Ara)bel. Un direttore d’orchestra dall’ego così smisurato non poteva che celebrarsi per primo e Mephisto dovrebbe saperlo: «Vanità, decisamente il mio peccato preferito» (scena finale di L’avvocato del diavolo).
[7 novembre 2021]
Nomination a metà
A proposito di cinema. Nella medesima rubrica, Mephisto Waltz cita «Henri Clouzot». Chiunque abbia visto Il corvo, Manon, Vite vendute e La verità sa che il vero nome del regista francese di culto era Henri-Georges Clouzot.
[7 novembre 2021]
Batti il cinque
Serenella Bettin si occupa di carta igienica: «“Le bollette energetiche sono aumentate cinque volte tanto – dice a Libero Cristina Calamari della Cartiera Calcarta di Lucca – Rispetto a prima sono quintuplicate”». Se «sono aumentate cinque volte tanto», ci pare inevitabile che siano anche «quintuplicate». E comunque andrebbe chiarito un equivoco: sono quintuplicati gli importi delle bollette o è quintuplicato il numero delle medesime?
[5 novembre 2021]
Un Trevisan nel Vicentino
La Repubblica ospita nelle pagine culturali il lancinante racconto di Vitaliano Trevisan, reduce da un’odissea ospedaliera durata 10 giorni. Titolo: «Io, un matto trattato senza pietà». Sottotitolo: «Dopo il ricovero coatto in psichiatria nel vicentino, lo scrittore racconta la sua esperienza. E denuncia le condizioni in cui si tengono i pazienti». Siate almeno solidali con uno che la penna sa maneggiarla: si scrive «nel Vicentino». Gli aggettivi sostantivati indicanti zone geografiche in italiano richiedono la maiuscola.
[6 novembre 2021]
Sconcerti sconcerta
«In una sera eccentrica si può sbagliare la musica country per Beethoven, ma il giorno dopo ritorna sempre la realtà», scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. Che vorrà dire? Sostituendo sbagliare con il verbo scambiare, il discorso filerebbe. Comunque, nomen omen: Sconcerti sconcerta.
[28 ottobre 2021]
Ipotetica del quarto tipo
Carlo Bertini sulla Stampa parla dell’elezione del nuovo capo dello Stato fissata per gennaio e di come Giuseppe Conte ed Enrico Letta si apprestano ad affrontarla: «Ai blocchi di partenza della sfida per il Colle i due leader sembrano andare ognuno per conto proprio: come se al pranzo della settimana scorsa non abbiano concordato nulla». Ipotetica del quarto tipo, ovvero dell’incapacità di coniugare il congiuntivo, che doveva essere avessero. Conclusione ton sur ton: «Non a caso in serata è uscito Di Maio, se ne è uscito secco».
[1° novembre 2021]
Il cervo passeggia e ferisce
Notizia su Tgcom 24: «Udine, cervo ferisce gravemente coppia di anziani mentre passeggiava». Il soggetto è il cervo. Che ha ferito gli anziani e anche la sintassi mentre passeggiava.
[1° novembre 2021]
Un cronista riluttante al ributtante
Dalla prima pagina della Gazzetta di Mantova: «Posando lo sguardo ai lati delle strade mantovane non sembra proprio che il messaggio di rispettare di più l’ambiente intorno a noi stia passando. Il nostro occhio si sta abituando a uno spettacolo riluttante: rifiuti di ogni tipo buttati in ogni dove». Spiegato il fallimento del G20 sull’ambiente.
[1° novembre 2021]
E che vincano i migliori
Daniele Sparisci sul Corriere della Sera ci racconta che nel Gp degli Stati Uniti ad Austin, in Texas, il ferrarista Charles Leclerc è arrivato «quarto, cioè primo dei migliori». Credevamo che i migliori fossero quelli che arrivano sul podio.
[25 ottobre 2021]
È l’ora che pia
Buone notizie. «Domenica 31 novembre. Ora solare: lancette indietro di un’ora», annuncia la pagina Facebook di Avvenire. Tenuto conto che novembre finirà martedì 30, ci pare un grande avvenire.
[30 ottobre 2021]
Chi se ne sfregola
«Hanno iniettato ormoni femminili al re Juan Carlos per frenare il suo desiderio sessuale. La sua libido è un problema di Stato, era sempre eccitato», informa il sito del Fatto Quotidiano. Il servizio di Davide Turrini si apre con questo periodo: «Re Juan Carlos e la sua “sfregola” diventano un caso di Stato». Del neologismo, sia pure racchiuso fra virgolette, non si trova traccia su nessun vocabolario, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. Pensiamo che basti e avanzi la fregola, senza s iniziale («stato di eccitazione che si verifica negli animali nel periodo della riproduzione», in senso estensivo e popolare «bramosia sessuale negli esseri umani» (Lo Zingarelli 2022).
[27 ottobre 2021]
Abbandonato su due piedi, anzi su due piani
Gianluigi Nuzzi su Specchio, settimanale della Stampa: «Ernesto Picchioni, infatti, aveva da tempo occupato un casolare abbandonato su due piani». E quali erano i piani abbandonati? Il pianterreno e il primo? Il primo e il secondo? Il pianterreno e il secondo? «Un casolare abbandonato di due piani» avrebbe evitato i molesti interrogativi.
[31 ottobre 2021]
Sì, no, ni
Titolo dalla Verità: «Mediobanca incassa un nì da Delfin». Sì, avverbio, ha bisogno dell’accento, dovendosi distinguere dal pronome personale si. Ma ni non può essere confuso con nulla, quindi si scrive senza l’accento.
[29 ottobre 2021]
Effetti collaterali
Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera: «Racconta Nader Khan, un trent’enne neolaureato in medicina». Lo perdoniamo solo perché non è facile scrivere da Kabul.
[1° ottobre 2021]
Ti taglio o non ti taglio
«A Oslo, una delle capitali più “verdi” d’Europa, la battaglia contro il congestionamento è una priorità», spiega Il Sole 24 Ore. Infatti «è in via di realizzazione un maxi progetto infrastrutturale che prevede la costruzione di una linea ferroviaria sotterranea lunga 23 chilometri e in grado di tagliare in due la città correndo nel sottosuolo». A parte che nella grigia Milano il passante ferroviario esiste già da oltre 20 anni, si presume che il tunnel norvegese casomai attraverserà Oslo evitando di tagliarla in due, visto che correrà sottoterra. Al massimo, quindi, taglierà in due il sottosuolo, non la città.
[29 ottobre 2021]
Giorgia, che gambe!
Roberto Pavanello sulla Stampa pone la seguente domanda allo scrittore Moni Ovadia: «In questa distinzione tra fascisti e antifascisti, forze politiche oggi di grande consenso come Fratelli d’Italia e Lega come si collocano?». Risposta: «Penso che Giorgia Meloni sia una politica molto in gambe e brillante e credo che il suo antifascismo derivi anche da questioni personali, perché abbandonata in tenerissima età da un padre di sinistra». Tralasciando l’apprezzamento fisico («Omsa, che gambe!»), bisognerà sottoporre Meloni a sedute di psicoanalisi onde accertare per quali arcani meccanismi sia diventata antifascista a causa di un padre di sinistra che l’ha abbandonata.
[17 ottobre 2021]
Tempi morti
«Per due anni ha murato il corpo della madre nell’armadio della camera da letto avvolgendolo in sacchi di plastica che aveva ricoperto di argilla e legno perché voleva continuare a incassare la sua pensione da 1.700 euro al mese», si legge sul sito del Fatto Quotidiano. A prescindere che il corpo privo di vita chiamasi cadavere o salma, messa così la notizia lascia intendere che il figlio degenere per due anni abbia murato, smurato e rimurato (tutti i giorni? tutte le settimane? tutti i mesi?) la salma della madre. Bastava scrivere: «Per due anni ha tenuto murato il cadavere della madre nell’armadio della camera da letto».
[21 ottobre 2021]
Intervista «a» o «con»?
Il Corriere della Sera titola in prima pagina «Intervista a Berlusconi». E l’indomani: «Intervista a Conte». La forma con la preposizione a è ammessa e addirittura prevalente nell’uso. Ma dall’etimologia di intervista che appare sul vocabolario Treccani («calco dell’inglese interview, che a sua volta ricalca il francese entrevue, derivazione di s’entrevoir “vedersi o incontrarsi brevemente”), risulta oggettivamente difficile vedersi o incontrarsi a qualcuno anziché con qualcuno. Inoltre, poiché la definizione di intervista è «colloquio di un giornalista, radiocronista, telecronista e simili con una persona per ottenerne dichiarazioni, informazioni, opinioni» (Lo Zingarelli 2022), parrebbe più corretta la preposizione con. Anche per evitare confusioni nelle locuzioni del tipo «Intervista di Berlusconi al Corriere», nel senso di rilasciata al Corriere.
[24 ottobre 2021]
Te le suono con il mattarello
Inizio e conclusione di un servizio di Serenella Bettin su Libero: «Le mascherine di Arcuri date ai poliziotti. Che le nostre forze di polizia fossero poco considerate, a giudicare dalla mancanza di strutture e strumenti per lavorare, e da alcuni commissariati presi come le capanne, lo si sapeva, ma che anche le si mandasse al fronte con i fucili di cartone, questo no». «Dal sequestro da parte della Gdf di oltre un milione e mezzo di mascherine pericolose per la salute effettuato a Gorizia si era chiesto il ritiro dei dispositivi anche al reparto Prevenzione Crimine del Lazio». Capo e coda di una scrittura senza capo né coda. (Nello stesso numero, in un altro articolo, Bettin elargisce questi altri due brani scelti: «L’isolamento dovuto alla pandemia, poi, ha del tutto sdoganato il sesso già diffuso mercato del sesso online». «Fantasiose cuoche con scollature vertiginose che impastano farina a suon di mattarello». Lo spianatoio armonico di mancava).
[28 ottobre 2021]
Di first lady ce n’è una
«Un tè con Jill il debutto da first lady di Serenella Draghi», titola La Repubblica. La qualifica è rintracciabile anche in prima pagina: «La First Lady italiana debutta tra mogli e mariti». Peccato che Mario Draghi non sieda (per ora) al Quirinale, bensì a Palazzo Chigi, e che la definizione di first lady sia «la moglie del presidente degli Stati Uniti e (estensivamente) del presidente di altre repubbliche» (Lo Zingarelli 2022).
[30 ottobre 2021]
Mezza pera, non mezza mela
Il Corriere della Sera pubblica la prefazione stesa da Ferruccio de Bortoli per una raccolta di testi edita da Rubbettino in occasione dei 60 anni dalla morte del presidente Luigi Einaudi. Al terzo periodo si legge: «Fosse vivo, non cederebbe alla tentazione di non condividere, sprecandola, la mezza mela del celebre aneddoto del Quirinale». La memoria ha tradito de Bortoli, giacché non si trattava di mezza mela ma di mezza pera. L’episodio venne raccontato da Ennio Flaiano, che ne fu il coprotagonista: «Molti anni fa, nel terzo o nel quarto anno del suo mandato presidenziale, fui invitato a cena al palazzo del Quirinale, da Luigi Einaudi. (...) A tavola eravamo in otto, compresi il Presidente e sua moglie. (...) La conversazione toccò vari argomenti, con una vivacità e una disinvoltura che davano fastidio all’enorme e unico maggiordomo in polpe che ci serviva. (...) Il Presidente sembrava un nonno felice di rivedere nipoti lontani. Ma eccoci alla frutta. Il maggiordomo recò un enorme vassoio del tipo che i manieristi olandesi e poi napoletani dipingevano due secoli fa: c’era di tutto, eccetto il melone spaccato. E tra quei frutti, delle pere molto grandi. Luigi Einaudi guardò un po’ sorpreso tanta botanica, poi sospirò: “Io – disse – prenderei una pera, ma sono troppo grandi, c’è nessuno che ne vuole dividere una con me?”. Tutti avemmo un attimo di sgomento e guardammo istintivamente il maggiordomo: era diventato rosso fiamma e forse stava per avere un colpo apoplettico. Durante la sua lunga carriera mai aveva sentito una proposta simile, ad una cena servita da lui, in quelle sale. Tuttavia lo battei di volata: “Io Presidente”, dissi alzando una mano per farmi vedere, come a scuola. Il Presidente tagliò la pera, il maggiordomo ne mise la metà su un piatto, e me lo posò davanti come se contenesse la metà della testa di Giovanni il Battista. Un tumulto di disprezzo doveva agitare il suo animo non troppo grande, in quel corpo immenso». La fonte? Quel Corriere della Sera che de Bortoli ha diretto per due volte (edizione del 18 agosto 1970, pagina 3).
[30 ottobre 2021]
Grammatica internazionale: le elefanti
«Perché le elefanti del Mozambico hanno perso le zanne», titola Internazionale. Vabbè che il sottostante articolo è tratto dall’Economist, ma nel nostro Paese il plurale femminile di elefante rimane elefantesse, sia per il Grande dizionario della lingua italiana che per Lo Zingarelli 2022 e il Devoto-Oli.
[29 ottobre 2021]
Buche (e titoli) da rifare
Titolo d’apertura del Messaggero, cronaca di Roma: «Buche, nuovi fondi per rifarle». Sottotitolo: «Il neosindaco: “Basta con i soliti rattoppi”». Massì, finiamola con questa mania di rappezzarle e apriamone di nuove.
[25 ottobre 2021]
Settimanale di sprofondamento
Sulla Vita del Popolo, che si dichiara «settimanale di informazione e di approfondimento della diocesi di Treviso», Stefania Falasca, presentata come vicepostulatrice della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I e giornalista di Avvenire, fa sfoggio della sua consueta cultura. Di san Francesco di Sales ricorda l’Introduction à la vie devote e il Traicté de l’amour de Dieu, con due errori in due titoli, perché doveva scrivere dévote e Traité. Falasca salta poi la parola «secolo» a proposito del «santo vescovo del IV Avito di Vienne». E supera sé stessa con il latino. Della Chiesa afferma infatti «che non è proprietà degli uomini di Chiesa, ma Christi lumini»: è chiaro che pensava alla Chiesa che è «di Cristo luce», ma ignora che lumen è della terza declinazione e che dunque lumini è un insostenibile dativo, non il genitivo da lei pensato (e che sarebbe stato comunque maccheronico). Nel settimanale diocesano «di approfondimento» nessuno ovviamente si è accorto degli strafalcioni. Un fraterno consiglio alla vicepostulatrice: nel prossimo articolo si limiti all’italiano.
[22 ottobre 2021]
Cultura da saloons più che da salons
Nel recensire sul Sole 24 Ore una riedizione del «prezioso saggio» L’anglomania e l’influsso inglese in Italia nel XVIII secolo di Arturo Graf, «perfetto erede della cultura dei salons settecenteschi», Luigi Sampietro incespica nel seguente periodo: «Si trattava ovviamente di un’illusione, in quanto – allora come sempre –, nonché influenzare le decisioni del Principe, professori e maître à penser potevano al più mettersi al suo servizio come cortigiani». Bravo chi ci capisce qualcosa. Più avanti Sampietro si avventura in una citazione che inverte e storpia i versi di Fabrizio De André: «Ora, anche se è vero, come dice la canzonetta, che “dal letame nascono i fiori / dal diamante non nasce niente”». Il testo esatto di Via del Campo recita invece: «Dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior».
[31 ottobre 2021]
Il reato penale non esiste
Guido Santevecchi specifica sul Corriere della Sera che «la prostituzione in Cina non è un reato penale». Impossibile: il significato di reato è «infrazione di una norma penale» (Lo Zingarelli 2022), quindi l’espressione reato penale dal punto di vista giuridico è priva di senso. I reati sono sempre penali. Non esistono i reati civili o amministrativi.
[24 ottobre 2021]
Giornalismo sommario/1
Sommario dalla Stampa: «Lo scalone sule pensioni si evita con l’Opzione donna l’Ape sociale e quella volonaria o la Rita». Abbiamo capito tutto.
[18 ottobre 2021]
Giornalismo sommario/2
Sommario da Domani: «Gli uomini vicino a Roberto Fiore». Vicini solo se si fosse chiamato Fiori?
[21 ottobre 2021]
Guai se l’uscita fosse indolore
Marco Galluzzo sul Corriere della Sera avverte che «la Lega continua a trattare con il ministro dell’Economia Daniele Franco un’uscita da quota 100 che sia meno indolore possibile». La famosa politica lacrime e sangue.
[27 ottobre 2021]
Andrews, Andress e agente 007
Fulvia Caprara cita sulla Stampa il film Agente 007, licenza di uccidere, quello in cui James Bond «duettava ironico con la statuaria Ursula Andrews in bikini bianco». Si trattava in realtà di Ursula Andress, le cui forme giunoniche erano ben diverse da quelle dell’esile collega Julie Andrews. La quale, fra l’altro, avrebbe girato il suo primo film (Mary Poppins) soltanto due anni dopo, nel 1964.
[30 settembre 2021]
Le sorprendenti disavventure di Robinson
Robinson sarà anche il supplemento culturale della Repubblica ma sembra curato da analfabeti. Sommario a pagina 4: «Fu il più brillante allievo di Jung ma la sua mente filosofica e l’amore per i miti lo allontanò dal maestro». Il verbo al singolare è ammesso solo se i soggetti sono percepiti come unitari dal punto di vista del significato, o se il secondo suona come una riformulazione del primo: non pare questo il caso. Lettera a pagina 8: «Portato a dar corso ad un’efficace frammentismo».
[16 ottobre 2021]
Attonita, la terra al Nuzzi sta
Gianluigi Nuzzi ripercorre su Specchio, settimanale della Stampa, la tragica fine di Daniela Sabotig, ex farmacista disabile circuita in chat dall’imprenditore Ivan Zucchelli, che 9 anni dopo la ucciderà. Alcune perle dal racconto. «Daniela corre a sporgere querela ma Ivan tra mille difetti sapeva sempre trovare la giustificazione convincente: “Cara, ma quei soldi servono per comprarti casi a Riva del Garda, cosi vivremo vicini”». Qualche problema con le bisillabe. «Anzi il 1 febbraio 2013». Si scrive l’1 febbraio oppure il 1° febbraio. «Sembra il classico incidente stradale di note d’inverno in zona di montagna». Un nuovo profumo per la brutta stagione? «L’uomo racconta che Sabotig è affetta da sclerosi multipla a placche». Non esiste la sclerosi multipla a placche: esiste la sclerosi multipla, detta anche sclerosi a placche. «Fu proprio lui a insospettire ii carabinieri». Quarto reggimento a cavallo? «Forse in preda al panico, si era limitato a salire e ridiscendere più volte dal dirupo». Salire (transitivo) significa «percorrere andando dal basso verso l’alto»; scendere (transitivo) significa «percorrere andando dall’alto verso il basso». Quindi si sale il dirupo e si ridiscende il dirupo. La preposizione articolata dal non serve. «Gli inquirenti più approfondiscono meno la storia sembra quadrare». Forse era il caso di scrivere: «Più gli inquirenti approfondiscono e meno la storia sembra quadrare», preservando così il nesso sintattico. «Ad esempio, quella stessa sera Zucchelli raccontò di esser salito e disceso più volte dal dirupo». Repetita iuvant o, come dicono i romani di oggi, aridaje. «Le indagini alzano il velo su una truffa perpretata con meticolosità». Eppure stavolta i preti non c’entrano. Conclusione d’obbligo: bei tempi quando i giornalisti frettolosi potevano contare sui corruttori di bozze.
[24 ottobre 2021]
Vado a memoria
Nella rubrica Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica, dal titolo «Le troppe amnesie dei giudici vaticani sul diritto canonico», don Filippo Di Giacomo definisce con coraggio «un’istruttoria sgangherata» il processo al cardinale Angelo Becciu, ma non cura la forma e fa male a fidarsi della sua memoria perché il codice di diritto canonico vigente fu promulgato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983 ed entrò in vigore il 27 novembre dello stesso anno, non del 1984, come erroneamente scrive il reverendo giornalista.
[22 ottobre 2021]
Antipetismo, chi è costui?
Roberto Pavanello intervista sulla Stampa lo scrittore Moni Ovadia e gli fa pronunciare la seguente frase: «I conti con Vichy li ha fatti Chirac, non Mitterand. Le ambiguità con quei regimi permettono questi rigurgiti. È un problema di cultura, antifascismo e antipetismo dovrebbero essere insegnati dalle elementari». A parte Mitterrand, che si scrive con due r, e a parte la sintassi cervellotica dell’ultima frase, si gradirebbe sapere in che cosa consista l’antipetismo, dovendo escludere che si tratti di una pratica legata al contrasto degli effluvi corporali. Poiché a orecchio il sostantivo poteva rimandare, dato il contesto della risposta, al generale Philippe Pétain, capo del governo collaborazionista di Vichy, siamo invece in grado di specificare, dopo laboriose ricerche in lingua portoghese, che l’antipetismo è lo scontento manifestato dai brasiliani nei confronti del Pt, il Partido dos trabalhadores (Partito dei lavoratori) che fu guidato da Luiz Inácio Lula da Silva.
[17 ottobre 2021]
Ritocchi anti-age fotografici
Guido Olimpio racconta sul Corriere della Sera la storia di Jonathan Toebbe e della moglie Diana, «la coppia che vendeva i segreti Usa nascosti nei panini al burro» (così il titolo), due spie, entrambe arrestate: lui «quarantenne, ingegnere nucleare, ex ufficiale della Marina statunitense», lei «madre di due figli, 49 anni, stimata insegnante in un liceo». Nella didascalia della foto che correda l’articolo, lui è invecchiato di due anni (42), lei è ringiovanita di quattro (45). Lo spionaggio fa bene solo alle signore.
[12 ottobre 2021]
La macchina del tempo
Il sito di Sky Tg24 riferisce che una vecchissima Lancia Fulvia «da molti anni “occupa” uno dei parcheggi a cavallo tra la strada e il marciapiede in via Zamboni a Conegliano, in provincia di Treviso». E specifica: «L’auto è lì dal 1964. L’ha parcheggiata il proprietario, ex meccanico della Fiat ed ex edicolante classe 1927. (...) L’auto è del 1970 ed è un cimelio”». Quindi fu parcheggiata 6 anni prima che la producessero. La macchina del tempo.
[8 ottobre 2021]
Gli ufficiali non sono graduati
«Tutti i segreti dell’inchiesta sul capo delle Forze armate. L’accusa nei suoi confronti (e di quelli di altri graduati) è corruzione: appalti in cambio di vari benefit», titola d’apertura in prima pagina La Verità. Il servizio di Giacomo Amadori e Alessandro Da Rold specifica che l’indagine riguarda il generale Enzo Vecciarelli, capo dello Stato maggiore della Difesa, e anche «un ex generale e un colonnello dell’Aeronautica». Che c’entrano dunque i graduati? Il decreto legislativo del 29 maggio 2017, numero 94, in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate, all’articolo 627 stabilisce che «il personale militare è inquadrato nelle seguenti categorie gerarchicamente ordinate: a) ufficiali; b) sottufficiali; c) graduati; d) militari di truppa». Generali e colonnelli, quali sono gli indagati, sono ufficiali e non graduati (la categoria dei graduati infatti «comprende i militari dal grado di primo caporal maggiore e corrispondenti sino al grado di caporal maggiore capo scelto ed equiparati»).
[25 ottobre 2021]
Bilocazioni
Nel suo editoriale sulla prima pagina di Domani, il direttore Stefano Feltri al penultimo capoverso scrive: «Peraltro, nessuno ha pensato di chiedere a Draghi se lui sarebbe disposto a rimanere alla guida di questa singolare coalizione di partiti in caso al Quirinale arrivasse un presidente della Repubblica diverso da Mattarella (e da Draghi stesso). Il premier continuerebbe come se niente fosse senza più il suo dante causa? O agirebbe come molti amministratori delegati quando cambia l’azionista, cioè andrebbe a rimettere il mandato considerando comunque chiusa una fase di eccezione?». L’ipotesi fra parentesi ci pare pleonastica, visto che il presidente della Repubblica non può guidare il governo. Ergo, o Draghi starà a Palazzo Chigi o starà al Quirinale. Non si potrà bilocare.
[24 ottobre 2021]
Come va scritto il titolo di sir
«Le mani di Angela sul Mondiale di Sir Hamilton. “Lei è speciale”», così il Corriere della Sera presenta un servizio dedicato ad Angela Cullen, fisioterapista del pilota Lewis Hamilton in Formula 1. Il titolista dimostra di non essere mai stato alla Corte di San Giacomo: si scrive (e si dice) «sir Lewis» o, tutt’al più, «sir Lewis Hamilton».
[24 ottobre 2021]
Lungarno di Genova
Dall’Ansa: «Un centinaio di persone tra portuali e No green pass sta presidiando il varco portuale di ponte Etiopia, a Genova. (...) Al momento non viene bloccato Lungarno Canepa, una delle più importanti arterie della città». Prendiamo atto che Firenze ha traslocato a Genova. (Ovviamente una delle più importanti arterie della città si chiama lungomare Giuseppe Canepa).
[18 ottobre 2021]
Mephisto salmatorum
Consueto appuntamento settimanale con il coltissimo Mephisto Waltz, che nell’omonima rubrica su Domenica del Sole 24 Ore ci elargisce le seguenti chicche. «Ancora una volta “Attonita, la terra al nunzio sta”». Spiace contraddirlo, ma nel Cinque Maggio di Alessandro Manzoni quella virgola è messa prima di attonita, e non dopo: «Così percossa, attonita la terra al nunzio sta». Mephisto Waltz prosegue: «Sembra ieri l’attacco dell’11 settembre – mai dichiarato il numero reale di vittime, almeno 3mila – oltre ai 33mila tra le forze dell’ordine intossicati dal cocktail di polveri micidiali, responsabili di oltre 40mila casi di cancro». Le «polveri micidiali» hanno procurato il cancro a 40mila persone: sono inclusi i 33mila intossicati tra le forze dell’ordine? Va’ a saperlo. Poi sostiene che «la II W.W. decretò la fine delle guerre mondiali», che suona tanto Porta Cicca inglisc. Se proprio non voleva scrivere in italiano «Seconda guerra mondiale», aveva a disposizione le esatte abbreviazioni inglesi di «World War II», cioè «WWII» o «WW2». Persino il traduttore dell’iPhone arriva a «WWII», senza spazi e senza puntini. Tre errori in quattro lettere ci sembrano una prestazione degna di una finale olimpica. Conclusione in latinorum purissimo: «Mentre sull’altro fronte la scuola laica di Salerno (IX-X sec) “Regina sanitatis Salmatorum” possedeva una logica, un certo buon senso, che a volte restano ancora attuali». Tralasciando il fatto che l’abbreviazione di secolo per lo Zingarelli si scrive con il punto (sec.), stando sec – senza il punto – per secante o per secondo (da evitare, raccomanda il dizionario), la «Regina sanitatis Salmatorum» è in realtà il «Regimen Sanitatis Salernitanum» (Regola sanitaria salernitana), trattato didattico compilato fra i secoli XII e XIII. Ma comprendiamo che per Mephisto Waltz incombe il 2 novembre, giorno «salmatorum», delle salme, per restare al suo latino maccheronico.
[24 ottobre 2021]
Privacy senza urgenza
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Nel decreto Riaperture il governo infila norme contro la privacy senza urgenza». Esiste anche la privacy con urgenza? No? Allora bisognava scrivere: «Nel decreto Riaperture il governo infila senza urgenza norme contro la privacy».
[10 ottobre 2021]
Miracoli della spirulina
Marco Palma nella pagina del Giornale dedicata alla medicina: «Utile anche l’alga spirulina, nota soprattutto per i suoi potere (sic) disinfiammatori, e in grado di stimolare la flora batterica». Quattro righe dopo: «La spirulina stimola inoltre flora batterica intestinale». Pare che stimoli anche la ripetitività.
[14 ottobre 2021]
Latinorum vaticano
Sull’Osservatore Romano il direttore Andrea Monda torna incontinente con due articoli nello stesso giorno, ma la quantità va a scapito della qualità. Nel primo chiama l’aristocratico gesuita francese Michel de Certeau, in una forma inglese de noantri, Michael De Certeau. Nel secondo scrive Andrè Gide invece di André Gide, palesando definitivamente un debito scolastico con il francese. E tocca il fondo con un latino da matita blu, scrivendo «unde malo» invece di «unde malum». Ma i giornalisti del quotidiano vaticano, per regolamento, un tempo non dovevano conoscere almeno il latino?
[22 ottobre 2021]
Vicedirettore in vena
Sull’Huff Post, il vicedirettore Alessandro De Angelis esulta: «La fiducia espressa da un cittadino che si fa iniettare un vaccino in vena, assieme agli altri, e che poi mostra un certificato per lavorare, andare in giro, svagarsi è un messaggio potente». Ancora più potente è il messaggio di un vaccino iniettato in vena anziché per via intramuscolare. Il collega non si sarà fatto troppe pere?
[15 ottobre 2021]
Draghi si fa tirare dalla propria parte
Finalmente disvelata dal Fatto Quotidiano, con un articolo di Wanda Marra, la strategia di Mario Draghi: «Ancora una volta, l’intenzione del premier è quella di procedere per la propria strada, senza farsi tirare dalla propria parte da nessuna delle forze che lo compongono». Cioè Draghi sarebbe composto da forze? Novità inquietante. E se il premier non vuole farsi tirare dalla propria parte, da che parte avrà deciso di stare?
[12 ottobre 2021]
Eravamo quattro amici all’Harry’s bar
Domani pubblica la prima intervista, a memoria d’uomo, realizzata a seguito di una raccomandazione. Annalia Venezia dialoga con Arrigo Cipriani, titolare dell’Harry’s bar, e chiude il pezzo con queste parole: «Arrigo non ama parlare con la stampa e per questa intervista ringrazio la famiglia Cipriani, in particolare le nipoti Anna, Sofia e Giulia Pittini, care amiche, figlie di Carmela Cipriani». Non ama parlare con la stampa, il buon Arrigo, a tal punto che, a partire dallo scorso 17 gennaio, quando fu intervistato da Stefano Lorenzetto sull’Arena in vista del suo 90° compleanno, nel corso del 2021 si è fatto intervistare anche da Repubblica, Gazzettino, Corriere del Veneto, Giornale dell’Arte, La7 (L’aria che tira), Antenna 3, Televenezia, San Marino Rtv (Closeup), Fiera delle Parole. E da Domani, naturalmente, sempre fedele, nella tempistica, alla propria testata.
[13 ottobre 2021]
Aperture e chiusure
Osserva Massimo Franco nell’editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera: «Di fatto, dopo il voto di ieri si apre, non si chiude una nuova fase». Vediamo complesso chiudere una nuova fase. E in ogni caso se una fase si apre, si chiuderà la precedente. Più chiaro il titolista nel seguito a pagina 34: «Con il voto nelle città s’è aperta una fase diversa».
[19 ottobre 2021]
Due errori in otto parole
Strillando in prima pagina un articolo del sempre informato vaticanista Fabio Marchese Ragona con una foto di Giovanni Paolo I, che sarà beatificato l’anno prossimo, nella didascalia i suoi colleghi del Giornale riescono a infilare due errori macroscopici in otto parole: «Era l’unico Pontefice del ’900 non canonizzato». Pur tralasciando Leone XIII, morto nel 1903, non sono infatti stati canonizzati Benedetto XV, Pio XI e Pio XII (che è solo venerabile), i quali complessivamente sono stati papi per quasi 44 anni. E papa Luciani sarà proclamato beato, come correttamente indicato nel titolo, e non canonizzato (cioè proclamato santo). Inoltre, poiché i secoli non vengono canonizzati, conveniva, pur sbagliando, scrivere: «Era l’unico Pontefice non canonizzato del ’900».
[14 ottobre 2021]
Quattro su cinque
Esaminando sul Foglio la situazione politica tedesca, Flaminia Bussotti presenta Olaf Scholz pronto a «diventare il quarto cancelliere Spd (su cinque Cdu) della Bundesrepublik». Che significa? Che su cinque cancellieri della Cdu che la Germania ha avuto nel secondo dopoguerra, quattro sono passati all’Spd? Sarebbe un prodigio di trasformismo da far impallidire quello italiano.
[16 ottobre 2021]
Guanti solitari
Il settimanale 7 tesse le lodi di «un volto del Tg1, serio e pacato», con questo titolo esoterico: «Alberto Matano e la conduzione in solitaria come un guanto». Bei tempi quando i guanti, anziché in solitaria, s’indossavano in coppia.
[15 ottobre 2021]
Alzabandiera
Titolo dal sito di Avvenire: «La via del popolo cristiano in quest’oggi. Per esser parte di chi si alza». Invidia del pene?
[10 ottobre 2021]
Confusioni d’Italia
Il Corriere della Sera intervista Manlio Messina, assessore regionale e coordinatore di Fratelli d’Italia in Sicilia, che ha denunciato ai carabinieri di aver rifiutato una tangente di 50.000 euro per un concerto con musiche di Ennio Morricone. «Poche solidarietà?», gli chiede Felice Cavallaro. Risposta: «Mi ha fatto piacere un messaggio di Davide Faraone per Italia dei valori». Messina ignora che Faraone è capogruppo in Senato di un’altra Italia: l’Italia viva di Matteo Renzi.
[10 ottobre 2021]
Confusioni D’Alema
«Figlio di un iscritto al Movimento sociale, non era alle radici familiari di Emiliano che pensava D’Alema». L’autore dell’articolo di Domani, Giunio Panarelli, si riferisce al padre di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Ma, scrivendo in questo modo, sembra che sia D’Alema (soggetto della frase) a essere figlio di un missino. Invece Giuseppe D’Alema, padre dell’ex premier ed ex segretario del Pd, fu partigiano e deputato del Pci.
[13 ottobre 2021]
Ferite democratiche
La Gazzetta di Mantova spiega che Maurizio Landini «ha annunciato una manifestazione a Roma con Cisl e Uil per sabato in risposta a questa ferita democratica che c’è stata». E la ferita antidemocratica come sarà?
[11 ottobre 2021]
Colpi di remi
Nel supplemento culturale Domenica del Sole 24 Ore torna a colpire il coltissimo Mephisto Waltz. Stavolta parla di una scialuppa «spinta da una ventina di rematori, al pari di una triremi romana». Duole notificargli che si scrive trireme e non triremi (plurale femminile) e che l’antica nave da guerra certo non aveva una ventina di vogatori, ma dai 150 ai 180. Sopra lo svarione nautico, in quella che pomposamente è chiamata «Terza pagina», compare il titolo «Il buon scrittore tiene la Bibbia aperta». Non ci pare che suoni benissimo, considerata la s impura, soprattutto a corredo di un articolo scritto dal cardinale Gianfranco Ravasi, custode pontificio della Cultura con la c maiuscola.
[17 ottobre 2021]
Gentilezze/1
Nella rubrica Facce di casta, sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili scrive: «Così da un certo momento in poi la titolare del Viminale è diventata il simbolo di tutte le contraddizioni insite al certificato verde». Desideriamo informarla che insito significa «intimamente radicato», pertanto le contraddizioni possono essere insite nel certificato verde, non al certificato verde.
[18 ottobre 2021]
Gentilezze/2
Il sito di Libero riprende da questa rubrica una precedente strigliata a Veronica Gentili ma dimostra di non averne colto appieno il senso: «Parliamo dello “ca vas sans dire”, modo di dire francese che richiede la cediglia. Quel segno grafico che la Gentili ha dimenticato di aggiungere». Per la verità, la telegiornalista aveva anche sbagliato il verbo: si scrive ça va, non ça vas.
[12 ottobre 2021]
Il cardatore Nuzzi
Per la serie I grandi gialli su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi si occupa nei seguenti termini di «Carlo “l’ammazzabimbi”. Un serial killer del 1800» (così il titolo): «Ci vollero due anni, ma alla fine i resti del piccolo Luigino Bonecchi vennero ritrovati sotto appena trenta centimetri di terra nel sottoscala della bottega dove Callisto Grandi, classe 1849, da insospettabile cardatore riparava carri». Più avanti, Nuzzi precisa che «Grandi viene arrestato mentre sta cercando di eliminare Amerigo Turchi di nove anni» e dettaglia: «Arrivano i carabinieri, sfondano la porta e sorprendono il cardatore di paese dagli occhi fuori dalle orbite, come indemoniato, che maneggia con un’imponente ruota per passarla sopra il povero Amerigo a terra terrorizzato». A parte l’uso creativo del verbo transitivo maneggiare, anche la scheda a corredo dell’articolo conferma che Grandi aveva una bottega nella quale riparava e costruiva carri. Che c’entra dunque la definizione di cardatore, attribuita a chi carda lana, canapa e lino, non a chi si occupa di carri? Senza parlare del deprecabile uso d’indicare un solo anno (qui il 1800) intendendo un secolo (il XIX, cioè l’Ottocento).
[10 ottobre 2021]
Scempiaggini da chierico
Nella rubrica Il chierico vagante, sul Fatto Quotidiano, Fabrizio D’Esposito demolisce «Monsignor Macchietta alias Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ispiratore del Vatileaks 1 e cospirazionista anti-bergogliano che propaganda le sciempiaggini di QAnon e del Great Reset». Quanto alle scempiaggini a mezzo stampa, senza la i, ci pare che l’arcivescovo possa contare sui chierici.
[18 ottobre 2021]
Protestanti d’assalto
Soffermandosi sui disordini di piazza provocati dagli anti green pass a Roma, culminati con le devastazioni negli uffici della Cgil, Luca Sablone scrive sul sito del Giornale: «La sede del sindacato è stata assaltata da alcuni protestanti». Valdesi? Pentecostali? Evangelici? Luterani? Calvinisti? Battisti? Presbiteriani? Metodisti?
[11 ottobre 2021]
Chiarezza/1
Con quattro righe in prima pagina, Il Fatto Quotidiano riferisce di un’indagine (Concorsopoli) che riguarda l’infettivologo Massimo Galli, pubblicata a pagina 4: «Non solo il caso del “falso verbale”. Secondo le nuove carte dell’inchiesta di Milano, il candidato “prescelto” per la prova finale “ha 45 minuti”, ma l’ex primario del Sacco: “Fanne 15”». Tutto chiaro.
[14 ottobre 2021]
Chiarezza/2
Titolo di un’intervista che occupa due pagine su Domani: «Giorgio Poi è un intimista normcore figlio di Luca Carboni che si ostina con l’indie, anche se non esiste più». Ancora più chiaro.
[14 ottobre 2021]
Chiarezza/3
Silvia Moscati sul Gazzettino: «“Non si è mai preparati alla perdita di un proprio caro, neanche dopo i 100 anni” sono le parole di Vanna Nube che ha rivissuto recentemente il distacco dalla madre Antonia attraverso la morte dello zio Severino Centenaro, fratello gemello della mamma. I due fratelli avevano 101 anni. Di quel fantastico trio di centenari, a Mogliano è rimasto solo il più giovane del gruppo, Ruggero Nube». Tutto definitivamente chiaro.
[12 ottobre 2021]
Schei, bezzi e sghei
Laura Zangarini sul Corriere della Sera presenta La bottega del caffè di Carlo Goldoni, messa in scena dal regista Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, con Michele Placido nei panni di Don Marzio. La giornalista cita la «ballerina Lisaura che sta soltanto con chi ha da spendere gli “sghei”, i soldi». Premesso che Goldoni in questa e in altre sue commedie parla di bezzi, la grafia corretta della parola, usata più dai veronesi che non dai veneziani, è schei, abbreviazione degli austriaci Scheidemünze, gli spiccioli in uso nel regno Lombardo-Veneto. È vero che sui dizionari Treccani e Zingarelli viene riportata anche la versione sghei, ma solo perché è la forma erronea più utilizzata dai giornalisti italiani. Il grande Luigi Meneghello usava schei, mai sghei, arrivando a porsi un interrogativo in Maredè, maredè: se fosse meglio scrivere «i schei» anziché «gli schei». E Gian Antonio Stella ha intitolato il suo saggio Schei.
[11 ottobre 2021]
Oggetti smarriti
Dalla Gazzetta di Mantova: «È mistero sull’elevato numero di gatti che sarebbe scomparso negli ultimi tempi in città». Toh, è sparito un numero, bravo chi lo ritrova.
[5 ottobre 2021]
Veronica Gentili, ça va sans dire
Nella sua rubrica Facce di casta, sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili si scaglia contro Massimo Robella, «neo eletto al Consiglio della Circoscrizione 6 di Torino nelle file di Fratelli d’Italia», per un post apparso su Facebook. La telegiornalista resta basita per «lo stampatello “random”, con quel leggero retrogusto di psicosi»; per «la firma (anche quella rigorosamente in stampatello, corredata da punto esclamativo)»; per un like «con quel sapore a metà tra il “quanto so’ bravo” e il “metti caso che non me lo metta nessun altro, ci penso da solo”»; infine per «il sentito ringraziamento, anche quello in stampatello “ca vas sans dire”, ai tanti camerati che lo hanno votato». Noi invece restiamo basiti per il ça va sans dire alla vaccinara. Robella sarà una faccia di casta, ma Gentili è una faccia di tolla a fargli le pulci per come scrive, arte nella quale lei per prima non eccelle di sicuro.
[11 ottobre 2021]
Nordio, che frana!
In un articolo sul Messaggero, in cui rievoca il disastro del Vajont accaduto il 9 ottobre 1963, l’ex magistrato Carlo Nordio scrive: «Una frana caduta dal monte Toc, ai confini tra Veneto e Friuli, piombò sull’invaso formato dalla diga del torrente Vajont, catapultando sul terreno sottostante milioni di tonnellate d’acqua. Il paesino di Longarone fu ridotto a un deserto di fango. (...) I superstiti che avevano udito quel rombo notturno, seguito da un’inondazione arrivata fino a fondovalle, credettero che la diga fosse crollata. In realtà il manufatto aveva tenuto ben oltre le prove di resistenza, e questo era stato un paradosso nella tragedia. Se infatti avesse ceduto, invece di una bomba d’acqua ci sarebbe stato un impetuoso torrente. Avrebbe certamente causato delle vittime, ma non in numero così elevato. Ma la diga resse, e l’acqua cadde, scrisse Dino Buzzati, “come un sasso dentro un bicchiere colmo d’acqua, che è traboccata sulla tovaglia”». Ora, tralasciando l’acqua che Nordio fa cadere dentro l’acqua (una bestialità che nella scrittura sopraffina di Buzzati sarebbe inconcepibile), va rilevata l’assurdità logica della frase precedente, secondo la quale se la diga avesse ceduto e si fosse perciò formato «un impetuoso torrente», quest’ultimo «avrebbe certamente causato delle vittime, ma non in numero così elevato». È vero esattamente il contrario. Se la diga del Vajont fosse crollata, si sarebbe riversato a valle di colpo l’intero invaso, con esiti ancora più tragici. Invece la diga resistette e dunque fuoriuscì dall’alto di essa soltanto la quantità d’acqua che era stata spostata dalla frana staccatasi dal monte Toc, per il ben noto principio di Archimede («Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del fluido spostato»). Le parole scritte da Buzzati sul Corriere della Sera (l’11 ottobre 1963, in terza pagina), che non sono quelle citate a orecchio da Nordio, lo spiegano inequivocabilmente: «Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi. Non è che si sia rotto il bicchiere, quindi non si può, come nel caso del Gleno, dare della bestia a chi l’ha costruito. Il bicchiere era fatto a regola d’arte, testimoniava della tenacia, del talento e del coraggio umani. La diga del Vajont era ed è un capolavoro perfino dal lato estetico».
[9 ottobre 2021]
Titolisti senza un Domani
Esempi di titolazione futuribile. Sommario a pagina 7: «Sono andati alle urne il 54,69 per cento degli italiani». Titolo a pagina a pagina 11: «All’origine del nazional-femminismo dell’estrema destra pupulista». Benvenuti nel Domani.
[5 ottobre 2021]
Bisogna fare i conti con Veltroni
Analizzando sul Corriere della Sera i risultati delle recenti elezioni amministrative, Walter Veltroni sostiene che «in soli cinque anni a Roma ha votato l’otto per cento in meno». In verità, a Roma il calo dei votanti è stato superiore al 14 per cento. Infatti, se nel 2016 gli elettori recatisi alle urne erano stati il 57 per cento degli aventi diritto, nel primo turno del 3-4 ottobre 2021 sono stati il 48,8, con un calo nell’affluenza del 14,39 per cento, e non dell’8 per cento come scrive Veltroni.
[5 ottobre 2021]
Sproloqui immersivi
Titolo dalla Repubblica: «Bulgari a Milano per un’esperienza immersiva. La metamorfosi del serpente in arte hi-tech. Si ispira a uno dei simboli della maison l’installazione del famoso media artist turco Refik Anadol in cui l’intelligenza artificiale incontra la natura e i suoi colori». Ora siamo tutti più sereni.
[9 ottobre 2021]
Lasciate ogni speranza, voi che leggete
Titoli da due pagine di un’unica edizione dell’Osservatore Romano: «Acqua, la grande emergenza». «Allarme Amazzonia». «A rischio la barriera corallina». «La crisi ecologica minaccia la vita stessa della terra». La speranza è perduta. Delle tre virtù teologali resteranno almeno la fede e la carità?
[7 ottobre 2021]
Per l’amoris di Dio
«Se qualcuno si era illuso che questi aiuti vitali per la nostra economia fossero gratis et amoris dei oggi prende atto che così non è», scrive Alessandro Sallusti nel suo editoriale in prima pagina. Prendiamo anche atto del latino creativo sfoggiato dal direttore di Libero, ma la locuzione corretta resta «Gratis et amore Dei».
