È un intervistatore straordinario

ALDO CAZZULLO giornalista e scrittore (recensione di Giganti su Sette)
Un giornalista che mi piace. Molto
Mi sono trovato ad ascoltare Stefano Lorenzetto nella riedizione notturna di
Mix 24, intervistato da Giovanni Minoli. Mi è piaciuto immensamente quello che ha detto, come lo ha detto, in totale controtendenza con ciò che siamo costretti a sentire quotidianamente. I giornalisti non mi piacciono, o, meglio, in genere mi piacciono poco. Lorenzetto è un giornalista (non lo sto offendendo) che mi piace. Molto. Quindi grazie, sto andandomene a letto meno rassegnato al peggio.
PUPI AVATI regista
Non fatevi intervistare da Lorenzetto
Non fatevi intervistare da
Lorenzetto: scopre tutti i vostri peccati.
Essere giganti è un vizio, in un Paese di pigmei.
GIAMPAOLO PANSA giornalista e scrittore, già vicedirettore della Repubblica e dell’Espresso (parlando del libro Giganti)
Quelle sono interviste vere
Il
libro di Lorenzetto ha secondo me un grande pregio e spero che
questo premio, e il fatto che da questo premio quel libro sia
ancora di più valorizzato, dia un contributo importante alla
storia dell’intervista. Perché quelle sono interviste. Quelle
sono interviste vere. Perché sono ritratti, non sono contro ma
sono per cercare di far capire. Credo che possano dare molto al
giornalismo italiano: lo dico da fruitore. Oggi apriamo i
giornali, ormai sono pieni di interviste su qualunque argomento.
Purtroppo c’è questo maledetto telefonino che ha cambiato tutte
le cose, per cui oggi grazie al telefonino si pesca chiunque
dovunque, bastano tre minuti e tre minuti valgono un’intera
paginata di giornale, quindi è molto più facile, si fa tutto più
rapidamente. Ma cosa si può dire in tre minuti di intelligente,
a un telefonino, stando chissà dove?
ENRICO LETTA già presidente del Consiglio (intervenendo da ministro dell’Industria alla cerimonia di consegna del premio Estense per il libro Dimenticati, Teatro Comunale di Ferrara, 23 settembre 2000)
Un grande intervistatore
Qui
ho ritrovato degli amici, dei colleghi, delle persone che hanno
titolo per ricevere questo premio. Penso alle interviste di
Lorenzetto. Lorenzetto è stato veramente un grande
intervistatore. E lo dico con una particolare persuasione perché
a mia volta ho fatto la scelta dell’intervista come genere di
comunicazione che pensavo si adattasse in modo particolare non
so se alle mie qualità ma certamente ai miei desideri di
comunicare con gli altri in un certo modo. Cioè io non mi sono
mai lusingato di fare degli scoop, come del resto è capitato a
Lorenzetto, che vi ha spiegato come sia andato in cerca del poco
che diventa così esemplare, importante, sintomatico. È quasi da
prendere come esempio, nella vita di un Paese che ha un po’
dimenticato, non sempre per sua colpa, quella dimensione della
vita che si chiama normalità. Aragon, un grande poeta francese,
diceva che solo il normale è poetico. (...) Ebbene Lorenzetto è
andato a cercare l’umanità della gente. (...) L’intervistato
come cittadino qualunque, un po’ segreto, un po’ sconosciuto,
quasi in una sorta di irrilevanza sociale che però nella pagina
di Lorenzetto diventava subito qualche cosa da dovere quasi
invidiare. Per quel tanto di consapevolezza che lo metteva al
riparo da un sentimento che sta invadendo il nostro Paese e che
io vedo come la più insidiosa delle cose che possono capitare a
un Paese in pericolo, com’è stato il nostro e in qualche misura
continua a essere, ed è la tentazione del disincanto, della
rassegnazione e persino della resa.
SERGIO ZAVOLI (alla cerimonia di consegna della prima edizione del premio di giornalismo “La solidarietà e le grandi firme”, organizzato dal Lions club international Multidistretto 108 Italy, Riccione, 5 maggio 2012)
Credo che siano grandi ritratti
La
più grande intervista degli ultimi cinquant’anni è quella che
André Malraux fece a De Gaulle negli ultimi mesi prima della
morte di De Gaulle. È uno splendido libro, una magnifica
intervista. E quando la presentò al pubblico, Malraux, che non
era modesto, disse: «Questa non è una fotografia, è un ritratto
del Greco». Ora Malraux forse esagerava un po’, ma è vero: era
un grande ritratto. E credo che quelli che Lorenzetto ha fatto
siano dei grandi ritratti. Dei ritratti costruiti con la
collaborazione del ritrattato, ma ritratti d’autore.
