«Io, tutti quelli che amo, li rimprovero
e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti»
Apocalisse (3, 19)
Le milioni di Speranza
Nel Tg1 delle 20, il conduttore Francesco Giorgino informa: «Proseguono le vaccinazioni in Italia. Il ministro Speranza annuncia: “Abbiamo superato le 15 milioni di dosi”». Il titolare del ministero della Salute conferma nel servizio che segue: «Abbiamo superato le 15 milioni di dosi somministrate». Ecco un telegiornale fedelissimo alla linea del governo anche nella sintassi creativa. Forse il ministro è incappato in una sillessi, cioè una concordanza a senso – in genere, numero, persona o tempo – di due o più termini, che grammaticalmente richiederebbero invece una diversa costruzione, come spiega lo Zingarelli 2021: nel caso specifico, «i 15 milioni di dosi». La verità è che Speranza è abbonato alle sillessi: «Sono state superate le 10 milioni di somministrazioni» (Askanews, 1° aprile).
[19 aprile 2021]
Va bene il Covid e la crisi economica
Nell’editoriale di prima pagina, il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, parla in questi termini del premier Mario Draghi e del ministro Marta Cartabia: «Sbagliano, perché va bene il Covid e la crisi economica, ma curare il cancro della malagiustizia è una urgenza non più rinviabile». Chissà che cos’altro ci potrà ancora accadere se va male.
[18 aprile 2021]
Acutil Fosforo per Barbero
Nella rubrica Passato e presente su Rai 3, lo storico (gettonatissimo) Alessandro Barbero parla di madame Bovary come di «una giovane signora con ambizioni intellettuali» che «sposa un farmacista di provincia un po’ ottuso». Poco dopo ribadisce il concetto, soffermandosi sul «matrimonio infelice della moglie di un farmacista di provincia». Ma il protagonista del romanzo di Gustave Flaubert non è un farmacista, bensì un medico. Che glielo ordini l’uno o l’altro, urge Acutil Fosforo per il professor Barbero.
[19 aprile 2021]
Che ci fai con i vaccini?
Titolo dalla Verità: «Via libera a J&J soltanto agli over 60. Pronte 184.000 dosi da distribuire». Normalmente vengono prodotte per essere trattenute e buttate via, si sa.
[21 aprile 2021]
Christo, che camminata
Intervistandolo per il Venerdì di Repubblica, Alba Solaro fa dire al fumettista Milo Manara: «Oggi si parla di arte figurativa solo di fronte a installazioni da otto milioni di dollari, come Christo che ci fa camminare sul Lago Maggiore». Bella passeggiata: da Sulzano a Sesto Calende sono 133 chilometri. Il fatto è che The floating piers, l’installazione artistica di Christo, fu realizzata sul lago d’Iseo. (Avendo intervistato un paio di volte Manara e conoscendo la sua accuratezza, escludo che abbia potuto dire una simile castroneria. Qualora fosse accaduto, una giornalista diligente gliel’avrebbe corretta).
[16 aprile 2021]
Vite da Brambilla
Titolo dalla rubrica Teleraccomando del Corriere della Sera: «I cani antiveleno che salvano vite da Brambilla». Come sarà una vita da Brambilla? O ci sono vite aggredite da Brambilla e salvate dai cani? Più semplicemente bastava scrivere «Da Brambilla i cani antiveleno che salvano vite», e si sarebbe capito che erano i protagonisti del programma Dalla parte degli animali che l’ex ministra, fervente animalista, conduce su Rete 4 la domenica alle 11.
[18 aprile 2021]
Formigoni in Dolby surround
Titoli dal Giornale. Pagina 12: «Gli ideali cristiani che fermarono un Pci così subalterno a Mosca». Pagina 13: «Gli ideali cristiani che fermarono un Pci così subalterno a Mosca». Talmente innamorati di Roberto Formigoni da aver pubblicato due volte, in pagine affiancate, la stessa prefazione che il cardinale Camillo Ruini ha steso per un libro scritto dall’ex presidente della Regione Lombardia. Riabilitazione stereofonica.
[22 aprile 2021]
Feriti a morte
Titolo da Avvenire: «In un mese 23 morti, il Covid continua a ferire il clero italiano». Ma i preti li uccide o li ferisce? Decidetevi.
[2 aprile 2021]
E non? Eh no!
In un titolo, Il Fatto Quotidiano cita «i paletti e le distorsioni tra famiglie numerose e non». Gli avverbi di negazione no e non «hanno usi nettamente distinti, ma spesso si trovano malamente confusi» (Aldo Gabrielli, Dizionario linguistico moderno). «L’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in italiano è soltanto no», sentenzia il linguista Luca Serianni per l’Accademia della Crusca. «L’uso tradizionale richiede dunque o no in coordinate disgiuntive ridotte appunto alla sola negazione olofrastica». E cita esempi antichi e moderni, a partire dalla Divina Commedia di Dante («Non disceser venti / o visibili o no», Paradiso, VIII, 22-23) fino «al recente modulo giornalistico o no?, come domanda dubbiosa a conclusione di un discorso apparentemente sicuro: “Parigi val bene una messa! o no?”». La stessa regola vale per il costrutto e no, basti pensare al romanzo Uomini e no di Elio Vittorini.
[22 marzo 2021]
Guerra alla guerra
Dalla prima pagina dell’Osservatore Romano: «La difficile guerra di Biden contro le armi facili». Considerato che guerra significa «situazione di conflitto armato», il titolo sembra rubato da una puntata di Oggi le comiche.
[9 aprile 2021]
Zero assoluto
«Contrariamente a quanto si poteva supporre – invece – , medici britannici, avevano scoperto che di questi pazienti la percentuale dei casi riscontrati era prossima allo zero». Si avvicina a questo voto in italiano Luca Telese, che scrive così sulla Verità.
[16 aprile 2021]
La macchina del tempo
Dalla Gazzetta di Mantova: «L’autore del busto di Dante, lo scultore Carlo Cerati, nacque a Casalmaggiore nel 1865 (seicento anni prima di Dante, 1265)». A l’alta fantasia qui non mancò possa.
[10 aprile 2021]
Poco Re, poco Max
Con un’intera pagina di pubblicità, uscita sul Corriere della Sera e sulla Repubblica, Dario Castiglia, che si firma «ceo e founder Re/Max Italia», celebra i 25 anni della sua azienda con questo slogan: «Ero un giovane imprenditore forse un pò folle». Anche un po’ illetterato. Meglio se insiste con l’inglese.
[19 aprile 2021]
Ma che stai a di’?
Nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili parla «del Carroccio, diventato quasi ontologicamente sia di lotta che di governo». Forse la signora non sa che l’ontologia è quella parte della filosofia che studia le modalità dell’essere in sé, indipendentemente dalle sue determinazioni particolari o fenomeniche. Se dunque il Carroccio è ciò che è ontologicamente, cioè fin dalle origini, come fa a diventarlo? Sarebbe come dire che qualcuno contrae una malattia genetica. Un non senso.
[19 aprile 2021]
Variante sacramentale
Titolo dal sito della Stampa: «Ragazzino positivo alla cresima, subito una ventina in quarantena». Scoperta una nuova variante del coronavirus: è un sacramento.
[15 aprile 2021]
Trade d’union
Secondo Raffaella Troili, che lo scrive sul Messaggero, Giovanna Boda, la dirigente del Miur che ha tentato il suicidio dopo aver appreso d’essere indagata per corruzione, «era un trade d’union molto stimato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella». La dichiarazione, virgolettata, è attribuita all’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, per cui resta il dubbio: Troili si sarà limitata a fare da trait d’union o ci avrà messo del suo?
[16 aprile 2021]
Ultimo (e penultimo) addio
Titolo dal Corriere della Sera: «L’ultimo addio a Filippo (secondo i suoi desideri)». Chissà com’era andato il penultimo.
[17 aprile 2021]
Servizi poco Saporiti
Il Giornale dedica un servizio a Verona, a firma di Camilla Golzi Saporiti, nel quale Dante Alighieri viene descritto come «dal 1312 al 1318 ospite di Cangrande della Scala». È invece certo che il Sommo Poeta si rifugiò a Verona fra il 1302 e il 1304, subito dopo essere stato condannato a morte in contumacia nella sua Firenze. La fuga è raccontata nella Divina Commedia sotto forma di profezia dal suo avo Cacciaguida: «Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello / sarà la cortesia del gran Lombardo / che ’n su la scala porta il santo uccello» (Paradiso, canto 17). Il gran Lombardo era Bartolomeo della Scala (morto il 7 o l’8 marzo 1304) e il santo uccello era l’aquila che figurava nello stemma della signoria scaligera. Il soggiorno presso Cangrande della Scala è successivo. Più avanti Golzi Saporiti cita «l’osso di balena» appeso al varco della Costa, il passaggio fra piazza delle Erbe e piazza dei Signori: «Cadrà quando qualcuno che non ha mai mentito ci passerà sotto». Non sa di che parla: quello che cadrà sulla testa del primo uomo sincero è il mappamondo di pietra sorretto dalla mano di Girolamo Fracastoro, il medico letterato che nella prima metà del Cinquecento scoprì l’agente patogeno del «morbo gallico», meglio noto come sifilide. La statua dello scienziato veronese sovrasta tutt’altro arco della piazza dei Signori. Infine la giornalista suggerisce ai suoi lettori di soggiornare al «Byblos Art Hotel Villa Amistà, una notte per due persone, colazione inclusa, da 240 euro», e questa pare, chissà perché, l’informazione in assoluto più esatta. Peccato che l’albergo disti più di 10 chilometri dal centro storico.
[4 aprile 2021]
Dim-inuit
Titolone in prima pagina sull’inserto Atlante dell’Osservatore Romano: «Gli Inuit difendono le risorse dell’Artico», con la maiuscola. Titolo in seconda pagina: «Groenlandia, la svolta ambientalista impressa dagli inuit», con la minuscola. Dim-inuit dal recto al verso.
[9 aprile 2021]
Cambiare registro
«Ma è soprattutto sull’Europa che i sovranisti stanno abbracciando Draghi, per il modo in cui ha avvertito Bruxelles a cambiare registro», scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Preposizione impropria. Avvertire, nel senso di rendere consapevole qualcuno di una circostanza a lui ignota, richiede di, non a; nel senso di avvisare, ammonire, consigliare, richiede di seguito da verbo all’infinito oppure da che. Quindi: «Ha avvertito Bruxelles di cambiare registro» oppure «Ha avvertito Bruxelles che deve cambiare registro». Altrimenti occorreva scegliere un altro verbo: «Ha esortato Bruxelles a cambiare registro».
[10 aprile 2021]
Uscito fuori e uscito dentro
Titolo dalla Verità: «Il Covid ha ucciso pure l’Unione europea. E chi ne è uscito è già fuori dall’incubo». Chi è uscito è fuori. Concetto rivoluzionario. Eravamo tutti convinti che chi esce restasse dentro.
[9 aprile 2021]
Far perdere le tracce
«Una di quelle cosiddette rivoluzioni fiscali rimaste però sottotraccia e di cui poi si sono perse le tracce», scrive Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano. Come si faranno a vedere, e quindi a perdere, le tracce sottotraccia, se quest’ultimo sostantivo significa «nascosto, sotterraneo»?
[18 aprile 2021]
La polizia ha le mani alzate
Titolo dal Corriere della Sera: «A Chicago il video di Adam, 13 anni, ucciso dalla polizia con le mani alzate». Quindi i poliziotti tenevano le mani levate verso il cielo mentre sparavano. Allora come avranno fatto ad ammazzarlo?
[17 aprile 2021]
Fenzani e Senzi
«Senzani, brigatista-dantista», scrive in prima pagina Il Fatto Quotidiano, annunciando un’intervista con l’ex brigatista rosso. Peccato che all’interno l’intervistato sia Enrico Fenzi, già componente della colonna genovese dell’organizzazione terroristica fondata da Renato Curcio. Una cosa in comune, oltre al deplorevole passato, i due comunque ce l’hanno: i baffi.
[16 aprile 2021]
Chiedete e vi sarà dato
Didascalia dalla Repubblica: «L’associazione “Pane quotidiano”, a Milano, prepara il cibo da distribuire a chi lo richiede». Ché distribuirlo a chi non lo richiede vorrebbe dire tirarlo dietro ai passanti per strada.
[4 aprile 2021]
Nulla di più
Carla Ferrante su Libero fa parlare Marco Franco, legale di Gianluigi Torzi, il broker molisano raggiunto da un ordine di arresto dei magistrati romani per la vicenda del palazzo londinese di Sloane Avenue venduto al Vaticano. Scrive la giornalista: «Per la procura vi è di più: un giro di false fatture che Torzi avrebbe costruito e portato avanti con altri soggetti per frodare il Fisco. “Nulla di più vero - commenta il legale Franco - infatti la sentenza inglese, non ravvedendo alcun reato, ha di fatto sbloccato i conti». I casi sono quattro: o Franco voleva dire «Nulla di più falso», o voleva dire «Nulla di meno vero», o Torzi deve cambiare avvocato, o Libero deve cambiare cronista.
[13 aprile 2021]
I giornali muoiono. Grazie, lockdown
Sergio Carli su Blitzquotidiano.it riferisce che «le vendite dei giornali del mese di gennaio 2021 hanno perso per strada altre 300 mila copie». E precisa: «Grazie al lockdown, la Gazzetta dello Sport, per fare un esempio, ha perso più o meno metà dei ricavi dall’edicola». Prego, non c’è di che.
[6 aprile 2021]
Reverendo, concilia?
Intervistato da Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera, don Riccardo Ceccobelli, il prete umbro che ha chiesto di essere dispensato dall’obbligo del celibato per sposarsi con una giovane infermiera e catechista, dichiara di avere «pensato molto a certe coincidenze: l’11 aprile, cioè la data della mia ultima messa, nell’anno 1123 si chiuse il concilio lateranense con la dichiarazione dell’obbligo del celibato per i sacerdoti. E il 12 aprile, quando si è aperto il mio processo canonico, 388 anni prima fu processato Galileo Galilei. Voglio dire che forse dietro tutto questo c’è il disegno di Dio». Non lo mettiamo in dubbio, reverendo, ma quale sarebbe la prima coincidenza? Il concilio Lateranense I – ve ne furono altri quattro fino al 1517 – iniziò il 18 marzo «e si concluse in due sole sessioni tenute prima del 6 aprile, o più probabilmente il 27 marzo», come si legge nei Conciliorum oecumenicorum decreta.
[14 aprile 2021]
Non so se mi spiego
A. Mass. si occupa sul Fatto Quotidiano del caso di Alma Shalabayeva: «Le difese di Cortese e Improta chiedono al tribunale di sentire come testi Pignatone e Albamonte. E sarebbe davvero interessante sapere la loro versione. Ma il tribunale non ci sta». La spiegazione? «Avrebbero potuto confermare le “pressioni” citate da Olivo, spiegare se davvero sotto “pressione” cambiarono idea e soprattutto: perché non vi si opposero? E ancora: se firmarono quel nulla osta – che avrebbe potuto impedire “sequestro” – a prescindere dalle “pressioni”, in assenza di “pressioni”, o perché davvero indotti in errore da Cortese e Improta». Beh, forse parlare di spiegazione è eccessivo.
[13 aprile 2021]
Asimetria o asineria?
Sommario da Domani: «Questa asimetria si riflette anche nella paura di perdere il posto di lavoro o nella paura di non trovarne un altro». Per il posto da redattore la paura pare giustificata.
[11 aprile 2021]
Mala tempora
Incipit di un articolo dell’Osservatore Romano, a firma di Nicoletta Capozza: «Sono passati 66 anni da quando il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer è stato giustiziato nel campo di concentramento di Folossenbürg». A parte che si scrive Flossenbürg, per l’uso del passato remoto aspetteranno che ne siano passati 100? Nello stesso numero, la notizia della morte del principe Filippo di Edimburgo: «Nato nel 1921 a Villa Mon Repos, sull’isola di Corfù, Filippo crebbe in Francia e, dal 1928, nel Regno Unito. Ha prestato servizio nella marina inglese durante la seconda guerra mondiale». Crebbe nel passato remoto, fu militare nel passato prossimo. Non male per un signore di 99 anni.
[9 aprile 2021]
Hanno studiato alla Sorbona
Titolo dalla Verità: «Sommergibile russo nel depliant Usa. La gaffe che imbarazza Washington». Due francesismi in due righe, sbagliati al 50 per cento: si scrive dépliant. Qualche giorno dopo, in un articolo sul ministro Luciana Lamorgese: «Poi, alla domanda se sia possibile che dietro alla protesta ci possa essere un’unica regia (fascista, ca va sans dire) il ministro risponde chiaramente». Si scrive ça.
[26 marzo e 9 aprile 2021]
Grandi (errori) di Spagna
È un vero e proprio cimitero di errori, fin dal sommario e in una didascalia, l’articolo da Madrid di Anna Bonalume pubblicato dall’Espresso. Eccoli, in ordine di apparizione: Sanchez invece di Sánchez; la foto di un paso (scultura a soggetto sacro tipica della Settimana santa) nella chiesa del Cristo di Medinaceli «durante le messe pasquali», delle quali nell’immagine non c’è però nemmeno l’ombra; Diaz invece di Díaz (e Ayuso invece di Díaz Ayuso, anche se la cattiva abitudine d’indicare solo il secondo cognome invece di entrambi s’incontra talvolta anche nei Paesi di lingua spagnola); Monica Garcia invece di García; il movimento politico Mas Madrid invece di Más Madrid; Maria invece di María; il quartiere di Lavapiès invece di Lavapiés; e infine Sofia invece di Sofía. Insomma a Madrid deve andare qualcuno che sappia lo spagnolo, o in redazione qualcuno dovrebbe preoccuparsi di correggerlo (magari dando un’occhiata anche al tedesco, visto che alla fine dello sfortunato articolo la città bavarese di Augsburg diventa Ausburg).
[11 aprile 2021]
Congiuntivite
Dal sito della Repubblica: «La morte del principe Filippo pone interrogativi sul futuro di Elisabetta e dei suoi figli e nipoti: ma pochi credono che la regina potrebbe abdicare». Piangesi la dipartita del duca di Edimburgo e del congiuntivo. Pochi credono che la stampa possa emendarsi.
[9 aprile 2021]
Un giorno di ordinaria follia
Titolo dal sito del Messaggero: «Covid, voglia di normalità negli Usa: tornano ad aumentare le sparatorie». Era ora.
[7 aprile 2021]
Pizza siciliana
Notizia diramata dall’Ansa alle ore 20.43: «Milano dedicherà una pizza a Piersanti Mattarella, ex presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, assassinato dalla mafia in un attentato avvenuto a Palermo nel gennaio del 1980». Capricciosa. Come la tastiera.
[7 aprile 2021]
Condivisione
Attacco di un pezzo sulla prima pagina del Riformista, firmato da Claudia Fusani: «Il faccia a faccia Letta-Renzi è avvenuto ieri mattina a Roma nella sede di Arel, il think tank di Letta. “Incontro franco e cordiale” è la formula condivisa sia dal Nazareno che dallo stesso Renzi». Se è condivisa, il sia e il che sono superflui.
[7 aprile 2021]
Il Regno secondo La Repubblica
Spiace sparare sulla Croce rossa, ma «ogni limite ha una pazienza», come disse il maestro Antonio Scannagatti (Totò) all’onorevole Cosimo Trombetta (Mario Castellani). Nella consueta articolessa domenicale sulla Repubblica, in una premessa di cui sfugge la pertinenza con il resto, il novantasettenne fondatore Eugenio Scalfari evoca Camillo Benso, conte di Cavour, che «non stava bene in salute», ma era «comunque molto pronto ad agire in favore dell’Italia unificanda» e «così fece il trasferimento da Torino a Firenze della nostra capitale riservandosi di andare a Roma quando i problemi con il Vaticano fossero in qualche modo risolti». Da tempo nessuno osa correggere Scalfari, ma ai pietosi colleghi del quotidiano romano ricordiamo che la decisione di trasferire la capitale a Firenze venne presa solo nel 1864, quando Cavour era purtroppo morto da tre anni, e fu realizzata nel 1865 (è vero tuttavia che il grande statista pose con chiarezza e lucidità straordinarie la questione di Roma capitale già nel marzo del 1861 davanti alla Camera dei deputati del neonato Regno d’Italia). Inoltre, di Vaticano nel senso evocato da Scalfari si può parlare formalmente solo dal 1929 (o tutt’al più dal 1870), non certo nel 1860-1861.
[11 aprile 2021]
Legge di gravità
Titolo dal sito del Corriere: «Emilio Fede è ricoverato in gravi condizioni al San Raffaele». Nel testo si legge: «“L’ho vista brutta, sono in piedi per miracolo” ha detto Fede all’Adnkronos. “Non sono in gravi condizioni, è stata però un’esperienza drammatica”». La situazione è grave, ma non seria.
[10 aprile 2021]
Tenga il resto
Titolo in prima pagina sulla Verità: «Ci vogliono 100 miliardi per salvare il Paese». Titolo a pagina 9: «Per salvare le imprese servono almeno 102 miliardi di nuovi ristori». E i 2 miliardi che ballano? Mancia.
[9 aprile 2021]
Combinazioni
Dalla pagina Facebook del Giorno: «La scoperta di alcuni ricercatori tedeschi: combinati con un anti virale possono limitare in grande misura l’impatto del virus». I ricercatori tedeschi ci sembrano combinati male.
[10 aprile 2021]
Praterie celesti
Sul Venerdì di Repubblica l’ex frate Filippo Di Giacomo – che dopo essersi esclaustrato è prete della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, peraltro più assiduo in Rai che nelle parrocchie ciociare – dedica un articolo al cardinale camerunese Christian Wiyghan Tumi e conclude: «Il porporato ha 90 anni. Età che in Africa è segno di ulteriore grande dignità». Specificazione intempestiva: l’anziano cardinale è passato a miglior vita il 2 aprile. Va bene che la rubrica del facondo reverendo si chiama Cronache celesti, ma se proprio non si voleva cestinare il non indimenticabile articolo sarebbe bastato aggiornarlo.
[9 aprile 2021]
Sì all’omotransfobia
«Le strane priorità dei giallorossi: sì a ius soli e omotransfobia», titola Il Giornale. Davvero strane: non sapevamo che M5s e Pd fossero favorevoli, oltre che allo ius soli, anche all’omotransfobia. Ovviamente trattasi di sintesi maldestra del redattore. A meno che non si tratti dell’inconscia influenza di una celeberrima affermazione attribuita a Francesco Totti, icona dei giallorossi in ambito calcistico: «Io non ho nulla contro l’omofobia».
[4 aprile 2021]
Sfida all’O.K. Corral
Titoli da un’unica edizione del Corriere della Sera. Pagina 18: «Fuori dalle priorità ufficiali: disinteresse o sfida?». Pagina 25: «La sfida degli archeologi per battere i tombaroli in Israele». Pagina 26: «La sfida rischio-sicurezza fa del caso vaccini un dilemma». Pagina 41: «Pronto Belotti per la sfida del gol». Ok, sfida vinta.
[17 marzo 2021]
Scanzi stirato
Il Fatto Quotidiano censura il coordinatore di Italia viva nella zona di Orvieto, Massimo Gnagnarini, reo di aver pubblicato su Facebook un post contro Andrea Scanzi, firma del predetto giornale, scrivendo che, nel quartiere chiamato La Corea dove il seguace di Matteo Renzi è nato, a uno come lui «avremmo usato violenza praticandogli “la stira”». Chiosa Il Fatto: «Sorvoliamo su cosa sia la stira (ma potete trovare il significato sul web)». Ora, a parte che i pochi ancora abituati a comprare i quotidiani lo fanno proprio per non doversi abbeverare su Internet, l’evasiva postilla induce il lettore a immaginare che la stira sia chissà quale innominabile sevizia. Pare invece che si tratti di una goliardata maschile, seppure disdicevole, in cui un gruppo di amici spoglia un compagno, lasciandolo in mutande e nascondendogli gli abiti in modo che non possa rivestirsi. Tuttavia, trattandosi di Scanzi, il «sorvoliamo» appare giustificato.
[4 marzo 2021]
Osservando piselli
Da un’unica edizione dell’inserto Quattro pagine dell’Osservatore Romano. Sergio Valzania: «La maggioranza delle persone è affetta oggi dalla “sindrome della principessa sul pisello”». Silvia Gusmano: «Il primo, La principessa sul pisello (Crema 2021, euro 18), è un nuovo libro, il nono, di “Pesci parlanti”». Due piselli in quattro pagine. Non sembrerà una fissa vaticana?
[6 aprile 2021]
Attenti al lupa
Dalla Gazzetta di Mantova: «Un esemplare di lupo femmina è stata investita sulla strada fra Gazzo e Bigarello nella giornata di Pasqua». Il gender dilaga.
[7 aprile 2021]
La vagina che visse due volte
Titolo con cui Il Fatto Quotidiano presenta l’autobiografia di Sharon Stone: «Io, donna che visse due volte. “Sulla mia vagina, cazzate”». Non ne dubitiamo. Tante.
[27 marzo 2021]
Niente di nuovo sul fronte orientale
«I contagi dopo un anno sono sei volte di più», apre a tutta pagina in prima il Messaggero Veneto di Udine. Al 5 maggio 2020 in Friuli Venezia Giulia risultavano effettuati, analizzati e refertati 76.060 tamponi. Il totale dei tamponi da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19 in quella regione risulta pari a 1.660.335 (dato aggiornato al 4 aprile 2021). Ne consegue che, dopo i primi tre mesi di pandemia, vi è stato un incremento di quasi 22 volte (21,83 per l’esattezza) nel numero dei tamponi eseguiti e processati. Con questa premessa, e sempre ammesso che il confronto sia stato fatto su dati omogenei, a noi pare un miracolo che i contagi scoperti siano stati appena sei volte di più. Quindi la notizia quale sarebbe?
[3 aprile 2021]
L’allora teologo
«A scrivere così, in occasione della Pasqua del 1969, è l’allora teologo Joseph Ratzinger», si legge sull’Osservatore Romano in un articolo del vescovo Domenico Pompili. Forse in Vaticano non ne sono informati, e nel collegio episcopale neppure, tuttavia non risulta che Ratzinger abbia mai smesso di essere teologo, né da arcivescovo e cardinale, né da papa, né dopo la rinuncia al pontificato.
[3 aprile 2021]
Franco e Ciccio editorialisti
Nel suo editoriale in prima pagina, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, annuncia: «Vesto i panni di Sancio Panza». Grafia adottata anche nel titolo: «Gratteri, Don Chisciotte e Sancio Panza». Il personaggio del romanzo di Miguel de Cervantes in realtà si chiama Sancho fin dalla prima edizione di El ingenioso hidalgo Don Quixote de la Mancha, uscita nel 1605 (dove l’autore lo chiamava Sancho Pança). Vero che l’italianizzato Sancio nella prima metà del secolo scorso fu usato, seppure raramente, da firme importanti (una su tutte: Curzio Malaparte), tuttavia oggidì lo si ritrova scritto così solo nella versione italiana di Wikipedia, non propriamente tra le fonti più accreditate. Sempreché Sallusti non abbia attinto al titolo di un film del 1968, Don Chisciotte e Sancio Panza, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
[4 aprile 2021]
Villoresi, torna!
In un articolo in memoria dell’inviato speciale Luca Villoresi, pensionato della Repubblica morto a 71 anni, il suo collega Daniele Mastrogiacomo parla della solitaria indagine che il giornalista condusse sul covo di via Montalcini, dove le Brigate rosse tenevano prigioniero Aldo Moro: «Gli agenti avevano bussato, nessuno aveva risposto e avevano deciso di proseguire nelle ricerche. La mancata perquisizione resta un mistero: uno dei principali in 55 giorni di sequestro. Se la polizia avesse fatto irruzione come faceva sempre, il presidente del Consiglio si sarebbe salvato e il vertice delle Br sbaragliato». Qui Villoresi avrebbe estratto la matita blu: l’ultima volta che Moro fu presidente del Consiglio risaliva a dieci anni prima. Quando venne rapito era presidente del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana, mentre a Palazzo Chigi sedeva Giulio Andreotti.
[4 aprile 2021]
Poco vigili in redazione
Il Corriere della Sera pubblica una foto di Alberto Sordi vestito da pizzardone, nel gesto imperioso di sollevare la mano destra per comandare l’alt ai veicoli. «“Il vigile”. È il film del 1960 di Luigi Zampa con Alberto Sordi che rese famosa la pedana di piazza Venezia», si legge nella dicitura. Non è così. Nel film citato, Sordi è il vigile motociclista Otello Celletti, indossa solo guanti di pelle nera, mai bianca, e non dirige certo il traffico sulla pedana di piazza Venezia, semmai insegue e multa il sindaco (Vittorio De Sica) e l’attrice Sylva Koscina che interpreta sé stessa. La foto di scena apparsa sul Corriere si riferisce invece a Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo di Mauro Bolognini, uscito nel 1956 (il film di Zampa è del 1960). L’altro vigile che appare con Sordi in piazza Venezia è Nino Manfredi, intento a rilevare i decibel dei rumori provocati dal traffico e dal fischietto del collega. Piccola curiosità: alle spalle di Sordi, sul palazzo d’angolo, è appeso un cartello pubblicitario dello studio medico «Prof. Galeazzi Lisi», che si presume fosse l’archiatra pontificio Riccardo Galeazzi Lisi, cioè il medico personale di Pio XII, il quale due anni dopo venderà a Paris Match una ventina di foto del Papa morente scattate di nascosto.
[31 marzo 2021]
Renzi T. l’extraterrestre
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Eni e Renzi T.: notizie poco gradite ai giornaloni». Chi sarà Renzi T., tenuto conto che nel corsivo sottostante non vi è traccia di costui? (Trattasi di Renzi Tiziano, identità alla quale i volenterosi lettori dovrebbero pervenire per conto proprio dal seguente indizio: «A proposito di Renzi, come avranno dato la notizia del rinvio a giudizio del babbo e della mamma di Matteo per bancarotta fraudolenta?». E poi ci si lamenta che la gente non legga più i giornali).
[12 marzo 2021]
Morte di un virus
Sommario dalla Verità: «Usando come scudo le morti del virus (e snobbando le altre) viene calpestata l’esigenza di benessere fisico e psichico, il bisogno di respirare all’aria aperta». Quindi non è vero che il Covid-19 è invincibile: muore da solo più e più volte.
[12 marzo 2021]
Corinto o Suez per me pari sono
Non disponendo di foto della nave cargo Given Even incagliata e disincagliata nel Canale di Suez, Libero se la cava con un’immagine d’archivio del Canale di Corinto, aperto nel 1893 per mettere in comunicazione il mar Ionio con l’Egeo, non certo il Mediterraneo con il mar Rosso. Titolo: «Canale di Suez da record». Siamo d’accordo.
[25 marzo 2021]
Poco colto in flagranza
«Ma l’azione dell’intelligence russa stavolta è stata colta in fragranza», scrive Marco Conti sul Messaggero. Fragranza di borsch o flagranza di reato?
[1 aprile 2021]
Non me paro giusto
Sul Fatto Quotidiano, nell’editoriale di prima pagina del direttore Marco Travaglio si legge: «Segue una raffica di slogan copiati paro paro dal catalogo berlusconiano». Per quanto diffusa nel gergo dell’Italia centrale, l’espressione non è corretta. Si dice a paro a paro, come insegnano i dizionari, ma anche Dante nella Divina Commedia («venendo teco sì a paro a paro», Purgatorio, canto 24), Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso («e poi, di molte cose a paro a paro tra lor parlando, in Montalban tornaro», canto 23), Giovanni Pascoli («e lo schiavo stradò col suo cantore a paro a paro», Il poeta degli Iloti), Gabriele D’Annunzio («e i solchi seguivano il corso del fiumicello a paro a paro», Notturno). Altrimenti basta scrivere pari pari.
[4 aprile 2021]
Falla respirare
Titolo dall’Ansa: «Al via il processo Floyd, l’America col fiato sospeso». Agente Derek Chauvin, le tolga il ginocchio dal collo.
[30 marzo 2021]
Il partito della areazione
Dal quotidiano online La Tecnica della Scuola: «Il Pd cambia linea sulla scuola, Ghizzoni chiede areazione automatica delle aule e connessioni web all’altezza». Lo strafalcione è ripetuto nel testo firmato da Alessandro Giuliani. Tecnica da perfezionare. Magari tornando a scuola. (Attenuante generica: areazione in luogo di aerazione compare nel comunicato ufficiale dell’ex deputata Manuela Ghizzoni, riportato nel sito del Pd. Aggravante specifica: Ghizzoni è stata presidente della commissione Cultura e Istruzione della Camera ed è l’attuale responsabile Istruzione, Università e Ricerca del Partito democratico).
[2 aprile 2021]
Tunnel carpale
Ecco come La Stampa presenta nel suo sito il video del primo tunnel navale al mondo sotto le montagne: «Anunciato anni fa, ora il via libera alla costruzione. Sarà lungo un chilometro e seicento metri e lago 25 metri, e verra scavato sotto la penisola montuosa di Stadhavet nella Norvegia nordoccidentale. (...) Le navi che navigano nei dintorni di Stadhavet sono spesso colpite da maree agitate e maltempo e devo aspettare giorni prma di proseguire. In questo modo la scorciatoria permettere di giungere a destinazione in pochi minuti». I famosi errori di stumpa.
[23 marzo 2021]
Sloane Ave Maria
Indispettita dal magnanimo gesto di papa Bergoglio e impegnata a difendere i propri padroni di Gedi, citati in giudizio dal cardinale Angelo Becciu con una richiesta di risarcimento da 10 milioni di euro da devolvere in beneficenza, Maria Antonietta Calabrò arriva a chiedersi sull’Huffington Post: «Ma Papa Francesco è un cerchiobottista?». E cita, come presunto elemento di contraddizione, il fatto che il Pontefice «abbia dato forfait alla Messa in Coena Domini (che ricorda l’Istituzione dell’Eucarestia e da inizio al Triduo Pasquale) nella Basilica di San Pietro», dà senza accento, «e invece alla stessa ora abbia detto messa privatamente insieme al cardinale Becciu a casa sua». Il che a giudizio della giornalista di scuola ciellina «sembra contrastare con le solenni parole pronunciate sabato scorso per l’apertura dell’anno giudiziario del Vaticano in cui spronava i magistrati a essere incisivi nella lotta contro i crimini finanziari, con un indiretto ma evidente riferimento anche alle indagini in corso sull’acquisto del Palazzo [sic] di Londra di Sloane Ave». Sì, Ave Maria. Senza Antonietta.
[2 aprile 2021]
Consecutio/1
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «Ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen interviene per fornire dei dati». Per cui oggi sarà intervenuta, mentre domani intervenne.
[26 marzo 2021]
Consecutio/2
Chiara Sabelli su Domani: «Eppure la scorsa settimana la rivista scientifica Nature, una delle più prestigiose al mondo, titola». E la prossima settimana titolò.
[6 aprile 2021]
Le regole della geografia
«Covid, viaggiare all’estero si può: le regole da rispettare per partire (e tornare)». Così viene presentata una guida sulle pagine Facebook della Repubblica e di altre testate Gedi, fra cui la Gazzetta di Mantova e il Corriere delle Alpi. Specifica il testo: «Più facile spostarsi nei Paesi europei (non tutti) e in alcuni Paesi asiatici come l’Australia, la Nuova Zelanda». Restiamo in attesa che nel terzo gruppo editoriale italiano scoprano l’esistenza dell’Oceania.
[29 marzo 2021]
La sferza della verità
Incipit della rubrica Senza infingimenti di Ettore Martinelli sulla Verità: «Nel giorno del suo addio alla segreteria del Pd, Nicola Zingaretti è uscito dal seminato sferzando un colpo da teatro dell’assurdo». Ma che stai a di’? Rientra nel seminato sferrando un colpo ai solecismi, dài.
[27 marzo 2021]
Concordanze
Titolo da Domani: «In Italia Greenpeace e un fronte comune di ong prova a fermare questi tentativi». Ci pare un tentativo plurale più che singolare.
[29 marzo 2021]
Pagati per partire
Titolo di una notizia da Londra diramata dall’Ansa: «Covid: Gb, 5000 sterline a chi cerca di partire senza motivo». Presi d’assalto aeroporti, stazioni e porti del Regno Unito.
[23 marzo 2021]
E che c’azzo!
In un articolo di argomento ecumenico sul Riformista, Fabrizio Mastrofini torna sul caso di Enzo Bianchi, il fondatore che il Papa ha cacciato dalla Comunità di Bose: «Che c’azzecca con il Concilio e con l’ecumenismo? C’azzecca nel senso che è davvero necessaria una drastica rivoluzione nel modo di pensare». Di fronte a tanta sicurezza, non sappiamo che dire, ma certo è necessaria un’urgente rivoluzione nel modo di scrivere, e che c’azzo!
[1 aprile 2021]
Capegruppo
Nel fondo che occupa come ogni giorno l’ultima colonna a destra sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, sempre sapido e vescicante, Marco Travaglio infila alla settima riga un sorprendente quanto stridente «delle nuove capegruppe». Non ci siamo, direttore. Il plurale di capogruppo diventa i capigruppo al maschile mentre resta invariato al femminile, quindi le capogruppo. Sulla regola concordano i dizionari Treccani, Zingarelli 2021 e Devoto-Oli. Essa peraltro venne fissata 65 anni fa da Aldo Gabrielli nel Dizionario linguistico moderno: «A noi l’unica soluzione possibile sembra quella di lasciare il nome invariato nella forma singolare (il, la caposquadra; i capisquadra; le caposquadra; il, la caporeparto; i capireparto; le caporeparto; e simili)».
[1° aprile 2021]
Rivolgimenti linguistici tombali
Commentando sul Corriere della Sera il film Genitori vs Influencer di Michela Andreozzi, interpretato da Fabio Volo, il noto critico cinematografico Paolo Mereghetti scrive: «L’adolescente Simone (come la De Beauvoire, che forse si rivolterà nella tomba) passa dalla lettura ai social – e ci stà – ma perché diventa addicted di una influencer simil-Ferragni». L’ipotesi sepolcrale ci pare implausibile: la scrittrice e filosofa si chiamava infatti Simone de Beauvoir. A rivoltarsi nella tomba semmai è il grande linguista Tullio De Mauro per quello stà, essendo noto anche nella scuola primaria che le forme sto e sta (prima e terza persona singolare) del verbo stare non vanno accentate.
[1° aprile 2021]
A che serve il vaccino
«Vaccini: Policlinico Bari, Pfizer efficace contro infezione», titola l’Ansa. Il flash d’agenzia viene ripreso pari pari dai siti di vari media, dal Fatto Quotidiano all’Unione Sarda, fino al Tgcom 24 di Mediaset. Nella notizia si specifica che il vaccino è «efficace anche contro l’infezione». Noi pensavamo invece che fosse efficace solo contro il respiro corto.
[22 marzo 2021]
Diario dall’iperuranio
«Incredibile. Leggo che, secondo uno studio di un Istituto Scientifico straniero ci sarebbe un pianeta che ha una temperatura superficiale simile a quella di Venere e un’atmosfera compatibile con le forme di vita», scrive Maurizio Costanzo nella sua rubrica Il diario sulla prima pagina del Tempo. «Questo pianeta, che però si trova a distanza di 26 milioni di anni luce, sarebbe abitabile anche dai terrestri. Il pianeta si chiama “Gliese 486b”. Purtroppo non so calcolare quanto ci può impiegare un’astronave con umani a fare 26 milioni di anni luce. Non facciamoci illusioni, temo che questo pianeta o si avvicina o è meglio far finta di niente». Dài, Gliese, metti in moto e vieni a trovarci.
[22 marzo 2021]
Lo zero virgola virgola
«Una trentina di decessi su decine di milioni di vaccinati fanno in percentuale lo 0,000 virgola», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Suggestiva osservazione. Ma in un numero decimale non esistono le virgole dopo la virgola.
[23 marzo 2021]
E per fortuna il monito è chiaro
«Il monito è chiaro: “È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”», scrivono Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. Quindi è fondamentale che la popolazione eviti di rimanere a casa il più possibile?
[27 marzo 2021]
Scanzate che lascia l’impronta Scanzi
Nel bel mezzo dell’inchiesta aperta dalla Procura di Arezzo circa le procedure della vaccinazione anti Covid alla quale Andrea Scanzi non aveva diritto, il giornalista scrive sul Fatto Quotidiano: «Se a ciò si aggiunge un’impronta economica dichiaratamente improntata alla destra tecnocratica, ci si domanda quanto ancora Pd, M5S e Leu saranno disposti a sopportare un governo travestito da unità nazionale, ma nei fatti sempre più destrorso». Questa impronta improntata dev’essere diretta conseguenza dell’iniezione iniettata a Scanzi.
[23 marzo 2021]
Tombini a tutta pagina
Titolo da Libero: «La chiacchiere dei grillini finiscono in un tombino». Di norma nella presente rubrica non vengono segnalati i refusi (a parte quelli che sortiscono effetti comici), ma qui l’eccezione è d’obbligo: se un titolo sbagliato passa inosservato al vaglio di capiservizio, capiredattori, vicedirettori e direttore responsabile anche quando è disteso su tutta la pagina, come in questo caso, non c’è da stare allegri.
[30 marzo 2021]
Verità cattoliche
«Sant’Ignazio da Lojola si rivolta nella tomba», osserva sulla Verità la scrittrice Silvana De Mari. Per essere una cattolica, lo conosce poco: il religioso spagnolo che fondò la Compagnia di Gesù è sant’Ignazio di Loyola.
[22 marzo 2021]
Verità sommarie
Sommario dalla Verità: «Nel provvedimento di sequestro dei beni dei mediatori d’oro, il pm punta le “entrature” con Mr Invitalia». Il verbo puntare in questo caso è intransitivo, pertanto richiede la preposizione articolata formata con su o con a, non l’articolo: avanzare direttamente e risolutamente in una determinata direzione («punta sulle “entrature”») oppure, in senso figurato, mirare a un determinato obiettivo e impegnarsi con tutte le proprie forze per raggiungerlo («punta alle “entrature”»).
[19 febbraio 2021]
Inferno rivisitato
Dalla Gazzetta di Mantova: «Lo slogan scelto da Libera è: “A ricordare e riveder le stelle”, citando l’ultimo verso dell’Inferno di Dante Alighieri, a 700 anni dalla sua morte». A noi par di rammentare che suoni così: «E quindi uscimmo a riveder le stelle». Ma forse abbiamo ricordi confusi.
[19 marzo 2021]
Quella Toia di Patrizia
Sul sito della Repubblica compare un «longform» (nel giornale fondato da Eugenio Scalfari adesso i pezzi di lettura molto lunghi li chiamano così), che ha per titolo «Perché il Pd non è mai nato davvero, una crisi permanente». In testa sono riportati gli autori dell’imponente lavoro: «Carlo Bonini (coordinamento editoriale), Stefano Cappellini, Emanuele Lauria, Luciano Nigro, Concetto Vecchio, Giovanna Vitale, con un editoriale di Ezio Mauro, coordinamento multimediale di Laura Pertici, video di Francesco Giovannetti, grafiche e immagini di Gedi Visual». Fra tali grafiche, ve n’è una che rappresenta l’albero genealogico del Pd. Nelle radici figura la Dc, con un segno «+» interattivo. Cliccandoci sopra, compaiono i nomi dei seguenti fondatori del Partito democratico, provenienti dalla Democrazia cristiana: «Rosy Bindi, Giuseppe Fioroni, Marco Follini, Enrico Letta, Agazio Loiero, Rosa Russo Iervolino, Angelo Rovati, Antonello Soro, Patrizia Troia». Ci sentiamo di spezzare una lancia in favore dell’ultima, che è stata deputata, senatrice, due volte ministro, parlamentare europea e soprattutto si chiama Toia.
[25 marzo 2021]
Specchio deformato
In un ritratto sullo Specchio, settimanale della Stampa, Niccolò Zancan racconta di Alberto Malesani, ex allenatore di Chievo, Fiorentina, Parma, Verona, Panathinaïkos e varie altre squadre di calcio: «Adesso si dedica al vino. Ha una piccola azienda sulle colline della Franciacorta, la terra dove è nato». Due errori in tre righe: La Giuva, la cantina di Malesani, si trova a Trezzolano, sulle colline della Val Squaranto, in provincia di Verona; la Franciacorta è in provincia di Brescia, mentre l’ex trainer è nato a Montorio (Verona). Piuttosto deformato, per essere un ritratto allo Specchio.
[28 marzo 2021]
Villa Torlonia non è una chiesa
«Roma, 24 aprile 1930: Edda Mussolini saluta davanti alla chiesa di S. Giuseppe, vicino allo sposo Galeazzo Ciano e sotto lo sguardo del padre Benito (a sinistra)», si legge in una didascalia su Sette, settimanale del Corriere della Sera. In realtà l’immagine ritrae Edda e Galeazzo neosposi che si affacciano dal portico colonnato di Villa Torlonia, residenza romana del Duce. Il matrimonio fu invece celebrato nella vicina chiesa parrocchiale di San Giuseppe, sulla via Nomentana.
[26 marzo 2021]
Sono solo soli
Titolo da Domani: «Il governo lascia solo il commissario e la Calabria». Nel senso che abbandona al loro destino soltanto questa regione e il suo commissario oppure che lascia soli il commissario e la Calabria»? Dalla lettura del testo, sembrerebbe vera la seconda ipotesi. Nel qual caso il titolo è sgrammaticato.
[25 marzo 2021]
Con vero piacere
Nella sua rubrica Ma mi faccia il piacere, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio scrive: «Non sappia la destra ciò che fa la sinistra». Se voleva essere un riferimento al Vangelo, la citazione risulta sbagliata, poiché nell’originale le due mani figurano nell’ordine inverso: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra» (Matteo 6, 3). Poi scrive: «Monsieur de Pompadur», rifacendo il verso alla nota madame, ma anche qui c’è un errore: era la marchesa di Pompadour (al secolo Jeanne-Antoinette Poisson). Infine, scrive due volte perchè, anziché perché. Ma a questa travagliata accentazione ormai abbiamo fatto il callo, essendo per lui abitudinaria.
[29 marzo 2021]
Dove Vaime?
Dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Vaime, la firma di radio e tv». Titolo intuitivo, data la presenza di un occhiello («Aveva 85 anni») con il verbo all’imperfetto. Tuttavia, se uno muore, sarebbe buona norma scriverlo.
[29 marzo 2021]
Doppio choc
Dalla prima pagina del Giornale. Occhiello: «Choc in Francia». Titolo: «Foucault choc. “Il filosofo era pedofilo”». Un po’ scioc ripetere nella prima riga del titolo lo stesso concetto contenuto nell’occhiello, per di più con lo stesso sostantivo.
[29 marzo 2021]
Res publica
Titolo dalla Repubblica: «La vittoria dei tirocinanti: “In lista”». Sommario: «Lorem ipsum dolor sit Consectetur adipiscing elit». Vabbè che il giornale si pubblica a Roma, però eviteremmo il latino (simulato): ci accontentiamo dell’italiano. A condizione che i distratti redattori si ricordino di rimpiazzare il testo segnaposto con frasi di senso compiuto.
[20 marzo 2021]
Notarnicola sarebbe morto
Il Fatto Quotidiano dedica un servizio alla morte di Sante Notarnicola, 82 anni, ultimo componente della banda Cavallero, che negli anni Sessanta terrorizzò Milano. Massimo Novelli racconta che cosa fece dopo essere stato rimesso in libertà al termine di una lunga detenzione: «Sante continuò a scrivere e aprì osterie di “compagni” in giro per l’Italia, come a Bologna, dove sarebbe morto ieri, a 83 anni». Sarebbe morto. Quindi potrebbe essere ancora vivo.
[23 marzo 2021]
Chi salta il fosso e chi ci cade
Titolo dalla Verità: «Vendetta Pd: “ruba” assessori a Sala. Il saltafosso del sindaco con i Verdi non è affatto piaciuto al partito». Al massimo s’è trattato del salto della quaglia, visto che saltafosso è voce settentrionale che significa tranello.
[20 marzo 2021]
Non mi mascherino più
In un reportage dalla Serbia sulla situazione della pandemia e delle vaccinazioni, Francesco Battistini, inviato del Corriere della Sera, riferisce che «la gente fiduciosa non si mascherina più». La consideriamo una benedizione per la lingua italiana.
[23 marzo 2021]
Torture cinesi
Titolo dalla Verità: «Cingolani smontato sulla carne che inquina». Una nuova tortura cinese?
[5 marzo 2021]
Debito di ossigeno
Titolo dalla pagina online di Repubblica Salute e dal sito di Repubblica: «Facciamo un bel respiro. Un libro dedicato al gesto che ripetiamo 25 volte al giorno». Giornalismo dal fiato corto.
[19 marzo 2021]
Tamponamento a catena
In un servizio dal Policlinico Gemelli, sul Corriere della Sera, Claudio Rinaldi scrive: «A tutti i pazienti prima di entrare viene fatto il tampone antigienico». Ne è davvero convinto, perché otto righe dopo insiste: «Un uomo sulla cinquantina sta aspettando l’esito dell’antigienico della madre». E verso la fine lo fa ripetere anche all’incolpevole Francesco Franceschi, direttore del pronto soccorso: «Per questo è importante fare il tampone antigienico a tutti, anche a chi non ha alcun sintomo». In attesa di tornare al test antigenico, ecco spiegata la scarsa igiene che facilita la diffusione del coronavirus.
[21 marzo 2021]
Perdere ai punti (esclamativi)
In una disquisizione sulla prima pagina dell’Osservatore Romano, in cui parla delle «preghiere audaci» che «sono sempre piaciute a Dio», Giovanni Cesare Pagazzi scrive che nel salmo 51, il Miserere, il re Davide «si rivolge a Dio con una raffica di comandi: “Cancella!”, “Lavami!”, “Purificami!”, “Aspergimi!”, “Fammi sentire gioia e letizia!”, “Non guardare!”, “Crea!”, “Rinnova!”, “Non scacciarmi!”, “Rendimi la gioia!”, “Sostienimi!”, “Liberami!”, “Ricostruisci!”». La sventagliata di punti esclamativi esiste solo nella fantasia di Pagazzi. Nel salmo 51 tratto dalla Bibbia approvata dalla Conferenza episcopale italiana, e riportato nel sito della Santa Sede, di questi segni d’interpunzione non se ne trova neppure uno. Nelle Sacre Scritture fino al XV secolo non vi è traccia del punto esclamativo, come documentato negli atti del seminario internazionale su «Grafia e interpunzione del latino nel Medioevo», tenutosi a Roma nel 1984 e pubblicati da Edizioni dell’Ateneo. Né potrebbe essere diversamente, considerato che fu Coluccio Salutati (1332-1406) il primo a descrivere nell’Ars punctandi quello che venne definito il segno d’ammirazione, o d’esclamazione, o d’enfasi. Quindi la selva di esclamativi apparsa sul giornale del Papa rappresenta solo una deplorevole preferenza dell’articolista, il quale è riuscito ad aggiungerne altri sette prima di concludere. Ciò appare tanto più grave se si considera che Giovanni Cesare Pagazzi è un sacerdote e insegna teologia dogmatica ai seminaristi delle diocesi di Crema, Cremona, Lodi, Vigevano e Pavia. Penitenza quaresimale: leggere Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, dove vi è un solo punto esclamativo («“Ecco!” disse ad alta voce e diede uno strappo violento con tutt’e due le mani»).
[20 marzo 2021]
La giovane Cassazione
Sempre a proposito di segni d’interpunzione. I giornalisti hanno preso la cattiva abitudine, soprattutto nei titoli, di usare la virgola al posto del punto. Con esiti tragicamente esilaranti, come dimostra questo sottotitolo formulato dall’Ansa per la notizia della definitiva assoluzione di Umberto Bindella, processato con l’accusa di aver ucciso la studentessa pugliese Sonia Marra: «Lo ha deciso Cassazione, la giovane scomparsa a Perugia nel 2006». La nuova identità della signora Cassazione è stata riportata senza un plissé da Sky Tg24. L’Ansa è l’Ansa, si sa. Non si discute.
[19 marzo 2021]
E occorreva scriverlo in due?
Parlando sulla Stampa del problema delle vecchie cartelle esattoriali, Alessandro Barbera e Amedeo La Mattina scrivono che «il capo dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini ne parla da quando è nominato alla guida di Equivalata», alias Equitalia, e che si è tenuto «un vertice al Ministero dello Sviluppo economico, nell’ufficio di Giorgetto», alias Giorgetti. Uno strafalcione a testa e palla al centro.
[20 marzo 2021]
Zona retrocessione
Dal Fatto Quotidiano: «15% è la parte dello stipendio che i politici, i manager pubblici e dirigenti sanitari nominati in quota Lega in Lombardia, dovevano retrocedere al partito. La quota in questi ultimi anni si è abbassata al 10%». Lo Zingarelli 2021 dà solo questi significati per retrocedere: «Farsi indietro, indietreggiare; desistere, recedere; arretrare; subire la retrocessione; fare tornare a un grado, una posizione inferiore». Per un accordo interno, i manager leghisti consegnano, donano, restituiscono, danno, ritornano, rendono al partito parte di quanto incassano per l’incarico pubblico ricoperto. Mancano i soldi, non i verbi appropriati.
[24 febbraio 2021]
Tweet indecente
Investita dalle critiche per il disastro del sistema Aria della Regione Lombardia, costato 20 milioni di euro, l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, scrive su Twitter: «L’inadeguatezza di @AriaLombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È indecente!». Se il modo di gestire non è decente, pare lapalissiano che sia indecente. Quindi il tweet a che serve?
[22 marzo 2021]
Rallentare lentamente
Titolo dalla Verità: «L’epidemia rallenta (lentamente)». Rallentare accelerando è già più difficile.
[25 marzo 2021]
Nel modo sbagliato
Sommario dalle pagine culturali di Libero per un articolo sui 700 anni dalla morte di Dante: «Perfino la cultura di sinistra che lo aveva rimosso, grazie a Benigni, ora lo celebra (nel modo sbagliato)». Lo aveva rimosso grazie a Benigni oppure ora lo celebra grazie a Benigni? In ogni caso, è scritto nel modo sbagliato.
[24 marzo 2021]
La parrocchia Carcere
Didascalia dalla Verità: «Don Marco Pozza, parroco del carcere Due palazzi di Padova, dialoga con papa Bergoglio in televisione». È il primo penitenziario nella storia dell’umanità a essere trasformato in parrocchia dalla stampa. Succede quando un pontefice dà del tu al cappellano, e viceversa.
[12 marzo 2021]
Necrolingua
Necrologio dalla Gazzetta di Mantova: «Improvvisamente è andato all’affetto dei sui cari Giuseppe Savio di anni 81». C’è chi manca all’affetto dei «sui cari» (sic) e chi ci va.
[15 marzo 2021]
I giornali danno i numeri
Sommario della Stampa a corredo di un articolo dello scrittore Nicola Lagioia sull’ecatombe provocata dal coronavirus a Bergamo: «29.459 i morti finora registrati per Covid nella città lombarda». Al 21 marzo, i decessi per l’infezione dall’inizio della pandemia risultavano 29.799 in tutta la Lombardia. Urge toccatina scaramantica.
[18 marzo 2021]
Informazione del Pfaizer
Articolo di apertura a firma di Claudia Luise della Stampa sulla prima pagina della cronaca di Torino: «Nei prossimi quindici giorni, quindi entro il 5 aprile, dovrebbero arrivare in Piemonte 469.510 dosi dei tre vaccini: 106.700 di AstraZeneca, 66.800 Moderna e 296.010 di Pfaizer». La Pfaizer, in luogo di Pfizer, è ripetuta anche a pagina 32. Informazione del paiffero.
[21 marzo 2021]
Svarioni da brivido
«L’impresa da brivido. La finlandese Nordblad batte il record di tutti i tempi per le immersioni sotto il ghiaccio. Ben 2 minuti e 42 secondi a una profondità di 103 metri», annuncia l’Ansa. In realtà Johanna Nordblad ha coperto in costume da bagno e senza pinne una distanza di 103 metri appena sotto la superficie ghiacciata, non certo in profondità. La notizia è stata riportata pari pari dai siti di molti giornali (La Stampa, Gazzetta dello Sport, Il Sole 24 Ore, Quotidiano Nazionale, Il Fatto Quotidiano, La Gazzetta del Mezzogiorno, L’Arena, Bresciaoggi), accompagnata dal video dell’impresa, dal quale si capisce benissimo che la nuotatrice non è scesa negli abissi. Ma l’Ansa resta la Gazzetta Ufficiale anche quando sbaglia.
[19 marzo 2021]
Necessità impellenti
La Repubblica presenta una pagina di domande e risposte, a firma di Viola Giannoli, riguardanti le nuove zone rosse decretate dal governo per arginare la pandemia. Eccone una: «Si può usare il bagno nei bar? No, salvo casi di assoluta necessità (non meglio precisati)». Provi a lavorare di fantasia.
[15 marzo 2021]
C’è chi vicedirige e chi viceregna
Didascalia dalla Verità: «Ex di via Solferino. Pierluigi Battista ha vicediretto il Corriere». E il viceré delle Indie che faceva? Viceregnava?
[21 marzo 2021]
Fasce elastiche
Parlando del vaccino di Astrazeneca, Federico Fubini scrive sul Corriere della Sera che uno studio indipendente delle Università di Edimburgo e di Wellington «dimostrava un’efficacia del 94% per tutte le fascie d’età». È ben vero che quel plurale di fascia è letterario (lo usarono, fra gli altri, Giovanni Boccaccio, Pietro Bembo, Torquato Tasso, Giacomo Leopardi, Antonio Fogazzaro, Edmondo De Amicis e Giovanni Pascoli), tuttavia nell’italiano dei nostri giorni si scrive fasce, secondo la regola fissata da Aldo Gabrielli – era il lontano 1956 – nel Dizionario linguistico moderno: «Quando la i delle terminazioni -cia e -gia è accentata, questa rimane sempre anche nel plurale: farmacia, farmacie, bugia, bugie (conclusione ovvia, ché qui la i, anche agli effetti della pronunzia, non sarebbe in nessun caso sopprimibile); b) quando la i è àtona, cioè non reca accento, resta nelle forme plurali se -cia e -gia sono precedute da una vocale; si sopprime se sono invece precedute da una consonante; perciò: audacia, audacie, ferocia, ferocie, fiducia, fiducie, camicia, camicie; randagia, randagie, ciliegia, ciliegie, cupidigia, cupidigie; e invece: lancia, lance, guancia, guance, faccia, facce, minaccia, minacce, provincia, province, denuncia, denunce; bolgia, bolge, scheggia, schegge, pioggia, piogge, orgia, orge, ecc.». Conclusione di Gabrielli: «La stessa regola varrà quindi anche per le parole terminanti in -scia, il cui plurale sarà sempre in -sce: fascia, fasce, striscia, strisce, coscia, cosce. Regola semplice, come si vede, alla portata di tutti, fin dalle prime classi elementari».
[17 marzo 2021]
Vaccino letale
Dal sito della Gazzetta del Mezzogiorno: «Taranto, bus travolge e uccide 82enne: aveva appena fatto il vaccino anti Covid». Sospese a titolo cautelare le strisce pedonali Astrazeneca.
[16 marzo 2021]
La richiesta del richiedente
L’eutanasia diventa legale in Spagna. Sommario dal titolo di Libero: «Il richiedente deve inviare la richiesta due volte ad almeno 15 giorni di distanza». Lo richiede la legge. La richiesta può essere rifiutata. Poi eventualmente si può richiedere un’altra volta.
[19 marzo 2021]
Ho perso il Filoreto
In un editoriale sul Fatto Quotidiano, riguardante le magagne della pubblica amministrazione, Filoreto D’Agostino passa in rassegna «un trentennio d’infauste riforme che hanno imposto una pesante soggezione alla dirigenza pubblica» e afferma che «per desertificare le competenze si è reso necessario» agire in cinque mosse. Ecco la seconda: «Conferire al preposto la potestà d’ordinare il settore secondo i suoi desiderata (la norma capostipite è il c. 4 bis dell’art. 17 l. 400/1988), in palmare contrasto con l’art. 97 Cost., senza contare che i continui cambi organizzativi condannano l’amministrazione a un’affannata inefficienza». Lettori assolti per non aver compreso il fatto.
[5 marzo 2021]
Era meglio morire da piccoli
Ida Bozzi sul Corriere della Sera: «Nel centenario della nascita di Andrea Zanzotto (1921-1911) si avviano le celebrazioni dedicate al grande poeta veneto». Non potendo morire prim’ancora di nascere, Zanzotto si limitò a congedarsi da questo mondo nel 2011, otto giorni dopo aver compiuto 90 anni.
[17 marzo 2021]
Leggi razziali ieri, oggi e domani
La Gazzetta di Mantova ricorda la figura dell’architetto Alessandro Rimini, che progettò la Torre San Babila, il primo grattacielo di Milano, e annota: «Le leggi razziali, dal 1938, ebbero però l’effetto di nasconderne per alcuni decenni la figura». Per la verità, restarono in vigore meno di 6 anni, essendo state abrogate dal Regio decreto legge numero 25 del 20 gennaio 1944.
[22 febbraio 2021]
Voto disgiunto
Riferendo sul Corriere della Sera i risultati delle elezioni regionali nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato, il corrispondente da Berlino, Paolo Valentino, scrive fra l’altro: «A Düsseldorf trionfano i Verdi di Winfried Kretschmann». Il dettaglio viene evidenziato anche nel sottotitolo: «Trionfo Verde a Düsseldorf». Non si capisce che cosa c’entri Düsseldorf, capitale della Renania Settentrionale-Vestfalia, un Land dove non si è votato.
[15 marzo 2021]
Il pacemaker del peacemaker
Agenzia Ansa: «Walesa ricoverato, in video dice “non so se ci rivedremo”. Domani l’intervento sul peacemaker, ma “ci sono complicazioni”». È vero che Lech Walesa è stato un peacemaker (pacificatore), non per nulla nel 1983 gli fu conferito il premio Nobel per la pace, ma il generatore di impulsi elettrici impiantato nel suo petto resta un pacemaker cardiaco. Complimenti a tutti i siti dei giornali, dall’Alto Adige alla Gazzetta del Mezzogiorno, che non si sono accorti dello svarione dell’Ansa e lo hanno pubblicato tale e quale.
[14 marzo 2021]
Stupefacenti stupori
Tommaso Di Giorgio sulla Verità parla in questi termini del Fatto Quotidiano: «Delusione e arrabbiatura per il giornale che ha creduto nell’avventura di Giuseppe Conte e osserva lo smottamento progressivo del movimento con esterrefatto stupore». Uno dei sinonimi di esterrefatto è stupito. Quindi si tratta di un caso di stupefatto stupore. Il che è stupefacente.
[20 febbraio 2021]
Mettere su sottopancia
Sul Fatto Quotidiano, nella rubrica Lo sberleffo, sotto il titolo «Se parla Scaccabarozzi urge sottopancia», Gi. Ros. critica Massimo Scaccabarozzi, presidente e ceo di Janssen, società che per la Johnson & Johnson ha messo a punto un vaccino contro il coronavirus, il quale è anche presidente di Federfarma, che rappresenta circa 200 aziende associate. Infatti nelle interviste che Scaccabarozzi ha dato ai telegiornali, «i due ruoli si sono più volte sovrapposti in modo poco elegante». Conclusione di Gi. Ros.: «Un bel cartello sopra la testa, per capire a che titolo parla nelle diverse occasioni, aiuterebbe». Sottopancia o sopratesta? Urge mettere d’accordo titolista e articolista.
[14 marzo 2021]
Nove anni dopo non ci capisce niente
Titolo su Libero: «Cucchi, il superteste e la relazione che non c’è. Il carabiniere che ha incolpato i due colleghi 9 anni dopo sostiene di aver scritto una denuncia già all’epoca». Il carabiniere ha incolpato i colleghi 9 anni dopo oppure 9 anni dopo sostiene di aver scritto una denuncia? Va’ a saperlo.
[4 marzo 2021]
Accenti spagnoli/1
Spiegando argutamente sul Corriere della Sera «perché usiamo tante parole inglesi», Beppe Severgnini, notoriamente anglofilo, scrive che «gli spagnoli non usano il mouse ma il ratòn (topo)». Spiace correggerlo, ma non è vero: gli spagnoli usano infatti il ratón, dato che in castigliano non esiste l’accento grave.
[16 marzo 2021]
Accenti spagnoli/2
Sempre a proposito di accenti in spagnolo. «Non è un caso che il presidente dei vescovi, Josè Horacio Gomez, non sia stato promosso cardinale in occasione dell’ultimo concistoro pur essendo da anni arcivescovo di Los Angeles», scrive Claudio Tito sulla Repubblica, cercando d’indovinare le prossime nomine del Papa. Forse dipende dal fatto che il prelato, di origine messicana nonché membro dell’Opus Dei, si chiama in realtà José Horacio Gómez.
[17 marzo 2021]
Dal malore all’autopsia
Titolo dalla Stampa: «Dopo il malore si attende l’esito dell’autopsia». Non era meglio aspettare che la persona in questione prima morisse?
[15 marzo 2021]
Scalfari si è convertito
Scrivendo per l’ennesima volta di papa Francesco, il fondatore della Repubblica giustifica così il loro intenso rapporto, all’apparenza incomprensibile: «Io non sono credente e il Papa non è un personaggio in cerca di amicizie giornalistiche più o meno importanti». Non resta pertanto che una spiegazione: Eugenio Scalfari si è convertito in segreto ma non vuole dirlo.
[14 marzo 2021]
Centro anch’io? Sì, tu sì
Paolo Carnevale intervista sul Corriere della Sera il figlio di Enzo Jannacci, Paolo, facendogli dire: «Molti chiedevano a mio padre cosa centrasse la carriera del medico con quella di cantante». Di sicuro qui c’è qualcuno che non c’entra nulla con la grammatica.
[17 marzo 2021]
Sbagliata la domanda. O il titolo?
Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Reato che non c’è. “Mare Jonio” la domanda è sbagliata». Tutto chiaro.
[5 marzo 2021]
Che mi prenda un colpo
La Verità annuncia in un titolo che «il Covid fa 30.000 morti tra chi non ha il Covid» anche a causa di «infarti presi in ritardo». Se malauguratamente dovesse prenderci un accidente, avete un’ora esatta da suggerirci?
[9 febbraio 2021]
Polizia cantonese, che cantonata
Apprendiamo dal sito del Fatto Quotidiano che «è stata ritrovata in prigione in Svizzera Gabriella Maxia, la 48enne di Decimoputzu scomparsa da casa il 26 febbraio». Arrivata a Milano, la donna sarda «ha eseguito un prelievo con la carta di credito e poi è arrivata fino a Zurigo in Svizzera dove, forse perché rimasta senza soldi, ha commesso un furto ed è stata arrestata dalla polizia cantonese». In attesa che la polizia cinese venga espulsa dalla polizia cantonale, il medesimo svarione è comparso anche sulla Gazzetta del Mezzogiorno e sul sito Sardegnalive.
[11 marzo 2021]
Il finto tecnico si finge finto tecnico
Attacco di un servizio di cronaca da Desenzano su Bresciaoggi: «Tenta la truffa fingendosi un finto tecnico del gas». Quindi era un tecnico vero?
[12 marzo 2021]
Bancone dei pegni
Nel disperato quanto sfortunato tentativo di tornare nelle grazie del Papa, che lo ha cacciato dalla Comunità di Bose, fratel Enzo Bianchi recensisce entusiasticamente su Tuttolibri della Stampa il saggio Dizionario Bergoglio, con prefazione di Antonio Spadaro, il gesuita accreditatosi quale spin doctor ombra del Pontefice argentino. Il volume analizza i «bergoglismi», neologismi coniati da Francesco con un linguaggio creativo teso a «focalizzare i concetti chiave del suo insegnamento». Scrive Bianchi: «Nel Dizionario Bergoglio troviamo due voci in spagnolo, come balcolenar, la postura di chi sta al bancone senza far nulla, guardando la vita passargli davanti. C’è poi primerear che è l’esatto opposto». Duole correggere il monaco laico, ma il primo verbo è balconear, non balcolenar, e deriva da balcone, non da bancone. Nel lunfardo – il gergo tipico della città di Buenos Aires, molto usato nel tango – il verbo balconear significa appunto star a guardare dal poggiolo o dalla finestra. Va rilevato che a individuare per primo questi neologismi, fin dal 1964, è stato il giornalista argentino Jorge Milia, che nel 2013 li analizzò a puntate sull’Osservatore Romano (Bergoglio fu suo professore nell’ultimo anno di liceo). Infine Bianchi sbaglia il nome dell’autore del libro, chiamandolo Francesco Torralba. Nel medesimo errore incorre la redazione di Tuttolibri, ripetendo il nome di battesimo sbagliato nella didascalia sotto la copertina del volume. Sulla quale si legge correttamente Francesc Torralba, e non Francesco (nome completo Francesc Torralba Roselló, filosofo e teologo originario di Barcellona).
[13 marzo 2021]
Sommari da c.../1
Rievocando sul Fatto Quotidiano la stagione vissuta all’Indipendente, Massimo Fini racconta di un incontro a tavola nell’agosto 1993, quando l’allora direttore del quotidiano fondato da Ricardo Franco Levi gli prospettò la possibilità di passare con lui al Giornale: «Finita la cena, un po’ brilli, alzammo i calici e Vittorio esclamò: “In culo al Berlusca, restiamo all’Indi”». Donde il sommario dell’articolo: «“In culo al Berlusca” mi diceva, ma ci andò». O il titolista non ha compreso ciò che ha letto o davvero Feltri, accettando di dirigere Il Giornale, andò in culo al Berlusca. E questa sarebbe la notizia dell’anno.
[12 marzo 2021]
Sommari da c.../2
La Stampa riporta una frase sul vaccino Astrazeneca, pronunciata dal generale Paolo Figliuolo in un colloquio con il Corriere della Sera e Il Foglio: «È stato pubblicizzato male, purtroppo. Dai miei incontri con i vertici dell’Ema mi è stato ribadito che è un prodotto fortissimo». Ed ecco come il titolista l’ha tradotta in un sommario: «È stato pubblicizzato male, purtroppo i vertici dell’Ema mi hanno ribadito che è un prodotto fortissimo». Premio Capire 2021, ex aequo con Il Fatto Quotidiano.
[14 marzo 2021]
Diversità grammaticali
Sulla Verità, in prima pagina, la scrittrice Silvana De Mari osserva che «le donne sono completamente diverse degli uomini e gli uomini sono completamente diversi delle donne». Il dettaglio non ci era sfuggito. Tuttavia ci preme ribadire che, per entrambi i generi, in italiano la preposizione articolata si forma con il da, quindi «dagli uomini» e «dalle donne».
[9 marzo 2021]
Sorpassi a Monopoli
Titolo dalla Repubblica: «In lockdown senza passare dal via. Il Monopoli del virus un anno dopo». Facevano prima a scrivere: «Italia ancora ferma tra vicolo Stretto e vicolo Corto». Titolo nella pagina seguente: «Più vaccini che contagi. Usa, il grande sorpasso grazie ai team militari». Arrivano sempre per primi al Parco della Vittoria.
[10 marzo 2021]
Italiano volgare
Azzurra Barbuto commenta su Libero la foto di Fabiana Dadone, ministro delle Politiche giovanili, ritratta con i piedi sulla scrivania del suo dicastero, scarpe di vernice rossa e tacchi a spillo: «Vuole proprio convincerci di essere figa, intanto non possiamo fare a meno di riflettere sul fatto che chiunque desideri essere preso sul serio dovrebbe guardarsi dallo scadere in un simile volgare protagonismo». Scusi, ha detto volgare?
[10 marzo 2021]
Bandiere immaginarie
«Sa tanto di stile draghiano», scrive Wanda Marra sul Fatto Quotidiano a proposito del breve filmato con cui Enrico Letta ha annunciato su Twitter la sua candidatura a segretario del Pd. E dettaglia: «Maglioncino grigio, colletto bianco e occhialetti, dietro una bandiera dell’Italia, Letta parla per 1 minuto e 20». Il tricolore sul fondo lo ha visto solo Marra. Alle proprie spalle, Letta aveva soltanto una doppia carta geografica d’Italia, senza bandiere, che rappresentava la localizzazione delle Autorità di sistema portuale, i porti di secondo livello, le Zes (Zone economiche speciali) e le sedi delle capitanerie di porto. Solo che anche le redazioni sono ormai diventate porti di mare.
[13 marzo 2021]
Ripasso espresso
Sommario dall’Espresso: «Nella battaglia con Vivendi Bolloré è stato bloccato dal governo di centrosinistra. Gli resta il contenzioso civile e un’inchiesta penale». Corso espresso di grammatica: i soggetti sono due, quindi l’accordo doveva essere al plurale («gli restano»). Per non parlare dell’ircocervo «Vivendi Bolloré», che si sarebbe potuto evitare ponendo una virgola fra il nome della società francese e il cognome del suo presidente.
[28 febbraio 2021]
Soluzione finale
Editoriale domenicale del direttore della Gazzetta di Mantova, Enrico Grazioli: «Un anno di Covid e non abbiamo avuto la soluzione finale». Meno male. Del resto dovette lasciarla a metà persino Adolf Hitler.
[14 marzo 2021]
Parrocchie Oscure
Brani scelti da un articolo firmato dalla scrittrice Silvana De Mari sulla Verità: «L’unica spiegazione logica tutto questo è che Sua Santità Benedetto XVI sia sotto attacco e sotto ricatto». «La elezione del cardinale Bergoglio al papato e valida o no?». «Sua Santità Benedetto XVI che si firma Pontifex». (Non è così: si firma «Benedictus XVI». Si firmava «Benedictus PP. XVI» quando era regnante. La sigla comunque non sta a significare Pontifex bensì Papa senza le vocali, stando al Lexicum abbreviaturarum di Adriano Cappelli, mentre secondo lo Zingarelli 2021 vuol dire Pater Patrum, Padre dei Padri; Pastor Pastorum, Pastore dei Pastori; Pastor Primarius, Primo Pastore). «Jorge Bergoglio ha rifiutato i simboli della sovranità papale, la mazzetta rossa». (È una mantellina e si chiama mozzetta; la mazzetta rossa fu recapitata da Enimont alle Botteghe Oscure, un’altra parrocchia). «La prova definitiva, quella che non lascia adito nessun dubbio». (Si scrive «dare adito a nessun dubbio»). «È altamente improbabile che un testo come un abdicazione papale». «La Declaratio scritta da Ratzinger è stata scritta». (Sembrerebbe fuori discussione). «Dare l’impressione che sia un abdicazione». (Aridaje, come dicono anche in Vaticano). Circa la Declaratio, De Mari afferma che «è stata scritta con errori ortografici impensabili». Da che pulpito.
[7 marzo 2021]
Lontano dagli occhi
Titolo dalla Repubblica: «La lezione di Mattarella in fila per farsi vaccinare lontano dalle telecamere». Chissà chi era quell’anziano signore con i capelli bianchi, entrato all’ospedale Spallanzani di Roma con al fianco Giovanni Grasso, portavoce del capo dello Stato, e filmato da tutti i tg mentre attendeva esemplarmente il suo turno seduto su una poltroncina blu della sala d’aspetto.
[10 marzo 2021]
Ma va’ a da’ via il book
Il Giornale informa che Ruffini partecipazioni, holding di Remo Ruffini, vende il 3,2 per cento di Moncler, specificando che «la cessione di azioni sarà realizzata attraverso una procedura di accelerated bookbuilding», che «nell’operazione di collocamento Bank of America e Morgan Stanley agiscono in qualità di joint bookrunner», che «Gatti Pavesi Bianchi Ludovici agisce in qualità di legal counsel italiano», che «White & Case LLP agisce in qualità di legal cousel inglese e statunitense» e che «Ruffini non potrà disporre delle azioni di Moncler senza il consenso dei joint bookrunner». Vabbè che Il Giornale si pubblica a Milano, però, come dicono a Londra, va’ a da’ via i ciapp!
[10 marzo 2021]
Dizionario adirato
Niccolò Carratelli, autore dello scoop sul misterioso viaggio di Matteo Renzi a Dubai, scrive che l’ex premier «ha incaricato i suoi legali di adire in giudizio in sede civile il nostro giornale». Lo Zingarelli 2021 avverte che il verbo adire è transitivo, pertanto già le forme come «adire alle vie legali» o simili sono da considerarsi non corrette. Figuriamoci adire un giornale in giudizio: il significato del verbo, infatti, è «rivolgersi all’autorità giudiziaria perché provveda alla tutela di un diritto o di un interesse». Quindi si dice «adire il tribunale, adire le vie legali». È vero che sul vocabolario Treccani, alla voce appellare, si legge «adire in giudizio di appello», ma il prestigioso Istituto dell’enciclopedia italiana si smentisce da sé quando lemmatizza adire come verbo transitivo.
[8 marzo 2021]
Troppi spritz
Sull’inserto culturale Domenica del Sole 24 Ore, Davide Paolini tesse le lodi dello spritz, precisando che a Padova «negli anni ’80 un gruppo di universitari ha rilanciato questo aperitivo, attraverso il sito www.spritz.it». Impossibile. Come mi raccontò Antonio Blasco Bonito, il ricercatore del Cnr che per primo digitò in Italia la sigla «www», era il 30 aprile 1986 quando a Pisa egli collegò il Centro nazionale universitario di calcolo elettronico con la rete americana delle istituzioni militari e degli elaboratori delle università connessi ad Arpanet. Ma l’interconnessione fra reti cominciò soltanto nel 1991, allorché l’americana National science foundation eliminò ogni restrizione all’uso commerciale di Internet. Infatti il sito www.spritz.it fu registrato il 1° agosto 2000, non negli anni Ottanta.
[7 marzo 2021]
Deliveroo
Titolo di apertura sulla prima pagina di Avvenire: «Poveri a domicilio». Pronta consegna.
[5 marzo 2021]
Ciak, si vira
Incipit di un articolo del Fatto Quotidiano firmato da Alessandro Mantovani e Wanda Marra: «Nella “cabina di regia” della lotta al virus entrano anche i ministri economici, si farà un tavolo tecnico per rivedere i parametri epidemiologici e per il resto l’Italia rimarrà “a colori”». Benvenuti a Cinecittà.
[24 febbraio 2021]
Possibilisti
Luca De Carolis e Paola Zanca sempre sul Fatto Quotidiano: «E poi c’è il chiaro segnale lanciatogli su Facebook da Luigi Di Maio, l’unico possibile avversario interno: “Spero che il Movimento possa accogliere Conte a braccia aperte, il prima possibile”». L’unico possibile spera che si possa il prima possibile. Non è possibile!
[24 febbraio 2021]
Acuti inutili
Intervistando Vittorio Messori sul Corriere della Sera, Stefano Lorenzetto scrive «vabbé», con l’accento acuto anziché grave. Poiché nell’originale si leggeva correttamente «vabbè», si sospetta l’intervento in extremis di un corruttore di bozze.
[3 marzo 2021]
Motociclisti sulla sedia
Didascalia dall’Arena: «L’automobilista che ha investito il motociclista seduto sulla sedia». Non ci sono più i sellini di una volta.
[4 marzo 2021]
Precedenti pericolosi
Dalle pagine della Verità, in un articolo sulle dimissioni di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, Luca Telese osserva: «Alla fine l’onda lunga di Riad si è abbattuta come uno tsunami anche sul Nazareno. E ha prodotto un risultato senza precedenti: l’addio del primo leader – nella storia del Pci-Pds-Pd – che si dimette sbattendo la porta con un j’accuse senza precedenti». Poco più avanti aggiunge che Zingaretti lo ha fatto «postando una lettera pubblica su Facebook, segnata da una durezza senza precedenti». Infine segnala che il partito è ora in mano a una presidente, Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, che «non ha mai avuto esperienze di dirigenza precedenti». Purtroppo lo stile di Telese ha invece parecchi precedenti.
[5 marzo 2021]
Il piccione Zingaretti
Secondo Wanda Marra del Fatto Quotidiano, quella del dimissionario Nicola Zingaretti è stata «non una fredda comunicazione, ma un messaggio fortissimo, polemico, prima di tutto emotivo, da cui trapela la difficoltà dell’uomo di fronte a un tiro al piccione quotidiano». Un uomo chiamato colombo.
[5 marzo 2021]
Il bersaglio Zingaretti
In un sommario, La Repubblica attribuisce a Nicola Zingaretti la seguente frase: «Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del Pd, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione». Prendiamo atto che Zingaretti è diventato un bersaglio per amore dell’Italia e del Pd e sentitamente ringraziamo.
[5 marzo 2021]
Giornalisti all’indice
Nel Tgr Lazio delle ore 14 la conduttrice Roberta Ammendola annuncia che «il Lazio resta giallo per un soffio: l’indice Rt infatti sfiora ma non arriva all’1 per cento». Notizia priva di senso, giacché l’indice Rt viene espresso per convenzione con un numero naturale, non con una percentuale. L’Rt segnala il tasso di contagiosità del Covid-19 dopo che sono state applicate le misure di contenimento del virus. Esempio: Rt 3 significa che ogni infetto in media contagerà tre persone nel periodo considerato e queste tre persone ne contageranno altre tre a testa nel periodo successivo. Quando l’indice Rt è superiore a 1, vuol dire che ogni persona infetta sta contagiando più di una persona.