[6 ottobre 2021]
Per essere precisi
«Per quanto riguarda gli effetti della reintroduzione della pena capitale per il decennio 1930-1940 si contarono ben 118 condanne ma ne furono eseguite meno della metà, per essere precisi ci furono solo 61 esecuzioni», scrive Pasquale Hamel sul Riformista. Per essere precisi, 61 è più della metà di 118, non meno.
[24 settembre 2021]
De Mari in orbita
«Siamo l’epoca della comunicazione. Ogni cosa che facciamo su Internet è registrata per l’eternità sui satelliti». È la tesi stravagante con cui Silvana De Mari comincia un suo articolo sulla Verità. Prescindendo dalla diseconomicità di una simile scelta (perché archiviare dati su veicoli spaziali in orbita attorno alla Terra quando lo si può fare tranquillamente su server poco costosi piazzati in qualunque località del pianeta?), De Mari ignora che i più grandi satelliti civili per le telecomunicazioni, in orbita geostazionaria, adoperati per le comunicazioni personali ma anche per le transazioni bancarie, svolgono in genere la funzione di ponti radio immediati e non registrano alcunché. I satelliti più piccoli, in orbite più basse, immagazzinano dati temporaneamente per scaricarli quando sorvolano l’antenna che li deve raccogliere, quindi svuotandosi. I satelliti per le telecomunicazioni trasmettono anche immagini e hanno canali per trasmissioni tv. I satelliti civili del ramo telecomunicazioni sono dedicati alla navigazione (i Gps) per smartphone, veicoli, treni, aerei, navi. Gli altri satelliti civili importanti sono quelli riguardanti l’osservazione della Terra usati per controllare modificazioni dell’ambiente, inquinamenti, movimenti rischiosi del suolo, edifici. Infine i satelliti militari sono in grado di ascoltare e registrare anche le nostre conversazioni telefoniche, le nostre trasmissioni dati (e-mail, per esempio), fotografare direttamente dettagli più piccoli della targa di un’auto e con elaborazioni successive arrivare anche al centimetro: riconoscono i volti e quindi possono tenere sotto controllo tutti i movimenti delle persone. Sono i cosiddetti satelliti spia. Ma, con buona pace di De Mari, l’eternità non c’entra nulla: tutto è temporaneo sui satelliti, a seconda delle esigenze.
[26 settembre 2021]
Lotta continua
Antonello Caporale intervista Pierluigi Bersani sul Fatto Quotidiano. Titolo: «La mucca non è più nel corridoio, stavolta lascio e torno a Bettola». A un certo punto il giornalista interrompe l’ex segretario del Pd con questa osservazione: «Prima che continua, devo chiederle dei farmacisti». Anche il congiuntivo non è più nel corridoio. E neppure in salotto.
[4 ottobre 2021]
Il Monda non si è fermato mai un momento
In un editoriale autocelebrativo, il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, ci tiene ad annunciare urbi et orbi che il quotidiano della Santa Sede, nella «sua edizione digitale (che riproduce quella cartacea) è consultabile in tempo reale in ogni parte del mondo», come se vi fossero in circolazione edizioni digitali di giornali che riproducono l’Odissea o la Divina Commedia. E aggiunge la seguente frase: «Questo giornale, del quale è stato detto che si pesa e non si conta, è in crescita». Come si farà a contare un giornale? Mistero. Monda, soggetto a frequenti crasi intellettuali, aveva in realtà nelle orecchie una celebre frase che, secondo Cesare Romiti, fu pronunciata da Donato Menichella, governatore della Banca d’Italia dal 1948 al 1960: «Le azioni non si contano, si pesano». I giornalisti l’hanno sempre attribuita erroneamente a Enrico Cuccia, che, in quanto patron di Mediobanca, salotto buono della finanza italiana, di sicuro non figura nel pantheon di papa Francesco. E comunque nel caso dell’Osservatore Romano le copie si contano in fretta e pesano poco.
[4 ottobre 2021]
Circostanzo avverso
Titolo apparso nella rubrica Circostanzo, che Maurizio Costanzo firma sul sito della Stampa: «Perché solo oggi ci allarmiamo per i centinaia di uccelli migratori che muoiono a New York?». Giusto. Bisognava preoccuparsi per tempo anche dei tordi che svolazzano nelle redazioni.
[1° ottobre 2021]
Colpi di testata
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Nella domenica degli 8 morti a Milano sull’aereo privato e del trionfo di Colbrelli nella Roubaix, solite polemiche sul silenzio elettorale: ma non è l’ora di abolirlo?». Deve trattarsi di una pubblicità subliminale del minestrone Orogel.
[4 ottobre 2021]
Adescamenti in centimetri
In un servizio sulla vicenda che ha coinvolto Luca Morisi, ex responsabile della comunicazione social di Matteo Salvini, pubblicato dal Corriere della Sera, Giusi Fasano e Fiorenza Sarzanini si soffermano sui presunti accordi «presi con i due rumeni che trascorsero la notte del 14 agosto nella sua casa di Belfiore, in provincia di Verona», precisando che «ne ha parlato Petre, 20 anni, uno dei due escort adescato in Rete». Adescato? Questo verbo, stando allo Zingarelli 2021, significa, in senso figurato, «allettare, attrarre con lusinghe, promesse». I soldi che Morisi avrebbe pattuito con i due potevano rappresentare un’esca? Difficile sostenerlo, dopo aver letto le pirotecniche descrizioni con cui il duo si offriva sui siti d’incontri al buio per gay. David D.: «Momenti indimenticabili... Pronto per esaudire tutti i tuoi sogni, anche quelli più piccanti... 21 anni, 20 cm, attivo... Versatile... Bel culo... Muscoloso... Modello...». Petre R.: «Un bel ragazzo bisex di 19 anni con un bel giocattolo di 25 centimetri... Caliente attivo per incontri raffinati... Solo per persone serie e riservate...». Allora, chi ha adescato chi?
[3 ottobre 2021]
Eccezione alla regola
La Stampa scrive che «Giorgia Meloni alza il tiro contro la ministra Lamorgese», precisando che Fratelli d’Italia ha già raccolto migliaia di firme per chiedere ai parlamentari una mozione di sfiducia nei confronti della responsabile dell’Interno, «che non fa e non sa fare il suo lavoro». La notizia si conclude con questa frase attribuita a Meloni: «In Italia chi rispetta le regole viene avvantaggiato e chi non le rispetta viene colpito». Ma se le cose stanno così, perché attaccare Lamorgese, visto che sta contrastando chi non rispetta le regole?
[23 settembre 2021]
Band sarda
Dal sito del Sole 24 Ore: «Compagnie aeree, in 11 in gara per sostituire Alitalia in Sardegna. La Regione indice due band per complessivi 83 milioni per assicurare la continuità territoriale tra l’isola e il continente a prezzi calmierati». Jazz o rock? E apprendiamo con gioia che esiste un «continente a prezzi calmierati».
[25 settembre 2021]
Mi sono inchiodato
«Ogni giornalista ha più padroni che sono chi gli paga lo stipendio, le sue idee, i suoi informatori», scrive Alessandro Sallusti, direttore di Libero, nel suo editoriale in prima pagina. «Non si scappa, ciò che configge con uno di questi tre elementi non diventerà mai una inchiesta giornalistica». Il verbo configgere significa «conficcare, inchiodare». Perché il periodo avesse senso, bisognava aggiungere la «l» di confliggere («essere in conflitto»).
[4 ottobre 2021]
No vax ortografici
Sommari a corredo di un servizio della Verità: «Su “Repubblica” Lingiardi parla i termini clinici di madri e padri no vax»; «Burioni invece incita al dileggio versi chi – legittimamente – rifiuta la puntura». Urge vaccinazione ortografica.
[24 settembre 2021]
Gradi, diottrie, decimi
«Mahmood si racconta: “Dai sette ai quindici anni sono stato cicciotto e con gli occhiali da vista, mi mancavano tre gradi. Un bullo mi prese di mira”», si legge sull’Huffington Post. La frase non significa nulla. Con grado s’intende diottria, la quale non indica quanto si vede, bensì il potere correttivo della lente necessario per ottenere il visus (capacità visiva dell’occhio) migliore possibile. Le diottrie (o gradi) sono infatti l’unità di misura del potere delle lenti degli occhiali e delle lenti a contatto e non hanno niente a che fare con l’acutezza visiva, che viene invece misurata in decimi.
[17 settembre 2021]
Freddi sulle anche
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «E in 58 sono già stati sospesi. Oltre 4737 i non immunizzati, più di un dipendente su quattro. Freddi sulle anche i circa 90 mila giovani, stamani in classe: tra 12 e 19 anni non il 62% non si è immunizzato è contro il 46,9 della media nazionale». La confusione mentale va aggiunta fra gli effetti collaterali del Covid-19. (Impareggiabili i giovani «freddi sulle anche»: la notizia proveniva da Bolzano, dove le temperature sono scese parecchio e l’osteoporosi non colpisce i giovani).
[6 settembre 2021]
Bevo per motivi economici
Dalla Gazzetta di Mantova: «L’anziana, una 72enne costretta su una sedia a rotelle, è riuscita a raccontare a fatica come il figlio ubriaco, per motivi economici, l’aveva tenuta ferma alla sedia e percossa al volto con violenti schiaffi». Lo stato di ebbrezza per motivi economici costituirà un’attenuante o un’aggravante?
[30 settembre 2021]
I quattro zampi
Dall’Arena: «I clienti, al momento del ritiro degli amici a quattro zampe, avevano notato la precarietà del posto dove il pensionato faceva crescere i quattro zampi e si sono quindi rivolti al gruppo di volontariato». Ah, il plurale dei nomi composti!
[3 ottobre 2021]
Latinorum
Riferendosi alla riforma del catasto, nel suo editoriale sulla prima pagina di Libero il direttore Alessandro Sallusti critica il premier Mario Draghi: «Per due volte ha specificato che “nessuno pagherà un euro in più né un euro in meno” ma è sembrata una escusatio non petita, una scusa non richiesta per tranquillizzare gli italiani che sulla casa non accettano scherzi». Però gli italiani scrivono excusatio, con la «x», come del resto facevano i latini.
[30 settembre 2021]
Mephisto scivola tra Pergamo e Tirana
Su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore, torna a colpire, nella rubrica che porta il suo nome, il dottissimo Mephisto Waltz. Prima parla delle «rovine sul promontorio di Pergamo», ma promontorio sta per «alta sporgenza della costa sul mare» (Zingarelli 2022), mentre Pergamo dista dall’Egeo 25 chilometri in linea d’aria. Poi cita «la reggia di Tirana per Vittorio Emanuele III», lasciando intendere, con quella preposizione, che fosse stata edificata per il sovrano d’Italia, mentre fu commissionata da re Zog (quando Vittorio Emanuele III arrivò a Tirana nel 1939, dopo l’invasione fascista, il palazzo c’era già). Infine magnifica la reggia come «capolavoro di Gio Ponti», però la biografia del grande architetto e designer su Domus (rivista da lui fondata) non elenca alcun suo contributo a Tirana o in Albania, idem il sito ufficiale che gli è stato dedicato, idem la voce biografica scritta da Stefania Benvenuto per la Treccani, idem alcune tesi di dottorato sull’architettura italiana in Albania fra 1925 e 1943 e sul piano urbanistico di Florestano Di Fausto per Tirana.
[27 settembre 2021]
Un racconto confuso, ma lucido e preciso
La Repubblica approfondisce il caso di Luca Morisi, intervistando «PR. (sic), il modello romeno di 20 anni, escort per necessità, che il 14 agosto scorso ha condotto i carabinieri nell’alloggio dell’ex guru social di Matteo Salvini mostrando loro dove era nascosta la cocaina». Scrivono Giuliano Foschini e Fabio Tonacci, inviati a Belfiore (Verona): «Il racconto di PR. (sic), che accetta di rispondere a patto di non rivelare la sua identità, a tratti è confuso (per esempio quando ricostruisce l’arrivo dei militari della Compagnia di San Bonifacio), ma è lucido e preciso nei dettagli». Alla faccia della confusione, Foschini si occupa della lucidità e Tonacci della precisione.
[30 settembre 2021]
Rai, quante storie
L’altrieri era il 29 settembre, ma per Il giorno e la storia, programma di Rai Storia in onda alle ore 14, era il 23 settembre, con tutto quello che ne conseguiva, ovvero la ripetizione degli avvenimenti già ricordati il 23 settembre. La macchina del tempo funziona.
[1° ottobre 2021]
Notizie ultraleggere
Dall’Ansa: «Una tromba d’aria ha attraversato nel pomeriggio il Nord Ovest Sardegna. I danni principali si sono registrati a Sassari, dove sono caduti alcuni alberi e hanno danneggiato delle auto in sosta, e ad Alghero. Addirittura nell’aeroporto “Riviera del corallo” un ultraleggero – un Cessna 172 – si è rovesciato su se stesso». Il Cessna 172 (oggi denominato Skyhawk) è un aereo vero e proprio, quello prodotto in più esemplari nella storia dell’aviazione civile, con un peso massimo al decollo di 1.157 chili, omologato per 4 occupanti. Invece l’ultraleggero deve, per legge, pesare fra i 300 e i 450 chili al decollo, a seconda che sia monoposto o biposto (500 chili i mezzi anfibi e idrovolanti).
[26 settembre 2021]
Bertocchi double face
Secondo Lorenzo Bertocchi, che lo scrive in prima pagina sulla Verità, papa Francesco «ha attaccato una non precisata tv cattolica americana». In realtà il Papa non ha mai fatto alcun riferimento alla nazionalità dell’emittente. Tutti gli inviati presenti sull’aereo che ha riportato a casa il Pontefice dopo il viaggio apostolico in Ungheria e Slovacchia hanno attribuito al Santo Padre questa frase: «C’è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi», tant’è che persino Bertocchi la riporta nel suo pezzo all’interno. Che l’allusione fosse al «colosso massmediatico cattolico americano Ewtn» è solo una supposizione del giornalista. Quindi i casi sono due: o Bertocchi dispone (ma solo in prima pagina) di informazioni che noi non abbiamo – come direbbe il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano – oppure alla Verità riassumono a spanne in prima pagina i servizi di Bertocchi, e ci mettono in testa la sua firma senza aver capito che cosa ha scritto.
[23 settembre 2021]
Robinson va al dopoguerra
Titolo da Robinson, supplemento culturale della Repubblica: «Sangue e amore nelle Langhe». Sommario: «Tra vigne e castagneti nel primo dopoguerra». La recensione di Maurizio Crosetti parla di Amare una volta (Salani), romanzo di Davide Mosca ambientato «nella primavera del 1947». Il titolista ignora che nel Novecento i dopoguerra furono due e che per «primo dopoguerra» deve intendersi il periodo che seguì al conflitto mondiale del 1914-1918. Quello che seguì al conflitto del 1939-1945 si chiama «secondo dopoguerra».
[18 settembre 2021]
Equivoci fra le righe
Prima riga: «Il programma di Michetti»; seconda riga: «per Roma è una scopiazzatura». Così Domani titola un editoriale del suo direttore, Stefano Feltri. Si starà adombrando il sospetto che il programma per Roma del candidato sindaco di centrodestra sia stato scopiazzato o si starà dicendo che a giudizio dei romani Michetti ha copiato da qualcun altro il suo programma per Roma?
[23 settembre 2021]
Quando i film diventano realtà
Titolo dal sito Catania Today: «Porto, incendio su una nave cargo battente bandiera Liberiana: intervento dei vigili del fuoco». Firmato: Manuel Fantoni (da Borotalco di Carlo Verdone). Notevole anche la maiuscola per l’aggettivo liberiana.
[16 settembre 2021]
Stampa über alles
Sulla Stampa, parlando del green pass nella rubrica Il punto, Carlo Bertini infila la seguente frase: «Cosa cambia deciderlo prima, dato che nelle due Camere l’obbligo “uber alles” entrerà in vigore dopo il 15 ottobre, come per tutti gli italiani?». A parte il fatto che über esige la Umlaut sulla «u», Bertini scambia l’über alles per il latino erga omnes, che significa «nei confronti di tutti i cittadini». Mentre über alles vuol dire «sopra ogni cosa». Dopodiché resterebbe sempre da chiarire che cosa diavolo c’entri il tedesco con il green pass.
[23 settembre 2021]
Ieri, oggi e Domani
Su Domani il giovane vaticanista Marco Grieco si cimenta, con sprezzo del pericolo, sui cardinali che appoggerebbero Bergoglio (in grande maggioranza, a suo dire), ma l’argomento è difficile, come dovrebbe sapere, e le previsioni si rivelano spesso errate. E comunque Grieco ha problemi con il calendario: infatti i cardinali Gabriel Zubeir Wako, Wilfrid Fox Napier e George Pell non sono più elettori, avendo compiuto 80 anni rispettivamente a febbraio, a marzo e a giugno (invece il vaticanista di Domani, forse per coerenza con la testata, scrive che perderanno «dal prossimo novembre» l’elettorato attivo per il sopraggiunto limite di età). Contrariamente a quanto asserito da Grieco, inoltre, Fox Napier e Pell non sono affatto a capo delle diocesi di Durban e di Sydney, bensì arcivescovi emeriti: il primo dallo scorso giugno e il secondo addirittura dal 2014. Infine Grieco sbaglia anche i conteggi: i cardinali dell’Unione europea non sono 106 ma 98.
[23 settembre 2021]
Do di petto del Tg1
Nel Tg1 delle 13.30 e delle 20, l’inviato Giacinto Pinto ha continuato a definire Mirto Milani, fidanzato di una delle due sorelle bresciane accusate di aver ucciso la madre per impossessarsi dell’eredità (e, secondo gli inquirenti, loro complice), «giovane soprano». Ma il cantante di sesso maschile che sostiene quel ruolo si chiama sopranista. In alternativa, controtenore.
[26 settembre 2021]
Mostri in erba, anzi in coca
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Rimini, risponde ai genitori il bambino di 6 anni accoltellato da un 26enne somalo: “Avevo preso cocaina”». Piccoli mostri crescono.
[14 settembre 2021]
Oh, my darle
In un servizio da Potsdam, in cui parla di Annalena Baerbock, candidata dei Verdi che «si è fatta male da sola», Paolo Valentino, inviato del Corriere della Sera, parla del «libro pieno di copia e incolla, che doveva dargli status intellettuale e invece l’ha affondata». Il gender dilaga.
[24 settembre 2021]
Mandante con brio
Dal Televideo della Rai: «Ex spia, Cedu. Mosca responsabile. Forte sospetto che chi ha avvelenato Litvinenko abbia agito come mandante del governo russo». Della serie «Mi manda Picone». (Se chi l’ha ammazzato è il mandante, chi sarà l’assassino?).
[21 settembre 2021]
Il volo del Calabrò
Nella foga cortigiana di difendere il Papa, sull’Huffington Post la zelante Maria Antonietta Calabrò identifica la televisione cattolica presa di mira da Bergoglio con una nota rete statunitense, come fanno molti altri commentatori. Ma, a differenza dei colleghi, sbaglia scrivendo che si tratta di Edtw, mentre si tratta di Ewtn (Eternal word television network). E, a parte altri refusi, chiama Callagher – a Callagher, vie’ qua! – il raffinato ministro degli esteri vaticano Paul Richard Gallagher. Per non parlare della sintassi dadaista, ben rappresentata dal seguente periodo: «Il “controcanto” di Parolin, che cade in questa situazione, tutti hanno la sensazione che il Papa, arrivati a questo punto, non farà sconti, c’è stato anche in relazione ai rapporti tra il Vaticano e i cosiddetti “sovranisti”».
[24 settembre 2021]
Singolare plurale
«Un appuntamento pre-elettorale, ma anche un modo per organizzare le truppe del nord Italia: oltre a Giorgetti ci sarà Fontana, Garavaglia, Centinaio e Locatelli», riferisce Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano. Quattro persone non bastano a fare un plurale?
[25 settembre 2021]
Libere risate in libero Stato
Libero pubblica un servizio di Alberto Fraja sulle bufale riguardanti gli strumenti di tortura che sarebbero stati utilizzati durante l’Inquisizione. Verso la fine si legge: «La più divertente, però, è la “Pera Vaginale”, marchingegno concepito per dilaniare vagine e orifizi anali di streghe e seguaci del demonio». Che ridere.
[21 settembre 2021]
Ma sul siero?
Titolo dalla Repubblica: «Gaffe di Salvini: il siero provoca le varianti». Gaffe della Repubblica: siero non è sinonimo di vaccino (neppure sui dizionari). Trattasi di prodotti completamente diversi. Nello stesso errore persevera La Verità, che titola a tutta pagina: «Carta verde da pazzi: dura il doppio del siero».
[11 e 24 settembre 2021]
Giornale di complemento
Titoli apparsi in due giorni consecutivi sull’Osservatore Romano: «Nella luce del Vaticano II», «In un giorno di vacanza», «Nel gelo della Siberia», «Sulle strade della città», «In parrocchia, con Gesù nei gesti». Più che un giornale, un complemento di luogo.
[22 e 23 settembre 2021]
Scrittura da cani
Dalla Gazzetta di Mantova: «Ancora un successo per il concorso dedicato a cani meticci e non di razza». Com’è noto, esistono anche cani di razza bastarda.
[20 settembre 2021]
Lo spettro del convitato di pietra
Incipit di un editoriale dell’ex ministro Giovanni Tria sul Sole 24 Ore: «Nella ripresa economica che, con forza differenziata, è in atto nelle principali economie, si aggira un convitato di pietra: l’inflazione». Quello che si aggirava per l’Europa, se non ricordiamo male, era uno spettro (del comunismo, secondo Il Manifesto di Karl Marx e Friedrich Engels), sicuramente assai più agile del convitato di pietra. Quest’ultimo, più che aggirarsi, giaceva nella tomba, dalla quale il drammaturgo spagnolo Tirso de Molina lo fece uscire nel 1616 per trascinare all’inferno Don Giovanni, con grande soddisfazione di Molière, Lorenzo da Ponte, Wolfgang Amadeus Mozart, Carlo Goldoni e altri, che in seguito s’ispirarono al personaggio assassinato riapparso come statua sepolcrale.
[18 settembre 2021]
Chierico svagato
Sul Fatto Quotidiano, nella sua rubrica Il chierico vagante, Fabrizio D’Esposito si occupa del cardinale Raymond Leo Burke e dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, schierati «sul fronte antibergogliano». A proposito del secondo, si legge che «la multiforme galassia farisea e clericale dei cattolici ha assunto come proprio manifesto un’altra sterminata lettera del monsignore intitolata Libera nos a male, “Liberaci dal male”». Tutto si può dire di Viganò, tranne che non conosca il latino e il Pater noster. Infatti la lettera del presule s’intitola Libera nos a malo. Più che un chierico vagante, D’Esposito pare un chierico svagato.
[20 settembre 2021]
Vita prima e vita dopo
«La mia mente non ha azzerato il sequestro ma la mia vita prima». Così La Verità titola un’intervista con Augusto De Megni, sequestrato all’età di 10 anni dall’Anonima sarda, vincitore nel 2006 del reality show Grande fratello. Premesso che la «vita dopo» del soggetto in questione ci pare persino peggio, constatiamo che in certe redazioni non è in uso l’italiano che fu di Giacomo Leopardi («A patto di riavere la vita di prima», Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere) e Luigi Pirandello («Ma a tutti ormai pare così, la vita di prima, signora Cia!», Come tu mi vuoi).
[19 settembre 2021]
Eventi in diretta
Repubblica online, ore 12.30: «Roma, crolla il tetto di una palazzina: la diretta». Cavolo! Devono avere un informatore «in Altissimis».
[14 settembre 2021]
L’ictus dei celebri
Didascalia dalla Stampa: «Umberto Bossi mentre legge un giornale in clinica dopo il ricovero per l’ictus celebrale che lo colpì nel 2004». Dev’essere quello che ti coglie durante la celebrazione della messa.
[18 settembre 2021]
Confusione di genere
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Record di assunzioni “stagionali” nel 2021: nei primi sei mesi sono stati ben 500 mila. Chissà se i liberisti del divano e i nemici del Rdc ne daranno notizia». Se lo faranno, si spera che rispettino il genere del verbo, visto che assunzioni è femminile.
[18 settembre 2021]
Gli errori del Cavaliere
In un intervento scritto per Il Giornale, Silvio Berlusconi sostiene che la civiltà dell’Europa e dell’Occidente è nata «dall’incontro fra il pensiero giudaico-cristiana e la cultura greco-romana». Il gender dilaga. Poco più avanti l’ex premier aggiunge: «Questo è il grande insegnamento del messaggio cristiano rivolto a tutti, credenti e non». Ma l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no. Quindi bisognava scrivere «credenti e no».
[1° settembre 2021]
Esilarante sarà lei
Nel recensire su Tuttolibri della Stampa il libro L’invenzione degli italiani di Marcello Fois, il critico letterario Ernesto Ferrero annota: «Esilarante il racconto iniziale del De Amicis ventenne, reduce da Custoza, che va a trovare il vecchio Manzoni abbigliato da giardiniere e si commuove sino alle lacrime». Tenuto conto che Edmondo De Amicis si collegava «direttamente al messaggio civile dei Promessi sposi», come scrive Ferrero, non si capisce perché un simile fatto susciti «ilarità, allegria» e risulti «divertente, spassoso» (sono le definizioni che lo Zingarelli 2022 dà dell’aggettivo esilarante). Tutto previsto in Cuore, comunque: «Quell’infame sorrise».
[11 settembre 2021]
Che ti lesino a fare
Da Libero, editoriale del direttore Alessandro Sallusti: «Strano davvero questo silenzio, per di più da parte di testate che non hanno mai lesinato a fare paginate di documenti giudiziari». Lesinare è vero transitivo, come ci ricorda Giovanni Verga: «Gli lesinava le buone parole e tutto il resto» (Per le vie. Il canarino del n. 15); «Gli lesinava il soldo per la pipa» (Per le vie. L’osteria dei “Buoni amici”). La costruzione più corretta era a portata di mano: «Non hanno mai lesinato paginate di documenti giudiziari».
[19 settembre 2021]
Aridaje con il murales
Titolo della rubrica Tuttifrutti di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: «Il murales coperto con tanta ipocrisia». Come evidenziato più volte in questa rubrica, murales è il plurale dello spagnolo mural, perciò non va usato in riferimento al singolare, come in questo caso.
[1° settembre 2021]
Le auto storiche pranzano
Dalla Gazzetta di Mantova: «Secondo Raduno città di Mantova ieri organizzato dal club auto e moto storiche 8Volanti Tazio Nuvolari. Le auto storiche si sono ritrovate in piazza Sordello e alle 10 sono partite verso Colorno, dove hanno pranzato e visitato la reggia». Immaginiamo che il desinare sia stato a base di gas e carbonella. Di sicuro la visita era guidata.
[19 settembre 2021]
Refrattari al dizionario
In uno dei suoi consueti editoriali in lode del Mullah Omar, che appaiono sul Fatto Quotidiano, Massimo Fini scrive: «E del resto uno dei portati più fecondi dell’Illuminismo è l’esercizio del dubbio sistematico che si pratica innanzitutto su se stessi. Cosa di cui Mughini, e tutti gli illuministi alla Mughini, sembrano refrattari». L’aggettivo refrattario nei suoi tre significati (1. «che non ottempera a obblighi o doveri: refrattario alla norma di legge»; 2. «insensibile, indifferente a stimoli o sollecitazioni: carattere refrattario alla commozione, alla pietà»; 3. «che non è predisposto, che è negato totalmente per qualcosa: sono refrattario alla matematica», Zingarelli 2022) contempla solo la forma aggettivo + a. Quindi, nel caso specifico, bisognava scrivere: «Cosa a cui Mughini...».
[11 settembre 2021]
Lingua smarrita
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Maria Chiara Carrozza, 55 anni, pisana, esperta di bioingegneria e biorobotica, ha assunto per decisione della ministra dell’Università: quello di presidente del Cnr. E dal Cnr stesso: quasi cento anni di storia, quasi un miliardo di euro di bilancio, quasi cento istituti di ricerca (per la precisione 88) e ottomilacinquecento dipendenti di cui il 63% ricercatori». Il Consiglio nazionale delle ricerche ha avviato ciò che gli compete: una ricerca per capire di che lingua si tratti.
[22 agosto 2021]
Salari minimi
«Le gaffe di Laschet sono ormai un cult», scrive Paolo Valentino, corrispondente da Berlino del Corriere della Sera. «Una lacuna grave si è rivelata l’assenza di un vero programma elettorale, mentre i socialdemocratici proponevano l’aumento del salario minimo a 12 euro». Ma proprio minimo minimo, se non si precisa che trattasi di paga oraria.
[8 settembre 2021]
Fategli un check up
In un articolo in cui censura i vertici della Rai che «si tengono il doppio incarico», Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano cita «la nuova consigliera Simona Agnes», in quanto organizzatrice del premio Biagio Agnes, la cui serata di gala «da sempre viene trasmessa dalla Rai». «Tra l’altro», rileva Roselli, «la presidente onoraria della Fondazione Agnes è Marinella Soldi, attuale presidente della Rai». Poi il giornalista sgancia la bomba atomica: «Ma non basta. Perché nel palinsesto della tv pubblica è previsto il ritorno di Check up, format di medicina di grande successo ideato proprio da Biagio Agnes nel lontano 1977». Quindi, mutatis mutandis, nel periodo in cui Paolo Grassi fu presidente della Rai si sarebbero dovuti bandire dal teleschermo tutti gli allestimenti del Piccolo Teatro di Milano, di cui fu fondatore, e della Scala, di cui fu sovrintendente? Urge un check up. Psichiatrico, però.
[2 settembre 2021]
Hanno accoltellato un ferito
«Rimini, terrore sul bus: accoltella cinque persone fra cui un bambino ferito alla gola», titola la app della Stampa nella sezione News. Il concetto è ribadito nella prima riga della notizia: «È accusato di aver accoltellato cinque persone, tra cui un bambino ferito alla gola». Un consiglio ai genitori dello sventurato fanciullo: fatelo benedire. Non capita tutti i giorni che un bimbo già ferito alla gola venga anche accoltellato. O, meglio, capita solo sui giornali.
[11 settembre 2021]
Braccio rubato all’agricoltura
«Braccio indolensito: ecco perché», titola il sito del Giornale, a proposito della vaccinazione contro il Covid-19. «Qualche ora dopo aver ricevuto la punturina sul braccio, spesso e volentieri proviamo una certa sensazione di dolore che dura anche fino al giorno successivo», si legge nel testo, che non viene corretto da otto mesi. «Ma qual è la causa? “Il braccio indolensito è una buona cosa: significa che le cellule del sistema immunitario sono reclutate localmente, dove è stato iniettato il vaccino, e stanno lavorando per noi per produrre anticorpi e cellule T protettive nei confronti dal Sars-Cov-2”», assicura Mario Umberto Mondelli, professore ordinario di malattie infettive all’Università di Pavia. Sì, ma non è una buona cosa per la grammatica.
[9 gennaio 2021]
Le donne femminili
Titolo dalla Repubblica: «“Possiamo essere donne restando femminili”». Le donne maschili sono avvertite.
[11 settembre 2021]
Il mondo è bello perché è vario
Nel resoconto di una seduta del Consiglio dei ministri, Wanda Marra spiega sul Fatto Quotidiano che «le difficoltà sono varie e molteplici». Definizione di vario secondo lo Zingarelli 2022: «Di caratteristiche differenti e molteplici». Premio Aguzzate la vista della Settimana Enigmistica a chi coglierà la disparità fra le difficoltà varie e quelle molteplici.
[10 settembre 2021]
Singolare in Croce
Da un articolo della Repubblica, dedicato al rapporto tra Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, e Vittorio Emanuele II: «La contessa non si faceva illusioni sulla galanteria del re d’Italia. Già da giovanissima ne aveva subìto la rapacità sessuale, e la sua mancanza di educazione, di eleganza, di uso di mondo erano di pubblico dominio». Duole informare Benedetta Craveri, francesista, critica letteraria e scrittrice, nonché nipote di Benedetto Croce, che il soggetto della frase è «la sua mancanza», quindi il verbo andava coniugato al singolare («era di pubblico dominio»).
[4 settembre 2021]
Semaforo rosso
L’ex presidente del Pd, Gianni Cuperlo, scrive su Domani: «A uno che passa col rosso lo multi». Io speriamo che me la cavo al semaforo.
[4 settembre 2021]
Un grande ritorno: Mephisto Waltz
Su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore, è tornato a colpire Mephisto Waltz, titolare dell’omonima rubrica, secondo il quale la Bibbia Tob (Traduction œcuménique de la Bible) collocherebbe il diluvio universale nel 3.400 avanti Cristo. Forse ricordiamo male, ma ci pare che la Bibbia Tob, almeno nell’ultima edizione (2010), non dica proprio nulla al riguardo. Il riferimento non ha comunque senso, giacché la datazione in questione non è determinabile, stante la divergenza tra le cronologie relative all’epoca anteriore al diluvio presenti nel testo biblico ebraico e nelle versioni greche. Subito dopo Mephisto Waltz infila un «debido el sol extrema», piuttosto curioso, tenuto conto che sole in quasi tutte le lingue indoeuropee è maschile. Non sarebbe stato più logico «extremo», maestro?
[12 settembre 2021]
Funghi avvelenati
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Mangiano funghi avvelenati al centro rifugiati in Polonia: morti due bimbi fuggiti dall’Afghanistan». Avvelenati da chi? A meno che non fossero semplicemente velenosi.
[4 settembre 2021]
Cime tempestose
«“Cambiate il nome di Battiato sulla lapide”. Ed è bufera su Morgan», titola il sito del Giornale. Sottotitolo: «Morgan si è esposto sui social per chiedere che sulla lapide di Battiato compaia il nome “Franco” e non quello di battesimo “Franco”». Che dico, bufera? Tempesta, tifone, uragano, ciclone per una richiesta tanto ardita.
[11 settembre 2021]
Credenti e no
Presentando sul Fatto Quotidiano il testo del Qohelet commentato da Gustavo Zagrebelsky, «il chierico vagante» Fabrizio D’Esposito puntualizza: «La chiave del suo Qohelet è centralmente umana, decisiva quindi per tutti, credenti e non». L’avverbio non si usa sempre come proclitico, unito cioè a qualcosa che lo segue. Non è questo il caso. Quindi si doveva scrivere «credenti e no».
[13 settembre 2021]
Apostrofi di Domani
«Gli scrittori non contano / sono i festival lo spettacolo». Così Domani titola un racconto dello scrittore Luca Ricci. Il sommario suona come una conferma della prima riga del titolo: «Nei vari tour estivi è seguito da un’instancabile ufficio stampa». La grammatica non ha un domani.
[12 settembre 2021]
Lago di sangue
«Chiara Ugolini, 27 anni, è stata trovata morta, in un lago di sangue, domenica sera in un appartamento a Calmasino di Bardolino (Verona)», informa il sito del Corriere della Sera. Trattandosi di una località sul Garda, lo stereotipato riferimento al lago si sarebbe potuto evitare. Tanto più che, poche righe dopo, si legge: «Chiara era riversa a pancia in giù, con una piccola chiazza di sangue vicino alla fronte». Se il viso rivolto verso il pavimento era immerso «in un lago di sangue», come poteva recare solo «una piccola chiazza» vicino alla fronte?
[6 settembre 2021]
Io punturo, tu punturi
Titolo dalla Verità: «Più ci si puntura e meno si segnala: danno per la sicurezza del vaccino». Il Covid-19 crea neologismi, trasformando i sostantivi in verbi riflessivi.
[7 settembre 2021]
Idee chiare sotto il casco
Matteo Salvini scrive su Twitter: «Bene Regione Lombardia, che ha proposto alcune regole per i monopattini elettrici: guida ai soli maggiorenni, assicurazione obbligatoria, casco per gli under 18, velocità massima a 20 km/h. Troppo incidenti, con morti e feriti: servono regole». Se la guida va consentita ai soli maggiorenni, non si vede come possano usare il monopattino i conducenti di età inferiore ai 18 anni, cioè i minorenni. «Cambio opinione mille volte al giorno. Voglio tutto e il contrario di tutto». (Franco Marcoaldi, Il vergine, Bompiani, 1998).
[10 settembre 2021]
I grugniti del Drago
Nella rubrica Il graffio, sulla Stampa, Alessandro Barbera annota: «Luigi Di Maio, prima di rientrare alla Farnesina, si è fatto pizzicare in una spiaggia del Salento fra i grugniti di Mario Draghi». Ora, è ben vero che lo Zingarelli 2022 al lemma grugnito dà come secondo significato «incomprensibile borbottio», ma, dato che il primo significato è quello prevalente («Verso caratteristico del maiale e del cinghiale»), non pare molto elegante dare implicitamente del porco al presidente del Consiglio al solo scopo di ostentare ricercatezza lessicale.
[19 agosto 2021]
Mi preceda davanti
Simonluca Pini prova per Il Sole 24 Ore la Essenza Scv12, 830 cavalli, una Lamborghini da 2,6 milioni di euro, non omologata per la circolazione stradale (si guida solo in pista), e viene travolto dall’emozione. «Miloš Pavlovic, pilota Lamborghini Super Trofeo, che ci precede davanti a noi». (Difficile precedere qualcuno da dietro). «Riusciamo ad abbassare il cronometro di un paio di secondi». (Se abbassi il cronometro, sarà di un paio di millimetri; se abbassi di 2 secondi, significa che ti riferisci al crono, termine tecnico per designare il tempo segnato dal cronometro in una competizione sportiva).
[7 agosto 2021]
Virgolette
Titolo da Avvenire: «Palermo, le bare ora “scoppiano”. Il caldo “spacca” le casse insepolte accumulate nella struttura dei Rotoli». Non si capisce come facciano le bare a scoppiare fra virgolette e il caldo a spaccarle fra virgolette. Sorge un dubbio: i «morti» saranno davvero «defunti»?
[18 agosto 2021]
Carte ori primiera Settebello
Il Sole 24 Ore sostiene che il Settebello fu prodotto dal 1952 al 1992, il che appare quantomeno singolare, dal momento che negli anni Ottanta le Ferrovie dello Stato ci facevano già viaggiare sull’Etr 450, noto come Pendolino. Abbeverandosi probabilmente a Wikipedia, Giuseppe Lupo ha scambiato la durata dell’esercizio, che effettivamente arrivò fino al 1992, con gli anni di produzione. Realizzato da Breda ferroviaria e Breda costruzioni elettromeccaniche nelle officine di Sesto San Giovanni, l’Etr 300 Settebello fu costruito in tre soli esemplari tra il 1952 e il 1959. Come dovrebbe ben sapere il quotidiano della Confindustria.
[5 settembre 2021]
Lupi mannari in redazione
Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Oggi ci sarà il quarto plenilunio in un mese, un evento che si verifica ogni 2-5 anni». Considerato che in 365 giorni la Luna piena è visibile solo 12 o 13 volte (12 nel 2021), cioè una volta al mese, è proprio un anno straordinario. Lunare, ecco.
[22 agosto 2021]
Uccisa un’ex laureata
«Simonetta Ferrero, ex laureata, uccisa con 33 coltellate nei bagni delle donne». Così cominciava il sommario di una pagina dedicata al delitto commesso nel 1971 all’Università Cattolica. L’inedita figura dell’ex laureata è apparsa sulla pagina Facebook e su un’edizione cartacea del Corriere della Sera. Poi, con una provvidenziale correzione, è sparita, segno che il decesso non cancella il titolo di studio.
[22 agosto 2021]
I genitali secondo Nuzzi
In un articolo grandguignolesco su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi ricostruisce l’orribile fine di Vito Michele Milani, 39 anni, ucciso, squartato, semicarbonizzato e nascosto in una cantina di Torino e ritrovato il 25 gennaio 1998. Nuzzi si sofferma sulla «particolarità di aver trovato i genitali e il pene del Milani sezionati e riposti in un sacchetto di plastica». È noto che fra i genitali e il pene c’è una bella differenza.
[19 agosto 2021]
Al prossimo thurn
«Dalle donne lapidate al climate change: via gli ambasciatori, largo a Greta Thurnberg», scrive Giorgio Gandola sulla Verità. Correggere al prossimo thurn: si chiama Thunberg.
[26 agosto 2021]
Voce del verbo «ponti»
Titolo da Avvenire: «Volontari, voce del verbo costruire ponti». «Ponti» è voce del verbo pontificare?
[24 agosto 2021]
Mi faccia da trade union
«La scorsa stagione fu proprio Rocchi il trade union tra mondo arbitrale e società di calcio», informa Andrea Di Caro sulla Gazzetta dello Sport. Bei tempi quando ci si esprimeva alla francese e bastava il trait d’union.
[19 agosto 2021]
La legge della legge
«Amnistia e donne al governo ma con la legge della Sharia», titola a tutta pagina Il Messaggero. Considerato che la sharia è la legge islamica, il quotidiano romano ci spiega che in Afghanistan è ora in vigore la legge della legge.
[18 agosto 2021]
Didascalie funebri
«Giovanni Leone, fotografato a Roccaraso, L’Aquila, con la moglie Vittoria Michitto, tre dei loro quattro figli e il cane nel 1963 quando era presidente della Camera», recita una didascalia di 7. L’annotazione sulla prole appare crudelmente pleonastica: è vero che i Leone ebbero quattro figli, ma si dà il caso che il primogenito, Giulio, fosse morto di difterite nel 1953, per cui non sarebbe certo potuto comparire in una foto scattata 10 anni dopo.
[13 agosto 2021]
Del Doman v’è certezza
«Torna il Festival della tv e dei media e Domani c’è», titola trionfante Domani. Sarebbe stata una notizia se non ci fosse stato, considerato che della manifestazione «il deus ex machina è Carlo De Benedetti, che qui ha una casa in collina di 46 vani, Ca’ di Nostri, con vista su Monviso e Monte Rosa» (fonte: professionereporter.eu) e che il predetto è l’editore di Domani.
[27 agosto 2021]
Percentuali alcoliche
In una tabella sulle 106 maggiori case vinicole italiane, pubblicata da L’Economia, supplemento del Corriere della Sera, Marchese Antinori figura quarta in classifica con un fatturato di 214,5 milioni di euro nel 2020, contro i 245,8 del 2019. Il grafico specifica che la diminuzione è stata pari allo 0,13 per cento. In realtà il decremento di 31,3 milioni corrisponde a un calo del 12,73 per cento.
[2 agosto 2021]
Circonflessione d’incapace
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «3^ dose ai fragili. Scuola: nuova rissa sui tamponi». Non avevamo mai visto il già orrendo numero ordinale femminile (3ª) espresso con un accento circonflesso, per di più in un titolo di giornale. Ma c’è sempre una 1ª (o 1^) volta.
[24 agosto 2021]
Padrino sintattico
La Gazzetta di Mantova annuncia la morte di Pietro Rizzi, 83 anni, e specifica: «Fu tra i ragazzi di don Primo Mazzolari, tanto che partecipò alla sua cresima come padrino». Mazzolari, classe 1890, entrò in seminario quand’era dodicenne, quindi si presume che fosse stato cresimato sul finire dell’Ottocento. Difficile che Rizzi, nato nel 1938, possa essere stato suo padrino alla cresima. Più probabile il contrario. Solo che alla Gazzetta di Mantova non sanno scriverlo.
[17 agosto 2021]
Specchio delle mie brame
Ricostruendo su Specchio, supplemento della Stampa, i delitti di Wolfgang Abel e Marco Furlan, siglati Ludwig, Gianluigi Nuzzi insaporisce il racconto con una sfilza di frasi magniloquenti, fra cui la seguente riferita alle vittime: «Esseri peccatori che per il loro agire nella brutalità degli istinti, improbi nell’assecondare gli istinti più miserevoli e miserecondi, andavano perseguiti ed eliminati». Peccato (per restare in tema) che del neologismo miserecondo non esista traccia in alcun vocabolario, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. Poco più avanti aggiunge quest’altra immagine figurata: «E, finalmente sempre troppo tardi, quando vengono colti con il cerino in mano, pronti a incendiare la discoteca Melamara a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, callido teatro di scempio delle virtù, negano di essere Ludwig per evitare di venire schiacciati e sparire sotto le responsabilità penali accumulate dai tanti, troppi eccidi». Si stenta a comprendere come possa un teatro essere callido, cioè «astuto, accorto» (Zingarelli 2021), tenuto anche conto del fatto che i due furono scoperti e arrestati, segno che poi tanto scaltri non erano.
[29 agosto 2021]
Gilet smanicato
Incipit del servizio che descrive il nuovo look dell’attore romano Alessandro Borghi, sbarcato alla Mostra del cinema di Venezia, a firma di Federica Bandirali, sul sito del Corriere della Sera: «Gilet smanicato, pantalone morbido, t-shirt bianca e mocassino con staffa logo». Non sapevamo che esistesse anche il gilet con le maniche lunghe.
[2 settembre 2021]
Al Giornale così fan tutti
Titoli da un’unica edizione del Giornale: «Così le toghe rosse volevano sabotare anche gli altri dpcm». «Così la disoccupazione è a carico delle imprese». «Così le minoranze studiano da maggioranze». «Ma così nel Meridione cresce il lavoro nero». «Così la toga rossa già un anno fa voleva boicottare le misure anti virus». «Così si sfratta la cultura». Quel giornale un po’ così.