SERGIO ROMANO (alla cerimonia di consegna del premio Estense per il libro Dimenticati, Teatro Comunale di Ferrara, 23 settembre 2000)
È della categoria di giornalisti che più rispetto
Stefano
Lorenzetto appartiene alla categoria dei giornalisti che più
rispetto: quelli che con dabbenaggine vengono definiti
«tuttologi», ma hanno l’umiltà di salire, a richiesta, sul
Concorde o sull’autobus, perché conta quello che accade e come
tu lo sai riferire. Al servizio della gente, alla quale
appartieni e per la quale stai lavorando. Lorenzetto si fa
leggere, come ha scritto un critico, ed evita quello che,
secondo un maestro del mestiere, Giulio De Benedetti, è il più
grande difetto della nostra categoria: annoiare.
ENZO BIAGI (prefazione a Dimenticati)
Avrei portato queste pagine a Montanelli

MARIO CERVI (prefazione a Italiani per bene)
Offre divertimento, informazioni, sorprese
Ogni lettera di questo itinerario, apparentemente svagato e in verità molto oculato, offre divertimento, informazioni, sorprese.
MARIO CERVI (recensione di Dizionario del buon senso)
Come il filosofo conservatore inglese Scruton

GIULIANO FERRARA (prefazione a Vita morte miracoli)
Il “numero uno” nel suo genere in Italia

PIETRO CALABRESE già direttore del Messaggero, di Capital, della Gazzetta dello Sport e di Panorama
Ho un debito di riconoscenza nei suoi confronti

CARLO RIPA DI MEANA già parlamentare europeo, commissario europeo e ministro dell’Ambiente
Le interviste più belle

GIOVANNI MINOLI già direttore di Rai Educational e Rai Storia (intervistato da Romana Liuzzo su Panorama, 19 agosto 2010)
Confina a Nord con Soldati e a Sud con Sciascia
Da
collega a collega: il sentimento più forte che provo per Stefano
Lorenzetto è l’invidia. Una invidia rotonda, profonda, etica ed
estetica. Rotonda e profonda perché tutto quello che fa lui, che
lui scrive e indaga e cerca e trova, vorrei come i bambini
averlo cercato e scritto io. Etica, perché Lorenzetto è di
quelli che ti fanno sentire in colpa: è un pittore ritrattista
psicologo esperto svagato e preciso, che produce arte sotto
forma di giornalismo, il quale giornalismo arte non è. (...) Il
suo è un giornalismo da bottega rinascimentale, un giornalismo
che va per cascine, che scende dirupi e che scrive stretto,
perfetto, molato. (...) Siamo abituati a leggere certi racconti
dell’America profonda, la trilogia di Philip Roth che modula i
suoi «tipi americani», ma i ritratti di quel che è vivo e antico
e permanente di una nazione attraverso le storie di uomini non
illustri, sono un’altra cosa e sono esattamente quel che fa di
Stefano Lorenzetto il tipo italiano di scrittore che confina a
Nord con Soldati e a Sud con Sciascia, ma sempre da giornalista,
da esperto del giornale, con questa fantastica arroganza di aver
preteso, ottenuto, coltivato, disegnato, decorato, una pagina,
anzi una paginata, uno spazio spropositato e però perfettamente
a misura.
PAOLO GUZZANTI (recensione di Tipi Italiani sul Giornale)
Bravo, bravo, bravo
DINO RISI regista (dopo essere stato intervistato da Lorenzetto su Panorama nel 2006, alla vigilia del 90° compleanno)
Sposta lo sguardo di chi legge
MONICA GUERRITORE attrice
Ho letto questa intervista e...