[5 marzo 2021]
Misfatto quotidiano
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «L’Istat: c’è un milione di persone in condizioni di povertà assoluta. Eppure nel governo Draghi c’è chi vorrebbe smantellare il Reddito di cittadinanza». Sbagliato. Un milione sono gli individui che nel giro di un anno si sono aggiunti ai poveri già esistenti. I quali, secondo la stima 2020 contenuta nell’ultimo rapporto dell’Istat pubblicato il 4 marzo, si attestano ora a quota 5,6 milioni. Il quotidiano di Marco Travaglio è riuscito a ridurli dell’82 per cento in un sol colpo e si avvia dunque a pareggiare i conti con Luigi Di Maio, che nel 2018, dal balcone di Palazzo Chigi, proclamò l’abolizione della povertà.
[5 marzo 2021]
Pure alla Giustizia?
In una didascalia, La Stampa qualifica la grillina Lucia Azzolina come «ex ministra della Giustizia». Non sono bastati i danni che ha fatto all’Istruzione?
[4 marzo 2021]
E tu. E noi. E lei. Fra noi
Titoli da un’unica edizione del Giornale. «E sulla cura s’incarta pure l’ideologia rossa». «E i dem anticipano la resa dei conti». «E Bonaccini incalza». «E ora la “zona rossa” spaventa mezza Italia». «E adesso esplode la rabbia delle famiglie». «E Sputnik prepara lo sbarco in Europa». «E la giudice condanna i sansepolcrini». «E sui dossier caldi non potrà più fare melina». «E tornano le proteste». E poi e poi e poi sarà come morire (copyright Giorgia).
[5 marzo 2021]
Congiuntivite
In un servizio da New York sulla Repubblica, l’inviata Anna Lombardi scrive: «Peccato che solo lunedì il Cdcp, Center for Disease Control and Prevention, ovvero l’organo governativo che si occupa della prevenzione e monitoraggio delle malattie infettive, lo aveva detto chiaro». Congiuntivo vo’ cercando.
[4 marzo 2021]
Genova per voi
Titolo in prima pagina sul Tempo: «Dura lettera di condanna del vescovo di Genova per la corona di spine indossata da Fiorello. Bufera cattolica sul Festival di Sanremo». Non è così. A censurare «insulsaggini e volgarità» e a protestare contro il premio attribuito a «un personaggio che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine» (Rosario Fiorello), è stato Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia e Sanremo, non di Genova.
[8 marzo 2021]
Fuori servizio
Titolo dalla Verità: «Filmava le automobili fuori servizio e poi inviava le multe: vigile indagato». In realtà le auto erano funzionanti. Quindi bisognava titolare: «Fuori servizio filmava le automobili e poi inviava le multe: vigile indagato».
[5 febbraio 2021]
Il problema è il titolista
Sottotitolo dalla Verità: «Il problema non è lui, ma la maggioranza che ha distrutto l’Italia ancora presente in Parlamento». Fa piacere che l’Italia sia ancora presente in Parlamento, pensavamo che se ne fosse andata da quel dì. Nel frattempo, si potrebbe correggere l’italiano: «Il problema non è lui, ma la maggioranza, ancora presente in Parlamento, che ha distrutto l’Italia».
[7 febbraio 2021]
Cala cala, Ta-Rocco
«Con Il Portavoce sto vendendo più di Barack Obama», è l’affermazione che Giorgio Gandola, sulla prima pagina della Verità, attribuisce a Rocco Casalino, spin doctor del premier Giuseppe Conte in due governi. Come sempre Ta-Rocco, per usare l’azzeccato nomignolo appioppatogli da Dagospia, le spara grosse. Nella sua prima settimana in libreria, Il Portavoce (Piemme) ha venduto infatti 3.665 copie, piazzandosi al 15° posto in classifica. Nella stessa settimana, Una terra promessa (Garzanti) di Barack Obama ne ha vendute quasi il triplo, 9.604, occupando il 6° posto in classifica. Si deve dedurne che Casalino non la racconta giusta. E poiché da quando è uscito, a metà novembre, il saggio di Obama ha già totalizzato 120.152 copie, per venderne di più a Ta-Rocco servirà un Grande Puntello, più che un Grande Fratello.
[2 marzo 2021]
Parentesi grappa
Nella rubrica Il racconto, sul Fatto Quotidiano, Andrea Vitali, il medico diventato romanziere di successo, si dedica a una briosa dissertazione statistica sui consumi alcolici nel bar che frequenta abitualmente. Parlando della grappa bianca, egli riferisce che essa è prediletta da «quei soggetti che, ligi a vecchi costumi, usano avviare la mattina di lavoro corroborando lo spirito con quel liquore». Definizione assai impropria: la grappa non è un liquore bensì un distillato, per la precisione un’acquavite di vinaccia che per legge può essere ricavata solo in Italia da uve raccolte e vinificate esclusivamente nel nostro Paese.
[2 marzo 2021]
Miliardi di giornate
«Se esistesse un “Archivio dei giorni perduti”, alla voce “scuola” bisognerebbe aggiungere 112 miliardi di pagine. Tanti sono i giorni di didattica in presenza che bambini e ragazzi di tutto il mondo hanno smarrito dall’inizio della pandemia, esattamente un anno fa», scrive Viola Ardone nell’incipit di un articolo sulla prima pagina della Stampa. Anche ammettendo che dall’inizio della pandemia siano state interrotte le lezioni in presenza per tutti i 365 giorni (il che non è) e che il fenomeno abbia riguardato per l’intero anno tutti i 195 Stati sovrani riconosciuti dall’Onu (il che non è), i giorni in cui sono saltate le lezioni ammonterebbero a 71.175. L’unico dato importante è che sono stati 1,2 miliardi (stima dell’Unesco) gli studenti costretti a ricorrere alla didattica a distanza, ecco tutto. Ma ciascuno di loro avrebbe perduto, nella peggiore delle più fantasiose ipotesi, 365 giorni di scuola (71.175 volendo riferirsi al totale degli Stati sovrani). Solo che è più reboante, per i giornali, parlare di 112 miliardi di giornate perse.
[3 marzo 2021]
Senso del dovere
Titoli da un’unica edizione del Domani. Pagina 9: «Per approdare al successo, i bitcoin hanno dovuto tradire la loro missione». Pagina 10: «La parentesi di Draghi deve servire a rendere Renzi inoffensivo». Pagina 11: «Per essere efficace il Recovery plan deve ripartire dalle nostre città». Ecco un giornale che ha il senso del dovere.
[22 febbraio 2021]
Sine nobilitate
Parlando dello snobismo sulla Verità, Silvana De Mari afferma: «La parola deriva da s. nob., che vuol dire sine nobilitate. Era scritto nei college inglesi di fianco ai nomi di quelli che non erano né conti né marchesi, e che quindi spesso sviluppavano un complesso di inferiorità che compensavano con un comportamento ignobile di aggressione agli umili». Trattasi di una mera ipotesi che fu avanzata, peraltro in termini un po’ diversi, da Alfredo Panzini nel Dizionario moderno (1908): «Snob è voce di incerta etimologia. Nobs, abbreviazione di filius nobilis, dicevasi nei collegi dei giovanetti patrizi; coloro che vi si accostavano o ambivano accostarsi erano detti quasi-nobs, indi snobs». Nel Grande dizionario della lingua italiana (edito fra il 1961 e il 2002), Salvatore Battaglia ne parla così: «Secondo un’opinione citata dal Panzini, ma non accreditata, deriverebbe invece dall’abbreviazione s. nob. che i cancellieri apponevano sugli elenchi delle famiglie plebee e corrispondente alla locuzione latina sine nobilitate “senza nobiltà”». Il vocabolario Treccani dirime la questione in questo modo: «È priva di fondamento l’opinione, molto diffusa, che sia un’abbreviazione della locuzione latina s(ine) nob(ilitate) “senza nobiltà”». Infine, ecco la definizione sullo Zingarelli 2021: «Voce inglese, di origine scandinava, propriamente “calzolaio, uomo rozzo”; divulgata dal Libro degli Snob, di W. M. Thackeray (1811-1863), ma presente nel gergo antico dell’Università di Cambridge per indicare ogni estraneo a quell’ambiente e come tale non socialmente qualificato».
[22 febbraio 2021]
E alla fine morì
Titolo dalla Gazzetta di Mantova del 1° marzo: «Gravissimo ma vivo il dottor Posteraro». Poiché nell’edizione del giorno precedente un altro titolo, a tutta pagina, annunciava «Il Montecchi piange il primario di Riabilitazione. II dottor Posteraro stroncato da una malattia a 62 anni», il «ma» segnalava che in redazione erano dispiaciuti non già per il macabro errore bensì perché il medico non si rassegnava a morire. L’indomani, sospiro di sollievo in pagina: «La notizia della prematura scomparsa del dottor Lucio Posteraro, 62 anni, vinto da una grave malattia, è ora confermata». Più che la scomparsa, era prematura la notizia della morte.
[2 marzo 2021]
Fissazioni
«Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si torni a parlare dell’urgenza del Mes». Così termina un urticante corsivo del Fatto Quotidiano, siglato FQ, che per lo stile sembrerebbe scritto dal suo direttore Marco Travaglio. Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si tornasse a rispettare la nostra lingua. Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (pagina 562) insegna infatti che «se nella reggente figura il condizionale presente di un verbo indicante volontà, desiderio, opportunità (come volere, desiderare, pretendere, esser conveniente e simili)» – ed è appunto il caso in questione – «la dipendente si costruisce col congiuntivo imperfetto più spesso che col congiuntivo presente». Il linguista cita un paio di esempi, fra cui il seguente tratto da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: «E che vorrebbe ch’io facessi?». Non «ch’io faccia».
[25 febbraio 2021]
Violenza prêt-à-porter
Dalla Repubblica: «La violenza sta tornando di moda in ogni ambiente e a ogni latitudine, non solo nell’Est del Congo». Così il cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, celebrando i funerali di Stato delle vittime dell’attentato in Congo. Eminenza, la violenza si è sempre portata bene, ci pare.
[25 febbraio 2021]
Tamponamenti anali
Titolo dalla Verità: «Usa vessati dal tampone anale cinese». Il sommario specifica: «Washington chiede di escludere i suoi funzionari dal test rettale, introdotto a gennaio». Giusto. Siamo a marzo. È tempo di toglierlo.
[27 febbraio 2021]
Francesismi
La medesima Verità insiste con i francesismi nei titoli, pur non conoscendo il francese. Dopo debacle al posto di débâcle il giovedì, ecco «Triste déja vu», anziché déjà vu, sulla prima pagina di venerdì. Davvero un triste déjà vu, in effetti.
[26 febbraio 2021]
Muti parlanti
Sul Fatto Quotidiano, nell’incipit di un articolo Wanda Marra scrive: «Chiuso nel mutismo dei momenti difficili, raccontano che Nicola Zingaretti ieri mattina non rispondeva neanche al telefono». Essendo muto, sarebbe stato difficile il contrario: la lingua dei segni al telefono non funziona. Sempre riferendosi al segretario del Pd, Marra più avanti annota: «Zinga è tornato a parlare di “vocazione maggioritaria”, ha dedicato un rapido cenno ai Cinque Stelle, citando genericamente di “alleanze”, che improvvisamente non sono più strutturali e portanti». Il verbo citare è transitivo, ergo si può citare qualcosa, non di qualcosa. Comunque constatiamo con sollievo che Zingaretti non è affatto chiuso nel mutismo: parla e cita.
[26 febbraio 2021]
Istruzione garantita
Dalla biografia del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riportata sul sito del dicastero: «Ha insegnato alle Università di Trento, Udine e Bologna, dove tornò come ordinario di politica economica nel 1991». Complimenti per la consecutio temporum.
[24 febbraio 2021]
Nomi d’arte
Il Domani dedica un’intera pagina d’intervista all’economista Gaël Giraud, un gesuita. L’autore, Ferdinando Cotugno, lo chiama sempre e solo Giraud, senza nome di battesimo. Penserà che sia un nome d’arte, come Platinette?
[26 febbraio 2021]
Precisione tramontata
Sommario dell’articolo intitolato «Wilder sul viale del tramonto» su Robinson, il supplemento culturale della Repubblica: «Pretesto narrativo: una ragazza greca che incontra il commediografo sul set di “Fedora”». Duole deludere il titolista, ma Billy Wilder fu regista cinematografico, sceneggiatore, produttore e giornalista, mai commediografo.
[20 febbraio 2021]
Delitti e rifiuti
Dalla Gazzetta di Mantova: «Dalle indagini effettuate la polizia locale è risalita ai produttori dei rifiuti stessi. Gli stessi dopo averli contattati sono stati multati per violazione del regolamento comunale di polizia urbana. Tra i vari scarti che erano sul posto la polizia locale ha anche trovato i responsabili di un “cold case”, un abbandono di rifiuti risalente presumibilmente a due anni fa: un uomo di Roverbella che è stato anch’egli multato». Chi ha ucciso la lingua italiana nei giornali? Ecco il vero delitto irrisolto.
[22 febbraio 2021]
Bus ubriachi
Sommario dall’Arena: «In un altro caso i poliziotti sono intervenuti per l’ennesimo passeggero di bus ubriaco». È la prova che a Verona si beve forte: sono sbronzi anche i mezzi pubblici.
[26 febbraio 2021]
Dio li fa e poi li accoppia
Claudio Petruccioli, ex presidente della Rai in quota ai Ds ed ex parlamentare, posta su Twitter un titolo della Verità («Da Grillo un bel “vaffa” a sé stesso») e commenta: «Questa volta l’impulso è solo grammaticale Vogliamo ricordarci che prima di STESSO sul SE non si mette l’accento? Almeno nei titoli!» (testuale). Morale interessante per un giornalista, qual è Petruccioli: nei titoli non si deve sbagliare invece nei testi è consentito farlo? Segue infuocato dibattito. Qualcuno gli ricorda il DOP - Dizionario d’ortografia e di pronunzia di Bruno Migliorini: «Frequenti ma non giustificate le varianti grafiche se stesso, se medesimo, invece di sé stesso, sé medesimo». Qualche altro cita la Grammatica italiana di Luca Serianni: «Senza reale utilità la regola di non accentare sé quando sia seguito da stesso o medesimo, giacché in questo caso non potrebbe confondersi con la congiunzione: è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo». Nulla di nuovo. È sulla stessa linea lo Zingarelli 2021 («si preoccupano solo di sé stessi; ha pensato solo a sé stesso»), che in una nota d’uso sull’accento specifica: «Quando sé è seguito da stesso, si può anche scrivere senza l’accento; è tuttavia consueta anche la forma accentata, per evitare equivoci che, nel caso di se stessi o se stesse, potrebbero verificarsi». Equivoci di cui il linguista Giuseppe Antonelli diede conto con un articolo illuminante uscito sul Corriere della Sera il 13 gennaio 2019, che cominciava così: «Se stessi qui a fare polemica, dovrei semplicemente invitare tutti a fare pace con sé stessi, o con sé stesse: perché quell’accento non ci sarebbe, se stesse lì per caso. C’è perché serve a distinguere il pronome personale (sé) dalla congiunzione ipotetica (se). E, come appare evidente già da queste prime righe, non è affatto vero che quando sé precede stesso o medesimo di quell’accento non ci sia bisogno». Nella lezione tenuta all’Università La Sapienza di Roma il giorno in cui lasciò la cattedra per andare in pensione, il professor Serianni ribadì «la propria unica, inderogabile pretesa sugli studenti: che scrivano “sé stesso” con l’accento». Aldo Gabrielli aveva già tagliato la testa al toro nel lontano 1956: «Si scriva sempre sé pronome con l’accento, in ogni caso» (Dizionario linguistico moderno, pagina 589). Fa stecca nel coro il tweet di Giovanna Nuvoletti, che di Petruccioli è la moglie: «Perché pagano asini per fare i titoli nei giornali?». Signora, è quello che ci chiedevamo anche di certi presidenti della Rai.
[23 febbraio 2021]
Non credo ma spero
«Spero e non credo che chi ha pronunciato quelle parole coltivi realmente, razionalmente, dentro di sé quei molteplici disvalori», scrive Walter Veltroni sul Corriere della Sera a proposito dei disgustosi e intenzionali insulti rivolti dal professor Giovanni Gozzini a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Nell’intento cerchiobottista di deplorare un intellettuale di sinistra senza inimicarselo, l’ex direttore dell’Unità colloca male il «non», che si doveva riferire ovviamente a «coltivi». In modo più semplice, Veltroni avrebbe potuto scrivere: «Non credo che chi ha pronunciato quelle parole coltivi realmente», togliendo il superfluo «spero». Ma la speranza, si sa, è l’ultima a morire.
[22 febbraio 2021]
Frasi travagliate
Nell’incipit del suo editoriale, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, scrive di Beppe Grillo: «Così cominciò a informare la gente nei suoi show (chi ci andava scoprì che la Parmalat era fallita ben prima della Consob e dei pm)». Quindi la Consob e i pm sono falliti senza che ce ne accorgessimo? Se non è così, bisognava scrivere: «Chi ci andava scoprì ben prima della Consob e dei pm che la Parmalat era fallita».
[19 febbraio 2021]
Lezioni di francese
«Speranza dà lezioni, ma è stato una sciagura», titola La Verità. E il sommario sentenzia: «La sua conferma dopo la debacle sulla profilassi è un grave errore di Draghi». A proposito di dare lezioni: si scrive débâcle.
[25 febbraio 2021]
Dopo che fu ucciso, sparò
Nel servizio sull’agguato che è costato la vita all’ambasciatore italiano in Congo e al carabiniere che era con lui, Francesco Battistini sul Corriere della Sera ricorda come nel 1995 sei volontari di Lecco furono massacrati allo stesso modo e nello stesso posto: «Una banda li sorprese a Rutshuru, proprio il villaggio che Attanasio cercava di raggiungere, e dopo ucciso l’autista sparò sugli altri». Non ci è ben chiaro che cosa sia accaduto «dopo», ma escluderemmo che l’autista sia resuscitato per completare la strage.
[23 febbraio 2021]
«Mi» pare sbagliato
La Repubblica dà conto del bollettino dei contagi da Covid-19 con un grafico in cui compare una sigla misteriosa: «574mi il totale dei positivi». Quindi il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha decretato erga omnes che «mi» sta per migliaia, così come «mln» significa milioni e «mld» miliardi. Peccato che «mi» indichi già, nella lingua italiana, l’unità di misura itineraria corrispondente al miglio.
[2 gennaio 2021]
Nuove parabole
Titolo da Avvenire: «La parabola discendente dei tamponi». Dal Vangelo secondo Speranza.
[21 febbraio 2021]
Dal 1945 è trascorso un secolo
Dalla Gazzetta di Mantova: «Morti in tutta la provincia di Mantova dall’inizio della pandemia: 1.184, di cui 164 in città. Sono i numeri agghiaccianti di una delle più grandi tragedie dell’ultimo secolo dopo le due guerre mondiali». Nel frattempo c’è stata una riforma del calendario?
[22 febbraio 2021]
Piove che Dio non la manda
«Il virus come il diluvio universale – “tragedia di proporzioni bibliche”, la definì Mario Draghi sul Financial Times, appunto – che ci stipa tutti sulla stessa barca», scrive l’ubiquo padre Antonio Spadaro sull’Espresso anziché sul quindicinale che dirige (La Civiltà Cattolica). Scusi, reverendo, ma le avanza ancora il tempo per celebrare la messa oppure è troppo impegnato come press agent di papa Bergoglio? Perché domenica scorsa nella prima lettura (Genesi 9, 8-15) Dio parlava così: «Non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Quindi se il Padreterno in persona promise a Noè e ai suoi figli che non avrebbe mai più mandato sulla terra un simile cataclisma, lei di quale diluvio universale sta cianciando?
[21 febbraio 2021]
Espressioni di chiarezza
Sommario dall’Espresso: «Imprese, artigiani, partite Iva, ma anche l’Ilva e l’Alitalia, lavorerà con Franco, Cingolani e Giovannini». Chiarissimo.
[21 febbraio 2021]
In difesa del Profumo di Leonardo
«Pandemia e crisi, Leonardo riparte dal Sud», titola La Verità il 22 gennaio. «Investimenti da 360 milioni di euro per modernizzare gli stabilimenti produttivi nel Meridione. È il contributo di Leonardo al “nuovo sviluppo del Sud”, presentato mercoledì dall’amministratore delegato Alessandro Profumo», scrive nell’incipit Stefano Pioppi. «Dallo spazio al nucleare, la sfida di Leonardo», titola La Verità una settimana dopo. «Leonardo si rafforza sulle tecnologie del futuro», scrive Stefano Pioppi, presentando il «piano strategico “Be Tomorrow 2030”, fortemente voluto dall’ad Alessandro Profumo». «È arrivato il momento di investire nell’aerospazio», titola La Verità una settimana dopo. «Sempre di innovazione tratta l’accordo tra Leonardo e il gruppo belga Solvay», scrive Stefano Pioppi, tessendo le lodi di «Alessandro Profumo, presidente di Asd, l’Associazione delle industrie europee dell’aerospazio». «Elettronica, 70 anni di innovazione per la Difesa», titola La Verità una settimana dopo. «“L’industria aerospaziale può essere una forza trainante nell’evoluzione dell’Europa”, ha detto ieri l’ad di Leonardo Alessandro Profumo», scrive Stefano Pioppi. «Tre eccellenze in corsa per l’acciaio “green”», titola La Verità una settimana dopo. «Alla ricerca di alternative contribuiranno Danieli, Leonardo e Saipem, tre eccellenze della Penisola», scrive Stefano Pioppi. «Nel solco tracciato dal piano strategico “Be tomorrow 2030”, presentato dall’azienda guidata da Alessandro Profumo». La rubrica di Stefano Pioppi sulla Verità s’intitola In difesa. Suggeriamo una leggera modifica: In difesa di Leonardo. Oppure, meglio ancora, In difesa di Profumo.
[19 febbraio 2021]
Fino al 25
«Oggi primo decreto Draghi. Vietato spostarsi fino al 25», titola a tutta pagina Il Fatto Quotidiano. Ma «oggi» era lunedì 22 febbraio, quindi se ne deduceva che gli spostamenti da una regione all’altra sarebbero rimasti vietati per altri tre giorni, fino a giovedì 25 febbraio. Peccato che il presidente del Consiglio fosse invece orientato a fissare il nuovo termine al 25 marzo e ieri mattina un Dpcm lo abbia allungato fino al 27 marzo.
[22 febbraio 2021]
Diviso per 1.000
Titolo dalle pagine di economia del Corriere della Sera: «Nuove crisi, spuntano anche quelle di Henkel e Honeywell». Il sommario precisa: «Vertenze aperte in tutti i settori: nel solo comparto tessile-moda si contano 200 lavoratori in bilico». In realtà, il titolista ha diviso per 1.000: i posti a rischio sono 200.000, come riporta correttamente il testo.
[19 febbraio 2021]
Stupore inaccettabile
Titolo da Repubblica.it: «Governo, lo stupore di Draghi per i diktat dei partiti che non accetterà». Non accetterà i partiti o non accetterà i diktat? Nel secondo caso, bastava scrivere «Governo, lo stupore di Draghi per gli inaccettabili diktat dei partiti».
[9 febbraio 2021]
Latinismi
Sommario su Avvenire.it: «Un anno speciale voluto dal Papa per il rilancio di Amoris laetita». Sarebbe laetitia. Mai una gioia.
[19 febbraio 2021]
Oltre 100, anzi 102
Titolo dal sito della Gazzetta di Parma: «Oltre 100 nuovi contagi (102) a Parma e in provincia». La tipica pignoleria del titolista che ha frequentato il liceo scientifico.
[18 febbraio 2021]
Inseparabili
Stroncato per strada da un infarto, un cittadino di Sirmione è stato vegliato dal suo cagnolino, un «amico a quattro zampe, un compagno inseparabile dal quale non si separava mai e che gli è rimasto accanto fino alla fine», scrive Bresciaoggi. Gli inseparabili in effetti non si separano mai e, inevitabile corollario, stanno anche uno accanto all’altro.
[16 febbraio 2021]
Leoni da tastiera
Classifica dei giornali che, dal 1° gennaio al 15 febbraio, hanno utilizzato per ben 99 volte la stereotipata espressione «leoni da tastiera», qualunque cosa essa significhi: Il Giorno 5 volte, Libero 4, La Tribuna di Treviso 4, La Gazzetta del Sud 4, Il Gazzettino 3, La Verità 3, Il Secolo XIX 3, Corriere Adriatico 3, Corriere della Sera 2, La Repubblica 2, Il Foglio 2, La Nuova Venezia 2. Tralasciamo le innumerevoli testate con una sola citazione, che non saranno costrette a sostituire le tastiere graffiate dai leoni.
[15 febbraio 2021]
La ballata di Fantozzi
A proposito di tastiere. Ecco la lista dei ministri del governo Draghi secondo la pagina Facebook della Repubblica: «Daniele Franco all’Rconomia, Giancarlo Giorgetti sivluppo economico, Stefano Patuanelli all’Agricoltura, Giovanni alle Infrastrutture, Patrizio Bianchi all’Istuzione». Mi si sono intrecciati i diti. Me li streccia?
[13 febbraio 2021]
Mautizio e Maucaio
Firma posta in testa al giro dell’editoriale scritto dal direttore della Verità: «di Mautizio Belpioetro». Devono essersi intrecciati i diti anche a Caio o Sempronio.
[18 febbraio 2021]
Bose dell’altro mondo
Costretto dal Vaticano a sloggiare dalla Comunità di Bose da lui fondata, fratel Enzo Bianchi ha trovato rifugio presso La Repubblica, dalle cui pagine ha offerto un dotto articolo che parla dell’«urgenza di instaurare uno stile sinodale», di «un sinodo come convegno», della richiesta rivolta da papa Francesco ai vescovi «per incominciare un processo di sinodo nazionale», del «dare inizio al processo di sinodalità», della «sinodalità come camminare insieme», della «sinodalità come cammino». Conclusione: «I temi posti sono importanti ma più decisivo è il processo di sinodalità da mettere in moto. Per ora, però, pochi lo vogliono e la maggior parte non sa e non vuole sapere cosa sia!». Fra costoro, i lettori.
[8 febbraio 2021]
Riguarda che lapsus
Dalla Verità: «Il lapsus linguae è riguardato addirittura il nuovo governo di Mario Draghi». Aggiungeteci pure il lapsus calami: si scrive «ha riguardato».
[15 febbraio 2021]
Massi millimetrici
Titolo dalle cronache regionali del Corriere della Sera: «Schiacciato da un masso mentre è in macchina. Morto il pittore delle valli». Sommario: «Morbegno, la roccia ha centrato l’auto con precisione millimetrica». Già la parola millimetri riferita a un masso suona surreale. Per il resto, mancano soltanto gli applausi a scena aperta.
[10 febbraio 2021]
Notizie dell’ultima ora
Titoli da un’unica edizione del Fatto Quotidiano. Pagina 4: «Ora le riforme volute dall’Ue». Pagina 5: «Ora la Lega gongola». Pagina 6: «Il Pd ora scende dalla Sea Watch». Suggeriamo di cambiare la testata: Le Ore.
[7 febbraio 2021]
Tutte le scuse sono buone
La Repubblica fa parlare i gestori degli impianti sciistici di Pian del Munè, in Piemonte, che hanno deciso di aprire le piste nonostante il provvedimento di chiusura disposto tardivamente dal ministro Roberto Speranza: «Dovrebbero chiederci almeno le scuse». Bei tempi quando le scuse si facevano o si porgevano.
[16 febbraio 2021]
Spolverata inaugurale
Sottotitolo dalla Verità: «Inaugurata in grande spolvero la struttura alla Fiera di Bari “copiata” dalla vituperata Lombardia». In grande spolvero? La locuzione giornalistica di solito si applica alla forma fisica, specialmente di atleti e artisti, non certo a una inaugurazione, che semmai avviene in pompa magna.
[29 gennaio 2021]
Scontri ferroviari
Dalla Gazzetta di Mantova: «Ha tentato di farla finita per una delusione d’amore: così un giovane di 24 anni, ieri, è rimasto ferito in uno scontro con un treno, vicino alla stazione di Schivenoglia». Scontri ravvicinati del terzo tipo.
[16 febbraio 2021]
Inforcare la bici wagon
Alessandro Da Rold racconta sulla Verità che dentro Forza Italia erano tutti convinti che i ministri azzurri nel governo sarebbero stati Antonio Tajani e Anna Maria Bernini, «prima che Draghi inforcasse la sua station wagon per recarsi al Quirinale». Il verbo inforcare ha questo significato: montare, mettendosi a cavalcioni. Il nuovo premier viaggerà a gambe divaricate sul portapacchi della station wagon?
[14 febbraio 2021]
Di fronte
Incipit dell’articolo del sociologo Ilvo Diamanti sulla Repubblica: «Mario Draghi ha appena presentato il nuovo governo. Di fronte gli italiani. Ma anche all’Europa». La locuzione prepositiva è di fronte a, sempreché gli italiani non siano diversi dagli europei.
[15 febbraio 2021]
Torna il «plexiglass»
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano parla di «quel plexiglass ovunque che distanzia i presenti» in Consiglio dei ministri. Ci risiamo: si scrive plexiglas, con una sola «s». Più oltre Marra cita «il ricordo dei “migliaia di morti”». Ok, ci arrendiamo.
[14 febbraio 2021]
Repetita iuvant
Foto di un paesaggio innevato nella rubrica La coda dell’occhio di Michele Smargiassi sulla Repubblica del 3 febbraio, pagina 39: «Dall’alto della Snow Hill a Windsor, un re di bronzo cavalca un destriero di bronzo indicando con la mano chissà quali imprese. Ai piedi della Snow Hill di Windsor i cerbiatti vanno tranquilli dove gli pare». Foto di un paesaggio innevato nella rubrica La coda dell’occhio di Michele Smargiassi sulla Repubblica del 4 febbraio, pagina 39: «Dall’alto della Snow Hill a Windsor, un re di bronzo...» eccetera. Per i più dubbiosi: anche l’immagine era la stessa del giorno prima.
[4 febbraio 2021]
Stiamo apposto!
Dal sito del Corriere: «Le hanno chiamate le mascherine “mutanda” e sono le più odiate dai bambini e dai ragazzi di tutta Italia. Sono le più distribuite dalla struttura del commissario Domenico Arcuri ma anche le più detestate», come spiega in un post, divenuto virale su Facebook, Alex Corlazzoli, «il “maestro” per eccellenza, famoso per il libro Tutti in classe». Nella versione originale della notizia si potevano leggere le seguenti espressioni tratte dal post di Corlazzoli (in seguito corrette dal Corriere, per fortuna): «I presidi le fanno arrivare nei plessi e sono apposto. Gli insegnanti le distribuiscono e sono apposto! I genitori che possono permettessero le comprano e i bambini sono apposto!». Con maestri come Corlazzoli è a posto anche la scuola. Ma non è un bel posto.
[27 gennaio 2021]
Scambi di riviere
Attacco di un servizio firmato da Franco Ordine sul Giornale: «Sono due le spine in gola che accompagnano Stefano Pioli e il Milan lungo il viaggio verso la riviera di ponente, destinazione La Spezia». Dev’essere un vero spettacolo il sole che tramonta sulla Riviera di Levante.
[13 febbraio 2021]
Grandi notizie
Titolo di apertura sulla prima pagina di Avvenire: «Draghi ha un obiettivo». Be’, dài, è già qualcosa.
[14 febbraio 2021]
Disinformazione stereofonica
In un reportage sulla Stampa, Fabio Poletti e Francesco Rigatelli intervistano Ettore Riello, indicato come «presidente di Verona Fiere e dell’azienda di famiglia leader nei sistemi di riscaldamento». Le qualifiche sono ripetute nel sommario sotto la foto: «Presidente della Riello e di Verona Fiere». Riello nel 2015 ha lasciato l’ente fieristico e nel 2017, d’accordo con le sorelle Lucia e Roberta, ha ceduto il 30 per cento dell’azienda di famiglia al colosso americano United technologies corporation, che già deteneva il 70 per cento delle azioni. Per averci lavorato solo in due, gli autori del reportage della Stampa si dimostrano molto informati.
[12 febbraio 2021]
Made in China
In un servizio apparso sulla Verità, in cui si parla di cashless, tilt, shopping, banner, stories, Giuseppe China riesce anche a infilare «endorsment» anziché endorsement, «casback» anziché cashback, «A gennaio è stato varata» e «Peccato che il cashback ha dimostrato numerosi limiti». Non solo il cashback. Soprattutto in fatto di congiuntivi.
[30 gennaio 2021]
Mi Sconcerti
Analisi di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera: «Tra il calcio di Conte e quello di Guardiola c’è la stessa differenza che esiste tra Carducci e Ungaretti. Quindi diffidenza accademica». Perciò dovrebbe essere meglio Antonio Conte, allenatore dell’Inter, visto che Giosue Carducci vinse il premio Nobel e Giuseppe Ungaretti no. Abbiamo chiesto per sicurezza conferma a un decano del mestiere appassionato di sport. Il suo commento: «Sbagliato. Oggi come oggi è meglio Guardiola, allenatore del Manchester City e vincitore di tutto ovunque sia stato».
[9 febbraio 2021]
Torna il «c’ho»
Titolo del Fatto Quotidiano: «Affaire mascherine: “C’ho il numero di Arcuri, vinciamo”». Tocca ripetersi. Questo costrutto colloquiale per i linguisti Francesco Sabatini e Luca Serianni non ha diritto di cittadinanza nella lingua scritta: il «ci» si elide solo davanti a parole che cominciano per «i» e con «c’è» e «c’era». Ma, senza scomodare la grammatica, basta l’estetica per evitare questo obbrobrio.
[9 gennaio 2021]
Festa degli innamorati soli
Dalla newsletter Informacibo: «Il ristorante La Tavola lancia il menù di San Valentino. Anche per single». Sconto del 20 per cento ai cultori del sesso fai da te.
[12 febbraio 2021]
Pubblici esercizi sul filo
Secondo Rinaldo Frignani del Corriere della Sera, nella prima giornata di zona gialla dopo l’allentamento delle misure contro la pandemia, «7 italiani su 10 hanno pranzato al ristorante». Ipotizzando una clientela compresa fra i 6 e i 90 anni, stiamo parlando di oltre 56 milioni di persone (fonte: Istat), cioè 39,2 milioni di avventori (il 70 per cento di 56 milioni, appunto). Poiché il numero delle imprese registrate nel nostro Paese alla voce «ristoranti e attività di ristorazione mobile» ammonta a 184.587 unità (fonte: Federazione italiana pubblici esercizi, Rapporto annuale 2019), vorrebbe dire che ogni locale ha messo a tavola per pranzo – la sera i locali erano chiusi – ben 212 persone. Però la stessa Fipe calcola che i ristoranti mediamente abbiano una superficie di 90 metri quadrati e 62 posti a sedere. Dunque, una capienza massima di 11,4 milioni di commensali. Solo che con il distanziamento sociale imposto dal Covid-19 questi 62 posti dovrebbero essersi ridotti più o meno alla metà, quindi in totale 5,7 milioni (dando per scontato che tutti i ristoranti abbiano riaperto i battenti, ma non è così). E gli altri 33,5 milioni di ghiottoni di cui riferisce Frignani? Hanno mangiato in piedi come i cavalli?
[7 febbraio 2021]
Ordine al merito della sgrammatica
Da un articolo di Repubblica.it, firmato da Laura Mari, apprendiamo che «Draghi indossa un completo scuro e all’occhiello del bavero della giacca ha appuntato la “rosetta” che viene rilasciata con l’onoreficienza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana». Merita l’onorificenza di cavaliera al merito della sgrammatica italiana: non è facile infilare due svarioni in una sola parola.
[5 febbraio 2021]
Distanziamento asociale
«In questo senso l’Italia è fortunatamente ricchissima: per restare, a titolo d’esempio, al solo Veneto, Rovigo è diversa dalla molto vicina Verona, Verona da Vicenza, Vicenza da Treviso, Treviso da Padova, per non parlare di Venezia che fa caso a sé», scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Non si capisce il senso dell’esempio. Rovigo dista «dalla molto vicina Verona» 90 chilometri, quindi è molto più prossima a Padova (46 chilometri), Vicenza (82) e Venezia (82).
[11 febbraio 2021]
Testate e testuggini
In un articolo dedicato al calciatore tedesco di origine turca Mesut Özil, apparso sulla Repubblica, Paolo Condò dedica questo passaggio a Graeme Souness: «Dopo un derby particolarmente bollente, il manager scozzese guadagnò a stento gli spogliatoi, salvato dagli scudi dei poliziotti schierati a testuggine come opliti». Paragone storico assai infelice. La testuggine era la tipica formazione di fanteria pesante dell’esercito romano, mentre gli opliti erano i soldati dell’antica Grecia provvisti di lancia, spada, corazza, elmo e scudo. Trattasi di reminiscenze delle elementari, scuole che Condò evidentemente deve aver frequentato con scarso profitto.
[5 febbraio 2021]
Periodi ipotetici
Sarina Biraghi sulla Verità attribuisce a Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) la seguente dichiarazione: «Se poi portasse dei provvedimenti che io condivido per il bene dell’Italia, allora li voto». Può darsi che il fratello d’Italia ignori l’italiano, in particolare il periodo ipotetico. Ma in tal caso il giornalista non deve sottoscrivere, bensì correggere. «Se portasse dei provvedimenti» (protasi: congiuntivo imperfetto) «li voterei» (apodosi: presente condizionale).
[6 febbraio 2021]
Esercizi di Style
La pagina 179 del numero di gennaio del mensile Style Magazine si presentava nell’edizione digitale come segue. Titolo: «TITOLO FINTO». Sommario: «As enti opta inctiiscia voles explam nonsequ iaecerf erundi nienimincto» eccetera. Altro sommario: «TESTO FINTO. È ET ACI UTECTA EARIBUS CIPISSIM QUI ACEAQUOS» eccetera. Didascalia: «Alitibus dollorumquo totae ersperro temporr ovitenis» eccetera. Foto: mancanti. Se non altro, in passato i grafici usavano come testo segnaposto l’elegante «Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit», inventato nel Cinquecento da un tipografo sconosciuto. E soprattutto i redattori lo riempivano. C’è da augurarsi che almeno in edicola sia arrivata la pagina corretta, priva dell’indicazione «mancano testo e foto» evidenziata in giallo, quindi con articoli e immagini.
[31 gennaio 2021]
Libere uscite
Titolo dal Giornale: «Quando Salvini era “razzista e cafone”. Il Capitano era il bersaglio preferito della sinistra per le sue uscite». Per le sue uscite la sinistra utilizzava come bersaglio Salvini oppure per le sue uscite Salvini era il bersaglio preferito della sinistra? Nel secondo caso, che pare il più plausibile, bastava scriverlo esattamente così.
[8 febbraio 2021]
Repetita iuvant
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano, a proposito di Mario Draghi: «Trapela il fatto che farà il governo dopo il voto su Rousseau, anche in caso di astensione da parte di M5S». E più avanti: «Dopo il voto di Rousseau, Draghi farà il governo, anche con l’eventuale astensione dei Cinque Stelle». Quindi è un fatto che sul Fatto trapela il fatto della possibile astensione.
[11 febbraio 2021]
Una volta per sempre
Notizia luttuosa sulla prima pagina della Gazzetta di Mantova: «Se n’è andato per sempre il notaio Mario Nicolini». In un Paese che ha bandito da tempo il verbo morire, c’è chi se ne va per qualche giorno e chi per sempre.
[10 febbraio 2021]
Tutto molto interessante
«È tutto molto interessante. Anzitutto è interessante che un libro come quello di Alessandro Sallusti e Luca Palamara (rispettivamente direttore del Giornale ed ex capo dell’Associazione magistrati) stia facendo sfracelli in libreria». Così su Libero cominciava un articolo di Filippo Facci, giornalista di solito molto documentato. Il sottotitolo si spingeva oltre, in fatto di sfracelli: «Il volume che toglie il velo sulla politicizzazione dei giudici ha venduto trentamila copie in una settimana», ed era alquanto curioso, perché né il numero 30.000 né la parola «copie» comparivano nel pezzo di Facci, segno che la trionfalistica asserzione era stata formulata a prescindere dal testo sottostante. Ora, si dà il caso che il libro-intervista Il sistema della coppia Sallusti-Palamara sia comparso per la prima volta nella classifica compilata da Gfk per conto degli editori italiani (quella che registra i 10.000 titoli più venduti nelle librerie) alla quarta settimana di gennaio, con un totale di 16.180 copie, che sono pur sempre 13.820 in meno di quelle annunciate da Libero. Solo che la statistica è stata diffusa il 4 febbraio mentre il quotidiano è uscito tre giorni prima che venisse ultimata. Ha ragione Facci: è tutto molto interessante.
[29 gennaio 2021]
Milioni e miliardi
Sul Corriere.it si dà conto della situazione catastrofica in cui versano i ristoranti a causa del Covid-19. Scrive Stefano Landi: «Dice la Federazione italiana dei pubblici esercizi (Fipe), che solo l’anno scorso la pandemia ha bruciato quasi 38 milioni nel comparto del bere e del mangiare». Purtroppo sono 38 miliardi.
[6 febbraio 2021]
Parafrasando Churchill
«Come ha affermato uno scrittore tedesco, parafrasando quel che si diceva del Cremlino ai tempi dell’Urss, “la politica italiana è un enigma avvolto in un mistero”». Così si conclude un editoriale di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Lo scrittore tedesco ha parafrasato in realtà Winston Churchill. La frase, infatti, fu pronunciata il 1° ottobre 1939 dal futuro premier britannico, in un discorso trasmesso dalla Bbc: «Non posso prevedere l’azione della Russia. È un indovinello avvolto da un mistero dentro un enigma» (fonte: The Churchill Society London). È ricordata anche nel numero del 18 marzo 1946, a pagina 107, del settimanale americano Life. Inoltre non si capisce perché Fini, che è un signor giornalista e non una mezzamanica, cominci il suo articolo parlando di «venerdì (5/02)» e «sabato (6/02)», un modo assurdo d’indicare le due date. Per burocratica coerenza avrebbe dovuto anteporre lo zero anche al giorno (05/02 e 06/02). O toglierlo al mese. O, meglio ancora, scrivere 5 febbraio e 6 febbraio.
[8 febbraio 2021]
Stato di ebbrezza
Sarina Biraghi sulla Verità parla di Matteo Salvini, definendolo «l’uomo del Papete e del mojto». Anche in stato di ebbrezza, si scrive Papeete e mojito.
[7 febbraio 2021]
Tuberosità ischiatiche
Assai pertinente il quesito che Brunella Schisa pone sul Venerdì di Repubblica allo scrittore Hans Tuzzi (all’anagrafe Adriano Bon): «Lei scrive “gonfiò le tuberosità ischiatiche” per dire “gonfiò le guance”. Non pensa di essere uno scrittore elitario?». Risposta: «Un modo come un altro per dire che uno ha la faccia come il culo». Ci permettiamo di suggerire una variante al nom de plume del romanziere: Truzzi. Possibile alternativa, come da dizionario: Tamarri.
[29 gennaio 2021]
Guardare con gli occhi
Incipit dell’articolo con cui Massimo Giannini, direttore della Stampa, presenta il ritorno in edicola dell’allegato settimanale Specchio: «In questi anni ci siamo innamorati di tutto ciò che sa di modernità: della rete e dei social, di Twitter e di Facebook, di Instagram e persino di TikTok. Ma quel magnifico “vizio” non ci è mai passato. Andare nei luoghi, consumare le scarpe, guardare con gli occhi». Non si capisce con quale altro organo sia possibile vedere. A meno che non abbia ragione il predetto Hans Tuzzi e che il magnifico «vizio» dei giornalisti non consista nel guardare con il culo.
[29 gennaio 2021]
NoNono!
Stando a quanto racconta Luca Telese sulla Verità, Romano Prodi «arrivò a gridare un indimenticabile “NoNono!” da un balcone di Bologna». Cioè un duplice No maiuscolo, con l’aggiunta di un no minuscolo, tutti attaccati? O un No al Nono (a Venezia c’è l’osteria Al Nono Risorto)? Misteri telesi.
[4 febbraio 2021]
Mi fa specie
«Gola di Favogna a Magrè, il paradiso delle farfalle. Ci vivono oltre 20 specie di farfalle», informa il Corriere del Trentino. E poco più avanti: «La Gola di Favogna presenta 524 specie di farfalle appartenenti a 47 famiglie». In fila per 4 col resto di 2.
[5 febbraio 2021]
Cadere in trans
La Gazzetta di Mantova intervista Andrea Fiozzi, un paziente scampato al Covid-19. Il cronista Enrico Comaschi descrive così la drammatica esperienza del sopravvissuto: «“Cadi in trans - racconta Fiozzi - Non capisci più niente e pensi al peggio”». Lgbti in delirio: anche la trance si è adeguata ai costumi sessuali correnti.
[6 febbraio 2021]
Rimetterci l’osso
del culo
Con la consueta verve, il direttore del Fatto
Quotidiano, Marco Travaglio, commenta nel suo
editoriale in prima pagina le continue pretese avanzate
da Matteo Renzi durante la crisi di governo: «E ogni
cinque minuti alza la posta: via Bonafede, Gualtieri,
Arcuri, Tridico, Parisi, Benassi, via la
blocca-prescrizione, dentro il Mes e la Bicamerale sul Recovery,
e magari anche una fettina di culo disossata». Una
battuta anatomicamente inappropriata, a meno che
Travaglio non si riferisse all’osso più vicino, quello
sacro, del quale si dice – sempre per restare alle
facezie – che chiamasi così in quanto assiste alla messa
in culo. Il che, per come sono andate le trattative sul
Conte ter, suona un po’ evocativo.
[2 febbraio 2021]
Over under
Titolo dalla prima pagina del Corriere della
Sera: «Covid-19. Sì ai vaccini AstraZeneca, ma
solo per gli over 55». È l’esatto contrario. Lo so,
perché ho 64 anni. (E perché l’ho appreso dal titolo di
pagina 15: «L’Aifa: ok al vaccino di AstraZeneca. “Ma va
utilizzato tra i 18 e i 55 anni”»).
[31 gennaio 2021]
Tu vuò fa’
l’americano
«Vietato scherzare sui ritardi di Trenord. Pena,
una richiesta di danni per 10 mila euro e una causa
civile», scrive l’edizione italiana di Business
Insider, sito statunitense d’informazione.
L’associazione di pendolari Mi.Mo.AL., formata dai
passeggeri della linea ferroviaria
Milano-Mortara-Alessandria, aveva ironizzato su un video
di auguri diffuso da Trenord in occasione delle feste
natalizie. «La risposta di Trenord alla satira non si è
fatta attendere: l’8 gennaio 2021, l’associazione ha
ricevuto una lettera dal titolo: “Intimazione e
contestuale richiesta di risarcimento dei danni per
diffamazione e violazione del diritto d’autore”»,
precisa Business Insider. Che aggiunge: «Il 2
gennaio Mi.Mo.Al. ha risposto per le rime, contestando
integralmente gli addebiti». Sicuramente più veloce di
Trenord: si difende il giorno 2 da una contestazione
mossa il giorno 8. O è la proverbiale velocità
dell’informazione all’americana?
[1 febbraio 2021]
Ritorno al futuro
Didascalia dalla Stampa: «Carlo
Cottarelli entra al Quirinale per ricevere un mandato
per formare un governo, è il 28 maggio del 2008. Il
tentativo non avrà successo». Comprensibile, visto che
il tentativo avvenne 10 anni dopo, il 28 maggio 2018.
[27 gennaio 2021]
Commina male
«Come se non bastasse, poi, ai colori italiani si
è aggiunto il “rosso scuro” comminato dall’Ue
inizialmente e misteriosamente a tre regioni», osserva
Mauro Bazzucchi sulla Verità. L’uso del verbo
appare improprio: comminare nel linguaggio
giuridico significa stabilire una sanzione per i
trasgressori di una legge. Il colore in questione si
limitava a segnalare l’indice di rischio nella
diffusione del Covid-19.
[29 gennaio 2021]
Congiuntivite
Così sul Fatto Quotidiano parla il
pasdaran grillino Alessandro Di Battista: «Draghi se lo
votasse Renzi, che ha fatto tutto questo con
l’obiettivo di non far gestire al M5S i soldi del
Recovery Fund. Se lo votasse mezzo Pd, che ha
lavorato contro Conte, e se lo votasse Salvini
che lo elogiava in Parlamento». Il disgiuntivo
imperfetto.
[3 febbraio 2021]
Il nudo si vede dal
Mattino
Titolo dalla prima pagina del Mattino:
«Chiaia, le foto nuda di una studentessa in
pasto a Telegram». O scrivevano «le foto nude» (gergale,
ma passabile) o «le foto da nuda» (già meglio) o «le
foto di una studentessa nuda» (soluzione migliore).
Altrimenti l’aggettivo «nuda» non concorda con il
sostantivo «foto». Come si può notare a occhio nudo.
[1 febbraio 2021]
Tutti pazzi per
Ursula
«Uno “scatto” quanto mai attuale: Ursula Von der
Leyen, Mario Draghi e Sergio Mattarella», si legge nella
didascalia della foto che campeggia sulla prima pagina
dell’Eco di Bergamo. L’emozione per lo storico
momento deve aver tradito il redattore orobico: infatti
la prima a sinistra è Christine Lagarde, succeduta a
Draghi alla presidenza della Banca centrale europea, e
non Ursula von der Leyen, che presiede la Commissione
europea.
[3 febbraio 2021]
Parla come magni
«E poi i Servizi, oh, i Servizi! Il presidente
del Copasir, Raffaele Volpi, friccica: “Ha detto
che lascia la delega e che possono rivolgersi a noi per
chiarimenti?”», scrive Paola Zanca sul Fatto
Quotidiano. Vabbè che l’ha messo in corsivo, ma
quel verbo deriva – al pari del «friccico de luna tutta
pe’ noi» della canzone Roma nun fa la stupida
stasera interpretata da Nino Manfredi in Rugantino
– dal latino fricicare, cioè strofinare.
Come farà Volpi a strofinare le parole? Poco più avanti
Zanca parla di calzature decollete, anziché décolleté.
E qui ci arrendiamo: se non conosce il romanesco, pare
difficile che possa eccellere in francese.
[19 gennaio 2021]
Albertini, il
direttore immaginario
«Luigi Albertini (1871-1941; qui sopra) è stato
direttore del “Corriere della Sera” dal 1900 al 1921»,
si legge in una breve scheda, apparsa sul quotidiano in
questione, sotto la foto di colui che fu segretario del
fondatore Eugenio Torelli Viollier. Le cose non stanno
proprio così, benché l’errore sia accreditato persino
nella voce biografica su Albertini che compare nell’Enciclopedia
italiana dell’Istituto Treccani: «Assunto poi al Corriere
della Sera (1896), vi fece una rapida carriera,
diventandone amministratore (1898) e direttore (13
luglio 1900)». In realtà, da un’approfondita ricerca che
in parte corregge quanto abbiamo scritto nei giorni
scorsi sullo stesso argomento, nel numero del 31
dicembre 1900 il gerente responsabile (la qualifica di
direttore non esisteva) risulta essere Giovanni
Galluzzi, il quale mantenne questa carica per due
decenni, fino a tutto il 1920. Dal gennaio 1921 il
gerente responsabile diventa Luigi Goldaniga, che lascia
l’incarico nel dicembre 1924. Dal 1° gennaio 1925 il Corriere
viene firmato da Alberto Albertini, fratello del ben
più noto Luigi, e per la prima volta nella storia del
giornale appare in gerenza la qualifica «direttore
responsabile». Meno di 11 mesi dopo, il 28 novembre
1925, fu pubblicato il fondo «Congedo» con il quale
Luigi Albertini e il fratello Alberto erano costretti
dal regime fascista a dimettersi. Il giorno appresso, 29
novembre, apparve come direttore Pietro Croci, che
resterà in carica fino al marzo 1926. Bisogna tenere
conto dei tempi pioneristici: nei primi anni del
Novecento il quotidiano milanese usciva con 4 pagine.
Glauco Licata, in Storia del Corriere della Sera (Rizzoli),
spiega che Galluzzi era un operaio, ovvero il
macchinista addetto alla rotativa a colori acquistata
nel 1900 per stampare La Domenica del Corriere.
Goldaniga, che gli successe come gerente responsabile,
probabilmente aveva lo stesso ruolo. Per farla breve,
anche se Luigi Albertini fu senza alcun dubbio il deus
ex machina del Corriere della Sera nel primo
quarto del secolo scorso, mai il suo nome apparve sul
giornale con le qualifiche di gerente responsabile o di
direttore responsabile, anche se tutti crediamo il
contrario.
[30 gennaio 2021]
Siamo i Watussi
Titolo dalla Repubblica: «Zanda: “Se
fallisce il ter serve un governo con alte personalità”».
Dal metro e 90 in su.
[1 febbraio 2021]
Principessa per modo
di dire
Il Foglio ospita un articolo su Charlotte
Casiraghi, secondogenita della principessa Carolina di
Monaco e di Stefano Casiraghi. «Tutti pazzi per i
salotti letterari della principessa Casiraghi chez
Chanel», recita il titolo. Sbagliato. Possono dirsi
principesse solo la sovrana di un principato, oppure la
figlia di un sovrano o di una sovrana regnante, oppure
la moglie o la figlia di un principe. Nessuno di tali
casi ricorre per Charlotte Casiraghi, la quale è infatti
priva di titoli nobiliari e solo undicesima nella linea
di successione al trono del Principato di Monaco.
[30 gennaio 2021]
Ma perché li fanno
scrivere?
Titolo dalla prima pagina del Fatto
Quotidiano: «Ma perchè dare ai dodicenni
lo smartphone?». E perché dare la tastiera del computer
a giornalisti che non conoscono la differenza fra
accento grave e acuto, tanto da sbagliarlo regolarmente?
[1 febbraio 2021]
Lunghezze variabili
Da Libero: «È stato presentato al Ces di
Las Vegas il nuovo prototipo di taxi volante di Uber e
Hyundai. Si tratta di un aeromobile della lunghezza di 4
e 6 metri». Chiamatelo Elastico.
[31 gennaio 2021]
Non so se mi spiego
La Stampa pubblica un editoriale di
Giuseppe Pignatone, ex procuratore generale di Roma e
oggi presidente del Tribunale di prima istanza della
Città del Vaticano, intitolato «Perché le toghe
combattono la corruzione». È un concetto che necessita
di chiarimenti? Essendo la corruzione un reato, daremmo
per scontato che le toghe la combattano anche senza
bisogno di spiegazioni da parte del dottor Pignatone.
[18 gennaio 2021]
Virgole assassine
Stefano Lorenzetto scrive sull’Arena:
«Talvolta i ragazzi uccisi al fronte, avevano suppergiù
l’età dei suoi figli». Complimenti per la virgola tra
soggetto e verbo.
[31 gennaio 2021]
Sali e Tabacci
Secondo la Gazzetta di Mantova, l’ex
presidente della Regione Lombardia, Bruno Tabacci,
sarebbe «nato 73 anni fa a Quistello». In realtà Tabacci
ha 74 anni e ne compirà 75 il 27 agosto.
[24 gennaio 2021]
A proposito di
mediocrità
Ettore Martinelli sulla Verità:
«Comunque, nonostante la mediocrità dei governanti, alla
bell’é meglio tiravamo innanzi, convinti che il
signor “debito pubblico” non avrebbe bussato alle nostre
porte». A parte che il verbo «è» richiede l’accento
grave, e non acuto, in questo caso sono superflui
entrambi: si scrive «alla bell’e meglio».
[2 gennaio 2020]
Tagli lineari
Cesare Lanza sulla Verità: «Scommettiamo
che le vostre lettere, cari amici lettori, sarebbero
pubblicate quasi integralmente, se aveste cura di
scriverle in misura più breve? Altrimenti devo, a volte
a malincuore, a tagliarle e a proporle
in sintesi». Cesarone, che ne diresti di cominciare a
tagliare le «a»?
[5 gennaio 2021]
Centro di gravità
permanente
Wanda Marra riferisce sul Fatto Quotidiano
che «nelle conversazioni di Renzi con i parlamentari a
lui più vicini» ricorre questa frase: «Metterò il veto a
Conte? No. La verità è che non mi “cagano”». Ci fa
ricordare quanto dichiarato dal politologo Gianfranco
Pasquino, intervistato dalla Verità: «Me ne
infischio del centro. Il centro è il luogo degli scambi
più sordidi, quelli che inquinano la vita politica.
Renzi (...) e Conte si odiano perché ambiscono allo
stesso territorio politico. In più mettiamoci anche
Calenda». In effetti, come stabilì un titolo di Cuore,
«al centro c’è il buco del culo».
[28 gennaio 2021]
La Repubblica delle
celle private
Titolo sulla prima pagina della Repubblica:
«Russia, tornano le celle di Stato per gli ubriachi».
Perché, esistono anche le celle private, in Russia?
[4 gennaio 2020]
Fuori linea (verde)
Visitando il castello di Torre in Pietra per Linea
verde, Beppe Convertini, conduttore di Rai 1, ne
ripercorre la storia «sino ad arrivare al 1926, quando
Luigi Albertini, giornalista, senatore e anche fondatore
del Corriere della Sera, viene allontanato dal
quotidiano, appunto, perché era un dissidente dal
fascismo». Essendo nato il 19 ottobre 1871, significa
che Albertini avrebbe creato il Corriere
addirittura quattro anni e mezzo prima di essere
partorito. Invece il giornale milanese uscì per la prima
volta in edicola il 5 marzo 1876. Solo nel 1900, alla
morte di Eugenio Torelli Viollier (il vero fondatore),
Albertini ne divenne gerente responsabile e direttore
amministrativo. Costrettovi dal regime fascista,
abbandonò la proprietà della testata il 27 novembre
1925, firmando l’indomani il fondo «Commiato» insieme
con il fratello Alberto Albertini, che gli era
subentrato nel 1921 quale direttore responsabile.
[10 gennaio 2021]
Incubi
Titolo dell’Osservatore Romano: «Il
covid-19 un incubo in Amazzonia». Invece un piacevole
sogno nel resto del mondo.
[18 gennaio 2021]
Di sicuro c’è solo
che non va il congiuntivo
Ispirandosi al titolo con cui L’Europeo
nel numero del 16 luglio 1950 presentò l’inchiesta di
Tommaso Besozzi sulla fine di Salvatore Giuliano, lo
scrittore Gianluca Nicoletti esordisce così sulla prima
pagina della Stampa: «A Palermo una bambina di
10 anni è stata trovata in fin di vita nel bagno di casa
sua, aveva una cintura stretta al collo. Al momento
l’unica certezza sul caso è che la bimba sia
morta». Peccato che il congiuntivo strida con lo storico
titolo di copertina dell’Europeo, il quale
suonava così: «Di sicuro c’è solo che è morto».
[23 gennaio 2021]
Eventi rari
Apprendiamo dal Corriere del Veneto che
«la Commissione Pari Opportunità del Comune di Padova
presieduta dall’avvocata Luciana Sergiacomi ha approvato
il documento “La parità di genere negli eventi”». Al
primo punto esso stabilisce che «in ogni evento ci deve
essere una lista di interventi equilibrata in termini di
parità di genere». La città veneta sarà la prima in
Italia ad avere entro 15 giorni «un vero e proprio
regolamento per assicurare parità di genere in ogni
panel organizzato o patrocinato dal Comune». Già decisa
l’invitata di sesso femminile ai convegni dei
combattenti e reduci: la Nera Mietitrice.
[26 gennaio 2021]
Non sappia la 1 cosa
fa la 15
Titolo dalla prima pagina del Giornale:
«Farmaci letali ai pazienti Covid. Medico in cella». Più
che altro è a volte in cucina e a volte in salotto:
Carlo Mosca, primario del pronto soccorso di
Montichiari, è stato arrestato e posto agli arresti
domiciliari, non rinchiuso in carcere. Lo scrive Il
Giornale, però a pagina 15.
[26 gennaio 2021]
Intronati
«L’intronazione di Joe Biden ha due aspetti
positivi importanti in relazione fra loro», osserva
Massimo Fini nell’attacco di un editoriale sul Fatto
Quotidiano. L’aspetto negativo è che il sostantivo
intronazione non esiste né per lo Zingarelli
2021, né per il Devoto-Oli, né per Il
Nuovo De Mauro, né per il Treccani
(secondo il quale intronare significa «offendere
l’udito, stordire con forte rumore, con grida», quindi
nulla a che vedere con una cerimonia). Analogo risultato
cercando la parola nel Tommaseo-Bellini e nel
vocabolario degli accademici della Crusca. Il lemma
corrente è intronizzazione. L’intronazione
risulta citata solo nel Grande dizionario della
lingua italiana di Salvatore Battaglia, ma la
spiegazione che segue pare adattarsi poco a Biden: «Per
sapere se chi comanda merita l’installatura nel trono o
pur l’intronazione nella stalla».
[22 gennaio 2021]
Ovviamente
Sottotitolo della Verità: «Dopo aver
allentato i divieti e aver incentivato a spendere con il
cashback, l’esecutivo demonizza chi lo fa, ovviamente
senza commettere reati». Chi non commette reati? Il
governo che demonizza oppure chi spende con il cashback?
[15 dicembre 2020]
Province e diocesi
«A Cicognara, paese in provincia di Cremona, da
ieri è possibile fare offerte in chiesa con bancomat e
carte di credito», scrive il Corriere della Sera,
confondendo la provincia con la diocesi. Cicognara è una
frazione di Viadana, Comune che si trova in provincia di
Mantova, pur appartenendo alla diocesi di Cremona.
[23 novembre 2020]
I 67 siti sono 89
Il Fatto Quotidiano pubblica la mappa dei
67 siti (suddivisi per classe di sicurezza) individuati
dal governo per lo stoccaggio delle scorie nucleari.
Solo che la cartina ne elenca 89, grazie a località
inserite due volte nella stessa classe, come Quargnento,
Turri e Genzano di Lucania, o addirittura tre, come
Canino. In gergo tecnico si chiama infografica. In
questo caso disinfografica.
[6 gennaio 2021]
Piazze d’onore
Sul Sole 24 Ore, reputato di norma
affidabilissimo, Evelina Marchesini indaga sugli «hotel
in crisi» (ma va’?) – così il titolo – e passa in
rassegna quelli posti in vendita a causa della pandemia.
«Andando a cercare il dettaglio», a Roma registra «un 5
stelle ubicato tra Piazza del Vaticano e il Colosseo».
Ma, anche cercando il dettaglio, a Roma non esiste una
piazza del Vaticano, solo un lungotevere Vaticano e un
viale Vaticano.
[25 gennaio 2021]
Centesimi ed euro
Sul Corriere della Sera, in un servizio
dedicato al piano da 16 miliardi di A2a, Francesca Basso
scrive: «L’utile netto è previsto in crescita dell’8%
medio annuo e i dividendi di “almeno il 3%” dopo un
rialzo dai 7,75 euro del 2019 agli 8 per il 2020. Fanno
eccezione il 2021 (8,2 euro) e il 2022 (8,5 euro)». Gli
azionisti ringraziano sentitamente. Nessuna società al
mondo le cui azioni al 21 gennaio 2021 valevano 1,38
euro riuscirebbe a dare dividendi pari a più di cinque
volte la quotazione. In verità il 7 e l’8 dovevano
essere preceduti da uno zero, seguito da una virgola e
da un altro zero, ovvero 0,0775, 0,08, 0,082, 0,085.
Insomma, i centesimi sono stati confusi con l’euro, il
che non è davvero il massimo nelle pagine di economia.
[21 gennaio 2021]
Is meglio che not
write
Incipit di un articolo a firma di Sarina Biraghi
sulla Verità: «“Two dose is meglio che
one”. Per la campagna vaccinale anti Covid 19 si
potrebbe usare la stessa vecchia pubblicità di un noto
gelato dopo l’ennesimo ritardo nelle consegne di vaccini
annunciato da Pfizer che avrebbe garantito il recupero
del gap entro il 15 febbraio, a parte il rischio di far
slittare l’intera campagna vaccinale con ritardi sul
calendario che dovrebbe far arrivare all’immunità di
gregge, le mancate consegne stanno creando problemi alle
regioni per la somministrazione della seconda dose per i
richiami, prevista 21 giorni dopo la prima». Vince con
onore il premio Grammelot 2021. Non sarà il Goncourt, ma
tocca contentarsi.
[22 gennaio 2021]
Sante fotocopie
Secondo Il Fatto Quotidiano, «avrebbe
meritato maggiore evidenza il messaggio di papa
Francesco per la cinquantacinquesima giornata mondiale
delle comunicazioni sociali, diffuso sabato scorso». Per
quale motivo? Lo spiega Fabrizio D’Esposito nella
rubrica Il chierico vagante, che estrapola dal
pensiero del Pontefice questo concetto basilare: «Voci
attente lamentano da tempo il rischio di un
appiattimento in “giornali fotocopia” o in notiziari tv
e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il
genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e
qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata,
“di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a
intercettare la verità delle cose». Sua Santità deve
aver cercato notizie sul caso Marogna-Becciu-L’Espresso
sull’Osservatore Romano e sull’Avvenire.
[25 gennaio 2021]
L’invasione degli
ultracorpi
Nella sua rubrica sul Giornale,
l’attempata Marchesa d’Aragona, alias Daniela Del Secco,
classe 1951, scrive: «Ormai l’età anagrafica di una
donna è un dettaglio irrilevante. Incontriamo ultra
sessantenni che in quanto a classe, stile ed eleganza
non competono con giovani e acerbe donzelle». Appunto, e
come farebbero a competere?
[9 gennaio 2021]
Atteraggio morbido
Da L’Arena: «Il trattamento con la
vitamina D in pazienti con comorbidità fa
diminuire i decessi e i trasferimenti in terapia
intensiva». Ma sarà vitamina D o Coccolino? Il medesimo
malapropismo appare sullo stesso giornale anche in
un’inserzione a tutta pagina dell’azienda Freeland. Il
termine medico, inventato nel 1994 e peraltro improprio,
è comorbilità, che non c’entra nulla con la
morbidezza e che nel linguaggio dei burocrati in camice
bianco ha rimpiazzato il corretto comorbosità,
cioè presenza concomitante di due o più malattie diverse
nello stesso soggetto.
[20 gennaio 2021]
Pensieri Fini
«Temo che il boyscout di Rignano riuscirà a farci
rivalutare anche Silvio Berlusconi, a cui peraltro, col
suo comportamento irresponsabile, ha già fornito un
bell’assist, visto che Forza Italia nei sondaggi è data
adesso al 10,6%, cioè in doppia cifra, livello cui
era lontana da anni». Così Massimo Fini, sul Fatto
Quotidiano, nell’incipit di un editoriale contro
Matteo Renzi. Sorprende l’uso del secondo cui.
Il pronome relativo indeclinabile va sempre preceduto
dalle varie preposizioni (tranne che nel complemento di
termine, nel quale la a è facoltativa: «con
certi sguardi a cui la nostra ipocrisia non ha
più nulla da insegnare» in Luigi Pirandello, ma anche
«il tuo perenne braccio nel gesto immenso cui
già diede Michelagnolo all’uno de’ suoi Vinti» in
Gabriele D’Annunzio). Nel caso specifico, Fini avrebbe
dovuto scrivere «da cui era lontana».
[21 gennaio 2021]
Covid alla mantovana
Il record mondiale dei contagiati dal Covid-19?
Non c’è dubbio che il poco invidiabile primato spetta al
Comune di Porto Mantovano, che al 31 dicembre 2019
contava 16.437 abitanti, oltre la metà dei quali, ovvero
8.878, colpiti dal coronavirus, stando alla tabella
pubblicata dalla Gazzetta di Mantova il 24
gennaio 2021. In pratica a Porto Mantovano si
concentrerebbe quasi il 50 per cento dei malati
dell’intera provincia di Mantova. Invece a quella data i
contagi nel Comune erano 854, pari al 5,2 per cento
della popolazione (19.819 nel territorio provinciale).
Meno male. Resterà qualche lettore per la Gazzetta
di Mantova.
[24 gennaio 2021]
Prime (e ultime)
ministre
«Norvegia, Lituania, Danimarca, Estonia, Islanda,
Finlandia saranno guidate da donne. Sei donne prime
ministre in Europa. Non era mai successo». Così comincia
un commento di Elena Stancanelli sulla Stampa. E
Angela Merkel, ancora in carica quando è uscito
l’editoriale, dove la mette? Le sei citate da
Stancanelli rappresentano meno di un quarto della
popolazione della Germania. Inoltre non si capisce la
ratio dell’elenco. Non segue l’ordine alfabetico, né
quello per popolazione (in tal caso, con i suoi 5,7
milioni di abitanti la Danimarca avrebbe dovuto figurare
al primo posto), né quello per superficie, né quello
cronologico (Kaja Kallas è diventata primo ministro
dell’Estonia pochi giorni fa, quindi il suo Paese
avrebbe dovuto figurare al primo o all’ultimo posto).
Senza contare che si dovrebbe includere anche Ursula von
der Leyen, la quale, in qualità di presidente della
Commissione europea, governa l’intera Ue.
[15 gennaio 2021]
Diffusioni e
tirature di ieri
In un sommario a corredo di un articolo su
Georges Simenon, il Domani scrive: «La
diffusione dei suoi libri è arrivata a 700 milioni di
copie». Il dato, però, come si può leggere nel pezzo, si
riferisce alla tiratura, non alla diffusione, e risale
ai primi anni Novanta. Quindi Domani pubblica,
su Simenon, cifre dell’altrissimo ieri e per di più
sbagliate.
[20 gennaio 2021]
Rose rosse per te
Da Avvenire: «Una rosa per la fidanzata.
Patrick George Zaki, il ricercatore ventinovenne
egiziano che si trova in prigione nel suo Paese dal 7
febbraio 2020, ha potuto ricevere ieri almeno la visita
della sua ragazza e le ha donato il fiore simbolo
dell’amore». Da mesi leggiamo su tutti i giornali che il
giovane è stato arrestato in quanto gay. Evidentemente Avvenire
conosce cose ignote ai comuni mortali, a cominciare
dalla più sorprendente: sotto il regime di Al Sisi, i
prigionieri, benché detenuti da quasi un anno, possono
acquistare in cella rose per le fidanzate.
[17 gennaio 2021]
Maschere in cerca
d’autore
Su Anteprima è comparso il seguente
aforisma, attribuito all’attore Corrado Guzzanti, figlio
di Paolo, il famoso giornalista: «Nel lungo tragitto
della vita incontrerai tante maschere e pochi volti». Ma
sarà davvero di Guzzanti junior? Una ricerca su Google
restituisce ben 18.100 risultati che attribuiscono
questa frase a Luigi Pirandello. Molti autori, per
esempio Andrea Accorsi e ?Daniela Ferro nel libro I
personaggi più malvagi della storia di Milano,
sostengono che Pirandello la scrisse in Uno, nessuno
e centomila. Falso: nel romanzo in questione la
parola «maschere» non compare affatto (vedere l’edizione
curata da Giancarlo Mazzacurati per Einaudi nel 1994).
Né risulta che Pirandello abbia mai usato il sostantivo
«maschere» in uno dei suoi 80 articoli pubblicati dal Corriere
della Sera. Il mistero continua.
[5 gennaio 2021]
Pompa su Pompa
Il Fatto Quotidiano pubblica un servizio
di Gianni Barbacetto sui «discepoli di Pio Pompa» che
«adesso pontificano sui servizi segreti». Tra i
referenti del «grande manovratore sotterraneo
dell’informazione negli anni del berlusconismo», egli
indica «giornalisti come Renato Farina, Luca Fazzo,
Claudia Fusani, Claudio Antonelli», cioè «proprio alcune
delle firme che in queste settimane hanno scritto di
Conte, servizi e caso Barr». E dettaglia: «Antonelli su
Libero ipotizza che Conte, sconfitto Trump,
“abbia perso la sponda degli Usa”». Si dà il caso che
Antonelli lavori alla Verità dal settembre 2016.
Sempre sul pezzo, questo Barbacetto.
[15 gennaio 2021]
Don Mazzi non sa
porre l’accento
Brani scelti da un articolo firmato da don
Antonio Mazzi sul Corriere della Sera: «Per cui
mentre ieri tutta la riflessione si rivolgeva: su quale
senso dare ai doveri, oggi senza trascurare il peso dei
doveri, prima bisogna insieme, riflettere su quale senso
possano avere questi desideri immensi e sconfinati».
«Come potete far si che le vostre amicizie vere
e profonde non vengano confuse con avventure disordinate
e sconsacratorie? Come far si che i vostri
affetti dirompenti e il vostro bisogno di essere amati
coincida con l’impianto della volontà adeguato e con la
capacità da parte vostra di dotarvi di strumenti
autocorrettivi?». Sono tutte questioni su cui il
reverendo non ha saputo porre l’accento.
[6 dicembre 2020]
San Francesco a Roma
Titolo della Verità: «Egiziano sfascia
chiesa col machete. L’uomo, pregiudicato senza fissa
dimora, si è accanito con una lama di mezzo metro su una
statua di San Francesco a Roma». Ma il Poverello non
stava d’abitudine ad Assisi? In tal caso bastava
scrivere: «A Roma si è accanito» eccetera.
[23 dicembre 2020]
Una lapide per gli
epigrafisti
L’Osservatore Romano pubblica un bando di
concorso del Pontificio istituto di archeologia
cristiana per la cattedra di Epigrafia classica e
cristiana. In calce, accanto alla firma del rettore,
«prof. mons. Stefan Heid», vi è il timbro della
prestigiosa istituzione, con tanto di indirizzo della
sede di Roma: «Via Napoleone III°». Ma accanto ai numeri
romani l’esponente (°) non va mai messo: serve solo
quando, per indicare l’ordinale, si ricorre alle cifre
arabiche (1°, 2°, 3°). E per fortuna che lì studiano
l’epigrafia classica.
[20 gennaio 2021]
Storia grammatica
Donatella Di Cesare commenta sulla Stampa
la notizia della condanna a morte di Lisa Montgomery,
eseguita negli Stati Uniti con un’iniezione letale: «Se
qualcuno ci narrasse puntualmente la storia grammatica
di questa donna di cinquantadue anni...». Della serie:
vale più la grammatica della pratica.
[14 gennaio 2021]
Renzi come
Garibaldi: fu ferito
Nella sua newsletter quotidiana, intitolata La
cucina della Stampa, il direttore Massimo Giannini
scrive: «In un’intervista a La Stampa, il
capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, spiega che
“la ferita di Renzi è profonda” e che “è difficile che
si possa ricucire”». Renzi ha una ferita che nessuno
riesce a suturare? Strano, a noi pareva che l’avesse
procurata a Giuseppe Conte e alla coalizione di governo.
Probabilmente dipende dal fatto che frequentiamo la
bassa cucina.
[17 gennaio 2021]
E delegante o ed
elegante?
Sommario di un pezzo che L’Espresso
dedica al premier Giuseppe Conte: «Governa con la destra
e con la sinistra. Accentratore e delegante». Sicuri che
l’ultimo spazio non andasse posposto? Conte pare più che
altro accentratore ed elegante. Mica per altro: se
accentra, significa che non delega. Inoltre è l’unico in
Italia a portare la pochette a quattro punte.
[17 gennaio 2021]
Ripercorre il
percorso
Incipit di un commento del sociologo Ilvo
Diamanti sulla Repubblica: «La parabola di
Matteo Renzi ripercorre il suo percorso politico
“personale”». In attesa che si chiarisca la differenza
tra percorso politico «personale» fra virgolette e
percorso politico personale senza virgolette, siamo in
grado di rivelare che Renzi vive la sua vita, corre la
sua corsa, pensa i suoi pensieri, proclama i suoi
proclami, spara le sue sparate.
[18 gennaio 2021]
Fiorella c’annoia?
C’avremmo giurato
Titolo di Libero: «Fiorella c’annoia. È
fallito l’esperimento Mannoia in 1ª serata». C’avremmo
giurato che dal c’azzecca dipietresco si sarebbe
arrivati a c’annoia. Quanto alla 1ª serata, c’aspettiamo
ora di rivederla per la 2ª, la 3ª e la 4ª volta in un
titolo (comunque c’avrebbe fatto schifo anche in un
testo). Nel frattempo, l’indomani l’abbiamo già
ritrovata per la 2ª volta in un titolo del Fatto
Quotidiano: «Il Wsj: “In Israele la 1ª dose di
vaccino ha ridotto i contagi del 33 per cento”». I
peggiori fanno sempre scuola.
[17 gennaio 2021]
Io speriamo che me
la cavo/1
La Repubblica ospita un’intera paginata
curata da Emanuele Lauria e Carmelo Lopapa, con cinque
scenari elettorali. Nell’ultimo si parla di «una
soluzione che in fondo non dispiace a Matteo Renzi» ma
«che ai giallorossi convince molto poco». Io
convinco a me, anzi io speriamo che me la cavo.
[12 gennaio 2021]
Io speriamo che me
la cavo/2
In un’intervista sulla Repubblica, avente
per tema la chiusura del profilo di Donald Trump decisa
da Twitter, la giornalista Ilaria Zaffino fa esordire
Massimo Cacciari con questa frase: «È una manifestazione
di una crisi radicale dell’idea democratica e che alcuni
democratici non lo capiscono vuol dire che siamo ormai
alla frutta». Io speriamo che me la cavo anche in
grammatica, oltre che in filosofia.
[11 gennaio 2021]
La novella del
giudice Esposito
Antonio Esposito, ex giudice della Corte di
Cassazione, commenta con un articolo sul Fatto
Quotidiano la vicenda giudiziaria riguardante
Cesare Paladino, proprietario dell’hotel Plaza di Roma,
che aveva omesso di versare al Comune di Roma la tassa
di soggiorno dal 2014 al 2018 (in totale 2.047.677
euro). Per effetto di una legge varata dal governo
presieduto da Giuseppe Conte, compagno della figlia di
Paladino, l’imprenditore si è visto revocare la sentenza
di patteggiamento per il delitto di peculato (1 anno, 2
mesi e 17 giorni di reclusione). Questa la conclusione
di Esposito: «La novella introdotta con il D.L. n°
34/2000, non ha comportato una abolitio criminis,
ma solo un fenomeno di successione di norme extra penali
incidenti su elementi normativi della fattispecie
relativi alla qualifica soggettiva del gestore; con la
conseguenza che deve ribadirsi la rilevanza penale a
titolo di peculato delle condotte commesse in epoca
anteriore alla novatio legis di cui all’art. 180
D.L. n° 34/2020 e succ. conv.. Nessuna norma ad
personam o ad familiam, quindi, a
differenza di quanto spesso accaduto sotto precedenti
governi». Ok, ma era più leggibile una novella del
Boccaccio.
[18 dicembre 2020]
Al di là del titolo
In una pagina sulla Verità dedicata a
Ernest Hemingway e ai suoi disturbi legati all’alcolismo
e alla depressione bipolare, Cesare Lanza, pur essendo
un accanito lettore di libri, incappa in uno svarione:
«Arrivato per la prima volta a Venezia nel 1948, scrisse
un altro dei suoi capolavori, Al di là dal Fiume e
tra gli Alberi, soggiornando nella pittoresca
Torcello». Mai il romanzo di Hemingway è apparso in
Italia con questo titolo. Fin dalla prima edizione
uscita nel febbraio 1965, tradotta da Fernanda Pivano e
stampata dall’editore Arnoldo Mondadori nelle Officine
grafiche di Verona, l’opera si è sempre intitolata Di
là dal fiume e tra gli alberi.
[17 gennaio 2021]
Droni da Lilliput
Didascalia da Italia Oggi: «I droni
Parrot che saranno consegnati all’esercito francese
derivano da Anafi, un modello destinato al grande
pubblico con una portata di una ventina di centimetri».
Strategici, insomma.
[15 gennaio 2021]
Pannoloni telematici
In un articolo sulla Stampa, intitolato
«Mi ha cambiato l’esistenza, non si può farne a meno»,
Gianluca Nicoletti tesse le lodi di Wikipedia con questa
frase andante con brio, per così dire: «Dopo dieci anni
che ce ne serviamo tutti, per qualcuno però è ancora una
necessità su cui per decenza si sorvola, è stato
sdoganato gioiosamente ogni presidio sanitario
all’incontinenza, chi scrive per mestiere spesso
preferisce far finta di non aver bisogno di Wikipedia».
Messaggio ricevuto. L’enciclopedia online è il suo
pannolone.
[14 gennaio 2021]
Eccezzziunale...
veramente
Per ricordare il centenario della nascita di
Leonardo Sciascia (8 gennaio 1921), L’Espresso
ristampa «le parole del grande scrittore, pubblicate nel
1974». E tromboneggia nel sommario: «Invettive che
provocarono polemiche. Affidate a una intervistatrice
d’eccezione». Trattasi di Franca Leosini. Prima domanda:
«Ma lei, Sciascia, è proprio convinto di questo
matriarcato siciliano (perché è un matriarcato piuttosto
sotterraneo dal momento che apparentemente la donna
siciliana è succuba dell’uomo)?». Ora, a parte che
sarebbe interessante capire come fece Leosini a parlare
fra parentesi (con le mani tracciò nell’aria due
semicerchi? abbassò il tono di voce? gli diede di
gomito?), vale la pena di riportare l’inizio della
risposta: «Ah, sì! Si!». Dovendo escludere che
Sciascia possedesse la magica capacità di far
distinguere dal tono di voce l’accento che differenzia
l’avverbio sì dal pronome si, non resta
che una conclusione: Leosini era davvero «una
intervistatrice d’eccezione». Speriamo che non lo sia
più.