[15 agosto 2021]
Bordelli in pagina
«Una passeggia nella storia con il commissario Bordelli», titola 7. Se non si tratta di un neologismo, dovrebbe essere rimasta nella tastiera la sillaba «ta». Nella didascalia si legge che l’ultimo libro dello scrittore Marco Vichi, il quale ambienta i suoi romanzi polizieschi a Firenze, «è Un caso maledetto (Guanda)», uscito nel 2020. Sbagliato: è Ragazze smarrite, pubblicato dallo stesso editore nel 2021.
[13 agosto 2021]
I bus di Giovannini
Titolo dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro sulla Verità: «Le verifiche sui bus di Giovannini, aria fritta per i tg». Il ministro dei Trasporti è diventato titolare di un’azienda che noleggia pullman? No? Allora bisognava scrivere «Le verifiche di Giovannini sui bus, aria fritta per i tg».
[26 agosto 2021]
Calendario lunare
In un’intervista rilasciata a Emilia Costantini del Corriere della Sera, Lucrezia Lante della Rovere «ricorda divertita e con affetto il “tranello” progettato dalla madre Marina Ripa di Meana», che la portò con sé alla prima della Scala: «E per convincermi mi regalò addirittura un vestito favoloso che era bordato di visone bianco: sembravo Audrey Hepburn». Che accadde? «Io, ignara, in pelliccia dentro al teatro, lei fuori nella piazza davanti alla Scala mentre, a seno nudo in pieno gennaio, faceva una manifestazione animalista contro l’uso delle pellicce bruciandole...». La signora ha ricordi confusi e una conoscenza approssimativa del calendario: la prima del teatro milanese si tiene tradizionalmente nel giorno dedicato al patrono di Milano, sant’Ambrogio, la cui festa cade il 7 dicembre, non a gennaio. Nella fattispecie, l’esibizione di Marina Ripa di Meana si svolse il 7 dicembre 1998 e non comportò alcun rogo. Durante un blitz di animalisti, armati di uova e vernice rossa, la marchesa si limitò a mostrare le zinne e la scritta «No fur» (no pelliccia) tracciata sulla propria pelle con un pennarello blu.
[1° settembre 2021]
Tre volte tre
Titolo da Domani: «Nel comune sciolto tre volte per mafia nessuno si candida». Sommario: «Arriva il terzo scioglimento per mafia». Poiché non c’è due senza tre, se lo ripetono anche nel testo, saranno tre volte che c’informano del terzo scioglimento per mafia nel Comune sciolto tre volte per mafia.
[27 agosto 2021]
La vittima liberato
Titolo dal Corriere della Sera: «Rapito da un commando e ferito, mistero sul Garda. La vittima, 46 anni, di Verona, è stato liberato nel Mantovano». Il gender dilaga.
[27 agosto 2021]
Attenti al pastore
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Sbranata dai cani, indagato un pastore». Tedesco?
[28 agosto 2021]
Fughe di massa, memoria di ferro
«Agli illustri colleghi che si occupano dell’Afghanistan descrivendo in coro i vincitori talebani come la feccia della Terra vorrei fare una domanda semplice semplice», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. «Quando nel 1996 dopo aver sconfitto i “signori della guerra” il Mullah Omar, che mi pare fosse un talebano, prese il potere a Kabul, non ci furono “fughe di massa” (né di frange della popolazione) né ci furono durante i 6 anni in cui governò il Paese. Allora che cos’è cambiato in questi 20 anni? Gli illustri colleghi dovrebbero porsi qualche domanda e darci una risposta». Non ci occupiamo di Afghanistan, e non siamo colleghi illustri, tuttavia ecco una risposta: «Afghanistan: migliaia in fuga da Kabul, battaglie a nord. Ansa – Islamabad, 28 set – Intanto, su automobili private o autobus, migliaia di persone stanno abbandonando la capitale, dove la “Shura”, il consiglio di preti musulmani che da ieri la governa, sta imponendo la “sharia”, la rigida legge dell’Islam ortodosso. Ansa, 28 settembre 1996, ore 17.41». Ecco un’altra risposta: «Afghanistan: in fuga un quarto degli abitanti di Kabul. (Ansa-Afp) – Kabul, 29 set – Centinaia di migliaia di persone sono fuggite da Kabul, la capitale dell’Afghanistan caduta venerdì nelle mani degli integralisti islamici Taleban. Lo hanno reso noto abitanti della città e fonti delle organizzazioni umanitarie secondo i quali ormai un quarto della popolazione – che, esclusi i profughi da altre zone, era di poco più di un milione – ha abbandonato Kabul negli ultimi tre giorni. E l’esodo continua, a bordo di veicoli di fortuna diretti verso le regioni settentrionali, ancora in mano alle forze fedeli all’ex presidente Burhanuddin Rabbani. “Almeno 2.000 veicoli hanno invaso le strade che portano a nord – ha raccontato un abitante di un villaggio a una trentina di chilometri a nord della capitale –. Tra i fuggiaschi vi sono anche numerose persone che avevano sostenuto il governo rovesciato dai Taleban”. Intanto stasera a Kabul è stata ripristinata l’energia elettrica in quasi tutti i quartieri, rimasti praticamente al buio per tre giorni. Ansa-Agence France Presse, 29 settembre 1996, ore 22.59».
[25 agosto 2021]
L’orfano diventa orfana
«“Dell’orfanatrofio ricordo solo le botte e che noi bimbi vivevamo nel terrore”». Con questa frase del baritono Daniel Giulianini comincia sul Corriere della Sera un servizio di Alessandro Fulloni. Il quale più avanti insiste: «Non lo vide più all’orfanatrofio». Abolito l’orfanotrofio. Il gender dilaga.
[10 agosto 2021]
Roghi spenti
In un articolo sul Foglio, intitolato «Populisti alla riscossa», il vicedirettore Salvatore Merlo scrive: «Non responsabilità personale, ma responsabilità oggettiva. Tipo la Salem del 1642, ma con Toninelli giudice religioso: bruciamo sul rogo i Benetton e chiunque sia stato con loro». Duole correggere il sapido Merlo, ma il processo di Salem si celebrò mezzo secolo dopo, nel 1692, e non comportò l’accensione di alcun rogo: le 15 sventurate accusate di stregoneria furono impiccate, insieme con 4 maschi, tanto che il luogo dell’esecuzione fu per molto tempo chiamato Gallows Hill (Collina del patibolo). Un uomo fu lapidato per essersi rifiutato di testimoniare.
[6 agosto 2021]
Crisi in costume
Titolo d’apertura sulla prima pagina di Libero: «Di Maio segue la crisi in costume dalla spiaggia». Le crisi in costume sono una nuova evenienza politica? No? Allora bisognava scrivere: «Di Maio in costume segue la crisi dalla spiaggia».
[17 agosto 2021]
Lugano addio, Kabul arrivederci
Titolo a tutta pagina da Avvenire: «“Kabul addio” tra una settimana». Non era Lugano? Urge interpellare Ivan Graziani.
[25 agosto 2021]
Marella Allegra
La Verità pubblica una grande foto di un’elegante signora, che nella didascalia viene qualificata come Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, deceduta nel 2019. Peccato che si tratti invece di Allegra Caracciolo, vedova di Umberto Agnelli, la quale è tuttora viva e vegeta.
[15 agosto 2021]
Talebani in arrivo
In un duro editoriale contro Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, Vittorio Feltri commenta su Libero: «Poveraccia, dopo aver spalancato le porte a migliaia di immigrati, molti dei quali infettati dal virus, ella ora è alle prese con l’arrivo dei talebani e supponiamo non sarà capace di amministrare la nuova invasione». È in corso una diaspora di talebani verso l’Italia?
[20 agosto 2021]
Gli anni della Rai
«La storia della televisione non sarebbe la stessa senza Bianca Maria Piccinino, triestina, oggi 97 anni (gli stessi della Rai), prima telegiornalista italiana», scrive Benedetta Moro sul Corriere della Sera. È vero che l’Uri (Unione radiofonica italiana) – poi trasformata in Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche) – nacque nel 1924, l’anno in cui venne al mondo Piccinino. Ma la Rai (Radio audizioni italiane) vide la luce soltanto il 26 ottobre 1944, quindi ha 76 anni, non 97.
[6 agosto 2021]
Sintassi serba
Riferendosi sul Fatto Quotidiano al collega Renato Farina, Ilaria Proietti parla di «un cursus honorum iniziato nel 1999 quando aveva avviato la sua collaborazione con i servizi segreti in occasione della guerra in Serbia, che da allora non si era più fermata, come del resto pure la carriera di giornalista». Ci rallegriamo che la carriera di Farina non si sia più fermata, ma non ci risulta che la guerra in Serbia sia ancora in corso. È probabile che non risulti neppure a Ilaria Proietti, solo che non sa come scriverlo.
[5 agosto 2021]
Ora et labor intensive
Incipit di un commento sul Giornale a firma di Pier Luigi del Viscovo: «L’erogazione della giustizia è un servizio labor intensive». Eh certo, chiarissimo, lo sanno tutti.
[10 luglio 2021]
Percentuali à la carte
Diodato Pirone scrive sul Messaggero: «Non a caso la fascia di italiani più vaccinata, quella composta da persone ultraottantenni, ha visto crollare del 500% la propria quota di contagi in relazione al totale della popolazione. Il grafico che pubblichiamo in alto a destra è esplicito: all’inizio dell’anno i contagi fra gli ultraottantenni (che rappresentano grosso modo il 7% della popolazione italiana) erano il 10% del totale, oggi sono ridotti al 2% o giù di lì con un lievissimo incremento dovuto all’ingresso sul palcoscenico della ipercontagiosa variante Delta». Secondo Pirone, dal 10 al 2 il calo sarebbe del 500 per cento. Dobbiamo deluderlo: è dell’80 per cento. Senza contare che già un calo del 100 per cento sarebbe equivalso a zero contagi.
[25 luglio 2021]
Senti chi sparla
Nanni Delbecchi vetrioleggia sul Fatto Quotidiano, stroncando A riveder le stelle, programma su Dante Alighieri che Rai 3 ha tratto dall’omonimo best seller di Aldo Cazzullo, edito da Mondadori. L’incipit dell’articolo dice tutto: «Era dai tempi di Toto Cutugno che non si registrava tanto ardore nell’esaltare un italiano vero». La conclusione pure: «Come diceva uno che si è inventato tutto, “non ti curar di lor, ma guarda e passa”». Visto che Delbecchi lo cita sette volte, dovrebbe sapere che Dante non ha mai scritto la frase che gli attribuisce. Quella corretta, pronunciata da Virgilio nella Divina Commedia, è «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa» (Inferno, canto III, verso 51).
[23 luglio 2021]
Stile Libero
«Caporalato, blitz nel Padovano. Arresti alla casa editrice che stampa Harry Potter», titola Libero. Non c’è stato alcun blitz da Salani, editore milanese dei libri della saga di J.K. Rowling, alias Joanne Rowling. E allora perché quel titolo? Semplice: Libero scambia le tipografie, che stampano, per case editrici, che pubblicano.
[27 luglio 2021]
Sorci e somari
Sommario della Verità a corredo di un servizio su Roberto Burioni, che vorrebbe i no vax «agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci»: «La fissazione del virologo per il regno animale è nota: egli castigatore i somari». Poiché non ci si capisce nulla, il riferimento ai somari pare pertinente.
[24 luglio 2021]
Nairobi, Transnistria
Il Domani pubblica un’interessante paginata dal titolo «La Transnistria è una mini Urss sul fiume che separa l’est dall’ovest». L’autore è Riccardo Orizio, sotto la cui firma compare la località: Nairobi. In effetti l’ex corrispondente da Londra della Repubblica vive dal 2003 in una remota vallata ai limiti dello sterminato Masai Mara national reserve, il più importante parco faunistico kenyota, dove si guadagna da vivere accogliendo al Saruni camp non più di 18 ospiti per volta. Ma che senso ha indicare la capitale del Kenya in testa a un’inchiesta riguardante un territorio conteso dell’ex Urss che si è dato un governo autonomo nella città di Tiraspol?
[25 luglio 2021]
Santi strafalcioni
Presentando sull’Osservatore Romano la figura di Clemens August von Galen, il vescovo di Münster che si oppose al nazismo, Stefania Falasca infila tre marchiani errori in tre righe – e chiudiamo un occhio sulla grafia errata di Konigstrasse, che va scritto Königstrasse – sostenendo che l’eroico vescovo creato cardinale da Pio XII nel 1946 «è stato beatificato da Benedetto XVI in piazza San Pietro il 9 ottobre 2003». Invece la messa in occasione della beatificazione venne presieduta il 9 ottobre 2005, due anni dopo e nella basilica vaticana, dal prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale José Saraiva Martins, perché il nuovo papa già dal maggio precedente aveva ripristinato la prassi di presiedere solo le cerimonie di canonizzazione. Vatican News, il portale dell’informazione della Santa Sede, riprende l’articolo senza correggere gli strafalcioni, premurandosi di segnalare nel titolo che l’autrice è «la postulatrice della causa di canonizzazione» di von Galen. Per un’esperta che si occupa di cause dei santi, per di più amica di papa Francesco, qual è Falasca, tre sfondoni su una materia che dovrebbe conoscere a menadito costituiscono un primato difficile da eguagliare, ma confidiamo che in futuro possa superare sé stessa.
[23 luglio 2021]
Todos premier
Titolo dalla Verità: «Draghi: “Ok fiducia sulla Giustizia”. Conte deve ingoiare anche questa». Sommario: «Contentino al premier: “Sì a modifiche su aspetti tecnici”. I ministri 5 stelle col premier». Troppi premier per un governo solo.
[23 luglio 2021]
Mephisto plana, anzi precipita
Per la terza settimana consecutiva, il coltissimo Mephisto Waltz, titolare dell’omonima rubrica su Domenica, inserto culturale del Sole 24 Ore, dimostra di avere sbiadite cognizioni di storia e scrive: «Plana invece tra Cielo, mare, terra (pubblicità IRI d’antan)». Lo slogan era in realtà della Fiat, come si evince da un opuscolo della casa automobilistica, stampato dall’Istituto geografico De Agostini nel 1934. Inoltre l’ordine delle tre parole era diverso: «terra mare cielo». A sua giustificazione, Mephisto Waltz non può nemmeno invocare un falso ricordo della dichiarazione di guerra a Gran Bretagna e Francia, pronunciata da Benito Mussolini il 10 giugno 1940 dal balcone di Palazzo Venezia. Il Duce infatti lo cominciò rivolgendosi ai «combattenti di terra, di mare, dell’aria».
[25 luglio 2021]
Doppia fiducia a mezzo stampa
Occhiello del titolone di apertura in prima pagina sulla Stampa: «Il presidente del Consiglio annuncia il voto di fiducia fiducia sulla giustizia». Quindi Mario Draghi chiederà una doppia fiducia?
[23 luglio 2021]
Leone XIII e Pio X cocainomani?
«Da quando fu scoperta, l’eroina fu legale come lo fu la cocaina, gradita a Pio X, Leone XIII, agli Zar, ai re di Svezia e di Norvegia, a Edison e a Freud». Così comincia la rubrica L’appunto di Filippo Facci sulla prima pagina di Libero. Par di capire che i due pontefici fossero cocainomani (o eroinomani: dalla sintassi traspare un sottile margine di equivoco). Sarebbe in ogni caso interessante sapere da dove Facci abbia attinto questa stupefacente – è il caso di dirlo – asserzione. Da documenti, testimonianze e reperti finora noti, risulta che entrambi i papi fossero al massimo tabagisti, sia pure sui generis. Nello Vian, biografo di Pio X, scrisse del tabacco da fiuto che il santo veneto Giuseppe Sarto teneva in una «scatola d’argento, ma senza pregio di lavorazione», e non seppe precisare «se fu questa che un giorno la veneranda nipote del papa Pina Parolin donò a un giovane prete trevisano, spogliandosi con ammirevole generosità dell’ultimo ricordo rimastole» (Avemaria per un vecchio prete. Intermezzi aneddotici lungo la vita di san Pio X, Edizioni Messaggero Padova, Padova 2013, pagina 140). Del predecessore Leone XIII, pure appassionato di tabacco da fiuto, si conserva una tabacchiera con cartiglio presso il costituendo Museo dei papi, che Ivan Marsura è impegnato da anni a realizzare in quel di Padova con materiale originale appartenuto ai pontefici. A meno che Facci non si riferisse al Vin Mariani, una bevanda tonica ottenuta da foglie di coca importate dal Perú e lasciate macerare nel Bordeaux, messa a punto nel 1863 dal chimico Angelo Mariani (1838-1914), discendente da una famiglia di farmacisti francesi. Stando alle inserzioni pubblicitarie apparse sui giornali dell’epoca e agli archivi della casa produttrice, che tuttora lo distribuisce dalla Corsica, il Vin Mariani ricevette le medaglie d’oro e gli apprezzamenti di Leone XIII, Pio X e Benedetto XV, oltre che il plauso del presidente americano William McKinley e di Émile Zola, Sarah Bernhardt, Charles Gounod. Ma non è certo assimilabile alla polvere bianca spacciata dai narcos e inalata dai tossicomani. Fra l’altro, il Vin Mariani ebbe una replica tutta italiana con il liquore Coca Buton, anch’esso derivato dalle foglie dell’arbusto, ricche dell’alcaloide chiamato cocaina. Nato nel 1866, è ancor oggi distribuito dal Gruppo Montenegro, sia pure senza la benedizione di papa Francesco.
[23 luglio 2021]
Fazzo tuto mi
Luca Fazzo si occupa sul Giornale di Piercamillo Davigo, riuscendo a infilare nel servizio tre perchè e un poichè, tutti e quattro con l’accento grave anziché acuto, e vi aggiunge per soprammercato un aldifuori, di cui non v’è traccia nei dizionari. Urgono ripetizioni di ortografia.
[25 luglio 2021]
Giochi di mano
In un servizio su Tommaso Cerno, ex direttore dell’Espresso e oggi parlamentare del Pd, segnalato all’antiriciclaggio per bonifici sospetti arrivati sul suo conto corrente bancario, Simone Di Meo annota sulla Verità: «D’altronde, come dice il Vangelo? La mano destra ignori che cosa fa la sinistra». Per la verità, il Vangelo dice il contrario: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra» (Matteo 6, 3). Sentenza che, fra l’altro, si attaglia decisamente meglio all’argomento.
[23 luglio 2021]
Anteprima o poi
Anteprima rievoca nella rubrica C’era una volta, alla voce «Venti anni fa»: «Nasce Angelica figlia di Benedetta Parodi e Giorgio Gori». Virgola mancante a parte, fare una figlia tra cognati è sempre un po’ inopportuno. (Angelica è figlia di Cristina Parodi, moglie di Gori, non della sorella Benedetta). Alla voce «Centodieci anni fa» riferisce che l’esploratore Hiram Bingham scoprì Machu Picchu, la città perduta degli Inca, «lunedì 24 luglio 1911». Peccato che poche righe più avanti precisi che Bingham giunse a Machu Picchu un mese prima, il 24 giugno 1911. Si dovrebbe anche aggiungere che, essendo l’archeologo statunitense «guidato da un proprietario terriero e accompagnato da un sergente della guardia civile peruviana», riesce difficile farla passare come una scoperta in assoluto. Al netto del fatto che a Machu Picchu vivevano «i Recharte e gli Álvarez, due famiglie contadine».
[23 luglio 2021]
Si è spento il sole e chi l’ha spento sei tu
Conclusione di un ispirato articolo del fondatore Eugenio Scalfari sulla Repubblica: «E il tempo, che cosa sarà infine del tempo? Il nostro mondo è destinato a vedere il tramonto del Sole, la stella che ha illuminato la varietà e l’unità del nostro Cielo. Sarà probabilmente questo l’avvenire che ci aspetta con sempre maggiore intensità». Probabilmente si considera eterno, se attende per l’avvenire un evento – lo spegnimento del Sole, appunto – che le proiezioni degli scienziati collocano tra 5 miliardi di anni.
[23 luglio 2021]
Vialli interista immaginario
Gianluca Vialli va in pellegrinaggio al santuario della Beata Vergine della Speranza di Grumello Cremonese dopo la vittoria dell’Italia agli Europei. Per l’occasione, il sito del Corriere della Sera parla del tumore al pancreas contro cui Vialli combatte da anni e afferma che questa drammatica esperienza «ha portato l’ex attaccante di Inter e Sampdoria a essere uno dei grandi motivatori del gruppo azzurro con il celebre discorso di Roosevelt prima della finale contro l’Inghilterra». Non ne dubitiamo. Tuttavia il calciatore non ha mai indossato la maglia dell’Inter, ma solo quelle di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea. E della Nazionale, ovviamente.
[19 luglio 2021]
Non c’è due senza tre
Dall’editoriale di Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Quelli che, su due quotidiani di centrodestra come Repubblica, Sole 24 Ore e Giornale, si inventano che la Ue fa “sponda al progetto Cartabia”». A noi i quotidiani sembrano tre, ma va tenuto conto che in prima superiore fummo rimandati a settembre in matematica.
[22 luglio 2021]
Salvini si vaccina presto, cioè mai
Intervista di Matteo Salvini al Giornale. Gli chiede Stefano Zurlo: «Quando si vaccinerà?». Risposta del leader leghista: «Presto, come detto più volte». Se lo ha detto più volte, ma non si è ancora vaccinato, significa che tanto presto non è.
[22 luglio 2021]
Mi Presta un po’ di Renzi?
Titolo dalla Stampa: «Finanziamento illecito / indagati Renzi e Presta / “I pm non mi fermano”». Mi è pronome personale di prima persona singolare. Qui però i soggetti sono due. Quindi chi pronuncia la frase tra virgolette? Renzi o Presta?
[14 luglio 2021]
Giovani e no
Titolo dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Parla Brusaferro (Iss). “Immunizzare giovani e non”». Avendo la presente rubrica ripetutamente chiosato l’errore, stavolta lasciamo la parola al linguista Aldo Gabrielli: «La negativa no, così fortemente tonica, riassume in sé tutto un discorso (i grammatici la definiscono parola olofrastica, come il sì affermativo): “Vuoi venire o no?”; quel monosillabo no racchiude infatti l’intera frase sottintesa “non vuoi venire?”; tanto vero che noi possiamo anche dire distesamente “Vuoi venire o non vuoi venire?”. La negativa non, invece, non ha questo valore riassuntivo, ma è soltanto la premessa negativa di una frase che segue. Nessuno infatti alla domanda “Vuoi venire?” risponderebbe col semplice “Non”, che lascerebbe la frase in sospeso; ma o risponderebbe per esteso “Non voglio venire”, o userebbe la negazione “No” che riassume questa frase. Vittorini intitolò un suo libro Uomini e no, come dire “Uomini e non uomini”. Uomini e non sarebbe stato un titolo strafalcionato» (Il museo degli errori, Mondadori, 1977, pagina 120). Piccolo appunto al grande maestro Gabrielli, a 44 anni di distanza: strafalcionato, così come strafalcionare, non si rintracciano né nel Grande dizionario della lingua italiana (Utet) di Salvatore Battaglia, pubblicato in 21 volumi fra il 1961 e il 2002, né nello Zingarelli 2022 (Zanichelli).
[20 luglio 2021]
Guerra, fuochi, sangue, scontro, pace
Titoli da un’unica edizione del Giornale: «Guerra sul Green pass»; «Ennesima tegola su Arcuri»; «Il Pd tra due fuochi»; «Giustizia, scontro fra Draghi e il M5s»; «Festa finisce nel sangue»; «Londra riapre lo scontro con Bruxelles». Infine anche «Mps e la Fondazione fanno pace». La riedizione di Guerra e pace.
[22 luglio 2021]
Giugno non è luglio
Scrivendo sul Venerdì di Repubblica dell’apertura degli archivi vaticani su Pio XII, don Filippo Di Giacomo, facondo commentatore della Rai, segnala come imminente un importante convegno storico promosso a Roma dall’École Française e dal Deutsches Historisches Institut. Ma l’iniziativa si è tenuta dal 14 al 16 giugno ed è pertanto improbabile che «il 15 e 16 luglio» si riuniscano, «in presenza e da remoto, 70 studiosi di 15 Paesi», come precisa l’ex carmelitano (ora prete della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo). Il titolo della rubrica, Cronache celesti, spiega la svista, suggerendo cristianamente di chiudere un occhio.
[16 luglio 2021]
Non so se mi spiego
«Tutti i colori dell’Olimpiade. Pellegrini chiude il cerchio. “Baraonda, buio e verde speranza”», titola La Stampa a tutta pagina. Ok, ci crediamo. Ora però diteci che cos’è accaduto.
[22 luglio 2021]
Non siate sieri
Titolo dal Corriere della Sera: «Il sì di Fedriga al lasciapassare: chiudere di nuovo farebbe sembrare il siero inutile». È del tutto inappropriato l’uso del sostantivo siero in luogo di vaccino. Non si tratta di sinonimi, come si evince da qualunque vocabolario. La disinvolta consuetudine è stata censurata fin dal maggio scorso anche dall’Accademia della Crusca. Infatti il siero è un medicamento iniettabile, preparato utilizzando appunto il siero del sangue di animali. Invece il vaccino è un prodotto batterico o virale che, introdotto nell’organismo, conferisce uno stato d’immunità provocando un processo morboso attenuato.
[19 luglio 2021]
Mephisto sbanda sulla Fiat 600
Il dotto Mephisto Walz che dà il nome a una rubrica su Domenica, l’inserto culturale del Sole 24 Ore, persevera con i suoi ricordi nebulosi: «Nell’Italia degli anni 60, mentre nasceva la prima Seicento, fu dibattuta in Parlamento l’opportunità di far entrare le donne in Magistratura». La Fiat 600, progettata da Dante Giacosa, uscì negli Anni Cinquanta. Per l’esattezza, venne ufficialmente esposta al pubblico il 10 marzo 1955, al Salone di Ginevra. Il giorno prima era stata presentata alla stampa. Nel 1960 era già in vendita la quarta serie (600 D).
[18 luglio 2021]
Ne è un esempio Recalcati
In un commento intitolato «La gramigna dell’insulto», uscito sulla Repubblica e avente per oggetto il ddl Zan, lo psicoanalista Massimo Recalcati riesce a infilare le seguenti variazioni sul tema: «Ne è, ai miei occhi, un esempio clamoroso». «Ne sono un esempio sintomatico estremo». «Ne è un esempio l’articolo 7». «Ne è un esempio tragico l’insulto». Ecco un editorialista da cui non prendere esempio.
[17 luglio 2021]
A Domani ignorano l’ieri
«Capaci, 19 luglio 1992, un carabiniere si allontana dalla scena dell’attentato a Paolo Borsellino con una borsa appartenuta al giudice. Più tardi, si giustificherà dicendo di aver ritenuto l’oggetto di scarsa o nulla rilevanza investigativa». Così si legge sulla pagina Facebook di Domani. Il quotidiano ignora quanto accadde ieri. A Capaci, il 23 maggio 1992, la mafia trucidò il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il giudice Paolo Borsellino restò vittima quasi due mesi dopo, a Palermo, di un secondo attentato dinamitardo organizzato da Cosa nostra, nel quale persero la vita anche cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
[15 luglio 2021]
Il bacio di Giannelli
In una deliziosa vignetta sulla prima pagina del Corriere della Sera, Emilio Giannelli immagina che nella visita di Giuseppe Conte a Mario Draghi il primo si getti sulla poltrona che è stato costretto ad abbandonare e le schiocchi un bacio. Ma Giannelli sbaglia la grafia scrivendo «smak». Non c’era bisogno di telefonare a Beppe Severgnini: bastava consultare lo Zingarelli (o anche Topolino) per scoprire che si scrive «smack», dal verbo inglese to smack, interiezione onomatopeica che «riproduce il rumore che si fa baciando qualcuno o qualcosa impetuosamente, con slancio e in modo sonoro».
[19 luglio 2021]
Heil Bronner!
Dal sito della Repubblica: «Monte Bianco. Cordata record, 200 alpinisti, per celebrare i due secoli delle guide di Chamonix. Gli alpinisti hanno unito idelamente l’Aiguille du Midi e la Punta Heilbronner». Tralasciando il refuso nell’avverbio, si chiama Punta Helbronner. Devono essersi confusi con l’«Heil Hitler!». Urge corsivo antifascista di Paolo Berizzi nella rubrica Pietre.
[12 luglio 2021]
Risiedendo
Filippo Facci in prima pagina su Libero: «Berrettini passava il tempo libero con la fidanzata croata, australiana di adozione, con la quale trascorreva la pandemia in Florida, pur residendo a Montecarlo». Il gerundio dei resilienti.
[15 luglio 2021]
Stanlio e Bergolio
Introducendo sulla Verità un’anticipazione del libro Il prossimo Papa di George Weigel, il collega Lorenzo Bertocchi cita l’elezione «dell’allora cardinale Bergolio». Mancano aglio e peperoncino.
[16 luglio 2021]
Singolare plurale
«Pornografia e minori: i danni sulla vita reale», è il titolo di un’approfondita indagine di Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul Corriere della Sera. «Mettendo insieme decine di studi scientifici internazionali, si registrano dati preoccupanti», scrivono le due giornaliste. «Ci ha aiutato a leggerli la criminologa e ricercatrice presso la Middlesex University di Londra Elena Martellozzo e la Polizia Postale». I soggetti sono due, per di più operanti in ambiti diversi, quindi era richiesta la terza persona plurale: «Ci hanno».
[19 luglio 2021]
Entrata (e uscita) in vigore del tunnel
«Tunnel di base della Tav, via libera ad appalti per 3 miliardi. L’entrata in vigore slitta al 2032», titola il sito della Stampa. Ma la burocratica espressione entrare in vigore significa «diventare obbligatorio cominciando ad avere efficacia, detto specialmente di atto normativo» ovvero «acquisto dell’obbligatorietà da parte di un atto normativo» (Zingarelli 2022). La controversa galleria fra Italia e Francia è diventata un foglio di carta oppure sarà obbligatorio percorrerla dal 2032?
[7 luglio 2021]
Voglia di congiuntivo
Mario Lavia su Linkiesta: «Dall’altra parte, è molto probabile che l’ex presidente del Consiglio di fare un proprio partito personale non ha mai avuto molta voglia». Si spera che la prossima volta Lavia abbia voglia del congiuntivo.
[25 giugno 2021]
Mi spezzo ma non mi spiego
La Gazzetta di Mantova riferisce «di una donna a terra lungo la pista ciclabile» rinvenuta nei pressi del cimitero di Felonica: «Si lamentava, mezza seduta e mezza sdraiata, con le labbra sanguinanti». Che fosse anche tagliata in due?
[10 luglio 2021]
Codice di scrittura
Armando Spataro, ex procuratore della Repubblica a Torino, scrive un articolo per La Stampa in cui sciorina tre purchè e un nè, tutti con gli accenti gravi anziché acuti. Essendo laureato, dovrebbe ripassarsi anche i codici dell’ortografia.
[12 luglio 2021]
Tu chiamale se vuoi spiegazioni
In occasione dell’uscita del nuovo libro di Matteo Renzi, Controcorrente, Gaia Zini analizza su Domani l’incessante peregrinare dell’ex premier da una casa editrice all’altra (Rizzoli, Mondadori, Feltrinelli, Marsilio): «Adesso Piemme. Perché gli editori si lasciano scappare un autore che vende? L’unica spiegazione è che pretenda anticipi troppo alti: nei contratti editoriali una parte è garantita all’autore, che un certo numero di copie, e poi una remunerazione in percentuale sulle copie comprese». Chiamala spiegazione.
[14 luglio 2021]
Ottimizzare al meglio
Emilio Gioventù scrive su Italia Oggi: «“Al fine di ottimizzare al meglio la terapia medica e riabilitativa, il Santo Padre rimarrà ricoverato ancora qualche giorno”, ha comunicato il portavoce vaticano Matteo Bruni». È noto che in Urss talvolta riuscivano a ottimizzarla al peggio.
[13 luglio 2021]
Sessantottino storico
Dalla Repubblica: «“Sono renitente, insieme ad altri 2 milioni e mezzo di italiani”: Flaviano Schenone, 67 anni, ex insegnante in pensione, storico ed ex Sessantottino spiega perché finora non si è vaccinato». Maiuscola reverenziale a parte, deve trattarsi di una vocazione molto precoce: nel 1968 aveva 14 anni.
[5 luglio 2021]
Storace infetta il Covid
Francesco Storace sulla prima pagina del Tempo: «A novembre se ne andrà la pandemia. E pure il professor Massimo Galli, per il quale suonerà l’ora della pensione. Me lo sono trovato di fronte ieri ad Agorà, su RaiTre, con uno sguardo così livoroso che sembrava volesse infettarmi il Covid». Il verbo infettare è transitivo. Usato in questo modo, dà l’impressione che il virologo Galli sia così cattivo da riuscire nell’incongrua impresa di rendere infetta una malattia respiratoria contagiosa di tipo pandemico. Storace avrebbe dovuto scrivere «attaccarmi il Covid»: il verbo attaccare, in senso figurato, significa proprio «trasmettere, specialmente per contagio»
[22 giugno 2021]
Il gioco delle copie
Concludendo su Libero la recensione del saggio Dove eravamo rimasti? (Baldini+Castoldi), che Alberto e Giancarlo Mazzuca hanno dedicato a Indro Montanelli, il suo successore Vittorio Feltri annota: «Si dà il caso fortunato, che un anno dopo il mio ingresso in via Negri a Milano, le vendite del suddetto Giornale raddoppiarono, da 120 copie a 250 mila». Si tratterebbe di un aumento record: +208233 per cento. Bastava posporre la parola copie per evitare l’equivoco e riportare il dato alle sue dimensioni reali, che peraltro restano ragguardevoli: da 120.000 a 250.000 copie è pur sempre un +108 per cento.
[15 luglio 2021]
Mari e Monti. E Draghi
Nel fare le pulci a un articolo, Stefano Lorenzetto infila la seguente macroscopica perla: «Mario Ajello parla sul Messaggero dei trascorsi del nuovo amministratore delegato della Rai designato dal premier Mario Monti». Né Anteprima né Italia Oggi, che pubblicano questa rubrica, se ne accorgono. L’infallibile lettore Pierluigi De Biasi sì. E così pure Dagospia, che la riprende correggendo il cognome del presidente del Consiglio da Monti in Draghi.
[13 luglio 2021]
Semel premier, semper premier
Lorenzetto è in ottima compagnia, comunque. Titolo dalla Repubblica: «Conte e Grillo doppio dietrofront / si tratta l’intesa. Il garante contestato vede Di Maio e Fico e riapre la trattativa. Il premier, senza truppe per la scissione, accetta che i 7 saggi lavorino sul suo statuto». Nel quotidiano fondato da Eugenio Scalfari hanno trasformato in legge il proverbio medievale «Semel abbas, semper abbas»: Conte resta premier anche se dallo scorso 13 febbraio non lo è più.
[4 luglio 2021]
Tsunami gender
In un’inchiesta, peraltro molto documentata, sul pauroso deficit dell’Inpgi (Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani), Marco Franchi scrive sul Fatto Quotidiano: «Ora sull’istituto è in arrivo una nuova tsunami». Il gender dilaga.
[5 luglio 2021]
Esperti in media
«Per soffiare alla politica la tv pubblica, Draghi pensa a Giorgio Stock (ex Warern Media) come prossimo ad», scrive La Verità in un titolo. Deve trattarsi di una nuova compagnia: noi eravamo fermi alla Warner Media.
[6 luglio 2021]
Si dispensa alle visite (in farmacia)
Tutti i giorni, nella rubrica delle farmacie di turno, si può leggere sulla Gazzetta di Mantova che «per la dispensazione di medicinali durante le ore notturne a battenti chiusi sono dovuti Euro 7,50». Dato che lo Zingarelli fa risalire dispensazione al 1288 e vi appone la croce che segnala gli arcaismi (vocaboli scomparsi), il quotidiano lombardo si conferma il più antico d’Italia.
[27 giugno 2021]
Ministro alla parmigiana
Titolo dal sito della Gazzetta di Parma: «Giornata parmigiana per il ministro per la Disabilità. Erika Stefani in visita a Parma». Certo sarebbe stato più difficile che una giornata parmigiana si svolgesse a Bologna.
[12 luglio 2021]
Mephisto Waltz, in arte Sbirulino
Incipit della rubrica Mephisto Waltz, compilata su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore, da un commentatore che si cela dietro questo nom de plume: «Nell’improvvisa rovente calura – si va a nanna d’inverno e il mattino dopo ci si trova in piena estate, addio mezze stagioni d’antan, che barba, che noia, direbbe Franca Valeri – Mephisto si tormenta in preda a una ossessione del dubbio quasi patologica». Ma che cosa guardava in tv, da giovane, il coltissimo Mephisto Waltz? «Che barba, che noia» era il refrain di Sandra Mondaini negli sketch con il marito Raimondo Vianello, non di Franca Valeri. Subito dopo, l’ignoto estensore fa sfoggio della sua erudizione con una citazione dal De caelo di Aristotele e aggiunge: «Ma già tre secoli prima Ovidio (45 a.C. - 18 d.C.) sentenziava...». Peccato che Ovidio sia vissuto tre secoli dopo Aristotele, essendo quest’ultimo nato nel 384 avanti Cristo e morto nel 322.
[11 luglio 2021]
Sintassi veritiera
Intervistando sulla Verità il presidente uscente della Rai, Marcello Foa, il giornalista Giorgio Gandola gli fa pronunciare la seguente frase: «Pensare di cambiare un’azienda con 13.000 dipendenti e circa 2,7 miliardi di ricavi in tre anni è un’illusione». In un triennio i ricavi della Rai ammontano a 2,7 miliardi? Oppure è un’illusione cambiare in tre anni un’azienda? Considerato che il mandato di Foa cominciò nel 2018, dovrebbe essere valida la seconda ipotesi. Ma allora bisognava rispettare la sintassi nel riferire il pensiero dell’intervistato (che peraltro sa esprimersi in un italiano eccellente): «È un’illusione pensare di cambiare in tre anni un’azienda con 13.000 dipendenti e circa 2,7 miliardi di ricavi».
[11 luglio 2021]
Lesbiche già a 1 anno
Didascalia apparsa sul Corriere della Sera: «Li Ying, 28 anni, stella della nazionale femminile di calcio e la sua fidanzata Chen Leilei, influencer professionista. Le due ragazze stanno insieme a 1 anno». Precocissime.
[29 giugno 2021]
Diversità di accenti
Renitente alla distinzione fra accenti acuti e accenti gravi, il plurirecidivo Fatto Quotidiano titola così un’intervista del direttore Marco Travaglio al magistrato Nicola Gratteri: «Macchè processi più brevi: è un’amnistia che li getta al macero». Inutile precisare che si scrive macché. Fa di peggio Il Tempo, che in prima pagina titola in questo modo un pezzo di Francesco Storace: «Cosi ripartiamo. Grazie azzurri». Così va il mondo, e il giornalismo con esso.
[12 luglio 2021]
Giuseppi è giallo
Dal titolo di apertura sulla prima pagina del Giornale: «Dossier interni su Giuseppi, è giallo». Ittero?
[30 giugno 2021]
Messaggero della sintassi
Mario Ajello parla sul Messaggero dei trascorsi del nuovo amministratore delegato della Rai designato dal premier Mario Monti: «A poche ore dalla prima della Bohème a Caracalla, la Cgil e la Cisal inducono uno sciopero». C’è l’induzione alla prostituzione e quella all’astensione dal lavoro? Più avanti cita «il prossimo Cda già indebolito prima che nasca dallo strapotere del premier e dei suoi emissari». Quindi lo strapotere del premier e dei suoi emissari avrebbe portato alla nascita del nuovo Cda? No? Allora il periodo andava formulato così: «Il prossimo Cda indebolito dallo strapotere del premier e dei suoi emissari già prima che nasca». Infine Ajello scrive: «C’è da disboscare testate, direzioni, doppioni, pletore di strutture inutili e costose». Vabbè che esiste la costruzione a senso, ma con quattro soggetti era preferibile il verbo al plurale, ci sono, come insegna Giovanni Verga ne I Malavoglia: «Correndo dietro a tutti gli uomini che c’erano da maritare nel paese».
[11 luglio 2021]
Più grave che acuto
Titolo da Italia Oggi: «Conte riserva a sè tutto il potere». Errore. Il pronome personale sé ha l’accento acuto, non grave.
[30 giugno 2021]
La pugnetta di Calha
«Maglietta beige e pugnetta al dottore: l’arrivo di Calha alle visite mediche», annuncia il sito della Gazzetta dello Sport. «Honni soit qui mal y pense»: Hakan Calhanoglu, centrocampista dell’Inter e della nazionale turca, si è limitato a salutare il medico nerazzurro con l’igienico (forse), ma molto stupido, pugno contro pugno, che in tempi di pandemia sostituisce la stretta di mano.
[22 giugno 2021]
Il nuovo che avanza
Titoli da un’unica pagina di Avvenire: «Il “nuovo Conte” non piace a Letta». «Dal Daesh nuove minacce». «“Nuovi diritti” che dividono il Paese?». Altre novità?
[11 luglio 2021]
Un caldo gennaio
Titolo dalla Verità: «Nell’incidente morti due fidanzati. Incidente sul lago di Garda, arrestato il pilota tedesco del motoscafo». Abbiamo capito: si è trattato di un incidente. Testo: «È stato arrestato il 52enne che era alla guida del motoscafo che sabato 19 gennaio ha travolto sul Garda la barca con a bordo Umberto Garzarella e Greta Nedrotti». A dire il vero era il 19 giugno, almeno secondo il calendario gregoriano.
[6 luglio 2021]
Iniziative cimiteriali
Titolo dall’Osservatore Romano: «L’arcivescovo Gallagher chiude nel Campo Santo Teutonico l’iniziativa Iter Europaeum». Ci ha messo una pietra sopra?
[28 giugno 2021]
Lancio di bottiglie
Dal sito della Stampa: «La cantina altoatesina Hofstätter lancia il suo primo spumante dealcolato. E il patron Foradori dice: “L’anno prossimo conquisteremo il mercato arabo”. Anche il viticoltore veneto Bottega ha fatto la stessa scelta di produzione, con due tipi: “Presto li lanceremo nelle autostrade italiane”». Basta sassi dai cavalcavia: solo bottiglie. Prosit!
[25 giugno 2021]
Nodi e chilometri
Nel milionesimo articolo dedicato all’aereo di linea dell’Itavia inabissatosi nelle acque di Ustica il 27 giugno 1980, Davide Bartoccini sul sito del Giornale spiega che il velivolo «seguiva la sua rotta a una velocità di circa 323 nodi orari (800 chilometri all’ora)». Parlare di «nodi orari» è una tautologia. Infatti, i nodi sono un’unità di misura della velocità, pari a un miglio marino internazionale all’ora, ossia a 1.852 metri orari. Inoltre, specificare che l’aereo viaggiava a «800 chilometri all’ora» è un errore. Bastava un banale calcolo per stabilire che 323 nodi corrispondono a una velocità di 598 chilometri orari, non 800.
[27 giugno 2021]
Mephisto, oh yes!
Su Domenica, il supplemento culturale del Sole 24 Ore, nella rubrica Mephisto Waltz, che prende il nome dall’anonimo estensore (dietro al quale si celerebbe l’erudita penna di Armando Torno), leggiamo che «alle Isole Marshall – che già subirono l’infamia delle esplosioni atomiche post-belliche (Bikini Athol, poligono nucleare USA dal 1946 al 1958) – enormi pescherecci sostano in attesa che piccoli elicotteri di bordo scoprano branchi di tonni». Spiace dover correggere chi si nasconde dietro lo pseudonimo, ma athol non figura nell’Oxford Dictionary of English e neppure nel Ragazzini 2021 (Zanichelli). Né potrebbe essere diversamente, dal momento che atollo in inglese si scrive atoll, con due l e senza la h.
[4 luglio 2021]
Siamo nel 2008 un anno dopo
Intervistando Vittorio Feltri sul Fatto Quotidiano, a un certo punto Antonello Caporale rievoca il caso Boffo con queste parole: «Siamo nel 2008, tu dirigi Il Giornale», e reitera così un errore già commesso dal suo collega Gianluca Roselli nel maggio scorso. Feltri nel 2008 dirigeva Libero. Tornò a guidare il quotidiano della famiglia Berlusconi nel 2009, dal numero del 22 agosto. La campagna di stampa contro Dino Boffo, direttore di Avvenire, cominciò il 28 agosto.
[3 luglio 2021]
Provincia di Cirinnà
«La prima a dichiararsi interdetta è stata Monica Cirinnà del Pd, la senatrice che diede i natali alla legge sulle unioni civili», riferisce Alessandra Arachi del Corriere della Sera in un servizio sul ddl Zan. Restiamo un po’ interdetti anche noi. La locuzione «dare i natali a qualcuno» significa esserne il luogo di nascita: «Pisa diede i natali a Galileo Galilei», esemplifica lo Zingarelli 2022. Cirinnà è un toponimo?
[3 luglio 2021]
Scienza pura
Dal sito della Repubblica: «Con un pezzo di Luna e di Marte nella stessa mano, la scenziata ha dovuto chiarire più di un dubbio». Speriamo che sappia scrivere con l’altra mano.