ALESSANDRO DEL PIERO calciatore (post su Facebook dopo aver letto questa intervista)
Una serietà che mi ricorda Guareschi
C’è
in Lorenzetto una curiosità di approfondire, di controllare, di
parlare solo su dati e fatti precisi che dovrebbe essere di ogni
gazzettiere e che gli dà una serietà che manca ai tanti colleghi
che si misurano con quel nulla che è, troppo spesso, la “critica
di costume”. (...) Forse, l’impressione è solo personale: ma mi
è sembrato di auscultare qualcosa che ho amato, in certi accenti
dove lo stilettare di Lorenzetto non riesce a nascondere la
bonarietà di fondo, in certo suo gusto di un umorismo salace e
al contempo comprensivo, non maligno. Quel “qualcosa” è il
ricordo di letture che furono tra quelle che segnarono la mia
adolescenza: sono lo Zibaldino, innanzitutto; e, poi, Il destino si chiama Clotilde, La scoperta di Milano.
Oltre, naturalmente, alla saga di Mondo piccolo. Ma sì,
Giovannino Guareschi, quel grande parmigiano che so essere caro
anche a questo veronese, pronto egli pure a fuggire da Milano
per guardare il mondo dal nido caldo del suo paese. Guareschiane
mi sembrano anche certe idiosincrasie curiose, certi rifiuti
umorali, come l’avversione per gli anelli in dita maschili o per
determinati tic ed espressioni linguistiche.
VITTORIO MESSORI (prefazione a Dizionario del buon senso)
Ha una dote rara: usa le parole con discrezione
GIORGIO DE RIENZO (recensione di Vita morte miracoli sul Corriere della Sera)
Grande pezzo, grande compagnia
In
volo da Atene a Roma (questo per dire come mi è capitato fra le
mani Il Giornale) ho letto l’intervista di Stefano
Lorenzetto. Grande pezzo, grande compagnia; erano secoli che non
leggevo un’intervista così narrativamente ben strutturata e ben
scritta, così avvincente e coraggiosa innanzitutto nella forma
(la sostanza è di tale presa che chiunque, oggi, l’avrebbe fatta
franca con qualsiasi sciattezza o fretta stilistica). E ottima
impaginazione, neppure un refuso, punteggiatura accurata (il
problema della citazione all’interno del racconto in prima
persona: non ne tiene più conto nessuno di questi caotici
scribacchini dell’Ordine): un vero regalo di accuratezza
storica, di passione piegata alla disciplina del rispetto verso
il lettore, una lingua viva.
ALDO BUSI scrittore
Un formidabile inchiestista attorno all’uomo
Stefano
Lorenzetto è un formidabile inchiestista attorno all’uomo.
Prende un tizio qualunque, che prima di questa intervista non
aveva mai fatto parlare di sé, e su questo Carneade scrive una
pagina intera che si legge di un fiato.
PIERLUIGI MAGNASCHI già direttore dell’Ansa
È nella Nazionale dei giornalisti
Panorama: «Lei legge tutti, da un angolo neutro,
super partes. Provi a comporre una Nazionale di giornalisti».
Paolo Mieli, Paolo Panerai, Ferruccio De Bortoli, Vittorio
Zucconi, Vera Montanari, Aldo Forbice, Enrico Mentana, Bruno
Vespa, Maria Luisa Agnese, Stefano Lorenzetto, Giovanni
Valentini. In panchina Claudio Mori, Patrizia Caglioni, Fabiana
Giacomotti, Mattia Feltri.
PIERLUIGI MAGNASCHI già direttore dell’Ansa (intervistato da Panorama, 16 maggio 2001)
Il vero bene esiste e ci conquista
Tutti
noi, che lavoriamo nei giornali, ci siamo sentiti dire (e forse
abbiamo anche detto) che il bene non fa notizia... Poi arriva
uno come Lorenzetto, arrivano le sue interviste e ci accorgiamo
che il bene, il vero bene, esiste e ci conquista. Ma bisogna
cercare come fa lui, seguire lo spiraglio d’un chiarore nel buio
o nel grigiore che ci stanno intorno.
GIULIO NASCIMBENI (recensione di Italiani per bene sul Corriere della Sera)
Uno scrupolo maniacale
Qualche
parola su Lorenzetto. Chiunque legga queste pagine e abbia di
mira scrivere, proverà invidia. Che bravo. Se uno vuole imparare
l’arte dell’intervista e poi metterla su un foglio, passi da
queste pagine. C’è dietro uno scrupolo maniacale, una
documentazione strabiliante.