[27 dicembre 2020]
Ridere in Bonafede
Il Fatto Quotidiano pubblica una pregnante
intervista di Luca De Carolis ad Alfonso Bonafede,
ministro (pentastellato) della Giustizia. Ecco gli
spunti salienti in ordine di enunciazione: «Ognuno ora
dovrà assumersi le proprie responsabilità». «L’unica
rotta possibile è quella del lavoro». «Se qualcuno ha
questa istanza la farà presente. Finora non è successo».
«Non parlo di retroscena e ipotesi. Mi interessano i
temi, le cose da fare». «Respingo questi ragionamenti».
«Auspico davvero che prevalga la responsabilità, il
lavoro da fare è ancora tanto». È quello che diceva
sempre anche Paolo Pillitteri, sindaco (socialista) di
Milano: «Molto è stato fatto ma molto resta ancora da
fare». Ma lo diceva per ridere. Bonafede perché è serio.
[10 gennaio 2021]
Diversa da dovunque
Congedandosi dalla direzione del Piccolo di
Trieste (gruppo Gedi), Enrico Grazioli dice «di aver
incontrato una città unica, irripetibile, diversa da
ovunque». Intuibili i motivi dell’avvicendamento.
[13 gennaio 2021]
Piero perde il filo
Il Domani pubblica un articolo di Piero
Ignazi, nel quale il politologo scrive: «La ferita non
si rimargina con il passare degli anni. Alla vigilia
delle elezioni del 2013, in un incontro con la
Confindustria, Berlusconi ritorna sulla vittoria
strappata dai brogli nel 2013». Ritornare nel 2013 sui
brogli del 2013 appare alquanto surreale. Infatti si
tratta di quelli che l’allora premier lamentò nel 2006,
quando a suo dire perse le elezioni per «moltissime,
moltissime, moltissime irregolarità» che si sarebbero
consumate in 60.000 sezioni elettorali, con «1 milione e
100.000 schede annullate». La rubrica di Ignazi si
chiama Il filo di Piero: deve averlo perso.
(Insieme con il redattore che l’ha titolata così:
«L’attacco alle istituzioni di Trump ci ricorda quello
di Berlusconi». Siccome non risulta che esistano le
«istituzioni di Trump», avrebbe dovuto scrivere
«L’attacco di Trump alle istituzioni»).
[11 gennaio 2021]
Incerta certamente
Libero pubblica una lettera inviata al
direttore da Barbara Berlusconi, una delle figlie di
Silvio. Dopo aver esordito con una frase sconclusionata
(«Fino e con quali argomentazioni si può spingere
un’arbitraria censura di una azienda privata?», che
sarebbe stata più comprensibile se fosse cominciata con
un «Fino a che punto»), conclude con una dichiarazione a
effetto: «“Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino
alla morte affinché tu possa esprimerle”. Anche se non è
certa l’attribuzione di questa frase a Voltaire, mi
sento di condividerla». È sicuro che non è di Voltaire,
quindi tanto valeva attribuirla alla sua autrice, la
britannica Evelyn Beatrice Hall (1868-1956), che la
scrisse nel libro The friends of Voltaire (Gli
amici di Voltaire), edito da Smith Elder & Co. nel
1906.
[13 gennaio 2021]
Scaldarsi con
l’iPhone
La pagina Facebook del Corriere della Sera
riporta il titolo «Inchiesta sull’accoglienza a Massa.
“Bimbe affamate, al freddo, senza cure”», con questo
testo: «“Dovevano dividersi una spesa misera, avevano
sempre fame. Non avevano i termosifoni, si riscaldavano
con il phone”». Usavano il cellulare come
stufetta?
[8 dicembre 2020]
Porco veleno, veleno
porco
Brani scelti da un articolo della Verità,
a firma di Silvana De Mari: «Questo aborto così facile e
carino, che ti fai a casetta tua con un male porco».
«L’aborto chimico è fatto a casa, con un male porco».
L’abbiamo capito: la pillola Ru486, a casetta o a casa,
fa un male porco. «L’associazione Pro vita ha fatto
magnifici cartelloni su cui è scritto: “Prenderesti mai
del veleno?”». «I manifesti di Pro vita domandano:
prenderesti un veleno?». L’abbiamo capito: i manifesti
di Pro vita chiedono se prenderesti un veleno. Ma li
considera lettori o li prende per una classe di
ripetenti?
[23 dicembre 2020]
Bollettino della
neve
Incipit di un articolo firmato da Luca D’Andrea
sulla Repubblica: «Certo, è sempre spettacolare
vedere un cervo in mezzo alla neve. Ed è sempre una
tentazione lasciarsi trasportare dall’incanto che le
immagini dell’Italia imbiancata evoca». A noi
pare che il soggetto siano «le immagini», le quali
dunque «evocano». Però lo diciamo sommessamente:
l’esperto è D’Andrea, scrittore che pubblica con
Einaudi.
[8 gennaio 2021]
Qualche plurale
«Ieri avrebbe preso contatti con qualche senatore
di Fratelli d’Italia, invitandoli a presentare la
mozione di sfiducia», scrive Wanda Marra sul Fatto
Quotidiano. Ma il significato di «qualche»
(«alcuni, non molti») non si può certo coniugare con il
verbo al plurale «invitandoli». Chieda conferma a
D’Andrea. Anzi, no.
[6 gennaio 2021]
Pazzo Apostolico
In uno scoop che capovolge quanto finora scritto
dai giornali sulle presunte responsabilità del cardinale
Angelo Becciu («La lettera segreta di Parolin. “Quel
palazzo è un buon affare”. Spunta una lettera del
segretario di Stato allo Ior sull’immobile di Londra al
centro dello scandalo in Vaticano», così il titolo),
Emiliano Fittipaldi, vicedirettore del Domani,
infila un lapsus calami freudiano: «Il 29 giugno i
vertici della banca salgono a Pazzo Apostolico con i
dettagli del piano di rientro del finanziamento». In
corso le ricerche dello squilibrato.
[10 gennaio 2021]
La più antica
democrazia del mondo
Davvero epico l’attacco del servizio di Federico
Rampini, inviato della Repubblica a Washington,
sull’assalto al Congresso «istigato da Trump»: «“La
democrazia è fragile, è in corso un attacco alla nostra
libertà, allo Stato di diritto, alla sovranità
popolare”. Sono le 16.06, ora locale, quando Joe Biden
parla alla nazione. È allarmato e indignato. Da tre ore
ormai divampa “la battaglia di Washington”, le
convulsioni di una giornata angosciante in cui la più
antica democrazia del mondo piomba in stato d’assedio».
Probabilmente Rampini ha preso lezioni dal coltissimo
Danilo Toninelli, ex ministro grillino, che nel novembre
2016 scrisse sul suo profilo Facebook: «I cittadini
americani hanno scelto. La più antica democrazia al
mondo ha voluto Trump». Senza scomodare l’antica Grecia
(dove, stando al censimento dell’Attica datato per
ipotesi tra il 315 e il 309 avanti Cristo, 20.000
cittadini già godevano di diritti politici) e l’antica
Roma o l’Italia dei Comuni, vale la pena di ricordare
che nella Repubblica di San Marino esiste dal XV secolo
il Gran Consiglio formato dal popolo, mentre le prime
elezioni presidenziali statunitensi si tennero nel
1788-1789. Rampini dovrebbe in ogni caso mettersi
d’accordo con il medievista Franco Cardini, secondo il
quale è il Parlamento inglese di Westminster «il simbolo
primigenio della democrazia rappresentativa liberale,
quella espressa dalla Glorious Revolution del 1688».
[7 gennaio 2021]
Non è Montagner
Sommario dalla Verità: «Il premio Nobel
Montagner frena gli entusiasmi». Il cognome del virologo
che scoprì il virus dell’Hiv è ripetuto così anche nel
testo. Ma lo scienziato è nato in Francia, non in
provincia di Treviso: si chiama Luc Montagnier.
[6 gennaio 2021]
I 55 giorni del
sequestro Moro
Occupandosi dei due svarioni temporali contenuti
nel colloquio fra Eugenio Scalfari e Maurizio Molinari,
uno dei quali rettificato dalla Repubblica in
ribattuta, Stefano Lorenzetto riesce ad aggiungerne
altri due (uno provvidenzialmente poi corretto da Anteprima
e Dagospia): scambia il centenario della nascita
di Leonardo Sciascia con quello della morte e indica il
16 aprile, anziché il 16 marzo, come data del sequestro
di Aldo Moro. Quest’ultimo errore non è sfuggito a
Roberto Chiodi, giornalista di lungo corso, che lo ha
segnalato a Giorgio Dell’Arti (grazie). Nella sua
lettera ad Anteprima, Chiodi contesta altresì
che la prigionia dello statista sia durata 55 giorni:
«Volendo proprio fare le pulci, ne durò 54: fu rapito
alle 9 di mattina del 16 marzo, fu ucciso la mattina del
9 maggio. Nelle mani dei rapitori rimase dunque 54
giorni». Spuntando i giorni sul calendario – 16 a marzo,
30 ad aprile, 9 a maggio – in realtà se ne contano 55,
che è il dato da sempre accreditato in atti
parlamentari, libri, cronache giornalistiche. I 54
giorni indicati da Chiodi non sono che un’aporia
informatica: infatti, inserendo le date 1 gennaio e 31
dicembre nella calcolatrice di Windows, si ottengono per
differenza 364 giorni, anziché 365. Ma se questo computo
fosse esatto, significherebbe che dalla nascita di
Cristo (peraltro erroneamente calcolata da Dionigi il
Piccolo, perché Gesù venne alla luce in realtà tra il 7
e il 4 avanti Cristo) mancano all’appello dell’umanità
all’incirca 2020 giorni, cioè 5 anni e mezzo.
[8 gennaio 2021]
Morti anticipate/1
Nella conversazione sui 45 anni della Repubblica
avuta con il direttore Maurizio Molinari, in cui dava
per morto Enrico Berlinguer nel 1978 anziché nel 1984
(svarione poi corretto con una ribattuta), il fondatore
Eugenio Scalfari parla del rapimento di Aldo Moro in
questi termini: «La ricerca durò 52 giorni, fu vana e
poi arrivò il cadavere». È arcinoto che il sequestro del
leader democristiano durò invece 55 giorni, dal 16
aprile al 9 maggio 1978. Non vorremmo che Scalfari
esagerasse con le morti premature.
[2 gennaio 2021]
Morti anticipate/2
L’inclinazione al lutto anticipato pare aver già
fatto scuola alla Repubblica. Il supplemento
culturale Robinson celebra con ben 7 pagine
(copertina inclusa) il centenario della scomparsa di
Leonardo Sciascia. Nell’articolo d’apertura, Enrico del
Mercato scrive: «Salvatore Picone, quando Sciascia morì
nel novembre del 1987, era un bambino che andava alle
elementari». Questo Picone doveva avere fin da piccolo
il dono della predizione: Sciascia morì nel novembre del
1989, il giorno 20, per la precisione.
[2 gennaio 2021]
I guasti del
dipietrese
Titolo di Libero: «Credenze e oroscopi
non c’azzeccano mai ma nessuno li zittisce». A quasi 30
anni di distanza, la depravazione linguistica propagata
da Antonio Di Pietro fa ancora danni nei giornali. Se
quel «c’azzeccano» fosse corretto, Alessandro Manzoni
nei Promessi sposi non avrebbe scritto «Questi
quattro dì che ci abbiamo a stare ancora», bensì
«c’abbiamo», e Luigi Pirandello nella Giara non
avrebbero scritto «Come se ci avessi un cane addentato»,
bensì «c’avessi», e Trilussa si sarebbe risparmiato
versi quali «Nun cià più la medesima allegria» e «Ciò er
core in pace e l’anima serena». Qualcuno ha mai udito
due morosi dirsi «Noi c’amiamo»?
[5 gennaio 2021]
Quiescenza
Massimo Gandolfini denuncia sulla Verità
«la più pericolosa e volgare delle azioni: mettere il
bavaglio alla bocca di chiunque non sia allineato, o
quantomeno quiescente, ai dogmi del relativismo
oggi imperante». Quiescente? Per lo Zingarelli
significa «che è in stato di riposo o d’inerzia».
Evidente la confusione con «acquiescente», cioè
«consenziente, docile, remissivo».
[5 gennaio 2021]
Il passo è greve
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano:
«5 anni dopo la scomparsa dell’imprenditrice calabrese
Maria Chindamo, parla un pentito: “Uccisa e data in
pasto ai maiali”. La famiglia: “Passo verso la verità”».
Dal pasto al passo, il maiale è greve.
[7 gennaio 2021]
Senza Capua né coda
In un articolo senza capo né coda, apparso sul Corriere
della Sera, la virologa Ilaria Capua, da tempo
emigrata negli Stati Uniti, infila una serie di concetti
stralunati su «virus pre-pandemici» e dintorni. Alcuni
esempi. «Il “fattore virus” non è l’unico elemento
dell’incendio pandemico ma ne è la componente unica e
insostituibile». Se non è l’unico elemento, come fa a
essere la componente unica? «Sono certa che più e più
volte in questi anni si siano create condizioni analoghe
per l’emergenza di un coronavirus pandemico ma che
sempre, fino al 2020, moltissimi di questi si siano
estinti mentre altri come Sars, Mers, influenza Aviaria,
influenza Suina, Ebola e Zika sono state tenute più o
meno sotto controllo nel giro di qualche mese».
Tralasciando le concordanze, «questi» chi, scusi? I
coronavirus? E allora perché per le epidemie-pandemie
dapprima usa il maschile («altri») e in seguito il
femminile («sono state tenute»)? «È indubbio che la
diffusione accelerata in tutto il globo terracqueo sia
avvenuta grazie alla movimentazione di persone infette
sia a livello internazionale, che nazionale e locale
fino a livello di frazione del più piccolo comune».
Forse sussisteva il dubbio che le pandemie si
propagassero in altro modo? «Chiamiamolo quindi “fattore
individuo” e questo comprende oltre alle caratteristiche
dell’individuo stesso e la sua recettività personale
all’infezione anche per esempio la sua mobilità». Che
altro dovrebbe comprendere il «fattore individuo» se non
le «caratteristiche dell’individuo stesso»? «Mai, negli
ultimi cento anni (durante i quali ci sono state cinque
pandemie influenzali) l’informazione è stata così
pervasiva, liquida e impicciona di argomenti complicati
anche per gli addetti ai lavori». Impicciona? «Lo voglio
dire con forza: non è giusto né possibile incasellare
una serie di fenomeni biologici come le mutazioni, le
delezioni e le loro possibili conseguenze in caselle
mentali a misura di clickbait o di
telespettatore disattento». Professoressa, pietà!
[2 gennaio 2021]
Anno lunare
«Non è stato un anno facile, non foss’altro per
la pandemia ancora presente», scrive Maurizio Costanzo
nel Diario che pubblica ogni giorno sul Tempo.
Beh, però, in effetti, pensandoci bene, a essere
sinceri, tutto sommato, a dire il vero, qualche ragione
ce l’ha anche lui. Forse.
[31 dicembre 2021]
Supercalifragilistichespiralidoso
«Un Dio che si è fatto fragilità», titola
d’apertura in prima pagina L’Osservatore Romano.
Nel medesimo numero, «fragilità», «fragili» e «fragile»
compaiono 14 volte. Non resta che aggiungere «Maneggiare
con cura».
[4 gennaio 2021]
Reincontro con Io
Incipit dell’editoriale festivo di Eugenio
Scalfari sulla prima pagina della Repubblica:
«Mi è venuto in mente nei giorni scorsi il problema
dell’Io che porta con sé una notevole, e vorrei dire
immensa, quantità di temi. Il più evidente dei quali è
appunto l’Io. Per dirla meglio, il se stesso. O, se
vogliamo spiegarla non con una parola ma con un
concetto, la personalità. Naturalmente, la mia».
Ricapitolando: l’immensa quantità di temi si riduce
all’Io, naturalmente il suo, il più evidente. Come un
simile problema sia potuto venire in mente solo nei
giorni scorsi a Scalfari, che nel 1994 diede alle stampe
Incontro con Io (Rizzoli), è davvero un mistero.
Si saranno rivisti per strada.
[3 gennaio 2020]
Asor Rosa, canta che
ti passa
«Una risposta la troviamo nel Canto XVI del
Purgatorio (attenzione: nel Poema, duecento canti, il
XVI del Purgatorio rappresenta quasi il centro esatto:
vuol dire che l’argomento che vi viene trattato è
considerato da Dante di estrema importanza)». Così
Alberto Asor Rosa parla della Divina Commedia su
Robinson, supplemento culturale della Repubblica.
Se non ricordiamo male, il poema dantesco si compone di
99 canti, 100 considerando il canto di proemio. Non 200.
Asor Rosa è stato per una vita docente ordinario di
Letteratura italiana nelle università. Infatti il titolo
dell’articolo pubblicato da Robinson era
«Lezione sulla nostra eterna Commedia». Può scendere
dalla cattedra, professore.
[24 dicembre 2020]
La situazione degli
accenti è grave
Titolo del Fatto Quotidiano: «Risiko da
Serie A. Cara Befana ti scrivo. Perchè il 2021 è
già andato nel pallone...». Niente, non c’è verso che
questa regola della «é» con accento acuto in avverbi e
congiunzioni gli entri in testa. Inevitabile quando il
direttore, Marco Travaglio, ieri è riuscito a spargere
nel suo editoriale di prima pagina cinque «perchè», un
«finchè», un «semprechè» e un «dopodichè».
[28 dicembre 2020 - 5 gennaio 2021]
Freddezza
agghiacciante
Del ghanese Adams Suleimani che in Trentino ha
ucciso Agitu Ideo Gudeta, una donna etiope da anni
residente in Italia, Fabio Amendolara rivela sulla Verità:
«Con una freddezza agghiacciante si è cambiato la giacca
indossata al momento dell’omicidio». Esiste anche la
freddezza riscaldante?
[1 gennaio 2020]
Ok, il gesto non è
giusto
Dalla pagina Facebook del Corriere della Sera:
«Alex Zanardi fa ok con il pollice e guarda la moglie:
la terza vita dopo l’incidente». Peccato che la foto
d’archivio a corredo della notizia lo ritragga mentre fa
la «V» churchilliana della vittoria con indice e medio.
[21 dicembre 2020]
Un altro pianeta
Secondo Ezio Mauro, che lo scrive nell’editoriale
sulla prima pagina della Repubblica, il vaccino
contro il Covid-19 «per la prima volta impegna tutto il
mondo in un esperimento planetario». Se impegna tutto il
mondo, l’esperimento non può che essere planetario, ci
pare.
[4 gennaio 2020]
Poco «observateur»
Sull’Arena, in un’intervista con Giancarlo
Calciolari, psicoanalista diventato chef che ha
inventato il cioccolatissimo, il dessert italiano più
noto al mondo dopo il tiramisù, Stefano Lorenzetto cita
fra le numerose frequentazioni dello studioso gastronomo
anche Gilles Martinet, ex ambasciatore di Francia a
Roma, attribuendogli un passato da direttore del Nouvel
Observateur. In realtà, benché fosse giornalista,
Martinet fu il direttore amministrativo del settimanale,
dal 1964 al 1985. Per sua fortuna: meglio occuparsi di
conti che di articoli e titoli.
[3 gennaio 2020]
Il nostro futuro
La Stampa ospita un melenso panegirico di
Carlo Petrini in onore di Greta Thunberg divenuta
maggiorenne, nel quale il fondatore di Slow food scrive
fra l’altro: «Devo dire che anche grazie alla tua
iniziativa si sono mobilitati i ragazzi di ogni parte
del mondo, le forze più fresche, quelle che hanno
davanti il nostro futuro». Avviandosi Petrini a
compiere 72 anni, saremmo propensi a ritenere che le
forze fresche abbiano davanti il loro futuro, più che il
nostro.
[4 gennaio 2020]
Un anno da libri di
storia
«Chi l’avrebbe mai detto che questo 2020 sarebbe
stato un anno da libri di storia», scrive Piero Di
Domenicantonio, caporedattore dell’Osservatore Romano.
L’avrebbero detto praticamente tutti. Dal 753 avanti
Cristo (data della fondazione di Roma, giusto per
riferirci alla testata vaticana), risulta impossibile
individuare un anno che non sia finito per qualche
evento nei libri di storia.
[30 dicembre 2020]
Passerotto non
andare via
«È il primo ricovero dell’anno. Il passerotto ha
una frattura a un’ala, speriamo guarisca in un paio di
settimane», si legge sulla pagina Facebook della Repubblica.
La foto mostra un uccellino fasciato. Ma si tratta di
uno storno, non di un passero. Essendo la notizia
postata da Roma.repubblica.it, si deve dedurne
che ai giornalisti della redazione romana non hanno
insegnato nulla neppure le scagazzate dei 4 milioni di
storni (fonte: La Stampa) volteggianti sulla
Capitale.
[3 gennaio 2020]
Tura Speedy Gonzales
Altro exploit del corrispondente Rai dal Regno
Unito, Stefano Tura, quello secondo cui «gli scienziati
dell’University College hospital di Londra hanno
iniziato la sperimentazione di un farmaco anticorporale
per il Covid-19» (così al Tg1 delle ore 20).
Stavolta al Tg3 delle ore 12 parla della «nuova
variante del Covid-19 che rende il virus 70 volte più
veloce nella trasmissione». Se ciò fosse vero,
significherebbe che la variante inglese ha il 7.000 per
cento di velocità in più. In realtà, rispetto al ceppo
predominante, il virus ha una maggiore capacità di
trasmissione che è stata quantificata dal primo ministro
inglese Boris Johnson nel 70 per cento, cioè 0,7 volte
in più. Tura si è sbagliato «solo» di 100 volte.
[22 dicembre 2020]
Siamo già a
Benedetto XIX?
Alla fine dell’intervista natalizia rilasciata a
Claudio Tito della Repubblica, il cardinale
Angelo Bagnasco svolazza dal passato al futuro con la
fattiva collaborazione del giornalista, il quale riporta
la seguente risposta senza avvedersi dell’errore che vi
è contenuto: «Ogni Pontefice è sempre stato libero di
rinunciare al papato. Il gesto del Papa Emerito,
Benedetto XIX, ha un grande significato per se stesso».
Archiviato prematuramente Benedetto XVI, nel futuro
della Chiesa ci attendono dunque, secondo il porporato,
almeno tre pontefici di nome Benedetto eletti dopo
Francesco: XVII, XVIII e, appunto, XIX, che secondo l’ex
presidente della Cei rinuncerà, come ha fatto Ratzinger.
Ma «il futuro è nella mani di Dio e nella collaborazione
prudente degli uomini», conclude il cardinale Bagnasco.
Soprattutto se gli uomini, e nella fattispecie
intervistatore e intervistato, rileggessero i testi e
correggessero i refusi.
[24 dicembre 2020]
Apocalisse sotto il
Vesuvio
Il sito del Mattino di Napoli lancia la
notizia del terremoto in provincia di Verona con un
titolo assai sobrio: «Come l’Apocalisse». Non essendosi
grazie al cielo registrati né morti, né feriti, né
crolli, né danni di sorta, ci si chiede come il
quotidiano napoletano annuncerà l’inizio dell’Apocalisse
vera profetizzata da Giovanni: «E vi fu un violento
terremoto. Il sole divenne nero come un sacco di crine,
la luna diventò tutta simile a sangue, le stelle del
cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di
fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non
ancora maturi». (12, 13). A meno che il catastrofico
titolo non fosse altro che una banale prosecuzione con
altri mezzi dello storico striscione «Giulietta è ’na
zoccola e Romeo ’o cornuto» apparso nel 1996 allo stadio
San Paolo di Napoli.
[29 dicembre 2020]
Guardoni al Fatto
Quotidiano
Titolo del Fatto Quotidiano: «La
Rivoluzione d’Ottobre va guardata a occhi aperti».
Grazie per il suggerimento. Di solito guardiamo ogni
cosa a occhi chiusi.
[28 dicembre 2020]
Falli di mano
«“Non sappia la destra quella che fa la
sinistra”, afferma il Vangelo», esordisce Maria
Antonietta Calabrò sull’Huffpost, infilando un
refuso già alla quinta parola. L’articolo riguarda il
presepe «da Guerre stellari» allestito in piazza
San Pietro, «“benedetto” dalla Fondazione della Banca
Tercas (con tanto di dichiarazioni della sua
presidente), che non è una banca qualsiasi, ma è la
banca per la cui acquisizione (che ha provocato
conseguenze sulla Popolare di Bari) si era speso il
finanziere Torzi arrestato dal Vaticano per il palazzo
di Londra». Il pezzo si conclude con un attacco al
cardinale Angelo Becciu, una variazione sul tema
dell’incipit: «Anche qui: “Non sappia la destra cosa fa
la sinistra”. Ma anche in questo caso sembra che non si
trattasse di opere di religione». Peccato che Calabrò, a
dispetto dei suoi trascorsi nel settimanale ciellino Il
Sabato, con scarsa fantasia faccia entrambe le
volte confusione fra le mani evangeliche, invertendole:
«Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua
sinistra ciò che fa la tua destra» (Matteo 6, 3).
[24 dicembre 2020]
Percentuali
repubblicane
Dalla Repubblica: «Emilia Romagna. Record
di consensi l’85 per cento dice sì», recita il titolo.
Testo: «Il 95% di medici e infermieri, e fino a otto
operatori su dieci delle strutture per anziani, dice sì
al vaccino anti-Covid». Accontentati no vax e anche sì
vax. Tutti, meno i lettori.
[29 dicembre 2020]
Stragi fra parentesi
Titolo di prima pagina da Avvenire:
«Strage di donne nel Mediterraneo: (quattro incinte)».
Chissà a che servono i due punti prima della parentesi.
[27 dicembre 2020]
Elkann tradotto in
italiano
Come ogni domenica, La Stampa pubblica la
rubrica settimanale di Alain Elkann, padre del
suo editore, nonché presidente di Fca, John Elkann.
L’intervistato è Alvise Casellati, direttore
d’orchestra, figlio di Maria Elisabetta Alberti
Casellati, presidente del Senato. Il quale, essendo nato
a Padova, risponde alle domande nella nostra lingua.
Alla fine del dialogo compare tuttavia la dicitura
«traduzione di Carla Reschia». Si conferma così un
antico sospetto: quello che Alain Elkann non sappia
scrivere in italiano.
[27 dicembre 2020]
Tutto tranne il
Vangelo
Ci risiamo. Il pastore Eugenio Bernardini, già
moderatore della Tavola valdese, nella rubrica Il
Vangelo della domenica sul Fatto quotidiano,
commenta un versetto del libro dei Proverbi e un
altro della Lettera di Giacomo, che Martin
Lutero definì «di paglia», cioè di poco valore. E il
Vangelo? Urge cambiare il titolo della rubrica.
[27 dicembre 2020]
Farmaci contro il
corpo
Nell’edizione di maggior ascolto del Tg1,
quella delle ore 20, Stefano Tura, corrispondente dalla
capitale britannica, spiega che «gli scienziati
dell’University College hospital di Londra hanno
iniziato la sperimentazione di un farmaco anticorporale
per il Covid-19, che darebbe immunità immediata». In
realtà si tratta di una terapia anticorpale, cioè basata
sugli anticorpi monoclonali, come ha scritto il Guardian.
Per i suoi giornalisti dislocati nel Regno Unito,
suggeriamo al presidente della Rai, Marcello Foa,
l’introduzione delle pene, queste sì corporali, che
erano in uso nelle scuole inglesi e scozzesi fino a non
molti anni fa, a cominciare dalle cinghiate sui palmi
delle mani, punizione nota come tawse.
[26 dicembre 2020]
Virus della mente
Dalle pagine dell’Espresso, la scrittrice
Michela Murgia segnala che «il virus non è amico di
nessuno». Strappatele la penna di mano.
[27 dicembre 2020]
Piftzer
Titolo dal Messaggero: «Vaccino, oggi si
parte. La campagna di massa soltanto a primavera.
Arrivate le 9.750 dosi Pfitzer». Ammazza che
attrezzi nella redazione del quotidiano romano! Non uno
che abbia mai sentito nominare il Viagra della Pfizer.
[26 dicembre 2020]
Prostatite da sole
Nella sua rubrica A corpo sicuro sulla Verità,
il medico Luciano Bassani scrive: «Recenti studi hanno
confermato l’utilità delle onde d’urto focali nei casi
di dolore pelvico cronico e prostatite da sole o in
associazione con l’ossigeno-ozonoterapia e la
neuroproloterapia». Non sapevamo che la prostata fosse
sensibile all’abbronzatura. L’equivoca patologia si
sarebbe potuta evitare con una virgola dopo
«prostatite».
[27 dicembre 2020]
Corona di spine
La Lettura, supplemento culturale del Corriere
della Sera, pubblica un’interessante infografica
sulle monarchie, nella quale la Danimarca è indicata fra
le «nazioni su cui formalmente regna ancora la corona
inglese». Non ci pare che Margherita II di Danimarca
abbia qualcosa a che vedere con Elisabetta II
d’Inghilterra (pur avendo avuto la regnante danese fra i
suoi padrini di battesimo il principe Arturo del Regno
Unito, settimo figlio della regina Vittoria). Semmai è
storicamente vero il contrario. Canuto II il Grande,
figlio di Sven I di Danimarca, seguì il padre in
Inghilterra, combatté contro Etelredo II, fu
riconosciuto sovrano nel 1016 e prima di morire divise i
suoi regni (Danimarca, Inghilterra e Norvegia) fra i tre
figli. E il figlio Canuto III il Crudele, sovrano di
Danimarca dal 1035, divenne re d’Inghilterra nel 1040
dopo la morte del fratello Harold.
[6 dicembre 2020]
109 per cento
Poderosa inchiesta dell’Espresso (8
pagine) sui giovani italiani che vorrebbero rientrare
dall’estero. Un grafico a torta illustra «titoli di
studio di un campione di iscritti al registro Aire degli
italiani residenti all’estero», tratti da un «sondaggio
effettuato da AltreItalie». Vediamo: «Qualifica
professionale 11%. Diploma 18%.
Dottorato/Specializzazione 16%. Laurea
magistrale-vecchio ordinamento 33%. Laurea
triennale/diploma universitario 18%. Licenza media 2%.
Post Doc 11%». Il grafico reca questo titolo: «Laureati
e di più». Siamo d’accordo: ce ne sono 9 in più, per la
precisione. Infatti la somma, anziché 100, dà 109 per
cento.
[27 dicembre 2020]
Fedi per nunzi
Titolo della Stampa sui pescatori di
Mazara del Vallo liberati dai libici dopo 108 giorni di
sequestro: «“Tre mesi in prigione, è stata dura. Ci
hanno tolto anche le fedi nunziali”». Che i
rapitori li avessero scambiati per nunzi apostolici?
[18 dicembre 2020]
Via con gli angeli
«In terapia intensiva ho visto gli angeli». Così
Libero titola un’intervista con il cardinale
Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza
episcopale italiana, che ha rischiato di morire a causa
del Covid-19. Lo stesso concetto, enfatizzato in prima
pagina, induce il lettore a immaginare un’esperienza
soprannaturale, anticipatoria del paradiso. Peccato che
non vi sia di mezzo alcun ritorno dall’aldilà, come si
evince dalla risposta data dal porporato alla domanda
«Come sono stati i medici e gli infermieri con lei?»:
«Angeli. Percepivo il loro grande sforzo nel donarsi
completamente a noi, mettendo a rischio la propria
vita». L’unico ad aver parlato con gli angeli
propriamente detti è dunque il titolista.
[24 dicembre 2020]
Neologismi da
pitbull
Sulla Verità, nel titolo dell’editoriale di
Maurizio Belpietro contro i provvedimenti governativi
per il contenimento del Covid-19, si legge che «gli
esperti si bullano sui giornali perché per loro
le regole diventano un’eccezione». Come intransitivo
pronominale (nel significato di vantarsi con
spavalderia), l’orripilante verbo, tratto dai gerghi
giovanili, non figura in nessuno dei più accreditati
dizionari della lingua italiana.
[1 dicembre 2020]
Scrittura
attorcigliata
Attacco di un servizio del Giornale, a
firma di Serenella Bettin: «Il virus cambia. Evolve.
Muta. Si trasforma. Gioca a dadi con gli uomini. Si
attorciglia su stesso. Si scompone. Si
ricompone». È dentro di noi e fuori di sé.
[27 dicembre 2020]
Tornano le «ss»
della plastica
Sommario dalla Repubblica: «“Menu
speciale per il 25 ma il vero regalo sarà fargli vedere
i familiari attraverso il plexiglass”». «La “cabina di
Mike” è uno spazio circondato dal plexiglass», scrive
l’inviato Maurizio Crosetti nell’articolo. Prendiamo
atto con rammarico sono tornate azione le «ss» della
plastica già viste all’inizio della pandemia e ribadiamo
che si scrive «plexiglas», marchio registrato fin dal
1949.
[23 dicembre 2020]
Ipotesi Fini
Sul Fatto Quotidiano, un fin troppo colto
articolo di Massimo Fini scomoda e dà per certe svariate
ipotesi su san Paolo (senza però dire che trattasi di
congetture), onde giustificare il rimpianto per una
festa spirituale, il Natale, che da tempo ormai non
esisterebbe più. Gli perdoniamo sia l’omissione dei nomi
degli studiosi ai quali s’è abbeverato sia l’incipit
sbagliato («Giovedì si celebra il Santo Natale», anziché
venerdì), anche per parare l’obiezione secondo cui la
festività inizia con la messa vespertina della vigilia
seguita dalla «Missa in nocte». Ma almeno scriva
correttamente Nietzsche, che invece secondo lui è
Nietsche.
[22 dicembre 2020]
Aumenti di pena
Titolo dal Corriere della Sera: «Sfregiò
Jessica Notaro. Confermati i 25 anni». Testo: «Edson
Tavares, ex fidanzato di Jessica Notaro, sconterà una
pena di oltre 15 anni di carcere». Siamo d’accordo con
il Corriere, che ha riformato nel titolo la sentenza
definitiva della Cassazione: 10 anni in più questo
criminale li merita tutti.
[16 dicembre 2020]
Storia un tanto al
chilo
In un articolo sul dorso romano della Repubblica,
Rory Cappelli rilancia il racconto di un vigile del
fuoco commosso dall’omaggio papale alla Madonna di
piazza di Spagna (che per la precisione sarebbe piazza
Mignanelli). «Pensi: da quando è stata eretta nel 1850»,
racconta Ivano Procaccini all’autrice dell’articolo,
«l’abbiamo sempre fatto, tranne che nel periodo bellico.
Il papa nel 1850 ci disse che ogni 8 dicembre avremmo
dovuto omaggiare la Madonna con i fiori. È un grande
onore essere parte di una tradizione tanto nobile».
Nobile senz’altro, ma non dal 1850, perché la colonna fu
inaugurata solo nel 1857 e l’omaggio floreale risale al
1923 (o, secondo altre fonti, al 1938). Senza contare
che il dogma dell’Immacolata – credenza antichissima, è
vero – venne proclamato nel 1854.
[9 dicembre 2020]
Io stampa libera, tu
Jane
Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano:
«Dopo la denuncia del “Fatto” sul mega condono edilizio
col “silenzio assenso” in Emilia- Romagna, Bonaccini lo
ritira. Talora stampa libera serve a qualcosa». Noi
pensare stessa cosa, buana.
[23 dicembre 2020]
Invito a pranzo con
delitto
Per la strage familiare di Trebaseleghe (un padre
che uccide i due figli adolescenti e poi si suicida), Il
Giornale si affida alla penna di Serenella Bettin:
«La tragedia è stata scoperta poco dopo l’ora del pranzo
nella villetta di via Sant’Ambrogio, la via principale
omonima della frazione, dallo zio dei due ragazzi. È
stato l’uomo, dopo l’inquietante ritrovamento dei
cadaveri, a chiamare subito i carabinieri». Ritrovamento
rassicurante no di certo. «I parenti che abitano al
piano di sotto dell’abitazione, non vedendoli venire giù
per pranzo si sono insospettiti. Probabilmente dovevano
pranzare insieme per il pranzo della domenica».
Improbabile che si trattasse della cena. «L’uomo ha
lasciato una lettera, ma non risulta scritta alcuna
motivazione», tanto più che «“l’uomo ha lasciato uno
scritto - spiegano gli investigatori - ma non c’è alcuna
motivazione all’interno”». Mancano le motivazioni,
l’abbiamo capito. «Chi conosceva il ragazzo e il padre,
è sconvolto». Tutti sereni quelli che non li
conoscevano.
[21 dicembre 2020]
Color Renato Zero
Sotto un ritratto del presidente del
Turkmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedow, detto Gurba, il
Domani mette la seguente didascalia: «Questo
talentuoso presidente è un uomo con una perfetta riga a
lato sui capelli del colore di Renato Zero». Quale sarà
il colore di Renato Zero?
[18 dicembre 2020]
Confusione mentale
Sulla Repubblica, un’articolessa firmata
da Paolo Condò occupa un’intera pagina: «Spagna. La Liga
è il torneo che meglio ha assecondato le sue regine, le
squadre impegnate ad agosto nelle coppe, regalando loro
due settimane (al Real una, ma s’era fermato prima): è
ripresa il 12 settembre come in Inghilterra, ma il
Siviglia vincitore dell’Europa League e il tandem
Atletico-Barça, usciti ai quarti in Champions, sono partite
il 27». Solo confusione di genere o anche mentale?
[18 dicembre 2020]
Gesuita con la «y»
«Una suora salesiana cinguetta che del Natale si
può fare a meno, il che vuol dire che anche San Giovanni
Bosco, insieme a San Francesco e a Sant’Ignazio di
Lojola, si sta rivoltando nella tomba», scrive Silvana
De Mari sulla Verità. L’ultimo si rivolta più
dei primi due, visto che nacque a Loyola, con la «y».
[30 novembre 2020]
Dare i numeri
Nella rubrica 10eLotto, il Corriere
della Sera pubblica tra i 20 numeri vincenti il
25, il 26 e il 25. La fortuna è cieca e spesso torna sui
suoi passi.
[16 dicembre 2020]
Rimpasto al Corriere
Titolo della Verità: «Smentita di Palazzo
Chigi. “Frasi sul rimpasto del Corriere mai pronunciate
da Conte”». Diavolo di un premier, per attimo abbiamo
temuto che volesse cambiare anche lo staff di direzione
in via Solferino.
[1 dicembre 2020]
Qualche giorno,
quelli necessari
Conclusione dell’editoriale di prima pagina del
direttore del Giornale, Alessandro Sallusti:
«Quindi c’è solo da sperare che Draghi taccia ancora per
qualche giorno, quelli necessari al presidente
Mattarella per fare di conto». C’è anche da sperare che
diventino alcuni giorni, così la concordanza è salva.
[21 dicembre 2020]
Medium certificata
Dalla pagina Facebook di Pomeriggio 5,
programma pomeridiano di Canale 5: «Siamo in diretta dal
Duomo di Napoli dove non si è ancora rinnovato il
miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro.
Tra poco tutti gli aggiornamenti di cronaca, e poi una
parte dedicata all’aldilà con una medium certificata
dall’Università di Pavia». Il master in Ematologia della
professoressa Barbara D’Urso si arricchisce di nuove
materie al di là del bene e del male.
[17 dicembre 2020]
Un ulteriore insulto
all’italiano
«Il consiglio di amministrazione dell’Enel dà
mandato all’ad Francesco Starace di andare avanti con la
vendita al fondo australiano Macquarie della propria
partecipazione in Open Fiber», informa Sara Bennewitz
sulla Repubblica. «L’operazione, piuttosto
articolata, dovrebbe chiudersi entro il giugno del 2021
e prevede per Enel la possibilità di incassare fino a
2,65 miliardi, e la prospettiva di un’ulteriore
conguaglio». L’articolo indeterminativo che precede
«ulteriore» diventa maschile o femminile a seconda del
sostantivo cui si riferisce. Dato che «conguaglio» è
maschile, in questo caso non poteva essere «un’», cioè
«una», con l’apostrofo a indicare l’elisione della
vocale «a».
[18 dicembre 2020]
L’altrieri secondo
il Domani
Didascalia sul Domani del 20
dicembre: «Milan e Lille si sono incontrati nel girone
di Europa League. Vittoria dei francesi in casa 3-0,
pareggio 1-1 a San Siro». È esattamente il contrario. Il
Lille ha vinto 3-0 a San Siro il 5 novembre e pareggiato
1-1 in casa propria il 26 novembre. Poco ferrati sul
domani, molto scarsi sull’altrieri.
[20 dicembre 2020]
Usata spesso,
praticamente mai
La Stampa pubblica un’intervista di Fulvia
Caprara con l’attrice Valentina Lodovini. Questo
l’incipit: «Nella parola “sicché”, usata spesso per
tirare le somme del discorso, c’è molto del sano
pragmatismo di Valentina Lodovini». Spesso ma non
troppo: nel dialogo che segue «sicché» non compare
neppure una volta.
[21 dicembre 2020]
Tutto fa brodo
Sempre sulla Stampa, intervista con lo
chef Berton, allievo di Gualtiero Marchesi. Nel testo e
nel sommario è correttamente presentato come Andrea
Berton. Nell’occhiello diventa Paolo Berton. Almeno Non
è il solito brodo, come recita il titolo del libro
pubblicato qualche anno fa dal cuoco stellato.
[21 dicembre 2020]
I quattro «perchè»
di Travaglio
Nella sua rubrica Ma mi faccia il piacere,
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano,
scrive quattro volte «perchè». Perché, perché, perché,
perché si ostina a usare la «e» con l’accento grave
anziché quello acuto?
[21 dicembre 2020]
Ma è Terzani o
Briatore?
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere
della Sera: «Tiziano Terzani gratis e online:
l’operazione “redux” del figlio Falco». Devono averlo
scambiato con il pupo di Flavio Briatore ed Elisabetta
Gregoraci. In realtà si chiama Folco Terzani.
[2 dicembre 2020]
Salute cagionevole
La Verità indaga su una delle aziende
selezionate per la fornitura delle siringhe con cui
verrà somministrato il vaccino contro il Covid-19. Gli
autori dell’inchiesta, Fabio Amendolara e François de
Tonquédec, riescono a sbagliarne per sei volte il nome,
indicandola come ItalHealt srl. In realtà si chiama
ItalHealth. Anche uno scolaro l’avrebbe subito intuito,
visto che «health» significa «salute» mentre la parola
«healt» in inglese non esiste.
[20 dicembre 2020]
Il mondo del
Pontefice
Secondo La Verità, che lo scrive in un
titolo, «il mega convegno sull’“economia di Francesco”
suscita seri dubbi sulla visione del mondo del
Pontefice». I dubbi sono sul mondo del Pontefice o sulla
visione che il Pontefice ha del mondo? Nel secondo caso,
bastava dirlo esattamente così.
[25 novembre 2020]
In teoria, si spera,
ma non è detto, forse
Pensoso editoriale del Giornale, a firma
di Stefano Zurlo, che parla della nuova variante del
Covid-19: «In teoria, potrebbe pure sfuggire ai vaccini
messi a punto in una corsa a perdifiato senza
precedenti. Si spera e si pensa di no, ma non è detto.
(...) Chissà. Forse andrà bene e il pericolo rientrerà.
Forse. È probabile, fra mille cautele. Ma vai a sapere.
Il ceppo in rampa di lancio potrebbe pure costringerci
ad interrompere il countdown verso la riconquista della
libertà. Del ritmo antico che sentiamo dentro. Delle
abitudini che foderavano i nostri Paesi fino a ieri.
Oscilliamo, come su una nave in mezzo alle onde. (...)
Ma si va avanti: un passo e poi un altro mezzo
all’indietro. Una mezza giravolta delle nostre
presunzioni, già ammaccate dal velenosissimo 2020. Prima
di addormentare il drago una volta per tutte e scrivere
– ne siamo certi – il lieto fine». Talmente certi che in
teoria, si spera, ma non è detto, chissà, forse andrà
bene e il pericolo rientrerà, forse, è probabile, ma vai
a sapere.
[21 dicembre 2020]
Virus non più letale
Sempre sul virus modificato, Il Giornale
titola: «Veloce, aggressivo ma non più letale». Quindi
non ammazza più? O non è maggiormente letale della
variante precedente?
[21 dicembre 2020]
Eva
Robinson
Su Robinson, supplemento culturale della
Repubblica, il regista e scrittore Nino Marino
racconta un episodio che vide protagonisti Adolf Hitler
ed Eva Braun nel loro rifugio sulle Alpi bavaresi: «Lui
guardò Eva, che tacque. Parve riflettere, poi fece
autocritica e disse a Eva che per farsi perdonare gli
avrebbe concesso un privilegio inaudito: poteva dargli
un calcio nel sedere». Lo meriterebbe anche lo scrittore
Marino per quel pronome maschile anziché femminile.
[12 dicembre 2020]
Congiuntivite acuta
Dall’editoriale di prima pagina del direttore di
Domani, Stefano Feltri: «Ma fermiamoci un secondo
a chiederci come è possibile che un paese di
persone tutto sommato razionali che ha perfino imparato
a mettersi la mascherina in pubblico fa qualcosa
di così assurdo come assediare i negozi per comprare
regali che poi non potrà consegnare viste le restrizioni
in vigore nei giorni di Natale». Diagnosi: congiuntivite
acuta. Tralasciando la sintassi.
[15 dicembre 2020]
Sacrifici temporanei
Sommario di un titolo sulla stessa prima pagina
del Domani: «Era il 18 ottobre quando il premier
Conte si rassegnava all’idea di dover introdurre qualche
nuova restrizione, presentato come sacrificio temporaneo
in vista della nuova normalità per le feste». Possiamo
tirare un sospiro di sollievo: Conte è un sacrificio
temporaneo.
[15 dicembre 2020]
China pericolosa
«Il chinino è un albero originario del Perù, e
dalla sua corteccia viene estratto il chinino», scrive
Silvana De Mari sulla Verità, in un articolo
sugli «antimalarici che ci salvano la vita da decenni»
(così il titolo). Errore grossolano per un medico, quale
è De Mari. Il chinino non è una pianta, bensì il solfato
basico di chinina, un alcaloide ricavato dalle cortecce
della china, nome popolare di varie specie vegetali
della famiglia delle Rubiacee.
[15 dicembre 2020]
Abusi dopo 404
giorni
Il Fatto Quotidiano parla del «cardinale
George Pell, ex prefetto della Segreteria per l’Economia
del Vaticano assolto dalle accuse di abusi sessuali su
minori dopo 404 giorni di carcere». La prolungata
astinenza gioca brutti scherzi?
[15 dicembre 2020]
A tutto gas
Finito in ospedale dopo essere stato colpito dal
Covid-19, Luigi Accattoli, storico vaticanista del Corriere
della Sera, ha tenuto sul proprio blog un diario
della malattia, uno stralcio del quale è apparso sul
quotidiano: «29 novembre. Sono ricoverato al San
Giovanni. Il pomeriggio sono arrivate le previste
difficoltà di respiro e non è bastata la bombola di gas
in casa. Forse domani potrò dire di più». È vero che
anche l’ossigeno è un gas, ma scritta così dà
l’impressione che sia stato un vero miracolo se poi ha
potuto dire di più.
[9 dicembre 2020]
Ritorno al futuro
In un sottotitolo, La Verità afferma: «Il
vice della Salute insiste a chiedere le dimissioni del
segretario generale Giuseppe Ruocco, accusato di non
aver aggiornato il piano pandemico. Ma in Europa a
decidere del nostro futuro ci è andato lui». Quindi,
poiché il soggetto della prima frase è il viceministro
della Salute, si deve dedurre che in Europa a decidere
il nostro futuro è andato lui, non Ruocco. Cioè il
contrario di quanto si legge nel titolo.
[17 dicembre 2020]
Bozzetto da rifare
«A Milano il Natale illumina piazza Duomo:
dall’albero del dono al cortometraggio di Bruno
Bozzetto», scrive il sito della Repubblica.
Sbagliato: gli autori del film sono Fabio Bozzetto e
Diego Zucchi. Lo storico cartoonist di West and Soda
non c’entra nulla.
[8 dicembre 2020]
Idi di marzo 2021
Titolo a tutta pagina sull’Osservatore Romano:
«Papa Francesco in Iraq a marzo 2021». A marzo 2020 pare
improbabile.
[7 dicembre 2020]
Città e campagna
Un titolo del Corriere della Sera sul
vaccino contro il coronavirus è introdotto da un
occhiello che contiene la seguente frase: «L’Ue: sarà
gratis per i cittadini». Invece sarà a pagamento per i
campagnoli?
[2 dicembre 2020]
Attenti a quei due
«L’Italia rischia di perdere il tesoro del
Recovery Fund», titola La Repubblica. L’analisi
dei rischi paventati per le risorse stanziate dall’Ue –
209 miliardi di euro – è affidata a Tito Boeri e Roberto
Perotti. Questo il passaggio cruciale del loro articolo:
«Entro il 2023 l’Italia dovrà stanziare 135 miliardi (il
70 percento del totale, 45 miliardi all’anno in media) e
farsi approvare i progetti per il restante 30 percento».
Vorremmo sommessamente far notare ai due valenti
economisti che il 70 per cento dei 209 miliardi in ballo
corrisponde a 146,3 miliardi, cioè 11,3 in più dei 135
da loro calcolati, quindi quasi 49 miliardi l’anno in
media, e non 45.
[14 dicembre 2020]
Singolare plurale
Servizio nel Tg1 delle ore 20 sui
padiglioni contrassegnati da una primula in cui sarà
effettuata la vaccinazione di massa contro il Covid-19:
«Oltre 200 di questi punti è già dotato di cella
frigorifera». A giudicare dalla coniugazione del verbo,
Giorgia Cardinaletti, autrice del servizio, ha le idee
piuttosto confuse su singolare e plurale.
[13 dicembre 2020]
Regno di Sardegna
Linkiesta, quotidiano online di elevate
pretese, pubblica un articolo di Luigi Sanlorenzo,
intitolato «La lunga storia d’amore tra sesso e potere»,
nel quale si legge: «Presidente della Repubblica era il
socialista e cattolico Giuseppe Saragat, conterraneo di
Francesco Cossiga, che pochi mesi dopo sarebbe entrato
nel semestre bianco». Saragat era nato a Torino, Cossiga
a Sassari. Ne deduciamo che Linkiesta è ferma al
Regno di Sardegna.
[4 dicembre 2020]
Immagina dove
saresti finito
Con il titolo «Un talento visionario e ingenuo»,
L’Osservatore Romano celebra il 40° anniversario
della morte di John Lennon. Nel testo, Gaetano Vallini
parla di Imagine, «la sua canzone più famosa e
rappresentativa, divenuta, piaccia o no, un inno
generazionale universale, in cui c’è dentro tutto, con
quei versi perfetti per quegli anni nella loro
visionaria ingenuità, ma che oggi pagano il prezzo del
tempo». Eccoli, i versi più famosi, tradotti in
italiano: «Immagina che non ci sia nessun paradiso / è
facile se ci provi. / Nessun inferno sotto di noi (...)
Immagina che non ci sia alcuna nazione (...) / e anche
nessuna religione». Vallini conclude facendo riferimento
agli «altri progetti» in cui Lennon era impegnato: «Una
mano omicida ha impedito che venissero realizzati. Ma
molto aveva già dato come artista. Perché altrimenti non
staremmo qui a scriverne ora». Concordiamo. Infatti se
si fossero realizzati i progetti di Imagine,
anziché essere segretario di redazione dell’Osservatore
Romano oggi Vallini lavorerebbe a Porta
Portese.
[7 dicembre 2020]
Analisi illogica/1
Sottotitolo dalla Verità: «Il Tar fa
tornare l’Abruzzo rosso per due giorni». Dovendo
escludere che la regione sia paragonabile all’abete
rosso, bastava scrivere: «Il Tar fa tornare rosso
l’Abruzzo per due giorni».
[12 dicembre 2020]
Analisi illogica/2
Sommario dalla Verità: «Pizzicato mentre
riempiva un carrello in un supermarket bardato da
generale». Dovendo escludere che si tratti di un
supermercato travestito, bastava scrivere: «Pizzicato
mentre, bardato da generale, riempiva un carrello in un
supermarket».
[10 dicembre 2020]
Analisi illogica/3
Titolo dalla Verità: «I Benetton mollano
Mion per Laghi. Obiettivo vendere tutto allo Stato».
Dovendo escludere che vendere sia obiettivo e non
vendere sia partigiano, bastava mettere i due punti dopo
«obiettivo» per evitare l’equivoco.
[24 novembre 2020]
Mangiare in piedi
Un’intervista della Stampa al professor
Giovanni Di Perri, ordinario di Malattie infettive
all’Università di Torino, ha consentito al quotidiano
torinese di uscire con questo titolo: «“Meglio in piedi
che seduti”. Ecco i consigli dei virologi per i pranzi
di Natale a casa». Un uomo chiamato cavallo.
[9 dicembre 2020]
Penna intinta nel
veleno
«C’è chi nel Pd mette in giro veleni: “Guerini
vuole far fuori Franceschini, perché punta al Colle”»,
scrive Wanda Marra sul Fatto Quotidiano, e a noi
resta il dubbio: è Guerini oppure Franceschini che vuole
diventare presidente della Repubblica?
[4 dicembre 2020]
Chiudono i bar,
affondano i porchi
Titolo di prima pagina sulla Gazzetta di
Mantova: «Allevatori preoccupati. Chiusi bar e
ristoranti: prezzi dei suini a picco». Porca miseria,
che brutti effetti collaterali!
[3 dicembre 2020]
Allarme rosso
Nella sua rubrica Rosso Malpelo, sul Giornale,
Paolo Guzzanti scrive: «Fra l’altro, i notiziari
ignorano che è la ricerca americana ad aver creato i
primi vaccini testati che da lunedì saranno inculati nel
Regno Unito». Grande vittoria dei no vax.
[5 dicembre 2020]
Miglioramenti
mortali
Nel servizio d’apertura del Tg3, edizione
delle ore 19, Valeria Collevecchio annuncia che
«migliora l’epidemia». Era preferibile che diminuisse.
[4 dicembre 2020]
Sconfitte
linguistiche
Titolo a tutta pagina sulla Repubblica:
«Influenza, la débacle dei vaccini». Bastava scrivere
«la sconfitta». Ma se proprio volete fare gli
esterofili, mettete almeno tutti gli accenti: débâcle.
[2 dicembre 2020]
Lo dice la parola
stessa
In un editoriale sulla Verità, il
direttore Maurizio Belpietro scrive: «Una pandemia che
sta mietendo centinaia di migliaia di morti e ha
contagiato il mondo». Osservazione pleonastica: la
pandemia – «epidemia a larghissima estensione, senza
limiti di regione o di continente» (Lo Zingarelli
2021) – per definizione contagia il mondo,
altrimenti sarebbe una semplice epidemia.
[7 dicembre 2020]
Contorsionismi
In prima pagina, nel titolo d’apertura che La
Verità ha dato al succitato editoriale di
Belpietro, si legge: «L’Onu può invocare l’immunità non
i nostri politici». L’Onu non può invocare i nostri
politici? O i nostri politici non possono invocare
l’immunità? Per sfuggire all’anfibologia, bastava
scrivere così: «L’Onu può invocare l’immunità, i nostri
politici no».
[7 dicembre 2020]
Chiamami col tuo
nome/1
In un altro titolo di prima pagina La Verità
parla di «perquisizione alla Chaoqui», ma sbaglia il
cognome della donna, già condannata dal tribunale
vaticano nel processo per Vatileaks 2 e ora indagata
dalla magistratura italiana per ricettazione: si chiama
Chaouqui.
[6 dicembre 2020]
Chiamami col tuo
nome/2
Invece Maria Elena Vincenzi sulla Repubblica
riporta correttamente il cognome Chaouqui, ma per due
volte sbaglia il nome di battesimo, trasformandolo da
Francesca Immacolata in Francesca Romana.
[5 dicembre 2020]
Chiudono ma restano
aperte
«Nel primo semestre del 2020 a livello nazionale
hanno chiuso 1.410 edicole che salgono a 2.027 se si
includono anche i punti non esclusivi», scrive il sito
di Prima Comunicazione. E cita questo esempio:
«In Veneto in due anni è scomparso il 16% delle edicole
e ora si è passati da un’edicola ogni 4mila abitanti a
un’edicola ogni 4mila abitanti». La situazione ci pare
grave, ma non seria.
[6 dicembre 2020]
Randezllate
Nel fascicolo romano del Corriere della Sera,
domenica 22 novembre R.Fr. raccontava un episodio di
cronaca nera e scriveva di una «stanza affittata per una
notte per il randez vous». Due domeniche dopo, il
mistero della sigla si è sciolto perché sullo stesso
dorso Rinaldo Frignani ha scritto «il frutto di randez
vous». Individuato dunque il cronista che, almeno
nei giorni festivi, non conosce il francese. La forma
corretta è «rendez-vous», ma se proprio non vuole
abbassarsi a scrivere «appuntamento», suggeriamo il più
orecchiabile «randevù».
[6 dicembre 2020]
Donna barbuta è
sempre piaciuta
Didascalia dal Domani: «“La gestione del
Movimento 5 Stelle da parte dei vertici è stata a mio
giudizio disastrosa”, ha scritto la deputata Siragusa».
Accanto appare una foto enorme del barbuto Vito Crimi.
Ma le didascalie non erano state inventate per
«spiegare» le immagini?
[24 novembre 2020]
Irrogate ergo
In un titolo dedicato all’ex arcivescovo di New
York, Theodore Edgar McCarrick, ridotto allo stato
laicale da papa Francesco in quanto «corrotto,
omosessuale, molestatore», La Verità scrive: «Il
Rapporto sull’ex cardinale non ha credibilità perché le
pene comminate sono quasi ridicole rispetto alla gravità
dei fatti contestati». Nel linguaggio giuridico,
«comminare» significa stabilire una sanzione per i
trasgressori di una legge. In questo caso si doveva
scrivere «pene irrogate», cioè inflitte.
[26 novembre 2020]
La prima cosa bella
Il sito della Repubblica registra con
questo titolo lo sfogo di un primario di Avellino in
prima linea contro il Covid-19: «“Non ammalarsi è la
cosa migliore”». Ma va’?
[6 dicembre 2020]
Voglia di treni
Titolo in prima pagina sul Fatto Quotidiano:
«Parla Mads Brügger. “Cambio identità e scopro segreti,
ma volevo i treni”». Tutto molto chiaro.
[3 dicembre 2020]
Pagliara ha bisogno
di un tutore
Claudio Pagliara, corrispondente del Tg1
da New York, fa sapere che Joe Biden si è procurato
alcune microfratture a un piede giocando con il suo cane
e quindi «dovrà portare una protesi per alcune
settimane». Trattandosi, per la lingua italiana, di
«apparecchio sostitutivo di un organo mancante o
asportato», auguriamo al neoeletto presidente americano
di rimpiazzare presto la protesi con un tutore o, in
alternativa, di farsi ricrescere in fretta l’arto.
[30 dicembre 2020]
Posso aiutare per i
titoli?
Titolo a tutta pagina sul Domani: «I cani
posso aiutare contro il virus ma meglio non fidarsi
troppo». Che fosse riferito ai titolisti del quotidiano
di Carlo De Benedetti?
[30 novembre 2020]
L’ultima magia
Titolo del Corriere della Sera per la
scomparsa di Henri Chenot: «Il mago delle diete che
ringiovaniva vip e politici. Ospitò insieme Boschi e
Berlusconi». Occhiello: «Henri Chenot aveva 77 anni».
Sommario: «Le tisane per Andreotti e Rosy Bindi». Ma che
è morto lo volete scrivere da qualche parte?
[3 dicembre 2020]
Un Giornale
allarmante
Titoli del Giornale, partendo dalla prima
pagina: «Allarme contagi fantasma». «Disastro tamponi».
«Natale Covid». «Allarme virus». «Allarme immigrazione».
«Inter batticuore». Manca solo «All’armi, siam
fascisti!».
[2 dicembre 2020]
Dagli al porco
«La carne di maiale, interdetta non soltanto
dalla religione ebraica, risulta essere un ricettacolo
di virus e altri parassiti che può portare, se non si
osservano rigide regole sanitarie, al salto di specie
(per esempio peste suina)», scrive Luciano Bassani sulla
Verità. Roba da stropicciarsi gli occhi:
prosciutti e salami potenziali veicoli della peste
suina? La frase successiva non lascia spazio a dubbi
interpretativi: «Con il termine “zoonosi” si intende il
passaggio di specie da animale a essere umano». Da non
credere. Che c’entra la peste suina, malattia «letale
per suini e cinghiali, ma del tutto innocua per la
salute umana» (fonte: ministero della Salute)? Bassani è
un medico. La sua rubrica s’intitola A corpo sicuro.
Mica tanto.
[29 novembre 2020]
Abusi inutili
Renato Farina su Libero: «La legale del
monsignore abusato inutilmente ha sollecitato i
promotori di giustizia». Si può essere abusati anche
utilmente?
[2 dicembre 2020]
Sotto i tacchi
Titolo del Giornale: «La Calabria è il
tallone d’achille di Conte». Prendiamo atto che la
popolarità dell’eroe omerico è scesa sotto i tacchi,
tanto da essere privato dell’iniziale maiuscola.
[26 novembre 2020]
Un Fatto
alla rovescia
Ilaria Proietti si occupa sul Fatto
Quotidiano del ricorso presentato da 1.400 ex
parlamentari contro il taglio dei vitalizi. Fra essi,
cita anche Alfredo Meocci, del quale scrive: «Prima
fatto direttore generale in Rai in cui era stato assunto
come giornalista fin dal 1982, poi catapultato
nell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nelle
vesti di consigliere». A parte la prosa, non proprio da
antologia, è vero l’esatto contrario: Meocci divenne
commissario dell’Agcom nel 1998 e fu eletto dg della Rai
nel 2005.
[27 novembre 2020]
Spallata con figlia
«Trump tenta la spallata per prendersi il
Michigan (ma con la grana Ivanka)», titola Il
Giornale, e al lettore resta il dubbio che lo
Stato americano includa, problematicamente, anche la
figlia del presidente.
[21 novembre 2020]
Lo sai che i
papaveri son alti, alti, alti
Didascalia della Verità: «Ahmed Maitig,
papavero del governo di Tripoli». La svolta botanica
nella crisi libica dev’essere stata propiziata da
Interflora. Peccato che il papavero sia una pianta
erbacea oppure, in senso letterario figurato, «cosa o
persona noiosa» (Lo Zingarelli 2021). Forse
l’anonimo estensore della dicitura intendeva dire «alto
papavero», cioè persona di notevole importanza. Lo
scriverà la prossima volta.
[27 novembre 2020]
Fallocrazia
Titolo su Popotus, «giornale di attualità
per bambini» allegato ad Avvenire: «La rinascita di
Fallo comincia in Finlandia». Bei tempi quando monsignor
Andrea Spada, per 51 anni direttore dell’Eco di
Bergamo, vietava il sostantivo «pistola» nelle
recensioni dei film western.
[3 dicembre 2020]
Montanelli si
rivolta nella tomba
Titolo del Giornale: «Eton, prof licenziato
perchè “maschilista”. Studenti in rivolta». Anche Indro
Montanelli nella tomba, per via dell’accento.
[30 novembre 2020]
Sognando California
Sotto il titolo «Nuova sciocchezza della
veterinaria Capua», La Verità scrive: «Dal suo
ritiro in California («Se mi ammalo non faccio bella
figura») Ilaria Capua torna a dire la sua». Premesso che
l’espressione corretta doveva essere semmai «buon
ritiro», adattamento di «buen retiro» (luogo calmo e
appartato, in cui si cercano riposo e tranquillità), non
si capisce di quale eremitaggio si stia parlando: la
virologa non è una pensionata, bensì una docente
ordinaria, direttrice dell’One Health Center of
Excellence presso l’Università della Florida. Che, fra
l’altro, dista circa 4.000 chilometri dalla California
citata a sproposito dalla Verità.
[24 novembre 2020]
Tendenza Veronica
Veronica Gentili nella sua rubrica Facce di
casta sul Fatto Quotidiano: «La tendenza a
mettere qualcuno contro qualcun altro, come argomento a
favore della propria tesi, è una tendenza molto comune
di questi tempi». Una giornalista di tendenza.
[30 novembre 2020]
Non ho l’età per
scriverti
Incipit di un editoriale firmato da Claudio
Brachino sul Giornale: «Non ho l’età per amarti,
diceva la canzone della Cinguetti». Commento di Gigliola
Cinquetti: ma come cinguetti male, figlio mio.
[29 novembre 2020]
La curva retta
Da un epicedio della Repubblica dedicato
a Diego Armando Maradona, recante la firma di Paolo
Condò: «Senza pensare che l’arte spiega tutto e tutto
abbraccia, e la pennellata impensabile per il dilettante
è un gesto naturale per Picasso, e chissà Mozart cosa
fischiettava sotto alla doccia, e quando il giovane
Diego palleggiava ore con un’arancia non era circo, ma
arte che cercava e trovava la sua strada come il fiume
trova sempre la via al mare». Però sembra che il genio
di Salisburgo talvolta preferisse la Jacuzzi.
[26 novembre 2020]
La curva retta
Titolo a tutta pagina da Avvenire:
«Scende l’Rt, ma la curva non si piega». Se è una curva,
si presuppone che sia per forza piegata.
[21 novembre 2020]
Tasse ballerine
A proposito di tasse evase, Il Fatto
Quotidiano scrive che l’Italia «l’anno scorso ha
perso 12,3 miliardi, di cui poco più di 8 via
multinazionali», espressione, quest’ultima, che richiede
una buona immaginazione. E aggiunge: «Circa 4 miliardi,
invece, per evasione fiscale di persone fisiche». In una
scheda adiacente all’articolo si legge però che «poco
più di 3 miliardi sono provocati dall’evasione fiscale
commessa da individui». Allora: «circa 4» o «poco più di
3»? Ci balla 1 miliardo, che equivale pur sempre a 1.936
miliardi di vecchie lire. Non sono bruscolini.
[22 novembre 2020]
Se Roma non va alla
montagna
Titolo sulla Stampa: «Le Regioni a Roma:
aprite le montagne». Bei tempi quando bastava spostarle.
[30 novembre 2020]
L’efficienza non è
il suo mestiere
Caterina Pasolini intervista sulla Repubblica
l’unica italiana, Valentina Berloni, ammessa a
frequentare il Norland college di Bath, dove vengono
formate le bambinaie con laurea reclutate dalla famiglia
reale britannica. E scrive che costoro si distinguono
per l’«aria efficente». Un po’ come i giornalisti
italiani alle prese con l’ortografia.
[29 novembre 2020]
Attacco di ghota
Nella sua rubrica A me mi piace, sul Sole
24 Ore, Davide Paolini parla della «cucina di
casa» e la inserisce «nel ghota». Vabbè che in famiglia
tutto fa brodo, però si scrive Gotha, con la «h» nella
seconda sillaba e con l’iniziale maiuscola, visto che il
sostantivo deriva dall’Almanacco di Gotha, famoso
annuario genealogico di case regnanti e famiglie nobili,
pubblicato dal 1763 al 1944, il quale prese il nome da
Gotha, città tedesca della Turingia.
[29 novembre 2020]
Arcivescovi in
allegria
Parlando sulla Verità del difficile
rapporto tra i vescovi statunitensi e il prossimo
presidente Joe Biden circa l’annoso e cruciale nodo
dell’aborto, Maria Giovanna Maglie osserva che
«l’arcivescovo di Chicago, Allen Vigneron» dovrà, «come
presidente della conferenza dei vescovi cattolici degli
Stati Uniti, dirimere la dolorosa questione». Maglie
riesce così a infilare due errori in poche righe, perché
Allen Henry Vigneron è arcivescovo di Detroit, non di
Chicago, ed è vicepresidente, non presidente, dei
vescovi statunitensi. Poco più avanti Maglie cita
«l’arcivescovo José Horacio Gomez, capo della Conferenza
episcopale americana», e questa volta ci azzecca, ma
toglie l’accento al cognome di monsignor Gómez.
[21 novembre 2020]
Funerali alla
moviola
La Gazzetta di Mantova informa che «è
morto all’età di 79 anni, per Covid, l’ingegnere
elettronico Franco Borghesani, storico sindacalista
della Cgil e insegnante alle superiori». La notizia si
conclude così: «L’addio questa mattina alle 11.40 con
rito laico davanti al crematorio». Deve trattarsi di un
replay, perché il funerale era stato celebrato due
giorni prima.
[23 novembre 2020]
L’immutabile Gentili
Il Fatto Quotidiano pubblica
un’anticipazione dal libro Gli immutabili (La
nave di Teseo) di Veronica Gentili, che inizia così:
«Intanto in isolamento ho riscoperto la cyclette. Mentre
gli aggiratori sono ancora alle prese con gli ultimi
scampoli interpretativi rimasti dopo la conferenza
stampa, come il grande dubbio se il jogging faccia parte
delle attività ludico-ricreative o di quelle motorie, o
se esista una particolare velocità oraria che lo faccia
saltare da una categoria all’altra, io alzo le mani e
rinuncio all’esegesi del Dpcm». Se ne deduce che Gentili
si autoclassifica tra i virtuosi che non intendono
aggirare le norme anti Covid-19 dettate dal premier
Giuseppe Conte. Peccato che il significato di
«aggiratore» sia quello, letterario, di «impostore» (Lo
Zingarelli 2021). Gentili sta forse dicendoci che
chi osa interrogarsi sui Dpcm è un imbroglione oppure la
giornalista non sa maneggiare la lingua italiana? A
giudicare da un passo successivo, staremmo sulla seconda
ipotesi: «Se nella scorsa primavera la componente
tragica c’era è perché non conoscevamo Covid e ci siamo
fatti incantare dalla sua velocità, che correre quello
corre non gli si può dire niente».
[26 novembre 2020]
De’ Balassone
Nella sua rubrica Onda su onda, Stefano
Balassone scrive sulla Repubblica: «Il Collegio
svolge per i millennial il ruolo de’ Il Giornalino
di Gian Burrasca». Questa forma della preposizione
articolata «dei» si usa per i cognomi nobiliari. Qui
bastava un plebeo «de», senza apostrofo.
[15 novembre 2020]
Apostrofi e
accenti/1
Nelle prime 13 righe di un editoriale sulla prima
pagina della Verità, Antonello Piroso riesce a
sbagliare apostrofo e accento scrivendo «nduja» anziché
«’nduja» e «perchè» anziché «perché».
[26 novembre 2020]
Apostrofi e
accenti/2
Anche La Stampa, in un titolo di prima
pagina, cade nello stesso errore: «Perchè il Cav si
smarca da Salvini».
[20 novembre 2020]
Apostrofi e
accenti/3
Il Manifesto mette in prima pagina un
titolo enorme – «‘na cosa grande», con l’apostrofo
rovesciato – scavato nella foto di Diego Armando
Maradona. Urge organizzare nelle redazioni un’ora
settimanale di ripasso dell’ortografia.
[26 novembre 2020]
Provocate provocate,
qualcosa resterà
Il Giornale scrive dell’imbarazzante «Mi
piace» rivolto al sedere di una maggiorata brasiliana,
comparso incredibilmente sul profilo Instagram di
Francesco, ma s’impantana subito nell’incipit
telegrafico – «Una modella provocate, il Papa e un like
malandrino» – che trasforma il participio presente del
verbo «provocare» in un incomprensibile imperativo.
Nella stessa notizia si parla della «Segreteria per la
comunicazione» vaticana, che però dal 2015 è diventata
«Dicastero per la comunicazione».
[21 novembre 2020]
Mutande di ghisa
Carlo Pelanda sulla Verità: «La Cina ha
cambiato strategia: dominare il Pacifico e da lì il
globo invece di cercare di penetrarlo direttamente
dappertutto». Approntate le difese mondiali: mutande di
ghisa e bocca chiusa.
[22 novembre 2020]
Lo sbattezzatore
Gianni Gennari su Avvenire: «Panorama
è in edicola con copertina a tutta pagina per una grande
foto rosseggiante del cardinale Reinhart Marx». Ci
dispiace per l’ex prete, cui non resta che ribattezzare,
ma si chiama Reinhard, con la «d». L’errore viene
peraltro reiterato qualche riga più sotto, con questa
chiosa: «Una volta regola del giornalismo galantuomo era
che su nomi e cognomi non si scherza, e se si scherza si
sbaglia». Appunto.
[21 novembre 2020]
Sanità vo’ cercando
Il Domani cita in prima pagina Giulio
Gallera quale «assessore alla Sanità», ma nella Regione
Lombardia questa carica non esiste: Gallera è assessore
al Welfare.
[22 novembre 2020]
Se prima eravamo in
quattro
Paolo Condò sulla Repubblica fa il punto
sulla Serie A e scrive: «Nella rosa nerazzurra ci sono
quattro giocatori che ogni squadra europea vorrebbe con
sé: Lukaku, Lautaro e Barella che stanno andando benone,
Eriksen che ieri Marotta ha sostanzialmente dato per
perso, e Hakimi che sta vivendo un lungo passaggio a
vuoto». I quattro giocatori sono dunque cinque. Se Condò
conta i gol allo stesso modo, stiamo freschi.
[23 novembre 2020]
L’Avvenire di
Vicenza
Da Avvenire: «Zone rosse confermate,
entra l’Abruzzo. Il governo dice no alla settimana
bianca». Non è un titolo: è la maglia del Lanerossi
Vicenza.
[21 novembre 2020]
Le Leghe gentili
Incipit di Veronica Gentili nella rubrica Facce
di casta sul Fatto Quotidiano: «Le ragioni
del passaggio da Forza Italia alla Lega di Laura
Ravetto». Dunque c’è la Lega di Laura Ravetto e c’è la
Lega di Matteo Salvini. Almeno fino a quando Gentili non
imparerà a scrivere in italiano: «Le ragioni del
passaggio di Laura Ravetto da Forza Italia alla Lega».
Più avanti, la telegiornalista di Rete 4, parlando della
Lega di Salvini, ne sottolinea «l’attitudine nei
confronti del mercato globale». Quindi da sovranista è
diventato globalista. Sempreché Gentili sappia che
«attitudine» significa «predisposizione».
[23 novembre 2020]
Sfilate sulla
piscina
Serena Tibaldi intervista sulla Repubblica
l’ex première dame di Francia, Carla Bruni. Domanda: «Un
episodio che riassume la sua carriera da modella?».
Risposta: «Gli show d’alta moda di Gianni Versace: si
sfilava al Ritz, sulla piscina che veniva coperta». Vuoi
mettere quando si camminava sulle acque?
[22 novembre 2020]
Pandemia a zone
Attacco della rubrica L’articolo della
domenica di Francesco Alberoni sul Giornale:
«Una pandemia che colpisce contemporaneamente tutto il
mondo». Tenuto conto che pandemia significa «epidemia a
larghissima estensione, senza limiti di regione o di
continente» (Lo Zingarelli 2021), è piuttosto
improbabile che colpisse contemporaneamente solo qualche
città della Lombardia.
[22 novembre 2020]
Da una lacrima sul
viso
La patetica sequenza fotografica ha fatto il giro
del mondo, l’hanno vista tutti. Complice il caldo, due
rigagnoli di sudore color pece sono scesi lungo le
guance dell’ex sindaco di New York. «Quella lacrima di
mascara nero su ciò che resta di Rudy Giuliani», titola
in prima pagina La Stampa. E nel testo Gianni
Riotta parla di «mascara, appiccicato a ditate sulle
tempie canute da celare». Ma, come ben sanno le signore,
il mascara è cosmetico per ciglia e sopracciglia, mentre
quella usata da Giuliani era tinta per capelli.
[21 novembre 2020]
Fondi di caffè
Titolo dalla Verità: «I fondi entrano in
Illycaffè». Per vederli, occorre svuotare le tazzine.
[22 novembre 2020]
Bilanci consecutivi
Titolo dal sito del Corriere: «Banche.
Capasso, la famiglia vende la banca dopo 108 anni di
bilanci (consecutivi) in utile». Di solito la legge
richiede che i bilanci siano consecutivi, non sono
contemplati anni sabbatici. Quindi diremmo: «Dopo 108
anni (consecutivi) di bilanci in utile». E «consecutivi»
rimane comunque pleonastico.
[18 novembre 2020]
L’Italia arrossisce
Apertura della prima pagina di Avvenire,
riferita al Covid: «L’Italia arrossisce e spera nel
Natale». Il primo fenomeno è ampiamente spiegabile con
la lettura di certi titoli.
[21 novembre 2020]
Economia cazzuta
Secondo titolo, stessa prima pagina: «La nuova
economia capace di generare». Le sono spuntate le
gonadi?
[21 novembre 2020]
Accenti variabili
Titolo d’apertura sulla prima pagina del Fatto
Quotidiano, che intervista il ministro Stefano
Patuanelli: «“Ecco il perchè della norma su
Mediaset. Ora l’antitrust”». Occhiello di un titolo
sottostante: «“É offensiva». Prendiamo
definitivamente atto che nel giornale di Marco Travaglio
gli accenti diventano gravi quando dovrebbero essere
acuti e acuti quanto dovrebbero essere gravi.
[23 novembre 2020]
Esordi vecchi e
nuovi
Dal sito della Repubblica: «Il Benevento
espugna il Franchi con il gol di Improta e rende amaro
il nuovo esordio di Prandelli sulla panchina viola».
Esistono anche il bisordio e il trisordio?
[22 novembre 2020]
Mai prenderli alla
lettera
«Il dibattito europeo sull’etremismo islamico»,
titola il Domani, che otto giorni prima aveva
annunciato: «L’Austria chiude le mosche radicalizzate».
Quando il giornale di Carlo De Benedetti parla dei
musulmani, non bisogna mai prenderlo alla lettera.
[15 novembre 2020]
Arruolato a 10 anni
Il Giornale informa che il generale
Fabrizio Carrarini ha assunto il comando delle Fiamme
gialle dell’Italia nord-occidentale. «Da quarant’anni
nella Guardia di finanza», specifica il quotidiano, è
«insignito della medaglia Mauriziana al merito di dieci
lustri di carriera militare». Poiché è nato nel 1960 e
10 lustri equivalgono a 50 anni, significa che il
generale Carrarini si è arruolato all’età di 10 anni.
Complimenti vivissimi a lui e ai suoi biografi.
[15 novembre 2020]
Sottozero
Giuliana Ferraino scrive di Airbnb su L’Economia
del Corriere della Sera: «Il numero di notti e
di esperienze prenotate, che è crollato di oltre il 100%
a marzo e aprile, però è ancora in calo ed è sceso del
28% a luglio, agosto e settembre». Perdendo il 100 per
cento sono andati a zero, poi hanno perso ancora il 28
per cento e sono andati sottozero? Oppure hanno perso il
100 per cento nel periodo marzo-aprile e il 28 per cento
nel periodo luglio-settembre, rispetto ai medesimi
periodi dello scorso anno? C’è un problema. O di
aritmetica o di grammatica.
[17 novembre 2020]
Scivoloni
Titolo dalla prima pagina della Verità:
«Altra vergogna sulle tasse. Non le tolgono ma le
slittano». Il verbo «slittare» è intransitivo, dunque
non è possibile «slittare» qualcosa. Al massimo si può
«far slittare», come sanno bene i bambini che usano il
bob sulla neve.
[15 novembre 2020]
Piccoli imitatori
Titolo dalla Stampa: «Stipendi nella
sanità. Fondo da 813 milioni per medici e infermieri».
Però nel testo si legge che «sono previsti in tutto 835
milioni». Titolo dalla Gazzetta di Mantova:
«Stipendi nella sanità Fondo da 813 milioni per medici e
infermieri». Però nel testo si legge che «sono previsti
in tutto 835 milioni». Nelle testate del gruppo
editoriale Gedi funziona così: se sbaglia il grande, si
sente in dovere di sbagliare anche il piccolo.
[14 novembre 2020]
Vittoria decimale
Dando conto sul dorso romano del Corriere
della Sera dell’elezione del rettore della
Sapienza, il medico Antonella Polimeni, prima donna
nella storia dell’ateneo, Erica Dellapasqua riporta
scrupolosamente che l’eletta ha ottenuto «in tutto
2.529,74 voti sui 4.170,32 totali», ma non spiega la
presenza dei misteriosi decimali.
[14 novembre 2020]
Airbus
Avvenire riferisce l’esito di due ricerche
sul rischio di contagi da Covid-19 durante i viaggi in
aereo, condotte dall’Us Transcom, il Comando dei
trasporti dell’esercito statunitense, e dalla Darpa,
l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della
Difesa: «I responsabili del trasporto militare Usa sono
così ottimisti da affermare che, perfino a pieno carico,
il livello di trasmissione del virus è praticamente
nullo per voli di durata non superiore a 12 ore». Non
solo: in presenza di un solo passeggero portatore di
coronavirus, sempre seduto, e indossando tutti le
mascherine, senza mai levarle, «occorrerebbero 54 ore di
volo di fila per inalare una carica virale sufficiente a
infettarsi». Tenuto conto che sugli aerei non si possono
aprire i finestrini ma sui bus sì, perché i primi sono
considerati sicuri mentre sui secondi la capienza va
ridotta anche per i viaggi di 15 minuti? Che dipenda dal
costo del biglietto?