[21 giugno 2021]
Siamo sieri
La Verità insiste nell’usare sinonimi errati riferendosi alla profilassi contro la pandemia. «Un altro anno perso. Alla scuola non basta la toppa dei sieri e delle lezioni online», è il titolo dell’editoriale di Maurizio Belpietro. Ma i vaccini, di cui parla il direttore, nulla hanno a che vedere con i sieri, tant’è che Il grande dizionario dei sinonimi e dei contrari (Zanichelli) alla voce siero registra solo due alternative, antidoto e antiofidico. Lo stesso errore appare in un titolo del Tempo: «Basta con la criminalizzazione di chi non si fa il siero».
[8 luglio 2021]
Il metodo manuale del membro
«Francia, niente sesso: Deschamps impone l’astinenza», annuncia il sito della Gazzetta dello Sport. Alessandro Grandesso scrive: «Ai Bleus non resta che il “metodo manuale”, spiega un membro della delegazione al quotidiano Le Parisien». Ha parlato uno con cognizione di causa.
[28 giugno 2021]
Fronte bassa
Titolo sulla prima pagina dell’Osservatore Romano: «Pietro di fronte Paolo». Ignoriamo quale dizionario sia in uso nella Città del Vaticano, tuttavia, trattandosi dell’edizione italiana, facciamo sommessamente presente che la locuzione prepositiva di fronte richiede la a. L’errore origina dall’articolo di don Luigi Maria Epicoco, il quale di Pietro e Paolo scrive che «bisogna imparare a considerarli l’uno di fronte l’altro». È pur vero che qualche occorrenza, soprattutto recente, dell’espressione di fronte qualcuno o qualcosa si rintraccia e che davanti o dietro, sopra o sotto ammettono la doppia reggenza (Davanti san Guido), ma resta il fatto che la forma corretta è «Pietro di fronte a Paolo». Immaginiamo che fosse troppo temerario, per direttore e titolista, correggere un sacerdote che – fatto mai accaduto in precedenza – è stato proclamato editorialista dell’Osservatore Romano con tanto di nomina pontificia pubblicata sullo stesso giornale nella rubrica Nostre informazioni, riservata a decisioni e udienze papali, e sul Bollettino della Sala stampa della Santa Sede.
[28 giugno 2021]
Assente giustificato
Dalla Gazzetta di Mantova: «Il sanguinoso episodio potrebbe avere avuto dei testimoni. Non si è accorto di nulla il rivenditore di panini che ha il furgone parcheggiato in zona: a quell’ora aveva chiuso». La famosa logica stringente.
[3 luglio 2021]
Pianosa, Vietnam
«Si chiama M5S, ma si potrebbe anche chiamare Comma 22. Ricordiamo tutti il celebre paradosso del romanzo di Joseph Heller sulla guerra del Vietnam». Questo l’incipit dell’editoriale di Antonio Polito sulla prima pagina del Corriere della Sera. Ci sfugge il senso del riferimento. È vero che ai tempi della guerra nel Vietnam molti dei pacifisti protestavano davanti alla Casa Bianca esibendo una spilla con sopra scritto «Yossarian vive» (John Yossarian è il protagonista del romanzo). Ma Comma 22 racconta le disavventure di un gruppo di aviatori statunitensi di stanza con i loro bombardieri sull’isola di Pianosa durante la Seconda guerra mondiale.
[3 luglio 2021]
Palazzo con il fondo
Didascalia dalla Stampa: «L’immobile londinese al n. 60 di Sloane Avenue che possedeva il fondo di cui il Vaticano comprò importanti quote: è il simbolo dello scandalo». Eravamo convinti che fossero i fondi a detenere i palazzi, non viceversa.
[4 luglio 2021]
Ghiaccio bollente
Notizia dell’Ansa: «Due bambini sono morti nel pomeriggio e altri due sono rimasti feriti travolti da alcune lastre di ghiaccio a Sant’Anna d’Alfaedo, nel veronese». Ghiaccio in luglio? Infatti erano lastre di pietra che coprivano un’antica ghiacciaia. Nota aggiuntiva: gli aggettivi sostantivati indicanti zone geografiche richiedono la maiuscola, quindi bisognava scrivere «nel Veronese».
[3 luglio 2021]
Padri immaginari
«Ai padri che perdono i figli resta solo un abbraccio», titola Libero in prima pagina. La foto sottostante mostra due uomini affranti, avvinghiati l’uno all’altro, e lascia intendere che siano i genitori dei due bambini schiacciati dal tetto della ghiacciaia in provincia di Verona. Non è così: la persona ripresa di spalle è il proprietario del terreno dov’è accaduta la tragedia. I padri delle piccole vittime si saranno sicuramente scambiati un abbraccio, ma quell’immagine tanto suggestiva non lo documenta.
[5 luglio 2021]
Carabinieri della polizia
Due carabinieri hanno interrotto i lavori del Consiglio comunale di Imperia, facendo infuriare il sindaco Claudio Scajola, già ministro dell’Interno. Alcuni dei presenti, infatti, non indossavano la mascherina. «Ma a quel punto», riporta Il Fatto Quotidiano, «il sindaco Scajola ha iniziato a inveire contro un agente». Duole correggere una redazione esperta in manette, ma la qualifica di agente spetta ai poliziotti. I carabinieri sono militari.
[4 luglio 2021]
Vite da guarire
Titolo di apertura sulla prima pagina dell’Osservatore Romano: «Solo l’amore guarisce la vita». È diventata una malattia, adesso?
[28 giugno 2021]
Vene e polsi
Nel suo editoriale pubblicato d’apertura sulla prima pagina del Corriere della Sera, anche Maurizio Ferrara, come molti altri prima di lui infilzati in questa rubrica, distorce le parole di Dante Alighieri, scrivendo: «La lettura fa tremare le vene ai polsi». In realtà nella Divina Commedia è scritto: «Vedi la bestia per cu’ io mi volsi; / aiutami da lei, famoso saggio, / ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi». (Inferno, Canto primo, 88-90). Il fondo in questione s’intitolava «Gli esami che vanno superati». Concordiamo.
[24 giugno 2021]
A Rota di collo
In un confuso articolo sull’Eco di Bergamo, Daniele Rota, religioso giuseppino del Murialdo, bacchetta discutibilmente Tertulliano, san Girolamo e Dante – nessun altro? – perché secondo lui avrebbero lasciato in ombra san Giuseppe, lo sposo di Maria. E fin qui si potrebbe chiudere un occhio. Ma sparpaglia errori e inesattezze. A cominciare dal latino Quod voluit dixit, quod noluit tacquit (invece di tacuit). Nella foga di difendere il santo, don Rota spiega poi che nell’arte medievale Giuseppe «viene rappresentato vecchissimo, in angolo, spesso dormiente come a dire che lui proprio non c’entra in quanto sta avvenendo». No, reverendo, lo sposo di Maria è raffigurato così (anche nelle icone orientali) semplicemente perché i primi due capitoli del Vangelo di Matteo lo presentano come destinatario di ben quattro avvertimenti ricevuti in sogno da Dio. In chiusura il religioso sostiene che «tra i 299 successori di Pietro, nessuno ha mai scelto come suo nome da pontefice, quello di Giuseppe». A parte la seconda virgola di troppo, stando alla Serie dei sommi pontefici romani, che apre l’Annuario pontificio, i successori di Pietro sono forse 300, ma includendo i 37 ritenuti non legittimi o incerti, cioè gli antipapi. La questione è storicamente e canonicamente spinosa, tant’è vero che da oltre un settantennio l’Annuario ha rinunciato a numerare i papi, come avveniva in precedenza e come invece si ostinano a fare molti giornalisti.
[19 maggio 2021]
Titolisti senza chance
Sommario dalla Repubblica: «L’ex premier dà ancora un chance all’accordo». Il gender dilaga.
[26 giugno 2021]
Almeno un figlio
Un trentatreenne originario dello Sri Lanka cade dal monopattino a Monza e finisce in coma. Mentre giace sull’asfalto, uno sciacallo gli ruba il mezzo elettrico. Federico Berni sul Corriere della Sera descrive così il ferito: «Lavoratore in regola e padre di almeno un figlio». Si facciano avanti gli eventuali eredi naturali.
[15 giugno 2021]
Contentori
Titolo dalla Gazzetta di Mantova: «Nuovi contentori della carta. Saranno in “carton-plast”». I cittadini già se li contentono.
[2 luglio 2021]
Verdetti e condanne
«Ventidue anni a Chauvin, l’agente che uccise Floyd. Biden: verdetto appropriato», titola il Corriere della Sera. È altamente improbabile che il presidente americano possa aver pronunciato la frase che gli viene attribuita. Negli Stati Uniti la decisione sulla colpevolezza in caso di omicidio è espressa da una giuria, normalmente composta da 12 cittadini iscritti nelle liste elettorali. Come si vede nei film, la giuria decide se l’imputato sia colpevole o innocente. Questo atto è il verdetto propriamente detto. Nel caso in questione, è stato pronunciato il 20 aprile, per cui Joe Biden, con il suo commento, sarebbe come minimo in ritardo di due mesi, il che appare surreale. Nel testo sottostante, peraltro, si legge che Derek Chauvin è stato «condannato il 20 aprile scorso». Sbagliato: quel giorno è stato solo dichiarato colpevole del reato contestato. Infatti, per tornare al corso della giustizia negli Usa, il giudice, licenziata la giuria, tiene un’ulteriore udienza e decide quale pena infliggere al colpevole, ed è ciò che ha fatto venerdì scorso Peter Cahill, pronunciando la sentenza e facendo, ora sì, di Chauvin un condannato. Poiché il presidente americano ha una laurea in legge e ha esercitato per un certo periodo la professione forense, è piuttosto difficile che abbia scambiato sentenza e verdetto, errore nel quale invece cadono abitualmente i giornalisti italiani.
[26 giugno 2021]
Il guano della chiesa
Notizia dal sito della Stampa: «A 12 anni dal terremoto tornano a respirare le statue ricoperte dal guano della chiesa dell’Annunziata di San Demtrio ne’ Vestini, borgo in provincia dell’Aquila». Santo refuso a parte, la chiesa che sparge guano ancora ci mancava.
[26 giugno 2021]
In italiano, più o meno
Titolo a tutta pagina su Libero: «La Delta contagia più ma uccide meno». Le due locuzioni avverbiali di quantità corrette sono di più e di meno, quindi entrambe con la preposizione. Altrimenti lo slogan della Rai sarebbe «Di tutto, più». E il movimento femminista (o transfemminista) diventerebbe «Non una meno».
[27 giugno 2021]
È cardinale ma non vaticano
«Sulla consegna “informale”, a mano, della nota verbale all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani il 17 giugno, in occasione di un evento organizzato a Palazzo Borromeo, c’è la conferma del portavoce della Santa Sede Matteo Bruni. Per ora nessun altro commento dal Vaticano. Il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa di presentazione della Giornata dei nonni, ha detto che “certamente c’è preoccupazione della Santa Sede e di ciascuno di noi”». Da quanto scrive Marco Iasevoli sul sito di Avvenire, il quotidiano d’ispirazione cattolica diretto da Marco Tarquinio sembra ignorare che un cardinale di curia fa parte del Vaticano. Il principale commento è, gerarchicamente parlando, quello di Farrell, non quello di Bruni. Solo che il giornale della Conferenza episcopale italiana non lo sa. E dire che Farrell è pure camerlengo di Santa Romana Chiesa. In seno alla quale commentano: «Annamo bene...».
[22 giugno 2021]
E non no
«Le parole contano, ma anche le desinenze non scherzano», fa presente un titolo del Fatto Quotidiano. Peccato che tanto zelo linguistico vada a infrangersi contro il sommario: «La crociata della Murgia per rendere neutri i termini maschili e non». L’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no. Quindi bisognava scrivere «termini maschili e no».
[8 giugno 2021]
Sentenze definitive o quasi
Dalla Verità: «Il Tribunale dell’Aja ha confermato in appello la condanna all’ergastolo per Ratko Mladic, il boia di Srebrenica. La sentenza è definitiva, senza ulteriori possibilità di ricorsi». Ci sono anche sentenze definitive appellabili?
[9 giugno 2021]
Velocità della luce
«Oggi all’Angelus Francesco ha fatto un invito ad aiutarlo con la preghiera», scrive Luigi Accattoli. Deve averlo fatto in piena notte, perché l’abbiamo letto sul Corriere della Sera alle 5 del mattino.
[28 giugno 2021]
Confini islandesi
«Non c’è niente di meglio, in queste caldissime serate estive, delle gelide e misteriose serie ambientate in qualche sperduto villaggio islandese ai confini con la Svezia», titola Dagospia, presentando la rubrica Il divano dei Giusti. Come possa un’isola confinare con qualsiasi altro Paese è un mistero che neanche il vichingo Naddoddr, considerato lo scopritore dell’Islanda, avrebbe potuto chiarire. (E comunque lo Stato scandinavo più vicino è la Norvegia, non la Svezia, separata dall’Islanda da un tratto di mare largo quasi 1.000 chilometri).
[24 giugno 2021]
Faccia da cane
«Angelo Piovano era l’uomo con più tatuaggi in Italia», scrive il Corriere della Sera, dando notizia del decesso di questo ex operaio torinese di 85 anni e precisando che sul braccio destro recava «il volto della sua cagnetta Florinda». Ma volto significa viso, sostantivo che per lo Zingarelli 2022 designa unicamente la parte anteriore della testa umana. La parte anteriore della testa degli animali si chiama muso.
[6 giugno 2021]
Coglioni pensanti
Titolo dal sito della Repubblica: «Cervello maschile e testicoli, sorprendentemente simili». Parlando con alcuni colleghi, il sospetto ci aveva sfiorato.
[9 giugno 2021]
In memoria di Odifreddi
Commentando la nota verbale che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher ha consegnato all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per segnalare un possibile conflitto tra disegno di legge Zan e Patti lateranensi, Piergiorgio Odifreddi osserva sulla Stampa: «Non bisogna dunque prendersela con il Vaticano che rivendica l’attuazione di quei patti, ma con coloro che dapprima li hanno voluti, da Mussolini a Togliatti, e in seguito li hanno mantenuti. Cioè, con tutti i nostri leader politici, nessuno dei quali ha mai chiesto una revisione costituzionale o una denuncia unilaterale di quell’anacronismo». Affermazione priva di fondamento. A prescindere dall’Accordo di Villa Madama firmato dal premier Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli nel 1984, che però non riguardava la Costituzione, l’abolizione unilaterale dell’articolo 7 della Carta è stata invocata più volte da moltissimi esponenti politici di vari schieramenti. Alcuni esempi? «Abolire il Concordato» (Raffaello Morelli, Pli, 5 ottobre 1987). «Abolire il Concordato» (Achille Occhetto, Pci, 21 marzo 1989). «Comitato nazionale per l’abolizione del Concordato» (Marco Ferrando, Rifondazione comunista, 30 dicembre 1998). «Abolire il Concordato» (Alfonso Pecoraro Scanio, Verdi, 29 giugno 2000). «Aboliamo il Concordato: chi l’ha reso obsoleto è la Chiesa» (Emma Bonino, Rosa nel pugno, 5 dicembre 2005). «Noi vogliamo abolire il Concordato in difesa dei credenti, perché rappresenta un muro di Berlino fra Chiesa e cattolici» (Emma Bonino, Rosa nel pugno, 10 febbraio 2006). «Noi lo diciamo da decenni e ora lo ribadiamo: aboliamo il Concordato!» (Riccardo Magi, deputato di +Europa-Radicali, 22 giugno 2021).
[24 giugno 2021]
Com’è cresciuto
Dalla Prima pagina di Anteprima: «È stato ritrovato il bambino di due mesi scomparso lunedì notte nei boschi del Mugello. Era in una scarpata, a tre chilometri di distanza da casa. Sta bene, ha solo qualche graffio». Soprattutto in poche ore è molto cresciuto: fra tre mesi compirà 2 anni.
[24 giugno 2021]
Ebrahim Draghi
Didascalia sotto una foto che sul Corriere della Sera ritrae Mario Draghi accanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel: «Ebrahim Raisi, 60 anni, nuovo presidente iraniano, alla conferenza stampa». Non s’era detto di candidarlo al Quirinale nel 2022?
[22 giugno 2021]
Acciacchi verbali
«Friedrich Dürrenmatt, uno dei maggiori scrittori e drammaturghi svizzeri, venne spiato per quasi mezzo secolo, praticamente quasi fino alla morte, avvenuta nel 1990, dai servizi segreti elvetici, durante gli anni della guerra fredda», racconta Franco Zantonelli sulla Repubblica. E precisa che il suo dossier custodito dai servizi segreti «conteneva 17 fiches, in cui venivano annotati, pure, i suoi ricorrenti acciacchi di salute». Ci sono anche acciacchi che non riguardano la salute?
[8 giugno 2021]
C’è due senza tre
Didascalia dal Fatto Quotidiano: «Conte, Manfredi e Di Maio a Napoli per le Comunali». Nella foto Ansa si vedono i primi due che si salutano con il pugno contro pugno. E Di Maio? Non c’è. A meno che non sia rappresentato da quella statua di un vecchio barbuto e nudo, con le pudenda coperte da un drappeggio, che si trova nel giardino dell’hotel Piazza Bellini di Napoli, dove si è svolta la conferenza stampa di Conte e Manfredi, e che compare in secondo piano nell’immagine.
[16 giugno 2021]
Siamo sieri
Titolo dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro sulla Verità: «Se i sieri ci salvano, finitela con lo stato d’emergenza». Di che sieri si sta parlando? Antiofidici? Antirughe? Del sangue? Del latte? Della verità? Poiché l’articolo riguarda il coronavirus, bisognava scrivere «vaccini», che nulla hanno a che vedere con i sieri. Non si tratta di sinonimi. I primi sono prodotti batterici o virali che, introdotti nell’organismo, conferiscono uno stato di immunità, provocando un processo morboso attenuato; i secondi sono medicamenti derivati dal siero del sangue di animali immunizzati contro determinate malattie. L’errore è ripetuto nella pagina seguente, dove un sommario cita «Asl e cliniche prive dei lavoratori necessari a sostituire chi rifiuta il siero».
[18 giugno 2021]
Soggetti soggettivi
Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «La metamorfosi del Festival dei Due Mondi in Festival dei Due Casellati, grazie alla contemporanea presenza a Spoleto dei due rampolli della presidentessa del Senato, fa di lei la candidata ideale per il Quirinale». Poiché il soggetto della proposizione principale è la metamorfosi, ci auguriamo di vederla presto sul Colle.
[18 giugno 2021]
Il gioco delle copie
«Meloni leader anche il libreria», titola Il Tempo. Refuso a parte, il testo sottostante riporta un dato ampiamente sovrastimato: «160mila copie vendute e undicesima ristampa. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, in libreria dallo scorso 11 maggio, vanta numeri da record con il suo Io sono Giorgia». Il quotidiano romano aggiunge che «il volume, nella settimana dal 7 al 13 giugno, secondo gli ultimi dati resi disponibili, resta in vetta per le vendite». In realtà, nella settimana in questione Io sono Giorgia (Rizzoli) ha venduto per l’esattezza 11.352 copie, arrivando a un totale di 77.305, cioè meno della metà rispetto a quanto asserisce Il Tempo (fonte: Gfk).
[18 giugno 2021]
Cognomi
Titolo dal Corriere della Sera: «“Mi prendono in giro per il mio cognome. Su Milano ho una visione”. Di Montigny: medito ogni mattina e conosco la nipote di Ghandi». A proposito di cognomi: si chiamava Gandhi.
[20 giugno 2021]
La Bibbia secondo Monda
In un editoriale sul «parlare semplice di Gesù», il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, inanella una serie mirabolante di citazioni. Inizia dal Papa – ma va? – e continua con Boris Pasternak, Cormac McCarthy, Graham Green, Mary Oliver, il Primo libro dei Re e finisce con san Paolo, manco volesse rubare il mestiere al principe dei citazionisti Gianfranco Ravasi. Ma, dal cardinale, il professor Monda, ex insegnante di religione cattolica al liceo Albertelli di Roma, dovrebbe imparare a citare bene almeno i libri biblici, perché scrive «1 Cor, 21-25», che è un’indicazione priva di senso: avrebbe infatti dovuto annotare «1 Corinzi, 1, 21-25», visto che si riferisce al primo di 16 capitoli.
[18 giugno 2021]
Scontri
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Nuovo scontro sulla funivia». Non è bastato quello vecchio contro gli alberi?
[8 giugno 2021]
S-consecutio
In un articolo intitolato «Storie di spose bambine nella Sicilia senza diritti», Eugenia Nicolosi scrive sulla Repubblica: «Quando Giovanna ebbe il primo ciclo è stata data in sposa a un amico del padre». Il famoso passato (remoto) che non passa.
[17 giugno 2021]
Non resiste, però resiste
Titolo dal sito del Messaggero, pagina Salute: «Piscine, Rasi: “Il virus non resiste al cloro più di 20-30 secondi”». Testo: «Il Covid è anche in piscina. “C’è uno studio norvegese” sull’azione del cloro contro Sars-CoV-2, “che segue ad altre osservazioni già fatte”, in cui “sembra proprio che il virus non resista più di 20-30 secondi sopra il pelo dell’acqua mentre si nuota”. Quindi il coronavirus resiste anche al cloro. “Sembra veramente confermato”, ha spiegato ad Agorà su Rai3 il microbiologo dell’università di Roma Tor Vergata Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, oggi consulente del commissario per l’emergenza coronavirus». Quindi non resiste al cloro però resiste anche al cloro. Basta Covid, chiamatelo Fregoli.
[24 maggio 2021]
Colpi di testata/1
Nella rubrica Santo subito, in cui vengono sbertucciati i fan del premier Mario Draghi, Il Fatto Quotidiano indica le fonti «Repubblica» e «Il Corriere della Sera». Non risulta che il giornale milanese abbia mai avuto l’articolo determinativo Il nella propria testata, a differenza di quello romano, che si chiama La Repubblica.
[3 giugno 2021]
Colpi di testata/1
Ricordando con accenti commossi il collega Livio Caputo, morto a 87 anni nell’ultimo giorno da direttore ad interim del Giornale, Luigi Ippolito, che fu suo allievo nella redazione esteri del Corriere della Sera, riferisce sul quotidiano di via Solferino: «Era stato a Bonn come corrispondente del Corriere dell’Informazione». Che però, sin dal primo numero apparso nelle edicole il 22 maggio 1945, si è sempre chiamato Corriere d’Informazione, con la preposizione semplice, non articolata.
[15 giugno 2021]
Valide ragioni
Titolo dalla prima pagina di Libero: «Uccide senza ragioni due bimbi e un anziano». Ma perché, esistono buone ragioni per ammazzare i bambini e gli anziani?
[14 giugno 2021]
Apostrofi
Titolo dal sito della Stampa: «Coronavirus in Italia, il bollettino del 15 giugno: 1.255 nuovi casi, 63 decessi. Indice di positività all’0,6 per cento». L’avranno scambiato per Sfida all’O.K. Corral.
[15 giugno 2021]
Fusa
«I vigili del fuoco di Bolzano e Riva salvano la vita a due gattini intrappolati dentro un’auto e una tubatura», annuncia il sito dell’Alto Adige, specificando che lo sforzo dei pompieri è stato «ripagato dalle fuse degli animali dopo aver riacquistato la libertà». Fusa è sostantivo femminile plurale indeclinabile. Possono invece essere fusi e fuse i giornalisti e le giornaliste, come si vede.
[8 giugno 2021]
Ruoli chiari, come le frasi
Titolo dal Fatto Quotidiano: «“In segreteria servono ruoli chiari: con Conte si sappia chi sbaglia”». Essendo l’esoterica frase attribuita alla pentastellata Lucia Azzolina, ex ministro dell’Istruzione, tutto si spiega.
[11 giugno 2021]
Stella di Bergoglio
In una paginata su Libero, incentrata su papa Francesco abbandonato dai propri sostenitori, Antonio Socci, fra i maggiori esperti di vicende ecclesiastiche, esamina la sorprendente «requisitoria» uscita sulla Repubblica a firma di Alberto Melloni, «simbolo della “Scuola di Bologna” e dell’ala “progressista” della Chiesa», fino a ieri fan sfegatato del pontefice argentino. A un certo punto Socci scrive, riferendosi al professore: «Attacca inoltre l’ispezione ordinata da Bergoglio alla Congregazione del clero, “gesto” dice Melloni “inedito e inutile… che dice della ruvidità con cui viene trattato anche chi – ad esempio il prefetto uscente cardinale Stella – ha servito il Papa lealmente”». Socci annota: «Va ricordato che il card. Stella è ritenuto uno degli strateghi dell’elezione di Bergoglio, nel 2013, perciò questa è un’altra rottura pesante del pontefice con il suo mondo». Non è così. Beniamino Stella non ebbe alcuna influenza su quel conclave, essendo all’epoca lo sconosciuto presidente della Pontificia accademia ecclesiastica. Semmai è vero il contrario: fu proprio Francesco a crearlo cardinale il 22 febbraio 2014, quindi l’anno successivo alla propria elezione al soglio di Pietro.
[16 giugno 2021]
L’uomo delle polizie
Sempre nell’editoriale commentato su Libero da Antonio Socci, il professor Alberto Melloni scrive a proposito del caso Becciu: «La polizia giudiziaria italiana e vaticana ha perquisito la diocesi di Ozieri». Non sapevamo che le polizie dei due Stati fossero state unificate.
[15 giugno 2021]
Colpi di Tulsa
In tema di concordanza fra soggetto e verbo, La Repubblica concede il bis. Ecco Anna Lombardi in un articolo da Tulsa: «Ma il clima di tensione in cui si è svolta la commemorazione dimostra quanto l’orrore di quel massacro è solo una delle ferite aperte», con tanti saluti al congiuntivo sia. E subito aggiunge: «Minacce suprematiste e una polemica su come spendere i fondi per i discendenti delle vittime, ha spinto il musicista John Legend...», con tanti saluti al verbo plurale, hanno, per non parlare della virgola che separa il soggetto dal predicato verbale.
[2 giugno 2021]
Un tandem per l’aldilà
Tweet della Stampa: «La storia di Maurizio, l’ex calciatore che ha perso la vita e ora viaggia in tandem». Il proverbiale peso morto.
[14 giugno 2021]
Scrittura sciolta
Sommario della Verità per l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro: «L’unica cosa certa è che Palazzo dei Marescialli è compromesso dagli scandali: adesso bisogna scioglierlo». Allora, più che l’acido, serviranno le ruspe.
[9 giugno 2021]
’O Mattino inciarmato
Nell’editoriale di prima pagina, dal titolo «La sinistra e il deficit del leader forte», Mauro Calise sul Mattino di Napoli ci regala il seguente periodo: «Mettetevi per un momento nei panni dello stato maggiore – si fa per dire – demogrillino, cosa possono provare a inciarmare almeno per contenere le perdite?». Noi ci mettiamo nei panni nostri, cioè dei lettori che non inciarmano epperò inciampano in questo misterioso verbo. («Inciarmare, in napoletano “spettegolare, inciuciare, architettare qualcosa”, deriva dal francese (en)charmer, “affascinare, incantare, stregare”, con un evidente allargamento di significato in senso negativo». Fonte: ’O Napulitano, «blog sul corretto uso del dialetto napoletano». Molto consultato da ’O Mattino, evidentemente).
[31 maggio 2021]
Che traino
«Tesla Model X traino fino a 2,5 kg», annuncia il sito del Sole 24 Ore. Praticamente potete attaccarci dietro la borsa della spesa.
[31 maggio 2021]
Corso e ricorso
Alla quarta riga del suo editoriale di prima pagina su Libero, Alessandro Sallusti infila la frase «nel corso del G7 in corso in Cornovaglia». Ecco un direttore che scrive di corsa.
[16 giugno 2021]
Non è ferito, ma in buone condizioni
In un pezzo dal titolo «Milano, sparatoria alle Colonne di San Lorenzo: carabinieri aggrediti con pitbull e bottiglie», sul sito del Corriere della Sera, Cesare Giuzzi riferisce: «L’animale non è stato ferito o almeno è riuscito a fuggire ed è stato rintracciato in una clinica veterinaria, ferito ma in buone condizioni». Non è stato ferito, anzi è stato, però è come se non fosse stato.
[28 maggio 2021]
A Cesare quel che è di Cesare
Dalla Gazzetta di Mantova: «Nel 1948 Dino Villani, uno dei padri della pubblicità in Italia, sostenuto dal sindaco di allora, Tebe Mignoni, e dallo scrittore, poeta e cineasta Matteo Zavattini, fondò il Premio Suzzara». Trattasi, invero, di Cesare Zavattini. Quanto a Matteo Zavattini, nessuno sa chi sia.
[4 giugno 2021]
Accenti furiosi
Nella sua rubrica Bookbooks sul Fatto Quotidiano, recensendo il libro Io sono Giorgia di Giorgia Meloni, edito da Rizzoli, Furio Colombo riesce a scrivere benchè, perchè (due volte), poichè e un pò. Il gender dilaga: anche il famoso columnist «muta d’accento», come la donna del Rigoletto.
[14 giugno 2021]
Sì/1
A proposito di accenti. Apprendiamo dal Tempo che Nissan ha regalato una vettura elettrica Leaf alla Città del Vaticano e che «la donazione segue il lancio della “Piattaforma di Iniziative Laudato sì”, un percorso di sette anni volto a rendere le istituzioni cattoliche ecosostenibili». Ma l’enciclica di papa Bergoglio s’intitola Laudato si’, con l’apostrofo, non con l’accento, trattandosi della forma sii, imperativo del verbo essere (troncato in si’ nel Cantico delle Creature di san Francesco), e non della particella affermativa sì.
[14 giugno 2021]
Sì/2
A proposito di sì. Titolo dal sito della Repubblica: «“Dottore la mamma è morta”. E lui rispose: «Si, ma si ricordi di saldare la parcella”». Proponiamo di chiamarlo sìto.
[11 giugno 2021]
La giustizia non tromba
Giuseppe Salvaggiulo riferisce sulla Stampa che Piercamillo Davigo, già componente del Csm, «dopo le rivelazioni del senatore ex M5S e presidente della commissione antimafia Nicola Morra, ha inviato ai pm romani una memoria integrativa per smentirlo, negando di avere con lui e con il M5S un rapporto di “collateralismo”» nonché «di avergli mostrato i verbali nella tromba delle scale». La giustizia precipita.
[11 giugno 2021]
Futuristi di Fatto
Titolo del Fatto Quotidiano, tutto in maiuscolo, tutto attaccato, disteso su due pagine: «PD:LAFEDERAZIONEFUFFAPERROMPERECOLM5S». Atteso per domani «Supercalifragilistichespiralidoso».
[13 giugno 2021]
Invenzioni
«Il primo mondiale vinto 87 anni fa. La propaganda, Mussolini e la squadra inventata», titola 7 nel ricordare la fatidica data del 10 giugno 1934 e la «prima partecipazione a un campionato del mondo, organizzato nel 1934 proprio in Italia per volontà di Mussolini per fini propagandistici». Non si capisce il senso dell’aggettivo «inventata», visto che la fondazione della Nazionale, con tanto di croce sabauda sulle maglie azzurre, risale a un quarto di secolo prima, al 1910, quando il futuro Duce era solo il segretario della Federazione socialista forlivese. Va peraltro sottolineato che quella Nazionale vinse i Mondiali del 1934 e del 1938 e, nell’intermezzo, conquistò l’oro alle Olimpiadi di Berlino nel 1936. Meriti che sembrerebbero andare ben oltre le invenzioni e la propaganda.
[4 giugno 2021]
Sua eccellenza Concordanza
Da un articolo dell’ex giudice Antonio Esposito sul Fatto Quotidiano: «La scarcerazione dopo 25 anni di reclusione di Giovanni Brusca, il “boia” di Capaci e del piccolo Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia, ha suscitato violenti reazioni strumentali a fini di propaganda politica». «Di fatto apriva un varco pericoloso a future declaratorie di incostituzionalità anche in riferimento agli ulteriori benefici quale la liberazione anticipata». Lo chiamavano Concordanza.
[3 giugno 2021]
Così fan di tutto
Titolo dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro sulla Verità: «Gli italiani non sono affatto razzisti. Ma fan di tutto perché lo diventino». Quindi gli italiani fanno di tutto perché diventino razzisti gli italiani? No? Allora bastava scrivere: «Ma si fa di tutto perché lo diventino».
[8 giugno 2021]
Il fu ex emerito
Francesco Specchia, sulla prima pagina di Libero, parla di «Giovanni Maria Flick, ex ministro della Giustizia, ex presidente emerito della Consulta». Cioè è già morto?
[13 giugno 2021]
Incidenza sotto lo zero
Leggiamo sul Corriere della Sera, in un servizio firmato da Margherita De Bac e Fiorenza Sarzanini, che i vaccini Moderna o Pfizer-Biontech sono basati «su una tecnologia innovativa che finora non ha procurato gli effetti collaterali gravi osservati in tutti i Paesi europei sia pur con un’incidenza inferiore allo zero». Considerato che zero indica la mancanza di ogni valore, ci si chiede chi li abbia osservati addirittura sotto lo zero.
[11 giugno 2021]
L’orgasmo aiuta
Post della Repubblica su Facebook: «Dopo l’orgasmo, le dottoresse Silvia Gioffreda e Tullia Venturi approfondiscono il tema della masturbazione». Neh che aiuta?
[11 giugno 2021]
Saliti
Sempre sulla pagina Facebook della Repubblica un altro post è dedicato al piccolo Eitan, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone: «Per fortuna accanto a lui ci sono la zia, la nonna paterna e il nonno materno. Altri parenti sono saliti da Israele». Evitando la funivia, si spera.
[8 giugno 2021]
Sfregi murali
Ci risiamo: «Lo sfregio al murales dedicato a Willy», titola il Corriere della Sera, ignorando che murales è il plurale dello spagnolo mural, quindi non va usato in riferimento al singolare, come in questo caso. L’errore è reiterato nel testo: «Qualcuno a Pescara ha sfregiato con della vernice il murales dedicato a Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a botte a Colleferro». Si adegua La Stampa, con questa didascalia: «Un murales in onore di Mladic comparso a Belgrado».
[7 e 13 giugno 2021]
Io mi sindaco, tu ti sindaci
Titolo dal Secolo XIX: «Il sottosegretario Costa annuncia: “Mi sindaco a sindaco della Spezia”». L’importante è che non si candidi a sindaco il titolista.
[6 giugno 2021]
Non ci sono più i luglio sacri di una volta
Dal sito dell’Alto Adige: «Un successo “la lunga notte delle chiese”: in Alto Adige 123 eventi in 51 luglio sacri». Evidentemente sono finiti per sempre i tempi di san Giovanni Bosco, che definiva l’estate «la vendemmia del diavolo». (Luglio sta per luoghi).
[29 maggio 2021]
Ho finito terzo
Pezzullo sulla serie B a pagina 43 del Corriere della Sera: «I veneti avevano chiuso il campionato al sesto posto, mentre il Monza aveva finito terzo». Io (veneto) speriamo che me la cavo.
[18 maggio 2021]
Pedalando a piedi
Dalla Gazzetta di Mantova: «La ciclabile che collega Cittadella a Sparafucile offre scorci memorabili. (...) Percorrere la ciclabile è alla portata di tutti, anche a piedi». Basta togliere le ruote alla bicicletta.
[29 maggio 2021]
Ragionieri
Titolo dal primo numero del quotidiano La Ragione: «Fare il sincaco è pericoloso». A maggior ragione fare il giornalista.
[2 giugno 2021]
Vita con il morto
Apprendiamo dall’incipit di un’intervista firmata da Dario Cresto-Dina, vicedirettore vicario della Repubblica, che «Daniela Zuccoli ha 71 anni compiuti pochi giorni fa e vive ancora a Milano con il marito Mike Bongiorno, morto l’8 settembre del 2009 nella suite di un albergo di Montecarlo». Allegria!
[31 maggio 2021]
Vuoi vedere? Meglio di no
Nel suo editoriale in prima pagina, il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, scrive: «Azzardo una ipotesi. Vuoi vedere che tanto livore e superficialità nasconde solo la paura che ancora una volta le “destre” stanno per bloccare le sinistre a un passo dalla vittoria elettorale che già pregustavano grazie all’alleanza con i Cinque Stelle degrillizzati a guida del redivivo ex premier Giuseppe Conte?». Con il doppio soggetto (livore e superficialità) avremmo voluto vedere il verbo al plurale (nascondono) e un congiuntivo presente (stiano) al posto dell’indicativo presente stanno.
[7 giugno 2021]
Lo 0% del fabbisogno
«Il mondo è preoccupato dal fatto che minori precipitazioni nevose possano comportare nei prossimi anni anche minore disponibilità di acqua dolce per l’agricoltura e per l’uso civile», avverte Enrico Marta Corno in Corriere Innovazione del Corriere della Sera. «Va da sè che gli impianti di desalinizzazione saranno un grande business nel futuro: già oggi ovviamente esistono tecnologia molto sofisticate che sono in grado di depurare milioni di litri all’anno (Israele è il primo paese in questo senso e le sue stazioni forniscono quasi lo 0% del fabbisogno nazionale)». Tralasciando l’accento e il sostantivo singolare sbagliati, va da sé che una fornitura pari allo 0% è un’innovazione davvero notevole.
[22 maggio 2021]
Il regno della fantasia
«Il primo giorno della Repubblica», titola l’altra Repubblica. «Cosa accadde quel 2 giugno del 1946, esattamente 75 anni fa. Quando gli italiani si svegliarono per l’ultima volta in un Regno». Sintesi inesatta. Gli italiani si svegliarono in un regno anche nei successivi otto giorni. Infatti l’edizione della notte del Corriere d’Informazione, uscita con la data 3-4 giugno, recava i risultati di appena 10 sezioni: 2.093 voti per la monarchia, 6.313 per la repubblica. Il 4 giugno il Corriere della Sera pubblicava i soli dati ufficiali di 774 sezioni a Milano. Dopo infiniti ritardi e contestazioni, la proclamazione ufficiale della Repubblica avvenne il 10 giugno, nella Sala della Lupa di Montecitorio, con una cerimonia durata 10 minuti, presieduta dal primo presidente della Corte di Cassazione, Giuseppe Pagano. Mancavano ancora all’appello 118 sezioni elettorali.
[2 giugno 2021]
Le scoperte di don Gianni
In un commosso articolo su Avvenire in ricordo del gesuita Virginio Rotondi, l’ex prete Gianni Gennari scrive che «in pratica dall’inizio degli Anni ’50 è forse il primo, tra i principali consiglieri del Papa decisivi per il futuro, scelte morali e strategie sociali. Tra l’altro fa scoprire al Papa l’importanza del cinema». Scoperta dell’acqua calda – si potrebbe dire – visto che Pio XII, già nel 1942, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua ordinazione episcopale, aveva promosso la realizzazione di un film su sé stesso, Pastor angelicus, con la regia di Romolo Marcellini e la supervisione di Luis Trenker, scritto da Luigi Gedda e sceneggiato da Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Andrea Lazzarini, Silvio D’Amico e lo stesso Marcellini.
[5 giugno 2021]
Di Manica larga
Silvana De Mari sulla Verità: «Il generale tedesco Guderian ricevette l’ordine da Hitler di fermarsi. Restò a guardare col binocolo i soldati inglesi e francesi che se ne andavano trasportati da qualsiasi battello in grado di superare la manica». Della giacca o del pigiama?
[24 maggio 2021]
Titoli choc
Titoli da un’unica edizione del Giornale. Pagina 1: «Inter choc: addio a Burgnich e Conte lascia». Pagina 2: «Lo choc e la rabbia dei familiari delle vittime». Pagina 9: «Le foto choc vanno a segno». Pagina 17: «Le intercettazioni choc alla Wte ora sotto sequestro». Il giorno dopo i titolisti non si erano ancora ripresi dallo choc. Pagina 1: «Accusa choc. I giudici italiani maltrattano le donne». Pagina 7: «L’idea choc: maturità senza scritti».
[27 e 28 maggio 2021]
Maratoneti surgelati
Titolo da Libero: «Pechino fa morire 21 maratoneti di gelo». Erano atleti surgelati? No? Allora bisognava scrivere «Pechino fa morire di gelo 21 maratoneti».
[25 maggio 2021]
Io Bebbe, tu Cita
Banner sul sito del Corriere della Sera: «Bebbe Severgnini. Inter nos. Solferino. Scopri di più sul libro». L’avrà scritto il fratello ugandese di Beppe?
[30 maggio 2021]
Vai col Brunello Levi di Montalcini
Notizia dell’Ansa: «La Nazionale cantanti ha risposto con un post ufficiale alle accuse di sessismo lanciate da Aurora Leone e da Ciro dei The Jackal, esprimendo profondo disappunto per l’accaduto: “Alessandra Amoroso, Madame, Jessica Notaro, Gianna Nannini, Loredana Bertè, Rita Levi di Montalcini – si legge – sono solo alcuni dei nomi delle tantissime donne che dal 1985 (anno in cui abbiamo giocato a San Siro, per la prima volta, contro una compagine femminile) hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti». O ha ecceduto con il Brunello di Montalcino la Nazionale cantanti o il cronista dell’Ansa.
[25 maggio 2021]
Soffiano i venti assenti
Previsioni del tempo secondo la Gazzetta di Mantova: «I venti saranno al mattino deboli e proverranno da Nordovest, al pomeriggio assenti e proverranno da Nord». Il famoso soffio dello Spirito.
[20 maggio 2021]
Un ballo in maschera
«Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti». Antonio Socci si chiede su Libero dove Enrico Letta abbia trovato questa frase attribuita a Luigi Pirandello e scelta dal segretario del Pd quale esergo del suo nuovo libro Anima e cacciavite (Solferino). Domanda pertinente. «Qualcuno, nella rete, indica Uno, nessuno e centomila come fonte della citazione. Ma – dopo un rapido controllo – non sembra esserci», spiega Socci. Si può essere più netti: non solo non c’è ma in quest’opera dello scrittore e drammaturgo siciliano non compare neppure la parola «maschere». La quale è invece presente in L’umorismo (tre volte), Suo marito (una), I vecchi e i giovani (una), Sei personaggi in cerca d’autore (tre), Ciascuno a suo modo (tre), Come tu mi vuoi (una), Trovarsi (una), I giganti della Montagna (due). Mai, però, associata a «volti» e, quindi, mai nella forma dell’esergo lettiano, che deve pertanto essere considerato pirandellianamente farlocco.
[28 maggio 2021]
Overdose
Titolo dal Corriere della Sera: «Covid, le vittime scendono a 44. Speranza: forse un terzo richiamo». Quindi in tutto riceveremo quattro dosi?
[31 maggio 2021]
Contenitori parlamentari
Scrivendo di Coraggio Italia, il nuovo partito di centrodestra lanciato dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, e dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, Emanuele Lauria riferisce sulla Repubblica: «Il gruppo parlamentare che sarà presentato oggi dovrebbe contenere 24 deputati». Sotto vuoto spinto o in atmosfera controllata?
[27 maggio 2021]
Ninì Tirabusciò
Titolo dalla prima pagina della Verità: «Bassetti (Cei) dice “nì” al ddl. E subito tutti s’affrettano». La forma (familiare e scherzosa) né sì né no in italiano si scrive ni, senza accento.
[18 maggio 2021]
Multinazionali con testo
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Macron in soccorso dei furbetti dell’elusione fiscale: annacqua la direttiva Ue sulla trasparenza per le multinazionali con un nuovo testo. Amazon ringrazia». Esistono multinazionali dotate di un nuovo testo? No? Allora bisognava scrivere: «Con un nuovo testo annacqua la direttiva Ue sulla trasparenza per le multinazionali».
[20 maggio 2021]
Diffidare dei titolisti
«La Bbc rubò un’intervista alla principessa Diana. Diffidare da certi scoop». Così Libero titola un editoriale di Giancarlo Mazzuca. Ma il verbo diffidare, nel senso di non avere fiducia, non fidarsi, richiede la preposizione di, congiunta all’eventuale articolo: «Diffidare dei discorsi di qualcuno; diffidare di tutti» (Zingarelli 2021). Con il da seguito dal verbo all’infinito, assume tutt’altro significato: «Diffidare un dipendente dal tenere un dato comportamento; l’ho diffidato dal frequentare quella gente» (ibidem).
[23 maggio 2021]
Il mestiere più antico del mondo
«A rischio il giornale più antico del mondo», titola Il Tempo. Che nell’occhiello spiega: «Il primo numero del quotidiano austriaco Wiener Zeitung risale all’8 agosto 1703». Premesso che Wan-Ifra, l’Associazione mondiale dei giornali e degli editori di notizie, ha stabilito che il primo giornale fu Relation aller Fürnemmen und gedenckwürdigen Historien (Resoconto di tutte le storie illustri e commemorabili), edito a Strasburgo nel 1605 da Johann Carolus, bastava fermarsi in Italia per trovare il più antico giornale del mondo tuttora pubblicato: è la Gazzetta di Mantova, che esce dal giugno 1664 (a quel tempo aveva cadenza settimanale, si chiamava Aviso ed era prodotto da Federico, Pietro e Guglielmo Osanna, stampatori ufficiali alla corte dei Gonzaga). Quindi Il Tempo non sembra particolarmente ferrato nella materia che dà il nome alla propria testata.