RENATO FARINA (recensione di Italiani per bene su Libero)
Allarga il cuore per la bellezza della prosa
Questo libro di Stefano Lorenzetto, intitolato Dizionario del
buon senso, è un testo scientifico. Allarga il cuore per la
bellezza della prosa e l’acutezza della testa che ha scritto
queste 245 pagine. Ma fa spavento perché annuncia la fine della
più preziosa e insieme svilita delle qualità umane: il buon
senso.
RENATO FARINA
(recensione di
Dizionario del buon senso
su
Libero)
Sopra tutti, e sempre, Lorenzetto
I migliori intervistatori? «Sopra tutti, e sempre, Stefano Lorenzetto: è più bravo di me, anche se lui dice il contrario».
CLAUDIO SABELLI FIORETTI giornalista e scrittore (intervistato da Roberto Gobbi su Sette, agosto 2017)
Un intervistatore principe
Stefano Lorenzetto è un bravissimo giornalista, un intervistatore principe.
CLAUDIO SABELLI FIORETTI giornalista e scrittore (a Prima pagina, Radio 3)
Il più bravo intervistatore d’Italia
Moltissimi personaggi hanno fatto la fila per farsi intervistare da lei. C’è qualcuno dal quale le piacerebbe essere intervistato? «Il più bravo intervistatore d’Italia secondo me è Stefano Lorenzetto, del Giornale. Da lui sarebbe bello farsi intervistare».
CLAUDIO SABELLI FIORETTI giornalista e scrittore (intervistato da Alessandra Del Re per Libero.it, gennaio 2007)
Il mio intervistatore preferito è Lorenzetto
Ma chi sono i più bravi intervistatori in Italia? «Il mio preferito è Stefano Lorenzetto de Il Giornale. È più bravo di me, perché io intervisto personaggi conosciuti, lui scopre i più curiosi che ci sono in giro per il Paese».
CLAUDIO SABELLI FIORETTI giornalista e scrittore (intervistato da Samuele Amadori per Quattrocolonne, webmagazine della Scuola di giornalismo di Perugia)
Tira fuori quello che non diresti al confessore
RINO CAMMILLERI scrittore
Un implacabile caporedattore-tagliatore
Ho
imparato tutto grazie a un implacabile caporedattore-tagliatore,
Stefano Lorenzetto.
PIERA DETASSIS direttore di Ciak e critico cinematografico di Panorama
Chissà come fa a trovare certi tipi
«Leggo
sempre il suo giornale. Anche quello Stefano Lorenzetto, chissà
come fa a trovare certi tipi».
WILLER BORDON già ministro e presidente dei senatori della Margherita (intervistato da Giancarlo Perna per Il Giornale, 24 novembre 2003)
Una straordinaria sequenza di vite
Il talent scout è un giornalista e scrittore, Stefano
Lorenzetto, che da anni va scovando quelli che lui chiama i
“tipi italiani”. Fraizzoli è il 218° dei personaggi da lui trovati e ritratti
in altrettante interviste, che compongono ormai una
straordinaria sequenza di vite, una più sorprendente dell’altra.
SANDRO MAGISTER vaticanista de L’Espresso
Un giornalista di coraggio e di talento
Un giornalista di coraggio e di talento.
ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI scrittrice
Lo stimo enormemente
CESARE LANZA editorialista di Libero, già autore di Domenica in
Pieno di curiosità, anche scomode
Gran merito di Lorenzetto è non solo quello di scovare personaggi spesso inverosimili e incredibili - inventori e innovatori, o protagonisti di scelte di vita che anticonformista è dir poco - o rintracciati chissà come e dove (il cameriere di Hitler, la bambinaia di Fermi...), ma anche, e soprattutto, di tirarne fuori avvicenti ritratti. Con uno stile di intervistatore che apprezzo molto: pieno di curiosità, anche scomode, con insistenza inesauribile per particolari e retroscena, ma educato e rispettoso, comunque, degli interlocutori. Mai volgare, mai scontato, mai aggressivo.
CESARE LANZA editorialista di Libero, già autore di Domenica in
Una formidabile lezione di giornalismo
MARCELLO BARAGHINI editore di Stampalternativa
Se non lo conoscessi, direi che inventa
Le
sue non sono interviste ma racconti di vita straordinari. Se non
lo conoscessi, direi che i personaggi li inventa lui!