[18 ottobre 2020]
Il Pil nell’uovo
Il Fatto Quotidiano pubblica, nella
sezione economia, un grafico con questi valori: «170%
Pil Italia, 83% Pil Germania, 248% Pil Giappone». Il Pil
italiano sarebbe il 170 per cento di che cosa? Lo si
capisce solo leggendo il servizio sottostante: trattasi
del rapporto percentuale fra debito e Pil. Vabbè che
l’intuito soccorre i lettori intelligenti, e quelli del
Fatto Quotidiano lo sono tutti, ma a che servono
i grafici se non illustrano il contenuto degli articoli?
[16 novembre 2020]
È Poconé ma sicuro
«Gli incendi nelle paludi che di Pantanal, vicino
Pocone, nello stato del Mato Grosso». Non è un
grammelot, bensì una didascalia dal Domani.
Senza contare che la città brasiliana si chiama Poconé,
con l’accento acuto.
[11 novembre 2020]
Über alles
«L’avvio del progetto, ça va sans dire, è stato
fissato per ieri, venerdì 13 dicembre», scrive Tonia
Mastrobuoni sulla Repubblica. Va da sé che siamo
ancora a metà novembre, dunque è assai difficile che
venerdì 13 fosse già dicembre. Ma la cosa peggiore è che
cinque righe più sotto la corrispondente da Berlino
parla di «tre dei spazzacamini prescelti». La fuliggine
deve aver cancellato la «s» impura, la quale imponeva la
preposizione articolata «degli».
[14 novembre 2020]
Notizie dell’Altro
Ieri
Titolo dal Domani di domenica 15
novembre: «Ponte Morandi. Arrestati gli ex vertici di
Autostrade per l’Italia». Considerato che la notizia
delle misure cautelari è stata diramata dall’Ansa alle
ore 9.18 di mercoledì 11 novembre, converrebbe
ribattezzarlo L’Altro Ieri.
[15 novembre 2020]
Notizie dalla Gazzetta
del Futuro
Dalla Gazzetta di Mantova: «I controlli
delle forze dell’ordine, se tengono conto di queste
disposizioni del dpcm del 3 dicembre e delle norme
regionali, non fanno sconti a chi fa il furbo». E poco
più avanti: «Dal 6 dicembre, primo giorno “rosso”, le
verifiche sul rispetto delle normative per limitare i
contagi da Covid-19». Più che altro La Gazzetta del
Futuro.
[15 novembre 2020]
Corpi poco sicuri
Nella sua rubrica A corpo sicuro, sulla Verità,
il medico Luciano Bassani conclude così: «Le vite si
salvano prima di arrivare in terapia intensiva con le
cure domiciliari precoci». Se ne deduce che le cure
domiciliari precoci ti spediscono in terapia intensiva.
A meno che la frase non fosse stata costruita così: «Le
vite si salvano con le cure domiciliari precoci prima di
arrivare in terapia intensiva».
[15 novembre 2020]
Traduzione libera
«Il quoziente di intelligenza, che era sempre in
crescita, ora sta diminuendo», è il titolo di un
articolo firmato da Christophe Clavé, pubblicato da Italia
Oggi. «Una causa sarebbe dovuta all’impoverimento
del linguaggio», si legge nell’occhiello. Siamo
d’accordo. Infatti, se si confronta il testo francese
con la traduzione italiana, si scopre che «la
généralisation du tutoiement» è stata tradotta con «la
semplificazione del tutorial», mentre «tutoiement»
significa «dare, darsi del tu» (l’inglese «tutorial» nel
dizionario di francese Il Boch non esiste).
Inoltre «généralisation» sta per «generalizzazione»,
come nella nostra lingua. Se Clavé avesse voluto parlare
di «semplificazione», avrebbe scritto «simplification».
[12 novembre 2020]
Proverbi capovolti
Titolo dal Corriere Salute: «Se vuoi
andare veloce vai con qualcuno». L’esatto contrario di
quanto è scritto nel testo: «Chissà che la pandemia non
ci induca a modificare, almeno in quest’ambito, un
proverbio africano che recita: “Se vuoi andare veloce
vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme a
qualcuno”».
[5 novembre 2020]
Limiti orari a breve
Sommario dalla Verità: «Si va verso un
allentamento dei limiti orari a breve». Ci sono anche i
limiti orari a lungo? Non pare. Allora bastava scrivere:
«Si va a breve verso un allentamento dei limiti orari».
[27 ottobre 2020]
Quanti discorsi
Dei 26 titoli larghi più di una colonna che
comparivano nell’edizione domenicale della Stampa
(escludendo le pagine dei commenti e dello sport), ben
16 contenevano frasi tra virgolette. Un giornale molto
discorsivo.
[15 novembre 2020]
Lingue speciali
Secondo il professor Alberto Melloni, che lo
scrive sul Domani, «in democrazia ogni attore
deve parlare qualche parola di quella lingua speciale
che è il cattolico». Derivando il verbo «parlare» da
«parola», il melloniano si rivela una lingua
specialissima.
[14 novembre 2020]
Risultati amichevoli
Nel Tg1 delle 13.30 la conduttrice Maria
Soave ha aperto la pagina dello sport con questa
notizia: «Finisce 7 a 5 l’amichevole dell’Italia con
l’Estonia». Ci pareva che si fosse conclusa con un 4 a
0. Forse abbiamo visto un’altra partita.
[12 novembre 2020]
L’ultimo respiro
Prima pagina di Avvenire, titolo
d’apertura: «Un segnale sulla curva». Di precedenza? Di
pericolo? Di divieto? Di obbligo? Macché, la segnaletica
stradale riguarda il Covid-19 e il rapporto
tamponi-positivi. Titolo a tutta pagina all’interno,
stesso argomento: «Nei reparti dove si trattiene il
respiro. “Stiamo tornando al mese di marzo”». Ecco
perché i pazienti vengono intubati e pronati:
trattengono il fiato a bella posta!
[12 novembre 2020]
Acuti
Sommario dell’Espresso a corredo
dell’intervista di copertina che Roberto Saviano ha
rilasciato al direttore Marco Damilano: «Il gossip non è
innocenza, è squadrismo. Non ha funzionato neppure con
Berlusconi, perchè nel privato tutto si consuma subito».
L’esatta grafia è «perché», con l’accento acuto.
Saviano, che è uno scrittore, potrà confermarvelo.
[1 novembre 2020]
C’era una volta un
re
La Verità pubblica una foto con questa
didascalia: «Il re del tavolo verde, Faruk d’Egitto,
insieme a sua moglie Irma Capece Minutolo». Premesso
che, se fosse stata la moglie, sarebbe per forza «sua»
moglie, quindi appare pleonastico l’aggettivo
possessivo, non esiste alcuna prova che lo stravagante
sovrano musulmano in esilio abbia mai sposato
l’esuberante napoletana con cui si accompagnava. Tant’è
che non fu neppure nominata nel testamento. Da fonti
plurime, risulta che Irma Capece Minutolo sia venuta al
mondo il 6 agosto 1935, circostanza peraltro compatibile
con 33 scatti fotografici risalenti al 1954 e custoditi
nell’Archivio Luce. Nel suo sito ufficiale non c’è la
data di nascita. Però si legge: «A 18 anni sposa il re
Fouad Farouk d’Egitto prendendo il titolo di Sua Altezza
Reale Faegi Farouk». Quindi le nozze sarebbero state
celebrate nel 1953. Peccato che l’anno dopo,
precisamente il 16 febbraio, sul Corriere della Sera
sia apparsa la seguente notizia da Cannes: «L’ex re
Faruk non sposerà Irma Capece Minutolo. Lo ha precisato
questa sera il segretario privato dell’ex-sovrano, lo
svizzero André Chárdonnes, smentendo così la notizia
pubblicata dal pomeridiano Paris Presse».
[1 novembre 2020]
Prova e riprova
Dal Fatto Quotidiano. Testatina su due
pagine: «Il reportage. Francia, la prova della fede».
Titolo del reportage: «La comunità cattolica prova a
ritrovarsi dopo il terrore». Prova e riprova senza
stancarti mai e alla fine ci riuscirai.
[9 novembre 2020]
Romani de Roma
In una didascalia del Venerdì di
Repubblica, si legge: «Enrico Feroci, 80 anni.
Romano “de Roma”, è uno dei tredici nuovi cardinali». Ma
nella foto soprastante è ritratto Agostino Vallini, già
vicario del Papa per la diocesi di Roma, che è cardinale
dal 2006.
[6 novembre 2020]
Dalai Lamma
Titolo dalla pagina Facebook del Corriere
della Sera: «Gadget benefico di Ikea creato da una
bimba italiana: il suo Lamma sarà un...». Testo: «I lama
in Abruzzo non esistono ma sono i suoi animali
preferito. Che le hanno fatto vincere un conroso.
Leggete qui...». Qui, più che parlare, si sputa.
[15 ottobre 2020]
Fecondità
Recensendo il saggio L’amore possibile.
Persone omosessuali e morale cristiana di don
Aristide Fumagalli, docente di teologia morale alla
Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, Luciano
Moia scrive su Avvenire che «in questo enigma
interiore, perché questa condizione tale rimane, il
teologo si addentra in punta di piedi, con il rispetto
dovuto ad ogni persona indipendentemente dal suo
orientamento sessuale, nello sforzo di comprende se
l’amore omosessuale possa dirsi interpersonale,
rispettoso dell’alterità, fecondo, casto, responsabile e
quindi cristianamente accettabile perché modellato
sull’amore di Cristo». Talmente fecondo che, essendo la
pillola proibita dalla Chiesa, i gay dovranno
rassegnarsi a usare il metodo Ogino-Knaus.
[14 ottobre 2020]
Piazzamenti
Dalla Gazzetta di Mantova: «“Champagne:
nella vittoria è un merito, nella sconfitta è una
necessità”. L’affermazione di Napoleone Bonaparte è
risuonata più volte mercoledì sera a villa Bocchi, in
occasione del primo campionato di sabrage, la raffinata
arte di aprire lo champagne con la sciabola, che affonda
le radici nell’era napoleonica e nella sua leggendaria
cavalleria leggera. Il piazzamento d’onore nella
manifestazione che si è svolta a Villa Pasquali,
Sabbioneta, è stato conquistato da Angelo Giovati di
Casalmaggiore. Al secondo posto si è classificata Milva
Bonazzi, mentre la terza posizione è stata conquistata
da Corrado Sampietri. Impegnativo il percorso che ha
portato alla nomina del vincitore». Talmente impegnativo
che s’ignora chi sia il vincitore. A meno che alla Gazzetta
di Mantova non siano convinti che la piazza
d’onore equivalga al primo posto, anziché al secondo o,
talvolta, al terzo.
[28 agosto 2020]
Osteria numero 39
La Stampa pubblica una specie di gioco
dell’oca con le immagini dei 46 presidenti degli Stati
Uniti succedutisi dal 1789 a oggi. Al numero 38 figurano
sia Jimmy Carter sia Gerald Ford. Manca il numero 39.
Pare che per quello si sia prenotato Donald Trump,
appena rispedito dagli elettori alla casella di
partenza.
[8 novembre 2020]
Facce di casta poco
note
Sul Fatto Quotidiano, a corredo della
rubrica Facce di casta di Veronica Gentili,
compare una foto con la seguente didascalia: «Guido
Carli. Ministro del Tesoro nel 92: di Maastricht disse
“nessuno ha capito cosa comporterà per l’Italia”». A
parte che si scrive «1992» oppure «’92», con
l’apostrofo, nell’immagine, presa dal profilo Twitter,
si vede il politologo Roberto D’Alimonte, che con il
defunto Carli ha in comune solo la pelata.
[9 novembre 2020]
Sinagoghe
particolari
Dal sito di Repubblica: «Ci sarebbero
diversi morti nell’attacco avvenuto in pieno centro a
Vienna nei pressi della sinagoga ebraica». Esistono
anche le sinagoghe cattoliche e le sinagoghe musulmane?
[2 novembre 2020]
Defunto, alzatevi!
Titolo dalla prima pagina della Verità:
«Si alzano i morti: 445». Tutto già previsto nell’«Inno
di Garibaldi»: «Si scopron le tombe, si levano i morti».
[6 novembre 2020]
Rampanti in paradiso
«Potere vaticano», è il titolo di un’inchiesta di
Panorama. In un grafico, fra i cardinali
classificati «Rampanti» figura Jean-Louis Tauran.
Classificazione impropria: ammesso che lo abbia mai
fatto, il porporato ha smesso di arrampicarsi il 5
luglio 2018, quando è giunto in vetta, morendo all’età
di 75 anni.
[4 novembre 2020]
Quasiungaretti
Didascalia dal Domani: «Eugenio Montale e
Ungaretti (i primi due da sinistra nella foto) sono
stati tra i poeti le cui liriche sono state pubblicate
su Primo Tempo». Peccato che Ungaretti sia il terzo: il
secondo è Salvatore Quasimodo. (Siamo anche in grado di
colmare una lacuna: l’autore di «M’illumino d’immenso»,
che nell’articolo di Anna Folli, nel titolo e nella
didascalia viene citato sempre e solo come Ungaretti,
aveva un nome: Giuseppe).
[2 novembre 2020]
Mosche radicalizzate
Titolo dal Domani: «Attentato di Vienna.
L’Austria chiude le mosche radicalizzate». Per le
zanzare jihadiste e le vespe salafite si continuerà con
i normali insetticidi.
[7 novembre 2020]
Mutande pazze
Brani scelti da un articolo di Silvana De Mari
sulla Verità: «A molti uomini piace guardare le
mutande delle donne, e, se hanno del potere, incentivano
come possono». «Nessun uomo mostra mai le mutande. Le
donne lo fanno. Quando un uomo o un ragazzo hanno i
pantaloni corti, loro mutande sono sicuro». «Se una
donna o una ragazza ha una gonna corta, tutte le volte
che si china raccogliere qualcosa o si allunga per
scrivere alla lavagna, si vedranno le mutande». «Tutte
le volte che allarga le gambe, cosa molto facile da fare
se si è abituate a portare spesso pantaloni, si vedranno
le mutande». «Una elementare forma di cortesia, per una
donna, è evitare di causare erezioni che non ha
intenzione di soddisfare». Riposo, dottoressa. Lo
consiglia anche la grammatica.
[26 settembre 2020]
Deperimento
grammaticale
Azzurra Barbuto su Libero: «A nuocere è
soprattutto quella paura che ci viene inoculata da 8
mesi, è quella a deperire le relazioni». Il verbo
«deperire», intransitivo, non può essere usato come se
fosse transitivo. E comunque «paura» in casi come questo
regge il «di», non l’«a»: la paura di deteriorare (o di
guastare) le relazioni.
[1 novembre 2020]
Mi risposo mia
moglie
Parlando della morte dell’attore scozzese Sean
Connery, La Stampa cita un’intervista che la
moglie Micheline Roquebrune ha rilasciato al Mail on
Sunday, e scrive: «“È morto in pace, nel sonno ed
era molto tranquillo. Sono stata con lui tutto il tempo
e si è semplicemente spento. Era ciò che voleva”, ha
raccontato la donna con cui Connery si era sposato per
la seconda volta nel 1975». Non è dunque vero che
l’agente 007 fosse un donnaiolo: stando al quotidiano
torinese, si era addirittura unito in matrimonio due
volte con la stessa donna. (Effetti della prosa
zoppicante: in realtà le prime nozze furono con
l’attrice Diane Cilento).
[2 novembre 2020]
Guillot o Guitton?
Nella sua rubrica Cronache celesti sul Venerdì
di Repubblica, il sempre documentatissimo Filippo
Di Giacomo parla della possibilità che un giorno vengano
create donne cardinale. Egli ricorda che padre Federico
Lombardi, portavoce vaticano, ebbe a dire che ciò
sarebbe stato «teologicamente e teoricamente possibile,
perché nella Chiesa essere cardinali è un ruolo per il
quale non è necessario essere ordinati». «D’altronde,
per secoli, la Chiesa ha avuto cardinali “laici”, come
l’ultimo segretario di Stato di Pio IX, Antonelli, o
l’avvocato Teodolfo Mertel, nominato da papa Mastai nel
1858», ricorda Di Giacomo. «Con lui, che morì nel 1899,
terminò la serie dei cardinali non ordinati ai quali, al
massimo, si conferivano gli “ordini minori”, aboliti
dalla riforma liturgica degli anni Sessanta. Questi non
gli impedivano di sposarsi o di vivere in un matrimonio
precedentemente contratto». Infine una rivelazione:
Paolo VI propose la berretta cardinalizia «a Jean
Guillot, e Giovanni Paolo II, sembra certo, a Madre
Teresa di Calcutta. Entrambi rifiutarono». La duplice
circostanza non è verificabile. Tuttavia, per quanto
riguarda papa Montini, appare più credibile che fosse
intenzionato a creare cardinale il suo amico filosofo
Jacques Maritain, che ammirava fin dalla giovinezza. Di
sicuro non avrebbe potuto conferire la porpora
all’inesistente Jean Guillot citato da Di Giacomo:
tutt’al più, per assonanza, poteva trattarsi di un altro
filosofo, Jean Guitton, nominato da Paolo VI primo
uditore laico al Concilio Vaticano II.
[16 ottobre 2020]
Tonnellate pari a 50
chili
«E Bruxelles ora si accoda a Trump. Ordinate
tonnellate di Remdesivir», titola La Verità. Nel
sommario si legge che «il farmaco usato dal tycoon
funziona: la Commissione ne acquista altre 500.000
dosi». Si dà il caso che in ogni dose di Veklury (nome
commerciale del farmaco) siano contenuti 100 milligrammi
di remdesivir, il principio attivo del medicinale
antivirale utilizzato contro il Covid-19. Quindi, mezzo
milione di dosi corrispondono a 50 chilogrammi, pari a
0,05 tonnellate. Ah, le esagerazioni dei titolisti!
[9 ottobre 2020]
Lunghi momenti
Secondo Maurizio Bonassina, che lo scrive sul Corriere
della Sera, Aldo Colonnello «ha vissuto lunghi
momenti» accanto ad Alda Merini. Poiché per il
dizionario chiamasi «momento» una «minima frazione di
tempo», solo uno scrittore, qual è Colonnello, poteva
vivere un ossimoro di tale portata.
[28 ottobre 2020]
Blues musulmani
Titolo dal sito del Giornale: «Il
silenzio dei Blues musulmani. Il video che imbarazza la
Francia». Spiegazione: «Il tutto nasce dall’assenza
nella clip di giocatori della nazionale di fede
musulmana». Perbacco. In Francia esiste una nazionale di
fede islamica? E, soprattutto, i maomettani cantano i
blues come i neri d’America? Nulla di tutto questo,
ovviamente. I soldati della Repubblica durante la
Rivoluzione erano chiamati «les Bleus», dal colore della
divisa indossata, mantenuto come simbolo di uniformi e
maglie delle rappresentative francesi nello sport
(l’equivalente di azzurro e azzurri per l’Italia). Anche
se qualcuno li confonde con i blues.
[4 novembre 2020]
Tutto chiaro
Il Fatto Quotidiano titola così
un’intervista con lo scalatore Reinhold Messner: «“Si
apre tutto. Anzi no: sudtirolesi, che figura... Per i
giochi di partito”». Altissima purissima chiarissima.
[2 novembre 2020]
Ladri maleducati
Dalla Gazzetta di Mantova: «Era a
lavorare come tutti i giorni, ma quando è rincasata ha
fatto una brutta scoperta: l’abitazione messa a
soqquadro da ignoti ladri che, oltre ad avere forzato la
porta ed avere messo tutto sottosopra, se ne sono
andati». Che disdetta! Non potevano aspettarla? Proprio
maleducati.
[4 novembre 2020]
Calendario sportivo
Sul Fatto Quotidiano di lunedì 2
novembre, Veronica Gentili riferisce: «Angela Merkel ha
annunciato così il lockdown “light” che inizierà in
Germania il 2 novembre». Sette righe più sotto aggiunge:
«In Germania da lunedì prossimo chiuderanno ristoranti,
birrerie, bar» eccetera. Qualcuno le regali un orologio.
O almeno un calendario.
[2 novembre 2020]
Eugenetica
Maurizio Belpietro sulla Verità attacca
il governo Conte, in procinto di decretare un lockdown
per gli ultrasettantenni. «Così facendo, si calpesta
ancora la Costituzione e si rischia l’eugenetica», si
legge nel titolo dell’editoriale. Vale la pena di
ricordare che l’eugenetica è un ramo della genetica che
si propone il progressivo miglioramento della specie
umana attraverso l’incrocio tra individui portatori di
caratteri geneticamente favorevoli. Non si vede come gli
over 70, pur con l’assistenza del Viagra, possano
partecipare a tale incrocio restando confinati in casa.
[2 novembre 2020]
Concordanze
Alberto Melloni scrive sul Domani: «Come
ha spiegato il procuratore antimafia Cafiero De Raho, si
sono infiltrate e saldate nella protesta i gruppi
antagonisti, gli ultras della destra “calcistica” delle
tifoserie violente e la mano invisibile della
criminalità». Per domani urge ripasso della concordanza
dei verbi al maschile con soggetti di genere diverso,
professore.
[29 ottobre 2020]
Quando i gol si
fanno da soli
Sul Corriere della Sera, nella sua
rubrica L’analisi, Mario Sconcerti, grande firma
dello sport, scrive: «È abbastanza paradossale che
dentro una partita in cui la Juve non ha fatto un tiro
in porta siano stati annullati tre gol a Morata». A noi,
che non abbiamo mai messo piede in uno stadio, sembra
non paradossale bensì miracoloso che, pur non avendo la
Juve fatto un tiro in porta, Morata sia riuscito a
segnare tre gol (poi annullati). È evidente che il
pallone per tre volte è entrato in porta da solo.
Sconcertante Sconcerti.
[29 ottobre 2020]
Vangelo alla valdese
Da tempo, per comprensibile par condicio
ecumenica, nella rubrica Il Vangelo della domenica
sul Fatto Quotidiano scrive Eugenio Bernardini,
già moderatore della Tavola valdese. Ovviamente i testi
sacri non corrispondono quasi mai al Vangelo della
domenica della liturgia cattolica, come nel giorno di
Ognissanti, quando il pastore Bernardini ha commentato
una frase del profeta Geremia. Niente di male, anzi un
opportuno allargamento d’orizzonte. Ma urge cambiare il
titolo della rubrica.
[1 novembre 2020]
Ultras ultrà
Sommario da Repubblica: «Tra i dieci
fermati cinque sono ultras». Titolo nella stessa pagina,
due colonne più in là: «Ultrà e neofascisti ecco chi
specula sulla paura». Prendiamo atto che nella metà
pagina di sinistra sono ultras, plurale francese, mentre
nella metà di destra diventano ultrà, sostantivo
italiano invariabile.
[27 ottobre 2020]
Se mi eleggete, mi
ricandido
Secondo il supplemento «Speciale Usa 2020»,
pubblicato da 7 del Corriere della Sera,
«eletto a sorpresa presidente degli Stati Uniti l’8
novembre 2016, sconfiggendo Hillary Clinton con 306 voti
elettori contro 232», Donald Trump «nel 2015 ha
annunciato che si sarebbe candidato per un secondo
mandato». Ora, con Trump tutto è possibile, anche
l’annuncio di una seconda candidatura con un anno di
anticipo sulla prima elezione. Però ci pareva di
ricordare che questo fosse avvenuto a Orlando, in
Florida, nel giugno 2019, non nel 2015.
[28 ottobre 2020]
Morti che ridono
In un articolo su Avvenire, firmato da
Roberta Pumpo, uno dei prossimi cardinali, monsignor
Enrico Feroci, già direttore della Caritas di Roma e
amico di don Andrea Santoro, il prete assassinato nel
2006 in Turchia, commenta la propria futura creazione
cardinalizia: «Anche lui si sarà fatto un sacco di
risate in Paradiso». Quando si dice una benedizione
celeste.
[1 novembre 2020]
Località inesistenti
Da Anteprima: «Lunedì 31 ottobre 1870. In
un’osteria di Monterio, in provincia di Verona, scoppia
una violentissima lite per la caduta di un bicchiere. Un
vetturale viene ucciso con tre coltellate». Non esiste
nessuna località italiana con quel nome. Infatti è
Montorio.
[31 ottobre 2020]
Rettili spiaggiati
La Gazzetta di Mantova annuncia
l’inaugurazione della «mostra fotografica di Stefano
Benazzo che propone una sere recente di scatti di
rettili spiaggiati». La «sere» è ovviamente una «serie».
Ma i «rettili»? Sono «relitti» marini. Per un attimo
abbiamo temuto che in redazione avessero scambiato
balene e delfini per serpenti.
[15 ottobre 2020]
Acuto di Conte
Rispondendo sul Corriere della Sera
all’appello contro la chiusura dei teatri causata dalla
pandemia, lanciato dal maestro Riccardo Muti, il premier
Giuseppe Conte conclude: «Le assicuro che, con il
ministro Franceschini, siamo già al lavoro per far
riaccendere microfoni, riflettori, proiettori».
Complimenti al presidente del Consiglio: ora il mondo
intero sospetta che nel Teatro alla Scala i cantanti
lirici si affidino agli altoparlanti anziché alle corde
vocali.
[28 ottobre 2020]
Hanno perso il
controllo
Sommario su Repubblica, pagina 3: «Il
premier: “Senza questi provvedimenti la curva dei
contagi finirebbe fuori controllo”». Stesso giorno:
«Contagi fuori controllo», titolo d’apertura della
cronaca di Roma. Palazzo Chigi sta lì. Parlatevi.
[27 ottobre 2020]
Così non Vaia
In un servizio su Vaia, La Stampa
pubblica una foto con questa didascalia: «Le migliaia di
tonnellate di legna frutto dell’alluvione oggi
accatastate: parte del legno è stato recuperato». Vaia è
stata una tempesta, per i giornali anche un ciclone, un
tifone, un uragano. Tutto tranne che un’alluvione.
[28 ottobre 2020]
La virgolatrice di
Sapri
Brani scelti della rubrica Facce di casta
di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Ogni
provvedimento, misura o legge, esiste solo in funzione
di uno stato d’eccezione che è entrato a far parte
dell’ordinario». «Fornire alibi a chi non vuole
rispettare le regole e creare ulteriore confusione, è un
comportamento superficiale e pericoloso». La
telegiornalista dimostra un debole per le virgole
infilate a sproposito fra soggetto e verbo.
[26 ottobre 2020]
Un antico
fratacchione
Sulla prima pagina della Verità, Giorgio
Gandola firma un articolo che comincia così: «E il
Fratacchione non rispose». Poco più avanti spiega:
«Domenica sera a Che tempo che fa c’era
Vincenzo De Luca (l’inventore del soprannome
monastico)». Duole deludere il bravo Gandola, già
direttore dell’Eco di Bergamo, ma «fratacchione»
è attestato fin dal 1444, come riporta lo Zingarelli,
quindi 505 anni prima che il pur fantasioso presidente
della Regione Campania venisse al mondo. In particolare,
quando De Luca aveva appena 14 anni, fu utilizzato da
Natalia Ginzburg in Le piccole virtù, dove, a
pagina 46, descrive le differenze tra lei e il marito
Leone: «Suole dirmi che non capisco niente, nelle cose
da mangiare; e che sono come certi robusti fratacchioni,
che divorano zuppe di erbe nell’ombra dei loro
conventi». Lo utilizza nuovamente a pagina 56: «Io sto
sempre bene, sono come quei fratacchioni robusti, che si
espongono senza pericolo al vento e alle intemperie».
Ma, per completare i riferimenti letterari lungo il
corso dei secoli, «fratacchione» compare anche in
Bernardino da Siena, Matteo Maria Boiardo (due volte),
Pietro Aretino (tre volte), Matteo Bandello, Anton
Francesco Grazzini, Giovanni Verga, Federico De Roberto.
Il plurale «fratacchioni» fu invece utilizzato da
Niccolò Machiavelli nella Mandragola, ancora da
Matteo Bandello nelle Novelle e da Giovanni
Faldella (tre volte) in Figurine e in Donna
Folgore.
Intuizioni
copernicane
Titolo dal Corriere della Sera:
«Mattarella: il virus nemico di tutti, è lui il
responsabile delle restrizioni». Presidente, lei ci dà
due notizie una più sconvolgente dell’altra.
[27 ottobre 2020]
Meriti del focolaio
Titolo dalla Verità: «Schiaffo a
Crisanti: “Falsità su Vo’”.
Il Veneto contro l’articolo dove il docente si attesta
tutti i meriti del focolaio». Non si vede quali meriti
potrebbe procurare, al parassitologo diventato virologo,
l’insorgere di un focolaio: un’epidemia non è ancora una
benemerenza. Inoltre il verbo attestare significa
«affermare come testimone, per diretta conoscenza o
esperienza». Difficile pertanto che possa diventare
riflessivo. Che il titolista stesse inseguendo nella sua
mente il verbo «si intesta» e non sia riuscito ad
afferrarlo?
[29 ottobre 2020]
Titolo della rubrica
Con un articolo intitolato «Il dantismo
ermeneutico di Pio XI. La Divina Commedia sempre sullo
scrittoio», L’Osservatore Romano ha inaugurato
una nuova rubrica. Si chiama Titolo della rubrica,
perché i redattori, assai poco osservatori, avrebbero
dovuto scrivere il titolo della rubrica nel posto in cui
c’era in pagina il testo segnaposto «Titolo della
rubrica», cosa che non hanno fatto. S’ignora, a
tutt’oggi, quale fosse il titolo della rubrica.
[16 ottobre 2020]
Allonsanfàn
Nel dorso romano di Repubblica il
cronista Luca Monaco riferisce dei disordini fomentati
dagli oltranzisti di destra descrivendo «la Roma delabrè
amministrata dalla giunta Raggi». Ha ragione, come hanno
imparato a proprie spese gli abitanti della capitale, ma
sfoggia un francese che non sa perché avrebbe dovuto
scrivere «délabré».
[28 ottobre 2020]
Ti affermo che è
sbagliato
La Verità pubblica una foto del litigio
stradale fra Enrico Montesano e alcuni poliziotti che lo
hanno fermato per strada perché non indossava la
mascherina. E scrive: «In un video dell’agenzia Dire, si
vede l’attore affermare agli agenti: “La legge impone di
girare a volto scoperto”». Affermare è un verbo
transitivo e la grammatica impone di affermare qualcosa,
non affermare «a» qualcuno.
[14 ottobre 2020]
Tempus fugit
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano:
«Zingaretti sta cercando di prendere tempo. Potrebbe non
averne abbastanza». Se ne avesse a sufficienza, non
cercherebbe di prenderlo.
[12 ottobre 2020]
Grandi lettori
La Repubblica elenca in una tabella, che
occupa quasi mezza pagina, «gli Stati in bilico» nelle
elezioni presidenziali americane. Eccoli: Wisconsin «10
grandi lettori»; Michigan «16 grandi lettori»; Ohio «18
grandi lettori»; Arizona «11 grandi lettori»;
Pennsylvania «20 grandi lettori»; North Carolina «15
grandi lettori»; Georgia «16 grandi lettori»; Florida
«29 grandi elettori». Ecco perché negli Stati Uniti i
giornali arrancano meno che in Italia. (Si trattava
ovviamente di «grandi elettori»).
[24 ottobre 2020]
Mafie distorte
Sugli incidenti di Napoli, provocati dal
coprifuoco per il Covid-19, sommario virgolettato di Repubblica
a corredo di un’intervista con Marco Minniti (si presume
che la frase sia dunque attribuita all’ex ministro
dell’Interno): «Così si rischia la polveriera sociale,
dobbiamo evitare che le mafie cavalchino la tensione
facendosi Stato in maniera distorta». Se invece si fanno
Stato in maniera regolare, sono benvenute?
[25 ottobre 2020]
La miglior partita
di oggi sarà lunedì prossimo
Sul Corriere della Sera di sabato 24
ottobre, Mario Sconcerti pubblica la seguente «analisi»
calcistica: «La Roma ha poco equilibrio, ma una qualità
tecnica non inferiore, infatti il Milan-Roma di lunedì
prossimo è la miglior partita che si possa vedere oggi».
Come dire che sabato era lunedì o anche viceversa.
[24 ottobre 2020]
Congiuntivite
Nello Trocchia sul Domani, in un servizio
dedicato a Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza
pandemia: «E questo nonostante proprio il 4 agosto 2016
l’assemblea rappresentata dal socio unico, il ministero
dell’Economia, aveva invitato la società a ricondurre “i
trattamenti economici ai limiti di legge vigenti”».
Congiuntivo vo cercando ch’è sì caro.
[23 ottobre 2020]
Gioco al massacro
Sottotitolo della Verità per un
editoriale di Marcello Veneziani: «Il turpe massacro di
un insegnante ha una chiara matrice islamista». A
prescindere dal fatto che ben difficilmente un massacro
potrebbe essere aggraziato, si dà il caso che il
sostantivo in questione abbia il seguente significato:
«Eccidio, strage, carneficina, macello» (Zingarelli
2021). Tutte azioni che riguardano più persone, e non
una sola, come nel caso del professore francese
decapitato da un fanatico islamista.
[21 ottobre 2020]
La tomba del morto
Dal sito della Stampa: «Da due anni un
gatto rosso fa visita ogni giorno alla tomba del suo
proprietario morto». Se il proprietario fosse vivo,
sarebbe una notizia da edizione straordinaria.
[15 ottobre 2020]
Augh!
Su Repubblica, intervista a firma del
vaticanista Paolo Rodari, il quale, nonostante la sua
formazione di ex seminarista e ciellino, fa pronunciare
al cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito
della Congregazione per la dottrina della fede, questa
frase: «I santi Geronimo, Agostino, Tommaso hanno lodato
la parresia di Paolo». Mancano all’appello solo Toro
seduto, Cavallo pazzo e Nuvola rossa. (Essendo tedesco,
Müller ha fatto il calco dal latino Hieronymus o dallo
spagnolo Jerónimo, ma Rodari dovrebbe sapere che la
forma italiana corrente per designare il santo filologo
è Girolamo o Gerolamo, non certo Geronimo).
[22 ottobre 2020]
Alza qualcos’altro
Parlando dello sconcerto suscitato dall’apertura
di papa Francesco alle unioni civili gay, La Verità
cita l’intervista che egli concesse nel 2019 a una
vaticanista messicana (uno spezzone che all’epoca fu
censurato dal Vaticano ora è finito in un docufilm del
regista Evgeny Afineevsky), e la chiama ripetutamente,
per due giorni consecutivi, Valentina Alzaraki. Ma il
suo vero cognome è Alazraki.
[24 ottobre 2020]
Mercati in presenza
Dalla Gazzetta di Mantova: «Fino a quando
l’ordinanza del sindaco Mattia Palazzi non sarà
revocata, l’affluenza al mercato sarà contingentata, con
non più di due persone per ogni banco presente». Quante
persone saranno ammesse per i banchi non presenti?
[22 ottobre 2020]
Dietro e davanti
Sull’Arena, cronaca di un processo a una
madre accusata di maltrattamenti. Interrogata dal
giudice, un’amica dell’imputata conferma che la donna
«non stava dietro ai figli». Si apprende inoltre che
«l’amica tirò fuori da uno scatolone un sex toy e la
figlioletta lo prese in mano». Amorale della favola:
sempre meglio davanti che dietro.
[17 ottobre 2020]
Con quel
giornale un po’ così
Dimostrando di aver capito perfettamente che cosa
avrebbe fatto notizia ieri, il Domani ha
confinato in 33 righe, fra le brevi di pagina 2, il
fatto del giorno, cioè il placet di papa Francesco alle
unioni civili gay, che campeggiava sulle prime pagine di
tutti gli altri quotidiani. Poi però, arrivati a pagina
11, i previdenti colleghi devono aver compreso che forse
la faccenda meritava qualcosa di più, e allora hanno
infilato un pensoso colonnino sull’argomento, firmato
dallo storico Alberto Melloni: «Coppie omosessuali. Il
papa riporta l’amore alla dimensione evangelica». Il Domani
di ieri non si segnalava soltanto per questa sapiente
valutazione degli avvenimenti, bensì anche per
l’accuratezza complessiva. Ne fa fede il titolo
d’apertura di pagina 4: «Il declino dei Casamonica.
Abattuta la villa delle violenze». Per carità, i lapsus
calami, in gergo refusi, capitano anche nelle
migliori famiglie, tant’è che di solito in questa
rubrica vengono condonati (tranne i più divertenti, come
quello sottostante di Repubblica). Tuttavia,
essendo appena 15 i titoli d’apertura dell’intera
edizione e disponendo il quotidiano di Carlo De
Benedetti di «una redazione con 15 giornalisti tutti già
formati, molto bravi e competenti, assunti con contratti
regolari» (dichiarazione del direttore Stefano Feltri a
Fs News), si presume che un titolo a testa
potrebbero rileggerselo, prima di mandarlo in stampa. Ma
questa, almeno a giudicare dal Domani di ieri,
non sembra una consuetudine di famiglia. Pagina 4: «Così
il virus colpisce gli ultimi». Pagina 8: «Così parte il
concorso dei docenti precari». Pagina 12: «Così Biden
può riscrivere (un po’) il medio oriente costruito da
Trump». Pagina 13: «Così un Caravaggio dimenticato è
diventato patrimonio di tutti». E così sia.
[22 ottobre 2020]
Malattia di
quart’ordine
Titolo dal sito di Repubblica: «Nunzia De
Girolamo è positiva al Covid: “Malattia infima, ho
dolori lancinanti”». Noblesse oblige.
[20 ottobre 2020]
Emergenza
ingestibile
Titolo dalla Stampa: «Nuove zone rosse in
città. I gestori: difficile gestirle». Ah, ecco perché
li chiamano gestori.
[21 ottobre 2020]
Donne di servizio
Giacomo Amadori sulla Verità riporta fra
virgolette ragionamenti che Domenico Giani, ex capo
della Gendarmeria vaticana, avrebbe fatto con «alcuni
vecchi collaboratori» in relazione alla vicenda di
Cecilia Marogna, sedicente esperta di intelligence
arruolata dall’allora sostituto agli Affari generali
della Segreteria di Stato, cardinale Angelo Becciu:
«“Come arrivò da me? Se una persona viene a presentarsi,
è verosimile che sia stata prima presentata”. Una frase
che sembra un preciso riferimento a Becciu. Ma di che
cosa discussero i due? “Nell’occasione ha proposto cose
per noi non realizzabili. Una ragazza che aveva questa
idea dei servizi da noi non aveva spazio…”». Giusto.
Solo donne di servizio, in Vaticano. Preferibilmente
suore non stipendiate.
[20 ottobre 2020]
Dice e non dice
Con il titolo «Cosa dice il Dpcm su scuola,
movida e smart working», Il Fatto Quotidiano
pubblica un servizio a firma di Ilaria Proietti
suddiviso nei seguenti capitoli: scuole, movida, parchi,
contact tracing. E sullo smart working? Nulla da dire.
[20 ottobre 2020]
La Palice
Titolo della Verità per l’editoriale del
direttore Maurizio Belpietro: «Conte non sa che pesci
pigliare, perciò non decide». Per la prossima volta
suggeriamo due titoli alternativi: «Conte non sa che
pesci pigliare, perciò non piglia pesci» e «Conte non sa
decidere, perciò non decide».
[20 ottobre 2020]
Squadre fantasma
Borussia Mönchengladbach e Borussia Dortmund sono
due differenti squadre di calcio tedesche, che hanno in
comune solo il nome latino della Prussia (Borussia,
appunto). Appartengono a due diverse città:
Mönchengladbach si trova nel distretto di Düsseldorf;
Dortmund nel cuore della Ruhr, vicino a Bochum. Tuttavia
per il Corriere della Sera pare che esista solo
il Borussia Dortmund. Infatti martedì 20 ottobre, a
pagina 43, nel programma degli incontri si leggeva che
l’Inter avrebbe giocato mercoledì 21 con il «Borussia
D.» (quindi Dortmund), mentre la Lazio nello stesso
giorno, cioè martedì 20, sarebbe scesa in campo contro
una squadra inesistente, ovvero il «Borussia». Queste
invece le partite disputate: la Lazio ha battuto martedì
il Borussia Dortmund e l’Inter mercoledì ha pareggiato
con il Borussia Mönchengladbach, conosciuto anche come
Borussia M’Gladbach o semplicemente Borussia MGM.
[22 ottobre 2020]
Preti della Versilia
La Gazzetta di Mantova dà notizia della
morte del locale concessionario Renault, Enrico
Giovanzana, e informa che «i funerali saranno celebrati
da Versilia domani alle dieci nella chiesa di San Pio
X». Siccome Versilia è un’impresa di onoranze funebri,
viene spontaneo concludere che non ci sono più i preti
di una volta.
[18 ottobre 2020]
Stato minuscolo
In un interessante articolo sulla Stampa,
riguardante le vicende del cardinale Angelo Becciu, del
suo successore Edgar Peña Parra e di Cecilia Marogna,
detenuta nel carcere milanese di San Vittore, Gianluigi
Nuzzi scrive per quattro volte «vaticano» con la «v»
minuscola. Un cattivo ricordo dello Stato che lo
processò e alla fine lo assolse? Disattenzione? Ripicca
ortografica?
[18 ottobre 2020]
Cera Grey
Titolo sulla prima pagina del Dubbio per
un editoriale dell’ex vicepremier Marco Follini: «Il Mes
che manca e il Dorian Grey nascosto in soffitta». Ottima
direi, è cera Grey! (Per Il ritratto di Dorian Gray
rivolgersi a Oscar Wilde).
[16 ottobre 2020]
Statistiche poco
Fini
Sul Fatto Quotidiano, il sempre puntuale
Massimo Fini tesse le lodi di Francesco «dopo il
disastroso pontificato di Papa Wojtyla (crollo delle
vocazioni, crisi del sacerdozio e degli ordini
monacali)». Ma stavolta scrive per sentito dire. Secondo
i dati diffusi dall’Ufficio centrale di statistica della
Santa Sede (consultare l’Annuarium Statisticum
Ecclesiae), l’ultimo picco di vocazioni del
precedente millennio si ebbe proprio con Giovanni Paolo
II, quando i seminaristi passarono da 63.882 nel suo
primo anno di pontificato (il 1978) a 114.439, quasi il
doppio, nell’anno della sua morte (il 2005).
Un’ulteriore crescita si registrò peraltro anche con
Benedetto XVI, toccando quota 120.616 nel 2011. Non si
capisce in quale modo Bergoglio sarebbe riuscito a
rilanciare la Chiesa rispetto al «disastroso» san
Giovanni Paolo II. Infatti, il numero dei seminaristi
maggiori è sceso dai 118.251 del 2013, anno
dell’elezione di Francesco, ai 115.880 del 2018, con una
contrazione del 2 per cento. Ancora più grave la crisi
dei religiosi professi non sacerdoti, che nello stesso
periodo sono diminuiti di quasi l’8 per cento, calando
da 55.000 unità a meno di 51.000. Idem le religiose
professe, con un decremento del 7,5 per cento: da quasi
694.000 nel 2013 a meno di 642.000 cinque anni dopo.
[14 ottobre 2020]
Maometto in aula
Titolo dalla prima pagina della Verità:
«Mostra vignette su Maometto in aula: sgozzato». In
effetti raffigurare il Profeta che frequenta la scuola
media ci pare oltremodo blasfemo. (A meno che il titolo
corretto non dovesse essere «Mostra in aula vignette su
Maometto: sgozzato»).
[17 ottobre 2020]
Strade pericolose
Titolo da Libero: «Mostra caricature di
Maometto. Prof decapitato per la strada». Aveva indicato
al suo carnefice una via sbagliata? (In casi simili la
locuzione «per strada» non contempla l’articolo. Alcuni
esempi dallo Zingarelli 2021: «incontrare un
amico per strada»; «salutarsi per strada»; «il temporale
l’ha sorpreso per strada»; «vedersi per strada»).
[17 ottobre 2020]
Nostre informazioni
sbagliate
Dalla rubrica Nostre informazioni dell’Osservatore
Romano: «Il Santo Padre ha nominato Membro
Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il
Professor Reinhard Genzel, Direttore del “Max Plank
Institute for Extraterrestrial Physics”, a Garching
(Repubblica Federale di Germania)». Non occorre essere
accademici delle scienze per sapere che si chiamava Max
Planck, con la «c».
[15 ottobre 2020]
Congiuntivite
Nella rubrica A fil di rete sul Corriere
della Sera, il pur ottimo Aldo Grasso incappa in
una svista parlando della telegiornalista Giovanna
Botteri: «Non passa giorno che qualcuno ne tessi
giustamente le lodi». Accettabile l’ellissi di «senza»,
ma forse manca un «non» e di sicuro c’è un congiuntivo
sbagliato: «Non passa giorno [senza] che qualcuno non ne
tessa le lodi».
[16 ottobre 2020]
Chi va verso cosa
Sommario dalla Verità: «Il dpcm verso lo
stop di palestre e piscine». Si presume che siano
palestre e piscine ad andare verso lo stop nel decreto
del presidente del Consiglio dei ministri, non
viceversa. Altro sommario, stessa pagina: «La politica
catechizza i cittadini, che già rispettano le regole,
patendo semmai errori e ritardi dell’esecutivo». Essendo
il soggetto «la politica», se ne deduce che essa, e non
il cittadino, patisce errori e ritardi del governo.
Verità involontaria.
[18 ottobre 2020]
Titolazione
giallorosa
Il daltonismo di Veronica Gentili si è esteso
all’intera redazione del Fatto Quotidiano, che
titola a tutta pagina: «Conte fa strike: giallorosa
compatti e destra astenuta». Lo Zingarelli 2021
parla solo di giallorosso: «Relativo al governo formato
nel 2019 dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico
e da altre forze politiche». La definizione
dell’aggettivo giallorosa è la seguente: «Di commedia,
film e sim. di argomento poliziesco, con un intreccio
amoroso a lieto fine». Non pare il caso del governo
Conte.
[14 ottobre 2020]
Tamponamenti a
catena
Per giustificare in prima pagina la consueta
apertura terroristica sul Covid-19, Il Fatto
Quotidiano, ormai ertosi a guardiano del regime
instaurato dal Conducător, fa scrivere ad Andrea
Sparaciari un pezzo con il seguente incipit: «Neanche a
marzo, nel pieno della pandemia, si erano registrati in
Italia tanti contagi in sole 24 ore: 7.332 nuovi casi
(martedì erano stati 5.901), a fronte del record di
152.196 tamponi. Per trovare un dato analogo, bisogna
risalire al 21 marzo, quando i nuovi casi furono 6.557,
ma con soli 26.336 tamponi». Se i valenti colleghi si
fossero muniti di calcolatrice, si sarebbero accorti che
l’incidenza dei contagi rispetto ai tamponi eseguiti il
21 marzo era pari al 24,9 per cento, mentre rispetto ai
tamponi eseguiti mercoledì scorso era pari al 4,82 per
cento. Ne consegue che, in proporzione, il decremento
dei positivi da marzo a oggi risulta dell’80,64 per
cento. Forza virus!
[15 ottobre 2020]
Gioco d’azzardo
Sulla Verità, nella sua rubrica La
scommessa, Cesare Lanza scrive: «Scommettiamo che
ci sono previsioni e profezie (quasi sempre letterarie)
a dir poco straordinarie? Ho ricevuto da una cara amica,
Monica Lavezzari, questa segnalazione sull’incredibile
profezia di Clive Staples Lewis, l’autore delle Cronache
di Narnia, tratta dal libro Lettere di
Berlicche, pubblicato nel 1942. L’autore parla col
diavolo... Domanda: “Come hai fatto a portare così tante
anime all’inferno, in quel momento?”. “Con la paura.
Strategia eccellente, vecchia ma sempre attuale”. “Ma di
cosa avevano paura? Di essere torturati? Delle guerre?
Di morire di fame?”. “No. Era la paura di ammalarsi. Poi
infatti si sono ammalati, e sono morti”». Scommettiamo
che in Le lettere di Berlicche (il titolo
originale ha l’articolo) non vi è alcuna traccia di
queste profezie né di quelle seguenti riportate
incautamente da Lanza?
[15 ottobre 2020]
Il principio della
fine
Titolo in prima pagina sulla Verità:
«Sostanza pericolosa nella pillola per minorenni».
Occhiello: «Farmaco ritirato per danni al fegato aveva
un sesto del principio attivo di questo». Non sapevamo
che il fegato contenesse un principio attivo.
[15 ottobre 2020]
Sic sic sic, hurrà!
Brani scelti da un articolo dello storico e
docente universitario Alberto Melloni, apparso sul Domani:
«La prossima elezione del vescovo di Roma, infatti,
rischia di essere vulnerabile non all’intrufolarsi nelle
procedure di attori che il segreto delle votazioni tiene
ai margini, ma per da ciò che può accadere prima o dopo
il conclave». «Perché chiunque può fulminare in pochi
minuto». «È davanti a loro, nel “concistoro” che il papa
crea in nuovi cardinali». «Quell’episodio di
inquisizione su un cardinale, a cui nessuno però osò
togliere la porpora, spiega il dovere elettorale dei
cardinali sia stato protetto». Verso la fine, Melloni ha
pure l’ardire di sottolineare con un «sic» un banale
refuso («dai» al posto di «ai») apparso nel comunicato
ufficiale sulla defenestrazione del cardinale Angelo
Becciu. Per i suoi quattro «sic» ci rivediamo a
settembre, professore.
[14 ottobre 2020]
Poche idee ma chiare
Brani scelti da un’intervista che il ministro
della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha rilasciato al
Fatto Quotidiano. «Alla riflessione ora deve
seguire l’azione». «Era giusto riflettere sull’esito
delle regionali». «Non dobbiamo esagerare». «È chiaro
che i nostri valori oggi vanno declinati in un’ottica di
maggiore concretezza». «È uno degli argomenti all’ordine
del giorno». «Chi sta al governo deve pensare al Paese».
Penultima risposta: «Non ho nulla da dire». S’è capito
benissimo.
[27 settembre 2020]
A dato sfogo ai
fisiologi
«I Carabinieri di Asola, impegnati costantemente
nei servizi di controllo del territorio, hanno
identificato un 33enne italiano che stava
tranquillamente e beatamente urinando in pieno centro ad
Asola. L’uomo, non curante della vicinanza di numerose
abitazioni e della presenza di passanti, in pieno giorno
e a cielo aperto a dato sfogo ai propri bisogni
fisiologi». Dal sito della Voce di Mantova.
Meglio farla tacere.
[11 ottobre 2020]
Calendario
gregoriano
Un articolo sul centenario della nascita di Salvo
D’Acquisto è stato presentato dall’Osservatore Romano
con questo sommario: «A Palidoro un pomeriggio del 23
settembre 1943 qualcosa non va come deve andare: il
sofisticato meccanismo del gene egoista si inceppa». È
noto che il 23 settembre ha di norma cinque o sei
pomeriggi, uno dei quali fu fatale all’eroico
carabiniere.
[14 ottobre 2020]
Nel Blois dipinto di
Blois
Gianni Gennari, nella sua rubrica Lupus in
fabula su Avvenire, scrive: «La realtà
della vita dei Santi fa venire in mente un celebre
pensiero di Leon Blois: “C’è una sola tristezza: quella
di non essere santi!”». Ora, a parte che i santi restano
tali anche senza la maiuscola a corrente alternata, si
dà il caso che l’autore in questione fosse Léon Bloy. Il
lupo non s’intende di leoni e non ha occhi di lince.
[15 ottobre 2020]
Gentili daltonica
In preda a un preoccupante attacco di daltonismo,
Veronica Gentili, nella sua rubrica settimanale Facce
di casta sul Fatto Quotidiano, scrive:
«Dopo un anno abbondante di governo giallorosa». Ma non
era il governo giallorosso? La distratta collega,
abbonata agli errori, stavolta riesce nell’impresa di
far sbagliare anche chi ha impaginato il suo testo.
Infatti il pezzullo è dedicato a Roberto Fico,
presidente della Camera, del quale viene pubblicata la
foto, però accanto al voto (7) il protagonista cambia
viso e compare anche il ritratto di Alessandro Di
Battista. Va aggiornato il titolo della rubrica: Facce
doppie di casta.
[12 ottobre 2020]
Media inferiore
Sempre Il Fatto Quotidiano sintetizza in
un sommario un passo dell’intervista con Nando
Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia, da molti anni
mago dei sondaggi: «Ricordo spesso che il 54% degli
elettori ha al massimo la terza media». Ecco perché i 5
stelle sono al governo.
[12 ottobre 2020]
Cari Buddenbrook vi
scrivo
In un articolo dell’Osservatore Romano
sulle tracce tedesche nella Città Eterna, Jörg Ernesti
afferma che Thomas Mann «nel suo appartamento vicino al
Pantheon scrisse ai Buddenbrook». Perbacco, avrà trovato
l’indirizzo sulle Pagine gialle? È lecito
supporre che l’autore dell’articolo conosca bene I
Buddenbrook, celeberrima opera giovanile di Mann,
ma la redazione del giornale vaticano non ha con tutta
evidenza la letteratura fra le sue passioni.
[10 ottobre 2020]
Suppergiù
Titolo dalla prima pagina del Tempo:
«Ponte ciclabile di burro. La gru lo tocca e crolla
giù». Si è mai visto qualcosa che crolli su?
[9 ottobre 2020]
Senza sale in
zucchetto
Corredata dal titolino «Metti o togli», una
didascalia sulla prima pagina della Verità
illustra il momento in cui Francesco creò cardinale l’ex
sostituto agli Affari generali della Segreteria di Stato
vaticana: «Il Papa sistema lo zucchetto a Becciu».
Errore grossolano che contraddice la foto, giacché il
Pontefice impone il berretto cardinalizio e non lo
zucchetto (copricapo a forma di piccola calotta
emisferica che vi sta sotto).
[10 ottobre 2020]
Non ho l’età
Stefano Lorenzetto intervista sul Corriere
della Sera un hikikomori (dal giapponese «stare in
disparte»), il trevigiano Marco Brocca, che non esce di
casa dal 2013, e scrive, correttamente, che egli ha 25
anni. Ma nel «Chi è» che correda il pezzo si legge che è
nato nel 1975. L’età avanza.
[8 ottobre 2020]
Timeo Danaos et dona
afferentis
Corrado Augias su Repubblica sintetizza
così un episodio del giallo La donna cardinale
(Marsilio) di Lucetta Scaraffia: «Il papa rifiuta un
bicchiere d’aranciata afferitogli durante un
ricevimento». Significato del verbo afferire
secondo lo Zingarelli 2021: «(Burocratico)
riguardare, concernere, attenere». Troppe mezzemaniche
in Vaticano.
[28 settembre 2020]
Esclusivo: Di Maio
va a scuola
Titolo su tre righe nelle pagine interne del Domani:
«Di Maio ora va a scuola / di politica estera / per
trattare con Ue e Usa». Non si capisce a che servano
seconda e terza riga: la vera notizia è nella prima.
[8 ottobre 2020]
Evidenze del domani
Titolo d’apertura sulla prima pagina del Domani:
«Una stretta oggi per evitare un nuovo lockdown domani».
Spiega Davide Maria De Luca: «Nel testo approvato ieri,
il governo ha scritto che le ragioni che hanno provocato
i nuovi obblighi sulle mascherine e la proroga dello
stato di emergenza sono l’aumento dei contagi da
coronavirus». Ma va?
[8 ottobre 2020]
Larga e stretta
Titolo dalla Stampa: «Boom di contagi,
governo in allarme. Conte: “Rigore o ci sarà una
stretta”». Perché, quella appena annunciata che cos’è,
una larga?
[8 ottobre 2020]
Fare e non fare è
tutto un lavorare
Titolo della Verità per l’editoriale del
direttore Maurizio Belpietro: «Conte e soci fanno
ammuina perché non sanno che cosa fare». Beh, ma allora
sanno benissimo che cosa fare: ammuina.
[7 ottobre 2020]
Consecutio
Giacomo Amadori sulla Verità: «Becciu,
secondo i suoi difensori, il denaro dato alla donna
doveva servire per operazioni segrete per la liberazione
di missionari rapiti in Asia a Africa». Tutto chiaro.
[6 ottobre 2020]
Caos calmo
Titolo da Libero: «Caos sulle bollette
elettriche. Nessuno sa come funzionerà». C’è anche un
caos che funziona?
[7 ottobre 2020]
Omicidio derubricato
da cazzata a cavolata
Secondo quanto riferito su Repubblica
dalle inviate Gabriella De Matteis e Brunella Giovara,
il killer Antonio De Marco, che a Lecce ha ucciso due
fidanzati, «alla domanda del pm “Ti rendi conto di aver
fatto una cavolata?”, risponde sì». Prendiamo atto con
sollievo che per i magistrati pugliesi ammazzare due
amici è meno grave che trucidare due genitori. Infatti,
agli interrogativi del perito incaricato di sottoporlo a
perizia psichiatrica, Pietro Maso in carcere replicò con
tono spazientito: «Professore, avrò fatto una cazzata,
ma lei non può venire tutti i giorni».
[1 ottobre 2020]
Giro lungo
Sulla Gazzetta di Mantova, in un inserto
a cura di Antonio Simeoli sul Giro d’Italia 2020, si
legge: «Il record di successi di tappa è di Mario
Cipollini con 41 nel Giro 2003». Un primato che nemmeno
Fausto Coppi e Gino Bartali sarebbero riusciti a
battere, visto che il Giro d’Italia 2003 si concluse
dopo 21 tappe.
[1 ottobre 2020]
Belìn, che sergente
Il Corriere della Sera informa che «la
Bundeswehr, l’esercito federale tedesco, si appresta a
declinare al femminile i suoi gradi gerarchici». Secondo
le prime indiscrezioni, «a una Feldwebel, sergente, ci
si dovrà rivolgere con il termine Feldwebelin». Per
fortuna Genova non si trova in Germania.
[14 settembre 2020]
Colpi di testata
In un italiano alquanto barcollante, Gianni
Gennari racconta su Avvenire che in questa
rubrica me la sono presa con uno scritto di Mariolina
Ceriotti Migliarese apparso sul medesimo quotidiano.
Egli sostiene – parlando di «sfondone» – che lo avrei
presentato «come un servizio (di cronaca)». Falso.
L’aggiunta fra parentesi è di Gennari. Il termine usato
da me era «servizio», senza ulteriori specificazioni.
Orbene, la definizione di «servizio» (Zingarelli
2021) è «incarico particolare conferito a un inviato o
collaboratore di giornale, ente radiofonico, televisivo
e sim.; l’articolo o il reportage preparati in base a
tale incarico» e quella di «articolo» è «scritto che in
un giornale, una rivista, un bollettino e sim. tratta un
determinato argomento». L’argomento trattato
nell’incipit dalla collaboratrice di cui sopra era il
seguente: «Si stanno moltiplicando in modo allarmante
episodi difficili da definire, che segnalano una
situazione di crescente e diffusa erotizzazione dei
nostri bambini. Masturbazione davanti ai/alle compagne,
richiesta di sesso orale, esibizione dei genitali».
Conclude Gennari: «Amico Lorenzetto, cui sono
personalmente anche grato, ma più amico ancora della
realtà delle persone e dei fatti. Stavolta la...
testata, o meglio la capocciata, è toccata a lui». Amico
Gennari, mi sa che a battere in testa sei tu.
Soprattutto dovresti – se non da giornalista, almeno da
ex prete – dire la verità, senza aggiungervi suggestioni
fuorvianti per compiacere il tuo direttore. (Che poi,
anche se avessi scritto «articolo» o «analisi» o
«commento», al posto di «servizio», sarebbe cambiato
qualcosa rispetto al crudo linguaggio usato dal giornale
dei vescovi?).
[8 ottobre 2020]
Traduzioni
Secondo Nicoletta Manzione, corrispondente della
Rai per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi
dalla Francia, il titolo «Tout ça pour ça» con cui Charlie
Hebdo ha commemorato – riproponendo in copertina
le vignette su Maometto – la mattanza in redazione
compiuta nel 2015 da fondamentalisti islamici, significa
«Tutto questo per niente» (Tg1 delle 20). Tutto
questo per questo: 226.551 euro lordi di retribuzione
corrisposti dall’ente radiotelevisivo di Stato a
Manzione nel 2019.
[25 settembre 2020]
Giochiamo al dottore
Il corrispondente da New York, Claudio Pagliara,
parlando del coronavirus che ha colpito Donald Trump,
riferisce nel Tg1 delle 20 che «il presidente
ringrazia dottori e medici». Pneumologi i secondi,
dottori commercialisti i primi?
[3 ottobre 2020]
Il vecchio di 53
anni
Nella sua rubrica settimanale sul Fatto
Quotidiano, Veronica Gentili spiega che Angela
Merkel «è impegnata ad impedire che il vecchio Rutte e i
suoi sodali frugali, in combutta involontaria con
Ungheria e Polonia, impediscano le erogazioni del
Recovery Fund accapigliandosi sullo Stato di diritto».
Mark Rutte, primo ministro dei Paesi Bassi, è nato il 14
febbraio 1967, quindi ha 53 anni. Sembrerebbe più
vecchia Merkel, che ne ha fatti 66 lo scorso 17 luglio.
Gentili insufficiente anche come gerontologa.
[5 ottobre 2020]
Un nuovo quotidiano:
Venire
Attacco di un servizio su Avvenire, a
firma di Mariolina Ceriotti Migliarese: «Si stanno
moltiplicando in modo allarmante episodi difficili da
definire, che segnalano una situazione di crescente e
diffusa erotizzazione dei nostri bambini. Masturbazione
davanti ai/alle compagne, richiesta di sesso orale,
esibizione dei genitali». Attendiamo la modifica della
testata: Venire.
[2 ottobre 2020]
Poco con molto
Brani scelti da un’intervista rilasciata da padre
Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria
per l’economia nominato da papa Francesco, ad Andrea
Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani,
riportata in prima pagina dall’Osservatore Romano:
«Ciò che mi ha colpito di più quando ho conosciuto
meglio la Curia è che si fa molto con poco». «Possiamo
dire che lo fanno con dignità e, relativamente, con
poco». «Mi sembra che la Santa Sede faccia molto con
poco». «Nella Santa Sede ci sono molti Enti che fanno
molto con poco». Chissà perché, allora, il bilancio 2019
della sola Curia (esclusi quindi Governatorato, Ior,
Obolo di San Pietro, Fondo pensioni e fondazioni varie)
è molto in rosso. Di 11 milioni di euro, per la
precisione. Non sarà che la Santa Sede fa poco con
molto?
[2 ottobre 2020]
Meglio gli alberi o
le piante?
Nelle pagine di cronaca milanese, il Corriere
della Sera segnala il seguente appuntamento nel
parco di Villa Reale: «“Chi trova un giardino trova un
tesoro”, gioco per imparare a riconoscere alberi, fiori
e piante». Ma gli alberi non sono piante?
[20 settembre 2020]
Giocare in Borsa
Nelle pagine di economia della Stampa,
Gabriele De Stefani fa parlare Massimiliano Bianco,
amministratore delegato della Iren, società multiservizi
quotata in Borsa, e scrive: «Ma il gruppo conferma un
dividendo in aumento del 2,7% a 9,50 euro per azione».
Bisogna correre a comprare le Iren, considerato che ieri
hanno chiuso a 2,22 euro. L’occhiello del titolo appare
intonato con lo strampalato testo sottostante: «L’ad
bianco lancia il piano da 3,7 miliardi». Connotato
razziale oppure da giovane era iscritto alla Democrazia
cristiana?
[2 ottobre 2020]
È la pioggia che va
Titolo sopra la testata nell’edizione di domenica
del Fatto Quotidiano: «Maltempo, con le prime
pioggie tornano i disastri». Inclusi quelli
grammaticali. (Quando la «i» delle terminazioni «-cia» e
«-gia» è atona, cioè priva di accento, resta nelle forme
plurali solo se «-cia» e «-gia» sono precedute da una
vocale: quindi «camicie». Invece si sopprime se «-cia» e
«-gia» sono precedute da una consonante: quindi
«piogge»).
[4 ottobre 2020]
Acuti mancati
Titolo sopra la testata nell’edizione di lunedì
del Fatto Quotidiano: «Che deve fare uno della
Lega perchè Salvini lo espella?». Errore (ormai consueto
in quel giornale) ripetuto in un titolone a pagina 6:
«“House of Virus” con Trump anzichè Frank: è stata la
Cia?». Si scrive «perché» e «anziché», con l’accento
acuto. A meno di non essere Cinzia Monteverdi,
presidente e amministratore delegato della società
editrice del Fatto, che – come documentato di recente in
questa rubrica – scrive «perchè» e «purchè».
[5 ottobre 2020]
Partito d’azione
Con una piccata articolessa lunga un’intera
pagina del «suo» giornale, Cinzia Monteverdi, presidente
e amministratore delegato della Seif, che pubblica Il
Fatto Quotidiano, replica alle voci raccolte da Dagospia,
secondo le quali Edima srl, socia del quotidiano diretto
da Marco Travaglio, sarebbe intenzionata a cedere le
proprie azioni. Nella replica, Monteverdi scrive
«perchè» con l’accento grave (tre volte) e «purchè»,
ignorando che in tutti e quattro i casi era richiesto
l’accento acuto. Infine conclude: «Ah, dimenticavo: ho
un nuovo titolo-scoop da suggerire a Dagospia: “Il
Fatto si fa distribuire da Berlusconi”. Oppure
“Travaglio fa affari con Berlusconi”. Infatti abbiamo
cambiato società di distribuzione per mia scelta, legata
a motivazioni oggettive: dal 1° ottobre saremo seguiti
da Pressdì, società del gruppo Mondandori». Peccato che
la società in questione si chiami Press-di, con il
trattino e senza accento, e il gruppo Mondadori, senza
la seconda «n». Se Monteverdi sa far di conto come sa
scrivere, non vorremmo essere nei panni dei soci del Fatto.
[30 settembre 2020]
Obolo ateo
«Che valga ancora e sempre la pena contribuire
con le proprie donazioni all’Obolo di San Pietro, al
quale andranno le offerte raccolte in chiesa domenica
prossima, in occasione della Giornata per la carità del
Papa»? Secondo Matteo Liut, che firma l’editoriale di
apertura sulla prima pagina di Avvenire, «in
questi giorni “scandalosi”» se lo stanno chiedendo «in
molti, anche tra i credenti». Ché gli atei, com’è noto,
sono sempre stati in prima fila nel versare l’Obolo di
San Pietro.
[1 ottobre 2020]
Congedo ateo
A proposito di non credenti. Tutti i vignettisti,
dal compagno Vauro sul Fatto Quotidiano a Dario
Campagna (primo premio nel 2017 al concorso «Il diavolo
veste Uaar» dell’Unione degli atei e degli agnostici
razionalisti) sul Domani, salutano il creatore
di Mafalda, morto in Argentina, con un surreale «Ciao
Quino». Ma se non può sentirvi, che glielo dite a fare?
[1 ottobre 2020]
Attendibili al 100
per cento
Ecco gli azionisti di Atlantia secondo un grafico
pubblicato da Repubblica nelle pagine di
economia: flottante 50,67 per cento; Sintonia (Edizione)
30,25; Fondazione Cassa di risparmio di Torino 50,67;
Gic Pte. Ldt. 8,9; azioni proprie 0,94; Hsbc Holdings
Plc 5,01. Totale delle azioni: 146,44 per cento.
Allegria! Da notare che il 50,67 del flottante occupa la
metà del diagramma a torta, il 30,25 di Sintonia un
quarto abbondante e il 50,67 della Fondazione Cassa di
risparmio di Torino è rappresentato con una fettina
larga quanto il 5,01 di Hsbc Holdings Plc. La famosa
ciliegina sulla torta.
[27 settembre 2020]
Latinorum quotidiano
«Don Angelo nelle secrete stanze di Santa Marta
lo rende edotto delle norme, delle traditio dei
canonici romani, gli parlerà anche dei buoni uffici con
il mondo cattolico italiano», scrive Nina Fabrizio sul Quotidiano
Nazionale, immaginando il rapporto del cardinale
Becciu con papa Francesco. Ma la giornalista inciampa
nella sua stessa prosa ricercata che ignora crassamente
il latino: il plurale di traditio è traditiones.
[25 settembre 2020]
I coetanei di 33 e
30 anni
Attacco di un servizio sul Corriere della
Sera, a firma di Carlo Vulpio: «Due ragazzi per
bene. Due ragazzi educati. Due coetanei – 33 anni
Daniele e 30 Eleonora – che si volevano bene». La famosa
fascia (elastica) di età.
Tutta colpa delle
stelle
Nel suo consueto editoriale su Repubblica,
il fondatore Eugenio Scalfari così conclude: «Questo
ennesimo episodio della storia dell’umanità ci conferma
che le svolte di tipo universale sono in pieno corso. Ne
abbiamo qui citate alcune. La nostra stella, il Sole,
sta tremolando. Il suo tremolio aumenterà giorno per
giorno e millennio per millennio fino a quando uscirà di
scena in un inferno stellare che fa parte dell’universo
inconoscibile». Frequentando troppo il Papa, è diventato
don Ferrante.
[27 settembre 2020]
Chiaro come il sole
Didascalia dal sito della Stampa: «Un
gruppo di ospiti di un dormitorio vaticano in Roma
accompagnati in spiaggia dal cardinale Krajewski (quinto
da sinistra, con gli occhiali da sole) per conto del
Papa». Degli 11 uomini che compaiono nella fotografia
scattata al mare, solo uno porta gli occhiali da sole ed
è quinto da sinistra. Che sia il cardinale Krajewski?
[30 agosto 2020]
Brani scelti sul caso Becciu/1
Brani scelti sul caso Becciu dal sito del Domani,
a firma di Emiliano Fittipaldi, vicedirettore del nuovo
quotidiano di Carlo De Benedetti: «Che riguardano anche
il possibile l’ingresso nel prossimo conclave».
«L’affare avrebbe non solo causato uno enorme sperpero
di denaro». «In particolare su somme ingenti che
sarebbero partiti dalla Segreteria di Stato». Fittipaldi
è stato l’unico a parlare con il cardinale appena
silurato da papa Francesco. Però sul giornale
dell’indomani, trattandosi del Domani, nessuno
ha potuto leggere questa intervista esclusiva. Meno
male.
[25 settembre 2020]
Brani scelti sul
caso Becciu/2
Brani scelti sul caso Becciu dal sito di Repubblica:
«È un pò strana la cosa, in altri momenti mi ero trovato
a parlare di altre cose, non di me, mi sento un pò
stralunato». Bei tempi quando la redazione dell’Espresso,
dai cui lombi nacque Repubblica, era in via Po,
senza accento.
[25 settembre 2020]
Brani scelti sul
caso Becciu/3
Brani scelti sul caso Becciu dalla Verità,
a firma del direttore Maurizio Belpietro: «Oltre Tevere,
pare che siano volati gli zucchetti in aggiunta alle
sottane. E i volti di alcuni monsignori siano diventati
paonazzi quanto il copricapo cardinalizio». Il galèro
(copricapo cardinalizio) è di panno rosso. Sono gli
abiti dei vescovi a essere di colore paonazzo.
[26 settembre 2020]
Brani scelti sul
caso Becciu/4
Brani scelti sul caso Becciu da Repubblica:
«“Mala gestione e danni da investimenti finanziari
altamente onerosi”: l’accusa travolge nel 2013 il
direttore generale dello Ior Paolo Cipriani (foto)».
Peccato che la foto ritragga l’allora presidente dello
Ior, Ettore Gotti Tedeschi.
[28 settembre 2020]
Quattro mani di
seconda mano
«L’anno prossimo si comincerà a vedere l’effetto
sul bilancio delle garanzie bancarie», scrivono Wanda
Marra e Marco Palombi sul Fatto Quotidiano.
Esiste un bilancio delle garanzie bancarie? Oppure le
garanzie bancarie hanno un effetto? Parrebbe più
plausibile la seconda. Ma allora perché non scrivere
«l’effetto delle garanzie bancarie sul bilancio»? A
quattro mani non dovrebbe essere difficile.
[25 settembre 2020]
Mi avvicino da
lontano
Giovanni Bernardi sul Corriere della Sera
parla della rivincita di Mattia Palazzi, che rimane
primo cittadino di Mantova con il 70 per cento dei voti:
«Dopo lo scandalo di tre anni fa, che aveva visto
Palazzi al centro di un’inchiesta giudiziaria per
presunte molestie, il sindaco del Pd si conferma alla
guida della città rimanendo in sella senza che nessuno
dei suoi sfidanti gli si avvicini nemmeno lontanamente».
«Miei cari amici vicini e lontani», avrebbe commentato
Nunzio Filogamo.
[23 settembre 2020]
Il moto farmaco
Dalla Stampa: «Il più grande centro del
Piemonte per le interruzioni volontarie di gravidanza si
trova a Torino. Ospedale Sant’Anna, 3 mila aborti
eseguiti ogni anno, la metà di quelli praticati in tutto
il Piemonte». Il reportage parla dell’antiprogestinico
RU-486 utilizzato per l’interruzione volontaria della
gravidanza. Il sommario a corredo del pezzo recita
(testuale): «Il medico Viale: “Il farmaco è moto meglio
dell’intervento chirurgico”». Aborto e ginnastica.
[17 settembre 2020]
Spala, spala
Il Fatto Quotidiano titola così un
editoriale del sostituto procuratore Francesco De Falco:
«Noi, magistrati spalatori rompiamo ora il silenzio».
Poiché di norma si spalano la neve e il grano, ma anche
il letame e la merda, forse era meglio ricorrere a un
aggettivo diverso.
[25 settembre 2020]
Suo proprio
Dal Foglio: «1,5 miliardi in dollari,
l’ammontare del prestito che, in occasione dell’incontro
di Sochi, Putin concede a Lukashenka per consentirgli di
mantenere a galla il proprio regime». A parte che la
grafia corretta è Lukashenko, non sempre «suo» e
«proprio» sono sinonimi. In questo caso, essendo Putin
il soggetto della frase, quel «proprio» può riferirsi
solo a lui. Quindi l’esatto opposto di quanto l’anonimo
estensore voleva dire.
[21 settembre 2020]
Disordine degli
elementi
Nella sua rubrica settimanale Facce di casta,
pubblicata dal Fatto Quotidiano, Veronica
Gentili riesce ancora una volta a dare prova di scarsa
dimestichezza con la lingua scritta, parlando di «una
misura utilizzata per sbarcare il lunario da 1 milione
304mila famiglie». L’ordine degli elementi della
struttura sintattica doveva essere questo: «Una misura
utilizzata da 1 milione 304 mila famiglie per sbarcare
il lunario». Parlare a braccio in tv le fa male.
[24 settembre 2020]
Pollice verso
Presentando sul dorso romano del Corriere
della Sera una serie televisiva sui primi
cristiani, Ester Palma, volendo esibire un inesistente
latino, incorre in un maccheronico errore perché ricorda
il martirio di sant’Ignazio di Antiochia condannato «ad
belves» nell’attuale Colosseo. Anche se in latino esiste
«beluas» (ma allora avrebbe dovuto scrivere «ad
beluas»), la condanna era «ad bestias», come insegna
Cicerone e come gridava la folla assetata di sangue.
Dunque, pollice verso! (In materia, è famosa la frase
«Quos Deus non damnavit ad bestias, damnavit ad pueros»,
quelli che Dio non condannò a essere divorati dalle
belve del circo, li condannò a occuparsi dei ragazzi. La
citazione viene di solito attribuita a Tertulliano,
talvolta con l’indicazione dell’opera in cui sarebbe
contenuta, Martyrion, che tuttavia non risulta
fra quelle scritte dall’apologeta cristiano).
[19 settembre 2020]
Via Poi
Dalla Stampa. Titolo di apertura della
pagina 2: «Conte sposta l’asse del governo a sinistra.
“Via i decreti sicurezza, poi lo ius soli”». Titolo di
apertura della pagina 3: «“Ora via le leggi di Salvini.
Poi discuteremo del resto”». Pronti? Via! Poi si vedrà.
[23 settembre 2020]
Sommario poco
espressivo
Sommario dell’Espresso per l’editoriale
del direttore Marco Damilano: «L’Italia torna alle urne
per le regionali e il referendum. Ma con il paese
tragico e violento c’è un vuoto che la politica non
prova neppure a colmare». La seconda frase appare
esoterica. Se «con il» paese c’è un vuoto, senza il
paese che cosa ci sarà? Il pieno? Forse bastava scrivere
«nel paese tragico e violento c’è un vuoto». Forse.
[20 settembre 2020]
Promosso sul campo
«Il cardinale Viganò ha indetto una novena di 54
giorni per propiziare la rielezione di Trump. Viganò
pensa che il Covid è Dio che ci punisce e che sia in
atto una cospirazione massonica mondiale per favorire un
nuovo ordine basato su omosessualità, aborto, eutanasia.
Capo della congiura, papa Francesco, l’“Anticristo
dell’Apocalisse”», scrive Anteprima, citando la
rubrica Il chierico vagante di Fabrizio
D’Esposito sul Fatto Quotidiano. Riassunto
erroneo. Monsignor Carlo Maria Viganò non è cardinale
bensì arcivescovo, come correttamente riportato da
D’Esposito.
[14 settembre 2020]
Cabezones
Un dipinto di strada apparso sui Navigli a
Milano, in cui il premier Giuseppe Conte veste i panni
di Giulio Cesare e finisce accoltellato da Matteo
Salvini e Matteo Renzi, viene presentato in un titolo di
Libero come «murales». Siamo alle solite:
«murales» è il plurale spagnolo di «mural» e non si può
usare riferito a un singolo dipinto. O si scrive
«mural», in spagnolo, oppure «murale», in italiano.
Sapendo l’italiano.
[21 settembre 2020]
Zingaretti guarda a
Zingaretti
Immagini dal Domani. Pagina 2: Nicola
Zingaretti con la mascherina. Pagina 3: Nicola
Zingaretti senza mascherina (e anche, per pudore, senza
nome nella didascalia), che guarda Nicola Zingaretti a
pagina 2. Ricordano un famoso racconto di Gandolin
(alias Luigi Arnaldo Vassallo), che 140 anni fa – quindi
ieri, non domani – fondò Il Capitan Fracassa,
giornale satirico-letterario: la fidanzata spediva un
suo ritratto in cui teneva in mano la foto del
fidanzato, lui ricambiava facendosi immortalare mentre
esibiva l’immagine dell’amata, la quale a sua volta
metteva in mostra la faccia del promesso sposo, il
quale... E così via. Che ridere.
[23 settembre 2020]
Nunzia De Girolamo a
caccia di lucciole
Dopo essersi cimentata nel ballo in tv, Nunzia De
Girolamo si esibisce nella narrativa sulla Stampa.
L’ex ministro delle Politiche agricole scrive: «Caro
direttore, era un’estate calda, passata tra le campagne
sannite e la città capoluogo a rincorrere le lucciole
all’imbrunire». Né lei né il direttore né chi ha messo
in pagina l’articolo si sono accorti che le lucciole
sono visibili soltanto quando l’imbrunire si è concluso,
cioè con il buio. Che in redazione dev’essere pesto. In
particolare, De Girolamo da ministro non ha frequentato
con profitto i campi.
[19 settembre 2020]
Ricette liguri
rivisitate
Daniela Ranieri sul Fatto Quotidiano
c’informa che «su La7 l’inviato di Mentana e il
ri-presidente Toti trangugiano in piedi dei panzotti su
un terrazzo». I pansotti e la salsa di noci si rivoltano
nel piatto.
[23 settembre 2020]
Scusate se parlo di
me
La Stampa dedica un editoriale al
sacrificio di don Roberto Malgesini, brutalmente ucciso
a Como da un immigrato tunisino irregolare. Ecco alcuni
passaggi: «Ieri l’elemosiniere pontificio ha portato in
regalo un rosario inviato appositamente da Papa
Francesco». «Una coroncina del tutto particolare, di
perla, l’elemosiniere don Konrad l’ha consegnata
personalmente e in forma privata, trasferendosi a
Regoledo di Cosio, alla mamma e al papà di don Roberto».
«Don Konrad ha baciato le mani della mamma a nome del
Papa». «L’elemosiniere ha portato il saluto e
l’abbraccio fraterno del Santo Padre». «Se non si
presenterà nessuno, andrà l’elemosiniere». Il «don
Konrad» in questione è il cardinale Konrad Krajewski,
elemosiniere del Papa. L’articolo era firmato da Konrad
Krajewski. O si trattava di un omonimo oppure
dell’elemosiniere che parlava di sé in terza persona
come Giulio Cesare.
[20 settembre 2020]
Sostantivo,
aggettivo, verbo: tre errori in uno
«È di questi giorni la notizia che l’Antitrust ha
comminato a Poste italiane una megamulta salatissima»,
scrive Luciano Quarta sulla Verità. Primo: se è
salatissima, è di sicuro mega. Secondo: le sanzioni si
irrogano. Sono i codici che le comminano per i
trasgressori.
[21 settembre 2020]
È arrivato Elkann
Molinari
Pare che La Repubblica, secondo quanto
scrive Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano,
sia «in calo di copie da quando è arrivato il nuovo
padrone, la Fca di John Elkann, e il nuovo direttore
Maurizio Molinari». Dal verbo al singolare si deve
dedurre che Elkann e Molinari sono quasi come la
Santissima Trinità: due persone e una sola sostanza.