[29 marzo 2021]
Il morto è deceduto
Notizia dal sito di TgCom 24: «Un uomo di 58 anni di Maserada sul Piave (Treviso) è stato trovato morto in un locale da lui utilizzato come laboratorio per piccoli lavori domestici, sul retro della sua abitazione. Secondo le prime ipotesi ad ucciderlo sarebbe stata una scossa elettrica sprigionata da un utensile. Nonostante i tentativi di rianimazione da parte di personale del Suem, il 58enne è deceduto». Succede, quando rianimi un morto.
[19 maggio 2021]
Servizio dal Paese che non c’è
In un servizio lungo 115 righe, pubblicato sul Giornale, Chiara Clausi si occupa delle elezioni presidenziali in un imprecisato Paese. Solo dalla riga 63 in avanti ne viene citato uno, ma non dalla giornalista: «“Ho fatto il mio dovere davanti a Dio e alla cara nazione, e sono soddisfatto” ha scritto Larijani su Twitter. “Grazie a tutti coloro che hanno espresso la loro gratitudine e spero che parteciperete alle elezioni per la promozione di un Iran islamico”». Il mistero viene chiarito dal titolo: «Eliminati dal voto i candidati riformisti. L’Iran rischia un’altra rivolta popolare». Coerentemente, l’articolo risulta trasmesso da Beirut, capitale del Libano.
[26 maggio 2021]
Quel Po Po di Mantova
Didascalia dal Corriere della Sera: «Una veduta di Mantova dalla parte del fiume Po». In realtà nella foto la città lombarda si specchia nel Lago Inferiore. Né potrebbe essere diversamente, considerato che, nel punto più vicino, Mantova dista dal Po la bellezza di 16 chilometri.
[21 maggio 2021]
Huppert fra aglio e calmiere
Dal sito del mensile Gq: «Al secondo posto, Isabelle Huppert, fra le attrici più premiate del cinema, diva francese, una carriera lunghissima iniziata negli agli Settanta, oltre 100 film in calmiere». Mangerà tanto pesto alla genovese e sarà entrata a far parte del paniere Istat?
[30 maggio 2021]
Il proclamo
«Non credo ci sarà mai il proclamo della scomparsa del virus», spiega Maria Rita Gismondo, direttore di Microbiologia clinica e virologia dell’ospedale Sacco di Milano, nella sua rubrica Antivirus che compare quasi ogni giorno sul Fatto Quotidiano. Non lo crediamo neppure noi, anche perché si scrive «il proclama», al femminile (la flessione al maschile di questo lemma non esiste). Perciò, come dicono in quella città, «offellée fà el tò mestée» (pasticciere, fa’ il tuo mestiere), ché a pasticciare con l’italiano bastiamo noi giornalisti.
[22 maggio 2021]
Da appendere al murale
Titolo da Libero: «Allarme in autostrada: il murales partigiano ti manda a sbattere». Murales è il plurale spagnolo di mural, quindi non si può adoperare, come in questo caso, per riferirsi al singolare. «Un murales» è scorretto. La forma esatta è «un murale». Nello stesso svarione era incorso il 18 maggio anche il Corriere Fiorentino: «L’oltraggio al murales dei partigiani».
[22 maggio 2021]
Congiuntivite/1
«A colpire è però che Masi si ricandida al Cda di un’azienda, la Rai, che è stato costretto a risarcire», afferma Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano. A colpire è anche l’incompetenza nell’uso del congiuntivo.
[22 maggio 2021]
Congiuntivite/2
Titolo di apertura sulla prima pagina del Mattino: «Manfredi: “Napoli è fallita. È inutile che mi candido». Si saranno messi d’accordo con Roselli?
[19 maggio 2021]
Calendario allungato
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Con questi numeri tutta Italia in zona bianca entro il 31 giugno (con solo tre eccezioni)». Facciamo pure quattro con quella del calendario.
[20 maggio 2021]
I grandi obiettivi di Telese
Annuncio di Prima Comunicazione: «Nasce Stradenuove, giornale online edito da Phacelia e diretto da Luca Telese. “Un piccolo giornale con grandi obiettivi”». L’ultimo virgolettato è anche il titolo dell’editoriale di Telese. Alcune notizie dalla home page: «Il turismo volta pagina». «La salute delle strade». «La strategia farm to fork». «A difesa dei consumatori, a “tu per tu” con l’avvocato Massimiliano Dona». «Rama – Road Asset Management & Analytics». Obiettivi grandissimi.
[16 maggio 2021]
Il Vangelo della domenica (passata)
Rubrica Il Vangelo della domenica, tenuta sul Fatto Quotidiano da padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica e ascoltato consigliere di papa Francesco. Titolo: «La Resurrezione. Cristo buca silenzi e paure con un bonario rimprovero». Ma la Resurrezione era avvenuta 40 giorni prima. E nella domenica in questione si celebrava l’Ascensione di Gesù Cristo al cielo. Bye-bye, reverendo.
[16 maggio 2021]
Estremista? No, eroe
Presentando sulla Verità il libro di memorie Tutto il mio calcio minuto per minuto (Baldini & Castoldi), Roberto Faben afferma che l’autore, il telecronista Ezio Luzzi, «per primo dette la notizia, divulgata poi in tutto il mondo, dell’attentato dinamitardo causato dall’estremista statunitense Richard Jewell, il 27 giugno 1996, al Centennial olimpic park di Atlanta, durante le Olimpiadi, che consentì al Gr2 di anticipare l’Ansa». In realtà costui era un addetto alla sicurezza del padiglione di AT&T (è morto nel 2007), non un estremista, il quale scoprì una bomba dentro uno zainetto e fece evacuare l’area, salvando parecchie vite. Jewell, sospettato ingiustamente, fu sottoposto a un linciaggio mediatico durato sino al 14 ottobre 1998, quando nel North Carolina venne catturato il vero colpevole, Eric Rudolph. Ottenne la sua definitiva riabilitazione soltanto nel 2019 con il film Richard Jewell del regista Clint Eastwood.
[5 maggio 2021]
I treni che non arrivano sono in orario
Dalla Gazzetta di Mantova: «Disagi al traffico e code ieri pomeriggio tra Gambarara e Cittadella, al passaggio a livello di via Brescia. Per un guasto elettrico al sistema che regola il movimento, le sbarre della linea ferroviaria Mantova-Verona sono rimaste abbassate per oltre un’ora, mandando in tilt la circolazione stradale a partire dalle 15. (...) La circolazione ferroviaria non ha subito ritardi: non c’erano treni in transito». Che culo. Del resto solo i treni che non arrivano sono sempre in orario.
[15 maggio 2021]
Morti fantasiose/1
Titolo dal sito della Stampa: «Covid, giù i contagi, i morti sono 93 morti: mai così bassi da ottobre». Ricapitolando: i morti sono davvero morti e, per somma disgrazia, tutti di statura inferiore alla media nazionale.
[17 maggio 2021]
Morti fantasiose/2
Titolo dall’Huffington Post: «Israele-Gaza: altro bombardamento a Gaza, muore una famiglia di 10 anni». Non solo: muoiono anche le famiglie minorenni.
[15 maggio 2021]
Morti fantasiose/3
Titolo dell’Agi (Agenzia giornalistica Italia): «Ergastolo al barelliere che uccidenza i malati in ambulanza». La dipartenza.
[20 maggio 2021]
Morti fantasiose/4
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Andrea perde il nonno a 15 anni; il giorno dopo lo trovano morto». E con i morti basta così, per il momento. Trapasso e chiudo.
[15 maggio 2021]
Antidoti e vaccini
«Nel frattempo il primo studio condotto in Italia sui vaccinati dall’Università di Ferrara dimostra che gli antidoti, compreso quello di Oxford, funzionano alla grande», riferisce Paolo Russo sulla Stampa. A parte che si parla di vaccinati in generale, e non dall’Università di Ferrara (per cui era meglio scrivere «il primo studio condotto dall’Università di Ferrara sui vaccinati»), il sostantivo antidoti appare del tutto inappropriato. Chi lo dice? Anna Masera della Stampa: «“Perché usate la parola siero o antidoto quando parlate di vaccini? È sbagliata, non è un sinonimo”, ci scrivono i lettori. Al massimo si può utilizzare un termine generico come farmaco, o medicinale o preparato. Ma “a ripetere vaccino non si sbaglia”. Perché solo il vaccino induce la produzione di anticorpi nell’organismo. Il siero invece è la parte del liquido organico che si separa dopo la coagulazione. E l’antidoto è la sostanza capace di neutralizzare l’azione di un dato veleno sull’organismo. Niente a che fare con i vaccini». Conferma lo Zingarelli 2021, che al lemma antidoto riporta: «Sostanza che impedisce o annulla l’effetto dannoso di un veleno». Conclusione: i lettori ne sanno più dei giornalisti mentre Russo non legge il quotidiano sul quale scrive.
[14 maggio 2021]
Date e cifre a casaccio
Incipit di un servizio del Fatto Quotidiano, firmato da Gianluca Roselli: «Alla redazione de il Giornale ieri devono aver vissuto momenti come quelli passati a Libero quando, nel 2008, Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti lasciarono il quotidiano per passare armi e bagagli proprio al Giornale». Impossibile. L’uscita di Feltri da Libero fu annunciata l’anno seguente, il 30 luglio 2009, e il direttore cominciò a firmare il quotidiano della famiglia Berlusconi dal numero del 22 agosto, con Sallusti come condirettore. Più avanti, Roselli sostiene che Sallusti, lasciando la direzione del Giornale per passare alla guida di Libero, viene «da un ottimo periodo, con le 260 mila copie vendute dal libro-intervista a Luca Palamara». Impossibile. Pur essendo uno straordinario successo editoriale, Il sistema di Palamara e Sallusti ha finora venduto, secondo l’ultima rilevazione di Gfk, 188.357 copie.
[14 maggio 2021]
«Le dimissioni di Berlusconi»: da portantino?
«Berlusconi, in arrivo le dimissioni dal San Raffaele», annuncia il sito del Corriere della Sera. Non sapevamo che il leader di Forza Italia fosse anche un dipendente dell’ospedale milanese. Ci risulta invece per certo che le dimissioni siano il recesso da un contratto di lavoro, da un pubblico impiego o da una carica. L’atto di rimandare a casa un paziente al termine di un ricovero ospedaliero si chiama dimissione, al singolare.
[14 maggio 2021]
Le vene di Minniti
«La sfida è da far tremare le vene nei polsi», scrive Marco Minniti sulla Repubblica, commentando la nomina di Elisabetta Belloni alla direzione del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza). Come già rilevato in questa rubrica, la locuzione corretta è «far tremare le vene e i polsi», essendo tratta dalla Divina Commedia (primo canto dell’Inferno). Un caso di ignoranza creativa, essendo Minniti laureato in filosofia con una tesi su Cicerone. Senza contare che non s’era mai udito di sfide che facciano tremare le vene cefalica o femorale.
[14 maggio 2021]
Chi controlla i controllori
Fabiano Massimi, scrittore, firma su Domani un articolo con questo occhiello: «Il controllo di chi legge». Una didascalia accompagna l’illustrazione: «Fabio Massimi ha pubblicato uno dei romanzi storici di maggiore successo degli ultimi anni». Ma non in misura tale da far memorizzare il nome dell’autore ai redattori di Domani. Proponiamo a Massimi il prossimo argomento: «Il controllo di chi scrive».
[16 maggio 2021]
Geografia di Fatto
Riferendosi a Urbano Cairo, sul Fatto Quotidiano Ma. Pa. cita il «ruolo dell’imprenditore cuneese nel Corriere». Non sa di che parla e non conosce la geografia: l’editore è nato il 21 maggio 1957 a Milano e la sua famiglia è originaria di Abazia (Abbazia, sulla segnaletica stradale), frazione di Masio, in provincia di Alessandria.
[15 maggio 2021]
Congiuntivite
Sulla Repubblica, in un servizio relativo all’ormai famoso incontro che Matteo Renzi ha avuto con l’agente segreto Marco Mancini in un’area di servizio dell’Autosole, Tommaso Ciriaco osserva: «È noto che il leader di Italia Viva non ritenga credibile la versione di una registrazione casuale poi consegnata a Report». Ah, il congiuntivo! Chi troppo poco e chi troppo.
[15 maggio 2021]
Nulla da fare per la morta
Dalla Gazzetta di Mantova: «Poco distante da casa, meno di un paio di chilometri, l’hanno trovata ormai priva di vita dentro il canale Gardesana. Per Minire Kazaki, 79 anni, origini albanesi e residente a Roverbella, ormai non c’era più nulla da fare». Lo sospettavamo.
[15 maggio 2021]
Una Repubblica datata
In un servizio sulla Repubblica, dedicato alla nomina di Elisabetta Belloni a capo del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), Vincenzo Nigro scrive di lei: «Il primo incontro vero con la politica inizia nel 2004, quando diventa capo dell’Unità di crisi. Il ministro è Massimo D’Alema, il caso più eclatante è il rapimento del nostro collega di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, bloccato in Afghanistan dai Talebani». Era difficile condensare così tanti errori in appena otto righe. Belloni fu nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina il 6 ottobre 2004, quando il ministro degli Esteri era Franco Frattini (D’Alema arriverà in quel dicastero soltanto nel 2006). E Mastrogiacomo venne rapito dai talebani nel marzo del 2007, non nel 2004, il che dovrebbe essere ben noto ai colleghi del medesimo giornale.
[13 maggio 2021]
47 morto che coltiva
Titolo dalle pagine culturali della Stampa: «Roth e il suo amico fraterno Primo Levi / “Quando morì, coltivò pensieri suicidi”». Dopo il morto che parla del film di Carlo Ludovico Bragaglia con Totò, abbiamo il morto che coltiva, sia detto con tutto il rispetto per Levi. (Certo, solo Philip Roth poteva elargirci questa sensazionale rivelazione, e cioè che chi si è tolto la vita era turbato da propositi suicidari).
[11 maggio 2021]
Vino contro l’abuso di alcol
Sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio comincia così il proprio editoriale: «Fa discutere, ma anche ridere, l’ideona dell’Ue di annacquare il vino contro l’abuso di alcol». È stato brevettato un vino efficace contro l’abuso di alcol? Per gli etilisti sarebbe una panacea. Per spegnere i facili entusiasmi, forse bastava una virgola dopo «vino».
[13 maggio 2021]
Ci accoglie in due
«Il David di Donatello è accanto all’urna con le ceneri di Mattia Torre, in un angolo del soggiorno della casa a Testaccio dove ci accoglie Francesca, la moglie, e Emma, la figlia di 11 anni. È lei ad aver fatto piangere tutti col suo discorso di ringraziamento per Figli». Questo l’incipit di un’intervista con la vedova dello sceneggiatore, morto a 47 anni, firmata da Valerio Cappelli sul Corriere della Sera nelle pagine degli spettacoli. Essendo due i soggetti, il verbo andava coniugato al plurale («ci accolgono») e fra le due e non guastava la d eufonica («ed Emma»). Resta l’ambiguità di quell’«è lei», pronome riferibile con certezza alla figlia, anziché alla madre, solo da chi abbia visto il brevissimo e toccante discorso tenuto da Emma alla consegna del premio. Del quale si occupa da par suo, in prima pagina, Massimo Gramellini, con questa frase sibillina: «Fin lì gli argini hanno retto, nonostante l’inquadratura di Valerio Mastandrea che piangeva sotto la mascherina non aiutasse». Avremmo preferito leggere: «Fin lì gli argini hanno retto, nonostante non aiutasse l’inquadratura di Valerio Mastandrea che piangeva sotto la mascherina».
[13 maggio 2021]
Il maresciallo Arrocca
Sommario dalla Verità: «E il Colle arrocca: “Nessuna interferenza su indagini in corso”». Considerato che il verbo segnala una presunta posizione pilatesca del Quirinale, andava usato il riflessivo si arrocca, in uno dei significati riportati dallo Zingarelli 2021: mettersi al sicuro; rinchiudersi, rintanarsi; chiudersi (arroccarsi nel più assoluto silenzio, chiudersi in stretta difesa). Invece arrocca fa pensare all’indicativo presente del verbo transitivo arroccare, terza persona singolare: «Porre canapa, lino, seta e simili sulla rocca per filare».
[6 maggio 2021]
Il ponte infinito
Dall’agenzia Ansa: «Inaugurato il ponte di Kazungula che unirà Zambia e Botswana. È lungo quasi mille chilometri e permetterà di velocizzare gli scambi». E noi siamo ancora qui a discutere di quello sullo Stretto di Messina? Basta tuttavia una verifica per appurare che il Kazungula Bridge in realtà misura appena 923 metri.
[11 maggio 2021]
Chissà chi lo sa?
Dalla rubrica Facce di casta, tenuta da Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «La sensazione è che a Salvini, più che lo scambio di vedute con Fedez, interessino quei dodici succulenti milioncini di followers che un bel giorno, chissà, magari, potrebbero votarlo. Chissà che sarebbe successo se anche Carola Rackete fosse andata così forte su Instagram...». «Chissà se l’Europa, dopo essersi mostrata inadeguata nella prima fase della campagna vaccinale, ha intenzione di rimanere indietro anche questa volta». Considerato che non sa nulla, chissà perché Gentili si ostina a scrivere su un giornale.
[10 maggio 2021]
In-flussi negativi
Parlando della pandemia da coronavirus, la Gazzetta di Mantova informa che «il nuovo picco, secondo il sindaco Ivan Ongari, potrebbe essere dovuto “a fattori come flussi di dati o altro ancora”». Abbiamo sempre sospettato che le statistiche fossero contagiose.
[6 maggio 2021]
Rincari in pagina
Nel supplemento della Repubblica intitolato «L’Italia s’è Vespa», dedicato allo scooter che la Piaggio brevettò nel 1946, a pagina 4 il prezzo della Vespa 98 tipo Lusso nel listino dell’anno di uscita è di 61.000 lire, mentre a pagina 7 lo stesso modello costa 68.000 lire. Un aumento dell’11,5 per cento nel giro di appena tre pagine ci pare francamente esorbitante.
[4 maggio 2021]
Ei ne fu
Post dell’agenzia Ansa su Facebook, in occasione del 5 maggio: «A duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, riapre al pubblico la pinacoteca di Brera, di cui ne fu il fondatore». Ei ne fu. (Per non parlare della sintassi con il cambio di soggetto).
[5 maggio 2021]
Il cobra non è un serpente
Titolo dal sito del Corriere della Sera, edizione orobica: «Bergamo, sembra un serpente, ma dovrebbe essere una biscia: paura in Città Alta». Non si vede che cos’altro dovesse sembrare, visto che biscia è il nome comune di un serpente dei Colubridi. Nel caso specifico, si trattava di un biacco (Hierophis viridiflavus), esemplare non velenoso.
[5 maggio 2021]
Tremori sbagliati
«Non è stata una decisione facile da prendere perché far bene il sindaco di Roma è un’impresa da far tremare le vene ai polsi», dice Roberto Gualtieri, rispondendo alla prima domanda di Giovanna Vitale che lo intervista sulla Repubblica. Come la maggioranza delle persone, l’ex ministro del Pd – nonché docente universitario in aspettativa – ignora che il modo di dire corretto è «far tremare le vene e i polsi», tolto di peso dalla Divina Commedia di Dante Alighieri: «Vedi la bestia per cu’ io mi volsi; / aiutami da lei, famoso saggio, / ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi». (Inferno, Canto primo, 88-90).
[10 maggio 2021]
Il suo nome è Autogrill
Sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, Pino Corrias mette alla berlina l’ex premier Matteo Renzi per essersi incontrato «con un campione delle spie a forte predisposizione americana, in un anonimo autogrill». Anonimo in che senso? Autogrill è dal 1976 il marchio registrato di una società per azioni. E da quando esistono, cioè dal 1947, questi punti di ristoro autostradali non hanno mai avuto altro nome che non fosse quello delle aree di servizio in cui si trovano. Quindi l’autogrill di Fiano Romano, dove Renzi si è fermato a parlare con l’agente segreto Marco Mancini, non è certo più anonimo degli autogrill di Limenella Est o di Rosarno Ovest.
[6 maggio 2021]
Carte in tavola
«Il Parlamento conta quanto il due di picche quando la briscola è a bastoni», scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale su Libero, creando un’inedita commistione fra il gioco di carte più popolare in Italia e il poker. Il fatto di non avere nessuna influenza o importanza si può esprimere con due locuzioni: «contare come il due di coppe» e «contare quanto il due di briscola». In ogni caso, picche, cuori, quadri e fiori sono i semi delle carte usate nel gioco d’azzardo di origine statunitense; coppe, denari, bastoni, spade delle carte italiane.
[9 maggio 2021]
Prototipo mica tanto
«Mercoledì, SpaceX, l’azienda del miliardario Elon Musk, ha fatto atterrare con successo il quindicesimo prototipo di Starship, la navicella già selezionata dalla Nasa per riportare l’uomo sulla Luna», annuncia Stefano Pioppi sulla Verità. Poiché secondo il dizionario dicesi prototipo il primo esemplare, s’ignora come faccia a essere anche il quindicesimo.
[7 maggio 2021]
Colpi di testata
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Letta ritwitta l’appello di Lerner sul “Fatto”, affinché come segretario Pd chieda al governo di ripristinare il soccorso in mare. A Salvini chi lo dice?». Dovendo escludere che Gad Lerner sia diventato segretario del Pd, forse era meglio metterla così: «Letta ritwitta l’appello con cui Lerner sul “Fatto” ha invitato il segretario del Pd a chiedere al governo» eccetera.
[25 aprile 2021]
È mai possibile
«Oddio, Ermini, possibile che non ti sei accorto che la magistratura ormai di legittimo non ha neppure la toga?», si chiede il direttore Piero Sansonetti sulla prima pagina del Riformista. Oddio, Sansonetti, possibile che non ti sia accorto che l’aggettivo possibile, quando esprime incredulità o contrarietà, richiede il che seguito da congiuntivo, non da indicativo?
[1° maggio 2021]
Sdoppiamento della personalità
Dal Corriere della Sera: «Laura Roggero, 44 anni, la figlia del gioielliere di Grinzane Cavour che ha ucciso due dei tre banditi che hanno assaltato il suo negozio, ripercorre i drammatici momenti della rapina». Didascalia: «Paola Roggero, figlia del gioielliere». Si chiamerà Laura o Paola?
[1° maggio 2021]
Il dio Sanità
Di solito in questa rubrica vengono tralasciati i lapsus calami, che una volta stampati diventano refusi. Ma questo, apparso nell’attacco di un servizio sul Fatto Quotidiano, merita la segnalazione: «Il presidente dell’Istituto superiore dio Sanità Silvio Brusaferro». Sempre sia lodato.
[8 maggio 2021]
Domanda di cultura
Incipit del commento di apertura sulla prima pagina della Repubblica, firmato da Concita De Gregorio: «Fedez ha ragione. Se la domanda semplice è questa la risposta semplice è sì: ha ragione». Scusi, ma la domanda quale sarebbe?
[3 maggio 2021]
Giournalism
Titolo dal sito della Repubblica: «Superlega, il Fanancial Times: “Clausole milionarie per i club in uscita”». Della serie: parla come mangi e non scrivere come parli.
[23 aprile 2021]
Credono ancora ai Babbi Natale
Il Fatto Quotidiano spara in prima pagina un’anticipazione di Report, riguardante un «incontro “carbonaro”» che Matteo Renzi ebbe lo scorso 23 dicembre con Marco Mancini, l’agente segreto del caso Abu Omar. «Al mattino va in tv a chiedere che Conte molli la delega sui Servizi. Poi raggiunge in un piazzola (sic) di Fiano Romano il discusso dirigente del Dis: “Doveva darmi i Babbi Natale di cioccolato”», fa dire a Renzi. Ma il vecchio personaggio dalla barba bianca non c’entra nulla: i Babbi non sono dolci natalizi bensì wafer ricoperti di cioccolato.
[3 maggio 2021]
Tempi storici
In un articolo su Domani dedicato a Federico Umberto D’Amato, che fu a capo dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno e che i magistrati di Bologna avrebbero ora individuato quale organizzatore della strage di Bologna del 2 agosto 1980, lo storico Salvatore Sechi afferma che «è morto nel 1984». In realtà D’Amato morì nel 1996. Se ne deduce che Domani affida agli storici il compito di retrodatare d’ufficio i decessi a ieri o all’altrieri.
[26 aprile 2021]
Appello respinto
Titolo di una corrispondenza da Parigi sul sito del Corriere della Sera: «Scarcerati i terroristi rossi. L’appello per la liberazione di Valeria Bruni Tedeschi». In effetti, per come recita, la galera è l’unico posto dove dovrebbe stare.
[29 aprile 2021]
Contro di cui, contro di lui
In una pagina apparsa sul Fatto Quotidiano, Massimo Fini afferma che Il Giornale «da quando l’ha lasciato Montanelli, sotto la direzione prima di Feltri poi dello stesso Sallusti poi di Belpietro, non ha fatto altro che attaccare la legittimità delazione della Magistratura italiana». Poco più avanti, sostiene che il medesimo Giornale «è uno strenuo difensore del principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva, principio che io ho sempre difeso soprattutto quando riguardava degli stracci contro di cui la destra, chiedo scusa alla Destra, si accaniva come nel caso di Pietro Valpreda». Il Fini non giustifica i mezzi.
[27 aprile 2021]
Confuso eccellente
Incipit della rubrica La parola che apre il settimanale L’Espresso: «Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione non è affatto eccellente», scrive Massimiliano Panarari. Non si capisce l’uso del ma: quando la confusione sotto il cielo è grande di solito la situazione è eccellente?
[25 aprile 2021]
Va il grillin su l’alte cime
Sul Giornale, Gian Paolo Serino fa parlare Cristina Pozzi, che nel 1981 perse i genitori e il fratello di 9 anni in un incidente provocato da Beppe Grillo (il quale è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per omicidio plurimo colposo). «Grillo insistette molto, dopo pranzo, per raggiungere i 3.000 metri di quota con la sua nuova jeep, che aveva fatto appena arrivare dall’America», scrive Serino. Il veicolo finì in un burrone e il comico si salvò gettandosi fuori dall’abitacolo. La versione viene pappagallescamente ripresa dalla Repubblica. L’incidente avvenne in località Cabanaira, collegata a Limone Piemonte da una seggiovia che alla quota massima tocca i 1.972 metri. E comunque Grillo era diretto al Colle di Tenda: 1.871 metri di altitudine. I 3.000 metri sono stati raggiunti solo dalla fantasia dei giornalisti.
[21 aprile 2021]
Anima e corpo
Nel suo editoriale di prima pagina, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, osserva: «Ezio Mauro si dispera per “I grillini senz’anima”. Ma non erano morti? Che senso ha cercare l’anima se non c’è più il corpo?». In chiave religiosa un senso ce l’ha, giacché l’anima è la parte spirituale e immortale dell’uomo, quindi gli sopravvive.
[20 aprile 2021]
Ehi, non manipolarmi!
«“Don Rugolo era un manipolatore”. Sette ragazzi del suo gruppo accusano il prete arrestato: “Ci toccava spesso nelle parti intime”», titola La Repubblica. Il che lascia intendere che un manipolatore sia un maniaco sessuale che palpeggia gli adolescenti. Ma per lo Zingarelli 2021 dicesi manipolatore chi manipola (specialmente in senso figurato): un manipolatore di vini; un manipolatore di imbrogli. Quanto al significato del verbo manipolare, il predetto dizionario non lascia dubbi: lavorare qualcosa con le mani, specialmente impastando; preparare qualcosa mescolando varie sostanze o ingredienti; alterare o contraffare un prodotto alimentare; falsificare; manovrare (manipolare le coscienze; manipolare l’opinione pubblica). Ora, impastare organi sessuali pare un’attività oggettivamente difficile anche per un presunto molestatore.
[29 aprile 2021]
Titoli zoppicanti
Titolo a tutta pagina da Domani: «Così il vaccino Sputnik è stato azzopato dalla geopolitica». E la grammatica dal giornalismo.
[24 aprile 2021]
Il finale della semifinale
Titolo dal Corriere della Sera, alla vigilia della semifinale di Europa League: «Roma, finale col botto». Chissà che botto per la finale finale.
[29 aprile 2021]
Frollini
Da Avvenire: «Fin dal suo arrivo a Prato il vescovo Giovanni Nerbini aveva annunciato l’intenzione di dar vita a una iniziativa su fede e omosessualità. “Prima a queste persone si diceva: ‘Mi spiace, la Chiesa dice questo’. Invece credo che innanzitutto occorra dire: ‘Dio ti vuole bene, non sei un biscotto bruciato, perché per il Signore tutti i biscotti sono buoni’”, disse Nerbini durante il primo convegno pastorale da vescovo». E il biscotto, bruciato o no, va inzuppato, si sa.
[27 aprile 2021]
I necrologi per Luigi Calabresi
In un’intervista (peraltro nobilissima) rilasciata al Corriere della Sera in occasione dell’arresto in Francia del latitante Giorgio Pietrostefani, mandante dell’uccisione di Luigi Calabresi, il figlio del commissario di polizia assassinato nel 1972 da Lotta continua ricorda: «Il giorno dopo l’omicidio di mio padre, sul Corriere della Sera apparve un solo necrologio firmato da un privato cittadino. Fatico a pensare alla solitudine che lo circondò anche da morto. Era tanto tempo fa, erano tempi feroci». Trattandosi di un giornalista, cioè di quel Mario Calabresi che ha diretto La Stampa e La Repubblica, ci saremmo aspettati più precisione. Magari dipende dal fatto che all’epoca aveva appena 2 anni, e quindi non può ricordare, ma il 18 maggio 1972 sul Corriere, oltre ai necrologi della famiglia, dei parenti, di molte questure d’Italia e di due aziende, apparvero quelli di 14 privati cittadini, comprendenti le partecipazioni al lutto di 111 persone. Tra i firmatari di tali necrologi figuravano condomini e amministratore del centro residenziale milanese Cherubini 6, davanti al quale il commissario Calabresi venne assassinato, l’imprenditore Antonio Lanfranchi, l’ingegner Orazio Bagnasco e la Lega internazionale per i diritti dell’uomo. Fra l’altro, Mario Calabresi contraddice sé stesso, perché nel libro Spingendo la notte più in là (Mondadori), in cui racconta la storia della sua famiglia, scrive: «Luigi Calabresi, padre di due bambini con un terzo in arrivo, ucciso con due colpi sparati alle spalle, vittima di un pubblico linciaggio furioso, ebbe solo quattro necrologi spontanei e non dovuti».
[29 aprile 2021]
La diritta via è smarrita
Nel titolo d’apertura di prima pagina, dedicato al caso del presunto stupro di gruppo che vede fra gli indagati il figlio di Beppe Grillo, La Verità specifica: «I giudici dovranno capire qual’era lo stato psicofisico della ragazza alle prese con i tre giovani». Quale si può troncare in qual, ma non si apostrofa mai dinanzi a parola che inizi per vocale (qual è, non qual’è). Ove non bastasse la conoscenza della grammatica, dovrebbe sopperire l’incipit della Divina Commedia, soprattutto a 700 anni dalla morte di Dante Alighieri: «Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta via era smarrita. / Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier rinova la paura!».
[29 aprile 2021]
Teste sfondate
«Giallo nel Reggiano: fermato il figlio dell’uomo uomo trovato col cranio sfondato in casa con la moglie ferita», titola il sito della Repubblica. Ricapitolando: 1) l’uomo è davvero un uomo, e non una donna; 2) l’assassino gli ha sfondato il cranio in casa usando la moglie ferita come arma contundente. La famosa analisi illogica.
[25 aprile 2021]
Orecchie resistenti
Sul medesimo sito: «Il ritorno su un podio degli Europei dopo 7 anni sulle note di “Bella Ciao”, e proprio nel giorno della Liberazione. Vanessa Ferrari conquista la medaglia di bronzo nel corpo libero alla rassegna di continentale (sic) di Basilea». Ma allenarsi per 7 anni con Bella ciao nelle orecchie non sarà troppo anche per i più resistenti della Resistenza?
[26 aprile 2021]
Genocidio armeno
Nella sua rubrica Buongiorno sulla prima pagina della Stampa, Mattia Feltri incappa in uno sfondone storico: «Gli armeni furono spazzati via in particolare negli anni della Seconda guerra mondiale, il novanta per cento fu ammazzato o cacciato dalla Turchia e più dei numeri potrà il testo di un telegramma spedito dal governo centrale alla prefettura di Aleppo – oggi in Siria, allora nell’Impero Ottomano. “Il governo ha deciso di eliminare completamente tutti gli armeni... senza riguardo per le donne, i bambini, i malati. Per quanto possano essere tragici i mezzi di sterminio... bisogna mettere fine alla loro esistenza”». Il genocidio armeno a opera dei turchi iniziò nel 1894, culminò nel 1915 e proseguì fino al 1922. Infatti il telegramma citato da Feltri fu spedito il 16 settembre 1915 da Mehmed Talat Pascià, l’architetto del Metz Yeghérn (Grande Crimine), come documentano le ricercatrici Flavia Lattanzi ed Emanuela Pistoia in The Armenian Massacres of 1915-1916 a hundred years later open. Questions and tentative answers in international law (Springer).
[27 aprile 2021]
Donne di facili costumi/1
«Quelle che provano a godersela, vengono stecchite dalla punizione divina: il vaiolo si porta via la cortigiana balzachiana Nanà e anche la marchesa de Merteuil ne Le relazioni pericolose», scrive Chiara Tagliaferri su Domani. Duole deluderla, ma Honoré de Balzac non c’entra nulla, essendo Nanà l’infelice protagonista dell’omonimo romanzo di Émile Zola (come Tagliaferri dovrebbe ben sapere, visto che è una scrittrice).
[25 aprile 2021]
Donne di facili costumi/2
Didascalia sotto una foto a corredo di un servizio del Corriere della Sera su Fernande Grudet (1923-2015), meglio nota come Madame Claude, che in Francia arrivò ad arruolare 500 prostitute: «Madame Claude fu anche una potente “protettrice”. Insisteva che le “sue” ragazze imparavano i modi dell’alta società». Ci sfugge il significato dell’anche, avendo costei fatto soltanto la maîtresse. E per l’agghiacciante imperfetto al posto del congiuntivo ci appelliamo a san Francesco di Sales, protettore dei giornalisti.
[2 aprile 2021]
Una voce dall’oltretomba
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «L’addio a Milva. Pantera “Rossa”, Bella ciao: ora non canterà più». Nel caso udiste una voce provenire dal loculo e vi venisse qualche dubbio.
[25 aprile 2021]
Bufaleide
«A Sassari un medico ha visto in un supermarket un suo paziente positivo e lo ha fatto chiamare: “Il signore che è positivo si presenti al box informazioni...”. Si sono presentate sette persone», scrive Alberto Pinna sul Corriere della Sera. Peccato che si tratti di una leggenda metropolitana adattata a varie località, riportata nove giorni prima anche dall’edizione palermitana della Repubblica, che la collocava a Canicattì, in provincia di Agrigento («Il medico riconosce al supermercato i pazienti positivi: scatta la denuncia»). A partire dal 26 marzo sono caduti nel tranello della chiacchiera infondata vari giornali cartacei e testate online: Il Quotidiano Italiano, ancora La Repubblica (edizione di Firenze), Il Giorno, La Nazione (che la dava per accaduta a Lido di Camaiore), Arezzo Notizie, Gazzetta di Modena, Prima Como, Mondo Palermo, La Notizia, Corriere del Mezzogiorno, Salerno Notizie, Il Tempo.
[25 aprile 2021]
No vax immaginari
La Repubblica annuncia nel titolo: «Tredicimila in Toscana / diecimila nel Lazio / la mappa dei medici no vax». Poi vai a leggere il testo e scopri che è tutto sbagliato. Non si tratta di medici, bensì di personale sanitario (medici e infermieri) e i numeri si riferiscono a chi non s’è ancora vaccinato, non ai contrari al vaccino.
[25 aprile 2021]
Incredibile, medici contro le tette
«È incredibile come le linee guida del ministro Speranza e purtroppo la stragrande maggioranza dei medici di famiglia siano no dugs», scrive Silvana De Mari sulla Verità. Siamo pienamente d’accordo, visto che in un gergo inglese arcaico dugs significa tette.
[19 aprile 2021]
Confusione sessuale
La pagina Facebook del Corriere della Sera presenta così, in un titolo, il caso di don Giulio Mignani, parroco di Bonassola (La Spezia): «Se posso benedire le coppie gay, allora non benedico le palme». Veramente l’ex Sant’Uffizio (con il placet di papa Francesco) ha imposto a lui e agli altri preti di non benedire le coppie omosessuali.
[29 marzo 2021]
Peli nell’uovo e altrove
«I peli delle ascelle, emblema di emancipazione per una grossa fetta di universo femminile», sono l’argomento di un articolo di Giulia Mattioli sul sito della Repubblica. La frase finale riguarda la «Generazione Z che più di ogni altra è avulsa agli stereotipi e alle imposizioni». Non per cercare il pelo nell’uovo, ma poiché avulso significa staccato, isolato, bisognava scrivere «avulsa dagli stereotipi e dalle imposizioni».
[1° aprile 2021]
Le colpe della madre ricadano sulla figlia
Titolo dal Giornale: «Orfana malata di cancro trova la madre: non la salva». Poiché il soggetto è orfana, non solo è malata di cancro ma pure cattiva.
[22 aprile 2021]
Trasferte invertite
Titolo dalla prima pagina del Gazzettino: «L’Inter vuole chiudere i conti. A Verona cercando la vittoria “pesante”». Se ne deduce che i nerazzurri abbiano giocato in trasferta nella città dei gialloblù. Invece è l’esatto contrario: la partita si è disputata nello stadio di San Siro, a Milano.
[25 aprile 2021]
I 33 giorni sono 53
Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Quando morì papa Luciani, 33 giorni dopo papa Montini, Lotta Continua titolò: “È rimorto il papa”». L’espressione non è corretta. Infatti lascia intendere che dal decesso di Paolo VI a quello di Giovanni Paolo I siano passati 33 giorni. In realtà furono 53, essendo il primo morto il 6 agosto 1978 e il secondo il 28 settembre. I 33 giorni sono intercorsi fra l’elezione di Albino Luciani a pontefice e la sua prematura dipartita.
[25 aprile 2021]
Vicinanza a casa
«Sarà la vicinanza da casa e dalla famiglia», scrive Marco Calabresi sul Corriere della Sera. La lontananza alla grammatica si fa sentire.
[16 aprile 2021]
Varianti nella trattativa
Sommario dal titolo di apertura sulla prima pagina della Verità, che parla di Nicola Zingaretti e dei russi: «Regione Lazio e Spallanzani cedono informazioni sui ceppi virali e sulle varianti nella trattativa sullo Sputnik». Che modificazioni si saranno registrate nella trattativa con i russi sullo Sputnik? Nessuna. Quindi bastava scrivere: «Nella trattativa sullo Sputnik, Regione Lazio e Spallanzani cedono informazioni sui ceppi virali e sulle varianti». E magari aggiungere «del virus».
[16 aprile 2021]
Mostrami il parcheggio
«Ancora nulla si sblocca sull’attivazione del polo vaccinale a Bozzolo», scrive la Gazzetta di Mantova, precisando che sindaco, medici, infermieri e volontari «tutti insieme si sono spostati in piazza Marcora per mostrare i 4mila posti di parcheggio». Azione alquanto misteriosa: mostrare i parcheggi a chi? E non saranno comunque troppi, considerato che Bozzolo conta 4.179 abitanti?
[16 aprile 2021]
Le milioni di Speranza
Nel Tg1 delle 20, il conduttore Francesco Giorgino informa: «Proseguono le vaccinazioni in Italia. Il ministro Speranza annuncia: “Abbiamo superato le 15 milioni di dosi”». Il titolare del ministero della Salute conferma nel servizio che segue: «Abbiamo superato le 15 milioni di dosi somministrate». Ecco un telegiornale fedelissimo alla linea del governo anche nella sintassi creativa. Forse il ministro è incappato in una sillessi, cioè una concordanza a senso – in genere, numero, persona o tempo – di due o più termini, che grammaticalmente richiederebbero invece una diversa costruzione, come spiega lo Zingarelli 2021: nel caso specifico, «i 15 milioni di dosi». La verità è che Speranza è abbonato alle sillessi: «Sono state superate le 10 milioni di somministrazioni» (Askanews, 1° aprile).
[19 aprile 2021]
Va bene il Covid e la crisi economica
Nell’editoriale di prima pagina, il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, parla in questi termini del premier Mario Draghi e del ministro Marta Cartabia: «Sbagliano, perché va bene il Covid e la crisi economica, ma curare il cancro della malagiustizia è una urgenza non più rinviabile». Chissà che cos’altro ci potrà ancora accadere se va male.
[18 aprile 2021]
Acutil Fosforo per Barbero
Nella rubrica Passato e presente su Rai 3, lo storico (gettonatissimo) Alessandro Barbero parla di madame Bovary come di «una giovane signora con ambizioni intellettuali» che «sposa un farmacista di provincia un po’ ottuso». Poco dopo ribadisce il concetto, soffermandosi sul «matrimonio infelice della moglie di un farmacista di provincia». Ma il protagonista del romanzo di Gustave Flaubert non è un farmacista, bensì un medico. Che glielo ordini l’uno o l’altro, urge Acutil Fosforo per il professor Barbero.
[19 aprile 2021]
Che ci fai con i vaccini?
Titolo dalla Verità: «Via libera a J&J soltanto agli over 60. Pronte 184.000 dosi da distribuire». Normalmente vengono prodotte per essere trattenute e buttate via, si sa.
[21 aprile 2021]
Christo, che camminata
Intervistandolo per il Venerdì di Repubblica, Alba Solaro fa dire al fumettista Milo Manara: «Oggi si parla di arte figurativa solo di fronte a installazioni da otto milioni di dollari, come Christo che ci fa camminare sul Lago Maggiore». Bella passeggiata: da Sulzano a Sesto Calende sono 133 chilometri. Il fatto è che The floating piers, l’installazione artistica di Christo, fu realizzata sul lago d’Iseo. (Avendo intervistato un paio di volte Manara e conoscendo la sua accuratezza, escludo che abbia potuto dire una simile castroneria. Qualora fosse accaduto, una giornalista diligente gliel’avrebbe corretta).
[16 aprile 2021]
Vite da Brambilla
Titolo dalla rubrica Teleraccomando del Corriere della Sera: «I cani antiveleno che salvano vite da Brambilla». Come sarà una vita da Brambilla? O ci sono vite aggredite da Brambilla e salvate dai cani? Più semplicemente bastava scrivere «Da Brambilla i cani antiveleno che salvano vite», e si sarebbe capito che erano i protagonisti del programma Dalla parte degli animali che l’ex ministra, fervente animalista, conduce su Rete 4 la domenica alle 11.
[18 aprile 2021]
Formigoni in Dolby surround
Titoli dal Giornale. Pagina 12: «Gli ideali cristiani che fermarono un Pci così subalterno a Mosca». Pagina 13: «Gli ideali cristiani che fermarono un Pci così subalterno a Mosca». Talmente innamorati di Roberto Formigoni da aver pubblicato due volte, in pagine affiancate, la stessa prefazione che il cardinale Camillo Ruini ha steso per un libro scritto dall’ex presidente della Regione Lombardia. Riabilitazione stereofonica.
[22 aprile 2021]
Feriti a morte
Titolo da Avvenire: «In un mese 23 morti, il Covid continua a ferire il clero italiano». Ma i preti li uccide o li ferisce? Decidetevi.
[2 aprile 2021]
E non? Eh no!
In un titolo, Il Fatto Quotidiano cita «i paletti e le distorsioni tra famiglie numerose e non». Gli avverbi di negazione no e non «hanno usi nettamente distinti, ma spesso si trovano malamente confusi» (Aldo Gabrielli, Dizionario linguistico moderno). «L’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no», sentenzia il linguista Luca Serianni per l’Accademia della Crusca. «L’uso tradizionale richiede dunque o no in coordinate disgiuntive ridotte appunto alla sola negazione olofrastica». E cita esempi antichi e moderni, a partire dalla Divina Commedia di Dante («Non disceser venti / o visibili o no», Paradiso, VIII, 22-23) fino «al recente modulo giornalistico o no?, come domanda dubbiosa a conclusione di un discorso apparentemente sicuro: “Parigi val bene una messa! o no?”». La stessa regola vale per il costrutto e no, basti pensare al romanzo Uomini e no di Elio Vittorini.
[22 marzo 2021]
Guerra alla guerra
Dalla prima pagina dell’Osservatore Romano: «La difficile guerra di Biden contro le armi facili». Considerato che guerra significa «situazione di conflitto armato», il titolo sembra rubato da una puntata di Oggi le comiche.
[9 aprile 2021]
Zero assoluto
«Contrariamente a quanto si poteva supporre – invece – , medici britannici, avevano scoperto che di questi pazienti la percentuale dei casi riscontrati era prossima allo zero». Si avvicina a questo voto in italiano Luca Telese, che scrive così sulla Verità.
[16 aprile 2021]
La macchina del tempo
Dalla Gazzetta di Mantova: «L’autore del busto di Dante, lo scultore Carlo Cerati, nacque a Casalmaggiore nel 1865 (seicento anni prima di Dante, 1265)». A l’alta fantasia qui non mancò possa.
[10 aprile 2021]
Poco Re, poco Max
Con un’intera pagina di pubblicità, uscita sul Corriere della Sera e sulla Repubblica, Dario Castiglia, che si firma «ceo e founder Re/Max Italia», celebra i 25 anni della sua azienda con questo slogan: «Ero un giovane imprenditore forse un pò folle». Anche un po’ illetterato. Meglio se insiste con l’inglese.