JADER JACOBELLI già coordinatore della Consulta qualità della Rai
Avrà dei negri? Userà delle droghe?
Stefano
Lorenzetto è un veneto operoso. Scrive sul Giornale, su
Panorama, su Anna, su Monsieur, su Roger
(rivista della Lauda Air), ogni tanto su Gente e su Ulisse. «Ho appena rifiutato per mancanza di tempo una
lusinghiera offerta di collaborazione di Carlo Verdelli che
voleva affidarmi qualche intervista di copertina per Vanity
Fair». Sul Giornale ha due rubriche, entrambe
settimanali, per un totale di una pagina e una colonna. La
rubrica da una pagina è arrivata alla puntata 293. «Quando gli
chiedevano come facesse a comporre tanti Lieder, Franz Schubert,
allievo di Antonio Salieri mio conterraneo, rispondeva: “Appena
ne ho finito uno ne comincio un altro”». Secondo me Lorenzetto
scrive non meno di 200.000 battute al mese, secondo lui sono
soltanto 140-150.000, ma dice così per non umiliarmi. Abita
fuori Verona, all’inizio della Valpantena. «Non potrei mai
essere felice a Milano, dove ho vissuto per tre anni, né
altrove. Diffido degli uomini privi di radici. I veneti le hanno
ancora, molto forti. Io le ho». Seguo da tempo i suoi movimenti,
analizzo i suoi articoli, interpello i suoi amici. Avrà dei
negri? Userà delle droghe? E se sì, quali? Gli amici giurano che
no, che scrive tutto da solo e senza additivi.
CAMILLO LANGONE (Il Foglio, 17 luglio 2004)
Se bevesse, diventerebbe il nuovo Saviane
Stefano Lorenzetto ha un problema. Forse non è elegante rivelarlo ma credo che nascondere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, serva soltanto a incancrenire le situazioni. Insomma lo dico: purtroppo Lorenzetto ha il problema del non bere. Lui magari negherà, come le anoressiche negano di non mangiare. Ma secondo me, mi dispiace dirlo di una persona che stimo moltissimo, non beve, o almeno non beve seriamente. (...) Io mi domando che cosa potrebbe diventare Lorenzetto se riuscisse a uscire dal tunnel della sobrietà ed è una domanda retorica perché la risposta ce l’ho qui pronta: diventerebbe il nuovo Sergio Saviane.
CAMILLO LANGONE (Il Foglio, 24 settembre 2004)
Ho sempre invidiato chi lavora con Stefano
FERRUCCIO DE BORTOLI direttore del Corriere della Sera (28 ottobre 2005)
Grazie a lui, ho ripreso a esporre
Dal
1990 ho continuato a disegnare e dipingere senza esporre, fino a
quando il giornalista Stefano Lorenzetto mi ha proposto una
nuova uscita come pittore. Grazie al suo incoraggiamento, ho
ripreso a esporre.
DARIO BALLANTINI inviato-imitatore di Striscia la notizia
Non è governabile, deve andare per conto suo
GIORGIO DELL’ARTI giornalista e scrittore, fondatore del Venerdì di Repubblica, curatore del Foglio dei Fogli e autore del Catalogo dei viventi (Marsilio)
Sembra un giornalista americano
Non
ci conosciamo, ma io lo leggo sempre con gusto e qualche stupore
per la sua vena di ricercatore della realtà. Sembra un
giornalista americano.
MARIA GIOVANNA MAGLIE editorialista del Foglio e di Libero, già corrispondente da New York del Tg2
Diventerò una sua assidua lettrice
D’ora
in poi diventerò una sua assidua lettrice, perché è troppo
bravo. Anche ieri sera ho spento la luce col suo libro. Ho
deciso che regalerò il suo libro a un sacco di gente.
MARINA ORLANDI BIAGI vedova del professor Marco Biagi, assassinato dalle Nuove Br
Un vero maestro dell’intervista
Magari. Non è facilissimo... Il genio di queste interviste scritte è Stefano Lorenzetto, che non so se conosci. Scrive sul Giornale. Fa “Tipi italiani”, è un vero maestro dell’intervista. Ne ha scritte più di 400, e lui va a capare queste persone incredibili in giro per l’Italia.
VITTORIO ZINCONE
giornalista di Sette
(intervistato da Daria Bignardi a Le invasioni barbariche
su La7, 12 dicembre 2008)