[4 settembre 2020]
La Vecchia Signoa
Il supplemento Beauty del Corriere
della Sera dedica un servizio ai (quasi) 110 anni
della Nivea. Il titolo recita: «La signoa delle creme
punta sulla trasparenza». O la ricavano dalla quinoa
oppure alla signora manca una «r».
[23 settembre 2020]
Problema risolto
Dalla Libertà: «Aumentano i contagiati ma
con i test raddoppiati». Beh, ma allora che cosa si
aspetta a dimezzare o ad azzerare i tamponi? Salvo
intese.
[9 settembre 2020]
Links puri
Don Fortunato Di Noto in un’intervista a Libero
rivela che la sua associazione Meter Onlus «ha
denunciato a diverse polizie nel mondo, anche quella
italiana, dal 2003 al 2019 l’attivazione di 174.731
links puri di pedopornografia». Chissà quelli depravati.
[4 settembre 2020]
Natale ebraico
Il Fatto Quotidiano, nelle pagine degli
esteri, scrive: «Da venerdì – che inaugura in Israele il
periodo natalizio con la festa di Rosh Hashana –
inizieranno tre settimane di lockdown». Errore
marchiano, ripetuto anche nel titolo: «Il Covid dilaga,
gli ultraortodossi non intendono rinunciare al loro
stile di vita e alle cerimonie del Natale». Quando mai
si sono visti ebrei che festeggiano la nascita di Gesù
Cristo? Infatti per loro Rosh Hashana è il capodanno
religioso, non certo il Natale. A questo in genere viene
accostata, anche per la vicinanza nel calendario, la
festa di Hanukkah, ricorrenza religiosa che commemora la
riconsacrazione del tempio di Gerusalemme da parte di
Giuda Maccabeo, dopo la profanazione a opera del re
siriano Antioco IV (164 a.C.). La festa si celebra in
dicembre e dura otto giorni, durante i quali vengono
accese progressivamente le luci di una lampada.
[16 settembre 2020]
Bollettino
meteorologico
Titoli dalla sezione culturale della Stampa.
Pagina 23: «Bufera sul Festival della Bellezza». Pagina
25: «È bufera sulla rivoluzione agli Oscar». Previsioni
per domani: uragani sparsi.
[10 settembre 2020]
Stretta sinistra
Il Tempo pubblica in prima pagina una
delle deliziose fotovignette di Oshø. Vi si vede Donald
Trump che dice a Francesco: «Vedi de ’n fa troppo ’o
splendido coi cinesi». Risposta del Papa: «Perché sennò
che fai? Famme capì» («perchè», con l’accento sbagliato,
nell’originale). Peccato che l’immagine sia stata
capovolta orizzontalmente da Oshø per consentire a Trump
di parlare per primo. Infatti i due si stringono la mano
sinistra. Un evento lunare.
[21 settembre 2020]
Covid da Bonafede
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano:
«Quei detenuti non sono stati scarcerati e spediti ai
domiciliari a causa (o con la scusa) del Covid da
Bonafede». Svelata l’eziologia del virus: l’untore è il
ministro della Giustizia.
[4 settembre 2020]
Bibitaro per sempre
Libero parla di Luigi Di Maio alla fiera
Cibus di Parma, «dove il ministro degli Interni è
apparso interessatissimo al settore bevande da asporto».
Avendo fatto il bibitaro allo stadio San Paolo di
Napoli, non c’è da meravigliarsi. Ma non bastava averlo
come ministro degli Esteri?
[10 settembre 2020]
Morti gravi
Silvana De Mari sulla Verità: «La
sessualità è magnifica ma anche terribile, non è un
giocattolo: può spezzare le anime, uccidere i corpi, può
fare morti e feriti e sono morti e feriti gravi». I
morti gravi sono quelli che non risuscitano?
[7 settembre 2020]
Non è l’ora che Pia
A un secolo e mezzo dalla Breccia di Porta Pia
(20 settembre 1870), tutta la stampa italiana ha
ricordato l’anniversario, compreso Avvenire. Il
quotidiano dei vescovi gli ha dedicato due pagine, nelle
quali Carlo Cardia cita un’intervista a Giovanni Maria
Vian ma sbaglia il nome dell’ex direttore dell’Osservatore
Romano, che assimila al proprio e trasforma in
Gian Carlo. Sempre meglio del giornale vaticano ora
diretto da Andrea Monda, che ha ignorato completamente
l’anniversario. È l’ora che Pia, però mica tanto.
[20 settembre 2020]
Altri mondi
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «Per
chi ci vede lo zampino di Confindustria, il progetto
sarebbe più ampio, per una modifica totale del quadro:
puntare da una parte su Bonaccini, dall’altra su Luca
Zaia, governatore del Veneto, ben più moderato e
convincente per alcuni mondi di Salvini». In quanti e
quali mondi vivrà Salvini?
[15 settembre 2020]
Occhi posteriori
Attacco di un servizio di cronaca sull’Arena,
firmato da Fabiana Marcolini: «Il portellone della nave
che si chiude alle spalle resta impresso nei suoi occhi,
come l’ultima immagine prima di una tragedia». Quindi ha
gli occhi sulla nuca?
[15 settembre 2020]
Il Domani
ignora l’ieri
Sul primo numero di Domani, in un
articolo che voleva anticipare la prossima enciclica di
papa Francesco, Alberto Melloni sbaglia la data dell’Humanae
vitae di Paolo VI, che è del 1968 e non del 1969.
Invece Marcello Veneziani su Panorama colloca
l’assalto alla salma di Pio IX nel 1878, mentre avvenne
nel 1881. Uno storico e un giornalista molto datati.
[15 settembre 2020]
Grandi novità: il
Papa non è pazzo
Titolo di apertura in prima pagina sulla Verità:
«Ci è cascato anche il Papa. Non è pazzo, è
clandestino». Meno male. Così chi ha dato del pazzo a
Francesco non andrà all’inferno.
[17 settembre 2020]
Ci siamo persi
qualcosa?
Conclusione della rubrica Il taccuino, a
firma di Marcello Sorgi, sulla Stampa: «Ma
l’affollamento nel campo sportivo di Paliano, il paese
vicino a Colleferro dove Willy viveva con la sua
famiglia, specie quello del governo, in mancanza di
provvedimenti o iniziative concrete, si presti al
rischio di far pensare che anche la morte del ragazzo
sarà presto dimenticata, dopo essere entrata nel
tritatutto della campagna elettorale». Io era tra color
che son sospesi.
[13 settembre 2020]
Due passi nel
delirio
Titoli dalla prima pagina del Giornale:
«Caso Willy, delirio della Ferragni: è colpa della
cultura fascista». «Delirio politicamente corretto.
Vietato fare un film da Oscar senza neri, gay, lesbiche
e disabili». Due passi nel delirio (nel film erano tre).
[10 settembre 2020]
L’avvenire della
grammatica
Titolo a tutta pagina su Avvenire:
«Studenti fuori sede, casa cercasi». Cercansi assistenti
di redazione per la grammatica.
[11 settembre 2020]
Battute fulminanti
Maddalena Guiotto racconta sulla Verità
l’uscita di Silvio Berlusconi dall’ospedale San Raffaele
dopo un ricovero di 11 giorni per Covid-19: «Si è
concesso alla stampa dichiarando che “è stata la prova
più pericolosa della mia vita”, aggiungendo
l’immancabile battuta: “anche stavolta l’ho scampata
bella”». Che battuta sarebbe? Scampare significa «uscire
salvo, illeso, da un male, un grave pericolo» (Zingarelli
2021). È scampato alla morte, non a un’olgettina.
[15 settembre 2020]
Abbandonando chi?
Didascalia dal Corriere della Sera: «I
due poeti “maledetti” francesi Paul Verlaine (1844-96),
a sinistra, e Arthur Rimbaud (1854-1891) si incontrano a
Parigi nel 1871: Verlaine è sposato, ma il legame tra i
due diventa così forte, nelle effusioni come nelle liti,
che non esiterà a seguire l’amico nei suoi viaggi,
abbandonandola». Parigi? La moglie? L’eterosessualità?
Va’ a saperlo.
[13 settembre 2020]
Quel mitra va come
un missile
Titolo da Libero: «La storia dei due
sommergibili che cambiarono tre bandiere. Sui mezzi
della marina lo scudo sabaudo, la svastica e poi il Sol
Levante. Il 22 agosto del 1945 un loro missile abbatté
l’ultimo aereo americano». Il testo sottostante
chiarisce: «L’equipaggio italiano del Cappellini (o del
Torelli, secondo altre fonti) con la mitragliera Breda
da 13,2 mm, tirò giù un bombardiere Usa B-25
“Mitchell”». Le mitragliate sono diventate missilate.
[22 agosto 2020]
Caparra mobiliere
incluso
Titolo dalla Verità: «Litigio per la
caparra col mobiliere. I rom gli sequestrano i bambini».
È stata introdotta una nuova forma di caparra che
include i mobilieri? No? Allora bastava scrivere
«Litigio col mobiliere per la caparra».
[16 settembre 2020]
Il Domani dell’altro
ieri
Il Domani pare un giornale di ieri, anzi
dell’altro ieri. Nel mondo dell’auto, il periodo di
osservazione per un nuovo assicurato è di 10 mesi. Per
il nuovo quotidiano di Carlo De Benedetti basta un
giorno. Risulta l’unico venduto online con tariffa da
stallo Easy park: la prima classe di abbonamento è «24
ore: 1 euro». Quindi mi limiterò a sostare sul Domani
dell’altro ieri, ché il numero successivo al primo mi è
sembrato pure peggio.
Nonostante il prezzo d’attacco, e senza voler essere
menagrami, è difficile che il Domani possa avere
un domani in edicola. A meno che l’ex editore di Repubblica
non ci pompi dentro tutti i quattrini che ha messo da
parte, pur di evitare una figura barbina a fine
carriera. Conoscendolo, l’evento è da considerarsi
probabile quanto la glaciazione della Death Valley.
Il Domani dell’altro ieri si qualificava per il
titolo in apertura di pagina 2: «Mascherine e precari.
La scuola riapre tra nuove regole e vecchi problemi».
Avrebbe potuto vergarlo Giovanni Spadolini quand’era
direttore del Corriere della Sera, perciò fra il
1968 e il 1972. L’altro ieri, appunto, non domani. È
l’archetipo del titolo che non dice nulla, citatomi una
sera a cena da Paolo Mieli: «L’agricoltura fra ieri,
oggi e domani». Fa il paio con una frase che figura
nell’armamentario di qualsiasi politico bollito,
suggeritami da Paolo Pillitteri: «Molto è stato fatto ma
molto resta ancora da fare». E stiamo parlando del
titolo portante, che riguardava l’unico argomento di
giornata presente in prima pagina. Figurarsi il resto.
Non che la vetrina del Domani si differenziasse
molto da pagina 2. Il direttore, l’esordiente Stefano
Feltri, ha dato al suo editoriale il seguente titolo:
«L’inizio. Un giornale nuovo per un futuro tutto da
scrivere». Di solito si parla di inizio della fine,
anche qui senza voler essere iettatori. Che poi il
futuro sia tutto da scrivere è un’intuizione davvero
copernicana. La seconda riga del titolo non aveva senso
compiuto, andava a capo dopo la preposizione «per».
Comodo, ma orrendo. Non lo fa nessuno che si rispetti,
nei giornali. Qualcuno che cominciasse ci voleva.
Il secondo (e ultimo) titolo della prima pagina recava
un occhiello in linea con il «giornale nuovo» del
direttore – «Di nuovo in classe» – ed era anche questo
deliziosamente spadoliniano: «“Ripartiamo senza
dimenticare”. Il virus non ha fermato la scuola». Il
sommario precisava che a parlare fra virgolette era «il
dirigente di un istituto di Bergamo». Firmava il
servizio Francesco Fadigati, da Calcinate, ma solo dalla
lettura del pezzo potevi arguire che si trattava del
predetto dirigente. L’attacco era folgorante, quasi
buzzatiano: «Ieri mattina davanti all’atrio della scuola
c’era un arco di palloncini colorati». Degno di nota,
sempre nel primo capoverso, anche il fatto che le
maestre fossero «stanche» ma «sorridenti». Mia moglie,
maestra per 40 anni, mi ha giustamente ricordato che
pure lei tornava «stanca ma felice» dalle gite
domenicali con i genitori e lo scriveva nel tema del
lunedì, non sul Domani. In seconda elementare,
però.
Escludendo due colonnine di brevi e cinque lettere
(svelti, i lettori di Domani), l’avveniristico
quotidiano presentava in tutto altri 17 titoli, anche
qui senza voler essere uccelli del malaugurio. Tutta
roba forte, comunque: «Mancano insegnanti di sostegno,
il Covid rallenta la didattica»; «Le temperature record
innescano gli incendi che bruciano l’America»; «La nuova
enciclica di Francesco nata dal dialogo con l’islam e
dal Covid»; «Con destra e sinistra non capiamo i 5
Stelle e neppure i nuovi verdi».
Osservazione tecnica: il Domani misura 41,5
centimetri in altezza e 30 in larghezza. Quindi fanno
1.245 centimetri quadrati a pagina. Le firme sotto i
titoli galleggiano in uno spazio bianco alto 3
centimetri. Nel primo numero, quelle di Giorgio Meletti,
Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian (articolo a
quattro mani), Igiaba Scego, Alberto Melloni, Arianna
Farinelli, Gianrico Carofiglio, Jonathan Bazzi e Daniele
Mencarelli erano distese su 6 colonne, cioè a tutta
pagina. Pertanto ciascuna firma occupava 90 centimetri
quadrati. In totale sono stati sprecati 720 centimetri
quadrati per 8 firme. Aggiungendo le altre, si arrivava
a un’area pari a poco meno di una pagina.
All’esordio il Domani di pagine ne aveva 20 (già
calate a 16 il secondo giorno). Tolte le 5 e mezza di
pubblicità, ne restavano da leggere 14 e mezza. Tolte le
firme, 13 e mezza. Tutti autori di peso, per carità, e
ora anche di superficie. Ma De Benedetti non faceva
prima a spedirci un fax?
[17 settembre 2020]
La casta dell’errore
Il Fatto Quotidiano si è nuovamente
dimenticato di correggere Facce di casta, la
rubrica settimanale di Veronica Gentili. Le conseguenze
sull’ultima puntata sono le seguenti. 1) «Ha visto
aprirsi una discussione che si è s polarizzata», e qui
siamo al refuso, perdonabile. 2) «Il garbo di Crosetto e
la sua capacità di dialogare costruttivamente con chi la
pensa in maniera diversa, ci ricordano come la
divergenza di opinioni possa davvero essere un valore
aggiunto», con un’imperdonabile virgola posta a separare
i soggetti dal verbo. 3) «Viene spontaneo chiedersi
quanto l’attitudine riduzionista (che il termine
“negazionista” suscita troppe polemiche) del presidente
abbia portato buona parte della collettività a
sottovalutare la questione», un errore da matita blu,
giacché quella congiunzione andava scritta con l’accetto
acuto, «ché», non essendo pronome bensì aferesi di
«perché».
[14 settembre 2020]
L’uomo è una bestia
Titolo dalla Stampa: «Il genocidio degli
animali. Così l’uomo ha eliminato gorilla, pesci e
pappagalli». Poiché genocidio significa «distruzione
metodica di un gruppo nazionale, etnico, razziale o
religioso» (Zingarelli 2021), prendiamo atto che
per il laicissimo quotidiano sabaudo gli animali sono
equiparati agli essere umani e coltivano i valori dello
spirito.
[11 settembre 2020]
Tabulati rasi
In un servizio sulla cena romana tra i vertici
della Lega, presente Matteo Salvini, e uno dei
commercialisti arrestati a Milano, Davide Milosa
ipotizza sul Fatto Quotidiano che il dialogo
compromettente sia stato intercettato con un trojan
(virus annidato in un programma di un cellulare) e
scrive: «La cena, stando alle indagini, si svolge tra il
24 e il 26 maggio». E più avanti aggiunge: «Il racconto
della cena emerge, a quanto risulta al Fatto,
dalle intercettazioni e dall’analisi dei tabulati».
Com’è possibile che dalle intercettazioni e dall’analisi
dei tabulati non emerga anche uno straccio di data per
capire se la cena si svolse il 24, il 25 o il 26 maggio?
[12 settembre 2020]
Ultime notizie
«Se appartenete alla tradizione religiosa
giudaico-cristiana, è il nome di Bene e Male, Inferno e
Paradiso. I Novissimi», scrive sul Foglio il
vicedirettore ciellino Maurizio Crippa, sfoggiando i
suoi ricordi teologici. Ma ricorda male perché le
quattro realtà «ultime» – questo è il significato di
«novissimi» – sono Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.
[12 settembre 2020]
Obbligo di maiuscola
«Prototipo di un cabinet de curiosités, la sua
raccolta spaziava dai marmi barocchi del Bernini ai
dipinti di Hayez e Ligabue, dai mobili del Settecento
alla sua Jaguar E-Type che ancora oggi luccica
all’ingresso del percorso come emblema di una
wunderkammer frequentata dagli amici di una vita».
Chiara Gatti ricorda sulla Repubblica il
raffinato editore Franco Maria Ricci, ma scrive il
sostantivo tedesco con la minuscola, mentre è
obbligatoria la maiuscola (e anche Anteprima
sbaglia un accento riproducendo erroneamente
«curiositès»).
[11 settembre 2020]
Accenti speciali
Massimo Gramellini sul Corriere della Sera
scrive dell’esame di lingua italiana a cui «sta per
sottoporsi» un calciatore uruguaiano, «il grande Luis
Suarez» (più avanti ne ripete, identico, il cognome). In
realtà avrebbe dovuto scrivere Suárez. Il sapido
corsivista viene esonerato dall’esame di lingua
spagnola, con la seguente attenuante generica: il 99,99
per cento dei giornalisti italiani manco sa che esista
una «á» (così come la «í» del País) e il restante 0,01
non saprebbe come digitarla (Alt + 0225 sul tastierino
alfanumerico del computer, Alt + 0237 per ottenere la
«í»).
[12 settembre 2020]
Aridaje!
Sempre a proposito di accenti. Titolo a tutta
pagina dal Fatto Quotidiano, abbonato a questo
genere di svarioni: «Covid meno letale: Galli e
Zangrillo litigano sul perchè». Eppure la «é» con
l’accento acuto sta sullo stesso tasto della «è» con
l’accento grave. Aggravante specifica: il quotidiano si
pubblica in Italia, non in Uruguay.
[12 settembre 2020]
Al di là
dell’aldiquà
Sulla Verità, in un dialogo a tratti
surreale con Stefano Andreotti («Non gli interessava il
potere in quanto tale», dice il figlio del Divo Giulio),
Maurizio Caverzan scrive «aldilà della qualità dei
singoli esponenti». Va bene che l’argomento era Belzebù,
ma non bisogna confondere l’aldilà, sostantivo, con la
locuzione prepositiva «al di là» (senza contare che il
diavolo opera anche nell’aldiquà, non solo nell’aldilà).
[12 settembre 2020]
Funamboli
Titolo d’apertura sulla prima pagina di Avvenire:
«Il lavoro agile cerca un nuovo equilibrio». Tutti
assunti al circo Togni.
[11 settembre 2020]
L’amante in ritardo
Sull’ultimo numero di Tuttolibri della Stampa,
il romanzo L’amante di Lady Chatterley viene
così presentato: «L’opera, scritta in Toscana tra il
1925 e il 1928, fu messa al bando in tutta Europa per
oscenità e pubblicata solo nel 1960». Errore pacchiano.
L’amante di Lady Chatterley, pubblicato per la
prima volta nel 1928 in lingua originale, apparve in
italiano nel 1945, quindi 15 anni prima rispetto a
quanto asserito da Tuttolibri. Recava
l’introduzione di Aldous Huxley. L’editore era Donatello
De Luigi di Roma, il traduttore Manlio Lo Vecchio Musti.
[5 settembre 2020]
Stecche nel coro
Mario Giordano su Rete 4 parla della malattia di
Silvio Berlusconi e della crudele dichiarazione («È
stato un grande imbroglione») rilasciata da Carlo De
Benedetti quando il Cavaliere è finito in ospedale.
Giordano spiega che a Berlusconi «è arrivato l’affetto,
i saluti di tantissime persone, l’applauso del
Parlamento, tantissimi avversari politici che gli han
dato riconoscimenti, però, ecco, nel coro c’è la nota
stonata». Titolo della trasmissione di Giordano: Fuori
dal coro. Di che si scandalizza?
[8 settembre 2020]
Colpo d’aria
Da Libero: «Turista muore in escursione
subacquea. La donna sembrava a corto di ossigeno e gli
amici le hanno passato i loro erogatori ma la situazione
non si è normalizzata». Era il minimo che le potesse
accadere, considerato che la Royal Navy considera
pericoloso respirare ossigeno puro quando viene superata
una profondità di 7,6 metri. Infatti i sub normali
(absit iniuria verbis) utilizzano bombole di aria
compressa respirabile, non di ossigeno.
[20 agosto 2020]
Ti adesco
adescandoti
Fabio Amendolara sulla Verità: «Ma non è
l’unico marocchino che ieri si è ritrovato un’accusa per
reati sessuali. A Crema un trentenne residente a
Castellone, paesone di 10.000 abitanti alle porte di
Cremona, con regolare permesso di soggiorno, è indagato
per aver cercato di adescare una minorenne (12 anni),
cercando di adescarla in pieno centro». A parte che il
Comune è Castelleone, cercare di adescare cercando di
adescare dev’essere una nuova fattispecie di reato.
[10 settembre 2020]
Api troppo operose
Flash dell’Agi (Agenzia Italia): «Quattro milioni
di api morte tra Brescia e Cremona, sul fenomeno indaga
la Forestale». La notizia specifica che «la provincia di
Brescia conta circa 119 imprese, per un totale di circa
30.000 alveari, custoditi da oltre 1.000 appassionati,
che producono oltre 300.000 tonnellate di miele,
propoli, cera e derivati». Tenuto conto che da un
alveare si ricavano dai 20 ai 40 chili di miele
all’anno, nella migliore delle ipotesi il raccolto
sarebbe stato di 1,2 milioni di chili, pari a 1.200
tonnellate. Cioè 250 volte meno del quantitativo
riferito dall’Agi.
[12 agosto 2020]
A Silvio
Titolo d’apertura del Giornale: «Silvio
risorge». Bisunto del Signore.
[9 settembre 2020]
Così è (se vi pare)
Titoli da un’unica edizione di Avvenire:
«“La Ru486, una conquista? Così si ignora il
concepito”». «Maduro offre la grazia a 110 oppositori.
Vuole così “favorire la riconciliazione”». «Così la Rete
ha aiutato a condividere le buone prassi e a vincere le
paure». «“Così custodiremo il dono di Bose”». E così
sia.
[2 settembre 2020]
Spogliato in corsa
Titolo dalla Libertà: «Podista a
Borgotrebbia derubato degli abiti mentre corre». Il
famoso furto con destrezza.
[27 agosto 2020]
Ricami giornalistici
Il Corriere di Verona dedica un servizio
ai vigili del fuoco che si sono prodigati nei soccorsi
dopo l’uragano che ha colpito la città veneta. Il
sommario recita: «“Nostri centrini impazziti”». Non ci
sono più le nonne di una volta.
[30 agosto 2020]
Superficialità
A Non è un paese per giovani, su Radio 2,
il conduttore Massimo Cervelli fa la cronistoria, a
partire dall’inizio della pandemia, dell’infezione da
Covid-19 che ha colpito Silvio Berlusconi: «Nella fase 1
si rifugia in Francia nella villa con un parco che è
l’equivalente della Val d’Aosta». La residenza in
questione si trova a Valbonne. Superficie dell’intero
Comune provenzale: 19 chilometri quadrati. Superficie
della Val d’Aosta: 3.261, cioè oltre 170 volte il
territorio di Valbonne. Non è un paese per geografi. (Se
invece Cervelli voleva far ridere, non c’è riuscito: non
si scherza sulle disgrazie altrui).
[4 settembre 2020]
Gli anni non portano
consiglio
Sempre sulla malattia di Berlusconi, su Repubblica
articolo intitolato «Il fedelissimo Zangrillo e il corpo
del capo conteso nella disfida dei luminari», firmato da
Francesco Merlo: «Zangrillo è il dottore che gli ha
curato il tumore alla prostata, la calvizie, il mal di
cuore, la pancia a pera. È il medico compiacente che
firmava i certificati per fargli saltare le udienze dei
processi. È il pratico professorone che lo guarì con il
Bimixin, vecchio farmaco di tradizione, in un famoso
Consiglio d’Europa dove, con strizzatine d’occhio e
moine d’intesa, Berlusconi accennava ai propri disordini
intestinali chiamandoli “notizie dall’interno”». Merlo
ricicla una storia già raccontata («La cacarella di
Berlusconi», Sette, 28 marzo 2002) e ripete lo
stesso errore di 18 anni fa, confondendo il Consiglio
d’Europa con il Consiglio europeo che si tenne a
Barcellona, nel corso del quale Romano Prodi, secondo il
giornalista, mandò a Berlusconi una pillola di Bimixin
«per liberare l’intestino» (in realtà l’antibatterico di
norma frena la diarrea e non di rado provoca la stipsi).
Il Consiglio d’Europa è l’organismo internazionale
consultivo, con sede a Strasburgo, istituito con il
Trattato di Londra del 1949, cui appartengono quasi
tutti i Paesi europei. Il Consiglio europeo è
l’istituzione dell’Ue formata dai capi di Stato o di
governo dei Paesi membri e dal presidente della
Commissione europea, che si riunisce almeno due volte
ogni semestre nel territorio della nazione di
provenienza del presidente di turno.
[5 settembre 2020]
Una malattia
rispettabile
Non se la cava meglio la figlia del Cavaliere,
Marina Berlusconi, che dichiara all’Ansa: «Credo che la
malattia di mio padre, come quella di qualunque altro
essere umano, meriterebbe ben maggiore rispetto». Se la
malattia merita rispetto, il malato che cosa meriterà?
[5 settembre 2020]
Il branco e l’amico
Titolo dalla prima pagina di Repubblica:
«Willy, massacrato dal branco per difendere l’amico».
Vabbè che esiste la constructio ad sensum, però
si potrebbe anche intendere che il branco lo ha
massacrato per difendere un amico del branco medesimo.
Bastava scrivere «massacrato dal branco perché difendeva
un amico». (Dettaglio tecnico: la seconda riga del
titolo è più corta della prima, quindi «ci stava», per
usare il gergo redazionale).
[7 settembre 2020]
Ma va’ là!
Titolo d’apertura dalla prima del Fatto
Quotidiano: «Conte sulle regionali. “Comunque
vadano il governo va avanti”». La voce del verbo andare
gridata a tutta pagina.
[6 settembre 2020]
Mi sento bene solo
con i morti
Sempre dalla prima del Fatto Quotidiano:
«Angela Finocchiaro. “Mi sento bene solo sul set, con
Verdone, Sordi e Mastroianni”». Con Verdone capiamo, ma
con gli altri due sembra più difficile.
[6 settembre 2020]
Chiacchiere letali
«Il chiacchiericcio è una peste più brutta del
covid», titola diligentemente in prima pagina L’Osservatore
Romano, riportando un’affermazione di papa
Francesco. Chissà se i familiari degli oltre 880.000
morti per la pandemia in tutto il mondo sono d’accordo.
E in apertura di pagina 2: «Virus: l’Europa occidentale
teme la seconda ondata». Ma sicuramente deve trattarsi
di una chiacchiera.
[7 settembre 2020]
Al bando
La Verità riprende con questo titolo una
notizia dal Giorno: «Centauro italiano va troppo
veloce. La Svizzera lo bandisce dal Paese». Accidenti,
che severità! Poi vai a leggere il testo e scopri che
«gli è stato intimato il divieto di condurre veicoli in
Svizzera». Ah beh, allora può tornarci in treno o a
piedi.
[22 agosto 2020]
Quartetto Cetra
Titolo dalla prima pagina di Avvenire:
«L’anima e la cetra/22. Ecco la civiltà della cicogna
(Gratitudine)». Vietato l’accesso ai non addetti ai
lavori.
[30 agosto 2020]
Robe da matti
Sommario dall’Espresso: «In questa fase
drammatica è urgente proibire pistole e fucili a chi ha
problemi psichici». Passata l’emergenza, glieli
restituiamo.
[30 agosto 2020]
Kampanistan
In un servizio intitolato «Il dittatore del
Kampanistan», L’Espresso prende in giro il
governatore della Campania. Il sommario recita: «Così De
Luca, anzi “De Lucašenko”, si appresta a stravincere la
Regione». La grafia «Lucašenko» è ripetuta due volte nel
testo. Peccato che il presidente/dittatore della
Bielorussia si chiami in realtà Alexander Lukashenko,
come si evince dal suo portale ufficiale (president.gov.by/en/president_en).
[30 agosto 2020]
No è modo di
scrivere
Titolo dalla Stampa: «Il giallo dell’eroe
di Hotel Rwanda. “Un terrorista”, “No è stato rapito”».
Tu no è bravo titolista, buana.
[2 settembre 2020]
Aspiranti esterofili
Altro titolo dalla Stampa: «Il governo
contestato e lo spettro della debacle». Se usate il
francese, usatelo bene. Si scrive débâcle. A Torino
dovreste conoscerlo.
[2 settembre 2020]
Circuito di Le Mans
Martina Barbero sul sito Corriere.it:
«L’artista americana Jacquelyn C. Black ha deciso di
raccogliere informazioni sugli ultimi pasti richiesti da
23 “dead mans walking” – i morti che camminano, come
vengono definiti i condannati alla pena capitate (sic)
negli Stati Uniti – per riprodurli e immortalarli». In
inglese il plurale di «man» è «men», non «mans».
[18 agosto 2020]
Analfabeti senza
infingimenti
A proposito della ripresa delle lezioni nelle
scuole, Ettore Martinelli scrive nella sua rubrica Senza
infingimenti sulla Verità: «Ovunque
fioccano richieste di esonero dal servizio motivate da
patologie precedentemente sottaciute. Dal diabete,
all’asma, all’allergia, sino ad arrivare ai cicli di
chemioterapia». Se la chemioterapia è una patologia, il
tumore che cosa sarà? La cura?
[29 agosto 2020]
Apostrofi
Luigi Bisignani sul Tempo: «Caro
direttore, anche Roberto D’Agostino, in arte Dago, genio
e spregiudicatezza, cerca padrone. Il suo canto libero,
attraverso il sito Dagospia, forse troverà
approdo in Ealixir, società specializzata nella tutela
del diritto all’oblio e rimozione di contenuti
indesiderati dal web. Quasi un’ossimoro per il
“disgraziato sito” che dalle sue pagine non ha mai
mancato di anticipare pruriginose news». Resta un
ossimoro anche senza l’apostrofo.
[23 agosto 2020]
Eva Kant in Vaticano
A corredo di un articolo su “Libere di...
vivere”, mostra itinerante contro la violenza economica
sulle donne, L’Osservatore Romano pubblica
un’immagine di Eva Kant, personaggio dei fumetti creato
nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Eva
Kant è una criminale condannata all’ergastolo, «bionda,
bellissima, occhi verdi, compagna del Re del Terrore,
una donna pericolosa, con trascorsi di avventuriera e
spia industriale, dalla sensualità raffinata e
misteriosa», così viene descritta nel sito ufficiale
delle defunte autrici. Va aggiornata l’omelia
pronunciata da Paolo VI nel 1972: «Da qualche fessura è
entrato il fumo di Diabolik nel tempio di Dio».
[2 settembre 2020]
Plurale singolare
Richiami in prima pagina sul Giorno,
sotto la testatina “Dalle città”, al plurale. Primo
richiamo: «Milano». Secondo richiamo: «Milano». Terzo
richiamo: «Milano». Milano una e trina.
[2 settembre 2020]
I cani di Verdi
Titolo da Libero: «L’amore per i cani di
Verdi». Qualcuno voleva bene ai cani del compositore di
Busseto? No, semplicemente il grande maestro «amava,
ricambiato, proprio i cani: dalla piccola “Lulù”, per la
quale fece erigere un monumento nel parco di Villa
Sant’Agata, con la scritta “A un vero amico”, fino al
“cagnaccio” Black». Ma titolare «L’amore di Verdi per i
cani» costava troppa fatica.
[21 agosto 2020]
Meglio un uragano
Titolo da Televideo della Rai: «Tempesta
Laura si smorza in uragano». Meno male.
[25 agosto 2020]
In genocio da te
Titoli dal Fatto Quotidiano. Pagina 1:
«L’arte è politica, lo dice Bansky con la sua nave».
Veramente si chiama Banksy. Pagina 14: «Genocio Ruanda:
l’Eichmann africano vive tra i francesi». Al posto di
genocidio. Vabbè che è il quotidiano portabandiera
dell’«uno vale uno» grillino, ma una parola non vale
l’altra.
[31 agosto 2020]
Striscia la notizia
In un articolo sul Corriere della Sera,
dedicato a Daniela Santanchè e alle regole contro il
coronavirus che non sarebbero state rispettate al Twiga
di Forte dei Marmi, Tommaso Labate registra la sdegnata
reazione della senatrice e aggiunge: «La Pitonessa
ostenta un morso che s’è fatto ancora più velenoso del
solito». Metafora del tutto inappropriata dal punto di
vista erpetologico: i pitoni non sono velenosi.
[28 agosto 2020]
Il difetto è nel
manico
A proposito dell’immigrazione islamica a Malmö,
terza città della Svezia, Silvana De Mari scrive sulla Verità:
«Anche le donne è meglio non circolino da sole, l’alto
consumo di tossicodipendenze non aiuta e le gang
terrorizzano i quartieri». Incredibile, prima si fumava
hashish, si sniffava cocaina, ci s’iniettava eroina: ora
i drogati si fanno direttamente di tossicomania.
Conclusione dell’articolo: «Nella Corsica del Nord, a
Macinaggio, esiste ancora la torre dei De Mari, per
avvistare i saraceni e accorrere alle armi. Erano tempi
barbari in cui si costruivano muri, le solide mura delle
torri, e non ponti. Dice la leggenda di famiglia che la
mia antenata Barbara De Mari da quella torre i saraceni
li combattesse con l’ascia». Doveva avere un manico
bello lungo.
[26 agosto 2020]
Abuso di ovvio
Da un’intervista rilasciata da Luigi Di Maio a
Luca De Carolis del Fatto Quotidiano: «Le
sindache hanno fatto il massimo che potessero fare»; «Le
ricadute dei risultati elettorali ricadono sulle
leadership nazionali»; «Rousseau evolverà in base
all’evoluzione del Movimento». Della serie: il ministro
degli Esteri si chiama così perché si occupa degli
affari esteri.
[23 agosto 2020]
Supercalifragilistichespiralidoso
In un servizio sulla Stampa, dedicato
alla ricetta francese per salvare i quotidiani, Leonardo
Martinelli riferisce: «Come indicato da Jean-Marie
Charon, sociologo specialista dei media, “il coronavirus
non ha fatto altro che aggravare la situazione. Ma la
stampa era già fragilizzata dai colossi di Internet, da
un’immagine di gratuità che si è imposta ai giovani e
dalla riduzione delle risorse pubblicitarie».
Fragilizzata? Come la lingua in Italia, allora, dove il
corrispettivo del verbo francese «fragiliser» (rendere
fragile, indebolire) non è certo un inesistente
«fragilizzare».
[29 agosto 2020]
Refrigerio
Titolo da Libero: «Frana sul Cervino,
salvati in elicottero trenta scalatori». Testo:
«Sarebbero dovuti scendere a valle dopo una scalata da
brividi che li ha portati a raggiungere oltre i 3.830
metri sul monte Cervino, nel versante italiano, fino a
refrigerarsi al rifugio Carrel». Forse volevano finire
in una cella mortuaria frigorifera.
[22 agosto 2020]
Camminare sulle
acque
Titolo da Avvenire: «Il grido dell’Onu:
fate sbarcare i 400 in mare». Non sarebbe meglio farli
sbarcare sulla terra?
[30 agosto 2020]
Il signore sì se ne
intende
«Non è certo la quantità dei parlamentari che fa
la rappresentatività». Questo il titolo dato dal Foglio
a un intervento di Giorgio Tonini, esponente del Pd nel
Consiglio della Provincia autonoma di Trento. Verso la
fine, Tonini scrive: «Ancora oggi, nel parlamento
britannico, è la Corona, cioè il governo, a disporre del
monopolio della proposta in materia di spesa». Bisognerà
aggiornare lo Zingarelli 2021, che al secondo
significato del lemma corona registra: «La
Corona, la persona del sovrano o l’istituzione
monarchica». Nel frattempo va modificato anche il titolo
del Foglio: «Non è certo la qualità dei
parlamentari che fa la rappresentatività». Almeno a
Trento.
[14 agosto 2020]
Nonni e padri
In una corrispondenza da New York, Sara Di Ronza
dell’Ansa scrive, a proposito di Jill Tracy Jacobs
Biden, moglie del candidato democratico alla presidenza
degli Stati Uniti: «Di origini siciliane (il nonno si
chiamava Gaetano Giacoppa), Jill ha trascorso la maggior
parte della sua infanzia in Pennsylvania mantenendo vive
grazie al padre Dominic molte tradizioni italiane».
Sbagliato. Dominic Giacoppa (1898-1984) era il nonno. Il
padre si chiamava Donald Carl (1927-1999), per
l’anagrafe americana Jacobs.
[18 agosto 2020]
Scrittura naïf
Nell’ultima puntata delle sue pagelle settimanali
sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili ha
scritto «naiveté». Derivando da naïf, si scrive naïveté.
Qualcuno le insegni a usare il segno diacritico della
dieresi: si digita Alt+0239 sul tastierino alfanumerico
del pc ed esce la «ï». Nel frattempo, un’altra
insufficienza per la quinta settimana consecutiva: 5.
[17 agosto 2020]
Ritorno al futuro
La Stampa pubblica un’intervista, distesa
su due pagine, con la scrittrice francese Valérie
Perrin. In un riquadro, si legge: «Il nuovo romanzo di
Valérie Perrin si intolerà Trois, tre, e
dovrebbe andare in libreria per la primavera del 2020».
Straordinario tempismo (per non parlare del verbo
«intolarsi»).
[14 agosto 2020]
Pistole e fucili
Dal Corriere della Sera: «È morto Massimo
Tozzi, il bambino di sei anni ferito giovedì mattina
alla testa da un colpo di pistola esploso dal nonno Pier
Paolo». Titolo: «Morto il bimbo colpito dal fucile del
nonno». Vale sempre la copertina che L’Europeo
nel 1950 dedicò all’inchiesta del suo inviato Tommaso
Besozzi sulla tragica fine del bandito Salvatore
Giuliano: «Di sicuro c’è solo che è morto».
[15 agosto 2020]
Secondo a nessuno
«Mehmet II°». Così, su Panorama, Carlo
Cambi scrive il nome del sultano ottomano che nel 1453
conquistò Costantinopoli. Grafia erronea. I numeri
romani sono già l’espressione grafica dei numerali
ordinali («II» sta per «secondo»), quindi accanto a essi
non va mai posto l’esponente «°», necessario solo
quando, per indicare l’ordinale, si usano le cifre
arabiche («2°» per «secondo»).
[12 agosto 2020]
Destra e sinistra
Foto di Cesare Romiti sul Fatto Quotidiano,
«durante una serata nel salotto romano di Marisela
Federici (a destra) insieme a Milena Maffei (a
sinistra)», precisa la didascalia. Essendo ritratti
nell’immagine solo Romiti (al centro) e le due donne,
chissà su quale altro lato avrebbe potuto trovarsi
Milena Maffei.
[19 agosto 2020]
Oltre la grammatica
Sommario dalla Verità: «Il progetto era
un chiodo fisso di Silvio Berlusconi, che però non è mai
andato oltre ai proclami e ad alcuni studi di
fattibilità». L’avverbio «oltre» ha tre significati
distinti, come spiega il Dizionario linguistico
moderno di Aldo Gabrielli. In questo caso vale il
primo di essi, «di là da» («oltre il fiume», «oltre i
monti»). Quindi bisognava scrivere «non è mai andato
oltre i proclami», con l’articolo determinativo, non con
la preposizione articolata.
[11 agosto 2020]
Napule è mille
culure
Annuncio trionfale sul quotidiano fondato da
Eugenio Scalfari: «Straordinario successo del volume di
Repubblica: 20 mila copie esaurite con il
giornale». Leggiamo con vivo interesse. Il libro in
questione s’intitola Covid, le cento giornate di
Napoli. Veniva regalato in edicola a chi
acquistava La Repubblica. Conteneva «venti idee
per il rilancio della città». Ecco le più
rivoluzionarie, in ordine d’importanza: «Rafforzamento
del sistema sanitario pubblico. Rilancio delle politiche
per il turismo. Sblocco e velocizzazione dei pagamenti
della pubblica amministrazione. Lotta alla burocrazia
attraverso la semplificazione amministrativa. Didattica
a distanza all’università, dando prevalenza a quella in
presenza. Aumentare il personale scolastico. Gestione
digitale dei beni culturali». Idee davvero molto
napoletane. Strano che non siano andate esaurite 40.000
copie.
[28 giugno 2020]
Chi di virgola
ferisce
Sul Fatto Quotidiano, nella sua rubrica Ma
mi faccia il piacere, il direttore Marco
Travaglio, alla voce «Senti chi pirla», ha scritto:
«“Chi di giudici ferisce, di giudici perisce” (Vittorio
Feltri, Libero, 14.8). La virgola fra il
soggetto e il verbo: e danno degli ignoranti agli
altri». Giustamente, Feltri gli ha replicato che non si
vede dove sia l’errore. La forma usata dal direttore di
Libero, fra l’altro, ha illustri precedenti,
aggiungo io (ma non nel Vangelo, come tutti sono portati
a credere). «Chi d’una fromba e chi d’un arco armato,
chi d’asta, chi di spada, al lito scende» (Ludovico
Ariosto, Orlando Furioso, canto 11, 48). «Così
talvolta avien che chi di spada cader non può, di
tradimento cada» (Giovan Battista Marino, Adone,
canto 11, 147). Ma l’aspetto più paradossale è che, due
giorni prima dell’immotivata rampogna, Travaglio aveva
mandato in edicola questo titolo: «La storia insegna.
Catilina, Caligola e Nerone tentarono, di portare equità
nel sistema politico della Città Eterna». Una virgola
del tutto fuori luogo, segno che la storia non insegna
un bel nulla.
[17 agosto 2020]
Avanti Cristo, anzi
indietro
In un articolo di Repubblica sul luogo di
nascita del Buddha, questa viene collocata da Raimondo
Bultrini «tra il 563 e il 620 avanti Cristo». Tutti
dovrebbero invece sapere che le datazioni prima della
nostra era scendono e non salgono. Occorreva dunque
scrivere «tra il 620 e il 563» (a meno che il 620 non
sia frutto dell’improvvida correzione di un 520 o di un
420 da parte di chi ha messo in pagina il servizio,
trattandosi nel caso del Buddha di una cronologia
ipotetica).
[13 agosto 2020]
Città poco natali
In un titolo La Verità parla del «modello
Pomigliano», indicata come «la città natale di Di Maio».
Sbagliato. Luigi Di Maio è nato ad Avellino (il 6 luglio
1986). Pomigliano d’Arco, dove l’attuale ministro degli
Esteri è cresciuto, risulta la città di residenza della
famiglia.
[19 agosto 2020]
Non guardarmi: non
ti sento
Alain Elkann intervista sulla Stampa il
regista e scrittore israeliano Amos Gitai, che gli parla
del suo nuovo film Laila ad Haifa. Domanda: «Di
cosa parla?». Risposta: «Lasci che glielo descriva». Il
famoso dialogo fra sordi.
[9 agosto 2020]
Sotto la lente
Sul Corriere della Sera, nella rubrica La
lente, Alice Scaglioni presenta il «Festival Città
Impresa, che da giovedì 10 a domenica 13 settembre torna
a Vicenza». Quindici righe più avanti precisa che «nei
tre giorni dell’evento interverranno oltre 120
relatori». Il quarto giorno si riposeranno? Lente
appannata.
[15 agosto 2020]
Non muta d’accento
Titolo dal Fatto Quotidiano del 2 agosto:
«Il dittatore Conte fa meno decreti e fiducie di prima».
L’occhiello recita: «Macchè autoritario». Si scrive
«macché», accento acuto. Va’ a spiegarlo a un giornale
che abbonda di «perchè» anziché «perché» (Ferragosto,
titolo in prima pagina: «La bimba e la suora che odia le
adultere perchè sente le voci»). In un altro titolo (10
agosto) è riuscito persino a scrivere «É ufficiale»
anziché «È ufficiale».
[15 agosto 2020]
Gradi alcolici
Gazzetta di Mantova del 19 agosto.
Previsioni meteo per giovedì 20 agosto: «Giornata
soleggiata, salvo velature in transito dalla sera, non
sono previste piogge. La temperatura massima registrata
sarà di 12° C, la minima di 1° C». Che frescazzo! (Nota
per gli accaldati: la minima prevista dal Servizio
meteorologico dell’Aeronautica militare per il 20 agosto
a Mantova è di 21 gradi, la massima di 31).
[19 agosto 2020]
Un’altra Gentilezza
Nelle sue pagelle settimanali sul Fatto
Quotidiano, Veronica Gentili parla
«dell’intervento della leader di Fratelli d’Italia in
occasione della discussione della proroga dello stato di
emergenza nell’aula di Montecitorio». Si deve dedurne
che, secondo Gentili, alla Camera vige lo stato di
emergenza. Quindi per la quarta settimana consecutiva si
riconferma il suo voto abituale: 4–. In grammatica.
[10 agosto 2020]
Tre più tre meno
La Stampa nel titolo a pagina 4: «“Dall’Ue
28 miliardi per l’emergenza lavoro”». Non è precisato
chi pronunci la frase fra virgolette. La Stampa
in un grafico esplicativo a pagina 5, che illustra il
predetto servizio: «Le misure. Valore 25 miliardi».
Massì, che saranno mai 3 miliardi in più o in meno.
[9 agosto 2020]
Il migrante non in
fuga
In un editoriale sulla Verità, nel quale
sostiene che Lampedusa, invasa dai clandestini, è ormai
perduta e che presto la stessa sorte toccherà
all’Italia, Silvana De Mari se la prende con gli
«incredibili media, ormai cime della narrazione
creativa, una via di mezzo tra Carolina Invernizio e
Laila», che per la verità si chiamava Liala (nom de
plume di Amalia Liana Negretti Odescalchi). Scrive De
Mari: «Il migrante non in fuga da niente costituisce il
95% della nostra immigrazione». Se non è in fuga,
significa che sta fermo, quindi tecnicamente non è un
migrante. Poi aggiunge: «Solo un esercito in occupazione
militare può multare due genitori che accompagnano in
auto, ovviamente entrambi, la loro bimba leucemica». Se
sono due, è ovviamente difficile che non siano entrambi.
Infine, forse per dare un esempio di essere tra le «cime
della narrazione creativa», De Mari scrive «un esercito
in occupazione militare» e non, come vorrebbe l’uso,
«esercito di occupazione» (militare è pleonastico).
[8 agosto 2020]
Uccelli in voto
Azzurra Barbuto su Libero: «È l’uomo ad
essere dipinto quale ingannatore, traditore, mentitore
seriale, dedito ad una nuova forma di voto di scambio:
io ti do l’uccello e tu mi dai il voto». Guardando i 5
stelle che stanno al governo è un sospetto elettorale
che c’era venuto.
[8 agosto 2020]
Fausto non c’è
A corredo di un’intervista con il regista Pupi
Avati, il Corriere della Sera pubblica una foto
di scena da I vitelloni di Federico Fellini. Vi
si riconoscono quattro protagonisti, seduti ai tavolini
del bar: Alberto Sordi, Riccardo Fellini, Leopoldo
Trieste e Franco Interlenghi. C’è anche un cameriere
(una comparsa), che nella didascalia si trasforma in
«Fausto (Franco Fabrizi)». Il che non può essere per due
motivi: non assomiglia neppure lontanamente a Fabrizi e,
soprattutto, nel film il «vitellone» Fausto non fa il
cameriere, bensì il commesso in un negozio di oggetti
sacri. Fabrizi e la mogliettina Eleonora Ruffo (Sandra)
appaiono in quella scena di lì a poco, di ritorno dal
viaggio di nozze, portando agli invidiosi «vitelloni» il
prezioso disco di un nuovo mambo demenziale.
[3 agosto 2020]
Scambi ducali
Dalla Gazzetta di Mantova: « Si salirà
poi a palazzo Ducale dove Melania G. Mazzucco illustrerà
le sale del Pisanello». Titolo: «Con Murgia alla
scoperta del capolavoro di Pisanello». Se fossi
Mazzucco, mi offenderei.
[8 agosto 2020]
Il mio Nome è
Cognome
Sulla Verità, un’intervista con
l’europarlamentare leghista Vincenzo Sofo è apparsa con
la firma «di Nome Cognome». Uno pseudonimo che Ulisse
avrebbe potuto utilizzare con Polifemo.
[8 agosto 2020]
Hitler ieri, oggi,
domani, sempre
Nel recensire il libro The Last Kings of
Shanghai di Jonathan Kaufman, il direttore di Repubblica,
Maurizio Molinari, scrive che «alla Conferenza di Evian
del 1932 piccoli e grandi Paesi – ad eccezione della
Repubblica Dominicana – si rifiutano di accogliere i
profughi ebrei in fuga dalle persecuzioni nella Germania
di Hitler». Si dà il caso che Adolf Hitler sia diventato
cancelliere del Reich il 30 gennaio 1933, l’anno dopo.
Quanto alle persecuzioni antisemite, esse cominciarono
il 9 e 10 novembre 1938, con la Notte dei cristalli. Il
nazismo pianificò la soluzione finale della questione
ebraica (Endlösung der Judenfrage) nel 1940. Una
cronologia che Molinari, avendo studiato all’Università
Ebraica di Gerusalemme e al Manchester College di Oxford
ed essendosi laureato in Scienze politiche e Lettere
all’Università La Sapienza di Roma, dovrebbe ben
conoscere.
[4 agosto 2020]
Repetita iuvant
Editoriale di Claudio Brachino sul Giornale:
«Siccome con il lockdown siamo ancora nel tempo della
cronaca, dubito che sia uscito qualcosa che non sia
stato vagliato dalla nostra Intelligence. E Conte non mi
sembra uno di quei Premier che non conosce il linguaggio
dei Servizi». Otto righe dopo: «Siccome con il lockdown
siamo ancora nel tempo della cronaca, dubito che sia
uscito qualcosa che non sia stato vagliato dalla nostra
Intelligence. E Conte non mi sembra uno di quei Premier
che non conosce il linguaggio dei Servizi». Ok, abbiamo
capito.
[9 agosto 2020]
L’orecchio che
annusa
Silvia Calvi nelle pagine culturali del Corriere
della Sera: «Il nonno diceva che, avvicinando
l’orecchio, avrei sentito le grida dei dannati e
annusato odore di zolfo!». Un timpano dall’olfatto
finissimo.
[8 agosto 2020]
Purtroppo non
praticano aborti
La Stampa pubblica un’intervista con
Silvio Viale, definito nel titolo «ginecologo laico di
Torino», come se i restanti ginecologi d’Italia
appartenessero al clero. Il tema è la nuova circolare
sulle modalità di assunzione della pillola abortiva
RU486. Dice Viale: «Purtroppo la vecchia circolare, ora
superata, era scritta da gente che non aveva mai
praticato un aborto in vita sua». Significato
dell’avverbio purtroppo secondo lo Zingarelli
2021: «Disgraziatamente, malauguratamente». Se ne deduce
che non praticare aborti è da considerarsi una
disgrazia. Complimenti al dottor Viale, «ginecologo
laico» in perenne stato di grazia.
[9 agosto 2020]
Guada che nomina
«Ho anche chiamato un cardinale di mia
conoscenza, giù a Roma, ma lui mi ha fermato: guada che
io non c’entro», dichiara al Corriere del Veneto
l’amministratore delegato defenestrato da Cattolica
assicurazioni, Alberto Minali, dopo essere stato
nominato da papa Francesco nel Consiglio per l’economia
del Vaticano. Come dire: vai avanti tu (nel fiume), che
a me vien da ridere.
[7 agosto 2020]
La fritola c’entra
sempre
Sulla Verità, nel titolo di un articolo
in cui Giancarlo Saran parla del baccalà e di altre
specialità della cucina veneziana, si legge: «Il fritto,
un’arte di cui una volta si indicava l’autore». Il
pensiero corre alla frittura di gamberi e calamari o al
fritto di paranza. Ecco però che cosa scrive l’autore:
«Le frittelle sono il simbolo del carnevale veneziano.
La prima ricetta scritta è recente, 1858, ma, come ha
ricordato Pietro Gaspare Moro-Lin, un tempo i fritolerierano
così orgogliosi della loro arte da pretendere (e
ottenere) che sopra il loro banco vendita fosse messo in
bella evidenza il loro nome». La famosa corrispondenza
fra titolo e testo.
[27 luglio 2020]
Forse si è caduta
Occhiello della Stampa per la madre
trovata morta in Sicilia dopo essere sparita con il
figlioletto: «Potrebbe essersi buttata o caduta
accidentalmente». Potrebbe essersi caduta?
[9 agosto 2020]
C’avrei giurato
Nelle sue pagelle settimanali sul Fatto
Quotidiano, Veronica Gentili rifila un 2 a Donald
Trump con la seguente motivazione: «Ci volevano i
sondaggi per convincere The Donald della pericolosità
del virus: perché non c’abbiamo pensato prima?». Per
quanto frequente sui giornali fin dai tempi del
«c’azzecca» dipietresco, questo obbrobrio è vietato,
come rimarca Luca Serianni nella sua Grammatica
italiana: «L’elisione è possibile, quale che sia a
vocale iniziale della parola successiva, con “mi”, “ti”,
“lo”, “la”, “vi”, “si”; con “ci” e “gli” l’elisione può
essere espressa graficamente solo se la vocale seguente
è una “i” (c’insegna, gl’ingiunse) e in “c’è”, “c’era”,
ecc.». Il professor Serianni riconosce che «nel discorso
orale, tuttavia, l’elisione è usuale», distinzione che a
me sembra fuorviante: se leggo «c’abbiamo», devo per
forza pronunciare «cabbiamo», non «ciabbiamo». Comunque,
con buona pace di Gentili, che bazzica la tv, per il
momento i giornali restano scritti e non parlati. Quindi
per la terza settimana consecutiva si riconferma il suo
voto: 4–. In grammatica. Ci avrei (c’avrei, per Gentili)
giurato.
[3 agosto 2020]
Il nono risorto
Sul Corriere della Sera compare una foto
di Silvio Berlusconi, fotografato a Villa Certosa, in
Sardegna, con 9 personaggi di primo piano del suo
entourage (e tre barboncini). Quindi 10 persone in
tutto. La didascalia precisa che il decimo «da sinistra
a destra» – da sinistra lo sguardo potrebbe procedere in
altra direzione? – è «il consigliere e fedelissimo
Enrico Letta». Trattasi invece, con tutta evidenza, di
Gianni Letta, segno che le colpe degli zii ricadono
sempre sui nipoti. La didascalia precisa che Letta è il
nono da sinistra, quindi il penultimo. Altro errore,
perché in realtà si tratta dell’ottavo: il nono è il
deputato Niccolò Ghedini.
[7 agosto 2020]
Negri allo specchio
Incipit di un articolo a firma Luigi Negri,
arcivescovo emerito di Ferrara e Comacchio, sulla prima
pagina della Verità: «Per la libertà della fede
è inevitabile la polemica, la dialettica tra le
istituzioni mondane e l’autorità religiosa. Per questo
la Chiesa dà naturalmente “scandalo” e non può adattarsi
al mondo. Lo sostiene monsignor Luigi Negri nel saggio Chiesa
viva. Mater et magistra (Cantagalli), di cui
pubblichiamo alcuni stralci». Riuscire a far parlare di
sé in terza persona un vescovo, quando fin dai tempi di
Giovanni Paolo I neppure i papi ricorrono al plurale
maiestatico, e per di più facendogli reclamizzare un suo
libro, richiede una certa inventiva.
[1 agosto 2020]
Grande sottosopra
Sulla prima pagina del Quotidiano Nazionale,
nell’intenso editoriale in ricordo di Sergio Zavoli, il
direttore Michele Brambilla scrive: «Sergio Zavoli era
un giornalista. Non c’è neppure bisogno di aggiungere
“un grande” giornalista; credo che sarebbe d’accordo nel
definirsi solo così, un giornalista». Peccato che nello
strillo sottostante l’occhiello reciti: «Il grande
giornalista scomparso a 96 anni». Segno che il titolista
non è d’accordo né con il suo direttore né con Zavoli.
[6 agosto 2020]
Poco osservatori
L’Osservatore Romano ricorda in prima
pagina che il 15 marzo scorso, «in pieno “lockdown” a
causa del covid-19», papa Francesco «per invocare la
fine della pandemia» compì un pellegrinaggio nella
basilica di Santa Maria Maggiore, «conclusosi nella
chiesa di San Carlo al Corso, dove si trova il
miracoloso crocifisso che salvò Roma dalla peste».
Sbagliato. La chiesa era quella di San Marcello al
Corso. O nel giornale della Santa Sede non sanno dove va
il Papa oppure non conoscono le chiese di Roma.
[6 agosto 2020]
Salviamo i
vandalismi
Titolo del Giornale per un articolo di
Vittorio Sgarbi: «Salviamo Casa Papanice dall’incuria e
i vandalismi». Mancando la preposizione articolata («dai
vandalismi»), si deve dedurne che Sgarbi voglia salvare
i vandalismi, oltre che Casa Papanice dall’incuria.
[2 agosto 2020]
Letture delicate
Francesco Specchia su Libero ricorda
Sergio Zavoli in corsa «col microfono puntato sulla
ruota del gregario Lucillo Levore vicentino di
Breganza», che in realtà è Breganze. Poi parla
dell’«appassionata liturgia quotidiana» del defunto, che
ogni mattina consisteva in «una lettura delicata dei
giornali e un cornetto e caffè ingollati in religiosa
compostezza». Forse sfogliava i quotidiani indossando i
guanti o usando le pinze, chissà. Come poi facesse
Zavoli a ingollare in religiosa compostezza (significato
del verbo ingollare secondo lo Zingarelli 2021:
inghiottire ingordamente o quasi senza masticare o
gustare; mandare giù in fretta; ingoiare, ingozzare,
trangugiare) è un ossimoro a dir poco stridente se non
insensato.
[6 agosto 2020]
Solo per i tuoi
Occhini
Cesare Lanza sulla Verità: «Scommettiamo
che la storia sentimentale di Fausto Coppi con Ilaria
Occhini (la Dama Bianca) è ancor oggi, dopo 70 anni,
oggetto di curiosità?». Scommessa persa. L’amante del
campione si chiamava Giulia Occhini, mentre l’attrice
Ilaria Occhini, morta un anno fa, era la moglie dello
scrittore Raffaele La Capria.
[5 agosto 2020]
Sperimentazioni
Dal sito del quotidiano L’Arena: «Verona
sperimenta il vaccino antiCovid e i play off Chievo».
Non c’è limite al progresso della scienza.
[3 agosto 2020]
Benettexit
Sommario del Fatto Quotidiano sulla
vicenda Benetton-Autostrade: «Exit. La famiglia verso
l’uscita». Mancano solo un riferimento a Exodus e
l’indicazione del casello.
[6 agosto 2020]
Pomigliano d’Arco
(Colombia)
«Ministro, lei è cresciuto a Pomigliano. A
mezz’ora da qui. Ed è coetaneo di Mario. In questi
giorni è stato molto vicino alla sua famiglia. Come mai
è stato così colpito dalla sua storia?». È l’inizio di
un’intervista con Luigi Di Maio sul Fatto Quotidiano.
«Mezz’ora da qui» dove? Non si sa. Risponde il ministro:
«Quello che è accaduto a Mario non può lasciare
indifferenti: è morto in Colombia mentre contribuiva
attivamente, tramite il suo lavoro per l’Onu, al
processo di pace in corso». Ah, ecco, Pomigliano d’Arco
trovasi a mezz’ora dalla Colombia. Ci si va a piedi.
[2 agosto 2020]
Boudienne
Buoumedienne bum bum
In un articolo sulla Verità, intitolato
«Gheddafi diceva la verità sull’islam. L’Europa rischia
di indossare il velo», Silvana De Mari scrive: «Il
progetto di annientarci, di occuparci, di domarci e nel
buio incatenarci ci viene ufficialmente dichiarato nel
1967 da Boudienne all’Onu». Chi sarà questo Boudienne?
Non risulta da nessun documento o archivio di giornale
l’esistenza di un Boudienne, né tantomeno un suo
discorso ufficiale all’Onu nel 1967 o in qualsiasi altro
anno. A meno che non si tratti di Houari Boumedienne
(vero nome Mohammed Ben Brahim Boukharouba), politico
algerino protagonista della guerra d’indipendenza e
autore del colpo di Stato che nel 1965 depose il
presidente Ben Bella, al quale subentrò, rimanendo
leader del Paese africano fino alla morte, avvenuta nel
1978. Boumedienne è peraltro citato dalla stessa De Mari
alla fine dell’articolo, ma per un intervento tenuto
all’Onu nel 1974. Peccato che nel resoconto stenografico
del discorso pronunciato il 10 aprile 1974 (consultabile
al link www.stefanolorenzetto.it/onu.pdf)
non vi sia alcun riferimento alle frasi riportate da De
Mari: «Un giorno milioni di uomini andranno
dall’emisfero sud a quello nord e non ci andranno come
amici ma per conquistarlo e lo conquisteranno con i loro
figli. Il ventre delle nostre donne ci darà la
vittoria... Noi non verremo in pace». Cambiano i nomi,
cambiano gli anni, cambiano le parole: quale sarà la
vera verità della Verità?
[21 luglio 2020]
Borgo Roma
Sul Corriere della Sera, nella scheda che
accompagna un’intervista con Ranieri Guerra, direttore
aggiunto dell’Oms e componente del Comitato tecnico
scientifico costituito per l’emergenza coronavirus, si
legge che il medico «ha lavorato in Africa, al
Policlinico Borgo Roma e al ministero degli Esteri».
Dove siano l’Africa e il ministero degli Esteri è noto a
tutti. Ma il Policlinico di Borgo Roma? Non tutti sono
tenuti a sapere che si trova nell’omonimo quartiere di
Verona. E infatti, se non fossi nato in questa città, lo
ignorerei, come la stragrande maggioranza dei lettori.
[2 agosto 2020]
Uccelli e cervelli
Azzurra Barbuto su Libero informa:
«L’angolo ideale di penetrazione per favorire l’orgasmo
femminile è tra i 30 ed i 45 gradi. Però vi sconsigliamo
vivamente di sfoderare sul più bello un goniometro.
Potreste spezzare la magia». E non solo quella, qualora
l’angolazione risultasse superiore. Barbuto conclude:
«Il piacere di lei ha poco a che fare con le geometrie e
le formule algebriche e molto a che fare con l’intesa
mentale. E forse non è un caso che le ragazze
prediligano l’autoerotismo agli strofinamenti con un bel
fusto qualsiasi. Un uccello da sempre è reperibile. I
cervelli di buona qualità, invece, scarseggiano». Le
crediamo sulla parola.
[1 agosto 2020]
Calamitati dai
carabinieri
Su Leggo.it si parla della condanna di
Patrizia Di Benedetto, chef stellata di uno dei
ristoranti più rinomati di Mondello, «per furto di luce»
(anziché di energia elettrica, ciò che avrebbe reso il
reato un po’ meno soprannaturale): «A riportare la
notizia è il Giornale di Sicilia che racconta
come la chef sia stata colta in flagrante dai
carabinieri con un magnete piazzato sul contatore Enel».
Non sapevamo che l’Arma si servisse anche delle calamite
per attirare a sé i truffatori e arrestarli.
[2 agosto 2020]
Ecuador equo e
solidale
Sergio Barlocchetti, in un servizio sulla Verità,
cita due volte l’«Equador». Forse alle elementari gli
sono rimaste impresse nella testa la «q» di cuadro e la
«c» di quore.
[1 agosto 2020]
Prosa stirata
Luca Telese intervista sulla Verità il
costituzionalista Michele Ainis. Alcune chicche dal
testo. «Contro lo stiramento del Dpcm» (non sapevamo che
i decreti del presidente del Consiglio dei ministri
avessero i legamenti deboli). «Una legge è l’unico
strumento che può normale un atto generale» (forse
«normare»). «Trucco-Matrioska» e «congegno-matrjoska»
(si vede che la prima richiede l’iniziale maiuscola
perché è più importante della seconda). «Le libertà sono
garantite con forza di legge. Derogarle con il Dpcm è
stata una violazione costituzionale» (il verbo derogare
è soprattutto intransitivo; quando è transitivo ha il
significato di eludere, trasgredire, che mal si adatta
alle libertà ). «Deja vú» (la grafia corretta è «déjà
vu»). «Quello strumento è provo di ogni controllo»
(«privo» di ogni controllo come questo testo). In una
precedente intervista, Telese ha fatto dire a Daniela
Santanchè: «E vado nella chat cosa mi scrivono dal Twiga
sulla notte». È lei che non sa parlare o è lui che non
sa scrivere?
[30 luglio 2020]
Solo Benetton
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Le altre
concessioni. Non ci sono solo Benetton». Se il
riferimento è alla famiglia di Ponzano Veneto, occorreva
scrivere «i Benetton». Se invece è a Luciano Benetton,
il verbo risulta sbagliato: «Non c’è solo Benetton».
[27 luglio 2020]
Berretti verdi
Dalla Libertà, quotidiano di Piacenza:
«Svolta nei Berretti Verdi: arriva la prima donna
“Rambo”. Una militare la cui identità è protetta
dall’anonimato ha fatto la storia delle forze armate
Usa. È la prima donna ad entrare nel corpo d’elite reso
celebre dal personaggio interpretato da Sylvester
Stallone». A dire il vero il corpo fu reso celebre 14
anni prima da Berretti verdi, film diretto e
interpretato da John Wayne. E si scrive élite, con
l’accento.
[11 luglio 2020]
Il taglio del taglio
Titolo da Televideo di Rai News 24: «Opec: verso
riduzione taglio produzione». Il taglio è già una
riduzione. In algebra meno più meno fa più.
[12 luglio 2020]
Virgolette per caso
Titolo dalla Verità: «Che novità:
Nazareno e “bicamerale”. Con la commissione targata
Brunetta». Non si comprende l’uso delle virgolette («il
più sottile e insidioso» degli espedienti, secondo la
sentenza emessa nel 1984 dalla Cassazione sui limiti al
diritto di cronaca). Infatti bicamerale è un sostantivo
registrato nello Zingarelli. Semmai andava messo
fra virgolette Nazareno, trattandosi di una via di Roma
dove ha la sede il Pd e non di Gesù di Nazareth.
[28 luglio 2020]
Psichiatra
declassato
La Gazzetta di Mantova parla della morte
di «Winfried Schibalski, lo psichiatra a cui ieri nella
casa funeraria Maffioli decine di persone, familiari,
amici e pazienti, hanno reso l’ultimo saluto». Più
avanti, si citano «gli studi, la laurea in medicina,
infine la specializzazione in psichiatria». Titolo:
«Addio allo psicologo arrivato dal Baltico». Declassato
da psichiatra a psicologo sul letto di morte.
Capodoglio di
origine romana
Titolo dal sito di Libero: «Difficile
operazione al largo delle isole Eolie: un campidoglio è
rimasto impigliato in una rete da pesca». È subito
intervenuta la Soprintendenza per l’archeologia.
[23 luglio 2020]
Non sanno a che
santo votarsi
Per illustrare un raffinato articolo di Pietro
Citati su due pagine di Robinson campeggia una
magnifica immagine bizantina con la seguente didascalia:
«Sant’Atanasio vescovo di Alessandria (295-373): è
annoverato tra i quattro Grandi Dottori della tradizione
cristiana ortodossa orientale». Sbagliato. Quello
raffigurato non è sant’Atanasio, bensì san Dionigi,
com’è indicato a chiare lettere greche, che pure uno
studente può leggere senza difficoltà.
[25 luglio 2020]
Gran Premio di
Montecarlo
Editoriale di Pietro Senaldi, direttore
responsabile di Libero: «E si sarebbe dovuto
dimettere anche Fini quando scoppiò lo scandalo della
casa di Montecarlo comprata a due lire dal cognato
dell’allora presidente della Camera alla fondazione di
An». Bravo chi capisce che l’immobile fu venduto da
Alleanza nazionale a Giancarlo Tulliani.
[28 luglio 2020]
Arare i campi con
l’elicottero
Silvana De Mari sulla Verità: «L’America
profonda, quella che ara con l’aeroplanino su campi
sconfinati, comincia ad averne abbastanza di vedere la
sua bandiera calpestata, le sue statue abbattute». Negli
Stati Uniti usano il Cessna al posto del trattore? È
vero che il verbo arare può avere un significato
figurato e letterario, ma in tal caso richiede il
complemento oggetto («arare il mare») non il complemento
di mezzo.
[23 luglio 2020]
Signore mio
Luca Goldoni sul Corriere della Sera loda
il buon tempo andato (il tempo è sempre buono quand’è
andato, diceva lord Byron): «Il progresso era un “dono
del signore”, non esistevano mostri come Aids, Califfato
col suo esercito di tagliagole, fumo che ucci- de,
stragi del sabato sera, e men che meno pandemia». Chi
sarà quel «signore» che ci ha donato il progresso? Se è
una persona, sarebbe stato conveniente indicarne
l’identità. Altrimenti bisognava chiamarlo con il suo
nome, Signore, esse maiuscola.
[27 luglio 2020]
Svelti di mano
Foto da un’unica edizione di Avvenire.
Pagina 3: mani che si scambiano soldi. Pagina 21: mani
che servono cibo in una mensa. Pagina 22: mano che
esibisce un mazzetto di ticket restaurant. Pagina 23:
mano di scrive su un bloc-notes. Un giornale di polso.
[23 luglio 2020]
Pio Pio
Rispondendo a un lettore di Repubblica,
Corrado Augias cita una dichiarazione di «un altro
grande papa, Pio IX, nell’anno stesso delle leggi
razziali fasciste (1938)». Pio IX nel 1938 era morto da
60 anni. Trattandosi in realtà di Pio XI, e non
essendosi accorto dello svarione il redattore che ha
messo in pagina il testo, Augias la prossima volta dovrà
rivolgersi ai colleghi con la celebre invocazione
fantozziana: «Mi si sono intrecciati i diti. Me li
streccia?».
[23 luglio 2020]
Minksiate
Qualcosa di simile è accaduto al titolista della
Verità, che in un sommario ha trasformato Minsk,
capitale della Bielorussia, in Minks. Fantozzi aiutali.
[28 luglio 2020]
Lissner est est est
Incipit dell’intervista con Stéphane Lissner a
firma di Alain Elkann sulla Stampa: «Il regista
teatrale francese Stéphane Lissner è sovrintendente e
direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli,
fondato nel 1737. Per dieci anni è stato sovrintendente
e direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano,
poi è stato direttore dell’Opera di Parigi e ora è
sovrintendente e direttore artistico del Teatro San
Carlo di Napoli». Abbiamo capito: Stéphane Lissner è
sovrintendente e direttore artistico del Teatro San
Carlo di Napoli.
[26 luglio 2020]
Non scrivere il nome
di Dio invano
Titolo dell’editoriale di Vittorio Feltri su Libero:
«Se il Dio soldo ti condanna a essere disprezzato».
Scritto così, è una bestemmia. Qui non si parla infatti
dell’Ente Supremo («sempre con la lettera maiuscola»,
raccomanda il linguista Aldo Gabrielli), ma di una
divinità pagana in senso figurato («sempre con iniziale
minuscola»).
[28 luglio 2020]
Congiuntivite
Sommario dalla Stampa: «Oggi farà
l’ennesimo test: «Meglio che non ci penso, mi
demoralizzo»“. Negativo anche il test per il
congiuntivo.
[18 luglio 2020]
Incarichi gravosi
Carla Bernini, da poco vedova di Luca Nicolini,
artefice del Festivaletteratura di Mantova, ha preso il
posto del marito nel consiglio di amministrazione della
Fondazione di Palazzo Te. La Gazzetta di Mantova
ne dà notizia così: «Luca Nicolini era stato nominato
nel 2018, quando l’associazione Centro internazionale
d’arte e di cultura di palazzo Te fu trasformata in
Fondazione. Il suo carico avrebbe dovuto durare cinque
esercizi». Purtroppo il destino ci ha messo il carico da
undici.
[12 luglio 2020]
Morire dopo aver
perso la vita
Dal Corriere del Trentino: «È morto a
soli 25 anni, Walter Magnani, il giovane originario
della val di Non che ha perso la vita mercoledì sera in
un incidente in moto nel bresciano». L’uomo che morì due
volte.
[24 luglio 2020]
Corridoi libici
In un intervento su Repubblica, il
ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, auspica che «gli
Stati membri dell’Unione Europea facciano la loro parte,
con una responsabilità condivisa nell’offrire soluzioni
concrete ai rifugiati e ai migranti che si trovano in
Libia attraverso corridoi umanitari europei». I profughi
arrivano in Libia attraverso corridoi umanitari europei?
È la notizia dell’anno.
[18 luglio 2020]
Lingua spiaccicata
Parlando dei sei carabinieri della caserma
Levante di Piacenza, arrestati con le accuse di spaccio
di droga, torture ed estorsioni, La Stampa
scrive: «Due di loro al momento dell’arresto sono
scoppiati in lacrime. Gli altri non hanno spiaccicato
parola». Avrebbero spiccicato parola se non avessero
spiaccicato la faccia al pusher.
[24 luglio 2020]
Lookdown
Invece Libertà, quotidiano di Piacenza,
riferisce che «l’attenzione maggiore a questo caso è
avvenuta a partire dall’inizio dell’anno in corso e
soprattutto durante il lookdown». Non solo droga, sesso,
champagne e pestaggi: anche un modo dimesso di vestire
la divisa dell’Arma.
[24 luglio 2020]
Morta che parla
Dopo essere stato per 45 anni uno degli adepti
più fervorosi di Scientology, l’attore John Travolta
avrebbe deciso, a seguito del decesso della moglie, di
lasciare la chiesa fondata dallo scrittore statunitense
Lafayette Ronald Hubbard. Nel darne notizia, il Corriere
della Sera specifica: «La moglie Kelly Preston,
finché era in vita, diceva che “Scientology ci aiuta a
vivere più felici e a essere più gentili con gli
altri”». In effetti da morta avrebbe fatto più fatica a
dirlo.
[25 luglio 2020]
La maestrina
Per appioppare a Matteo Salvini un «non
classificato», Veronica Gentili, nelle sue pagelle del
lunedì sul Fatto Quotidiano, scrive: «Nel
marcare la propria autonomia ai vincolanti suggerimenti
di Bruxelles sulla gestione dei fondi europei». Si è
autonomi «da» qualcosa, non «a», quindi bisognava
scrivere «autonomia dai vincolanti suggerimenti». Voto a
Gentili: 4–. In grammatica. Come la scorsa settimana.
[27 luglio 2020]
Odifree fa’ el to
mesté
In un editoriale intitolato «Da Marshall a
Merkel», Piergiorgio Odifreddi, matematico, scrittore,
saggista, storico della scienza, ex docente
universitario, scrive sulla Stampa: «Tutti i
governi hanno sempre usato la spesa pubblica per
effettuare regalie a fini elettorali: le scarpe spaiate
di Lauro, l’Italia da bere di Craxi, gli 80 euro di
Renzi, la quota 100 di Salvini, il reddito di
cittadinanza di Di Maio». Non risulta che l’armatore
Achille Lauro abbia mai avuto incarichi di governo. Alla
fine dell’articolo, Odifreddi auspica che i fondi
europei vengano «gestiti da un governo di unità
nazionale guidato da tecnici», frase priva di senso,
perché un tale esecutivo sarebbe eminentemente politico
e non tecnico, come dimostrato dalla composizione del
governo Andreotti III, detto «di solidarietà nazionale»,
in carica dal 1976 al 1978. Conclusione: Odifree fa’ el
to mesté.
[25 luglio 2020]
Austerlitz
Editoriale di Pietro Senaldi, direttore
responsabile di Libero: «Altrimenti ogni tre
mesi avremo un ministro che fino al giorno prima giurava
di aver sconfitto la povertà o di aver piegato l’Europa
come Napoleone ad Austerlitz». Il Bonaparte doveva
possedere la macchina del tempo: nel 1805, anziché
sconfiggere la Terza coalizione guidata dall’imperatore
austriaco Francesco II e dallo zar russo Alessandro I,
riuscì nell’impresa di piegare l’Unione europea nata nel
1993.
[26 luglio 2020]
Mai dire mai
Titolo dalla Verità: «L’Ue non può
morire, è mai esistita». Come la grammatica.
[26 luglio 2020]
Per un pugno di
dollari
«Un milione di dollari in contanti, consegnati
direttamente da Licio Gelli», si legge nell’attacco di
un servizio sulla strage di Bologna, firmato da Giuseppe
Baldessarro, pubblicato da Repubblica. Poco più
avanti si spiega che «il milione di euro faceva parte di
una fetta più ampia di cinque milioni di dollari». Se
poi si considera che i fatti raccontati si riferiscono
al 1980, quando l’euro era di là da venire, l’emicrania
è assicurata.
[24 luglio 2020]
Segre non è Segrè
«Sarà Molecole di Andrea Segre (foto) il
film di pre-apertura della Mostra del Cinema di Venezia,
il 1 settembre», riferisce il Corriere della Sera.
Peccato che la persona fotografata non sia il regista
veneto bensì il professor Andrea Segrè, ordinario di
Politica agraria internazionale e comparata
all’Università di Bologna. Distinguibile, peraltro,
anche dall’accento sull’ultima lettera del cognome.
(Inoltre «il 1 settembre» è scorretto: si scrive il 1°
settembre o l’1 settembre).
[26 luglio 2020]
Stampa in tilt
Classifica dei quotidiani nazionali (incluse le
edizioni locali) che nel mese di giugno hanno utilizzato
più di cinque volte l’espressione stereotipata «in tilt»
(«subire un guasto, detto di circuiti elettrici o
elettronici», Zingarelli 2021) applicata a
qualsivoglia argomento, dalla politica al traffico: La
Stampa 119, La Repubblica 42, Corriere
della Sera 39, Il Secolo XIX 17, Il
Giorno 13, Libero 13, Il Giornale
8, La Verità 8, Avvenire 5, Il Fatto
Quotidiano 5, La Gazzetta dello Sport 5.
Totale delle citazioni includendo i periodici: 421. I
giornalisti hanno giocato troppo a flipper da ragazzi.
[23 luglio 2020]
Porti di mare
Luigi Bisignani critica sul Tempo il
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De
Micheli, per «la telenovela delle concessioni
autostradali che ha fatto inorridire i fondi
internazionali» e per «le sue contorte disposizioni che
stanno paralizzando Genova, la città con il primo porto
italiano, isolandola dal resto del mondo». Tutto vero ma
– duole deludere il sempre informatissimo Bisignani –
non per Genova: il primo porto italiano è Trieste, che
nel 2019 ha movimentato merci per 61,997 milioni di
tonnellate contro i 52,759 milioni della città ligure
(fonte: Assoporti).
[12 luglio 2020]
Parlare fra
parentesi
La Verità riporta in un titolo una frase
pronunciata da Luca Lionello, protagonista della fiction
Curon su Netflix: «“Meglio gli italiani dei politici
(anche grazie a noi attori)”». Mi sono sempre chiesto
come facciano gli intervistati a parlare fra parentesi.
Con gli indici disegneranno due semicerchi nell’aria?
[27 giugno 2020]
La laguna di Bolsena
Scrivendo sull’Osservatore Romano di santa
Cristina, venerata a Bolsena, l’archeologo Fabrizio
Bisconti si diffonde sul culto nella «piccola città
lagunare». Dopo il celebre miracolo eucaristico, un
prodigio celeste ha trasformato il lago di Bolsena in
appendice di Venezia, forse perché sprovvisto del Mose.
«Marieta monta in gondola che mi te porto al Lido. Mi no
che no me fido, ti xè massa un impostor!».
[23 luglio 2020]
Balene nel freezer
Titolo dal Giorno: «Carcasse di balene,
falchi e giraffe. Macabra collezione nel freezer».
Doveva essere un congelatore bello grande.
[18 luglio 2020]
Scarpantibus
Alain Elkann intervista sulla Stampa lo
stilista Christian Louboutin, famoso per le sue
calzature con la suola rossa. Il testo gronda di
riferimenti alle «scarpe da collezione», alle scarpe
«oggetti del desiderio», a «Roger Vivier, il più grande
stilista di calzature», agli acquisti di scarpe dopo la
pandemia. A un certo punto gli domanda: «È diverso
progettare calzature per uomo o per donna?». Risponde
Louboutin: «Se parliamo di scarpe sì». Chissà di che
altro avranno parlato.