[19 aprile 2021]
Ma che stai a di’?
Nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili parla «del Carroccio, diventato quasi ontologicamente sia di lotta che di governo». Forse la signora non sa che l’ontologia è quella parte della filosofia che studia le modalità dell’essere in sé, indipendentemente dalle sue determinazioni particolari o fenomeniche. Se dunque il Carroccio è ciò che è ontologicamente, cioè fin dalle origini, come fa a diventarlo? Sarebbe come dire che qualcuno contrae una malattia genetica. Un non senso.
[19 aprile 2021]
Variante sacramentale
Titolo dal sito della Stampa: «Ragazzino positivo alla cresima, subito una ventina in quarantena». Scoperta una nuova variante del coronavirus: è un sacramento.
[15 aprile 2021]
Trade d’union
Secondo Raffaella Troili, che lo scrive sul Messaggero, Giovanna Boda, la dirigente del Miur che ha tentato il suicidio dopo aver appreso d’essere indagata per corruzione, «era un trade d’union molto stimato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella». La dichiarazione, virgolettata, è attribuita all’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, per cui resta il dubbio: Troili si sarà limitata a fare da trait d’union o ci avrà messo del suo?
[16 aprile 2021]
Ultimo (e penultimo) addio
Titolo dal Corriere della Sera: «L’ultimo addio a Filippo (secondo i suoi desideri)». Chissà com’era andato il penultimo.
[17 aprile 2021]
Servizi poco Saporiti
Il Giornale dedica un servizio a Verona, a firma di Camilla Golzi Saporiti, nel quale Dante Alighieri viene descritto come «dal 1312 al 1318 ospite di Cangrande della Scala». È invece certo che il Sommo Poeta si rifugiò a Verona fra il 1302 e il 1304, subito dopo essere stato condannato a morte in contumacia nella sua Firenze. La fuga è raccontata nella Divina Commedia sotto forma di profezia dal suo avo Cacciaguida: «Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello / sarà la cortesia del gran Lombardo / che ’n su la scala porta il santo uccello» (Paradiso, canto 17). Il gran Lombardo era Bartolomeo della Scala (morto il 7 o l’8 marzo 1304) e il santo uccello era l’aquila che figurava nello stemma della signoria scaligera. Il soggiorno presso Cangrande della Scala è successivo. Più avanti Golzi Saporiti cita «l’osso di balena» appeso al varco della Costa, il passaggio fra piazza delle Erbe e piazza dei Signori: «Cadrà quando qualcuno che non ha mai mentito ci passerà sotto». Non sa di che parla: quello che cadrà sulla testa del primo uomo sincero è il mappamondo di pietra sorretto dalla mano di Girolamo Fracastoro, il medico letterato che nella prima metà del Cinquecento scoprì l’agente patogeno del «morbo gallico», meglio noto come sifilide. La statua dello scienziato veronese sovrasta tutt’altro arco della piazza dei Signori. Infine la giornalista suggerisce ai suoi lettori di soggiornare al «Byblos Art Hotel Villa Amistà, una notte per due persone, colazione inclusa, da 240 euro», e questa pare, chissà perché, l’informazione in assoluto più esatta. Peccato che l’albergo disti più di 10 chilometri dal centro storico.
[4 aprile 2021]
Dim-inuit
Titolone in prima pagina sull’inserto Atlante dell’Osservatore Romano: «Gli Inuit difendono le risorse dell’Artico», con la maiuscola. Titolo in seconda pagina: «Groenlandia, la svolta ambientalista impressa dagli inuit», con la minuscola. Dim-inuit dal recto al verso.
[9 aprile 2021]
Cambiare registro
«Ma è soprattutto sull’Europa che i sovranisti stanno abbracciando Draghi, per il modo in cui ha avvertito Bruxelles a cambiare registro», scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Preposizione impropria. Avvertire, nel senso di rendere consapevole qualcuno di una circostanza a lui ignota, richiede di, non a; nel senso di avvisare, ammonire, consigliare, richiede di seguito da verbo all’infinito oppure da che. Quindi: «Ha avvertito Bruxelles di cambiare registro» oppure «Ha avvertito Bruxelles che deve cambiare registro». Altrimenti occorreva scegliere un altro verbo: «Ha esortato Bruxelles a cambiare registro».
[10 aprile 2021]
Uscito fuori e uscito dentro
Titolo dalla Verità: «Il Covid ha ucciso pure l’Unione europea. E chi ne è uscito è già fuori dall’incubo». Chi è uscito è fuori. Concetto rivoluzionario. Eravamo tutti convinti che chi esce restasse dentro.
[9 aprile 2021]
Far perdere le tracce
«Una di quelle cosiddette rivoluzioni fiscali rimaste però sottotraccia e di cui poi si sono perse le tracce», scrive Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano. Come si faranno a vedere, e quindi a perdere, le tracce sottotraccia, se quest’ultimo sostantivo significa «nascosto, sotterraneo»?
[18 aprile 2021]
La polizia ha le mani alzate
Titolo dal Corriere della Sera: «A Chicago il video di Adam, 13 anni, ucciso dalla polizia con le mani alzate». Quindi i poliziotti tenevano le mani levate verso il cielo mentre sparavano. Allora come avranno fatto ad ammazzarlo?
[17 aprile 2021]
Fenzani e Senzi
«Senzani, brigatista-dantista», scrive in prima pagina Il Fatto Quotidiano, annunciando un’intervista con l’ex brigatista rosso. Peccato che all’interno l’intervistato sia Enrico Fenzi, già componente della colonna genovese dell’organizzazione terroristica fondata da Renato Curcio. Una cosa in comune, oltre al deplorevole passato, i due comunque ce l’hanno: i baffi.
[16 aprile 2021]
Chiedete e vi sarà dato
Didascalia dalla Repubblica: «L’associazione “Pane quotidiano”, a Milano, prepara il cibo da distribuire a chi lo richiede». Ché distribuirlo a chi non lo richiede vorrebbe dire tirarlo dietro ai passanti per strada.
[4 aprile 2021]
Nulla di più
Carla Ferrante su Libero fa parlare Marco Franco, legale di Gianluigi Torzi, il broker molisano raggiunto da un ordine di arresto dei magistrati romani per la vicenda del palazzo londinese di Sloane Avenue venduto al Vaticano. Scrive la giornalista: «Per la procura vi è di più: un giro di false fatture che Torzi avrebbe costruito e portato avanti con altri soggetti per frodare il Fisco. “Nulla di più vero - commenta il legale Franco - infatti la sentenza inglese, non ravvedendo alcun reato, ha di fatto sbloccato i conti». I casi sono quattro: o Franco voleva dire «Nulla di più falso», o voleva dire «Nulla di meno vero», o Torzi deve cambiare avvocato, o Libero deve cambiare cronista.
[13 aprile 2021]
I giornali muoiono. Grazie, lockdown
Sergio Carli su Blitzquotidiano.it riferisce che «le vendite dei giornali del mese di gennaio 2021 hanno perso per strada altre 300 mila copie». E precisa: «Grazie al lockdown, la Gazzetta dello Sport, per fare un esempio, ha perso più o meno metà dei ricavi dall’edicola». Prego, non c’è di che.
[6 aprile 2021]
Reverendo, concilia?
Intervistato da Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera, don Riccardo Ceccobelli, il prete umbro che ha chiesto di essere dispensato dall’obbligo del celibato per sposarsi con una giovane infermiera e catechista, dichiara di avere «pensato molto a certe coincidenze: l’11 aprile, cioè la data della mia ultima messa, nell’anno 1123 si chiuse il concilio lateranense con la dichiarazione dell’obbligo del celibato per i sacerdoti. E il 12 aprile, quando si è aperto il mio processo canonico, 388 anni prima fu processato Galileo Galilei. Voglio dire che forse dietro tutto questo c’è il disegno di Dio». Non lo mettiamo in dubbio, reverendo, ma quale sarebbe la prima coincidenza? Il concilio Lateranense I – ve ne furono altri quattro fino al 1517 – iniziò il 18 marzo «e si concluse in due sole sessioni tenute prima del 6 aprile, o più probabilmente il 27 marzo», come si legge nei Conciliorum oecumenicorum decreta.
[14 aprile 2021]
Non so se mi spiego
A. Mass. si occupa sul Fatto Quotidiano del caso di Alma Shalabayeva: «Le difese di Cortese e Improta chiedono al tribunale di sentire come testi Pignatone e Albamonte. E sarebbe davvero interessante sapere la loro versione. Ma il tribunale non ci sta». La spiegazione? «Avrebbero potuto confermare le “pressioni” citate da Olivo, spiegare se davvero sotto “pressione” cambiarono idea e soprattutto: perché non vi si opposero? E ancora: se firmarono quel nulla osta – che avrebbe potuto impedire “sequestro” – a prescindere dalle “pressioni”, in assenza di “pressioni”, o perché davvero indotti in errore da Cortese e Improta». Beh, forse parlare di spiegazione è eccessivo.
[13 aprile 2021]
Asimetria o asineria?
Sommario da Domani: «Questa asimetria si riflette anche nella paura di perdere il posto di lavoro o nella paura di non trovarne un altro». Per il posto da redattore la paura pare giustificata.
[11 aprile 2021]
Mala tempora
Incipit di un articolo dell’Osservatore Romano, a firma di Nicoletta Capozza: «Sono passati 66 anni da quando il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer è stato giustiziato nel campo di concentramento di Folossenbürg». A parte che si scrive Flossenbürg, per l’uso del passato remoto aspetteranno che ne siano passati 100? Nello stesso numero, la notizia della morte del principe Filippo di Edimburgo: «Nato nel 1921 a Villa Mon Repos, sull’isola di Corfù, Filippo crebbe in Francia e, dal 1928, nel Regno Unito. Ha prestato servizio nella marina inglese durante la seconda guerra mondiale». Crebbe nel passato remoto, fu militare nel passato prossimo. Non male per un signore di 99 anni.
[9 aprile 2021]
Hanno studiato alla Sorbona
Titolo dalla Verità: «Sommergibile russo nel depliant Usa. La gaffe che imbarazza Washington». Due francesismi in due righe, sbagliati al 50 per cento: si scrive dépliant. Qualche giorno dopo, in un articolo sul ministro Luciana Lamorgese: «Poi, alla domanda se sia possibile che dietro alla protesta ci possa essere un’unica regia (fascista, ca va sans dire) il ministro risponde chiaramente». Si scrive ça.
[26 marzo e 9 aprile 2021]
Grandi (errori) di Spagna
È un vero e proprio cimitero di errori, fin dal sommario e in una didascalia, l’articolo da Madrid di Anna Bonalume pubblicato dall’Espresso. Eccoli, in ordine di apparizione: Sanchez invece di Sánchez; la foto di un paso (scultura a soggetto sacro tipica della Settimana santa) nella chiesa del Cristo di Medinaceli «durante le messe pasquali», delle quali nell’immagine non c’è però nemmeno l’ombra; Diaz invece di Díaz (e Ayuso invece di Díaz Ayuso, anche se la cattiva abitudine d’indicare solo il secondo cognome invece di entrambi s’incontra talvolta anche nei Paesi di lingua spagnola); Monica Garcia invece di García; il movimento politico Mas Madrid invece di Más Madrid; Maria invece di María; il quartiere di Lavapiès invece di Lavapiés; e infine Sofia invece di Sofía. Insomma a Madrid deve andare qualcuno che sappia lo spagnolo, o in redazione qualcuno dovrebbe preoccuparsi di correggerlo (magari dando un’occhiata anche al tedesco, visto che alla fine dello sfortunato articolo la città bavarese di Augsburg diventa Ausburg).
[11 aprile 2021]
Congiuntivite
Dal sito della Repubblica: «La morte del principe Filippo pone interrogativi sul futuro di Elisabetta e dei suoi figli e nipoti: ma pochi credono che la regina potrebbe abdicare». Piangesi la dipartita del duca di Edimburgo e del congiuntivo. Pochi credono che la stampa possa emendarsi.
[9 aprile 2021]
Un giorno di ordinaria follia
Titolo dal sito del Messaggero: «Covid, voglia di normalità negli Usa: tornano ad aumentare le sparatorie». Era ora.
[7 aprile 2021]
Pizza siciliana
Notizia diramata dall’Ansa alle ore 20.43: «Milano dedicherà una pizza a Piersanti Mattarella, ex presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, assassinato dalla mafia in un attentato avvenuto a Palermo nel gennaio del 1980». Capricciosa. Come la tastiera.
[7 aprile 2021]
Condivisione
Attacco di un pezzo sulla prima pagina del Riformista, firmato da Claudia Fusani: «Il faccia a faccia Letta-Renzi è avvenuto ieri mattina a Roma nella sede di Arel, il think tank di Letta. “Incontro franco e cordiale” è la formula condivisa sia dal Nazareno che dallo stesso Renzi». Se è condivisa, il sia e il che sono superflui.
[7 aprile 2021]
Il Regno secondo La Repubblica
Spiace sparare sulla Croce rossa, ma «ogni limite ha una pazienza», come disse il maestro Antonio Scannagatti (Totò) all’onorevole Cosimo Trombetta (Mario Castellani). Nella consueta articolessa domenicale sulla Repubblica, in una premessa di cui sfugge la pertinenza con il resto, il novantasettenne fondatore Eugenio Scalfari evoca Camillo Benso, conte di Cavour, che «non stava bene in salute», ma era «comunque molto pronto ad agire in favore dell’Italia unificanda» e «così fece il trasferimento da Torino a Firenze della nostra capitale riservandosi di andare a Roma quando i problemi con il Vaticano fossero in qualche modo risolti». Da tempo nessuno osa correggere Scalfari, ma ai pietosi colleghi del quotidiano romano ricordiamo che la decisione di trasferire la capitale a Firenze venne presa solo nel 1864, quando Cavour era purtroppo morto da tre anni, e fu realizzata nel 1865 (è vero tuttavia che il grande statista pose con chiarezza e lucidità straordinarie la questione di Roma capitale già nel marzo del 1861 davanti alla Camera dei deputati del neonato Regno d’Italia). Inoltre, di Vaticano nel senso evocato da Scalfari si può parlare formalmente solo dal 1929 (o tutt’al più dal 1870), non certo nel 1860-1861.
[11 aprile 2021]
Legge di gravità
Titolo dal sito del Corriere: «Emilio Fede è ricoverato in gravi condizioni al San Raffaele». Nel testo si legge: «“L’ho vista brutta, sono in piedi per miracolo” ha detto Fede all’Adnkronos. “Non sono in gravi condizioni, è stata però un’esperienza drammatica”». La situazione è grave, ma non seria.
[10 aprile 2021]
Tenga il resto
Titolo in prima pagina sulla Verità: «Ci vogliono 100 miliardi per salvare il Paese». Titolo a pagina 9: «Per salvare le imprese servono almeno 102 miliardi di nuovi ristori». E i 2 miliardi che ballano? Mancia.
[9 aprile 2021]
Combinazioni
Dalla pagina Facebook del Giorno: «La scoperta di alcuni ricercatori tedeschi: combinati con un anti virale possono limitare in grande misura l’impatto del virus». I ricercatori tedeschi ci sembrano combinati male.
[10 aprile 2021]
Praterie celesti
Sul Venerdì di Repubblica l’ex frate Filippo Di Giacomo – che dopo essersi esclaustrato è prete della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, peraltro più assiduo in Rai che nelle parrocchie ciociare – dedica un articolo al cardinale camerunese Christian Wiyghan Tumi e conclude: «Il porporato ha 90 anni. Età che in Africa è segno di ulteriore grande dignità». Specificazione intempestiva: l’anziano cardinale è passato a miglior vita il 2 aprile. Va bene che la rubrica del facondo reverendo si chiama Cronache celesti, ma se proprio non si voleva cestinare il non indimenticabile articolo sarebbe bastato aggiornarlo.
[9 aprile 2021]
Sì all’omotransfobia
«Le strane priorità dei giallorossi: sì a ius soli e omotransfobia», titola Il Giornale. Davvero strane: non sapevamo che M5s e Pd fossero favorevoli, oltre che allo ius soli, anche all’omotransfobia. Ovviamente trattasi di sintesi maldestra del redattore. A meno che non si tratti dell’inconscia influenza di una celeberrima affermazione attribuita a Francesco Totti, icona dei giallorossi in ambito calcistico: «Io non ho nulla contro l’omofobia».
[4 aprile 2021]
Sfida all’O.K. Corral
Titoli da un’unica edizione del Corriere della Sera. Pagina 18: «Fuori dalle priorità ufficiali: disinteresse o sfida?». Pagina 25: «La sfida degli archeologi per battere i tombaroli in Israele». Pagina 26: «La sfida rischio-sicurezza fa del caso vaccini un dilemma». Pagina 41: «Pronto Belotti per la sfida del gol». Ok, sfida vinta.
[17 marzo 2021]
Scanzi stirato
Il Fatto Quotidiano censura il coordinatore di Italia viva nella zona di Orvieto, Massimo Gnagnarini, reo di aver pubblicato su Facebook un post contro Andrea Scanzi, firma del predetto giornale, scrivendo che, nel quartiere chiamato La Corea dove il seguace di Matteo Renzi è nato, a uno come lui «avremmo usato violenza praticandogli “la stira”». Chiosa Il Fatto: «Sorvoliamo su cosa sia la stira (ma potete trovare il significato sul web)». Ora, a parte che i pochi ancora abituati a comprare i quotidiani lo fanno proprio per non doversi abbeverare su Internet, l’evasiva postilla induce il lettore a immaginare che la stira sia chissà quale innominabile sevizia. Pare invece che si tratti di una goliardata maschile, seppure disdicevole, in cui un gruppo di amici spoglia un compagno, lasciandolo in mutande e nascondendogli gli abiti in modo che non possa rivestirsi. Tuttavia, trattandosi di Scanzi, il «sorvoliamo» appare giustificato.
[4 marzo 2021]
Osservando piselli
Da un’unica edizione dell’inserto Quattro pagine dell’Osservatore Romano. Sergio Valzania: «La maggioranza delle persone è affetta oggi dalla “sindrome della principessa sul pisello”». Silvia Gusmano: «Il primo, La principessa sul pisello (Crema 2021, euro 18), è un nuovo libro, il nono, di “Pesci parlanti”». Due piselli in quattro pagine. Non sembrerà una fissa vaticana?
[6 aprile 2021]
Attenti al lupa
Dalla Gazzetta di Mantova: «Un esemplare di lupo femmina è stata investita sulla strada fra Gazzo e Bigarello nella giornata di Pasqua». Il gender dilaga.
[7 aprile 2021]
La vagina che visse due volte
Titolo con cui Il Fatto Quotidiano presenta l’autobiografia di Sharon Stone: «Io, donna che visse due volte. “Sulla mia vagina, cazzate”». Non ne dubitiamo. Tante.
[27 marzo 2021]
Niente di nuovo sul fronte orientale
«I contagi dopo un anno sono sei volte di più», apre a tutta pagina in prima il Messaggero Veneto di Udine. Al 5 maggio 2020 in Friuli Venezia Giulia risultavano effettuati, analizzati e refertati 76.060 tamponi. Il totale dei tamponi da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19 in quella regione risulta pari a 1.660.335 (dato aggiornato al 4 aprile 2021). Ne consegue che, dopo i primi tre mesi di pandemia, vi è stato un incremento di quasi 22 volte (21,83 per l’esattezza) nel numero dei tamponi eseguiti e processati. Con questa premessa, e sempre ammesso che il confronto sia stato fatto su dati omogenei, a noi pare un miracolo che i contagi scoperti siano stati appena sei volte di più. Quindi la notizia quale sarebbe?
[3 aprile 2021]
L’allora teologo
«A scrivere così, in occasione della Pasqua del 1969, è l’allora teologo Joseph Ratzinger», si legge sull’Osservatore Romano in un articolo del vescovo Domenico Pompili. Forse in Vaticano non ne sono informati, e nel collegio episcopale neppure, tuttavia non risulta che Ratzinger abbia mai smesso di essere teologo, né da arcivescovo e cardinale, né da papa, né dopo la rinuncia al pontificato.
[3 aprile 2021]
Franco e Ciccio editorialisti
Nel suo editoriale in prima pagina, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, annuncia: «Vesto i panni di Sancio Panza». Grafia adottata anche nel titolo: «Gratteri, Don Chisciotte e Sancio Panza». Il personaggio del romanzo di Miguel de Cervantes in realtà si chiama Sancho fin dalla prima edizione di El ingenioso hidalgo Don Quixote de la Mancha, uscita nel 1605 (dove l’autore lo chiamava Sancho Pança). Vero che l’italianizzato Sancio nella prima metà del secolo scorso fu usato, seppure raramente, da firme importanti (una su tutte: Curzio Malaparte), tuttavia oggidì lo si ritrova scritto così solo nella versione italiana di Wikipedia, non propriamente tra le fonti più accreditate. Sempreché Sallusti non abbia attinto al titolo di un film del 1968, Don Chisciotte e Sancio Panza, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
[4 aprile 2021]
Villoresi, torna!
In un articolo in memoria dell’inviato speciale Luca Villoresi, pensionato della Repubblica morto a 71 anni, il suo collega Daniele Mastrogiacomo parla della solitaria indagine che il giornalista condusse sul covo di via Montalcini, dove le Brigate rosse tenevano prigioniero Aldo Moro: «Gli agenti avevano bussato, nessuno aveva risposto e avevano deciso di proseguire nelle ricerche. La mancata perquisizione resta un mistero: uno dei principali in 55 giorni di sequestro. Se la polizia avesse fatto irruzione come faceva sempre, il presidente del Consiglio si sarebbe salvato e il vertice delle Br sbaragliato». Qui Villoresi avrebbe estratto la matita blu: l’ultima volta che Moro fu presidente del Consiglio risaliva a dieci anni prima. Quando venne rapito era presidente del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana, mentre a Palazzo Chigi sedeva Giulio Andreotti.
[4 aprile 2021]
Poco vigili in redazione
Il Corriere della Sera pubblica una foto di Alberto Sordi vestito da pizzardone, nel gesto imperioso di sollevare la mano destra per comandare l’alt ai veicoli. «“Il vigile”. È il film del 1960 di Luigi Zampa con Alberto Sordi che rese famosa la pedana di piazza Venezia», si legge nella dicitura. Non è così. Nel film citato, Sordi è il vigile motociclista Otello Celletti, indossa solo guanti di pelle nera, mai bianca, e non dirige certo il traffico sulla pedana di piazza Venezia, semmai insegue e multa il sindaco (Vittorio De Sica) e l’attrice Sylva Koscina che interpreta sé stessa. La foto di scena apparsa sul Corriere si riferisce invece a Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo di Mauro Bolognini, uscito nel 1956 (il film di Zampa è del 1960). L’altro vigile che appare con Sordi in piazza Venezia è Nino Manfredi, intento a rilevare i decibel dei rumori provocati dal traffico e dal fischietto del collega. Piccola curiosità: alle spalle di Sordi, sul palazzo d’angolo, è appeso un cartello pubblicitario dello studio medico «Prof. Galeazzi Lisi», che si presume fosse l’archiatra pontificio Riccardo Galeazzi Lisi, cioè il medico personale di Pio XII, il quale due anni dopo venderà a Paris Match una ventina di foto del Papa morente scattate di nascosto.
[31 marzo 2021]
Renzi T. l’extraterrestre
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Eni e Renzi T.: notizie poco gradite ai giornaloni». Chi sarà Renzi T., tenuto conto che nel corsivo sottostante non vi è traccia di costui? (Trattasi di Renzi Tiziano, identità alla quale i volenterosi lettori dovrebbero pervenire per conto proprio dal seguente indizio: «A proposito di Renzi, come avranno dato la notizia del rinvio a giudizio del babbo e della mamma di Matteo per bancarotta fraudolenta?». E poi ci si lamenta che la gente non legga più i giornali).
[12 marzo 2021]
Morte di un virus
Sommario dalla Verità: «Usando come scudo le morti del virus (e snobbando le altre) viene calpestata l’esigenza di benessere fisico e psichico, il bisogno di respirare all’aria aperta». Quindi non è vero che il Covid-19 è invincibile: muore da solo più e più volte.
[12 marzo 2021]
Corinto o Suez per me pari sono
Non disponendo di foto della nave cargo Given Even incagliata e disincagliata nel Canale di Suez, Libero se la cava con un’immagine d’archivio del Canale di Corinto, aperto nel 1893 per mettere in comunicazione il mar Ionio con l’Egeo, non certo il Mediterraneo con il mar Rosso. Titolo: «Canale di Suez da record». Siamo d’accordo.
[25 marzo 2021]
Poco colto in flagranza
«Ma l’azione dell’intelligence russa stavolta è stata colta in fragranza», scrive Marco Conti sul Messaggero. Fragranza di borsch o flagranza di reato?
[1 aprile 2021]
Non me paro giusto
Sul Fatto Quotidiano, nell’editoriale di prima pagina del direttore Marco Travaglio si legge: «Segue una raffica di slogan copiati paro paro dal catalogo berlusconiano». Per quanto diffusa nel gergo dell’Italia centrale, l’espressione non è corretta. Si dice a paro a paro, come insegnano i dizionari, ma anche Dante nella Divina Commedia («venendo teco sì a paro a paro», Purgatorio, canto 24), Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso («e poi, di molte cose a paro a paro tra lor parlando, in Montalban tornaro», canto 23), Giovanni Pascoli («e lo schiavo stradò col suo cantore a paro a paro», Il poeta degli Iloti), Gabriele D’Annunzio («e i solchi seguivano il corso del fiumicello a paro a paro», Notturno). Altrimenti basta scrivere pari pari.
[4 aprile 2021]
Falla respirare
Titolo dall’Ansa: «Al via il processo Floyd, l’America col fiato sospeso». Agente Derek Chauvin, le tolga il ginocchio dal collo.
[30 marzo 2021]
Il partito della areazione
Dal quotidiano online La Tecnica della Scuola: «Il Pd cambia linea sulla scuola, Ghizzoni chiede areazione automatica delle aule e connessioni web all’altezza». Lo strafalcione è ripetuto nel testo firmato da Alessandro Giuliani. Tecnica da perfezionare. Magari tornando a scuola. (Attenuante generica: areazione in luogo di aerazione compare nel comunicato ufficiale dell’ex deputata Manuela Ghizzoni, riportato nel sito del Pd. Aggravante specifica: Ghizzoni è stata presidente della commissione Cultura e Istruzione della Camera ed è l’attuale responsabile Istruzione, Università e Ricerca del Partito democratico).
[2 aprile 2021]
Tunnel carpale
Ecco come La Stampa presenta nel suo sito il video del primo tunnel navale al mondo sotto le montagne: «Anunciato anni fa, ora il via libera alla costruzione. Sarà lungo un chilometro e seicento metri e lago 25 metri, e verra scavato sotto la penisola montuosa di Stadhavet nella Norvegia nordoccidentale. (...) Le navi che navigano nei dintorni di Stadhavet sono spesso colpite da maree agitate e maltempo e devo aspettare giorni prma di proseguire. In questo modo la scorciatoria permettere di giungere a destinazione in pochi minuti». I famosi errori di stumpa.
[23 marzo 2021]
Sloane Ave Maria
Indispettita dal magnanimo gesto di papa Bergoglio e impegnata a difendere i propri padroni di Gedi, citati in giudizio dal cardinale Angelo Becciu con una richiesta di risarcimento da 10 milioni di euro da devolvere in beneficenza, Maria Antonietta Calabrò arriva a chiedersi sull’Huffington Post: «Ma Papa Francesco è un cerchiobottista?». E cita, come presunto elemento di contraddizione, il fatto che il Pontefice «abbia dato forfait alla Messa in Coena Domini (che ricorda l’Istituzione dell’Eucarestia e da inizio al Triduo Pasquale) nella Basilica di San Pietro», dà senza accento, «e invece alla stessa ora abbia detto messa privatamente insieme al cardinale Becciu a casa sua». Il che a giudizio della giornalista di scuola ciellina «sembra contrastare con le solenni parole pronunciate sabato scorso per l’apertura dell’anno giudiziario del Vaticano in cui spronava i magistrati a essere incisivi nella lotta contro i crimini finanziari, con un indiretto ma evidente riferimento anche alle indagini in corso sull’acquisto del Palazzo [sic] di Londra di Sloane Ave». Sì, Ave Maria. Senza Antonietta.
[2 aprile 2021]
Consecutio/1
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «Ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen interviene per fornire dei dati». Per cui oggi sarà intervenuta, mentre domani intervenne.
[26 marzo 2021]
Consecutio/2
Chiara Sabelli su Domani: «Eppure la scorsa settimana la rivista scientifica Nature, una delle più prestigiose al mondo, titola». E la prossima settimana titolò.
[6 aprile 2021]
Le regole della geografia
«Covid, viaggiare all’estero si può: le regole da rispettare per partire (e tornare)». Così viene presentata una guida sulle pagine Facebook della Repubblica e di altre testate Gedi, fra cui la Gazzetta di Mantova e il Corriere delle Alpi. Specifica il testo: «Più facile spostarsi nei Paesi europei (non tutti) e in alcuni Paesi asiatici come l’Australia, la Nuova Zelanda». Restiamo in attesa che nel terzo gruppo editoriale italiano scoprano l’esistenza dell’Oceania.
[29 marzo 2021]
La sferza della verità
Incipit della rubrica Senza infingimenti di Ettore Martinelli sulla Verità: «Nel giorno del suo addio alla segreteria del Pd, Nicola Zingaretti è uscito dal seminato sferzando un colpo da teatro dell’assurdo». Ma che stai a di’? Rientra nel seminato sferrando un colpo ai solecismi, dài.
[27 marzo 2021]
Concordanze
Titolo da Domani: «In Italia Greenpeace e un fronte comune di ong prova a fermare questi tentativi». Ci pare un tentativo plurale più che singolare.
[29 marzo 2021]
Pagati per partire
Titolo di una notizia da Londra diramata dall’Ansa: «Covid: Gb, 5000 sterline a chi cerca di partire senza motivo». Presi d’assalto aeroporti, stazioni e porti del Regno Unito.
[23 marzo 2021]
E che c’azzo!
In un articolo di argomento ecumenico sul Riformista, Fabrizio Mastrofini torna sul caso di Enzo Bianchi, il fondatore che il Papa ha cacciato dalla Comunità di Bose: «Che c’azzecca con il Concilio e con l’ecumenismo? C’azzecca nel senso che è davvero necessaria una drastica rivoluzione nel modo di pensare». Di fronte a tanta sicurezza, non sappiamo che dire, ma certo è necessaria un’urgente rivoluzione nel modo di scrivere, e che c’azzo!
[1 aprile 2021]
Capegruppo
Nel fondo che occupa come ogni giorno l’ultima colonna a destra sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, sempre sapido e vescicante, Marco Travaglio infila alla settima riga un sorprendente quanto stridente «delle nuove capegruppe». Non ci siamo, direttore. Il plurale di capogruppo diventa i capigruppo al maschile mentre resta invariato al femminile, quindi le capogruppo. Sulla regola concordano i dizionari Treccani, Zingarelli 2021 e Devoto-Oli. Essa peraltro venne fissata 65 anni fa da Aldo Gabrielli nel Dizionario linguistico moderno: «A noi l’unica soluzione possibile sembra quella di lasciare il nome invariato nella forma singolare (il, la caposquadra; i capisquadra; le caposquadra; il, la caporeparto; i capireparto; le caporeparto; e simili)».
[1° aprile 2021]
Rivolgimenti linguistici tombali
Commentando sul Corriere della Sera il film Genitori vs Influencer di Michela Andreozzi, interpretato da Fabio Volo, il noto critico cinematografico Paolo Mereghetti scrive: «L’adolescente Simone (come la De Beauvoire, che forse si rivolterà nella tomba) passa dalla lettura ai social – e ci stà – ma perché diventa addicted di una influencer simil-Ferragni». L’ipotesi sepolcrale ci pare implausibile: la scrittrice e filosofa si chiamava infatti Simone de Beauvoir. A rivoltarsi nella tomba semmai è il grande linguista Tullio De Mauro per quello stà, essendo noto anche nella scuola primaria che le forme sto e sta (prima e terza persona singolare) del verbo stare non vanno accentate.
[1° aprile 2021]
A che serve il vaccino
«Vaccini: Policlinico Bari, Pfizer efficace contro infezione», titola l’Ansa. Il flash d’agenzia viene ripreso pari pari dai siti di vari media, dal Fatto Quotidiano all’Unione Sarda, fino al Tgcom 24 di Mediaset. Nella notizia si specifica che il vaccino è «efficace anche contro l’infezione». Noi pensavamo invece che fosse efficace solo contro il respiro corto.
[22 marzo 2021]
Diario dall’iperuranio
«Incredibile. Leggo che, secondo uno studio di un Istituto Scientifico straniero ci sarebbe un pianeta che ha una temperatura superficiale simile a quella di Venere e un’atmosfera compatibile con le forme di vita», scrive Maurizio Costanzo nella sua rubrica Il diario sulla prima pagina del Tempo. «Questo pianeta, che però si trova a distanza di 26 milioni di anni luce, sarebbe abitabile anche dai terrestri. Il pianeta si chiama “Gliese 486b”. Purtroppo non so calcolare quanto ci può impiegare un’astronave con umani a fare 26 milioni di anni luce. Non facciamoci illusioni, temo che questo pianeta o si avvicina o è meglio far finta di niente». Dài, Gliese, metti in moto e vieni a trovarci.
[22 marzo 2021]
Lo zero virgola virgola
«Una trentina di decessi su decine di milioni di vaccinati fanno in percentuale lo 0,000 virgola», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Suggestiva osservazione. Ma in un numero decimale non esistono le virgole dopo la virgola.
[23 marzo 2021]
E per fortuna il monito è chiaro
«Il monito è chiaro: “È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”», scrivono Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. Quindi è fondamentale che la popolazione eviti di rimanere a casa il più possibile?
[27 marzo 2021]
Scanzate che lascia l’impronta Scanzi
Nel bel mezzo dell’inchiesta aperta dalla Procura di Arezzo circa le procedure della vaccinazione anti Covid alla quale Andrea Scanzi non aveva diritto, il giornalista scrive sul Fatto Quotidiano: «Se a ciò si aggiunge un’impronta economica dichiaratamente improntata alla destra tecnocratica, ci si domanda quanto ancora Pd, M5S e Leu saranno disposti a sopportare un governo travestito da unità nazionale, ma nei fatti sempre più destrorso». Questa impronta improntata dev’essere diretta conseguenza dell’iniezione iniettata a Scanzi.
[23 marzo 2021]
Tombini a tutta pagina
Titolo da Libero: «La chiacchiere dei grillini finiscono in un tombino». Di norma nella presente rubrica non vengono segnalati i refusi (a parte quelli che sortiscono effetti comici), ma qui l’eccezione è d’obbligo: se un titolo sbagliato passa inosservato al vaglio di capiservizio, capiredattori, vicedirettori e direttore responsabile anche quando è disteso su tutta la pagina, come in questo caso, non c’è da stare allegri.
[30 marzo 2021]
Verità cattoliche
«Sant’Ignazio da Lojola si rivolta nella tomba», osserva sulla Verità la scrittrice Silvana De Mari. Per essere una cattolica, lo conosce poco: il religioso spagnolo che fondò la Compagnia di Gesù è sant’Ignazio di Loyola.
[22 marzo 2021]
Verità sommarie
Sommario dalla Verità: «Nel provvedimento di sequestro dei beni dei mediatori d’oro, il pm punta le “entrature” con Mr Invitalia». Il verbo puntare in questo caso è intransitivo, pertanto richiede la preposizione articolata formata con su o con a, non l’articolo: avanzare direttamente e risolutamente in una determinata direzione («punta sulle “entrature”») oppure, in senso figurato, mirare a un determinato obiettivo e impegnarsi con tutte le proprie forze per raggiungerlo («punta alle “entrature”»).
[19 febbraio 2021]
Inferno rivisitato
Dalla Gazzetta di Mantova: «Lo slogan scelto da Libera è: “A ricordare e riveder le stelle”, citando l’ultimo verso dell’Inferno di Dante Alighieri, a 700 anni dalla sua morte». A noi par di rammentare che suoni così: «E quindi uscimmo a riveder le stelle». Ma forse abbiamo ricordi confusi.
[19 marzo 2021]
Quella Toia di Patrizia
Sul sito della Repubblica compare un «longform» (nel giornale fondato da Eugenio Scalfari adesso i pezzi di lettura molto lunghi li chiamano così), che ha per titolo «Perché il Pd non è mai nato davvero, una crisi permanente». In testa sono riportati gli autori dell’imponente lavoro: «Carlo Bonini (coordinamento editoriale), Stefano Cappellini, Emanuele Lauria, Luciano Nigro, Concetto Vecchio, Giovanna Vitale, con un editoriale di Ezio Mauro, coordinamento multimediale di Laura Pertici, video di Francesco Giovannetti, grafiche e immagini di Gedi Visual». Fra tali grafiche, ve n’è una che rappresenta l’albero genealogico del Pd. Nelle radici figura la Dc, con un segno «+» interattivo. Cliccandoci sopra, compaiono i nomi dei seguenti fondatori del Partito democratico, provenienti dalla Democrazia cristiana: «Rosy Bindi, Giuseppe Fioroni, Marco Follini, Enrico Letta, Agazio Loiero, Rosa Russo Iervolino, Angelo Rovati, Antonello Soro, Patrizia Troia». Ci sentiamo di spezzare una lancia in favore dell’ultima, che è stata deputata, senatrice, due volte ministro, parlamentare europea e soprattutto si chiama Toia.
[25 marzo 2021]
Specchio deformato
In un ritratto sullo Specchio, settimanale della Stampa, Niccolò Zancan racconta di Alberto Malesani, ex allenatore di Chievo, Fiorentina, Parma, Verona, Panathinaïkos e varie altre squadre di calcio: «Adesso si dedica al vino. Ha una piccola azienda sulle colline della Franciacorta, la terra dove è nato». Due errori in tre righe: La Giuva, la cantina di Malesani, si trova a Trezzolano, sulle colline della Val Squaranto, in provincia di Verona; la Franciacorta è in provincia di Brescia, mentre l’ex trainer è nato a Montorio (Verona). Piuttosto deformato, per essere un ritratto allo Specchio.
[28 marzo 2021]
Villa Torlonia non è una chiesa
«Roma, 24 aprile 1930: Edda Mussolini saluta davanti alla chiesa di S. Giuseppe, vicino allo sposo Galeazzo Ciano e sotto lo sguardo del padre Benito (a sinistra)», si legge in una didascalia su Sette, settimanale del Corriere della Sera. In realtà l’immagine ritrae Edda e Galeazzo neosposi che si affacciano dal portico colonnato di Villa Torlonia, residenza romana del Duce. Il matrimonio fu invece celebrato nella vicina chiesa parrocchiale di San Giuseppe, sulla via Nomentana.
[26 marzo 2021]
Sono solo soli
Titolo da Domani: «Il governo lascia solo il commissario e la Calabria». Nel senso che abbandona al loro destino soltanto questa regione e il suo commissario oppure che lascia soli il commissario e la Calabria»? Dalla lettura del testo, sembrerebbe vera la seconda ipotesi. Nel qual caso il titolo è sgrammaticato.
[25 marzo 2021]
Con vero piacere
Nella sua rubrica Ma mi faccia il piacere, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio scrive: «Non sappia la destra ciò che fa la sinistra». Se voleva essere un riferimento al Vangelo, la citazione risulta sbagliata, poiché nell’originale le due mani figurano nell’ordine inverso: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra» (Matteo 6, 3). Poi scrive: «Monsieur de Pompadur», rifacendo il verso alla nota madame, ma anche qui c’è un errore: era la marchesa di Pompadour (al secolo Jeanne-Antoinette Poisson). Infine, scrive due volte perchè, anziché perché. Ma a questa travagliata accentazione ormai abbiamo fatto il callo, essendo per lui abitudinaria.
[29 marzo 2021]
Dove Vaime?
Dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Vaime, la firma di radio e tv». Titolo intuitivo, data la presenza di un occhiello («Aveva 85 anni») con il verbo all’imperfetto. Tuttavia, se uno muore, sarebbe buona norma scriverlo.
[29 marzo 2021]
Doppio choc
Dalla prima pagina del Giornale. Occhiello: «Choc in Francia». Titolo: «Foucault choc. “Il filosofo era pedofilo”». Un po’ scioc ripetere nella prima riga del titolo lo stesso concetto contenuto nell’occhiello, per di più con lo stesso sostantivo.
[29 marzo 2021]
Res publica
Titolo dalla Repubblica: «La vittoria dei tirocinanti: “In lista”». Sommario: «Lorem ipsum dolor sit Consectetur adipiscing elit». Vabbè che il giornale si pubblica a Roma, però eviteremmo il latino (simulato): ci accontentiamo dell’italiano. A condizione che i distratti redattori si ricordino di rimpiazzare il testo segnaposto con frasi di senso compiuto.
[20 marzo 2021]
Notarnicola sarebbe morto
Il Fatto Quotidiano dedica un servizio alla morte di Sante Notarnicola, 82 anni, ultimo componente della banda Cavallero, che negli anni Sessanta terrorizzò Milano. Massimo Novelli racconta che cosa fece dopo essere stato rimesso in libertà al termine di una lunga detenzione: «Sante continuò a scrivere e aprì osterie di “compagni” in giro per l’Italia, come a Bologna, dove sarebbe morto ieri, a 83 anni». Sarebbe morto. Quindi potrebbe essere ancora vivo.
[23 marzo 2021]
Chi salta il fosso e chi ci cade
Titolo dalla Verità: «Vendetta Pd: “ruba” assessori a Sala. Il saltafosso del sindaco con i Verdi non è affatto piaciuto al partito». Al massimo s’è trattato del salto della quaglia, visto che saltafosso è voce settentrionale che significa tranello.
[20 marzo 2021]
Non mi mascherino più
In un reportage dalla Serbia sulla situazione della pandemia e delle vaccinazioni, Francesco Battistini, inviato del Corriere della Sera, riferisce che «la gente fiduciosa non si mascherina più». La consideriamo una benedizione per la lingua italiana.
[23 marzo 2021]
Torture cinesi
Titolo dalla Verità: «Cingolani smontato sulla carne che inquina». Una nuova tortura cinese?
[5 marzo 2021]
Debito di ossigeno
Titolo dalla pagina online di Repubblica Salute e dal sito di Repubblica: «Facciamo un bel respiro. Un libro dedicato al gesto che ripetiamo 25 volte al giorno». Giornalismo dal fiato corto.
[19 marzo 2021]
Tamponamento a catena
In un servizio dal Policlinico Gemelli, sul Corriere della Sera, Claudio Rinaldi scrive: «A tutti i pazienti prima di entrare viene fatto il tampone antigienico». Ne è davvero convinto, perché otto righe dopo insiste: «Un uomo sulla cinquantina sta aspettando l’esito dell’antigienico della madre». E verso la fine lo fa ripetere anche all’incolpevole Francesco Franceschi, direttore del pronto soccorso: «Per questo è importante fare il tampone antigienico a tutti, anche a chi non ha alcun sintomo». In attesa di tornare al test antigenico, ecco spiegata la scarsa igiene che facilita la diffusione del coronavirus.
[21 marzo 2021]
Perdere ai punti (esclamativi)
In una disquisizione sulla prima pagina dell’Osservatore Romano, in cui parla delle «preghiere audaci» che «sono sempre piaciute a Dio», Giovanni Cesare Pagazzi scrive che nel salmo 51, il Miserere, il re Davide «si rivolge a Dio con una raffica di comandi: “Cancella!”, “Lavami!”, “Purificami!”, “Aspergimi!”, “Fammi sentire gioia e letizia!”, “Non guardare!”, “Crea!”, “Rinnova!”, “Non scacciarmi!”, “Rendimi la gioia!”, “Sostienimi!”, “Liberami!”, “Ricostruisci!”». La sventagliata di punti esclamativi esiste solo nella fantasia di Pagazzi. Nel salmo 51 tratto dalla Bibbia approvata dalla Conferenza episcopale italiana, e riportato nel sito della Santa Sede, di questi segni d’interpunzione non se ne trova neppure uno. Nelle Sacre Scritture fino al XV secolo non vi è traccia del punto esclamativo, come documentato negli atti del seminario internazionale su «Grafia e interpunzione del latino nel Medioevo», tenutosi a Roma nel 1984 e pubblicati da Edizioni dell’Ateneo. Né potrebbe essere diversamente, considerato che fu Coluccio Salutati (1332-1406) il primo a descrivere nell’Ars punctandi quello che venne definito il segno d’ammirazione, o d’esclamazione, o d’enfasi. Quindi la selva di esclamativi apparsa sul giornale del Papa rappresenta solo una deplorevole preferenza dell’articolista, il quale è riuscito ad aggiungerne altri sette prima di concludere. Ciò appare tanto più grave se si considera che Giovanni Cesare Pagazzi è un sacerdote e insegna teologia dogmatica ai seminaristi delle diocesi di Crema, Cremona, Lodi, Vigevano e Pavia. Penitenza quaresimale: leggere Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, dove vi è un solo punto esclamativo («“Ecco!” disse ad alta voce e diede uno strappo violento con tutt’e due le mani»).
[20 marzo 2021]
La giovane Cassazione
Sempre a proposito di segni d’interpunzione. I giornalisti hanno preso la cattiva abitudine, soprattutto nei titoli, di usare la virgola al posto del punto. Con esiti tragicamente esilaranti, come dimostra questo sottotitolo formulato dall’Ansa per la notizia della definitiva assoluzione di Umberto Bindella, processato con l’accusa di aver ucciso la studentessa pugliese Sonia Marra: «Lo ha deciso Cassazione, la giovane scomparsa a Perugia nel 2006». La nuova identità della signora Cassazione è stata riportata senza un plissé da Sky Tg24. L’Ansa è l’Ansa, si sa. Non si discute.
[19 marzo 2021]
E occorreva scriverlo in due?
Parlando sulla Stampa del problema delle vecchie cartelle esattoriali, Alessandro Barbera e Amedeo La Mattina scrivono che «il capo dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini ne parla da quando è nominato alla guida di Equivalata», alias Equitalia, e che si è tenuto «un vertice al Ministero dello Sviluppo economico, nell’ufficio di Giorgetto», alias Giorgetti. Uno strafalcione a testa e palla al centro.
[20 marzo 2021]
Zona retrocessione
Dal Fatto Quotidiano: «15% è la parte dello stipendio che i politici, i manager pubblici e dirigenti sanitari nominati in quota Lega in Lombardia, dovevano retrocedere al partito. La quota in questi ultimi anni si è abbassata al 10%». Lo Zingarelli 2021 dà solo questi significati per retrocedere: «Farsi indietro, indietreggiare; desistere, recedere; arretrare; subire la retrocessione; fare tornare a un grado, una posizione inferiore». Per un accordo interno, i manager leghisti consegnano, donano, restituiscono, danno, ritornano, rendono al partito parte di quanto incassano per l’incarico pubblico ricoperto. Mancano i soldi, non i verbi appropriati.
[24 febbraio 2021]
Tweet indecente
Investita dalle critiche per il disastro del sistema Aria della Regione Lombardia, costato 20 milioni di euro, l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, scrive su Twitter: «L’inadeguatezza di @AriaLombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È indecente!». Se il modo di gestire non è decente, pare lapalissiano che sia indecente. Quindi il tweet a che serve?
[22 marzo 2021]
Rallentare lentamente
Titolo dalla Verità: «L’epidemia rallenta (lentamente)». Rallentare accelerando è già più difficile.
[25 marzo 2021]
Nel modo sbagliato
Sommario dalle pagine culturali di Libero per un articolo sui 700 anni dalla morte di Dante: «Perfino la cultura di sinistra che lo aveva rimosso, grazie a Benigni, ora lo celebra (nel modo sbagliato)». Lo aveva rimosso grazie a Benigni oppure ora lo celebra grazie a Benigni? In ogni caso, è scritto nel modo sbagliato.
[24 marzo 2021]
La parrocchia Carcere
Didascalia dalla Verità: «Don Marco Pozza, parroco del carcere Due palazzi di Padova, dialoga con papa Bergoglio in televisione». È il primo penitenziario nella storia dell’umanità a essere trasformato in parrocchia dalla stampa. Succede quando un pontefice dà del tu al cappellano, e viceversa.
[12 marzo 2021]
Necrolingua
Necrologio dalla Gazzetta di Mantova: «Improvvisamente è andato all’affetto dei sui cari Giuseppe Savio di anni 81». C’è chi manca all’affetto dei «sui cari» (sic) e chi ci va.
[15 marzo 2021]
I giornali danno i numeri
Sommario della Stampa a corredo di un articolo dello scrittore Nicola Lagioia sull’ecatombe provocata dal coronavirus a Bergamo: «29.459 i morti finora registrati per Covid nella città lombarda». Al 21 marzo, i decessi per l’infezione dall’inizio della pandemia risultavano 29.799 in tutta la Lombardia. Urge toccatina scaramantica.
[18 marzo 2021]
Informazione del Pfaizer
Articolo di apertura a firma di Claudia Luise della Stampa sulla prima pagina della cronaca di Torino: «Nei prossimi quindici giorni, quindi entro il 5 aprile, dovrebbero arrivare in Piemonte 469.510 dosi dei tre vaccini: 106.700 di AstraZeneca, 66.800 Moderna e 296.010 di Pfaizer». La Pfaizer, in luogo di Pfizer, è ripetuta anche a pagina 32. Informazione del paiffero.
[21 marzo 2021]
Svarioni da brivido
«L’impresa da brivido. La finlandese Nordblad batte il record di tutti i tempi per le immersioni sotto il ghiaccio. Ben 2 minuti e 42 secondi a una profondità di 103 metri», annuncia l’Ansa. In realtà Johanna Nordblad ha coperto in costume da bagno e senza pinne una distanza di 103 metri appena sotto la superficie ghiacciata, non certo in profondità. La notizia è stata riportata pari pari dai siti di molti giornali (La Stampa, Gazzetta dello Sport, Il Sole 24 Ore, Quotidiano Nazionale, Il Fatto Quotidiano, La Gazzetta del Mezzogiorno, L’Arena, Bresciaoggi), accompagnata dal video dell’impresa, dal quale si capisce benissimo che la nuotatrice non è scesa negli abissi. Ma l’Ansa resta la Gazzetta Ufficiale anche quando sbaglia.
[19 marzo 2021]
Necessità impellenti
La Repubblica presenta una pagina di domande e risposte, a firma di Viola Giannoli, riguardanti le nuove zone rosse decretate dal governo per arginare la pandemia. Eccone una: «Si può usare il bagno nei bar? No, salvo casi di assoluta necessità (non meglio precisati)». Provi a lavorare di fantasia.
[15 marzo 2021]
C’è chi vicedirige e chi viceregna
Didascalia dalla Verità: «Ex di via Solferino. Pierluigi Battista ha vicediretto il Corriere». E il viceré delle Indie che faceva? Viceregnava?
[21 marzo 2021]
Fasce elastiche
Parlando del vaccino di Astrazeneca, Federico Fubini scrive sul Corriere della Sera che uno studio indipendente delle Università di Edimburgo e di Wellington «dimostrava un’efficacia del 94% per tutte le fascie d’età». È ben vero che quel plurale di fascia è letterario (lo usarono, fra gli altri, Giovanni Boccaccio, Pietro Bembo, Torquato Tasso, Giacomo Leopardi, Antonio Fogazzaro, Edmondo De Amicis e Giovanni Pascoli), tuttavia nell’italiano dei nostri giorni si scrive fasce, secondo la regola fissata da Aldo Gabrielli – era il lontano 1956 – nel Dizionario linguistico moderno: «Quando la i delle terminazioni -cia e -gia è accentata, questa rimane sempre anche nel plurale: farmacia, farmacie, bugia, bugie (conclusione ovvia, ché qui la i, anche agli effetti della pronunzia, non sarebbe in nessun caso sopprimibile); b) quando la i è àtona, cioè non reca accento, resta nelle forme plurali se -cia e -gia sono precedute da una vocale; si sopprime se sono invece precedute da una consonante; perciò: audacia, audacie, ferocia, ferocie, fiducia, fiducie, camicia, camicie; randagia, randagie, ciliegia, ciliegie, cupidigia, cupidigie; e invece: lancia, lance, guancia, guance, faccia, facce, minaccia, minacce, provincia, province, denuncia, denunce; bolgia, bolge, scheggia, schegge, pioggia, piogge, orgia, orge, ecc.». Conclusione di Gabrielli: «La stessa regola varrà quindi anche per le parole terminanti in -scia, il cui plurale sarà sempre in -sce: fascia, fasce, striscia, strisce, coscia, cosce. Regola semplice, come si vede, alla portata di tutti, fin dalle prime classi elementari».
[17 marzo 2021]
Vaccino letale
Dal sito della Gazzetta del Mezzogiorno: «Taranto, bus travolge e uccide 82enne: aveva appena fatto il vaccino anti Covid». Sospese a titolo cautelare le strisce pedonali Astrazeneca.
[16 marzo 2021]
La richiesta del richiedente
L’eutanasia diventa legale in Spagna. Sommario dal titolo di Libero: «Il richiedente deve inviare la richiesta due volte ad almeno 15 giorni di distanza». Lo richiede la legge. La richiesta può essere rifiutata. Poi eventualmente si può richiedere un’altra volta.
[19 marzo 2021]
Ho perso il Filoreto
In un editoriale sul Fatto Quotidiano, riguardante le magagne della pubblica amministrazione, Filoreto D’Agostino passa in rassegna «un trentennio d’infauste riforme che hanno imposto una pesante soggezione alla dirigenza pubblica» e afferma che «per desertificare le competenze si è reso necessario» agire in cinque mosse. Ecco la seconda: «Conferire al preposto la potestà d’ordinare il settore secondo i suoi desiderata (la norma capostipite è il c. 4 bis dell’art. 17 l. 400/1988), in palmare contrasto con l’art. 97 Cost., senza contare che i continui cambi organizzativi condannano l’amministrazione a un’affannata inefficienza». Lettori assolti per non aver compreso il fatto.
[5 marzo 2021]
Era meglio morire da piccoli
Ida Bozzi sul Corriere della Sera: «Nel centenario della nascita di Andrea Zanzotto (1921-1911) si avviano le celebrazioni dedicate al grande poeta veneto». Non potendo morire prim’ancora di nascere, Zanzotto si limitò a congedarsi da questo mondo nel 2011, otto giorni dopo aver compiuto 90 anni.
[17 marzo 2021]
Leggi razziali ieri, oggi e domani
La Gazzetta di Mantova ricorda la figura dell’architetto Alessandro Rimini, che progettò la Torre San Babila, il primo grattacielo di Milano, e annota: «Le leggi razziali, dal 1938, ebbero però l’effetto di nasconderne per alcuni decenni la figura». Per la verità, restarono in vigore meno di 6 anni, essendo state abrogate dal Regio decreto legge numero 25 del 20 gennaio 1944.
[22 febbraio 2021]
Voto disgiunto
Riferendo sul Corriere della Sera i risultati delle elezioni regionali nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato, il corrispondente da Berlino, Paolo Valentino, scrive fra l’altro: «A Düsseldorf trionfano i Verdi di Winfried Kretschmann». Il dettaglio viene evidenziato anche nel sottotitolo: «Trionfo Verde a Düsseldorf». Non si capisce che cosa c’entri Düsseldorf, capitale della Renania Settentrionale-Vestfalia, un Land dove non si è votato.
[15 marzo 2021]
Il pacemaker del peacemaker
Agenzia Ansa: «Walesa ricoverato, in video dice “non so se ci rivedremo”. Domani l’intervento sul peacemaker, ma “ci sono complicazioni”». È vero che Lech Walesa è stato un peacemaker (pacificatore), non per nulla nel 1983 gli fu conferito il premio Nobel per la pace, ma il generatore di impulsi elettrici impiantato nel suo petto resta un pacemaker cardiaco. Complimenti a tutti i siti dei giornali, dall’Alto Adige alla Gazzetta del Mezzogiorno, che non si sono accorti dello svarione dell’Ansa e lo hanno pubblicato tale e quale.
[14 marzo 2021]
Stupefacenti stupori
Tommaso Di Giorgio sulla Verità parla in questi termini del Fatto Quotidiano: «Delusione e arrabbiatura per il giornale che ha creduto nell’avventura di Giuseppe Conte e osserva lo smottamento progressivo del movimento con esterrefatto stupore». Uno dei sinonimi di esterrefatto è stupito. Quindi si tratta di un caso di stupefatto stupore. Il che è stupefacente.
[20 febbraio 2021]
Mettere su sottopancia
Sul Fatto Quotidiano, nella rubrica Lo sberleffo, sotto il titolo «Se parla Scaccabarozzi urge sottopancia», Gi. Ros. critica Massimo Scaccabarozzi, presidente e ceo di Janssen, società che per la Johnson & Johnson ha messo a punto un vaccino contro il coronavirus, il quale è anche presidente di Federfarma, che rappresenta circa 200 aziende associate. Infatti nelle interviste che Scaccabarozzi ha dato ai telegiornali, «i due ruoli si sono più volte sovrapposti in modo poco elegante». Conclusione di Gi. Ros.: «Un bel cartello sopra la testa, per capire a che titolo parla nelle diverse occasioni, aiuterebbe». Sottopancia o sopratesta? Urge mettere d’accordo titolista e articolista.
[14 marzo 2021]
Nove anni dopo non ci capisce niente
Titolo su Libero: «Cucchi, il superteste e la relazione che non c’è. Il carabiniere che ha incolpato i due colleghi 9 anni dopo sostiene di aver scritto una denuncia già all’epoca». Il carabiniere ha incolpato i colleghi 9 anni dopo oppure 9 anni dopo sostiene di aver scritto una denuncia? Va’ a saperlo.
[4 marzo 2021]
Accenti spagnoli/1
Spiegando argutamente sul Corriere della Sera «perché usiamo tante parole inglesi», Beppe Severgnini, notoriamente anglofilo, scrive che «gli spagnoli non usano il mouse ma il ratòn (topo)». Spiace correggerlo, ma non è vero: gli spagnoli usano infatti il ratón, dato che in castigliano non esiste l’accento grave.
[16 marzo 2021]
Accenti spagnoli/2
Sempre a proposito di accenti in spagnolo. «Non è un caso che il presidente dei vescovi, Josè Horacio Gomez, non sia stato promosso cardinale in occasione dell’ultimo concistoro pur essendo da anni arcivescovo di Los Angeles», scrive Claudio Tito sulla Repubblica, cercando d’indovinare le prossime nomine del Papa. Forse dipende dal fatto che il prelato, di origine messicana nonché membro dell’Opus Dei, si chiama in realtà José Horacio Gómez.
[17 marzo 2021]
Dal malore all’autopsia
Titolo dalla Stampa: «Dopo il malore si attende l’esito dell’autopsia». Non era meglio aspettare che la persona in questione prima morisse?
[15 marzo 2021]
Scalfari si è convertito
Scrivendo per l’ennesima volta di papa Francesco, il fondatore della Repubblica giustifica così il loro intenso rapporto, all’apparenza incomprensibile: «Io non sono credente e il Papa non è un personaggio in cerca di amicizie giornalistiche più o meno importanti». Non resta pertanto che una spiegazione: Eugenio Scalfari si è convertito in segreto ma non vuole dirlo.
[14 marzo 2021]
Centro anch’io? Sì, tu sì
Paolo Carnevale intervista sul Corriere della Sera il figlio di Enzo Jannacci, Paolo, facendogli dire: «Molti chiedevano a mio padre cosa centrasse la carriera del medico con quella di cantante». Di sicuro qui c’è qualcuno che non c’entra nulla con la grammatica.
[17 marzo 2021]
Sbagliata la domanda. O il titolo?
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Reato che non c’è. “Mare Jonio” la domanda è sbagliata». Tutto chiaro.
[5 marzo 2021]
Che mi prenda un colpo
La Verità annuncia in un titolo che «il Covid fa 30.000 morti tra chi non ha il Covid» anche a causa di «infarti presi in ritardo». Se malauguratamente dovesse prenderci un accidente, avete un’ora esatta da suggerirci?
[9 febbraio 2021]
Polizia cantonese, che cantonata
Apprendiamo dal sito del Fatto Quotidiano che «è stata ritrovata in prigione in Svizzera Gabriella Maxia, la 48enne di Decimoputzu scomparsa da casa il 26 febbraio». Arrivata a Milano, la donna sarda «ha eseguito un prelievo con la carta di credito e poi è arrivata fino a Zurigo in Svizzera dove, forse perché rimasta senza soldi, ha commesso un furto ed è stata arrestata dalla polizia cantonese». In attesa che la polizia cinese venga espulsa dalla polizia cantonale, il medesimo svarione è comparso anche sulla Gazzetta del Mezzogiorno e sul sito Sardegnalive.
[11 marzo 2021]
Il finto tecnico si finge finto tecnico
Attacco di un servizio di cronaca da Desenzano su Bresciaoggi: «Tenta la truffa fingendosi un finto tecnico del gas». Quindi era un tecnico vero?
[12 marzo 2021]
Bancone dei pegni
Nel disperato quanto sfortunato tentativo di tornare nelle grazie del Papa, che lo ha cacciato dalla Comunità di Bose, fratel Enzo Bianchi recensisce entusiasticamente su Tuttolibri della Stampa il saggio Dizionario Bergoglio, con prefazione di Antonio Spadaro, il gesuita accreditatosi quale spin doctor ombra del Pontefice argentino. Il volume analizza i «bergoglismi», neologismi coniati da Francesco con un linguaggio creativo teso a «focalizzare i concetti chiave del suo insegnamento». Scrive Bianchi: «Nel Dizionario Bergoglio troviamo due voci in spagnolo, come balcolenar, la postura di chi sta al bancone senza far nulla, guardando la vita passargli davanti. C’è poi primerear che è l’esatto opposto». Duole correggere il monaco laico, ma il primo verbo è balconear, non balcolenar, e deriva da balcone, non da bancone. Nel lunfardo – il gergo tipico della città di Buenos Aires, molto usato nel tango – il verbo balconear significa appunto star a guardare dal poggiolo o dalla finestra. Va rilevato che a individuare per primo questi neologismi, fin dal 1964, è stato il giornalista argentino Jorge Milia, che nel 2013 li analizzò a puntate sull’Osservatore Romano (Bergoglio fu suo professore nell’ultimo anno di liceo). Infine Bianchi sbaglia il nome dell’autore del libro, chiamandolo Francesco Torralba. Nel medesimo errore incorre la redazione di Tuttolibri, ripetendo il nome di battesimo sbagliato nella didascalia sotto la copertina del volume. Sulla quale si legge correttamente Francesc Torralba, e non Francesco (nome completo Francesc Torralba Roselló, filosofo e teologo originario di Barcellona).
[13 marzo 2021]
Sommari da c.../1
Rievocando sul Fatto Quotidiano la stagione vissuta all’Indipendente, Massimo Fini racconta di un incontro a tavola nell’agosto 1993, quando l’allora direttore del quotidiano fondato da Ricardo Franco Levi gli prospettò la possibilità di passare con lui al Giornale: «Finita la cena, un po’ brilli, alzammo i calici e Vittorio esclamò: “In culo al Berlusca, restiamo all’Indi”». Donde il sommario dell’articolo: «“In culo al Berlusca” mi diceva, ma ci andò». O il titolista non ha compreso ciò che ha letto o davvero Feltri, accettando di dirigere Il Giornale, andò in culo al Berlusca. E questa sarebbe la notizia dell’anno.
[12 marzo 2021]
Sommari da c.../2
La Stampa riporta una frase sul vaccino Astrazeneca, pronunciata dal generale Paolo Figliuolo in un colloquio con il Corriere della Sera e Il Foglio: «È stato pubblicizzato male, purtroppo. Dai miei incontri con i vertici dell’Ema mi è stato ribadito che è un prodotto fortissimo». Ed ecco come il titolista l’ha tradotta in un sommario: «È stato pubblicizzato male, purtroppo i vertici dell’Ema mi hanno ribadito che è un prodotto fortissimo». Premio Capire 2021, ex aequo con Il Fatto Quotidiano.
[14 marzo 2021]
Diversità grammaticali
Sulla Verità, in prima pagina, la scrittrice Silvana De Mari osserva che «le donne sono completamente diverse degli uomini e gli uomini sono completamente diversi delle donne». Il dettaglio non ci era sfuggito. Tuttavia ci preme ribadire che, per entrambi i generi, in italiano la preposizione articolata si forma con il da, quindi «dagli uomini» e «dalle donne».
[9 marzo 2021]
Sorpassi a Monopoli
Titolo dalla Repubblica: «In lockdown senza passare dal via. Il Monopoli del virus un anno dopo». Facevano prima a scrivere: «Italia ancora ferma tra vicolo Stretto e vicolo Corto». Titolo nella pagina seguente: «Più vaccini che contagi. Usa, il grande sorpasso grazie ai team militari». Arrivano sempre per primi al Parco della Vittoria.
[10 marzo 2021]
Italiano volgare
Azzurra Barbuto commenta su Libero la foto di Fabiana Dadone, ministro delle Politiche giovanili, ritratta con i piedi sulla scrivania del suo dicastero, scarpe di vernice rossa e tacchi a spillo: «Vuole proprio convincerci di essere figa, intanto non possiamo fare a meno di riflettere sul fatto che chiunque desideri essere preso sul serio dovrebbe guardarsi dallo scadere in un simile volgare protagonismo». Scusi, ha detto volgare?
[10 marzo 2021]
Bandiere immaginarie
«Sa tanto di stile draghiano», scrive Wanda Marra sul Fatto Quotidiano a proposito del breve filmato con cui Enrico Letta ha annunciato su Twitter la sua candidatura a segretario del Pd. E dettaglia: «Maglioncino grigio, colletto bianco e occhialetti, dietro una bandiera dell’Italia, Letta parla per 1 minuto e 20». Il tricolore sul fondo lo ha visto solo Marra. Alle proprie spalle, Letta aveva soltanto una doppia carta geografica d’Italia, senza bandiere, che rappresentava la localizzazione delle Autorità di sistema portuale, i porti di secondo livello, le Zes (Zone economiche speciali) e le sedi delle capitanerie di porto. Solo che anche le redazioni sono ormai diventate porti di mare.
[13 marzo 2021]
Ripasso espresso
Sommario dall’Espresso: «Nella battaglia con Vivendi Bolloré è stato bloccato dal governo di centrosinistra. Gli resta il contenzioso civile e un’inchiesta penale». Corso espresso di grammatica: i soggetti sono due, quindi l’accordo doveva essere al plurale («gli restano»). Per non parlare dell’ircocervo «Vivendi Bolloré», che si sarebbe potuto evitare ponendo una virgola fra il nome della società francese e il cognome del suo presidente.
[28 febbraio 2021]
Soluzione finale
Editoriale domenicale del direttore della Gazzetta di Mantova, Enrico Grazioli: «Un anno di Covid e non abbiamo avuto la soluzione finale». Meno male. Del resto dovette lasciarla a metà persino Adolf Hitler.
[14 marzo 2021]
Parrocchie Oscure
Brani scelti da un articolo firmato dalla scrittrice Silvana De Mari sulla Verità: «L’unica spiegazione logica tutto questo è che Sua Santità Benedetto XVI sia sotto attacco e sotto ricatto». «La elezione del cardinale Bergoglio al papato e valida o no?». «Sua Santità Benedetto XVI che si firma Pontifex». (Non è così: si firma «Benedictus XVI». Si firmava «Benedictus PP. XVI» quando era regnante. La sigla comunque non sta a significare Pontifex bensì Papa senza le vocali, stando al Lexicum abbreviaturarum di Adriano Cappelli, mentre secondo lo Zingarelli 2021 vuol dire Pater Patrum, Padre dei Padri; Pastor Pastorum, Pastore dei Pastori; Pastor Primarius, Primo Pastore). «Jorge Bergoglio ha rifiutato i simboli della sovranità papale, la mazzetta rossa». (È una mantellina e si chiama mozzetta; la mazzetta rossa fu recapitata da Enimont alle Botteghe Oscure, un’altra parrocchia). «La prova definitiva, quella che non lascia adito nessun dubbio». (Si scrive «dare adito a nessun dubbio»). «È altamente improbabile che un testo come un abdicazione papale». «La Declaratio scritta da Ratzinger è stata scritta». (Sembrerebbe fuori discussione). «Dare l’impressione che sia un abdicazione». (Aridaje, come dicono anche in Vaticano). Circa la Declaratio, De Mari afferma che «è stata scritta con errori ortografici impensabili». Da che pulpito.
[7 marzo 2021]
Lontano dagli occhi
Titolo dalla Repubblica: «La lezione di Mattarella in fila per farsi vaccinare lontano dalle telecamere». Chissà chi era quell’anziano signore con i capelli bianchi, entrato all’ospedale Spallanzani di Roma con al fianco Giovanni Grasso, portavoce del capo dello Stato, e filmato da tutti i tg mentre attendeva esemplarmente il suo turno seduto su una poltroncina blu della sala d’aspetto.
[10 marzo 2021]
Ma va’ a da’ via il book
Il Giornale informa che Ruffini partecipazioni, holding di Remo Ruffini, vende il 3,2 per cento di Moncler, specificando che «la cessione di azioni sarà realizzata attraverso una procedura di accelerated bookbuilding», che «nell’operazione di collocamento Bank of America e Morgan Stanley agiscono in qualità di joint bookrunner», che «Gatti Pavesi Bianchi Ludovici agisce in qualità di legal counsel italiano», che «White & Case LLP agisce in qualità di legal cousel inglese e statunitense» e che «Ruffini non potrà disporre delle azioni di Moncler senza il consenso dei joint bookrunner». Vabbè che Il Giornale si pubblica a Milano, però, come dicono a Londra, va’ a da’ via i ciapp!
[10 marzo 2021]
Dizionario adirato
Niccolò Carratelli, autore dello scoop sul misterioso viaggio di Matteo Renzi a Dubai, scrive che l’ex premier «ha incaricato i suoi legali di adire in giudizio in sede civile il nostro giornale». Lo Zingarelli 2021 avverte che il verbo adire è transitivo, pertanto già le forme come «adire alle vie legali» o simili sono da considerarsi non corrette. Figuriamoci adire un giornale in giudizio: il significato del verbo, infatti, è «rivolgersi all’autorità giudiziaria perché provveda alla tutela di un diritto o di un interesse». Quindi si dice «adire il tribunale, adire le vie legali». È vero che sul vocabolario Treccani, alla voce appellare, si legge «adire in giudizio di appello», ma il prestigioso Istituto dell’enciclopedia italiana si smentisce da sé quando lemmatizza adire come verbo transitivo.
[8 marzo 2021]
Troppi spritz
Sull’inserto culturale Domenica del Sole 24 Ore, Davide Paolini tesse le lodi dello spritz, precisando che a Padova «negli anni ’80 un gruppo di universitari ha rilanciato questo aperitivo, attraverso il sito www.spritz.it». Impossibile. Come mi raccontò Antonio Blasco Bonito, il ricercatore del Cnr che per primo digitò in Italia la sigla «www», era il 30 aprile 1986 quando a Pisa egli collegò il Centro nazionale universitario di calcolo elettronico con la rete americana delle istituzioni militari e degli elaboratori delle università connessi ad Arpanet. Ma l’interconnessione fra reti cominciò soltanto nel 1991, allorché l’americana National science foundation eliminò ogni restrizione all’uso commerciale di Internet. Infatti il sito www.spritz.it fu registrato il 1° agosto 2000, non negli anni Ottanta.
[7 marzo 2021]
Deliveroo
Titolo di apertura sulla prima pagina di Avvenire: «Poveri a domicilio». Pronta consegna.
[5 marzo 2021]
Ciak, si vira
Incipit di un articolo del Fatto Quotidiano firmato da Alessandro Mantovani e Wanda Marra: «Nella “cabina di regia” della lotta al virus entrano anche i ministri economici, si farà un tavolo tecnico per rivedere i parametri epidemiologici e per il resto l’Italia rimarrà “a colori”». Benvenuti a Cinecittà.
[24 febbraio 2021]
Possibilisti
Luca De Carolis e Paola Zanca sempre sul Fatto Quotidiano: «E poi c’è il chiaro segnale lanciatogli su Facebook da Luigi Di Maio, l’unico possibile avversario interno: “Spero che il Movimento possa accogliere Conte a braccia aperte, il prima possibile”». L’unico possibile spera che si possa il prima possibile. Non è possibile!
[24 febbraio 2021]
Acuti inutili
Intervistando Vittorio Messori sul Corriere della Sera, Stefano Lorenzetto scrive «vabbé», con l’accento acuto anziché grave. Poiché nell’originale si leggeva correttamente «vabbè», si sospetta l’intervento in extremis di un corruttore di bozze.
[3 marzo 2021]
Motociclisti sulla sedia
Didascalia dall’Arena: «L’automobilista che ha investito il motociclista seduto sulla sedia». Non ci sono più i sellini di una volta.
[4 marzo 2021]
Precedenti pericolosi
Dalle pagine della Verità, in un articolo sulle dimissioni di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, Luca Telese osserva: «Alla fine l’onda lunga di Riad si è abbattuta come uno tsunami anche sul Nazareno. E ha prodotto un risultato senza precedenti: l’addio del primo leader – nella storia del Pci-Pds-Pd – che si dimette sbattendo la porta con un j’accuse senza precedenti». Poco più avanti aggiunge che Zingaretti lo ha fatto «postando una lettera pubblica su Facebook, segnata da una durezza senza precedenti». Infine segnala che il partito è ora in mano a una presidente, Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, che «non ha mai avuto esperienze di dirigenza precedenti». Purtroppo lo stile di Telese ha invece parecchi precedenti.
[5 marzo 2021]
Il piccione Zingaretti
Secondo Wanda Marra del Fatto Quotidiano, quella del dimissionario Nicola Zingaretti è stata «non una fredda comunicazione, ma un messaggio fortissimo, polemico, prima di tutto emotivo, da cui trapela la difficoltà dell’uomo di fronte a un tiro al piccione quotidiano». Un uomo chiamato colombo.
[5 marzo 2021]
Il bersaglio Zingaretti
In un sommario, La Repubblica attribuisce a Nicola Zingaretti la seguente frase: «Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del Pd, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione». Prendiamo atto che Zingaretti è diventato un bersaglio per amore dell’Italia e del Pd e sentitamente ringraziamo.
[5 marzo 2021]
Giornalisti all’indice
Nel Tgr Lazio delle ore 14 la conduttrice Roberta Ammendola annuncia che «il Lazio resta giallo per un soffio: l’indice Rt infatti sfiora ma non arriva all’1 per cento». Notizia priva di senso, giacché l’indice Rt viene espresso per convenzione con un numero naturale, non con una percentuale. L’Rt segnala il tasso di contagiosità del Covid-19 dopo che sono state applicate le misure di contenimento del virus. Esempio: Rt 3 significa che ogni infetto in media contagerà tre persone nel periodo considerato e queste tre persone ne contageranno altre tre a testa nel periodo successivo. Quando l’indice Rt è superiore a 1, vuol dire che ogni persona infetta sta contagiando più di una persona.
[5 marzo 2021]
Misfatto quotidiano
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «L’Istat: c’è un milione di persone in condizioni di povertà assoluta. Eppure nel governo Draghi c’è chi vorrebbe smantellare il Reddito di cittadinanza». Sbagliato. Un milione sono gli individui che nel giro di un anno si sono aggiunti ai poveri già esistenti. I quali, secondo la stima 2020 contenuta nell’ultimo rapporto dell’Istat pubblicato il 4 marzo, si attestano ora a quota 5,6 milioni. Il quotidiano di Marco Travaglio è riuscito a ridurli dell’82 per cento in un sol colpo e si avvia dunque a pareggiare i conti con Luigi Di Maio, che nel 2018, dal balcone di Palazzo Chigi, proclamò l’abolizione della povertà.
[5 marzo 2021]
Pure alla Giustizia?
In una didascalia, La Stampa qualifica la grillina Lucia Azzolina come «ex ministra della Giustizia». Non sono bastati i danni che ha fatto all’Istruzione?
[4 marzo 2021]
E tu. E noi. E lei. Fra noi
Titoli da un’unica edizione del Giornale. «E sulla cura s’incarta pure l’ideologia rossa». «E i dem anticipano la resa dei conti». «E Bonaccini incalza». «E ora la “zona rossa” spaventa mezza Italia». «E adesso esplode la rabbia delle famiglie». «E Sputnik prepara lo sbarco in Europa». «E la giudice condanna i sansepolcrini». «E sui dossier caldi non potrà più fare melina». «E tornano le proteste». E poi e poi e poi sarà come morire (copyright Giorgia).
[5 marzo 2021]
Congiuntivite
In un servizio da New York sulla Repubblica, l’inviata Anna Lombardi scrive: «Peccato che solo lunedì il Cdcp, Center for Disease Control and Prevention, ovvero l’organo governativo che si occupa della prevenzione e monitoraggio delle malattie infettive, lo aveva detto chiaro». Congiuntivo vo cercando.
[4 marzo 2021]
Genova per voi
Titolo in prima pagina sul Tempo: «Dura lettera di condanna del vescovo di Genova per la corona di spine indossata da Fiorello. Bufera cattolica sul Festival di Sanremo». Non è così. A censurare «insulsaggini e volgarità» e a protestare contro il premio attribuito a «un personaggio che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine» (Rosario Fiorello), è stato Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia e Sanremo, non di Genova.
[8 marzo 2021]
Fuori servizio
Titolo dalla Verità: «Filmava le automobili fuori servizio e poi inviava le multe: vigile indagato». In realtà le auto erano funzionanti. Quindi bisognava titolare: «Fuori servizio filmava le automobili e poi inviava le multe: vigile indagato».
[5 febbraio 2021]
Il problema è il titolista
Sottotitolo dalla Verità: «Il problema non è lui, ma la maggioranza che ha distrutto l’Italia ancora presente in Parlamento». Fa piacere che l’Italia sia ancora presente in Parlamento, pensavamo che se ne fosse andata da quel dì. Nel frattempo, si potrebbe correggere l’italiano: «Il problema non è lui, ma la maggioranza, ancora presente in Parlamento, che ha distrutto l’Italia».
[7 febbraio 2021]
Cala cala, Ta-Rocco
«Con Il Portavoce sto vendendo più di Barack Obama», è l’affermazione che Giorgio Gandola, sulla prima pagina della Verità, attribuisce a Rocco Casalino, spin doctor del premier Giuseppe Conte in due governi. Come sempre Ta-Rocco, per usare l’azzeccato nomignolo appioppatogli da Dagospia, le spara grosse. Nella sua prima settimana in libreria, Il Portavoce (Piemme) ha venduto infatti 3.665 copie, piazzandosi al 15° posto in classifica. Nella stessa settimana, Una terra promessa (Garzanti) di Barack Obama ne ha vendute quasi il triplo, 9.604, occupando il 6° posto in classifica. Si deve dedurne che Casalino non la racconta giusta. E poiché da quando è uscito, a metà novembre, il saggio di Obama ha già totalizzato 120.152 copie, per venderne di più a Ta-Rocco servirà un Grande Puntello, più che un Grande Fratello.
[2 marzo 2021]
Parentesi grappa
Nella rubrica Il racconto, sul Fatto Quotidiano, Andrea Vitali, il medico diventato romanziere di successo, si dedica a una briosa dissertazione statistica sui consumi alcolici nel bar che frequenta abitualmente. Parlando della grappa bianca, egli riferisce che essa è prediletta da «quei soggetti che, ligi a vecchi costumi, usano avviare la mattina di lavoro corroborando lo spirito con quel liquore». Definizione assai impropria: la grappa non è un liquore bensì un distillato, per la precisione un’acquavite di vinaccia che per legge può essere ricavata solo in Italia da uve raccolte e vinificate esclusivamente nel nostro Paese.
[2 marzo 2021]
Miliardi di giornate
«Se esistesse un “Archivio dei giorni perduti”, alla voce “scuola” bisognerebbe aggiungere 112 miliardi di pagine. Tanti sono i giorni di didattica in presenza che bambini e ragazzi di tutto il mondo hanno smarrito dall’inizio della pandemia, esattamente un anno fa», scrive Viola Ardone nell’incipit di un articolo sulla prima pagina della Stampa. Anche ammettendo che dall’inizio della pandemia siano state interrotte le lezioni in presenza per tutti i 365 giorni (il che non è) e che il fenomeno abbia riguardato per l’intero anno tutti i 195 Stati sovrani riconosciuti dall’Onu (il che non è), i giorni in cui sono saltate le lezioni ammonterebbero a 71.175. L’unico dato importante è che sono stati 1,2 miliardi (stima dell’Unesco) gli studenti costretti a ricorrere alla didattica a distanza, ecco tutto. Ma ciascuno di loro avrebbe perduto, nella peggiore delle più fantasiose ipotesi, 365 giorni di scuola (71.175 volendo riferirsi al totale degli Stati sovrani). Solo che è più reboante, per i giornali, parlare di 112 miliardi di giornate perse.
[3 marzo 2021]
Senso del dovere
Titoli da un’unica edizione del Domani. Pagina 9: «Per approdare al successo, i bitcoin hanno dovuto tradire la loro missione». Pagina 10: «La parentesi di Draghi deve servire a rendere Renzi inoffensivo». Pagina 11: «Per essere efficace il Recovery plan deve ripartire dalle nostre città». Ecco un giornale che ha il senso del dovere.
[22 febbraio 2021]
Sine nobilitate
Parlando dello snobismo sulla Verità, Silvana De Mari afferma: «La parola deriva da s. nob., che vuol dire sine nobilitate. Era scritto nei college inglesi di fianco ai nomi di quelli che non erano né conti né marchesi, e che quindi spesso sviluppavano un complesso di inferiorità che compensavano con un comportamento ignobile di aggressione agli umili». Trattasi di una mera ipotesi che fu avanzata, peraltro in termini un po’ diversi, da Alfredo Panzini nel Dizionario moderno (1908): «Snob è voce di incerta etimologia. Nobs, abbreviazione di filius nobilis, dicevasi nei collegi dei giovanetti patrizi; coloro che vi si accostavano o ambivano accostarsi erano detti quasi-nobs, indi snobs». Nel Grande dizionario della lingua italiana (edito fra il 1961 e il 2002), Salvatore Battaglia ne parla così: «Secondo un’opinione citata dal Panzini, ma non accreditata, deriverebbe invece dall’abbreviazione s. nob. che i cancellieri apponevano sugli elenchi delle famiglie plebee e corrispondente alla locuzione latina sine nobilitate “senza nobiltà”». Il vocabolario Treccani dirime la questione in questo modo: «È priva di fondamento l’opinione, molto diffusa, che sia un’abbreviazione della locuzione latina s(ine) nob(ilitate) “senza nobiltà”». Infine, ecco la definizione sullo Zingarelli 2021: «Voce inglese, di origine scandinava, propriamente “calzolaio, uomo rozzo”; divulgata dal Libro degli Snob, di W. M. Thackeray (1811-1863), ma presente nel gergo antico dell’Università di Cambridge per indicare ogni estraneo a quell’ambiente e come tale non socialmente qualificato».
[22 febbraio 2021]
E alla fine morì
Titolo dalla Gazzetta di Mantova del 1° marzo: «Gravissimo ma vivo il dottor Posteraro». Poiché nell’edizione del giorno precedente un altro titolo, a tutta pagina, annunciava «Il Montecchi piange il primario di Riabilitazione. II dottor Posteraro stroncato da una malattia a 62 anni», il «ma» segnalava che in redazione erano dispiaciuti non già per il macabro errore bensì perché il medico non si rassegnava a morire. L’indomani, sospiro di sollievo in pagina: «La notizia della prematura scomparsa del dottor Lucio Posteraro, 62 anni, vinto da una grave malattia, è ora confermata». Più che la scomparsa, era prematura la notizia della morte.
[2 marzo 2021]
Fissazioni
«Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si torni a parlare dell’urgenza del Mes». Così termina un urticante corsivo del Fatto Quotidiano, siglato FQ, che per lo stile sembrerebbe scritto dal suo direttore Marco Travaglio. Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si tornasse a rispettare la nostra lingua. Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (pagina 562) insegna infatti che «se nella reggente figura il condizionale presente di un verbo indicante volontà, desiderio, opportunità (come volere, desiderare, pretendere, esser conveniente e simili)» – ed è appunto il caso in questione – «la dipendente si costruisce col congiuntivo imperfetto più spesso che col congiuntivo presente». Il linguista cita un paio di esempi, fra cui il seguente tratto da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: «E che vorrebbe ch’io facessi?». Non «ch’io faccia».
[25 febbraio 2021]
Violenza prêt-à-porter
Dalla Repubblica: «La violenza sta tornando di moda in ogni ambiente e a ogni latitudine, non solo nell’Est del Congo». Così il cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, celebrando i funerali di Stato delle vittime dell’attentato in Congo. Eminenza, la violenza si è sempre portata bene, ci pare.
[25 febbraio 2021]
Tamponamenti anali
Titolo dalla Verità: «Usa vessati dal tampone anale cinese». Il sommario specifica: «Washington chiede di escludere i suoi funzionari dal test rettale, introdotto a gennaio». Giusto. Siamo a marzo. È tempo di toglierlo.
[27 febbraio 2021]
Francesismi
La medesima Verità insiste con i francesismi nei titoli, pur non conoscendo il francese. Dopo debacle al posto di débâcle il giovedì, ecco «Triste déja vu», anziché déjà vu, sulla prima pagina di venerdì. Davvero un triste déjà vu, in effetti.
[26 febbraio 2021]
Muti parlanti
Sul Fatto Quotidiano, nell’incipit di un articolo Wanda Marra scrive: «Chiuso nel mutismo dei momenti difficili, raccontano che Nicola Zingaretti ieri mattina non rispondeva neanche al telefono». Essendo muto, sarebbe stato difficile il contrario: la lingua dei segni al telefono non funziona. Sempre riferendosi al segretario del Pd, Marra più avanti annota: «Zinga è tornato a parlare di “vocazione maggioritaria”, ha dedicato un rapido cenno ai Cinque Stelle, citando genericamente di “alleanze”, che improvvisamente non sono più strutturali e portanti». Il verbo citare è transitivo, ergo si può citare qualcosa, non di qualcosa. Comunque constatiamo con sollievo che Zingaretti non è affatto chiuso nel mutismo: parla e cita.
[26 febbraio 2021]
Istruzione garantita
Dalla biografia del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riportata sul sito del dicastero: «Ha insegnato alle Università di Trento, Udine e Bologna, dove tornò come ordinario di politica economica nel 1991». Complimenti per la consecutio temporum.
[24 febbraio 2021]
Nomi d’arte
Il Domani dedica un’intera pagina d’intervista all’economista Gaël Giraud, un gesuita. L’autore, Ferdinando Cotugno, lo chiama sempre e solo Giraud, senza nome di battesimo. Penserà che sia un nome d’arte, come Platinette?
[26 febbraio 2021]
Precisione tramontata
Sommario dell’articolo intitolato «Wilder sul viale del tramonto» su Robinson, il supplemento culturale della Repubblica: «Pretesto narrativo: una ragazza greca che incontra il commediografo sul set di “Fedora”». Duole deludere il titolista, ma Billy Wilder fu regista cinematografico, sceneggiatore, produttore e giornalista, mai commediografo.
[20 febbraio 2021]
Delitti e rifiuti
Dalla Gazzetta di Mantova: «Dalle indagini effettuate la polizia locale è risalita ai produttori dei rifiuti stessi. Gli stessi dopo averli contattati sono stati multati per violazione del regolamento comunale di polizia urbana. Tra i vari scarti che erano sul posto la polizia locale ha anche trovato i responsabili di un “cold case”, un abbandono di rifiuti risalente presumibilmente a due anni fa: un uomo di Roverbella che è stato anch’egli multato». Chi ha ucciso la lingua italiana nei giornali? Ecco il vero delitto irrisolto.
[22 febbraio 2021]
Bus ubriachi
Sommario dall’Arena: «In un altro caso i poliziotti sono intervenuti per l’ennesimo passeggero di bus ubriaco». È la prova che a Verona si beve forte: sono sbronzi anche i mezzi pubblici.
[26 febbraio 2021]
Dio li fa e poi li accoppia
Claudio Petruccioli, ex presidente della Rai in quota ai Ds ed ex parlamentare, posta su Twitter un titolo della Verità («Da Grillo un bel “vaffa” a sé stesso») e commenta: «Questa volta l’impulso è solo grammaticale Vogliamo ricordarci che prima di STESSO sul SE non si mette l’accento? Almeno nei titoli!» (testuale). Morale interessante per un giornalista, qual è Petruccioli: nei titoli non si deve sbagliare invece nei testi è consentito farlo? Segue infuocato dibattito. Qualcuno gli ricorda il DOP - Dizionario d’ortografia e di pronunzia di Bruno Migliorini: «Frequenti ma non giustificate le varianti grafiche se stesso, se medesimo, invece di sé stesso, sé medesimo». Qualche altro cita la Grammatica italiana di Luca Serianni: «Senza reale utilità la regola di non accentare sé quando sia seguito da stesso o medesimo, giacché in questo caso non potrebbe confondersi con la congiunzione: è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo». Nulla di nuovo. È sulla stessa linea lo Zingarelli 2021 («si preoccupano solo di sé stessi; ha pensato solo a sé stesso»), che in una nota d’uso sull’accento specifica: «Quando sé è seguito da stesso, si può anche scrivere senza l’accento; è tuttavia consueta anche la forma accentata, per evitare equivoci che, nel caso di se stessi o se stesse, potrebbero verificarsi». Equivoci di cui il linguista Giuseppe Antonelli diede conto con un articolo illuminante uscito sul Corriere della Sera il 13 gennaio 2019, che cominciava così: «Se stessi qui a fare polemica, dovrei semplicemente invitare tutti a fare pace con sé stessi, o con sé stesse: perché quell’accento non ci sarebbe, se stesse lì per caso. C’è perché serve a distinguere il pronome personale (sé) dalla congiunzione ipotetica (se). E, come appare evidente già da queste prime righe, non è affatto vero che quando sé precede stesso o medesimo di quell’accento non ci sia bisogno». Nella lezione tenuta all’Università La Sapienza di Roma il giorno in cui lasciò la cattedra per andare in pensione, il professor Serianni ribadì «la propria unica, inderogabile pretesa sugli studenti: che scrivano “sé stesso” con l’accento». Aldo Gabrielli aveva già tagliato la testa al toro nel lontano 1956: «Si scriva sempre sé pronome con l’accento, in ogni caso» (Dizionario linguistico moderno, pagina 589). Fa stecca nel coro il tweet di Giovanna Nuvoletti, che di Petruccioli è la moglie: «Perché pagano asini per fare i titoli nei giornali?». Signora, è quello che ci chiedevamo anche di certi presidenti della Rai.