[19 luglio 2020]
Voto a perdere
Veronica Gentili dà i voti sul Fatto
Quotidiano. Eccone uno: «Ma la vera star della
settimana è indubbiamente Angela Merkel, dalle capacità
di mediazione della quale dipenderà l’intera partita sul
Next Generation Eu». 4–. A Gentili. In grammatica.
[20 luglio 2020]
Da destra verso
sinistra
Didascalia da Repubblica: «Carmine Mario
Paciolla (secondo da destra verso sinistra)». In quel
giornale vanno a sinistra anche quando non serve. (Senza
contare che l’indicazione pleonastica è resa ancora più
surreale dal fatto che solo una delle sei persone
ritratte nella foto, cioè il Paciolla, è riconoscibile:
tutti gli altri hanno i volti pixellati. Impossibile non
distinguerlo).
[21 luglio 2020]
Interessi di Mora
Stefano Lorenzetto intervista sull’Arena
l’ex agente dei divi Lele Mora e scrive che egli
possedeva «un Falcon 5 da 10 posti». Impossibile: la
Dassault aviation ha prodotto soltanto un Falcon 5X,
subito abortito per problemi al motore Safran. In realtà
si trattava di un Cessna. Chi lo dice? Lorenzetto in
un’intervista con lo stesso Mora, apparsa su Panorama
nel 2012. Sull’Arena il manager delle star
racconta che oggi si occupa dei Gente de Zona, i quali
«hanno raggiunto 25 miliardi di visualizzazioni su
Youtube». Premesso che l’intervistatore confessa di non
sapere chi siano, le visualizzazioni del loro brano Bailando
risultano in realtà 2,8 miliardi. Credere ciecamente
agli intervistati, mettendo fra virgolette anche le loro
esagerazioni, oppure correggerli? Vasto problema.
[19 luglio 2020]
Botaniche sotto
spirito
Dal sito del Corriere della Sera:
«Buckingham Palace lancia un distillato realizzato
utilizzando 12 botaniche che crescono nei giardini del
Palazzo». Chi avrà piantato i semi per far nascere le
studiose nelle aiuole? E le poverette saranno messe a
macerare in un infuso oppure portate a 100 gradi in un
alambicco?
[14 luglio 2020]
Congiuntivite
Dalla prima pagina del Tempo:
«Euro-schiaffoni per Conte. Era meglio se stava a casa».
Capisco che messe così le due righe del titolo
pareggiavano alla perfezione, tuttavia, per rispetto del
congiuntivo, era meglio se fosse stato a casa.
[19 luglio 2020]
Zappatori d’acqua
Incipit dell’editoriale sulla prima pagina di Avvenire,
a firma di Maurizio Patriciello: «Può accadere che
arrivi anche per te un momento in cui hai l’impressione
di zappare l’acqua, dipingere il vento, faticare
invano». È il momento di darsi all’ippica.
[18 luglio 2020]
Opportunità
Sul Fatto Quotidiano il sociologo
Domenico De Masi magnifica l’importanza dello smart
working, che durante la quarantena «ha salvato
l’economia e la scuola contribuendo a salvare la
salute». Tant’è che alla fine dell’articolo lo definisce
«occasione insperata e determinante» e anche
«un’occasione così rara». Per deduzione, si deve
concludere che la pandemia da Covid-19 è stato un «caso
favorevole od opportuno», questa la definizione di
«occasione» secondo lo Zingarelli 2021. Con
l’occasione, ci sia concessa una toccatina scaramantica
ai guardiani del faro.
[23 giugno 2020]
Bomba su bomba
Luca Telese sulla Verità: «E se –
apparentemente – il litigio di ieri avviene su una
sentenza del passato, non c’è alcun dubbio che l’innesco
di questa polemica sia un ordigno predisposto per
deflagrare nel presente». Siamo dunque in presenza di
una bomba predisposta per far esplodere una bomba. «E
bomba su bomba noi siamo arrivati a Roma, insieme a
voi», come cantava Antonello Venditti.
[10 luglio 2020]
Notte fonda
A proposito della seduta del Consiglio dei
ministri sul tema autostrade, La Verità di
giovedì 16 luglio rileva nel titolo: «Tesissimo il
vertice della scorsa notte». Non risulta. Infatti il
governo si è riunito dalle 22.54 di martedì 14 e ha
concluso i suoi lavori alle 5.16 di mercoledì 15. Il
giorno prima.
[16 luglio 2020]
Quel ramo del mare
di Como
Il Corriere della Sera informa che il
prossimo Giro di Lombardia, in programma per il 15
agosto, «affronterà le classiche salite di Colle Gallo,
Colle Brianza, Madonna del Ghisallo, Sormano, Civiglio e
San Fermo della Battaglia nel finale prima del classico
arrivo sul lungomare di Como». Quel ramo del mare di
Como.
[16 luglio 2020]
Un virus fra
parentesi
L’Osservatore Romano presenta il libro di
Derio Olivero, vescovo di Pinerolo guarito dal Covid-19,
utilizzando lo stesso titolo del volume: «Non è una
parentesi». Siamo d’accordo, eccellenza: infatti è un
virus. In ogni caso, meglio chiuderla.
[16 luglio 2020]
Io speriamo che me
la cavo
Cronaca dall’Arena su un triangolo lui,
lei e l’altro in versione omosex: «Si era separato e tra
lui e l’altro la relazione, seppur sempre “blindata” era
proseguita senza particolari scossoni. Ma non aveva
considerato che l’altro uomo di lui si era innamorato e
quando lo ha lasciato perchè, dopo essersi separato
dalla moglie, si era trovato un’altra fidanzata la
situazione è degenerata». Si attendono chiarimenti.
[16 luglio 2020]
Repubblica
palestinese
Stefano Balassone, critico televisivo di Repubblica,
nella rubrica Onda su onda parla di un film
della regista palestinese Annemarie Jacir disponibile su
Sky: «Con Wajib siamo a Nazareth, nome che viene
da lontano, e che percorriamo nei giorni di Natale, fra
i segni dei cristiani in ogni dove». Veramente nei
giorni di Natale siamo più a Betlemme che a Nazareth.
[13 luglio 2020]
Test a test
Dal Corriere della Sera: «In Veneto test
rapido coreano. “Dieci minuti per trovare il virus”».
L’occhiello specifica: «Costa 12 euro, finora un solo
errore su mille campioni». Dal Corriere del Veneto:
«Lo studio: “I test rapidi? Falsato un esito su due”».
Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra.
[15 luglio 2020]
Datemi un martello
Nella cronaca del primo test di funzionamento del
Mose, l’inviato della Stampa scrive che il
premier Giuseppe Conte «schiaccia il pulsante che fa
alzare le 78 paratie gialle». Affannosa sostituzione da
parte dei tecnici del pulsante schiacciato anziché
premuto, al fine di consentire successive «erezioni»
delle dighe mobili.
[11 luglio 2020]
Confusion time
Luca Telese firma sulla Verità la cronaca
del question time alla Camera con il ministro della
Giustizia. In ballo ci sono le rivelazioni registrate
del defunto Amedeo Franco, uno dei giudici della
Cassazione che il 1° agosto 2013 condannarono Silvio
Berlusconi per frode fiscale. Alfonso Bonafede, scrive
Telese, «prova a uscire dall’angolo in cui l’audio
diffuso lo ha incastrato con un disconoscimento di
responsabilità: ma l’operazione non è facile». L’audio
lo ha incastrato con un disconoscimento di
responsabilità oppure Bonafede tenta di disconoscere
ogni sua responsabilità circa l’audio? Più avanti: «A
stretto giro di posta – come era prevedibile –
interviene Forza Italia, che con diverse dichiarazioni –
alcune di rango come quelle della capogruppo al Senato
Anna Maria Bernini – si agganciano alla parola d’ordine
dei renziani». Forza Italia si agganciano? (Sorvoliamo
sul rango della senatrice, ammesso che ne abbia mai
avuto uno elevato).
[10 luglio 2020]
Giggino, nun
t’allargà
Dal Foglio: «Ecco che lui allarga le
braccia: “Io mi occupo di scenari globali”». Papa
Bergoglio? Donald Trump? Xi Jingping? Angela Merkel? No,
Luigi Di Maio. Del resto, allargarsi un po’ troppo è la
sua specialità.
[15 luglio 2020]
Le arie di Arisa
Dal sito del Fatto Quotidiano: «Arisa:
rutto, scorreg*** e amo il sole». Più che altro ama
l’aria.
[14 luglio 2020]
Gira gira il
cetriolo...
Il pentastellato Giancarlo Cancellieri,
viceministro alle Infrastrutture, concede un’intervista
a Repubblica in cui si duole che il governo, il
suo governo, non abbia ancora revocato la concessione
autostradale ai Benetton. A una domanda finale sul Mes
risponde così: «Chissà come mai gli altri Paesi non lo
stanno utilizzando. Perché non hanno capito l’importanza
dello strumento o perché è un cetriolo che non vuole
prendere nessuno?». Visto che ha parlato in lungo e in
largo di autostrade, completi l’elegante concetto
chiarendo qual è il casello di entrata del cetriolo.
[9 luglio 2020]
La Russa si lamenta
del Ventennio
Ignazio La Russa, noto nostalgico, si lamenta del
governo Conte e La Verità mette nel titolo
questa sua frase: «Ormai votiamo solo sui decreti.
Succedeva così nel Ventennio». E si lamenta?
[6 luglio 2020]
Aja, che dolor!
Titolo a tutta pagina da Libero: «La
Corte dell’Aja ci dà ragione. “l Marò avevano
l’immunità”». La grafia corretta dell’olandese Den Haag
è una sola, L’Aia, con la «i» normale (vedere
enciclopedia Treccani). Solo Wikipedia, che non fa certo
testo, scrive arbitrariamente «L’Aia o a volte L’Aja».
Controprova: se si cerca «L’Aja» su Google Earth o sul
National Geographic, non esce alcun risultato.
[3 luglio 2020]
Voia de laurà
Titolo a tutta pagina sulla Stampa:
«Dalla frenesia del “lavurà” alla vita slow. “Milano
costretta a un bagno di umiltà”». Vabbè che è il
giornale di Torino, ma persino a Roma conoscono il
proverbio: «Voia de laurà saltumm adoss» (Marina Moioli,
Milano perduta e dimenticata, Newton Compton
Editori, 2013).
[27 giugno 2020]
Vedo rosso
Titolo d’apertura in prima pagina sul Giornale:
«Semaforo rosso». Anche quello! Nel titolo di taglio
compare la «Zona rossa». Ma allora è vero che i rossi
sono dappertutto.
[28 giugno 2020]
Decisionismo
Sommari dell’editoriale di Marco Damilano,
direttore dell’Espresso, sulla coalizione Pd-M5s
indecisa a tutto. Pagina 10: «Un governo che continua ad
andare avanti ma non decide». Pagina 12: «Per il Pd è un
momento decisivo». O decide o non decide. Decidetevi.
[14 luglio 2020]
San Pietro batte
Santa Sofia
Anche il coltissimo Camillo Langone sbaglia.
Commentando sul Giornale la vicenda di Santa
Sofia, la definisce infatti «quella che per mille anni
fu la più grande chiesa della cristianità». Va bene
arrotondare, tuttavia i secoli del meraviglioso edificio
costruito da Giustiniano furono poco più di nove, dalla
consacrazione nel 538 alla trasformazione in moschea nel
1453, anche se dalla prima metà del IV secolo
esistettero precedenti chiese, l’ultima incendiata nel
532. Ma soprattutto non è esatto il riferimento alle
dimensioni: la basilica voluta da Costantino sulla tomba
di Pietro a Roma era più grande. Poi Langone ricorda
padri della Chiesa originari dell’attuale Turchia,
includendovi però Giovanni Crisostomo, nato invece ad
Antiochia di Siria. Si potrebbe poi discutere su san
Simeone lo Stilita (il Vecchio, beninteso) nato al
confine tra la Turchia e la Siria. Ma lo sappiamo che
anche Omero ogni tanto dormicchiava. Comunque restava
Omero.
[13 luglio 2020]
Assolutismo
Mario Giordano intervista sulla Verità il
leader della Lega, Matteo Salvini, il quale a una
domanda risponde «Assolutamente sì», a un’altra
«Assolutamente sì», a un’altra ancora «Assolutamente
no». Abbiamo capito: un assolutista.
[13 luglio 2020]
Tenuta
Sommario dell’editoriale di Maurizio Belpietro
sulla Verità: «Il presidente del Consiglio tiene
unicamente alla sua cadrega. E per tenerla punta sulla
paura». Abbiamo capito: Giuseppe Conte è un uomo che ha
tenuta.
[12 luglio 2020]
Vertigini
Mistero sulla tragica fine di un professore di 44
anni a Crema. Il Giorno titola: «Volo fatale da
nove metri, ma la casa è alta sei». Sarà volato giù con
i trampoli?
[3 luglio 2020]
Matassa senza
bandolo
«Con la sapienza del gomitolo (Umana postura)».
Dalla “Pagina della Sfinge” della Settimana
Enigmistica? No, titolo dalla prima pagina di Avvenire.
[28 giugno 2020]
Fritto misto
«Respinto al McDrive: un uomo a cavallo infuriato
e umiliato perché non gli hanno servito il suo panino»,
titola Il Fatto Quotidiano. A parte che non si
capisce se a essere infuriato e umiliato fosse l’uomo
oppure il cavallo, leggi la notizia sottostante e scopri
che il cavallerizzo di Carlisle (Regno Unito) è stato in
realtà respinto dalla catena Kfc (Kentucky fried
chicken), quella che serve il pollo fritto, e non dal
McDrive. Infatti alla fine l’uomo spiega che si è
ribellato a questa «orribile forma di discriminazione»
di Kfc recandosi da McDonald’s. L’esatto contrario di
quanto annunciato nel titolo. Fritto misto.
[29 giugno 2020]
Sbarchi divini
Titolo dal sito della Stampa: «Migranti,
il monito del Papa: “È Dio che chiede di poter
sbarcare”». Ma non camminava sulle acque?
[8 luglio 2020]
Arabica Doc
Incipit della rubrica A corpo sicuro
sulla Verità, a firma di Luciano Bassani: «Il
caffè origina dalla macinazione di semi della Coffea
arabica, pianta che origina dall’Etiopia». E fin qui
siamo alla denominazione di origine controllata. Ma al
capoverso successivo si legge anche: «Una leggenda
siriana fa risalire la scoperta del caffè a un monaco
che aveva notato nel suo gregge uno stato di
sovreccitazione dopo aver mangiato frutti e foglie di un
albero della zona». Era il gregge che mangiava frutti e
foglie o era il monaco vegetariano ad avere le
allucinazioni?
[5 luglio 2020]
Sarò quel che sono
Titolo di Avvenire per l’ordinazione
episcopale di Marco Tasca, frate minore conventuale:
«L’abbraccio di Genova a Tasca. “Sarò un vescovo
francescano”». Facendo parte dell’Ordine francescano
fondato da san Francesco d’Assisi nel 1209, non si vede
che cos’altro potrebbe essere.
[12 luglio 2020]
Una donna riservata
La marchesa Daniela Del Secco D’Aragona scrive
sul Giornale: «La donna deve essere come “un
ristorante esclusivo” dove farsi riservare un tavolo è
il più grande degli onori. Mi piace definire la donna
come “un oceano di mistero”». Facciamo un ristorante
sull’oceano e non se ne parli più.
[27 giugno 2020]
Il Veneto non è più
in Italia
L’ordinanza numero 64 del 6 luglio 2020, emessa
dal presidente della Giunta regionale del Veneto, fissa
«misure urgenti in materia di contenimento e gestione
dell’emergenza epidemiologica da virus Covid-19». Fra
queste, «l’isolamento fiduciario per 14 giorni» in caso
di «ingresso o rientro in Veneto dai paesi diversi da
quelli di cui all’allegato 1». Le nazioni elencate
nell’allegato sono 36. Al diciottesimo posto si legge
«Italia». L’autonomia è fatta. Il Veneto non è più in
Italia. Viva san Marco! Viva la Serenissima!
[6 luglio 2020]
Miliardi e miliardi
«“Un miliardo di bond legati alla ’ndrangheta”»,
titola Il Fatto Quotidiano, citando il Financial
Times. Bond significa «titolo obbligazionario». Si
sta parlando di 1 miliardo di titoli o di titoli per un
ammontare di 1 miliardo? Vediamo se il testo svela
l’arcano: «Secondo una inchiesta di Miles Johnson del Financial
Times, investitori internazionali avrebbero
comprato obbligazioni per un totale di un miliardo
garantite da società di facciata, sospettate di essere
collegate a cosche della ’ndrangheta». Quindi il titolo
doveva essere questo: «“Bond per un miliardo legati alla
’ndrangheta”». Poiché il servizio arriva da Londra,
resta da capire se si tratti di 1 miliardo di sterline o
di 1 miliardo di euro. That’s the press, baby.
[8 luglio 2020]
Latinorum vaticano
Nell’anonima cronaca delle esequie di monsignor
Georg Ratzinger, riferendosi alle parole di Benedetto
XVI lette dal suo segretario, l’arcivescovo Georg
Gänswein, L’Osservatore Romano nel citare il
celebre motto latino «Cor ad cor loquitur», coniato dal
cardinale John Henry Newman, oggi santo, riporta un
inesistente «loquitor». E per par condicio sbaglia anche
la parola tedesca «Domkapellmeister» scrivendo
«Domkappellmeister», con una doppia «p» all’italiana.
Per un giornale i cui redattori sarebbero tenuti a
conoscere il latino e che vanta ben sei redazioni
linguistiche (francese, inglese, polacca, portoghese,
spagnola e, per l’appunto, tedesca) una vera débâcle.
[9 luglio 2020]
Un’ora che diventano
tre
Titolo dalla Stampa: «Casaleggio, un’ora
a Palazzo Chigi». Attacco del servizio: «Per Davide
Casaleggio essere accolto da Giuseppe Conte a palazzo
Chigi, nell’appartamento privato del presidente del
Consiglio, per una “chiacchierata” di oltre tre ore, è
già una vittoria». Dal titolo al testo non cambia solo
il modo di scrivere Palazzo Chigi, ma persino il fuso
orario.
[8 luglio 2020]
Singolare e plurale
Sommario dalle pagine culturali del Giornale:
«Inizialmente la metropoli gli pare “uno spettacolo
straordinario”. Poi prevale il disagio e la melanconia».
Quando il verbo al singolare prevale su quello al
plurale.
[28 giugno 2020]
Papa Formoso
L’Ansa informa che il Vaticano ha sospeso il
processo canonico contro l’arcivescovo emerito di La
Serena (Cile), Bernardino Piñera, ucciso dal coronavirus
all’età di 104 anni. Era stato denunciato nel 2019 per
un presunto abuso sessuale che avrebbe commesso mezzo
secolo fa su un minore. Signora mia, cosa vuole, non
sono più i tempi di papa Formoso. (Nota per gli
smemorati: trattasi del pontefice che, a un anno dalla
morte, avvenuta nell’896, venne dissepolto e processato
da Stefano VI, il quale ne dichiarò illegittima
l’elezione, annullò tutti i suoi atti e ordinò di
gettare il cadavere nel Tevere, spogliato delle vesti
pontificali e mutilato di due o tre dita della mano
destra con cui si impartiscono le benedizioni e si
effettuano le ordinazioni).
[26 giugno 2020]
Toghe travolti
Titolo in prima pagina sulla Verità:
«Parla Luciano Violante. “Le toghe oneste reagiscano o
finiranno tutti travolti”». Il gender dilaga.
[6 luglio 2020]
Cicciolinate
Sempre dalla Verità si apprende che la
pornostar Valentina Nappi minaccia di scendere in
politica, «magari per ricalcare le orme di Cicciolina
Staller, 35 anni». In quanto pseudonimo, Cicciolina non
può diventare nome. Infatti l’ex attrice a luci rosse,
che fu eletta in Parlamento nel 1987 con i radicali, si
chiama Ilona Staller, all’anagrafe Elena Anna.
[21 giugno 2020]
La benzina è finita
Paolo Massobrio su Avvenire parla delle
inadempienze governative verso le aziende agricole
stremate dalla pandemia e così conclude: «Ora si aspetta
il sole di un piano strategico. Perché la benzina è
finita e i distributori son chiusi». Se la benzina è
finita, non si vede come i distributori aperti
potrebbero migliorare la situazione.
[8 luglio 2020]
Si si si si
Intervistando il regista Dario Argento in morte
di Ennio Morricone, Ernesto Assante su Repubblica
riesce a scrivere per ben quattro volte «si», senza
accento, al posto di «sì». Per rispetto al maestro,
speriamo che fossero almeno tutti si bemolle.
[7 luglio 2020]
Cerchi (e caschi)
alla testa
Incipit della rubrica Cerchi alla testa
sulla prima pagina di Avvenire, a firma di
Alberto Caprotti: «Vedendo sfrecciare due ragazzini in
motorino con i capelli stupidamente al vento, mi sono
posto una domanda e ho trovato una risposta: il casco in
Italia è obbligatorio dal 30 marzo di vent’anni fa». E
ha trovato una risposta sbagliata: l’obbligo di
indossare il casco per i conducenti in ciclomotore di
età inferiore a 18 anni, e sulle moto per i maggiorenni,
fu introdotto in Italia dalla legge numero 3 dell’11
gennaio 1986, dunque 34 anni fa.
[4 luglio 2020]
Dentro e fuori
Sommario dall’Espresso: «Un’agonia di 5
giorni. Poi il corpo viene lasciato nella struttura. Tra
gli altri profughi, rinchiusi dentro». Rinchiusi fuori
sarebbe stato più complicato.
[5 luglio 2020]
Allo scoop di
Dall’editoriale di Vittorio Feltri su Libero:
«Ricordo alla perfezione che alcuni lustri orsono, ai
tempi della Democrazia cristiana, alcuni leader si
misero di buzzo buono allo scoop di smantellare un
numero impressionante di cosiddetti Enti inutili». La
voglia di scoop prevale sul governo di scopo.
[7 luglio 2020]
Atrocità
Titolo dal Corriere della Sera: «Muti in
concerto a Paestum per le vittime dell’Isis. Il maestro:
“Ogni forma di atrocità va condannata”». A parte Daesh,
qualcuno nel mondo aveva dubbi in proposito?
[7 luglio 2020]
Plurale e singolare
Mario Giordano sulla Verità: «Peccato
però che quel provvedimento abbia come obiettivo non
quello di punire la violenze fisiche o verbali contro
gli omosessuali (del resto, non ce ne sarebbero bisogno:
già ci sono le leggi per punire le violenze fisiche o
verbali contro ogni persona…)». Siamo d’accordo: non ci
sarebbe bisogno né di «la violenze» né di «sarebbero»,
bastando nel primo caso l’articolo al plurale e nel
secondo il verbo al singolare.
[5 luglio 2020]
Pronomi infelici
Su Repubblica editoriale dal titolo
«Perché è necessario parlare di “genere”», a firma della
filosofa Michela Marzano: «Esattamente come le persone
omosessuali le quali, checché talvolta ancora si dica,
non scelgono il proprio orientamento sessuale». Non
avrei usato quel pronome relativo indefinito, ecco.
[3 luglio 2020]
Abusi replicati
Titolo a tutta pagina su Avvenire:
«Abusi, i vescovi polacchi replicano». Pure recidivi.
[8 luglio 2020]
In un batter
d’occhio
Attacco di un servizio del Fatto Quotidiano
riguardante le difficoltà del presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte, firmato a quattro mani da Luca De
Carolis e Wanda Marra mentre «tutt’attorno all’avvocato
è un rumore di siluri e mal di pancia» (il che, si
presume, lo indurrà a prescrivere dosi industriali di
carbone vegetale agli alleati): «Il premier che ha paura
di affondare le tenta tutte. Si fa una passeggiata nel
centro di Roma, nella quale giura a un bimbo di
“mettercela tutta per far funzionare l’Italia” sotto gli
occhi dei cronisti». Ora siamo più tranquilli. Pochi
capi di governo, nella storia d’Italia, hanno giurato
che il Belpaese funzionerà con l’occhiuto controllo di
cronisti quali De Carolis e Marra.
[3 luglio 2020]
Lega con la violenza
Sulla Verità l’editoriale del direttore
Maurizio Belpietro reca questo sommario: «A Mondragone i
centri sociali impediscono di parlare al leader della
Lega con la violenza». Da Lega Nord a Lega con la
violenza, che evoluzione. (Comunque, si può farla
tornare alle origini: «Con la violenza i centri sociali
impediscono al leader della Lega di parlare a
Mondragone»).
[1 luglio 2020]
Nuovi poveri, fame
antica
Titolo dal Giorno: «In fila alla mensa
dei nuovi poveri. “Ho perso tutto, qui per mangiare”». E
per che altro, sennò?
[3 luglio 2020]
A ogni morte di papa
Forse l’avvocato Giorgio Assumma, legale di Ennio
Morricone, avrebbe fatto meglio a evitare di mostrare ai
fotoreporter la mail con le ultime parole del maestro,
inviatagli dal figlio Giovanni. Nell’oggetto si legge
infatti: «Correzzioni necrologio di papa». Due note
stonate su tre.
[27 giugno 2020]
Deserto del Gobi
Titolo sul sito della Gazzetta dello Sport:
«Di Felice, che impresa! Dal deserto dei Gobi allo
Stelvio: “Le salite della rinascita”». Mi ha fatto
ricordare una canzoncina della mia infanzia: «Gòbo so
pare, gòba so mare / gòba la fióla de so sorèla / era
gòba pure quela...». Ma il deserto è uno solo: del Gobi.
[6 luglio 2020]
Terroristi a riposo
Incipit della rubrica Malebolge di Aldo
Nove sulla prima pagina di Avvenire: «Ci fa
paura, il cambiamento. Sempre e comunque. A meno che non
venga truccato da incremento di qualcosa che ci ha dato
piacere nel passato, o che ci gratifica nel presente. In
questo senso, il concetto reso popolare dal film di
Visconti (tutto devo cambiare perché tutto resti uguale,
valida anche nella variante inversa, perché l’ordine dei
fattori qui non cambia), il proverbiale “Gattopardo”, si
apre in questi mesi a uno spiraglio di “rivelazione”
(apocalisse) che tramuta la paura in terrore. Forse
qualcuno ha notato che da un po’ non avvengono atti
terroristici. Perché lo abbiamo introiettato». Toccatina
e fuga.
[28 giugno 2020]
Lingua sciolta
Da un titolo della Verità: «L’assemblea
dei rappresentanti di clero, nobiltà e Terzo stato fu
convocata il 5 marzo 1789 da Luigi XVI. Nonostante il
Paese si avviasse verso il caos, il re non li sciolse».
In effetti solo Giovanni Brusca avrebbe potuto
scioglierli nell’acido.
[26 giugno 2020]
E non, eh no
Daniele Capezzone, già portavoce di Forza Italia,
scrive sulla Verità: «L’autocensura di ieri non
è dunque una buona notizia per i cristiani perseguitati
in tutto l’Estremo Oriente, e in generale per chiunque
difenda la libertà, religiosa e non». Eh no, sarebbe
bastato ricordarsi di Uomini e no, il romanzo di
Elio Vittorini. «L’avverbio negativo olofrastico (detto
così perché, da solo, costituisce un’intera frase) in
italiano è soltanto “no”», ricordava il linguista Luca
Serianni nel periodico dell’Accademia della Crusca
(numero 11, ottobre 1995). «L’uso tradizionale richiede
dunque “o no” in coordinate disgiuntive ridotte appunto
alla sola negazione olofrastica». Il dantista Remo
Fasani nel De vulgari eloquentia (Padova,
Liviana editrice, 1978, pagina 15) condannò senza
appello la forma «o non», «forse lo sfregio più grande –
e più gratuito – che si poteva fare all’italiano»,
aggiungendo: «E subito dopo viene il “meno”: “diretti o
meno”, che sembra l’invenzione di un ubriaco».
[6 luglio 2020]
Do re mi
Da un editoriale del direttore di Libero,
Pietro Senaldi, si apprende che Giuseppe Conte «ha posto
la fiducia sul provvedimento che dovrebbe dare il là
alla risalita». Questo governo è davvero un disastro:
riesce persino a trasformare le note musicali in
avverbi.
[25 giugno 2020]
Anacoluti
Sommario dall’Espresso: «Jole, 86 anni,
pagato l’affitto le restano 250 euro al mese». Invece
c’è abbondanza di anacoluti in redazione.
[5 luglio 2020]
Amicizie istantanee
Nella sua bellissima intervista con Ernesto
Franco, direttore editoriale dell’Einaudi, apparsa su Robinson,
il settimanale di Repubblica, Antonio Gnoli
comincia dando del lei all’interlocutore, ma nel giro di
otto domande passa al tu. Si vede che hanno fatto
amicizia in fretta. Attenuante generica: la rubrica
dell’eccellente Gnoli si chiama Straparlando.
Quindi era autorizzato a chiudere il colloquio dandogli
del voi.
[5 luglio 2020]
Laura non c’è
Intervista di Antonio Di Francesco all’assessore
regionale veneto all’Istruzione, Elena Donazzan, sulla Verità:
«Pura incompetenza, ecco quel che vedo. E pensare che di
ministri dell’Istruzione ne ho visti tanti in questi
anni, ma come Laura Azzolina mai». Infatti non esiste,
semmai c’è una Lucia Azzolina.
[6 luglio 2020]
Intimissimi
Giovanni Mari scrive sulla Stampa: « Ad
attaccare alzo zero, contro il governo, è il presidente
della Regione Giovanni Toti, che annuncia un’ordinanza
per “intimare” il ministero dei Trasporti ad agire». E
13 righe più avanti spiega che Toti «aveva in questo
modo “intimato” lo stesso Mit e Aspi». Prima
osservazione, di natura balistica: «attaccare alzo zero»
non si può, semmai si spara a zero, cioè con alzo zero,
tenendo l’arma orizzontale. Seconda osservazione, di
natura grammaticale: non si può intimare qualcuno, ma
solo qualcosa. Come spiega lo Zingarelli 2021,
il significato del verbo è «ordinare o imporre in modo
perentorio» (esempio: intimare la resa) e va seguito da
«di» con l’infinito (gli intimò di partire) o da «che»
con il congiuntivo (intimò che il fardello gli fosse
consegnato). Non che nello Zingarelli 1981 la
regola fosse diversa.
[29 giugno 2020]
Effetti
dell’epidemia
La Repubblica intervista l’editore
Giuseppe Laterza, attribuendogli nel sommario questa
frase: «L’epidemia ha cambiato tutto, oggi anche Croce
userebbe Instagram». Perché non possiamo non dirci
“Ferragni”.
[3 luglio 2020]
La prima Pagina
della Sfinge
«La beatitudine della sete (Urlare Dio)» titola Avvenire
un articolo in prima pagina del focolarino Luigino
Bruni, economista nonché biblista. Per fortuna
l’occhiello chiarisce tutto: «L’anima e la cetra/15». Ci
siamo persi sicuramente qualcosa.
[5 luglio 2020]
Virgole
Sommario dell’editoriale del direttore Maurizio
Belpietro sulla Verità: «Se non si fa nulla per
rimettere in piedi le aziende colpite dalla recessione,
quando esse avranno le mani libere, manderanno a casa
parecchi dipendenti». Cioè la recessione le colpirà
quando avranno le mani libere? Allora meglio tenergliele
legate. Oppure togliere la virgola dopo «libere».
[4 luglio 2020]
Sottosviluppo
Così, in un sommario, Il Giornale fa
parlare Luca Palamara a proposito di Silvio Berlusconi:
«Che ci siano stati problemi nello sviluppo dei processi
è un tema che va sviluppato». Un magistrato in via di
sviluppo.
[23 giugno 2020]
Non morto e sepolto
Sommario dall’Espresso: «Raccoglieva
origano nei campi. Nei giorni peggiori del Covid-19
aveva febbre e diarrea. Nel centro per migranti nessuno
lo ha visitato. E poi lo hanno subito sepolto». Non
hanno nemmeno aspettato che morisse.
[5 luglio 2020]
Scivoloni
Titolo in prima pagina sulla Verità:
«Farsa di Giuseppi sulle tasse: il governo le slitta di
20 giorni». «Slittare» è un verbo intransitivo: si può
far slittare qualcosa, non slittarla.
[30 giugno 2020]
A scoop ritardato
«Zaccagnini incontrò Craxi per salvare Aldo
Moro», titola di spalla in prima pagina il Corriere
della Sera, presentando, a firma di Walter
Veltroni, un’intervista di quasi due pagine con Beppe
Pisanu, che nel 1978 era il capo della segreteria
politica dello statista assassinato dalle Brigate rosse.
All’interno, Pisanu racconta: «Zaccagnini tenne una
linea rigorosa nel senso che umanamente pensò non
bisognasse lasciare nulla di intentato – uso
un’espressione che lui dettò a me personalmente – per
restituire Aldo Moro alla famiglia e al suo partito».
Non si capisce in che cosa consista la novità della
«rivelazione». Ecco che cosa disse Bettino Craxi, da me
intervistato ad Hammamet un anno prima della morte
(l’intervista apparve sul Giornale il 28 gennaio
1999 e fu poi raccolta nel libro Dimenticati,
Marsilio).
Ha un rimorso?
«Avercela messa tutta per salvare Aldo Moro e non
esservi riuscito. La detenuta brigatista era già stata
individuata: Paola Besuschio. Leone era d’accordo, me lo
confermò Fanfani: “Il presidente è pronto a firmare la
grazia, ha la penna in mano”. La sera prima
dell’assassinio ci fu un estenuante vertice con i dc,
dalle 17 a mezzanotte. Piccoli e Bartolomei erano gli
unici favorevoli allo scambio. L’onesto Zaccagnini non
aprì mai bocca. In sette ore filate riuscì a dire
soltanto: “Craxi, vuoi un bicchier d’acqua?”. L’onesto
Zaccagnini!».
E poi?
«L’indomani arrivò la nettissima chiusura di Andreotti a
ogni trattativa».
Interpretava un sentimento diffuso fra gli italiani:
lo Stato non può scendere a patti col terrorismo.
«Gli italiani! In mille partirono da Quarto. Non ci
sarebbe neanche l’Italia se fosse stato per gli
italiani!».
Dopo la seconda risposta, Craxi mi ordinò di spegnere il
registratore e mi raccontò: «La mattina successiva alla
riunione in cui Zaccagnini non fece nulla per salvare
Moro, telefonai a Flaminio Piccoli per chiedergli come
mai tardasse a uscire il comunicato che era stato
concordato con la Dc, il quale avrebbe dovuto dare via
libera al presidente Leone per la grazia alla terrorista
Besuschio. Mi rispose Piccoli: “È stato quel criminale
di...”», e qui Craxi mi fece nome e cognome di un leader
democristiano che aveva opposto una netta chiusura alla
linea trattativista del segretario socialista, mandando
così a monte il tentativo di salvare Moro. Siccome
cinque mesi prima avevo intervistato Piccoli, gli
telefonai per chiedergli di confermarmi la veridicità
dell’affermazione di Craxi: non ebbe difficoltà a farlo.
Fra l’altro, l’intervista con Craxi fu ripresa cinque
giorni dopo proprio sul Corriere da Luca Telese,
che però si soffermò su un unico dettaglio: nel nostro
colloquio l’ex leader del Psi mi aveva annunciato che
aveva aperto il sito www.craxi.net. Infatti il
titolo era: «Craxi, un sito Internet fra malizia e
malinconia».
[2 luglio 2020]
Sturmtruppen
vaticane
Annunciando la morte di monsignor Georg
Ratzinger, Vatican News, testata ufficiale
online della Città del Vaticano, sbaglia numero e genere
– anche in tedesco singolare maschile – del «servizio di
lavoro obbligatorio del Reich», scrivendo che il
fratello di Benedetto XVI durante la guerra «venne
arruolato nelle Reichsarbeitsdienst». Forse l’estensore
della notizia, ciecamente imitato un po’ da tutti (dalle
agenzie Ansa, Adnkronos e Agi, dall’Osservatore
Romano, ormai non più di carta, da Luigi Accattoli
nel minuzioso articolo sul Corriere della Sera,
e poi da Fatto Quotidiano, Avvenire, Tgcom
24), pensava alle Sturmtruppen di Bonvi.
[1 luglio 2020]
Aridaje!
L’espressione incriminata («nelle
Reichsarbeitsdienst») ritorna in un secondo articolo di
Maurizio Fontana che compare nell’edizione odierna dell’Osservatore
Romano, nel quale è sbagliato pure il soprannome
Bücher-Ratz («il Ratz dei libri») di Joseph Ratzinger,
trasformato in Bucher-Ratz. Povero tedesco, e povero
Benedetto XVI!
[3 luglio 2020]
Per essere cieca è
cieca
Editoriale del direttore Maurizio Belpietro sulla
Verità: «Ma un cittadino crede che la legge sia
uguale per tutti e che, pur essendo cieca, la Giustizia
non faccia distinzioni». Non si comprende il senso della
frase. La Giustizia non fa distinzioni proprio perché è
cieca.
[2 luglio 2020]
Spese voluttuarie
Un giovane si suicida su una piazzola della
Transpolesana sparandosi un colpo di pistola alla testa.
La cronaca sull’Arena termina così: «A quanto
pare, non aveva apparenti motivi per togliersi la vita.
Resta quindi un mistero il perché, un’ora prima del
dramma, abbia speso mille euro in un’armeria di Rovigo
per acquistare la Sig Sauer calibro 9 che gli è stata
fatale». Le famose spese voluttuarie.
[30 giugno 2020]
Scavi storici
Piero Melati recensisce sull’Espresso il
saggio Ma perché siamo ancora fascisti di
Francesco Filippi (Bollati Boringhieri) e assicura:
«Stavolta Filippi scava più profondamente». Tralasciando
vari passaggi del volume, ai quali potrebbe fare le
pulci il professor Nunzio Dell’Erba, già docente di
Storia contemporanea e Storia dei partiti e dei
movimenti politici all’Università di Torino e
compilatore di molte voci apparse nel Dizionario
biografico degli italiani della Treccani, vediamo
se è vero. A pagina 106 Filippi riporta (nella nota 2)
un brano tratto da Storia dei due manifesti di
Emilio Raffaele Papa, del quale però non vi è traccia
nel punto indicato del libro di Papa, e parla
dell’«esecuzione del filosofo fiorentino Giovanni
Gentile», che per la verità era nato a Castelvetrano
(Trapani). A pagina 112 l’autore scrive che «Gramsci
muore nel 1937 pochi giorni dopo essere stato liberato
per motivi di salute»: in realtà Antonio Gramsci lasciò
l’infermeria del carcere di Civitavecchia il 7 dicembre
1934 per essere ricoverato a Formia. Il 25 ottobre dello
stesso anno Benito Mussolini accolse la richiesta di
libertà condizionata. Il 24 agosto 1935 fu trasferito
nella clinica Quisisana a Roma, dove morì il 27 aprile
1937. Quindi i «pochi giorni» citati da Filippi furono
in realtà 612. Niente male, per uno storico, che «scava
più profondamente». (Ieri Filippi era ospite di Rai 3
con il suo libro, insieme a Gad Lerner, a Quante
storie. Un programma di vita).
[21 giugno 2020]
Lotto per la
giustizia
La Stampa intervista l’avvocato Pierpaolo
Berardi, che dal 1992 tenta senza successo di entrare in
magistratura. Titolo: «Toghe e concorsi truccati,
trent’anni di beffe e ricorsi. “Lotto solo per la
giustizia”». Verbo o sostantivo? Forse il secondo. La
giustizia è sempre un terno al lotto.
[29 giugno 2020]
Ampliare gli abusi?
Titolo dalla prima pagina del Fatto
Quotidiano: «Ok accelerare appalti e permessi
ambientali, ma non sanare gli abusi previsti dai piani
regolatori (che i Comuni possono ampliare)». I piani
regolatori prevedono gli abusi? E i Comuni possono
ampliare i piani regolatori o gli abusi? Ok sanare la
sintassi.
[30 giugno 2020]
Parrocchie di lucro
Da un titolo della Verità: «Peccato che
il parroco lucrasse sull’attività degli stranieri, cosa
per cui ora è sotto inchiesta, utilizzando le sue
conoscenze». Lucrava sulle attività degli stranieri
utilizzando le sue conoscenze oppure stanno indagando
fra le sue conoscenze?
[28 giugno 2020]
Sconsecutio temporum
Incipit della rubrica Malebolge di Aldo
Nove sulla prima pagina di Avvenire: «Subito
dopo la morte di san Francesco, il fedele frate Elia
manda una lettera enciclica a tutte le province
dell’ordine e il papa Gregorio IX, amicissimo del
Poverello, preparò il processo di canonizzazione».
Manda. Preparò. Complimenti per la sconsecutio temporum.
[30 giugno 2020]
Direttori
dimenticati
Fabrizio Boschi sul Giornale scrive di
Vittorio Feltri, che si è dimesso per protesta
dall’Ordine dei giornalisti: «Direttore dell’Europeo
prima e dell’Indipendente dopo, nel 1994 prende
le redini de Il Giornale dopo l’abbandono di
Montanelli. Nel 2000 fonda Libero, che dirige da
allora». Veramente fra il 2009 e il 2010 ha diretto per
la seconda volta, e per più di un anno, Il Giornale.
Se i cronisti del Giornale ignorano che cosa
accade al Giornale, che ne sapranno di ciò che
succede nel mondo? (Nello stesso testo viene attribuita
a Feltri la seguente frase: «Ho anche intenzione di
querelare tutti quelli che mi hanno ingiustamente
tentato di perseguitarmi». Escludo tassativamente che
abbia potuto pronunciarla. Si è dimesso dall’Ordine dei
giornalisti, non dalla lingua italiana).
[27 giugno 2020]
Rimetti a noi i
nostri debitamente
Titolo dell’editoriale del direttore Maurizio
Belpietro sulla Verità: «Un governo terminale
tenuto in vita dall’avvocato maestro del rinvio». Spiega
il sommario: «L’accesso al prestito del Meccanismo di
stabilità è vincolato a una consultazione parlamentare
che Conte evita debitamente». La definizione
dell’avverbio «debitamente» è «nel modo dovuto». Se ne
deduce che evitare la consultazione parlamentare è un
atto dovuto. Allora quale sarebbe la colpa del premier?
[30 giugno 2020]
Kissinger mica tanto
La Repubblica mette in prima pagina, a
corredo di un articolo su Henry Kissinger, una foto
dell’ex segretario di Stato americano. Posso sbagliarmi,
ma non è lui per almeno quattro motivi: 1) Kissinger ha
97 anni; lo sconosciuto sicuramente molti di meno. 2)
Kissinger ha la fronte tempestata di macchie senili; lo
sconosciuto no. 3) Kissinger porta da molti anni gli
stessi occhiali, interamente in resina; lo sconosciuto
ne indossa un paio con il ponte metallico. 4) Kissinger
ha la pappagorgia; lo sconosciuto no.
[30 giugno 2020]
Caffè scorretto
Rettifica dalla Verità: «Per una grave
svista, il Caffè corretto – evidentemente troppo
– di Gustavo Bialetti attribuiva al Gruppo Gavio lo
sgradevole incidente della richiesta di pedaggio non
versato (84,30 euro) a un malcapitato guidatore
coinvolto nel crollo del viadotto della A6 nel novembre
2019». Evidentemente poco corretto, semmai.
[27 giugno 2020]
Io ti battezzo nel
bagnoschiuma Vidal
Incipit della rubrica Malebolge di Aldo
Nove sulla prima pagina di Avvenire: «Da anni mi
chiedo, pensando a chi appartiene alla mia generazione
(ho da poco superato i cinquanta), quale fede essa possa
avere o quale eventuale conversione potrebbe vivere –
l’immagine, sarcastica e mesta, è che vorremmo scegliere
il tipo di bagnoschiuma per il battesimo...». Sicuro di
sentirsi bene?
[27 giugno 2020]
Attenti al lupo
Sommario dalla Verità: «Paura a Otranto.
Lupo selvatico azzanna una bambina nel villaggio
vacanze». Esiste anche il lupo domestico?
[27 giugno 2020]
Bare in omaggio
Pubblicità delle pompe funebri Exequia di Roma:
«C’è chi bara, e chi non bara. Funerale completo e bara
in omaggio a € 1.250». La forza del destino cinico e
baro: conviene morire.
[3 maggio 2020]
Facciamo un po’ di
Ordine
Commentando in prima pagina le polemiche
dimissioni di Vittorio Feltri dall’Ordine dei
giornalisti, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale,
scrive: «Dovete sapere che per esercitare la professione
di giornalista bisogna essere iscritti all’Ordine –
inventato dal fascismo per controllare l’informazione –
e sottostare alle sue regole deontologiche». Non è
corretto dire che l’Ordine fu inventato dal fascismo. Il
primo riconoscimento giuridico della professione
giornalistica risale al Regno d’Italia, alla legge
numero 406 del 9 luglio 1908. In seguito, re Vittorio
Emanuele III promulgò la legge numero 2307 del 31
dicembre 1925, che all’articolo 1 stabiliva: «Il
direttore o il redattore responsabile deve essere
iscritto nell’albo professionale dei giornalisti».
L’Ordine dei giornalisti propriamente detto nacque
invece con la legge numero 69 del 3 febbraio 1963. A
presentarla fu il dc Guido Gonella, ministro di Grazia e
Giustizia, che divenne il primo presidente dell’Ordine.
[26 giugno 2020]
Commessi promossi
questori
La Verità pubblica una foto di Vittorio
Sgarbi cacciato da Montecitorio per ordine della
presidente di turno Mara Carfagna. «I questori l’hanno
trascinato fuori a forza», recita la didascalia. In
realtà a portare fuori di peso dall’Aula il deputato
sono cinque commessi. I questori della Camera sono
soltanto tre e non movimentano corpi umani.
[26 giugno 2020]
Urla del silenzio
Incipit della rubrica Malebolge di Aldo
Nove sulla prima pagina di Avvenire: «La poesia
è il regno del silenzio che si (rivela), che si concede
all’impossibile paradosso del farsi toccare. Il vero
silenzio non significa una mera entità negativa, tale da
rimanere inespressa, ma un comportamento attivo, una
commozione fervida della vita interiore, commozione
nella quale tale silenzio diviene padrone di sé stesso».
Bei tempi quando il silenzio era d’oro.
[17 giugno 2020]
Tre passi nel
delirio
Dalla rubrica Verità nascoste del Manifesto,
che reca le firme di ben tre autori, Sarantis
Thanopulos, Francesco Bollorino e Gilberto Di Petta:
«Sarantis ha reso una stringente ermeneutica del
contenuto del delirio di Gerolamo che, evidentemente,
nessuno dei clinici che egli ha incontrato, è stato mai
in grado di fare. Purtroppo si tratta, o si sarebbe
trattato, se mai il paziente avesse incontrato un
clinico di formazione psicodinamica, di una lettura “a
posteriori”, ovvero dopo la tragedia, poiché Gerolamo,
come ancora oggi accade, non è venuto all’osservazione
clinica se non dopo il delitto. Dunque il primo punto
critico è riuscire ad offrire, a queste persone, l’aiuto
prima dell’agito. Il secondo punto è che questo delirio,
oltre che ad un’analisi del contenuto, si presta ad una
analisi della forma, ovvero del suo modo di
strutturarsi». Concordiamo su un punto: il delirio.
[13 giugno 2020]
Apriamo una
parentesi
Titoli da un’edizione del Corriere della Sera:
«La guerra (a parole) sui vitalizi». «Un metro di
distanza (da bocca a bocca)». «Quelle conversazioni tra
Conte e Berlusconi (che fanno irritare il segretario del
Pd)». «Quali errori (di Trump) hanno portato alla
crisi». «Da Bertinotti e Dini (e Cicciolina). Il fronte
degli irriducibili». «La vittima in più (mai
identificata) tra i misteri della strage di Bologna».
Provate a togliere le sei – dodici – parentesi: i titoli
stanno in piedi lo stesso. Allora perché metterle?
[27 giugno 2020]
Recensioni
indistinguibili
Stefano Balassone, critico televisivo di Repubblica,
nella rubrica Onda su onda analizza la serie Curon
di Netflix: «La regia ci va pesante sul piano espressivo
del terrore. Ma la non sfugge alla maledizione della
noia». E più avanti: «Se la sceneggiatura non fosse
tirata via come l’attuale, la serie potrebbe procedere
ben oltre le sette puntate perché la lacustre fabbrica
di mostri è sempre incinta, là e per uno vecchio che fai
fuori altri ne sorgono, anche dai buoni di una stagione
e potenziali pessimi nell’altra». Infine: «Tuttavia,
prima di scrivere e riscrivere per costruire trame di
sostanza, assicuratevi che l’audio sia distinguibile».
Vale anche per le recensioni.
[21 giugno 2020]
Tu es Petrini
Dall’Osservatore Romano: «Figlio del
dopoguerra, Carlo Petrini ha vissuto l’era delle macerie
e della rinascita di un intero Paese. Fondatore e
presidente di “Slow Food”, da trent’anni promuove
un’idea di prossimità opposta a un’economia che strozza
gli orizzonti a prezzo di disuguaglianze feroci». E noi
che pensavamo promuovesse solo il pecorino di Farindola
e il sedano rosso di Orbassano.
[3 giugno 2020]
Marzano in campo
Sette ragazzi sabato scorso hanno prenotato un
tavolo al Kursaal, nota discoteca di Lignano Sabbiadoro,
a nome di un fantomatico «centro stupri». Hanno anche
postato online alcune foto in cui indossavano t-shirt
con la medesima scritta. Nei giorni successivi si sono
scusati per la «bravata». Su questa vicenda, frutto di
conclamata imbecillità, la filosofa Michela Marzano
verga un editoriale sulla Stampa in cui denuncia
«l’incapacità di questi ragazzini friulani di buona
famiglia di capire il significato delle parole
pronunciate, l’estrema violenza che c’è nel banalizzare
lo stupro o i lager nazisti». Che c’entrano i campi di
sterminio? Non si sa. Al massimo c’entrano i campi di
polenta, dove questi sette sconsiderati andrebbero
mandati a zappare.
[24 giugno 2020]
Colui il quale e i
loro nomi
Titolo da Repubblica: «Palamara. “Le
correnti? Anche chi mi accusa le usava per fare
carriera. Ecco i loro nomi”». Quindi fa i nomi delle
correnti? No, perché quelli si conoscono già. Allora fa
il nome di chi lo accusa? In tal caso la concordanza con
«i loro nomi» è sbagliata, essendo «chi» pronome
relativo singolare che sta per «colui il quale», «colei
la quale». («Chi» in funzione di «coloro che» è un
arcaismo, che comunque mal si sarebbe conciliato con il
verbo al singolare).
[21 giugno 2020]
Lavori perduti
Titolo da Avvenire: «Quaranta milioni di
lavori perduti». Proviamo a immaginare: lo stagnino, il
lampionaio, l’arrotino, il cardatore, l’ombrellaio... Ce
ne vuole per arrivare a 40 milioni di lavori. Infatti
nel testo si precisa che trattasi di 40 milioni di
lavoratori che hanno perso il posto negli Stati Uniti.
[7 giugno 2020]
Le caprette di
Mattarella
«Il capo dello Stato salva dallo sfratto le
caprette di una cascina», titola d’apertura La
Verità. Leggi la notizia sottostante e scopri che
a Casirate (Bergamo) era scoppiata nel 2004 una lite tra
una famiglia di agricoltori e la proprietaria di un bed
& breakfast adiacente, causata dalla vicinanza degli
animali all’abitazione. Il proprietario della fattoria
presentò ricorso amministrativo per far revocare
l’ordinanza di sgombero emessa dal sindaco contro 2
maiali, 14 capre, 3 pecore e 20 galline. «Ora, dopo il
parere del ministero della Salute, la salomonica
sentenza: no ai porcelli, sì alle caprette». E perché il
titolo tira in ballo Sergio Mattarella? Va’ a saperlo.
[19 giugno 2020]
Accenti a Mazzi
Don Antonio Mazzi scrive sul Corriere della
Sera: «Nella mia giovinezza, a ridosso della
Seconda guerra mondiale, avevamo meno cervello, ma un pò
più di cuore». Solo l’ortografia rimane uguale.
[25 giugno 2020]
E la chiamano estate
La Repubblica intervista Gabriele Muccino
sul suo nuovo film. «Gli anni più belli sembra
pensato per l’estate», osserva il giornalista. E il
regista, di rimando: «Sì. Intanto è un film molto
estivo». Cocorito non avrebbe saputo rispondere con più
fantasia. Stabilito dunque senza ombra di dubbio che non
si tratta di un’opera autunnale, verso la fine Muccino
chiosa: «Spero che il film riesca a camminare fino a
settembre». In effetti il 22 di quel mese termina
l’estate.
[19 giugno 2020]
Da ieri a oggi
«Ligia Turetta. Morta a 44 anni», recita la
didascalia del Corriere della Sera, posta sotto
la foto di una donna dall’aspetto giovanile. Trattasi
della quinta vittima da coronavirus registrata a Vo’
Euganeo. Nel testo si scopre però che la signora di anni
ne aveva 64. Un refuso? No. È che sembrava ieri quando
«Ligia Turetta mangiava la torta di crema e frutta che i
figli avevano ordinato in pasticceria per festeggiare il
44esimo anniversario di matrimonio con il marito
Silvio». Da ieri a oggi, un salto di 20 anni.
[23 giugno 2020]
Dal giorno alla
notte
Gabriele Carrer sulla Verità: «La domanda
del New York Times sorge quasi spontanamente
dopo che tra lunedì e martedì, nella notte, soldati
indiani e cinesi si sono affrontati, disarmati». A parte
lo «spontanamente», tra lunedì e martedì non poteva che
essere notte.
[20 giugno 2020]
Campi profughi
Titolo in prima pagina sull’Osservatore Romano:
«Il virus minaccia i campi profughi». Occhiello: «Nei
rifugiati e negli sfollati è presente Gesù ricorda il
Santo Padre in un tweet». L’ambiguo collegamento fra le
due righe suscita un interrogativo: è presente il
Covid-19 o è presente Gesù?
[21 giugno 2020]
Solo solo
Titolo del Fatto Quotidiano per
un’intervista a Vittorio Storaro, direttore della
fotografia in film di grande successo: «“Sono solo
cinematografo. Contro Allen solo imbecilli”». Dopo Tolo
Tolo, solo solo.
[23 giugno 2020]
Fondamenta
Francesco Alberoni sul Giornale: «Gli
occidentali, indeboliti e sconfitti, anziché ribellarsi
e combattere si accusano di tutti i mali del modo. È un
modo di pensare nelle fondamenta dell’edificio
occidentale». C’è modo e modo anche di scrivere.
[21 giugno 2020]
Turbolenze
Titolo dalla prima pagina di Avvenire:
«Il governo balla su Alitalia». Le solite turbolenze.
[17 giugno 2020]
Confusione
scheletrica
Secondo Marco Belpoliti di Repubblica, la
spiegazione della mancata conquista del pianeta da parte
degli insetti «sta nell’endoscheletro degli Artropodi
che ha impedito loro di svilupparsi, mentre
l’esoscheletro ha permesso l’evoluzione dei mammiferi, e
in particolare dell’Homo nelle sue varie versioni, gli
ha consentito di espandersi e crescere nel corpo e nel
cervello». È esattamente l’inverso: gli artropodi sono
dotati di esoscheletro, i mammiferi di endoscheletro. (E
l’Homo sapiens di scheletri plurimi nell’armadio).
[18 giugno 2020]
È un virologo, anzi
no
Andrea Tornago sul Fatto Quotidiano
intervista il professor Andrea Crisanti: «Lei gode di
grande stima ma c’è chi la attacca dicendo che non è
neanche un virologo» (infatti è un parassitologo, come
già evidenziato in questa rubrica in data 31 marzo).
Risposta: «È vero e forse proprio perché non sono un
virologo ho potuto vedere l’epidemia in un modo diverso
e originale». Sullo stesso numero, Pino Corrias scrive
che il governatore Luca Zaia ha «ingaggiato il virologo
migliore, Andrea Crisanti, quello che ha isolato il
focolaio di Vo’ e fatto tamponi a tappeto». Non sappia
la pagina 17 ciò che fa la pagina 12.
[23 giugno 2020]
Unità di personale
Sommario del Fatto Quotidiano per un
articolo di Tomaso Montanari: «Per garantire il
servizio, oggi mancano 1.202 unità di personale». Bei
tempi quando si chiamavano persone.
[22 giugno 2020]
Ipotesi scientifiche
Sul terribile incidente occorso ad Alex Zanardi,
Il Giornale intervista Francesco Di Meco,
direttore del dipartimento di neurochirurgia
dell’ospedale Besta di Milano. Affermazione del luminare
nella prima riga del titolo: «Il viso può essere
ricostruito, il cervello no». Il che spiegherebbe l’alto
tasso di persone senza cervello. Seconda riga:
«L’ipotesi peggiore? Che non si risvegli più». Un
rischio che corrono tutti i mortali ogniqualvolta si
addormentano. La statistica induce all’ottimismo, per
cui: dài Alex, che ce la fai!
[22 giugno 2020]
Prima o poi
Il Fatto Quotidiano in un occhiello sul
caso Palamara: «Per le chat a rischio anche altri
uffici». Qui pare a rischio solo la chiarezza: erano
chat a rischio o sono uffici a rischio? Nel primo caso
(il più probabile) bastava posporre le prime tre parole:
«A rischio per le chat anche altri uffici».
[23 giugno 2020]
Voli pindarici
Titolo dalla Stampa: «Covid, a Pechino
torna la paura. Voli a terra e quartieri isolati». Di
solito restano a terra gli aerei: i voli si cancellano.
(Anche se volare rasoterra nei giornali è frequente).
[18 giugno 2020]
Concetti di base
Incipit della rubrica Malebolge di Aldo
Nove sulla prima pagina di Avvenire: «Spesso mi
chiedo, da dilettante appassionato di fisica
quantistica, in quali forme, con quali tempi e modalità
d’impatto le scoperte (o meglio e spesso le ardite
supposizioni) più avanzate relative all’infinitamente
piccolo attecchiscano sulla mentalità comune,
alterandone, e a volte sbrandellandone, i concetti di
base». Ce lo chiedevamo anche noi dopo aver scoperto il
suo modo di scrivere.
[3 giugno 2020]
Nodi del giornalismo
Dario Cresto-Dina, vicedirettore vicario di Repubblica,
traccia un ritratto del governatore del Veneto, Luca
Zaia, nel quale si legge fra l’altro: «Nello stile si
presenta come uno del popolo, vengo dalla campagna
ripete spesso: giacca stazzonata, cravatta sbagliata su
collo aperto della camicia». Se c’è una cosa che anche
il più distratto degli osservatori ha potuto notare nel
corso degli ultimi 12 anni, da quando Zaia giurò al
Quirinale come ministro delle Politiche agricole nel
quarto governo Berlusconi, è che indossa sempre una
cravatta nera su camicia bianca allacciata fino
all’ultimo bottone. In alternativa, camicia senza
cravatta slacciata sul collo. Delle due l’una: o
Cresto-Dina non conosce Zaia oppure, benché lavori in un
giornale, non ha mai consultato l’archivio fotografico
dell’Ansa (e neppure Google Immagini).
[20 giugno 2020]
Papa Silvio
Dal Giornale: «Una vecchia volpe della
politica come Gianfranco Rotondi ne è convinto:
Berlusconi si sta ritagliando un ruolo sempre più
importante. Tanto che ora viene apprezzato sia a destra
che a sinistra. “Se resta ancora un po’ in Provenza –
profetizza Rotondi – tornerà in Italia da capo dello
Stato”». Se poi si sposta di 250 chilometri più a ovest,
ad Avignone, tornerà da papa.
[17 giugno 2020]
Solo una sana e
consapevole inquietudine
Titolo di Avvenire su sant’Antonio da
Padova: «Un uomo dotto e sempre animato da una “sana”
inquietudine evangelica». L’inquietudine insana come
sarebbe stata, visto che la frase si riferisce al
Vangelo e a un santo?
[13 giugno 2020]
Nun te Rahel Jaeggi
più
La filosofa Rahel Jaeggi, docente della Humboldt
di Berlino, intervistata dal Manifesto: «Mi
sembra importante pensare insieme questi due temi e
quindi il tema più generale della riproduzione sociale:
il denominatore comune è la misura in cui il capitalismo
e la sua dinamica di crescita vivono di presupposti che
esso stesso non può riprodurre». Afferrato il concetto.
[28 maggio 2020]
Iacopone da Todi ha
bestemmiato?
Secondo Il Fatto Quotidiano, che lo
strilla in prima pagina e lo ripete all’interno, la
presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti
Casellati, avrebbe bestemmiato nell’aula di Palazzo
Madama. Questa, riferisce il quotidiano, l’imprecazione
sacrilega rivolta ai commessi, rei di non aver impedito
che venissero filmati con gli smartphone i lavori in
Aula: «Per Dio. Siete qua come pupazzi o volete
parlare?». Nella didascalia diventa: «Siete qui a fare i
pupazzi o volete parlare, per Dio». Pur contravvenendo
al secondo comandamento («Non nominare il nome di Dio
invano»), appare improprio affermare che la cattolica
Alberti Casellati abbia bestemmiato, almeno secondo lo Zingarelli
2020, che riporta l’interiezione con la grafia «perdìo»,
già di per sé attenuativa, e la classifica come «pop.»
(popolare) con questa definizione: «Esprime disappunto,
ira, impazienza, meraviglia e simili o rafforza una
minaccia». Infatti i sinonimi sono «perdiana, perdina,
perdinci, perdindirindina». Va comunque segnalato agli
scandalizzati colleghi del Fatto che «perdìo»
ricorre tre volte in Dante Alighieri (non nella Divina
Commedia, si capisce, ma nei poemetti Il Fiore
e Detto d’Amore); una volta nella Laude
del religiosissimo Iacopone da Todi; 2 volte in Torquato
Tasso; 2 volte in Cuore e 3 volte in Sull’Oceano
di Edmondo De Amicis. E poi 3 volte in Antonio
Fogazzaro, 4 in Grazia Deledda, 6 in Matilde Serao; 14
in Giovanni Verga e addirittura 199 volte in Luigi
Pirandello. Tenuto conto che accanto al titolo sulla
presunta espressione blasfema della presidente del
Senato compariva una vignetta di Vauro, condannato nel
1997 a tre mesi di reclusione per aver vilipeso Gesù in
croce, la conclusione diventa inevitabile: da che
pulpito.
[20 giugno 2020]
Coppia atomica
Nella sua rubrica Onda su onda, il
critico televisivo di Repubblica, Stefano
Balassone, recensisce The marriage, soap opera
di produzione nigeriana presente su Youtube, e parla di
«coppia mono nucleare». In pratica una famiglia
scoppiata.
[19 giugno 2020]
Repetita iuvant
Luciano Bassani sulla Verità, nella
rubrica A corpo sicuro: «L’acqua che beviamo
dovrebbe essere alcalina e antiossidante per
neutralizzare i radicali liberi». E 23 righe più avanti:
«L’acqua che beviamo dovrebbe essere alcalina e
antiossidante il che significa che riesce a
neutralizzare i radicali liberi». A corpo sicuro sicuro.
[21 giugno 2020]
Non c’è tre senza
tre
Dai titoli dall’edizione domenicale del Giornale:
«Moglie, manager e angelo custode». «Globali, aperte e
hi-tech». «Contagi, proteste e inchieste». «Con Spinoza,
Bellini e Zorro». «Povertà, Aids e poligamia». Lo
chiamavano Trinità...
[21 giugno 2020]
Tra il dirsele e il
darsele
Azzurra Barbuto nell’incipit di un articolo su Libero:
«Non solo i comuni mortali sono alle prese con noiose
beghe di condominio, ma pure i grandi brand, che qualche
volta finiscono con il dirsele di santa ragione». La
forma corretta sarebbe «darsele di santa ragione», ma
l’anelito pacifista è apprezzabile.
[10 giugno 2020]
Ebbi, anzi ho
Massimo Cacciari nell’editoriale di prima pagina
sulla Stampa: «I tecnici non servono né a
ribadire ciò che tutti sanno occorrerebbe fare da almeno
trent’anni, né a consolarci con gli “I had a dream” o “I
can” (che stanno bene soltanto sulla bocca di
politici-profeti, genere che non mi sembra abbondare)».
Per la verità, lo slogan del politico-profeta Martin
Luther King era «I have a dream». Tra l’avere un sogno e
l’averlo avuto, passa una bella differenza.
[18 giugno 2020]
Più o meno
Nel teso faccia a faccia con il premier Giuseppe
Conte, durante gli Stati generali a Villa Doria
Pamphilj, Carlo Bonomi, presidente della Confindustria,
ha concluso così il suo intervento (il testo integrale è
sul Corriere della Sera): «Diceva Leo Longanesi
che le religioni basano spesso nella storia il loro
successo sul non essere troppo chiare, e difronte al
mistero i credenti aumentano». In realtà la frase
originale è diversa: «Se le religioni fossero molto
chiare perderebbero, con l’andar del tempo, i credenti».
Longanesi parlava per sottrazione, non per addizione. Un
concetto che un imprenditore stenta ad afferrare.
[18 giugno 2020]
Notizie non
pervenute
Parlando dell’accordo sui migranti fortemente
voluto dal ministro Luciana Lamorgese, La Stampa
evidenzia in un sommario: «38.000 le domande di
regolarizzazione dei lavoratori stranieri stagionali».
Il testo del servizio ribadisce: «Già 38 mila le domande
evase». Tuttavia, sul sito del ministero dell’Interno
(ultimo aggiornamento di martedì 16 giugno, ore 19.23,
il giorno prima della pubblicazione), si legge che «le
domande pervenute sono, complessivamente, circa 32mila:
di cui 23.950 già perfezionate e 7.762 in corso di
lavorazione». Quindi le domande evase erano 14.050 in
meno rispetto a quanto scritto dalla Stampa il
giorno dopo. Ma, anche ammettendo che il numero fornito
dal quotidiano torinese fosse stato esatto, si può
sapere quante domande sono state accolte? Ecco l’unico
dato interessante che né il ministro dell’Interno né La
Stampa hanno fornito. Meglio parlare di domande
«già perfezionate», «in corso di lavorazione», «evase».
«Accettate» suona male.
[17 giugno 2020]
Hannah Sopranos
Sommario di Repubblica per un articolo di
Gabriele Romagnoli: «Soltanto a partire dai “Sopranos”
si è mostrata la banalità del male». Che vi credevate,
che fosse stata mostrata a partire da Hannah Arendt?
[17 giugno 2020]
Modello unico
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano dà conto
di un’indagine «sull’impatto psicologico e
comportamentale della pandemia durante il lockdown su
famiglie e minori condotta dall’Istituto Gaslini e
dall’Università di Genova». In chiusura dell’articolo,
fa pronunciare a Paolo Petralia, direttore generale del
Gaslini, la seguente dichiarazione: «Questi dati sono
unici perché nessuno potrà anche fortunatamente più
raccogliere e ora dobbiamo sfruttarli per ricostruire la
loro vita». È unica anche la frase.
[17 giugno 2020]
Roma capoccia
Monica Cirinnà traccia sul Manifesto «un
progetto per la rinascita di Roma» (nientemeno) e contro
«il declino subito dalla nostra Capitale in 4 anni di
giunta Raggi». Dopo averne enucleato i punti salienti
(da «serve un ragionamento ampio» a «serve un progetto
innovativo, un cambio di prospettiva, una visione e,
perché no, un sogno collettivo di rinascita»), alla fine
sgancia la V2: «Chi mi conosce sa che valore abbiano i
diritti civili per me: su questo non mi soffermo. Dico
solo che Roma Capitale non deve lasciare indietro
nessuno». Ora i romani si sentono molto più tranquilli.
[16 giugno 2020]
Maestre di vita
Titolo dal Giornale: «Un figlio con
l’allievo 13enne. Sei anni e mezzo alla maestra».
Vorrebbe dire che era precoce ma anche asino: le maestre
insegnano ai bambini fino agli 11 anni. (Infatti il
testo spiega che la «maestra» rimasta incinta era in
realtà un’infermiera che impartiva al ragazzino lezioni
private di inglese).
[2 giugno 2020]
Pellegrinaggi
riprovevoli
Pare che visitare il santuario di san Giovanni
Paolo II sia, secondo l’arcivescovo di Washington, «un
atto “riprovevole”», così almeno assicura Avvenire.
Che ne riferisce il motivo: il pellegrino si chiamava
Donald Trump.
[3 giugno 2020]
Papale papale
Sul progetto di legge che introduce una nuova
fattispecie di reato contro le discriminazioni
omotransfobiche, lo stesso Avvenire intervista
l’ex ministro Maurizio Lupi. Il quale dichiara: «Siamo
sicuri che c’è bisogno davvero di una nuova legge per
affermare principi che il Papa ha tante volte
sottolineato, e in cui tutti noi ci ritroviamo?». A
parte il «c’è» al posto di «ci sia», che c’entrano i
principi del pontefice? La legge è in discussione nello
Stato italiano, non in quello vaticano .
[13 giugno 2020]
La grandine nel
vigneto
Dalla pagina Facebook della Regione Veneto:
«Grandine sul vigneto veneto, ma andrà bene». Ora si
confida nell’alluvione.
[8 giugno 2020]
Aldo.9
Nella sua rubrica Malebolge su Avvenire,
lo scrittore Aldo Nove cita i Kraftwerk, gruppo musicale
tedesco, e la loro canzone Computer World,
uscita «giusto quarant’anni fa», e con un’arzigogolata
espressione precisa: «Era il primo anno della penultima
decade dello scorso secolo e i computer domestici di là
da venire». Sintassi a parte, il primo pc, il P6060, con
tanto di lettore per floppy disk integrato, fu lanciato
dalla Olivetti nel 1975. Nel 1977 nacque l’Apple II,
ribattezzato personal computer, figlio dell’Apple I che
Steve Jobs e Steve Wozniak avevano costruito l’anno
prima nel garage di casa. Nel 1977 fu la volta del
Commodore Pet, primo pc che integrava tastiera, schermo
e memoria. I computer domestici risalgono perciò
all’ultimo lustro della terz’ultima decade dello scorso
secolo. Urge aggiornare l’Aldo.9.
[14 giugno 2020]
Gigioni
Alessandro Sallusti, direttore del Giornale,
rivolge un invito al premier Giuseppe Conte: «La smetta
di gigioneggiarsi». Gigioneggiare («comportarsi da
gigione», Zingarelli 2021) è un verbo
intransitivo, pertanto non si vede come un gigione possa
gigioneggiare sé stesso.
[13 giugno 2020]
Una brutta fine
Conclusione dell’editoriale di Vittorio Feltri su
Libero: «Giuseppe Conte è in difficoltà e tutti i
suoi sostenitori sono stanchi di appoggiarlo. Ignoriamo
come andrà a finire, però non vi è dubbio che finirà
male». Quindi non vi è dubbio che Feltri non ignora
affatto come andrà a finire: male.
[17 giugno 2020]
De’ Balassone
Nella sua rubrica Onda su onda, su Repubblica,
il critico televisivo Stefano Balassone cita «le
inchieste alla stamina de’ Le Iene». Sono
diventate nobili?
[17 giugno 2020]
Istruzioni per l’uso
Titolo dalla prima pagina dell’Osservatore
Romano: «Con la mascherina non ci si vede allo
specchio». Basta metterla sulla bocca.
[16 giugno 2020]
Giovanni il Di
Battista
Emilio Giannelli è un fuoriclasse. Ma se la cava
male con le Sacre Scritture. In prima pagina sul Corriere
della Sera disegna una vignetta in cui Salomè
balla «La danza dei 5 stelle». Al tavolo imbandito
siedono Beppe Grillo con la corona in capo, Luigi Di
Maio, Alessandro Di Battista e Vito Crimi, che sussurra
all’orecchio di Grillo: «Ti ha richiesto la testa del Di
Battista?». In realtà Giovanni il Battista non era certo
invitato alla mensa di Erode Antipa: languiva in
carcere, prossimo a essere decollato per ordine del
tetrarca della Galilea, istigato da Salomè.
[17 giugno 2020]
Il sciur Mattarella
Secondo Alessandro Gonzato, che lo scrive su Libero,
Annalisa Malara, l’anestesista che il 20 febbraio a
Codogno diagnosticò il Covid-19 sul cosiddetto paziente
uno, «il 2 giugno è stata insignita dal presidente della
Repubblica del premio “Rosa Camuna”». Non sapevamo che
Sergio Mattarella fosse stato declassato a governatore
della Lombardia (è questa Regione ad attribuire il
premio Rosa Camuna). In realtà il capo dello Stato ha
insignito la dottoressa Malara dell’onorificenza di
cavaliere al merito della Repubblica italiana.
[13 giugno 2020]
I piccoli scrivani
Giovanni Valentini sul Fatto Quotidiano
si dichiara contrario al piano predisposto dal gruppo
Gedi (Repubblica, Stampa, Espresso
e varie testate locali) che introduce le docking
station: i redattori si connettono da casa al sistema
editoriale, rispettando così il distanziamento imposto
dalle norme antivirus. La ragione? «Se il paragone non
appare blasfemo, la scrivania per un giornalista è come
l’altare per il sacerdote: la tavola su cui si celebra
il rito quotidiano di informare i cittadini, mediando
tra le fonti più o meno ufficiali e la comunità dei
lettori. Togliere quel supporto e quel rifugio
psicologico a un redattore equivale a togliere la
conchiglia alla chiocciola». Ma uno che scrive dalla
propria abitazione sta seduto per terra?
[13 giugno 2020]
Accelerare frenando
Titolo da Repubblica: «Consumi, traffico
e spesa. Si riparte, ma in frenata». Si accelera ma
rallentando. Vanno riscritte le leggi della dinamica.
[10 giugno 2020]
Chávez uno e trino
Statistica su come i quotidiani hanno scritto
Hugo Chávez nelle edizioni di martedì: Chavez senza
accento 84 citazioni, Chávez con accento acuto 39,
Chàvez con accento grave 1. Così, giusto per porre
l’accento sull’uniformità di scrittura della stampa
italiana.
[16 giugno 2020]
Azzardi
Titolo dell’editoriale di apertura in prima
pagina su Avvenire: «Un azzardo di ri-azzardo».
L’occhiello vorrebbe essere esplicativo: «Slot, bingo,
scommesse: rischio doppio». Tutto chiaro.
[16 giugno 2020]
Misure di sicurezza
Dal Giornale: «A Gardaland per
fronteggiare l’emergenza coronavirus sono state adottate
le più sorprendenti misure. Si accede normalmente
dall’ingresso principale». Ma no!
[15 giugno 2020]
Incontri ravvicinati
del terzo tipo
Titolo di apertura sulla prima pagina del Manifesto:
«Conte e la pm, tre ore “tranquille”». Nessuna avance.
[13 giugno 2020]
La Banda dei
Quattro, anzi dei Tre
«Sanità privata in mano alla Banda dei Quattro»,
titola in prima pagina Il Fatto Quotidiano.
«Rotelli, Rocca Angelucci e De Benedetti si spartiscono
il business della cliniche», si legge nel testo
sottostante. In realtà, si tratta di Rotelli (gruppo
ospedaliero San Donato), Rocca (istituto clinico
Humanitas), Angelucci (gruppo San Raffaele Spa), De
Benedetti (gruppo Kos), quattro famiglie appunto, non
tre. L’errore è ripetuto nel titolo anche all’interno,
per cui il lettore si convince che esista davvero una
famiglia Rocca Angelucci. Il mio amico Cesare Marchi la
chiamava «la virgola che uccide» e citava, a questo
proposito, la risposta perfidamente sibillina
dell’oracolo a un soldato in partenza per il fronte:
«Ibis redibis non morieris in bello». Con una virgola
dopo «redibis», il significato è: «Andrai tornerai, non
morirai in guerra». Con una virgola dopo «non», diventa:
«Andrai non tornerai, morirai in guerra». Sul Fatto
la virgola ha ucciso due famiglie, ma in compenso ne ha
fatto nascere un’altra con il doppio cognome.
[15 giugno 2020]
Boia di un killer
Titolone d’apertura sulla prima pagina del Giornale:
«I nuovi boia di Indro». Nell’editoriale, Alessandro
Sallusti scrive: «Era infatti giugno anche il mattino di
33 anni fa quando un commando delle Brigate Rosse gli
sparò alle gambe». Per la verità era il giugno 1977,
come ricorda lo stesso Sallusti poche righe prima,
quindi 43 anni fa. L’attuale direttore del Giornale
fa anche riferimento al «suo killer», forse per
giustificare il titolone. Montanelli morì assassinato? È
una novità assoluta.
[15 giugno 2020]
Gli esami non
finiscono mai
Sommario da Repubblica: «Ora si attendono
i riscontri del servizio zooprofilassi incaricato di
analizzare le carcasse degli esemplari morti». Di quelli
vivi sarebbe complicato.
[10 giugno 2020]
Letture equivoche
Anfibologie dalla Verità. A pagina 14,
Antonio Brandi paventa i pericoli insiti nella proposta
di legge Zan-Scalfarotto contro l’omotransfobia, che
dovrebbe essere votata dalla Camera il prossimo mese:
«L’arcivescovo cardinale di Valencia Antonio Cañizares
Llovera è stato denunciato per aver preso posizione
contro la diffusione dell’ideologia gender in una lectio
magistralis». A Valencia si è tenuta una lectio
magistralis per diffondere l’ideologia gender? A pagina
19, Giancarlo Saran, nel recensire la trattoria Ai
Mediatori di Tombolo (Padova), dove si celebra il
campione del ciclismo Giuseppe Beghetto, scrive:
«Varcata la soglia con la bici che rimanda a
Beghetto...». Si entra nel locale in bicicletta?
[13 giugno 2020]
Pronti? Via!
Titoli dalla Stampa: «“Lo stop agli
investimenti non è ricatto, siamo pronti a ridurre i
pedaggi liguri”». Pagina a fianco: «Ilva, il possibile
ritorno dello Stato. Gualtieri: pronti a un intervento».
Come le trippe: sempre pronte.
[26 maggio 2020]
Coltellate
improprie
Rispondendo su Repubblica a un lettore
che gli scrive a proposito di Giacomo Matteotti,
assassinato dai fascisti nel 1924, Corrado Augias
afferma: «Matteotti reagì, lottò con i suoi
aggressori. Uno di loro lo finì a coltellate». Non è
esatto. Fu ucciso con una lima da cantiere, non con un
coltello. Mario Dumini, figlio di Amerigo Dumini, capo
della Ceka (la polizia politica segreta di Benito
Mussolini), nel 2001 mi raccontò così la fine del
deputato socialista: «Mio padre diceva che era malato
di Tbc e i pugni al petto gli provocarono uno sbocco
di sangue. Fu soffocato dal suo stesso sangue, ecco.
Poi qualcuno gli conficcò una lima sotto l’ascella».
Ovviamente la testimonianza di Dumini ha un valore
molto relativo. Senonché converge in parte con quella
che raccolsi nel 1998 dalla viva voce di Matteo
Matteotti, figlio del martire. Il quale mi raccontò
che sua madre Velia nel 1926 scrisse alle autorità una
lettera chiedendo che le venissero restituiti tutti i
corpi di reato: gli effetti personali del marito e la
falangetta di un dito. Fra questi, vi era anche la
lima rinvenuta nella fossa scavata in località
Quartarella, vicino a Riano, dove fu occultata la
salma del parlamentare. L’utensile usato per il
delitto finì invece allo squadrista Francesco Grifi,
che aveva comandato la milizia in servizio durante il
processo di Chieti, conclusosi con pene miti per tre
dei responsabili del rapimento, fra cui Dumini,
condannati per omicidio preterintenzionale. Altri tre
furono assolti.
[9 giugno 2020]
Faccia da
mascherina
Azzurra Barbuto su Libero: «Ogni dì
esce fuori un nuovo modello di mascherina, l’ultima è
iMask, made in Italy, dicono sia “eterna”, sul
Corriere si legge che “ha un design che si fa notare e
una capacità di protezione di alto livello”. Un modo
per non passare inosservati e, allo stesso tempo, per
salvarsi il culo». Alla faccia.
[14 giugno 2020]
Andare in villa
Villa Doria Pamphilj, sede ufficiale di
rappresentanza del governo italiano nella quale il
premier Giuseppe Conte ha inaugurato a Roma i
cosiddetti Stati generali, domenica 14 giugno è stata
ribattezzata dalla stampa nei seguenti modi: Villa
Pamphilj (70 citazioni), Villa Pamphili (60), Villa
Doria Pamphilj (14), Villa Doria Pamphilij (2). Molto
polinesiana l’ultima forma.
[14 giugno 2020]
Decisionismo
Titolo d’apertura in prima pagina sul Messaggero:
«Il Colle: servono atti concreti». E pensare che
eravamo tutti in attesa di quelli astratti.
[14 giugno 2020]
Sopra Conte
Titolo dal Fatto Quotidiano: «Il Pd si
riunisce su Conte». Solo posti in piedi.
[8 giugno 2020]
Berlusconi è
fisicamente presente
Gianluca Roselli scrive sul Fatto
Quotidiano che Silvio Berlusconi «fisicamente è
ancora nella villa della figlia Marina in Costa
Azzurra». Invece spiritualmente si sente già al
Quirinale.