[23 febbraio 2021]
Non credo ma spero
«Spero e non credo che chi ha pronunciato quelle parole coltivi realmente, razionalmente, dentro di sé quei molteplici disvalori», scrive Walter Veltroni sul Corriere della Sera a proposito dei disgustosi e intenzionali insulti rivolti dal professor Giovanni Gozzini a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Nell’intento cerchiobottista di deplorare un intellettuale di sinistra senza inimicarselo, l’ex direttore dell’Unità colloca male il «non», che si doveva riferire ovviamente a «coltivi». In modo più semplice, Veltroni avrebbe potuto scrivere: «Non credo che chi ha pronunciato quelle parole coltivi realmente», togliendo il superfluo «spero». Ma la speranza, si sa, è l’ultima a morire.
[22 febbraio 2021]
Frasi travagliate
Nell’incipit del suo editoriale, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, scrive di Beppe Grillo: «Così cominciò a informare la gente nei suoi show (chi ci andava scoprì che la Parmalat era fallita ben prima della Consob e dei pm)». Quindi la Consob e i pm sono falliti senza che ce ne accorgessimo? Se non è così, bisognava scrivere: «Chi ci andava scoprì ben prima della Consob e dei pm che la Parmalat era fallita».
[19 febbraio 2021]
Lezioni di francese
«Speranza dà lezioni, ma è stato una sciagura», titola La Verità. E il sommario sentenzia: «La sua conferma dopo la debacle sulla profilassi è un grave errore di Draghi». A proposito di dare lezioni: si scrive débâcle.
[25 febbraio 2021]
Dopo che fu ucciso, sparò
Nel servizio sull’agguato che è costato la vita all’ambasciatore italiano in Congo e al carabiniere che era con lui, Francesco Battistini sul Corriere della Sera ricorda come nel 1995 sei volontari di Lecco furono massacrati allo stesso modo e nello stesso posto: «Una banda li sorprese a Rutshuru, proprio il villaggio che Attanasio cercava di raggiungere, e dopo ucciso l’autista sparò sugli altri». Non ci è ben chiaro che cosa sia accaduto «dopo», ma escluderemmo che l’autista sia resuscitato per completare la strage.
[23 febbraio 2021]
«Mi» pare sbagliato
La Repubblica dà conto del bollettino dei contagi da Covid-19 con un grafico in cui compare una sigla misteriosa: «574mi il totale dei positivi». Quindi il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha decretato erga omnes che «mi» sta per migliaia, così come «mln» significa milioni e «mld» miliardi. Peccato che «mi» indichi già, nella lingua italiana, l’unità di misura itineraria corrispondente al miglio.
[2 gennaio 2021]
Nuove parabole
Titolo da Avvenire: «La parabola discendente dei tamponi». Dal Vangelo secondo Speranza.
[21 febbraio 2021]
Dal 1945 è trascorso un secolo
Dalla Gazzetta di Mantova: «Morti in tutta la provincia di Mantova dall’inizio della pandemia: 1.184, di cui 164 in città. Sono i numeri agghiaccianti di una delle più grandi tragedie dell’ultimo secolo dopo le due guerre mondiali». Nel frattempo c’è stata una riforma del calendario?
[22 febbraio 2021]
Piove che Dio non la manda
«Il virus come il diluvio universale – “tragedia di proporzioni bibliche”, la definì Mario Draghi sul Financial Times, appunto – che ci stipa tutti sulla stessa barca», scrive l’ubiquo padre Antonio Spadaro sull’Espresso anziché sul quindicinale che dirige (La Civiltà Cattolica). Scusi, reverendo, ma le avanza ancora il tempo per celebrare la messa oppure è troppo impegnato come press agent di papa Bergoglio? Perché domenica scorsa nella prima lettura (Genesi 9, 8-15) Dio parlava così: «Non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Quindi se il Padreterno in persona promise a Noè e ai suoi figli che non avrebbe mai più mandato sulla terra un simile cataclisma, lei di quale diluvio universale sta cianciando?
[21 febbraio 2021]
Espressioni di chiarezza
Sommario dall’Espresso: «Imprese, artigiani, partite Iva, ma anche l’Ilva e l’Alitalia, lavorerà con Franco, Cingolani e Giovannini». Chiarissimo.
[21 febbraio 2021]
In difesa del Profumo di Leonardo
«Pandemia e crisi, Leonardo riparte dal Sud», titola La Verità il 22 gennaio. «Investimenti da 360 milioni di euro per modernizzare gli stabilimenti produttivi nel Meridione. È il contributo di Leonardo al “nuovo sviluppo del Sud”, presentato mercoledì dall’amministratore delegato Alessandro Profumo», scrive nell’incipit Stefano Pioppi. «Dallo spazio al nucleare, la sfida di Leonardo», titola La Verità una settimana dopo. «Leonardo si rafforza sulle tecnologie del futuro», scrive Stefano Pioppi, presentando il «piano strategico “Be Tomorrow 2030”, fortemente voluto dall’ad Alessandro Profumo». «È arrivato il momento di investire nell’aerospazio», titola La Verità una settimana dopo. «Sempre di innovazione tratta l’accordo tra Leonardo e il gruppo belga Solvay», scrive Stefano Pioppi, tessendo le lodi di «Alessandro Profumo, presidente di Asd, l’Associazione delle industrie europee dell’aerospazio». «Elettronica, 70 anni di innovazione per la Difesa», titola La Verità una settimana dopo. «“L’industria aerospaziale può essere una forza trainante nell’evoluzione dell’Europa”, ha detto ieri l’ad di Leonardo Alessandro Profumo», scrive Stefano Pioppi. «Tre eccellenze in corsa per l’acciaio “green”», titola La Verità una settimana dopo. «Alla ricerca di alternative contribuiranno Danieli, Leonardo e Saipem, tre eccellenze della Penisola», scrive Stefano Pioppi. «Nel solco tracciato dal piano strategico “Be tomorrow 2030”, presentato dall’azienda guidata da Alessandro Profumo». La rubrica di Stefano Pioppi sulla Verità s’intitola In difesa. Suggeriamo una leggera modifica: In difesa di Leonardo. Oppure, meglio ancora, In difesa di Profumo.
[19 febbraio 2021]
Fino al 25
«Oggi primo decreto Draghi. Vietato spostarsi fino al 25», titola a tutta pagina Il Fatto Quotidiano. Ma «oggi» era lunedì 22 febbraio, quindi se ne deduceva che gli spostamenti da una regione all’altra sarebbero rimasti vietati per altri tre giorni, fino a giovedì 25 febbraio. Peccato che il presidente del Consiglio fosse invece orientato a fissare il nuovo termine al 25 marzo e ieri mattina un Dpcm lo abbia allungato fino al 27 marzo.
[22 febbraio 2021]
Diviso per 1.000
Titolo dalle pagine di economia del Corriere della Sera: «Nuove crisi, spuntano anche quelle di Henkel e Honeywell». Il sommario precisa: «Vertenze aperte in tutti i settori: nel solo comparto tessile-moda si contano 200 lavoratori in bilico». In realtà, il titolista ha diviso per 1.000: i posti a rischio sono 200.000, come riporta correttamente il testo.
[19 febbraio 2021]
Stupore inaccettabile
Titolo da Repubblica.it: «Governo, lo stupore di Draghi per i diktat dei partiti che non accetterà». Non accetterà i partiti o non accetterà i diktat? Nel secondo caso, bastava scrivere «Governo, lo stupore di Draghi per gli inaccettabili diktat dei partiti».
[9 febbraio 2021]
Latinismi
Sommario su Avvenire.it: «Un anno speciale voluto dal Papa per il rilancio di Amoris laetita». Sarebbe laetitia. Mai una gioia.
[19 febbraio 2021]
Oltre 100, anzi 102
Titolo dal sito della Gazzetta di Parma: «Oltre 100 nuovi contagi (102) a Parma e in provincia». La tipica pignoleria del titolista che ha frequentato il liceo scientifico.
[18 febbraio 2021]
Inseparabili
Stroncato per strada da un infarto, un cittadino di Sirmione è stato vegliato dal suo cagnolino, un «amico a quattro zampe, un compagno inseparabile dal quale non si separava mai e che gli è rimasto accanto fino alla fine», scrive Bresciaoggi. Gli inseparabili in effetti non si separano mai e, inevitabile corollario, stanno anche uno accanto all’altro.
[16 febbraio 2021]
Leoni da tastiera
Classifica dei giornali che, dal 1° gennaio al 15 febbraio, hanno utilizzato per ben 99 volte la stereotipata espressione «leoni da tastiera», qualunque cosa essa significhi: Il Giorno 5 volte, Libero 4, La Tribuna di Treviso 4, La Gazzetta del Sud 4, Il Gazzettino 3, La Verità 3, Il Secolo XIX 3, Corriere Adriatico 3, Corriere della Sera 2, La Repubblica 2, Il Foglio 2, La Nuova Venezia 2. Tralasciamo le innumerevoli testate con una sola citazione, che non saranno costrette a sostituire le tastiere graffiate dai leoni.
[15 febbraio 2021]
La ballata di Fantozzi
A proposito di tastiere. Ecco la lista dei ministri del governo Draghi secondo la pagina Facebook della Repubblica: «Daniele Franco all’Rconomia, Giancarlo Giorgetti sivluppo economico, Stefano Patuanelli all’Agricoltura, Giovanni alle Infrastrutture, Patrizio Bianchi all’Istuzione». Mi si sono intrecciati i diti. Me li streccia?
[13 febbraio 2021]
Mautizio e Maucaio
Firma posta in testa al giro dell’editoriale scritto dal direttore della Verità: «di Mautizio Belpioetro». Devono essersi intrecciati i diti anche a Caio o Sempronio.
[18 febbraio 2021]
Bose dell’altro mondo
Costretto dal Vaticano a sloggiare dalla Comunità di Bose da lui fondata, fratel Enzo Bianchi ha trovato rifugio presso La Repubblica, dalle cui pagine ha offerto un dotto articolo che parla dell’«urgenza di instaurare uno stile sinodale», di «un sinodo come convegno», della richiesta rivolta da papa Francesco ai vescovi «per incominciare un processo di sinodo nazionale», del «dare inizio al processo di sinodalità», della «sinodalità come camminare insieme», della «sinodalità come cammino». Conclusione: «I temi posti sono importanti ma più decisivo è il processo di sinodalità da mettere in moto. Per ora, però, pochi lo vogliono e la maggior parte non sa e non vuole sapere cosa sia!». Fra costoro, i lettori.
[8 febbraio 2021]
Riguarda che lapsus
Dalla Verità: «Il lapsus linguae è riguardato addirittura il nuovo governo di Mario Draghi». Aggiungeteci pure il lapsus calami: si scrive «ha riguardato».
[15 febbraio 2021]
Massi millimetrici
Titolo dalle cronache regionali del Corriere della Sera: «Schiacciato da un masso mentre è in macchina. Morto il pittore delle valli». Sommario: «Morbegno, la roccia ha centrato l’auto con precisione millimetrica». Già la parola millimetri riferita a un masso suona surreale. Per il resto, mancano soltanto gli applausi a scena aperta.
[10 febbraio 2021]
Notizie dell’ultima ora
Titoli da un’unica edizione del Fatto Quotidiano. Pagina 4: «Ora le riforme volute dall’Ue». Pagina 5: «Ora la Lega gongola». Pagina 6: «Il Pd ora scende dalla Sea Watch». Suggeriamo di cambiare la testata: Le Ore.
[7 febbraio 2021]
Tutte le scuse sono buone
La Repubblica fa parlare i gestori degli impianti sciistici di Pian del Munè, in Piemonte, che hanno deciso di aprire le piste nonostante il provvedimento di chiusura disposto tardivamente dal ministro Roberto Speranza: «Dovrebbero chiederci almeno le scuse». Bei tempi quando le scuse si facevano o si porgevano.
[16 febbraio 2021]
Spolverata inaugurale
Sottotitolo dalla Verità: «Inaugurata in grande spolvero la struttura alla Fiera di Bari “copiata” dalla vituperata Lombardia». In grande spolvero? La locuzione giornalistica di solito si applica alla forma fisica, specialmente di atleti e artisti, non certo a una inaugurazione, che semmai avviene in pompa magna.
[29 gennaio 2021]
Scontri ferroviari
Dalla Gazzetta di Mantova: «Ha tentato di farla finita per una delusione d’amore: così un giovane di 24 anni, ieri, è rimasto ferito in uno scontro con un treno, vicino alla stazione di Schivenoglia». Scontri ravvicinati del terzo tipo.
[16 febbraio 2021]
Inforcare la bici wagon
Alessandro Da Rold racconta sulla Verità che dentro Forza Italia erano tutti convinti che i ministri azzurri nel governo sarebbero stati Antonio Tajani e Anna Maria Bernini, «prima che Draghi inforcasse la sua station wagon per recarsi al Quirinale». Il verbo inforcare ha questo significato: montare, mettendosi a cavalcioni. Il nuovo premier viaggerà a gambe divaricate sul portapacchi della station wagon?
[14 febbraio 2021]
Di fronte
Incipit dell’articolo del sociologo Ilvo Diamanti sulla Repubblica: «Mario Draghi ha appena presentato il nuovo governo. Di fronte gli italiani. Ma anche all’Europa». La locuzione prepositiva è di fronte a, sempreché gli italiani non siano diversi dagli europei.
[15 febbraio 2021]
Torna il «plexiglass»
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano parla di «quel plexiglass ovunque che distanzia i presenti» in Consiglio dei ministri. Ci risiamo: si scrive plexiglas, con una sola «s». Più oltre Marra cita «il ricordo dei “migliaia di morti”». Ok, ci arrendiamo.
[14 febbraio 2021]
Repetita iuvant
Foto di un paesaggio innevato nella rubrica La coda dell’occhio di Michele Smargiassi sulla Repubblica del 3 febbraio, pagina 39: «Dall’alto della Snow Hill a Windsor, un re di bronzo cavalca un destriero di bronzo indicando con la mano chissà quali imprese. Ai piedi della Snow Hill di Windsor i cerbiatti vanno tranquilli dove gli pare». Foto di un paesaggio innevato nella rubrica La coda dell’occhio di Michele Smargiassi sulla Repubblica del 4 febbraio, pagina 39: «Dall’alto della Snow Hill a Windsor, un re di bronzo...» eccetera. Per i più dubbiosi: anche l’immagine era la stessa del giorno prima.
[4 febbraio 2021]
Stiamo apposto!
Dal sito del Corriere: «Le hanno chiamate le mascherine “mutanda” e sono le più odiate dai bambini e dai ragazzi di tutta Italia. Sono le più distribuite dalla struttura del commissario Domenico Arcuri ma anche le più detestate», come spiega in un post, divenuto virale su Facebook, Alex Corlazzoli, «il “maestro” per eccellenza, famoso per il libro Tutti in classe». Nella versione originale della notizia si potevano leggere le seguenti espressioni tratte dal post di Corlazzoli (in seguito corrette dal Corriere, per fortuna): «I presidi le fanno arrivare nei plessi e sono apposto. Gli insegnanti le distribuiscono e sono apposto! I genitori che possono permettessero le comprano e i bambini sono apposto!». Con maestri come Corlazzoli è a posto anche la scuola. Ma non è un bel posto.
[27 gennaio 2021]
Scambi di riviere
Attacco di un servizio firmato da Franco Ordine sul Giornale: «Sono due le spine in gola che accompagnano Stefano Pioli e il Milan lungo il viaggio verso la riviera di ponente, destinazione La Spezia». Dev’essere un vero spettacolo il sole che tramonta sulla Riviera di Levante.
[13 febbraio 2021]
Grandi notizie
Titolo di apertura sulla prima pagina di Avvenire: «Draghi ha un obiettivo». Be’, dài, è già qualcosa.
[14 febbraio 2021]
Disinformazione stereofonica
In un reportage sulla Stampa, Fabio Poletti e Francesco Rigatelli intervistano Ettore Riello, indicato come «presidente di Verona Fiere e dell’azienda di famiglia leader nei sistemi di riscaldamento». Le qualifiche sono ripetute nel sommario sotto la foto: «Presidente della Riello e di Verona Fiere». Riello nel 2015 ha lasciato l’ente fieristico e nel 2017, d’accordo con le sorelle Lucia e Roberta, ha ceduto il 30 per cento dell’azienda di famiglia al colosso americano United technologies corporation, che già deteneva il 70 per cento delle azioni. Per averci lavorato solo in due, gli autori del reportage della Stampa si dimostrano molto informati.
[12 febbraio 2021]
Made in China
In un servizio apparso sulla Verità, in cui si parla di cashless, tilt, shopping, banner, stories, Giuseppe China riesce anche a infilare «endorsment» anziché endorsement, «casback» anziché cashback, «A gennaio è stato varata» e «Peccato che il cashback ha dimostrato numerosi limiti». Non solo il cashback. Soprattutto in fatto di congiuntivi.
[30 gennaio 2021]
Mi Sconcerti
Analisi di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera: «Tra il calcio di Conte e quello di Guardiola c’è la stessa differenza che esiste tra Carducci e Ungaretti. Quindi diffidenza accademica». Perciò dovrebbe essere meglio Antonio Conte, allenatore dell’Inter, visto che Giosue Carducci vinse il premio Nobel e Giuseppe Ungaretti no. Abbiamo chiesto per sicurezza conferma a un decano del mestiere appassionato di sport. Il suo commento: «Sbagliato. Oggi come oggi è meglio Guardiola, allenatore del Manchester City e vincitore di tutto ovunque sia stato».
[9 febbraio 2021]
Torna il «c’ho»
Titolo del Fatto Quotidiano: «Affaire mascherine: “C’ho il numero di Arcuri, vinciamo”». Tocca ripetersi. Questo costrutto colloquiale per i linguisti Francesco Sabatini e Luca Serianni non ha diritto di cittadinanza nella lingua scritta: il «ci» si elide solo davanti a parole che cominciano per «i» e con «c’è» e «c’era». Ma, senza scomodare la grammatica, basta l’estetica per evitare questo obbrobrio.
[9 gennaio 2021]
Festa degli innamorati soli
Dalla newsletter Informacibo: «Il ristorante La Tavola lancia il menù di San Valentino. Anche per single». Sconto del 20 per cento ai cultori del sesso fai da te.
[12 febbraio 2021]
Pubblici esercizi sul filo
Secondo Rinaldo Frignani del Corriere della Sera, nella prima giornata di zona gialla dopo l’allentamento delle misure contro la pandemia, «7 italiani su 10 hanno pranzato al ristorante». Ipotizzando una clientela compresa fra i 6 e i 90 anni, stiamo parlando di oltre 56 milioni di persone (fonte: Istat), cioè 39,2 milioni di avventori (il 70 per cento di 56 milioni, appunto). Poiché il numero delle imprese registrate nel nostro Paese alla voce «ristoranti e attività di ristorazione mobile» ammonta a 184.587 unità (fonte: Federazione italiana pubblici esercizi, Rapporto annuale 2019), vorrebbe dire che ogni locale ha messo a tavola per pranzo – la sera i locali erano chiusi – ben 212 persone. Però la stessa Fipe calcola che i ristoranti mediamente abbiano una superficie di 90 metri quadrati e 62 posti a sedere. Dunque, una capienza massima di 11,4 milioni di commensali. Solo che con il distanziamento sociale imposto dal Covid-19 questi 62 posti dovrebbero essersi ridotti più o meno alla metà, quindi in totale 5,7 milioni (dando per scontato che tutti i ristoranti abbiano riaperto i battenti, ma non è così). E gli altri 33,5 milioni di ghiottoni di cui riferisce Frignani? Hanno mangiato in piedi come i cavalli?
[7 febbraio 2021]
Ordine al merito della sgrammatica
Da un articolo di Repubblica.it, firmato da Laura Mari, apprendiamo che «Draghi indossa un completo scuro e all’occhiello del bavero della giacca ha appuntato la “rosetta” che viene rilasciata con l’onoreficienza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana». Merita l’onorificenza di cavaliera al merito della sgrammatica italiana: non è facile infilare due svarioni in una sola parola.
[5 febbraio 2021]
Distanziamento asociale
«In questo senso l’Italia è fortunatamente ricchissima: per restare, a titolo d’esempio, al solo Veneto, Rovigo è diversa dalla molto vicina Verona, Verona da Vicenza, Vicenza da Treviso, Treviso da Padova, per non parlare di Venezia che fa caso a sé», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Non si capisce il senso dell’esempio. Rovigo dista «dalla molto vicina Verona» 90 chilometri, quindi è molto più prossima a Padova (46 chilometri), Vicenza (82) e Venezia (82).
[11 febbraio 2021]
Testate e testuggini
In un articolo dedicato al calciatore tedesco di origine turca Mesut Özil, apparso sulla Repubblica, Paolo Condò dedica questo passaggio a Graeme Souness: «Dopo un derby particolarmente bollente, il manager scozzese guadagnò a stento gli spogliatoi, salvato dagli scudi dei poliziotti schierati a testuggine come opliti». Paragone storico assai infelice. La testuggine era la tipica formazione di fanteria pesante dell’esercito romano, mentre gli opliti erano i soldati dell’antica Grecia provvisti di lancia, spada, corazza, elmo e scudo. Trattasi di reminiscenze delle elementari, scuole che Condò evidentemente deve aver frequentato con scarso profitto.
[5 febbraio 2021]
Periodi ipotetici
Sarina Biraghi sulla Verità attribuisce a Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) la seguente dichiarazione: «Se poi portasse dei provvedimenti che io condivido per il bene dell’Italia, allora li voto». Può darsi che il fratello d’Italia ignori l’italiano, in particolare il periodo ipotetico. Ma in tal caso il giornalista non deve sottoscrivere, bensì correggere. «Se portasse dei provvedimenti» (protasi: congiuntivo imperfetto) «li voterei» (apodosi: presente condizionale).
[6 febbraio 2021]
Esercizi di Style
La pagina 179 del numero di gennaio del mensile Style Magazine si presentava nell’edizione digitale come segue. Titolo: «TITOLO FINTO». Sommario: «As enti opta inctiiscia voles explam nonsequ iaecerf erundi nienimincto» eccetera. Altro sommario: «TESTO FINTO. È ET ACI UTECTA EARIBUS CIPISSIM QUI ACEAQUOS» eccetera. Didascalia: «Alitibus dollorumquo totae ersperro temporr ovitenis» eccetera. Foto: mancanti. Se non altro, in passato i grafici usavano come testo segnaposto l’elegante «Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit», inventato nel Cinquecento da un tipografo sconosciuto. E soprattutto i redattori lo riempivano. C’è da augurarsi che almeno in edicola sia arrivata la pagina corretta, priva dell’indicazione «mancano testo e foto» evidenziata in giallo, quindi con articoli e immagini.
[31 gennaio 2021]
Libere uscite
Titolo dal Giornale: «Quando Salvini era “razzista e cafone”. Il Capitano era il bersaglio preferito della sinistra per le sue uscite». Per le sue uscite la sinistra utilizzava come bersaglio Salvini oppure per le sue uscite Salvini era il bersaglio preferito della sinistra? Nel secondo caso, che pare il più plausibile, bastava scriverlo esattamente così.
[8 febbraio 2021]
Repetita iuvant
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano, a proposito di Mario Draghi: «Trapela il fatto che farà il governo dopo il voto su Rousseau, anche in caso di astensione da parte di M5S». E più avanti: «Dopo il voto di Rousseau, Draghi farà il governo, anche con l’eventuale astensione dei Cinque Stelle». Quindi è un fatto che sul Fatto trapela il fatto della possibile astensione.
[11 febbraio 2021]
Una volta per sempre
Notizia luttuosa sulla prima pagina della Gazzetta di Mantova: «Se n’è andato per sempre il notaio Mario Nicolini». In un Paese che ha bandito da tempo il verbo morire, c’è chi se ne va per qualche giorno e chi per sempre.
[10 febbraio 2021]
Tutto molto interessante
«È tutto molto interessante. Anzitutto è interessante che un libro come quello di Alessandro Sallusti e Luca Palamara (rispettivamente direttore del Giornale ed ex capo dell’Associazione magistrati) stia facendo sfracelli in libreria». Così su Libero cominciava un articolo di Filippo Facci, giornalista di solito molto documentato. Il sottotitolo si spingeva oltre, in fatto di sfracelli: «Il volume che toglie il velo sulla politicizzazione dei giudici ha venduto trentamila copie in una settimana», ed era alquanto curioso, perché né il numero 30.000 né la parola «copie» comparivano nel pezzo di Facci, segno che la trionfalistica asserzione era stata formulata a prescindere dal testo sottostante. Ora, si dà il caso che il libro-intervista Il sistema della coppia Sallusti-Palamara sia comparso per la prima volta nella classifica compilata da Gfk per conto degli editori italiani (quella che registra i 10.000 titoli più venduti nelle librerie) alla quarta settimana di gennaio, con un totale di 16.180 copie, che sono pur sempre 13.820 in meno di quelle annunciate da Libero. Solo che la statistica è stata diffusa il 4 febbraio mentre il quotidiano è uscito tre giorni prima che venisse ultimata. Ha ragione Facci: è tutto molto interessante.
[29 gennaio 2021]
Milioni e miliardi
Sul Corriere.it si dà conto della situazione catastrofica in cui versano i ristoranti a causa del Covid-19. Scrive Stefano Landi: «Dice la Federazione italiana dei pubblici esercizi (Fipe), che solo l’anno scorso la pandemia ha bruciato quasi 38 milioni nel comparto del bere e del mangiare». Purtroppo sono 38 miliardi.
[6 febbraio 2021]
Parafrasando Churchill
«Come ha affermato uno scrittore tedesco, parafrasando quel che si diceva del Cremlino ai tempi dell’Urss, “la politica italiana è un enigma avvolto in un mistero”». Così si conclude un editoriale di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Lo scrittore tedesco ha parafrasato in realtà Winston Churchill. La frase, infatti, fu pronunciata il 1° ottobre 1939 dal futuro premier britannico, in un discorso trasmesso dalla Bbc: «Non posso prevedere l’azione della Russia. È un indovinello avvolto da un mistero dentro un enigma» (fonte: The Churchill Society London). È ricordata anche nel numero del 18 marzo 1946, a pagina 107, del settimanale americano Life. Inoltre non si capisce perché Fini, che è un signor giornalista e non una mezzamanica, cominci il suo articolo parlando di «venerdì (5/02)» e «sabato (6/02)», un modo assurdo d’indicare le due date. Per burocratica coerenza avrebbe dovuto anteporre lo zero anche al giorno (05/02 e 06/02). O toglierlo al mese. O, meglio ancora, scrivere 5 febbraio e 6 febbraio.
[8 febbraio 2021]
Stato di ebbrezza
Sarina Biraghi sulla Verità parla di Matteo Salvini, definendolo «l’uomo del Papete e del mojto». Anche in stato di ebbrezza, si scrive Papeete e mojito.
[7 febbraio 2021]
Tuberosità ischiatiche
Assai pertinente il quesito che Brunella Schisa pone sul Venerdì di Repubblica allo scrittore Hans Tuzzi (all’anagrafe Adriano Bon): «Lei scrive “gonfiò le tuberosità ischiatiche” per dire “gonfiò le guance”. Non pensa di essere uno scrittore elitario?». Risposta: «Un modo come un altro per dire che uno ha la faccia come il culo». Ci permettiamo di suggerire una variante al nom de plume del romanziere: Truzzi. Possibile alternativa, come da dizionario: Tamarri.
[29 gennaio 2021]
Guardare con gli occhi
Incipit dell’articolo con cui Massimo Giannini, direttore della Stampa, presenta il ritorno in edicola dell’allegato settimanale Specchio: «In questi anni ci siamo innamorati di tutto ciò che sa di modernità: della rete e dei social, di Twitter e di Facebook, di Instagram e persino di TikTok. Ma quel magnifico “vizio” non ci è mai passato. Andare nei luoghi, consumare le scarpe, guardare con gli occhi». Non si capisce con quale altro organo sia possibile vedere. A meno che non abbia ragione il predetto Hans Tuzzi e che il magnifico «vizio» dei giornalisti non consista nel guardare con il culo.
[29 gennaio 2021]
NoNono!
Stando a quanto racconta Luca Telese sulla Verità, Romano Prodi «arrivò a gridare un indimenticabile “NoNono!” da un balcone di Bologna». Cioè un duplice No maiuscolo, con l’aggiunta di un no minuscolo, tutti attaccati? O un No al Nono (a Venezia c’è l’osteria Al Nono Risorto)? Misteri telesi.
[4 febbraio 2021]
Mi fa specie
«Gola di Favogna a Magrè, il paradiso delle farfalle. Ci vivono oltre 20 specie di farfalle», informa il Corriere del Trentino. E poco più avanti: «La Gola di Favogna presenta 524 specie di farfalle appartenenti a 47 famiglie». In fila per 4 col resto di 2.
[5 febbraio 2021]
Cadere in trans
La Gazzetta di Mantova intervista Andrea Fiozzi, un paziente scampato al Covid-19. Il cronista Enrico Comaschi descrive così la drammatica esperienza del sopravvissuto: «“Cadi in trans - racconta Fiozzi - Non capisci più niente e pensi al peggio”». Lgbti in delirio: anche la trance si è adeguata ai costumi sessuali correnti.
[6 febbraio 2021]
Rimetterci l’osso del culo
Con la consueta verve, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta nel suo editoriale in prima pagina le continue pretese avanzate da Matteo Renzi durante la crisi di governo: «E ogni cinque minuti alza la posta: via Bonafede, Gualtieri, Arcuri, Tridico, Parisi, Benassi, via la blocca-prescrizione, dentro il Mes e la Bicamerale sul Recovery, e magari anche una fettina di culo disossata». Una battuta anatomicamente inappropriata, a meno che Travaglio non si riferisse all’osso più vicino, quello sacro, del quale si dice – sempre per restare alle facezie – che chiamasi così in quanto assiste alla messa in culo. Il che, per come sono andate le trattative sul Conte ter, suona un po’ evocativo.
[2 febbraio 2021]
Over under
Titolo dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Covid-19. Sì ai vaccini AstraZeneca, ma solo per gli over 55». È l’esatto contrario. Lo so, perché ho 64 anni. (E perché l’ho appreso dal titolo di pagina 15: «L’Aifa: ok al vaccino di AstraZeneca. “Ma va utilizzato tra i 18 e i 55 anni”»).
[31 gennaio 2021]
Tu vuò fa’ l’americano
«Vietato scherzare sui ritardi di Trenord. Pena, una richiesta di danni per 10 mila euro e una causa civile», scrive l’edizione italiana di Business Insider, sito statunitense d’informazione. L’associazione di pendolari Mi.Mo.AL., formata dai passeggeri della linea ferroviaria Milano-Mortara-Alessandria, aveva ironizzato su un video di auguri diffuso da Trenord in occasione delle feste natalizie. «La risposta di Trenord alla satira non si è fatta attendere: l’8 gennaio 2021, l’associazione ha ricevuto una lettera dal titolo: “Intimazione e contestuale richiesta di risarcimento dei danni per diffamazione e violazione del diritto d’autore”», precisa Business Insider. Che aggiunge: «Il 2 gennaio Mi.Mo.Al. ha risposto per le rime, contestando integralmente gli addebiti». Sicuramente più veloce di Trenord: si difende il giorno 2 da una contestazione mossa il giorno 8. O è la proverbiale velocità dell’informazione all’americana?
[1 febbraio 2021]
Ritorno al futuro
Didascalia dalla Stampa: «Carlo Cottarelli entra al Quirinale per ricevere un mandato per formare un governo, è il 28 maggio del 2008. Il tentativo non avrà successo». Comprensibile, visto che il tentativo avvenne 10 anni dopo, il 28 maggio 2018.
[27 gennaio 2021]
Commina male
«Come se non bastasse, poi, ai colori italiani si è aggiunto il “rosso scuro” comminato dall’Ue inizialmente e misteriosamente a tre regioni», osserva Mauro Bazzucchi sulla Verità. L’uso del verbo appare improprio: comminare nel linguaggio giuridico significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Il colore in questione si limitava a segnalare l’indice di rischio nella diffusione del Covid-19.
[29 gennaio 2021]
Congiuntivite
Così sul Fatto Quotidiano parla il pasdaran grillino Alessandro Di Battista: «Draghi se lo votasse Renzi, che ha fatto tutto questo con l’obiettivo di non far gestire al M5S i soldi del Recovery Fund. Se lo votasse mezzo Pd, che ha lavorato contro Conte, e se lo votasse Salvini che lo elogiava in Parlamento». Il disgiuntivo imperfetto.
[3 febbraio 2021]
Il nudo si vede dal Mattino
Titolo dalla prima pagina del Mattino: «Chiaia, le foto nuda di una studentessa in pasto a Telegram». O scrivevano «le foto nude» (gergale, ma passabile) o «le foto da nuda» (già meglio) o «le foto di una studentessa nuda» (soluzione migliore). Altrimenti l’aggettivo «nuda» non concorda con il sostantivo «foto». Come si può notare a occhio nudo.
[1 febbraio 2021]
Tutti pazzi per Ursula
«Uno “scatto” quanto mai attuale: Ursula Von der Leyen, Mario Draghi e Sergio Mattarella», si legge nella didascalia della foto che campeggia sulla prima pagina dell’Eco di Bergamo. L’emozione per lo storico momento deve aver tradito il redattore orobico: infatti la prima a sinistra è Christine Lagarde, succeduta a Draghi alla presidenza della Banca centrale europea, e non Ursula von der Leyen, che presiede la Commissione europea.
[3 febbraio 2021]
Parla come magni
«E poi i Servizi, oh, i Servizi! Il presidente del Copasir, Raffaele Volpi, friccica: “Ha detto che lascia la delega e che possono rivolgersi a noi per chiarimenti?”», scrive Paola Zanca sul Fatto Quotidiano. Vabbè che l’ha messo in corsivo, ma quel verbo deriva – al pari del «friccico de luna tutta pe’ noi» della canzone Roma nun fa la stupida stasera interpretata da Nino Manfredi in Rugantino – dal latino fricicare, cioè strofinare. Come farà Volpi a strofinare le parole? Poco più avanti Zanca parla di calzature decollete, anziché décolleté. E qui ci arrendiamo: se non conosce il romanesco, pare difficile che possa eccellere in francese.
[19 gennaio 2021]
Albertini, il direttore immaginario
«Luigi Albertini (1871-1941; qui sopra) è stato direttore del “Corriere della Sera” dal 1900 al 1921», si legge in una breve scheda, apparsa sul quotidiano in questione, sotto la foto di colui che fu segretario del fondatore Eugenio Torelli Viollier. Le cose non stanno proprio così, benché l’errore sia accreditato persino nella voce biografica su Albertini che compare nell’Enciclopedia italiana dell’Istituto Treccani: «Assunto poi al Corriere della Sera (1896), vi fece una rapida carriera, diventandone amministratore (1898) e direttore (13 luglio 1900)». In realtà, da un’approfondita ricerca che in parte corregge quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi sullo stesso argomento, nel numero del 31 dicembre 1900 il gerente responsabile (la qualifica di direttore non esisteva) risulta essere Giovanni Galluzzi, il quale mantenne questa carica per due decenni, fino a tutto il 1920. Dal gennaio 1921 il gerente responsabile diventa Luigi Goldaniga, che lascia l’incarico nel dicembre 1924. Dal 1° gennaio 1925 il Corriere viene firmato da Alberto Albertini, fratello del ben più noto Luigi, e per la prima volta nella storia del giornale appare in gerenza la qualifica «direttore responsabile». Meno di 11 mesi dopo, il 28 novembre 1925, fu pubblicato il fondo «Congedo» con il quale Luigi Albertini e il fratello Alberto erano costretti dal regime fascista a dimettersi. Il giorno appresso, 29 novembre, apparve come direttore Pietro Croci, che resterà in carica fino al marzo 1926. Bisogna tenere conto dei tempi pioneristici: nei primi anni del Novecento il quotidiano milanese usciva con 4 pagine. Glauco Licata, in Storia del Corriere della Sera (Rizzoli), spiega che Galluzzi era un operaio, ovvero il macchinista addetto alla rotativa a colori acquistata nel 1900 per stampare La Domenica del Corriere. Goldaniga, che gli successe come gerente responsabile, probabilmente aveva lo stesso ruolo. Per farla breve, anche se Luigi Albertini fu senza alcun dubbio il deus ex machina del Corriere della Sera nel primo quarto del secolo scorso, mai il suo nome apparve sul giornale con le qualifiche di gerente responsabile o di direttore responsabile, anche se tutti crediamo il contrario.
[30 gennaio 2021]
Siamo i Watussi
Titolo dalla Repubblica: «Zanda: “Se fallisce il ter serve un governo con alte personalità”». Dal metro e 90 in su.
[1 febbraio 2021]
Principessa per modo di dire
Il Foglio ospita un articolo su Charlotte Casiraghi, secondogenita della principessa Carolina di Monaco e di Stefano Casiraghi. «Tutti pazzi per i salotti letterari della principessa Casiraghi chez Chanel», recita il titolo. Sbagliato. Possono dirsi principesse solo la sovrana di un principato, oppure la figlia di un sovrano o di una sovrana regnante, oppure la moglie o la figlia di un principe. Nessuno di tali casi ricorre per Charlotte Casiraghi, la quale è infatti priva di titoli nobiliari e solo undicesima nella linea di successione al trono del Principato di Monaco.
[30 gennaio 2021]
Ma perché li fanno scrivere?
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Ma perchè dare ai dodicenni lo smartphone?». E perché dare la tastiera del computer a giornalisti che non conoscono la differenza fra accento grave e acuto, tanto da sbagliarlo regolarmente?
[1 febbraio 2021]
Lunghezze variabili
Da Libero: «È stato presentato al Ces di Las Vegas il nuovo prototipo di taxi volante di Uber e Hyundai. Si tratta di un aeromobile della lunghezza di 4 e 6 metri». Chiamatelo Elastico.
[31 gennaio 2021]
Non so se mi spiego
La Stampa pubblica un editoriale di Giuseppe Pignatone, ex procuratore generale di Roma e oggi presidente del Tribunale di prima istanza della Città del Vaticano, intitolato «Perché le toghe combattono la corruzione». È un concetto che necessita di chiarimenti? Essendo la corruzione un reato, daremmo per scontato che le toghe la combattano anche senza bisogno di spiegazioni da parte del dottor Pignatone.
[18 gennaio 2021]
Virgole assassine
Stefano Lorenzetto scrive sull’Arena: «Talvolta i ragazzi uccisi al fronte, avevano suppergiù l’età dei suoi figli». Complimenti per la virgola tra soggetto e verbo.
[31 gennaio 2021]
Sali e Tabacci
Secondo la Gazzetta di Mantova, l’ex presidente della Regione Lombardia, Bruno Tabacci, sarebbe «nato 73 anni fa a Quistello». In realtà Tabacci ha 74 anni e ne compirà 75 il 27 agosto.
[24 gennaio 2021]
A proposito di mediocrità
Ettore Martinelli sulla Verità: «Comunque, nonostante la mediocrità dei governanti, alla bell’é meglio tiravamo innanzi, convinti che il signor “debito pubblico” non avrebbe bussato alle nostre porte». A parte che il verbo «è» richiede l’accento grave, e non acuto, in questo caso sono superflui entrambi: si scrive «alla bell’e meglio».
[2 gennaio 2020]
Tagli lineari
Cesare Lanza sulla Verità: «Scommettiamo che le vostre lettere, cari amici lettori, sarebbero pubblicate quasi integralmente, se aveste cura di scriverle in misura più breve? Altrimenti devo, a volte a malincuore, a tagliarle e a proporle in sintesi». Cesarone, che ne diresti di cominciare a tagliare le «a»?
[5 gennaio 2021]
Centro di gravità permanente
Wanda Marra riferisce sul Fatto Quotidiano che «nelle conversazioni di Renzi con i parlamentari a lui più vicini» ricorre questa frase: «Metterò il veto a Conte? No. La verità è che non mi “cagano”». Ci fa ricordare quanto dichiarato dal politologo Gianfranco Pasquino, intervistato dalla Verità: «Me ne infischio del centro. Il centro è il luogo degli scambi più sordidi, quelli che inquinano la vita politica. Renzi (...) e Conte si odiano perché ambiscono allo stesso territorio politico. In più mettiamoci anche Calenda». In effetti, come stabilì un titolo di Cuore, «al centro c’è il buco del culo».
[28 gennaio 2021]
La Repubblica delle celle private
Titolo sulla prima pagina della Repubblica: «Russia, tornano le celle di Stato per gli ubriachi». Perché, esistono anche le celle private, in Russia?
[4 gennaio 2020]
Fuori linea (verde)
Visitando il castello di Torre in Pietra per Linea verde, Beppe Convertini, conduttore di Rai 1, ne ripercorre la storia «sino ad arrivare al 1926, quando Luigi Albertini, giornalista, senatore e anche fondatore del Corriere della Sera, viene allontanato dal quotidiano, appunto, perché era un dissidente dal fascismo». Essendo nato il 19 ottobre 1871, significa che Albertini avrebbe creato il Corriere addirittura quattro anni e mezzo prima di essere partorito. Invece il giornale milanese uscì per la prima volta in edicola il 5 marzo 1876. Solo nel 1900, alla morte di Eugenio Torelli Viollier (il vero fondatore), Albertini ne divenne gerente responsabile e direttore amministrativo. Costrettovi dal regime fascista, abbandonò la proprietà della testata il 27 novembre 1925, firmando l’indomani il fondo «Commiato» insieme con il fratello Alberto Albertini, che gli era subentrato nel 1921 quale direttore responsabile.
[10 gennaio 2021]
Incubi
Titolo dell’Osservatore Romano: «Il covid-19 un incubo in Amazzonia». Invece un piacevole sogno nel resto del mondo.
[18 gennaio 2021]
Di sicuro c’è solo che non va il congiuntivo
Ispirandosi al titolo con cui L’Europeo nel numero del 16 luglio 1950 presentò l’inchiesta di Tommaso Besozzi sulla fine di Salvatore Giuliano, lo scrittore Gianluca Nicoletti esordisce così sulla prima pagina della Stampa: «A Palermo una bambina di 10 anni è stata trovata in fin di vita nel bagno di casa sua, aveva una cintura stretta al collo. Al momento l’unica certezza sul caso è che la bimba sia morta». Peccato che il congiuntivo strida con lo storico titolo di copertina dell’Europeo, il quale suonava così: «Di sicuro c’è solo che è morto».
[23 gennaio 2021]
Eventi rari
Apprendiamo dal Corriere del Veneto che «la Commissione Pari Opportunità del Comune di Padova presieduta dall’avvocata Luciana Sergiacomi ha approvato il documento “La parità di genere negli eventi”». Al primo punto esso stabilisce che «in ogni evento ci deve essere una lista di interventi equilibrata in termini di parità di genere». La città veneta sarà la prima in Italia ad avere entro 15 giorni «un vero e proprio regolamento per assicurare parità di genere in ogni panel organizzato o patrocinato dal Comune». Già decisa l’invitata di sesso femminile ai convegni dei combattenti e reduci: la Nera Mietitrice.
[26 gennaio 2021]
Non sappia la 1 cosa fa la 15
Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Farmaci letali ai pazienti Covid. Medico in cella». Più che altro è a volte in cucina e a volte in salotto: Carlo Mosca, primario del pronto soccorso di Montichiari, è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari, non rinchiuso in carcere. Lo scrive Il Giornale, però a pagina 15.
[26 gennaio 2021]
Intronati
«L’intronazione di Joe Biden ha due aspetti positivi importanti in relazione fra loro», osserva Massimo Fini nell’attacco di un editoriale sul Fatto Quotidiano. L’aspetto negativo è che il sostantivo intronazione non esiste né per lo Zingarelli 2021, né per il Devoto-Oli, né per Il Nuovo De Mauro, né per il Treccani (secondo il quale intronare significa «offendere l’udito, stordire con forte rumore, con grida», quindi nulla a che vedere con una cerimonia). Analogo risultato cercando la parola nel Tommaseo-Bellini e nel vocabolario degli accademici della Crusca. Il lemma corrente è intronizzazione. L’intronazione risulta citata solo nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, ma la spiegazione che segue pare adattarsi poco a Biden: «Per sapere se chi comanda merita l’installatura nel trono o pur l’intronazione nella stalla».
[22 gennaio 2021]
Ovviamente
Sottotitolo della Verità: «Dopo aver allentato i divieti e aver incentivato a spendere con il cashback, l’esecutivo demonizza chi lo fa, ovviamente senza commettere reati». Chi non commette reati? Il governo che demonizza oppure chi spende con il cashback?
[15 dicembre 2020]
Province e diocesi
«A Cicognara, paese in provincia di Cremona, da ieri è possibile fare offerte in chiesa con bancomat e carte di credito», scrive il Corriere della Sera, confondendo la provincia con la diocesi. Cicognara è una frazione di Viadana, Comune che si trova in provincia di Mantova, pur appartenendo alla diocesi di Cremona.
[23 novembre 2020]