[11 giugno 2020]
Troppo Facile.it
Secondo Il Giornale, «da un’indagine
realizzata per Facile.it da mUp Research e
Norstat su un campione rappresentativo della
popolazione italiana adulta», al termine della
reclusione coatta determinata dal Covid-19, «emerge
che più di 35 milioni di italiani non vede l’ora di
rivedere gli amici (80,4 per cento)». L’80,4 per cento
della popolazione italiana corrisponde a 48,2 milioni
di persone, non 35 milioni. Se poi il riferimento
fosse alla sola fascia di popolazione considerata
adulta dall’Istat (dai 15 anni in su), essa conta 52,4
milioni di individui. Quindi, a non vedere l’ora di
frequentarsi sarebbero in ogni caso 42,1 milioni di
italiani, non 35 milioni. Conclusione: non può che
trattarsi di un’indagine troppo Facile.it.
[2 giugno 2020]
Immunità di gregge
Quotidiani che nella giornata di giovedì hanno
scritto «plexiglass» anziché «plexiglas»: 4 (Giornale,
Messaggero e Repubblica nelle edizioni
di Firenze e Bari). L’immunità di gregge comincia a
funzionare.
[11 giugno 2020]
Titoli riusciti
Titolo da Libero: «“La magistratura è
contagiata. E non riuscirà curarsi da sola”». Nel
frattempo la preposizione «a» è morta.
[1 giugno 2020]
Un peón che ne
vale tre
Titolo a tutta pagina dal Giorno:
«Dalle giravolte in Senato al riciclaggio. Le vite
dell’ex peones De Gregorio». Vabbè che è corpulento,
ma resta uno solo, quindi un peón, al singolare.
[4 giugno 2020]
Procreazione
graduale
Dal sito del ministero della Salute: «I
trattamenti per la Procreazione Medicalmente
Assistita, sospesi a marzo per l’emergenza #Covid19,
possono gradualmente riprendere». La gradualità in che
cosa consisterà? Si comincia dai preliminari e poi si
passa alla provetta?
[11 maggio 2020]
Puntini di vista
Chissà perché su Repubblica a pagina 1
i migranti che hanno chiesto la sanatoria sono 9500,
senza punto, e a pagina 2 diventano 9.500, con il
punto. Considerato che le due pagine sono sullo stesso
foglio, una davanti e l’altra dietro, non potevano
mettersi d’accordo?
[10 giugno 2020]
Morire in anni
diversi
Il Corriere Torino intervista Enrico
Marenco, 85 anni, ex capocronista della Gazzetta
del Popolo. Nell’attacco si legge che il
giornale «ha cessato le pubblicazioni nel 1983». Un
articolo soprastante annuncia la scomparsa di Ito De
Rolandis, cronista di nera e giudiziaria che alla Gazzetta
del Popolo «ha lavorato per 20 anni sino alla
chiusura del giornale nel 1981». Se ne deduce che
Marenco fu per due anni capocronista di un quotidiano
defunto. (Per la cronaca, è esatta la prima data).
[2 giugno 2020]
Tregua di Dio
Titolo da Avvenire: «Pd a Conte: tregua
ma con avviso». Vi sono anche le tregue senza
preavviso?
[7 giugno 2020]
First mica tanto
Rula Jebreal, che si definisce «giornalista di
colore con varie nazionalità, che è nata musulmana,
con una figlia cattolica e un marito ebreo», firma
sulla Stampa un vibrante editoriale in cui
scrive fra l’altro: «Lo slogan di Trump “America
first” è ripreso anche in Italia con “Prima gli
italiani”». Duole deluderla, ma lo slogan non è di
Donald Trump, che lo ha semplicemente adattato in modo
quasi impercettibile. Esso ebbe origine negli Stati
Uniti. Nacque negli Stati Uniti contro la politica
interventista del presidente Franklin Delano
Roosevelt. Se ne trova traccia per la prima volta sul
Corriere della Sera in una corrispondenza da
New York, datata 24 aprile 1941: «La più grande
manifestazione antibellicista si svolgerà in serata in
uno dei maggiori teatri di Nuova York sotto gli
auspici della nota associazione “American First”». Per
la cronaca, l’American first committee nacque alla
Yale University nel 1940 per opporsi all’ingresso
degli Usa nella Seconda guerra mondiale. Ne era
portavoce il colonnello Charles Lindbergh, padre del
piccolo Charles August, 2 anni, rapito e ucciso nel
1932. Quel 24 aprile 1941 il colonnello Lindbergh
tenne il discorso nel raduno annunciato dal Corriere.
[7 giugno 2020]
Onda anomala
Stefano Balassone, critico televisivo di Repubblica,
nella rubrica Onda su onda scrive: «Qual’è il
ghost di Giletti?». Consiglierei meno tv e più
grammatica.
[ giugno 2020]
Avanti e indietro
Avvenire riporta in un titolo questa
frase del vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada:
«Non lasciamo più indietro nessuno». Prima invece sì?
[3 giugno 2020]
Anfibologie
Titolo dell’editoriale di Vittorio Feltri su Libero:
«Il fisco genera l’evasione, non i contanti». Trattasi
di anfibologia: il fisco non riesce a generare i
contanti oppure i contanti non generano l’evasione?
Nel dubbio, ti tocca leggere il testo. Diavolo di un
direttore!
[10 giugno 2020]
Plexiglass in calo
Quotidiani che nella giornata di mercoledì
hanno scritto «plexiglass» anziché «plexiglas»: 10 (in
netto miglioramento rispetto ai 39 di martedì).
Incluse le edizioni locali: 17. Record di citazioni: La
Stampa con 6. La Verità titola: «La
Azzolina insiste con il plexiglas ma non è portata per
la materia». In realtà il ministro dell’Istruzione
insiste con «plexiglass». E comunque, impartita da un
quotidiano che dal 1° aprile e fino a domenica scorsa
ha usato la stessa forma sbagliata per ben 25 volte,
la reprimenda fa un po’ sorridere.
[10 giugno 2020]
Buonanotte,
professore
«Bracconi non è un credente, è un cattolico
come tutti noi italiani (ha ancora ragione Croce,
riconosce) e a lui non hanno tanto colpito le parole o
le preghiere del Papa ma il fatto in sé: quest’uomo si
è mosso, ha camminato per la città svuotata e ha posto
al centro dell’attenzione del mondo la sua persona, il
suo corpo, nel momento in cui il corpo era stato
bandito dalla società, dalla convivenza civile»,
scrive Andrea Monda, direttore dell’Osservatore
Romano. Un esempio perfetto dell’espressione «a
ruota libera», tacendo della sintassi (che,
soprattutto per quel «a lui non hanno tanto colpito»,
non sembrerebbe all’altezza di chi conduce il
programma Buongiorno professore su Tv2000 e si
vanta d’essere nipote di un ex ministro della Pubblica
Istruzione).
[5 giugno 2020]
Abbonarsi
all’eternità
Pubblicità sul Foglio: «Scommettere sul
futuro del Foglio si può: abbonati per i
prossimi 10 anni». Il problema non è l’abbonamento, ma
la polizza vita.
[26 maggio 2020]
A cura del Malato
Massimo Cacciari annuncia su Repubblica
che «la Nuova Edizione commentata delle Opere di Dante
è finalmente giunta alla Commedia». A un certo punto
scrive: «E Malato con i suoi collaboratori “osano”
esplicitare il problema – quasi sempre sottaciuto o
ridotto ad arida questione metodologica». Lo stesso
Malato, senza nome e senza alcuna qualifica, più
avanti è citato altre cinque volte. La redazione ci
mette una pezza nel titolo: «La nuova edizione delle
opere del poeta, a cura di Enrico Malato». Si vede che
per la redazione Cultura gli articoli del filosofo
veneziano sono come i pelati De Rica per il gatto
Silvestro: «Su Cacciari non si può».
[6 giugno 2020]
Azzolina di
plexiglass
Quotidiani che nella giornata di martedì hanno
scritto «plexiglass» anziché «plexiglas»: 39. Record
di citazioni: Avvenire con 4. Errori più
vistosi: La Repubblica e La Stampa,
entrambe a pagina 6, titoli di apertura. In proposito,
Lucia Azzolina, parlando del decreto Scuola, ha
bastonato su Twitter il leader della Lega, Matteo
Salvini: «Non hai letto il decreto (non è una novità),
fai propaganda sulla sicurezza (non ci sarà nessuna
gabbia di plexiglass). E non sai neanche come si
scrive “plexiglass”. Essere bocciata da te è una
promozione. Basta fake news, con la salute dei bambini
non si scherza». Non desta meraviglia che la signora
sia ministro dell’Istruzione.
[9 giugno 2020]
Servizio al tavolo
Il Manifesto titola d’apertura in prima
pagina: «Ripresa, Conte invita tutti al tavolo».
Meglio degli aperitivi serviti al banco.
[4 giugno 2020]
Venire al mondo
Sommario dalla Verità: «Il problema non
è il colore della pelle degli stranieri, ma il mondo
in cui vengono». Quindi il problema siamo noi o il
mondo in cui raggiungono l’orgasmo?
[9 giugno 2020]
Dialoghi cinesi
Articolo della Verità su Hong Kong
firmato da Gabriele Carrer: «Chi di dialogo con
Pechino sono gli Stati Uniti, che valutano addirittura
sanzioni, e i loro alleati». Cioè?
[29 maggio 2020]
Odifreddo
Piergiorgio Odifreddi in un articolo sulla Stampa
parla della virologa «Maria Rita Gismondi». No,
Odifreddo: si chiama Gismondo.
[8 giugno 2020]
Pronto? Ite missa
est
Titolo da Libero: «Va in carcere per
dire messa con 8 telefoni». Più che una messa, una
conference call.
[8 giugno 2020]
Il motorino con il
fiatone
Titolo dal Fatto Quotidiano: «La nonna
è scatenata, festeggia la fine della quarantena con
una corsa a perdifiato in sella al motorino
elettrico». Non sapevamo che i ciclomotori avessero i
polmoni.
[8 giugno 2020]
Liti di guerra
Titolo di apertura del Giornale: «È
guerra civile per andare in vacanza». Poi però nel
sommario di legge: «È lite con la Sardegna».
Derubricato il conflitto armato nello spazio di due
righe. Meno male.
[28 maggio 2020]
Avvenire mesto
Titolo dalla prima pagina di Avvenire:
«Morire in un non-luogo di invisibilità». ’na fatica.
[3 giugno 2020]
Morti per dovere
La lapide scoperta a Codogno il 2 giugno, in
occasione della visita di Sergio Mattarella,
fotografata in prima pagina sulla Repubblica,
reca questa iscrizione: «Il Presidente della
Repubblica A ricordo dei caduti del Covid-19».
Trascurando la «a» maiuscola, dicesi «caduto», secondo
lo Zingarelli 2021, «chi è morto in
combattimento o nell’adempimento del proprio dovere».
Non risulta che i morti abbiano contratto il
coronavirus al fronte o mentre difendevano la patria,
né che siano stati sepolti nel Sacrario di Redipuglia
o nell’Ossario del Pasubio.
[2 giugno 2020]
Le voci di dentro
Conclusione dell’editoriale del direttore
Maurizio Molinari su Repubblica: «Sono le voci
di un Paese che ancora crede nei principi della
Costituzione e percepisce il razzismo come la più
temibile minaccia ma è in cerca di leader capaci di
unirla». O la Costituzione ha bisogno
dell’Attaccatutto o il Paese è diventato trans.
[8 giugno 2020]
Aloha!
Secondo Ferruccio Sansa del Fatto
Quotidiano, che cita il Guardian del
giorno prima, l’osservatorio di Mauna Loa si
troverebbe in Florida. Ora, a parte che il Guardian
non ne parla, Mauna Loa trovasi alle Hawaii. Pur
trattandosi di un vulcano, difficilmente riuscirebbe a
proiettarsi fino a Miami, che dista quasi 7.700
chilometri in linea d’aria.
[8 giugno 2020]
Ogni riccio un
capriccio
Da un titolo della Verità, in stile
Jimi Hendrix: «A Mattarella si sono arricciati i
capelli nel leggere gli atti del governo». Bei tempi
quando si rizzavano.
[8 giugno 2020]
Tempo zero
«L’anestesista premiata dal Colle. “Ora
facciamo tutto in tempo zero”», titola il Corriere
della Sera. Dopo il paziente uno e il tempo
zero, è in arrivo l’economia sottozero, un attimo di
pazienza.
[5 giugno 2020]
Gran volta
Incipit di un articolo a firma Antonio Monda
sulla Stampa: «La prima volta che ho visto
Cate Blanchett è avvenuto sullo schermo». Io speriamo
che me la cavo.
[7 giugno 2020]
Esportiamo
plexiglass
Dopo aver riferito in questa rubrica che dal 1°
marzo al 16 maggio la parola «plexiglass», in luogo
della forma corretta «plexiglas» (con una sola esse:
trattasi di marchio registrato dal 1949), è comparsa
sui giornali italiani per ben 324 volte, ho il
dispiacere di comunicare che venerdì scorso è
riapparsa nei titoli di Corriere della Sera, Repubblica
e Stampa. Sabato era di nuovo su Corriere,
Repubblica e Stampa, a tutta pagina sul
Fatto Quotidiano, sulla Gazzetta dello
Sport, su Avvenire, sul Giornale,
sul Giorno, su Libero, in prima pagina
sulla Verità (ripetuta 10 volte all’interno) e
sul Manifesto (ripetuta due volte
all’interno), sul Secolo XIX (tre volte) e
persino sul New York Times (pagina 16).
Domenica altri 60 «plexiglass», fra cui uno in prima
pagina su Repubblica e un altro sul Times
di Londra (pagina 14). Il made in Italy ha vinto.
[7 giugno 2020]
Più grande di
grande
Sommario dall’Espresso: «È chiaro che
non ci si può più basare soltanto sulle “eccellenze”
delle grandi metropoli». Devono essere davvero
immense.
[31 maggio 2020]
Morto che non
cammina
Frase conclusiva di un articolo di Walter
Veltroni sul Corriere della Sera: «Non si
rimette in piedi, non dimentichiamolo mai, un paziente
morto». Terremo presente.
[6 giugno 2020]
Frena che si
riparte
Titolo da Avvenire: «Anche Napoli e la
Campania ripartono col freno a mano tirato». La
trazione integrale fa miracoli.
[4 giugno 2020]
Se ne vanno sempre
i Miglioranzi
La Verità dedica un servizio
all’inchiesta giudiziaria sulla ’ndrangheta a Verona,
culminata con 23 arresti e 3 misure cautelari, nel
quale si legge: «L’ex sindaco Flavio Tosi è invece
accusato di concorso in peculato in relazione alla
distrazione di denaro da parte dell’ex presidente
della municipalizzata dei rifiuti Amia, Andrea
Migliori, anch’esso indagato». In realtà si chiama
Miglioranzi ed è agli arresti domiciliari. Il
direttore della Verità avrebbe dovuto
accorgersi dell’errore, visto che Miglioranzi il 1°
aprile 2017 lo presentò a Verona per un dibattito sul
tema «Migratopoli, i costi dell’immigrazione» e, meno
di due mesi dopo, sul medesimo giornale ebbe l’onore
di un’intervista nientemeno che sulla raccolta delle
immondizie in Africa. Se ve vanno sempre i
Miglioranzi. Restano i Migliori.
[5 giugno 2020]
A tutto gas
Titolo dal Manifesto: «Più fagioli meno
gas (serra)». Mai parentesi fu più cautelare.
[28 maggio 2020]
La testa della
ministro
Adriano Sofri racconta sul Foglio: «Non
sapendo niente della ministro Azzolina, ho guardato in
rete, curriculum scolastico, carriera politica,
polemiche giornalistiche». Deve esserne rimasto
soggiogato, a giudicare da quel «della ministro». Poi
spiega che è stato «attirato dal link: “Immagini-Lucia
Azzolina fisico”. Non avevo mai trovato una dicitura
simile, me la sarei aspettata, tutt’al più, nel caso
di “Carlo Rovelli, fisico”. Ma non si trattava di
quello. Nella pagina suddetta, il cui estremo è
peraltro una fotografia di Azzolina in costume da
bagno al mare, c’è un altro riquadro, intitolato:
“Ricerche correlate”, con i link corrispondenti:
“Lucia Azzolina gambe”, “Lucia Azzolina piedi”». Non
si comprende lo sconcerto di Sofri: pensava di
trovarci “Lucia Azzolina testa”?
[4 giugno 2020]
Vietato ai minori
Titolo dal Giornale: «Decapitata dal
padre a soli 13 anni». A 18 era più accettabile?
[28 maggio 2020]
Indovina chi non
viene a cena
«Da qualche anno, il mio amico Roberto Gervaso
si era trasferito a Milano. E questo aveva cambiato in
maniera sostanziale le nostre assidue frequentazioni
romane, quasi sempre a delle cene con altri amici a
casa sua», scrive Enrico Vanzina sulla prima pagina
del Messaggero. In effetti è difficile
organizzare su Skype le cene fra amici.
[4 giugno 2020]
Non sono più io
Titolo dalla prima pagina di Libero per
l’ultimo articolo scritto da Roberto Gervaso: «“Non
sono più se sono vivo o morto”». Ei fu.
[3 giugno 2020]
Orate Fratus
Tiziano Fratus sulla Verità: «È
trascorso l’intero inverno. Da quell’incontro col
pugno di sangue che lo aveva riportato ai ricordi di
una vita estinta». «Mentre supera la carcassa di un
cervo con le budella sparse per metri e metri,
probabilmente sbranato da un lupo di passaggio, si
chiede se il suo tornare da lei non sia in qualche
modo legato a un desiderio sessuale». «Dalla porta
esce aria cattiva. Lo sente che c’è puzza di carne
marcia. Un tanfo che a tratti lo investe e quasi lo fa
svenire. Inizia a temere il peggio». «Il puzzo è
talmente intenso che si deve fermare più volte per non
farsi vincere dall’istinto di vomitare. Quando il suo
corpo è dentro la vede, lì, appesa per il collo. La
donna è morta. La sua carne gonfia e putrescente.
Irriconoscibile. La riconosce grazie ai soli abiti che
indossa, e la statura che coincide con quel che
ricorda. Dalla bocca esce la lingua, un getto viola,
polposo». Pulp fiction. Inviare la
sceneggiatura a Quentin Tarantino per il sequel.
[31 maggio 2020]
Gender
Corrado Augias su Repubblica: «Se
fossimo in grado di recepire almeno questo
insegnamento i sacrifici e le vittime non sarebbero
state invano». Sbagliato. Quando i soggetti sono di
genere diverso, il verbo si pone al maschile, quindi
«sarebbero stati». (Ovviamente Augias conosce
benissimo le regole di concordanza dei verbi. Ma chi è
incaricato di «passare» i suoi testi no).
[4 giugno 2020]
Intolleranze
Titolo di apertura dell’Osservatore Romano:
«Il razzismo è un peccato che non può essere
tollerato». Restiamo in attesa dell’elenco dei peccati
che sono tollerati.
[3 giugno 2020]
Lo sblocco che
sblocca
Titolo di prima pagina sul Fatto Quotidiano:
«Sblocca-cantieri: al commissario sbloccati 60 mln».
Considerato il nome del decreto, sarebbe stata una
notizia se fossero stati bloccati.
[4 giugno 2020]
Coraggio, si
riparte
Titolo da Avvenire: «Riparte l’Italia
del coraggio». Alla luce degli atti di eroismo di
medici, infermieri e volontari durante l’emergenza
coronavirus, diteci quand’è che s’era fermata.
[3 giugno 2020]
Voli aerei
Titolo da Libero: «Stop degli Usa ai
voli aerei dalla Cina». Per i voli subacquei sono
invece in corso ulteriori prove di certificazione.
[4 giugno 2020]
Il Sole 23 Ore e
mezza
Dal sito del Sole 24 Ore. Titolo:
«Tamponi a 10 milioni di abitanti, 0 positivi: Wuhan
ha sradicato il coronavirus». Testo: «Tamponi a tutti
gli 11 milioni di abitanti di Wuhan in dieci giorni».
Un milione in più nello spazio di quattro righe.
Notizia sottostante: «Oms, il virus è diventato meno
patogeno». Clicchi sul titolo e leggi: «Oms: il virus
non è diventato meno patogeno». Andrebbe ribattezzato
Il Sole 23 Ore e mezza.
[2 giugno 2020]
Tavolo di
distanziamento
La Repubblica intervista il ministro
dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sul ritorno in aula a
partire da settembre. «Ma come garantirete il
distanziamento?», chiede la giornalista. Risposta:
«Giovedì ci sarà un tavolo a Palazzo Chigi». Basterà
che gli alunni siedano ai due lati opposti, come nelle
dimore patrizie al momento dei pasti?
[2 giugno 2020]
Geografia
Maicol Mercuriali annuncia su Italia Oggi
il debutto dell’executive Cessna Caravan 208 con
motore elettrico, il più grande al mondo (9 posti) a
emissioni zero, e scrive: «Il volo di prova si terrà
negli Stati Uniti, sul lago Moses vicino a
Washington». Speriamo che abbia autonomia sufficiente
per arrivarci. Infatti il lago Moses dista 3.500
chilometri da Washington, essendo ubicato nello Stato
di Washigton, che non c’entra nulla con la capitale,
situata nel Distretto di Columbia.
[28 maggio 2020]
Un due tre
Dai titoli di un’edizione del Fatto
Quotidiano: «Gol, plusvalenze e scambi».
«Opacità, imperizia, propaganda». «Briatore, Casini e
Montezemolo». «Plusvalenze, maglie e tifo». ...e
continuavano a chiamarlo Trinità.
[29 maggio 2020]
Ti rovinaro
Titolo dalla Verità: «L’Eurogruppo ti
rovinara la vita? Tanto è impossibile fare ricorso».
Al dizionario di sicuro.
[29 maggio 2020]
La biblioteca è
chiusa in biblioteca
Serenella Bettin sul Giornale: «Nella
biblioteca di Mirano, un comune alle porte di Venezia,
la biblioteca è chiusa al pubblico». Ma no!
[30 maggio 2020]
Nero su bianco
Editoriale in prima pagina del direttore del Giornale:
«Almeno che non ci sia un refuso sulla firma Marco
Travaglio». E verso la fine: «Siamo convinti che le
decisioni politiche, almeno che palesemente
truffaldine e illegali». Il fondo si apre con queste
parole: «Roba da non crederci se non fosse scritto
nero su bianco». L’hai detto. A meno che non ci sia un
refuso sulla firma Alessandro Sallusti.
[1 giugno 2020]
Euro di sterline
Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano:
«Ryan Hall e Paisley Hamilton, entrambi di 23 anni,
hanno viaggiato da Hull a Peterboroug – 386 chilometri
tra andata e ritorno – per mangiare il panino junk
food più famoso del mondo. Una volta arrivati sul
posto hanno trovato una fila di 30 macchine fuori dal
ristorante. In tutto hanno perso 7 ore e speso 27 euro
di sterline in benzina». Titolo: «La sai l’ultima?
Notizie da collezione». Siamo d’accordo: «27 euro di
sterline» possono stare solo in una barzelletta da
collezione.
[1 giugno 2020]
Chiesa in uscita
di testa
«La pandemia è una sfida per la Chiesa in
uscita», titola L’Osservatore Romano. Anche
per tutti gli altri che escono, come si vede ormai da
mesi.
[1 giugno 2020]
Suspiria
Editoriale di Gabriele Romagnoli in prima
pagina sulla Stampa. Titolo: «“Non posso
respirare”». Occhiello: «Un copione già visto». Nei
reparti anti Covid di sicuro.
[28 maggio 2020]
Dalla padella alla
brace
Sul Giornale intervista con il virologo
Carlo Federico Perno, direttore della Microbiologia
all’ospedale Niguarda di Milano. Una sua frase è
riportata nel titolo: «“Virus indebolito? No, cova
sotto la brace”». Il sommario ribadisce: «Il virus non
è cambiato, cova ancora sotto le braci». E pensare che
una volta il fuoco covava sotto la cenere. Al prossimo
incendio. (Al cronista va concessa l’attenuante
generica di essere stato portato fuori strada da
questa domanda dell’intervistato: «Lei s’intende di
grigliate e brace?». Un virologo da barbecue).
[27 maggio 2020]
L’asso che spara
Titoli da una pagina di Avvenire: «La
Ue cala l’asso da 750 miliardi». «“Questo è un bazooka
più potente di quello ipotizzato». Decidetevi: o si
gioca a poker o si gioca alla guerra.
[28 maggio 2020]
I leoni della
movida
I quotidiani (nazionali e locali) e i periodici
nella settimana appena trascorsa (24-31 maggio) hanno
usato il sostantivo «movida» 1.142 volte. Dal 1° al 31
maggio lo hanno scritto 4.990 volte. Nello stesso
periodo, hanno adoperato la cervellotica espressione
«leoni da tastiera» 110 volte. Più che leoni,
pappagalli. (Se gli spagnoli non avessero inventato la
movida negli anni Ottanta, come se la sarebbero cavata
i giornalisti italiani?).
[1 giugno 2020]
Augias c’entra e
non centra
Corrado Augias su Repubblica risponde a
un lettore: «Non centra l’impreparazione della
scienza». Ovviamente Augias sa benissimo che il verbo
centrare in questo caso non c’entra nulla (e
infatti qualche riga più avanti scrive correttamente
«c’entra»). Ma di sicuro c’entra chi è incaricato di
«passargli» i testi e dovrebbe accorgersi degli
svarioni.
[30 maggio 2020]
Non ho l’età
Secondo Corriere della Sera, Repubblica,
Lastampa.it, Huffington Post, Liberoquotidiano.it,
Fanpage.it, Tpi.it e decine di altri
siti, la nota concertista e pianista Alice Severi,
trovata morta nella sua casa a Domodossola, «si era
fatta conoscere già quando aveva 7 anni: nel 1992
vinse il premio internazionale Stresa, dedicato ai
giovani pianisti». Essendo nata nel 1987, in pratica
vinse il premio due anni prima di partecipare al
concorso.
[29 maggio 2020]
Verginità
Da un titolo della Verità dedicato a
Lucia Azzolina: «Battuta su verginità al ministro,
caos in Aula». Che vorrà dire? Che va restituita la
verginità al ministro? Vasto programma.
[29 maggio 2020]
Comminare e
irrogare
Matteo Matzuzzi sul Foglio: «Il
professor Alberto Melloni, su Twitter, ha definito
“enorme” la sanzione che il Papa ha comminato a Enzo
Bianchi, priore emerito di Bose». Spiacente, ma le
sanzioni s’irrogano. Sono i codici che comminano le
sanzioni.
[27 maggio 2020]
Discorsi
incomprensibili
Incipit della rubrica Malebolge di Aldo
Nove sulla prima pagina di Avvenire: «Per
quasi tutto ciò che concerne il dibattito politico,
usiamo termini che spesso subiscono mutazioni tali
usare da rendere il discorso incomprensibile, o di
parte ma in senso quasi onirico: appoggiato cioè da
accoliti “affezionati” a definizioni del significato
plurimo quanto passibile di interpretazioni opposte.
Ciò ha anche una certa funzione utilitaristica se non,
mi verrebbe dire, quasi comicamente “salvifica”, per
puntellare discorsi la cui identità è data proprio
dalla residuale, sempre più residuale, valenza dei
termini». Grazie per l’esempio di discorso
incomprensibile.
[30 maggio 2020]
È tutto sporco
Titolo in prima pagina sul Giornale,
parla l’avvocato Franco Coppi: «“Questa giustizia
sporca fa paura anche a me”». Titolo accanto:
«“Sporchi assassini”». La forza di Vim liquido, senza
pietà contro lo sporco più sporco.
[28 maggio 2020]
Contagi e aiuti
Titolo dalla Gazzetta di Mantova:
«Finora zero contagi, ma Fontana ci aiuti». A farli
aumentare?
[28 maggio 2020]
Tiro a segno
L’articolo con cui Ezio Mauro ricorda su Repubblica
il collega Walter Tobagi reca questo sommario:
«Milano, quarant’anni fa: le Brigate rosse alzano il
tiro. Uccidono il giornalista del “Corriere della
sera”. Per i terroristi era diventato il simbolo della
libertà di stampa». Più che altro il tiro andrebbe
corretto: ad assassinare Tobagi non furono le Br,
bensì la Brigata XXVIII Marzo.
[28 maggio 2020]
La signora
Belpaese
Titolo per un intervento di Emma Bonino sulla
prima pagina della Stampa: «Il potere di
Ursula, Angela e Christine. Europa è donna, il
Belpaese ancora no». Essendo sostantivo maschile, non
gli resta che farsi operare a Casablanca.
[28 maggio 2020]
Sensibilità
tellurica
Luca Telese sulla Verità: «Pasqualino
Monti, presidente dell’autorità portuale di Palermo,
ha appena terremotato i cantieri siciliani». La Valle
del Belice, memore e riconoscente, pose.
[28 maggio 2020]
E la chiamano
estate
Sul «motivo per cui i virus compaiono in
autunno e inverno e scompaiono in primavera ed estate»
duettano i giornalisti Paolo Viana e Antonio Gaspari
su Avvenire. Il primo fa presente che il
fenomeno «è largamente discusso dagli scienziati a
livello mondiale». Il secondo osserva che «se
l’ipotesi è esatta, l’epidemia causata dal nuovo
coronavirus, al pari della Sars e dell’influenza,
dovrebbe svanire in coincidenza con l’aumento della
concentrazione di ozono nel corso della stagione
estiva». L’attuale stagione climatica in India è calda
e afosa (temperature medie di maggio a New Delhi:
minima 26 gradi, massima 40), eppure il Paese asiatico
figura al decimo posto nella classifica mondiale dei
contagi da Covid-19. Come si spiega?
[27 maggio 2020]
Preferisco il
paradiso
Il Fatto Quotidiano parla di Fca e dei
finanziamenti garantiti chiesti allo Stato. Un
titolino recita: «Un prestito da 6,3 miliardi e il
paradiso». Che vorrà dire? Si deve presumere che il
riferimento sia alla sede legale in Olanda, noto
paradiso fiscale. Ma, scritta così, appare come
un’ulteriore pretesa eccessiva. Nemmeno il premier
Conte può dare il lasciapassare per il Regno dei
Cieli.
[26 maggio 2020]
Sotto a destra
Sempre dal Fatto Quotidiano.
Didascalia: «A sinistra, il ministro dell’Economia
Gualtieri. Sotto, John Elkann». In realtà il
presidente di Fca è a destra. Sotto sotto
un’allusione?
[19 maggio 2020]
Virgole
Da un titolo di prima pagina del Foglio:
«Il ministro dell’Economia, anticipa al Foglio
il “piano di riforme” che l’Italia presenterà in
Europa». Probabilmente contempla anche la riforma
dell’uso della virgola fra soggetto e predicato
verbale.
[27 maggio 2020]
Io confesso
Titolo dal Giornale: «Bocelli
confessione choc: “Ho avuto il Covid”». Meno male,
credevamo l’Aids.
[27 maggio 2020]
Via vai
Un’intervista del direttore generale
dell’Agenzia del farmaco, Nicola Magrini, è uscita
sulla Stampa con questo titolo: «“Via la
sperimentazione anche in Italia. Un accordo per le
cure a prezzi bassi”». Spiega Magrini nel testo: «A
giorni speriamo possa partire la sperimentazione
allo Spallanzani». Via la sperimentazione! Anzi, no,
fatela tornare!
[22 maggio 2020]
Sottosopra
Sommario dal Fatto Quotidiano: «6,6
per cento. Investimenti. Il presidente Xi Jinping
finanzia l’aumento delle spese militari: l’economia
va sotto del 6%». Il 6,6 per cento sembrerebbe
ancora sopra il 6.
[23 maggio 2020]
Attualità
Titolo da Repubblica: «“Sulle opere
pubbliche una deroga temporanea alle regole
attuali”». Titolo subito sotto: «“Imprese e privacy.
Necessario mantenere gli obblighi attuali”». Un
giornale che sta sulla stretta attualità.
[26 maggio 2020]
Impossibile
capirlo
Frase dello scrittore Aldo Nove dalla rubrica
Malebolge sulla prima pagina di Avvenire:
«E che la morale non corroborata dalla Sapienza sia
istinto o organizzazione dello stesso nel cerchio
allargato della tribù e poi della società».
Appropriato il titolo: «L’impossibile». Infatti la
frase non può stare in piedi.
[26 maggio 2020]
S’è fermata la
Terra
Titolo da Libero: «La Terra si
riscalda pure da ferma». Aiuto, ha smesso di girare!
[27 maggio 2020]
Non fa una piega
Sommario dal Giornale: «Il Codacons
denuncia prezzi in crescita per i beni essenziali.
La tazzina tocca anche i 2 euro, la frutta cresce
dell’8,4 per cento e una piega fino a due terzi in
più». Conviene di più tenere la schiena dritta.
[20 maggio 2020]
Ma il boom no
Sommario dalla Verità: «Da Trump
aiuti senza eguali all’economia, mail boom di
disoccupati potrebbe costargli la rielezione».
Diffidare sempre della posta elettronica.
[25 maggio 2020]
Quant’è bravo
lei
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore
Romano, intervista il segretario generale
dell’Onu, António Guterres. Prima domanda: «Lei ha
recentemente lanciato un appello per la pace nel
mondo colpito dalla pandemia. Un’iniziativa che
ancora una volta si collega a quelle di Papa
Francesco – da lei incontrato in Vaticano alla fine
dello scorso anno e insieme al quale ha diffuso un
videomessaggio – che non smette di chiedere la
cessazione di ogni guerra. Lei ha detto: la furia
del virus illustra la follia della guerra. Perché
secondo lei è così difficile far passare questo
messaggio?». L’importanza di dare del lei. È pronto
per passare al voi.
[27 maggio 2020]
Corti metraggi
«La rivolta delle ragazze in “shorts”.
“Combattiamo il pudore di Israele”», titola La
Stampa. Nel testo, Francesca Paci spiega che a
rimandare a casa «un gruppo di ragazze ree di
sfoggiare jeans ritenuti troppo corti» è stato
«Eitan Ginzburg, il primo sindaco israeliano
dichiaratamente gay». Anche il primo a battersi
contro la concorrenza sleale.
[26 maggio 2020]
Razzismo
ortografico
Il ministero della Salute pubblica sul
proprio sito una pagina in cui vengono smentite 65
false notizie che circolano sul coronavirus.
All’undicesima si legge: «Si ricorda che le malattie
possono fare ammalare chiunque indipendentemente
dalla loro etnia». Di che razza sarà il Covid-19?
[10 maggio 2020]
La spina delle
Sardine
Titolo da Repubblica: «La crisi delle
Sardine. Santori stacca la spina». Se stacca anche
la testa e la coda, può servirle in tavola.
[26 maggio 2020]
Ingerire Conte
al posto dei barbiturici
Azzurra Barbuto su Libero: «L’idea di
passare l’estate “in casa”, ovvero sul nostro
territorio nazionale, non è affatto errata, ma il
governo non può ingerire ancora nelle nostre
esistenze». Un uso creativo del verbo intransitivo
pronominale ingerirsi davvero duro da
digerire.
[22 maggio 2020]
Non guardarmi:
non ti sento
Titolo dalla Verità: « “Il governo
non ascolta, ma ai sordi servono le mascherine
trasparenti”». A che servono, se anche il governo è
non udente?
[25 maggio 2020]
Che Modotti son
questi
Scheda dal Fatto Quotidiano:
«“Carlos” il nome di battaglia di Vittorio Vidali
durante la guerra civile spagnola. Fu accusato di
aver ucciso anche la moglie, Tina Madotti». Ma dotti
proprio no, questi titolisti: si chiamava Modotti.
[11 maggio 2020]
Senza sentimento
Sommario dall’Osservatore Romano: «La
noia è un sentimento-tabù il meno giustificato dei
nostri sentimenti. Eppure è quello di cui meno
riusciamo a sentirci responsabili». Cioè?
[25 maggio 2020]
Ci sono regole
da preservare
Titolo dal Corriere del Mezzogiorno
per un servizio in cui parla il proprietario del più
famoso hotel di Positano: «Cinque (San Pietro):
“Operativi dal 18 giugno, ora più che mai c’è da
preservare i clienti d’élite”». Ci sarebbe da
preservare anche la sintassi.
[7 maggio 2020]
Translavoratori
«L’emergenza umanitaria del lavoro sessuale»,
titola a tutta pagina Il Manifesto. La foto
sottostante reca questa didascalia: «Claudia, 52
anni, donna trans e sex worker nel suo appartamento
dove svolge piccoli lavori di sartoria». I famosi
lavoretti.
[12 maggio 2020]
Sotto il vestito
niente
Dal Giornale: «Ieri in collegamento
al Summit, il patron del brand, Javier Goyeneche, ha
lanciato il suo manifesto per cambiare la moda.
Ripartendo dalle persone». Prima vestiva le bambole?
[21 aprile 2020]
Era con noi o
no, eminenza?
Riferisce La Repubblica che il
presidente della Conferenza episcopale italiana,
cardinale Gualtiero Bassetti, ha salutato così il
ritorno dei fedeli nelle chiese dopo i tre mesi di
stop alle messe a causa della pandemia: «Non c’è
dubbio, il Signore è tornato in mezzo a noi». Il
Signore se n’era andato? È una novità assoluta.
Forse sua eminenza non ha prestato attenzione al
Vangelo letto nelle chiese proprio domenica scorsa,
che riportava le ultime parole di Gesù: «Io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»
(Matteo 28, 20).
[25 maggio 2020]
Un fratino
addosso
Si apprende dal Corriere della Sera
che i 60.000 volontari della Protezione civile
arruolati dal governo per controllare i luoghi a
rischio di assembramento ed evitare la diffusione
del Covid-19 «indosseranno un fratino con la scritta
“assistenti civici”». Che cosa sarà il fratino?
Dovendo escludere il ragazzo che si avvia a
diventare frate, di scarsa portabilità, non resta
che ipotizzare una dizione burocratica per designare
la casacca o pettorina. Ma allora perché non
scrivere che indosseranno una pettorina?
[25 maggio 2020]
Due passi
sull’acqua
Titolo dalla Verità: «Agrigento, 400
migranti scaricati a due passi dalla riva». Questi
maledetti adesso camminano pure sulle acque.
[25 maggio 2020]
Vigilianti
Titolo da Libero: «Assumono 60mila
vigilianti per aumentare gli assembramenti». Saranno
devoti di san Vigilio?
[25 maggio 2020]
Decollano le
seconde case
Titolo dalla prima pagina dell’Eco di
Bergamo: «Vacanze, volano le seconde case. E
Ryanair riparte». Economy class nel tinello.
[22 maggio 2020]
L’economista dal
risvolto umano
L’economista Alberto Alesina, morto
prematuramente, era un grande. Ma vederlo
fotografato a tutta pagina su Repubblica
assiso in poltrona nel suo abito gessato, i
pantaloni senza risvolto con l’orlo destro scucito,
la stoffa che fuoriesce cadendo sul tallone e le
scarpe con le punte rinforzate per difendere le
suole dall’usura, me lo ha reso un gigante.
[25 maggio 2020]
La morte
immortale
Commemorazione a firma dello scrittore
Marcello Fois su Tuttolibri della Stampa:
«La recente scomparsa di Franco Cordero ha tutti
crismi dell’immortalità come capita agli eretici
puri». Per la prima volta nella storia dell’umanità
la morte diventa immortale.
[23 maggio 2020]
Sanzioni
In un editoriale sulla prima pagina del Manifesto,
Alberto Asor Rosa prende in esame i destini al
governo Conte: «Io penso che non esistano
alternative fino alla fine della legislatura: quando
con le nuove elezioni sarà sanzionata (ma sarà da
vedere come, allora) quella che io chiamo la fine di
un ciclo». Si potrebbe anticiparla inviando a
Palazzo Chigi un vigile urbano con il blocchetto
delle multe.
[24 maggio 2020]
Non c’è due
senza tre
Titoli dal Fatto Quotidiano di
venerdì 22 maggio: «Fame, repressione e
disorganizzazione sanitaria». «Vitalizi, Yemen e
festival canori». «Movida, asili, tavolini da bar».
«Viaggi, parole e note». Lo chiamavano Trinità.
Titoli dal Fatto Quotidiano di domenica 24
maggio: «Tamponi, contagi e isolati». «Fca,
marchette e liti interne». «Giullari traditori,
salsicce di figli ed Einaudi corrotto». «L’umana
esistenza sospesa tra cielo e terra, speranza e
fanghiglia». «Erdogan, Putin e la replica dello
schema Siria in Libia». «Elicotteri, caccia e armi».
«Polvere, fatica e Pasta party». ...continuavano a
chiamarlo Trinità.
[24 maggio 2020]
Pechine
Sommario dalla Repubblica: «Pechino
fa bene a concentrarsi sulla disoccupazione. Ora è
il loro primo problema». La Cina ha due capitali?
[23 maggio 2020]
Toccato il fundo
Dalla Verità: «Un dulcis in fondo
dagli orizzonti infiniti». Come quelli del
latinotaliano.
[23 maggio 2020]
Pagare con i
soldi
Sull’Arena parla il sindaco di Verona.
Titolo: «Sboarina: “A oggi riusciamo ancora a
garantire il pagamento dei fornitori, ma quando non
ci saranno più i soldi non potremo farlo”». Deve
aver studiato alla Bocconi.
[16 maggio 2020]
Al fianco della
bara
Pubblicità sul Giornale: «Centro del
funerale. Al vostro fianco, per aiutarvi». Non
scomodatevi, ci arrangiamo da soli, grazie.
[18 maggio 2020]
Fassinate
Piero Fassino, già ministro ed ex segretario
dei Democratici di sinistra, alle ore 9.45 del 20
maggio scrive su Twitter: «20/5/99 I terroristi
delle Brigate Rosse assassinavano #MassimoDAntona.
Docente universitario, amministratore pubblico,
giurista. Lo ricordiamo con #EzioTarantelli e
#EnzoBiagi uccisi per il loro impegno a rinnovare il
diritto del lavoro e le tutele dei lavoratori».
Individuato il padre di tutte le Sardine. (Enzo
Biagi eventualmente si uccise da solo assolvendo per
tutta la vita al dovere del lavoro. Infatti alle ore
23.23 è diventato Marco Biagi. Meglio tardi che
mai).
[20 maggio 2020]
Riforma del
calendario
Mauro Ferrucci, idolo delle discoteche,
dichiara al Corriere del Veneto: «Un
Capodanno, com’è stato quello del 18 scorso, non
possiamo permettercelo tutti i giorni». Soprattutto
perché Capodanno cade di norma il 1° gennaio.
[21 maggio 2020]
L’aumento che
cala
Aggiornamento sul Covid-19 dal sito Avvenire.it:
«Sempre in calo l’aumento di nuovi casi». Nessuna
notizia dei morti che non sono più vivi.
[8 maggio 2020]
Discariche
Titolo d’apertura sulla prima pagina del Fatto
Quotidiano: «Le Regioni scaricano medici e
infermieri». Titolo sottostante: «Fiera, ora
Bertolaso scarica Fontana: “Mi ha esautorato”».
Cronache dello scaricabarile. Poi, in un sommario di
pagina 9, all’ex capo della Protezione civile viene
attribuita questa frase, a proposito dell’ospedale
anti Covid-19 allestito presso la Fiera di Milano:
«Sono sconcertato da come l’operazione si è evoluta,
mi sono ammalato e di fatto poi esautorato». Se ne
deduce che Bertolaso si è esautorato da solo.
Miracoli della sintassi.
[21 maggio 2020]
Senti chi tifa
Sulla prima pagina della Libertà
riflessione di padre Luigi Mezzadri, intitolata «Un
Dio che soffre e tifa per noi». Un Padreterno in
curva sud ci mancava.
[20 maggio 2020]
Oh yes!
Titolo dal Giornale: «Ok Ecofin al
Programma Sure. È impasse sul Recovery Fund». Un
ultimo sforzo: togliete «al», «è» e «sul» e sembrerà
il Financial Times.
[20 maggio 2020]
Complimenti
vivissimi
Sull’Osservatore Romano intervista di
Francesca Romana de’ Angelis ad Andrea De Pasquale,
già direttore dalla Biblioteca Palatina di Parma.
Domanda: «Fu una stagione d’oro la tua direzione».
Risposta: «Grazie per le tue parole!». Prego,
grazie, scusi, tornerò.
[9 maggio 2020]
Ci è montato
sopra?
Titolo dal Tempo: «Salvini tenta
Renzi su Bonafede». Le famose pulsioni omoerotiche.
[8 maggio 2020]
Mani ex pulite
Il Corriere della Sera intervista il
vicepresidente del Consiglio superiore della
magistratura, David Ermini, coinvolto in una
polemica per le frasi scottanti intercettate
nell’ambito dell’inchiesta sul magistrato Luca
Palamara. La pagina appare inspiegabilmente fra le
18 che recano la testata «L’emergenza sanitaria»,
con tanto di immagine del coronavirus (come le due
pagine precedenti, del resto, dedicate alle mozioni
di sfiducia contro il ministro della Giustizia). Non
sono più i tempi di Mani pulite: urge
l’igienizzante.
[20 maggio 2020]
La Cina è vicina
vicina
La Verità scrive che un virologo
francese, Didier Raoult, aveva previsto in un
rapporto del 2003 «il rischio dell’apparizione di un
nuovo agente patogeno, estremamente contagioso, per
via respiratoria». «Le sue profezie ispirarono il
laboratorio sinocinese a Wuhan», precisa il titolo.
Poiché il prefisso sino- nelle parole
composte indica il riferimento alla Cina, ora siamo
sicuri: il Covid-19 è cinese cinese.
[20 maggio 2020]
Riscontri
Il Giornale sintetizza così, nel
titolo, un’intervista con Elena Bonetti, ministro
alle Pari opportunità e alla Famiglia: «Ho
riscontrato nel governo difficoltà a trovare i
soldi». È pronta per il dicastero della Ricerca
scientifica.
[20 maggio 2020]
Du iu spik
inglish
Didascalia dalla pagina Facebook di Repubblica:
«Lei è Larize Nel e si prende cura il piccolo
rinoceronte Mapimpi. Sono in un santuario per
rinoceronti orfani, vittime del bracconaggio, a
Mookgopong nella provincia di Limpopo, in Sud
Africa». Peccato che sanctuary in inglese significhi
«rifugio» e non c’entri nulla con Lourdes o Fatima.
[25 aprile 2020]
Meglio portarle
via
Titolo dalla prima pagina del Corriere
dell’Alto Adige: «Lavoratrici bloccate,
affitta jet per portale in Italia». Si schianteranno
contro una pagina web?
[20 maggio 2020]
Ed è subito
Paese Sera
Piero Dallamano, fra i redattori di Mantova
Libera dopo il 25 aprile 1945, è stato un
giornalista che ebbe una certa fama ai tempi di Paese
Sera. Ecco come lo ricorda Giovanni Pasetti,
scrittore e capogruppo del Pd in Consiglio comunale,
sulla Gazzetta di Mantova: «Mobilissimo e
nobilissimo ingegno, non volle mai portare a termine
un libro compiuto, forse perché restava convinto che
il carattere epigrammatico degli articoli a cadenza
continua meglio rappresentasse il confronto con
un’epoca vitale e turbinosa, fatta di rapidi
aggiornamenti e di altrettanto repentine cadute».
Probabilmente Dallamano non volle imitare Pasetti,
autore del romanzo A fuoco (fatuo, si
suppone).
Premier non in
gamba
Titolo dalla Verità: «Le balle di
Giuseppi non hanno più gambe». Chissà come fa lo
scroto a star su.
[19 maggio 2020]
Percentuali
Un titolo del Fatto Quotidiano spiega
che la pandemia ha cambiato «le abitudini di
consumo» degli italiani e che «solo il 40% circa
tornerà nei locali come prima». Nel testo si legge
che «solo il 35,2% andrà al ristorante con la stessa
frequenza di prima». E cinque righe dopo: «Il 55%
dichiara che andrà di meno al ristorante». Nella
ressa di percentuali, nessuna traccia del «40%
circa» enunciato nel titolo. Avanti così e il 100%
smetterà di leggere i giornali.
[17 maggio 2020]
Il rischio di
arricchirsi
Prima pagina della Verità, titolo di
apertura: «I soldi ai lavoratori non arrivano, ai
Benetton e agli Agnelli invece sì». Sommario
esplicativo: «In centinaia di migliaia stanno ancora
aspettando la cassa integrazione, ma intanto l’ex
Fiat (con sede fiscale all’estero) e Autostrade
(quella del ponte Morandi) rischiano di vedersi
erogare rispettivamente 6 e 2 miliardi». Rischiano?
Sai che gara per correre un pericolo simile.
[19 maggio 2020]
Calvo capelluto
Anticipazione dalla pagina Facebook del Foglio:
«Parla Franco Cardini. “Mi si drizzano i capelli a
pensare che una storia nobile si sia ridotta a
Salvini”». Essendo Cardini il sosia di Yul Brynner,
dev’essere davvero indignato.
[15 maggio 2020]
Grandi numeri
Dalla Gazzetta di Mantova: «In
seconda posizione il Foggia che porta allo stadio
5.050 spettatori pur essendo una città che raggiunge
e supera i 500.000 per l’1% di media». Allora allo
stadio ne porta soltanto 1.500, perché gli abitanti
di Foggia sono 150.000.
[14 maggio 2020]
Porzioni di sé
Dalla rubrica Malebolge di Aldo Nove
su Avvenire: «Tutto è infatti potenzialmente
comprabile assunti i crismi del sistema
parareligioso del Mercato come escatologia
rovesciata nell’immediato, e tutto diventa
legittimazione “visibile” del maggior valore di “Sé”
laddove lo si può semplicemente acquistare, “in
porzioni”». Da prendere a piccole dosi.
[9 maggio 2020]
Trucco
mascherato
Titolo dalla prima pagina del Fatto
Quotidiano: «“Da liberi? Spaghettate, stadio e
rossetto senza mascherine”». In effetti darsi il
rossetto sopra la mascherina sarebbe complicato.
[26 aprile 2020]
Brutti incontri
Titolo dal Giornale: «Ferguson lascia
la task force per gli incontri vietati». Bei tempi
quando il lavoro delle forze speciali lo faceva
Cupido.
[8 maggio 2020]
Botta di
inculturazione
Titolo dalla prima pagina dell’Osservatore
Romano: «Interculturalità o inculturazione?».
A orecchio, sembra meno insidiosa la prima.
[9 maggio 2020]
Scoperte
Polemica fra il ministero della Salute e Report
circa un piano pandemico che esisterebbe dal 2003,
quando comparve l’influenza aviaria, e che sarebbe
stato riciclato per il Covid-19. Il Fatto
Quotidiano informa che l’ex direttore della
prevenzione del ministero della Salute, Ranieri
Guerra, oggi direttore aggiunto dell’Oms, ha
smentito le accuse e aggiunge: «Il giornalista
Giulio Valesini ha deciso così di verificare. Per
farlo, si è rivolto a uno sviluppatore di software e
ricercatore affiliato all’Università di Amsterdam,
che ha analizzato il file con un software specifico
ed è riuscito a risalire a quello che era online nel
2006. Ne ha poi analizzato i metadati: “Scopriamo -
spiega - che il file risale al 2006, e che anche
nelle versioni precedenti del ministero della Salute
c’era sempre un link che riportava allo stesso. E,
andando indietro nel tempo, scopriamo che la prima
volta che il sistema automatico di archivio lo ha
osservato era nel 2006. E il file è sempre lo
stesso”». E occorreva andare fino ad Amsterdam per
scoprire che un file del 2006 è del 2006?
[18 maggio 2020]
Misuratele la
febbre
Nuova memorabile uscita di Jole Santelli,
presidente della Regione Calabria, la stessa che,
interrogata dalle Iene su che cosa fosse
l’Isis, ha risposto: «Il controllo da parte di Obama
nei confronti del terrorismo internazionale».
Adesso, ignara che esiste la termoregolazione, in
un’intervista rilasciata a Sky Tg24 sulle
misure contro il Covid-19, si è scagliata contro
l’uso del termometro su chi accede a uno
stabilimento balneare: «Misurare la febbre a 40
gradi all’ombra? Di cosa stiamo parlando? Con 40
gradi all’ombra chi non avrà 37 gradi di temperatura
corporea?». Qualcuno la informi che l’acqua bolle a
100 gradi e l’angolo retto a 90.
[18 maggio 2020]
Perseverare
autem diabolicum
Si notifica che La Repubblica è
tornata a scrivere «plexiglass» in luogo di
«plexiglas» anche oggi. Per ben quattro volte.
[18 maggio 2020]
Stranieri anche
nei boschi
Titolo della Verità a un racconto
dello scrittore Tiziano Fratus: «Occhi di straniera
nel bosco degli eremiti». Catenaccio: «Non si sa mai
chi si incontra in certi posti. Come la bella donna
dai lunghi capelli bianchi, segno di una decorosa
anzianità, che vive in una baita finora disabitata.
Forse sudamericana. Con un iride chiaro e l’altro
nero che fissano con rabbia e orgoglio». Ecco che
succede a non fermare gli sbarchi dei clandestini.
[17 maggio 2020]
Gender
Titolo da Libero: «Aisha è
pericolosa: fa da ventriloquo al jihad». È diventata
pure trans?
[14 maggio 2020]
Pausa pranzo
Avvenire racconta che «in Iran stanno
riscuotendo ammirazione le cosiddette “corona-dame”,
ossia le volontarie che lavano i corpi delle vittime
del Covid-19 nella città di Qom». Secondo la
tradizione islamica, «prima della sepoltura, il
defunto deve essere lavato tre volte e avvolto in un
sudario bianco». Le pie donne «assicurano il lavoro
24 ore su 24, usando invocazioni e canti religiosi
per sostenersi a vicenda». Ma non sono sole,
specifica il quotidiano dei vescovi: «Al seminario
sciita di Mashhad, i futuri ayatollah lavano i corpi
durante la pausa di pranzo». Sopra tutto Infernet
Branca.
[17 aprile 2020]
Camere a glass
Il Plexiglas (con una sola «s») è un marchio
registrato, al pari di Aspirina, Eternit, Lycra,
Meccano, Post-it, Rimmel, Teflon e molti altri,
entrato nell’uso comune fin dal 1949 con il
significato di materia plastica utilizzata al posto
del vetro. Le misure di profilassi contro la
pandemia da Covid-19 lo hanno reso popolarissimo
come plexiglass (con due «s»). L’ultima citazione in
un titolo ieri su Repubblica, a pagina 5.
Ecco la classifica dei quotidiani che, nel periodo 1
aprile-16 maggio, hanno utilizzato questa forma
sbagliata sia nei titoli che nei testi: Corriere
della Sera 60 volte, Il Messaggero 53,
La Repubblica 37, Il Giorno 32, Il
Resto del Carlino 26, Il Giornale 24,
Avvenire 19, Corriere Fiorentino 18,
Il Sole 24 Ore 17, Il Foglio 17, Libero
16, Corriere del Veneto 16, La Stampa 12, Italia
Oggi 10, La Nazione 10, Corriere
dell’Alto Adige 9, Corriere del
Mezzogiorno 9, Il Fatto Quotidiano 8,
La Gazzetta dello Sport 7, Il Tempo
3, Il Mattino 2, Mf 1. Totale delle
citazioni, comprese edizioni secondarie, testate
locali, settimanali e periodici: 324. Questa stampa
è una camera a glass.
[16 maggio 2020]
Pellino al
confino
Rino Pellino, corrispondente della Rai da
Berlino, intervista per il Tg1 il ministro
degli Esteri tedesco Heiko Maas, che per tutto il
tempo del colloquio tiene entrambe le mani in tasca,
chiaro segno di alta considerazione per
l’interlocutore. Domanda del giornalista: «La
Germania oggi ha annunciato la riapertura dei
confini con Svizzera, Austria e Francia, non con
l’Italia. L’Italia rischia quindi di essere tagliata
fuori dai flussi turistici?». Risposta di Maas:
«Abbiamo fatto accordi con i Paesi direttamente
confinanti». Traduzione: Pellino, ripassati la
geografia.
[13 maggio 2020]
Stesse, quasi
simili
In un articolo per il centenario della
nascita di Karol Wojtyla, che Repubblica
riprende dall’Osservatore Romano, Mikhail
Gorbaciov scrive: «Quando il nostro incontro si è
svolto, ho detto al Papa che nelle sue e nelle mie
dichiarazioni si trovavano spesso le stesse parole,
che comunque erano simili». Talmente simili da
essere le stesse.
[17 maggio 2020]
Extra large
Poderoso editoriale (lo dico da fratello di
bilancia) a firma di Giuliano Ferrara sulla prima
pagina del Foglio. Titolo: «Care compagnie
aeree, uscire dalla pandemia migliori sarà
difficile, ma sperare di essere più comodi sì. Dopo
il low è il momento del large!». Ciccero pro domo
sua.
[16 maggio 2020]
Il
vicepresidente Mentre
Titolo della Verità sulle presunte
trame che portarono David Ermini alla vicepresidenza
del Consiglio superiore della magistratura: «Mentre
il dem, vice di Mattarella, si è fatto scegliere
anche l’aiutante». Cercasi vicepresidente del Csm
che di cognome fa Mentre ed è in quota al Pd.
[17 maggio 2020]
Cancellazioni
«Da lunedì, Rai Uno cancellerà la messa da
Santa Marta, per fare spazio a qualche epigono di
Giletti», scrive addolorato sul Foglio il
ciellino Maurizio Crippa. Duole deludere il signor
vicedirettore, ma la decisione è stata presa da Sua
Santità, non dalla Rai, e decorre da martedì 19.
[16 maggio 2020]
Lacrime e graffi
«Seguiranno le lacrime delle donne a farsi
graffio di salmo agli orecchi di Dio», scrive su Avvenire
la biblista Rosanna Virgili a proposito della
preghiera per la pandemia. Certo che è proprio
brutto questo virus.
[14 maggio 2020]
Giochi di potere
Gigio Rancilio annuncia su Avvenire
che sono in arrivo due videogiochi «destinati a fare
rumore». «Il primo è “Pope Simulator” e permette di
vestire i panni di un Papa e gestire la Chiesa.
Scelto stemma e motto, ha inizio la vita quotidiana
del Pontefice». Molto interessato all’acquisto
Antonio Socci. Prosegue Rancilio: «Ancora più
impegnativo appare “I Am Jesus Christ”, “un
simulatore che permette di vivere la vita di Gesù
Cristo”. Sarà presente sulla piattaforma Steam, che
vanta 20 milioni di utenti. “Il gioco simula
realisticamente la vita di Gesù, coprendo il periodo
che va dal Battesimo alla Resurrezione. I giocatori
potranno compiere tutti i miracoli più famosi
descritti nel Nuovo Testamento. Sarà possibile, per
esempio, moltiplicare i pani e i pesci, camminare
sulle acque, curare i malati, restituire la vista ai
non vedenti e riportare in vita i morti”». Cercansi
concorrenti per la tappa in salita sul Golgota.
[1 maggio 2020]
Tempi d’attesa
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano: «A
proposito dei tamponi: per avere i risultati,
bisogna aspettare. Tempi variabili, a seconda degli
ospedali». Che strano. Di solito i risultati
arrivano prima di eseguire i prelievi.
[14 maggio 2020]
Murales del
pianto
Didascalia dal Corriere della Sera:
«A Napoli il disegno di un writer raffigura una
vergine con tanto di mascherina». A parte che la
fotografia ritrae una Vergine, nel senso di Madonna,
dipinta sul muro, il titolino che introduce la
dicitura – «Murales» – è sbagliato. Infatti murales
in spagnolo è il plurale di mural e dunque
non si può usare riferito a un singolo dipinto. O si
scrive mural oppure murale, in
italiano. Sapendo l’italiano.
[14 maggio 2020]
Novello Agostino
Si apprende da Rovigooggi.it che il
poeta e scrittore Daniele Mencarelli, residente ad
Ariccia, divenuto di colpo celebre per aver difeso
Aisha (alias Silvia Romano) sull’Osservatore
(anche questo Romano), ha per sua stessa
ammissione un «passato di dipendenza prima da droghe
e poi da alcool». Mejo de sant’Agostino!
[14 maggio 2020]
Fattori di
riproduzione
Titolo dal Giornale: «Dalla balena
blu fino al panda gigante: molte specie si cercano
fra loro solo per riprodursi». Vogliamo includere
anche quella umana?
[26 aprile 2020]
Funerali con
cautela
Titolo a tutta pagina su Avvenire:
«Tornano i funerali. Con cautela». A pagare e a
morire si è sempre in tempo.
[3 maggio 2020]
Criminali a 24
carati
Azzurra Barbuto su Libero definisce i
rapitori di Silvia Romano «soggetti dalla elevata
caratura criminale». Più preziosi dell’oro e dei
diamanti.
[13 maggio 2020]
La Repubblica di
Domani
«Alla veneranda età di 85 anni, dunque, Carlo
De Benedetti ha deciso di fondare un nuovo
quotidiano contro l’ex amata-odiata Repubblica. Non
si chiamerà, ovviamente, la Monarchia. Si chiamerà
Domani e non sarà un altro giorno, come diceva
Rossella O’Hara in Via col vento, ma piuttosto un
altro giornale», scrive Giovanni Valentini sul Fatto
Quotidiano. Con queste fondamentali rassicurazioni,
siamo tutti più tranquilli: non c’entrano né i
Savoia né Vivien Leigh.
[9 maggio 2020]
Sos senatoriale
Incipit di un editoriale di Licia Ronzulli,
senatrice di Forza Italia, sul Giornale:
«L’emergenza sanitaria ha evidenziato la necessità
di rispondere alle conseguenze del Covid con
efficacia e immediatezza». In altre parole,
l’emergenza ha evidenziato la necessità di
rispondere all’emergenza. Grazie per l’informazione.
[12 maggio 2020]
Si si, nò nò
Titolo dal Corriere della Sera:
«Aggredita alle spalle e violentata. Fermato 16enne:
“Si, è stato lui”». Ma nò!
[13 maggio 2020]
Sù sù, giu giu
Occhiello sulla prima pagina di Libero
per un editoriale del direttore Pietro Senaldi: «Da
Radio Popolare in sù». O giu di lì.
[13 maggio 2020]
Chilometropoli
Attacco di un’intervista con lo scrittore
Nathan Englander, firmata sulla Repubblica
da Antonio Monda, proveniente dalla Stampa:
«Come molte persone cresciute nei sobborghi, Nathan
Englander ha il mito della grande metropoli».
Dev’essere proprio grande grande.
[11 maggio 2020]
Padri putativi
In prima pagina su Avvenire
confessione del presidente della Conferenza
episcopale italiana: «Silvia è di nuovo a casa.
Bassetti: una figlia nostra». Chi è la madre,
eminenza?
[12 maggio 2020]
Camere a glass
Sommario dalla Verità: «Cerea: “Con
le distanze e il plexiglass non si pagano i
debiti”». Stavolta le Ss non c’entrano: si scrive
plexiglas. (Vale anche per Repubblica che
titola: «Schermi, plexiglass e cortili»).
[13 maggio 2020]
Covid a mani
nude
Titolo dal Manifesto: «Infermieri,
contro il Covid a mani nude». Ennesimo salto di
specie: il coronavirus ora ha gli arti e non indossa
i guanti.
[13 maggio 2020]
Stamattina mi
butto
Da un articolo di Maria Sole Sanasi D’Arpe
sul Tempo: «D’altra parte non sarebbe
neanche giusto addossarci l’un l’altro un qualche
senso di colpa o di irresponsabilità per il
comprensibilissimo desiderio di porre fine a questa
quarantena e per volerci seppure amaramente
scherzare sopra: per alleggerire il peso di timori e
tremori (come direbbe Kierkegaard) ancora troppo
pesante da metabolizzare. E allora, bando alle
ciance. Dopo essere finalmente atterrati in questo
stadio sospeso ed intermedio di auffiebung - che
supera ma al contempo interiorizza ciò che abbiamo
passato - meglio noto come fase 2, buttiamoci». Sì,
dalla finestra.
[6 maggio 2020]
Il focolarino
Il Giornale intervista il comico
Maurizio Battista sul nuovo show Poco di tanto
(Rai 2) e gli fa dire in un sommario: «Entro nel
focolare italiano». Vince la prova del fuoco.
[12 maggio 2020]
Regione che vai,
Dio che trovi
Titolo dalla Stampa: «Le donne
prigioniere della jihad vittime dei ricatti nel nome
di dio». Figlie di un dio minore. Anzi, minuscolo.
Però sul Secolo XIX il titolo diventa «Le
donne prigioniere della jihad vittime dei ricatti
nel nome di Dio», con la maiuscola. Il concetto di
divinità varia da Torino a Genova, anche se
l’editore è lo stesso.
[11 maggio 2020]
Sciarade
Titolo sciarada dal Fatto Quotidiano:
«Lombardia ancora in ritardo. Mappati solo 2 per un
infetto». Che vorrà dire? Tocca leggere il testo:
«Se il Veneto per ogni positivo al Covid-19 segue
fino a 12 contatti, la Lombardia si ferma a 2». Il
mistero s’infittisce. L’occhiello provvede a
renderlo impenetrabile: «Su sorveglianza attiva e
nuovi focolai il paragone col Veneto: qui per
trovare un positivo si testano 13 persone, da
Fontana tre». Un dolore o un mistero ogni tuo detto
(copyright Umberto Saba).
[12 maggio 2020]
Conversioni
Yahya Pallavicini, imam della moschea Al
Wahid di Milano, commenta in un’intervista su Repubblica
la conversione all’islam di Silvia Romano, la
volontaria rilasciata in Somalia: «Secondo me la
fede lei ce l’aveva anche nel cristianesimo, non è
che avesse bisogno di convertirsi». E più avanti:
«Io sono nato musulmano, mio padre lo è diventato
nel 1951. Si è convertito nel dopoguerra». In
precedenza, ’Abd Al Wahid Pallavicini, all’anagrafe
Felice, padre dell’imam Yahya, era stato un fervente
cattolico, fu lui stesso a raccontarmelo nel 2003.
Se dunque Silvia Romano non aveva bisogno di
convertirsi, perché il giovane Pallavicini dice che
il suo genitore, pur avendo fede nel cristianesimo
al pari della ragazza, sentì il bisogno di
convertirsi?
[11 maggio 2020]
4x4
Un grafico del Messaggero illustra le
regole per la riapertura dei ristoranti dopo
l’emergenza Covid-19: un quadrato con la scritta «4
metri» su due lati. «Nei locali a ogni cliente deve
essere garantito uno spazio di 4 metri quadrati»,
spiega la legenda. Le famose geometrie variabili.
[12 maggio 2020]
Non andrà tutto
bene
Il Corriere della Sera pubblica un
intervento di Michel Houellebecq sulla pandemia e
nel soprattitolo lo presenta così: «Il grande
scrittore francese interrompe il silenzio sul “virus
senza qualità”. Parla del potere della camminata e
della morte: dopo non saremo migliori». Provare a
morire per credere.
[5 maggio 2020]
Un sintagma in
fronte
Il teologo Giuseppe Lorizio sulla prima di Avvenire:
«Mentre attendo con trepidazione la possibilità
dell’apertura delle celebrazioni liturgiche al
popolo credente, mi raggiunge un sintagma». Dopo il
virus è proprio sfiga.
[5 maggio 2020]
Buchi nell’acqua
Da Rep.repubblica.it: «Si va in acqua
solo per nuotare». Per camminarci sopra, serve un
permesso celeste.
[10 maggio 2020]
Scelte obbligate
Frase conclusiva di un’intervista che il
cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha
concesso al Manifesto: «Dobbiamo ricostruire
con passione un mondo migliore e più giusto per
tutti, perché è il contrario della pandemia che
dobbiamo scegliere». Sua eminenza conosce qualcuno
convinto che invece si debba scegliere la pandemia?
[19 aprile 2020]
Ritorno al
futuro
Eugenio Scalfari su Repubblica
scrive dei suoi trascorsi scolastici di
quattordicenne: «Al liceo di Sanremo c’era un gruppo
di giovani invaghiti dalle arti e dalla filosofia e
respinti dalle materie scientifiche e matematiche.
Avevano infatti voti molto alti in queste materie e,
al contrario, pessimi nelle materie scientifiche».
Per non parlare dei voti in italiano. Più avanti
aggiunge che il professore di Lettere (un ex prete)
gli fece studiare «da Montaigne ed Étienne de La
Boétie, all’Illuminismo di Diderot, d’Alembert e
Voltaire. E ancora: Vico, Foscolo, Alfieri. Per
proseguire con Carducci, Pascoli, D’Annunzio e poi
con Quasimodo, Ungaretti e Montale. Naturalmente,
c’erano anche Italo Calvino e Federico García
Lorca». Siccome Calvino era nato sei mesi prima di
Scalfari, se ne deduce che quell’insegnante era un
veggente: nel 1938 faceva studiare al futuro
fondatore di Repubblica un autore di 15 anni
che avrebbe pubblicato il suo primo libro soltanto
nel 1947.
[10 maggio 2020]
Lingua
provenzale
Libero intervista Silvio Berlusconi,
in isolamento nella villa della figlia Marina in
Provenza. Un sommario recita: «La ripresa delle
scuole è più imporntante di quella del Campionato,
ma l’esevutivo ha abbandonato lo sport». Stando
all’estero deve aver imparato una nuova lingua.
[11 maggio 2020]
L’amore dura fin
che dura
Il sociologo Francesco Alberoni nella sua
rubrica sul Giornale: «L’amore bilaterale
dura perché rinasce continuamente. L’amore
unilaterale invece dura sempre». Fa una bella
differenza.
[10 maggio 2020]
Bisogni
disperati
«La virtualità non potrà mai sostituire la
realtà: per godere dell’arte ci vogliono occhi e
cuore, non schermi da toccare (o almeno, non solo
quelli!)». Così il segretario generale del
Governatorato, il vescovo spagnolo Fernando Vérgez
Alzaga, intervistato dall’Osservatore Romano
sulla riapertura dei Musei vaticani, le cui enormi
entrate si sono fermate a causa della pandemia.
«Abbiamo un grande bisogno di realtà, un disperato
bisogno». Messaggio ricevuto, eccellenza: meglio i
biglietti interi (21 euro, con l’evangelica opzione
“Salta la fila”) del virtual tour gratis su tablet e
pc.
[9 maggio 2020]
Sirene spiegate
Titolo d’apertura in prima pagina sul Tempo:
«Trappola Mes». Occhiello: «Scritta una lettera
dalle sirene Gentiloni e Dombroskis per escludere
condizioni. Ma vale nulla e non è vero». Tutto
chiaro.
[8 maggio 2020]
Indietro tutta
Classifica dei giornali che, nel periodo 15
marzo-30 aprile, hanno utilizzato le formule «non
lasciare indietro nessuno», «non lasceremo indietro
nessuno», «per non lasciare indietro nessuno»,
«senza lasciare indietro nessuno», e simili: Avvenire
25 volte, La Repubblica 22, Corriere
della Sera 20, Libertà 20, Il
Resto del Carlino 17, L’Adige 15, Il
Quotidiano di Puglia 14, La Gazzetta del
Mezzogiorno 14, Il Messaggero 13, Corriere
Adriatico 13, Giornale di Sicilia 13,
Il Foglio 12, Il Mattino di Padova
12, Il Giornale 11, Il Quotidiano del
Sud 11, Il Giorno 10, La Sicilia
10, La Gazzetta di Parma 9, Gazzetta di
Mantova 9, Il Gazzettino 8, L’Arena
8, La Tribuna di Treviso 8, Il Mattino
8, Gazzetta del Sud 8, La Nazione 7,
La Nuova Venezia 6, Gazzetta di Modena
6, Il Tirreno 6, La Verità 5, Il
Secolo XIX 5, La Gazzetta dello Sport
4, Il Piccolo 4, Messaggero Veneto
4, Il Fatto Quotidiano 4, Il Giornale di
Vicenza 4, Il Sole 24 Ore 3, Libero
3, Italia Oggi 3, L’Eco di Bergamo
3, Il Tempo 3, La Provincia Pavese
3, Milano Finanza 2, Il Manifesto 2,
Giornale di Brescia 2, La Stampa 1.
Totale delle citazioni, inclusi periodici, edizioni
locali e supplementi: 468. Il Covid-19 non lascia
indietro il conformismo.
[10 maggio 2020]
Arrivi e
partenze
Roberto Saviano su Repubblica scrive
della volontaria milanese rapita in Kenya nel 2018 e
ritrovata dopo 536 giorni in Somalia: «Silvia Romano
è libera, torna a casa. Troverà un’Italia
profondamente cambiata dalla sua partenza». Magari
fosse bastata la partenza della cooperante per
cambiare l’Italia.
[10 maggio 2020]
Nessun dorma
Nell’editoriale di prima pagina, il direttore
di Libero, Pietro Senaldi, descrive Luca
Zaia come «un fenomeno», tuttavia si dice convinto
«che egli non voglia e non possa insediare la
leadership» di Matteo Salvini. Insediarla no, ma
insidiarla forse sì. E conclude: «Gli artefici del
nuovo miracolo italiano non avranno nessun Conte e
nessun Zingaretti. [...] Non siamo fattucchiere.
Possiamo sbagliarci». Su quando usare «nessun» o
«nessuno», di sicuro.
[8 maggio 2020]
Geografia
Titolo dalla Verità: «Il borgo ligure
delle case a 1 euro adesso svende terreni e
cascine». Nel testo si legge che il Comune in
questione si trova in provincia di Alessandria. Urge
ripassare la geografia delle regioni d’Italia.
[8 maggio 2020]
Tra due fuochi
Avvenire titola in prima pagina: «Non
è bene che Dio sia solo (tra veramente ed eppure)».
In effetti, tra avverbi e congiunzioni si
stuferebbero anche gli uomini.
[10 maggio 2020]
Igiene pubblica
Titolo dal Corriere.it:
«Ricordiamocelo sempre: mascherine e guanti non
vanno gettati per terra». Mozziconi di sigarette e
fazzoletti di carta invece sì.
[5 maggio 2020]
Assolo
«Di Maio: “Sogno un governo solo M5s”»,
titola Il Fatto Quotidiano. «L’ambizione
mia, che faccio parte del Movimento, è quella un
giorno di riuscire a governare da soli», spiega il
ministro degli Esteri. Decremento dei voti dal 32
per cento delle elezioni politiche del 2018 al
16,8 degli ultimi sondaggi: –47,5 per cento. Oltre
che con l’italiano, deve avere anche qualche
problema con l’aritmetica.
[7 maggio 2020]
Sherpa in
talare
Dalla Stampa: «Messe all’aperto e
numero chiuso». Mica male come ossimoro. «Niente
limiti d’età», spiegano Domenico Agasso jr e
Ilario Lombardo, sottolineando che «scienziati e
ministri puntavano al divieto per gli over 65»: in
pratica il governo voleva che le chiese restassero
vuote. Ma per fortuna «gli sherpa della Cei hanno
presentato un pacchetto di proposte». Moriremo
buddisti.
[4 maggio 2020]
Bombette
Titolo dal Corriere della Sera:
«Gli anti-nucleari al governo: atomiche Usa via
dalla Germania. Iniziativa della Spd: “Queste
Bombe vanno abolite”». Disco verde, invece, alle
bombe minuscole.
[5 maggio 2020]
Trasparenze
vaticane
L’Osservatore Romano apre così un
servizio sulla festa della Guardia svizzera: «Non
sarà certo un’anonima mascherina a nascondere un
sorriso». Oltretevere devono essere arrivati i
dispositivi di protezione individuale in chiffon.
[4 maggio 2020]
Urla del
silenzio
Titolo da Repubblica: «Sharon
Stone. “La mia ricetta? Mi affaccio e urlo”». La
famosa attrice da urlo.
[3 maggio 2020]
Povertà senza
fondo
Dalla Verità: «I parroci sono
stremati: devono far fronte alla povertà che
dilaga senza fondi». Vuoi mettere la povertà che
dispone di fondi?
[1 maggio 2020]
A noi!
Titolo dal Giornale: «A caccia di
qualche novità televisiva si finisce nella Rsi (ma
è in Svizzera...)». Nostalgia di Salò.
[1 maggio 2020]
Cercansi
clienti per trans
Si apprende da Domenico Agasso jr,
vaticanista della Stampa, che «neanche la
pandemia ferma l’Elemosiniere del Papa», cioè «il
cardinale polacco Konrad Krajewski, testa pensante
e braccio operativo della carità del Pontefice,
protagonista assoluto – “scatenato” – della
solidarietà», accorso in aiuto anche dei
«transessuali di Torvaianica, che, causa Covid,
hanno perso i clienti e non hanno più di che
vivere». Finiti il distanziamento sociale e le
restrizioni che farà? Gli procurerà i clienti?
[1 maggio 2020]
Chissà chi lo
sa
Didascalia su Repubblica, nelle
pagine di economia: «Al vertice. Austriaco, è nato
a Istanbul nel 1967. Entra nel gruppo Campari nel
2005, viene nominato ad nel 2007». Bei tempi
quando le didascalie si facevano per dare un nome
al personaggio fotografato.
[25 aprile 2020]
Regole
grammaticali
Il Corriere della Sera intervista
il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che se ne
esce con questa frase: «L’Ue non può pensare di
fare l’Ue solo quando c’è da dettare regole sul
mercato interno». Ci sono, ministro, ci sono.
«Regole» è plurale.
[6 maggio 2020]
Il ritorno dello Gedi
Dalla Stampa:
«Gedi atto terzo. Il gruppo editoriale dopo il
nuovo assetto azionario che ha visto passare il
controllo dalla famiglia De Benedetti alla Exor
della famiglia Agnelli guidata da John Elkann, e
dopo il cambio di governance, vara ora una nuova
struttura organizzativa. L’obiettivo, spiega una
nota, è di dare una forte accelerazione alla
trasformazione digitale. In quest’ottica sono
state perciò introdotte nuove funzioni operative e
ridefiniti alcuni ruoli a diretto riporto dell’ad
Maurizio Scanavino». Dopo il materiale di riporto
e il cane da riporto, si torna al fronte del
riporto.
[6 maggio 2020]
Giostra d’idee
Su Avvenire
articolo del poeta ciellino Davide Rondoni dal
titolo esoterico: «Che ritornino le giostre (non
di solo pane e vaccino)». Per fortuna l’occhiello
rassicura: «Un piccolo gesto di solidarietà e
pensieri semplici che si affollano». Chissà i
pensieri complicati.
[6 maggio 2020]
It’s five o’ cocktail
A proposito dei titoli
esoterici di Avvenire: «Modena/Ac. Alle 19
scatta l’ora del Vespritz». Per fortuna il testo
dettaglia: «Vespri recitati insieme online a cui
seguirà un aperitivo fatto in casa da ciascun
partecipante, da gustare virtualmente in
compagnia». Crodino, l’analcolico biondo fa
impazzire il mondo.
[6 maggio 2020]
Numeri
Il Fatto Quotidiano
scrive che al Corriere della Sera, «per
migliorare le prospettive dei dividendi futuri, si
prepensionano 38 dei 353 giornalisti». Nel
riepilogo accanto, si legge: «38 pre-pensionamenti
dei giornalisti del Corriere della Sera
(sui 365 in totale)». Grande incertezza fra i 12
redattori (in più o in meno), pari a circa un
terzo dei prepensionati.
[6 maggio 2020]
Eccellenze mancate
Silvana De Mari,
cattolica dura e pura, se la prende, sulla Verità,
con Guido Gallese, vescovo di Alessandria, «che è
intervenuto sullo scottante tema del divieto delle
celebrazioni liturgiche, confermato nel nuovo Dpcm
anticoronavirus in vigore dal 4 maggio»: «Gentile
dottor Gallese, mi permetta di chiamarla in questa
maniera. Risparmio il termine di eminenza e
monsignore, completamente insensato per i vescovi
attuali». Anche per i precedenti: «eminenza» si
usava e si usa solo per i cardinali. Il titolo dei
vescovi è «eccellenza».
[6 maggio 2020]
Crème brûlée
Pubblicità dell’impresa
Sansiro di Milano (pompe funebri) su Libero:
«Garantiamo la cremazione». Meglio di una polizza
vita.
[17 aprile 2020]
Manca qualcuno?
Titolo dalla Verità:
«“Assassini e ladri alleati della camorra nel
campo dei rom”». La Quadruplice Alleanza.
[29 aprile 2020]
Che tempi!
Classifica dei giornali che, nel
mese di aprile, hanno utilizzato la formula «ai
tempi del coronavirus» (mutuata da L’amore ai
tempi del colera di Gabriel García Márquez):
Avvenire 32 volte, Corriere della Sera
28, Il Messaggero 21, Italia Oggi
18, Il Giornale 15, Libero 14, Il
Giorno 13, Il Sole 24 Ore 13, La
Repubblica 12, Il Foglio 10, La
Gazzetta dello Sport 10, Il Resto del
Carlino 10, La Stampa 10, Il
Fatto Quotidiano 9, Il Mattino 9, La
Nazione 8, Milano Finanza 7, La
Verità 5, Affari & Finanza 2, Il
Tempo 1. Totale delle citazioni, comprese le
edizionali regionali e le testate locali: 300.
Totale delle citazioni nella variante singolare
«al tempo del coronavirus»: 300. Totale delle
citazioni nella variante «ai tempi della
pandemia»: 63. Totale delle citazioni nella
variante singolare «al tempo della pandemia»: 47.
Non sarà che viviamo nel tempo della stampa
omologata?
[30 aprile 2020]
Lavoratori
Dal Corriere della Sera:
«L’uomo di Zingaretti: multa per il pranzo? Era
lavoro». Finalmente ritorna la piena occupazione.
[5 maggio 2020]
Riti felini
Da Avvenire: «Bassetti:
tornano le Messe con il popolo ma non a macchia di
leopardo». Ha parlato l’amico del giaguaro.
[5 maggio 2020]
Zanda Bassotti
Luigi Zanda si è dimesso da
tesoriere del Partito democratico per diventare
presidente della società editrice che pubblicherà
Domani, il nuovo giornale di Carlo De
Benedetti. Il Fatto Quotidiano riporta la
lettera di congedo in cui il segretario Nicola
Zingaretti lo loda: «Gli avevo chiesto, per la sua
autorevolezza e per le sue indiscutibili capacità,
di ricoprire questo delicato e fondamentale
incarico, anche a fronte di una situazione molto
difficile per le finanze del partito e per i
dipendenti, che Luigi ha saputo esprimere al
meglio affrontando diverse sfide elettorali e
organizzative». Quindi Zanda ha saputo esprimere
al meglio una situazione molto difficile per le
finanze e per i dipendenti. Fossi l’Ingegnere, una
toccatina me la darei.
[5 maggio 2020]
Vado a fuzoku
In Giappone l’industria del sesso
si chiama fuzoku e, come racconta Giulia
Pompili sul Foglio, si è subito adattata
all’emergenza coronavirus. In che modo? «Si
favoriscono pratiche “alternative”, durante le
quali si può tenere la mascherina e il metro di
distanza». Sulla distanza favorito Rocco Siffredi.
[30 aprile 2020]
Non c’è due senza tre
Elementi tratti dai titoli del Fatto
Quotidiano dell’1 maggio: «Teatri, concerti
e cinema». «Dispetti, urla e spinte». «Bici,
università e cene». «Test, app e disciplina
ferrea». «Calendario certo, fondi pubblici e
igiene». Lo chiamavano Trinità.
[1 maggio 2020]
La Palice
La Verità intervista il
produttore Claudio Bonivento e titola a tutta
pagina: «“Se non si può girare, il cinema è
morto”». Se invece può girare i film, il cinema è
vivo. Sono notizie.
[1 maggio 2020]
Vaccino Rossini
Libero annuncia che un
antidoto italo-inglese contro il Covid-19 sarà
disponibile a dicembre. «Il “vaccino Jenner” è
stato somministrato a 320 volontari sani, nei
quali è risultato “sicuro e ben tollerato”»,
scrive Melania Rizzoli, per cui «verrà testato su
ulteriori 500 volontari, dopodiché i primi test
clinici verranno effettuati a giugno su 5mila
soggetti». Nella stessa pagina, Alessandro Gonzato
intervista Piero di Lorenzo, amministratore
delegato di Irbm, la società di Pomezia che lo
produce, il quale spiega: «Nel caso di questo
nuovo immunizzante, non è stato necessario
testarne la tossicità sull’uomo: avevamo già tutti
i dati che servivano». Subito dopo, però, di
Lorenzo aggiunge: «Da una settimana sono iniziati
gli esperimenti su 510 volontari sani e stanno per
cominciare i test su altri 3 mila». Riassumendo: è
sicuro e ben tollerato, non occorreva testarlo
sull’uomo, però l’hanno somministrato a 320
volontari sani, ora sarà sperimentato su 500, anzi
510, e presto lo inoculeranno ad altri 3.000, anzi
5.000. Più che «vaccino Jenner» dovrebbero
chiamarlo «vaccino Rossini»: è un crescendo.
[1 maggio 2020]
Sala da pranzo del
commiato
Corrado Augias su Repubblica:
«Nel XVII secolo, come oggi, la terapia più
efficace era quella: sottrarre al virus il suo
pranzo, che saremmo noi, affamarlo a morte».
Meglio il suicidio che il Covid-19.
[1 maggio 2020]
Il peso degli anni
Incipit di un articolo sulla Verità
firmato da Silvana De Mari: «Sono un medico di 67
anni. Sono nata nel 1953». Nel 1943, o nel 1963,
meno probabile.
[3 maggio 2020]
Articolazioni
Dal Fatto Quotidiano: «Il
Ziarul Financiar riporta le stime e
l’allarme lanciato dalla federazione medica
Solidaritatea Sanitara». Si vede che l’articolo
«lo» in Romania non è ancora arrivato.
[4 maggio 2020]
Lettori scoppiati
Sequenza dei titoli dall’inserto Alias
del Manifesto: «Feuchtwanger, l’ira sotto
la pelle del testo». «Ventriloquio sui limiti
dell’empatia». «Vita di Wioletta Grzegorzewska tra
scalate liriche e discese referenziali». «Possente
non detto per patemi d’amore». «Dispositivi
grafici metanarrativi nell’esordio di Služitel
affidato a un gatto». «Aggiornamenti autoriali
all’etica dell’infinitesimo». «Dorata
sfacciataggine su marmo pario». «La Sicilia
esplode sulla pagina». Anche il lettore.
[3 maggio 2020]
Eccellenze logistiche
Il Secolo XIX pubblica un
vademecum del professor Enrico Musso, ordinario di
Economia applicata e direttore del Centro italiano
di eccellenza sulla logistica i trasporti e le
infrastrutture dell’Università di Genova, con le
norme da rispettare in auto nella Fase 2: «Se c’è
solo il conducente, deve tassativamente essere
seduto davanti, dal lato del volante». Eccezion
fatta per Tiramolla, che può guidare dal sedile
posteriore.
[3 maggio 2020]
Più realista della regina
Maurizio Belpietro in un
editoriale sulla Verità paragona Giuseppe
Sala alla regina Maria Antonietta
d’Asburgo-Lorena, perché, anziché mettere a
disposizione i bus, ha invitato i milanesi a usare
la bicicletta. Donde il riferimento, anche nel
titolo, alla cinica frase (per la verità rubata
dalle Confessioni di Jean-Jacques
Rousseau) rivolta dalla consorte di Luigi XVI a
chi la informava che i suoi sudditi erano stremati
dalla fame: «Se non hanno più pane, che mangino
brioche». Ma il parallelo avrebbe senso solo se il
sindaco di Milano, avvertito del fatto che i
cittadini non dispongono di bici, avesse
replicato: «Che usino i bus». A meno che le
michette non siano più buone delle brioche e i
velocipedi più comodi dei mezzi pubblici.
[3 maggio 2020]
San Giuseppi
«La Chiesa affida l’Italia a
Maria». Avvenire titola così un intervento
del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero
Bassetti. Ma nel titolo a fianco il segretario
della stessa Cei, il vescovo Stefano Russo,
afferma perentorio: «Prima la salute delle
persone». Segno che si fida più di san Giuseppi
che della Madonna.
[1 maggio 2020]
Far ridere i polli
Secondo La Repubblica, il
piano per la ripartenza della scuola italiana dopo
la pandemia, predisposto da un comitato di esperti
guidato dall’economista Patrizio Bianchi, prevede
«l’utilizzo spinto delle lezioni all’aperto».
Spiega Bianchi: «Il Trentino dovrà sfruttare i
suoi boschi, Milano i musei, Roma i suoi parchi».
Saranno scoperchiate Brera e la Pinacoteca
Ambrosiana? Il consulente precisa: «Nei nostri
lavori indichiamo la cancellazione delle classi
pollaio». Chiude il wet market italiano, riapre
quello di Wuhan.
[1 maggio 2020]
Cuore di ghiaccio
«New York scopre l’orrore:
cadaveri nei camion-frigo. Dentro ai furgoni
trovati ghiaccio e cento corpi», titola Il
Giornale. Pare che la notizia sia la
presenza del ghiaccio. Raggelante.
[1 maggio 2020]
Ottimo lavoro
Franca Giansoldati, vaticanista
del Messaggero, rivela che il Santo Padre,
proprio nella festa del Lavoro, «ha autorizzato i
licenziamenti dei cinque dipendenti mentre è
ancora in corso l’indagine del tribunale per la
vicenda dell’acquisto del famoso palazzo di
Londra, un affare controverso e ingarbugliato ma
dove ogni operazione è sempre stata avallata dai
superiori e, in ultima istanza, dal Papa».
Misericordia!
Vecchie volpi
Notizia dal canale
tematico della Stampa dedicato agli
animali: «Coronavirus nel Milanese, una volpe
entra in giardino e si rifugia nella cuccia dei
cani». Allarme! I pipistrelli si sono fatti furbi:
ora hanno quattro zampe.
[30 aprile 2020]
Di volta in volta
Risposta di Marco Tarquinio,
direttore di Avvenire, a un lettore: «Ho
sempre pensato e molte volte scritto che in
democrazia l’opposizione deve fare il proprio
mestiere». E lo scrivi un’altra volta?
[1 maggio 2020]
Non ci sono più gli
stupratori di una volta
Incipit di un servizio di cronaca
su Repubblica: «Un predatore sessuale
vigliacco e calcolatore». Ce ne sono in giro anche
di nobili e ingenui?
[26 aprile 2020]
Nessun obbligo d’obbligo
Sommario dal Fatto Quotidiano
sulla controversa app Immuni: «Obbligo di
cancellare le informazioni entro il 31 dicembre.
No Gps né obblighi». Immuni dalla logica.
[30 aprile 2020]
Virgole vaganti
Sommario dal Fatto Quotidiano
sulle decisioni dei governatori di centrodestra
per il Covid-19: «Va riformata la possibilità di
adottare nelle singole regioni, solamente misure
più restrittive». Già riformato, invece, l’uso
della virgola.
[30 aprile 2020]
Alta definizione
Servizio dal Fatto Quotidiano,
stessa pagina della virgola vagante: «“La presenza
di focolai – si legge nella bozza – richiede una
valutazione del rischio ad hoc che definisca
qualora nella regione vi sia una trasmissione
sostenuta e diffusa tale da richiedere il ritorno
alla Fase 1”». Che definisca che cosa? Mistero.
[30 aprile 2020]
Morte batte nazioni
Titolo dal Fatto Quotidiano,
stesso numero delle perle soprastanti: «I decessi
superano già la Cina». Avvincente questa guerra
fra la morte e la terza potenza militare mondiale.
[30 aprile 2020]
Catacombe
«Ci sono stati martiri che si sono
fatti ammazzare perché gli impedivano di celebrare
la Messa», dice Giovanni D’Ercole, vescovo di
Ascoli Piceno, alla Verità. Giuseppi come
Diocleziano. Caspita!
[28 aprile 2020]
Non dirai sul siero
Secondo Luciano Capone, che lo
scrive sul Foglio, il professor Giulio
Tarro, virologo napoletano, «da molto tempo si
inoltra nel terreno delle cure senza fondamento
scientifico, dal “siero di Bonifacio” (una
pseudocura di un veterinario di Agropoli a base di
pipì di capra) alla falsa teoria della
“biocorrezione” (che promette di guarire diverse
malattie)». In realtà Liborio Bonifacio traeva il
suo siero dalle feci delle capre. In particolare,
feci delle femmine contro il sarcoma nelle donne e
feci dei maschi contro il carcinoma negli uomini.
L’urina degli stessi animali, con l’aggiunta di
circa un terzo di acqua bidistillata, serviva solo
a diluirlo. Tra cacca e pipì permane una certa
differenza.
[25 aprile 2020]
Pipistrelli del
malaugurio
Sulla prima pagina dell’Osservatore
Romano, un articolo del direttore Andrea
Monda reca questo titolo: «Un povero pipistrello
chiamato Smeagol». In arte Covid.
[29 aprile 2020]
Gatti pazienti
Titolo dal Corriere del Veneto:
«Vo’, test sierologico sui gatti di casa. Caccia
agli anticorpi». «Ma come saranno scelti i
“pazienti” da sottoporre a test sierologico?», si
chiede l’articolista. «Su base volontaria»,
risponde il professor Massimo Castagnaro,
ordinario di Patologia generale veterinaria.
Attesi i soliti quattro gatti. Forse.
[16 aprile 2020]
Somministrazioni
Wanda Marra analizza sul Fatto
Quotidiano le situazioni di stress provocate
dal confino casalingo causa coronavirus. Un
esempio: «Luisa, 42 anni, non ne può più di
litigare con suo marito, Giorgio, 44. Lui ha degli
attacchi di ira improvvisa e lei teme che una
volta finirà per non controllarsi». Spiega la
giornalista: «Per evitare che le situazioni
degenerino è allo studio un questionario da
somministrare a 150mila cittadini». Non sarà
meglio somministrare il bromuro?
[23 aprile 2020]
Uscita di sicurezza
«Chiesa in uscita contro la pandemia», titola
L’Osservatore Romano sulla situazione in
Bolivia, nel giorno in cui papa Francesco, in
sintonia con il premier Giuseppe Conte, sconfessa la
protesta dei vescovi italiani e ribadisce che
l’uscita per andare a messa è inopportuna. Non
sappia la mano boliviana ciò che fa l’italiana (e
l’argentina).
[29 aprile 2020]
Apri e chiudi
Titolo dall’Espresso: «Quei
ristoranti con le cucine aperte per servire pasti
caldi a chi ha fame». Per servirli con le cucine
chiuse si attende un miracolo.
[26 aprile 2020]
A morte i ristoranti
Titolo dalla prima pagina della Verità:
«Il governo condanna i ristoranti a morte». Dopo
Ciro a Mergellina ecco Ciro a Schiattamuorte.
[29 aprile 2020]
Come d’autunno sugli
alberi le foglie
Titolo dal Corriere del Veneto:
«Da 12 giorni meno casi, si pensa già
all’autunno. “Purtroppo tornerà”». Les feuilles
mortes se ramassent à la pelle. Tu vois, je n’ai
pas oublié…
[19 aprile 2020]
Non c’è due senza tre
Aldo Nove nella sua rubrica Malebolge
sulla prima pagina di Avvenire: «In una
scala gerarchica rovesciata, il Dominio
economico vede, al di sotto dell’inconoscibile
vertice, una pletora di emanazioni prive di
identità personale, secondo un ordine bifido che
tutto gestisce. Cosa intendo per “ordine
bifido”? Intendo che le parti avverse, nel gioco
antico delle contrapposizioni, sono quelle di un
serpente a doppia testa, che attira masse che si
contrappongono per il piacere dello stesso unico
rettile. Una sorta di malattia dell’uno, che è
allo stesso tempo malattia del due». Al tre
resta l’emicrania.
[25 aprile 2020]
Le cronache di Narnia
Didascalia dalla prima pagina del Manifesto:
«L’azienda Alcantara di Nera Montoro (Narni)».
Il Comune di Narni (Terni) come Claudio Scajola:
promosso provincia a sua insaputa.
[21 aprile 2020]
Santuari corporali
Dal Fatto Quotidiano: «Una
versione non aggressiva del virus può aver
sonnecchiato per anni in qualche “santuario” del
nostro organismo come avviene già per altri
virus». Non resta che andarci in pellegrinaggio.
[19 aprile 2020]
Riforma del calendario
«È appena passato il 25 aprile e tira già
aria di 8 settembre», scrive Giorgio Gandola
sulla Verità. Ma il 1945 non veniva dopo
il 1943?
[28 aprile 2020]
Facciamo nomi
Da un articolo del Fatto Quotidiano
firmato a quattro mani da Alessandro Mantovani e
Ilaria Proietti: «Sono volate parole grosse».
«Si è quasi sfiorata la rissa». «Ha perso le
staffe». «Ha suscitato polemiche». «Un effetto
boomerang». «In buona sostanza». «È venuto fuori
più di un mal di pancia». «Con piena
soddisfazione». «Deve fare i conti». «Non ci ha
visto più». «Ha mandato il sangue agli occhi».
«Non è uno che le manda a dire». «Ha fatto il
pelo a chi marca visita». «Non ha fatto nomi».
«Sono fischiate le orecchie». «Nell’immaginario
collettivo». «Ha creato qualche malessere». «Il
clima è sereno». «Qualche malumore ogni tanto
c’è». Frase fatta capo ha.
[22 aprile 2020]
Protezione civile celeste
«Messa in sicurezza», titola giocoso Avvenire.
Come recita il proverbio, cuor contento il ciel
l’aiuta (con l’8 per mille).
[28 aprile 2020]
Colpi di sole
Su come difendersi dal coronavirus, Libero
intervista l’epidemiologo Franco Berrino. «Come
dovrebbe partire la giornata per sentirsi in
forma?», chiede la giornalista. «La mia parte
sempre con un po’ di yoga e i consueti saluti al
sole». Sì, buonanotte.
[28 aprile 2020]
Messa un tanto al chilo
Matteo Renzi intervistato da Repubblica:
«Io voglio tornare a prendere la messa».
Facciamo un etto? O un chilo?
[28 aprile 2020]
Incontro con Io
«Inversione di marcia dall’io a Dio»,
titola L’Osservatore Romano citando papa
Francesco. Che da Fabio Fazio è tornato a
Eugenio Scalfari.
[28 aprile 2020]
Domande
Costanza Savaia sull’Espresso: «Il
deserto scelse la morte, perché così avrebbe
posseduto l’unica qualità che non riusciva a
trovare altrove per inghiottirla in sé. Morì
davanti ai miei occhi. Ma neanche il tempo di
capacitarmi di quello che stavo facendo che,
nell’ istante in cui spirava, negli occhi
allucinanti del deserto pulsava un lieve
bagliore, e le dita della sua mano destra ebbero
un quasi impercettibile sussulto; ed era morto.
Pareva che avesse cercato qualcosa nello spazio
davanti a sé; e non solo sembrava che avesse
capito di essere caduto nel paradosso che lo
portava a morire, e con questo la natura stessa
della qualità che aveva preteso; sembrava quasi
che chiedesse di essere tenuto per mano per
paura di affrontare quella stessa morte. A chi
lo aveva chiesto? Al vuoto? Ai giudici? A me?».
Se non lo sa lei.
[26 aprile 2020]
Voglie
Titolo di apertura dalla prima pagina di
Avvenire: «Tanta voglia di Fase 2».
Quando i preliminari non bastano più.
[26 aprile 2020]
Nel didietro
Il Fatto Quotidiano si occupa dei
danni ingenti arrecati al Museo Egizio di Torino
dalla chiusura per pandemia. Nel sommario fa
dire al direttore Christian Greco: «È
impossibile stare dietro a queste perdite da
soli». Meglio stare davanti e in compagnia.
[22 aprile 2020]
Bagno di umiltà
Lucia Annunziata, sostituita da Mattia
Feltri alla direzione dell’Huffington Post,
su Prima Comunicazione si vanta di aver
lanciato molti giovani: «Uno dei primi assunti
in ApBiscom fu Federico Fubini, oggi uno
dei vice direttori del Corriere della Sera».
Obietta l’intervistatore: «Mica un pischello,
Fubini è del 1966, aveva 34 anni». E lei: «Avrà
cominciato tardi». Talmente tardi che era il
corrispondente da Bruxelles nel Giornale
diretto da Indro Montanelli. Conclude
Annunziata: «All’Huffington ho fatto un
bagno di futuro». Era meglio se faceva una
doccia di passato.
[27 aprile 2020]
Tamponamenti
Lo chef Carlo Cracco detta su Repubblica
la sua ricetta per la riapertura dei ristoranti
nella Fase 2: «Prima di distanziare i tavoli,
tamponi subito a cuochi e camerieri». Giusto. Ma
chi garantirà ai clienti che Cracco, cuochi e
camerieri non si siano contagiati dopo aver
effettuato il tampone?
[27 aprile 2020]
Accenti
Dalla Stampa: «Si inizia
infatti a pescare un pò in tutta Italia». Un po’
anche nel Po senza accento.
[26 aprile 2020]
Lacerazioni
Incipit di un articolo dello
scrittore Tiziano Fratus sulla Verità:
«La pioggia ha smesso di cadere. L’autunno si è
lacerato, a causa di tutta questa umidità.
Dietro le montagne qualcosa si agita. Le bestie
nascoste lo sentono, la pelle intercetta la
vibrazione che ricade sui boschi, anche se non è
chiaro, se precipiti dall’alto o fermenti dal
basso. Chi è che parla, si domandano? È quel
cielo decorato, lassù, oppure le rocce appuntite
e seghettate?». Si domandano? O «si domandano»
in attesa che finisca l’autunno lacerato, che
nel frattempo ha superato l’inverno, è giunto a
primavera e presto precipiterà nell’estate?
[26 aprile 2020]
Minzioni difficili
Interrogativo di Paola Pellai su
Libero: «Ma se piscio il cane 9 volte al
giorno, devo mettergli il catetere?». No,
signora, ma deve farsi vedere da un urologo.
[26 aprile 2020]
Non parlate al
conducente
Titolo dal Giornale
sulle misure antivirus nei trasporti pubblici
dopo il 4 maggio: «Termoscanner e mascherine:
vietato parlare al conducente». Veramente era
vietato anche prima.
[26 aprile 2020]
Ztl ciclabili
Titolo dal Giorno: «Roma
punta alle bici e apre la ztl alle auto».
Coerente.
[22 aprile 2020]
Totale
Occhiello dal Fatto
Quotidiano: «Dal 4 maggio tornano al
lavoro meno di tre milioni di italiani, un terzo
del totale». Se ne deduce che la popolazione è
scesa da 60 a 9 milioni di abitanti. Bestia di
un virus!
[23 aprile 2020]
Mi ritorni in mente
Editoriale del direttore di Avvenire,
Marco Tarquinio: «Sì, lo so: non pochi tra quanti
hanno davanti la nostra prima pagina con il suo
titolo gigante – “25 aprile: resistere, resistere,
resistere” – penseranno a Borrelli. Non ad Angelo,
il capo della Protezione Civile e quotidiano
protagonista della lotta contro la pandemia da
coronavirus, ma a Francesco Saverio, il magistrato
che guidò la Procura di Milano». Peccato che quel
motto, pronunciato alla Camera, non sia di Borrelli
bensì di Vittorio Emanuele Orlando, chiamato alla
guida del governo il 30 ottobre 1917, dopo la
disfatta di Caporetto. Ed era il 22 dicembre, non il
25 aprile.
[24 aprile 2020]
Sardine o cigni?
Il sociologo Marco Revelli sul Fatto
Quotidiano: «Se non ci fosse l’emergenza
coronavirus dovrebbero esserci le piazze piene più
che mai, come è stato con le Sardine. Quello è
stato forse il canto del cigno di una stagione in
cui i corpi in piazza facevano sentire la loro
voce». I muti come pesci di una volta ora hanno il
collo lungo e cantano.
[25 aprile 2020]
Attenti a quei due
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore
Romano, intervista David Sassoli,
presidente del Parlamento europeo. Le
chilometriche domande sono talmente ficcanti che
Sassoli, a un certo punto, enuncia questa
intuizione copernicana: «Secondo la Lettera a
Diogneto i cristiani vivono nella società, non
al di fuori di essa. E anche gli altri devono
vivere nella società e devono collaborare».
Senza questi due, e senza Diogneto, ci saremmo
mai accorti che Monda, Sassoli e persino noi
viviamo nella società?
[26 aprile 2020]
Sventagliata
Azzurra Barbuto su Libero: «
Solamente alla fine del Settecento anche la
classe media cominciò a servirsi del
ventaglio, il quale divenne più economico,
dunque si affermò come utensile di uso
comune». Poi arrivò il tornio.
[25 aprile 2020]
Una prece
Intemerata in diretta di Nicola Porro
sulla sua pagina Facebook: «Gli italiani
stanno alla fame, e non c’è un pezzo che sia
uno sul giornale: non c’è la Caritas, non
c’è don Gelmini, non c’è piripicchio, non
c’è Emergency, non c’è l’Ong». Piripicchio
non so, ma don Gelmini non può esserci: è
morto nel 2014.
[22 aprile 2020]
Polimeri
Titolo dell’inserto Alias
nel Manifesto dedicato al 25
Aprile: «Materiale sempre resistente».
Credevamo fosse antifascismo, invece era
Moplen.
[25 aprile 2020]
Maschi
con le palle
Titolo dal Fatto Quotidiano:
«Il Corona si nasconde nei testicoli?
Cari uomini, è presto per disperarsi».
Nel testo, la virologa Maria Rita
Gismondo spiega: «Il lavoro afferma che
il Coronavirus è stato ritrovato nei
testicoli dei malati, ovviamente di
sesso maschile». In tempi di gender
fluid, ovviamente mica tanto.
[22 aprile 2020]
Io
speriamo che me la cavo
Titolo dalla Stampa:
«Leonardo, tra i nuovi membri del Cda
c’è l’ex compagno di scuola di Di
Maio». Impossibile: deve trattarsi di
un errore.
[22 aprile 2020]
Caduto
da cavallo
Corrado Augias su Repubblica
si occupa da par suo di Paolo di
Tarso: «Saul o Paolo, era contrario
alla nuova corrente del giudaismo».
Forse anche alle virgole tra
soggetto e verbo. «Secondo la fede
gli apparve Gesù: “Perché mi
perseguiti?”; secondo l’ipotesi
neurologica ebbe una crisi
epilettica». Infatti una trentina
d’anni dopo, com’è noto, perse la
testa a causa del mal caduco.
[21 aprile 2020]
Malati già morti
Il Fatto Quotidiano riferisce
che in Russia il Covid-19 «continua a
strisciare e diffondersi: si registrano non
più 4mila, ma 5mila nuovi malati ogni giorno».
Titolo: «Mosca rossa: 5 mila morti al giorno».
Che fretta. (Ma il «mila» si attacca al
numero, come il virus, o si stacca?).
[23 aprile 2020]
Conteggi/1
Incipit
di un commento dell’ex procuratore generale
Gian Carlo Caselli sul Fatto Quotidiano:
«Quando la pandemia sarà esaurita, faremo il
conteggio finale dei morti». Si fa tutti i
giorni, eccellenza. E pure male.
[23 aprile 2020]
Conteggi/2
Conto
economico del coronavirus desunto dai titoli
della Stampa del 23 aprile. Pagina 4:
«Servono 55 miliardi per imprese e famiglie».
Pagina 5: «Contro la crisi 2.000 miliardi per
spese e investimenti». Pagina 7: «Trecento
miliardi per la cura». Pagina 10: «Due
miliardi di dollari per l’approvvigionamento
necessario ad evitare la carenza di cibo».
Totale: 2.000.002.355. Poi sono finite le
pagine. E gli euro.
[23 aprile 2020]
La
prova del Nove
Aldo
Nove, con sprezzo della concordanza, nella
rubrica Malebolge sulla prima pagina
di Avvenire: «Gli spazi di preghiera e
di contemplazione vengono, per chi ha soldi,
sostituiti da surrogati come l’ora di yoga
consumate magari dopo l’ora del corso di
lingue e prima dell’ora di massaggio olistico.
Per chi non ha soldi si deformano in un
annebbiamento della visione che rumina la
propria assenza d’identità e cova fantasie più
o meno malcelate di vendetta. In un continuo
paragone con gli altri, i nuovi “io” tentano
di assomigliare a se stessi. Con il doppio
sforzo di distinguersi dagli altri e con
l’aggiunta dell’intuizione di quali siano i
limiti non detti ma ferrei entro cui è
consentita e, anzi, esaltata, la stessa
diversità». Titolo: «La stanchezza dell’io».
Anche del lettore.
[22 aprile 2020]
Fuori
dalle scatole
Mattia
Santori in isolamento nella sua casa di
Bologna intervistato dal Venerdì di
Repubblica. Domanda: «Si
rivedranno o no le Sardine nelle piazze?».
Risposta: «Siamo destinati a tornare
nell’arena politica, ma basta piazze. Semmai
pensiamo a un grande evento annuale tra
politica, musica e arte». Sardine fuori dalle
scatole. Non potendo distanziarsi di 1,80
metri, si allontanano di 365 giorni.
[19 aprile 2020]
Imprese
truccate
Titolo
d’apertura sulla prima pagina del Giornale:
«Prestiti alle imprese col trucco». Ammesse
solo quelle che usano il fard.
[22 aprile 2020]
Doppio whisky
Gianni
Riotta sulla Stampa parla della proposta
avanzata dall’immunologo Arthur M. Silverstein per
fronteggiare la pandemia: nazionalizzare, requisire
o mobilitare tutte le distillerie di liquori e le
fabbriche di birra per costringerle a produrre
vaccini su vasta scala. Spiega Riotta: «Prendete, ad
esempio, l’Italia, sulla carta abbiamo necessità di
60 milioni di dosi, ma se ne occorressero due,
ricordano i sanitari, le aziende dovrebbero produrne
il doppio». Grazie per avercelo chiarito: da soli
non ci saremmo mai arrivati.
[22 aprile 2020]
Complicazioni
Titolo
d’apertura sulla Verità: «Ecco i famosi
aiuti dell’Ue: all’Italia metà dei soldi di quelli
dati all’Ungheria». «Metà dei soldi dati
all’Ungheria» era un concetto troppo complicato?
[21 aprile 2020]
Autodafé
Stefano
Lorenzetto sul Corriere della Sera, in
un’intervista con Samaritana Rattazzi, seconda dei
sei figli di Susanna Agnelli, la sorella prediletta
dell’Avvocato: «Sa come si fa e lo fa con le parole,
essendo giornalista professionista. Gliene sono
bastate appena 1.122, circa il 10 per cento di
quelle della presente intervista». La quale però
conta 1.545 parole, il 37,7 per cento in più. Mai
confondere le parole con i caratteri. Per conferma,
chiedere a Word.
[19 aprile 2020]
Materiali
Grandi
novità introdotte dalla pandemia. Stando a un
sommario del Giornale, «nel baulificio
Roncato ora si usano i materiali per produrre
pannelli e divisori». Vuoi mettere i prodotti
realizzati con gli immateriali di prima?
[21 aprile 2020]
Pali
Apertura
dedicata al calcio nella sezione sport del Secolo
XIX: «Protocollo dei dubbi. Fissata la
ripartenza con mille paletti». Diventa più
complicato insaccare il pallone all’incrocio dei
pali.
[20 aprile 2020]
Quante storie
Titolo di
Avvenire, pagine culturali: «Narrazione o
racconto? L’Africa ha tante storie». Fa una bella
differenza.
[10 aprile 2020]
Respiri profondamente
Dal sito
del Giorno: «Coronavirus, il pronto soccorso
di Bergamo semivuoto: “Torniamo a respirare”». Anche
i ricoverati.
[21 aprile 2020]
Panettoni pasquali
«Panettoni
regalati dai cavalieri», informa L’Arena.
«La sezione veronese dell’Associazione nazionale
insigniti onorificenze cavalleresche (Anioc) ha
consegnato 72 panettoni, da distribuire a chi fa
fatica a sbarcare il lunario». Le colombe pasquali
saranno donate dopo l’Epifania del 2021. Lunario
permettendo.
[16 aprile 2020]
Alunni del sole
Didascalia
dall’Espresso: «Nella zona di piazza Re di
Roma due ragazze osservano il tramonto». Infatti
nella foto sono ritratte in terrazza mentre girano
le spalle al sole.
[19 aprile 2020]
Buchi sicuri
Titolo da
Affari e Finanza, pagina 28: «“I social sono
luoghi sicuri”. Parola di mister Instagram». Pagina
29: «I “buchi” di Zoom regalano milioni di utenti
agli hacker». Poche idee, ma chiare.
[20 aprile 2020]
Dacci dentro,
coronavirus
L’architetto
Stefano Boeri illustra su Repubblica come
dovrebbero essere le città dopo la pandemia:
«Servirebbe una campagna per facilitare la
dispersione, e anche una ritrazione dall’urbano, per
lasciare spazio ad altre specie viventi». Quella
umana è data per estinta. Sollievo generale.
[21 aprile 2020]
Regole
Occhiello dal Fatto
Quotidiano: «L’Arcivescovo di Agrigento ha
fermato le funzioni religiose per rispettare le
regole dettate dal governo». La novità quale
sarebbe?
[20 aprile 2020]
Pesci in barile
Costanza Savaia
sull’Espresso: «Pochi pescatori qui vivono di
pesci. Questo non è un mare particolarmente
generoso. Alcuni li portano a casa e li cucinano in
famiglia, altri li regalano agli amici, a volte li
rivendono al mercato del pesce». Alternative?
Buttarli? Non pescarli?
[19 aprile 2020]
Audacia
Elena
Sofia Ricci intervistata dal Giornale
sulla serie tv Vivi e lascia vivere.
Titolo: «“Recito in una fiction con mia
figlia. E ho accettato anche scene audaci”».
Rai 1 sdogana l’incesto.
[21 aprile 2020]
Alla carlona
Carlo Di
Foggia e Carlo Tecce affrontano sul Fatto
Quotidiano il tema del rinnovo dei
vertici dell’Eni: «Per quasi un anno, due
governi e con maggiore impegno nelle ultime
settimane, i Cinque Stelle si sono esibiti in
una pantomima sull’imputato Claudio Descalzi».
«Il ministro degli Esteri si è tatticamente
eclissato su Eni per non rimanere impigliato
nelle polemiche del tris a Descalzi e
scaricare le colpe». Per scrivere così non
bastava un Carlo solo?
[19 aprile 2020]
Il giardino dei
ciliegi
Titolo di
apertura dall’Osservatore Romano: «Per
guarire i ciliegi». Allo studio un vaccino.
Titolo di taglio, stessa pagina: «Pietre
d’inciampo. Cambio di priorità ai tempi del
coronavirus». In attesa che i pazienti mettano
le foglie.
[19 aprile 2020]
Non ti conosco,
mascherina!
Titolo
dal Giornale: «Le mascherine ostaggio di
ritardi e revoche. Il Lazio le compra, ma non le ha
nessuno». Fornitori sprovvisti? Cittadini renitenti?
Logica in ostaggio?
[19 aprile 2020]
Arrossamenti
Articolo di Selvaggia
Lucarelli, titolo in prima pagina sul Fatto
Quotidiano: «S. Lucido, zona rossa col
buco». Piano con certe pratiche!
[18 aprile 2020]
Forza Italia 1
Titolo dal Giornale:
«Berlusconi si collega anche con i suoi. E Forza
Italia diventa videopartito». La novità quale
sarebbe?
[19 aprile 2020]
Si può fare di più
Anna Maria Bernini,
presidente dei senatori di Forza Italia, espone a
Libero le sue idee per uscire
dall’emergenza coronavirus: «Dobbiamo aggredire
subito il problema della crisi economica per
contenere le perdite e, contemporaneamente,
progettare la ripresa». «Il turismo risorgerà
grazie agli italiani». «Ci deve muovere lo spirito
di squadra, perché nessuno può pensare di farcela
da solo». «Ma è ovvio che dobbiamo fare di più».
Appunto.
[18 aprile 2020]
Zombie
«Il morente è un vivente
e la morte è qualcosa che si vive», scrive il
direttore dell’Osservatore Romano, Andrea
Monda, ricordando Raimondo Vianello, a dieci anni
dalla scomparsa, nella rubrica Lettere dal
direttore. Urge uno sciopero delle Poste. Se non
vaticane, almeno italiane.
[16 aprile 2020]
Avanzi di balera
Titolo dall’Osservatore
Romano: «Vite dromedarie e i limiti del
night». Non ci sono più i cammelli e i locali
notturni di una volta.
[18 aprile 2020]
Sul ponte di Bassano
Titolo dal Fatto
Quotidiano: «“Anas non ha fatto il suo
dovere su ponti e gallerie”». E sotto sì?
[17 aprile 2020]
Che sfortuna
Quattro pagine
celebrative del Manifesto per i 150 anni dalla
nascita di Vladimir Il‘ič Ul‘janov, meglio
noto come Lenin. «Suo fratello Alexander», recita
un sommario, «venne giustiziato l’8 maggio del
1887 per aver tentato, senza fortuna, di uccidere
lo Zar Alessandro III». La sfortuna aiuta gli
audaci.
[18 aprile 2020]
Brigata Matusalemme
Da un articolo di Francesco Specchia, che a
Libero si occupa di cultura, apprendiamo
che lo scrittore Luis Sepúlveda (1949-2020)
«combatté a fianco di Simon Bolivar in Bolivia».
Considerato che Simón Bolívar morì 190 anni fa, è
presumibile che Sepúlveda fosse davvero stanco di
vivere.
[17 aprile 2020]
Conversazione silenziosa
Titolo dall’Osservatore Romano:
«Ripartire dal silenzio. Conversazione con il
sociologo e pedagogista Johnny Dotti». Deve
decidersi: o sta zitto o parla.
[17 aprile 2020]
Tutto e niente
Commento di Daniele Mencarelli in prima
pagina su Avvenire. Titolo: «Niente sarà
come prima. Tutto sarà come prima». Prego?
[19 aprile 2020]
La forza del pensiero
«Probabilmente ci troveremo a dover
distinguere una per una le persone che
incontreremo», scrive don Maurizio Gronchi sulla
prima dell’Osservatore Romano. Prima invece
no. E ancora: «Una delle maggiori difficoltà del
momento interminabile che stiamo vivendo è quella
di pensare». L’abbiamo notato.
[16 aprile 2020]
Contagi
Titolo dal Giornale: «“Il teatro
come un virus. Contagia le menti e le obbliga alla
cultura”». Aiuto, ci mancava pure questa.
[19 aprile 2020]
L’Italia che esiste
Titolo in prima pagina su Avvenire:
«La ministra De Micheli: l’Italia c’è e alle Ong
dico corresponsabilità». Grazie per l’indicazione
geografica.
[14 aprile 2020]
Tafanario
Sul Fatto Quotidiano
reportage sull’Istituto Palazzolo Don Gnocchi di
Milano falcidiato dal coronavirus. Titolo: «“Noi
caduti come mosche, ma abbiamo dato il culo”». Lo
firma Selvaggia Lucarelli. Non fate della
dietrologia.
[11 aprile 2020]
Banca cattolica
Da un articolo di don
Antonio Mazzi sul Corriere della Sera: «Io,
da figlio della piazza, vado come sempre per vie
poco elaborate e più popolari». Quindi figlio della
strada, più che della piazza. E più avanti: «Le
Banche esistano per togliere a chi ha di più e per
dare a chi ha di meno». È il mestiere delle banche
con la «b» maiuscola, no?
[10 aprile 2020]
Piano B
Da Repubblica:
«Festival a metà. Lo streaming non basta. Così
Venezia e Cannes pensano al piano B». Il titolo è
dentro una foto che ritrae un’attrice di spalle sul
red carpet, con la gonna alzata da un colpo di
vento. Il miglior piano B.
[8 aprile 2020]
Chi cerca trova
Pubblicità sul quotidiano
dei vescovi: «Non puoi recarti in edicola?
L’edicolante viene da te. Trova l’edicola che ti
porta Avvenire a casa». Il gioco dell’oca.
[16 aprile 2020]
La prova del Focus
Dalla pagina Facebook del
mensile Focus: «Il tema, lo capiamo, è
spinoso. In questi tempi di convivenza prolungata e
forzata, poi... Vi scappa una puzzetta??? La buona
educazione consiglierebbe di trattenerla. Occhio,
però, perché alcune considerazioni sulle possibili
conseguenze sulla vostra salute potrebbero farvi
cambiare idea!». Interrogativo finale: «Cosa succede
se si trattiene una puzzetta?». Semplice, prendi Focus.
[9 aprile 2020]
Tutti cassa e famiglia
Titolo dal Giornale:
«Sos lavoro: 100mila in cassa». Sempre meglio che in
casa.
[14 aprile 2020]
Titolisti
Sull’ospedale contro il
Covid-19 costruito dalla Regione Lombardia alla
Fiera di Milano, Il Fatto Quotidiano
intervista il professor Luciano Gattinoni, «uno dei
maggiori esperti mondiali di terapia intensiva e
rianimazione». Il quale all’inizio afferma: «Le do
un titolo: è la Fiera della medicina o la Fiera
delle vanità?». Alla fine del colloquio dice: «Le do
un titolo: quella è la Fiera della Medicina o la
Fiera delle vanità?». A parte la «medicina»
diventata «Medicina», Il Fatto titola:
«“L’ospedale in Fiera? Roba che fa ridere i
polli...”». Segno che il luminare non aveva i titoli
per dare consigli.
[17 aprile 2020]
Girotondo d’affari
Titolo dal Foglio:
«La pandemia del turismo. Crisi di liquidità, camere
vuote, scenari apocalittici e poco interesse. Il
turismo è stato il primo settore a essere investito
e sarà forse l’ultimo a risollevarsi. Che fare? Un
girotondo». Intorno al mondo, con Sergio Endrigo.
[14 aprile 2020]
Agenda segreta
Titolo dal Manifesto:
«Chi detta l’agenda al governo italiano?». Perché,
ce l’ha?
[10 aprile 2020]
Avanti c’è posto...
Titolo da Repubblica:
«Salvini e i suoi difendono il nuovo ospedale ma per
ora è solo un costoso spot per la Regione».
Sommario: «Ventisei milioni spesi per 53 posti letto
e a ieri otto pazienti». Che vergogna. Dài,
contagiatevi!
[16 aprile 2020]
Il pieno
In relazione alla controversa missione
umanitaria dei 104 militari russi giunti in Italia
con aerei Ilyushin per prestare soccorso alla
popolazione colpita dal Covid-19, La Stampa
rivela in un sommario: «Mosca ha chiesto a Roma di
pagare la benzina dei cargo con a bordo gli aiuti».
Normale o super? [16 aprile 2020]
Il ballo in
maschera
Il Fatto Quotidiano
parla dell’«obbligo di mascherine» e nell’occhiello
spiega: «In Lombardia bisogna indossarle, così
consentono anche “sciarpe e foulard”». Quindi vanno
indossate sopra o sotto le sciarpe e i foulard fra
virgolette?
[8 aprile 2016]
Lago di Costanza
Costanza Savaia sull’Espresso:
«È così che la radio mi ha salvato la vita. Per
ragioni di ipersensorialità e sinestesia, non sono
in grado di udire una voce al telefono o alla radio
e connetterla automaticamente all’immagine di un
corpo umano. La voce per me è pura tensione emotiva,
disincarnata, che si fonde con gli oggetti, le
persone, gli animali, il paesaggio che vedo di
fronte a me. Essa atterra nella materia presente e
la pervade con le proprie frequenze. Se disegno un
volto mentre ascolto la radio, la voce trasmessa lo
irrora gentilmente come un ruscello che si infiltri
nei canali di un piccolo orto. Così sottraggo a se
stesso il silenzio infecondo; vi semino e vi coltivo
l’emozione, il tratto del disegno e la voce
intercettata dalle antenne della radio diventano una
cosa sola». Che cosa le sarà accaduto?
[15 aprile 2020]
Libera uscita
Consigli di abbigliamento
su Panorama. Titolo: «Quando esco mi vesto
così». Ma quando mai?
[14 aprile 2020]
Col cavolo
Sky Australia intervista
il cardinale George Pell, appena prosciolto dalle
accuse di pedofilia e subito di nuovo indagato per
abusi su un minorenne. Ecco che cosa il porporato
vede del suo futuro: «Forse scriverò, starò a
Sydney. Potrei andare a Roma per un po’. Mi
dedicherò alla coltivazione di rose e cavoli».
Amari.
[15 aprile 2020]
Concitazione
Attacco dell’editoriale
di Concita De Gregorio in prima pagina su Repubblica:
«Ai bambini non lo possiamo raccontare, ma un giorno
lo sapranno». Piccoli chiaroveggenti crescono.
[16 aprile 2020]
Ivan il Terribile
«Nella tempesta che ci
sta flagellando, scrivere di scuole paritarie può
stridere fin dalle prime righe e condannare a finire
inclassificati perché fuori tema», si legge sulla
prima pagina di Avvenire. In effetti...
L’autore è don Ivan Maffeis, sottosegretario della
Conferenza episcopale italiana, principale azionista
del quotidiano. Che abbia frequentato le paritarie?
[16 aprile 2020]
Amore e m...
Titolo dell’editoriale di
Giuliano Ferrara sul Foglio: «Lettera
d’amore alla Germania. La merda di toro antitedesca
merita derisione in ogni seria discussione
pubblica». Pane al pane.
[15 aprile 2020]
Testa di ponte
Titolo in prima pagina
dal Corriere Fiorentino: «Anas negligente
sul ponte crollato». Speriamo che sia rimasta sotto
le macerie, così impara.
[10 aprile 2020]
Pensa e ripensa
Titolo dall’Osservatore
Romano: «Il cardinale Turkson: pensare al dopo
per non essere impreparati». Gran bella testa.
[15 aprile 2020]
Ritorno al passato
Titolo dal Manifesto:
«Servire il popolo con un diario dal lockdown».
Mancano all’appello solo Lotta continua e
Avanguardia operaia.
[15 aprile 2020]
La forza del destino
Massimo
Galli, past president della
Simit, la Società italiana
malattie infettive e
tropicali, intervistato dal Giorno
sul Covid-19: «La forza del
virus quella era, quella è
rimasta». Titolo: «“L’epidemia
ha perso la sua
aggressività”». Forza
d’inerzia.
[14 aprile 2020]
Loto
L’epidemiologo
Franco Berrino detta a Panorama
la sua ricetta contro il
coronavirus: «Come il fiore di
loto si eleva dallo stagno
rimanendo perfettamente bello
e pulito, anche l’uomo,
attraverso un percorso di
meditazione, di saggezza e di
crescita interiore, può
superare il male, senza
lasciarsi travolgere dalle
difficoltà. Ispiriamoci ai
fiori di loto». In effetti
evitare il contagio è come
vincere un terno al loto.
[14 aprile 2020]
Brutte compagnie
Dal Fatto Quotidiano:
«Mentre la pandemia ancora
dilaga, ci si chiede per
quanto tempo il virus ci farà
compagnia». È tornata la
Compagnia della buona morte.
[15 aprile 2020]
Bagno di sangue
La
Verità intervista il
virologo Francesco Broccolo.
Titolo: «“Fare il bagno non è
pericoloso. Al mare sì, ma
separati dai nonni”». Per
sintetizzare: fare il bagno al
mare è pericoloso solo in
compagnia dei nonni.
[15 aprile 2020]
Sineddoche fotografica
Didascalia
su Repubblica: «“Tutto
andrà bene”. La grande scritta
è stata fatta con materiali di
risulta restituiti dal mare
sull’arenile di Posillipo, a
Napoli». Guardi l’immagine e
leggi solo «Andrà bene».
Tutto, la prossima volta.
[11 aprile 2020]
Liberi muratori
II
Sole 24 Ore intervista
il segretario della Lega.
Titolo in prima pagina:
«Salvini: “Edilizia e pace
fiscale per ricostruire
l’economia”». Mais oui,
capitain La Palice. Non si
vede come sia possibile
ricostruire senza l’edilizia.
[10 aprile 2020]
Le vie del cielo
Titolo
di Avvenire a pagina
5: «Tanti i sacerdoti
calunniati. C’è chi non può
andare in strada». Un filino
criptico. La spiegazione in
due titoli a pagina 7: «Noi
preti, ponte di speranza».
Vanno sui cavalcavia. «Don
Gianni, il prete pilota che
dal cielo e ora dal campanile
“abbraccia” i fedeli». No,
vanno in cielo.
[10 aprile 2020]
Tutto chiaro
Titoli
del Fatto Quotidiano
spalmati su quattro pagine:
«Task force, la lista di pro e
contro». «“Sanità questione
centrale. Ma le Regioni sono
diverse”». «Arcuri fa
l’anti-Borrelli con lo staff
di Speranza». «Comitato, ecco
i moduli per il conflitto
d’interessi: ma sono troppo
generici». «Accordo San
Matteo-Diasorin: il professor
Baldanti si dimette». «Guai ai
cartomanti dei “soldi a
tutti”. Letture? “Kaputt”».
Poi ci si lamenta perché
calano le copie.
[15 aprile 2020]
Morti
Il
Fatto Quotidiano
inaugura in un titolo una
nuova categoria di defunti:
«Da Nord a Sud, le procure
indagano su morti-Covid». Un
passo indietro rispetto ai
morti-fame.
[11 aprile 2020]
Ladri
Titolo
di apertura dell’Osservatore
Romano: «Anche i ladri
hanno un santo in Paradiso».
Molto venerato in Vaticano.
[10 aprile 2020]
Cime
Alfonso
Signorini spiega al Giornale
che portare a termine il Grande
Fratello Vip «è stato
come scalare l’Everest».
Nientemeno. Infatti «quando il
premier Conte ha chiuso
l’Italia e dopo pochi minuti
dovevo andare in onda, sono
rimasto spiazzato, perplesso».
Si stenta a comprendere il
motivo di tanto sconcerto: i
concorrenti non erano già
chiusi in casa?
[10 aprile 2020]
Abbigliamento antivirus
Sulle
conseguenze della pandemia,
titolo d’apertura in prima
pagina sulla Libertà:
«La sindaca chiama il governo.
“Maglie più strette sul
lavoro”». Basta con le tute
blu.
[9 aprile 2020]
Occhi e piedi
Don
Marco Pozza, cappellano del
carcere Due Palazzi di Padova
nonché intervistatore
prediletto di Sua Santità (che
gli ha affidato la recente via
crucis in piazza San Pietro),
consegna al Fatto
Quotidiano un articolo
dalla consueta prosa enfatica.
L’incipit: «Tenendoli in mano,
il Papa ha utilizzato come
voce gli occhi: “Sembra che
parlino!”». Nel piatto, come
quelli di santa Lucia?
Conclusione: «È stata una Via
Crucis scritta coi piedi: di
Giuda». Non solo la via
crucis.
[14 aprile 2020]
Pussa via
Titolo
sul Giorno: «Il picco
in Spagna. Johnson via dalla
rianimazione». Indesiderabile.
[10 aprile 2020]
Come prima più di prima
Titolo
dell’editoriale d’apertura in
prima pagina su Avvenire:
«Il “come prima” non ci
serve». Facciamo «più di prima
t’amerò»?
[14 aprile 2020]
Danni
Titolo
dal Giornale: «La
rivincita di Contrada
risarcito dallo Stato. “Un
danno irreparabile”». Se è
irreparabile, perché si fa
risarcire con 667.000 euro?
[8 aprile 2020]
Il presepe di Pasqua
Clamorosa
notizia da Vatican News,
il sistema d’informazione
della Santa Sede: «A Roncolevà
in Veneto un presepe di Pasqua
per vincere la solitudine».
Non ci sono più le mezze
stagioni.
[11 aprile 2020]
La fortuna è cieca
Titolo
del Fatto Quotidiano:
«La fortuna ci troverà di
nuovo e ti faremo il culo,
Coronavirus». L’articolo
riguarda un progetto di
solidarietà i cui proventi
saranno devoluti all’ospedale
Papa Giovanni XXIII di
Bergamo. Divisione di
colonproctologia.
[9 aprile 2020]
Manifestazioni febbrili
Editoriale
pandemico di Roberta De
Monticelli sulla prima pagina
del Manifesto: «Agli
inizi di questa crisi,
paradossalmente, un fremito di
speranza attraversò la vita di
molti di noi». Giro
all’interno: «E mi includo fra
questi. Tanto acuto era il
sentimento che fosse divenuto
chiaro a ciascuno, ormai,
quanto il rimedio gran rumore
vitale e morale della
democrazia non sia la via
cinese, ma una iniezione
massiccia di conoscenze: nella
mente delle persone alla
lunga, ma subito nelle
governances del mondo».
Signora, è sicura di sentirsi
bene?
[10 aprile 2020]
Libera uscita
Titolo
in prima pagina dal Corriere
di Bologna: «E a
Pasquetta la Madonna di San
Luca uscirà». Almeno lei.
[10 aprile 2020]
Incipit
Incipit del pezzo di Daniele
Capezzone sulla Verità
di giovedì: «Dove eravamo
rimasti?». Incipit del pezzo
di Daniele Capezzone sulla Verità
di venerdì: «Abbiamo
scherzato». Nei prossimi
giorni sono attesi i seguenti
incipit: tanto tuonò che
piovve, non ti regala niente
nessuno, dalle stelle alle
stalle, non si finisce mai di
imparare.
[10 aprile 2020]
Pasqua in cinemascope
Titolo
di Avvenire: «Gesù, la
Resurrezione ora è solo in
technicolor». Cristo, che
progressi.
[10 aprile 2020]
Pietre in testa
Attacco
della rubrica Pietre
di Paolo Berizzi su Repubblica:
«Fare e non fare. E,
soprattutto, chi». Cioè?
[10 aprile 2020]
Il futuro è passato
Si
apprende dal Fatto
Quotidiano che il
Covid-19 ha causato anche
nella massoneria una decina di
morti. Spiega il Gran Maestro
del Grande Oriente d’Italia,
Stefano Bisi: «Li ricorderemo
tutti nella Gran Loggia
annuale, che quest’anno
terremo non più dal 3 al 5
aprile, ma dal 11 al 13
settembre, sempre a Rimini».
Il giornale reca la data
dell’11 aprile. Dopo il futuro
anteriore, ecco il futuro
passato (da otto giorni).
Sperimentazioni
Dal
Giornale. Occhiello:
«La Bundesliga va verso la
riapertura e sperimenta. La
Serie A prende appunti».
Titolo: «Lo Schalke fa la
spesa in campo. E Dahoud...».
Catenaccio: «Il club provvede
a giocatori e famiglie. Il
centrocampista ha una porta
sul tetto». Cioè?
[10 aprile 2020]
Testa di ponte
La Repubblica titola
così la rubrica L’amaca
di Michele Serra: «I ponti
inascoltati». Chi ha orecchi
per intendere, intenda!
[10 aprile 2020]
Sciacalli
Titolo
in prima pagina sul Giorno:
«Sciacalli occupano casa di
coppia uccisa dal virus».
Fanno il loro mestiere.
[9 aprile 2020]
L’ostrogoto
L’ultimo
grammelot del ministro Luigi Di Maio: «Se
abbiamo potuto comprare all’estero con contratti
a prezzo di mercato è stato grazie al fatto che
abbiamo potuto avere dai governi dove siamo
andati a comprare anche la possibilità di
esportare i prodotti che acquistavamo». I famosi
Affari Esteri, quasi ostrogoti.
[9 aprile 2020]
Ultimo respiro
Maurizio
Gronchi sulla prima pagina dell’Osservatore
Romano: «L’ultimo respiro di Gesù
crocifisso, da sbuffo soffocato si
trasforma in soffio di vita». Virgola
compresa. Uff!
[9 aprile 2020]
Passi avanti
Avvenire
ricorda quanto ha detto papa Francesco sul
diaconato femminile: «Si deve studiare la
cosa, perché io non posso fare un decreto
sacramentale senza un fondamento
teologico, storico. Ma si è lavorato
abbastanza. Poco, è vero: il risultato non
è un granché. Ma è un passo avanti».
Ricapitolando: si è lavorato abbastanza
poco. Cioè niente. Complimenti per il
passo avanti, Santità.
[9 aprile 2020]
Parigi malato
Titolo
della Stampa: «Parigi diventa il
malato d’Europa. Boom di morti, Paese in
recessione». Il cambio di sesso non ha
fatto bene alla capitale francese.
[9 aprile 2020]
Il Banal Grande
«Professor
Melloni, anche il papa celebrerà la Pasqua
in solitudine?», chiede La Repubblica
con riferimento alla clausura da Covid-19.
E Alberto Melloni, ordinario di Storia del
cristianesimo, risponde: «Sarà una Pasqua
domestica per tutti. Del resto lo fu anche
per Gesù». Sul Calvario. Ma il Golgota non
era fuoriporta? (Nella medesima intervista
il docente spiega che «alla fine del
confinamento bisognerebbe istituire un
museo delle banalità dette in questo
periodo». Si candida a direttore).
[9 aprile 2020]
Urne cinerarie
Il
Sole 24 Ore titola in prima pagina:
«New York, 779 morti in un giorno. Sanders
si ritira dalle elezioni Usa». A egregie
cose il forte animo accendono l’urne de’
forti.
[9 aprile 2020]
O occhio nudo
Titolo
di Avvenire: «Sky, il telegiornale
ora è fatto in casa». E si vede.
[7 aprile 2020]
Mani strapulite
Titolo
del Giornale: «La sinistra sfrutta
il virus per invocare Mani pulite». Con
l’Amuchina.
[9 aprile 2020]
Pediatra da
incubo
Andrea
Satta, rocker e pediatra, parla sul Fatto
Quotidiano delle conseguenze
psicologiche della pandemia sui più
piccoli. Titolo: «I bambini fanno incubi:
gli manca la scuola». Manca anche ai
grandi: gli incubi si hanno, non si fanno.
[8 aprile 2020]
Porre l’accento
Sommario
dal Fatto Quotidiano: «Ognuno per
sè». Accento in linea con il «perchè»
ricorrente su questo quotidiano.
[6 aprile 2020]
Parole parole
parole
Intervista
con il cardinale Gianfranco Ravasi sul Giornale,
dal titolo «Noi come Gesù sulla croce
sperimentiamo la paura. Ma di fronte a
tanto dolore anch’io perdo le parole».
Allora significa che la situazione è
davvero disperata.
[8 aprile 2020]
Resa dei conti
Notizia
dalla Francia su Repubblica:
«Esasperato, senza più soldi per comprare
da mangiare, un uomo ha minacciato di
andare a fare la spesa al supermercato
armato di fucile. Sono intervenuti i
gendarmi che prima gli hanno impedito di
commettere sciocchezze, poi hanno pagato
per lui il conto». Non ha minacciato di
andare a fare la spesa: c’è andato. Ma il
fucile lo aveva o no? Non si sa. Comunque,
qualcosa ha portato a casa.
[5 aprile 2020]
Eccezioni di
rito
La
Chiesa di fronte alla pandemia. Il
Giorno intervista il biblista padre
Alberto Maggi. Titolo a tutta pagina:
«Senza riti è una Pasqua ancora più vera».
Ma sì, dai, aboliamola per sempre ’sta
Settimana santa.
[9 aprile 2020]
Matteo
Battisti
Matteo Renzi
intervistato da Repubblica: «Oggi
abbiamo un governo che ha ampio consenso e che
per questo dovrebbe avere il coraggio di fare
scelte difficili, senza nascondersi dietro
l’alibi dei tecnici. Il futuro lo scopriremo
solo vivendo». Parole sante, Lucio.
[8 aprile 2020]
Statura
Titolo del Corriere
della Sera sul bilancio del coronavirus:
«Malati, mai così bassi da un mese». Alto il
morale.
[8 aprile 2020]
Piccini
Nando Dalla
Chiesa scrive di coronavirus sul Fatto
Quotidiano. A parte il titolo, che non è
propriamente un invito alla lettura («Covid, la
strana guerra: mistero sulla strategia e
“disertori” ben pagati»), l’incipit è da
brivido: «Strategia, strategia, per piccina che
tu sia...». La guerra è una faccenda troppo
seria per lasciarla in mano ai figli dei
generali.
[6 aprile 2020]
Cantautori
Citazioni da
una pagina dell’Osservatore Romano. Il
direttore Andrea Monda: «“Essere creativi
significa essere vicini al prossimo”. Non sono
parole di Papa Francesco (anche se potrebbero
esserlo tranquillamente) ma della rockstar Nick
Cave». Lorenzo Fazzini: «“Generazione di
sconvolti, che non han più santi né eroi” (Vasco
Rossi)». San Remo, ora pro nobis.
[3 aprile 2020]
Ah,
la Svizzera!
Titolo di
apertura a 4 colonne (su 5) in prima pagina
sulla Tribune de Gèneve: «Comment sports
et yoga se pratiquent en ligne». La famosa ligne
di partenza. Pronti! Via!
[7 aprile 2020]
Doc
Notizia
esclusiva di giornata in prima pagina sul Manifesto:
«Yukio Mishima. Il dibattito del 1969 tra lo
scrittore e Nagisa Oshima in un doc di Keisuke
Toyoshima».
[7 aprile 2020]
Abitazioni
Titolo di Avvenire:
«Dentro l’emergenza virus c'è un tempo da
abitare». Ma tenete chiusa la porta di casa.
[7 aprile 2020]
Via
col ventilatore
Titolo dal Giornale:
«Boris stabile in ospedale ma senza ventilatore.
Il vice: è un combattente». Sopporta persino il
caldo.
[8 aprile 2020]
È
qui la festa?
Da Libero:
«È un giorno speciale quello di oggi per tutti i
Testimoni di Geova. Questa sera, in più di 240
nazioni, oltre venti milioni di persone
celebreranno la Commemorazione della morte di
Gesù Cristo o Cena del Signore, la loro più
importante ricorrenza». Il titolo recita:
«Festeggiamo la commemorazione della morte di
Gesù». In verità, in verità vi dico: c’è poco da
festeggiare.
[7 aprile 2020]
41 bis
Titolo
di apertura sulla copertina di Popotus,
inserto per bambini di Avvenire,
che affronta l’emergenza Covid-19 nelle
carceri: «In cella manca l’isolamento».
Meglio reclusi in casa.
[7 aprile 2020]
Notabili
Stefano Buffagni, viceministro allo
Sviluppo economico, si rassegna a farsi
intervistare sul Covid-19 dal Fatto
Quotidiano, che gli regala mezza pagina
abbondante con questo titolo: «C’è chi ha usato
quest’emergenza per farsi notare». L’abbiamo
notato.
[5 aprile 2020]
Giro giro tondo
Titolo
di apertura della prima pagina sul Foglio:
«Niente messa a Pasqua, ed è giusto, ma forse è
il momento di chiedersi anche quando e come si
potrà tornare in chiesa. Girotondo». Casca il
mondo.
[7 aprile 2020]
Il
Web degli italiani
Titolo
di apertura a pagina 2 della Verità:
«L’incubo patrimoniale scatena la caccia sul Web
degli italiani ai “paradisi fiscali”». Ma come?
Esiste un Web per gli italiani e uno per gli
stranieri? Prima gli italiani!
[7 aprile 2020]
Sciarade
Titolo
di apertura a pagina 4 della Verità:
«Marattin scivola sulle condizionalità. “Nei
trattati non ci sono”. E invece...». Sommario:
«Il deputato di Iv fa il bulletto sul Mes, ma
incappa in una gaffe dietro l’altra: confonde
il Salvastati vecchio con la sua riforma e
sbaglia il numero di commi. Poi spara: “Il
rigore non è citato”. Ma il testo parla
chiaro». Di sicuro più del titolo.
[7
aprile 2020]
Guanti
La
Repubblica rileva un effetto
collaterale del confino casalingo causato
dalla pandemia: «I maschi violenti si
sentono al sicuro, lei non può scappare.
Oppure lui è talmente impaurito dal
possibile contagio che non le mette le mani
addosso e con i guanti è più difficile». In
effetti menare con i guantoni viene più
facile.
[4
aprile 2020]
Pasqua con i
tuoi
Titolo
di Avvenire: «Pasqua in diretta tv
o web? Meglio celebrarla nelle case».
Alternative?
[7
aprile 2020]
Che palle!
Su
Libero, allarme di Laura Avalle
circa gli effetti collaterali della
reclusione in casa causa pandemia: «Il
dubbio è che l’infezione possa
determinare una “compromissione
dell’omeostasi immunitaria nei
testicoli”, che potrebbe causare
l’orchite (un’infiammazione dei
testicoli)». Più che un dubbio, una
certezza.
[6 aprile 2020]
Miglioramenti
Titolo
di apertura a pagina 4 di Avvenire:
«L’epidemia ci sta indicando come
migliorare la Sanità». Ne valeva la
pena.
[7 aprile 2020]
Abitudini
pagane
Dal
Corriere.it: «La Settimana
Santa 2020 è ufficialmente iniziata
in un clima molto diverso dal
solito. L’emergenza coronavirus
costringerà infatti a cambiare, in
un modo senza precedenti, riti
religiosi e celebrazioni.
Inevitabilmente diverse saranno poi
le abitudini pagane: dalla
tradizione dei pranzi alle
passeggiate all’aria aperta».
Cristiani ed ebrei, com’è noto, non
mangiano e non vanno a spasso.
[6 aprile 2020]
Deinde
non philosophari
«Senta,
non ho nessuna voglia di far
filosofia», dice il filosofo
Massimo Cacciari intervistato
dall’Huffington Post.
Proprio vero che dopo l’epidemia
nessuno è più come prima.
[6 aprile 2020]
Maledetta
primavera
Giuseppe
Conte dixit, dal sito Gazzetta.it:
«Presto vedremo una nuova
primavera per l’Italia». Ci
basta e avanza questa,
presidente.
[6 aprile
2020]
Fiato
corto
Titolo
in prima pagina sulla Stampa:
«Si aggrava Boris Johnson, il
Regno Unito col fiato
sospeso». Anche lui.
[7 aprile
2020]
Mosè
Ieri
sera, nell’ennesimo discorso
alla nazione, il premier
Giuseppe Conte ha affermato:
«Pasqua significa – lo sanno
bene i cristiani – passaggio,
il passaggio e anche il
riscatto dalla schiavitù
all’Egitto». Se ne deduce che
Conte non è cristiano e che
dopo il coronavirus ci
attendono le dieci piaghe
d’Egitto.
[7 aprile 2020]
La meglio gioventù
Richiamo
in prima pagina sul Messaggero: «Bill
Gates, genio
che non invecchia i suoi miliardi per un
vaccino». Non vale la pena metterli in barrique,
meglio tenerli in banca.
[6 aprile 2020]
Comitati
Carlo Calenda sulla Verità:
«Per ripartire serve un super comitato». Il
famoso super gruppo di svogliati, scelto fra
gli incapaci, che si riunisce per fare cose
inutili. [6 aprile 2020]
[6 aprile 2020]
Giochi
senza frontiere
Sul Covid-19, epocale documento
ospitato dal Fatto Quotidiano,
firmato da alcuni esponenti della sinistra
di lotta e di governo, fra cui l’ex ministro
Lorenzo Fioramonti, Nicola Fratoianni ed
Elly Schlein, la più votata in Emilia: «Il
virus non conosce frontiere». Mica pizza e
fichi.
[5 aprile 2020]
Burlesque
Dal Giornale: «Burioni ha
pure definito “una scemenza” dire che un
paziente “non è morto per il coronavirus
ma con il coronavirus”». Trattasi del
virologo che il 2 febbraio scorso è andato
in tv da Fabio Fazio a dire che «in questo
momento in Italia il rischio di contrarre
questo virus è zero, zero, perché il virus
non circola» e che, se la gente gira con
le mascherine, «sarà per l’inquinamento».
Di scemenze se ne intende.
[5 aprile 2020]
L’inguine
al pesto
Da Repubblica, pagina su
«L’Italia che resiste»: «Sul web, in
aiuto di tutte quelle che nella vita
normale non hanno un capello fuori
posto, impazzano i tutorial per evitare
chiome bicolori e tenere in ordine
inguine e ascelle. Sulla rete impazzano
poi i consigli della nonna: fondi del
caffè per fare lo scrub della pelle,
limone per i talloni screpolati, yogurt,
patate e cetrioli per le borse sotto
agli occhi». Dove sia finito lo
zucchino, è noto.
[5 aprile 2020]
Alternative
Titolo
in prima sulla Stampa: «Lo Stato aiuti le
famiglie o ci penserà la mafia». E senza
trattativa, stavolta.
[6 aprile 2020]
Cristianismi
Articolo di Ettore Boffano,
condirettore del Fatto Quotidiano: «I
“sepolcri imbiancati” di oggi, al contrario,
appaiono più sprovveduti, ma forse addirittura
più pericolosi, votati come sono soltanto al
fiancheggiamento elettorale e dei consensi
attorno ai “cristianismi” volgari del leader
leghista». È saltata la traduzione simultanea.
[6 aprile 2020]
Al
fuoco!
Titolo
d’apertura sull’Osservatore Romano: «Trump
infiamma il petrolio». Brucia, ragazzo, brucia.
[3 aprile 2020]
Questo
pazzo, pazzo, pazzo, pazzo Monda
Marina Abramovic si
racconta ad Antonio Monda sulla Stampa:
«All’epoca facevo già le mie performances, il che
significa che mi tagliavo, frustavo e bruciavo,
fin quasi a morirne, prima delle 10: non è
folle?». Suvvia, che cosa va a pensare?
[5 aprile 2020]
A tutta manetta
Servizio del Fatto
Quotidiano sulle violazioni delle misure di
contenimento del coronavirus in Lombardia. «Più
multe», annuncia in neretto l’occhiello. «Nuova
ordinanza della regione dove aumenta la mobilità:
+2% in pochi giorni». Leggi il testo e scopri che
è la mobilità a essere aumentata del 2%, non le
multe. Il virus sanzionatorio ha colpito ancora.
[5 aprile 2020]
Il paradiso
non può attendere
Azzurra
Barbuto su Libero: «Sono una novantina i
preti morti in queste settimane per colpa del
Covid-19, un numero superiore a quello dei
medici che pure lavorano in corsia a stretto
contatto con i malati. La chiamano “volontà del
Padreterno”». Interessante questa novità
teologica sull’Altissimo che vorrebbe stecchire
i suoi ministri. E più avanti, parlando dei
fedeli: «Per qualche settimana essi possono fare
a meno dei tramiti». Solo tremiti.
[3 aprile 2020]
Finirà
Titolo
di Repubblica nelle pagine dedicate al
coronavirus: «Te lo leggo negli occhi (in
mascherina)». Com’è che cantava Dino (senza
mascherina)? Ah, sì: «Finirà, me l’hai detto
tu». Speriamo bene.
[1 aprile 2020]
Reclusi
Editoriale di Eugenio Scalfari su Repubblica:
«Noi abbiamo un Papa a Roma il quale è
naturalmente cattolico e cristiano».
Naturalmente, meglio precisarlo. «La mia
amicizia nei confronti di Sua Santità dura ormai
da sette anni però io non posso uscir da casa e
il Papa non può uscire dal Vaticano». Per
Bergoglio basta brutti incontri.
[5 aprile 2020]
Palle
Editoriale della Stampa: «La struggente
palla che gira e pazienza se è in Tagikistan».
Il pianeta ha traslocato in Tagikistan a nostra
insaputa?
[5 aprile 2020]
Sciarade
Titolo di prima pagina su
Avvenire: «L’ulivo che c’è (col Papa). Le
Palme sono domestiche». Cioè?
[5 aprile 2020]
Futuro
Incipit
della rubrica L’articolo della domenica di
Francesco Alberoni sul Giornale:
«Nessuno può prevedere il futuro». Questa ci
giunge davvero nuova.
[5 aprile 2020]
Off
Titolo del Fatto Quotidiano sulle
molteplici attività ricreative dei cittadini in
quarantena: «Resistenze quotidiane: disegni,
musica, poesie e bagni... di gong». Emergenza
otoiatrica in vista.
[5 aprile 2020]
Fare
centro
Titolo della Verità: «Gli hacker? Ci
sono, ma non centrano nulla». Non c’entrano
nulla con le intrusioni nel sito Inps, però di
solito centrano il bersaglio.
[3 aprile 2020]
Kit
Inchiesta del Fatto Quotidiano (in prima
pagina): «I rinvii sul kit per scovare i
positivi». Titolo: «Giungla test-sangue: tutti
in ordine sparso». Sommario: «Gli strumenti
rapidi per esaminare gli asintomatici e i
rimpalli tra Regioni e ministero della Salute».
Abbiamo finalmente uno strumento rapido per
esaminare i rimpalli tra Regioni e ministero
della Salute? Ma è fantastico!
[3 aprile 2020]
Sesso
da remoto
Richiamo in prima pagina sul Fatto
Quotidiano: «La pornostar Malena. “Il mio
smart working è sesso tutto virtuale”». Non è
che da remoto restino molte altre possibilità.
[3 aprile 2020]
Offerte
speciali
«Ci vorrà un anno per il vero bilancio dei
morti», annuncia La Verità in un
titolone sul coronavirus. E nel sommario:
«Secondo i ricercatori del ministero, in inverno
ci sono stati meno decessi del previsto. E
questo ha offerto al morbo cinese un enorme
numero di anziani da colpire». Ma benedetta
gente, non poteva morire subito, invece di
aspettare il Covid-19?
[3 aprile 2020]
Bulli
Titolo di Libero: «E il governo si
bulla: facciamo di tutto». A parte che del
verbo «bullare» non c’è traccia sui dizionari,
al massimo s’imbullona.
[3 aprile 2020]
Alegher
Titoli in ordine di apparizione dalla Verità
del 2 aprile: «Dilettanti allo sbaraglio». «Cani
sì, bimbi no: tutti contro il ministro». «La
brasiliana picchiata torna a casa dal giudice».
«Viva il bond patriottico però il premier fa il
muro di gomma». «Le irritanti cronache dei Vip
dalle loro ville di “reclusione”». «Sito in tilt
e privacy violata. Il pesce d’aprile dell’Inps è
una Waterloo giallorossa». «Le Entrate strizzano
l’occhio al lavoro nero». «Ogni giorno un
disastro annunciato. Nell’ora più buia ci
toccano i dilettanti». «Animali a spasso, i
figli no: tutti contro il Viminale». «Caos
decreti: spunta il terzo sulla liquidità».
«L’export non ci salverà». «Arcuri prende in
giro i dottori con mascherine “non
autorizzate”». «Gualtieri a parole diventa
sovranista. Ma sui soldi veri gli resta il
braccino». «Da Conte altro “nì” al Salvastati».
«L’Italia va al tavolo del Mes per dire “boh”».
«Coronabond inappropriati». «II bond patriottico
piace a molti ma Conte e Gualtieri tirano il
freno». «Affoga nella retorica l’esperimento
musicale Rai». «A Bologna sfondata quota duemila
(2.084)». «Aumentano gli infetti ma anche i
tamponi. A Bergamo è strage: +400% di morti».
«Sulle paritarie errore da matita blu». «Gli
ospedali sono nella morsa di hacker e vandali».
«Spagna, ordine choc ai medici in corsia. “La
morte nelle case è l’opzione migliore”». «La
tassa sulle mascherine è un insulto». «Finge che
il figlio sia malato cronico per assentarsi dal
lavoro 18 volte». Alegher, alegher.
[2 aprile 2020]
Mazzate
Don Antonio
Mazzi nella sua rubrica su Famiglia
Cristiana: «Solo alcuni, o per cultura o
per educazione, anziché chiamarci vecchi ci
chiama anziani». Alcuni ci chiama. Un caso di
sdoppiamento della personalità.
[2 aprile 2020]
Piccioncini
Azzurra Barbuto commenta su Libero gli
effetti romantici dell’isolamento da
coronavirus: «Non potendosi palpeggiare, gli
amanti hanno ricominciato a scriversi tenere
lettere d’amore, sebbene recapitate via internet
e non più attraverso il piccione viaggiatore». I
due piccioni e la fava c’entrano sempre.
[2 aprile 2020]
Intervistato da Famiglia
Cristiana sul flagello del Covid-19,
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, parla
della «voglia di uscire a testa alta da questa
emergenza». Obiettivo minimo: uscire di casa con
la testa bassa e il resto del corpo.
[2 aprile 2020]
Dipendenze
Titolo da Libero: «La pizza come uno
stupefacente. Crea dipendenza in chi la mangia».
La famosa Pizza connection.
[2 aprile 2020]
Tetti
Didascalia
dell’Espresso: «Roma. Da una terrazza del
centro storico ci si affaccia verso gli altri
tetti». Strane cose accadono ai piani alti nella
Capitale.
[2 aprile 2020]
Arrivano i Roos
Incipit
dell’editoriale di Mario Giordano su Panorama:
«Una volta quando eravamo in difficoltà scattava
automatico “l’arrivano i nostri”. Siamo
cresciuti con il mito del Settimo cavalleggeri,
la carica, le giacche azzurre, il generale
Custer, i G.I. di Roosvelt». Sarebbe Roosevelt,
ma lui vede Roos dappertutto.
[2 aprile 2020]
Chiusure
In prima pagina sull’Osservatore Romano
intervista con il cardinale Pietro Parolin,
segretario di Stato vaticano: «Nonostante la
paura non chiudiamoci in noi stessi». Deve
mettersi d’accordo con il suo omologo italiano
Giuseppe Conte.
[2 aprile 2020]
Dietro
L’attrice Monica Bellucci, «confinata in una
bella casa nel Sudovest francese, sulla costa
atlantica», intervistata dalla Stampa
sul coronavirus: «Sono dietro ai compiti di
Léonie, mia figlia di 9 anni». Davanti li
metterebbe in ombra. «Potrei raccontare che sto
divorando Nietzsche, Kant o Oscar Wilde, ma
giuro, il mio mondo ruota intorno alle tabelline
e ai perimetri dei quadrilateri». Le crediamo
sulla parola.
[1 aprile 2020]
Virus
nudo
Titolo di Panorama: «Walter Nudo, il
virus non è mica una vacanza!». Prendiamo
nota.
[1 aprile 2020]
Prima
o poi
Umberto Brunetti,
editore e direttore di Prima Comunicazione,
annuncia nel suo editoriale che «una signora
con l’aria intelligente e tranquillizzante,
Marta Cartabia, è la presidente della Corte
costituzionale e l’abbiamo scelta per la
copertina di questo mese». E spiega: «In
questo periodo con l’incubo del coronavirus,
in cui non puoi aprire la televisione, un
giornale o un sito Internet senza avere il
bollettino dei morti e sentire le fosche
previsioni sulla catastrofe economica che ci
aspetta, vedere la foto dell’antica sala dove
si riunisce la Corte incute rispetto e
tranquillità. Come se davanti a tanta
solennità il malefico virus arretrasse».
Infatti a qualche giorno dall’apparizione in
edicola di “Prima” sua eccellenza Marta
Cartabia è stata contagiata dal Covid-19.
Averlo saputo prima.
[1 aprile 2020]
Titolo di Repubblica:
«Rapina farmacia poi si pente e si costituisce
sulla app YouPol». Su YouPorn
c’erano troppi accessi.
[1 aprile 2020]
Bollette
Sommario del Fatto Quotidiano a un
articolo di Selvaggia Lucarelli: «Mio padre non
protesta quando gli dico di non andare in posta,
che le bollette adesso gliele pagherò io su
Internet». Con una figlia così, tocca
rassegnarsi.
[1 aprile 2020]
Colpi
di sole
Titolo del Giornale: «Al lavoro o a
scuola e col calcio. E la chiamerebbero estate».
Cioè?
[1 aprile 2020]
Gatti
volanti
La Repubblica avverte che gli animali
domestici, «abituati a una relazione part
time, patiscono per eccesso di presenza».
Propone quindi alcuni modi per distrarli: «Al
gatto si possono proporre giochi nuovi», per
esempio «costruire aeroplanini di carta». Con
le loro unghie ci riescono benissimo.
[1 aprile 2020]
Servizio
al tavolo
Elena Bonetti, ministro alle Pari opportunità e
alla Famiglia, intervistata dalla Stampa:
«Intendo portare ai vari tavoli del governo la
proposta di valorizzare il lavoro femminile».
Solito servizio a pranzo e cena, ma con rigatino
e crestina?
[1 aprile 2020]
Maestri
Sul coronavirus La Repubblica intervista
l’assessore milanese all’Edilizia scolastica,
Paolo Limonta, che è maestro: «Se nei mesi
estivi si potessero ricreare le condizioni per
il ritorno a una vita “normale”, il Comune
potrebbe valutare di mettere a disposizione le
proprie strutture scolastiche per la creazione
di centri estivi molto più estesi di quelli
programmati ogni anno. Potremmo fare assieme una
riflessione sulla possibilità che, a fianco del
personale educativo delle Cooperative del
Comune, ci potrebbero essere alcune maestre e
maestri. In questi mesi stanno svolgendo un
lavoro straordinario e, ovviamente a livello
volontario, potrebbero consentire un incremento
del numero di centri». «Potessero». «Potrebbe».
«Potremmo». «Possibilità». «Potrebbero». E
ancora «potrebbero». La fantasia al potere. I
piccoli maestri, avrebbe concluso Luigi
Meneghello.
[1 aprile 2020]
Allarmi
Titolone di apertura sul Giornale del 26
marzo: «Allarme pensioni». Titolone di apertura
sei giorni dopo: «Allarme stipendi». What else?
[1 aprile 2020]
Minuscolo
Editoriale di Maurizio Belpietro su Panorama:
«Il Covid-19 è un virus minuscolo». Alla larga
dai virus maiuscoli.
[1 aprile 2020]
Accenti
Titolo di prima pagina sul Fatto Quotidiano:
«Perchè quei 969 morti?». E perché «perchè?»
invece di «perché»?
[1 aprile 2020]
Reclusi
La
Repubblica informa che, causa emergenza
coronavirus, l’attore Elio De Capitani vive – ma
guarda un po’ – barricato nel suo appartamento.
Annota il cronista: «La città vuota non attira
De Capitani, che non esce quasi mai, e non solo
per precauzione». Anche perché glielo vieta il
premier Conte.
[1 aprile 2020]
Virus
Titolo di apertura delle pagine culturali di Avvenire:
«I bambini d’Irlanda col virus della scrittura».
In quarantena, subito!
[31 marzo 2020]
Fuori
controllo
Titolo di prima pagina sull’Osservatore
Romano: «Spagna, virus fuori controllo».
Non come nel resto del mondo.
[31 marzo 2020]
Necrofori
Matteo Salvini ad Alessandro Sallusti, direttore
del Giornale, che lo interroga sul